IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI - Aldes
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<strong>IL</strong> <strong>MIGLIORE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>MONDI</strong> POSSIB<strong>IL</strong>I<br />
progetto di ROBERTO CASTELLO e ALESSANDRA MORETTI<br />
PREMIO UBU 2003 > MIGLIOR SPETTACOLO sez. TEATRO-DANZA<br />
“Il migliore dei mondi possibili” è una fotografia del presente, uno sguardo sull'oggi e<br />
sulla percezione del tempo, sulla discrepanza fra tempo soggettivo e tempo oggettivo.<br />
E’ un grande collage di immagini, una grande raccolta di situazioni che si giustificano<br />
e si motivano l’un l’altra.<br />
"Il migliore dei mondi possibili" è un progetto pluriennale che occupa la compagnia<br />
dal 2002 e si compone di dieci sezioni tematiche autonome, dieci spettacoli<br />
autosufficienti ciascuno dei quali composto di piccoli frammenti, di piccole opere quasi<br />
autonome, che a seconda dell'argomento mutuano di volta in volta il loro linguaggio<br />
da fonti diverse: danza, performance art, teatro delle marionette, happening, teatro.<br />
Ad oggi sono state ultimate tutte le parti del progetto, dalla I alla IX, solo la parte V<br />
- “Curiosi” - è stata presentata in forma di 'studio' , mentre rimane ancora un'ultima<br />
parte, la X, che chiuderà la decalogia e sarà una pubblicazione.<br />
“La forma delle cose” (la parte I del progetto che riceve il Premio Ubu 2003 insieme<br />
agli studi delle parti II e III) raggruppa materiali che, per ragioni diverse, attengono<br />
alla realtà quotidiana: alle cose che oggi facciamo, pensiamo o vediamo.<br />
E’ contemporaneamente un lavoro di contenuto sociale e politico e un ragionare sulla<br />
forma del teatro di danza.<br />
“In movimento” (la parte II) è invece una secca riflessione sul coreografare, un lavoro<br />
rigorosamente formale che gioca unicamente sulle implicazioni semantiche del puro<br />
movimento.<br />
“Racconta” (la parte III) raggruppa materiali che nascono da esperimenti intorno a<br />
forme di integrazione fra movimento e narrazione. La documentazione video dello<br />
spettacolo, curata da Studio Azzurro, riceve nel 2008 una segnalazione speciale al<br />
Premio Italia TTV per il Teatro di Riccione.<br />
“Sogni” (la parte IV) è un veloce e divertente lavoro sull’adolescenza e per gli<br />
adolescenti che ha come tema la giustizia. Utilizzando danza, parola, video e suono<br />
narra i sogni agitati di un ragazzino in una notte di temporale.<br />
“Curiosi” (la parte V), nasce nella logica di un'interdisciplinarità coraggiosa, capace di<br />
incrociare linguaggi nella convinzione che l'incontro di esperienze diverse sia il<br />
necessario alimento di un reale percorso di scoperta in ambito artistico. E' infatti un<br />
progetto-contenitore che ospita e ospiterà opere plastico relazionali per spazi<br />
espositivi ad opera di artisti visivi, i mportanti scultori contemporanei che da anni<br />
operano nel campo dell'arte pubblica che, in collaborazione con Roberto Castello ,<br />
hanno deciso di accettare la sfida che <strong>Aldes</strong> ha lanciato loro, cioè quella di cimentarsi<br />
nella realizzazione di un'opera plastica diacronica fatta di corpi viventi.<br />
A fine 2009 Luca Vitone lavora alla creazione di “Isole”, primo step dell'operazione<br />
Curiosi.<br />
“Sul corpo” (la parte VI) è uno spettacolo totalmente improvvisato realizzato in<br />
collaborazione con Giacomo Verde (video artista). Operazione simmetrica a “In<br />
movimento”, come quest’ultimo verte sul puro movimento, ma a partire da una totale<br />
mancanza di traccia coreografica o di struttura. Un approccio estetico finalizzato alla<br />
realizzazione, in tempo reale, di un vero e proprio spettacolo ogni volta diverso.<br />
L’occhio di Giacomo Verde rimanda su uno schermo particolari dall’azione.<br />
“Disperso” (la parte VII) è un happening per spazi privi di posti riservati al pubblico,<br />
realizzato in collaborazione con Paolo Atzori (architetto della comunicazione).<br />
“Nel Disastro” (la parte VIII) è una surreale e grottesca rappresentazione della<br />
tragedia individuale e del disastro collettivo di un tempo e di un paese sconcertanti,<br />
raccontata con ironia. Strutturata in una sequenza di assoli costruiti a partire da<br />
alcune peculiarità caratteriali degli interpreti: ansia, mestizia, irrequietezza, accidia,<br />
etc., riportate con autoironico distacco.<br />
“Sfavillante” rappresenta l'epilogo spettacolare (il progetto/decalogia si concluderà<br />
infatti con una pubblicazione) – la nona parte de Il migliore dei mondi possibili - ,<br />
nonché esperienza televisiva nel percorso della compagnia.<br />
Se nel 2002 la prima parte esordiva con un triste zapping televisivo di fronte allo<br />
schermo, adesso la compagnia, per una curiosa simmetria del destino, è finita a dare<br />
forma al caos da dietro allo stesso schermo.