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america - 1880 Train

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●<strong>america</strong><br />

Lo spirito di<br />

Tatanka<br />

120 • PleinAir 477<br />

Grandi vedute accompagnano il viaggiatore che s’inoltra nei parchi del<br />

South Dakota: ampie zone collinari si alternano a erte formazioni rocciose,<br />

che al tramonto si accendono di colori dalle calde tonalità. Nel dettaglio,<br />

un bisonte sonnecchia placidamente nel bel mezzo della prateria.<br />

La modernità delle attrattive culturali<br />

può far sorridere il viaggiatore che giunge<br />

negli Stati Uniti da luoghi ricchi di antica<br />

tradizione. Nel Vecchio West, tuttavia,<br />

camminare sui sentieri un tempo<br />

percorsi dagli Indiani d’America permette<br />

di scoprire luci e ombre della storia<br />

recente e un territorio ricco di eccezionali<br />

risorse naturali, come in questa esperienza<br />

di abitar viaggiando nel South Dakota.<br />

Testo e foto di Mauro Toccaceli<br />

un posto in America dove si può passeggiare C’è<br />

per la strada e incontrare faccia a faccia tutti i<br />

presidenti degli Stati Uniti. Se non ci credete non siete mai<br />

stati a Rapid City, tranquilla cittadina del South Dakota dove,<br />

dislocate in vari angoli downtown, quarantadue statue<br />

di bronzo a grandezza naturale raffigurano tutti gli inquilini<br />

della Casa Bianca da George Washington a George W.<br />

Bush (manca solo l’effigie di Barack Obama, che verrà aggiunta<br />

al termine del suo mandato).<br />

Le origini della città, considerata la porta d’accesso alle<br />

vicine Black Hills, risalgono al 1876 e sono legate alla scoperta<br />

dell’oro avvenuta due anni prima proprio nelle “colline<br />

nere” (Paha Sapa in lingua lakota, dal colore scuro dei<br />

monti coperti di fitte foreste di conifere) che i nativi Sioux<br />

ritenevano sacre e che il trattato di Fort Laramie del 1868<br />

aveva assegnato a loro per sempre. Ma la storia andò diversamente:<br />

coloni, minatori e avventurieri d’ogni risma, attirati<br />

dal miraggio della ricchezza, si riversarono nei territori<br />

dei Sioux con la compiacenza dell’esercito <strong>america</strong>no, innescando<br />

la miccia di quella guerra che avrebbe portato,<br />

dopo la sconfitta di Custer a Little Big Horn, a una vera e<br />

propria caccia all’indiano culminata nel 1890 con il tragico<br />

eccidio di Wounded Knee e la definitiva sconfitta del popolo<br />

rosso.<br />

A Rapid City cultura, storia e tradizioni dei nativi sono<br />

ripercorse nel Sioux Indian Museum, inserito all’interno del<br />

Journey Museum: uno straordinario viaggio nel passato del<br />

South Dakota occidentale e delle Black Hills, comprendente<br />

anche sezioni di geologia e paleontologia, natura, archeologia,<br />

storia dei pionieri e perfino un planetario. La parte<br />

dedicata ai nativi è stata realizzata con la consulenza dei Lakota<br />

Sioux e include una notevole collezione di oggetti, artigianato,<br />

vestiti, monili, immagini e ricostruzioni di ambienti,<br />

il tutto descritto sia in inglese che in lingua lakota.<br />

PleinAir 477 • 121


Stati Uniti South Dakota<br />

1<br />

A proposito di artigianato indiano, è assolutamente imperdibile<br />

una visita al Prairie Edge, all’angolo fra la 6th e la<br />

Main Street, un enorme emporio e galleria d’arte sioux che<br />

propone manufatti, articoli musicali, dipinti, stampe, libri,<br />

gadget, pezzi da museo e perline di vetro d’ogni forma e<br />

colore. Un po’ fuori dal centro, invece, la Mount Rushmore<br />

Black Hills Gold and Diamond Factory è un simbolo della<br />

vocazione originaria della città: qui oro, argento e diamanti<br />

vengono lavorati da abili artigiani – la cui attività si<br />

può osservare da vicino con interessanti visite guidate – che<br />

realizzano gioielli acquistabili nel negozio adiacente.<br />

La terra dei bisonti Da Rapid City ci muoviamo alla<br />

scoperta delle Black Hills, meraviglioso angolo di quel South<br />

Dakota in cui si respira ancora il fascino del Vecchio West<br />

tanto celebrato e mitizzato da letteratura, cinema e fumetti.<br />

Cowboy, indiani, giubbe blu, cacciatori e pistoleri ne hanno<br />

scritto la storia e alimentato la leggenda in un palcoscenico<br />

di maestose montagne, fitte foreste e sconfinate praterie<br />

dove un tempo pascolavano immense mandrie di bisonti,<br />

che i pellerossa chiamavano tatanka. Proprio con il loro<br />

sistematico sterminio, avvenuto per mano dei bianchi, è<br />

122 • PleinAir 477<br />

tramontata per sempre anche la cultura dei nativi delle grandi<br />

pianure, legata a doppio filo a questi animali da cui ricavavano<br />

tutto l’occorrente per vivere: cibo, abiti, combustibile,<br />

coperture per le tende, coltelli, tamburi e perfino giocattoli<br />

per i bambini. Memorabile la scena della caccia al bisonte<br />

dei Lakota Sioux in Balla coi lupi, capolavoro di Kevin<br />

Costner girato nel 1989 proprio nella zona delle Black Hills,<br />

che vinse ben sette premi Oscar e sbancò ai botteghini dei<br />

cinema di mezzo mondo.<br />

In meno di cinquant’anni, dal 1860 all’inizio del ‘900, la<br />

popolazione dei bisonti del Nord<strong>america</strong> passò da oltre 30<br />

milioni a circa un migliaio di capi, una vera e propria ecatombe<br />

che portò la specie sull’orlo dell’estinzione. Ogni<br />

giorno centinaia di animali cadevano sotto i colpi degli<br />

Sharps, i fucili dei buffalo hunters, e montagne di pelli venivano<br />

spedite verso i mercati dell’East Coast. Personaggi<br />

come William Frederick Cody, ben più conosciuto come<br />

Buffalo Bill, divennero famosi per la loro abilità in questo<br />

massacro, al quale contribuì anche la costruzione della ferrovia<br />

transcontinentale: era necessario nutrire gli operai, e<br />

la carne di bisonte si prestava perfettamente a questo scopo.<br />

Allo stesso tempo, la caccia ai giganti della prateria di-<br />

1 Il Custer State Park è attraversato dalla Peter Norbeck Scenic<br />

Byway, un anello panoramico che permette di guidare fra gli<br />

scenari più suggestivi dello stato del Midwest. 2-3 A raccontare<br />

la cultura e la storia dei nativi <strong>america</strong>ni nelle Great Plains, il Sioux<br />

Indian Museum di Rapid City è inserito nella struttura del Journey<br />

Museum, che comprende sezioni di geologia, paleontologia e<br />

storia. 4 Nella città ai piedi delle Black Hills non mancano antichi<br />

edifici storici... di fine ‘800, oltre a statue di bronzo che raffigurano<br />

presidenti come John Quincy Adams e famigliole indiane.<br />

venne un’attività per “sportivi” danarosi, che a bordo di treni<br />

speciali abbattevano i loro facili bersagli dai finestrini delle<br />

carrozze lasciando poi che le carcasse imputridissero al<br />

sole. La strage di questi animali fu usata perfino dai soldati<br />

<strong>america</strong>ni come vera e propria tattica di guerra per ridurre<br />

alla fame i nativi: «Ogni bisonte ucciso è un indiano morto!»<br />

ricordava nel 1870 il colonnello Richard Irving Dodge.<br />

Oggi, grazie a validi sistemi di protezione e reintroduzione,<br />

la specie è salva: oltre 400.000 capi fanno parte di allevamenti<br />

privati che ne commercializzano l’ottima carne,<br />

e altri 20.000 si trovano all’interno di aree protette statunitensi<br />

e canadesi. Il South Dakota ospita attualmente la più<br />

grande mandria di bisonti allo stato brado di proprietà statale,<br />

circa 1.500 esemplari, all’interno del magnifico Custer<br />

State Park, 30.000 ettari di boschi, montagne, praterie e laghi<br />

nel territorio delle Black Hills. Il parco, poco a sud di<br />

Rapid City, fu istituito nel 1919 dal governatore Peter Norbeck<br />

(ma era una riserva già nel 1912) con l’intenzione di<br />

preservare una splendida area selvaggia per le generazioni<br />

future. Ogni anno oltre un milione e mezzo di visitatori si<br />

riversa in questo paradiso naturale da scoprire a piedi, a cavallo,<br />

in canoa o in mountain bike, alloggiando nei nume-<br />

2<br />

3<br />

rosi campeggi o in edifici storici come lo State Game Lodge,<br />

nei pressi del Peter Norbeck Visitor Center (dove si trovano<br />

cartine e informazioni su tutte le attività), che risale al<br />

1922 e fu utilizzato come sede estiva della Casa Bianca da<br />

ben due presidenti, Calvin Coolidge nel 1927 e Dwight D.<br />

Eisenhower nel 1953.<br />

Nel parco trova rifugio una ricca fauna, che comprende<br />

molte specie di uccelli, rettili (fra cui il serpente a sonagli) e<br />

mammiferi come cervi, capre di montagna, pecore Bighorn,<br />

cani della prateria (che a dispetto del nome sono graziosi<br />

roditori), antilocapre <strong>america</strong>ne e i simpatici begging burros<br />

o asini mendicanti, equini selvatici il cui nome deriva dal fatto<br />

che si avvicinano ai veicoli dei turisti sperando di ottenere<br />

qualcosa da sgranocchiare. Nella lista dei predatori figurano<br />

volpi, coyote e i rari ed elusivi puma o leoni di montagna,<br />

stimati in circa venticinque esemplari. Ma il signore<br />

indiscusso di questo territorio ed emblema stesso del parco<br />

è lui, sua maestà il bisonte (o buffalo come lo chiamano qui),<br />

oggi presente in gran numero grazie a una reintroduzione<br />

iniziata con trentasei capi nel lontano 1914. Lo si può incontrare,<br />

da solo o in branco, percorrendo le strade del parco<br />

e soprattutto la Wildlife Loop Road, un anello di 29 chilo-<br />

4<br />

PleinAir 477 • 123


metri che attraversa colline e praterie permettendo di osservare<br />

la fauna selvatica in tutta sicurezza a bordo del proprio<br />

mezzo. A tal proposito è bene ricordare che, nonostante<br />

l’apparenza pacifica, i bisonti possono rivelarsi pericolosi<br />

– arrivano a pesare anche una tonnellata e in corsa superano<br />

i 50 chilometri orari – e perciò è consigliabile rimanere<br />

sempre a debita distanza, soprattutto se si scende dall’auto<br />

o dal camper. Un’esperienza interessante è quella dei Buffalo<br />

Safari Jeep Tour, escursioni guidate di un paio d’ore su<br />

percorsi fuoristrada alla ricerca dei grandi erbivori in compagnia<br />

di un ranger prodigo di informazioni sugli animali<br />

della zona.<br />

Ma chi vuole assistere a qualcosa di veramente eccezionale<br />

deve trovarsi da queste parti alla fine di settembre,<br />

quando tutti i bisonti del parco vengono radunati con uno<br />

spettacolare roundup. L’evento viene accompagnato dall’Arts<br />

Festival, che si svolge nei due giorni precedenti di<br />

fronte al Peter Norbeck Visitor Center e prevede stand di<br />

artigianato indiano e western, musica country e danze dei<br />

nativi, nonché ottime colazioni con i tradizionali pancake.<br />

Poi arriva il giorno tanto atteso: abilissimi cowboy (e cowgirl)<br />

si destreggiano in sella ai loro cavalli, fra grida e nu-<br />

124 • PleinAir 477<br />

1<br />

2<br />

1 Uno dei momenti più duri nella vita del cowboy è il roundup<br />

dei bisonti, quando i grossi bovini vengono spinti nei recinti<br />

per il controllo e la marchiatura. 2 Il Sylvan Lake, un laghetto<br />

artificiale a quasi 1.900 metri di quota, è circondato da imponenti<br />

formazioni di granito. 3 Scavato nella montagna, il Crazy Horse<br />

Memorial è un monumento in corso d’opera: il progetto risale<br />

al 1948 e prevede che raffiguri il grande capo Cavallo Pazzo<br />

(il cui volto misura 26 metri d’altezza) in sella al suo destriero.<br />

goli di polvere, spingendo la grande mandria di bisonti a<br />

galoppare verso i corral, i recinti dove gli animali saranno<br />

controllati, vaccinati, marchiati e, in piccola parte, selezionati<br />

per la consueta vendita all’asta di novembre. L’importante<br />

raduno, patrocinato dal governatore del South Dakota,<br />

richiama ogni anno circa 15.000 persone che si godono<br />

lo spettacolo dall’alto delle colline.<br />

Per gli amanti del trekking, invece, il parco offre una vasta<br />

scelta di sentieri più o meno lunghi e impegnativi che<br />

si snodano in un paesaggio idilliaco. Il Lover’s Leap Trail,<br />

per esempio, è un bell’itinerario di quasi 5 chilometri – adatto<br />

anche ai bambini – che dai pressi dello State Game Lodge,<br />

a 1.275 metri di quota, sale tra querce e pini gialli fino<br />

a 1.435 metri, dove uno sperone roccioso regala una grandiosa<br />

veduta su monti e foreste circostanti. All’orizzonte<br />

svetta l’Harney Peak, che con i suoi 2.173 metri è il massiccio<br />

più alto del South Dakota e degli Stati Uniti a est delle<br />

Montagne Rocciose. Raggiungerne la cima non è difficile,<br />

basta seguire un percorso di una decina di chilometri fra<br />

andata e ritorno che parte dal Sylvan Lake, delizioso laghetto<br />

nella zona nord-occidentale del parco, ricco di trote e circondato<br />

da imponenti formazioni di granito. Ci si arriva con<br />

3<br />

la Needles Highway, una panoramica di circa 20 chilometri<br />

che è parte della Peter Norbeck Scenic Byway, panoramicissimo<br />

itinerario stradale tra boschi di conifere, picchi<br />

montuosi e tunnel scavati nella roccia (talvolta troppo bassi<br />

e stretti per i camper più ingombranti).<br />

Il sentiero più lungo del parco, ben 35 chilometri da coprire<br />

a piedi, a cavallo o in mountain bike, è un tratto del<br />

Centennial Trail, un itinerario di quasi 180 chilometri aperto<br />

nel 1989 per celebrare il centenario dell’annessione del<br />

South Dakota agli stati dell’Unione. Il bellissimo percorso,<br />

che attraversa per intero l’enorme Black Hills National Forest,<br />

inizia a nord nel piccolo Bear Butte State Park e termina<br />

a sud nel Wind Cave National Park, dove boschi e praterie<br />

celano un dedalo di grotte risalenti a circa 60 milioni<br />

di anni fa. Le cavità sotterranee che formano il Jewel Cave<br />

National Monument, sulla Route 16 verso ovest, sono fra<br />

le più lunghe del mondo (oltre 250 chilometri) e devono il<br />

nome alla presenza di cristalli scintillanti come gioielli.<br />

La terra degli uomini Poco a nord di Custer City, il Crazy<br />

Horse Memorial è una delle maggiori attrazioni locali<br />

e richiama ogni anno oltre un milione di turisti. Quest’ope-<br />

Stati Uniti South Dakota<br />

ra mastodontica, omaggio al grande condottiero sioux, fu<br />

iniziata nel 1948 dall’artista <strong>america</strong>no di origine polacca<br />

Korczak Ziolkowski ed è una delle sculture più grandi del<br />

mondo. O meglio, lo sarà una volta terminata, cosa che non<br />

accadrà in tempi brevi: per ora, infatti, del colossale progetto<br />

commissionato dal capo lakota Standing Bear più di sessant’anni<br />

fa è stato realizzato solo il volto di Cavallo Pazzo,<br />

che per la cronaca misura più di 26 metri d’altezza. Tutto il<br />

resto – il busto con il braccio teso verso l’orizzonte e il cavallo<br />

del capo indiano – deve ancora prendere forma dal<br />

gigantesco blocco di granito. Ziolkowski, un sognatore che<br />

s’imbarcò in quest’avventura già quarantenne e con appena<br />

174 dollari in tasca, era fermamente convinto che l’opera<br />

dovesse rimanere no-profit e libera da condizionamenti<br />

d’ogni tipo, perciò rifiutò più volte le offerte molto allettanti<br />

di milioni di dollari di sponsorizzazione da parte del governo<br />

federale. Lo scultore morì nel 1982 e da allora sua<br />

moglie Ruth e sette dei loro dieci figli portano avanti quest’impresa<br />

faraonica, finanziata unicamente con i proventi<br />

del turismo. Il memoriale dista circa un chilometro e mezzo<br />

dalla montagna scolpita e comprende un centro di orientamento<br />

con sala cinema, una struttura per le conferenze,<br />

PleinAir 477 • 125


Stati Uniti South Dakota<br />

1<br />

un bellissimo museo indiano, un negozio, un ristorante self<br />

service e la casa-studio dello scultore.<br />

Una quindicina di chilometri a nord, Hill City offre l’opportunità<br />

di un breve ma emozionante viaggio d’altri tempi:<br />

la vecchia locomotiva a vapore del <strong>1880</strong> <strong>Train</strong> sferraglia<br />

ancora tra i boschi e le colline della Black Hills National<br />

Forest fino a Keystone, lungo 16 chilometri di ferrovia costruita<br />

nel XIX secolo per collegare le miniere della zona.<br />

Siamo a due passi da una delle cartoline più famose degli<br />

States, icona del South Dakota e meta di tre milioni di<br />

visitatori all’anno: il Mount Rushmore National Memorial.<br />

E’ qui che si ammirano i volti giganteschi, alti 18 metri<br />

e scolpiti nella roccia, dei quattro presidenti simbolo della<br />

democrazia a stelle e strisce: George Washington, Thomas<br />

Jefferson, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt. Se<br />

questo è uno dei luoghi più fotografati d’America lo si deve<br />

a Gutzon Borglum, lo scultore che dedicò quattordici anni<br />

della sua vita alla realizzazione del monumento. I lavori<br />

iniziarono nel 1927 e terminarono nel 1941, pochi mesi dopo<br />

la morte dell’artista, e costarono quasi un milione di dollari<br />

dell’epoca: tutta la storia è raccontata in un interessante<br />

video di 15 minuti e ripercorsa nel bel museo annesso<br />

126 • PleinAir 477<br />

alla struttura (con entrata libera ma con parcheggio a pagamento)<br />

che include anche un centro informazioni, una libreria,<br />

uno shop e un ristoro con vista sulla montagna scolpita.<br />

Dalla Grand View Terrace, il piazzale panoramico affacciato<br />

sul sottostante anfiteatro, parte il Presidential Trail,<br />

un sentiero di 800 metri accessibile anche ai disabili che<br />

porta alla base della montagna per un tête-à-tête con i volti<br />

dei presidenti. Di sera il monumento assume un fascino<br />

particolare grazie a una suggestiva illuminazione, che nel<br />

periodo estivo è accompagnata da una toccante cerimonia<br />

con tanto di inno nazionale. Un’occasione per comprendere<br />

l’importanza del patriottismo in questo paese: trovarsi in<br />

mezzo a tanta gente di ogni razza, religione ed estrazione<br />

sociale, che canta con la mano sul cuore, è emozionante<br />

anche per chi statunitense non è.<br />

Da Hill City la Route 385 taglia verso nord alla volta di<br />

Lead, cittadina dove ha sede la più grande e longeva miniera<br />

d’oro degli Stati Uniti, operativa dal 1876 al 2002. Se<br />

ne può ancora vedere la grande area scavata nella roccia<br />

e l’Homestake Gold Mine Visitor Center ne ripercorre la<br />

storia con un video, foto d’epoca, oggetti, attrezzi originali<br />

e visite guidate.<br />

1 L’area mineraria di Lead è la più vasta degli Stati Uniti ed è<br />

stata operativa dal 1876 al 2002. 2 Le facce dei presidenti scolpite<br />

sul Mount Rushmore sono fra le immagini più note degli States:<br />

da sinistra George Washington, Thomas Jefferson, Theodore<br />

Roosevelt e Abraham Lincoln. 3 Ancora oggi l’<strong>1880</strong> <strong>Train</strong> sferraglia<br />

tra Hill City e Keystone. 4 Immerso nell’High Plain da cui mutua<br />

il nome, il Western Heritage Center di Spearfish racconta la storia,<br />

gli usi e i costumi dell’epoca dei pionieri. 5 Dick Termes nella<br />

galleria in cui espone le sue curiose creazioni artistiche.<br />

Proseguendo a sud-ovest lungo la Route 85 s’incontra<br />

lo storico caffè di Cheyenne Crossing giusto al bivio con<br />

la Route 14A, una scenic route che s’inoltra per 30 chilometri<br />

nel selvaggio Spearfish Canyon seguendo il corso del<br />

torrente omonimo fra pareti rocciose, boschi e cascate. All’incrocio<br />

con la strada forestale 222, presso il Latchstring<br />

Inn, comincia un percorso ad anello di poco più di un chilometro<br />

che porta alle Little Spearfish Falls. Nei pressi del<br />

vicino Spearfish Canyon Lodge, invece, un facile sentiero<br />

accessibile anche ai disabili risale per poco più di un chilometro<br />

e mezzo il corso del torrente fino alle belle Roughlock<br />

Falls, raggiungibili anche con il veicolo percorrendo<br />

la sterrata 222 (a disposizione parcheggio, tavoli da picnic<br />

e toilette). Poco oltre, lungo la stessa strada, una tabella<br />

ricorda che qui sono state girate le scene del campo<br />

indiano invernale in Balla coi lupi, mentre ancora più avanti<br />

s’incrocia un’altra sterrata, la 134, che sale sulla destra verso<br />

l’Iron Creek Lake, un delizioso laghetto di montagna<br />

con un campeggio in mezzo al bosco.<br />

Da qui conviene rientrare sulla Route 14A per proseguire<br />

fino alla cittadina di Spearfish: il nome si riferisce<br />

alla pesca con la fiocina, metodo usato dai nativi nei cor-<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

si d’acqua della zona. Un paio d’ore assai piacevoli si trascorrono<br />

nel D.C. Booth Historic National Fish Hatchery,<br />

un vivaio di trote nato nel 1896 per ripopolare la fauna ittica<br />

delle Black Hills: oggi attira 150.000 turisti all’anno ricostruendo<br />

la storia di questa attività con un itinerario tra<br />

edifici d’epoca, un museo e l’immancabile negozietto. Per<br />

sapere tutto sul vecchio West, invece, è d’obbligo una visita<br />

all’High Plain Western Heritage Center, un museo privato<br />

no-profit che racconta la storia dei primi insediamenti<br />

negli stati di Sud e Nord Dakota, Montana, Wyoming e<br />

Nebraska. Il centro, aperto tutto l’anno, raccoglie un’incredibile<br />

quantità di materiale, oggetti, attrezzi, immagini e<br />

documenti riguardanti la cultura dei nativi, l’arrivo dei pionieri,<br />

l’allevamento del bestiame, i cavalli, la fauna selvatica,<br />

l’attività mineraria e i trasporti, con una sezione dedicata<br />

alle vecchie diligenze.<br />

A pochi minuti di strada, seminascosta in mezzo al verde,<br />

la Termesphere Gallery è un’esposizione permanente<br />

di opere realizzate dall’artista Dick Termes. Le sue sfere<br />

dipinte e appese al soffitto, che i visitatori ammirano stupiti,<br />

sono create giocando su prospettive particolari; alcune<br />

opere sono realistiche, altre geometriche, altre ancora sur-<br />

PleinAir 477 • 127


eali, come decisamente originali sono le quattro costruzioni<br />

di legno a forma di cupola dove l’artista vive e lavora assieme<br />

alla moglie Markie.<br />

Wild Wild West A questo punto si può imboccare la<br />

Interstate 90, l’autostrada che attraversa la parte settentrionale<br />

degli Stati Uniti collegando lo stato di Washington al<br />

Massachusetts e tagliando anche il South Dakota; usciamo<br />

dopo pochi chilometri imboccando la Route 85 per Deadwood,<br />

altra cittadina sorta ai tempi della corsa all’oro nelle<br />

Black Hills e registrata come National Historic Landmark.<br />

Lungo la Main Street, che scorre tra edifici d’epoca e moderni<br />

casinò, l’Old Style Saloon Number 10 è una vera e<br />

propria icona del Vecchio West. Nel famoso locale, oggi un<br />

po’ bar e un po’ museo, sono passati fuorilegge, pistoleri,<br />

giocatori d’azzardo e avventurieri d’ogni tipo, tra cui personaggi<br />

leggendari ma realmente esistiti come Calamity Jane<br />

e Wild Bill Hickok, ucciso proprio qui nel 1876 da tale Jack<br />

McCall, che gli sparò alla schiena. In quel momento Hickok,<br />

che stava giocando a poker, aveva in mano una coppia<br />

di otto e una di assi, entrambe a fiori e picche, da allora<br />

conosciuta come “la mano del morto”. Sia lui che Cala-<br />

128 • PleinAir 477<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

1-2 Cartoline di un’America d’altri tempi: la Historic Main Street<br />

di Deadwood e il Cactus Cafe di Wall, dove la western hospitality<br />

è annunciata a caratteri cubitali sull’insegna. 3 Le statue che<br />

raffigurano la caccia al bisonte all’esterno del Tatanka Center,<br />

l’interessante museo aperto nel 2003 da Kevin Costner.<br />

4-5 Il selvaggio Badlands National Park è un’enorme area<br />

protetta popolata da numerose specie animali – tra cui<br />

il temibile serpente a sonagli – e ricca di giacimenti fossili.<br />

mity Jane (al secolo Martha Canary) sono sepolti nel vicino<br />

Mount Moriah Cemetery, assieme ad altri protagonisti della<br />

storia locale come lo sceriffo Seth Bullock e Potato Creek<br />

Johnny, un cercatore d’oro che pare avesse trovato la<br />

più grossa pepita delle Black Hills.<br />

Poco fuori città, sulla Route 85, il Tatanka Center è un<br />

imperdibile museo dedicato alla storia del bisonte e alla cultura<br />

dei Lakota. Aperto nel 2003 da Kevin Costner, comprende<br />

oggetti, fotografie, manufatti e postazioni interattive<br />

e, all’esterno, alcuni tepee e una serie di grandi sculture<br />

di bronzo raffiguranti quattordici bisonti e tre indiani a cavallo,<br />

rappresentazione di una scena di caccia in cui gli animali<br />

vengono spinti verso un precipizio. Lasciata Deadwood,<br />

una ventina di chilometri di strada panoramica portano<br />

a Sturgis, piccolo centro che tutti gli anni in agosto si riempie<br />

di migliaia di Harley Davidson in occasione dello Sturgis<br />

Motorcycle Rally & Race, uno dei più grandi raduni motociclistici<br />

d’America.<br />

Dopo aver percorso circa 130 chilometri in direzione est<br />

sulla Interstate 90 si giunge a Wall, villaggio di 800 abitanti<br />

famoso per il suo grande drugstore degli anni ’30, dove<br />

si può trovare di tutto, dall’abbigliamento western ai fossi-<br />

5<br />

li, dai gioielli agli articoli da campeggio. Il vicino Badlands<br />

National Park è l’ennesima meraviglia della grande natura<br />

<strong>america</strong>na, ma ai nativi e ai trapper franco-canadesi queste<br />

aride lande, prive d’acqua e infestate da rettili, non dovevano<br />

sembrare così accoglienti: i primi le battezzarono<br />

mako sica e gli altri mauvaises terres, espressioni che significano<br />

“terre cattive”. Il nome non è cambiato ma i visitatori<br />

di oggi rimangono affascinati da un paesaggio spettacolare,<br />

un miracolo geologico creato da milioni di anni d’erosione,<br />

fatto di calanchi e formazioni rocciose stratificate nel<br />

bel mezzo della prateria. Quest’area selvaggia, che in un<br />

tempo remoto era sommersa dal mare, è ricca di giacimenti<br />

fossili che la rendono uno dei siti più importanti del mondo<br />

per i paleontologi. Anche qui la fauna comprende mammiferi<br />

come il coyote, il cervo mulo, la pecora Bighorn, l’antilocapra,<br />

il bisonte, il cane della prateria e il raro black-footed<br />

ferret, furetto dai piedi neri, giunto anni fa sull’orlo<br />

dell’estinzione e oggi in leggera ripresa grazie al lavoro degli<br />

scienziati. Sono presenti anche numerose specie di uccelli,<br />

fra cui il rondone gola bianca e l’aquila reale, mentre<br />

fra i rettili il più noto e temibile è il serpente a sonagli, come<br />

rammentano le tabelle dislocate un po’ ovunque.<br />

Stati Uniti South Dakota<br />

Istituito nel 1978 ed esteso su quasi 1.000 chilometri quadrati,<br />

il parco comprende due centri visita, la panoramica<br />

Badlands Loop Road, che ne attraversa la parte settentrionale,<br />

e una piccola rete di sentieri di varia lunghezza concentrati<br />

perlopiù nei dintorni del Cedar Pass Lodge. La gestione<br />

dell’area, che attira ogni anno circa un milione di turisti<br />

provenienti da tutto il mondo, è condivisa fra il National<br />

Park Service e la Oglala Lakota Tribe, a cui va la metà<br />

dei proventi. La zona meno accessibile e attrezzata è quella<br />

meridionale inclusa nella Pine Ridge Indian Reservation,<br />

una grande riserva che si estende sino al confine con<br />

il Nebraska, dove vivono i discendenti di Nuvola Rossa e<br />

dove il sito del Wounded Knee Massacre ricorda una delle<br />

pagine più buie della storia nord<strong>america</strong>na. Uno sparo<br />

partito per sbaglio, pare, scatenò l’inferno in un freddo giorno<br />

di dicembre del 1890: più di duecentocinquanta Lakota<br />

inermi furono uccisi dai soldati e i cadaveri rimasero a congelare<br />

sulla neve. Fu l’atto conclusivo di un processo inesorabile<br />

che segnò la fine di una cultura e di un’epoca, per<br />

noi oggi lontana anni luce, in cui uomini fieri in groppa ai<br />

loro mustang cacciavano e veneravano il possente Tatanka,<br />

simbolo immortale di queste sconfinate praterie. ●<br />

PleinAir 477 • 129

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