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DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />
10 AGOSTO 2012 - NUMERO QUINDICI
YOU MAGAZINE<br />
10 AGOSTO 2012<br />
NUMERO QUINDICI<br />
DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />
10 AGOSTO 2012 - NUMERO QUINDICI<br />
In Copertina:<br />
“Veduta di Ugento da Località Crocefisso”<br />
di Ippazio Nutricati<br />
olio su tela 40x60 2012<br />
Redazione e Segreteria<br />
Promosalento Soc. Coop. a r.l.<br />
Taurisano (LE) - Via Casarano - Tel. 0833.621353<br />
redazione@you-magazine.it<br />
Direttore Responsabile<br />
Rocco Schiavano<br />
Direttore Editoriale<br />
Giorgio Riccardi<br />
Testi<br />
Rocco Schiavano, Giorgio Riccardi,<br />
Patrizia Fersini, Manuela Baglivo, Elisa Cazzato,<br />
Isabella Maffei, Gianluigi Capano e Zoraide Boccadamo,<br />
Marcello Ferrari, Rocco Siffreud<br />
Pubblicità<br />
Simone Colaci - 339.4119745<br />
Gianluca Guerriero - 335.1090327<br />
Impaginazione e Grafica<br />
Targetcom s.r.l.<br />
Stampa<br />
Servizi Grafici s.r.l.<br />
Iscrizione al Registro della Stampa del<br />
Tribunale di Lecce n° 1098 del 27/09/’11<br />
<strong>15</strong>.000 copie<br />
distribuite gratuitamente<br />
in 1.200 esercizi commerciali del Salento<br />
Prossima uscita agosto 2012<br />
INDEX<br />
Turisti<br />
del caso<br />
Le Grotte del Capo di Leuca<br />
Manifestazioni<br />
D’AUTORE<br />
Tiziano Manni<br />
una vita per la squadra<br />
Lo Zeus<br />
ritrovato<br />
Peccati provinciali<br />
YOU MAGAZINE<br />
230<br />
posti dove trovarci<br />
ACQUARICA Happy Birthday, Farmacia Sbarro, Sapori e Dintorni.<br />
ALESSANO Bar Portanova, San Franciscu, Pasticceria<br />
del Corso. ALEZIO Forno a legna Puce, Gelateria Lucia, Bar<br />
Stazione Camer. ALLISTE Bar Napoli, Pasticceria Maggio.<br />
ARADEO Araknos. CASARANO Caffè Cortes, Bar Marylin, Bar<br />
San Paolo, Enjoy, Geo Caffé, Gran Caffè, Le Parmente, Martinucci,<br />
Ristò Bar, Blue Cafe, Caffetteria Nord Ovest, Vizi e Sfizi.<br />
CASTRIGNANO DEL CAPO Retrò, Pasticceria Tocco di Bontà.<br />
CASTRO Bar Messapi, Speran Bar, Stazione di Servizio IP,<br />
Tabacchi. COLLEPASSO Quo Vadis. CORSANO Portici Caffè,<br />
Stazione di Servizio AGIP. CUTROFIANO Naitendì, Dolce Arte<br />
Pasticceria, Tabù, Euro Bar, Bar Commercio. FELLINE New<br />
Life Bar. GAGLIANO DEL CAPO Renna Gioielli, Hemingway<br />
Cafè. GALATINA Covo Taranta, Bar delle Rose, Caffè Basilica,<br />
Stazione di Servizio Q8, Caffè Colonna, Galleria Tartaro. GAL-<br />
LIPOLI Bar Azzurra, Bar Mediterraneo, Bellini, Fontana Greca,<br />
Gallipoli Resort, Cioccolatini Italiani, Il Canneto, La Massereria,<br />
Liquor Store, Le Vele, Martinucci, Pizza Capri, Porto Gaio,<br />
SunRise, Beach Bar, Accademia del Gusto. LIDO MARINI<br />
Martinucci, Chalet Beach. LUCUGNANO Bar Melissa. MAGLIE<br />
Martinucci, Caffè Accoto, Gran Caffè, Caffè Leopardi, Caffè<br />
Libertà, Bar il Capriccio, Caffè 2000, Tabacchi. MANCAVER-<br />
SA Bar Rialto. MARINA SERRA Jamao. MATINO Greenwood.<br />
MELISSANO Bar Carioca, Pasticceria Sette Note, Antica Salumeria,<br />
Magazzini Euro. MIGGIANO Stazione di Servizio Q8,<br />
Bar Giannelli. MONTESANO Hotel Rendez Vous, Bar Holiday.<br />
MORCIANO Bar Villa, La Dolce Vita. OTRANTO Bar il Castello,<br />
Il Ghiottone, Martinucci, Narada, Caffè Deluxe, Ristorante del<br />
Baffo, Hotel Vittoria, Tabacchi. PARABITA Before, Pasticceria<br />
L’arte Bianca, Ego Caffè. PATU’ Caffè Muvie, Bar Eden. POG-<br />
GIARDO Caffè Borghese, Caffè Portici. PRESICCE Bar Pajare,<br />
Cafè Flover, Bar Antico Borgo, Caffetteria Roma, Mille Idee.<br />
RACALE Lavanderia Ricci, Pasticceria Sacher 2, Pasticceria<br />
Murieri, Caffè Sporto, Caffè 901, Farmacia Peschiulli, Magazzini<br />
Euro. RUFFANO Bar D’Annunzio, Farmacia dei Sani, La<br />
Grotta Gelateria, Caffetteria Voglia di Dolce, Dolce Vita, Koko<br />
Pizzeria. SALVE Caffè Roma, La Tavernetta. SAN CASSIANO<br />
Dolci Fantasie. SANNICOLA Elegance Caffè. SAN GREGORIO<br />
Il Moro, Ice. SANTA CESAREA TERME, Emplò, Terme, Bar<br />
Portici. SANTA MARIA DI LEUCA Martinucci, Cafe do Mar,<br />
Bar Mobydick, Bar del Porto, PlayTime, Camping Village, Sailorman,<br />
Messapia, Ramirez. SPECCHIA Martinucci, Pasticceria<br />
da Enza, Bar Lombardo. SUPERSANO, Bar Centrale. SURANO<br />
Gulliver, Stazione di Servizio Total, Senso Unico. TAURISANO<br />
Tres Bon, Aci, Stazione di Servizio API, Caffè Italia, Micaletto<br />
Tabacchi, Le Parmente, Stazione di Servizio Q8, La Siesta, Maxima,<br />
Farmacia Verardi, Orazio Tabacchi. TAVIANO Blue Moon<br />
Pasticceria, Bar Claudio, Ferramenta Cacciatore, Stazione di<br />
Servizio Avio Lamp, Caffè 901, Caffetteria Palazzo Marchesale,<br />
Farmacia Zompì, L’Etage. TIGGIANO Bar Mai Tai, Bar Chantilly.<br />
TRICASE Ottica Salentina, Caffè Cappuccini, Caffè Dell’Abate,<br />
Bar Kollo, Bar Esplò, Bar Santa Lucia, Farmacia Petrelli, Bavaria<br />
Pub, Menamè, Dorian Caffè. TRICASE PORTO Ristorante Bella<br />
Vista, Menamè al Porto, Trattoria a Casa Mia. TUGLIE Farmacia<br />
Gabellone. UGENTO Bar Caruso, Bar Piazza Italia, L’Angolino<br />
Dolce, Magazzini Euro, Tabaccheria Alfio, Tabaccheria Cinzia<br />
Passaseo, Farmacia Salus. TORRE MOZZA Playa del Sol.<br />
TORRE PALI Bar Zaza, Green World. TORRE S. GIOVANNI<br />
Bar Ionio, Bar Donato, Martinucci, Azzurra, Caffè Teatro, Lu Pescatore,<br />
TzaTziki, Otello, Pista Salentina, Riva di Ugento, Lido<br />
Pineta. TORRE SUDA Bar La Torre. TORRE VADO Martinucci,<br />
Diving Service, Stark, Pelagus.<br />
www.duckfarm.it<br />
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Turisti del caso<br />
di Manuela BAGLIVO<br />
L’eremo di Vincent (Guagnano)<br />
Dove dormi stanotte?<br />
La scelta diventa fondamentale e le domande<br />
da porsi a se stessi ancora di più: chi sono io,<br />
dove riuscirei a dormire sonni profondi, dove<br />
ho piacere di svegliarmi e cosa mi piacerebbe<br />
vedere al risveglio. Fondamentalmente:<br />
quanto ho voglia di sbattermi? Bene una volta<br />
risposto a tutte queste domande sei pronto a<br />
decidere. Tu che ti identifichi in un carattere<br />
sofisticato, una spiccata voglia di passeggiate<br />
tra la natura, e non hai voglia di sentire il rumore<br />
della vita da vacanza, scegliarai una delle<br />
mitiche Masserie/Agriturismo che nel nostro<br />
lungo territorio sono le regine. Tu che ami la<br />
gente e devi a tutti i costi vivere in centro, fare<br />
amicizia con quelli del luogo per sentirsi parte<br />
di un tutto, affitterai senza ombra di dubbio<br />
una stanza in un B&B, magari perderai tempo<br />
nel trovare quello adatto al tuo gusto estetico,<br />
ma alla fine troverai quello giusto. Tu che hai<br />
un’animale con te in vacanza e non vuoi che<br />
qualcuno ti dica quello che devi o non devi<br />
fare, sceglierai una Casa Vacanza, che di solito<br />
è vicino al mare o nell’entroterra, ad ogni<br />
modo con del giardino e dello spazio che ti divida<br />
dal resto dell’abitato. Certo questa tipica<br />
abitazione è presa di mira anche da famiglie e<br />
da gruppi di giovani che la notte faranno delle<br />
grandi feste che si spegneranno quando l’alba<br />
annuncia un nuovo giorno, ma tu non te ne sei<br />
neppure accorto, crollato da un po’ a terra.<br />
In fondo la vacanza ha proprio questo significato:<br />
essere se stessi almeno per una settimana<br />
all’anno.
L’amore comincia a casa<br />
prima viene la famiglia, poi il tuo paese e la tua terra.<br />
L’amore e l’unità di una famiglia fa la felicità dei suoi componenti. A<br />
volte una sorte avversa rischia di disgregare questa fonte di vita ed è<br />
allora che bisogna volersi bene più forte.<br />
Carmelina non ha avuto una storia facile, orfana di padre è cresciuta<br />
grazie all’aiuto dei nonni. Il focolare domestico, il mangiare e vivere<br />
insieme, sentirsi sostenuta dei parenti nell’assecondare il desiderio<br />
dei genitori di vederla realizzata, le ha tatuato nell’anima i valori più<br />
intensi del vivere insieme, la comunione nel gruppo famigliare.<br />
Stringendo i denti alla fine ce l’ha fatta: a farsi rispettare come donna<br />
in un mondo di lupi e padroni; a conquistare credibilità e riguardo<br />
come imprenditrice nel suo supermercato; a tenere fede ai suoi valori<br />
più intimi, anche quando è più difficile, anche quando non torna<br />
con l’economia.<br />
L’ispirazione per la gestione del Dok Family nasce come una ventata<br />
d’aria di casa sua. Ogni suo avventore fa parte della sua famiglia.<br />
Non si fa sentire qualcuno “di casa” solo ricordando il suo nome,<br />
bisogna dare qualcosa in più. Allora lo staff viene ingrandito e coinvolto<br />
in iniziative sempre più a contatto con la clientela. Non è solo<br />
riempire i sacchetti alla cassa ed accompagnare le signore fino al<br />
portabagagli dell’auto, non è solo consegnare la spesa a domicilio.<br />
La famiglia si sente quando un addetto passa a prendere le signore<br />
anziane da casa e cordialmente le accompagna al supermercato.<br />
Perchè fare la spesa non è solo acquistare prodotti ma per alcuni anche<br />
solo stare insieme, fare comunità, sentirsi parte di un tessuto che<br />
vive. Piccole luci che possono diventare un faro nella cieca solitudine<br />
che a volte interessa la terza età. Fare gruppo contro l’indifferenza.<br />
Con queste premesse, “di Famiglia” diventa tutto il territorio, dunque<br />
la selezione dei fornitori avviene su area locala. “Solo così” ammette<br />
Carmelina “...si riesce ad avere la verdura fresca colta al mattino,<br />
il coltivatore fa presto ad arrivare”.<br />
Per valutare il successo della sua struttura qui non servono grafici e<br />
curve di mercato. Basta contare le cartoline e gli auguri di natale che<br />
i clienti affezionati mandano una volta tornati a casa.<br />
Info: DOK Family - Salve<br />
Via Nicola De Lecce - Tel. 0836.434049<br />
Storie di uomini, aziende, sogni.<br />
L’artigianto dei ricordi<br />
“La ceramica non ce la siamo mica inventata noi. C’era dagli egizi, i<br />
greci, i sumeri. Sopravvive ai secoli. Spesso è ciò che resta di civiltà<br />
passate... Noi non ci siamo inventati niente, cerchiamo solo di aggiungere<br />
qualcosa di nostro, come hanno fatto gli altri”.<br />
Giuseppe è uno pratico, ma mentre racconta il suo lavoro sembra un<br />
ragazzino che parla del natale. “Realizzare l’argilla costava lavoro, in<br />
terracotta si realizzavano solo oggetti necessari nella vita quotidiana.<br />
I fischietti si facevano con il materiale di scarto, del lavoro non si buttava<br />
via niente.”<br />
Grazie a dio per alcuni la tradizione è una bellezza da conservare, non<br />
un mazzo di catene per legarsi.<br />
“L’arte di Zeus” è un’avventura, nata quasi <strong>15</strong> anni fa, nata quasi per<br />
gioco nel tentativo di dare maggiore impulso all’arte di alcuni amici<br />
ceramisti. Si intravedeva appena il “grande” Salento di charter e tarante,<br />
ma la sfida era di riportare stoviglieria, complementi d’arredo,<br />
e oggettistica in terracotta sotto una luce nuova, più moderna. Dalla<br />
cultura salentina hanno ripreso e attualizzato le forme. Ogni oggetto<br />
deve avere una sua funzione, un’anima e non può essere banalmente<br />
dozzinale.<br />
Nei fischetti, nelle campanelle, in tutti i simpatici animaletti ricorrono<br />
stile e colori di un marchio che va affermandosi fuori dai confini territoriali<br />
passando dalle valigie di turisti di ogni bandiera. Anche “Massaia<br />
Salentina”, opera più recente dell’artista leccese Gabriella Epifani,<br />
è qui proposta nella sua versione originale e nella rivisitazione “Arte<br />
di Zeus”.<br />
Tutti questi oggetti hanno a che fare con la memoria. Sono testimonianza<br />
di un arte antica e radicata che non vuole passare in secondo<br />
piano. Sono ricordo per quanti, innamorati della nostro “Capo” vogliono<br />
portarne via un pezzo che abbia tutto: la terra, il lavoro, le persone.<br />
È nel ricordo che le cose prendono il loro vero posto.<br />
di Giorgio RICCARDI<br />
Info: L’Arte di Zeus<br />
Torre San Giovanni<br />
Corso Uxentum, 37<br />
Tel. 0833.937010<br />
info@artedizeus.it<br />
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Corso Uxentum<br />
Cell. 366.1959922
Al balcone della civiltà di Elisa CAZZATO<br />
A me la cartina dell’Italia piace guardarla al rovescio.<br />
Altro che Finibus Terrae, sembra di stare sulle punte di<br />
una ballerina in un equilibrio di salda instabilità. Qui<br />
le stelle oltre che in cielo sono in mare, ondeggianti,<br />
cullate dalle vele. Qui la luce ha un ritmo pi˘ serrato<br />
della musica se la emana lui, quel faro, il mio sogno<br />
da sempre. Qui tristezza e felicità sono la stessa cosa<br />
e si chiamano Poesia. Guardatela dall’alto per favore,<br />
non dall’umile bassezza dell’essere stata consegnata<br />
a un secolo. Guardatela con l’obiettivo di non collocarla<br />
nè nello spazio nè nel tempo<br />
perché ci sono cose che vengono solo sbiadite in<br />
una categoria. Lei è Bianca, il suo nome porta l’essenza<br />
antica della mediterraneità.<br />
Anche dopo decenni ti accorgi di qualcosa di diverso:<br />
ti accorgi che potrebbe essere qui e altrove, che<br />
c’è stile arabo negli archi di un palazzo, che persino<br />
un fascino dell’Oriente estremo chiama dall’architettura<br />
di una villa, che nel nome c’è sangue greco, che i<br />
Turchi sono sempre alle porte, l’Albania la regala una<br />
giornata di tramontana, la Calabria è a due passi.<br />
Che la rovina è parte della bellezza.<br />
Basta solo scegliere se farsi incantare da Adriatico o<br />
Jonio, se seguire l’abbraccio<br />
collettivo di Melisso e Arìstula. Se pensare questo balcone<br />
sulle civiltà come la fine o l’inizio di un grande<br />
Paese.<br />
Leuca<br />
de Finibus Terrae
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1<br />
Chiesa Cristo Re: realizzata in carparo è in stile romanico e gotico. L’inizio della<br />
sua costruzione risale alla fine dell’800 su progetto dell’ing. Pasquale Ruggeri di<br />
Lecce. E’ il periodo in cui furono costruite le numerose e incantevoli ville, quasi<br />
tutte su progetti dello stesso Ruggeri. Accanto alla chiesa si erge un campanile,<br />
ricostruito interamente nel 1978 dopo il crollo avvenuto nel 1960 durante la celebrazione<br />
della messa. In quell’occasione, poiché non ci furono vittime, si gridò<br />
al miracolo<br />
2 Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae: La chiesa con l’attuale struttura<br />
fortificata, fu costruita tra il 1720 ed il 1755 da monsignor Giovanni Giannelli, per<br />
resistere ai ripetuti attacchi turchi e saraceni. All’interno un’unica navata e sull’altare<br />
maggiore si può ammirare il dipinto della Madonna con Bambino di Jacopo<br />
Palma il Giovane. Arricchiscono l’interno della chiesa sei altari, ai lati della navata,<br />
un organo da poco restaurato e datato 1885 e numerosi dipinti.<br />
3 Faro: a ridosso del vecchio porticciolo, progettato dall’ingegner Achille Rossi e<br />
fu attivato nel 1866 dal Genio civile. Emette tre fasci di luce che sono visibili, in<br />
particolari condizioni meteorologiche, ad oltre 40 km.<br />
4 Colonna Romana e Scalinata Monumentale: Una scalinata di 284 gradini collega<br />
la Basilica al sottostante porto facendo da cornice all’Acquedotto Pugliese che,<br />
terminando a Leuca, sfocia in mare. La costruzione dell’opera iniziò nel 1906, e fu<br />
completata nel 1939 dopo la fine della guerra. La monumentale scalinata e la colonna<br />
romana che ne segna il termine furono inviate da Roma da Benito Mussolini.<br />
5 Torre Vecchia o dell’Omomorto: del ‘500, costruita come difesa dai Turchi e<br />
dai Pirati. Ha una base troncoconica e sopra il cordolo si sviluppa cilindrica con<br />
terrazzo dotato di merloni per la postazione delle artiglierie. Ha una peculiarità:<br />
al posto della cannoneria, alla base, si trova una porta. La denominazione Uomo<br />
Morto è dovuta ad alcune ossa umane ritrovate al suo interno.<br />
6 Porto Turistico: È posto sul litorale marittimo situato nella baia tra Punta Ristola<br />
e Punta Meliso, i suoi fondali sono profondi 3-7 metri, è illuminato e da asilo a molte<br />
barche, oltre a consentire l’imbarco e lo sbarco di persone. E’ stato attrezzato<br />
con moli galleggianti ed una banchina destinata alla pesca di 480 mt con <strong>15</strong>0 punti<br />
di attracco illuminati da faretti.<br />
Leuca è una località turistica famosa soprattutto per le ville ottocentesche, costruite<br />
secondo vari stili per la maggior parte, dagli architetti Ruggeri e Rossi.<br />
Tra le ville meglio conservate e che più caratterizzano il luogo si ricordano:<br />
Villa Arditi di Castel Vetere Villa Mellacqua<br />
Villa Arditi - Seracca<br />
Villa Licci<br />
Villa Citterio<br />
Villa Meridiana<br />
Villa Colosso<br />
Villa Ramirez<br />
Villa Daniele<br />
Villa Scipione San Giovanni<br />
Villa Episcopo<br />
Villa Tamborino Cezzi<br />
Villa Gioacchino Fuortes Villa Pia<br />
Chiesa Cristo Re<br />
Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae<br />
Faro<br />
Colonna Romana e Scalinata Monumentale<br />
Torre Vecchia o dell’Omomorto<br />
Pronto Soccorso<br />
Capitaneria di Porto<br />
Ufficio Postale<br />
Banca<br />
Porto Turistico<br />
Farmacia<br />
Società Nazionale di Salvamento<br />
Villa Arditi di Castel Vetere<br />
Villa Arditi - Seracca<br />
Villa Citterio<br />
Villa Colosso<br />
Villa Daniele<br />
Villa Episcopo<br />
1 2 3 5 20<br />
Villa Gioacchino Fuortes<br />
Villa Mellacqua<br />
Villa Licci<br />
Villa Meridiana<br />
Villa Ramirez<br />
Villa Scipione San Giovanni<br />
Villa Tamborino Cezzi<br />
Villa Pia
La costa di Santa Maria di Leuca si distingue<br />
per la sua bellezza e per la varietà del paesaggio.<br />
Nel raggio di pochi chilometri si possono<br />
incontrare scogliere alte a strapiombo<br />
sul mare e piccole spiagge di sabbia dorata<br />
intervallate da scogli.<br />
Il litorale è reso più interessante dalla<br />
presenza di numerose grotte carsiche, circa<br />
trenta, scavate nel tempo dalla furia<br />
del mare e, in alcuni casi, dalle necessità<br />
dell’uomo. Hanno nomi fantasiosi dettati dalla<br />
loro forma o dalle storielle che speleologi<br />
e pescatori hanno ritagliate loro addosso. Si<br />
possono incontrare sia sul lato Ionico che su<br />
quello adriatico ed alcune sono esplorabili<br />
dalla terra ferma scendendo a piedi. A causa<br />
della loro natura carsica, che le rende particolarmente<br />
vulnerabili agli attacchi di vandali<br />
e inquinamento, sono tutelate da precisi<br />
divieti da parte della Capitaneria di Porto e<br />
dal Ministero dell’ambiente.<br />
Il lavoro attento degli studiosi ha riportato<br />
alla luce preziosi reperti neolitici, come i<br />
resti di ossa lavorate e le ceramiche grossolane<br />
rinvenute nella grotta del diavolo; e<br />
iscrizioni greche e latine, come le incantevoli<br />
preghere dei pescatori della grotta porcinara.<br />
Alcune di queste spelonche hanno<br />
dimensioni notevoli in ampiezza e lunghezza<br />
e regalano ai visitatori splendidi scenari di<br />
acque verdi in cui si rifrange la luce del sole<br />
che penetra tra le aperture scavate dalle<br />
mareggiate, creando suggestioni uniche.<br />
In genere, per ammirarne meglio la loro bellezza<br />
e la varietà di colori che assumono le<br />
onde, è preferibile visitare le grotte situate a<br />
levante con la luce del mattino e quelle situate<br />
a ponente nel pomeriggio perché l’effetto<br />
della rifrazione dei raggi del sole è molto più<br />
intenso e suggestivo.<br />
Le Grotte del Capo<br />
GROTTA BOCCA DEL POZZO<br />
per raggiungerla oc cor re ap pro dare ad alcuni scogli<br />
e percorrere a piedi un breve sentiero. Si arriverà<br />
così ad un fiabesco specchio d’acqua cristallina<br />
e gelida che il mare ha scavato nella roccia viva.<br />
GROTTA MANNUTE<br />
un intricato complesso di cavità, tutte in ter co municanti<br />
e particolarmente sug ge sti ve, ca rat te rizzato<br />
da grandi aperture cir colari che si schiu dono<br />
a mez za quota.<br />
GROTTA VORA<br />
l’enor me caverna ri cor da l’in ter no di una gran diosa<br />
cat te dra le. Un gran de fo ro cir co la re, po sto a 60<br />
me tri sul la volta, per met te al so le di co lo rar ne le<br />
pa re ti con stu pen di gio chi di lu ce.<br />
GROTTA OR TO CU PO<br />
ec co un luo go ve ra men te ide ale per tra scor re re<br />
una gior na ta di ma re, ri po san do si sul la ri va si lenzio<br />
sa o im mer gen do si al la sco per ta dei me ra vi gliosi<br />
fon da li del la Grot ta del Sof fio.<br />
GROTTA TER RA DI CO<br />
vie ne chia ma ta “tenda de gli indiani” per l’in so li ta<br />
for ma trian go la re che ri cor da una ten da. Stret te<br />
e pro fon de in se na tu re of fro no al vi si ta to re scor ci<br />
ve ra men te spet ta co la ri.<br />
GROTTA CAZZAFRI<br />
si apre sul la pun ta Me li so, sotto il pro mon to rio. É<br />
for ma ta da due cavità pro fon de circa 30 metri, che<br />
si uniscono nel fondo, ove si trova un poggiolo sul<br />
quale si può ap pro dare. Pre sen ta belle co lo ra zioni<br />
ver do gno le, specie al tra mon to.<br />
GROTTA PORCINARA<br />
un centinaio di metri prima della punta Ristola,<br />
c’é la grotta Porcinara o Por ti na ra, chiamata così<br />
forse in riferimento alle grandi porte di accesso o<br />
perché vicina al porto. Si accede da terra percorrendo<br />
la li to ra nea verso ponente. Pre sen ta diverse<br />
iscrizioni greche e latine, nu me rosi croci scolpite<br />
del periodo pa le o cri stia no.<br />
GROTTA DEL FIUME<br />
o Sparascenti (vi blocca un ri ga gno lo d’acqua dolce,<br />
te sti mo ne d’una cessata attività idri ca carsica),<br />
larga una ventina di metri e pro fon da trenta, vi si<br />
entra in barca solo quando il mare é calmo.<br />
GROTTA DELLE 3 POR TE<br />
con tre im bocchi che al l’in ter no si uni sco no in una<br />
sola cavità: é una delle più visitate per gli stupendi<br />
effetti lu mi nosi.<br />
GROTTA DEL DIAVOLO<br />
vi si accede at tra verso un gros so buco che si apre<br />
sul dor so della pun ta Ri stola. E’ in gran parte inter<br />
rata, pro fon da 30 me tri e al ta <strong>15</strong>. Vi si trova una<br />
brec cia os si fe ra (re sti di fau na fos si le qua ter na ria<br />
a cli ma cal do) con ossa spac ca te in ten zio nal mente;<br />
nei li velli su pe rio ri dei de po si ti di riem pi men to<br />
so no af fio ra ti ma nu fat ti ne o li ti ci (os sa la vo ra te, cuspi<br />
di di sel ce, ce ra mi che gros so la ne ecc.).<br />
GROTTA DEL MO RIG GIO<br />
si apre co me una vo ra gi ne ai pie di del la ca sca ta<br />
mo nu men ta le. E’ co no sciu ta mag gior men te co me<br />
Grot ta degli In na mo ra ti. Vi si ac ce de dal ma re nuotan<br />
do sott’ac qua. Il Tas sel li la chia ma del Mo ri go<br />
per ché se con do la tra di zio ne ivi si na sco se ro i mo ri<br />
per at tac ca re e di strug ge re Leu ca.<br />
GROTTA DEI GI GAN TI<br />
in cui si en tra senza bar ca: in es sa si rin ven ne ro<br />
re sti del pa le o li ti co.<br />
GROTTA DEL DRA GO<br />
con im boc ca tu ra lar ga 30 - 40 me tri, pro fon da una<br />
cin quan ti na; al l’in gres so, in alto a si ni stra, c’é uno<br />
scoglio la cui for ma ri cor da la testa di un dra go; al<br />
centro della cavità c’é un gran de scoglio sor mon tato<br />
da una sta lag mite e si può ap pro da re in diversi<br />
pun ti.<br />
GROTTA DELLA STAL LA<br />
in realtà con que sto nome si co no scono due grotte<br />
adiacenti l’una all’altra; la più in te res sante é larga<br />
circa 25 metri e lunga 40 e pre sen ta tre stalagmiti<br />
al cen tro e belle colorazioni.
Il Ferragosto è una delle festività popolari<br />
più attese e qui a Leuca è una “festa nella festa”<br />
ormai consolidata nel palinsesto estivo<br />
e parte integrante del territorio.<br />
Il sacro è ancora l’aspetto predominante,<br />
considerato che i fedeli salentini sentono<br />
particolarmente forte l’influenza della Madonna<br />
Assunta ed il suo culto si perde nella<br />
notte dei tempi. La spiritualità è forte ma il<br />
vero spirito popolare si avverte al culmine<br />
dei festeggiamenti quando, in onore della<br />
Vergine, entrano in scena i fuochi pirotecnici<br />
sul mare. Il cielo di Leuca si illumina di colori<br />
mentre all’orizzonte i due mari si incrociano<br />
all’estrema punta d’Italia. Lo spettacolo è<br />
strabiliante, ecco spiegato perché sin dal primo<br />
pomeriggio, i cittadini del luogo, i visitatori<br />
di passaggio o i turisti stanziali, cominciano<br />
a scegliere il posto migliore per godersi<br />
la serata. Al momento dello start ufficiale<br />
scatta una vera e propria caccia al miglior<br />
posto per focalizzare da vicino l’ebbrezza del<br />
“boom” o lasciarsi accarezzare dal rilucente<br />
effetto dei colori. I posti più ambiti sono quelli<br />
più in alto, ossia Punta Ristola e Punta Meliso.<br />
Tuttavia, a detta dei più esperti, il posto<br />
migliore sembra essere il lungomare.<br />
La cornice naturale dell’acqua, amplifica lo<br />
splendore e la spettacolarità dei fuochi.<br />
Le fontane zampillanti, le candele romane, le<br />
evoluzioni colorate, le peonie ad effetto salice,<br />
le cascate del Niagara, i colpi a ventaglio:<br />
sono solo alcuni dei giochi di colore che i maestri<br />
pirici innescano e lanciano in cielo.<br />
Il coinvolgimento degli spettatori è totale, i<br />
più piccoli, poi, vivono momenti unici e indimenticabili.<br />
Innumerevoli sono i guizzi dei<br />
flash tra la folla, ognuno vuole conservare<br />
l’attimo di una splendida notte d’agosto.<br />
Fuochi d ’arte Il Faro<br />
nel cielo<br />
A pochi metri dalla spaziosa e accogliente piazza della<br />
Basilica, l’attenzione del visitatore non può che essere<br />
carpita dalla maestosità del FARO. L’impatto è notevole,<br />
d’altra parte in gergo tecnico è classificato di prima<br />
classe. Progettato nel 1864 per sostituire una torre anticorsara<br />
del sedicesimo secolo voluta da Filippo II su<br />
punta Meliso, ovvero il punto di separazione tra la costa<br />
adriatica (ad est) e quella ionica (ad ovest). Il monumentale<br />
Faro, che si accese per la prima volta la sera del<br />
6 settembre 1866, si erge fino a 47 metri dal suolo e a 102<br />
metri dal livello del mare, mentre percorrendo all’interno<br />
una scala a chiocciola di 254 gradini c’è la possibilità<br />
di raggiungere il terrazzo circolare, dove è possibile<br />
godersi a pieno lo splendido panorama leucano. La<br />
lanterna ha un diametro di ben 3 metri e poggia su una<br />
torre ottagonale dotata di 16 lenti, che proiettano fasci<br />
di luce bianca, visibili fino a 50 km di distanza e fasci<br />
di luce rossa che segnalano ai naviganti le pericolose<br />
secche del mare di Ugento. Va detto che la lanterna originale<br />
venne costruita a Parigi e sostituita diverse volte<br />
(nel 1941 e nel 1954) insieme all’apparato rotatorio. Nel<br />
1937 la sua alimentazione passò dal petrolio all’energia<br />
elettrica, mentre a partire dal 1940 il radiofaro ha fornito<br />
anche un servizio internazionale emanando con atmosfera<br />
chiara un segnale ogni 4 ore e con tempo nebbioso<br />
ogni 4 minuti. All’interno della struttura ci sono 4<br />
alloggi di cui 3 sono utilizzati dai fanalisti ed uno è adibito<br />
a camera di ispezione, sala motori e sala radiofaro.<br />
Ora si dice che i fari non siano più necessari, perché sofisticate<br />
attrezzature elettroniche e satellitari possono<br />
guidare le navi nel buio più assolto. Tuttavia il faro continua<br />
ad essere una presenza rassicurante, un amico<br />
del navigante, è un guardiano della notte.
Un viaggio per marine di Elisa CAZZATO<br />
Nella clessidra i granelli di sabbia hanno sempre simboleggiato<br />
uno scorrere verticale del tempo, ma mi<br />
colpisce il loro sbriciolamento composto da cogliere<br />
con animo di viaggiatore, anche se si appartiene a<br />
questa terra e il viaggio non consiste in più di venti<br />
minuti di auto.<br />
Il tempo dei granelli di sabbia.<br />
E’ un tempo molto lento se la prospettiva che si intende<br />
è quella del litorale orizzontale: potrebbe invitare<br />
al silenzio, fuori dagli orari di piena canicola,<br />
ombrelloni e creme autoabbronzanti. Questi lidi al tramonto<br />
nella loro semplicità parzialmente urbanizzata<br />
propongono l’idea del limite di Occidente, di lontananza<br />
dall’altrove e di isolamento compiuto da una<br />
conoscenza dall’alto del mondo.<br />
Una sensazione di abbandono mi pervade, soprattutto<br />
se una torre costiera continua a fissarmi con l’aria<br />
di superiorità di chi ha visto albe e tramonti di civiltà,<br />
di chi ha avuto l’onere della difesa dello spazio ed è<br />
passato a difendersi dal tempo, dallo sgretolamento<br />
costante e guarda con sorrisetto ironico noi che ci<br />
sentiamo da sempre ma abbiamo uno scorcio limitato<br />
della diacronia di pensiero che ha mutato gli orli del<br />
mare. Poi riemergono tra i pensieri dagli abissi della<br />
storia un fulmine e una colomba. C’è ancora uno Zeus<br />
stilita che sconfigge ogni clessidra.<br />
Ugento<br />
e le sue spiagge
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Lo Zeus ritrovato<br />
di Elisa CAZZATO<br />
Quando 6 secoli prima di Cristo fu scolpito, probabilmente<br />
lo Zeus non pensava che sarebbe finito sotto terra per essere<br />
ritrovato durante degli scavi edilizi solo nel lontano<br />
1961. Cose che capitano, sopratutto se sei uno dei capolavori<br />
dell’arte magno greca e i tuoi piedi e la mano sinistra<br />
vengono gettati brutalmente nella terra di scarico.<br />
Poi c’è sempre qualche medico della cultura che cerca di<br />
recuperare le amputazioni che l’incuranza o l’ignoranza o<br />
il disinteresse eseguono sulla storia.<br />
Ed eccolo lui, coronato di alloro e rosette, in soli 74 centimentri<br />
di altezza raccoglie l’armonia, la bellezza, lo splendore<br />
di una grande arte.<br />
Fulmine nella mano destra, aquila nella sinistra, è fiero e<br />
sicuro di sè. Bello da ogni angolo, di certo non ha alcuna<br />
intenzione di farsi sconfiggere dal tempo.<br />
Dopo i viaggi per il restauro, si fa ammirare nel Museo Archeologico<br />
Nazionale di Taranto nella Sala degli Ori.<br />
Perché la materia sposata all’arte può compiere viaggi ancora<br />
più vertiginosi del pensiero, può scavalcare i secoli e i<br />
millenni e farsi ritrovare per essere salvata e per salvarci.<br />
Ugento frammenti di memoria<br />
Nel 280 a.C. il re degli epiroti passò con la sua flotta lungo la costa ionica del Salento<br />
per raggiungere e prestare aiuto agli amici tarantini contro Roma, ma l’imbarcazione<br />
andò a distruggersi contro alcuni scogli al largo della costa. Si trattava delle famose<br />
Secche di Ugento che sono tutt’ora segnalate nelle carte nautiche per la loro pericolosità.<br />
Nel suo interno invece fu un centro messapico molto importante. L’antica acropoli<br />
è occupata dal nucleo storico della città, dove sorgeva una chiesa gotica. Al suo posto<br />
oggi, troviamo la Cattedrale, accanto a cui si innalza la Torre Campanaria. In posizione<br />
strategica, a dominare la pianura circostante, c’è il Castello risalente al X secolo. Ugento<br />
è conosciuta anche per le bellezze delle sue marine e delle sue spiagge incontaminate:<br />
Torre San Giovanni, importante stazione balneare a 6 km dalla città. In questa zona si<br />
trova l’isola delle Pazze dove è stato scoperto un insediamento preistorico dell’età del<br />
bronzo. Torre Mozza che prende il nome dall’omonima torre eretta per ordine di Re<br />
Carlo V nel XVI secolo e Lido Marini, località esclusivamente turistica, caratterizzata<br />
da spiagge sabbiose e bassi fondali.<br />
di Manuela BAGLIVO
Il culto sacro della Madonna dell’Aiuto<br />
Uno dei momenti più attesi dell’estate di Torre San Giovanni,<br />
leggi anche Marina di Ugento, è quello dei festeggiamenti<br />
in onore della Madonna dell’Aiuto, che quest’anno è programmato<br />
per i giorni 11 e 12 agosto. Il culto della Madonna<br />
dell’Aiuto parte da molto lontano e anno dopo anno si è sempre<br />
più consolidato, riuscendo peraltro a mantenere intatto<br />
il risvolto sacro dell’evento, predominante sull’aspetto più<br />
tipicamente civile, che spesso prende il sopravvento.<br />
La festa vive di luce propria, è un culto particolarmente caro<br />
ai pescatori e ai naviganti della zona, che andando per mare<br />
necessariamente si raccomandano alla Santa Vergine, affinché<br />
li protegga dalle insidie e dai pericoli del mare. L’itinerario<br />
della festa rende al meglio l’idea della sacralità, perché la<br />
statua della Madonna viene condotta in corteo dalla Chiesa<br />
“Questo mare è pieno di voci,<br />
sotto questo cielo è pieno di visioni”<br />
G. Pascoli<br />
di Rocco Schiavano<br />
sino giù al porto, dove viene imbarcata su una grande paranza,<br />
addobbata a fiori e palme per l’occasione, e da lì si dà<br />
il via alla seguitissima processione sul mare. La Vergine a<br />
guidare la lunghissima e interminabile scia di imbarcazioni,<br />
di ogni tipo e di ogni forma, a seguire un percorso guidato<br />
che giunge sino alle altre marine ricadenti nella giurisdizione<br />
ugentina per poi fare ritorno al porto. L’evento è avvolto<br />
da una particolare intensità emotiva, a testimonianza del<br />
fatto che il culto della Madonna rappresenta per il Salento<br />
un punto di riferimento imprescindibile per chi ha fatto<br />
della fede e della devozione una vera e propria scelta di vita.<br />
Lo spettacolo conclusivo è quello dei fuochi d’artificio, che<br />
attraggono la curiosità dei visitatori e incantano gli occhi dei<br />
più piccoli.<br />
Alfiere a scacchi<br />
La Torre del Faro domina il porticciolo. E’<br />
un luogo carico di storia e di tradizioni, perché<br />
no, anche di misteri e racconti, vissuti nel<br />
flusso del tempo, che riecheggiano storie vere<br />
e leggende di mare. E’ un posto che ha visto il<br />
passaggio di antichi popoli e che, oggi, ha un<br />
importante ruolo per la pesca e per il turismo.<br />
L’antica torre fu edificata per volere dell’imperatore<br />
Carlo V, detto “il saggio”, che la volle<br />
per difendere la località dagli attacchi dei Saraceni.<br />
In molti posti della penisola salentina<br />
sono presenti simili strutture, vere e proprie<br />
roccaforti, che costituivano un sistema efficace<br />
per prevenire gli attacchi del nemico. Nel<br />
tempo la struttura si è modificata ed oggi, appunto,<br />
è sede del Faro, uno dei più importanti<br />
dell’intera costa ionica. Una sorta di avamposto,<br />
installato per allertare i naviganti che, altrimenti,<br />
potrebbero correre il serio rischio di<br />
incagliarsi nelle secche di Ugento (nelle quali,<br />
come narra la leggenda, si incagliò la nave di<br />
Pirro). Proprio per essere visibile a distanze<br />
molto lunghe, la Torre è stata decorata con<br />
una scacchiera bianca e nera, che le conferisce<br />
un aspetto unico e caratteristico, mentre nel<br />
suo interno è custodita l’immagine affrescata<br />
di San Giovanni, dalla quale prende il nome.<br />
TORRE SAN GIOVANNI<br />
Marina di Ugento - S.P. 91<br />
Tel.0833.931311<br />
www.pistasalentina.it
Addì, 4 luglio <strong>15</strong>47<br />
Sabato mattina una manica di 400 turchi sbarcati da<br />
22 galee su l’acque di Ugento innanzi l’isola dei pazzi<br />
arrivarono alla Torre a tempo che li massari mungevano<br />
le pecore, s’impatronirono della porta e la gente si<br />
pose a fuggire sopra la Torre, e quando uno vellano<br />
tirava le porte, un turco li tirò una archibuggiada da<br />
una taula che dal ponte era rotta e lo buttò in terra<br />
per il chè, il ponte si abbassò e li turchi presero con<br />
la Torre tutta la gente che furono tra donne e figliole<br />
un nove, e si caricarono delle robbe che si trovava e<br />
andarosene a mare senza che li cavallari né torrieri<br />
l’avessero avvisto di niente.”<br />
Torre Mammalia situata in Torre San Giovanni è oggi sede di un rinomato B&B<br />
Info: 334.5897433 www.torremammalia.com<br />
Nessuno mi avrà<br />
MISTERI<br />
E LEGGENDE<br />
LA TERRA CHE RACCONTA<br />
di Gianluigi e Zoraide<br />
...sono trascorsi cinque secoli, ma è come se l’aria avesse<br />
conservato l’odore di lotte, intrighi, veleni e amori della<br />
storia affascinante e drammatica del Principe di Trebisonda,<br />
il quale scelse a dimora codesta Torre perché la più alta, la<br />
più vicina al mare e alla dolce fanciulla che gli costò la vita.<br />
Al primo assalto verso Torre Mammalia, si narra, il principe<br />
notò una giovinetta dall’incomparabile bellezza, che chiome al<br />
vento, dall’alto della rocca, si distingueva col dar manforte ai<br />
difensori.<br />
Il Principe ne rimase affascinato così tanto da impartire<br />
immediati ordini ai suoi di desistere dall’assalto. Ritornò al suo<br />
campo e la calma tornò nella contrada, ma non nel suo cuore.<br />
Egli l’amava e consapevole di un impossibile connubio, aveva<br />
congiurato rapirla ad ogni costo.<br />
In quella notte di luna, infatti, sperando di poter penetrare di<br />
sorpresa nel recinto della Torre, vi s’incamminò frettoloso,<br />
avanzò incontro alla Torre nemica per cercare il di colei<br />
sguardo.<br />
Ma amore e imprudenza l’avevano perduto.<br />
Fu catturato, e una morte orribile fu lui decretata; di essere<br />
arso vivo nel forno.<br />
Intanto la giovinetta mirandolo da vicino, ne fu così colpita che<br />
restò pietrificata dall’orribile verdetto, così che di li a poco<br />
gridò : “ Nessuno mi avrà!” e in mezzo al raccapriccio generale,<br />
un corpo cadde dall’alto della Torre, schiantandosi al suolo,<br />
quasi ai piedi dell’uomo amato.<br />
25 anni<br />
di dolci momenti<br />
Taurisano<br />
Via Dispersi in Russia, 5<br />
Tel. 0833.62<strong>15</strong>33
MEMORIAL<br />
XXV EDIZIONE<br />
Molte sono le novità in programma intese<br />
a rendere più spettacolare il XXV “Memorial<br />
Tiziano Manni”, che si volgerà il<br />
18 e 19 agosto nell’incantevole spiaggia<br />
del “Villaggio Poseidone” di Torre San<br />
Giovanni.<br />
La prima riguarda la collaborazione tecnica<br />
tra la neo costituita associazione<br />
“Falchi Ugento Beach”, organizzatrice<br />
dell’evento, e l’associazione “Beachvolley<br />
365”, che ha consentito l’inserimento<br />
del torneo nel circuito open nazionale.<br />
Per tale motivo, saranno allestiti tre<br />
campi da gioco in grado di ospitare ben<br />
24 coppie provenienti da tutta Italia La<br />
seconda riguarda l’allestimento di un’area<br />
beach riservata alla distribuzione di<br />
gadget e oggetti promozionali, organizzata<br />
dalla “Beach Volley 365”.<br />
La terza novità è data dalla partecipazione<br />
assicurata di tanti campioni del<br />
volley indoor, tra cui gli ugentini Mirko<br />
Corsano, campione del mondo; Massimo<br />
Colaci, libero dell’Itas Trentino (A/1),<br />
Marco Rizzo, libero del Molfetta (A/2);<br />
oltre che dei salentini Gianluca Durante<br />
e Gianluca Nuzzo. Ospite dell’evento, infine,<br />
la bella Valeria Caracuta, madrina<br />
della manifestazione e campionessa d’Italia,<br />
sia nel volley indoor, sia nel beach.<br />
Insomma, anche per quest’anno Ugento<br />
diventa, nei giorni del Memorial, capitale<br />
nazionale del beach volley, capace di<br />
offrire ancora un momento di grande<br />
emozione e spettacolo, all’insegna del<br />
sano divertimento e, soprattutto, dell’indelebile<br />
ricordo del caro Tiziano Manni.<br />
Valeria Caracuta (Madrina dell’Evento)<br />
Manifestazioni<br />
D’AUTORE<br />
di Maurizo AMANTE<br />
Tiziano Manni<br />
una vita per la squadra<br />
Tiziano più di ogni altra cosa amava la pallavolo. Classe ’76, Ugentino purosangue, si è distinto in questo sport<br />
per le sue eccellenti doti tecniche che lo hanno portato nella rosa della formazione maggiore dei Falchi, all’epoca<br />
militante nel campionato nazionale di serie di A/2. Un ragazzo di passione e talento che è riuscito nonostante un’infanzia<br />
ombrata a distinguersi per le sue straordinarie qualità umane.<br />
Il “Memorial Tiziano Manni”, torneo di beach volley maschile organizzato nella formula classica del 2x2, nasce<br />
nell’agosto 1988 in Ugento, con la finalità di mantenere vivo, nel cuore di tutti gli appassionati del volley, il ricordo<br />
del talentuoso pallavolista prematuramente scomparso nell‘87, all’età di 21 anni.<br />
Non c’è dubbio che. Il contesto ugentino, con le sue gloriose tradizioni pallavolistiche e la straordinaria bellezza<br />
del litorale marino, ha contribuito non poco all’enorme successo dell’evento, rivelandosi luogo ideale per immortalare<br />
nel tempo il vincolo affettivo tra Tiziano e la pallavolo: un legame sportivo inteso e vissuto sempre come<br />
condivisione di valori umani e formativi di cui la realtà ugentina ne è stata sempre interprete.<br />
Un mix di contenuti (tradizione pallavolistica, località caraibica, valori etici), quindi, in grado di esercitare un<br />
fascino irresistibile sui migliori atleti in circolazione del beach nazionale ed internazionale, rendendo il torneo un<br />
appuntamento tra i più prestigiosi ed attesi del calendario estivo e trasformando Ugento nella capitale del beach<br />
mondiale durante il breve periodo di svolgimento della manifestazione.
a cura del Centro di Formazione Subacquea Diving Service<br />
Il cargo<br />
della rinascita<br />
di Marcello FERRARI<br />
26 giugno 2007, porto di Ortona (Chieti). Il Tevfik Kaptan I, battente bandiera<br />
turca, molla gli ormeggi e fa rotta per l’Algeria con un carico di circa<br />
mille tonnellate di filo di ferro avvolto in bobine. Giunto davanti alle coste<br />
salentine, all’altezza di Torre Vado, il cargo, lungo ottanta metri, viene colto<br />
da un temporale. Il mare è molto mosso, il carico si sposta e fa sbandare pericolosamente<br />
la nave di circa quaranta gradi sul fianco sinistro. Sono le quattro<br />
del pomeriggio del 28 giugno quando il Tevfik Kaptan I, a un miglio dalla<br />
costa, s’inclina ulteriormente e inizia a imbarcare acqua. I sei uomini dell’equipaggio<br />
sono tratti in salvo e alle ventuno e trenta il mercantile affonda e<br />
si appoggia sul fondo, a soli venti metri, in assetto di navigazione. Immediatamente<br />
vengono attivate le procedure di emergenza per evitare un disastro<br />
ecologico causato dallo sversamento in mare degli idrocarburi contenuti nei<br />
serbatoi della nave. Carburante e olio lubrificante ed esausto vengono aspirati<br />
dal relitto, e vengono recuperate taniche di vernice e di diluente e le batterie.<br />
Infine, viene reciso l’albero che, arrivando a soli ottanta centimetri dalla superficie,<br />
costituisce un pericolo per la navigazione.<br />
Il 6 luglio 2007, il relitto è pronto per rinascere a nuova vita, ma a questo<br />
punto inizia il vero calvario: una lunga battaglia legale contro chi vuole rimuoverlo<br />
dal fondale. Alla fine, hanno la meglio coloro che lo vogliono preservare<br />
sul fondo del mare e il Tevfik Kaptan I si trasforma ufficialmente in<br />
un reef artificiale di ripopolamento, molto utile in un tratto costiero piuttosto<br />
povero di pesci, data la tipologia del fondale, formato da grotto basso, intervallato<br />
da piccole chiazze di sabbia. Oggi, il relitto, concrezionato e ricco di<br />
vita, è la palestra ideale per molti sub e una risorsa importante per le strutture<br />
alberghiere e ricreative legate alla subacquea.<br />
Tevfik Kaptan I<br />
Alla guida del relitto<br />
di Isabella MAFFEI<br />
Finalmente è giunto il momento di tuffarci. L’acqua è calma, cristallina, dalla superficie s’intravedono<br />
l’albero segato, a cui è legata la cima di ormeggio, e le gru di carico. In un attimo siamo<br />
sopra il castello di poppa e iniziamo la visita dalla cabina di comando, il cui tetto si trova a sette<br />
- otto metri di profondità. A circa dieci metri entriamo nella plancia di comando, tutti i passaggi<br />
sono sgombri, la strumentazione di bordo è ancora al suo posto, solo la ruota del timone non c’è<br />
più. Guardando fuori dalla finestratura, si ha la sensazione di essere alla guida della nave. Scale<br />
completamente concrezionate di organismi sessili conducono alle cabine dell’equipaggio e alla<br />
mensa. In alcuni angoli bui trovano rifugio pesci che schivano la luce, ma è prevalente la presenza<br />
degli scorfani. Una piccola cernia dorata si ritrae e scappa via.
La triglia non mangia chi la prende<br />
• Il protagonista<br />
proverbio calabrese<br />
La Triglia vive su fondali rocciosi ed occasionalmente su fondi sabbiosi e fangosi, a<br />
copertura vegetale, dalla riva fino a 100 m di profondità.<br />
• Proprietà<br />
Pesce semigrasso e discretamente digeribile. Il valore nutrizionale è alto come in tutti i pesci per l’elevato apporto<br />
proteico, vitaminico e di minerali, primi fra tutti fosforo e ferro.<br />
• Come si pesca<br />
La triglia è oggetto di pesca professionale con reti da traino e attrezzi fissi.<br />
• Quando si pesca<br />
Il periodo più appropriato va da luglio a settembre.<br />
• Per non confonderci<br />
Le triglie presenti nei nostri mari (Triglia di scoglio e di fango) possono essere confuse ed i caratteri che ne permettono<br />
la distinzione sono in particolare la presenza di bande scure sulla pinna dorsale anteriore e di due sole<br />
squame sulle guance.<br />
• Curiosità<br />
La Triglia ha carni pregiate molto apprezzate dai consumatori del Sud ed era<br />
già conosciuta nell’antichità dai Greci e dai Romani.<br />
La Triglia (Mullus Surmuletus) è un<br />
pesce di piccola taglia con corpo moderatamente<br />
compresso. La bocca è<br />
piccola e protrattile, dalla cui estremità<br />
partono due appendici (barbigli),<br />
utilizzate per la ricerca del cibo<br />
sul fondo e che in riposo possono<br />
essere nascoste in un solco sotto la<br />
mandibola.<br />
La colorazione è generalmente bruna<br />
o rossastra sul dorso, rosa o aranciata<br />
lungo i fianchi con tre o quattro ban-<br />
Difficoltà: media<br />
Preparazione<br />
25 min.<br />
Ingredienti<br />
marimangiando<br />
La Cucina d’aMare<br />
Triglie al pomodoro<br />
con capperi e olive<br />
600 g di triglie pulite pomodori,<br />
400 g di pomodori maturi, capperi<br />
sottaceto, 2 cucchiai di capperi,<br />
2 cucchiai di olive nere denocciolate,<br />
1 cucchiaio di prezzemolo tritato,<br />
la scorza di mezzo limone non trattato<br />
tagliata a filetti, 4 cucchiai d’olio<br />
d’oliva pugliese, sale e pepe q.b.<br />
di Manuela BAGLIVO<br />
de longitudinali giallo dorato e biancastra<br />
con possibili tonalità di rosa<br />
sul ventre. La pinna dorsale anteriore<br />
è caratterizzata dalla presenza di fasce<br />
trasversali scure. La Triglia di fango<br />
raggiunge una lunghezza di 20-25<br />
cm. La triglia è la regina dei pesci qui<br />
da noi, anche perché è quello che viene<br />
pescato di preferenza ad agosto,<br />
ed è quindi il più comune fra quelli<br />
cucinati per i visitatori che passano le<br />
vacanza in Salento.<br />
Preparazione<br />
Sbucciate e private dei semi i pomodori,<br />
poi passateli al passaverdura e raccogliete<br />
il passato in una padella; aggiungete<br />
l’olio, i capperi, le olive tritate grossolanamente,<br />
salate e pepate. Mettete il recipiente<br />
sul fuoco e fate cuocere il sugo<br />
per 10/<strong>15</strong> minuti. Unite quindi le triglie<br />
al condimento e fatele cuocere per 2 minuti<br />
per lato, rigirandole delicatamente<br />
con una paletta, facendo attenzione che<br />
non si rompano. Regolate di sale e completate<br />
con i filetti di scorza di limone e<br />
il prezzemolo tritato. Togliete dal fuoco e<br />
servite subito.<br />
Trattoria - Pizzeria<br />
Pesce fresco - Cucina tipica<br />
CAPILUNGO<br />
Marina di Alliste - Lit. Gallipoli - Leuca<br />
Cell. 347 232<strong>15</strong>43
Amicizia<br />
[a-mi-cì-zia] s.f. (pl. -zie)<br />
Reciproco affetto tra due o più<br />
persone, generato da affinità<br />
spirituali e da stima.<br />
L’amicizia, è fondamentale nella<br />
nostra vita. Ci mantiene vivi e<br />
orgogliosi perchè qualsiasi cosa<br />
accada, anche con tanti km di<br />
distanza, il tuo amico non cambia<br />
opinione su di te e continua<br />
ad amarti anche se sono mesi<br />
o in alcuni casi degli anni, che<br />
non vi incontrate. Ma il ricordo<br />
delle vostre avventure ormai è<br />
collegato telepaticamente tra di<br />
voi, e quando le cose si mettono<br />
male l’amico c’è: si fa sentire o<br />
prende l’aereo per abbracciarti.<br />
Nel caso in cui i tuoi amici vivono<br />
tutti nella tua stessa città, sei<br />
una persona davvero fortunata!<br />
Tradire questo tipo di amicizia<br />
è un reato, perchè a differenza<br />
di un rapporto di coppia, l’amore<br />
tra due amici dura davvero<br />
una vita e pretende poco in<br />
cambio.<br />
Peccati provinciali<br />
di Manuela BAGLIVO<br />
Cronaca sentimentale<br />
Con i social network riusciamo ad avere più di mille amici e<br />
accettare o meno una persona tra i vari contatti che abbiamo,<br />
avviene guardando una semplice foto, o un gusto musicale. Poi<br />
niente di più, ci si continua ininterrottamente a cliccare Mi<br />
Piace su questo o quell’altro Post, e il tempo passa e di mille<br />
persone ne conosci davvero tre! Di queste tre, due sono lontane<br />
da te e una è occupata a superarti con il numero delle amicizie<br />
in facebook. Quando si dice che la vita va vissuta sul campo, si<br />
urla verità. Internet dovrebbe solo aiutarci a sentirci più uniti<br />
ai nostri amici che vivono distanti da noi, chi abita nel tuo stesso<br />
quartiere non dovrebbe utilizzare questo mezzo di comunicazione,<br />
sarebbe più costruttivo uscire di casa e incontrarsi di<br />
persona. Invece l’amica che esce con me stasera, l’ho incontrata<br />
per strada e mi ha solo detto ciao, dopo pochi secondi un messaggio<br />
al telefono mi indica il da farsi della serata, firmato: la<br />
mia amica incontrata un attimo prima!<br />
Col tempo, saranno i ricordi a farci sorridere: le cadute in motorino<br />
tornando velocemente a casa mentre pioveva a dirotto,<br />
le serate passate e bere seduti su di una panchina, immersi nei<br />
propri discorsi come se intorno non esistesse altro. I messaggi<br />
e i post verranno cancellati dalla nostra mente e rimaranno in<br />
eterno solo nel fantastico mondo virtuale.<br />
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L’altro lato della Vacanza<br />
Ci sono cose che non si possono dimenticare<br />
come il primo bacio, il primo<br />
struscio o la prima volta che la tua<br />
ragazza ti chiama a letto con un altro<br />
nome. Tra le esperienze giovanili che<br />
rimangono indelebili nella mia mente<br />
ci sono le stagioni di lavoro nei locali<br />
estivi. Per quanto sia più difficile sgobbare<br />
mentre gli altri si divertono, ho<br />
sempre pensato che il posto giusto per<br />
la vacanza fosse al bancone, da banconista<br />
non da avventore. Innanzitutto è<br />
maggiore la prossimità alle bottiglie<br />
di Rum. In più imparando due frasi<br />
per idioma è facile vendersi alle turiste<br />
come attrazione locale ed esercitare un<br />
pò la lingua.<br />
Oggi non si può più fare. Il Ministero<br />
del lavoro scruta con appetito ferino<br />
ogni attività della penisola alla ricerca<br />
del malcapitato che riemargini le avide<br />
casse dello stato.<br />
Poveri esercenti che, tra i morsi della<br />
crisi e i temuti bagliori di fiamme<br />
gialle, non possono rilassarsi un attimo<br />
sotto l’ombrellone. Per capire cosa<br />
passino bisogna fermarsi e prestargli<br />
orecchio, certo documentando il comodato<br />
d’uso. Le speranze si confondono<br />
alle imprecazioni e in genere quello<br />
che se la passa meglio è quello che si<br />
lamenta di più. Per le lacrime ci sono<br />
posti in alcune marine dove i canali<br />
con l’estate crescono di livello anziché<br />
diminuire. Non è vocazione al brontolio<br />
ma un modo per rimanere in<br />
guardia ed esorcizzare il ripasso delle<br />
guardie.<br />
In linea di massima con i turisti ci<br />
comportiamo sempre bene anche se<br />
esistono alcune categorie di operatori<br />
che andrebbero segnalate all’unesco e<br />
protette in riserve per la biodiversità.<br />
Tra essi troviamo:<br />
Armi di distrazione di massa<br />
Lama Sutra<br />
a cura di Rocco Siffreud<br />
L’albergatore zelante Il cuoco inappetente Il cameriere diligente Il musicista spasimante<br />
Raccoglie tutti i volantini e fa<br />
programmi dettagliati, avvalora<br />
il tutto con foto e guide,<br />
prepara il pranzo al sacco<br />
per ognuno tenendo conto di<br />
simpatie gastronomiche ed<br />
intolleranze alimentari, passa<br />
al lucido la hall dell’albergo<br />
fino al suo stipite più celato…<br />
e poi sveglia tutti alle 6:00. Il<br />
sole è già alto, è una giornata<br />
radiosa, pronti per il trekking,<br />
la visita alle ville diocesane ed<br />
al museo della massa e tria?<br />
Ma non eravamo in vacanza?<br />
Quella te la fai nel pollino, il<br />
salento o si vive o si muore.<br />
Riempie ogni piatto come per<br />
vendicarsi di tutto il male che<br />
la dieta gli ha fatto. Cucina<br />
l’intero frigo come se non vi<br />
fosse un domani. Se oggi c’è una<br />
specialità che dovete proprio<br />
assaggiare contraddirlo non ha<br />
valore, non valgono neanche allergie<br />
conclamate. Guai a confessare<br />
di aver gradito la scelta,<br />
questo vi condannerà ad un<br />
bis che vale da insulto all’africa<br />
intera. A fine servizio cerca<br />
tra i tavoli sguardi soddisfatti<br />
e piatti puliti. Se non trova ciò<br />
che cerca o piange o si incazza.<br />
Pregate per la prima opzione.<br />
Ha gli occhi puntati sul tavolo<br />
come se avesse paura gli rubino<br />
una sedia. Torna ogni cinque<br />
minuti, chiede “settuttapposto”<br />
ed elenca il menù. Interrompere<br />
il matematico rosario delle<br />
sue parole può causargli un<br />
aneurisma. L’unico modo per<br />
liberarsene e chiedere con insistenza<br />
un fuori menu. Questo<br />
lo farà partire per un viaggio<br />
alla ricerca del direttore di sala<br />
da cui non farà più ritorno.<br />
Non capisce le mance, se trova<br />
soldi spicci sul tavolo può inseguire<br />
un suv a piedi per diversi<br />
chilometri pre restituirli.<br />
E più è grande il suo amore<br />
più forte deve picchiare su quel<br />
tamburello. Povera capra se<br />
avesse inteso il destino delle sue<br />
pelli scotennate avrebbe di gran<br />
lunga preferito il lupo.<br />
Se i ritmi gli danno ragione egli<br />
degenera nell’incredibile uomo<br />
di Melpignano (dal luogo dove<br />
fu scoperto). Alito vinoso, sorriso<br />
crepuscolare, sguardo perso<br />
all’infinito. Non indossa scarpe<br />
nè abiti sopra la cintura ma ciò<br />
non gli impedisce di sudare alla<br />
spina e strusciarsi addosso alle<br />
persone. La colpa è della ressa<br />
anche quando non c’è nessuno.
da 28 edizioni vi guidiamo<br />
tra colori, luoghi, arte e cultura.<br />
A volte vorresti sapere prima<br />
cosa ti aspetta dietro l’angolo.<br />
Ritirala gratuitamente presso le attività convenzionate.<br />
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