Capitolo II - La vertenza di Castelmonte
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22 - LA SLAVIA FRIULANA NEGLI ANNI VENTI<br />
fortemente dannoso al clero e al popolo della Slavia perché dà in mano agli avversari un'arma<br />
potente... per continuare ad accentuare le ripercussioni politiche che hanno avuto ed hanno<br />
tutt'ora non lievi vittime specialmente nel clero, come sarà ben noto a Vostra Eccellenza».<br />
Chiedono una ritrattazione ufficiale. «Preoccupati poi che non solo l'autorità civile, ma anche<br />
l'ecclesiastica troppo <strong>di</strong> frequente lede i nostri più sacrosanti <strong>di</strong>ritti con atti ed insinuazioni che<br />
tra<strong>di</strong>scono chiaramente l'idea <strong>di</strong> eliminare a poco a poco l'uso della lingua parlata<br />
nell'esplicazione del ministero sacerdotale nei paesi sloveni dell'Arci<strong>di</strong>ocesi, con danno evidente<br />
della fede, ci siamo sentiti in dovere <strong>di</strong> ricorrere alla Sacra Congregazione Concistoriale, affinché<br />
con un documento ufficiale provveda in merito»14.<br />
Nel documento alla Concistoriale si fa la storia delle vessazioni subite specie per opera <strong>di</strong><br />
mons. Rossi e si chiede una risposta formale in <strong>di</strong>fesa della minoranza slovena. Un'ultima<br />
richiesta, che avrà un gran seguito in un prossimo futuro, è l'istituzione <strong>di</strong> un corso <strong>di</strong> lingua<br />
slovena in seminario per la preparazione del clero all'esercizio pastorale nella zona slovena della<br />
<strong>di</strong>ocesi15.<br />
<strong>La</strong> risposta, sul numero <strong>di</strong> settembre della Rivista <strong>di</strong>ocesana, tra<strong>di</strong>sce, sotto la <strong>di</strong>sinvoltura<br />
stilistica, una certa preoccupazione se non un vero <strong>di</strong>sagio. «Ci limitiamo a prendere atto<br />
pubblicamente per la storia, nulla aggiungendo per rispondere alla gratuita e falsa asserzione».<br />
L'articolista elenca alcune benemerenze dell'arcivescovo nei confronti del clero slavo: «1- mons.<br />
Arcivescovo nelle due visite pastorali fatte alle singole frazioni <strong>di</strong> tutta la Slovenia consentiva la<br />
preghiera (si intende non liturgica, quella liturgica essendo vietata con decisione dalla Santa Sede<br />
provocata dal nostro Antecessore)16, in lingua slava e ad essa anzi invitava, dando egli stesso in<br />
sloveno il saluto cristiano al principio dei <strong>di</strong>scorsi; 2- erigeva nel 1911 il Vicariato Foraneo della<br />
Slavia Italiana, e aggregava il nuovo Vicario Foraneo Parroco <strong>di</strong> S. Pietro degli Slavi fra i<br />
Canonici della Collegiata <strong>di</strong> Cividale; 3- <strong>di</strong>fese efficacemente, scoppiata la guerra, tre o quattro<br />
preti firmatari, ottenendo che fossero richiamati dall'internamento..; 5- nel 1919 mons.<br />
Arcivescovo personalmente al Comando militare <strong>di</strong> Cividale <strong>di</strong>fese un Parroco firmatario<br />
precisamente per l'uso della lingua slovena sebbene avesse in parrocchia dei profughi del Piave..<br />
6- più volte presso le Autorità competenti sollecitò a quest'ultimo firmatario il Placet <strong>di</strong><br />
Parroco...». E concludeva attendendo con fiducia l'imparziale risposta della Concistoriale17.<br />
14 AP <strong>La</strong>siz, lettera, 24-8-1920.<br />
15 Appen<strong>di</strong>ce n. 1.<br />
16 Il Decreto cui mons. Rossi si riferisce, risale al 5 marzo 1904. <strong>La</strong> Sacra Congregazione dei Riti risponde a cinque quesiti<br />
posti dall'arciv. Zamburlini sull'uso della lingua slava nelle due parrocchie <strong>di</strong> S. Leonardo e <strong>di</strong> S. Pietro nelle seguenti<br />
circostanze: «1- nel canto del Tantum ergo, del Genitori e delle Litanie <strong>La</strong>uretane durante l'esposizione del Venerabile; 2-<br />
nel canto del Passio da parte del popolo nel giorno delle Palme; 3- nell'amministrazione extra Missam della Santa<br />
Comunione; 4- nelle preci che i Sommi Pontefici Leone X<strong>II</strong>I e Pio X or<strong>di</strong>narono ai sacerdoti <strong>di</strong> recitare imme<strong>di</strong>atamente<br />
dopo celebrata la s. Messa; 5- in parte dell'amministrazione del Battesimo». <strong>La</strong> Sacra Congregazione risponde «negative»<br />
alla prima e alla terza, «affirmative» alla quarta e alla quinta domanda. Per la seconda risponde «negative et ad mentem»,<br />
dove l'«ad mentem» significherebbe la proibizione estesa sia alla messa letta che cantata e se vi fossero da temere delle<br />
forti opposizioni si suggerisce d'introdurre altri canti in lingua slava che non sia il canto del Passio e solo nella messa letta.<br />
Lo Zamburlini si preoccuperà <strong>di</strong> precisare che si tratta <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione immemorabile e che il prete legge nel frattempo il<br />
testo latino, ma da Roma non giunge alcuna mitigazione alla proibizione. In realtà la tra<strong>di</strong>zione verrà mantenuta anche se la<br />
prolissità del rito consiglierà in seguito <strong>di</strong> trascurarlo sempre più (ACAU S. Pietro al Natisone, Notizie storiche).<br />
17 RDU 1920, p. 171. <strong>La</strong> cronaca per la <strong>II</strong> Visita Pastorale, che segue imme<strong>di</strong>atamente nella Rivista Diocesana, riferisce,<br />
con evidente eco polemica, del passaggio dell'Arcivescovo proprio a <strong>Castelmonte</strong> e a Cialla: «Il 21 agosto mons.<br />
Arcivescovo... saliva al Santuario <strong>di</strong> <strong>Castelmonte</strong> per la visita <strong>di</strong> quel Santuario e della Parrocchia (ab. 350); incontrato<br />
prima dal Parroco don Natale Moncaro e poi dagli ottimi Padri Cappuccini per la visita <strong>di</strong> quel Santuario per il loro zelo<br />
rifiorito e sempre più frequentato da pellegrini sloveni e friulani. Erano, infatti, in quel giorno parecchie centinaia <strong>di</strong><br />
pellegrini, i quali dopo il periodo della guerra ricominciano a rifluire sempre più numerosi, trovandosi a loro<br />
<strong>di</strong>sposizione, pei Sacramenti, parecchi Padri, i quali parlano anche sloveno. Mons. Arcivescovo compì al mattino le<br />
funzioni della Visita, assistito dal Convisitatore mons. Gattesco, e non mancò <strong>di</strong> felicitarsi coi PP. Cappuccini per la loro