hDAb412_Web_Galapagos-1 - Edizioni Rendi srl
hDAb412_Web_Galapagos-1 - Edizioni Rendi srl
hDAb412_Web_Galapagos-1 - Edizioni Rendi srl
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Appunti di viaggio<br />
GALAPAGOS<br />
l’ultimo paradiso terrestre<br />
a cura di Lara Baldini<br />
Foto © Giovanni Pasini<br />
Non esiste un orizzonte tanto lontano che non si possa raggiungere<br />
Beryl Markham, West with the night.<br />
180 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
181
Seduta nella sala d’aspetto dell’aeroporto<br />
di Malpensa guardo il sorgere del sole in<br />
un rosso mattino di novembre. Sono sola,<br />
sono a Milano, non parlo un inglese<br />
corretto, non ho mai fatto una traversata<br />
oceanica in aereo e sono in piedi già<br />
da cinque ore. Importa qualcosa che mi<br />
aspettino altre 18 ore di viaggio, debba<br />
fare uno scalo a Miami per cui non ho<br />
ancora la carta d’imbarco, mi si chiudano<br />
gli occhi dal sonno e non abbia nessuno<br />
per condividere tutto questo? No, non mi<br />
importa, perchè sto per affrontare il viaggio<br />
più bello della mia vita, di quelli che<br />
si sognano, ma che non si pensa di fare<br />
realmente. Penso a Paso (soprannome<br />
di mio marito Giovanni), lo immagino addormentato<br />
e indifeso nella penombra di<br />
un anonimo hotel di Quito. Ricordo il suo<br />
viso deluso quanto il mio, quando meno<br />
di un mese fa mi ha annunciato che un<br />
improvviso impegno lavorativo l’avrebbe<br />
portato una settimana in Ecuador proprio<br />
nel periodo in cui stavamo programmando<br />
il nostro primo vero viaggio insieme, la<br />
destinazione non l’avevamo ancora decisa,<br />
ma eravamo sicuri di voler partire. Ed<br />
è stato così che abbiamo voluto provare<br />
a sfruttare la situazione, facendoci aiutare<br />
dai suoi contatti sul posto, abbiamo provato<br />
a organizzare il nostro viaggio alle<br />
<strong>Galapagos</strong>, in cuor nostro convinti che<br />
non ce l’avremmo mai fatta, troppo bello<br />
per essere vero.<br />
E invece un apparente delusione improvvisamente<br />
si trasforma in un bellissimo e<br />
inaspettato regalo che a volte il destino fa<br />
senza motivo, talmente inatteso da sembrare<br />
irreale. Con sempre più incredulità<br />
questo viaggio ha preso forma giorno<br />
dopo giorno ed è diventato IL viaggio<br />
con l’articolo maiuscolo, perchè questo<br />
non è un viaggio qualunque, è un viaggio<br />
nel tempo oltre che nello spazio, è il<br />
viaggio della vita. Non sono ancora convinta<br />
che lo sto facendo seriamente, non<br />
sono nemmeno sicura che le <strong>Galapagos</strong><br />
esistano realmente e non siano solo frutto<br />
dei miei sogni, però stringo tra le mani un<br />
dizionarietto italiano-inglese e mi appresto<br />
ad imbarcarmi.<br />
Cambio volo a Miami, non senza difficoltà<br />
visto che la coincidenza non risulta<br />
a terminale del check-in automatico, e<br />
all’arrivo a Quito il maltempo fa dirottare<br />
il secondo volo verso l’aeroporto di Guayaquill,<br />
dove abbiamo sostato un paio<br />
d’ore in attesa di miglioramento, cosa<br />
che succede molto frequentemente dato<br />
che la città di Quito è adagiata in un<br />
conca delle Ande che tende a incastrare<br />
le masse nuvolose che portano nebbia e<br />
temporali. Con sei ore di ritardo incrocio<br />
finalmente tra la folla lo sguardo sollevato<br />
e allo stesso tempo provato di Paso.<br />
Mi rilasso, dopo tante difficoltà non sono<br />
più sola, senza fare domande mi lascio<br />
condurre nell’auto di un piccolo ometto<br />
con gli occhi a mandorla che ci accompagna<br />
in hotel per dormire qualche<br />
ora, appena quattro, poi ennesima sala<br />
d’aspetto, ennesimo check-in, ennesimo<br />
decollo, ennesimo scalo, ironia della sorte...<br />
a Guayaquill! Inizio a realizzare dove<br />
sono e cosa sto facendo quando le<br />
hostess spruzzano un insetticida per non<br />
contaminare l’ambiente in cui stiamo per<br />
atterrare... e finalmente si arriva... allora è<br />
182 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
183
PATRIMONIO<br />
DELL’UMANITA<br />
L’arcipelago si trova nell’Oceano Pacifico<br />
a circa 1000 km dalle coste<br />
dell’Ecuador è composto da una sessantina<br />
di isole e isolotti di origine vulcanica,<br />
una decina le principali di cui<br />
solo cinque abitate dall’uomo. Sono<br />
state scoperte solo nel 1535, perciò<br />
l’uomo non ha avuto il tempo materiale<br />
di plasmarle a suo piacimento,<br />
grazie a ciò Darwin, approdato qui nel<br />
1835, dopo attenti studi delle specie<br />
animali che vi abitano, ha elaborato la<br />
famosa teoria dell’evoluzione.<br />
Ogni isola ha due o tre nomi, uno inglese<br />
dato dai pirati che approdarono<br />
qui nel 17° secolo per intercettare le<br />
navi spagnole dirette in madrepatria<br />
cariche dell’oro sudamericano, uno<br />
spagnolo dato dai navigatori spagnoli<br />
e uno dato dal governo ecudoriano<br />
alla fine del 19° secolo. Nel 1959<br />
il governo dell’Ecuador ha istituito il<br />
Parco Nazionale delle <strong>Galapagos</strong> di<br />
cui fanno parte i volontari che periodicamente<br />
prestano la loro opera per<br />
la pulizia delle isole e la rimozione<br />
delle carcasse degli animali morti,<br />
questo ha puramente uno scopo di<br />
tutela della salute degli animali stessi,<br />
per evitare il proliferarsi di epidemie<br />
che potrebbero comprometterne la<br />
sopravvivenza, però ne se avvistano<br />
uno in difficoltà o morente non sono<br />
assolutamente autorizzati ad intervenire,<br />
la natura deve fare il suo corso.<br />
Nel 1978 le isole sono state dichiarate<br />
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco,<br />
a cui nel 2001 sono state aggiunte anche<br />
le riserve marine.<br />
Per non alterare gli equilibri naturali<br />
sono stati imposti dei limiti sia come<br />
numero di residenti sia come numero<br />
di turisti. Nessuno può girare liberamente<br />
tra le isole, occorrono permessi<br />
speciali che di norma vengono<br />
concessi solo alle barche locali. I turisti<br />
possono visitare le isole solo se<br />
sorvegliati a vista dalle guide, pronte<br />
ad intervenire per impedire ogni movimento<br />
inopportuno al di fuori dei percorsi<br />
segnalati su ogni isola visitabile.<br />
CACTUs E IgUANE<br />
La teoria dell’evoluzione studiata da<br />
Darwin è facilmente comprensibile<br />
osservando semplicemente un cactus<br />
delle <strong>Galapagos</strong>.<br />
Punto cardine della teoria è che ogni<br />
individuo è diverso dagli altri pur<br />
discendendo da un antenato comune,<br />
il perchè è presto detto: a sopravvivere<br />
sono gli individui che meglio riescono<br />
a cibarsi e a sfuggire ai predatori. Così,<br />
ad esempio, in un luogo in cui per<br />
alimentarsi occorreva rompere semi<br />
molto duri, sono sopravvissuti solo<br />
individui dal becco durissimo, così<br />
si sono evolute le specie eliminando<br />
gli individui deboli e sviluppando<br />
caratteristiche diverse in una stessa<br />
razza di animali. In questo modo<br />
si sono evolute tutte le specie che<br />
millenni or sono, complici anche gli<br />
sconvolgimenti terrestri delle ere<br />
preistoriche, in qualche modo sono<br />
giunte sin qui dalla terraferma.<br />
Così i cactus delle <strong>Galapagos</strong>, essendo<br />
il cibo preferito delle iguane terrestri,<br />
hanno dovuto sviluppare un vero<br />
e proprio tronco per difendersi dai<br />
loro attacchi, a loro volta le iguane<br />
vedendosi scarseggiare sempre più i<br />
nutriti banchetti preistorici si sono spinte<br />
in acqua in cerca di cibo, sviluppando<br />
così un epidermide scura che trattenere<br />
maggiormente il calore e zampe<br />
palmate per nuotare meglio ed è nata<br />
una nuova razza di iguane marine che<br />
nient’altro è che l’evoluzione della razza<br />
di terra.<br />
184 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
185
vero, le <strong>Galapagos</strong> esistono veramente,<br />
ora ne ho le prove!<br />
Sbrighiamo elettrizzati tutte le formalità in<br />
un aeroporto fatto di pali di legno e tetto<br />
di paglia, le file divise da corde, facciamo<br />
timbrare i passaporti con il vento<br />
nei capelli, recuperiamo le valigie da un<br />
mucchio scaricato a terra e con molta<br />
semplicità troviamo il nostro accompagnatore.<br />
Siamo sull’isola di Santa Cruz,<br />
raggiungiamo il pacifico centro abitato di<br />
Puerto Ayora dove subito visitiamo la stazione<br />
scientifica Darwin per documentarci<br />
su quello che vedremo nei prossimi giorni<br />
e già lungo la strada ci danno il benvenuto,<br />
in totale libertà, pellicani, iguane e<br />
una simpatica razza di granchi rossi senza<br />
chele. Si fa l’ora di raggiungere la barca<br />
che sarà la nostra casa per i prossimi<br />
quattro giorni, a bordo prendiamo confidenza<br />
con i compagni di viaggio e l’equipaggio.<br />
Ci congediamo dalla civiltà, inizia<br />
la prima notte di navigazione.<br />
Il giorno dopo ci svegliamo all’alba, non<br />
conteniamo più l’emozione e usciamo velocemente<br />
dalla cabina, tutt’intorno mare,<br />
nubi e freddo. Ma non siamo all’equatore?<br />
Ci volteggiano intorno sule e gabbiani<br />
quasi volessero indicarci la strada<br />
e rapidamente ci avviciniamo all’isola di<br />
Genovesa. La barca si ancora a poche<br />
centinaia di metri dalla spiaggia, e con il<br />
gommone ci portano dritti dritti in paradiso:<br />
sulla meravigliosa spiaggia di sabbia<br />
bianca, rocce laviche e mangrovie, ci siamo<br />
solo noi e una cospicua fauna di leoni<br />
marini che, completamente indifferenti<br />
alle nostre bocche aperte, continuano<br />
tranquilli le loro intime attività quotidiane,<br />
grattarsi, allattare, giocare e dormire. A<br />
fare da sfondo orde di volatili dai gridi primordiali<br />
squarciano il silenzio assordante<br />
della natura. Dopo le raccomandazioni<br />
di rito - non camminate fuori dal sentiero,<br />
non toccate gli animali, non buttate via<br />
niente e non prendete su niente - partiamo<br />
per un’incredibile passeggiata in mezzo<br />
ad una natura a noi sconosciuta: a pochi<br />
passi, per nulla impaurite, ci sono sule<br />
dalle zampe rosse, gabbiani della lava, albatros,<br />
miriadi di nidi, uova, piccoli dal pelo<br />
batuffoloso e nessuno di questi animali<br />
mostra preoccupazione per la nostra presenza.<br />
Ci guardano quasi sorridenti, allungano<br />
il becco come per invitarci a fare<br />
una carezza, ma non possiamo, anche se<br />
vorremmo tanto affondare le mani in quel-<br />
LE TARTARUghE<br />
E DARwIN<br />
La stazione scientifica internazionale<br />
dedicata a Charles Darwin si trova<br />
sull’isola di Santa Cruz nella cittadina di<br />
Puerto Ayora e ha come scopo principale<br />
lo studio e la ricerca sulle tartarughe<br />
al fine del ripopolamento delle isole<br />
dalle specie in via di estinzione. Qui le<br />
tartarughe sono catalogate e suddivise<br />
per razza, vivono in un ambiente simile<br />
al loro habitat naturale, seppur chiuso,<br />
vengono fatte accoppiare e i piccoli<br />
liberati in natura. Passeggiando per il<br />
sentiero didattico del centro si incontra<br />
anche il gigante George, un giovanotto<br />
di 90 anni dalla mole imponente,<br />
ultimo della sua specie, che condivide<br />
un’accogliente alcova con due aitanti<br />
femmine di una razza simile alla sua nel<br />
tentativo di farlo riprodurre, cosa che<br />
sembra non interessarlo un gran chè.<br />
Lodevole è l’iniziativa della stazione<br />
scientifica, anche se personalmente<br />
gli animali in gabbia mi fanno sempre<br />
stringere il cuore. Il povero George, così<br />
come tanti dei suoi simili, quasi non<br />
cammina più e rimane vittima incontrastata<br />
dei fotografi.<br />
Ora, capisco che per noi vedere una<br />
tartaruga gigante a così pochi passi sia<br />
un evento unico e capisco anche quanto<br />
sia difficile resistere alla tentazione di<br />
tornare a casa con una foto che ci immortala<br />
accanto a loro....non c’è nulla di<br />
male, ma per favore, quando vi capita,<br />
almeno non usate il flash. E’ stato uno<br />
strazio vedere George strizzare gli occhi<br />
accecato facendo fatica a muoversi<br />
per ripararsi.<br />
Non siate turisti che pensano solo a<br />
portare a casa la foto ad effetto, ma<br />
diventate viaggiatori che prima si chiedono<br />
se quello che stanno facendo<br />
possa infastidire l’animale a cui lo fate<br />
e nel caso rinunciate alla foto ad effetto,<br />
ma rispettate la dignità dell’animale che<br />
avete davanti, che vale più di una foto.<br />
Fatelo per George, ma anche per tutti<br />
gli animali costretti a passare la loro vita<br />
in gabbia per il piacere di noi turisti.<br />
Che così non ci sentiremo più semplici<br />
turisti, ma veri e propri viaggiatori.<br />
186 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
187
le candide piume, il rispetto per quest’ambiente<br />
impone di non farlo. Non capiamo<br />
se siamo più incuriositi noi di loro o loro di<br />
noi, ci sentiamo ospiti su queste terre incontaminate<br />
che gli appartengono, qui gli<br />
animali non hanno paura dell’uomo perchè<br />
l’uomo non è mai venuto qui a far loro<br />
del male. La parola natura assume immediatamente<br />
un nuovo e immenso significato<br />
e mi sento solo un misero, spregevole<br />
e invadente essere umano, che trova<br />
soddisfazione nel dominare malamente la<br />
natura, senza aver finora compreso che la<br />
natura è perfettamente in grado di gestirsi<br />
da sola e con dei risultati assai migliori. Mi<br />
trovo a riflettere che noi uomini, con la nostra<br />
cattiveria, siamo la causa della paura<br />
degli animali, tant’è che l’istinto animale<br />
non la conosce nei nostri confronti, ma chi<br />
siamo noi per aver deciso di sottomettere<br />
la natura se così caro è il prezzo? Abbiamo<br />
distrutto tutto questo, è forse meglio<br />
quello che abbiamo costruito nel resto del<br />
mondo, rispetto ad una natura così ricca<br />
e pura?<br />
Con questa nuova consapevolezza termino<br />
la mia prima escursione nella preistoria<br />
con un bagno nelle gelide acque oceaniche<br />
di tutte gradazioni dal verde blu e<br />
nei fondali marini scopro un altro mondo:<br />
stelle marine, razze, squali, pesci, iguane<br />
e leoni marini che per quanto goffi sono<br />
sulla terra, tanto sono svelti nell’acqua.<br />
Le giornate successive trascorrono lente<br />
navigando tra le isole durante la notte e<br />
camminando a piedi o nuotando durante<br />
il giorno, inutile fare un cronostoria dettagliata<br />
delle tappe, Bartolomè, Santa Fè,<br />
Seymore Nord non sono nient’altro che<br />
nomi, l’essenza di questo viaggio è in<br />
quello che lascia dentro, ogni escursione<br />
è una nuova scoperta di meraviglie.<br />
Scopro che l’acqua è fredda sempre, tutto<br />
l’anno, a causa della corrente di Humboldt<br />
e grazie a lei le <strong>Galapagos</strong> ospitano<br />
anche una razza di pinguini, eterni cuccioli<br />
alti appena 35 cm che nuotano con<br />
noi e ci invitano a giocare. Scopro anche<br />
che sempre per la teoria che gli uomini<br />
non hanno mai fatto del male agli animali,<br />
qua nemmeno gli squali sono pericolosi e<br />
si può tranquillamente fare il bagno in loro<br />
presenza. Vero, testato involontariamente,<br />
ma è proprio così.<br />
Incontro sule dalle zampe azzurre che<br />
non vivono negli stessi luoghi di quelle<br />
dalle zampe rosse e fregate nere dal collo<br />
rosso che gonfiano per attirare le femmine.<br />
Indimenticabili.<br />
Assisto spettatrice silenziosa alla danza<br />
d’amore delle sule mascherate inconsapevoli<br />
dello spettacolo che stanno offrendo<br />
ai miei occhi si strofinano i becchi, si<br />
mordono, girano l’uno attorno all’altra, si<br />
accarezzano i colli, si mordicchiano tra le<br />
piume emettendo dei gridi, un gracchiare<br />
rauco lei, un fischio quasi umano lui. Poi<br />
il maschio appoggia un rametto ai piedi<br />
della femmina ed è il segnale della conquista,<br />
da qui passano all’accoppiamento<br />
vero e proprio. E tutto questo continua<br />
anche in seguito, lui continua a donare<br />
rametti alla sua femmina anche durante la<br />
cova delle uova.<br />
Guardo iguane terrestri dai mille colori<br />
gustarsi soddisfatte le foglie di cactus<br />
faticosamente conquistate, le razze spiccare<br />
salti nell’acqua accanto alla barca<br />
per farsi vedere, delfini seguire da lontano<br />
la nostra scia, tartarughe d’acqua<br />
emergere dall’acqua e scomparire subito,<br />
uccelli tuffarsi come missili per catturare<br />
pesci, lucertole e insetti, panorami<br />
strepitosi e incontaminati.<br />
Vivo una vita che non sembra nemmeno<br />
la mia, ma a cui mi sono abituata subito<br />
e istintivamente, mi sveglio quando sorge<br />
il sole e mi addormento quando cala<br />
la notte senza pormi il problema dell’orario,<br />
l’orologio non so dove è dimenticato,<br />
potrebbe anche non essere mai esistito, è<br />
solo una misera invenzione umana destinata<br />
a scandire tempi di cui in realtà sento<br />
non avere bisogno, perchè quando devo<br />
mangiare me lo dice la fame, quando devo<br />
dormire me lo dice il sonno e quando<br />
mi devo svegliare me lo dice la luce, come<br />
una memoria ancestrale che mi porto<br />
dentro impressa nel DNA. Mi rendo conto<br />
di come sia facile seguire i ritmi della<br />
natura e del sole, non mi pesa svegliarmi<br />
presto, non è impossibile dormire al tramonto,<br />
mi sento null’altro che una specie<br />
animale anch’io e sento che questa è la<br />
mia vera natura.<br />
Perdo il conto dei giorni, tutto è sempre<br />
uguale, non esiste lunedì, sabato o domenica,<br />
è come se il tempo non trascorresse,<br />
la nostra vita sociale è composta<br />
solo da contatti con gli animali e la natura,<br />
dimentico l’esistenza di altri uomini oltre ai<br />
miei compagni di viaggio che mi sembra<br />
abbiamo scoperto il loro lato animale almeno<br />
quanto me.<br />
188 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
189
Non ho l’esigenza di fare una doccia calda,<br />
qui l’acqua del mare è talmente pura che,<br />
dopo un bagno, i capelli e la pelle rimangono<br />
morbidi come dopo un balsamo.<br />
Ho la mente talmente vuota che rimarrei<br />
ore stesa ad osservare le tre fregate che<br />
volano sopra la nostra barca e ci accompagnano<br />
in tutti i nostri spostamenti solo<br />
per assaporare il profilo delle loro sagome<br />
nere che cambia ad ogni battito d’ali nel<br />
contrasto del cielo blu.<br />
Si avvicina la fine del viaggio, con la<br />
mente lontana anni luce dal mondo civile<br />
sbarchiamo sull’isola di San Cristobal su<br />
cui riprendiamo cautamente contatto con<br />
i nostri simili bipedi. L’isola è pulita nello<br />
spazio e nell’animo, niente edilizia selvaggia,<br />
niente grandi negozi, niente orde di<br />
turisti, il piccolo paese si limita ad offrire<br />
l’essenziale per le più strette esigenze<br />
umane. Giro un po’ spaesata per le strade<br />
spoglie, c’è un gran rispetto per la natura,<br />
leoni marini e pellicani sonnecchiano in<br />
spiaggia accanto a bambini che giocano<br />
a pallone, sono padroni delle panchine<br />
sul lungomare e dei marciapiedi e nessuno<br />
li disturba o li infastidisce, nemmeno<br />
noi che in questi giorni abbiamo imparato<br />
a vivere con loro e non per loro.<br />
Sembra un sogno che ci sia un luogo dove<br />
uomini e animali convivono così in armonia,<br />
dove l’uomo non ha il sopravvento<br />
sulla natura ma la vive senza modificarla,<br />
con dolcezza e rispetto.<br />
è stato molto difficile riprendere la vita di<br />
tutti i giorni dopo aver conosciuto questo<br />
modo di vivere così libero, così naturale.<br />
Si torna a casa in mezzo a uomini, smog,<br />
chiusi in grigi uffici mentre qui resterà tutto<br />
così com’è ora, colorato, semplice, perfetto,<br />
anche senza di noi.<br />
Nel cuore tanta gioia per la bella vacanza,<br />
tanta gratitudine per aver avuto questa<br />
possibilità e un velo di tristezza per<br />
le meraviglie che ci lasciamo alle spalle<br />
che non ritroveremo mai in nessun altro<br />
posto e un augurio, che le autorità del parco<br />
delle <strong>Galapagos</strong> continuino a preservare<br />
questo ambiente così come stanno<br />
facendo ora, senza far prevalere l’avidità,<br />
ma diano sempre la precedenza al benessere<br />
della natura.<br />
Un altro viaggio è passato, un’altra valigia<br />
di esperienze è stata caricata nel nostro<br />
bagaglio personale e lì rimarrà per sempre.<br />
Lara & Giovanni<br />
Lara Baldini, geometra classe 1980, originaria di Bagnacavallo (RA) e Giovanni Pasini,<br />
perito elettrotecnico classe 1976, meldolese da sempre, si sono conosciuti nel<br />
1997, ma hanno impiegato 8 anni a capire di essere fatti per stare insieme e così si<br />
sono fidanzati solo nel 2005. Hanno passato i successivi tre anni a decidere chi dei<br />
due doveva cambiare lavoro, casa e amici per seguire l’altro, finchè il destino non ha<br />
deciso per loro nel 2008. Nel 2009 si sono sposati dopo alcuni mesi di convivenza,<br />
stabilendosi defintivamente a Meldola (FC).<br />
Impiegata pubblica e amante dei gatti lei, presta volontariato per un’associazione<br />
che si occupa di rendere la vita di questi felini randagi un po’ meno dura.<br />
Giovane aspirante imprenditore lui, sta sgomitando per ricavarsi un posto nel mondo<br />
del lavoro, tra mille difficoltà nella società di oggi ormai satura di tutto e di più. In<br />
questo periodo rocambolesco della sua vita non riesce a dedicarsi ad altro che al<br />
lavoro, ed è in attesa di capire cos’altro gli piacerebbe fare, adesso che sta cercando<br />
di trasformare in un lavoro quello fino ad oggi è stato solo un hobby, la fotografia....E<br />
forse ci sta riuscendo...ma anche grazie a lei che nei ritagli di tempo gli corre dietro<br />
in ogni dove per condividere con lui questa importante ma difficile esperienza. Si sa<br />
che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.<br />
Tra le tante cose che condividono, una è la passione per i viaggi, durante i quali lei<br />
scrive e lui fotografa. A volte succede anche il contrario, ma il risultati lasciano un<br />
po’ a desiderare...<br />
Persone di gran senso pratico, conducono una vita normale, fatta di casa e lavoro,<br />
e forse non hanno nessuna spiccata particolarità o impresa memorabile, degna di<br />
essere menzionata in un curriculum. O forse è proprio questa la loro specialità: riuscire<br />
a essere tremendamente normali in un mondo di pazzi. E noi di Domus Aurea<br />
Magazine li amiamo per questo!<br />
190 Domus Aurea Magazine Domus Aurea Magazine<br />
191