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Segno e texture - Aula Digitale

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1<br />

Approfondire e sperimentare - Laboratorio digitale<br />

Laboratorio<br />

<strong>Segno</strong> e <strong>texture</strong><br />

In queste pagine definiremo una metodologia<br />

per realizzare <strong>texture</strong> a partire da elementi<br />

di base definiti, quali segni o figure.<br />

L’obiettivo che ci proponiamo è di risalire ai<br />

processi generativi delle <strong>texture</strong> esplorando<br />

come avvenga il passaggio da singoli segni<br />

e figure alla texturizzazione delle superfici,<br />

per comprendere i meccanismi che presiedono<br />

alla formazione delle <strong>texture</strong> e quali<br />

rapporti esse hanno con il mondo delle<br />

immagini, anche osservando opere di artisti.<br />

Ad esempio, l’opera di Capogrossi (fig.<br />

1), ben evidenzia l’importanza del fattore<br />

dimensionale, del rapporto figura (forma<br />

riconoscibile)-sfondo (superficie unifor-<br />

me).<br />

In definitiva, gli aspetti che caratterizzano<br />

una <strong>texture</strong> sono:<br />

1) il rapporto dimensionale;<br />

2) l’impossibilità di lettura individuale dell’elemento<br />

base, perché viene percepito<br />

globalmente con gli altri;<br />

3) il riempimento totale del piano considerato.<br />

Proviamo a realizzare una <strong>texture</strong> a partire<br />

da una figura presa a piacere al fine<br />

di comprendere l’importanza del cromatismo,<br />

del segno grafico e della dimensione<br />

nella produzione dell’immagine.<br />

Le operazioni che vedremo potranno essere<br />

naturalmente utilizzate anche per rea-<br />

lizzare risultati complessi.<br />

Ogni figura ha una forma propria e per essere<br />

riconosciuta deve essere distinguibile<br />

dallo sfondo. La <strong>texture</strong> è un insieme di<br />

punti, linee, e forme che dà complessivamente<br />

l’impressione di una superficie<br />

compatta, unitaria, tale da potersi ripetere<br />

all’infinito. Il nostro scopo è dunque quello<br />

di togliere alla figura prescelta il suo carattere<br />

distintivo e annullare la divisione tra<br />

figura e sfondo.<br />

Un’altra operazione riguarda la variazione<br />

della dimensione dell’immagine, utile a<br />

far perdere all’elemento base la sua individualità.<br />

Prendiamo un’immagine qualsiasi,<br />

fotografica o pittorica, riduciamola di<br />

un certo numero di volte. Non riusciremo<br />

più facilmente a definirne i particolari e il<br />

nostro occhio preferirà considerarla come<br />

qualcosa di omogeneo e uniforme.<br />

Fig. 2 C. Zask, Ricomposizione di segni a partire<br />

dalla lettera R. Con la scelta di differenti linee<br />

caratteristiche, si crea un alfabeto di elementi<br />

© 2010 RCS Libri S.p.A. - V. Valeri, R. Secchi - Corso di disegno<br />

Fig. 1 G. Capogrossi,<br />

Superficie 253, 1985,<br />

Collezione Galleria<br />

del Naviglio, Milano.<br />

Uno stesso segno<br />

costituisce l’elemento<br />

centrale della<br />

composizione e il<br />

tema della trama di<br />

fondo, proponendo,<br />

in termini di chiara<br />

evidenza, il rapporto<br />

tra figura e <strong>texture</strong>.<br />

La serialità della<br />

disposizione dei<br />

singoli elementi<br />

modulari accentua<br />

l’effetto pattern della<br />

composizione.<br />

generati arbitrariamente a partire da una stessa<br />

lettera, poi ricomposti sulla superficie dell’opera,<br />

secondo una griglia rettangolare.


Unitamente alla variazione scalare, la ripetizione<br />

dell’immagine consente di riempire<br />

l’intera superficie in esame; quale risultato<br />

le forme, che prima era possibile distinguere,<br />

ora sono diventate un elemento ritmicamente<br />

disposto sullo sfondo; l’intera<br />

immagine, da contenitore di elementi, è<br />

convertita in semplice elemento.<br />

La ripetizione della linea o della figura o<br />

dell’area di colore può avvenire con semplice<br />

traslazione oppure con roto-traslazione<br />

o ribaltamento.<br />

È interessante a questo proposito osservare<br />

come la ripetizione può imporre una<br />

immagine alla nostra attenzione, come<br />

avviene in campo pubblicitario, ma una<br />

ripetizione illimitata fa perdere il valore di<br />

individualità dell’immagine stessa.<br />

Il concetto dell’omogeneità proprio della<br />

<strong>texture</strong> vale anche per quel che riguarda<br />

l’aspetto cromatico; così tanto minore sarà<br />

la differenza tonale, tanto più le figure appariranno<br />

come leggere modifiche di trama<br />

di uno stesso tessuto.<br />

Anche il segno grafico segue le medesime<br />

leggi in quanto vi è un preciso rapporto<br />

tra la sua dimensione e le aree che<br />

comprende e circonda; se le due misure<br />

diventano comparabili, la comprensione<br />

delle forme diminuisce, entrando in quel<br />

ciclo continuo di figura-sfondo che abbiamo<br />

già visto.<br />

La struttura digitale dell’immagine è congeniale<br />

alla realizzazione delle <strong>texture</strong>:<br />

algoritmi matematici possono gestire i<br />

valori cromatici dei singolo punti, realizzando<br />

una infinita varietà di composizioni.<br />

Ciò spiega la grande diffusione di <strong>texture</strong><br />

nell’ambito delle pagine Web e nelle moderne<br />

tecniche multimediali di produzione<br />

delle immagini.<br />

MODULO 2<br />

Come procedere<br />

© 2010 RCS Libri S.p.A. - V. Valeri, R. Secchi - Corso di disegno<br />

COSTRUZIONI GRAFICHE<br />

Seguendo lo schema sopra riportato (fig. 4),<br />

è possibile sperimentare le principali tecniche<br />

manipolatorie per passare da una figura o un<br />

segno, ad una <strong>texture</strong>.<br />

In orizzontale sono indicate le operazioni base;<br />

in verticale le operazioni comuni a tutte le<br />

metodologie indicate; modifiche comuni sono la<br />

ripetizione e la riduzione.<br />

Ad esempio, prendiamo in considerazione, nello<br />

schema, l’immagine fotografica della cascata:<br />

la prima operazione effettuata è la sfocatura.<br />

L’immagine perde la sua riconoscibilità e anche<br />

il suo rapporto di scala, diventa una macchia<br />

di colore e luce. Quindi, una volta rimpiccolita<br />

viene ridotta e ripetuta. Da ultimo la variazione<br />

cromatica interviene a modificare ulteriormente la<br />

<strong>texture</strong> ottenuta.<br />

Come ben si comprende i processi indicati non<br />

sono certamente esaustivi di tutte le operazioni<br />

possibili ma hanno principalmente la funzione di<br />

stimolare ad esplorare più ampiamente il vasto<br />

mondo delle <strong>texture</strong>.<br />

Le esperienze suggerite ovviamente privilegiano<br />

l’uso del computer, perché consentono di<br />

verificare in tempo reale i risultati ottenuti e quindi<br />

di reintervenire su di essi; ma anche con tecniche<br />

tradizionali è possibile sperimentare le infinite<br />

possibilità delle <strong>texture</strong>.<br />

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Ripetizione<br />

del modulo inveRsione<br />

Riduzione<br />

del contRasto defoRmazione<br />

ingRandimento/<br />

Riduzione<br />

sfocatuRa<br />

Riduzione<br />

diffeRenza<br />

cRomatica<br />

figuRa<br />

di paRtenza<br />

opeRazione<br />

di base<br />

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Ripetizione con<br />

Riduzione/<br />

Rotazione<br />

inveRsione/<br />

Riduzione<br />

vaRiazione<br />

cRomatica

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