4_Transfert, controtransfert, analisi.pdf - 1.03 Mb - Psicologia
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Corso di Laurea magistrale in <strong>Psicologia</strong><br />
a.a. 2008/2009<br />
PSICOLOGIA DINAMICA<br />
PROGREDITA<br />
Dott. ssa Silvia Pogliano
Il metodo della terapia<br />
psicoanalitica<br />
Lis, Lis,<br />
Mazzeschi, Mazzeschi,<br />
Zennaro (2002, 2007) La psico<strong>analisi</strong>. Un percorso<br />
concettuale fra tradizione e attualità. Roma: Carocci
Attenzione all’unicità del paziente e al suo mondo interno<br />
Contratto psicoterapeutico<br />
Spiegare come si lavora nel contesto analitico<br />
Setting psicoanalitico<br />
Libere associazioni<br />
Resistenza<br />
Interpretazione dei sogni<br />
Alleanza terapeutica (o alleanza di lavoro)<br />
<strong>Transfert</strong><br />
Controtransfert<br />
Analista come persona reale
L’alleanza alleanza terapeutica
“Il paziente è il miglior<br />
collega che abbiamo”<br />
W. Bion<br />
Alleanza terapeutica (therapeutic therapeutic alliance) alliance<br />
Alleanza di lavoro (working alliance) alliance<br />
Alleanza d’aiuto ( helping alliance )
Alleanza terapeutica<br />
Specifico rapporto collaborativo che si<br />
stabilisce fra paziente e terapeuta ovvero<br />
dimensione interattiva tra paziente e<br />
terapeuta riferita alla capacità di entrambi di<br />
sviluppare una relazione basata su:<br />
Fiducia<br />
Rispetto Rispetto<br />
Collaborazione Collaborazione al lavoro comune
Mitchell – 1977 –<br />
“Quando l’interpretazione fallisce è perché<br />
non c’è alleanza di lavoro”
L’inevitabile continuità tra il processo<br />
diagnostico e terapeutico rende il<br />
costrutto dell’alleanza una variabile<br />
che possiamo includere nella<br />
concezione di ampio respiro che va<br />
dall’alleanza diagnostica all’alleanza<br />
terapeutica
un un po’ po’ di di storia…nel storia…nel processo processo di di definizione definizione del del concetto concetto<br />
di di alleanza alleanza terapeutica terapeutica<br />
((tratto tratto da da “ “ L’Alleanza L’Alleanza terapeutica” terapeutica” di di V. V. Lingiardi Lingiardi –– Cortina Cortina –– 2002) 2002)<br />
Autore<br />
Sigmund Freud<br />
HermanNunberg<br />
Richard Sterba<br />
Otto Fenichel<br />
Carl Rogers<br />
Franz Alexander<br />
Anno<br />
1912<br />
1932<br />
1934<br />
1941<br />
1951<br />
1956<br />
Teoria<br />
<strong>Transfert</strong> positivo<br />
irreprensibile<br />
contrapposizione tra gli<br />
scopi del P e del T –<br />
distorsione degli aspetti<br />
reali della relazione<br />
terapeutica<br />
Alleanza dell’Io – Scissione<br />
dell’Io (collaborante vs<br />
oppositiva)<br />
<strong>Transfert</strong> razionale<br />
Terapia centrata sul cliente<br />
Esperienza emotiva<br />
correttiva
…. ….continua continua la la storia… storia…<br />
Elisabeth Zetzel<br />
Phillis Greenacre<br />
Leo Stone<br />
Ralph Greenson<br />
Orlinsky – Howard<br />
Edward Bordin<br />
1958<br />
1959<br />
1961<br />
1965<br />
1972<br />
1986<br />
1975<br />
Nucleo fondamentale della<br />
situazione analitica –<br />
condivisione matura della<br />
realtà tra P e A<br />
Il transfert è l’intera<br />
relazione paziente<br />
terapeuta<br />
<strong>Transfert</strong> maturo<br />
Transfett+ Alleanza di<br />
lavoro + Relazione “reale”<br />
Attenzione al processo e<br />
all’outcome all’ outcome<br />
Modello panteorico<br />
Goal – Tasks – Bond
…. ….continua continua la la storia… storia…<br />
Lester Luborsky<br />
Brenner – Curtis<br />
Hartley – Strupp<br />
1976<br />
1994<br />
1979<br />
1983<br />
Helping Alliance<br />
Tipo 1 passivo<br />
Tipo 2 consapevole<br />
Solo il transfert promuove<br />
il cambiamento – Critica<br />
al concetto di AT<br />
Modelli di Greenson –<br />
Luborsky – Bordin<br />
Ricerche sullo sviluppo<br />
precoce dell’AT
…. ….continua continua la la storia… storia…<br />
Gaston - Marmar<br />
William Meissner<br />
1988<br />
1991<br />
1996<br />
Quattro dimensioni<br />
indipendenti di<br />
alleanza:<br />
1.Capacità 1. Capacità di lavoro del<br />
paziente;<br />
2.Impegno 2. Impegno del paziente<br />
3.Consenso 3. Consenso sulla<br />
strategia di lavoro<br />
4.Comprensione 4. Comprensione e<br />
coinvolgimento del<br />
terapeuta<br />
AT come dimensione<br />
essenziale<br />
indipendente
…per …per il il momento momento ci ci fermiamo fermiamo qui… qui…<br />
Safran – Muran<br />
Maria Ponsi<br />
1995<br />
2000a, b<br />
2000<br />
Negoziazione<br />
intersoggettiva<br />
Rotture e ricomposizioni<br />
dell’AT<br />
Interazioni collaborative
Gli Gli strumenti strumenti di di misurazione misurazione nel nel processo processo di di definizione definizione del del concetto concetto<br />
di di alleanza alleanza terapeutica terapeutica<br />
Autore<br />
Orlinsky –<br />
Howard<br />
Lester Luborsky<br />
Adam Horvath<br />
Anno<br />
1972<br />
1986<br />
1976<br />
1994<br />
1981<br />
1991<br />
Teoria<br />
Attenzione al<br />
processo e<br />
all’outcome all’ outcome<br />
Helping Alliance<br />
Tipo 1 passivo<br />
Tipo 2 consapevole<br />
Modello panteorico<br />
di Bordin<br />
Meta Analisi<br />
Strumento<br />
TBS<br />
Therapeutic Bond Scale<br />
PHAS<br />
Penn Helping Alliace<br />
Rating<br />
WAI<br />
Working Alliance<br />
Inventory
… continua …<br />
Hartley - Strupp<br />
Gaston -<br />
Marmar<br />
1983<br />
1988<br />
1991<br />
Modelli di Greenson<br />
– Luborsky –<br />
Bordin<br />
Ricerche sullo<br />
sviluppo precoce<br />
dell’AT<br />
Quattro dimensioni<br />
indipendenti di<br />
alleanza:<br />
1.Capacità 1. Capacità di lavoro<br />
del paziente;<br />
2.Impegno 2. Impegno del<br />
paziente<br />
3.Consenso 3. Consenso sulla<br />
strategia di lavoro<br />
4.Comprensione 4. Comprensione e<br />
coinvolgimento del<br />
terapeuta<br />
VTAS<br />
Vanderbilt<br />
Therapeutic<br />
Alliance Scale<br />
CALPAS<br />
California<br />
Psychoterapy<br />
Alliance Scale
Perché la ricerca empirica<br />
sull’alleanza?<br />
Perché la ricerca ha confermato la<br />
validità del concetto di alleanza<br />
come fattore comune a tutte le<br />
relazioni terapeutiche
Indirizzi guida sulla ricerca in tema di<br />
alleanza negli ultimi 10 anni<br />
Relazione tra alleanza e outcome nel trattamento<br />
Fattori che favoriscono lo sviluppo dell’alleanza<br />
( caratteristiche del paziente e caratteristiche del<br />
terapeuta)<br />
Convergenze e divergenze nelle valutazioni<br />
fornite da paziente / terapeuta / osservatore<br />
Andamento dell’Alleanza nel tempo
Andamento dell’alleanza in relazione alle<br />
fasi temporali della terapia:<br />
Stadi precoci (la misurazione dell’alleanza nelle prime fasi<br />
del trattamento sembra essere la più predittiva rispetto<br />
all’outcome all’ outcome)<br />
Stadi intermedi (ricerche con risultati più contradditori. I<br />
ricercatori sostengono che il processo terapeutico passi<br />
attraverso cicli di rotture e riparazioni dell’alleanza e che tali tali<br />
cicli ricapitolino l’essenza delle problematiche del paziente)<br />
Stadi finali (la qualità della relazione terapeutica alla fine del<br />
trattamento sembra avere implicazioni di rilievo sul<br />
mantenimento dei cambiamenti terapeutici a lungo termine)
Segni positivi nell’alleanza durante le<br />
prime fasi della terapia sono predittori<br />
significativi dell’esito finale del<br />
trattamento, mentre precoci segni<br />
negativi di alleanza sono predittori<br />
meno affidabili
Alleanza di tipo 1<br />
Il pz sente che il terapeuta lo sostiene e si comporta in<br />
maniera cordiale<br />
Il pz pensa che il terapeuta lo stia aiutando<br />
Il pz si sente cambiato grazie al trattamento<br />
Il pz sente di avere un legame affettivo con il terapeuta<br />
lo rispetta e lo stima<br />
Il pz nutre fiducia nel valore del processo terapeutico
Alleanza di tipo 2<br />
Il pz vive la collaborazione con il terapeuta come uno<br />
sforzo congiunto<br />
Il pz condivide con il terapeuta alcune opinioni<br />
sull’origine dei propri problemi<br />
Il pz ha fiducia nel fatto di essere sempre più capace di<br />
cooperare con il terapeuta<br />
Il pz evidenzia capacità simili a quelle del terapeuta<br />
nell’utilizzare strumenti per la comprensione
Working Alliance Inventory, Inventory,<br />
WAI -<br />
Horvath, Horvath,<br />
1981,1982<br />
Scala che si basa sul modello di Bordin (1975)<br />
per il quale l’alleanza si riferisce a un<br />
rapporto collaborativo tra paziente e<br />
terapeuta dove entrambi hanno un ruolo<br />
attivo nel perseguire gli obiettivi terapeutici
Legame (Bond): confidenza –<br />
accettazione – fiducia reciproca<br />
Compiti (Task): accordo sulle attività<br />
terapeutiche alla base del processo<br />
terapeutico<br />
Obiettivi (Goal): accordo sugli scopi da<br />
raggiungere tramite il processo<br />
terapeutico
Miglioramento dell’alleanza e outcome<br />
positivo:<br />
Prendere in considerazione le difese del pz<br />
Prendere in considerazione l’aspettativa di colpa<br />
e punizione del pz<br />
Prendere in considerazione i sentimenti<br />
problematici in relazione al T<br />
Collegare i sentimenti problematici del pz in<br />
relazione al T con le difese del pz
Rotture nell’alleanza terapeutica<br />
(Safran Safran e Muran, Muran,<br />
1990, 1998)<br />
Interruzioni di emozioni positive tra pz e T<br />
Ovvero<br />
Interruzione della collaborazione del lavoro
Modello della risoluzione della rottura<br />
dell’alleanza terapeutica<br />
(relativo alle psicoterapie brevi)<br />
Prestare attenzione alla rottura<br />
Esplorare l’esperienza di rottura<br />
Esplorare l’evitamento l’ evitamento<br />
Affermare o esprimere i sentimenti<br />
sottostanti
Il P evidenzia un<br />
segnale di rottura<br />
Il T fa focalizzare<br />
il P sull’esperienza<br />
immediata<br />
Il P esprime<br />
i sentimenti<br />
negativi insieme<br />
al segnale di rottura<br />
Il P evidenzia un<br />
blocco<br />
Il T facilita l’autoaffermazione<br />
o<br />
l’espressione dei<br />
desideri<br />
Il T esamina<br />
il blocco<br />
Il P si auto-afferma<br />
o esprime desideri<br />
e/o<br />
bisogni<br />
Il P esplora<br />
Il blocco<br />
Il T convalida<br />
l’espressione di<br />
desideri<br />
e/o bisogni
IVAT<br />
Indice di valutazione<br />
dell’alleanza terapeutica<br />
Proposta di valutazione dell’alleanza<br />
terapeutica a partire dai trascritti delle<br />
sedute<br />
(Lingiardi Lingiardi)
Indice di valutazione dell’alleanza<br />
terapeutica<br />
Proposta di valutazione dell’alleanza<br />
terapeutica a partire dai trascritti delle<br />
sedute (approccio tendenzialmente<br />
trascurato dalle ricerche)<br />
Scala costruita a partire dalle ricerche<br />
degli ultimi dieci anni da Safran sul<br />
processo della rottura e risoluzione<br />
dell’alleanza
Struttura della scala IVAT<br />
Si compone di due parti:<br />
Interventi del terapeuta (IVAT –T) T)<br />
Dedicati alla risoluzione della rottura. Interventi di tipo<br />
esplicito o Resolution Marker<br />
Trascritti del Pz ( IVAT-P) IVAT<br />
Marker diretti (22)<br />
Marker indiretti (11)<br />
P) suddivisa in:
TRANSFERT,<br />
CONTROTRANSFERT<br />
E RELAZIONE REALE
I processi di transfert e <strong>controtransfert</strong> sono gli elementi<br />
distintivi del trattamento psicoanalitico; gli psicoanalisti<br />
condividono la convinzione che è soprattutto all’interno all interno<br />
della relazione analitica, nella comunicazione tra due<br />
persone, che avviene il cambiamento che libera dalla<br />
malattia.<br />
La scoperta che i pazienti rivivono e rivelano i conflitti<br />
cruciali della loro vita psichica nella relazione analitica si è<br />
rivelata straordinaria.
<strong>Transfert</strong><br />
“Designa, nella psico<strong>analisi</strong>, il processo in cui i desideri inconsci inconsci<br />
si<br />
attualizzano su determinati oggetti nell’ambito di una<br />
determinata relazione stabilita con essi e soprattutto nell’ambito nell’ambito<br />
della relazione analitica.<br />
Si tratta di una ripetizione di prototipi infantili che è vissuta vissuta<br />
con un<br />
forte senso di attualità.[…]<br />
Il transfert è tradizionalmente riconosciuto come il terreno in cui si<br />
svolge la problematica di una cura psicoanalitica, la sua<br />
impostazione, le sue modalità, la sua interpretazione e la sua<br />
risoluzione.”<br />
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psico<strong>analisi</strong>, p. 643-644)
<strong>Transfert</strong><br />
“È particolarmente difficile proporre una definizione del transfert. transfert.<br />
Questo concetto ha infatti assunto per molti autori un’estensione un’estensione<br />
assai ampia fino ad abbracciare tutti i fenomeni inerenti alla<br />
relazione del paziente con lo psicoanalista; esso esprime quindi, quindi,<br />
più che qualsiasi altro concetto, le concezioni di ciascun analista analista<br />
in merito alla cura, al suo oggetto, alla sua dinamica, alla sua<br />
tattica, ai suoi obiettivi, ecc. Per questo il concetto di transfert transfert<br />
racchiude tutta una serie di problemi che sono oggetto di dibattiti dibattiti<br />
classici”.<br />
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psico<strong>analisi</strong>, p. 644)
• <strong>Transfert</strong> considerato<br />
una resistenza<br />
• Prima topica <br />
movimento di desiderio<br />
• La ripetizione avviene<br />
secondo il principio del<br />
piacere<br />
Il transfert secondo Freud<br />
Svolta del 1920<br />
• <strong>Transfert</strong> considerato come<br />
motore della cura<br />
• Seconda topica pulsione<br />
come azione interna, automatismo<br />
• <strong>Transfert</strong> come risultato della<br />
coazione a ripetere (fattore<br />
compulsivo che tende a ripetere<br />
una costellazione che risale<br />
all’infanzia)
Formulazione freudiana del concetto di pulsione di morte<br />
nella cura<br />
Critiche e proposte alternative Scuola inglese <strong>analisi</strong><br />
efficace solo se riduce i suoi<br />
interventi alla formulazione di<br />
Scuola francese distinzione tra<br />
interpretazioni nel transfert e<br />
interpretazioni di transfert<br />
interpretazioni di transfert<br />
Inconvenienti:<br />
1. Limitazione della libertà e<br />
spontaneità del discorso<br />
2. Rischio di suggestione sotto<br />
forme camuffate
Riconoscimento del transfert legato all’inconscio:<br />
il discorso dell’analizzando può seguire un percorso spezzato o<br />
ripiegarsi in numerosi meandri prima di arrivare a un momento<br />
fecondo in cui il transfert si manifesta completamente<br />
Diversi tipi di transfert (cfr. pazienti nevrotici/psicotici)<br />
Differenza tra:<br />
• il transfert della cura classica di un nevrotico, che serve da base di<br />
descrizione per il suo studio<br />
• il transfert, dissimulato dietro le sue manifestazioni più rumorose, di un<br />
paziente schizofrenico<br />
• il transfert, dall’interpretazione più disagevole, di un paziente<br />
depresso, perverso o psicosomatico
Questioni aperte<br />
In che misura quanto accade nella cura deriva dalla ripetizione<br />
dell’antico e concerne non tanto ciò che è stato ripetuto, ma al<br />
contrario ciò che non è mai stato vissuto?<br />
In quale misura l’offerta dell’analista non costituisce un invito<br />
implicito al transfert, mentre sono secondarie le domande<br />
dell’analizzando?<br />
In quale misura il dispositivo stesso dell’<strong>analisi</strong>, la cornice,<br />
partecipa alla produzione del transfert? [favorisce la regressione]<br />
Si può considerare il transfert come l’espressione spontanea e<br />
unipolare di una situazione di scambio tra due poli? [dimensione<br />
asimmetrica della relazione!]
Catena della relazione discorsiva<br />
Sogno (regressione del sonno)<br />
Pensiero riflessivo<br />
analista<br />
Regressione topica in<br />
seduta (veglia)<br />
<strong>Transfert</strong> non è un blocco uniforme<br />
Attenzione dell’analista<br />
(sospesa)
Il doppio transfert di Green<br />
<strong>Transfert</strong> sulla parola<br />
Conversione di tutti gli<br />
avvenimenti psichici in<br />
discorso (dimensione<br />
intrapsichica e<br />
intersoggettiva)<br />
Conscio-preconscio<br />
Processo secondario<br />
Io-soggetto<br />
(autoreferenzialità)<br />
<strong>Transfert</strong> sull’oggetto<br />
dimensioni che non<br />
possono essere contenute nel<br />
discorso<br />
Inconscio<br />
Processo primario
Concezione di Freud troppo monopolare<br />
È necessaria<br />
un’articolazione<br />
tra:<br />
Punto di vista<br />
intrapsichico<br />
Prospettiva<br />
intersoggettivista<br />
Coppia pulsioneoggetto<br />
= base<br />
dello psichismo<br />
Dimensione terza: triangolazione edipica, ma<br />
anche là ed allora (non solo qui ed ora)
I concetti di transfert e <strong>controtransfert</strong> hanno<br />
subito un’evoluzione un evoluzione all’interno all interno delle<br />
considerazioni sulla tecnica psicoanalitica.<br />
Inizialmente, il transfert viene considerato<br />
utile come base per l’interpretazione l interpretazione e non<br />
per le sue caratteristiche relazionali.<br />
In seguito ci si approccia al transfert<br />
riflettendo e lavorando soprattutto sugli<br />
aspetti difensivi (Gray ( Gray, , 1994).
Loewald (1971, 1975, 1986) riconosce la teatralità teatralit del<br />
transfert: le interazioni sono forme artistiche alimentate dal<br />
processo primario e da intensi affetti. Loewald afferma<br />
“Credo Credo che sia sconsiderato, anzi impossibile, trattare il<br />
transfert e il <strong>controtransfert</strong> come problemi separati. Sono<br />
le due facce della stessa dinamica, radicata<br />
nell’inestricabile nell inestricabile intreccio con gli altri da cui la vita<br />
individuale ha origine e che resta in innumerevoli<br />
elaborazioni, derivati e trasformazioni. Una di queste<br />
trasformazioni si manifesta nell’incontro nell incontro analitico” analitico<br />
(Loewald Loewald, , 1986).<br />
Empatia, investimento emotivo dell’analista dell analista e capacità capacit di<br />
tollerare gli affetti estremi sono gli elementi centrali del<br />
potenziale curativo del trattamento psicoanalitico.
Controtransfert<br />
“Insieme delle reazioni inconsce dell’analista alla persona<br />
dell’analizzato e più particolarmente al suo transfert”<br />
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psico<strong>analisi</strong>, p. 107)
Controtransfert<br />
I sentimenti, le fantasie e gli atteggiamenti<br />
dell’analista nella situazione analitica hanno la loro<br />
origine nella psicologia dell’analista, in quella del<br />
paziente o nella loro interazione?<br />
Il termine <strong>controtransfert</strong> va riferito a una gamma<br />
ristretta di sentimenti, fantasie e risposte dell’analista<br />
alla situazione analitica o riguarda tutte le sue<br />
reazioni?<br />
Rispetto alla conduzione dell’<strong>analisi</strong>, il<br />
<strong>controtransfert</strong> è un’interferenza, un ostacolo o una<br />
risorsa?
Controtransfert<br />
Come possiamo concettualizzare un uso “terapeutico”<br />
delle esperienze controtransferali? controtransferali?<br />
Più in particolare,<br />
quanto e quando è opportuno comunicare al paziente<br />
tali esperienze?<br />
Infine, il termine <strong>controtransfert</strong> è da considerarsi<br />
superato e dovrebbe lasciare il posto a espressioni<br />
quali “transfert dell’analista” oppure “cotransfert “ cotransfert”? ”?<br />
(Orange M.D. (1995) La comprensione emotiva, Roma: Astrolabio, 2001)<br />
Fonte:<br />
Lingiardi V. & Girosi M.A. (2002). Il <strong>controtransfert</strong>. Note di storia e<br />
geografia. Setting, 13, 37-72
Freud<br />
Si accorge tardi del fenomeno<br />
Ne parla ufficialmente a Norimberga<br />
(1910)<br />
La controtranslazione insorge nel medico<br />
per influsso del paziente sui suoi<br />
sentimenti inconsci<br />
L’analista deve essere capace di<br />
riconoscerla e padroneggiarla attraverso<br />
l’auto<strong>analisi</strong>
Il controtranferet<br />
Kernberg (1965) distingue:<br />
- Approccio classico: classico:<br />
il <strong>controtransfert</strong> comprende<br />
quelle reazioni inconsce patologiche dell’analista nei<br />
confronti del paziente che riflettevano conflitti irrisolti e<br />
dovevano essere padroneggiati per poter lavorare in<br />
modo proficuo. È un’interferenza-ostacolo un’interferenza ostacolo da superare.<br />
- Approccio totalistico: totalistico:<br />
il <strong>controtransfert</strong> comprende il<br />
totale delle risposte dell’analista consce o inconsce ed è<br />
uno strumento indispensabile per la comprensione del<br />
paziente.
Ferenczi (Diario Clinico) mostra l’importanza del <strong>controtransfert</strong><br />
nella cura dei pazienti difficili<br />
Heimann (articolo del 1950) difende l’idea che il <strong>controtransfert</strong> sia<br />
la conseguenza di un desiderio inconscio del paziente di far<br />
partecipe l’analista di affetti che egli prova ma non può né<br />
riconoscere né verbalizzare<br />
Neyraut sostiene la precedenza del controtransfer sul transfert<br />
Posizioni opposte a quella di Freud
Sviluppi del concetto di <strong>controtransfert</strong><br />
Winnicott (1948), Little (1951), Searles (1958): importanza<br />
del <strong>controtransfert</strong> come strumento di lavoro<br />
Balint: Balint:<br />
spostamento da una psico<strong>analisi</strong> monopersonale a<br />
una bipersonale. bipersonale.<br />
La situazione analitica è vista come il<br />
risultato di un’interazione tra il transfert del paziente e il<br />
controtranfert dell’analista<br />
Stern (1924) distingue due tipi di <strong>controtransfert</strong>:<br />
- il primo scaturisce dai conflitti personali irrisolti dell’analista dell’analista<br />
ed è un ostacolo alla comprensione del paziente<br />
- il secondo è da considerare una risposta al transfert del<br />
paziente e può essere utilizzato dall’analista per far emergere<br />
i suoi sentimenti e le sue fantasie e per far risuonare il suo<br />
inconscio in sintonia con quello del paziente
Europa e America<br />
Klein (1946) ha incluso il meccanismo<br />
dell’identificazione proiettiva tra le ipotesi sullo<br />
sviluppo emotivo del bambino nei primi mesi di vita.<br />
Attraverso l’identificazione proiettiva il bambino scinde<br />
da sé le parti cattive e le proietta sulla madre allo scopo<br />
di prenderne possesso<br />
Bion coglie l’aspetto positivo dell’identificazione<br />
proiettiva, che riporterà nella diade analitica attraverso<br />
la metafora del contenitore-contenuto<br />
contenitore contenuto
Europa e America<br />
W. e M. Baranger (1961-1962), (1961 1962), vedono la situazione<br />
analitica come un campo dinamico strutturato da una<br />
relazione bipersonale<br />
Winnicott: Winnicott:<br />
analista-madre<br />
analista madre-sufficientemente<br />
sufficientemente-buona buona<br />
Spazio analista paziente:<br />
- i kleiniani intrapsichici<br />
ritengono vada analizzato in termini<br />
- gli indipendenti lo considerano come il luogo nel quale<br />
paziente e analista possono inventare e vivere una<br />
relazione spontanea e creativa
Cambiamento di prospettiva in America<br />
L’analizzato viene considerato un partner nel<br />
processo analitico. L’<strong>analisi</strong> è una co-creazione co creazione in<br />
cui paziente e analista lavorano insieme (Spence ( Spence<br />
1982)<br />
Shafer (1997) l’<strong>analisi</strong> ha il suo fulcro nelle<br />
narrazione. Fondamentale è la memoria, che<br />
stabilisce e arricchisce il contesto del significato nel<br />
processo analitico<br />
In quest’ottica transfert e <strong>controtransfert</strong> sono<br />
intesi come esperienze che analizzato e analista<br />
fanno della relazione
Cambiamento di prospettiva in America<br />
Entrambi rendono possibile nel corso dell’<strong>analisi</strong> la<br />
costruzione di una narrazione condivisa, che<br />
trasforma l’esperienza del paziente in una storia<br />
coerente<br />
Orange (1995) il concetto tradizionale di<br />
<strong>controtransfert</strong> ha in sé una connotazione negativa<br />
suggerisce un’opposizione, una necessità di “stare<br />
lontani” dall’esperienza del paziente<br />
L’analista si trova scoperto in un gioco di<br />
osservatore-osservato, osservatore osservato, dove è in discussione il suo<br />
stesso modo di essere e l’esplorazione della propria<br />
soggettività diventa una precondizione necessaria
Intersoggettività, self-disclosure<br />
self disclosure<br />
Psico<strong>analisi</strong> statunitense il concetto di<br />
intersoggettività può fornire un importante aiuto<br />
alla comprensione analitica<br />
Si è sviluppata l’idea secondo cui l’analista, in alcuni<br />
momenti della terapia, può rivelare se stesso (self ( self-<br />
disclosure) disclosure)<br />
come soggetto: la personalità del<br />
terapeuta è sempre presente nel qui ed ora<br />
La self-disclosure<br />
self disclosure: : elemento importante della<br />
creazione dell’alleanza
Intersoggettività, self-disclosure<br />
self disclosure<br />
Jacobson (1999) tre tipi di self-disclosure<br />
self disclosure:<br />
1. Comportamenti “rivelatori” verbali e/o non verbali<br />
messi in atto dall’analista<br />
2. Condividere con il paziente il racconto di certe<br />
esperienze soggettive<br />
3. Rispondere a certe domande personali fatte dal<br />
paziente<br />
-Il Il significato della self – disclosure sarebbe quello di<br />
aumentare il livello di conoscenza e quindi di<br />
trasformazione intersoggettiva e intrapsichica nel corso<br />
dell’esperienza analitica
Movimento intersoggettivista (USA) (nato come reazione all’ego<br />
psychology) contestazione intersoggettiva (O. Renik)<br />
La presa di coscienza da parte dell’analista del proprio<br />
<strong>controtransfert</strong> è sempre preceduta da una manifestazione<br />
comportamentale (enactment enactment) simmetria tra analista e<br />
analizzato (critiche dell’autore dell’<strong>analisi</strong> intersoggettivista)
Enactment<br />
Il termine veniva usato per indicare che il paziente, nella<br />
situazione analitica metteva in atto comportamenti il cui<br />
significato aveva radici nel suo passato, mentre oggi si<br />
tende a usarlo anche in relazione al fatto che, alla messa<br />
in atto del paziente, spesso corrisponde un’analoga<br />
messa in atto dell’analista<br />
Jacobson (1991) introduce il concetto di enactment di<br />
<strong>controtransfert</strong> per spiegare dimensioni del transfert-<br />
<strong>controtransfert</strong> che operano al di fuori della coscienza
La prospettiva di ascolto e la sua<br />
influenza sul <strong>controtransfert</strong><br />
Fosshage (1994) definisce il <strong>controtransfert</strong><br />
come l’esperienza che l’analista fa del paziente<br />
L’analista è un copartecipante nella percezione e<br />
nella costruzione del processo analitico
La prospettiva di ascolto e la sua influenza<br />
sul <strong>controtransfert</strong><br />
La personalità dell’analista e la scelta del modello teorico<br />
condizionano l’esperienza, che dipende dall’uso di due<br />
prospettive di ascolto:<br />
- Centrata sul soggetto: fondamentale per gli psicologi del sé.<br />
L’analista entra in risonanza con gli affetti e le esperienze del del<br />
paziente dal punto di vista del paziente<br />
- Centrata sull’altro: utilizzata dagli analisti relazionali e<br />
interpersonali. L’analista fa esperienza del paziente dal punto di<br />
vista di un’altra persona che è in relazione con il paziente<br />
Per Fosshage fondamentale è un’oscillazione tra le due<br />
prospettive.<br />
Fosshage propone di sostituire al termine <strong>controtransfert</strong><br />
l’espressione esperienza che l’analista fa dell’analizzando.
La situazione attuale nell’ambito nell ambito della tradizione più pi<br />
classica è quella di un dibattito continuo, all’interno all interno e tra<br />
i diversi orientamenti, sullo status, la funzione e i limiti<br />
dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> del <strong>controtransfert</strong> (Gabbard ( Gabbard, , 1995).<br />
Nel lavoro di Jacobs (1991) il controtranfert non è un<br />
problema, ma una soluzione, un registro necessario per il<br />
lavoro analitico; i significati, essendo così cos intimamente<br />
co-costruiti co costruiti, , richiedono inevitabilmente che l’analista l analista<br />
comprenda ed esamini a fondo la sua parte in queste<br />
complesse comunicazioni.
Per Jacobs e Smith (Jacobs ( Jacobs, , 2001; Smith, 1999, 2000,<br />
2003) e per gli analisti più pi orientati verso le<br />
relazioni oggettuali, come Ogden (1994, 1995) e<br />
Gabbard (1994), la soggettività soggettivit dell’analista dell analista è un<br />
elemento cruciale nell’auto<strong>analisi</strong>, nell auto<strong>analisi</strong>, che fa progredire<br />
il lavoro analitico. Secondo Smith (2003) il<br />
controtranfert è insieme una resistenza e un<br />
propulsore necessario al cambiamento
Si deve agli sviluppi del pensiero kleiniano la comprensione<br />
di molti dei potenti effetti che i processi intersoggettivi<br />
hanno sull’analista, sull analista, l’analizzando l analizzando e il trattamento.<br />
Per Bion (1959, 1961) la rêverie verie materna controtransferale è<br />
equivalente al lavoro analitico, gli strumenti analitici<br />
sono strutture permeabili, attraverso le quali fantasie<br />
arcaiche, compresi desideri e fantasie distruttive e<br />
aggressive, possono venire alla luce e diventare<br />
occasione per il lavoro interpretativo.<br />
La sintonizzazione dell’approccio<br />
dell approccio kleiniano sul<br />
controtranfert utilizza questi fenomeni primariamente<br />
come fonte di dati clinici sulle dinamiche del paziente.
Winnicott è una figura fondamentale per la nascita delle idee<br />
sul <strong>controtransfert</strong>; egli non solo riconosce l’inevitabilit l inevitabilità<br />
dell’aggressivit<br />
dell aggressività e dell’odio dell odio dell’analista, dell analista, ma ne sottolinea<br />
anche l’utilit l utilità clinica (1947, 1950).<br />
L’odio odio è visto come un modo di tracciare i confini e facilita la<br />
separazione e la capacità capacit dell’analizzando dell analizzando di distinguere<br />
fantasia e realtà, realt , così cos da diminuire il suo pericoloso senso di<br />
onnipotenza.<br />
L’odio odio dell’analista, dell analista, in questo modo, diventa un ingrediente<br />
fondamentale del cambiamento nell’analizzando.<br />
nell analizzando.
Nella tradizione del gruppo britannico degli<br />
indipendenti, queste idee sono state sviluppate nel<br />
lavoro di Sandler (1976) e di Bollas (1979, 1987),<br />
costituendo un ponte tra il pensiero di Winnicott e<br />
quello di Fonagy. Fonagy<br />
Bollas si interessa all’uso all uso della rêverie verie<br />
controtranferale come fonte del lavoro analitico, ma<br />
soprattutto all’effetto all effetto trasformativo che hanno gli<br />
stati affettivi non verbali rispetto all’interpretazione.<br />
all interpretazione.
Il lavoro di Fonagy sul tranfert e <strong>controtransfert</strong><br />
riprende la tradizione di Bowlby sui profondi<br />
pattern relazionali dell’attaccamento dell attaccamento primario, a<br />
cui si connota un’attenzione un attenzione sulla funzione della<br />
mentalizzazione nel <strong>controtransfert</strong> dell’analista.<br />
dell analista.<br />
Secondo Fonagy (Fonagy Fonagy et al., 2001, 2003) il<br />
cambiamento avviene non attraverso<br />
l’interpretazione, interpretazione, ma attraverso il tenere nella<br />
mente dell’analista dell analista il processo disconosciuto nel<br />
paziente, fino a quando, attraverso transazione<br />
relazionali, la capacità capacit di mentalizzare non venga<br />
indotta nell’analizzando.<br />
nell analizzando.
Lacan (1966) affronta i temi del transfert e <strong>controtransfert</strong><br />
come discorso, secondo lui il transfert può pu essere<br />
trasformativo quando si rivolge all’inconscio all inconscio portato nel<br />
discorso; è parte della resistenza quando le esperienze<br />
relazionali assumono la forma di elementi preedipici, preedipici,<br />
immaginari, sensoriali o narcisistici.<br />
L’autorit autorità secondo lui risiede nell’inconscio nell inconscio dell’analizzando,<br />
dell analizzando,<br />
per quanto spesso proiettata sull’analista. sull analista. Il compito<br />
analitico è quello di essere sintonizzati con i segnali del<br />
discorso dell’analizzando, dell analizzando, con le elaborazioni dei desideri<br />
e delle pulsioni inconsce.
La posizione interpersonale di Wolstein (1956, 1971) non<br />
nega l’esistenza l esistenza di un mondo interno di oggetti e<br />
identificazioni, ma rifiuta di focalizzarsi su quel mondo nel<br />
transfert. In questa tradizione c’è c’è<br />
una sorta di avversione<br />
per la regressione. Il focus di Wolstein è sull’unicit sull unicità<br />
dell’individuo dell individuo e l’esperienza l esperienza nucleare del Sé, S , così cos come<br />
vissuta nella diade analitica.<br />
Levenson (1972) ritiene l’invischiamento<br />
l invischiamento dell’analista dell analista nel<br />
transfert come cruciale per il cambiamento analitico.<br />
Gli analisti interpersonali contemporanei si basano su un<br />
modello ermeneutico di conversazioni cliniche, verità verit co-<br />
costruite e decentramento dell’autorit dell autorità analitica.
Per Blechner (1995) il paziente necessita di assumere la<br />
soggettività soggettivit dell’analista dell analista allo scopo di esplorare qualcosa che<br />
non è ancora emerso nella loro psiche cosciente; qui il<br />
<strong>controtransfert</strong> viene offerto come uno spazio transizionale per<br />
l’analizzando.<br />
analizzando.<br />
La psicologia del Sé S di Kohut si concentra sugli aspetti benefici<br />
e mutativi del transfert positivo; molta importanza è attribuita<br />
a un ascolto clinico attento, acuto e sintonico e al tentativo di di<br />
rispecchiare nel modo più pi aderente possibile l’esperienza l esperienza<br />
emozionale dell’analizzando.<br />
dell analizzando.
L’idealizzazione idealizzazione dell’analista dell analista (come indice di<br />
ostilità ostilit e protezione preoccupata in termini<br />
kleiniani dell’analista)<br />
dell analista) è considerata qui la<br />
chiave del cambiamento psichico.<br />
Il <strong>controtransfert</strong> è stato relativamente poco<br />
teorizzato fino alla nascita dell’interesse dell interesse per<br />
l’intersoggettivit<br />
intersoggettività e la co-costruzione<br />
co costruzione (Storolow Storolow<br />
et al., 1997; 2001).<br />
2001)
La prospettiva relazionale<br />
Secondo Mitchell (1993, 1997) gli effetti controtransferali sono<br />
il motore che aziona la dinamica psichica. Il lavoro analitico<br />
consiste nell’analizzare il processo attraverso cui si arriva a<br />
momenti di impasse, in cui la coppia analitica si trova in<br />
momenti di disperato sconforto, senza i quali, tuttavia,<br />
l’analista non è spronato a lavorare sulla comprensione e<br />
sull’identificazione.<br />
Secondo Aron (1996) le relazioni possono essere<br />
reciprocamente permeabili e rivelatrici, il lavoro analitico è<br />
comunque sempre una co-costruzione.<br />
Ehrenberg (1992) pone l’accento sui legami affettivi con i<br />
pazienti, cioè sul potere trasformativo di vivere e funzionare<br />
ad un alto livello affettivo, in cui gli stati emotivi e la<br />
soggettività dell’analista sono decisamente presenti.
Con l’interesse l interesse per il <strong>controtransfert</strong> e con l’apertura l apertura e la<br />
rivisitazione della matrice intersoggettiva della relazione, la<br />
questione del contributo dell’analista dell analista ha preso una nuova<br />
direzione nella distinzione tra tecnica del reale e quella del<br />
rappresentato (Hoffman, 1998; Greenberg, Greenberg,<br />
2001), evitando<br />
estremismi, tracciando confini e riflettendo sulle violazioni di<br />
questi confini.<br />
In conclusione si può pu affermare che il parlare cura, attraverso<br />
l’interdipendenza interdipendenza del transfert e gli effetti del discorso. Il<br />
linguaggio aiuta il paziente a costruire una storia,<br />
assumersene la responsabilità, responsabilit , renderla coerente e<br />
differenziarla; il potere costitutivo del discorso dipende,<br />
inoltre, sempre dalle intense relazioni oggettuali nascoste al<br />
loro interno.
Un dilemma riguardo alla tecnica è se vi sia, in aggiunta alle<br />
esperienze di transfert e <strong>controtransfert</strong>, anche una<br />
relazione reale.<br />
Lipton (1977) sostiene la presenza di una simile distinzione<br />
nel pensiero freudiano e Greenson (1967) distingue tra<br />
aspetti nevrotici e non nevrotici della relazione tra<br />
analizzando e analista e tenendo separata l’ l “alleanza alleanza<br />
terapeutica” terapeutica e la relazione reale.ù reale.<br />
L’alleanza alleanza comprende elementi di continuità, continuit , impegno, modo<br />
di stare all’interno all interno dell’ora, dell ora, gestione del tempo e del<br />
denaro.<br />
La relazione reale è un aspetto che appartiene a fasi più pi<br />
avanzate dell’<strong>analisi</strong>; dell <strong>analisi</strong>; egli parla di genuinità, genuinit , di una<br />
considerazione anche della realtà realt extra-analitica<br />
extra analitica<br />
dell’analista.<br />
dell analista.
Esercitazione<br />
Dopo Dopo una una cauta cauta self--disclosure<br />
self disclosure del del terapeuta, terapeuta, il il paziente paziente<br />
risponde risponde pieno pieno di di sollievo sollievo dicendo dicendo che che sapere sapere quanto quanto<br />
l’analista l’analista gli gli ha ha rivelato rivelato di di sé sé lo lo aiuta aiuta veramente veramente molto. molto.<br />
Subito Subito dopo dopo racconta racconta di di una una persona persona in in macchina macchina che che non non<br />
ha ha rispettato rispettato la la precedenza precedenza a a uno uno STOP STOP e e l’ha l’ha investito investito<br />
facendogli facendogli battere battere la la testa testa per per terra, terra, facendogli facendogli perdere perdere la la<br />
memoria memoria e e facendolo facendolo restare restare a a lungo lungo disorientato.<br />
disorientato.<br />
Cosa sembra dire il paziente? Quale tipo di risposta dovrebbe<br />
essere data a questa comunicazione?
Il ruolo della persona<br />
dell’analista nell’ambito<br />
della cura<br />
Stefano Bolognini
La persona dell’analista come fattore<br />
variabile nell’ambito della cura<br />
D. Lopez (2003) “per “ per-sonare sonare” ” : indica quella ricca<br />
risonanza individuale dell’analista come essere umano.<br />
L’analista è in grado di riconoscere e di elaborare negli<br />
altri e con gli altri ciò che ha conosciuto ed elaborato<br />
esperienzialmente in proprio in quanto persona<br />
Il fattore personale dell’analista gioca un ruolo<br />
fondamentale nel lavoro con il paziente, al pari dei<br />
fattori sovra-personali sovra personali della teoria e della tecnica.
L’<strong>analisi</strong> personale provvede a migliorare l’assetto e il<br />
funzionamento individuali, e a conferire tridimensionalità e<br />
praticabilità al mondo interno del terapeuta; ma non può<br />
garantire la ricchezza interiore o la dotazione di talenti<br />
trasformativi, risultando meno decisiva dell’originaria<br />
formazione infantile<br />
Freud: Freud:<br />
anche le caratteristiche peculiari dell’analista devono<br />
essere prese in considerazione tra i fattori che influenzano<br />
le prospettive della cura analitica, e che possono renderla<br />
più difficoltosa. Gli analisti non sempre hanno raggiunto<br />
nelle loro stessa personalità quel tanto di normalità psichica<br />
alla quale intendono educare i loro pazienti<br />
La selezione degli aspiranti psicoanalisti è una responsabilità<br />
fondamentale cui l’istituzione psicoanalitica non deve<br />
sottrarsi, per la tutela dell’interesse dei pazienti e per il<br />
mantenimento di un elevato standard scientifico e<br />
professionale al suo interno
La persona dell’analista e i suoi gradienti<br />
di funzionamento (Antonino Ferro)<br />
Centralità dell’analista come persona e del suo<br />
funzionamento mentale in seduta<br />
L’analista non può essere uno specchio neutrale; la vita<br />
vissuta, le gioie, le sofferenze, co-determinano<br />
co determinano le<br />
vicissitudini dell’incontro analitico<br />
Conta di più quello che fa l’analista rispetto a quello che<br />
dice. Per fare si intendono quelle operazioni mentali<br />
che l’analista compie in presenza del paziente<br />
La mente dell’analista lo induce a funzionare o a<br />
disfunzionare in un certo modo con i pazienti
Cambiamento dell’assetto della coppia<br />
analitica<br />
Pensare al paziente come “miglior collega”<br />
La coppia è asimmetrica per quanto riguarda la<br />
responsabilità dell’assetto analitico, ma è sullo stesso<br />
piano per quanto riguarda la co-determinazione co determinazione dei fatti<br />
emotivi nella stanza d’<strong>analisi</strong><br />
Il paziente è il segnalatore di come<br />
funziona/disfunziona<br />
funziona/ disfunziona il campo analitico<br />
L’analista ha una propria costellazione di angosce e<br />
difese che ne costituiscono l’impronta mentale e lo<br />
rende unico
Motivi di variato funzionamento mentale<br />
dell’analista<br />
Malfunzionamento per eccesso di identificazioni<br />
proiettive da parte del paziente che l’analista non riesce<br />
a metabolizzare<br />
Malfunzionamento con un paziente per ingorgo da<br />
identificazioni proiettive da parte di un paziente<br />
precedente<br />
Malfunzionamento da ingorgo emotivo dell’analista<br />
per fatti dolorosi della propria vita<br />
Tutto questo è segnalato dal paziente e può essere il<br />
modo per uscire dalla situazione di sofferenza
Motivi di variato funzionamento mentale<br />
dell’analista<br />
La persona dell’analista è uno dei fattori di guarigione.<br />
R. Speziale Bagliacca: Bagliacca:<br />
non è la metapsicologia che<br />
guarisce ma la persona dell’analista<br />
In periodi difficili della sua vita l’analista deve:<br />
1. Lavorare per recuperare il proprio assetto medio<br />
2. Cercare di metabolizzare le segnalazioni che ci<br />
provengono dal paziente, evitando di attribuire al<br />
paziente cose che non gli appartengono<br />
3. Con i pazienti più gravi è utile segnalare il proprio<br />
momento di difficoltà
Abuso esercitato dall’analista sul paziente<br />
Avviene quando la mente dell’analista è meno disponibile del<br />
solito e questo diviene traumatico per il paziente.<br />
Il paziente sottolinea che il compito dell’analista è quello di<br />
alleggerire il paziente dai suoi pesi e se l’analista è a sua volta volta<br />
ingombro finirà per avere un effetto di incremento dei pesi<br />
nel paziente.<br />
Winnicott: Winnicott:<br />
l’analista deve aspirare ad essere sufficientemente<br />
buono<br />
Spesso è sufficiente un’elaborazione del <strong>controtransfert</strong>, una<br />
focalizzazione auto-analitica, auto analitica, una serie di sogni per recuperare<br />
un funzionamento mentale sufficientemente buono<br />
Se ciò non bastasse sarà dovere dell’analista chiedere un aiuto<br />
per metabolizzare quel qualcosa che lo ingombra in quel<br />
momento
Ripensare il transfert dal<br />
punto di vista delle<br />
neuroscienze
Drew Westen: Westen:<br />
le neuroscienze sono una sorta di<br />
formazione di compromesso<br />
Definizioni del concetto di transfert:<br />
1. Freud: ha elaborato il concetto di transfert partendo<br />
da quello di spostamento, perché nel transfert il<br />
paziente sposta sull’analista sentimenti e conflitti che<br />
ha vissuto nell’infanzia. Il transfert è la riedizione si<br />
antichi conflitti del paziente. Successivamente lo ha<br />
definito come difesa o resistenza<br />
2. Hans Loewald: Loewald:<br />
cala il transfert nel campo delle<br />
relazioni oggettuali. Si può pensare a transfert e<br />
<strong>controtransfert</strong> come a degli enactment<br />
3. Possiamo considerare il transfert come una co-<br />
costruzione di paziente e analista, che interagiscono<br />
nelle situazione analitica
Il transfert secondo Westen<br />
Può essere concepito come il complesso dei modelli di<br />
pensiero, sentimento, motivazione, emozione,<br />
regolazione affettiva e comportamento che emergono<br />
nella relazione terapeutica<br />
Il transfert riflette aspetti della personalità e del<br />
funzionamento inter-soggettivo inter soggettivo del paziente che<br />
emergono in un campo terapeutico ideale influenzato<br />
più dalle dinamiche del paziente che da quelle del<br />
terapeuta
Nella relazione paziente-analista paziente analista possono attivarsi<br />
due processi transferali diversi<br />
Attivazione cognitiva: cognitiva:<br />
un’esperienza attuale che ha origine<br />
nel passato dell’individuo, che è in grado di attivare<br />
sentimenti, motivazioni, conflitti. L’aggettivo “cognitiva” è<br />
utilizzato per specificare che questo tipo di attivazione non<br />
ha un’implicazione motivazionale, benché non venga<br />
esclusa che lungo questi network vi siano degli aspetti<br />
affettivi. Quindi, nello stesso tempo vengono attivati molti<br />
sistemi associativi, che convergono verso una soluzione<br />
specifica<br />
Attivazione edonica. edonica.<br />
È caratterizzata da processi mentali<br />
che si innescano in relazione a stati affettivi positivi o<br />
negativi<br />
Il transfert rappresenta una formazione di compromesso<br />
che riflette forme di attivazione cognitiva ed edonica che<br />
collaborano insieme
Principi della teoria del connessionismo<br />
1 Parallel processing: si suppone che al di fuori della<br />
coscienza si realizzano processi multipli che avvengono<br />
simultaneamente<br />
2 Le rappresentazioni sono come reti neuronali distribuite:<br />
lo stimolo elettrico, che attiva una specifica zona<br />
cerebrale, comincia a distribuirsi e a innescare una rete di<br />
associazioni neuronali per cui un network associativo va a<br />
evocare un’esperienza emozionale<br />
3 Il prodotto dell’integrazione simultanea di meccanismi di<br />
attivazione e di inibizione
Principi della teoria del connessionismo<br />
4 Il cervello seleziona le migliori soluzioni possibili<br />
convergendo su quelle che soddisfano una serie di<br />
vincoli legati alla realtà. Il nostro cervello ha la<br />
funzione di equilibrare attivazioni e inibizioni verso<br />
una soluzione<br />
5 Le rappresentazioni devono essere considerate<br />
potenziali di attivazione. Una rappresentazione è un<br />
circuito neuronale, un network associativo suscettibile<br />
di riattivazione
Il transfert può essere definito :<br />
Come l’attivazione di potenziali che sono<br />
fondati nella storia e nelle dinamiche del<br />
paziente, ma che successivamente si plasmano<br />
nel contesto di network associativi attivi in un<br />
dato momento
In ogni momento i pattern transferali riflettono<br />
l’attivazione di diverse reti neuronali influenzate e<br />
attivate da molteplici fattori:<br />
Caratteristiche di personalità del paziente, il paziente<br />
non collabora con l’analista nella co-costruzione<br />
co costruzione di<br />
qualcosa di indipendente dalla sua storia personale<br />
passata<br />
Caratteristiche del contesto terapeutico:<br />
- Intimità<br />
- Asimmetria<br />
- Uso del lettino
Il terapeuta:<br />
Non può essere del tutto neutrale<br />
Deve distinguere tra reazioni controtransferali<br />
ideosincratiche:<br />
ideosincratiche:<br />
che potano l’impronta delle<br />
dinamiche e della storia personale dell’analista,<br />
e le reazioni controtransferali che ci si può<br />
mediamente attendere: quelle che chiunque<br />
tendezilamente proverebbe in un determinato<br />
momento del processo terapeutico nei confronti<br />
di quel particolare paziente
TERMINE DELL’ANALISI<br />
DELL ANALISI<br />
E RIANALISI
Ogni trattamento psicoanalitico ha in sé s una miscela di due<br />
componenti:<br />
• uno comprende gli insight ottenuti attraverso la scoperta<br />
del materiale rimosso, una nuova conoscenza e un più pi<br />
realistico quadro di sé s e dei più pi importanti oggetti d’amore d amore<br />
nella vita del paziente;<br />
• l’altro altro elemento è quello che viene definito “esperienza esperienza<br />
emozionale correttiva”, correttiva , si verifica quando il terapeuta si<br />
comporta in modo diverso da come l’analizzando l analizzando si aspetta<br />
e da come si sono comportate le figure genitoriali della sua<br />
infanzia; quanto più pi il paziente è disturbato, tanto più pi<br />
questa esperienza emozionale correttiva è importante.
Quando predomina il primo elemento può pu essere raggiunto un<br />
termine dell’<strong>analisi</strong>, dell <strong>analisi</strong>, se invece predomina il secondo può pu<br />
essere più pi difficile portare a termine la terapia.<br />
Ovvero, quando l’analista l analista è una figura di transfert, in seguito<br />
ad uno spostamento delle figure genitoriali o alla<br />
proiezione di aspetti inaccetabili del Sé, S , è possibile arrivare<br />
al termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
Quando, invece, l’analista l analista è un oggetto nuovo e la terapia<br />
“un un’esperienza esperienza emozionale correttiva” correttiva il terapeuta diventa<br />
un oggetto primario e la fine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> diviene incerta. incerta<br />
A causa del passato traumatico del paziente l’analista l analista diventa<br />
il primo oggetto affidabile dell’analizzando, dell analizzando, quindi il<br />
termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> potrebbe diventare un altro evento<br />
traumatico.
Quando il pensiero di Freud era dominato dal modello topografico,<br />
era relativamente facile concettualizzare il termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
L’Io Io immaturo del bambino deve ricorrere alla rimozione, essa<br />
ostacola il ritorno alla consapevolezza, come nei sogni, o in<br />
modo più pi dannoso nei sintomi nevrotici.<br />
L’analista, analista, rendendo l’analizzando l analizzando in grado di conoscere<br />
l’inconscio inconscio rimosso, libera il rimosso dalla prigionia<br />
dell’inconscio. dell inconscio. L’Io L Io più pi maturo dell’adulto dell adulto può pu affrontare le<br />
idee che il bambino immaturo non riusciva a tollerare senza<br />
ricorrere alla rimozione.<br />
L’assunto assunto di base era che ciò ci che è stato rimosso è limitato nel<br />
contenuto e connesso ai derivati del complesso di Edipo, che<br />
possono diventare coscienti, quando questo accade l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> può pu<br />
terminare.<br />
In generale una volta che l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> rende meno necessaria la<br />
rimozione, una gran quantità quantit di energia è disponibile per nuovi<br />
obiettivi di vita e sforzi creativi.<br />
creativi
Fino a che ha prevalso il modello topografico, il contratto non<br />
scritto tra analista e paziente era che, attraverso l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> dei<br />
sogni, delle libere associazioni e la risoluzione del transfert,<br />
il paziente avrebbe rivelato all’analista all analista ciò ci che aveva<br />
rimosso, e questo, il rendere conscio l’inconscio, l inconscio, l’avrebbe l avrebbe<br />
guarito.<br />
Dopo il 1920 diventa dominante il modello strutturale, rendere<br />
conscio l’inconscio l inconscio non è più pi la guarigione, ma solo il modo<br />
in cui si palesa il conflitto intrapsichico tra Es, Es,<br />
Io e Super-Io. Super Io.<br />
Modificare odificare la relazione tra le strutture a favore dell’Io dell Io è il<br />
nuovo obiettivo: alla fine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> l’Io l Io dovrebbe essere<br />
più pi forte di Es e Super-Io, Super Io, ma non è facile stabilire quando<br />
questo venga raggiunto, specie quando si prefigurano futuri<br />
conflitti interni.
L’introduzione introduzione della pulsione di morte ha avuto un forte<br />
impatto sulla questione del termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>. Visto che<br />
nel corso del trattamento l’impatto l impatto della pulsione di morte<br />
può pu diminuire in favore della pulsione di vita, ma non può pu<br />
mai essere eliminato, diventa difficile stabilire quando<br />
arrivi il termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
Anche dopo la conclusione dell’<strong>analisi</strong>, dell <strong>analisi</strong>, l’et l età, , la malattia, le<br />
perdite o altri eventi traumatici possono mutare l’equilibrio l equilibrio<br />
delle forze.<br />
Nella critica di Fenichel (1935) la pulsione di morte pone dei<br />
limiti alla possibilità possibilit di qualsiasi termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> che<br />
non sia una formazione di compromesso tra due forze<br />
antagoniste: libido e aggressività, aggressivit , o libido e pulsione di<br />
morte.
Tutti gli sforzi successivi a Freud di affrontare il problema del<br />
termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> (firestein ( firestein, , 1964; Glover, Glover,<br />
1955;<br />
Waelder, Waelder,<br />
1960) sono giunti alla stessa conclusione: non<br />
esiste una “via via regia” regia al termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>. Si possono<br />
anche verificare delle situazioni di stallo, punti morti, da<br />
non confondere con il termine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
Secondo Glover (1955) l’analizzando l analizzando può pu reagire al pericolo<br />
del termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> con un ritorno ai sintomi che aveva<br />
già gi sconfitto e sarà sar necessario un nuovo periodo di<br />
rielaborazione.<br />
La fase terminale può pu durare mesi e anche anni.
Sotto l’influsso l influsso di Loewald negli Stati Uniti e di Winnicott in<br />
Inghilterra, l’obiettivo l obiettivo dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> è gradualmente<br />
cambiato, passando dall’eliminazione dall eliminazione dei sintomi dolorosi<br />
e dei tratti caratteriali nevrotici alla ripresa del processo di<br />
crescita e sviluppo.<br />
Dal momento che molti desideri (pulsioni libidiche e<br />
aggressive) non sono gratificati dalla realtà, realt , il fine della<br />
psico<strong>analisi</strong> diventa quello di individuare quali sono questi<br />
desideri, ma se questi rimangono insoddisfatti il termine<br />
dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> può pu diventare difficile; il paziente deve arrivare<br />
a verbalizzarli in modo che essi possano perdere il loro<br />
potere.
Secondo Waelder (1960) un’<strong>analisi</strong> un <strong>analisi</strong> completa, nel senso di<br />
una totale comprensione della vita psichica di una persona,<br />
è un compito superiore alle nostre capacità. capacit<br />
Egli però per sostiene anche che da un punto di vista terapeutico<br />
un’<strong>analisi</strong> un <strong>analisi</strong> si può pu considerare completa “se se le strutture<br />
patologiche sono state ben comprese sia a livello dinamico<br />
che strutturale….e strutturale .e se la psicopatologia è scomparsa o è<br />
stata resa accettabile” accettabile (Waelder Waelder, , 1960).
Dato che la fine del trattamento è in contrasto con i bisogni di<br />
continuità continuit che sono basilari per l’individuo, l individuo, non ci si<br />
dovrebbe sorprendere che spesso l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> non riesca a<br />
raggiungere gli obiettivi desiderati: va contro i desideri<br />
naturali di molti analisti e analizzandi. analizzandi<br />
Molti desideri di “cavarsela cavarsela da soli” soli sono basati su delusioni<br />
precoci e nel corso dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> si manifestano sotto forma<br />
di resistenza, lasciando come residuo desideri primari di<br />
unione; nella maggior parte dei casi, il desiderio di fusione,<br />
unità unit e continuità continuit è più pi forte di quello di indipendenza.<br />
Quando l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> è ancora in corso, la voce dell’analista dell analista è<br />
lentamente interiorizzata, l’analista l analista diventa una “presenza presenza<br />
psichica” psichica (Weiss Weiss, , 1960), con il tempo il paziente dovrebbe<br />
interiorizzare questa presenza psichica.
La situazione psicoanalitica è unica, in quanto non esiste<br />
nessun’altra nessun altra situazione nella vita in cui si ha il privilegio di<br />
dire tutto quello che ci accade; quando l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> è finita<br />
questo privilegio è perso per sempre.<br />
Inoltre se la psico<strong>analisi</strong> dura a lungo, l’analista l analista<br />
inevitabilmente finisce per essere un punto di equilibrio<br />
nella vita del paziente, e viceversa. Le rotture di questo<br />
equilibrio sono dolorose, e dunque evitate.
È a Glover (1955) che la psico<strong>analisi</strong> deve il concetto che il<br />
termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> richiede una sua propria fase.<br />
Quando l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> è terminata, perché perch si è giunti a un punto<br />
morto o perché perch tutto ciò ci che si doveva analizzare secondo<br />
l’analizzando analizzando e l’analista l analista è stato affrontato, sono quattro le<br />
possibili conclusioni che si possono trarre:<br />
- l’analizzando analizzando decide di vivere accettando i limiti<br />
dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> (accettando di buon grado ciò ci che non si può pu<br />
cambiare)<br />
- analista e analizzando ritengono che ora l’auto<strong>analisi</strong> l auto<strong>analisi</strong> possa<br />
sostituire l’analista l analista<br />
- l’analizzando analizzando rimane in un’<strong>analisi</strong> un <strong>analisi</strong> prolungata, oppure<br />
intraprende una serie di nuove <strong>analisi</strong><br />
- analizzando e analista trovano il loro particolare punto<br />
conclusivo.
Spesso il termine dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> vede la comparsa di nuovo<br />
materiale significativo, in questa fase l’analizzando<br />
l analizzando<br />
dovrebbe riflettere sulla propria comprensione dell’intera dell intera<br />
procedura analitica, sui risultati raggiunti e sul lavoro che<br />
dovrà dovr ancora fare dopo la fine dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
L’analista analista prende parte a questa riflessione e in questa fase<br />
l’analizzando analizzando e l’analista l analista parlano tra loro in modo più pi<br />
paritario di quanto abbiano fatto durante l’<strong>analisi</strong>. l <strong>analisi</strong>.
RIANALISI: RIANALISI:<br />
la relazione del nuovo terapeuta con il precedente<br />
comporta il rischio di un’alleanza un alleanza tra paziente e analista<br />
contro il primo analista, che esiste solo nei ricordi del<br />
paziente; questi ricordi possono portare alla collusione tra il<br />
nuovo analista e il paziente.<br />
I casi in cui l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> è terminata con successo e si rende<br />
necessaria una ri<strong>analisi</strong> a causa di radicali cambiamenti di<br />
vita, sono particolarmente problematici per il nuovo analista.<br />
Se la prima <strong>analisi</strong> è fallita o, si è conclusa con un transfert<br />
negativo si può pu verificare una resistenza nei confronti di una<br />
seconda <strong>analisi</strong>.<br />
A volte accade che l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong> permetta di ottenere dei successi<br />
talmente al di là l delle aspettative, da rendere necessaria<br />
un’altra un altra <strong>analisi</strong>: è il caso di coloro che “soccombono soccombono al<br />
successo” successo (Freud Freud, , 1916).
In conclusione si può pu affermare che una conclusione davvero<br />
soddisfacente dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> avvenga di rado.<br />
La scomparsa dei sintomi originari non è una prova<br />
affidabile; di solito il terapeuta entra a far parte<br />
dell’equilibrio dell equilibrio esistenziale del paziente e l’analizzando l analizzando di<br />
quello del terapeuta, equilibrio che si oppone al termine<br />
dell’<strong>analisi</strong>. dell <strong>analisi</strong>.<br />
Gran parte delle <strong>analisi</strong> terminano quando si arriva ad una<br />
situazione di stallo, che tuttavia riflette solo i limiti del<br />
terapeuta, che allora necessiterebbe di una consultazione<br />
con un collega più pi esperto.<br />
Un terapeuta con esperienza e consapevole delle trappole<br />
dell’<strong>analisi</strong> dell <strong>analisi</strong> può pu sicuramente condurre un’<strong>analisi</strong> un <strong>analisi</strong> più pi<br />
profonda e con maggiori benefici per l’analizzando.<br />
l analizzando.