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Perturbazioni orbitali - Andreafoghi.altervista.org

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POLITECNICO DI MILANO<br />

Facoltà di Ingegneria Industriale<br />

Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Spaziale<br />

PROGETTO SULLE PERTURBAZIONI<br />

MECCANICA ORBITALE 2006 - 2007<br />

Docente: Prof. Amalia FINZI<br />

Esercitatore: Prof. Michelle LAVAGNA<br />

Progetto di:<br />

Paolo Giuseppe BIANCHI Matr. 709366<br />

Andrea FOGANTE Matr. 708770<br />

Anno Accademico 2006 – 2007


Sommario<br />

Il progetto descrive i risultati ottenuti in seguito allo sviluppo di un programma di simulazione<br />

dell’andamento orbitale di un satellite intorno alla Terra. La simulazione tiene conto degli effetti<br />

provocati dalle perturbazioni, quali resistenza atmosferica, pressione solare e asfericità della Terra.<br />

Indice<br />

Sommario…………………………………………………………………………………….. pag. 2<br />

Indice………………………………………………………………………………………….pag. 2<br />

Indice delle figure……………………………………………………………………………. pag. 2<br />

Indice delle tabelle……………….…………………………………………………………... pag. 2<br />

Nomenclatura…………………..…………………………………………………………….. pag. 3<br />

1. Specifiche di progetto……………………………………………………………………... pag. 4<br />

2. Modellazione…………….……………………………………........................................... pag. 5<br />

3. Discussione dei risultati..............................……………………………………………….. pag. 7<br />

4. Descrizione del programma………………………………………………………….......... pag. 12<br />

Bibliografia………………….……………………………………………….......................... pag. 13<br />

Indice delle figure<br />

Fig. 1.1 – Orbita nominale in rapporto alle dimensioni della Terra.………………………… pag. 4<br />

Fig. 3.1 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute alla pressione solare nel corto periodo ………... pag. 7<br />

Fig. 3.2 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute all’asfericità terrestre nel corto periodo……….. pag. 8<br />

Fig. 3.3 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute alla pressione solare nel lungo periodo………... pag. 9<br />

Fig. 3.4 – Orbite perturbate dalla pressione solare percorse nel lungo periodo……………… pag. 11<br />

Fig. 3.5 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute all’asfericità terrestre nel lungo periodo.……….pag. 11<br />

Fig. 3.6 – Orbite perturbate dall’asfericità terrestre percorse nel lungo periodo ……………. pag. 11<br />

Fig. 4.1 – Organigramma del programma elaborato..………………………………………... pag. 12<br />

Indice delle tabelle<br />

Tab. 1.1 – Parametri dell’orbita nominale…………………..………...................................... pag. 4<br />

Tab. 1.2 – Condizioni iniziali del satellite………………………………………………….... pag. 4<br />

Tab. 1.3 – Parametri del satellite…………………………………………………………….. pag. 4<br />

2


Nomenclatura<br />

Simbolo Significato Unità di misura<br />

a semiasse maggiore m<br />

A area della superficie del satellite m 2<br />

c velocità della luce nel vuoto 3·10 8 m / s<br />

D diametro m<br />

e eccentricità<br />

f accelerazione perturbante m / s 2<br />

fr accelerazione perturbante radiale m / s 2<br />

fθ accelerazione perturbante angolare m / s 2<br />

ft accelerazione perturbante tangenziale m / s 2<br />

fn accelerazione perturbante normale m / s 2<br />

fh accelerazione perturbante binormale m / s 2<br />

g accelerazione di gravità m / s 2<br />

h momento angolare per unità di massa m 2 / s<br />

hP quota pericentro m<br />

hA quota apocentro m<br />

H scale height di densità m<br />

i inclinazione orbitale rispetto all’Equatore rad<br />

m massa del satellite kg<br />

p semilato retto m<br />

P pressione Pa<br />

PSR pressione di radiazione solare W / m 2<br />

r vettore distanza m<br />

ˆr versore radiale<br />

rA distanza apocentro m<br />

rP distanza pericentro m<br />

R raggio m<br />

RT raggio medio della Terra 6.378 ·10 6 m<br />

R costante universale dei gas 8.314 J / mol / K<br />

R * costante specifica del gas J / kg / K<br />

t tempo s<br />

t0 tempo iniziale s<br />

T periodo s<br />

U potenziale gravitazionale per unità di massa J / kg<br />

v velocità m / s<br />

ε riflettanza<br />

θ anomalia vera rad<br />

ˆ<br />

θ versore angolare<br />

λ longitudine rad<br />

μ costante planetaria m 3 / s 2<br />

ρ densità kg / m 3<br />

υ anomalia apparente rad<br />

φ latitudine rad<br />

ω anomalia dell’asse orbitale rispetto all’asse nodale rad<br />

Ω anomalia dell’asse nodale rispetto all’asse inerziale rad<br />

3


1. Specifiche di progetto<br />

Il satellite preso in considerazione è in orbita ellittica intorno alla Terra. Le specifiche di<br />

questa orbita sono elencate nella seguente tabella:<br />

hP [km] hA [km] i [°] Ω [°] ω [°] a [km] e h [m 2 / s] T [s]<br />

10656 114471 90.2 40 90 68941.5 0.7529 1.0901·10 11 1.8028·10 5<br />

Tab. 1.1 – Parametri dell’orbita nominale<br />

Come visualizzazione delle distanze dell’orbita nominale dalla Terra può essere utile il grafico:<br />

Fig. 1.1 – Orbita nominale in rapporto alle dimensioni della Terra<br />

I valori riportati in tab. 1.1 sono riferiti all’orbita nominale, infatti le perturbazioni genereranno una<br />

variazione di tali parametri, variazione che sarà appunto l’oggetto di studio.<br />

La condizione iniziale è θ = 20 °, cioè in corrispondenza di questa anomalia (valutata a t0)<br />

cominceremo a considerare la presenza delle perturbazioni. Si ha:<br />

θ [°] r [km] v [m/s]<br />

20 17487 6304.5<br />

Tab. 1.2 – Condizioni iniziali del satellite<br />

Il satellite orbitante è un satellite cubico di cui si assume sempre un asse orientato come ˆr . La<br />

superficie del satellite è caratterizzata dai seguenti valori:<br />

A [m 2 ] ρ<br />

3.77 0.39<br />

Tab. 1.3 – Parametri del satellite<br />

4


Dei tre tipi di perturbazione presi in esame, si è deciso di trascurare la resistenza<br />

aerodinamica, in quanto a più di 10000 km dalla Terra l’atmosfera è quasi assente. Gli altri due tipi<br />

sono: distribuzione non omogenea della massa della Terra e pressione solare.<br />

L’analisi dell’andamento orbitale del satellite, soggetto a perturbazioni, è stata suddivisa in analisi<br />

di corto e lungo periodo. Nell’analisi di corto periodo si sono prese in considerazione,<br />

separatamente, le due perturbazioni, al fine di mostrare i loro effetti su una finestra temporale pari al<br />

periodo orbitale (1.8028·10 5 s). Nell’analisi di lungo periodo la finestra temporale è pari a un anno<br />

solare (265.2422 giorni solari medi o 3.1557·10 7 s). In questo caso, le perturbazioni sono state<br />

prima esaminate una ad una, quindi sono stati valutati gli effetti delle stesse presenti<br />

contemporaneamente.<br />

2. Modellazione<br />

L’approccio all’analisi delle perturbazioni utilizzato è quello numerico proposto da Encke,<br />

poiché questo metodo presenta un migliore ordine di convergenza rispetto a quello di Cowell (vedi<br />

[1]) . Le condizioni iniziali assegnate definiscono la posizione ρ rispetto all’attrattore<br />

nell’orbita osculatrice (orbita kepleriana non soggetta a perturbazioni) e la velocità ρ nello stesso<br />

istante. L’orbita osculatrice è rappresentata dall’equazione:<br />

ˆρ<br />

ρ =−μ<br />

2<br />

(2.1)<br />

ρ<br />

Le perturbazioni presenti f generano, dopo un opportuno Δt rispetto a t0, uno spostamento virtuale<br />

δ r rispetto a ρ relativa a (t0 + Δt) (ricavata integrando (2.1)), tale che:<br />

Quindi l’orbita perturbata è descritta da:<br />

ρ + δ r = r<br />

(2.2)<br />

ˆr<br />

r = − μ + f 2<br />

(2.3)<br />

r<br />

Lo spostamento virtuale e la sua derivata sono calcolabili mediante la risoluzione della seguente<br />

equazione differenziale, ricavata per differenza di (2.3) e (2.1) e sviluppata con opportune ipotesi<br />

fino ad avere la seguente forma:<br />

In (2.4) compaiono f’ ed ε, così definiti:<br />

μ<br />

δ r = f + 3 ( f 'εr<br />

−δr)<br />

(2.4)<br />

ρ<br />

5


( ) 3<br />

1 ⎡ − ⎤<br />

f '= 1− 1−2ε2 ε ⎢ ⎥<br />

(2.5)<br />

⎣ ⎦<br />

1<br />

ε = − ρ× δr<br />

2<br />

(2.6)<br />

ρ<br />

Poiché al passo t0 δ r = 0 , anche ε e f’ risulteranno nulli, così che si potrà determinare δ r da (2.4)<br />

semplificata. Integrando questo δ r , ricaveremo δ r<br />

e δ r relativi al passo (t0 + Δt).<br />

Quando si raggiunge un valore limite di δ r ( δ r / ρ = 0.01) si deve bloccare il processo e<br />

generare, nel punto in cui si è arrivati, una nuova orbita kepleriana, cioè stabilire nuove condizioni<br />

iniziali, in base alle quali si valuteranno nuove perturbazioni. Il processo si ripete fino a che non si<br />

raggiunge la finestra di simulazione desiderata.<br />

Per quanto riguarda il termine f , esso è rappresentato dall’accelerazione prodotta dalle<br />

perturbazioni considerate caso per caso. Il termine accelerativo dovuto alla pressione di radiazione<br />

solare può essere rappresentato come segue:<br />

*<br />

PSR A<br />

f ˆ<br />

SRP<br />

r<br />

c m ε =− (2.7)<br />

In (2.7) PSR = 1367.6 W / m 2 , A * rappresenta l’area della superficie del satellite effettivamente (a<br />

seconda della posizione nell’orbita) illuminata dal Sole, cioè colpita dai raggi solari, e ˆr è il versore<br />

che collega satellite e Sole. Si è deciso di trascurare la presenza dei periodi di eclissi, durante i quali<br />

la pressione solare non agirebbe, dato anche il rapporto fra quota del satellite e RT, quasi sempre<br />

maggiore di 2 durante l’orbita.<br />

La perturbazione dovuta all’asfericità della Terra può essere valutata considerando solo<br />

l’effetto sul potenziale gravitazionale della prima armonica zonale, in cui compaiono J2 =<br />

1.0827·10 -3 e il polinomio di Lagendre di 2° grado. Il potenziale perturbante provocato<br />

dall’asfericità terrestre è quindi:<br />

2<br />

2 2 2 sin<br />

μ ⎛ RT<br />

⎞<br />

U = J ⎜ ⎟ P<br />

r ⎝ r ⎠<br />

( φ )<br />

L’accelerazione prodotta dall’asfericità terrestre è quindi f 2 = ∇ U2.<br />

(2.8)<br />

6


3. Discussione dei risultati<br />

Nel corto periodo si analizza l’effetto della pressione di radiazione solare. Essa produce queste<br />

variazioni dei parametri dell’orbita del satellite intorno alla Terra (nei grafici seguenti si è assunto<br />

t0 = 0 s):<br />

Fig. 3.1 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute alla pressione solare nel corto periodo<br />

7


L’asfericità della Terra produce, nel breve periodo, le seguenti variazioni:<br />

Fig. 3.2 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute all’asfericità terrestre nel corto periodo<br />

Per quanto riguarda l’analisi di lungo periodo relativa alla pressione di radiazione solare, si<br />

hanno le seguenti variazioni (l’amplificazione delle variazioni che si riscontra è dovuta ad errori<br />

numerici che si amplificano con l’aumentare di t):<br />

8


Fig. 3.3 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute alla pressione solare nel lungo periodo<br />

Si può notare come le variazioni sia di i che di Ω siano praticamente nulle. Infatti la forza<br />

perturbante, situata fuori dal piano orbitale, generata dalla pressione solare durante l’intera orbita, si<br />

bilancia. Ciò che rimane è una forza situata sul piano orbitale, quindi la pressione solare genera solo<br />

variazioni effettive di a, e ed ω.<br />

Si possono rappresentare le orbite realizzate dal satellite intorno alla Terra, perturbate per effetto<br />

della pressione di radiazione solare (le notevoli variazioni rispetto all’orbita nominale sono dovute<br />

all’amplificarsi degli errori numerici con t):<br />

9


Fig. 3.4 – Orbite perturbate dalla pressione solare percorse nel lungo periodo<br />

L’asfericità terrestre produce le seguenti variazioni (l’amplificazione delle variazioni che si<br />

riscontra è dovuta ad errori numerici che si amplificano con l’aumentare di t):<br />

10


Fig. 3.5 – Variazioni di a, e, i, Ω, ω dovute all’asfericità terrestre nel lungo periodo<br />

Tali grafici posso essere analizzati scomponendo l’accelerazione f 2 in:<br />

3 R<br />

=− − (3.1)<br />

2 r<br />

f2rJ2μ 2<br />

T<br />

4 (1<br />

2 2<br />

3sin isin<br />

υ)<br />

R<br />

θ =− μ υ υ<br />

(3.2)<br />

r<br />

f2 3J2 2<br />

T<br />

4<br />

2<br />

sin isin<br />

cos<br />

2<br />

RT<br />

f2h=− 3J2μsin icosisinυ (3.3)<br />

4<br />

r<br />

L’orbita considerata ha, inizialmente, i = 90.2 °. Poiché siamo sotto l’ipotesi di forze perturbanti,<br />

l’inclinazione manterrà un valore simile a questo. Ne deriva che f2h = 0, perciò le variazioni <strong>orbitali</strong><br />

prodotte dall’asfericità terrestre saranno approssimativamente solo sul piano orbitale. Svolgendo le<br />

opportune integrazioni, si nota che a ed e risultano nulle se valutate nell’intero periodo orbitale.<br />

L’unica variazione che si registra, come si può notare, è quindi per ω, essendo i ≠ ±63.4 °.<br />

Si rappresentano le orbite realizzate dal satellite intorno alla Terra, perturbate per effetto della<br />

distribuzione non uniforme di massa sulla Terra:<br />

Fig. 3.6 – Orbite perturbate dall’asfericità terrestre percorse nel lungo periodo<br />

11


Mettendo insieme i contributi delle due perturbazioni nel lungo periodo si avranno quindi<br />

variazioni significative solo per a, e ed ω (a causa dell’aver usato due diversi metodi di integrazione<br />

per il calcolo dell’effetto delle due perturbazioni, non si è in grado di presentare risultati<br />

soddisfacenti a questo proposito).<br />

Se si fosse tenuto conto dell’effetto perturbante della resistenza atmosferica, probabilmente di<br />

qualche rilievo nel caso di lungo periodo, si sarebbe ottenuta un’accelerazione perturbante sempre<br />

diretta come la velocità del satellite, ma in verso opposto. Tale perturbazione può quindi essere<br />

vista come ft. Gli effetti principali, valutati durante l’intero periodo orbitale, di una ft < 0, sono a < 0<br />

ed e < 0 (ρ decresce esponenzialmente con la quota rispetto alla Terra), fatto che porterà, nel lungo<br />

periodo, alla circolarizzazione dell’orbita nominalmente ellittica.<br />

4. Descrizione del programma<br />

Il progetto si basa su un programma di calcolo sviluppato in ambiente Simulink che consente<br />

di valutare gli effetti dei tre tipi di perturbazione visti (se si considera anche la resistenza<br />

atmosferica) su un satellite in una determinata orbita intorno al suo attrattore. Esso si articola in<br />

diversi sottosistemi che fanno capo al file principale main.mdl, in cui è implementato tutto il<br />

modello e a cui si rifanno alcune funzioni MATLAB appositamente create. Il metodo implementato<br />

per la valutazione degli effetti perturbativi sull’orbita è il metodo di Encke che, come abbiamo visto<br />

prima, integra le equazioni differenziali che descrivono la divergenza dell’orbita perturbata<br />

dall’orbita nominale. Di seguito viene riportato uno schema riassuntivo dei principali sottosistemi<br />

del modello:<br />

RADIAZIONE<br />

SOLARE<br />

ACCELERAZIONI<br />

PERTURBANTI<br />

ASFERICITA’<br />

TERRA<br />

MOTO<br />

DELLA<br />

TERRA<br />

RESISTENZA<br />

AERO<br />

Fig. 4.1 – Organigramma del programma elaborato<br />

In main.mdl, insieme ai sottosistemi MOTO DELLA TERRA, ACCELERAZIONI PERTURBANTI e<br />

ORBITA OSCULATRICE, trovano collocazione i blocchi che consentono di integrare (2.4), divisa nelle<br />

tre componenti. Il sistema di riferimento in cui si valuta quest’ultima equazione e conseguentemente<br />

MAIN<br />

ORBITA<br />

OSCULATRICE<br />

R<br />

V<br />

12


e v , posizione e velocità del satellite, è il sistema perifocale dell’orbita del satellite all’istante<br />

iniziale.<br />

Il sottosistema ORBITA OSCULATRICE permette di integrare (2.1) eseguendo ad ogni passo<br />

temporale il test sul valore ( δ r / ρ ) previsto dalla formulazione del metodo: se il test dà esito<br />

positivo, le condizioni iniziali degli integratori vengono aggiornate.<br />

I due sottosistemi R e V forniscono ad ogni istante temporale i vettori posizione e velocità del<br />

satellite.<br />

Il sottosistema MOTO DELLA TERRA, integrando le equazioni del moto della Terra, calcola le<br />

componenti del vettore posizione della Terra nel sistema perifocale dell’orbita terrestre, con<br />

condizioni iniziali caratteristiche del perielio. Queste componenti servono a valutare le<br />

perturbazioni dovute alla pressione di radiazione solare.<br />

Il sottosistema ACCELERAZIONI PERTURBANTI ha al suo interno i tre blocchi RADIAZIONE<br />

SOLARE, ASFERICITÀ DELLA TERRA e RESISTENZA AERODINAMICA, che forniscono le tre componenti<br />

dell’accelerazione di perturbazione, riprese poi per (2.1).<br />

Il sottosistema RADIAZIONE SOLARE riceve in ingresso le componenti del raggio vettore della Terra e<br />

del satellite, nei rispettivi sistemi di riferimento, ottiene il vettore congiungente il satellite con il<br />

Sole e lo dà in input alla “function” radiazione.m, che valuta l’accelerazione dovuta alla pressione<br />

di radiazione solare.<br />

Il sottosistema ASFERICITÀ DELLA TERRA riceve in ingresso i vettori posizione e velocità del satellite<br />

e fornisce il valore dell’accelerazione dovuta al fatto che la Terra ha una distribuzione irregolare<br />

della massa. Al suo interno si trova il sottosistema TROVA INCLINAZIONE E TETASTAR che, oltre a<br />

fornire in ogni istante i e υ, entrambi utili per il calcolo di questo tipo di perturbazione, valuta ad<br />

ogni passo anche gli altri parametri <strong>orbitali</strong>.<br />

Infine, sempre in ACCELERAZIONI PERTURBANTI, troviamo il sottosistema RESISTENZA AERO che,<br />

ricevendo in input i vettori posizione e velocità del satellite, valuta la densità atmosferica mediante<br />

un modello esponenziale e quindi l’accelerazione dovuta alla resistenza aerodinamica (trascurata).<br />

Prima di avviare main.mdl è necessario richiamare in MATLAB dati.m, che contiene le<br />

caratteristiche delle orbite terrestre e del satellite, i valori iniziali delle variabili e una variabile<br />

denominata “tipo di simulazione”. L’utente può scegliere il valore di questa variabile in base ad una<br />

convenzione e decidere così se valutare l’effetto delle singole perturbazioni, l’effetto combinato di<br />

tutte e tre, oppure lasciare il moto indisturbato. Questa variabile viene richiamata in ACCELERAZIONI<br />

PERTURBANTI nel blocco TIPO SIMULAZIONE, il quale controlla il blocco “switch” SCELTA<br />

SIMULAZIONE.<br />

Una volta che la simulazione è terminata, in ambiente MATLAB si avvia grafici.m, che<br />

consente la visualizzazione della traiettoria del satellite intorno alla Terra, nonché dell’evoluzione<br />

temporale dei parametri <strong>orbitali</strong>.<br />

Bibliografia<br />

[1] M. H. Kaplan, “Modern Spacecraft Dynamics and Control”, New York, 1976<br />

13

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