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LE ORIGINI DELLA PEDIATRIA E TROTULA de' RUGGIERO:

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<strong>LE</strong> <strong>ORIGINI</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>PEDIATRIA</strong> E <strong>TROTULA</strong> de’ <strong>RUGGIERO</strong>:<br />

LA PRIMA PEDIATRA NELLA STORIA DELL’EUROPA OCCIDENTA<strong>LE</strong><br />

Le origini della pediatria<br />

Il primo Pediatra della storia è stato Sorano d’Efeso, vissuto tra il primo ed il secondo secolo<br />

d.C., di cui ci sono pervenuti quattro volumi (“sulle malattie delle donne”). Il secondo vol.<br />

tratta prettamente dell’assistenza al parto e delle prime cure al neonato.<br />

E’ vero che già Galeno ci offre importanti spunti di eugenetica e di puericultura; egli consiglia<br />

l’allattamento materno per assicurare al bambino la continuità di ciò che ha ricevuto in utero,<br />

mentre non vede di buon occhio l’allattamento mercenario, dà consigli sul modo di<br />

individuare le possibili cause del pianto del lattante nel sospetto di infanticidio (docimasia<br />

idrostatica o galenica), delle onfaliti, della parotite, dei vermi, del singhiozzo, della fimosi e<br />

della parafimosi, dei disturbi della dentizione, delle convulsioni infantili:<br />

Tra gli autori strettamente romani Varrone scrisse sull’educazione dei bambini, Crisippo<br />

sugli elminti, Celio Aureliano insegnò la pratica della tracheotomia. Aulo Cornelio Celso nel<br />

suo “ de medicina” pur non trattando in modo specifico argomenti di natura pediatrica, ci<br />

offre spunti di notevole interesse, esprimendo per la prima volta il concetto di specificità della<br />

natura del bambino, non più considerato come un uomo in miniatura.<br />

Caio Plinio Secondo il vecchio, nella sua “Naturalis Historia” ci propone concetti interessanti<br />

(influenza dell’età, della costituzione, del clima e delle stagioni sulle malattie infantili, così<br />

come interessanti nozioni di auxologia e di endocrinologia pediatrica.<br />

Mirabile l’elogio dell’allattamento al seno di Aulo Gellio.<br />

Il passaggio dalla medicina ellenistica a quella bizantina è segnato dall’attività di Oribasio di<br />

Pergamo (IV secolo d.C.) autore di quel grande Corpus della Medicina che prese il nome di<br />

Sinagoghè, che comprendeva tutto lo scibile da Ippocrate a Galeno. Purtroppo, tra i libri<br />

perduti ci sono quelli che parlavano della salute della donna e del bambino. Seguono: Aezio di<br />

Amida (VI sec. d.C.) autore del Tetrabiblon, opera in 16 libri, frutto della compilazione di<br />

opere precedenti, ma dove non mancano le osservazioni personali sulle febbri e la descrizione<br />

della difterite.<br />

Alessandro di Tralles (VI-VII sec. d.C.), autore di monografie sui distrubi degli occhi, sulla<br />

febbre, sui vermi intestinali; Paolo di Egina (VII sec. d.C.), che scrisse opere di chirurgia e di<br />

ostetricia, descrisse la tracheotomia, ma si occupò anche più strettamente di pediatria,<br />

trattando della dentizione, delle convulsioni, delle afte, della stipsi; Aronne, coevo di Paolo di<br />

Egina, descrisse il vaiolo nel suo compendio di medicina.<br />

Tra gli arabi Rhazes fu il primo a descrivere il vaiolo distinguendolo dalla varicella, del<br />

morbillo e della scarlattina e prescrisse rimedi contro i vermi.<br />

Avicenna prescrisse rimedi contro il vomito dei bambini ed Averroé contro l’apostema della<br />

gola.<br />

Le due direttrici di cui sopra, quella bizantina e quella araba e di conseguenza la medicina<br />

ellenistica, sarebbero confluite, attorno all’anno mille, nella prima Scuola di Medicina del<br />

Mondo Occidentale Moderno, la Scuola Medica Salernitana.


L’avvento della Scuola Medica Salernitana e Trotula de Ruggiero<br />

La prima donna che si sia interessata della salute infantile viene appunto dalla scuola<br />

Salernitana: Trotula de Ruggiero. Ella, sempre definita “Medichessa”, può essere considerata<br />

a pieno titolo come la Prima Pediatra della Storia.<br />

Nata intorno al 1035-1040 e morta nel 1097 secondo i registri delle Morti della Cattedrale,<br />

appartenente alla nobile famiglia dei de Ruggiero, sposata con Giovanni Plateario senior da<br />

cui ha Giovanni junior e Matteo, tutti ragguardevoli esponenti della Medicina salernitana.<br />

Tra i suoi contemporanei ella fu nota come Trotula o Trocta o Trotta come uxor Platearii e<br />

mulier sapiens e Magistra.<br />

Cofone anatomista e suo contemporano la citava con orgoglio nelle conferenze in Francia e lo<br />

stesso Giovanni da Rodi ne copiò integralmente il testo.<br />

Bernardo da Provenza nel 1150 la cita col nome di Tortula.<br />

In Pietro Ispano,Papa Giovanni XXI nel 1276 autore del Thesaurum Pauperum vengono<br />

citati i rimedi della Trotula.<br />

Se della stessa Trotula i riferimenti bibliografici sono scarsi, si trovano invece numerose<br />

citazioni in manoscritti del XIII, XIV e XV secolo. In particolare, in un’opera del 1554<br />

(“miscellanea empirica”), vengono riportate diverse indicazioni di Trotula, provenienti dal<br />

suo testo “de mulierum passionibus ante in et post partum”,a cura di Benedetto Vittorio<br />

Faventino, eminente medico veneziano.<br />

Nel “De Mulierum passionibus” sono condensati una serie di ammaestramenti, di regole e di<br />

rimedi rivolti alla gestante, alla partoriente e alla puerpera ai fini di una buona riuscita della<br />

gravidanza. L’ultima parte del testo, ritenuta un’opera a se stante (De ornatu), riguarda una<br />

serie di suggerimenti atti a ricostruire il benessere fisico e psichico della donna e del suo<br />

bambino.<br />

E proprio in questo trattato è contenuta la descrizione di alcuni metodi, alcuni<br />

accorgimenti atti a preservare la salute del neonato e del bambino, consigli di procedure<br />

comunemente eseguite all’epoca (siamo nell’XI sec.), supportati dall’esperienza.<br />

- Ne riportiamo qualcuno:<br />

- Il cordone ombelicale sia reciso a tre dita dall’addome (ligetur umbilicus tribus digitis<br />

a ventre mensuratis – Cap.XVIII)<br />

-<br />

- Il bambino venga spesso strofinato e tutte le sue membra vengano racchiuse in fasce<br />

affinchè crescano dritte (Puer praeterea saepe est fricandus et quaelibet eius membra<br />

in una quaque parte fascia sunt retinenda et iungenda et rectificanda sunt eius<br />

membra – Cap.XVIII)<br />

- Vicino a lui si pronuncino cantilene e parole facili, mai cantare con voce aspra o rauca<br />

(Coram eo cantilenis et facilibus utendum vocibus, nec asperis vocibus cantandum<br />

neque raucis- Cap.XVIII)


Appena nato si tenga il bambino con gli occhi coperti e non lo si esponga in<br />

luoghi luminosi. (In principio nativitatis oculi cooperiendi sunt, et summopere<br />

cavendum est ne sit il loco lucido – Cap.XVIII)<br />

La Trotula non fu l’unica donna “medichessa” a Salerno, scrive Antonio Mazza, priore<br />

della Scuola nel XVII sec, nel suo “Historiarum epitome de rebus salernitanis”<br />

confermando questa singolare tradizione: “Fiorirono, insegnando nello Studio patrio e<br />

discettando in cattedra Abella, Mercuriade, Rebecca…(Floruere igitur in Patrio Studio ac<br />

in Cathedris disceptando Abella, Mercuriadis, Rebecca etc.)<br />

Questo dimostra che in una cultura rinomata di medici era possibile che donne ed in<br />

particolari mogli di medici potessero dedicarsi a quest’arte, creando le prime figure<br />

femminili in un contesto sociale medioevale che aveva strettamente bisogno di prime cure<br />

per la donna e l’infanzia.<br />

Lo stesso De Renzi e la Hurd Mead come studiosi hanno colto nella donna il medico che con<br />

grazia ed interrogazione tasta il polso dell’ammalato per poter alleviare il male.<br />

A conferma della vericità storica di questa Trotula nel British Museum, ai margini di una<br />

copia della edizione del<br />

De mulierum passionibus di Spach è scritto: “ apprezzo questa donna ; è pressocchè<br />

impossibile che questa opera sia stata scritta da un uomo.Troppe cose vi sono dette che<br />

indicano lo sforzo di una donna di aiutare il suo sesso; e che deve essere stato estraneo alla sua<br />

naturale modestia lo scriverne, ma che sono il frutto dell’attività onesta di una donna<br />

medico,raffinata e gentile, per il bene del suo sesso,”<br />

Ed infine, per arrivare ai nostri giorni la studiosa per eccellenza della Trotula è la Pina Boggi<br />

Cavallo, Prof. ssa Ordinaria di Psicologia all’Università degli Studi di Salerno, studiosa della<br />

Scuola Medica Salernitana, che suggella alla storia questa donna di doti eccezionali nel campo<br />

medico.<br />

Per noi quali orientamenti?<br />

La Trotula per tanti secoli è stata considerata esclusivamente medico ostetrica e trascurato<br />

l’interessamento per il neonato e per il bambino, dove invece nei suoi scritti rivela particolari<br />

doti pediatriche.<br />

Riscoprirla oggi sotto queste vesti dà ancor più prestigio alla Scuola Salernitana che già un<br />

millennio fa ha indicato al mondo una disciplina specialistica mai considerata nella storia, e<br />

dove non c’era spazio per pensare a cure esclusivamente idonee per il bambino.<br />

L’esempio di questa donna anche “ Prima pediatra”, in un’epoca in cui la morbilità e<br />

mortalità infantile nei primi anni è rappresentata da una percentuale altissima, ha contribuito<br />

con i suoi insegnamenti a migliorare la vivibilità per la mamma e per il neonato.<br />

Ella dev’essere per noi Pediatri “lo stimolo” per continuare la tradizione scientifica della<br />

Scuola medica Salernitana che nessuna volontà politica o di uomo può negarci.


Prof. Carlo Montinaro<br />

Primario Pediatra Divisione di pediatria Sarno ASL SA 1 e Segretario Nazionale del Gruppo<br />

di Studio “Storia della Pediatria” della Società Italiana di Pediatria.<br />

- Cattedra itinerante di Storia della Pediatria-<br />

Bibliografia<br />

P. Boggi Cavallo (Salerno)<br />

“Trotula de’ ruggiero e il de passionibus: dalla leggenda alla Storia”<br />

R. Avallone (Salerno)<br />

“ La tradizione medica salernitana ed il gemellaggio Salerno-Montpellier”<br />

A. Marchisio(Roma)<br />

“L’ecologia nella nella Scuola medica Salernitana”<br />

Burd Mead Campbell K. Trotula “Isis” 1930<br />

Caffarato Tirsi M. Rilettura e commento dell’opera “De mulierum passionibus “ di Trotula<br />

de’ Ruggiero o Trocta Salernitana “Minerva Medica” 1981<br />

Piero Cantalupo “La practica secundum Trotam “1995

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