Lavocerotariana-febbraio 2013 - Rotary Maniago-Spilimbergo
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RIUNIONE RIUNIONE n° n° 27<br />
27<br />
21 21 21 21 <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2013</strong> <strong>2013</strong><br />
LA VOCE ROTARIANA<br />
GIORNALE DEL ROTARY CLUB MANIAGO SPILIMBERGO<br />
Edizione settimanale - anno 2012-<strong>2013</strong><br />
DISTRETTO 2060° - CLUB MANIAGO – SPILIMBERGO.<br />
PRESIDENTE – Vincenzo Canzonieri<br />
<strong>2013</strong> <strong>2013</strong><br />
COMPLEANNI COMPLEANNI DEL DEL MESE MESE DI <strong>febbraio</strong>-AUGURI A TUTTI TUTTI QUELLI QUELLI NATI NATI IN IN QUESTO QUESTO MESE MESE<br />
I nostri soci in altri club- Marco Castellarin in Brasile<br />
TEMA : Il maialino di Mario alle Verdi Colline<br />
RELATORI: Il porco e il cuoco<br />
ALLE VERDI COLLINE ---PORCHETTA<br />
SOCI PRESENTI 22<br />
ASSENTI GIUSTIFICATI 9<br />
GRADITI OSPITI 11<br />
ASSIDUITA’<br />
66.6%<br />
Serata all’insegna dell’amicizia e allegria quella trascorsa alle<br />
Verdi Colline da Franco.<br />
Com’è ormai tradizione, il nostro socio Mario Tramontin ci ha<br />
voluto gratificare offrendoci una porchetta magistralmente<br />
cucinata dalla mamma di Franco, e come si dice, piuttosto che<br />
cambiare una tradizione è meglio che bruci un paese.<br />
La porchetta si dice fosse uno dei principali prodotti della nnorceria<br />
Umbra.<br />
La preparazione viene fatta cuuocendo<br />
nel forno a legna un intero<br />
maiale privo delle zampe.<br />
Oggi è forse Ariccia, vicino Roma, a rappresentare uno dei luoghi<br />
d’elezione nella preparazione di questo cibo nazional popolare.<br />
Certo è che, il profumo umo sentito entrando nel locale faceva presagire una serata<br />
sicuramente non dedita al digiuno.<br />
Un grazie a Mario Tramontin
RIUNIONE RIUNIONE n° n° 28<br />
28<br />
28 28 28 28 <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2013</strong> <strong>2013</strong><br />
LA VOCE ROTARIANA<br />
GIORNALE DEL ROTARY CLUB MANIAGO SPILIMBERGO<br />
Edizione settimanale - anno 2012-<strong>2013</strong><br />
DISTRETTO 2060° - CLUB MANIAGO – SPILIMBERGO.<br />
PRESIDENTE – Vincenzo Canzonieri<br />
<strong>2013</strong> <strong>2013</strong><br />
COMPLEANNI COMPLEANNI DEL DEL MESE MESE DI <strong>febbraio</strong>-AUGURI A TUTTI TUTTI QUELLI QUELLI NATI NATI IN IN QUESTO QUESTO MESE MESE<br />
I nostri soci in altri club- Marco Castellarin in Brasile<br />
TEMA : Il Tiepolo come lo vedremo a Villa Manin<br />
RELATORI: Il Socio Nemo Gonano<br />
CHI ERA TIEPOLO?<br />
SOCI PRESENTI 23<br />
ASSENTI GIUSTIFICATI 9<br />
GRADITI OSPITI 7<br />
ASSIDUITA’ DUITA’ 70%<br />
Non sono andate certamente deluse le aspettative dei soci riuniti, in<br />
forma conviviale la sera di Giovedì 28 Febbraio, al fine di ascoltare la<br />
relazione del consocio Nemo Gonano, preparatoria alla visita<br />
programmata, per il mese di Marzo, a Villa Manin di Passariano, ove è<br />
allestita una grandiosa mostra delle opere del Tiepolo. Ci si attendeva,<br />
infatti, che Gonano - con la sua consueta<br />
ricchezza di conoscenze e con la sua<br />
capacità di comunicare la sostanza precipua<br />
del significato profondo di un’opera d’arte,<br />
come già aveva fatto in occasione della mostra<br />
sull’Espressionismo, avrebbe illustrato compiutamente il<br />
percorso dell’opera del Tiepolo pensato e allestito a Villa<br />
Manin, ove era in “cartellone” dal 15 Dicembre scorso per<br />
chiudere i battenti il prossimo 7 Aprile.<br />
Dopo il saluto e i ringraziamenti espressi, a nome di tutti, dal<br />
Presidente Vincenzo Canzonieri, Gonano ha iniziato a
elazionare, puntualmente supportato dalle slide che scorrevano sullo schermo, collocando<br />
Gian Battista Tiepolo nel contesto storico e familiare in cui nacque e visse gli anni della sua<br />
formazione: nato a pochi anni dallo scoccare del sec. XVIII, nel 1696, ne percorse gran parte,<br />
morendo nel 1770. L’attuale mostra di Villa Manin, giunge, infatti seconda dopo quella<br />
allestita nello stesso magnifico<br />
contenitore, nel 1971, come<br />
momento celebrativo del<br />
bicentenario della morte. Gian<br />
Battista nasce in una famiglia di<br />
armatori veneziani, ma la sua<br />
predisposizione per il disegno e per<br />
l’arte fa sì che sia accolto a bottega<br />
dal Lazzarini, esponente della<br />
corrente dei “Tenebrosi”, che<br />
prediligevano soggetti cupi,<br />
angosciosi-dell’impostazione pittorica<br />
del quale i primi disegni del Tiepolo<br />
risentono fortemente, ancor oggi<br />
visitabili in diverse città italiane e straniere, come Wurzburg.<br />
In sèguito il Tiepolo, già lavorando in proprio da quando aveva appena 19 anni, si imparentò<br />
col Guardi, di cui aveva sposato la sorella, e tenendo<br />
a bottega presso i sé i figli, Giandomenico e Lorenzo,<br />
si vide conteso da moltissimi committenti, di alto<br />
rango, e in diverse città e per loro compose quadri,<br />
ma, anche, molti affreschi, che, ovviamente, non<br />
possono far parte della mostra di Passariano. La<br />
committenza, in grandissima parte nobiliare,<br />
tendeva a richiedere all’artista, com’era uso tipico<br />
del Settecento, di esaltare, sia pur indirettamente<br />
raffigurando, oltre ai ritratti, anche soggetti<br />
mitologici o biblici, la magnificenza, la ricchezza del<br />
proprio casato, l’armonia del benessere, morale, materiale e spirituale, di cui si voleva<br />
immortalare l’essenza in forma durevole, per i secoli avvenire. Così Tiepolo, gradualmente,<br />
abbandona la prima “maniera” tenebrosa per aprire squarci di luminosità, con l’uso dei<br />
colori appropriati: i gialli, gli azzurri soprattutto.<br />
Tra le “chiamate” di cui fu ambìto oggetto, una è<br />
assai importante, quella proveniente da Udine,<br />
ove lavora per tre anni lasciando affreschi di alta<br />
levatura nel Palazzo Patriarcale. Sempre a Udine<br />
si possono ammirare suoi dipinti nella Chiesa<br />
della Purità e nel Duomo.<br />
Tra i soggetti biblici, Gonano ha illustrato “Il<br />
ripudio di Agar”, laddove Abramo, che aveva<br />
avuto autorizzazione ad assicurare la propria<br />
progenie con la schiava Agar, visto che la moglie<br />
Sara non ne era in grado, in séguito la ripudia.
Tiepolo ritrae nel volto scavato della schiava, al tempo stesso tormentato dal dolore ma<br />
rasserenato dal senso del dovere compiuto- una tragedia umana che la volontà divina<br />
soltanto avrebbe potuto placare. Nell’opera, infatti, “Sara incredula”, Tiepolo rappresenta il<br />
miracolo: a Sara, molto avanti negli anni, viene annunciata dall’Angelo la sua prossima -<br />
umanamente incredibile- maternità. E’ il volto di Sara,<br />
decisamente anziana, che è contratto dall’incredulità e,<br />
insieme, dalla confidente meraviglia per l’onnipotenza di<br />
Dio, a manifestare una grandiosità in cui si riflette lo<br />
splendore della civiltà. Questa particolarissima<br />
annunciazione è raffigurata con un grandioso effetto<br />
scenografico, con una ricchezza di colori di trasparente<br />
luminosità, con una plasticità delle figure che denuncia il<br />
gusto, tutto settecentesco, per la grandiosità solare con<br />
cui il committente intendeva magnificare la gloria divina<br />
e, con essa, l’importanza civilizzatrice che il lignaggio di<br />
cui era portatore poteva assicurare al mondo.<br />
Ma Tiepolo non si limita ai soggetti biblici: con la sua<br />
prodigiosa velocità di esecuzione, che gli consentiva di<br />
completare un’opera in un solo giorno, quando il più<br />
veloce dei pittori, Mengs, impiegava una settimana, egli<br />
realizza una serie di allegorie per raffigurare le quali il materiale mitologico classico gli offre<br />
un repertorio pressoché inesauribile. Così rappresenta il valore della castità, e la condanna<br />
della violenza, in “Apollo e Dafne”, in cui gli dèi , per consentire alla fanciulla di sfuggire ad<br />
Apollo che la voleva far sua, la trasformarono in alloro che, da allora, fu dunque sacro ad<br />
Apollo- che il Tiepolo raffigura nascente dalle membra stesse di Dafne in piena metamorfosi,<br />
come Ovidio aveva descritto nell’ opera omonima. Così raffigura l’inutilità di ogni<br />
opposizione umana al destino con<br />
“Danae e Giove”,in quanto Danae, che<br />
secondo l’oracolo avrebbe partorito<br />
un figlio che avrebbe detronizzato il<br />
nonno Acrisio, fu rinchiusa dallo stesso<br />
padre in una torre di bronzo, ad<br />
evitare che procreasse. Ma Giove la<br />
fece ugualmente sua sposa,<br />
penetrando nella torre sotto forma di<br />
pioggia d’oro, rendendola madre di<br />
Perseo.<br />
Altre, molte in verità, allegorie il<br />
Tiepolo dipinge, senza richiamare la vicenda biblica o il repertorio mitologico: è il caso di “Il<br />
Tempo scopre la Verità”, laddove le due essenze puramente concettuali, Tempo e Verità,<br />
sono raffigurate come personificazioni, l’uno vecchio e grinzoso, col volto segnato dalla<br />
lunga esperienza di vita; l’altra invece giovane e bella, come la manifestazione di una verità<br />
deve naturalmente essere. La teatralità del complesso sembra farla da protagonista; il<br />
Tiepolo è, vuole essere, si impegna a fare per il<br />
suo committente, diremmo oggi, lo “scenografo grandioso”, che sa magistralmente rendere<br />
spettacolare il proprio racconto con effetti di luce sorprendenti, che recano nel fruitore un
senso travolgente di rasserenante bellezza, come i cànoni estetici del tempo, ormai avviati<br />
ad un solido neoclassicismo, esigevavo per il gradimento del pubblico.<br />
Con lo stesso intento, Tiepolo tralascia, in una serie di opere, il materiale narrativo , biblico<br />
o mitologico, per approdare, ma con le medesime caratteristiche stilistico-compositive, al<br />
mondo umano, storicizzato.<br />
Così si connota, ma in modo del tutto particolare, l’opera<br />
“Alessandro e Campapse”, ritratti nello studio di Apelle, in<br />
cui Tiepolo ritrae sostanzialmente sé stesso, con cui realizza<br />
la tecnica del “quadro nel quadro”, in quanto ciò che<br />
dipinge è, anche, un pittore che dipinge a sua volta. Nel<br />
“Banchetto di Cleopatra” si assiste, su uno sfondo<br />
curiosamente neoclassico/settecentesco, all’atteggiamento<br />
indubbiamente seduttivo di Cleopatra nei confronti di<br />
Antonio.<br />
La ritrattistica è un altro settore in cui Tiepolo diede grande<br />
prova di sé, evidenziando, sui volti raffigurati, l’esperienza<br />
umana e le tracce lasciate dal tempo, e pur tuttavia, in<br />
qualche modo, trasfigurate in una sorta di superiore<br />
serenità, di grandiosa bellezza, atta a placare il turbamento, il passare del tempo. E’ quello<br />
che si vede nel “Ritratto di Antonio Riccobono” , in cui il soggetto è còlto quasi come in<br />
un’istantanea, di sorpresa, distolto da un evento che ha interrotto bruscamente la sua<br />
riflessione nella lettura di un grande libro. Il gioco di luce, sapientissimo, probabilmente di<br />
derivazione caravaggesca, ricrea questo ambiente di studio assorto e meditabondo, che il<br />
richiamo della realtà circostante non solo disturba, ma, anche, allontana senza rimedio.<br />
Nel “Ritratto di procuratore”, la magnificenza dell’abito, l’austerità del portamento, la<br />
solennità del luogo, comunicano con forza la grande<br />
tradizione dell’efficienza giudiziaria di Venezia, ancora<br />
operante, benché, consapevoli o meno gli artisti del<br />
tempo, ormai avviata ad un rapido declino.<br />
Il ritratto più curioso è “l’Autoritratto” in quanto<br />
l’attribuzione al Tiepolo è dubbia: se, da un lato, pare<br />
certo che il soggetto raffigurato corrisponda a lui, non è<br />
altrettanto sicura l’autenticità dell’Autore: pare, infatti,<br />
che si tratti di Rosalba Carriera, veneziana coeva, che fu<br />
definita “la prima pittrice d’Europa” .<br />
Lunghi applausi hanno accolto la relazione di Gonano,<br />
con l’affermazione, da parte di tutti, di essere<br />
decisamente motivati, ora più di prima, a prendere parte<br />
alla visita a Villa Manin il 28 marzo.<br />
Il presidente Canzonieri ha ringraziato relatore e convenuti, mentre Gelindo, presso il cui<br />
locale, sede del Club, la riunione ha avuto luogo ha consegnato a Nemo Gonano un<br />
personale “omaggio della casa”.