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Blocco totale aggiornato di medicina dei trapianti 2008 - Patologia ...

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INTRODUZIONE E GENERALITÀ<br />

Il trapianto <strong>di</strong> organi è un intervento <strong>di</strong> microchirurgia me<strong>di</strong>ante il quale un organo compromesso nelle<br />

sue funzioni viene sostituito con un altro. Si possono trapiantare sia interi organi (cuore, rene, fegato,<br />

pancreas), sia tessuti particolari dell'organismo (cornee, midollo osseo, pelle). Ovviamente, alcuni<br />

<strong>trapianti</strong> si possono realizzare attraverso prelievi che avvengono soltanto in persone decedute (ex<br />

cadavere), come ad es. il trapianto <strong>di</strong> cuore, dell'intero fegato, del pancreas, delle cornee; mentre altri<br />

<strong>trapianti</strong> si effettuano da persone vive (ex vivo) asportando uno degli organi pari, quali il rene, o<br />

prelevando tessuti rigenerabili, come il midollo osseo e la pelle.<br />

Tipi <strong>di</strong> Intervento<br />

- Innesto → Tessuto non vascolarizzato (senza peduncolo vascolare): cute, osso,valvole car<strong>di</strong>ache,<br />

segmenti vascolari.<br />

-Trapianto → Organo vascolarizzato: cuore, polmone, fegato, rene, pancreas, intestino, arto.<br />

- Prelievo <strong>di</strong> organi → da donatore cadavere o vivente a scopo <strong>di</strong> trapianto.<br />

- Espianto → rimozione <strong>di</strong> organo trapiantato non più funzionante.<br />

Tipi <strong>di</strong> Donatore<br />

- Cadavere → Tutti gli organi ed i tessuti<br />

- Vivente (consanguineo, non consanguineo) ------→ Rene,fegato<br />

- - - → Pancreas, polmone<br />

Sede <strong>di</strong> Trapianto<br />

- Ortotopico → Stessa sede dell’organo nativo<br />

- Eterotopico → Sede <strong>di</strong>versa da quella dell’organo nativo<br />

- Accessorio o ausiliario: eterotopico ed aggiunto all’organo nativo<br />

Tipi <strong>di</strong> Trapianto<br />

- Autotrapianto → Da una parte del corpo ad un’altra nello stesso in<strong>di</strong>viduo (autotrapianto <strong>di</strong> cute,<br />

graft venoso per by-pass aortocoronarico)<br />

- Isotrapianto → Tra in<strong>di</strong>vidui geneticamente identici (gemelli monozigoti) (unici <strong>trapianti</strong> eseguibili<br />

con successo senza terapia immunosoppressiva)<br />

- Allotrapianto → Tra due membri della stessa specie geneticamente <strong>di</strong>versi (la maggior parte <strong>di</strong><br />

<strong>trapianti</strong> d’organo)<br />

- Xenotrapianto → Tra membri <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse<br />

Cenni storici<br />

Secondo la tra<strong>di</strong>zione cristiana, nel III secolo D.C.: i Santi Cosma e Damiano avevano sostituito in modo<br />

miracoloso la gamba andata in gangrena del loro sacrestano con quella <strong>di</strong> un moro etiope deceduto poco<br />

prima.<br />

1933 Primo trapianto renale da un donatore deceduto del Dr. Voronoy,<br />

Khersov, URSS<br />

1952 Primo trapianto renale da un donatore vivente del Prof. J. Hamburger, Parigi, Francia<br />

1954 Primo trapianto <strong>di</strong> rene tra consanguinei, geneticamente compatibili del<br />

dott. Murray, Boston, USA<br />

1958 Scoperta del sistema HLA da parte del Prof. Dausset, Parigi, Francia<br />

1962 Prima tipizzazione <strong>dei</strong> tessuti tra donatore e ricevente da parte del Prof.<br />

J. Hamburger, Parigi, Francia<br />

1972 Scoperta la ciclosporina dal Dott. Borel, Basilea, Svizzera (sopravvivenza → 70%)<br />

1978 Primo trapianto reni-isole <strong>di</strong> Langerhans da parte del Prof F. Largiadèr, Zurigo, Svizzera<br />

1984 Primo trattamento clinico del rigetto (San<strong>di</strong>mmun)<br />

Scoperta del FK 506, immunosoppressore, Giappone<br />

1


Primo xeno-trapianto <strong>di</strong> cuore <strong>di</strong> un babbuino su una bambina " Baby Fae da parte del Prof. L.<br />

Bailey California, USA<br />

Primo trapianto <strong>di</strong> split-liver da parte del Prof. H. Bismuth, Villejuif, Francia<br />

1998 Primo trapianto della mano e dell'avambraccio da parte del Prof. J-M. Dubernard et E. Owen,<br />

Lione, Francia<br />

1999 Primo impianto <strong>di</strong> un cuore artificiale con batteria incorporata da parte del Prof. R. Korfer et W.<br />

Pae, Bad Oeynhausen, Germania<br />

2000 Primo trapianto <strong>di</strong> fegato "in cascata" 1 donatore, 3 riceventi da parte del<br />

Prof. H. Bismuth, Villejuif, Francia<br />

MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DEI PRELIEVI D’ORGANO<br />

Requisiti del liquido <strong>di</strong> conservazione<br />

- Minimizzare il rigonfiamento cellulare<br />

- Prevenire l’acidosi intracellulare<br />

- Prevenire l’edema interstiziale<br />

- Prevenire il danno da ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ O2 (lesioni da riperfusione)<br />

Meto<strong>di</strong>che per la conservazione degli organi<br />

Lavaggio ipotermico<br />

Vantaggi<br />

Semplice concettualmente<br />

Facile da applicare<br />

Basso costo<br />

Svantaggi<br />

Tempo <strong>totale</strong> <strong>di</strong> conservazione limitato<br />

Impossibilità <strong>di</strong> fornire substrati energetici<br />

Impossibilità <strong>di</strong> eliminare i cataboliti<br />

Perfusione continua<br />

Vantaggi<br />

Svantaggi<br />

Possibile apporto <strong>di</strong> substrati energetici<br />

Possibile rimozione <strong>di</strong> cataboliti<br />

Possibile recupero <strong>di</strong> danni da ischemia calda<br />

Complesso concettualmente<br />

Difficile da applicare<br />

Difficile da trasportare<br />

Possibile danno parenchimale da perfusione<br />

Alto costo<br />

ASPETTI MEDICO-LEGALI<br />

Normativa <strong>trapianti</strong> d’organo<br />

I problemi Me<strong>di</strong>co-Legali che riguardano l’argomento in esame sono molteplici: basti pensare a quelli<br />

relativi al prelievo <strong>di</strong> organi da viventi, all’espianto <strong>di</strong> organi da cadavere, ai problemi connessi alla<br />

selezione del donatore, alla valutazione della necessità terapeutica del <strong>trapianti</strong>, della legittimità e<br />

vali<strong>di</strong>tà del consenso espresso, e ancora <strong>dei</strong> doveri del me<strong>di</strong>co verso l’autorità giu<strong>di</strong>ziaria. Andremo<br />

quin<strong>di</strong> ad analizzare la normativa in vigore in merito a tale argomento. La prima fonte normativa a cui il<br />

2


me<strong>di</strong>co deve far riferimento nell’esercizio della propria professione è (a parere dello scrivente) il<br />

Co<strong>di</strong>ce Deontologico, che al capo VI recita espressamente:<br />

“Articolo 38 - Prelievo <strong>di</strong> parti <strong>di</strong> cadavere<br />

Il prelievo <strong>di</strong> parti <strong>di</strong> cadavere a scopo <strong>di</strong> trapianto terapeutico può essere effettuato solo nelle<br />

con<strong>di</strong>zioni e nei mo<strong>di</strong> previsti dalle leggi in vigore.<br />

Articolo 39 - Prelievo <strong>di</strong> organi e tessuti da persona vivente<br />

Il prelievo <strong>di</strong> organi e tessuti da persona vivente è consentito solo se <strong>di</strong>retto a fini <strong>di</strong>agnostici,<br />

terapeutici o <strong>di</strong> ricerca scientifica e se non produttivo <strong>di</strong> menomazioni permanenti dell’integrità fisica o<br />

psichica del donatore, fatte salve le previsioni normative in materia. Il prelievo non può essere<br />

effettuato per fini <strong>di</strong> commercio e <strong>di</strong> lucro e presuppone l’informazione e il consenso scritto del<br />

donatore o <strong>dei</strong> suoi legali rappresentanti”<br />

Ad una prima analisi del Co<strong>di</strong>ce, quello che emerge è la prima problematica, cioè la <strong>di</strong>stinzione <strong>dei</strong><br />

<strong>trapianti</strong> tra viventi e l’espianto <strong>di</strong> organi da cadavere.<br />

Assolutamente <strong>di</strong>versi sono infatti, i valori in gioco nelle due ipotesi; per i <strong>trapianti</strong> da vivente si pone<br />

da un lato, l’esigenza <strong>di</strong> tutelare la vita del malato che necessita dell’organo, ma dall’altro, l’interesse<br />

alla salute in<strong>di</strong>viduale del <strong>di</strong>sponente, in ragione del quale appare congruo porre limiti alla sua<br />

autodeterminazione, anche quando la volontà è <strong>di</strong> salvare la vita altrui.<br />

Dopo la morte, l’interesse del <strong>di</strong>sponente si eclissa e l’esigenza <strong>di</strong> salvare una vita <strong>di</strong>venta ovviamente<br />

dominante. Risulta chiaro così come l’espianto da cadavere è generalmente lecito, con le sole eccezioni<br />

delle gona<strong>di</strong> e dell’encefalo, mentre solo entro limiti ristretti è consentita la donazione <strong>di</strong> organi inter<br />

vivos.<br />

Più in particolare, la legislazione in vigore <strong>di</strong>sciplina il trapianto del rene (Legge 26 giugno 1967, n°<br />

458) e quello parziale del fegato (Legge 16 <strong>di</strong>cembre 1999, n° 483). Da una parte quin<strong>di</strong> troviamo<br />

un complesso articolato <strong>di</strong> prescrizioni che regolano le modalità <strong>di</strong> trapianto <strong>dei</strong> due organi, dall’altra la<br />

<strong>di</strong>sposizione dell’articolo 5 del Co<strong>di</strong>ce Civile.<br />

Le due leggi sopracitate consentono quin<strong>di</strong> il trapianto tra viventi in deroga all’articolo 5 del C.C., che<br />

espressamente recita: “ Gli atti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una<br />

<strong>di</strong>minuzione permanente dell’integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all’or<strong>di</strong>ne<br />

pubblico o al buoncostume”.<br />

Se interpretata in maniera restrittiva tale <strong>di</strong>minuzione si risolverebbe in qualsivoglia alterazione<br />

anatomica, anche se <strong>di</strong> minima importanza e il carattere della permanenza verrebbe in rilievo ogni<br />

qualvolta la lesione non sia perfettamente regre<strong>di</strong>bile. Tuttavia sul finire degli anni Sessanta complici il<br />

progresso e le conquiste me<strong>di</strong>co-chirurgiche, nella società matura un <strong>di</strong>ffuso interesse verso le<br />

problematiche della corporeità (donazione organi, transessualismo, interruzione volontaria della<br />

gravidanza…), sfociate da un punto <strong>di</strong> vista legislativo nella rivoluzionaria legge 458/67 (donazione del<br />

rene), che segna una svolta nel <strong>di</strong>ritto privato italiano.<br />

Emerge così un <strong>di</strong>verso ruolo rivestito dall’articolo 5, L’art. 5 C. C., che non viene considerato più come<br />

principio generale in materia, bensì viene ri<strong>di</strong>mensionato a “norma <strong>di</strong> chiusura” del sistema, che viene<br />

chiamata in causa ad operare solamente dopo che si sia accertato l’inesistenza <strong>di</strong> ragioni che ne<br />

legittimino la <strong>di</strong>sapplicazione.<br />

Oggi quin<strong>di</strong>, entro i limiti <strong>di</strong> tale articolo sono consentiti la donazione <strong>di</strong> sangue, i prelievi <strong>di</strong> circoscritti<br />

lembi <strong>di</strong> pelle, <strong>di</strong> frammenti d’osso, <strong>di</strong> midollo osseo, <strong>di</strong> lembi <strong>di</strong> cartilagine, <strong>di</strong> capelli ecc… per espressa<br />

deroga <strong>di</strong> legge sono consentiti il trapianto <strong>di</strong> rene e parziale <strong>di</strong> fegato.<br />

La procedura descritta per legge prevede in sintesi che l’atto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizione e destinazione del rene (o<br />

del fegato) deve essere inoltrato al giu<strong>di</strong>ce del luogo <strong>di</strong> residenza del donatore o dove ha sede<br />

l’Istituto autorizzato al trapianto.<br />

3


Nello stesso tempo, un collegio me<strong>di</strong>co riunito dal <strong>di</strong>rettore dell’istituto che esegue il trapianto valuta<br />

la vali<strong>di</strong>tà e la possibilità <strong>di</strong> riuscita da un punto <strong>di</strong> vista clinico, emettendo poi un verbale <strong>di</strong> Giu<strong>di</strong>zio<br />

tecnico, questo viene trasmesso al giu<strong>di</strong>ce entro 24 ore, il quale entro 3 giorni può concedere con<br />

decreto il nulla osta al trapianto.<br />

In caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>niego da parte del Giu<strong>di</strong>ce, è possibile fare ricorso in Tribunale.<br />

Il trapianto da cadavere è regolamentato dalla Legge 1 aprile 1999, n°91, che <strong>di</strong>sciplina il prelievo <strong>di</strong><br />

organi e <strong>di</strong> tessuti da soggetto <strong>di</strong> cui sia stata accertata la morte ai sensi della legge 29 <strong>di</strong>cembre<br />

1993, n°578, e che definisce la morte come “cessazione irreversibile <strong>di</strong> tutte le funzioni dell’encefalo”.<br />

L’accertamento della morte è <strong>di</strong>verso a seconda della causa che l’ha determinata, e più precisamente la<br />

morte car<strong>di</strong>aca viene accertata da parte <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co che registra un ECG piatto per 20 minuti (D.M.<br />

del 22 agosto 1994, n°582. Nel caso invece in cui la morte sia causata da lesioni encefaliche (pazienti<br />

sottoposti a procedure rianimatorie), il me<strong>di</strong>co che accerti uno stato d’incoscienza, l’assenza <strong>dei</strong> riflessi<br />

del tronco encefalico, <strong>di</strong> respiro spontaneo e il silenzio elettrico cerebrale, è tenuto darne imme<strong>di</strong>tata<br />

comunicazione alla Direzione Sanitaria. Questa nomina un collegio <strong>di</strong> tre figure, un Me<strong>di</strong>co Legale (o<br />

Me<strong>di</strong>co della Direzione Sanitaria o Anatomo Patologo) uno specialista in Anestesia e un<br />

Neurofisiopatologo (o Neurologo o Neurochirurgo esperti in EEG), che valutano durante il periodo<br />

d’osservazione vari parametri.<br />

La procedura prevede che in queste tre occasioni vengano valutati:<br />

1. STATO DI INCOSCIENZA<br />

2. ASSENZA DI : a- riflesso corneale<br />

b- riflesso fotomotore<br />

c- riflesso oculocefalico<br />

d- riflesso oculovestibolare<br />

e- reazioni a stimoli dolorifici nel territorio <strong>di</strong> innervazione del trigemino<br />

f- riflesso carenale<br />

g- respirazione spontanea dopo la sospensione <strong>di</strong> ventilazione artificiale fino al<br />

raggiungimento <strong>di</strong> IPERCAPNIA accertata <strong>di</strong> 60 mm Hg con pH ematico 5 anni,<br />

• 12 ore per i bambini tra 1 e 5 anni,<br />

• 24 ore per i bambini tra 0 e 1 anno.<br />

Una volta accertata la morte secondo una delle modalità sopradescritte, la legge n. 91 del 1999<br />

stabilisce i criteri per la donazione degli organi; l’aspetto che rileva dal punto <strong>di</strong> vista etico e giuri<strong>di</strong>co è<br />

rappresentato dalla <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> volontà in or<strong>di</strong>ne alla donazione, con particolare riferimento al<br />

profilo del silenzio-assenso. È la persona in vita a essere chiamata a decidere (e non i familiari dopo la<br />

morte) e mettere a <strong>di</strong>sposizione a scopo terapeutico i propri organi in caso <strong>di</strong> decesso. A tal fine<br />

secondo una procedura all’epoca non definita, ogni citta<strong>di</strong>no al compiere <strong>dei</strong> 16 anni doveva essere<br />

informato sull’argomento e chiamato ad esprimere la propria volontà.<br />

L’attuazione della legge 91 del 1999 prevedeva l’istituzione <strong>di</strong> una rete informatica <strong>dei</strong> <strong>trapianti</strong> sul<br />

territorio nazionale (Registro Informatico Nazionale); fino al momento in cui tale sistema non fosse<br />

funzionante, era previsto un regime transitorio, che ad oggi è sempre in vigore.<br />

4


Il prelievo <strong>di</strong> organi quin<strong>di</strong> potrà essere effettuato salvo che il soggetto abbia esplicitamente negato il<br />

proprio assenso e sempre che il coniuge non separato o il convivente more uxorio o in mancanza, i figli <strong>di</strong><br />

maggiore età o, in mancanza <strong>di</strong> questi ultimi, i genitori, ovvero il rappresentante legale, non abbiano<br />

fatto pervenire in tempo utile (il periodo <strong>di</strong> osservazione) opposizione scritta.<br />

Da tale procedura si <strong>di</strong>scosta la sola Legge 12 agosto 1993 n.301 (“Norme in materia <strong>di</strong> prelievo ed<br />

innesti <strong>di</strong> cornea”), che consente l’espianto della cornea quando si sia ottenuto l’assenso del coniuge non<br />

legalmente separato, salvo che il soggetto deceduto non abbia in vita manifestato per iscritto il rifiuto<br />

alla donazione. “Le operazioni <strong>di</strong> prelievo della cornea sono effettuate, nel rispetto della salma, nelle<br />

strutture sanitarie pubbliche e private nonché a domicilio, da parte <strong>di</strong> personale me<strong>di</strong>co…Gli innesti <strong>di</strong><br />

cornea sono effettuati nelle strutture Sanitarie pubbliche e private. Per tali operazioni non è richiesta<br />

alcuna autorizzazione particolare.”<br />

Nonostante i limiti fin qui elencati, la Legge n. 91 del 1999 ha introdotto un nuovo importante concetto,<br />

secondo il quale l’attualità (una delle caratteristiche del consenso è appunto quella <strong>di</strong> essere riferita a<br />

trattamenti a cui essere sottoposto nel presente) del consenso sembra perdere la fondamentale<br />

importanza che ad esso veniva attribuita, aprendo la strada all’accre<strong>di</strong>tamento legale della volontà<br />

espressa, anche me<strong>di</strong>ante il silenzio, dal soggetto in vita.<br />

Tale principio ha reso così pensabile l’applicazione al <strong>di</strong>ritto italiano delle problematiche relative al<br />

cosiddetto “living will”, o testamento biologico. Tale termine fa riferimento a un “documento con il quale<br />

una persona, dotata <strong>di</strong> piena capacità, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe<br />

o non desidererebbe essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso della malattia o a causa <strong>di</strong> traumi<br />

improvvisi, non fosse più in grado <strong>di</strong> esprimere il proprio consenso o il proprio <strong>di</strong>ssenso informato.”<br />

In questo senso il 18 <strong>di</strong>cembre 2003 il Comitato Nazionale per la Bioetica ha elaborato le<br />

“Dichiarazioni Anticipate <strong>di</strong> Trattamento”, testo che raccoglie pareri <strong>dei</strong> massimi esperti in tema <strong>di</strong><br />

sperimentazione, bioetica… e che contiene riflessioni e pareri su varie problematiche <strong>di</strong> bioetica:<br />

• In<strong>di</strong>cazioni sull’assistenza religiosa, sull’intenzione <strong>di</strong> donare o no gli organi per <strong>trapianti</strong>,<br />

sull’utilizzo del cadavere o parti <strong>di</strong> esso per scopi <strong>di</strong> ricerca e/o <strong>di</strong>dattica<br />

• In<strong>di</strong>cazioni circa la modalità <strong>di</strong> umanizzazione della morte (cure palliative, richiesta <strong>di</strong> essere<br />

curato in casa o in ospedale..)<br />

• In<strong>di</strong>cazioni che riflettono le preferenze del soggetto in relazione alle possibilità <strong>di</strong>agnostico<br />

terapeutiche che si possono prospettare lungo il decorso della malattia<br />

• In<strong>di</strong>cazioni finalizzate ad implementare le cure palliative, secondo quanto già in<strong>di</strong>cato dal CNB …<br />

• In<strong>di</strong>cazioni finalizzate a richiedere formalmente la non attivazione <strong>di</strong> qualsiasi forma <strong>di</strong><br />

accanimento terapeutico, cioè <strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> sostegno vitale che appaiono sproporzionati o<br />

ingiustificati<br />

• In<strong>di</strong>cazioni finalizzate a richiedere il non inizio o la sospensione <strong>di</strong> trattamenti terapeutici <strong>di</strong><br />

sostegno vitale, che però non realizzino nella fattispecie in<strong>di</strong>scutibili ipotesi <strong>di</strong> accanimento<br />

• in<strong>di</strong>cazioni finalizzate a richiedere la sospensione dell’alimentazione e idratazione artificiale<br />

Il documento contiene inoltre anche le modalità <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> tale forma <strong>di</strong> consenso, che appare<br />

altamente innovativo per la nostra giurisprudenza, che dovrà in futuro, ancor più <strong>di</strong> adesso “garantire la<br />

massima personalizzazione della volontà del futuro paziente”.<br />

PROTOCOLLI DELLA DONAZIONE: ANATOMIA PATOLOGICA<br />

Documenti <strong>di</strong> riferimento<br />

• LEGGE 1° aprile 1999, n. 91 :Disposizioni in materia <strong>di</strong> prelievi e <strong>di</strong> <strong>trapianti</strong> <strong>di</strong> organi e <strong>di</strong><br />

tessuti<br />

• DM 2 agosto 2003: Certificazione <strong>di</strong> idoneità degli organi al trapianto<br />

• Accordo tra MS e Regioni su “Linee guida per l’accertamento della sicurezza del donatore <strong>di</strong><br />

organo” del 26.9.2003 (GU n. 297 del 23.12.2003)<br />

5


• Siti Internet<br />

• http://tpis.upmc.edu/<br />

• http://www.ministerosalute.it/<strong>trapianti</strong>/<strong>trapianti</strong>.jsp<br />

Centro Centro Nazionale Nazionale Trapianti Trapianti<br />

Donatori utilizzati ed effettivi– effettivi Anni 1992/2005*<br />

Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Donatori Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi Effettivi –––––––– –––– Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati Utilizzati P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P. P.M.P.<br />

*Dati preliminari al 31 <strong>di</strong>cembre 2005<br />

5,8 5,8 5,8<br />

6,2<br />

11,0 11,0 11,0<br />

10,1<br />

10,1<br />

7,9<br />

7,9<br />

11,6<br />

12,3<br />

11,6 12,3<br />

13,7 13,7<br />

14,2<br />

15,3 15,3 15,3<br />

15,7<br />

21,1 21,1<br />

21,1 21,0 21,0<br />

21,0<br />

19,7 19,7<br />

19,7<br />

18,1 18,1<br />

18,5 18,5<br />

18,5<br />

18,1<br />

17,1 17,1 17,1 16,8<br />

16,8 16,8<br />

16,8<br />

E<br />

E<br />

E<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

F<br />

E<br />

F<br />

E<br />

E<br />

F<br />

E<br />

T<br />

T<br />

F<br />

T<br />

T<br />

T<br />

E<br />

T<br />

T<br />

I<br />

I<br />

T<br />

T<br />

I<br />

T<br />

V<br />

V<br />

I<br />

V<br />

I<br />

I<br />

I<br />

V<br />

I<br />

V<br />

I<br />

E<br />

F<br />

F<br />

E<br />

T<br />

T<br />

I<br />

V<br />

I<br />

19,6<br />

19,6<br />

E<br />

F<br />

F<br />

E<br />

T<br />

T<br />

I<br />

V<br />

I<br />

329 360 445 576 629 667 707 788 821 880<br />

911 987<br />

945 1.020<br />

947 1042 11201203<br />

11201203<br />

11181195<br />

11181195<br />

'92 '92 '92 '94 '96 '98 '00 '01 '02 '03 '03 '04 '05*<br />

Inclusi i <strong>trapianti</strong><br />

combinati<br />

1992<br />

FONTE DATI: Dati Preliminari Reports CIR<br />

Centro Centro Nazionale Nazionale Trapianti Trapianti<br />

Totale Trapianti – Anni 1992/2005*<br />

1083 1161<br />

1993<br />

1994<br />

1498<br />

1995<br />

2428 2386<br />

2147 2162<br />

1977<br />

1888<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

*Dati preliminari al 31 <strong>di</strong>cembre 2005<br />

2001<br />

2627 26862756<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

3217 3166<br />

2005*<br />

FONTE DATI: Dati Preliminari Reports CIR<br />

6


Incluse tutte le<br />

combinazioni<br />

Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo me<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> attesa<br />

attesa<br />

attesa<br />

attesa<br />

attesa<br />

<strong>dei</strong> <strong>dei</strong> <strong>dei</strong> <strong>dei</strong> <strong>dei</strong> pazienti pazienti pazienti pazienti pazienti pazienti in in in in in lista<br />

lista<br />

lista<br />

lista<br />

lista<br />

6.362<br />

Rene<br />

Rene<br />

Rene<br />

Rene<br />

Rene<br />

Rene<br />

8.639<br />

Pazienti Iscrizioni<br />

1.568<br />

Centro Centro Nazionale Nazionale Trapianti Trapianti<br />

Fegato Fegato<br />

Fegato<br />

Fegato<br />

Fegato<br />

Fegato<br />

Cuore<br />

Cuore<br />

Cuore<br />

Cuore<br />

Cuore<br />

Cuore<br />

1.587<br />

Pazienti Iscrizioni<br />

*Dati *Dati SIT SIT del del 25 25 gennaio gennaio 2005 2005<br />

Liste <strong>di</strong> Attesa al 31 <strong>di</strong>cembre 2005*<br />

658<br />

673<br />

Pazienti Iscrizioni<br />

2,99 2,99 2,99 2,99 2,99 anni anni<br />

anni<br />

anni<br />

anni<br />

1,53 1,53 1,53 1,53 1,53 anni<br />

anni<br />

anni<br />

anni<br />

anni<br />

2,14 2,14 2,14 2,14 2,14 2,14 anni<br />

anni<br />

anni<br />

anni<br />

anni<br />

% % % % % mortalit mortalità mortalit<br />

mortalit<br />

mortalità mortalit in in in in in lista lista<br />

lista<br />

lista<br />

lista<br />

1,52 1,52 1,52 1,52 1,52 1,52 % %<br />

%<br />

%<br />

%<br />

6,78 6,78 6,78 6,78 6,78 % %<br />

%<br />

%<br />

%<br />

10,03 10,03 10,03 10,03 10,03 %<br />

%<br />

%<br />

%<br />

%<br />

FONTE DATI: Dati Sistema Informativo Trapianti<br />

Problemi prioritari nella utilizzazione degli organi<br />

Sicurezza Idoneità<br />

↓ ↓<br />

Valutazione Valutazione<br />

del rischio dell’organo<br />

DM 2 agosto 2002<br />

Disposizioni in materia <strong>di</strong> criteri e modalità per la certificazione dell’idoneità degli organi prelevati al<br />

trapianto (Art. 14, comma 5, Legge 1° aprile 1999, n° 91)<br />

Art. 1 (Criteri <strong>di</strong> idoneità)<br />

…. In funzione della ridotta <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> organi e delle particolari con<strong>di</strong>zioni <strong>dei</strong> pazienti in attesa <strong>di</strong><br />

trapianto, i criteri <strong>di</strong> sicurezza degli organi … rispondono a specifiche in<strong>di</strong>cazioni, commisurate al<br />

sod<strong>di</strong>sfacimento delle necessità assistenziali degli stessi pazienti.<br />

….. Può <strong>di</strong>chiararsi ammissibile impiegare un organo non ottimale che si renda <strong>di</strong>sponibile a favore <strong>di</strong> un<br />

paziente che si trovi in urgente necessità <strong>di</strong> trapianto o in altre particolari con<strong>di</strong>zioni, per le quali<br />

risulti <strong>di</strong>mostrato che il trapianto è <strong>di</strong> per sé in grado <strong>di</strong> fornire una risposta appropriata alle<br />

specifiche necessità assistenziali<br />

Art. 9 (Tumori presenti o pregressi nel potenziale donatore d’organo)<br />

La presenza <strong>di</strong> eventuali tumori nel donatore va ricercata con la massima cura, attraverso<br />

…..l’esecuzione <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> laboratorio. Qualora ….emerga la presenza <strong>di</strong> una neoplasia, è consentito il<br />

trapianto degli organi secondo le modalità definite dalle linee guida.<br />

L’eventuale utilizzazione <strong>di</strong> donatori i cui dati anamnestici evidenzino un pregresso tumore guarito –<br />

atteso che la lunghezza del periodo <strong>di</strong> tempo senza sintomatologia clinica riferibile al tumore riduce, ma<br />

non annulla il rischio <strong>di</strong> trasmissione con il trapianto – può essere consentita secondo le modalità<br />

definite dalle linee guida.<br />

7


Accordo tra MS e Regioni su “Linee guida per l’accertamento della sicurezza del donatore <strong>di</strong><br />

organo” del 26.9.2003 (GU n. 297 del 23.12.2003).<br />

“L’esito <strong>di</strong> un trapianto da cadavere <strong>di</strong>pende da molteplici fattori, legati in parte alle con<strong>di</strong>zioni del<br />

ricevente ed in parte alle caratteristiche del donatore. L’insufficiente reperimento <strong>di</strong> donatori, il<br />

rapporto rischi/benefici … e i tempi <strong>di</strong> ischemia con<strong>di</strong>zionano modalità e tempi della valutazione della<br />

potenziale idoneità del donatore. Nonostante questi limiti … , qualsiasi organo prelevato a scopo <strong>di</strong><br />

trapianto deve avere una qualità accettabile e non deve esporre il ricevente a rischi inaccettabili<br />

Definizione <strong>dei</strong> livelli <strong>di</strong> rischio<br />

1 – Inaccettabile (criteri <strong>di</strong> esclusione assoluti): l’organo non può essere accettato per il trapianto.<br />

2 - Rischio aumentato, ma accettabile: nonostante la presenza <strong>di</strong> patologie trasmissibili, la particolare<br />

con<strong>di</strong>zione clinica del/i ricevente/i giustifica l’utilizzo degli organi.<br />

3 – Rischio calcolato (criteri relativi a protocolli per <strong>trapianti</strong> elettivi): presenza <strong>di</strong> malattia<br />

trasmissibile compatibile con lo stato del ricevente.<br />

4 – Rischio non valutabile: il processo <strong>di</strong> analisi non permette un’adeguata valutazione del rischio per<br />

assenza <strong>di</strong> uno o più elementi <strong>di</strong> valutazione<br />

5 – Rischio standard: dal processo <strong>di</strong> valutazione non emergono fattori <strong>di</strong> rischio per malattie<br />

trasmissibili. In caso <strong>di</strong> dubbio è possibile interpellare gli esperti del CNT.<br />

N.B.: QUALORA UN PAZIENTE DIVENTI CANDIDABILE AD UN TRAPIANTO CON UN ORGANO A<br />

RISCHIO, OCCORRE OTTENERE IL SUO CONSENSO INFORMATO AL MOMENTO DELLA<br />

CANDIDATURA.<br />

Valutazione del rischio<br />

Il processo che porta alla valutazione dl rischio è multifasico e multi<strong>di</strong>sciplinare.<br />

La valutazione <strong>di</strong> idoneità del donatore deve comunque basarsi su :<br />

anamnesi<br />

esame obiettivo<br />

esami strumentali e <strong>di</strong> laboratorio<br />

esami istopatologici e/o autoptici eventualmente suggeriti dai tre precedenti livelli <strong>di</strong><br />

valutazione<br />

LA CAUSA DI MORTE CEREBRALE DEVE ESSERE<br />

IN OGNI CASO DIAGNOSTICATA<br />

Valutazione dell’idoneità del donatore in casi particolari<br />

Non rappresenta controin<strong>di</strong>cazione al prelievo <strong>di</strong> organi da trapiantare la presenza <strong>di</strong> uno <strong>dei</strong> seguenti<br />

tumori:<br />

Basalioma<br />

Carcinoma squamocellulare cutaneo senza metastasi<br />

Carcinoma in situ della cervice uterina<br />

Carcinoma in situ delle corde vocali<br />

Carcinoma uroteliale papillare non invasivo (T0 sec.TNM)<br />

Tumori cerebrali<br />

I tumori cerebrali normalmente non si <strong>di</strong>sseminano al <strong>di</strong> fuori del SNC: Assenza <strong>di</strong> sistema vascolare<br />

linfatico; Scarsa capacità (angio)-invasiva; presenza della barriera emato-encefalica ed ematoliquorale.<br />

Secondo la classificazione WHO più recente (2000),<br />

per ogni tumore il grado in<strong>di</strong>ca una scala <strong>di</strong> malignità:<br />

8


I – II: basso grado III – IV: alto grado<br />

Una <strong>di</strong>sseminazione sistemica può essere conseguenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sseminazione<br />

ventricolo-peritoneale (in caso <strong>di</strong> derivazioni) in tumori sia a basso che ad alto grado. La derivazione<br />

ventricolo-peritoneale esclude il prelievo <strong>di</strong> organi.<br />

Tumori del SNC a basso grado (a rischio standard) G I-II<br />

Meningioma<br />

Adenomi ipofisari<br />

Neurinoma dell’acustico<br />

Astrocitoma pilocitico (G I)<br />

Oligodendroglioma (GI -II)<br />

Epen<strong>di</strong>moma (G I -II)<br />

Cisti colloide del III ventr.<br />

Papilloma <strong>dei</strong> plessi corioi<strong>dei</strong><br />

Emangioblastoma<br />

Tumori gangliari<br />

Tumori della pineale<br />

Teratomi <strong>di</strong>fferenziati<br />

Tumori del SNC ad alto grado (a rischio aumentato) G III<br />

Astrocitoma anaplastico<br />

Oligodendrocitoma anaplastico<br />

Oligoastrocitoma anaplastico<br />

Epen<strong>di</strong>moma anaplastico<br />

Carcinoma <strong>dei</strong> plessi corioi<strong>dei</strong><br />

Gliomatosis cerebri<br />

Tumori del SNC con esclusione assoluta G IV<br />

Glioblastoma multiforme<br />

Neoplasie embrionarie<br />

Tumori delle cellule germinali<br />

Meningiomi maligni<br />

Emangiopericitoma<br />

Sarcomi meningei<br />

Cordoma<br />

Tumori maligni<br />

Criteri <strong>di</strong> valutazione in caso <strong>di</strong> pregressa neoplasia<br />

Se nell’anamnesi del possibile donatore figura in passato una neoplasia, potenzialmente trasmissibile con<br />

il trapianto, definita guarita, gli organi non sono in nessun caso utilizzabili per il trapianto nel caso che:<br />

1 – siano trascorsi meno <strong>di</strong> 10 anni dalla <strong>di</strong>agnosi clinica <strong>di</strong> guarigione (utilizzo solo in con<strong>di</strong>zioni<br />

salvavita)<br />

2 – si tratti <strong>di</strong>:<br />

- carcinoma mammario<br />

- melanoma<br />

- leucosi<br />

- linfomi<br />

Ruolo del Laboratorio <strong>di</strong> Anatomia Patologica nell’indagine volta ad evidenziare l’eventuale presenza<br />

<strong>di</strong> patologie d’organo in atto nel donatore<br />

Il reclutamento dell’Anatomia Patologica nel protocollo della donazione è stato messo in risalto<br />

dall’esigenza <strong>di</strong> reperire un maggior numero <strong>di</strong> organi.<br />

9


Il ruolo della <strong>di</strong>agnostica istopatologica è quello della valutazione del rischio, in particolare del rischio<br />

oncologico, e della valutazione della idoneità dell’organo da trapiantare, sulla base <strong>di</strong> score approvati a<br />

livello internazionale.<br />

Il laboratorio <strong>di</strong> Anatomia Patologica, per rispondere a queste esigenze <strong>di</strong>agnostiche, necessita <strong>di</strong><br />

laboratori con apparecchi <strong>di</strong> nuova generazione, personale Me<strong>di</strong>co e Tecnico adeguatamente formato e<br />

in grado <strong>di</strong> essere operativo su 24h, per 365gg/anno.<br />

In presenza <strong>di</strong> un reperto patologico macroscopicamente evidente, il chirurgo attiva la reperibilità del<br />

Patologo.<br />

Esame veloce<br />

al criostato<br />

Esame rapido<br />

in paraffina<br />

TECNICHE<br />

Esame<br />

definitivo in<br />

paraffina<br />

Esame IIC<br />

definitivo<br />

Esame IIC<br />

rapido Risposta<br />

definitiva<br />

10


TRAPIANTO DI RENE<br />

Protocollo istopatologico per l’esecuzione della biopsia renale per la valutazione<br />

dell’idoneità del prelievo<br />

Tempo<br />

4 h<br />

RENE<br />

Prelievo<br />

Prelevare campioni <strong>di</strong> tessuto renale corticale destro e<br />

sinistro che contengano almeno 10 glomeruli.<br />

Cuneo<br />

1 x0.5 cm<br />

Descrizione macroscopica del prelievo.<br />

Processazione rapida in paraffina.<br />

Allestimento tecnico<br />

8 vetrini per ciascun blocchetto con almeno due sezioni per ogni vetro, due da destinare a EE, due al<br />

PAS e due alla tricromica <strong>di</strong> Masson.<br />

Diagnosi<br />

Esame al microscopio ottico con valutazione <strong>di</strong> score morfofunzionale.<br />

±<br />

Personale necessario<br />

Un me<strong>di</strong>co e un<br />

tecnico.<br />

Agobiopsia<br />

2 cm<br />

Tutti i reni dovrebbero essere sottoposti ad esame istologico con biopsia pre-trapianto o postperfusione.<br />

Questo fornisce anche un punto <strong>di</strong> riferimento per esami successivi, per una corretto<br />

inquadramemnto delle eventuali lesioni iatrogene o da rigetto. In qualche caso può essere necessario<br />

esaminare anche lesioni nodulari o valutare l’arteria renale.<br />

11


SCORE MORFOFUNZIONALE RENE<br />

(Karpinski J et al. Transplantation 1999; 67: 1162-67)<br />

Parametri considerati score<br />

Score glomerulare (sclerosi) 0-3<br />

Score tubulare (atrofia) 0-3<br />

Score interstiziale (fibrosi) 0-3<br />

Score vascolare (arterie e arteriole) 0-3<br />

Empiricamente, ma anche sulla base <strong>di</strong> adeguati stu<strong>di</strong> (Gaber e Coll., Transplantation 1995;60:334), non<br />

dovrebbero essere impiegati reni con una sclerosi glomerulare superiore al 20%.<br />

Altri criteri <strong>di</strong> esclusione sono una fibrosi interstiziale > 25% dell’area corticale e/o un’arteriosclerosi<br />

che provoca occlusione >25%.<br />

Criteri <strong>di</strong> reclutamento<br />

Score finale Commento<br />

0-3 OK per singolo trapianto<br />

4-6 OK per doppio trapianto<br />

7-12 Organi scartati<br />

N.B.: Uno score vascolare 3 rappresenta una controin<strong>di</strong>cazione al trapianto in<strong>di</strong>pendentemente dallo<br />

score glomerulare, tubulare e interstiziale.<br />

Altri problemi<br />

Presenza <strong>di</strong> lesioni in<strong>di</strong>cative <strong>di</strong> glomerulonefrite: possibilità <strong>di</strong> trasmissione dal donatore al ricevente.<br />

Rischio maggiore per nefropatie ad IgA. In base a risconti in letteratura, lievi mo<strong>di</strong>ficazioni in<strong>di</strong>cative<br />

<strong>di</strong> glomerulonefrite possono essere ignorate.<br />

Altre osservazioni riguardano la presenza <strong>di</strong> glomerulonefrite proliferativa tipo I o sclerosi focale e<br />

segmentaria, che non sembrano avere tendenza a progre<strong>di</strong>re nel ricevente.<br />

Malattie per cui è in<strong>di</strong>cato il Tx renale<br />

Glomerulonefriti *<br />

• I<strong>di</strong>opatica e pos-tinfettiva a semilune<br />

• Membranosa<br />

• Membrano-proliferativa tipo 1 e 2<br />

• Nefropatia ad IgA<br />

• Nefrite anti-membrana basale glomerulare<br />

• Glomerulosclerosi focale<br />

• Porpora <strong>di</strong> Schoenlein-Henoch<br />

Nefropatia ipertensiva *<br />

Malattie ere<strong>di</strong>tarie<br />

• Reni policistici<br />

• Malattia cistica midollare<br />

• Nefrite (inclusa S. <strong>di</strong> Alport)<br />

• Sclerosi tuberosa<br />

12


Malattie metaboliche<br />

• Diabete mellito *<br />

• Iperossaluria<br />

• Cistinosi<br />

• Malattia <strong>di</strong> Fabry<br />

• Amiloidosi<br />

• Gotta<br />

• Porfiria<br />

* Rappresentano da sole il 60% <strong>dei</strong> casi<br />

Uropatie ostruttive<br />

Intossicazioni<br />

• Nefropatia da analgesici<br />

• Abuso <strong>di</strong> oppiacei<br />

Malattie multisistemiche<br />

• LES<br />

• Vasculite<br />

Sindrome emolitico-uremica<br />

Tumori<br />

• Tumore <strong>di</strong> Wilms<br />

• Carcinoma a cellule renali<br />

• Carcinoma incidentale<br />

• Mieloma<br />

Insuff. renale acuta irreversibile<br />

• Necrosi corticale<br />

• Necrosi tubulare acuta<br />

Pielonefriti croniche<br />

Tassi reci<strong>di</strong>va malattie nel Tx rene<br />

Malattia renale Tasso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va Tasso <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta<br />

Malattie i<strong>di</strong>opatiche glomerulari<br />

Glomerulosclerosi focale segmentaria 20 – 30 % 30 - 40 %<br />

GN membranosa 3 – 7 % Rara<br />

GN membranoproliferativa tipo 1 20 – 30 % 30 – 40 %<br />

GN membranoproliferativa tipo 2 > 80 % > 50 %<br />

Nefropatia ad IgA ≈ 50 % ≈ 10 %<br />

Nefrite anti-membrana basale glom. ≈ 12 % Rara<br />

Malattie secondarie glomerulari<br />

13


Porpora <strong>di</strong> Schöenlein – Henoch 10 - 15 % 10 - 20 %<br />

Nefrite lupica < 1 % Nessuna<br />

Sindrome emolitico – uremica 13 - 25 % 40 – 50 %<br />

Nefropatia <strong>di</strong>abetica 100 % < 5 %<br />

Amiloidosi 5 – 30 % Sconosciuta<br />

Granulomatosi <strong>di</strong> Wegener Rara Sconosciuta<br />

Crioglobulinemia 50 % Sconosciuta<br />

Malattie non glomerulari<br />

Ossalosi 90 – 100 % Frequente<br />

Cistinosi ≈ 10 % Rara<br />

Malattia <strong>di</strong> Fabry Rara Sconosciuta<br />

Nefropatia a cellule falciformi Rara Sconosciuta<br />

Sclerosi sistemica progressiva Sconosciuta Sconosciuta<br />

Sindrome <strong>di</strong> Alport Rara Rara<br />

In<strong>di</strong>cazioni alla nefrectomia<br />

In<strong>di</strong>cazioni Razionale Eziologia<br />

Obbligatoria Infezione - Calcolosi a stampo<br />

- Ascessi della corticale renale<br />

- Infezione urinaria da germi resistenti<br />

Ipertensione maligna - Ipertensione nefro-vascolare<br />

- Ipertensione i<strong>di</strong>opatica refrattaria a terapia<br />

Massa renale - Esclusione patologia maligna<br />

Preferibile Bonifica potenziale infezione - Storia <strong>di</strong> pielonefrite<br />

- Reflusso vescico-ureterale grado 3<br />

Emorragia renale - Malattia policistica renale<br />

Esami preliminari sul can<strong>di</strong>dato al Tx renale<br />

Stu<strong>di</strong>o car<strong>di</strong>ovascolare<br />

• Pressione arteriosa<br />

• Rx torace<br />

• ECG (a riposo e dopo stress)<br />

• Ecocar<strong>di</strong>ogramma<br />

• Scintigrafia miocar<strong>di</strong>ca (casi particolari)<br />

• Coronarografia (casi particolari)<br />

• Ecografia aorta addominale<br />

• Eco-Doppler vasi epiaortici (> 50 anni)<br />

• Eco-Doppler arti inferiori (fumatori, anziani)<br />

Stu<strong>di</strong>o nefro-urologico<br />

• Ecografia (rene, vescica, prostata)<br />

• Cistografia (quando appropriata)<br />

• Test uro<strong>di</strong>namici (quando appropriati)<br />

14


Stu<strong>di</strong>o gastroenterologico<br />

• Ecografia addome superiore<br />

• EGDS<br />

• Rx clisma opaco o colonscopia<br />

Stu<strong>di</strong>o ginecologico<br />

• Ecografia pelvica<br />

• Rx mammografia (> 40 anni)<br />

• Pap-test<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio per il Trapianto Renale<br />

Età ed aspettativa <strong>di</strong> vita<br />

Obesità<br />

Fattori psico-sociali e <strong>di</strong>sturbi psichici maggiori<br />

Malattia renale primitiva<br />

Diabete<br />

<strong>Patologia</strong> car<strong>di</strong>ovascolare<br />

Infezioni croniche (HBV, HCV, CMV)<br />

Patologie gastrointestinali<br />

Neoplasie<br />

Complicanze urologiche del Trapianto Renale<br />

Ostruttive<br />

Intrinseche<br />

(stenosi, edema, coaguli, ecc.)<br />

Estrinseche<br />

(linfocele, ematoma, urinoma, ecc.)<br />

Fistola urinosa<br />

Cause <strong>di</strong> deterioramento precoce della funzionalità renale<br />

Necrosi tubulare acuta (ATN)<br />

Vascolari<br />

Trombosi dell’arteria renale<br />

Trombosi della vena renale<br />

Emorragia<br />

Linfatici<br />

Linfocele<br />

Rigetto<br />

Accelerato a acuto<br />

Nefrotossicità da inibitori della calcineurina<br />

Urologici<br />

Fistola urinosa<br />

Ostruzione ureterale<br />

Cause <strong>di</strong> deterioramento tar<strong>di</strong>vo della funzionalità renale<br />

Nefropatia <strong>di</strong> base<br />

Danno ischemia/riperfusione<br />

Nefrotossicità da inibitori della calcineurina<br />

Rigetto cronico<br />

Stenosi dell’arteria renale<br />

Ipertensione<br />

15


Pregressi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rigetto acuto<br />

Ostruzione della via escretrice<br />

Fattori che influenzano il risultato a <strong>di</strong>stanza nel Trapianto Renale<br />

Immunologici<br />

Immunosoppressione<br />

Matching HLA<br />

Sensibilizzazione (PRA panel of reactive antibo<strong>di</strong>es)<br />

Rigetto<br />

Parzialmente immunologici<br />

Età del ricevente<br />

Tempo <strong>di</strong> ischemia<br />

Ritardata ripresa funzionale (DGF delayed graft function)<br />

Malattia renale primitiva<br />

Non immunologici<br />

Compliance del ricevente<br />

Malattia car<strong>di</strong>ovascolare<br />

PATOLOGIA DEL TRAPIANTO RENALE<br />

Adeguatezza del campione e score della lesione (Banff ’97)<br />

- Adeguatezza del campione<br />

• inadeguato: meno <strong>di</strong> 7 glomeruli e nessuna arteria<br />

• marginale: 7 glomeruli e un’arteria<br />

• adeguato: più <strong>di</strong> 10 glomeruli con almeno due arterie<br />

Danno ischemico acuto<br />

- i reni <strong>di</strong> un donatore con glomerosclerosi avanzata hanno un’alta incidenza <strong>di</strong> funzionalità tar<strong>di</strong>va del<br />

trapianto<br />

- mancata funzionalità primitiva: se il trapianto non funziona; la base morfologica della funzionalità<br />

tar<strong>di</strong>va del trapianto è rappresentata dal “danno ischemico acuto”, comunemente causato dalla necrosi<br />

tubulare acuta (ATN); altre cause: tossicità *CsA, *danno da perfusione, *trombosi <strong>dei</strong> vasi maggiori,<br />

*complicanze ureterali<br />

Necrosi tubulare acuta<br />

<strong>Patologia</strong>:<br />

• necrosi delle singole cellule epiteliali tubulari<br />

• per<strong>di</strong>ta dell’orletto a spazzola nei tubuli prossimali<br />

Trombosi arteriosa e venosa<br />

• la maggior parte delle trombosi arteriose si sviluppano nel periodo successivo al trapianto e si<br />

manifestano con anuria → infarto acuto con microtrombi e scarsa infiammazione<br />

• la trombosi venosa renale acuta si manifesta con un dolore improvviso nella sede del trapianto,<br />

edema del rene trapiantato, ematuria e proteinuria.<br />

– da un punto <strong>di</strong> vista morfologico i reni sono edematosi e violacei con trombosi venose; la<br />

corticale mostra una grave congestione emorragica e un’area estesa <strong>di</strong> infarto e necrosi,<br />

a volte con trombi microcapillari <strong>di</strong>ffusi<br />

– può verificarsi la rottura del rene trapiantato<br />

– la trombosi tar<strong>di</strong>va della vena renale è associata alla proteinuria<br />

16


Rigetto iperacuto<br />

• rigetto imme<strong>di</strong>ato (da 10 minuti ad 1 ora) del rene dopo riperfusione col sangue del ricevente,<br />

un processo che richiede la presensibilizzazione del ricevente verso alloantigeni espressi sulla<br />

superficie endoteliale del trapianto<br />

• durante l’intervento il rene <strong>di</strong>venta cianotico e flaccido nonostante una buona pulsazione a livello<br />

dell’ilo<br />

• blocco o, ad<strong>di</strong>rittura, mancato inizio della filtrazione<br />

• alcuni casi <strong>di</strong>ventano evidenti nel post-operatorio, dalle 8 ore ai 2 giorni, probabilmente perchè<br />

gli anticorpi circolanti hanno un titolo insufficiente al momento del trapianto<br />

• segni clinici usuali: anuria, febbre alta e mancata perfusione all’atto della scintigrafia renale; a<br />

volte compare trombocitopenia ed emolisi intravascolare<br />

Esame macroscopico<br />

- il rene assume un colore livido, marezzato, purpurico o cianotico, ed ha una consistenza molle e<br />

soffice<br />

- nello sta<strong>di</strong>o avanzato: necrosi emorragica <strong>di</strong>ffusa della corticale con congestione della<br />

midollare<br />

- i grossi vasi a volte <strong>di</strong>ventano trombotici<br />

Esame microscopico<br />

- lesioni precoci (15 minuti): accumulo cospicuo <strong>di</strong> piastrine nei capillari glomerulari<br />

- nelle ore successive: marginazione <strong>dei</strong> neutrofili e delle piastrine lungo l’endotelio danneggiato<br />

delle piccole arterie, arteriole, capillari glomerulari e peritubulari<br />

- le grosse arterie vengono normalmente risparmiate<br />

- l’interstizio <strong>di</strong>venta edematoso ed emorragico<br />

Rigetto umorale acuto (AHR) (rigetto acuto accelerato o vascolare, rigetto umorale tar<strong>di</strong>vo)<br />

• AHR è una forma <strong>di</strong> rigetto umorale su base tar<strong>di</strong>va, dopo che la funzionalità è stata ristabilita<br />

• le caratteristiche tipiche patologiche comprendono una infiammazione peritubulare, arteriosa e<br />

glomerulare con presenza <strong>di</strong> molti neutrofili e necrosi fibrinoide arteriosa<br />

• inizia normalmente a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 a 12 settimane dal trapianto<br />

Esame macroscopico<br />

- i reni appaiono edematosi e congesti<br />

- nei casi più gravi si osserva emorragia <strong>di</strong>ffusa ed infarto zonale<br />

Esame microscopico<br />

• aspetti patologici variabili<br />

• neutrofili nei capillari peritubulari e glomerulari microtrombi e necrosi focale tubulare<br />

• alcuni casi non hanno una necrosi fibrinoide<br />

Rigetto cellulare acuto<br />

Esame macroscopico<br />

• il rene è flaccido perché edematoso (il peso è aumentato del triplo), pallido (per l’ischemia)<br />

• sezione trasversale: corticale pallida e midollare congesta<br />

• i principali vasi renali sono evidenti<br />

• nei rigetti gravi: congestione marcata, petecchie, infarto della corticale focale<br />

• può insorgere una rottura acuta<br />

• uretere del donatore: edema, pallore e, nei casi più severi, necrosi emorragica<br />

Esame microscopico<br />

Glomeruli – glomerulite da trapianto:<br />

• cellule mononucleate <strong>di</strong>sseminate (cellule T e monociti)<br />

• focale e priva <strong>di</strong> danno endoteliale<br />

Glomeruli – glomerulopatia acuta da trapianto:<br />

17


• forma grave e <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> danno glomerulare, comunemente accompagnata da un rigetto<br />

arterioso<br />

Tubuli: tubulite<br />

• linfociti e monociti intraepiteliali<br />

Interstizio:<br />

• infiltrato interstiziale <strong>di</strong> cellule pleomorfe mononucleate (linfoblasti e macrofagi/monociti ≤ alla<br />

metà delle cellule), edema e, a volte, anche emorragie<br />

• lesioni iniziali: infiltrato perivascolare attorno ai vasi arciformi e alla giunzione corticomidollare<br />

Vasi: un campione non può ritenersi adeguato per escludere una endoarterite a meno che siano<br />

incluse varie arterie (sebbene la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> rigetto possa comunque essere fatta)<br />

• lesione patognomonica del rigetto cellulare:<br />

endoarterite (endotelialite, endotelite, endovasculite, arterite dell’intima): infiltrazione <strong>di</strong><br />

cellule mononucleate sotto l’endotelio arterioso e arteriolare<br />

• le lesioni colpiscono arterie <strong>di</strong> ogni calibro, preferenzialmente i grossi vasi (27% al 13%)<br />

Ureteri e pelvi: uretere e pelvi sono spesso bersaglio <strong>di</strong> rigetto acuto (infiltrazione <strong>di</strong> plasmacellule<br />

nella sottomucosa; infiltrazione linfocitaria nell’urotelio che appare esfoliato e a volte eroso)<br />

• piccole arterie: infiltrazione e necrosi fibrinoide<br />

• la reazione infiammatoria può essere occasionalmente <strong>di</strong> grado <strong>di</strong>verso rispetto a quella renale<br />

Diagnosi <strong>di</strong>fferenziale<br />

La presenza dell’endoarterite consente la <strong>di</strong>agnosi definitiva <strong>di</strong> rigetto attivo<br />

CLASSIFICAZIONE DEL RIGETTO RENALE ACUTO DA ALLOTRAPIANTO<br />

classificazione BANFF mo<strong>di</strong>ficata (99)<br />

Rigetto tubulo-interstiziale sospetto<br />

tipo I<br />

Endoarterite<br />

(arterite dell’intima) tipo II<br />

Necrosi fibrinoide/<br />

Infiammazione transmurale tipo III<br />

Rigetto cronico<br />

• CR è la causa principale del fallimento del trapianto a lungo termine e spiega il motivo che porta<br />

dal 50% e fino all’ 80% <strong>dei</strong> pazienti in <strong>di</strong>alisi<br />

• aspetti clinici: lento aumento della creatinina, spesso accompagnato da proteinuria ed<br />

ipertensione<br />

• CR comprende una miriade <strong>di</strong> alterazioni strutturali e funzionali che si sviluppano lentamente<br />

(mesi) e conducono generalmente ad un rigetto negli anni: alcune <strong>di</strong> queste cause possono avere<br />

o meno una base immunologica<br />

• CR può esor<strong>di</strong>re dopo 3 mesi dal trapianto<br />

• sia gli aspetti clinici che quelli patologici, in<strong>di</strong>vidualmente, non sono sufficienti per una <strong>di</strong>agnosi<br />

definitiva<br />

• sono comunque presenti degli aspetti patologici, soprattutto le lesioni arteriose, che<br />

permettono una <strong>di</strong>agnosi definitiva <strong>di</strong> rigetto cronico me<strong>di</strong>ante soltanto uno stu<strong>di</strong>o morfologico<br />

• un’altra manifestazione <strong>di</strong>stintiva è la glomerulopatia cronica da trapianto<br />

18


• rigetto tubulointerstiziale cronico (atrofia tubulare, fibrosi interstiziale, per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> capillari<br />

peritubulari) non è specifico<br />

• i 3 aspetti sono spesso presenti, ma possono insorgere anche separatamente<br />

Esame macroscopico<br />

• il rene è pallido e fibrotico con una capsula aderente densa e spessa<br />

• il peso è normale o aumentato, per un’ipertrofia compensatoria<br />

• superficie corticale: tipicamente liscia ← atrofia uniforme → la corticale e la midollare sono<br />

colpite in maniera equivalente<br />

• giunzione cortico-midollare: ispessita, obliterazione delle arterie arcuate; le arterie più grosse<br />

sono comunemente colpite<br />

Glomeruli: glomerulopatia cronica da trapianto = estesa duplicazione del GBM e<br />

matrice mesangiale aumentata, in assenza <strong>di</strong> una glomerulopatia de novo o ricorrente<br />

• apparato juxtaglomerulare prominente<br />

Tubuli e interstizio:<br />

• fibrosi a chiazze; atrofia tubulare<br />

• infiltrato mononucleare sparso (piccoli linfociti, plasmacellule e mast-cellule)<br />

• scomparsa <strong>dei</strong> capillari peritubulari<br />

• segni <strong>di</strong> attività sovraimposta: edema, invasione tubulare o lesioni vascolari acute<br />

Vasi:<br />

• circa 1 mese dopo il trapianto, le arterie <strong>di</strong> qualsiasi calibro del rene trapiantato possono<br />

sviluppare una cospicua proliferazione nell’intima ed un restringimento del lume<br />

• il cambiamento dell’intima avviene principalmente nelle arterie più gran<strong>di</strong>, ma si può estendere<br />

dalle arterie interlobulari fino all’arteria renale principale<br />

• ispessimento fibroso pronunciato, concentrico con invasione e proliferazione delle cellule<br />

muscolari lisce fusiformi e con infiltrato variabile <strong>di</strong> cellule mononucleate (l’intenso infiltrato<br />

linfocitario focale nell’intima, localizzato principalmente nell’anello imme<strong>di</strong>atamente sotto<br />

l’endotelio luminale è una <strong>di</strong>stribuzione peculiare e <strong>di</strong>versa da quella tipica dell’ateriosclerosi; lo<br />

stesso endotelio <strong>di</strong>viene un bersaglio dell’infiammazione)<br />

• le lesioni aterosclerotiche si sviluppano velocemente ed in maniera più estesa nel cuore<br />

trapiantato piuttosto che in quello nativo, giustificando chiaramente il termine <strong>di</strong> aterosclerosi<br />

accelerata<br />

Uretere:<br />

• è anch’esso un bersaglio del rigetto cronico<br />

• invasione linfocitaria della mucosa<br />

• lesioni vascolari delle arterie<br />

• cambiamenti secondari: ischemia, fibrosi della sottomucosa e stenosi<br />

NEFROPATIA CRONICA/SCLEROSANTE (BANFF ?97)<br />

Grado I (lieve)<br />

Grado II (moderato)<br />

Grado III (severo)<br />

NEFROTOSSICITA’ DA CICLOSPORINA E TACROLIMUS<br />

• CsA e T inducono lo stesso tipo <strong>di</strong> lesioni renali (nefrossicità da inibitori della calcineurina) che<br />

viene <strong>di</strong>visa in 3 categorie:<br />

– nefrotossicità acuta<br />

– nefrotossicità cronica<br />

– microangiopatia trombotica (sindrome emolitico-uremica)<br />

• gli unici pazienti in cui la tossicità da ciclosporina può essere esclusa sono quelli che non<br />

ricevono il farmaco<br />

• il grado <strong>di</strong> vacuolizzazione non è correlato con la tossicità ematica <strong>di</strong> ciclosporina<br />

19


Tossicità acuta da ciclosporina.<br />

Aspetti morfologici variabili:<br />

1. assenza <strong>di</strong> anormalità morfologiche (tossicità funzionale da ciclosporina, causata da un<br />

vasospasmo reversibile)<br />

2 . danno tubulare acuto (per<strong>di</strong>ta dell’orletto a spazzola)<br />

3. vacuolizzazione (microvacuoli chiari e sottili dovuti ad una <strong>di</strong>latazione del reticolo<br />

endoplasmatico); i tubuli prossimali mostrano i più cospicui cambiamenti morfologici<br />

Lesioni vascolari :<br />

• arteriole: bersaglio della tossicità da ciclosporina<br />

• i cambiamenti più caratteristici della fase acuta sono:<br />

– degenerazione delle singole cellule muscolari liscie della tonaca me<strong>di</strong>a (vacuolizzazione e<br />

rigonfiamento)<br />

– necrosi e/o apoptosi → per<strong>di</strong>ta delle cellule muscolari lisce<br />

– sostituzione delle cellule apoptotiche con depositi proteici circolari e focali o ialinosi,<br />

che segna l’inizio <strong>di</strong> una arteriopatia cronica<br />

– le lesioni vascolari sono più gravi a livello delle arterie interlobulari ed arcuate e questo<br />

può comportare un infarto della corticale<br />

– microangiopatia trombotica<br />

Tossicità cronica da ciclosporina<br />

Tubuli e interstizio:<br />

- atrofia tubulare più cospicua rispetto all’incremento della fibrosi interstiziale, forse<br />

espressione <strong>di</strong> una tossicità tubulare <strong>di</strong>retta<br />

- caratteristiche zone a bande sottili (striature) <strong>di</strong> fibrosi e atrofia tubulare, che suggeriscono<br />

un meccanismo vascolare o un danneggiamento <strong>dei</strong> raggi midollari<br />

- l’arteriola afferente rappresenta il besaglio primario del danno da ciclosporina, dalla quale la<br />

lesione può progre<strong>di</strong>re nelle piccole arterie e nelle arteriole efferenti<br />

- la <strong>di</strong>minuzione dell’immunocolorazione per la renina porta a formulare l’ipotesi che il bersaglio<br />

primitivo della ciclosporina siano le cellule muscolari lisce secernenti renina delle arteriole<br />

afferenti, sito primario anche <strong>di</strong> ialinosi<br />

- la frequenza della comparsa <strong>di</strong> una arteriolopatia da ciclosporina è esigua (


Infezioni<br />

Cytomegalovirus:<br />

• uno <strong>dei</strong> più comuni patogeni nei riceventi il trapianto <strong>di</strong> reni<br />

• causa una infezione sintomatica nei primi 2 o 3 mesi dopo il trapianto<br />

• sintomi: febbre, leucopenia, viremia e epatite o polmonite<br />

• infezione renale <strong>di</strong>retta (cambiamenti citopatici nelle cellule endoteliali glomerulari e<br />

peritubulari)<br />

BK Polyoma virus<br />

• isolato originariamente da B. K., un paziente sudanese che presentava una stenosi ureterale, 3<br />

mesi dopo aver ricevuto un trapianto da vivente<br />

• Il BK virus è correlato al virus JC<br />

• Il BK virus infetta comunemente l’urotelio ma causa raramente una malattia negli in<strong>di</strong>vidui<br />

immunocompetenti<br />

• nei pazienti con trapianto <strong>di</strong> rene, 3 lesioni sono state attribuite al virus BK: cistite emorragica,<br />

stenosi ureterale e nefrite intersiziale<br />

• sono stati riportati <strong>di</strong>versi casi, particolarmente in pazienti che utilizzavano il Tacrolimus<br />

• la citologia urinaria può mostrare cellule “decoy” con delle inclusioni<br />

• elemento chiave della <strong>di</strong>agnosi: inclusioni nucleari virali nei tubuli, particolarmente nei dotti<br />

collettori della corticale e della midollare esterna; i nuclei colpiti sono allargati, atipici con una<br />

cromatina a macchie e basofila<br />

• il trattamento consiste nella <strong>di</strong>minuzione della terapia immunosoppressiva e alcuni pazienti<br />

rispondono con una guarigione completa<br />

Virus epatite C<br />

Il virus dell’epatite C è stato associato con un aumento della frequenza <strong>di</strong> nove volte della<br />

glomerulopatia acuta da trapianto nei campioni bioptici ottenuti durante la <strong>di</strong>sfunzione del trapianto<br />

nei primi 6 mesi, paragonata con i controlli HCV negativi che hanno ricevuto un rene HCV negativo<br />

(55% vs 6%).<br />

• la glomerulopatia ricorda la glomerulonefrite membranoproliferativa o la glomerulopatia cronica<br />

da trapianto<br />

• l’endoarterite acuta è il doppio più frequente (68%) che nei controlli (28%), così come il rigetto<br />

vascolare cronico (60% vs 31%), che si verifica più precocemente (entro 1 mese 64%)<br />

• anche la microangiopatia trombotica si sviluppa con una frequenza relativamente alta e si<br />

associa ad alti livelli <strong>di</strong> anticorpi antifosfolipi<strong>di</strong><br />

Altre Infezioni<br />

• herpes virus tipo 1 e 2 → nefrite interstiziale (rara)<br />

• adenovirus → nefrite emorragica tubulointerstiziale necrotizzante, cistite emorragica ed<br />

insufficienza renale<br />

• pielonefrite acuta : complicanza poco comune, ma potenzialmente devastante, che porta<br />

all’insufficienza renale e causa la per<strong>di</strong>ta del trapianto; l’Escherichia coli è l’organismo più<br />

comune (80%)<br />

Neoplasie<br />

• il rischio <strong>di</strong> carcinoma aumenta nei riceventi ed è determinato dall’intensità<br />

dell’immunosoppressione piuttosto che dai tipi specifici <strong>di</strong> farmaci immunosoppressivi<br />

• l’effetto non è generalizzato nei confronti <strong>di</strong> tutti i tumori ed è notevolmente selettivo<br />

(carcinoma a cellule squamose della cute, labbra e cervice; sarcoma <strong>di</strong> Kaposi e malattia<br />

linfoproliterativa a cellule B)<br />

• la frequenza <strong>dei</strong> più comuni adenocarcinomi (mammella, polmone, prostata e colon) è irrisoria<br />

21


• la maggior parte <strong>dei</strong> tumori, che si sviluppano più frequentemente,sembra sia associata ad<br />

infezioni virali (e. g., papilloma virus, Epstein-Barr virus, herpes virus-8) o ra<strong>di</strong>azioni UV<br />

• le neoplasie benigne <strong>di</strong> origine virale sono aumentate (i. e., papillomi <strong>dei</strong> genitali e non)<br />

• aumentato rischio <strong>di</strong> carcinoma a cellule renali nel rene end-stage<br />

• comprendono l’intero range delle proliferazioni linfoi<strong>di</strong> anomale che si sviluppano nei riceventi,<br />

da benigni a maligni<br />

• anche se i PTLDs sono linfomi maligni, alcuni si comportano come neoplasie a “minima<br />

deviazione”, capaci <strong>di</strong> crescere soltanto in un ospite immunocompromesso<br />

• i “tumori” a volte regre<strong>di</strong>scono bloccando o riducendo l’immunosoppressione, facendo così<br />

sorgere la domanda se essi siano realmente lesioni neoplastiche<br />

Aspetti Clinici<br />

• i PTLDs coivolgono preferenzalmente siti extranodali a <strong>di</strong>fferenza <strong>dei</strong> linfomi non derivati dal<br />

trapianto<br />

• il sistema nervoso centrale è coinvolto nel 38% <strong>dei</strong> pazienti che utilizzano la azatioprina e gli<br />

steroi<strong>di</strong> e nel 15% <strong>dei</strong> pazienti che usano la CsA, in confronto all’1% della popolazione generale<br />

22


TRAPIANTO DI FEGATO<br />

Protocollo istopatologico per l’esecuzione della biopsia epatica per la valutazione<br />

dell’idoneità del prelievo<br />

Tempo<br />

30 min<br />

Allestimento tecnico<br />

2-3 vetrini per ciascuna inclusione con almeno due sezioni per ogni vetrino. Colorazione con EE<br />

Diagnosi<br />

Esame al microscopio ottico con valutazione <strong>di</strong> score morfofunzionale.<br />

SCORE MORFOFUNZIONALE FEGATO<br />

FEGATO<br />

Prelievo<br />

Prelevare un campione <strong>di</strong> tessuto epatico a livello<br />

del margine antero-inferiore. Esaminare subito.<br />

Cuneo<br />

1.5 cm 2<br />

Descrizione macroscopica del prelievo.<br />

Processazione rapida al criostato.<br />

Parametri considerati Score<br />

oppure<br />

Steatosi macrovescicolare % sul <strong>totale</strong><br />

Necrosi epatocellulare presenza/assenza<br />

Infiammazione (epatite cronica attiva)<br />

in portatori <strong>di</strong> infezioni HBV, HCV presenza/assenza<br />

Fibrosi con ponti, fibrosi periduttale presenza/assenza<br />

Personale necessario<br />

Un me<strong>di</strong>co e un tecnico.<br />

Agobiopsia<br />

2 cm<br />

23


CRITERI DI ESCLUSIONE<br />

Steatosi macrovescicolare >30%.<br />

Necrosi epatocellulare evidente.<br />

Infiammazione riferibile ad epatite cronica attiva in portatori <strong>di</strong> infezioni HBV, HCV.<br />

Fibrosi con connessioni portali, fibrosi periduttale evidente.<br />

N.B. La steatosi microvescicolare non costituisce controin<strong>di</strong>cazione.<br />

Cause <strong>di</strong> steatosi<br />

Genetiche o metaboliche (<strong>di</strong>abete mellito, obesità, <strong>di</strong>sbetalipoproteinemia, lipo<strong>di</strong>strofia, malattia da<br />

accumulo <strong>di</strong> esteri del colesterolo, m. <strong>di</strong> Weber-Christian, gravidanza).<br />

Nutrizionali (malnutrizione, nutrizione parenterale <strong>totale</strong>, rapida per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso, by-bass intestinale).<br />

Malattie croniche (m. intestinale cronica, AIDS, intossicazioni batteriche intestinali).<br />

Farmaci (aspirina, steroi<strong>di</strong>, metotrexate, estrogeni sintetici, tetracicline, tamoxifene, antivirali).<br />

Tossici (alcool, cocaina, fosforo, solventi organici, funghi velenosi, tossine bacillari).<br />

(Approfon<strong>di</strong>mento: Macrovesicular hepatic steatosis in living related liver donors: correlation<br />

between CT and histologic fin<strong>di</strong>ngs. Limanond P, Raman SS, Lassman C, Sayre J, Ghobrial RM, Busuttil<br />

RW, Saab S, Lu DS. Ra<strong>di</strong>ology. 2004 Jan;230(1):276-280).<br />

Steatosi macrovescicolare > 60%: Sindrome da lisi degli epatociti steatosici post-riperfusionale<br />

In<strong>di</strong>cazioni al Trapianto <strong>di</strong> fegato<br />

Cirrosi cronica avanzata<br />

Malattia primaria del parenchima<br />

Cirrosi post-necrotica (virale, da farmaci)<br />

Cirrosi alcolica<br />

Fibrosi cistica<br />

Malattia autoimmune<br />

Malattia primaria colestatica<br />

Atresia biliare<br />

Cirrosi biliare primitiva<br />

Colangite sclerosante<br />

Cirrosi criptogenetica<br />

Malattia primaria vascolare<br />

Sindrome <strong>di</strong> Budd-Chiari<br />

Malattia da occlusione venosa<br />

Epatite acuta fulminante<br />

Epatite virale<br />

Epatopatia da farmaci (per es. alotano, sulfonami<strong>di</strong>)<br />

Malattia epatica metabolica (per es. malattia <strong>di</strong> Wilson, sindrome <strong>di</strong> Reyes)<br />

Errori congeniti del metabolismo<br />

Malattia da accumulo <strong>di</strong> glicogeno<br />

Deficienza <strong>di</strong> alfa1-antitripsina<br />

Malattia <strong>di</strong> Wilson<br />

Tumori epatici primitivi<br />

Epatoma con o senza cirrosi<br />

24


Colangiocarcinoma<br />

Sarcoma atipico del parenchima epatico<br />

Retrapianto<br />

Encefalopatia epatica<br />

Sta<strong>di</strong>o I<br />

Confusione mentale<br />

Esame neuromuscolare normale<br />

Sta<strong>di</strong>o II<br />

Sonnolenza e linguaggio inappropriato<br />

Asterixis, aumento del tono muscolare<br />

Sta<strong>di</strong>o III<br />

Risveglio evocato da stimoli vocali<br />

Risposta flessoria al dolore provocato<br />

Sta<strong>di</strong>o IV<br />

Stato <strong>di</strong> coma profondo con assenza <strong>di</strong> risposta agli stimoli<br />

Ipertono muscolare, risposta estensoria al dolore provocato<br />

Classificazione <strong>di</strong> Child-Pugh<br />

punti 1 2 3<br />

Albumina (g/dl) > 3.5 2.8-3.5 < 2.8<br />

Bilirubina (mg/dl) < 2.0 2.0-3.0 > 3.0<br />

Protrombina (secon<strong>di</strong> oltre la me<strong>di</strong>a) < 4.0 4.0-6.0 > 6.0<br />

Ascite Assente Lieve Moderata<br />

Encefalopatia (grado) 0 I-II III-IV<br />

Score: 5-6 punti Child’s A<br />

7-9 punti Child’s B<br />

10-15 punti Child’s C<br />

25


Number of Transplants<br />

TRAPIANTO DI POLMONE<br />

NUMBER OF LUNG TRANSPLANTS REPORTED<br />

BY YEAR AND PROCEDURE TYPE<br />

1800<br />

1600<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

1985<br />

13<br />

1986<br />

Bilateral/Double Lung<br />

BLT<br />

Single Lung<br />

SLT<br />

15 46 83<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

188<br />

1991<br />

418<br />

1992<br />

706<br />

1993<br />

922<br />

1994<br />

1086<br />

1995<br />

1229<br />

1996<br />

1365 1370<br />

ADULT LUNG TRANSPLANTATION: In<strong>di</strong>cations<br />

1997<br />

1998<br />

1655<br />

1563<br />

1443 1497<br />

1436 1412<br />

Alpha-1 Bronchiectasis Congenital Heart Disease<br />

COPD CF IPF<br />

LAM OB (Non-ReTX) Other<br />

PPH Re-TX Sarcoidosis<br />

1% 5%<br />

1%<br />

24%<br />

2%<br />

1%<br />

2%<br />

Single Lung<br />

Transplants<br />

2% 9%<br />

0%<br />

0%<br />

53%<br />

1%<br />

1%<br />

10%<br />

1999<br />

8%<br />

5%<br />

2000<br />

30%<br />

2001<br />

2002<br />

2% 3%<br />

10%<br />

Bilateral/Double Lung Transplants<br />

5%<br />

2%<br />

23%<br />

26


DECORSO<br />

CLINICO<br />

Scelta del momento del trapianto<br />

Troppo presto Troppo tar<strong>di</strong><br />

TEMPO<br />

TIMING INSERIMENTO IN LISTA ATTIVA<br />

BPCO / ENFISEMA<br />

-FEV1 < 25%<br />

-PaCO2 > 55 mmHg<br />

-PaO2 < 55-60 mmHg<br />

-Ipertensione polmonare secondaria<br />

-Deterioramento clinico (infezioni e ospedalizzazioni frequenti)<br />

FIBROSI CISTICA<br />

- FEV1 < 30%<br />

- PaCO2 > 50 mmHg<br />

- Progressiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso<br />

- Aumentata frequenza ospedalizzazione<br />

- Pz. giovani <strong>di</strong> sesso femminile<br />

- Fev1>30% ma: Alto tasso <strong>di</strong> ospedalizzazione<br />

Rapida caduta del Fev1<br />

Emottisi massive<br />

Riduzione importante del BMI<br />

IPERTENSIONE POLMONARE PRIMITIVA (PPH)<br />

-Classe NYHA III – IV<br />

-PAD m > 10 mmHg<br />

-PAP m > 55 mmHg<br />

- I.C. < 2 l/m/m2<br />

Nessun miglioramento del quadro emo<strong>di</strong>namico dopo 3 mesi <strong>di</strong> trattamento con prostaciclina<br />

FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA<br />

• FVC < 60%<br />

• DLCO < 30%<br />

• PaO2 < 55 mmHg<br />

• rapido sca<strong>di</strong>mento della funzione respiratoria nonostante l’ottimizzazione della terapia me<strong>di</strong>ca<br />

TIPI DI TRAPIANTO POLMONARE<br />

• <strong>Blocco</strong> cuore-polmoni (domino-trapianto)<br />

FINESTRA DI INTERVENTO<br />

27


• Trapianto <strong>di</strong> polmone singolo<br />

• Trapianto polmonare doppio (singolo sequenziale)<br />

• Trapianto lobare doppio da vivente<br />

• Split Lung Technique<br />

• Trapianto polmonare singolo con resezione più o meno allargata del polmone controlaterale<br />

FATTORI DETERMINANTI LA SCELTA DELLA PROCEDURA<br />

• <strong>Patologia</strong> <strong>di</strong> base: può il polmone controlaterale essere lasciato in sede?<br />

• Necessità <strong>di</strong> un letto vascolare polmonare ampio<br />

• Funzionalità car<strong>di</strong>aca<br />

• Regole <strong>di</strong> allocazione locale; esperienza del centro <strong>trapianti</strong><br />

LUNG TRANSPLANTATION<br />

Kaplan-Meier Survival (Transplants: January 1990 - June 2002)<br />

Survival (%)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

Double lung: 1/2-life = 5.3 Years; Con<strong>di</strong>tional 1/2-life = 8.3 Years<br />

Single lung: 1/2-life = 3.9 Years; Con<strong>di</strong>tional 1/2-life = 6.2 Years<br />

All lungs: 1/2-life = 4.4 Years; Con<strong>di</strong>tional 1/2-life = 6.9 Years<br />

Bilateral/Double Lung (N=6,686)<br />

Single Lung (N=8,581)<br />

All Lungs (N=15,267)<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12<br />

Years<br />

TX DI POLMONE: CARATTERISTICHE UNICHE<br />

• Non ripristino della circolazione arteriosa sistemica (arterie bronchiali)<br />

• In contatto con l’ambiente esterno<br />

• Ridotti meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa:<br />

• Ridotta clearance mucociliare<br />

• Organo denervato: assente il riflesso tussigeno<br />

TRAPIANTO POLMONARE: PROBLEMI PRINCIPALI<br />

• <strong>di</strong>sfunzione primaria del graft (pgd)<br />

• infezioni<br />

• rigetto cronico: BO<br />

• effetti collaterali <strong>dei</strong> farmaci immunosoppressori<br />

p < 0.0001<br />

INSUFFICIENTE NUMERO DI DONATORI: SOLUZIONI<br />

• uso <strong>di</strong> donatori marginali (età >55 anni, tempi <strong>di</strong> ischemia più lunghi, ecc.)<br />

• donatori a cuore non battente<br />

• migliore gestione del donatore <strong>di</strong> polmone<br />

• trapianto lobare da donatore vivente<br />

28


• xenotrapianto<br />

• organi artificiali<br />

PGD: DANNO DA ISCHEMIA/RIPERFUSIONE<br />

• entro 72 ore dal Tx<br />

• edema polmonare non car<strong>di</strong>ogeno (ARDS)<br />

• ipossiemia<br />

• ↓ compliance polmonare<br />

• trattamento <strong>di</strong>fficile:<br />

• ↓flui<strong>di</strong><br />

• peep<br />

• <strong>di</strong>uresi forzata<br />

• no<br />

• ECMO<br />

PGD: PREVENZIONE<br />

• evitare l’iper<strong>di</strong>stensione polmonare<br />

• ventilazione con basse percentuali <strong>di</strong> ossigeno<br />

• pneumoplegia <strong>di</strong> tipo extracellulare<br />

• pneumoplegia retrograda<br />

• scavengers <strong>dei</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno<br />

• ↓ pressione <strong>di</strong> riperfusione (no)<br />

• ridurre al minimo il tempo <strong>di</strong> ischemia<br />

INFEZIONE DA CMV<br />

• ↑ citochine pro-infiammatorie (TNF-α)<br />

• stimola la proliferazione <strong>dei</strong> fibroblasti<br />

• ↑ expression MHC class ii in donor allografts<br />

• treatment with ganciclovir can prevent ob in rat animal tracheal allograft models*<br />

*Tikkanen et al. AJRCCM 2001<br />

RIGETTO CRONICO: BO<br />

• causa principale <strong>di</strong> decesso a <strong>di</strong>stanza<br />

• profilassi e trattamento <strong>di</strong>fficili (patogenesi poco chiara)<br />

• la <strong>di</strong>agnosi precoce è essenziale<br />

FATTORI PREDITTIVI DI BOS: ALLOIMMUNI<br />

• rigetto acuto<br />

• HLA mismatches<br />

• ab anti-HLA<br />

• infezione da CMV<br />

•<br />

FATTORI PREDITTIVI DI BOS: NON ALLOIMMUNI<br />

• danno da ischemia/riperfusione<br />

• infezione da virus respiratori<br />

• reflusso gastroesofageo<br />

(GER as reversible cause of allograft dysfunction. Chest 2000;118:1214-7)<br />

BOS: PREVENZIONE E TRATTAMENTO<br />

• everolimus<br />

29


• ciclosporina per via inalatoria<br />

• fotoferesi<br />

• irra<strong>di</strong>azione linfocitaria <strong>totale</strong><br />

POST-LUNG TRANSPLANT MORBIDITY FOR ADULTS<br />

Cumulative Prevalence in Survivors within 5 Years Post-Transplant<br />

(Follow-up: April 1994)<br />

Outcome<br />

Valutazione Pre-trapianto<br />

Dal 1/8/2001 al 31/10/2004<br />

33 pazienti hanno completato la valutazione<br />

22 inseriti in lista (67%)<br />

3 pazienti devono completare la valutazione<br />

Mortalità in lista d’attesa 27 %<br />

Tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attesa in lista: 172 giorni<br />

Attività <strong>di</strong> trapianto polmonare Siena<br />

Agosto 2001-ottobre 2004<br />

10 <strong>trapianti</strong> <strong>di</strong> polmone singolo<br />

6 Fibrosi polmonare i<strong>di</strong>opatica<br />

1 Fibrosi post Sarcoidosi (ipertensione polmonare secondaria<br />

2 Enfisema<br />

1 Linfangioleiomiomatosi<br />

Within 5<br />

Years<br />

Total number with<br />

known response<br />

Hypertension 86.4% (N = 1,196)<br />

Renal Dysfunction 38.4% (N = 1,275)<br />

Abnormal Creatinine < 2.5 mg/dl 21.3%<br />

Creatinine > 2.5 mg/dl 12.9%<br />

Chronic Dialysis 3.4%<br />

Renal Transplant 0.7%<br />

Hyperlipidemia 45.4% (N = 1,315)<br />

Diabetes 29.4% (N = 1,172)<br />

Bronchiolitis Obliterans 34.4% (N = 921)<br />

30


1 trapianto bipolmonare sequenziale (Fibrosi cistica)<br />

CONCLUSIONI<br />

• pgd: ↓ incidenza con le nuove strategie<br />

↑ sopravvivenza<br />

• bo: necessaria una migliore conoscenza <strong>dei</strong> meccanismi patogenetici:<br />

everolimus<br />

tolleranza immunologica<br />

migliore controllo del GER?<br />

• insufficiente numero <strong>di</strong> donatori: strategie innovative<br />

ANATOMIA PATOLOGICA DEL TRAPIANTO POLMONARE<br />

Interstiziopatie polmonari croniche<br />

Fibrosi polmonare i<strong>di</strong>opatica<br />

Sindrome <strong>di</strong> Hamman-Rich<br />

P. a nido d’ape (end stage)<br />

P. interstiziale desquamativa (DIP)<br />

P. interstiziale linfocitaria (LIP)<br />

BOOP (Bronchiolitis obliterans organizing pneumonia)<br />

Polmonite eosinofila<br />

Sarcoidosi<br />

Alveolite allergica<br />

Amiloidosi<br />

Proteinosi alveolare<br />

Linfangioleiomiomatosi<br />

Granuloma eosinofilo<br />

Siena<br />

31


Sindromi emorragiche<br />

Goodpasture<br />

Emosiderosi i<strong>di</strong>opatica<br />

Granulomatosi <strong>di</strong> Wegener<br />

Pneumoconiosi<br />

Silicosi<br />

Malattia <strong>dei</strong> minatori (carbone)<br />

Asbestosi<br />

Protocollo <strong>di</strong> esecuzione della biopsia polmonare<br />

Prelievo: biopsie polmonari transbronchiali in broncoscopia a fibre ottiche associate a lavaggio<br />

broncoalveolare<br />

La biopsia transbronchiale a scopo <strong>di</strong>agnostico, su preciso quesito clinico, ha un alto tasso <strong>di</strong> sensibilità<br />

(63-83%).<br />

Campionamento: 3 - 5 frammenti <strong>di</strong> tessuto periferico, contenente almeno 100 alveoli ed un bronchiolo<br />

in ciascun frustolo (possibilità <strong>di</strong> falsi negativi < 5%); 3-4 prelievi<br />

sull’anastomosi; BAL.<br />

Processazione istologica:<br />

Biopsia: Ematossilina-eosina (3 vetrini), Argento-Metenamina, Gram.<br />

BAL: Ematossilina-eosina (3 vetrini), Argento-Metenamina, Gram<br />

Specificità dell’esame bioptico per il rigetto acuto: 93%<br />

Sensibilità dell’esame bioptico per il rigetto acuto: 77%.<br />

Necessità <strong>di</strong> gradazione istologica.<br />

Confronto con eventuali biopsie precedenti.<br />

Gradazione istologica del rigetto polmonare<br />

Rigetto acuto (A)<br />

Associato ad infiammazione bronchiale (B)<br />

Rigetto cronico (C) (bronchiolite obliterante)<br />

Rigetto cronico vascolare (D) (vasculopatia da rigetto)<br />

Rigetto acuto (A)<br />

G 0 - Assenza <strong>di</strong> infiltrati linfoi<strong>di</strong> perivascolari<br />

G A1 - Rari infiltrati linfoi<strong>di</strong> perivascolari all’esame,scarsamente evidenti a piccolo ingran<strong>di</strong>mento<br />

G A2 - Frequenti infiltrati linfoi<strong>di</strong> perivascolari, visibili anche a piccolo ingran<strong>di</strong>mento; talora eosinofili<br />

e plasmacellule<br />

G A3 – Infiltrati perivascolari estesi all’interstizio settale<br />

G A4 – Infiltrati linfoi<strong>di</strong> interstiziali <strong>di</strong>ffusi con danno alveolare <strong>di</strong>ffuso, emorragie e/o necrosi<br />

parenchimale<br />

Associato ad infiammazione bronchiale (B)<br />

G B0 – Assenza <strong>di</strong> infiammazione bronchiale<br />

G B1 – Rari linfociti nella sottomucosa bronchiale<br />

G B2 – Manicotti linfocitari peribronchiali senza infiammazione né necrosi bronchiale<br />

G B3 - Manicotti linfocitari peribronchiali con infiammazione e necrosi bronchiale<br />

G B4 - Manicotti linfocitari peribronchiali con ulcerazione bronchiale<br />

G Bx – Non valutabile<br />

Rigetto cronico (C) (bronchiolite obliterante)<br />

G Ca – Fibrosi con infiltrati <strong>di</strong> cellule mononucleate<br />

32


G Cb – Fibrosi con scarsi infiltrati infiammatori<br />

Rigetto cronico vascolare (D) (vasculopatia da rigetto)<br />

G D - Presente<br />

PATOLOGIA DEL TRAPIANTO POLMONARE<br />

• Complicazioni polmonari: più frequenti tra tutte quelle che possono seguire un trapianto <strong>di</strong><br />

organo.<br />

• Immunosoppressione → infezioni, altre patologie.<br />

• Danni specifici → da riperfusione, rigetto acuto e cronico, <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni proliferativi.<br />

Inquadramento generale delle complicanze del trapianto polmonare<br />

1 - Complicanze precoci<br />

• Infezioni (1° mese)<br />

• Edema polmonare (da danno car<strong>di</strong>aco o tossicità)<br />

• Danno da riperfusione (ARDS)<br />

• Emorragia alveolare <strong>di</strong>ffusa<br />

• Polmonite interstiziale<br />

• Malattia veno-occlusiva<br />

2 - Complicanze tar<strong>di</strong>ve<br />

• Infezioni opportunistiche<br />

• Bronchiolite obliterante<br />

• Polmonite interstiziale linfocitaria<br />

• Altre patologie (più rare):<br />

o sarcoidosi<br />

o linfangioleiomiomatosi<br />

o polmonite interstiziale a cellule giganti<br />

o proteinosi alveolare<br />

o polmonite desquamativa interstiziale<br />

o istiocitosi a cellule <strong>di</strong> Langerhans<br />

o carcinoma bronchiolo-alveolare<br />

o emorragia polmonare i<strong>di</strong>opatica<br />

Principali cause <strong>di</strong> morte post-trapianto polmonare<br />

Cause <strong>di</strong><br />

morte<br />

0-30<br />

gg<br />

1-12 mm 1-3 aa 3-5 aa >5 aa<br />

(n=962) (n=1,230) (n=953) (n=479) (n=301)<br />

Coronaropatia 1.2% 0.8% 1.2% 1.5% 1.3%<br />

Miocar<strong>di</strong>o 9.3% 3.6% 2.1% 3.1% 2.3%<br />

Neoplasie NL 0% 2.0% 4.1% 7.9% 9.0%<br />

Linfoma 0.1% 3.3% 2.4% 1.7% 4.0%<br />

CMV 0.5% 4.1% 1.7% 0.6% 0.7%<br />

Rigetto acuto 5.9% 1.8% 2.1% 0.8% 0.7%<br />

33


Infezioni non<br />

CMV<br />

24.6% 39.3% 39.3% 18.8% 16.3%<br />

BO 0.7% 6.1% 6.1% 33.0% 34.2%<br />

Insufficienza<br />

primitiva<br />

trapianto<br />

16.4% 6.1% 5.8% 4.0% 4.7%<br />

Altre insuff. 14.7% 11.4% 10.2% 13.8% 8.3%<br />

C. tecniche 8.8% 3.1% 0.9% 0.2% 0.3%<br />

Altre 17.7% 18.5% 14.7% 14.6% 18.3%<br />

Complicanze principali<br />

1 - Infezioni<br />

Rappresentano il 40-45% <strong>di</strong> tutte le cause <strong>di</strong> morte. Quadri principali: polmonite batterica; polmonite<br />

da CMV. La fonte <strong>di</strong> infezione può essere anche il polmone trapiantato, oppure possono essere forme<br />

“opportunistiche”, favorite dalla immunosoppressione. Altro fattore favorente è la denervazione del<br />

polmone: assenza del riflesso della tosse e della clearance mucociliare.<br />

Eziologia delle polmoniti post-trapianto.<br />

Batteriche: Pseudomonas aeruginosa, Stafilococco aureo. Virali: CMV. Fungine: Can<strong>di</strong>da, Aspergillo<br />

Polmonite stafilococcica: flogosi acuta bronchiale, foci lobulari <strong>di</strong> suppurazione che tendono talora a<br />

confluire in ascessi.<br />

Polmonite da CMV: flogosi interstiziale <strong>di</strong> tipo cronico, accanto ad elementi alveolari <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

aumentate (20 μm) dai caratteristici inclusi (cellule ad occhio <strong>di</strong> civetta).<br />

Aspergillo: forme anatomocliniche: aspergillosi polmonare allergica, aspergillosi polmonare saprofitica<br />

(comprendente l'aspergilloma) e aspergillosi invasiva e setticemica.<br />

Can<strong>di</strong>da: è più frequente la bronchite della polmonite, anche se si possono avere quadri setticemici.<br />

2 -Danno da riperfusione (o risposta al reimpianto)<br />

Edema polmonare non car<strong>di</strong>ogeno da danno capillare. Il danno è <strong>di</strong> origine ischemica (legato alla<br />

procedura stessa del trapianto), ma si manifesta quando il polmone viene riperfuso. Può associarsi al<br />

rigetto. Elevata incidenza (80% <strong>dei</strong> casi).<br />

Insorgenza: 3-4 gg dopo il trapianto (fondamentale la cronologia per la DD con il rigetto).<br />

Macro: polmone congesto, aumentato <strong>di</strong> consistenza.<br />

Micro: DAD (danno alveolare <strong>di</strong>ffuso) → riparazione → corpi <strong>di</strong> Masson, fibrosi interstiziale.<br />

Processo <strong>di</strong>ffuso legato a danno da ra<strong>di</strong>cali dell’ossigeno.<br />

Le membrane ialine sono composte da proteine plasmatiche e detriti <strong>di</strong> pneumociti <strong>di</strong> I tipo.<br />

I pazienti con DAD sono ipossiemici, ma refrattari all’ossigenoterapia.<br />

DAD è un quadro ad alta mortalità. I soggetti che sopravvivono possono sviluppare un danno<br />

interstiziale cronico fino all’ honeycombing<br />

3 - Bronchiolite obliterante (costrittiva)<br />

Presente dal 24 al 50% <strong>dei</strong> soggetti trapiantati con lunga sopravvivenza.<br />

Interpretata come espressione <strong>di</strong> rigetto cronico nel trapianto polmonare, ma anche car<strong>di</strong>aco e<br />

midollare. Caratteristiche principali: infiammazione delle vie aeree (prevalentemente<br />

linfoplasmacellulare, in genere <strong>di</strong> lieve entità) e fibrosi, stenosante il lume bronchiolare.<br />

Diagnosi <strong>di</strong> certezza: biopsia transbronchiale.<br />

Diagnosi istopatologica<br />

34


Adeguatezza del prelievo: presenza <strong>di</strong> bronchioli. Sensibilità: 28%. Specificità: 75%.<br />

Almeno 5 prelievi; colorazioni: EE, van Gieson, Grocott.<br />

Aspetto <strong>di</strong>agnostico fondamentale: depositi sottomucosi <strong>di</strong> connettivo collagene peribronchiolare, in<br />

posizione eccentrica o concentrica, con restringimento del lume.<br />

TRAPIANTO DI FEGATO<br />

Il trapianto <strong>di</strong> fegato si attua nel trattamento <strong>di</strong> molte malattie epatiche altrimenti incurabili. Tali<br />

malattie si sud<strong>di</strong>vidono in tre gruppi principali:<br />

1. malattie epatiche end-stage (70-80%)<br />

2. insufficienza epatica acuta (10-20%)<br />

3. neoplasie epatiche<br />

Nel 10-20% <strong>dei</strong> casi si tratta <strong>di</strong> un retrapianto.<br />

1 - La presenza <strong>di</strong> steatosi macrovescicolare nel donatore può provocare una serie <strong>di</strong> danni: ostruzione<br />

meccanica del microcircolo sinusoidale → problemi <strong>di</strong> riperfusione (maggiore suscettibilità delle cellule<br />

sinusoidali al danno ischemico; ischemia e/o forze meccaniche) → rilascio <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> dagli epatociti → <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>cali liberi → ulteriore danno degli epatociti sinusoidali.<br />

PATOLOGIA DEL TRAPIANTO EPATICO<br />

Danno da preservazione/riperfusione:<br />

Steatosi macrovescicolare: aspetto frequentemente incontrato nel fegato del donatore (13-46%):<br />

- se interessa il 60-70% degli epatociti → alto rischio <strong>di</strong> non funzionalità del graft<br />

- grosse gocce lipi<strong>di</strong>che possono causare ostruzione meccanica della micro-circolazione →<br />

problemi <strong>di</strong> riperfusione<br />

Ischemia e/o forze meccaniche → rilascio <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> liberi dagli epatociti → ulteriore compromissione<br />

del circolo e ↑ della perossidazione lipi<strong>di</strong>ca durante la riossigenazione del fegato →formazione <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>cali liberi → danno ulteriore delle cellule endoteliali.<br />

Istologia: grossi aggregati extracellulari <strong>di</strong> grasso associati ad aree <strong>di</strong> necrosi epatocitaria,<br />

emorragia e <strong>di</strong>struzione della trama sinusoidale. La steatosi può anche aumentare la suscettibilità<br />

delle cellule endoteliali all’ischemia da freddo, prima che ricominci la perfusione.<br />

Steatosi microvescicolare: non si associa, anche se <strong>di</strong> grado elevato, a <strong>di</strong>sfunzione del graft.<br />

Altri fattori: ipotensione (→danno ischemico grave del graft), stato nutrizionale scadente,<br />

endotossiemia, emosiderosi grave.<br />

Cellule <strong>di</strong> Kupffer: attivazione, rilascio <strong>di</strong> ROS e citochine.<br />

Intervallo <strong>di</strong> 12-48 ore fra la riperfusione e la <strong>di</strong>agnosi clinica <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione: gli epatociti sono<br />

meno suscettibili delle cellule sinusoidali all’ischemia da freddo, ma lo sono <strong>di</strong> più a quella da caldo<br />

(→ apoptosi).<br />

Il fegato da donatore <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 50 anni è associato a un danno epatocellulare più grave in “time<br />

zero”.<br />

1. scarsa funzionalità iniziale: forma meno grave, <strong>di</strong>sfunzione reversibile del graft<br />

2. <strong>di</strong>sfunzione primitiva del graft (primary graft <strong>di</strong>sfunction): scarsa funzionalità del graft dopo<br />

il trapianto<br />

3. assenza <strong>di</strong> funzionalità primaria (primary non-function): forma più grave, in cui la insufficienza<br />

del graft è incompatibile con la sopravvivenza del ricevente (2-23%) (aree <strong>di</strong> necrosi<br />

epatocitaria perivenulare o massiva degli epatociti da danno ischemico).<br />

Epatociti balloniformi (prevalentemente nella zona centrale, <strong>di</strong>ffusi nelle forme gravi).<br />

35


Colestasi: frequente; colestasi “funzionale” probabilmente conseguente a danno da inadeguata<br />

preservazione (si risolve spontaneamente), da rigetto, da infezione virale, da sepsi per ostruzione<br />

biliare, da tossicità iatrogena.<br />

Il danno da riperfusione può comportare una iperespressione delle molecole <strong>di</strong> adesione→→→→maggiore<br />

rischio <strong>di</strong> rigetto.<br />

L’ischemia da freddo prolungata può provocare anche il danno ischemico <strong>dei</strong> dotti biliari, con rischio<br />

<strong>di</strong> fibrosi conseguente.<br />

RIGETTO<br />

rigetto biologico: alterazioni morfologiche in assenza <strong>di</strong> qualsiasi significativa anormalità clinica<br />

o biochimica<br />

rigetto clinico accompagnato da segni clinici <strong>di</strong> rigetto del graft:<br />

- rigetto iperacuto<br />

- rigetto acuto<br />

- rigetto cronico<br />

Rigetto iperacuto (umorale)<br />

La <strong>di</strong>sfunzione o insufficienza del graft si verifica imme<strong>di</strong>atamente dopo la riperfusione in un<br />

ricevente con anticorpi contro il donatore preformati; se si presenta dopo pochi giorni → rigetto<br />

umorale.<br />

incompatibilità AB0<br />

In presenza <strong>di</strong> incompatibilità AB0→33% (anticorpi antilinfociti, anticorpi anti-cellule endoteliali).<br />

Aspetti clinici<br />

- grave <strong>di</strong>sfunzione del graft entro 2 settimane dal trapianto<br />

- dopo un periodo <strong>di</strong> iniziale funzione normale, si verificano in rapido aumento delle transaminasi e<br />

del tempo <strong>di</strong> protrombina, la <strong>di</strong>minuzione delle piastrine e l’aumento dell’attività del<br />

complemento<br />

- inefficacia della terapia immunosoppressiva → nuovo trapianto<br />

Aspetti istologici<br />

- aspetto variabile in accordo alla gravità del rigetto e al tempo intercorso tra l’esor<strong>di</strong>o <strong>dei</strong><br />

sintomi e il prelievo<br />

- dopo 2-6 ore: depositi <strong>di</strong> fibrina, piastrine, neutrofili ed eritrociti nei piccoli vasi e nei sinusoi<strong>di</strong><br />

- 1-2 giorni: necrosi coagulativa degli epatociti; nei casi gravi: necrosi emorragica massiva<br />

- aspetto caratteristico: assenza <strong>di</strong> linfociti<br />

Rigetto acuto<br />

Danno immunome<strong>di</strong>ato del fegato trapiantato caratterizzato da:<br />

1. infiltrati linfocitari, specie nelle aree portali<br />

2. danno <strong>dei</strong> dotti biliari<br />

3. danno delle strutture vascolari<br />

Presente nel 20-30% <strong>dei</strong> pazienti. Incidenza maggiore nei pazienti il cui danno epatico è dovuto a una<br />

malattia autoimmune del fegato.<br />

Aspetti clinici<br />

- 90%: nel 1° mese<br />

- febbre, aumento <strong>di</strong> volume e <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> consistenza<br />

- prevalente alterazione <strong>dei</strong> test <strong>di</strong> colestasi<br />

- frequente leucocitosi ed eosinofilia periferica<br />

Aspetti istologici<br />

36


Differente combinazione <strong>di</strong> una triade <strong>di</strong>agnostica:<br />

1. infiammazione portale<br />

2. danno <strong>dei</strong> dotti biliari<br />

3. infiammazione endoteliale delle venule<br />

NB: Per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> rigetto acuto è richiesta la presenza <strong>di</strong> almeno due <strong>di</strong> queste lesioni.<br />

Aspetti istologici<br />

1.Infiammazione portale:<br />

- infiltrato infiammatorio misto costituito da linfociti (prevalentemente T), blasti,<br />

macrofagi, granulociti neutrofili ed eosinofili*.<br />

*considerati un criterio morfologico consistente con rigetto, si correlano con il grado <strong>di</strong><br />

severità e hanno significato prognostico per la risposta alla terapia<br />

- epatite dell’interfaccia: raramente cospicua, prominente nelle forme più gravi <strong>di</strong> rigetto.<br />

2. Danno <strong>dei</strong> dotti biliari: me<strong>di</strong>ato dalle cellule infiammatorie.<br />

- infiltrazione <strong>di</strong> neutrofili* e linfociti, vacuolizzazione citoplasmatica, picnosi,<br />

<strong>di</strong>struzione focale delle membrane basali.<br />

*(DD: colangite ascendente)<br />

3. Infiammazione dell’endotelio delle venule (portali ed epatiche)<br />

- forme lievi: adesione all’endotelio<br />

- forme gravi: infiltrazione sottoendoteliale, associata a <strong>di</strong>stacco e <strong>di</strong>struzione delle<br />

cellule endoteliali; interessamento <strong>di</strong> segmenti della parete o circonferenziale → forme<br />

più gravi.<br />

Le vene portali sono interessate più <strong>di</strong> quelle epatiche, il cui danno si riscontra nelle forme più gravi<br />

associate a infiammazione perivenulare e a necrosi epatocitaria → associazione dell’infiammazione<br />

perivenulare con la maggiore probabilità <strong>di</strong> andare incontro alla cronicità.<br />

Le lesioni arteriose (infiammazione e necrosi fibrinoide) sono raramente osservate nelle biopsie <strong>di</strong><br />

piccole <strong>di</strong>mensioni; in<strong>di</strong>cano un danno grave.<br />

Alterazioni parenchimali frequenti: colestasi, degenerazione balloniforme, corpi acidofili, necrosi<br />

focale (più marcati nella regione perivenulare); la scarsa correlazione con il grado del rigetto, fanno<br />

pensare che siano lesioni dovute a problemi <strong>di</strong> perfusione e conservazione.<br />

Gra<strong>di</strong>ng<br />

• grado 1 (lieve)<br />

• grado 2 (moderato)<br />

• grado 3 (grave)<br />

Rigetto cronico<br />

Danno immuno-me<strong>di</strong>ato del fegato trapiantato caratterizzato istologicamente da 2 aspetti principali:<br />

1. per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> dotti biliari (aspetto più importante→rigetto da duttopenia)<br />

2. vasculopatia obliterativa delle arterie <strong>di</strong> grande e me<strong>di</strong>o calibro<br />

NB. La maggior parte <strong>dei</strong> casi non risponde alla terapia immunosoppressiva.<br />

Incidenza e fattori <strong>di</strong> rischio<br />

• incidenza <strong>di</strong>minuita nel tempo forse per la terapia<br />

• in alcuni centri il rigetto cronico è virtualmente scomparso<br />

2 principali categorie <strong>dei</strong> fattori <strong>di</strong> rischio:<br />

1. fattori donatore/ricevente:<br />

- trapianto per malattie autoimmuni<br />

- mismatching sesso maschile/femminile<br />

- origine etnica non caucasica del ricevente<br />

- giovane età del ricevente<br />

37


2. fattori post-trapianto correlati al rigetto acuto: numero e severità degli episo<strong>di</strong>, presentazione<br />

tar<strong>di</strong>va (oltre un mese dopo il trapianto)<br />

Altri fattori: infezione da citomegalovirus, virus B e C, terapia con interferone per infezione,<br />

assunzione <strong>di</strong> alcool.<br />

Aspetti clinici<br />

Molti casi sono correlati a fenomeni acuti precedenti (è probabile che il rigetto acuto e quello cronico<br />

non siano due processi <strong>di</strong>stinti, ma semplicemente parti <strong>di</strong> uno spettro <strong>di</strong> danno immuno-me<strong>di</strong>ato che si<br />

verifica nel fegato trapiantato). Picco <strong>di</strong> incidenza: 2-6 mesi dopo il trapianto; ma si può presentare<br />

anche dopo un anno.<br />

Ittero progressivo associato a un aumento delle transaminasi (può in<strong>di</strong>care il passaggio dalla forma<br />

acuta a quella cronica), delle gamma GT, della fosfatasi alcalina e della bilirubina. l’aspecificità <strong>dei</strong> dati<br />

clinici richiede la conferma istologica.<br />

Aspetti istologici<br />

1 - per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> dotti biliari:<br />

- nelle fasi iniziali il danno infiammatorio è in<strong>di</strong>stinguibile da quello acuto<br />

- segue <strong>di</strong>minuzione dell’infiltrato → aspetto “burn-out” del fegato end-stage<br />

- assenza <strong>di</strong> neoduttulogenesi o <strong>di</strong> espansione fibrosa periportale<br />

La per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> dotti riguarda prevalentemente quelli <strong>di</strong> piccolo calibro (interlobulari) e deve essere<br />

presente in più del 50% degli spazi portali per poterla consederare in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> rigetto cronico<br />

(necessità della presenza <strong>di</strong> almeno 20 spazi portali). Nel secondo trapianto possono essere coinvolti i<br />

dotti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o (settali) e grande (ilari) calibro, che presentano una obliterazione del lume per fibrosi e<br />

infiammazione.<br />

2. arteriopatia obliterativa:<br />

- interessa le arterie <strong>di</strong> grande e me<strong>di</strong>o calibro → aggregato intimale <strong>di</strong> macrofagi schiumosi<br />

(raramente visibile nelle biopsie);<br />

- può esserci un infiltrato infiammatorio prominente, prevalentemente T;<br />

- raramente si osserva la cospicua iperplasia intimale <strong>dei</strong> <strong>trapianti</strong> car<strong>di</strong>aci e renali; se presente →<br />

segno <strong>di</strong> un danno <strong>di</strong> lunga durata;<br />

- obliterazione fibrosa intimale anche nelle venule epatiche (simili a quella della malattia veno-occlusiva)<br />

e portali → importanza nella patogenesi della fibrosi del fegato trapiantato;<br />

- probabile correlazione fra il danno vascolare e la duttopenia (lesione ischemica), ma esistono casi con<br />

esclusiva per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> dotti e casi con esclusivo danno arterioso.<br />

3 - Colestasi perivenulare: aspetto prominente sia per la per<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> dotti biliari sia per il danno<br />

vascolare →patogenesi anche ischemica (aspetto simile a quello <strong>di</strong> un’epatite cronica).<br />

4 - Necrosi perivenulare:<br />

aspetto frequente; necrosi litica con collasso <strong>di</strong> fibre e deposizione <strong>di</strong> collagene immaturo → aspetto<br />

acuto della lesione, forse per la presenza <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong>namico fra per<strong>di</strong>ta e rigenerazione<br />

epatocitaria → quadro simil-cirrotico, che si esclude per l’assenza si collagene maturo e per la<br />

conservazione della normale architettura vascolare; importante aspetto <strong>di</strong>agnostico per la progressione<br />

dalla forma acuta (potenzialmente reversibile) a quella conica.<br />

Complicazioni del trapianto <strong>di</strong> fegato<br />

Problemi vascolari<br />

- le anastomosi interessano l’arteria epatica, la vena porta e la vena cava<br />

- i pazienti pe<strong>di</strong>atrici presentano un più alto rischio <strong>di</strong> complicanze vascolari per le piccole<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>dei</strong> vasi<br />

- il rischio è più elevato anche per i <strong>trapianti</strong> segmentali<br />

Cause <strong>di</strong> ischemia (presente nel 50% <strong>dei</strong> fegati asportati entro il primo mese):<br />

- problemi <strong>di</strong> preservazione del graft<br />

38


- problemi tecnici chirurgici<br />

- anatomia e <strong>di</strong>mensioni <strong>dei</strong> vasi del donatore<br />

- problemi generali: ipotensione, sanguinamento<br />

- in alcuni casi non si evidenziano ostruzioni trombotiche<br />

Nelle fasi iniziali: <strong>di</strong>stribuzione a carta geografica della necrosi coagulativa, che presenta bor<strong>di</strong><br />

emorragici; infiltrazione <strong>di</strong> neutrofili degli spazi portali.<br />

La biopsia consente <strong>di</strong> identificare la lesione, ma non dà il quadro della sua estensione.<br />

Una importante conseguenza della trombosi dell’arteria epatica è la necrosi <strong>dei</strong> dotti biliari. Le tre<br />

principali forme <strong>di</strong> rigetto (soprattutto quello iperacuto) possono essere tutte associate a ischemia del<br />

graft → aspetto dell’ischemia non occlusiva.<br />

Reci<strong>di</strong>va delle malattie<br />

Aspetti generali. Per alcune con<strong>di</strong>zioni (per es., le neoplasie maligne epatiche) la reci<strong>di</strong>va si verifica<br />

entro i due anni; per altre malattie (per es., la cirrosi biliare primitiva) la maggioranza delle reci<strong>di</strong>ve si<br />

ha precocemente, con nessun impatto evidente sul graft o sulla sopravvivenza del paziente.<br />

Complicazioni biliari:<br />

1. complicazioni anastomotiche<br />

2. complicazioni non anastomotiche<br />

Infezioni<br />

• infezioni virali<br />

• citomegalovirus<br />

• Epstein-Barr virus<br />

• virus dell’epatite B e C<br />

• infezioni batteriche<br />

• fungine<br />

L’epatite autoimmune può svilupparsi in pazienti trapiantati per malattie non immunitarie; si pensa,<br />

pertanto, che ci siano alcuni fattori scatenanti, quali le infezioni virali.<br />

Epatite B<br />

Fattori che influenzano la reci<strong>di</strong>va:<br />

- presentazione clinica (malattia acuta o cronica)<br />

- stato della replicazione dell’HBV al momento del trapianto<br />

- presenza <strong>di</strong> coinfezione da virus delta<br />

- uso dell’immunoprofilassi e/o della terapia antivirale<br />

Rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va a tre anni: 50%. Pazienti HBV-DNA+ e/o HBeAg+ → alto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va. Forme<br />

fulminanti → basso rischio per l’eliminazione degli antigeni virali. L’HDV riduce la quota <strong>di</strong> replicazione<br />

dell’HBV → più bassa incidenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va.<br />

Vantaggio dell’immunoprofilassi con immunoglobuline anti-HBs nei trapiantati con bassi livelli <strong>di</strong><br />

replicazione virale. Uso <strong>di</strong> antivirali prima del trapianto nei pazienti con alti livelli <strong>di</strong> replicazione virale.<br />

Pazienti con epatocarcinoma ed epatite B → maggiore rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va.<br />

Aspetti istopatologici<br />

Aspetti tipici (più frequenti) e atipici.<br />

- 3 fasi principali<br />

1. primi 3 mesi dopo il trapianto: aspetti collegati a un rigetto acuto o ad altre complicanze, poiché<br />

aspetti da ricondurre <strong>di</strong>rettamente all’HBV sono rari in questo periodo; la comparsa <strong>di</strong> antigeni<br />

HBV-associati sono i primi segni <strong>di</strong> infezione ricorrente<br />

2. seconda fase (1-2 mesi dopo il trapianto): epatite lobulare lieve<br />

3. terza fase (6 mesi dopo il trapianto): infiammazione portale e periportale;<br />

39


andamento più rapido che nei soggetti non trapiantati.<br />

Epatite colestatica fibrosante: aspetto <strong>di</strong>stintivo associato a una rapida insufficienza del graft;<br />

molti casi si presentano entro i primi mesi della malattia; espansione della fibrosi come sottili<br />

strisce perisinusoidali con proliferazione <strong>di</strong> dotti privi <strong>di</strong> lume; degenerazione balloniforme degli<br />

epatociti, colestasi; positività per l’HBsAg (nucleare e citoplasmatica); infiammazione lieve o<br />

assente.<br />

Epatite C<br />

Incidenza e fattori <strong>di</strong> rischio:<br />

• più del 90% <strong>dei</strong> pazienti con infezione cronica da HCV, che si sottopongono a trapianto epatico,<br />

presentano marker virali espressione <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> infezione<br />

• HCV-RNA: presente nel siero già pochi giorni dopo il trapianto; <strong>di</strong>minuisce subito dopo, ma<br />

raggiunge valori <strong>di</strong> 100 volte superiori nei 2-3 mesi successivi<br />

• non tutti i pazienti sviluppano, però, una malattia sintomatica.<br />

• fattori <strong>di</strong> rischio per una malattia epatica più grave: genotipo virale (HCV1b), livelli <strong>di</strong> viremia<br />

(si correla all’insorgenza degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> epatite acuta e alla progressione verso la cronicità),<br />

numero e severità degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> rigetto acuto associato alla quantità e al tipo <strong>di</strong><br />

immunosoppressione<br />

• ha un andamento più aggressivo<br />

2 aspetti principali:<br />

• a - aspetti tipici (casi più frequenti)<br />

• b - aspetti atipici<br />

L’epatite lobulare si manifesta 2-3 mesi dopo il trapianto (importante per attribuire le lesioni al<br />

danno virale e non al rigetto acuto, che compare nel primo mese); lo sta<strong>di</strong>o successivo (6 mesi dopo<br />

il trapianto) è quello dell’epatite cronica.<br />

C’è una maggiore incidenza <strong>di</strong> rigetto cronico (con duttopenia) o perchè sia il danno immunitario che<br />

l’infezione virale hanno come target i dotti o perché la terapia con interferone accentua la risposta<br />

immunitaria e pre<strong>di</strong>spone a un forma più grave <strong>di</strong> rigetto.<br />

Meccanismi patogenetici:<br />

- danno citotossico<br />

- coinfezione da virus B e C:il virus C inibisce la replicazione del virus B, pertanto le lesioni sono,<br />

prevalentemente, quelle da virus C<br />

Epatite Delta<br />

La reinfezione da HDV non si associa con una <strong>di</strong>sfunzione clinica significativa del graft o con segni<br />

istologici <strong>di</strong> epatite; i marker dell’infezione, pertanto, tendono a scomparire; l’epatite ricorrente<br />

HBV/HDV+ è meno grave <strong>di</strong> quella da solo HBV.<br />

Cirrosi biliare primitiva<br />

Può ricorrere dopo il trapianto (8-75%) entro 1-10 anni dal trapianto. L’aspetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione <strong>dei</strong><br />

dotti è <strong>di</strong>verso da quello del rigetto → DD agevole. La quantità e il tipo <strong>di</strong> immunosoppressione può<br />

influenzare la reci<strong>di</strong>va della malattia.<br />

Colangite primitiva sclerosante<br />

Percentuale <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va: 8,6-27%. I pazienti con CBP hanno un rischio maggiore <strong>di</strong> andare incontro a<br />

rigetto. Difficile DD con il rigetto per la presenza <strong>di</strong> caratteri morfologici sovrapponibili.<br />

Epatite autoimmune<br />

Incidenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va: 11-83%. Probabilmente legata a una immunosoppressione non adeguata→<br />

risoluzione <strong>dei</strong> parametri istologici e biochimici dopo adeguata terapia. Per la <strong>di</strong>agnosi è necessaria<br />

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la presenza <strong>dei</strong> vari parametri biochimici ,sierologici (autoanticorpi, ipergammaglobulinemia) e<br />

istologici (epatite portale con numerose plasmacellule e epatite dell’interfaccia).<br />

Epatopatia alcoolica<br />

Il 10-30% <strong>dei</strong> paziente torna al potus, ma non sembra ci siano correlazioni con l’andamento della<br />

funzione del graft. NASH. I pazienti possono presentare reci<strong>di</strong>va con rapida progressione verso la<br />

cirrosi (entro 2 anni). Può presentarsi de novo dopo il trapianto.<br />

Epatocarcinoma<br />

Reci<strong>di</strong>va: 30-50%.<br />

Fattori pre<strong>di</strong>sponenti: numero e <strong>di</strong>mensioni del tumore, interessamento linfonodale, invasione<br />

vascolare, alto grado istologico e presenza <strong>di</strong> cirrosi<br />

Sopravvivenza a 5 anni: 25-30%. La presenza <strong>di</strong> piccoli (


L’aspetto più caratteristico <strong>dei</strong> PTLDs è l’associazione al virus <strong>di</strong> Epstein-Barr (EBV). L’EBV, che può<br />

infettare ed immortalizzare le cellule B, è <strong>di</strong>rettamente connesso alla PTLD (più del 90% <strong>dei</strong> casi<br />

testati con la PCR). I casi senza EBV rappresentano probabilmente un linfoma casuale.<br />

I PTLDs ristretti al trapianto, sembrano derivare dal donatore e rispondono alla terapia.<br />

I PTLDs possono coinvolgere anche l’uretere → <strong>di</strong>sfunzione renale <strong>di</strong> tipo ostruttivo. La rimozione del<br />

segmento ureterale e la ridotta immunosoppressione ha portato alla guarigione in 19 mesi e 5 anni.<br />

Più alta è la dose, minore è la latenza <strong>dei</strong> PTLDs, che può insorgere velocemente nel primo mese dopo il<br />

trapianto. Un altro fattore <strong>di</strong> rischio è la sieronegatività all’EBV; il rischio aumentato nei pazienti<br />

sieronegativi è 20 volte maggiore rispetto ai riceventi seropositivi. Il PTLD originario del donatore ha<br />

una prognosi migliore.<br />

Classificazione.<br />

I <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni linfoproliferativi post- trapianto si sud<strong>di</strong>vidono in 3 categorie in base alle alterazioni<br />

morfologiche e genetiche:<br />

(1) Iperplasia plasmacellulare: insorge più comunemente nell’orofaringe e nei linfono<strong>di</strong>, quasi<br />

sempre policlonale, associata a EBV (infezioni multiple o isolate); assenza <strong>di</strong> mutazioni o<br />

alterazioni <strong>dei</strong> geni oncosoppressori;<br />

(2) Iperplasia polimorfa e linfoma a cellule B: a insorgenza linfonodale o extralinfonodale, quasi<br />

sempre monoclonale, presenza <strong>di</strong> una singola forma <strong>di</strong> EBV, assenza <strong>di</strong> mutazioni o alterazioni<br />

<strong>dei</strong> geni oncosoppressori;<br />

(3) Linfoma immunoblastico o mieloma multiplo: si presenta come malattia <strong>di</strong>sseminata,<br />

monoclonale; presenza <strong>di</strong> una singola forma <strong>di</strong> EBV; presenza <strong>di</strong> mutazioni o <strong>di</strong> alterazione <strong>di</strong> uno<br />

o più geni oncosoppressori (N-ras gene codon 61 point mutation, p53 gene mutation, c-myc gene<br />

riarrangement).<br />

Sarcoma <strong>di</strong> Kaposi<br />

• 5.7% delle malignità de novo<br />

• 400 a 500 volte maggiore <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> un background etnico simile<br />

• in Italia: 1.6% <strong>dei</strong> riceventi il trapianto <strong>di</strong> rene<br />

• espansione monoclonale del sarcoma <strong>di</strong> Kaposi associato all’herpes-virus (KSHV o HV8)<br />

• la riduzione o la cessazione dell’immunosoppressione porta alla guarigione completa nel 53% <strong>dei</strong><br />

casi cutanei e del 27% <strong>di</strong> quelli a coinvolgimento nodale o degli organi interni; la per<strong>di</strong>ta del<br />

trapianto per rigetto avviene come conseguenza<br />

Altre patologie maligne<br />

I tipi più frequenti sono:<br />

– istiocitoma fibroso maligno (20%)<br />

– leiomiosarcoma (15%)<br />

– fibrosarcoma (12%)<br />

– rabdomiosarcoma (9%)<br />

– emangiosarcoma (8%)<br />

– sarcoma in<strong>di</strong>fferenziato (7%)<br />

– mesotelioma (6%)<br />

I riceventi il trapianto renale hanno un aumentato rischio <strong>di</strong> forme cutanee maligne, incluso il<br />

carcinoma a cellule squamose.<br />

IL TRAPIANTO DI CUTE<br />

Flap: A mass or tongue of tissue for transplantation vascularized by a pe<strong>di</strong>cle.<br />

Graft: Any free (unattached) tissue or organ for transplantation.<br />

(Stedman’s Me<strong>di</strong>cal Dictionary)<br />

42


Fattori rilevanti nel trapianto <strong>di</strong> cute<br />

• Rete vascolare<br />

• Potere immunogeno<br />

• Ruolo del derma come struttura trofica e <strong>di</strong> sostegno<br />

Attecchimento del trapianto <strong>di</strong> cute<br />

• Caratteristiche dell’espianto<br />

• Provenienza dell’espianto<br />

Caratteristiche del prelievo<br />

• Sottile<br />

• Spesso<br />

Classificazione degli innesti cutanei in relazione allo spessore degli espianti<br />

Spessore parziale<br />

Denominazione<br />

Sottile<br />

(Thiersch-Ollier)<br />

Interme<strong>di</strong>o<br />

(Blair-Brown)<br />

Spesso<br />

(Padgett)<br />

Spessore<br />

0.15-0.3 mm<br />

0.3-0.45 mm<br />

0.45-0.6 mm<br />

Tutto spessore (Wolfe-Krause) > 0.6 mm<br />

Destino del trapianto <strong>di</strong> cute in funzione dello spessore dell’espianto<br />

• gli espianti sottili attecchiscono<br />

• gli espianti a tutto spessore attecchiscono solo se <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni<br />

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• Autologo<br />

• Omologo<br />

• Eterologo<br />

Attecchimento degli innesti e modalità <strong>di</strong> riparazione dell’area<br />

donatrice<br />

Tipo <strong>di</strong><br />

innesto<br />

Ollier-Thiersch Restitutio ad integrum Buono seguito da<br />

retrazione<br />

Blair-Brown Restitutio ad integrum Discreto seguito da<br />

retrazione<br />

Padgett<br />

Area donatrice Attecchimento<br />

Guarigione spontanea<br />

con esito cicatriziale<br />

Wolfe Kraus Necessaria riparazione<br />

chirurgica<br />

Provenienza dell’espianto<br />

Necessario letto asettico<br />

ben vascolarizzato;<br />

retrazione moderata<br />

Esige ottima<br />

vascolarizzazione;<br />

retrazione quasi assente<br />

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Classificazione degli innesti cutanei in relazione<br />

alla provenienza degli espianti<br />

Denominazion<br />

e<br />

Autoinnesti<br />

Omoinnesti<br />

Etero o<br />

xenoinnesti<br />

Isoinnesti <br />

Alloinnesti<br />

Provenienza<br />

Donatore e ricevente stesso<br />

soggetto<br />

Donatore e ricevente soggetti<br />

<strong>di</strong>versi della stessa specie con<br />

identico co<strong>di</strong>ce genetico<br />

Donatore e ricevente soggetti<br />

<strong>di</strong>versi della stessa specie<br />

Donatore e ricevente soggetti <strong>di</strong><br />

specie <strong>di</strong>verse<br />

Destino del trapianto <strong>di</strong> cute in funzione della provenienza dell’espianto<br />

• Trapianto autoplastico: attecchimento<br />

• Trapianto omoplasico:<br />

– Epidermide: elevato potere immunogeno, rigetto<br />

– Derma: tolleranza componente fibrosa, parziale rivascolarizzazione<br />

–<br />

Utilizzazione terapeutica del trapianto <strong>di</strong> cute<br />

• Ustioni<br />

• Ulcera da varici<br />

• Ulcera <strong>di</strong>abetica<br />

• Ulcera da decubito<br />

• Necrolisi epidermica tossica<br />

• Nevo congenito gigante<br />

•<br />

NB: Nelle ustioni estese la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> aree donatrici è limitata è ciò rende inattuabile il<br />

trattamento con trapianto autoplastico. Per sfruttare al meglio la <strong>di</strong>sponibilità <strong>dei</strong> cheratinociti<br />

provenienti dalle aree indenni sono stati escogitati vari stratagemmi. Si è fatto ricorso all’uso <strong>di</strong><br />

microespianti epidermici fissati sulla superficie cruenta con cute omologa o eterologa. (Rheinwald JG,<br />

Green H. Serial cultivation of strains of human epidermal cheratinocytes: the formation of keratinizing<br />

colonies from single cells. Cell 6, 331-343, 1975; O’ Connor NE et al. Grafting of burns with cultured<br />

epithelium prepared from autologous epidermal cells. Lancet 1981).<br />

Funzioni del trapianto <strong>di</strong> cute omologa<br />

• Ricostituzione del derma<br />

• Effetto barriera<br />

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• Riduzione del dolore<br />

• Attecchimento dell’autograft epidermico<br />

In<strong>di</strong>cazioni al trapianto <strong>di</strong> cute omologa<br />

• Gran<strong>di</strong> ustionati e sindrome <strong>di</strong> Lyell (procedura salvavita)<br />

• Patologie ulcerative <strong>di</strong> varia origine (varici, <strong>di</strong>abete, decubiti, traumi ecc.)<br />

• Combinazione con epidermide coltivata (tessuto ingegnerizzato)<br />

Pelle da donatore<br />

• Copertura dopo escarectomia<br />

• Preparazione DED<br />

• Trapianto permanente <strong>di</strong> derma<br />

• Substrato per sviluppo cheratinociti<br />

Centro <strong>di</strong> conservazione cute: prodotti<br />

• Cute crioconservata utilizzata soprattutto dai Centri ustione<br />

• Cute glicerolata impiegata per patologie ulcerative minori<br />

• Bioprodotti ingegnerizzati preparati per speciali impieghi dermatologici<br />

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