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Climatologia (Giancarlo Balduzzi) - STANGA

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· Generalità sul clima: microclima e macroclima<br />

· Elementi climatici: luce, temperatura, idrometeore, vento<br />

· Strumenti di rilevazione e valutazione degli elementi climatici<br />

· Banche dati<br />

Prof. <strong>Giancarlo</strong> <strong>Balduzzi</strong> - ITA Stanga<br />

1


CLIMA<br />

organizzazione meteorologica mondiale (O.M.M.)<br />

Definisce il clima come l’insieme degli elementi fisici,<br />

chimici e biologici che principalmente caratterizzano le<br />

condizioni meteorologiche di una determinata regione della<br />

terra e che influenzano nel contempo la vita degli esseri<br />

viventi che la popolano, siano essi animali che vegetali.<br />

2


CLIMATOLOGIA<br />

Studio del clima, della sua variabilità nel tempo e nello spazio<br />

e dei vari fenomeni e fattori che lo governano.<br />

La climatologia, inoltre, studia, registra ed elabora la cadenza<br />

con la quale certi fenomeni ed eventi climatici si ripetono.<br />

Diventa quindi uno studio statistico delle condizioni medie<br />

del tempo e delle variazioni dalla media al fine di poter fare<br />

studi e previsioni.<br />

3


METEOROLOGIA<br />

E’ la scienza che studia l’atmosfera e tutti i fenomeni e<br />

processi che interagiscono con essa, modificandone le<br />

componenti fisiche.<br />

4


LIVELLI CLIMATICI<br />

MACROCLIMA: prodotto dell’interazione fra gli elementi del clima ed un<br />

territorio di grande estensione (pianura padana, costiere, dorsali montane);<br />

MESOCLIMA: prodotto dell’interazione fra gli elementi del clima ed un<br />

territorio del macroclima con variabili topografiche più specifiche (fondo<br />

valle, crinale, area più esposta o meno esposta);<br />

MICROCLIMA: prodotto dell’interazione fra gli elementi del clima ed un<br />

territorio del mesoclima con unità morfologiche di modesta dimensione da 1<br />

a 5 ha (appezzamento, versante, pendio, esposizione particolare) in cui si<br />

verificano particolari condizioni climatiche tali da incidere sia sulla vita<br />

stessa che su quella delle avversità delle piante;<br />

BIOCLIMA: è il prodotto dell’interazione fra gli elementi e fattori del clima<br />

e le componenti viventi (fauna e flora) a livello del suolo.<br />

5


a) ELEMENTI DEL CLIMA<br />

Radiazione solare<br />

Acqua - Idrometeore -<br />

luce<br />

calore<br />

6


) IL BILANCIO RADIATIVO<br />

7


c) FATTORI DI INFLUENZA<br />

Latitudine<br />

Altitudine<br />

Grandi bacini d’acqua<br />

Grandi foreste<br />

Correnti aeree (venti) e marine<br />

Esposizione<br />

Morfologia terrestre<br />

9


TROPOSFERA<br />

E’ lo strato di atmosfera (il primo) a contatto diretto con la superficie terrestre.<br />

Il suo spessore varia dai 5-6 km in corrispondenza dei poli ai 15-17 km in<br />

corrispondenza dell’ equatore.<br />

All’interno della troposfera avvengono i più importanti fenomeni meteorologici che<br />

interessano la superficie terrestre (venti, temporali, nuvolosità, pioggia).<br />

La temperatura dell’aria diminuisce mediamente di 5,5 °C ogni 1000 m, fino a<br />

raggiungere i - 55 °C ai suoi limiti superiori.<br />

PRINCIPALI EVENTI CLIMATICI CHE POSSONO INTERAGIRE<br />

NEGATIVAMENTE COL SISTEMA AGRICOLO:<br />

- luce eccesso di radiazione luminosa<br />

- calore sbalzi termici eccesso di calore abbassamento termico (gelo)<br />

- idrometeore grandine, brina, eccesso di pioggia<br />

- vento vento forte (almeno il 7° grado della scala Beaufort 50-61 km/h)<br />

10


COMPOSIZIONE DELL’ATMOSFERA<br />

11


LA TROPOSFERA<br />

12


L’EQUILIBRIO DELLA TROPOSFERA SU<br />

SCALA PLANETARIA I<br />

13


L’EQUILIBRIO DELLA TROPOSFERA SU<br />

SCALA PLANETARIA II<br />

14


METEOROLOGIA<br />

Studia i fenomeni fisici che si manifestano nell’atmosfera<br />

(spostamenti masse d’aria, variazioni termiche, mutamenti<br />

della pressione, dell’umidità ecc.)<br />

Essa si basa sull’osservazione, sulla misurazione e sulla<br />

previsione dei fenomeni atmosferici e delle relative variabili<br />

misurabili (temperatura dell’aria, umidità, velocità del vento...)<br />

15


LE PERTURBAZIONI ATMOSFERICHE<br />

16


RADAR METEOROLOGICO<br />

17


NOWCASTING e STORM TRACKING -<br />

ARPAV<br />

18


MICROMETEOROLOGIA<br />

Studia i fenomeni fisici che si manifestano negli strati dell’atmosfera a<br />

diretto contatto col suolo (da 2 m a 10 m dal suolo). Dalla elaborazione<br />

dei dati raccolti si può analizzare il microclima di una determinata zona<br />

METODI DI RILEVAMENTO<br />

tradizionale capannina meteorologica<br />

elettronico stazioni automatiche computerizzate<br />

STAZIONE AUTOMATICA: dotata di vari sensori in grado di rilevare i diversi<br />

parametri, di immagazzinarli nelle apposite memorie e di trasferirli mediante rete<br />

telefonica o rete radio in un centro di raccolta dotato anche di banca dati.<br />

19


AGROMETEOROLOGIA<br />

E’ una specifica branca della meteorologia che si occupa dello<br />

studio dei fenomeni atmosferici finalizzato a fornire utili<br />

informazioni al settore agricolo.<br />

Si occupa anche di fornire importanti indicazioni tecniche<br />

all’agricoltore sulla base dell’utilizzo combinato dei dati<br />

meteorologici ed agronomici (es. previsioni sulla evoluzione<br />

delle condizioni meteorologiche, su eventi climatici negativi<br />

al suolo, previsioni sullo sviluppo di parassiti delle colture...)<br />

20


RETE<br />

AGROMETEOROLOGICA<br />

La R.A. è un insieme di sistemi di acquisizione di dati gestito e<br />

coordinato dalla struttura che si occupa dei rilievi (ENTI LOCALI-<br />

ARPA). E’ costituita da una serie di stazioni meteorologiche<br />

(automatiche e semiautomatiche) le cui informazioni confluiscono in<br />

un unico centro di raccolta ed elaborazione dati.<br />

La rete assume frequentemente una funzione di sistema integrato multi<br />

uso, sia per fornire informazioni territoriali precise e complete, sia per<br />

fornire informazioni per applicazioni specifiche in agricoltura (modelli<br />

previsionali sullo sviluppo dei parassiti e difesa fitosanitariaprevisione<br />

di eventi avversi ecc.)<br />

21


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

In quasi tutti i paesi della U.E. sono già operativi servizi di<br />

agrometeorologia in cui i sistemi informativi assistono gli<br />

operatori del settore facilitando e razionalizzando le diverse<br />

operazioni colturali.<br />

Detti servizi operano all’interno dell’Organizzazione<br />

Meteorologica Mondiale (O.M.M. - agenzia dell’ONU) che<br />

sovrintende alle attività meteorologiche internazionali nella<br />

quale vi è insediata anche una commissione di meteorologia<br />

agraria.<br />

In Italia, da ormai 30 anni, è in corso un servizio di<br />

agrometeorologia a livello nazionale e locale.<br />

22


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

Il livello di operatività dei servizi è così suddiviso:<br />

1. Servizio agrometeorologico nazionale (S.A.N)<br />

coordinato dall’U.C.E.A. (Ufficio Centrale di Ecologia<br />

Agraria), organo tecnico del Ministero delle Politiche<br />

Agricole Alimentari e Forestali(MIPAAF)<br />

Il S.A.N. ha realizzato:<br />

a) La banca dati agrometeorologici nazionale che raccoglie i<br />

dati di tutto il territorio nazionale;<br />

b) Una rete di stazioni agrometeorologiche di monitoraggio<br />

automatico a livello nazionale(R.A.N.)<br />

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SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

Il S.A.N. si occupa:<br />

a)di elaborazioni agroclimatiche e agrometeorologiche per il<br />

monitoraggio e la previsione della stagione agraria;<br />

b)di utilizzo di strumenti di diffusione delle informazioni e<br />

delle elaborazioni mediante i mezzi di comunicazione;<br />

c)di attività di coordinamento dei servizi a livello<br />

decentrato.<br />

24


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

2. Servizio agrometeorologico interregionale o regionale<br />

(S.A.I. o S.A.R.)<br />

Acquisisce i dati agrometeorologici fornendo le successive informazioni<br />

alle altre strutture nazionale e territoriali e agli utenti nonché assistenza<br />

tecnica, in diverse forme, agli agricoltori (es. servizio agrometeorologica<br />

della regione Emilia Romagna).<br />

Dette strutture comprendono:<br />

- ufficio informazioni;<br />

- banca dati (raccolti dalle varie stazioni);<br />

- ufficio agrometeorologico (esame dati e formulazione piani);<br />

- servizio propaganda (diffusione).<br />

25


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

3. Servizio agrometeorologici comprensoriali zonali e locali<br />

Contribuiscono a collegare alla rete nazionale le proprie<br />

strutture locali (regioni, provincie, agenzie dell’ambiente,<br />

centri di ricerca).<br />

26


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

27


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

28


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

La legge n° 267 del 03/08/1998 (legge Sarno) prevede<br />

consistenti finanziamenti per il potenziamento delle reti<br />

di monitoraggio con particolare riguardo per le stazioni<br />

termo-pluviometriche.<br />

29


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

Principali sistemi di rilevamento dell’andamento<br />

meteorologico:<br />

1.rilevamento dallo spazio o telerilevamento - realizzato<br />

mediante satelliti geostazionari<br />

2.rilevamento da terra mediante stazioni radar - radar<br />

meteorologico<br />

30


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

SATELLITE GEOSTAZIONARIO<br />

satellite posto in orbita intorno alla terra con orbita geostazionaria a 36.000Km<br />

sopra l’equatore (satellite Meteosat). Con le tecnologie di cui è dotato è in grado di<br />

inviare informazioni analitiche (con relative immagini ogni 15 minuti) relative a:<br />

- nuvolosità (altezza - densità - temperatura);<br />

- temperature e pressione in diversi punti di indagine (terra, nuvole);<br />

- onde marine (moto, direzione, altezza, intensità);<br />

- instabilità dei mari e degli oceani;<br />

- concentrazione dell’ozono e dalla CO2 nell’atmosfera;<br />

- monitoraggio delle correnti d’aria e formazione di uragani e cicloni<br />

In sintesi consente di prevedere con anticipo e precisione gli eventi atmosferici<br />

e di tenerli in costante osservazione durante le fasi della manifestazione<br />

31


SERVIZI<br />

AGROMETEOROLOGICI<br />

RADAR METEOROLOGICO<br />

Strumento di misura della presenza di idrometeore nell’atmosfera. Si basa<br />

sulla proprietà dei corpi diffusi in atmosfera - in particolare le goccioline<br />

d’acqua e le particelle di ghiaccio con diametro superiore ad un millimetro -<br />

di riflettere le onde elettromagnetiche (impulsi) emesse da un trasmettitore in<br />

modo da poter stimare la presenza di idrometeore in un determinato volume<br />

(250 Km in orizzontale e 10 Km in altezza) in pratica tutta la troposfera. E’ in<br />

grado di fornire indicazioni sulla distanza del nucleo di precipitazione e<br />

sull’eventuale presenza di grandine, in particolare il modello più tecnologico<br />

e più protetto dai disturbati da interferenze<br />

32


GRANDINE<br />

La grandine è una precipitazione allo stato solido, è una idrometeora<br />

costituita da grani di ghiaccio dal diametro variabile da 5 a 50 mm e<br />

forme svariate (sferoidali, ellissoidali, ovoidali, piriformi e irregolari).<br />

E’ solitamente la precipitazione più vistosa e spesso violenta che<br />

accompagna i fenomeni temporaleschi.<br />

Le regioni dove si manifestano le grandinate più dannose si trovano<br />

prevalentemente alle medie latitudini dei due emisferi e sottovento<br />

rispetto a grandi catene montuose.<br />

Annualmente la grandine determina la perdita di circa l’1% della<br />

produzione agricola mondiale.<br />

Si forma in nuvole grandinigene – cumulonembi - nuvole molto<br />

voluminose a sviluppo verticale (a torre espansa) le quali<br />

ingrandendosi per addensamento con altri corpi nuvolosi generano forti<br />

correnti ascensionali nella parte centrale e correnti discendenti nelle<br />

parti esterne.<br />

33


GRANDINE<br />

IN SINTESI ABBIAMO:<br />

cumulonembi a sviluppo verticale da 3000 m a 15000 m di altezza<br />

costituiti sostanzialmente da tre parti caratterizzate da<br />

temperature via via più fredde fino a -30°C -40°C - ovvero -<br />

- parte basale molto umida e calda ricca di gocce d’acqua;<br />

- parte mediana più fredda ricca di gocce d’acqua “sopraffuse”;<br />

- parte apicale (superiore) molto fredda ricca di cristalli di ghiaccio<br />

formati dal congelamento del vapore acqueo intorno ai nuclei di<br />

condensazione (pulviscolo atmosferico).<br />

34


GRANDINE<br />

35


GRANDINE<br />

Data la presenza nei cumulonembi di forti correnti verticali<br />

(anche vorticose) sia ascendenti che discendenti, il cristallo<br />

di ghiaccio è sottoposto ad un ciclo di “saliscendi” vorticosi<br />

durante i quali l’acqua che viene a contatto con il cristallo<br />

gela facendo accrescere il suo volume e, di conseguenza, il<br />

suo peso (si possono avere fino a 20-25 stratificazioni di<br />

ghiaccio).<br />

Quando il peso del cristallo di grandine è tale da vincere la<br />

forza delle correnti ascensionali esso precipita al suolo (con<br />

correnti superiori a 100 Km/h si può formare un cristallo di<br />

5-6 cm di diametro).<br />

Il danno della grandine viene accentuato quando<br />

l’idrometeora è accompagnata da vento forte.<br />

36


GRANDINE<br />

COMPORTAMENTO DELLA GRANDINE<br />

E’ un fenomeno che varia da eventi localizzati a molto estesi:<br />

1. Corridoi di grandine: tracciati (o percorsi) lasciati da un<br />

temporale grandinigeno nel corso del suo spostamento, lunghi<br />

oltre 100 Km (talvolta anche 200-300) larghi fino a 10 Km.<br />

2. Chiazze di grandine: aree più o meno larghe individuate dentro<br />

i corridoi dove la grandine si concentra di più o di meno<br />

rispetto al territorio circostante; talvolta più che una chiazza<br />

può essere una striscia.<br />

3. Zone d’ombra: zone sottovento determinate in genere da<br />

ostacoli (fabbricati, rilievi naturali, barriere …) dove il danno<br />

può essere più contenuto.<br />

41


GRANDINE<br />

MISURA DELLA GRANDINE<br />

Visti i fenomeni dannosi prodotti, sembra paradossale parlare di<br />

misura della grandine, esiste tuttavia un sistema di misurazione<br />

finalizzato più a raccogliere dati climatologici di natura statistica<br />

che non a qualificare l’evento<br />

Pannello<br />

rettangolo di materiale comprimibile sul quale si vanno a leggere i<br />

segni della grandine:<br />

- numero di chicchi per unità di superficie;<br />

- dimensione;<br />

- energia del cristallo (in base all’impronta lasciata);<br />

- massa della grandine caduta.<br />

42


GRANDINE<br />

SCALA DI TORRO<br />

E’ una scala che attribuisce un codice di gravità alla grandine<br />

in base ai danni causati, tenendo presente che il danno è<br />

proporzionato alle dimensioni del cristallo di grandine ed<br />

alla sua velocità di caduta.<br />

43


GRANDINE<br />

SCALA DI TORRO<br />

44


GRANDINE<br />

45


VENTO<br />

Spostamento di masse d’aria tra aree geografiche a<br />

differente pressione atmosferica.<br />

Temperatura e densità caratterizzano la pressione dell’aria<br />

e, di conseguenza, lo spostamento delle masse d’aria.<br />

Lo spostamento delle masse d’aria è prodotto anche da:<br />

- movimento rotatorio della terra;<br />

- orografia della terra e incurvamento delle traiettorie delle<br />

correnti d’aria;<br />

- forze d’attrito che si sviluppano alla superficie terrestre.<br />

46


VENTO<br />

MISURE DEL VENTO<br />

Direzione: punto dell’orizzonte da cui proviene;<br />

Velocità: spazio percorso dalla massa nell’unità di tempo (m/sec;<br />

Km/h);<br />

Intensità: pressione esercitata dal vento su un corpo posto in senso<br />

perpendicolare alla sua direzione.<br />

Per la misura dell’intensità si fa riferimento alla forza del vento<br />

rappresentata all’interno di una scala di valori dimensionata<br />

in funzione degli effetti fisici prodotti dal vento stesso e dei<br />

rispettivi valori di velocità osservati<br />

47


VENTO - SCALA DI BEAUFORT<br />

48


VENTO - SCALA DI BEAUFORT<br />

49


DANNI DA GELO E BRINA<br />

Sono i danni prodotti alle colture dagli abbassamenti termici che si<br />

verificano fuori dalla stagione invernale. Solitamente sono causati<br />

dalle gelate tardive, ovvero, quei ritorni di freddo (talvolta con<br />

abbassamenti termici di 2, 3, 5 °C al di sotto dello zero termico) che si<br />

manifestano tra gli ultimi giorni dell'inverno e le prime settimane della<br />

primavera quando la maggior parte delle colture agrarie ha avviato la<br />

ripresa vegetativa o è nelle prime fasi del ciclo biologico.<br />

Il fenomeno della gelata si manifesta generalmente nelle prime ore del<br />

mattino, da 1 - 2 ore prima del sorgere del sole a pochi minuti e fino a<br />

qualche ora dopo la comparsa del sole.<br />

Si possono avere due tipologie di gelata in funzione del fenomeno che<br />

la determina.<br />

50


DANNI DA GELO E BRINA<br />

Gelata per convezione<br />

Deriva da afflussi di masse d'aria fredda continentale proveniente da Nord,<br />

Nord-Est e dirette verso il bacino del Mediterraneo. Può avvenire anche<br />

all’interno di zone meno estese (discesa di aria fredda dai versanti nei fondo<br />

valle)<br />

Gelata per irraggiamento<br />

Deriva da una eccessiva perdita di calore da parte del terreno rispetto a quello<br />

ricevuto con la radiazione solare. Notti lunghe (11-12 ore) serene, poco umide<br />

e non ventilate sono le condizioni ideali che favoriscono la dispersione verso<br />

l'alto del calore del terreno sottoforma di radiazioni infrarosse con successiva<br />

ricaduta al suolo di aria fredda che via via si stratifica determinando un forte<br />

abbassamento termico e conseguenti danni alle colture. 51


DINAMICA DEL RAFFREDDAMENTO<br />

52


CRITERI GENERALI DI DIFESA<br />

53


TIPOLOGIE DI GELATA<br />

55


DANNI DA GELO E BRINA<br />

I danni prodotti alle colture agrarie dagli abbassamenti termici sono assai<br />

diversificati e dipendono in particolare da:<br />

Specie (erbacea, arborea, arbustiva, macro, meso e microterma);<br />

Varietà (coincidenza delle fasi fenologiche varietali con l'evento);<br />

Struttura vegetativa (altezza di sviluppo, portamento, forma di allevamento);<br />

Stadio vegetativo (la sensibilità accresce dal risveglio alla allegagione dei frutti);<br />

Organo interessato (fiori e giovani frutti sono gli organi più sensibili);<br />

Escursione termica (differenza fra la temperatura massima e quella minima);<br />

Manifestazione e durata del fenomeno (graduale o improvviso con forti e rapidi<br />

abbassamenti);<br />

Durata del fenomeno (da pochi minuti a una o due e più ore);<br />

Temperatura minima raggiunta (da - 0,5 °C a - 1, - 2 °C a - 7 - 9 °C).<br />

56


SENSIBILITA’ ALLA BASSA<br />

TEMPERATURA - MELO<br />

57

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