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Monetazione antica - Circolo Filatelico Giacomo Puccini

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UNA MONETA AL MESE: “ ASSE”<br />

Ha caratterizzato la civiltà espressa dalla Roma Repubblicana sin dai primordi: 500 A.Ch.,<br />

sino al primo secolo A.Ch.N.<br />

Come sempre, agli inizi di ogni civiltà, è documentato il “baratto” come base di scambio dei<br />

beni e Roma non fa eccezione.<br />

Con il progredire e l’affermarsi del nucleo civile s’impose presto, sugli altri,<br />

comprendendoli, il bene di scambio a più elevata tecnologia: ovvero il metallo fuso e sin dal<br />

periodo in cui governarono i re si ha notizia di pagamento dei beni con verghe di metallo.<br />

(Aes Signatum con Pegaso)<br />

Servio Tullio ( 578 – 534 A.Ch.), dopo Tarquinio Prisco re di origini etrusche, quindi<br />

commerciali, “Primus segnavit aes” fece cioè in modo che la verga di metallo avesse, già in<br />

origine,dei punti di debolezza tali che si potesse operare la parcellizzazione e dare luogo a<br />

sottomultipli, favorendo così l’acquisto di beni a valore diverso.<br />

(Aes sigantum frammento)<br />

1


Nel 454 A.Ch. La legge Aternia Tarpeia fece accettare, per il pagamento, le verghe<br />

monetate in metallo di Rame, istituzionalizzando in questo modo la moneta.<br />

(Aes sigantum bove)<br />

Due anni dopo, nel 452 A.Ch. Con la legge Monenia Sestia si equiparò il pagamento in<br />

natura (Buoi e pecore) al pagamento con il metallo vergato; ma fu solo nel 450 A.Ch. con la<br />

“Legge delle XII tavole” che si sostituì definitivamente al pagamento in natura, il pagamento con il<br />

metallo: 1 pecora = 10 assi; 1 Bue = 100 assi.<br />

La base monetale: l’Asse Librale, perse la forma di lingotto per divenire lenticolare del peso<br />

di 327 gr ( Libbra) e similmente alla moneta in uso a Siracusa, all’epoca la più importante città della<br />

penisola, si suddivise in dodici once.<br />

(Asse librale)<br />

2


Al dritto compare la prora di una nave su tutti i nominali, si crede:<br />

a) In omaggio ai Dioscuri: Castore e Polluce, protettori dei porti e<br />

della navigazione.<br />

b) A seguito della presa di Anzio del 476 a.Ch da parte di Quinto<br />

Capitolino ( Colonna rostrata).<br />

Sul Rovescio campeggia Giano Bifronte ed il simbolo dell’unita: ( I )<br />

I sottomultipli dell’asse librale sono:<br />

- Semisse ( S ): Valore 6 Once: Testa di Giove; peso 163,7 gr.<br />

- Triente ( °°°° ): Valore 4 Once: Testa elmata di Roma; 109,45 gr<br />

- Quadrante (°°°): Valore 3 Once: Testa di Minerva; 81,86 gr.<br />

- Sestante (°°): Valore 2 Once: Testa di Ercole; 54,58 gr.<br />

- Oncia (°): Valore 1 Oncia: Testa di Mercurio; 27 gr<br />

E’ questa la base metrologica della monetazione romana e giacchè la moneta scandisce<br />

sempre e da sempre, i tempi della storia, nell’anno 286 A.Ch. dopo che con la terza guerra sannitica<br />

(290 A.Ch) Roma aveva ormai consolidato il dominio su: Lazio, Etruria, Umbria, Sabina, Sannio e<br />

Campania s’impose una revisione della base monetaria e l’asse da librale che era (327 gr) si<br />

dimezzò a semilibrale (163,5 gr) e conseguentemente i sottomultipli: Semiasse, Triente, Quadrante,<br />

Sestante ed Oncia portarono il loro peso alla metà.<br />

Semisse<br />

Dopo la vittoria su Pirro ( 275 A.Ch.) con l’occupazione di Reggio Calabria( 270 A.Ch.) il<br />

dominio di Roma si era esteso su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione fece acuire i motivi di<br />

contrasto con Cartagine… Roma era oramai entrata nel “Circuito internazionale” e ci si doveva<br />

uniformare alle consuetudini vigenti, non solo con la riduzione dell’asse; ma soprattutto con<br />

l’introduzione dell’Argento monetato<br />

Triente<br />

3


L’asse si pose così al peso delle quattro once (Asse Trientale) con 109,15 gr.<br />

Il Semisse pesava ora 54,58 gr.; il Triente 36,38 gr. Il Quadrante 27,79 gr. Il Sestante 18,19 gr. e<br />

L’Oncia 9,09 gr.Le tipologie del conio rimasero le stesse: prora di nave sul dritto e le divinità già<br />

dette, sul rovescio.<br />

Quadrante<br />

A seguito delle guerre intraprese con Cartagine e la necessità di denaro per esigenze<br />

belliche, la moneta romana continuò a deprezzarsi: L’asse divenne “Sestantario”, al peso delle due<br />

once ( 54,50 gr.); il Semisse si pose a 27,25 gr. il Triente a 18,17 gr, il Quadrante a 13,62 gr per<br />

finire con l’Oncia da 4,54 gr.<br />

Sestante<br />

La moneta d’Argento conservò il peso e la parità si che il Denaro valeva ancora 10 Assi,<br />

come in precedenza; ma “Sestantari” e non più “Trientali”<br />

Dopo la solenne sconfitta del Lago Trasimeno (217 A.Ch.) ad opera dell’esercito<br />

cartaginese, guidato da Annibale, con la legge Flaminia, detta anche Fabia, si assistè ancora una<br />

volta alla riduzione dell’Asse, questa volta al peso dell’ Oncia di 27,25 gr. (Asse unciale); il<br />

Semisse scivolò a 12,62 gr. il Triente a 9,08 gr. il Quadrante a 4,54 gr. e l’Oncia fu ridotta a 2,27 gr.<br />

Oncia<br />

4


L’ultima riduzione dell’Asse avvenne nell’89 A.Ch. con la Legge Papiria che metteva fine<br />

alle sommosse sociali; L’Asse prese il peso della semioncia ( 13,62 gr); Il Semisse si assestò a 6,81<br />

gr. il Triente a 4,54 gr. il Quadrante a 3,41 gr. il Sestante a 2,27 gr. ed il peso dell’Oncia fu di 1,13<br />

gr.<br />

(Asse Unciale)<br />

Dopo esserci deliziati con i piaceri della numismatica, rivisitando la moneta oggetto dello<br />

studio ed averla giustamente inquadrata nel panorama metrologico dell’epoca, ci sia consentito un<br />

breve escursus storico salottiero, giusto per completare il quadro, quasi uno sfondo all’opera… e<br />

che opera!! Anche se alcuno considera la moneta: “Arte minore”<br />

Non cercate, in quel che segue, troppo rigore storico, mi mettereste in imbarazzo e ne<br />

restereste delusi; ma con il pensiero libero, gli americani usano l’espressione: “Brain Storming”<br />

riviviamo assieme l’età della prima Roma ed il periodo che portò l’Asse a rappresentarla<br />

Incuneata tra i Monti della Tolfa, a nord ed i monti Lapini a sud giace ampia pianura dove il<br />

fiume Tevere si distende in tortuosi meandri prima di sfociare al mare; su questa landa insalubre ed<br />

acquitrinosa, dove la zanzara anofele imperava ( l’aes albopictus; leggi: “Zanzara tigre” allora non<br />

era conosciuta o forse non esisteva) sorgono sette colli e su quelli , pochi disperati conducevano una<br />

vita agra, estranea al vicino, opulento mondo estrusco, ricco di commerci, effettuati per lo più via<br />

terra; ma che non disdegnava i contatti via mare partendo dai più riparati e salubri approdi di<br />

Telamone e di Baratti.<br />

Alla confluenza nel mare, abitanti rivieraschi del Tevere, in parte stanziali, in parte venuti<br />

chissà da dove, quasi sicuramente via mare, le cui tracce di insediamento sono state ritrovate sul<br />

Palatino: i RAMNES facevano da tramite, per lo scambio con i popoli venuti di là dal mare, delle<br />

merci prodotte dagli ALBENSES (Tities), popolazione dei colli Albani, discendenti diretti dei<br />

Villanoviani; tracce del loro insediamento si trovano sul Celio e l’Esquilino, e dai SABINI<br />

(Luceres; Quiriti)); montanari scesi a valle dalla zona di Rieti le cui tracce sono state ritrovate sul<br />

Quirinale.<br />

Furono questi tre raggruppamenti etnici che il 21 Aprile dell’anno 753 A.Ch. si unirono per<br />

fondare una città che prese il nome di Roma; dai Ramnes appunto e “Romani” si chiamarono i suoi<br />

abitanti.<br />

Un Re; Un Senato costituito da 100 Patres; 300 da Tarquinio Prisco in poi; tre gruppi etnici<br />

ognuno dei quali era rappresentato da 10 curie che fornivano ciascuna: 100 fanti e 10 cavalieri ad<br />

un esercito forte di 3.000 fanti e 300 cavalieri: questa era Roma e la sua “Legione”<br />

Alla “Classe gentilizia” della nuova città si affiancava la “Plebe” Insieme di uomini liberi<br />

dediti alle arti, al commercio, all’artigianato… né poteva mancare, come in tutte le civiltà<br />

dell’epoca, la classe dei diseredati e degli schiavi.<br />

5


Presentando l’Asse nella sua proiezione metrologica già abbiamo posto come delle<br />

bandierine, nello slalom speciale della storia, la prima delimita i re e rivisitiamoli attraverso la<br />

tabella riepilogativa che segue cercando di immaginare il percorso crescente di questa nuova entità:<br />

ROMA.<br />

Dapprima l’affermarsi delle istituzioni civili e militari, poi religiose; la difesa della propria<br />

indipendenza da chi dall’esterno avversava la nuova istituzione, paventandone lo sviluppo oppure,<br />

come gli Etruschi, resisi conto della sua potenzialità, cercava di sfruttarla per i propri fini sino ad<br />

insediare al supremo potere di re, uomini di origine Etrusca.<br />

753 A Ch. Diarchia: Romolo (Romani) – Tito Tazio (Sabini)<br />

(Prime istituzioni civili e militari) (38 anni di regno)<br />

715 A. Ch. Numa Pompilio (Sabino): Istituzioni religiose (42 anni)<br />

673 A.Ch. Tullo Ostilio (Romano di madre Sabina):<br />

Distruzione di Alba Longa;<br />

Episodio del duello tra Oriazi e Curiazi (31 anni di regno)<br />

642 A.Ch Anco Marcio (Romano):<br />

Allargamento dei confini<br />

Trionfò su Sabini e Veienti (640 A.Ch)<br />

Fondazione del porto di Ostia ( 26 anni di regno)<br />

616 A.Ch. Tarquinio Prisco (Etrusco):<br />

Opere pubbliche (Circo massimo; Cloaca massima ecc…)<br />

Trionfò sui Latini ( 598 A.Ch.)<br />

Trionfò sugli Etruschi ( 588 A.Ch.)<br />

Trionfò sui Sabini (585 A.Ch.) (38 anni di regno)<br />

578 A.Ch. Servio Tullio (Etrusco):<br />

Ordinamento dello stato (Acquedotto; Cinta muraria)<br />

Assoggettamento degli etruschi nel: 571 A.Ch.<br />

567 A.Ch. e 564 A.Ch. ( 44 anni di regno)<br />

534 A.Ch. Tarquinio il Superbo (Etrusco):<br />

Inpulso ai commerci<br />

Trionfò su Volsci e Sabini nel 534 A. Ch.<br />

Venne cacciato da Roma nel 509 A. Ch. (25 anni di regno)<br />

Un cenno particolare merita Servio Tullio (Mastarna) che tra le altre cose riformò l’esercito<br />

chiamando a parteciparvi tutti i cittadini, in funzione del loro patrimonio, riuniti in sei classi di<br />

censo, come da tabella in calce<br />

Classe Censo (assi) Centurie Armamento<br />

1° > 100.000 18 di Cavalieri<br />

40 di Fanti Juniores<br />

40 di Fanti Seniores<br />

2° 75.000 10 di Fanti juniores<br />

10 di Fanti Seniores<br />

3° 50.000 10 di Fanti juniores<br />

10 di Fanti Seniores<br />

4° 25.000 10 di Veliti juniores<br />

10 di Veliti Seniores<br />

5° 11.000 15 di Veliti juniores<br />

15 di Veliti Seniores<br />

6° < 11.000 5 tra: suonatori di tromba, di<br />

corno; operai ecc…<br />

Cavallo, per i cavalieri; elmo,<br />

lorica,scudo, schinieri, aste e spada<br />

Elmo, scudo, schinieri, aste e spada.<br />

Elmo, scudo, gladio ed aste<br />

Elmo, aste e giavellotti<br />

Fionde, archi e pietre<br />

Esentati dal combattimento<br />

6


Ne uscirono 193 centurie ciascuna delle quali composta da 60 uomini alla guida del<br />

“Centurione” due centurie costituivano: un manipolo; 30 manipoli ( 60 centurie) costituivano una<br />

“Legione” coadiuvata da 300 “Cavalieri” raggruppati in 10 “Torme” di 30 cavalieri il cui comando<br />

era affidato al “Decurione”<br />

In totale, con Servio Tullio, erano già disponibili 3 legioni ciascuna composta da 3.600<br />

“Fanti” e 300 “Cavalieri” che nella guerra contro Veio (405 – 396 A.ch.) saliranno a quattro, alla<br />

guida del “Dittatore” Furio Camillo il quale, per la prima volta concesse una paga ai soldati e<br />

versato un contributo ai cavalieri, ai meno abbienti dei quali era addirittura passato il “ Cavallo<br />

pubblico” a spese dello Stato.<br />

Ho ritenuto opportuna questa breve digressione sull’esercito perché dopo la seconda guerra<br />

punica la politica di Roma già improntata ad una forte valenza militare, con scopi difensivi, diverrà<br />

espansionistica rivolgendosi in primis al mondo ellenico: Filippo 5° di Macedonia alleato dei Galli<br />

a loro volta sostenitori dei Punici; ma non anticipiamo i tempi.<br />

Dopo 244 anni: ab urbe condita, nel 509 A.Ch. nacque la Repubblica; Due magistrati: i<br />

Consoli, scelti annualmente tra i patrizi, sostituirono il re assommando nelle loro mani tutto il<br />

potere: civile e militare<br />

In caso di pericolo bellico i consoli venivano sostituiti dal “Dittatore” coadiuvato da “Magister<br />

Aequitum” ovviamente responsabile della cavalleria e da tre “Tribuni Militari”<br />

Il “Senato” formato dai rappresentanti delle famiglie patrizie, continuava la sua opera e più<br />

che organo di consulto, costituiva il timone della Repubblica<br />

Immediato l’accordo del nuovo governo repubblicano con Cartagine.<br />

La via del mare rappresentava per Roma un futuro irrinunciabile, una via che non si poteva<br />

precludere; ma che nel momento contingente, in cui gli Etruschi cacciati, rivendicavano la città con<br />

l’aiuto dei Sabini e della Lega latina, era difficile da far valere, a sud poi imperavano e Greci…<br />

meglio dunque tenersi amici i Cartaginesi.<br />

Gli inizi della Repubblica furono scanditi dalla lotta contro gli Etruschi ed i paesi confinanti<br />

oltre che dalle difficoltà interne, dovute alle rivendicazioni della Plebe su cui ricadeva “Magna<br />

pars” dello sforzo bellico: nel 494 A.Ch. si registrò la secessione della Plebe sul Monte Sacro e<br />

…chi non ricorda il discorso tenuto da Menenio Agrippa sulle membra che assieme contribuiscono<br />

all’unità ed alla salute del corpo umano ?<br />

Gli scontri ripresero e sul palcoscenico del teatro storico romano si avvicendarono, di volta<br />

in volta: Volsci ed Ernici, Veienti e Sabini ed ancora Anziati (da Anzio) ed Equi.<br />

Tutto questo sino al 450 A. Ch. anno in cui i Decemviri… un collegio istituito in<br />

sostituzione dei consoli a seguito del perdurare dei contrasti tra Patrizi e Plebei… con la “Legge<br />

delle XII Tavole” istituirono, come abbiamo visto, la forma monetale romana “Moderna” sulla<br />

base dell’Asse Librale.<br />

Vennero rafforzate le istituzioni, con la creazione dei “Censori”… e le guerre ripresero e si<br />

spostarono via, via, verso Sud, sino in Campania: a Cuma e nel territorio sannitico; ma continuò,<br />

nel contempo, il contrasto con le città Etrusche e Veio fu una delle prime a farne le spese<br />

Gli inizi del nuovo secolo ( 390 A.Ch.) fecero registrare la calata dei “Galli” guidati da<br />

Brenno, su Roma…l’immaginario collettivo ricorda la storia delle oche capitoline e di Tarpeia<br />

traditrice, sepolta dagli scudi degli invasori.<br />

Nel 360 A.Ch. l’episodio dei Galli si concluse definitivamente ad opera del Dittatore: T.<br />

Quintio Pennio Capitolino e del console: C. Petelio Libone Visulo… e le guerre continuarono:<br />

ancora con gli Erici ed i Sabini, venne poi la volta dei Privernati, dei Tusci, dei Tiburtini mentre sul<br />

fronte etrusco a cedere ai romani fu Caere, l’odierna: Cerveteri.<br />

Nel 343 A.Ch. Capua, minacciata dalle mire espansionistiche dei Sanniti, chiese aiuto a<br />

Roma la quale si impegnò in tre lunghe e sanguinose campagne militari prima di aver ragione del<br />

bellicoso popolo dei Sanniti.<br />

7


Siamo al 290 A.Ch., altra bandierina, altro momento topico… in poco più di 200 anni Roma<br />

aveva acquisito il dominio del centro sud: Lazio, Etruria, Umbria, Sabinia, Sannio e Campania<br />

erano oramai in suo potere…la rotta di collisione con la potenza delle colonie che costituivano la<br />

Magna Grecia si avvicinava sempre di più e nel 282 A.Ch. sfociò a seguito del conflitto con<br />

Taranto: Alcune navi romane avevano sconfinato oltre capo Licino, indicato da un contratto<br />

stipulato nel 303 A.Ch. come limite invalicabile della sfera di influenza romana, in acque greche e<br />

tanto bastò.<br />

Il console L. Emilio Barbulo ebbe la meglio su Tarantini, Sanniti e Salentini; ma Roma<br />

aveva fatto i conti senza l’oste che in questo caso portava il nome di Pirro, re dell’Epiro che<br />

smanioso di gloria, chiamato dai Tarantini in soccorso, giunse in Italia e sbaragliò i romani nella<br />

battaglia di Eraclea: fu il primo scontro tra la “Falange macedone” e la “Legione romana” e la<br />

presenza degli elefanti, sconosciuti ai romani, fece pendere l’ago della bilancia da parte greca.<br />

Vi furono tentativi di pacificazione, sempre dai romani respinti, si che Pirro si volse contro i<br />

Cartaginesi nel tentativo di aiutare i Siracusani a liberarsi della morsa punica<br />

Dopo qualche successo iniziale Pirro fu sconfitto, riprese così la lotta contro i romani; ma<br />

nei pressi di Malaventum, per l’occasione ribattezzata: Beneventum, patì una sonora batosta tanto<br />

da costringerlo ad abbandonare l’Italia.<br />

Nel 270 A.Ch. Con l’occupazione di Reggio Calabria fu completo il dominio romano su<br />

tutta la Magna Grecia e la nuova situazione accrebbe i motivi di contrasto tra Roma e Cartagine.<br />

Altra bandierina…oramai proiettata nell’area internazionale Roma dovette rivedere la sua<br />

stabilità monetaria, ridurre l’asse librale al peso delle quattro once (Asse trientale) ed in<br />

contemporanea introdurre l’Argento nella monetazione.<br />

I contrasti con Cartagine si fecero sempre più stridenti; il casus belli fu offerto dai<br />

Mamertini, amici di Roma, cacciati da Messina dai cartaginesi… era la prima guerra punica…<br />

correva l’anno 264 A:Ch.<br />

Cartagine, vinta per mare ad Ecnomo, sbaragliò l’esercito romano nei pressi di Tunisi; dopo<br />

tre anni si esaurì la prima offensiva; ma la pace ebbe breve durata.<br />

Nel 219 A.Ch. a seguito dell’assedio di Sagunto, città spagnola alleata dei romani, si<br />

riaccesero le ostilità; Annibale Barca, dalla penisola Iberica, attraversò il Rodano, valicò le Alpi,<br />

scese nella pianura padana e sconfisse presso il Ticino il Console P. Cornelio Scipione che ferito, fu<br />

salvato dal figlio: il futuro “Africano<br />

Dalla Sicilia l’esercito del console T. Sempronio Longo, a marce forzate, si ricongiunse a<br />

quello di Scipione ed affrontò Annibale presso la Trebbia rimediando una sonora sconfitta; a fatica<br />

gli scampati riuscirono a riparare in Piacenza.<br />

I Galli si ribellarono a Roma e si schierarono al fianco di Annibale che, varcato l’appennino<br />

sconfisse C. Flaminio a Tuoro, sul lago Trasimeno: a Roma si avvertì netta la sensazione della fine.<br />

Con la Legge Flaminia, detta anche Fabia, venne definitivamente istituito l’asse unciale del<br />

peso di 27 gr<br />

Fortunatamente per Roma, Annibale portò le truppe a svernare in Capua e la città fu salva.<br />

Roma riprese l’offensiva, partendo dalla Spagna, contro Asdrubale, fratello di Annibale e<br />

ben presto ebbe ragione dei Cartaginesi portando le ostilità in Africa alla conquista di Cartagine; nel<br />

202 A.Ch. anche questa seconda, terribile guerra ebbe fine.<br />

Vi fu un terzo scontro, questa volta definitivo e dopo aver ridotto Cartagine ad un cumulo di<br />

macerie, Roma rivolse la sua attenzione ai Galli ed ai Liguri che si erano schierati dalla parte<br />

cartaginese oltre che a Filippo 5° di Macedonia.<br />

Nel 197 A.Ch. il console Q. Minucio Rufo sistemò la partita con Galli e Liguri mentre il<br />

proconsole T. Quinzio Flaminio ridusse a più miti consigli, dopo la battaglia di Cinocefale, il re<br />

macedone: Filippo.<br />

8


Le lotte appena descritte ebbero come conseguenza:<br />

a) Il rafforzamento di Roma, città oramai egemone non più costretta alla difesa; ma proiettata,<br />

grazie al suo esercito, verso l’espansione territoriale<br />

b) Aumento dell’autorità del senato che per le necessità della guerra si era oramai abituato ad<br />

agire senza interpellare i “Comizi” né tanto meno i “Tribuni della Plebe”<br />

c) L’emergere di capi militari efficienti la cui solidarietà con i soldati li portò ad agire con<br />

sempre maggiore autonomia di decisione.<br />

Quest’ultima condizione crescerà a tal punto che sarà causa, nel terzo secolo Dopo Cristo,<br />

dell’inizio della fine dell’Impero Romano di Occidente.<br />

Nel 154 A.Ch. venne sospesa la coniazione dell’asse che riprenderà solo nel 104 A.Ch.<br />

mentre continuò la coniazione dei sottomultipli.<br />

Nel 153 A.Ch. Il censore M. Porcio Catone recatosi a Cartagine per trattare dei rapporti<br />

con Massinissa confermò la pericolosità di questa città, ripresasi dopo il secondo conflitto con<br />

Roma; “Caeterum qauero Cartago delenda esset” era solito ripetere alla fine di ogni sua<br />

allocuzione.<br />

I Cartaginesi, provocati dalle scorrerie dei Numidi di Massinissa reagirono ed il Senato<br />

Romano, dichiarate violate le condizioni di pace, intimò ai Cartaginesi di disarmare e distruggere la<br />

loro città per riedificarla più nell’interno a 15 Km. dalla costa; al rifiuto Cartaginese prese il via la<br />

terza guerra punica.<br />

Nel 146 A.Ch. a Cartagine i difensori, comandati da Asdrubale, dopo un’accanita resistenza,<br />

lasciarono nelle mani dei romani solo macerie.<br />

Nel 104 A.Ch. riprense la coniazione dell’asse; che dall’89 A.Ch. sarà oramai “semiunciale”<br />

sono i tempi di Mario che aprì le porte dell’esercito anche ai volontari privi di censo e<br />

dell’aristocratico Silla; ma queste storie verranno trattate quando si parlerà di un’altra moneta, la<br />

più importante tra quelle coniate da Roma: il “Denaro” che nato nel 270 A.Ch. era oramai diventato<br />

egemone tra le monete e continuerà il suo splendido escursus sino all’introduzione<br />

dell’Antoniniano, in età imperiale: nel 2° secolo dopo la nascita di Cristo.<br />

9


UNA MONETA AL MESE: “SESTERZIO”<br />

Bronzea moneta rimasta simbolo dello splendore imperiale: di grande modulo, offriva agli<br />

artisti del tempo, ampi spazi ove poter realizzare la più bella iconografia degli imperatori che<br />

la romanità ci abbia tramandato.<br />

Nasce, il sesterzio, nel 268 A.Ch. dopo l’occupazione di Reggio Calabria<br />

(270 A.Ch.) quando, a seguito della guerra contro Taranto e la sconfitta di Pirro del 275 A.Ch. il<br />

potere di Roma si era oramai esteso su tutta la “Magna Grecia”<br />

Il Sesterzio era il nominale inferiore delle argentee emissioni romane che in quell’anno<br />

videro la luce:<br />

Denario: valore di 10 assi al peso di 1/72 della libbra romana, pari a 4,55 gr.<br />

Quinario: valore dei 5 assi; 1/144 di libbra per il peso di 2,27 gr.<br />

Sesterzio: valore 2,5 assi; 1/288 di libbra e peso eguale ad 1,14 gr.<br />

L’espansione di Roma sul territorio della Magna Grecia portò inevitabilmente allo scontro con<br />

Cartagine, l’altra grande potenza egemone del Mediterrane: c’era in palio il controllo commerciale<br />

sui territori rivieraschi del grande mare.<br />

Già abbiamo accennato allo sviluppo storico del periodo e dal 268 A.Ch. con un salto di 50<br />

anni, passiamo al 217 A.Ch. quando Annibale Barca, varcato l’Appennino, sconfisse a Tuoro, sul<br />

lago Trasimeno, l’ultimo esercito che Roma era riuscita, in tutta fretta ad allestire, per la sua difesa<br />

che fu affidata al console C. Flaminio.<br />

Dal 268 a.Ch al 217 A.Ch. a seguito degli eventi bellici, era stato tutto un susseguirsi di<br />

riduzioni di peso della moneta e dopo la sconfitta al Trasimeno, con la legge Flaminia, la moneta di<br />

Roma aveva trovato nuovo assetto sulla base dell’Asse semiunciale, al peso di ca. 27 grammi e sul<br />

Denario d’argento ridotto a 1/84 di libbra, ca 3,90 gr di peso, il cui nuovo rapporto con l’Asse si<br />

assestava 1:16 contro il precedente cambio imposto ad 1:10.<br />

In quell’anno la coniazione del Sestersio venne sospesa, riprenderà nel 49 A.Ch. quando Cesare,<br />

rifiutando di deporre le armi, come ordinato da Senato, varcò il fiume Rubicone, al tempo ritenuto<br />

confine tra l’Italia e le Gallie e marciò su Roma al cui ingresso venne salutato come “Dictator” e<br />

dal 44 A.Ch. perderà la sua argentea livrea per divenire bronzea moneta; ma fu con la riforma di<br />

Augusto, nel 15 A.Ch. che il Sesterzio assurse a nuovo prestigio.<br />

La riforma monetaria di Augusto prevedeva l’utilizzo di tutti e tre i metalli normalmente<br />

impiegati per la monetazione. Oro; Argento e Bronzo<br />

Il rapporto Oro/Argento fu stabilito ad 1:12,5 ed i nominali erano costituiti da: Denario e<br />

Quinario, per entrambe i metalli, mentre il rapporto Argento/Bronzo fu posto ad 1:45 e nel bronzo<br />

vennero coniati quattro nominali: Quadrante (1/4 di Asse); Asse; Dupondio ( 2 Assi) e Sesterzio ( 4<br />

Assi); due Sesterzi equivalevano ad un Quinario di Argento ( 8 assi); quattro Sesterzi ad un<br />

Denario( 16 Assi).<br />

10


La libbra romana viene calcolata al peso di 327,45 gr.<br />

l’Oncia, equivalente al taglio di 1/12 di libbra, al peso di 27,28 gr.<br />

Lo scrupolo, equivalente al taglio di 1/24 d’oncia, al peso di 1,14 gr.<br />

Nella tabella che segue sono riportate le caratteristiche metrologiche delle singole monete<br />

Denario Aureo 1/42 di libbra (2/7 di oncia) 7,79 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Aureo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr. 16 – 17 mm<br />

Denario Argenteo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Argenteo 1/168 di libbra (1/14 di oncia) 1,94 gr. 15 – 16 mm<br />

Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( oncia) 27,28 gr. 29 – 36 mm<br />

Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr. 24 – 28 mm<br />

Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr. 24 – 27 mm<br />

Quadrante di Bronzo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr. 17 – 18 mm<br />

In altra tabella si vedono le equivalenze:<br />

Quadr. Asse Dupon. Sest. Quinario Denario Quinario Denario<br />

Bronzo Bronzo Bronzo Br. Ag Ag Au Au<br />

Quadr. 1 1/4 1/8 1/16 1/32 1/64 1/800 1/1.600<br />

Asse 4 1 1/2 1/4 1/8 1/16 1/200 1/400<br />

Dupon. 8 2 1 1/2 1/4 1/8 1/100 1/200<br />

Sest. 16 4 2 1 1/2 1/4 1/50 1/100<br />

Quinario<br />

Ag<br />

32 8 4 2 1 1/2 1/25 1/50<br />

Denario 64 16 8 4 2 1 1/12,5 1/25<br />

Ag<br />

Quinario<br />

Au<br />

800 200 100 50 25 12,5 1 1/2<br />

I nominali più prestigiosi furono: il Sesterzio per il bronzo ed il Denario per l’Argento;<br />

moneta di grande modulo, la prima, ancor oggi ricercata ed apprezzata dai collezionisti che offriva,<br />

agli artisti del tempo, ampi spazi ove poter realizzare la più bella iconografia degli imperatori che la<br />

romanità ci abbia tramandato.<br />

Parlare di iconografia, nel primo “Impero Romano” significa legare inesorabilmente il volto<br />

alla sua linea di discendenza occorre pertanto riportare una sia pur castigata genealogia delle<br />

“Gentes” Giulio- Claudia; Flavia; degli Antonini e dei Severi<br />

11


Giulia ∞ M.A. Balbo<br />

Genealogia della Gens Giulio – Claudia<br />

Azia ∞ C. Ottavio<br />

Scribonia ∞ Augusto ∞ Livia ∞ Tiberio Nerone<br />

M. Agrippa ∞ Giulia Tiberio ∞ Vipsania Nerone Druso ∞ Antonia<br />

Agrippina S. ∞ Germanico Messalina ∞ Claudio<br />

Caligola ∞ Cesonia Agrippina J. ∞ Domizio Enobarbo<br />

Nerone ∞ Ottavia<br />

Augusto Livia Agrippina Madre<br />

In precedenza Augusto aveva sposato: Scribonia da cui ebbe una figlia: Giulia andata sposa a<br />

Marco Claudio Marcello; Tiberio e Marco Vispanio Agrippa da cui: Agrippina Madre andata sposa<br />

a Germanico Cesare.<br />

La sorella di Augusto: Ottavia andò sposa a Gaio Claudio Marcello e successivamente a Marco<br />

Antonio<br />

12


Tiberio<br />

Oltre a Giulia sposò Vispania Agrippina<br />

Caligola<br />

Ebbe quattro mogli: Orestillia; Giunia Claudilla; Lollia Paolina e Cesonia.<br />

Claudio Agrippina Figlia<br />

Ebbe anch’egli quattro mogli:Valeria Messalina; Agrippina Figlia; Elia Petina e Plautia Urgulanilla<br />

Nerone Ottavia<br />

Ebbe come mogli: Ottavia; Messalina Statilia e Poppea Sabina<br />

13


Genealogia della Gens Flavia<br />

Vespasiano ∞ Flavia Domitilla<br />

Marcia Furnilla ∞ Tito Domiziano ∞ Domizia Longina<br />

Vespasiano : sposò Flavia Domitilla Tito: fu unito a Giulia Sabina<br />

Domiziano Giulia Titti<br />

In precedenza aveva sposato: Domizia Longina<br />

14


Gli eletti<br />

Nerva<br />

Traiano Pompea Plotina<br />

Adriano Sabina<br />

Genealogia degli Antonini<br />

Annio Vero ∞ Domizia Calvilla A.G. Faustina S. ∞ Antonino Pio<br />

Marco Aurelio ∞ A.Galeria Faustina J.<br />

Lucio Vero ∞ A. Lucilla Annio Vero Commodo ∞ B.Crispina<br />

15


Antonino Pio Anna Galeria Faustina (Madre)<br />

Marco Aurelio Anna Galeria Faustina (Figlia)<br />

Lucio Vero Annia Lucilla<br />

Commodo Bruttia Crispina<br />

Vorremmo fermarci qui; con Commodo siamo oramai alle soglie del 193 A.D. anno<br />

turbolento questo in cui si alternarono al potere ben cinque imperatori. Pertinace, Didio Giuliano,<br />

Prescennio Nigro, Clodio Albino e Settimio Severo ed è con la dinastia dei Severi che l’impero si<br />

trascina per altri quarant’anni prima di cedere al turbolento periodo dell’Anarchia Militare in cui<br />

sarà altra moneta a lasciar traccia nella storia di Roma.<br />

16


Genealogia dei Severi<br />

Giulia Domna ∞ Settimio Severo Giulia Mamea ∞ Giulio Avito<br />

Caracalla Geta S.V. Marcello ∞ G. Soemia G. Mamea ∞ G. Marciano<br />

G. Severa ∞ Elogabalo ∞ G. Paula A. Severo ∞ S.Orbiana<br />

∞<br />

Annia Faustina<br />

Settimio Severo Julia Domna Julia Maesa<br />

Caracalla Plautilla Julia Paula<br />

Annia Faustina Elagabalo Julia Soemia<br />

17


Alessandro Severo Julia Mamea Sallustia Orbiana<br />

Aquilia Severa<br />

Ovviamente il sesterzio, anche dopo i “Severi” continuò ad essere coniato e riproporre le<br />

sembianze di imperatori ed imperatrici sino al 275 D. Ch. ma oramai la parabola di questa<br />

splendida moneta era nella sua fase discendente mentre sorgeva alto, nel cielo numismatico di<br />

Roma, l’astro dello”Antoniniano”<br />

18


UNA MONETA AL MESE: “ ANTONINIANO”<br />

Gordiano<br />

L’ultimo imperatore ad emettere Denari era stato Gordiano (238 – 244 D.Ch.); ma già<br />

anteriormente, con la sua riforma, Marco Aurelio Antonino Caracalla, nel 214 D.Ch. aveva<br />

introdotto nel sistema un nuovo nominale d’Argento: l’Antoniniano del valore doppio, rispetto al<br />

Denario.<br />

Denario Aureo 1/50 di libbra ( 6/25 di oncia) 6,54 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Aureo 1/90 di libbra ( 1/7 di oncia) 3,89 gr. 16 – 17 mm<br />

Antoniniano di Argento 1/64 di libbra ( 3/16 di oncia) 5,11 gr. 22 – 24 mm<br />

Denario Argenteo 1/96 di libbra ( 1/8 di oncia) 3,41 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Argenteo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr. 15 – 16 mm<br />

Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( 1 oncia) 27,28 gr. 29 – 36 mm<br />

Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr. 24 – 28 mm<br />

Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr. 24 – 27 mm<br />

L’Antoniniano aveva all’inizio, più o meno, lo stesso titolo in Argento del Denario; ai tempi<br />

di Nerone al 90 – 95% Il taglio era ad 1/64 di libbra per 5,11 gr. di peso e 22 – 24 mm di modulo.<br />

Come il Denario ha rappresentato la moneta più prestigiosa della Repubblica Romana ed<br />

assieme al Sesterzio, del primo periodo imperiale, così l’Antoniniano è rimasto a caratterizzare il<br />

periodo detto della ”Anarchia Militare”<br />

L’imperatore è qui rappresentato con la corona radiata del Sole: “Invicto comites” come<br />

sempre più spesso si legge nei rovesci della moneta<br />

Caracalla<br />

19


Periodo di torbidi, il terzo secolo dell’Era Cristiana, di instabilità politica e di lutti, ove<br />

l’unica certezza era costituita dalla guerra e dalla lotta per il potere.<br />

Quella che segue è una sintesi storica travagliata in cui gli imperatori si susseguirono un<br />

dopo l’altro al ritmo di quasi uno all’anno: dal 214 A.D. al 235 D.Ch. nel periodo che vide il ritorno<br />

dei Severi al governo di Roma furono sei i porporati che si alternarono all’impero; dal 235D.Ch. al<br />

284 A.D. anno che segnò l’ascesa al potere di Diocleziano: in 49 anni regnarono 47 imperatori<br />

Nel 211 D.Ch. In Britannia, ad Eboracum, l’odierna York, moriva Settimio Severo, il<br />

giorno quattro del mese di Febbraio; gli succedettero i figli: Caracalla e Geta cui venne attribuito il<br />

titolo di Padri della Patria mentre, al solo Caracalla, quello di Pontefice Massimo.<br />

Era appena trascorso un anno quando Caracalla fece uccidere Geta ed ordinò la<br />

decapitazione del giurista Emilio Papiniano, reo di essersi rifiutato di comporre una apologia del<br />

fratricidio; nello stesso anno promulgò la “Costituzione Antoniniana” che riconosceva a tutti gli<br />

uomini liberi dell’impero, la cittadinanza romana.<br />

Negli anni successivi Caracalla si spostò sul fronte Danubiano dove assistè ad operazioni<br />

militari contro gli Alemanni che tentavano la penetrazione nel territorio dell’Impero; si recò poi in<br />

Tracia ed in Bitinia dove, a Nicomedia, diede inizio ai preparativi per la campagna militare contro i<br />

Parti i cui capi: Vologese 5° ed Artabano 5° messi da parte i rancori personali, si apprestavano a<br />

contrastare il dominio di Roma.<br />

Nel 216 D.Ch. ebbero iniziano le operazioni militari; ma una sollevazione dell’esercito,<br />

fomentata dal Prefetto del Pretorio: Macrino, uccise a Carre l’imperatore.<br />

A Roma la madre: Giulia Domna, vera ispiratrice della politica imperiale preferì il suicidio.<br />

Macrino ed il figlio: Diadumeniano, sconfitti dai Parti a Nisibi tornarono a Roma non prima<br />

di aver pagato un forte riscatto per i prigionieri ed abbandonato ai Persiani buona parte del territorio<br />

a suo tempo conquistato da Roma.<br />

In Siria le truppe acclamarono allora imperatore un cugino di Caracalla: Vario Avito<br />

Bassiano che nel successivo scontro con Macrino, abbandonato del resto dalla truppa, ebbe la<br />

meglio e l’ex Prefetto del Pretorio, catturato fu messo a morte; iniziò così la dinastia dei secondi<br />

Severi che si consideravano anche discendenti degli Antonimi.<br />

Il 219 D.Ch. vide Bassiano reprimere le ultime sollevazioni filo macriniane in Oriente<br />

mentre il governo effettivo del paese era nelle mani delle Auguste: Giulia Maesa, la moglie e Giulia<br />

Soemia, la madre dell’imperatore.<br />

Nel 221 D.Ch. Bassiano associò al trono il cugino Alessandro alla cui madre: Giulia Mamea<br />

venne attribuito il titolo di Augusta.<br />

La fine di Bassiano è dell’anno successivo per opera dei pretroriani che uccisero anche la<br />

madre Giulia Soemia; gli succedette il quattordicenne: Alessandro; ma il potere dello Stato rimase<br />

saldamente nelle mani della madre Giulia Mamea e della nonna: Giulia Maesa.<br />

Nel 231 D.Ch. – Alessandro Severo, dopo aver inutilmente tentato di fermare, per via<br />

diplomatica, il re dei Persiani: Ardarshir 1° che aveva invaso i possedimenti romani della<br />

Mesopotamia, Cappadocia e Siria, si recò in Oriente per una spedizione contro i Persiani terminata<br />

poi senza risultati apprezzabili; ma che operò un solco con l’esercito e fu una sommossa militare,<br />

nel 235 D.Ch. che segnò la fine dell’imperatore e con lui ebbe termine la dinastia dei secondi<br />

Antonini o dei secondi Severi o meglio ebbe fine il periodo dei grandi imperatori e si aprì lo<br />

scenario della “Anarchia militare” contrassegnato dallo sviluppo della moneta oggetto dello studio:<br />

“L’Antoniniano”<br />

Prima di continuare con la noiosa litania degli imperatori che si sono succeduti in questo<br />

periodo della storia di Roma, merita un cenno l’esercito che fu in fondo il vero protagonista della<br />

scena.<br />

Nella Roma arcaica il compito di difendere la città era considerato un diritto dovere sacrale<br />

cui erano chiamati anzitutto i cittadini padri della patria: I patrizi che erano anche economicamente<br />

più avvantaggiati rispetto agli altri; d’altro canto le armi e l’equipaggiamento erano costosi ed a<br />

totale carico dei soldati e solo i più facoltosi erano in grado di procurarsele.<br />

20


L’esercito di Roma era un esercito di fanti in cui il ruolo della cavalleria era marginale;<br />

attestata sui fianchi della legione, per proteggerla dagli aggiramenti, era tuttavia pronta ad inseguire<br />

il nemico in fuga ed in caso di necessità estrema il cavaliere smontava e combatteva a piedi:<br />

l’animale era un bene troppo prezioso perché venisse compromesso, del resto ancora non era in uso<br />

la staffa per cui risultava difficoltoso mantenere un equilibrio stabile durante lo scontro.<br />

I compiti prevalenti della cavalleria, oltre quelli già menzionati, si limitavano alla<br />

ricognizione del territorio ed al recapito dei messaggi.<br />

L’armamento difensivo del fante prevedeva: Lorica ed elmo di cuoio, spesso rinforzati con<br />

lamine di metallo.<br />

L’elmo riparava anche la nuca ed aveva applicate ai lati, due appendici mobili: Le<br />

“Bucculae” a protezione delle guance.<br />

Anche la gamba destra era protetta da schinieri di cuoio, per la sinistra era sufficiente la<br />

copertura dello scudo: di varia foggia, ampio, circolare, oblungo, era fatto di legno, ricoperto di<br />

cuoio e rinforzato ai bordi con parti metalliche e di metallo era lo ”Umbone” una robusta sporgenza<br />

al centro dello scudo al cui interno si celava una piccola cavità che i soldati utilizzavano come<br />

ripostiglio<br />

La corazza era costituita da un semplice pettorale di cuoio rinforzato e si reggeva alle spalle<br />

con larghe bretelle di cuoio proteggendole.<br />

L’armamento offensivo prevedeva:<br />

- Appuntita e tagliente spada di ferro: il “Gladio”<br />

- Una robusta lancia per il combattimento ravvicinato: la “Hasta”.<br />

- Un giavellotto “ Pilum” lungo circa 2 metri, per metà realizzato con un sottile tondello di<br />

ferro dolce che dopo aver raggiunto l’obbiettivo, si piegava in modo da non poter essere<br />

eventualmente riutilizzato dal nemico, l’altra metà era costituita da un robusto manico di<br />

legno del diametro di ca. 5 cm.<br />

Ogni famiglia, delle tre “gens” che avevano fondato Roma, forniva contingenti propri<br />

coadiuvati da: Clienti, amici e servi che si raggruppavano assieme e tale vicinanza era per il milite<br />

garanzia di massimo impegno per la difesa di se stesso e dei familiari ed orgoglio per la<br />

salvaguardia e l’accrescimento del proprio onore; guai tradirlo, avrebbe portato discredito a tutta la<br />

famiglia, alla “Gens” di appartenenza.<br />

Fu la determinazione e la saldezza nell’esercito che permise, al lago Regillo, di sconfiggere<br />

le forze etrusche e latine coalizzate nel tentativo di ripristinare in Roma, nel 496 A.Ch. la monarchia<br />

dei Tarquini.<br />

La battaglia vinta sul lago Regillo portò ad una svolta decisiva che trasformò la “Città<br />

Eterna” da Stato che lottava per sopravvivere a Potenza regionale in piena espansione.<br />

Durante l’avventura punica del 3° secolo A.Ch. dopo Canne, con l’esercito ridotto a misera<br />

cosa, i romani reclutarono persino gli schiavi; ma dopo aver sconfitto Annibale, a Zama, non ci<br />

furono più freni all’espansione territoriale romana, fuori dalla penisola.<br />

Nel 2° secolo A.Ch. vennero allestite sino a 23 legioni, per un numero di soldati al limite<br />

delle possibilità demografiche di Roma e dell’Italia intera; arruolati con ferme pluriennali anche i<br />

cittadini con censo molto basso, lo Stato forniva loro: armi e paga.<br />

Anche nella cavalleria fu concesso il “Cavallo pubblico” ai soldati che non potevano<br />

permettersi il mantenimento del nobile animale.<br />

Il reclutamento avveniva una volta all’anno; erano i consoli a fissare la data in cui tutti gli<br />

uomini in grado di portare le armi erano tenuti a presentarsi.<br />

Al momento del congedo molti cercavano un nuovo ingaggio divenendo di fatto<br />

professionisti della guerra il cui presente e futuro dipendeva, in gran parte, dal comandante che<br />

assegnava: Premi, indennità, promozioni e quote di bottino; tutto li legava al comandante… la<br />

clientela tipica della società civile romana, si era riversata nell’ambito militare<br />

La mente corre alle lotte intestine tra Mario e Silla che prima di Cesare (88 A.Ch) marciò su<br />

Roma per farsi nominare “Dictator Perpetuo”<br />

21


L’esercito non era più legato alla Repubblica di quanto non lo fosse al comandante che lo<br />

utilizzava quale strumento delle proprie ambizioni; con la riforma di Augusto poi, venne aggiunto il<br />

giuramento di fedeltà dei soldati all’Imperatore, quale comandante in capo dell’esercito e tanto<br />

basti.<br />

Questo preambolo era necessario per meglio comprendere come sia stato possibile l’ascesa<br />

alla porpora di tanti generali e comandanti militari e come l’esercito abbia giocato un ruolo di<br />

primaria importanza nel periodo in esame.<br />

Lo scenario che fa da sfondo a questo periodo della storia è quello più sotto riportato.<br />

22


235 – Alessandro Severo, ultimo della dinastia degli Antonimi, cadde in Germania, vittima di un<br />

colpo di stato militare e le truppe ribelli proclamarono Imperatore: Massimino il Trace, prefetto<br />

delle reclute e promotore della sesta persecuzione contro i cristiani.<br />

Massimino il trace<br />

Massimino, passato il Reno, sconfisse gli Alemanni; per queste sue vittorie gli vennero attribuiti i<br />

titoli di: Padre della Patria, Pontefice Massimo e Pio.<br />

238. – In Africa si registrò una sollevazione popolare, fomentata dai proprietari terrieri che<br />

rifiutavano di pagare a Massimino i tributi straordinari richiesti e che portò alla proclamazione ad<br />

imperatore dell’ottantenne proconsole: Gordiano 1° il quale associò il figlio: Gordiano 2° ed<br />

entrambe ricevettero i titoli di: Console, Pontefice massimo, Padre della patria ed Africano.<br />

Le truppe fedeli a Massimino, sotto la guida del legato di Numidia: Cipelliano, affrontarono le forze<br />

dei Gordiani e le vinsero a Tisdro il 12 Aprile; Gordiano figlio cadde in battaglia; il padre si<br />

suicidò.<br />

A Roma, il senato elesse, in tutta fretta due nuovi imperatori: Balbino e Pupieno.<br />

Balbino Pupieno<br />

Massimino sospese le operazioni militari sul fronte danubiano e scese in Italia; ma posto il campo<br />

vicino ad Aquileia, venne ucciso dai suoi stessi soldati.<br />

A Roma, i pretoriani, spaventati dopo la morte di Massimino, uccisero entrambe i nuovi imperatori:<br />

Balbino e Pupieno e proclamarono nuovo sovrano: Gordiano 3° figlio tredicenne di Gordiano 2°;<br />

mentre sul Danubio il legato M. Tullio Menofilo respingeva il tentativo di invasione dei Goti e dei<br />

Daci carpatici verso la Mesia.<br />

Gordiano 3°<br />

23


241 - Gordiano 3° fu console con Clodio Pompeiano ed elesse prefetto del<br />

pretorio. Timesiteo, di cui sposò la figlia: Furia Sabina Tranquillina che assume il titolo di Augusta.<br />

242 - Gordiano si recò in Oriente dove Sapore 1°, succeduto ad Ardarsir,<br />

aveva dato inizio ad una campagna antiromana ed in Siria ne ridimensionò le mire espansionistiche.<br />

243 – In Oriente il prefetto del pretorio Timesiteo, dopo aver riportato alcuni<br />

successi su Sapore 1° si ammalò gravemente ed in breve morì; lo sostituì: Filippo l’Arabo.<br />

244 – A Dura Europs, sull’Eufrate, una congiura militare, istigata dal prefetto<br />

del pretorio: Filippo l’Arabo, eliminò Gordiano 3° e nominò imperatore lo stesso Filippo il quale<br />

conclusa in tutta fretta una pace con i Persiani tornò a Roma.<br />

Filippo padre Filippo figlio<br />

245 – Nell’anno Filippo l’Arabo fu console assieme a C. Mesio Tiziano<br />

e ricevette il titolo di persico.<br />

Sul fronte danubiano si verificarono offensive e razzie di popolazioni spinte dall’incalzare dei Goti<br />

ed aizzate da masse di Germani, arruolati per le guerre in Oriente ed in seguito licenziati senza<br />

benservito, dopo la repentina pace con i Persiani.<br />

247 – A Roma, il senato ratificò l’assunzione di Filippo 2° chiamato dal padre<br />

a condividere la carica di imperatore.<br />

Il 247 D.Ch. coincise con il millesimo” Ab Urbe Condita” e venne celebrato con i decimi “Ludi<br />

secolari” mentre continuarono le operazioni militari lungo i confini che videro la vittoria di Filippo<br />

contro i Carpi, costretti alla pace.<br />

248 – Sul fronte danubiano le incursioni delle popolazioni germaniche ripresero con vigore ed in<br />

alcune province dell’impero si assistè alla proclamazione di effimeri imperatori.<br />

Il Senato concesse a Filippo i titoli di: Germanico e Carpico.<br />

24


249 – Traiano Decio,al comando delle truppe inviate in Pannonia, venne proclamato<br />

imperatore dalle legioni e calò in Italia.<br />

Traiano Decio<br />

A Verona si scontrarono gli eserciti: ribelle e fedele a Filippo che trovò la morte in battaglia mentre<br />

il figlio venne ucciso poco dopo.<br />

Decio diede inizio alla settima persecuzione contro i cristiani ed instaurò la prassi di dichiarare la<br />

propria fede accettando o rifiutando di sacrificare all’imperatore deificato.<br />

250 – Decio si recò in Mesia, sul fronte danubiano per fronteggiare le incursioni dei Goti, guidati da<br />

Kniva, che vennero respinti dopo una dura ma vittoriosa battaglia nei pressi di Nicopoli.<br />

251– Nell’anno Decio ed il figlio: Q. Erennio Etrusco Messio ascesero alla<br />

carica di console e nel contempo venne associato al trono anche l’altro figlio: C. Valente Ostiliano.<br />

Erennio Etrusco Valente Ostiliano<br />

Sempre nei pressi di Nicopoli Decio ed il figlio Erennio caddero in battaglia contro i Goti,<br />

nuovamente alla riscossa sotto la guida di Kniva.<br />

A Decio succede, per acclamazione dell’esercito, il governatore della Mesia: Treboniano Gallo cui<br />

vennero attribuiti i titoli di: Pio; Felice; Pontefice massimo e<br />

Padre della Patria.<br />

Treboniano Gallo Volusiano<br />

25


Stipulata la pace con i Goti, Treboniano si recò a Roma per associare al trono il figlio superstite di<br />

Decio: Ostiliano che tuttavia morì poco dopo a causa di una epidemia;<br />

Treboniano associò allora il proprio figlio: Vibio Alfio Velduniano Volusiano.<br />

252 – Sapore 1° re dei Persiani, riprese le ostilità contro i romani e giunge, con il proprio esercito<br />

sino sotto le mura di Antiochia.<br />

253 – In Mesia le operazioni militari contro le popolazioni trans danubiane procedevano con<br />

successo tanto che le legioni ritennero opportuno proclamare<br />

imperatore il loro comandante: Emiliano, oriundo della Mauretania.<br />

Emiliano<br />

Emiliano scese in Italia contro Treboniano Gallo che, in quel di Terni, venne ucciso dai suoi stessi<br />

soldati che si uniscono poi a quelli dell’imperatore Emiliano.<br />

Nella Germania renana frattanto le legioni proclamarono imperatore: Valeriano.<br />

Valeriano Gallieno<br />

Valeriano era stato riconosciuto dal Senato come nuovo imperatore assieme al figlio Gallieno,<br />

associato al trono.<br />

254 – I Marcomanni, invasa la Pannonia, scesero in Italia e compirono scorrerie sino a Ravenna<br />

mentre in Asia: Sapore 1° re dei Persiani, continuava la sua offensiva contro i romani occupando la<br />

città di Nisibi.<br />

26


256 – I Franchi, insieme di tribù germaniche, formatisi nel corso del 3° sec. sulla dx. del medio e<br />

basso corso del Reno, organizzarono una spedizione navale che raggiunse la Spagna mentre gli<br />

Alemanni continuavano indisturbati le loro scorrerie nell’Italia settentrionale.<br />

Frattanto i Goti, dalla Tracia, con una spedizione navale portata in Asia minore,<br />

saccheggiarono le città di Tessalonica e Nicomedia.<br />

Per Valeriano fu giocoforza interviene in Oriente contro Sapore 1° che frattanto aveva occupato<br />

anche Dura Europs ed Antiochia riuscendo a riconquistare quest’ultima città.<br />

257 - A Roma vennero eletti consoli: Valeriano, cui fu conferito il titolo di germanico ed il figlio<br />

Gallieno che, per il successo ottenuto contro i Daci, ottenne<br />

il titolo di Dacico.<br />

Valeriano dette poi inizio a quella che viene computata come l’ottava persecuzione contro i cristiani<br />

cui, per la prima volta, fu fatto divieto di frequentare le catacombe.<br />

258 – I Franchi si infiltrarono nella Gallia Belgica; In Pannonia, le legioni, al comando di Ingenuo,<br />

si ribellarono; ma la sommossa venne domata da Aureolo, generale di Gallieno.<br />

259 – Gli Alemanni, discesi ancora una volta in Italia, furono sconfitti da Gallieno nei pressi di<br />

Milano.<br />

Sapore 1° conquistò l’Armenia e Valeriano riprese le armi contro i Persiani; ma subì una cocente<br />

sconfitta ad Emesa e venne fatto prigioniero senza che Gallieno facesse alcun tentativo per<br />

liberarlo; morirà l’anno successivo.<br />

260 – Rimasto imperatore unico Gallieno abbandonò la politica filo senatoriale tenuta dal padre<br />

emarginando anzi l’aristocrazia senatoria ed imponendosi come signore assoluto e come tale dette<br />

corpo ad una riforma militare che vide:<br />

* l’accrescersi ed il riformarsi della cavalleria<br />

* la creazione di unità dotate di grande autonomia rispetto ai comandi della legione.<br />

* La sottrazione ai magistrati, a capo delle province, del comando diretto delle truppe che venne<br />

esercitato, per ogni legione, da un prefetto direttamente sottoposto all’imperatore.<br />

In campo economico Gallieno sottrasse al senato il diritto di battere la moneta in bronzo.<br />

Nel settore religioso inaugurò un periodo di tolleranza che durerà per quarant’anni, sino a<br />

Diocleziano.<br />

Frattanto, nelle regioni occidentali, il generale M. Casssiano Postumo, eliminato il figlio di<br />

Gallieno: Salonino, si proclamò imperatore e fondò l’impero delle Gallie esteso, alla Germania<br />

renana, alla Britannia e parte della Spagna.<br />

Salonino Postumo<br />

27


In Oriente, dopo la cattura di Valeriano, M. Fulvio Macriano allora governatore della Siria, fece<br />

proclamare imperatori i figli: T. Fulvio Iunio Macriano e T. Fulvio Iunio Quieto; Macriano e figli<br />

controllavano così quasi tutte le province asiatiche compreso l’Egitto.<br />

Macriano Quieto<br />

Verso la fine dell’anno vennero proclamati imperatori, dalle truppe, Calpurnio Pisone in Tessaglia e<br />

Valente in Acacia o Macedonia; entrambe vennero tuttavia presto eliminati; ma la proclamazione<br />

contemporanea di tanti imperatori è sintomatica delle tendenze disgregatrici dell’impero.<br />

261 – Le truppe del generale di Gallieno: Aureolo travolsero l’esercito di Fulvio Macriano e del<br />

figlio Junio che dall’Oriente erano passati nella penisola Balcanica; Macriano ed il figlio vennero<br />

passati per le armi; poco dopo, ad Emesa anche Quieto Fece la stessa fine ad opera del re di<br />

Palmira: Odenato, alleato dei romani e fedele a Gallieno.<br />

262 – Fu lo stesso Odenato, al quale Gallieno aveva affidato la difesa delle regioni<br />

orientali, minacciate dai Persiani, a respingere gli attacchi di Sapore 1° contro la Siria, passato anzi<br />

alla controffensiva, negli anni a seguire, arrivò ad impadronirsi di Nisibi e Carre per giungere poi<br />

sino all’Eufrate.<br />

Nello stesso anno, in Egitto, si autoproclamò imperatore: L. Mussio Emiliano; ma venne sconfitto<br />

da Teodoto, generale di Gallieno ed ucciso.<br />

A Roma a Gallieno, in seguito alle vittorie di Odenato, venne attribuito il titolo di Persico Massimo.<br />

Emiliano<br />

264 – A Palmira, il re Settimio Odenato venne associato, da Gallieno, al trono<br />

con il titolo di Dux Orientalis ed Augusto.<br />

28


265 – Nell’impero delle Gallie: Postumo associò come nuovo imperatore M.<br />

Piavonio Vittorino mentre si registrano altre effimere proclamazioni: Regaliano in Pannonia e<br />

Trebelliano in Cilicia.<br />

Vittorino Regaliano<br />

266 – E le proclamazioni continuarono con Mario, in Gallia, ben presto<br />

eliminato ed Aureolo a Milano.<br />

In Grecia Goti ed Eruli dettero il colpo di grazia a ciò che restava di questa <strong>antica</strong> civiltà, con il<br />

saccheggio di Tebe, Atene, Argo, Corinto e Sparta.<br />

Ad Odenato, associato all’impero e rimasto vittima di un attentato, successe la vedova Zenobia che<br />

assunse il potere in qualità di reggente del figlio Vabalato.<br />

Mario Vabalato<br />

268 – A Milano, durante l’assedio ad Aureolo, Gallieno cadde vittima di una<br />

congiura militare e le truppe acclamarono nuovo imperatore il comandante della cavalleria: Claudio<br />

2° che eliminata la ribellione di Aureolo pose poi fine ad una scorribanda dei Marcomanni, Suebi e<br />

Sarmati che attraverso la Rezia, si erano portati in Italia.<br />

Claudio 2° Lolliano<br />

29


Nell’impero delle Gallie, Postumo venne ucciso dalle truppe che acclamarono Lolliano, a sua volta<br />

eliminato da Vittorino il cui imperio durerà sino al 270 D.Ch.<br />

Un tempo brevissimo ebbe il regno di M. Aurelio Mario cui successe, come imperatore delle Gallie:<br />

C. Pio Esuvio Tetrico che associò il figlio all’impero<br />

Tetrico padre Tetrico figlio<br />

269 – Ancora invasioni gotiche si registrarono in Macedonia;ma furono rintuzzate dall’Imperatore<br />

Claudio 2° che si guadagnò per questo il titolo di Gotico.<br />

270 – Claudio 2° oramai detto il gotico, respinse ancora una volta gli Alemanni che erano<br />

nuovamente discesi in Italia; ma a Sirmio morì di peste; al suo posto<br />

ascese alla porpora il fratello: M. Aurelio Claudio Quintillo morto suicida pochi giorni dopo.<br />

Quintillo Aureliano<br />

In Pannonia: Aureliano, oriundo dell’Illiria; si proclamò allora imperatore suggellando la sua carica<br />

con una serie di scontri con le popolazioni germaniche, penetrate in territorio romano; sconfisse gli<br />

Alemanni ed affrontò i Vandali,<br />

vincendo una prima volta; ma subendo poi una sonora sconfitta nei pressi di Piacenza.<br />

Erano i Vandali una popolazione germanica, proveniente dall’odierno mar d’Azov, in seguito<br />

stanziatasi nella regione tra l’Oder e la Vistola e successivamente migrata in Boemia e Moravia,<br />

In Oriente la regina Zenobia abbandonò la politica filo romana del marito Odenato ed estense i<br />

propri domini sino ad occupare Alessandria d’Egitto.<br />

271 – L’anno vide l’imperatore Aureliano ancora impegnato a respingere gli Alemanni ed i<br />

Vandali che nel frattempo erano scesi sino nell’Umbria, e li sconfisse in due battaglie: sul Metauro<br />

prima, a Pavia poi; toccò successivamente ai Goti, penetrati in Tracia ed Illiria, e sul Danubio ebbe<br />

ragione dei bellicosi nemici; ma successivamente, con un accordo, decise l’abbandono della<br />

provincia romana della Dacia.<br />

272 – Dopo che ad Aureliano fu conferito il titolo di Partico questi dette inizio ad una<br />

campagna militare contro la regina Zenobia con l’intento di recuperare i territori strappati ai romani;<br />

vinse ad Emesa e cinse d’assedio Palmira mentre inviò M. Aurelio Probo a ripristinare il dominio<br />

romano sull’Egitto, già occupato da Zenobia che si era proclamata: erede di Cleopatra.<br />

30


273 – In questo anno Aureliano dette il via alla riconquista della Gallia e sconfisse , ai Campi<br />

Catalaunici, l’esercito di Tetrico, che si consegnò spontaneamente all’imperatore.<br />

In breve tutta la Gallia e successivamente la Britannia vennero occupate.<br />

In Oriente, con la capitolazione di Palmira, la regina Zenobia cadde prigioniera dei romani.<br />

In Egitto si autoproclamò imperatore: Fermo Marco di Seleucia; ma venne catturato e messo a<br />

morte.<br />

274 – Fu per Aureliano l’anno del trionfo ed a seguito delle sue vittorie ricevette il titolo di:<br />

Restitutor Orbis.<br />

Aureliano passò il resto dell’anno a dar corso a provvedimenti per migliorare la situazione<br />

economica e finanziaria dell’impero; in particolare tentò di arginare la grave crisi economica con<br />

una riforma monetaria.<br />

In questo anno l’imperatore attuò anche quella che viene computata come la nona persecuzione<br />

contro i cristiani e che interrompe la tregua instaurata da Gallieno nel 260 D.Ch.<br />

275 – Aureliano iniziò una spedizione contro i Persiani; ma in Bitinia, venne<br />

ucciso dai suoi stessi soldati anche per l’insofferenza verso la rigida disciplina militare voluta<br />

dall’imperatore.<br />

Su richiesta dell’esercito di un successore, il senato romano elesse Tacito, discendente dell’illustre<br />

storico.<br />

Tacito<br />

276 – L’imperatore Tacito venne ucciso dai soldati a Tiana, in Cappadocia,<br />

dove si trovava in occasione di una campagna contro i Goti, penetrati in Asia Minore.<br />

Gli successe il fratello Floriano; ma venne anch’egli ucciso dai soldati a Tarso.<br />

L’esercito proclamò allora imperatore: Probo, di origine illirica, cui furono conferiti i titoli di:<br />

Pontefice Massimo, Gotico e Germanico.<br />

Floriano Probo<br />

31


277 – Probo, abbandonato l’Oriente, dopo aver sconfitto, nella penisola balcanica, un gruppo di<br />

Goti si recò nelle Gallie dove, nei due precedenti anni, si erano verificate incursioni di popoli<br />

germanici; con due campagne militari ricacciò oltre i confini renani gli invasori.<br />

279 – In Egitto fu la volta di Saturnino a proclamarsi Imperatore e giunge ad occupare la Sicilia<br />

prima che i soldati di Probo lo uccidessero ad Apamea.<br />

280 – In Gallia il pretendente di turno fu Procolo; ma sconfitto da Probo venne passato per le armi.<br />

281 – Nella Germania renana a proclamarsi imperatore fu il generale Bonoso; ma<br />

anche questi venne sconfitto da Probo, passò a miglior vita.<br />

282 – Una sollevazione militare, a Sirmio, nella Pannonia inferiore, dovuta allo scontento per le<br />

continue operazioni militari e la rigida disciplina portò all’assassinio di Probo, mentre era in<br />

procinto di iniziare una campagna contro la Persia.<br />

Come successore venne acclamato dalle truppe il prefetto: Caro già nominato imperatore dalle<br />

legioni del Norico e della Rezia.<br />

Caro, ricevette gli attributi di Pontefice massimo e Padre della patria; ma non chiese la conferma<br />

senatoria per la carica di Imperatore<br />

Caro<br />

283 – Caro tentò una spedizione contro Baharam, re di Persia; inizialmente riportando qualche<br />

successo; ma morte lo colse durante la marcia verso Ctesifonte.<br />

I figli: Carino e Numeriano stipulata una tregua con il re Sasanide si spartirono, per la prima volta,<br />

l’impero: l’Oriente a Numeriano ( M. Aurelio Numerio) e l’Occidente a Carino ( M. Aurelio<br />

Carino)<br />

Carino Numeriano<br />

32


284 – Numeriano venne ucciso a Perinto e Carino tornò ad essere unico imperatore; ma l’esercito di<br />

Numeriano proclamò, a Nicomedia, come suo successore: C. Aurelio Valerio Diocle, prefetto del<br />

pretorio di origine dalmata.<br />

Anche in Pannonia Giuliano si proclamò imperatore; ma venne sconfitto e messo a morte da Carino.<br />

Giuliano Diocleziano<br />

E con Diocleziano le nubi minacciose del Giove pluvio si allontanano, i lampi dei fulmini<br />

squarciano un cielo lontano, il rombo del tuono si affievolisce ed all’orizzonte si accende di rosa il<br />

tramonto su cinquant’anni di lotta e di turbolenza: L’anarchia militare è finita… inizia la<br />

“Tetrarchia”<br />

33


Premessa alla raccolta di appunti dedicati al periodo storico che va dall’ascesa della<br />

Tetrarchia, passando per l’età di Costantino, sino all’ultimo imperatore di questa<br />

dinastia: Giuliano il filosofo.<br />

La Numismatica coinvolge direttamente la storia e se ammettiamo che la civiltà attuale<br />

abbia visto gli albori più o meno 3.000 anni prima della nascita di Cristo, con l’invenzione della<br />

ruota, 5.000 anni dunque dai nostri giorni e che la moneta, quale oggi noi la conosciamo: Tondello<br />

metallico quasi sempre circolare, con impresso un simbolo che riconduce all’autorità emittente,<br />

abbia fatto la sua comparsa circa 700 anni prima della nascita di nostro Signore Gesù Cristo, ecco<br />

che appare, nella sua completa evidenza, come strumento che ha accompagnato la civiltà, per oltre<br />

metà del suo percorso, nell’orbe terraqueo ove l’umanità si è sparsa; dice a questo proposito il<br />

Griesom: ” Dall’Asia Minore (Città greche costiere della Ionia o nella Lidia ha poca importanza)<br />

l’uso della moneta coniata si estese a sud est fino alla Persia e verso Ovest sino alle isole egee<br />

della Grecia e da qui raggiunse la Magna Grecia…al di fuori della Magna Grecia l’uso della<br />

moneta coniata fu accolto,con qualche ritardo, anche dai Popoli Semitici, dai Celti, dai Romani e<br />

dai Popoli dell’India sino a che divenne parte comune del patrimonio culturale: Cristiano,<br />

Musulmano ed Indù ed infine del mondo intero…”<br />

Numismatica quindi quale strumento di studio per una realtà passata; strumento<br />

difficilmente modificabile, non rimaneggiabile com’è invece il libro od i documenti cartacei,<br />

sempre rivisitabili, in funzione dell’alternarsi dei regnanti o dei governi al potere… realtà, quella<br />

della moneta, impressa nel metallo al momento della coniazione ad immutabile testimonianza dei<br />

tempi.<br />

Il tempo della storia…un righello da cinquanta centimetri dove al punto “0” si trova la<br />

realizzazione della ruota; dopo 23 cm. compare l’oggetto che accompagnerà l’umanità nei suoi<br />

momenti di gioia, di gloria, di dolore e di orrore; dopo 30 cm. l’inizio del Cristianesimo ed alla fine<br />

“L’età dell’euro”… un righello dove ogni centimetro rappresenta un secolo, un millimetro dieci<br />

anni.<br />

Così… con un righello in tasca per scegliere il tempo della storia ed il mappamondo davanti<br />

per scegliere il luogo, come il compianto Troisi, possiamo “zampettare” nel passato riscoprendo,<br />

attraverso la moneta, quel senso di umanità che è il motivo conduttore della civiltà e che ci è<br />

possibile documentare attraverso le collezioni di monete.<br />

Gia …le collezioni… come si fanno? Debbono avere un fine, raggiungere un obbiettivo e<br />

molto più spesso di quanto non si creda, capita che seguendo una pista se ne scoprano altre; un<br />

esempio per tutti: chi tra i collezionisti del moderno non ha sentito al necessità di raccogliere in un<br />

unicum le sedi vacanti del secolo scorso?<br />

A parte i primi due pontificati del novecento arroccati, si fa per dire, sull’”Aventino” da Pio<br />

XI in poi è possibile raccogliere sia la moneta emessa dal decano dei cardinali che dal nuovo<br />

Pontefice… 12 monete rappresentano già una collezione, anche preziosa, visto che è composta<br />

quasi esclusivamente da Argento… quasi esclusivamente, giacchè volutamente ho ritenuto<br />

opportuno inserirvi un “Venti lire” di Papa Giovanni XXIII in cui il Papa indossa la “Papalina”<br />

copricapo che ricopre anche le orecchie… poi c’è lo “Zuccotto” il “Pastorale” di Paolo VI, il<br />

cappello dei Vescovi per intenderci e la Triara… il Triregno riesumato da Giovanni XXIII;<br />

conclude l’antico copricapo, quello con le “nappe” che si trova sul rovescio della moneta relativa<br />

alla sede vacante… come si vede oltre a documentare i pontefici la raccolta documenta i copricapo<br />

utilizzati ed ancora, quel cancro che da sempre rappresenta lo spauracchio della moneta: la<br />

svalutazione, si passa, in meno di cento anni, un solo centimetro del nostro righello, dalle 5 e 10<br />

Lire di Pio XI alle 1.000 Lire di Giovanni Paolo I<br />

In questo scorcio di Luglio, afoso ed assolato, ho trovato il modo di metter mano a certe<br />

monetine romane, del IV secolo, che da anni conservavo in un cofanetto senza che mai avessi<br />

trovato il tempo per studiarle e catalogarle.<br />

34


Sono nati così questi appunti che raccolgono in sintesi un percorso storico che va dal 284<br />

D.Ch. avvento di Diocleziano al potere ed inizio del periodo, passato alla storia come: Tetrarchia ed<br />

il 362 D.Ch. passando per l’età di Costantino, terminata con la morte di Giuliano il filosofo, per<br />

alcuni l’apostata, sotto le mura di Ctesifonte.<br />

Segue l’analisi tipologica della monetazione, relativa al periodo considerato, ed in questa<br />

fase è stato piacevole rivisitare la monetazione precedente, con riferimento alle monete che più<br />

delle altre incisero sul percosro storico di Roma, precedente al periodo considerato: Dallo “Asse” al<br />

“Denario” al “Sesterzio” ed infine allo “ Antoniniano”<br />

Rivisitazione parziale, particolare, intesa alla documentazione iconografica dei vari regnanti;<br />

la storia è a ben vedere la favola dell’umanità, con i suoi re, i principi, i cavalieri senza macchia e<br />

senza paura; ma in cui trovano posto anche i malvagi, i profittatori e chi più ne ha, più ne metta…<br />

tutti hanno un volto ed è per questo che ho scelto la via iconografica.<br />

Dalla figura del regnante ai collegamenti che ha saputo o voluto intessere con altri uomini<br />

coinvolti nel processo storico, il passo è stato più che breve ed è in questa chiave che ho cercato il<br />

collegamento genealogico inserendo alcune schede personali, in verità scarse, non esaustive; ma che<br />

mi prometto di ampliare in futuro.<br />

Una cosa ancora desidero aggiungere, per concludere questo “Incipit” relativamente alla<br />

conservazione: le monete che posseggo sono “Bellissime” si vedono distintamente le figure anche<br />

se le parti in rilievo sono spesso modellate dall’uso e si leggono le scritte che magari, qualche volta,<br />

sono un po’ stanche… quando non trovo di meglio o la rarità me le rende inaccessibili, per i costi<br />

elevati, non disdegno una qualità inferiore; la qualità superiore alla “Bellissima” se c’è ben venga;<br />

ma non è per me condizionante nella ricerca della testimonianza storica: Glimpses of history.<br />

Visto che queste note sono ad “Usum Delfini” raccolte senza scopo alcuno di lucro e che<br />

non troveranno mai una pubblicazione ufficiale; ma sono destinate a persone che come me amano<br />

dedicare parte del loro tempo alla storia ed alla numismatica, mi sono permesso di riportare le foto<br />

di monete, migliori di quelle che compaiono nelle mie raccolte, tolte da “Internet” o da Cataloghi<br />

d’Asta sperando che non me ne vogliano… per questo, in fondo l’informazione stimola l’acquisto.<br />

Viareggio li 08/08/2008<br />

N.H. Silvatici Cesare Augusto<br />

35


LA TRETRARCHIA E L’ETA’ DI COSTANTINO<br />

TRA: STORIA; NUMISMATICA E GENEALOGIA<br />

Capitolo 1 L’avvento della Tetrarchia<br />

Dopo la morte ( 235 D.Ch.) di Alessandro Severo, ultimo imperatore di sua dinastia, Massimino il<br />

trace, aprì un periodo di grande turbolenza in cui si alternarono al potere tutta una serie di<br />

imperatori sostenuti, per lo più, dalle lance delle loro milizie; non fece eccezione C. Aurelio Valerio<br />

Diocle, prefetto del pretorio di origine dalmata, che nel 284 D.Ch. alla morte di Numeriano,<br />

sostenuto dall’esercito, cinse la porpora.<br />

Era M. Aurelio Numerio, fratello di M. Aurelio Carino, figli entrambi di M. Aurelio Caro che dopo<br />

l’assassinio di Probo (282 D. Ch.) era stato acclamato dall’esercito.<br />

L’anno successivo fu fatale a Caro che aveva intrapreso una campagna militare contro il re dei<br />

persiani: Baharan; morì mentre stava marciando verso Ctesifonte ed i figli, stipulata una tregua con<br />

il re sasanide, si divisero l’Impero: l’Oriente a Numeriano, a Carino l’Occidente.<br />

Era la prima volta che l’impero subiva una divisione tanto netta, evento premonitore di altre più<br />

intense parcellizzazioni.<br />

Foriero dello sfaldamento dell’autorità imperiale era stato il precedente periodo che è passato alla<br />

storia come “Anarchia militare”, iniziato nel 235 D.Ch.da Massimino il trace; dopo cinquant’anni<br />

la frattura diventava tangibile.<br />

Nel 284 D.Ch. Numeriano era caduto: a Perinto e Carino tornava ad essere unico imperatore che<br />

tuttavia si trovava a contrastare: Giuliano, auto proclamatosi in Pannonia e Diocle, poi Diocleziano,<br />

acclamato dall’esercito a Nicomedia.<br />

Carino ebbe la meglio su Giuliano, le cui armi furono sconfitte in quello stesso anno e Giuliano<br />

messo a morte; ma l’anno successivo, in Mesia, l’esercito fedele a Carino dovette soccombere a<br />

quello di Diocleziano e l’imperatore trovò la morte in battaglia, si dice per mano dei suoi stessi<br />

soldati.<br />

Così come Carino e Numeriano si erano divisi l’impero anche Diocleziano pensò bene di associare<br />

al trono il generale: Massimiano, oriundo della Pannonia, per affidargli il governo delle province<br />

occidentali.<br />

Diocleziano pose residenza a Nicomedia, Massimiano a Milano si che le due città divennero le<br />

capitali effettive dell’impero, anche se la capitale nominale rimase Roma.<br />

Gli anni successivi (286 – 289 D.Ch.) videro Diocleziano e Massimiano impegnati nel<br />

consolidamento del loro potere e dell’impero.<br />

Registrati a Roma, come Consoli: la più alta carica dai tempi della “Repubblica” che ancora<br />

conservava intero il suo potere ed il suo fascino, assunsero tra gli altri, i titoli di: Giovio ed Erculeo<br />

rispettivamente.<br />

Diocleziano, in Oriente, respinse i Sarmati sul Danubio; represse una ribellione in Egitto ed<br />

appoggiò, in Armenia, l’ascesa al trono del filo romano Tiridate 3°<br />

Nella sua nuova mansione Massimiano ripulì la Gallia dalle bande di contadini che, oppressi dal<br />

peso fiscale e dalla miseria, si erano dati al brigantaggio, contemporaneamente nella Gallia Nord<br />

Occidentale, spense gli ardori delle popolazioni germaniche in rivolta; ma non riuscì a ricondurre a<br />

più miti consigli Carausio che in Britannia, si era auto nominato: Augusto.<br />

Fu giocoforza riconoscergli il titolo imperiale (290 D.Ch); tutto sommato fu grazie a Carausio che<br />

erano state fermate le incursione dal mare delle genti germaniche e dei Sassoni.<br />

36


Ricompattato l’impero occorreva una nuova organizzazione strutturale; Carausio, se ancora ce ne<br />

fosse stato bisogno, era lì a dimostrare una vastità di territorio troppo grande da gestire per un<br />

potere imperiale, sia pure sdoppiato; era necessario parcellizzare ancora: due “Cesari” in appoggio<br />

ai due “Augusti”… due vice imperatori che, come si direbbe oggi, con una carriera tracciata,<br />

sarebbero divenuti i due Augusti di domani a cui si sarebbero affiancati due nuovi Cesari… era nata<br />

la “Tetrarchia” correva l’anno del Signore 293<br />

I primi Cesari furono: Galerio, che affiancò Diocleziano in Oriente, stabilendo a Sirmio, nell’Illiria,<br />

la sua residenza.<br />

Costanzo Cloro andò ad affiancare Massimiano, in Occidente, dividendo la sua presenza tra Treviri,<br />

in Gallia ed Eboracum in Britannia.<br />

Seguirono tutta una serie di riforme amministrative con la creazione di nuove unità provinciali rette<br />

da “Presidi” e raggruppate in dodici “Diocesi” a loro volta riunite in “Prefetture”<br />

L’accentuarsi della tendenza assolutistica del potere imperiale fu a spese del “Senato” vieppiù<br />

esautorato nei suoi compiti e di una Roma priva oramai di ogni potere; ma viva nei ricordi, di un<br />

passato glorioso; venne generalizzato il principio di separazione tra il potere civile dei “Presidi” e<br />

quello militare dei “Duces”<br />

L’esercito stesso fu costituito sulla base di due tipologie di forze:<br />

- Corpi di milizia, stanziati nelle province di confine, ai quali potevano appartenere<br />

anche elementi barbarici: “Limitanei”.<br />

- Reparti maggiormente selezionati, posti a presidio dei punti nevralgici<br />

dell’impero, sotto la diretta dipendenza dei tetrarchi: “Comitatenses”.<br />

Ovviamente la prima azione intrapresa da Costanzo Cloro fu quella di marciare contro Carausio che<br />

trovò la morte per mano dal suo ministro: Allecto pronto a succedergli come capo indipendente.<br />

Nel 296 D.Ch. Costanzo Cloro sbarcò in Britannia, sconfisse Allecto recuperando l’intera provincia<br />

romana; respinse poi oltre il vallo di Adriano i Pitti e gli Scoti che negli anni precedenti avevano<br />

sconfinato.<br />

Nello stesso anno Massimiano si occupò della Spagna e successivamente passò in Africa per<br />

reprimere le incursioni di tribù nomadi e ristrutturare la suddivisione tra le province africane.<br />

Nel settore orientale, nel 297 D.Ch. ad Alessandria d’Egitto, Diocleziano sconfisse Domizio<br />

Domiziano Achilleo che si era auto proclamato imperatore; emanò poi un editto di persecuzione<br />

contro i manichei, favorevoli al re di Persia Narsete che nel frattempo aveva destituito il filo<br />

romano Tiridate 3° accusandoli di sovversione nelle province orientali.<br />

Il re Narsete non stette a guardare e diede vita ad una campagna contro le province romane; penetrò<br />

in Siria e sconfisse, a Carre, Galerio che si era preparato a fronteggiarlo.<br />

La rivincita di Galerio venne l’anno successivo (298 D.Ch.) nella valle dell’Arras; con l’aiuto di<br />

Diocleziano, fu poi facile conquistare Nisibi e Ctesifonte spingendosi in profondità nel territorio<br />

Persiano e costringere Narsete alla pace.<br />

Alcuni territori della Mesopotamia vennero restituiti all’impero romano e Tiridate 3° tornò<br />

nuovamente sul trono dell’Armenia.<br />

Roma, nel 301 D.Ch, vide nuovamente consoli: Diocleziano e Massimiano; ma fu da questa data<br />

che le istituzioni classiche dell’impero romano: Podestà tribunizia, Consolato ecc… persero gran<br />

parte dell’importanza che avevano avuto nel passato.<br />

Cinquanta anni di anarchia, con eserciti romani, l’un contro l’altro armati, che scorazzavano su e<br />

giù per le terre dell’impero avevano frustrato le capacità operative ed imprenditoriali della<br />

popolazione con il valore della moneta in caduta libera; Diocleziano, per arginare la crisi economica<br />

e la fuga dalle attività poco remunerative non trovò di meglio che obbligare i figli a continuare<br />

l’attività dei genitori; da qui ebbe origine l’istituzione medioevale dei servi della gleba.<br />

Finalmente, nel 302 D.Ch. per la prima volta, l’Imperatore si recò in visita a Roma dove, l’anno<br />

successivo, celebrò il ventennale dell’ avvento al potere; nello stesso tempo, su proposta di Galerio,<br />

ordinò una violenta persecuzione contro i cristiani, tradizionalmente computata come la decima.<br />

37


Correva l’anno del Signore 305 quando contemporaneamente: a Milano e Nicomedia, Diocleziano e<br />

Massimiano abdicarono in favore dei rispettivi cesari: Galerio e Costanzo Cloro.<br />

I nuovi cesari, entrambe proposti da Galerio, furono: Flavio Severo per l’Occidente (Italia ed<br />

Africa) e Massimino Daia per l’Oriente (Siria ed Egitto)<br />

Capitolo 2 - L’età di Costantino “Il Grande”<br />

Nel 306 D.Ch. In Britannia, dopo una azione vittoriosa contro i Pitti, cadde ad Eburacum, Costanzo<br />

Cloro e con la sua morte si ruppe l’equilibrio faticosamente raggiunto con la tetrarchia.<br />

Come previsto, Flavio Severo lo sostituì nella porpora; ma i tempi erano mutati e l’esercito, al<br />

“Sistema delle successioni”, voluto da Diocleziano, ritenne opportuno tornare all’antico principio<br />

della “Successione dinastica” si che le truppe acclamarono il figlio di Costanzo Cloro: Costantino.<br />

Galerio non approvò la scelta e propose, come compromesso, la nomina di Costantino a cesare<br />

Il vento del ritorno al passato soffiò forte anche a Roma dove venne acclamato cesare Massenzio;<br />

mentre lo stesso Massimiano riprese la porpora.<br />

L’anno successivo il 307 D.Ch. per la prima volta, si assistè alla presenza di tre coppie di consoli: a<br />

Roma con l’augusto Massimiano ed il cesare Massenzio; nelle province occidentali con l’augusto<br />

Severo ed il cesare Costantino; nelle province orientali con l’augusto Galerio ed il cesare<br />

Massimino Daia.<br />

Fu Severo a dare inizio all’offensiva in Italia, contro Massimiano, Massenzio e lo stesso Costantino;<br />

ma abbandonato dalle milizie si trovò costretto a rifugiarsi a Ravenna dove venne catturato e messo<br />

a morte dai suoi stessi soldati.<br />

Galerio, nel tentativo di ricomporre su di sé l’impero marciò allora, di persona verso l’Italia; ma<br />

senza successo e Massimiano con il suo consolidato potere, accordandosi con Costantino, gli<br />

restituì il rango di augusto che le truppe gli avevano attribuito e dalla Gallia si spostò verso l’Italia<br />

Dal canto suo Massenzio a Roma riuscì, con la corruzione, a bloccare l’assedio cui lo stava<br />

sottoponendo Galerio si che questi dovette ritirarsi in Pannonia nell’attesa di forze a lui più fedeli.<br />

38


Vista la situazione di stallo, Galerio si fece allora promotore di un incontro chiarificatore che si<br />

tenne a Carnatum in Polonia, cui furono invitati anche Diocleziano e Massimiano, il risultato fu:<br />

Diocleziano, richiesto di riprendere la porpora, rifiutò.<br />

Massimiano fu costretto ad abdicare, per la seconda volta.<br />

Massenzio venne dichiarato: “Nemico pubblico”<br />

Costantino venne retrocesso al rango di cesare.<br />

Al rango di augusto per l’Occidente, al posto di Severo, salì Licino il quale non<br />

potendo competere in “Potestas” con i rivali, si dovette accontentare del governo<br />

della Pannonia e della Mesia.<br />

Galerio e Massimino Daia rimanevano rispettivamente: augusto e cesare nella parte<br />

orientale dell’impero.<br />

Sia Massimino Daia che Costantino non accettarono di buon grado le risoluzioni prese a Carnuntum<br />

e la promozione ad augusto di Licino, tanto che nel 309 D.Ch. Galerio fu costretto a promuoverli<br />

entrambe al rango di augusto mentre Massenzio, a Roma continuava, per i fatti suoi, a considerarsi<br />

augusto ed il padre Massimiano, a seguito dell’aggravarsi dei contrasti con Massenzio, si era<br />

rifugiato in Gallia dal genero: Costantino.<br />

Fu nell’anno successivo che Massimiano, per la terza volta, decise di riprendere la porpora, a spese<br />

di Costantino questa volta, il quale dopo averlo assediato a Marsilia, dove Massimiano si era<br />

rifugiato, lo costrinse al suicidio.<br />

L’anno 311 del Signore fu fatale a Galerio che trovò la morte a Tessalonica non prima di aver<br />

emanato un editto di tolleranza, firmato anche da Licino e Costantino, che di fatto sospendeva le<br />

persecuzioni contro i cristiani; ma la situazione rimaneva tuttavia ancora fluida con Massimino Daia<br />

inteso ad annettersi i territori prima governati da Galerio e con la ribellione di Domizio Alessandro<br />

alla tirannia di Massenzio<br />

Massenzio affogò nel sangue la rivolta di Domizio e fu questo il motivo scatenante della decisione<br />

di Costantino che, dopo essersi accordato con Licino ed aver ottenuto il suo “placet” scese in campo<br />

contro Massenzio; ne scompaginò l’esercito prima a Susa, poi a Torino ed infine a Verona<br />

aprendosi così la strada per Roma ed a Ponte Milvio, nei pressi di Saxa Rubra, sulla via Flaminia,<br />

avvenne l’ultimo definitivo scontro che vide l’esercito di Massenzio ancora una volta in rotta e lo<br />

stesso Massenzio soccombere annegato nel Tevere durante la ritirata: era il giorno 28 del mese di<br />

Ottobre dell’anno 312 D.Ch.<br />

Tradizione vuole che in questo scontro le insegne militari di Costantino non portassero l’aquila<br />

romana; ma il monogramma di Cristo: il chi-rho, dalle prime due lettere greche della parola:<br />

“XPISTOS”.<br />

In Oriente Massimino, ardente persecutore, invase il territorio di Licino e si arrivò allo scontro nei<br />

pressi di Adrianopoli; Massimino dovette rifugiarsi a Tarso dove morì, nell’autunno del 313 D.Ch.<br />

ed in quello stesso anno, a Spalato in Dalmazia, si spense anche Diocleziano.<br />

Licino, oramai padrone dell’Est, si accordò con Costantino per la spartizione dell’impero:<br />

l’Occidente a Costantino, l’Oriente a Licino; nell’occasione Licino sposò: Flavia Giulia Costanza,<br />

sorellastra di Costantino e venne emesso l’editto, passato alla storia come “Editto di Milano” che<br />

prevedeva l’abolizione di ogni discriminazione religiosa nei confronti dei cristiani cui venne<br />

concessa libertà di culto.<br />

Il periodo che segue fu caratterizzato da relativa tranquillità anche se le relazioni tra i due augusti<br />

non furono idilliache tanto che in due precedenti battaglie, per altro non risolutive, Licino era così<br />

sicuro di vincere che aveva già nominato Valente come successore di Costantino; la battaglia non fu<br />

favorevole a Licino ed uno dei termini della pace fu la consegna di Valente che venne regolarmente<br />

ucciso.<br />

Nel 315 D.Ch. per la celebrazione del decennale dell’Impero venne conferito a Costantino il titolo<br />

di Gallico e di Magno.<br />

Due anni dopo i figli di Costantino: Crispo e Costantino 2° vennero nominati cesari assieme al<br />

figliastro di Licino: Liciniano.<br />

39


A Crispo venne affidato il governo della Gallia dove, nel 320 D.Ch. sconfisse i Franchi e dal 322 al<br />

323 D.Ch. gli Alamanni.<br />

Nel 318 D.Ch. si attribuisce a Costantino la concessione di alcune prerogative<br />

giurisdizionali ai vescovi cristiani, assieme al diritto di ricevere beni in eredità da parte delle chiese:<br />

fu l’inizio del potere temporale della Chiesa di Roma; l’anno dopo, in contrasto alle aperture di<br />

Costantino, verso i cristiani, Licino adottò misure repressive, soprattutto in Egitto, aggravando così<br />

il contrasto tra i due imperatori.<br />

E’ del 323 D.Ch. l’intervento di Costantino in Tracia, per respingere una invasione di Goti, che<br />

diede inizio alle ostilità nei confronti di Licino il quale lo accusò di intervento in territorio di non<br />

sua pertinenza.<br />

Nel 324 D.Ch. Costantino respinse ad Adrianopoli le forze di Licino mentre Crispo ne sconfisse la<br />

flotta; passò quindi il Bosforo e sopraffece nuovamente le forze di Licino a Crisopoli, nelle<br />

vicinanze di Calcedonia; Licino, catturato venne risparmiato per intercessione della moglie<br />

Costanza, sorellastra di Costantino e confinato a Tessalonica; ma l’augusto non si rassegnò alla vita<br />

privata e riprese ad intrigare contro l’imperatore cui non rimase altra scelta che farlo uccidere,<br />

assieme a Martiniano che era stato elevato al rango di augusto prima della battaglia di Crisopoli ed<br />

inizialmente anch’egli risparmiato.<br />

Rimasto unico imperatore Costantino elevò al soglio di cesare il figlio: Costanzo 2° e diede inizio ai<br />

lavori per la realizzazione di una nuova capitale a Bisanzio.<br />

Nel 326 D.Ch. motivi famigliari indussero l’imperatore a mandare a morte la moglie Fausta ed il<br />

primogenito Crispo; nell’occasione venne eliminato anche il figliastro di Licino: Liciniano.<br />

Finalmente nel 330 D.Ch. con solenni cerimonie, venne inaugurata la nuova capitale sul Bosforo,<br />

inizialmente chiamata “Nuova Roma” successivamente: Costantinopoli, oggi Istambul.<br />

Nel 333 D.Ch. fu la volta di Costante, il figlio più giovane, ad essere elevato al rango di cesare e<br />

due anni dopo, anche dei nipoti: Delmazio ed Annibaliano.<br />

In definitiva Costantino rimaneva l’unico con autorità di augusto mentre ben cinque erano i cesari:<br />

Costantino 2°; Costanzo 2° Costante; Delmazio ed Annibaliano.<br />

La Parca si avvicinava frattanto con le sue inesorabili forbici e nel 337 D.Ch. Costantino, mentre si<br />

apprestava ad una campagna contro i Persiani, morì a Nicomedia; nell’interregno di quattro mesi,<br />

Delmazio ed Annibaliano vennero uccisi; rimasero al potere, come Augusti: Costantino 2°;<br />

Costanzo 2° e Costante.<br />

Capitolo 3° - Da Costanzo 2° a Giuliano il filosofo<br />

La morte di Costantino, così come l’ascesa di Diocleziano fu evento condizionante per la storia del<br />

tardo impero; nel 335 D.Ch. con l’elevazione al rango di cesare del nipote Dalmazio, Costantino<br />

aveva delineato quella che, alla sua morte, avrebbe voluto fosse la spartizione dell’impero, tra i due<br />

rami della famiglia del padre: Costanzo Cloro ed aveva assegnato a Costanzo 2° le prefetture delle<br />

Gallie, l’Italia, l’Africa e la Grecia.<br />

Alla sua morte, Costanzo 2° impegnato in Mesopotamia nella preparazione delle fortificazioni<br />

frontaliere, rientrò a Costantinopoli ove organizzò e presenziò alle cerimonie funebri in onore di<br />

Costantino; il gesto rafforzò i suoi diritti alla successione e gli valse il sostegno dell’esercito.<br />

Durante l’estate del 337 D.Ch. per mano dei militari si compì un eccidio che coinvolse la maggior<br />

parte della linea maschile generata da Costanzo Cloro con la figlia di Massimiano: Teodora Flavia<br />

Massima; Delmazio ed Annibaliano, furono passati per le armi; si salvarono solo i tre figli di<br />

Costantino: Costantino 2°; Costanzo 2° e Costante oltre ai due figli del fratellastro Giulio Costanzo:<br />

Gallo e Giuliano, troppo piccoli per impensierire.<br />

Le motivazioni della strage, anche a distanza di tanto tempo, non sono chiare: Zosimo affermava<br />

che l’organizzatore dell’eccidio era stato Costanzo 2° secondo Eutropio, Costanzo sapeva; ma non<br />

tentò di opporsi, anzi condonò gli assassini.<br />

40


Nel Settembre di quello stesso anno i tre cesari rimasti si ridistribuirono le province dell’impero:<br />

a Costantino 2° - rimasero Spagna; Gallie e Britannia.<br />

a Costante – Italia, l’Illirico ed l’Africa.<br />

a Costanzo 2° - Asia, Siria ed Egitto oltre alla nuova capitale dell’impero.<br />

L’idillio tra gli augusti ebbe breve durata; mentre Costanzo 2° affrontava in Oriente l’offensiva dei<br />

persiani di Sapore 2° in un campagna che, tra alterne vicende, si protrasse sino al 363 D.Ch. con<br />

esito sostanzialmente favorevole a Costantinopoli, nel 340 D.Ch. Costantino 2° e Costante si<br />

trovarono l’un contro l’altro armati a fronteggiarsi in Italia.<br />

Ad Aquileia, Costantino 2° ebbe la peggio e rimase sul campo; tornarono così in due al governo<br />

dell’impero: Costante ad Occidente e Costanzo 2° in Oriente.<br />

Come in Oriente anche in Occidente soffiavano turbolenti i venti della storia; nel 342 D.Ch.<br />

Costante riuscì ad arginare una invasione di Franchi nelle Gallie; ma solo grazie ad un<br />

compromesso; l’anno successivo nuovamente fu costretto a ricorrere ad un compromesso per<br />

fronteggiare, in Britannia, una invasione di Pitti e Scoti, consentendo loro un parziale stanziamento<br />

sul territorio romano.<br />

Chiusa la parentesi oltre la “Manica” si riaccese, nelle Gallie, la crisi con il generale romano di<br />

stirpe franca: Flavio Popilio Magnenzio fattosi proclamare imperatore il quale, forte del consenso di<br />

Spagna, Britannia ed Africa; fece catturare ed uccidere Costante<br />

La fronda si accese anche in Italia ed in Pannonia e si auto proclamarono imperatori<br />

rispettivamente: Flavio Popilio Nepoziano, figlio di un cognato di Costantino e Vetranione<br />

Mentre Nepoziano venne eliminato da Magnenzio, Vetranione venne ucciso, con l’inganno, da<br />

Costanzo 2° il quale successivamente marciò contro Magnenzio non prima di aver lasciato l’Oriente<br />

sotto la guida del cugino: Flavio Gallo, cui aveva dato in sposa la sorella Costanza e per l’occasione<br />

elevato al rango di cesare.<br />

Nel 351 D.Ch, Costanzo 2° sconfisse una prima volta Magnenzio a Mursa, in Pannonia ed una<br />

seconda preso Ticinum, prima della terza definitiva disfatta dell’esercito rivale, nei pressi di<br />

Monteseleuco: in Gallia; dopo il suicidio di Magnenzio, Costanzo 2° tornò ad essere imperatore<br />

unico.<br />

Costanzo 2° benché privo di figli, o forse proprio per questo, non accettava ombre che potessero in<br />

un qualche modo oscurare la sua potenza; nel 354 D.Ch. mandò a morte il cugino Flavio Gallo, con<br />

l’accusa di congiura e nel contempo esiliò il fratello di questi: Giuliano ad Atene.<br />

Ancora, per necessità, fu costretto, un anno dopo, a riabilitare ed associare al trono, come cesare,<br />

Giuliano inviandolo in Gallia per fronteggiare una invasione di Franchi e di Alamanni.<br />

Giuliano, contrariamente al consiglio dei suoi generali più propensi ad una tecnica difensiva, diede<br />

invece inizio ad una offensiva che lo portò a liberare Autum ed il territorio tra Reims e Colonia.<br />

Attaccato dagli Alamanni presso Argentoratum, l’esercito di Giuliano riuscì a prendere l’iniziativa e<br />

catturare il re dei barbari: Cnodomaro e passato il Reno, inseguì gli Alamanni in fuga nella valle del<br />

Meno imponendo loro la pace.<br />

Liberata la Gallia dagli invasori germanici, Giuliano vi promosse un certo sviluppo economico e<br />

stabilità dopo decenni di decadenza.<br />

In Oriente, correva l’anno del Signore 359, Il re dei persiani: Sapore 2° riprese le ostilità contro<br />

Roma e conquistò la fortezza di Amida, sull’alto Tigri, Costanzo 2° ordinò allora, alle legioni<br />

stanziate in Gallia, di portarsi in Oriente per la campagna contro i Persiani; ma ne ottenne un netto<br />

rifiuto, anzi a Lutetia, oggi Parigi, queste proclamano augusto il loro comandante: il cesare<br />

Giuliano.<br />

Nel 361 D.Ch. Le legioni di Giuliano mossero verso Costantinopoli; ma non avvenne scontro<br />

giacchè il giorno 3 del mese di Novembre Costanzo 2° passò a miglior vita si che il nuovo<br />

imperatore potè fare ingresso nella capitale senza colpo ferire.<br />

41


Il programma politico di Giuliano vide la contrapposizione alle direttive imposte da Costantino e<br />

favorite dai suoi successori; quali la cristianizzazione, la barbarizzazione con l’immissione sempre<br />

maggiore di elementi germanici nell’esercito e l’orientalizzazione con l’accentuato assolutismo<br />

monarchico e la rigida etichetta di corte.<br />

Venne confermata la libertà e l’uguaglianza di tutti i culti e presi provvedimenti per migliorare la<br />

situazione economica e fiscale delle province.<br />

La corte di Costantinopoli confermò come unico imperatore: Giuliano che passerà poi alla storia<br />

come l’Apostata, per aver favorito la restaurazione del paganesimo.<br />

Assicurato il potere, Giuliano riprese la campagna contro Sapore 2° ma, benché vittorioso, cadde in<br />

battaglia sotto le mura di Ctesifonte.<br />

Termina qui il breve escursus storico iniziatosi con Diocleziano nel 286 D.Ch. che vide, in meno di<br />

cento anni consumarsi l’esperienza della tetrarchia e trascorrere, come lucente cometa, nel cielo<br />

della storia, la dinastia costantiniana.<br />

L’ultimo roseo tramonto della dinastia passa attraverso Graziano, figlio di Valentiniano 1° e Valeria<br />

Severa: nipote di Costantino, che nel 374 D.Ch. sposò Massima Costanza, figlia di Costanzo 2<br />

Capitolo 4° Le monete dai tetrarchi sino a Giuliano il filosofo<br />

Erano passati 20 anni da quando Diocleziano aveva preso il potere; vent’anni in cui, seppur diviso<br />

l’Impero aveva recuperato in prestigio e potenza riproponendo, in pallido riflesso, lo splendore dei<br />

“tempi traianei”… l’esercito era stato ordinatamente ricompattato sotto il potere dei tetrarchi… le<br />

vecchie istituzioni erano state trasformate, rese più consone alla gestione imposta dai tempi… il<br />

senato e Roma non erano più, se non nominalmente, il “Timone dello stato” anche la moneta era<br />

stata riformata; la prima monetazione imperiale, voluta da Augusto nel 15 A.Ch. prevedeva<br />

l’utilizzo di tutti e tre i metalli normalmente impiegati per la monetazione. Oro; Argento e Bronzo<br />

Augusto stabilì il rapporto Oro/Argento ad 1:12,5 ed i nominali erano costituiti da: Denario e<br />

Quinario,per entrambe i metalli, mentre il rapporto Argento/Bronzo fu posto ad 1:45 e nel bronzo<br />

vennero coniati quattro nominali: Quadrante (1/4 di Asse); Asse; Dupondio ( 2 Assi) e Sesterzio ( 4<br />

Assi); due Sesterzi equivalevano ad un Quinario di Argento; quattro Sesterzi ad un Denario.<br />

La libbra romana viene calcolata al peso di 327,45 gr.<br />

l’Oncia, equivalente al taglio di 1/12 di libbra, al peso di 27,28 gr.<br />

Lo scrupolo, equivalente al taglio di 1/24 d’oncia, al peso di 1,14 gr.<br />

Nella tabella che segue, derivata da: “La Moneta” sono riportate le caratteristiche metrologiche<br />

delle singole monete<br />

Denario Aureo 1/42 di libbra (2/7 di oncia) 7,79 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Aureo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr. 16 – 17 mm<br />

Denario Argenteo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Argenteo 1/168 di libbra (1/14 di oncia) 1,94 gr. 15 – 16 mm<br />

Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( oncia) 27,28 gr. 29 – 36 mm<br />

Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr. 24 – 28 mm<br />

Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr. 24 – 27 mm<br />

Quadrante di Bronzo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr. 17 – 18 mm<br />

42


In altra tabella si vedono le equivalenze tra i vari nominali:<br />

Quadr. Asse Dupon. Sest. Quinario Denario Quinario Denario<br />

Bronzo Bronzo Bronzo Br. Ag Ag Au Au<br />

Quadr. 1 1/4 1/8 1/16 1/32 1/64 1/800 1/1.600<br />

Asse 4 1 1/2 1/4 1/8 1/16 1/200 1/400<br />

Dupon. 8 2 1 1/2 1/4 1/8 1/100 1/200<br />

Sest. 16 4 2 1 1/2 1/4 1/50 1/100<br />

Quinario<br />

Ag<br />

32 8 4 2 1 1/2 1/25 1/50<br />

Denario<br />

Ag<br />

64 16 8 4 2 1 1/12,5 1/25<br />

Quinario 800 200 100 50 25 12,5 1 1/2<br />

Au<br />

Denario<br />

Au<br />

1.600 400 200 100 50 25 2 1<br />

Quelli più prestigiosi furono: il Sesterzio per il bronzo ed il Denario per l’Argento; moneta di<br />

grande modulo, la prima, ancor oggi ricercata ed apprezzata dai collezionisti che offriva, agli artisti<br />

del tempo, ampi spazi ove poter realizzare la più bella iconografia degli imperatori che la romanità<br />

ci abbia tramandato<br />

Il Denario è stata forse la più prestigiosa monete della romanità e grazie alla spinta conquistatrice di<br />

Roma, si estese su gran parte dell’Europa, Asia ed Africa sino a diventare il simbolo della civiltà<br />

che la espresse, più o meno come il dollaro americano dei nostri giorni, per questo ci piace<br />

ripercorrerne l’iter.<br />

Dopo la vittoria su Pirro ( 275 A.Ch.) con l’occupazione di Reggio Calabria ( 270 A.Ch.) il dominio<br />

della Roma Repubblicana si era esteso su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione proiettava<br />

Roma nel “Circuito internazionale” ed a questo ci si doveva uniformare, soprattutto con<br />

l’introduzione dell’Argento monetato: nacque così il Denario, ad Imitazione della Dracma greca.<br />

- Simbolo X; Valore 10 Assi; 1/72 di libbra, peso 4,550 gr.<br />

- Dritto: Testa elmata di Roma, con l’elmo alato di Perseo, e cimiero<br />

terminante con testa d’aquila o grifone.<br />

- Rovescio: Dioscuri a cavallo, lancia in resta; sul berretto conico due Stelle.<br />

Fu con la solenne sconfitta subita al Lago Trasimeno (217 A.Ch.) per opera dell’esercito<br />

cartaginese, guidato da Annibale che, con la legge Flaminia, detta anche Fabia, il peso dell’argentea<br />

moneta venne ridotto ad 1/84 di libbra (3,90 gr) e l’effige dei “Divini fratelli” fu sostituita da Diana,<br />

o dalla Vittoria alata, in biga o da Giove tuonante in quadriga.<br />

43


Con il 144 A.Ch. i magistrati monetari lasciarono il peso del danaro ad 1/84 di libbra; ma la<br />

parità con l’asse fu portata da 10 a 16 assi contro 1 denaro e tale rimase sino alla riforma operata da<br />

Nerone; da rilevare che dal 144 A.Ch. dismesse le tipologie con Diana e Giove s’impone la volontà<br />

dei magistrati monetari di glorificare la loro Gens di appartenenza e le tipologie divennero le più<br />

disparate.<br />

Tarpeia sommersa dagli scudi dei Galli Amphimono che salva il padre<br />

Con L’avvento dell’impero, da Augusto, sul dritto del Denario campeggiava il busto<br />

dell’imperatore con la testa nuda, cinta dalla corona di alloro.<br />

Denario di Augusto: Traiano sotto cui l’impero<br />

primo imperatore romano raggiunse la massima espansione<br />

L’ultimo imperatore ad emettere Denari fu Gordiano (238 – 244 D.Ch.); ma già anteriormente, con<br />

la sua riforma, Marco Aurelio Antonino Caracalla, nel 214 D.Ch. aveva introdotto nel sistema un<br />

nuovo nominale d’Argento: l’Antoniniano del valore doppio, rispetto al Denario.<br />

Denario Aureo 1/50 di libbra ( 6/25 di oncia) 6,54 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Aureo 1/90 di libbra ( 1/7 di oncia) 3,89 gr. 16 – 17 mm<br />

Antoniniano di Argento 1/64 di libbra ( 3/16 di oncia) 5,11 gr. 22 – 24 mm<br />

Denario Argenteo 1/96 di libbra ( 1/8 di oncia) 3,41 gr. 19 – 21 mm<br />

Quinario Argenteo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr. 15 – 16 mm<br />

Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( 1 oncia) 27,28 gr. 29 – 36 mm<br />

Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr. 24 – 28 mm<br />

Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr. 24 – 27 mm<br />

44


L’Antoniniano aveva all’inizio, più o meno, lo stesso titolo in Argento del Denaro; ai tempi di<br />

Nerone al 90 – 95% ma già alla sua morte era sceso all’85% per passare all’80% sotto Antonino<br />

Pio; al 75% sotto Marco Aurelio e ridursi, con Settimio Severo, al 60% Il taglio era ad 1/64 di<br />

libbra per 5,11 gr. di peso e 22 – 24 mm di modulo.<br />

Come il Denario ha rappresentato la moneta più prestigiosa della Repubblica Romana ed, assieme<br />

al Sesterzio, del primo periodo imperiale, così l’Antoniniano è rimasto a caratterizzare il periodo<br />

della ”Anarchia Militare” L’imperatore compare con in testa la corona radiata del sole “Invicto<br />

Comites” come sempre più spesso si legge sul rovescio di molte monete di questo periodo<br />

Il Denario rimase ancora alla base della riforma di Dioleziano del 295 D.Ch; ma era oramai una<br />

moneta in bronzo con taglio di 1/168 di libbra e con peso di 1,64 gr.<br />

L’Antoniniano, in bronzo anch’esso, pesava ca. 3,89 gr ed era coniato al taglio di 1/84 di libbra;<br />

accanto a questi nominali Diocleziano ne introdusse altri: il Follis, praticamente con una sottile<br />

argentatura, l’Argenteus a buon titolo e l’Aureus come da tabella in calce.<br />

Nominale Taglio alla libbra Peso Bronzo Argento Oro<br />

Denario 1/168 di libbra 1,94 X - -<br />

Antoniniano 1/84 di libbra 3,89 X - -<br />

½ Follis 1/42 di libbra 7,80 95% 5% -<br />

Follis 1/21 di libbra 15,59 95% 5% -<br />

Argenteus 1/168 di libbra 1,94 - X -<br />

Aureus 1/84 di libbra 3,89 - - X<br />

Le equivalenze tra i nominali erano quelli riportate di seguito.<br />

Denario Antoniniano ½ Follis Follis Argenteus Aureus<br />

Denario 1 1/2 1/4 1/8 1/25 1/625<br />

Antoniniano 2 1 1/2 1/4 1/12,5 1/312,5<br />

½ Follis 4 2 1 1/2 1/6,25 1/156,25<br />

Follis 8 4 2 1 1/3,125 1/78,125<br />

Argenteus 25 12,5 6,25 3,125 1 1/25<br />

Aureus 625 312,5 156,25 78,125 25 1<br />

45


DIOCLEZIANO<br />

Follis<br />

Argenteus<br />

Aureus<br />

46


MASSIMIANO ERCOLE<br />

Follis<br />

Argenteus<br />

Aureus<br />

Con Costantino il sistema monetario venne nuovamente rivisitato; rimanendo il Follis, moneta base,<br />

furono inseriti nuovi nominali: La Siliqua ed il Miliarese in Argento oltre al Tremisse, Semisse e<br />

Solido d’oro<br />

Taglio alla libbra Peso Bronzo Argento Oro<br />

Follis 1/96 di libbra 3,41 X - -<br />

Siliqua 1/96 di libbra 3,41 - X -<br />

Miliarense 1/72 di libbra 4,55 - X -<br />

Tremisse 1/216 di libbra 1,52 - - X<br />

Semisse 1/144 di libbra 2,27 - - X<br />

Solido 1/72 di libbra 4,55 - - X<br />

47


E’ difficile riportare la parità del Follis, che pure doveva averla ed alcuno propone 1/100 di Siliqua,<br />

a causa delle continua instabilità, per gli altri quella riportata in tabella è più certa:<br />

Follis Siliqua Miliarense Tremisse Semisse Solido<br />

Follis 1 1/100 1/133 1/800 1/1.200 1/2.400<br />

Siliqua 100 1 1/1,33 1/8 1/12 1/24<br />

Miliarense 133 1,33 1 1/6 1/9 1/18<br />

Tremisse 800 8 6 1 1/6 1/3<br />

Semiasse 1.200 12 9 6 1 1/2<br />

Solido 2.400 24 18 3 2 1<br />

COSTANTINO IL GRANDE<br />

Follis<br />

Siliqua<br />

Miliarense<br />

Solidus<br />

48


Dopo essersi divisi l’impero, i figli di Costantino: Costante e Costanzo 2° riformarono ancora una<br />

volta il sistema monetario che rimase sostanzialmente invariato nei nominali in Oro ed Argento:<br />

Solido, Miliarense e Siliqua; ma profondamente sconvolto nella monetazione bronzea.<br />

Si ha notizia di due nuovi nominali, il primo introdotto nel 348 D.Ch. con il nome: Centenionalis, il<br />

secondo nel 354 D.Ch. venne chiamato: Maiorina.<br />

La relazione tra questi nominali ed i loro divisionali sono ancora oggi oggetto di discussione, per<br />

questo motivo la monetazione del periodo viene praticamente valutata sulla base del modulo:<br />

AE 1 per moduli da ca. 28 mm e pesi tra 8 e 9 gr.<br />

AE 2 per moduli tra 25 e 22 mm e pesi tra 4 e 5 gr.<br />

AE 3 per moduli tra 18 e 15 mm e pesi tra 1,5 e 2,5 gr.<br />

AE 4 per moduli tra 12 ed 8 mm e peso di 1,5 gr. o meno.<br />

Di seguito le solite tabelle riepilogative di comparazione tra i nominali in Argento ed Oro.<br />

Taglio alla libbra Peso Argento Oro<br />

Siliqua 1/144 di libbra 2,27 X -<br />

Migliarense 1/72di libbra 4,55 X -<br />

Solido 1/72 di libbra 4,55 - X<br />

Siliqua Migliarense Solido<br />

Siliqua 1 1/2 1/24<br />

Migliarense 2 1 1/12<br />

Solido 24 12 1<br />

49


COSTANZO 2°<br />

Centenionalis<br />

Siliqua<br />

Miliarense<br />

Solidus<br />

50


5 Capitolo: Le genealogie di Diocleziano e Massimiano<br />

Ma chi erano Diocleziano; Massimiano; Galero; Costanzo Cloro e gli altri personaggi che<br />

calcarono, in quel periodo, la scena della storia e quale legame li univa, se legame c’era ?<br />

Nelle tavole che seguono abbiamo azzardato una genealogia che li accomuna:<br />

nella tav. n° 1 è riportata la linea di Diocleziano mentre nella tavola n° 2 si vede invece la linea<br />

relativa a Massimiano che prosegue con i suoi collegamenti alle linee di Costanzo Cloro (Tavole n°<br />

4 e n° 5) e Costantino (Tavola n° 3): Segue una breve scheda per ciascuno dei personaggi riportati<br />

??? Daia ???<br />

Massimino Daia ???<br />

??? ??? Diocleziano Prisca<br />

Valeria<br />

Massimilla<br />

Galerio<br />

??? Massenzio Tav n° 2<br />

Romolo<br />

Candidiano<br />

Galeria Valeria<br />

Diocleziano: Gaio Aurelio Valerio Diocleziano nacque a Dioclea, vicino a Salona il 22 Dicembre<br />

del 243 D.Ch e morì a Spalato il 3 Dicembre del 313 D.Ch.<br />

Secondo alcuni era figlio di uno scriba del senatore Anullino, secondo altri era figlio di contadini<br />

Fu imperatore dal 20 Novembre 284 D.Ch. sino al primo maggio del 305<br />

D.Ch anno in cui deliberatamente rinunciò alla porpora per ritirarsi nel suo<br />

palazzo di Spalato; una curiosità: è stato l’unico imperatore romano ad aver<br />

rinunciato al proprio incarico.<br />

N<br />

el 308 D.Ch. accettò di partecipare al convegno di Carnunto, convocato per<br />

risolvere le tensioni causate dalla nomina di Massenzio ad Augusto; ma rifiutò<br />

la proposta di Massimiano e Galerio di tornare ad esercitare le funzioni di<br />

Augusto.<br />

Prisca: Fu moglie dell’imperatore Diocleziano cui dette una figlia: Valeria Galeria andata poi<br />

sposa, in seconde nozze, all’imperatore Galerio; durante la persecuzione contro i cristiani<br />

simpatizzò per loro, per questo fu obbligata a sacrificare agli dei.<br />

51


Dopo la morte di Galerio il destino di Prisca, di sua figlia e del nipote adottivo: Candidiano si fece<br />

tragico; esiliata in Siria dall’imperatore Massimino Daia fu in seguito arrestata e giustiziata per<br />

ordine di Licino; era l’anno del Signore 315.<br />

Galeria Valeria: Nata da Diocleziano e Prisca sposò nel 293 D.Ch. Galerio; fu un matrimonio<br />

voluto da Diocleziano che aveva appena eletto a Cesare: Galerio ed al quale si impose di divorziare<br />

dalla prima moglie: Valeria Massimilla; Non ebbero figli, per questo Valeria Galeria adottò come<br />

proprio, il figlio illegittimo di suo marito: Candidiano.<br />

Come la madre, Valeria simpatizzava per i cristiani, perseguitati da Galerio<br />

e quando questi morì (311 D.Ch.) le due donne furono affidate a Licino dal<br />

quale fuggirono trovando rifugio presso Massimino Daia la cui figlia era<br />

stata promessa in matrimonio a Candidiano. Massimiano fece proposte di<br />

matrimonio a Valeria che tuttavia rifiutò, fu per questo deportata in Siria;<br />

Alla morte di Massimino, Licino ordinò la pena capitale per Valeria che<br />

riuscì a fuggire e per un anno a nascondersi sino a quando, scoperta a<br />

Salonicco, fu catturata dalla folla, decapitata sulla pubblica piazza ed il<br />

corpo gettato ai pesci.<br />

Galerio: Gaius galerio Valerio Massimiano nacque in Tracia, attuale Serbia,<br />

a Felix Romuliana circa nel 250 D.Ch. figlio di un proprietario di armenti; fu<br />

cesare di Diocleziano per l’Oriente con la cura delle Province Il liriche dal<br />

293 al 305 D.Ch. ed Augusto dal 305 D.Ch. sino alla morte, avvenuta vicino<br />

a Sardica il 5 Maggio del 311 D.Ch. a seguito di una cancrena.Sposò, in<br />

seconde nozze la figlia di Diocleziano: Galeria Valeria; Fu ostile alla<br />

religione cristiana e da lui fu voluta quella che viene considerata la decima<br />

persecuzione, tuttavia nel 311 a Nicomedia, anche Galerio dette l’assenso a<br />

Licino e Costantino per un editto di tolleranza religiosa che segnò la fine delle persecuzioni<br />

Nel 305 D.Ch. dopo l’abdicazione di Diocleziano e Massimiano, essendo divenuto Cesare, per la<br />

parte Occidentale: Flavio Valerio Severo, suo fedele seguace e Cesare, per l’Oriente: Massimino<br />

Daia, figlio della sorella, maturò l’idea di tornare ad essere unico imperatore, dopo la morte o<br />

l’allontanamento dal potere di Costanzo Cloro, anche in virtù del fatto che il figlio di quest’ultimo:<br />

Costantino era ospite presso la sua corte.<br />

Le cose non andarono nel senso sperato giacchè alla morte di Costanzo Cloro le truppe acclamarono<br />

augusto: Costantino e contemporaneamente a Roma si auto proclamava il figlio di Massimiano.<br />

Ebbe un unico figlio, da una concubina: Gaius Valerius Candidianus<br />

Candidiano: Gaius Valerius Candidianus (297 – 313 D.Ch.) fu figlio di Galerio e di una<br />

concubina, tuttavia adottato dalla legittima consorte: Galeria Valeria.<br />

Nei progetti di Galerio c’era di costringere all’abdicazione Costanzo Cloro in modo tale da rimanere<br />

Augusto assieme a Licino, restare al potere per 20 anni, come avevano fatto i precedenti imperatori,<br />

per poi abdicare a favore del figlio Candidiano; è in quest’ottica che nel 310 D.Ch. Candidiano fu<br />

eletto cesare; ma l’anno successivo fu fatale a Galerio ed il progetto sfumò.<br />

Candidiano seguì la matrigna Valeria e la nonna Prisca nell’ospitalità di Massimino Daia e poi,<br />

dopo il rifiuto della madre alle proposte di Massimino, nell’esilio nei deserti della Siria.<br />

Licino, successivamente e per timore di future rivalità, condannò a morte i famigliari dei tetrarchi,<br />

compreso Candidiano ed una figlia di Massimiano Ercole,di soli sette anni, che era stata promessa<br />

in sposa a Candidiano.<br />

52


Valeria Massimilla: Fu la prima moglie di Galerio, ripudiata per sposare la figlia di Diocleziano e<br />

Prisca.<br />

Sorella di Galerio: Non ne conosco il nome nè quello di suo marito che portava il cognome di:<br />

Daia; ebbero un figlio, nipote di Galerio che diverrà in futuro cesare<br />

Massimino Daia: Gaius Galerius Valerius Massiminus Daia nacque nel 275<br />

D.Ch. figlio della sorella di Galerio; fu nominato Cesare nel 305 D.Ch. a<br />

seguito della abdicazione di Diocleziano e Massimiano e gli venne<br />

assegnato il governo delle province Balcaniche.<br />

Fu Augusto nel 308 D.Ch. e nel 313 D.Ch. a seguito di uno scontro, a<br />

Tzirallum, con l’armata di Licino, sconfitto si ritirò a Tarso dandosi la<br />

morte, si dice con le sue stesse mani, per strangolamento.<br />

Ostile ai cristiani la sua figura ci è stata tramandata, dalla propaganda<br />

cristiana, come quella di un uomo creatore di scandali e dedito a condanne ingiuste; ma gli studi più<br />

recenti tendono a riabilitarlo. Si ha notizia di un suo matrimonio; ma non si conosce il nome della<br />

sposa ne quello della figlia che dal connubio nacque; si sa solamente che la fanciulla andò poi sposa<br />

a Massenzio, figlio di Massimiano Erculeo ed Eutropia.<br />

Massenzio: Marcus Aurelius Valerius Maxentius, fu figlio di Massimiano<br />

e nacque nel 278 D.Ch. a soli quindici anni, nel 293 D.Ch, sposò la figlia<br />

di Massimino Daia da cui ebbe un figlio di nome Romolo.<br />

Quando il padre Massimiano e Diocleziano abdicarono fu proclamato<br />

Augusto dalle truppe, al posto del successore designato: Severo;<br />

Massimiano inizialmente riconobbe l’autorità del figlio, successivamente<br />

appoggiò Costantino.<br />

Massenzio continuò a tenere l’Italia e l’Africa sotto il suo dominio,<br />

ritenendosi il legittimo Augusto ed in questa veste nominò cesare il figlio<br />

Romolo che tuttavia morì l’anno successivo. Fu sconfitto nella battaglia di Ponte Milvio ( 28<br />

Ottobre 312) in cui trovò la morte annegando nel Tevere all’età di trentaquattro anni.<br />

Romolo: Fu figlio di Massenzio<br />

53


TAVOLA N° 2<br />

???<br />

Massimiano Eutropia<br />

Elena<br />

Costanzo<br />

Cloro<br />

Massenzio Fausta Costantino Minervina<br />

Tav n° 1 Tav n° 3<br />

Crispo<br />

Afranio<br />

Annibaliano<br />

Teodora Flavia<br />

Massima<br />

Tav n° 4<br />

Massimiano: Marcus Aurelius Valerius Massimianus nacque in Pannonia,<br />

vicino a Sirmium, oggi: Sremska Mitrovica, attorno al 250 D.Ch. da famiglia<br />

di umili origini.<br />

La carriera nell’esercito lo portò sino al grado di “Generale” e nel marzo del<br />

286 D.Ch. Diocleziano lo associò al trono.<br />

Con l’istituzione della tetrarchia, scelse come cesare il prefetto del pretorio:<br />

Costanzo Cloro cui diede in sposa la figliastra: Flavia Massima Teodora.<br />

Moglie di Massimiano fu Eutropia, già sposa in prime nozze, di Afranio Annibaliano e da cui aveva<br />

avuto una figlia: Flavia Massima Teodora appunto.<br />

Massimiano ebbe il governo dell’Italia, delle province del nord africa e della Spagna e come<br />

capitale scelse Mediolanum che abbellì con opere imponenti: ippodromo, circo ed il mausoleo per il<br />

quale fece costruire un sarcofago in porfido egizio, oggi utilizzato nel duomo di Milano, come fonte<br />

battesimale; cinse di poderose mura la città, dotandole di ventiquattro torri.<br />

Nel 305, unitamente a Diocleziano, abdicò in favore di Costanzo Cloro ritirandosi nella sua villa,<br />

fatta costruire a Grumentum, in Lucania.<br />

Ebbe tre figli: Fausta che andò poi sposa a Costantino, figlio di Costanzo Cloro; Massenzio che<br />

sposò la figlia di Massimino Daia ed una terza figlia che era stata promessa a Candidiano e che con<br />

lui subì una tragica fine.<br />

A seguito della crisi che si aprì alla morte di Costanzo Cloro, nel 306 D.Ch. riprese la porpora<br />

imperiale ed appoggiò inizialmente il figlio Massenzio e successivamente Costantino con cui ebbe<br />

infine uno scontro durissimo che lo portò, nel 310 D.Ch. al suicidio.<br />

54


Eutropia: Di origine siriaca, fu moglie di Massimiano; in precedenza aveva sposato Afranio<br />

Annibaliano da cui aveva avuto una figlia: Teodora Flavia Massima; a Massimiano diede tre figli:<br />

Massenzio; Fausta ed una seconda figlia fatta uccidere giovanissima da Galerio.<br />

La data della morte, per quanto non nota con certezza, è da supporre posteriore al 325 D.Ch.<br />

Afranio Annibaliano: Hafranius Hannibalianus, probabilmente originario dell’Asia fu uomo<br />

politico e generale dell’impero romano; sposò Eutropia poi andata sposa a Massimiano.<br />

Tra i suoi discendenti altri due ebbero il suo stesso nome: Annibaliano, figlio di Costanzo Cloro e<br />

Teodora Flavia Massima ed il loro nipote, figlio di Dalmazio.<br />

Annibaliano iniziò la carriera militare sotto Probo; fu Prefetto del Pretorio del 286 D.Ch. e Console<br />

nel 292 D.Ch. per finire Praefectus Urbi nel 297/298 D.Ch.<br />

Teodora Flavia Massima: Flavia Maximiana Theodora fu figlia di Afranio<br />

Annibaliano ed Eutropia andò sposa, nel 293 D.Ch. a Costanzo Cloro cui<br />

dette sei figli:<br />

Eutropia, andata sposa a Virio Nepoziano;<br />

Flavia Giulia Costanza, moglie dell’imperatore Licino;<br />

Anastasia che sposò Bassiano;<br />

Annibaliano 2°<br />

Flavio Costanzo padre di Flavio Delmazio ed Annibaliano 3°<br />

Giulio Costanzo, padre dell’Imperatore Giuliano<br />

Costanzo Cloro: Gaius Flavius Valerius Constantinus, originario<br />

dell’Illiria, nacque a Dardania, in Serbia, il 31 Marzo del 250 D.Ch. e morì<br />

ad Eboracum il 25 Luglio del 306 D.Ch.<br />

Ebbe nel 274 D.Ch. dal suo legame con Elena, un figlio: Costantino.<br />

Fu obbligato a ripudiare Elena per sposare la figliasta di Massimiliano:<br />

Flavia Massima Teodora da cui ebbe sei figli di cui già abbiamo detto.<br />

Governò sulle province della Gallia e della Bretannia; durante le<br />

persecuzioni verso i cristiani si comportò con molta umanità.<br />

Fu Cesare di Massimiano dal 293 al 305 D.Ch. ed Augusto dopo l’abdicazione di Diocleziano e<br />

Massimiano accettando come cesare: Flavio Valerio Severo.<br />

Morì l’anno successivo durante una campagna contro i Pitti e gli Scoti ed alla sua morte le truppe<br />

proclamarono augusto il figlio Costantino dando inizio ad una serie di turbolenze ed instabilità<br />

politica.<br />

Elena: Compagna di Costanzo Cloro; madre di Costantino; male lingue la vorrebbero<br />

essere stata schiava costretta a prostituirsi in taverna, per altri era di umili origini, addetta alle stalle<br />

nella stazione dove si cambiavano i cavalli, a Drepanum in Bitinia, nel golfo di Nicomedia; l’attuale<br />

Turchia e lì pare sia nata nel 248 D.Ch.<br />

Elena si convertì al cristianesimo e venne dichiarata Augusta nel 324 D.Ch.<br />

Dopo i deplorevoli fatti che sconvolsero la vita di Costantino, con la morte del<br />

figlio Crispo e della moglie Fausta, partì per un pellegrinaggio in Terra Santa<br />

dove affermò di aver trovato, sul Colgota, tre chiodi ed alcuni pezzi della<br />

croce di Cristo ed in quel punto, per volere di Costantino, sorse la chiesa del<br />

Santo Sepolcro.<br />

Morì nel 328 D.Ch. e venne sepolta in un mausoleo, fuori le mura di Roma<br />

nella moderna zona di Torpignattara; i resti del suo corpo si trovavano nella cappella di Sant’Elena<br />

a Venezia da cui furono trafugati, eccetto il cranio, custodito da una maschera d’Argento, tra il 1928<br />

ed il 1992<br />

55


Viene venerata come santa dai cristiani e la sua festa ricorre il 18 Agosto, per la Chiesa Cattolica ed<br />

il 21 Maggio per la Chiesa Ortodossa.<br />

Fausta: Flavia Fausta Maxima fu figlia dell’imperatore Massimiano; nacque a Roma nel 289 D.Ch.<br />

Sposò a Treviri, Costantino che era all’epoca meno giovane di almeno quindici<br />

anni pure tuttavia, dopo quasi dieci anni senza figli, Fausta diede a Costantino<br />

tre maschi oltre a due femmine:<br />

Costantino 2°<br />

Costanzo 2°<br />

Costante<br />

Costantina, andata sposa, in prime nozze ad Annibaliano 3° e<br />

successivamente a Costanzo Gallo<br />

.<br />

Per ben due volte il matrimonio di Fausta e Costantino fu messo a dura prova: la prima nel 310<br />

D.Ch. a seguito dei contrasti tra il padre Massimiano ed il fratello Massenzio con Costantino; fu<br />

proprio Fausta a svelare il complotto al marito; Costantino fece uccidere il suocero e dopo la<br />

vittoria di Ponte Milvio fece mettere la testa recisa di Massenzio su di una lancia che fece girare per<br />

tutta Roma.<br />

La seconda ebbe, come tragico epilogo, la morte di Fausta. uccisa in un bagno d’acqua bollente; la<br />

causa scatenante fu la denunzia di Fausta a Costantino degli irriguardosi tentativi di seduzione<br />

ricevuti da Crispo, figlio della prima moglie di Coatantino: Minervina.<br />

La reazione di Costantino fu immediata e Crispo ne subì le estreme conseguenze; ma convintosi poi<br />

dell’innocenza del figlio, divenne Fausta l’oggetto della collera dell’imperatore cui si accompagnò<br />

la condanna alla “Dannazio memoriae”<br />

Costantino: Flavius valerius Constantinus, figlio di Costanzo Cloro ed Elena, nacque il 27<br />

Febbraio dell’anno Domini 272 a Naissus in Mesia: l’odierna Nis in Serbia e morì il 22 Maggio del<br />

337 a Nicomedia, Bitinia e Ponto: l’odierna Izmit in Turchia.<br />

Fu imperatore dal 306 D.Ch. sino alla morte ed il suo impero fu<br />

caratterizzato dal riconoscimento della cristianità.<br />

Fu educato alla corte di Diocleziano e solo successivamente raggiunse il<br />

padre, quando questi, dal rango di cesare, fu promosso a quello di augusto e<br />

con Costanzo Cloro prese parte alla campagna militare in Britannia.<br />

Alla morte del padre, a York, l’<strong>antica</strong> Eburacom, fu proclamato imperatore,<br />

dalle truppe al comando del generale Croco, riesumando il principio<br />

dinastico in luogo del sistema di successione instaurato da Diocleziano.<br />

Per la tetrarchia fu la crisi che portò ad una lunga serie di guerre e conflitti alla fine dei quali<br />

prevalse Costantino, come imperatore unico.<br />

Nel 326 D.Ch. Costantino fece uccidere il figlio Crispo, avuto dalla prima moglie Minervina, su<br />

istigazione della seconda: Fausta; resosi successivamente conto dell’errore anche Fausta venne<br />

giustiziata.<br />

Sempre nel 326 D.Ch. diede inizio ai lavori di ristrutturazione della <strong>antica</strong> città di Bisanzio per<br />

trasformarla nella capitale dell’impero; la “Nuova Roma” fu terminata nel 330 D.Ch. e prese da lui<br />

il nome di “Costantinopoli”, oggi Istambul, città che resterà sino al 1453 D.Ch. capitale dell’impero<br />

bizantino; affidò ai figli la difesa dell’Occidente, contro Franchi ed Alamanni mentre lui stesso<br />

contrastava, sul Danubio, Goti e Sarmati.<br />

56


Divise tra loro l’impero assegando:<br />

Gallia, Spagna e Britannia a Costantino 2°<br />

Le province asiatiche e l’Egitto a Costanzo 2°<br />

L’Italia e l’Illiria a Costante<br />

Morì mentre si apprestava ad affrontare i Persiani.<br />

Come Diocleziano provvide a riformare l’amministrazione imperiale ed operò anche nel campo<br />

della monetazione introducendo due nuovi nominali: il “Solido” d’oro e la “Siliqua” in argento.<br />

Minervina: Sposò Costantino quando questi era molto giovane e gli diede un figlio: Crispo.<br />

Per motivi “Politici” dovette ripudiarla per sposare Fausta, figlia dell’imperatore Massimiano;<br />

secondo alcuni, alla data del secondo matrimonio: 307 D.Ch. Minervina era già passata a miglior<br />

vita.<br />

Crispo: Flavius Iulius Crispus nacque in Oriente nel 305 D.Ch. da<br />

Costantino e dalla prima moglie Minervina e trascorse i primi anni di vita<br />

nella sede imperiale di Treviri sotto La tutela del pedagogo Lattanzio.<br />

Fu grande generale, già cesare nel 317 D.Ch. assieme al fratellastro<br />

Costantino 2° appena nato ed a Liciniano, figlio del collega di Costantino:<br />

Licino; si distinse contro i Franchi e gli Alemanni, ricoprì la carica di<br />

Console nel 318; 321 e 324 D.Ch. e sposò una certa Elena, nel 321 D.Ch. da<br />

cui ebbe un figlio.<br />

Nello scontro per il potere tra Costantino e Licino riportò, su quest’ultimo, una vittoria navale,<br />

nell’Ellesponto che contribuì a fare di Costantino l’unico imperatore.<br />

Fu fatto giustiziare a Pola da Costantino stesso, su istigazione di Fausta, seconda moglie<br />

dell’imperatore, con l’accusa di averla molestata, correva l’anno Domini 326; ma resosi<br />

successivamente conto dell’infondatezza delle accuse punì con la morte anche Fausta<br />

57


TAVOLA N° 3<br />

Fausta Costantino<br />

Costantino 2°<br />

Costante<br />

Costantina<br />

Eusebia Galla Costanzo 2° Faustina<br />

Graziano<br />

(Casa di Valentiniano )<br />

Flavia Massima<br />

Faustina Costanza<br />

Tav. 5<br />

Elena Tav. 5<br />

Costantino 2°: Flavius Claudius Constantinus nacque nel febbraio del 317 D.Ch ad Arelate e morì<br />

a Cervenianum nel 340 D.Ch.<br />

Fu nominato cesare sino dalla nascita assieme al fratellastro Crispo ed a<br />

Liciniano;giovanissimo partecipò alle campagne militari del padre e dopo la<br />

morte del fratellastro Crispo, all’età di dieci anni, fu messo al comando<br />

nominale della Gallia.I suoi generali vinsero contro gli Alamanni ed i Visigoti<br />

si che potè fregiarsi dei titoli: Alamannicus Maximus e Germanicus Maximus.<br />

Alla morte del padre condivise l’impero assieme ai fratelli: Costanzo 2° e<br />

Costante.<br />

La parte d’impero di sua competenza comprendeva: la Gallia; la Bretagna; la Spagna e parte<br />

dell’Africa con ampia tutela sul fratello Costante cui era toccata: l’Italia e l’Illiria.<br />

Nel 338 D.Ch. a seguito dei tentativi del fratello Costante, di liberarsi dalla sua tutela, scese in Italia<br />

per ribadire la sua condizione di tutore; ma fu sconfitto, nei pressi di Aquileia dalle forze rimaste<br />

fedeli a Costante ed ucciso da alcuni ufficiali di Costante in un agguato, sul fiume Alsa a<br />

Cervenianum.<br />

58


Costante: Flavius Julius Constans fu terzo figlio di Costantino e nacque nel 330 D.Ch.<br />

Nel 335 D.Ch. fu inviato in Italia e l’anno successivo si fidanzò con Olimpia,<br />

figlia del prefetto del pretorio: Ablabio.<br />

Si dice che avesse avuto parte nel massacro dei cugini Dalmazio ed<br />

Annibaliano e tutto il ramo maschile discendente dal matrimonio di Costanzo<br />

Cloro con Teodora compresi Nepoziano e Giulio Costanzo sopravvivendo<br />

alla strage i soli figli di quest’ultimo: Costanzo Gallo e Giuliano: Alla morte<br />

di Costantino ebbe potere sull’Italia, Africa; Pannonia; Dacia e Macedonia.<br />

nsofferente alla tutela del fratello maggiore: Costantino 2° venne con questi a contrasto e lo vinse<br />

nella battaglia di Aquileia.<br />

Ebbe a scontrarsi anche con l’altro fratello: Costanzo 2° per motivi religiosi, era infatti allineato alle<br />

dottrine del Concilio di Nicea mentre Costanzo 2° propendeva per la parte ariana.<br />

A seguito di una crisi economica, nel 350 D.Ch. scoppiò una rivolta nelle Gallie che dichiarò<br />

decaduto Costante ed la suo posto fu proclamato augusto: Magnenzio, di origine franca e celtica.<br />

Costante cercò rifugio in Spaga; ma raggiunto sui Pirenei, venne ucciso.<br />

Costantina: nota anche come: Costanza fu figlia di Costantino e Fausta e nacque tra il 315 ed il 320<br />

D.Ch. e morì in Bitinia, a Caeni Gallicani nel 354 D.Ch.<br />

Nel 335 D.Ch. sposò il cugino Annibaliano, figlio di Flavio Dalmazio, creato da Costantino. “Re<br />

dei Re delle Genti Pontiche” dall’unione si ha notizia della nascita di due figlie: Attica ed Artemia<br />

Rimasta vedova nel 337 D.Ch. a seguito delle purghe che coinvolsero il ramo della famiglia legato a<br />

Teodora Flavia Massima, andò a vivere in Occidente, alla corte di Costante.<br />

Quando Magnenzio si ribellò a Costante e lo uccise, fu Costantina che convinse il magister militum<br />

Vetranione a proclamarsi augusto e fu sempre lei che scrisse al fratello Costanzo 2° per spiegare le<br />

ragioni dell’atto di Vetranione e tanto fu convincente che Costanzo 2° ne riconobbe il ruolo.<br />

Non molto dopo Costanzo 2° depose Vetranione; ma prima di marciargli contro dovette nominare il<br />

cugino: Costanzo Gallo cesare d’Oriente per fronteggiare la minaccia Sasanide.<br />

Per rinsaldare il legame tra augusto e cesare Costantina sposò Gallo, probabilmente nel 351 D.Ch.<br />

benché Costanzo Gallo fosse molto più giovane di Costantina.<br />

La sorella di Costanzo 2° condizionò sensibilmente le scelte politiche di Costanzo Gallo che si<br />

alienò il consenso dei sudditi con una politica arbitraria e dissoluta tanto che l’imperatore fu<br />

costretto a richiamarlo a Milano; Costantina volle precederlo; ma a Milano non giunse mai, morì<br />

infatti a Caeni Gallicani, in Bitinia ed fu sepolta a Roma, lungo la via Nomentana, in un mausoleo<br />

poi divenuto: Basilica di S.ta Costanza; la sua bara: un sarcofago di porfido rosso è oggi conservato<br />

nei musei vaticani.<br />

Elena: Figlia di Costantino, fu data in sposa dal fratello Costanzo 2° al cugino Giuliano, figlio di<br />

Giulio Costanzo e Basilina, quando questi venne nominato Cesare ed inviato<br />

nelle Gallie.<br />

Morì nel 360 D.Ch. si pensa a seguito di ripetuti aborti causati dalla cognata<br />

Eusebia che non avrebbe voluto che eredi di Giuliano salissero al trono.<br />

Fu sepolta a Roma, assieme alla sorella Costantina nel mausoleo di via<br />

Nomentana.<br />

59


Costanzo 2°: Flavius Julius Constantius è stata figura fondamentale nel periodo che va dall’ascesa<br />

al potere di Diocleziano (284 D.Ch.) alla morte di Giuliano il filosofo (363 D.Ch).<br />

Secondo Figlio di Costantino e Fausta, nacque a Sirmio il giorno sette del<br />

mese di Agosto del 317 D.Ch. e trovò la morte in Cilicia il giorno tre del<br />

mese di Novembre del 361 D.Ch. a seguito di febbri persistenti.<br />

Dopo la morte del padre assunse il potere nella parte orientale dell’impero<br />

impegnandosi, praticamente per tutta la durata del suo regno, nella lotta<br />

contro i Sasanidi, già intrapresa dal padre, per la difesa dei confini orientali<br />

dell’impero attraverso il controllo della Mesopotamia e del regno Armeno.<br />

La questione Armena venne risolta per via diplomatica, non così fu per la Mesopotamia che sfociò<br />

in un conflitto armato; a differenza del padre, Costanzo 2° scelse una guerra “Di trincea” facendo<br />

perno su di una serie di fortezze frontaliere che se da un lato risultò meno dispendiosa, dall’altro si<br />

protrasse più a lungo nel tempo.<br />

Dopo aver unificato nuovamente l’impero, fu costretto a fronteggiare anche gli usurpatori<br />

occidentatali: Magnenzio, Vetranione, Decenzio, Nepoziano e Claudio Silvano, coadiuvato in<br />

questo da Costanzo Gallo e dal fratello di questi Giuliano, unici nipoti rimastigli dopo le purghe del<br />

337 D.Ch. in cui praticamente tutta la linea discendente da Costanzo Cloro e Teodora Flavia<br />

Massima era stata inesorabilmente coinvolta, alcuni affermano anche per suo volere.<br />

Come il padre Costantino aprì alla religione cristiana ed ne assunse ruolo attivo, all’interno dei<br />

confronti dottrinali, prendendo posizione verso l’arianesimo.<br />

Ebbe tre mogli, la prima fu Galla, figlia di Giulio Costanzo e di Galla, la seconda: Eusebia era figlia<br />

del Magister Militum, dalla terza: Faustina ebbe una figlia, nata dopo la sua morte: Flavia Massima<br />

Faustina Costanza andata poi sposa a Graziano, figlio di Valentiniano.<br />

Galla: Prima moglie di Costanzo 2°fu figlia di altra Galla e del cugino Giulio Costanzo; suo<br />

Fratello Costanzo Gallo, fu cesare d’Oriente nel 325 D.Ch.<br />

Eusebia: Fu la seconda moglie di Costanzo 2° e su di lui esercitò notevole influenza tanto da<br />

incidere non marginalmente nelle scelte politiche del marito; un esempio per tutti, fu la principale<br />

sostenitrice di Giuliano, cugino di Costanzo 2°, che in seguito divenne egli stesso imperatore.<br />

Suo padre: Eusebio era “Magister Militum” di Costanzo 2° che riponeva in lui stima e fiducia.<br />

Eusebio, oltre alla figlia andata sposa a Costanzo 2° aveva altri due figli: Ipazio ed Eusebio divenuti<br />

consoli nel 359 D.Ch.<br />

Dal connubio non nacquero figli ed è probabile che la morte di Eusebia, avvenuta nel 360 D.Ch. sia<br />

da mettere in relazione alle cure cui si sottoponeva per curare l’infertilità.<br />

Faustina: Fu la terza moglie di Costanzo 2° sposata ad Antiochia nel 361 D.Ch, dalla loro unione<br />

nacque, dopo la morte del padre, una figlia: Flavia Massima Faustina Costanza andata poi in sposa<br />

all’imperatore Graziano della casa di Valentiniano.<br />

Graziano: Flavius Gratianus Augustus nato a Sirmio il 18 Aprile 359 D.Ch.<br />

secondo altri il 23 Maggio, fu nominato imperatore il 4 di Agosto del 367<br />

D.Ch. e morì a Lione il 25 Agosto 375 D.Ch.<br />

Non fa parte, in senso stretto, della dinastia costantiniana in quanto figlio di<br />

Valentiniano, tuttavia viene citato come marito dell’unica figlia di Costanzo<br />

2°: Flavia Massima Faustina Costanza,<br />

Suo padre Valentiniano fu acclamato dopo la morte di Gioviano che a sua<br />

volta era stato acclamato dopo la morte di Giuliano il filosofo<br />

60


TAVOLA N° 4<br />

Tav. n° 2<br />

Costanzo<br />

Cloro<br />

Virio<br />

Nepoziano Eutropia<br />

Teodora Flavia<br />

Massima<br />

Nepoziano Liciniano<br />

Tav. n° 5<br />

Flavia Giulia<br />

Costanza Licino Anastasia Bassiano<br />

Eutropia: Fu figlia di Costanzo Cloro e della sua seconda moglie Flavia Massimiana Teodora.<br />

Sposò Virio Nepoziano, console nel 336 D.Ch. e dall’unione nacque un figlio: Nepoziano.<br />

Virio Nepoziano: Console dell’impero nel 301 D.Ch. sposò Eutropia, sorellastra di Costantino il<br />

grande, dalla quale ebbe un figlio: Giulio Popilio Nepoziano Costantino che si crede che sia rimasto<br />

vittima delle purghe del 337 D.Ch. in quanto possibile concorrente al soglio imperiale, contro i figli<br />

di Costantino e Fausta.<br />

Nepoziano: Flavius Julius Popilius Nepotianus Constantinus fu per breve<br />

periodo usurpatore dell’impero ai tempi della rivolta di Magnenzio,<br />

A seguito della morte di Costante era rimasto l’unico rappresentante della<br />

famiglia constantiniana in Occidente; forte di questo, alla guida di predoni,<br />

gladiatori ed altri rissosi personaggi di dubbia fama si presentò a Roma in abiti<br />

imperiali e vinse le milizie che il prefetto urbis Tiziano, alleato di Magnenzio,<br />

aveva mandato a fronteggiarlo.<br />

Il Magister Officiorum di Magnenzio: Marcellino si portò verso la capitale ed il 30 Giugno<br />

sbaragliò le forze di Nepoziano che venne ucciso e la sua testa, posta su una picca, fu portata lungo<br />

le vie della città; in quell’occasione perse la vita anche la madre Eutropia.<br />

Flavia Giulia Costanza: Flavia Julia Constantia, anch’essa figlia di Costanzo Cloro e Flavia<br />

Massima Teodora, fu data in sposa dal fratellastro Costantino il grande a Licino.<br />

Il matrimonio fu celebrato nel 313 D.Ch. e dall’unione nacque un figlio: Valerio Liciniano Licino.<br />

Quando, nel 316 D.Ch. Licino e Costantino entrarono in conflitto Costanza rimase a fianco del<br />

marito salvo intercedere presso Costantino, dopo la disfatta di Licino nel 324 D.Ch.<br />

61


Costantino risparmiò inizialmente la vita a Licino; ma un anno dopo ne ordinò l’esecuzione assieme<br />

al figlio Liciniano; negli anni seguenti Costanza visse alla corte del fratello e si convertì al<br />

cristianesimo prendendo posizione, al primo concilio di Nicea, per gli ariani.<br />

Licino: Flavius Galerius Valerius Licinianus Licinus nacque a Zaječar in<br />

Serbia, da famiglia contadina, nel 250 D.Ch. e morì a Tessalonica nel 325<br />

D.Ch.<br />

Fu elevato al rango di augusto da Galerio, dopo la morte di Flavio Valerio<br />

Severo, per le province dell’Illirico, Tracia e Pannonia.<br />

Alla morte di Galerio si avvicinò a Costantino, di cui sposò la sorellastra,<br />

proponendosi come coimperatore per l’Oriente e cercando di estromettere<br />

Massimino Daia che da parte sua si fece incoronare imperatore.<br />

Lo scontro, inevitabile fu favorevole a Licino che non contento della vittoria si accanì sulle famiglie<br />

dei tetrarchi; nella purga vennero uccisi: Candidiano, figlio di Galerio e Valeria Galeria; Severiano<br />

figlio di Flavio Severo ed entrambe i figli di Massimino di otto e sette anni.<br />

Nel 316 D.Ch. si scontrò con Costantino, ritenuto da Licino non più augusto dell’Occidente ed al<br />

suo posto nominò Aurelio Valerio Valente ma; a seguito della sconfitta patita a Mardia e della<br />

susseguente pace, Valente fu condannato a morte.<br />

Non a lungo durò la pace e nel 324 D.Ch fu di nuovo scontro: ad Adrianopoli prima, per mare<br />

nell’Ellesponto poi, ad opera di Crispo e finalmente a Crisopoli, l’odierna: Üskudar.<br />

Graziato in un primo momento fu poi trucidato in una cella del Celio, a Roma.<br />

Liciniano: Valerius Licinianus Licinus, figlio di Licino e Flavia Giulia Costanza, nacque nel 315<br />

D.Ch. e morì per ordine di Costantino, nel 326 D.Ch.<br />

Dal 317 D.Ch al 326 D.Ch. fu nominalmente cesare dell’impero romano.<br />

Anastasia: Figlia di Costanzo Cloro e Teodora Flavia Massima, sposò Bassiano elevato nel 314<br />

D.Ch. al rango di cesare per l’Italia, da parte di Costantino.<br />

Bassiano: Fu cognato di Costantino per aver sposato la sorellastra Anastasia e dopo la morte di<br />

Massimino Daia nel 314 D.Ch. Costantino elevò Bassiano al rango di cesare per l’Italia.<br />

Con lo scopo di far riconoscere la nomina anche da Licino inviò Flavio Costanzo da quest’ultimo<br />

alla cui corte era, stretto collaboratore di Licino, il fratello di Bassiano: Senecio.<br />

Senecio convinse Bassiano a passare dalla parte di Licino e ribellarsi a Costantino; scoperto il<br />

complotto Bassiano fu passato per le armi e giacchè Licino si era rifiutato di consegnare Senecio, la<br />

rottura dei rapporti tra i due colleghi divenne inevitabile.<br />

62


Tav. n° 4<br />

Tav. n° 3<br />

Tav. n° 3<br />

Costanzo<br />

Gallo<br />

Galla<br />

Giulio<br />

Costanzo<br />

Galla 2<br />

Giuliano<br />

Elena ???<br />

Costantina<br />

Tav n° 3<br />

Attica Artemia<br />

Flavio<br />

Delmazio ???<br />

Basilina<br />

Annibaliano Flavio Delmazio 2°<br />

63


Flavio Costanzo: Figlio di Costanzo Cloro e Flavia Massima Teodora fu fratello di Giulio<br />

Costanzo e di Annibaliano.<br />

Ebbe due figli: Flavio Dalmazio ed Annibaliano che sposò Costantina da cui ebbe due figlie:<br />

Artemia ed Attica.<br />

Da Tolosa, dove aveva vissuto la giovinezza, nel 320 D.Ch. fu chiamato alla corte di Costantinopoli<br />

dal fratellastro: Costantino per il quale svolse mansioni di Console e di Censore.<br />

Come responsabile della sicurezza dei confini orientali dell’impero nel 334 D.Ch. soppresse la<br />

rivolta di Calocaerus, che si era proclamato imperatore a Cipro.<br />

Alla morte di Costantino subì la purga del 337 D.Ch. di cui furono vittime anche i figli Dalmazio ed<br />

Annibaliano<br />

Delmazio 2°: Nipote di Coartanzo Cloro fu nominato cesare da<br />

Coatantino; ma perì nel massacro del 337 D.Ch.<br />

Annibaliano: Come Flavio Dalmazio 2° anch’egli nipote di Costanzo<br />

Cloro, fu elevato da Costantino al rango di cesare e come il fratello<br />

Delmazio 2° patì la purga del 337 D.Ch.<br />

Sposò Costantina: figlia di Costantino ed ebbe il titolo di “Re dei Re delle<br />

Genti Pontiche” in previsione della campagna militare che Costantino era<br />

in procinto di condurre contro i Sasanidi.<br />

La spedizione non ebbe mai luogo per la sopravvenuta morte<br />

dell’imperatore.<br />

Giulio Costanzo: Fratellastro di Costantino in quanto figlio di Costanzo Cloro e Flavia Massima<br />

Teodora fece la fine degli altri componenti di questo ramo della famiglia; nelle purghe del 337<br />

D.Ch. si salvarono i figlioletti: Gallo e Giuliano, avuti dalla seconda moglie: Basilina.<br />

Dalla prima moglie Galla ebbe altri due figli: Galla e Costanzo Gallo.<br />

Galla: Moglie di Giulio Costanzo era sorella di Nerazio Cereale e sorellastra del prefetto del<br />

pretorio Vulcacio Rufino; dette a Giulio tre figli: uno ucciso assieme al padre nell’eccidio del 337<br />

D.Ch. una figlia di nome Galla, come la madre, andata poi sposa al cugino Costanzo 2° ed infine<br />

Costanzo Gallo futuro cesare per l’Oriente.<br />

Galla 2°: Figlia di Galla e Giulio Costanzo fu la prima moglie di Costanzo 2° ma dal matrimonio<br />

non nacquero figli.<br />

Costanzo Gallo: Flavius Claudius Julius Constantius Gallus nacque a Massa Veternensis da Giulio<br />

Costanzo e Galla nel 325 D.Ch e morì a Pola nel 354 D.Ch.<br />

Fu cesare per l’Oriente nel 351 D.Ch. e per tre volte ricoprì la carica di console.<br />

Il suo governo fu giudicato fallimentare ed odioso tanto che il cugino e cognato<br />

Costanzo 2° fu costretto ad ordinarne l’arresto e la condanna alla pena capitale.<br />

Era sopravvissuto alla purga del 337 D.Ch. forse per intercessione dello stesso<br />

Costanzo 2° secondo altri perché ritenuto affetto da malattia incurabile e quindi<br />

non rappresentava un ostacolo per i figli di Costantino ed Elena.<br />

64


Nel 350 D.Ch. quando Magnenzio fu acclamato imperatore dalle truppe, Costanzo 2° che non aveva<br />

figli, marciò contro Magnenzio; ma volendo garantire nell’Oriente la presenza di un membro della<br />

famiglia, elevò Costanzo al rango di cesare a Sirmio e lo inviò ad Antiochia.<br />

Costanzo Gallo fu console per gli anni: 352; 353 e 354 D.Ch. ed ebbe in moglie Costantina, sorella<br />

dell’imperatore e già moglie di quell’Annibaliano che sarebbe dovuto diventare Re dei Re delle<br />

Genti Pontiche ed anche lui vittima della purga del 337 D.Ch.<br />

Dal matrimonio si ha notizia della nascita di due bambine: Attica ed Artemia di cui però altro non si<br />

conosce.<br />

Nel periodo di transizione tra il passaggio di Costanzo 2° in Occidente e l’arrivo di Costanzo gallo<br />

in Oriente vi fu una ribellione degli ebrei che ebbe il suo epicentro a Diocesarea.<br />

Il Magister militum di Costanzo Gallo sedò la rivolta nel sangue passando per le armi anche i più<br />

giovani e distruggendo le città ribelli di: Diocesarea, Tiberiade e Diospoli.<br />

Sul fronte Persiano, a parte qualche scaramuccia di confine, non si registrarono scontri di una<br />

qualche importanza anche per il fatto che il re Sasanide: Sapore 1° aveva il suo daffare per<br />

respingere gli attacchi delle tribù nomadi nelle regioni orientali del suo regno.<br />

Voci contrarie la governo di Gallo in Oriente giunsero a Milano dove Costanzo 2° era ancora<br />

impegnato contro la minaccia costituita da Magnenzio; si ventilava di una ribellione, contro il<br />

cesare ad Antiochia; la contromossa fu la sistemazione, ai posti chiave della pubblica<br />

amministrazione, di uomini vicini all’imperatore e la riduzione degli organici militari a disposizione<br />

di Costanzo Gallo.<br />

La mossa altro effetto non ebbe se non quello di acuire il contrasto di poteri; Gallo richiamato a<br />

Milano, glissò l’invito, fu allora che Costanzo, alla mote del prefetto Tallasio, nel 353 D.Ch. conferì<br />

la carica a Domiziano con il precipuo compito di controllare Gallo.<br />

Fu un rapido susseguirsi di eventi sempre più concitati che portò alla fine all’arresto di Domiziano<br />

ed alla sua esecuzione.<br />

Gallo negli ultimi anni di governo istaurò un vero e proprio regime di terrore mettendo a morte<br />

funzionari con cui era venuto in contrasto ed innocenti, sulla base di vere o presunte cospirazioni,<br />

confiscandone i beni.<br />

Nella primavera del 354 D.Ch. Costanzo 2° richiamò a Milano il cugino Costanzo Gallo e la sorella<br />

Costantina.<br />

Costantina anticipò il viaggio nella speranza di poter intercedere per il marito, presso l’imperatore;<br />

ma morì di febbre durante il viaggio a Caeni Gallicani, in Bitinia.<br />

Dapprima riluttante Costanzo Gallo finì per mettersi in viaggio verso Milano ma a Poetovio, truppe<br />

fedeli a Costanzo 2° al comando del generale Barbazione, intercettarono il corteo, arrestarono Gallo<br />

e lo inviarono sotto scorta a Pola dove gli contestarono gli abusi commessi:<br />

Gallo non trovò di meglio che dare la colpa a chi non c’era più: Costantina; Costanzo 2° s’infuriò<br />

per le accuse ed ordinò l’esecuzione del cugino: gli legarono le mani egli tagliarono la testa,<br />

Costanzo Gallo aveva 29 anni e da quattro aveva regnato come cesare in Oriente.<br />

Basilina: Fu la seconda moglie di Giulio Costanzo cui dette due figli: Gallo, morto con il padre<br />

nelle epurazioni del 337 D.Ch e Giuliano che diverrà imperatore alla morte del cugino Costanzo 2°<br />

Fu Basilina, figlia di Conio Giuliano Camenio, parente del vescovo Eusebio di Cesarea, precettore<br />

del figlio; inizialmente favorì gli ariani; ma dette poi in eredità le sue terre alla chiesa di Efeso.<br />

Giuliano: Flavius Claudius Julianus per alcuni “l’Apostata”, per altri il “Filosofo” nacque a<br />

Costantinopoli nel 331 D.Ch e morì a Maranga, in Mesopotamia il giorno 26 del mese di Luglio<br />

dell’anno Domini 363. Fu figlio di Giulio Costanzo e Basilina; Costantino<br />

aveva dato inizio alla dinastia che da lui prese il nome, il nipote di Costanzo<br />

Cloro e Flavia Massima Teodora: Giuliano appunto, non poteva che chiuderla.<br />

Scampato, per la giovane età all’eccidio del 337 D.Ch. passò l’adolescenza tra<br />

Nicomedia e Costantinopoli ed ebbe come precettori: Eusebio di Nicomedia e<br />

65


Mardonio che lo indirizzarono alla cultura classica ed alla lettura di Omero ed Esiodo.<br />

Inviato a Macellum in Cappadocia, seguito dal vescovo Giorgio, formò in quel periodo la sua<br />

passione per la cultura ellenistica.<br />

Da Macellum trasferito ad Atene si diede allo studio del mondo greco classico che considerò di gran<br />

lunga più vivo e ricco del Cristianesimo; nel 335 D.Ch. fu richiamato a corte dal cugino Costanzo<br />

2°, nominato cesare fu sposato alla sorella dell’imperatore: Elena ed inviato in Gallia.<br />

Accettò inizialmente malvolentieri l’incarico; ma finì per assolverlo egregiamente.<br />

Stabilì il suo quartier generale a Lutetia Parisorum, l’odierna Parigi e malgrado non avesse ricevuto<br />

alcuna educazione militare si rivelò un buon soldato ed un ottimo amministratore.<br />

Sconfisse gli Alamanni nel 357 e nel 360 D.Ch. e vinse i Franchi nel 358 D.Ch. compiendo<br />

numerose spedizioni contro i Germani, al di là del Reno, sino ad occupare le vecchie fortezze di<br />

Bonna e Novaesium sul vecchio “Limes romano”.<br />

Come amministratore ridusse notevolmente le pretese del fisco e nella Belgica sottrasse le esazioni<br />

agli uffici burocratici, corrotti e malvessatori nei confronti dei più deboli, delegando la riscossione<br />

alle curie.<br />

Costanzo 2° intimorito dalla fama e dal successo acquisiti dal cugino, nel contesto dei preparativi<br />

che stava compiendo per riprendere le ostilità in Persia, gli chiese di inviargli le truppe migliori per<br />

la campagna militare.<br />

Le truppe si ribellarono all’ordine e proclamarono imperatore Giuliano che, memore della tragica<br />

fine dei tanti usurpatori della Gallie, si mostrò restio ad indossare la porpora, alla fine però fu<br />

costretto ad accettare la corona di ferro che i suoi soldati, in mancanza del diadema imperiale,<br />

avevano confezionato per lui.<br />

Vi furono intercorsi epistolari nel tentativo di una improbabile conciliazione tra i cugini; ma alla<br />

fine Costanzo 2° ruppe gli indugi, interruppe le operazioni sul fronte partico e marciò verso<br />

Giuliano.<br />

In Cilicia, il giorno tre del mese di Novembre dell’anno Domini 361, Costanzo 2° passava a miglior<br />

vita lasciando, unico imperatore: Giuliano.<br />

Giuliano che ancora non sapeva della morte del cugino, divise in tre tronconi il suo esercito ed al<br />

comando di una esigua; ma scelta minoranza di 3.000 uomini scese verso sud conquistando<br />

agevolmente le province danubiane e quelle illiriche.<br />

Si riunì al grosso dell’esercito in Tracia dove apprese la notizia della morte del cugino.<br />

Giuliano fu pagano, quindi coerente con lo spirito di tolleranza caratteristico dell’impero romano<br />

pagano, autorizzò tutte le religioni, compresa quella ebrea e cristiana non ariana ed abrogò tutte le<br />

misure prese a difesa della cristianità contro il paganesimo.<br />

Dopo aver alleggerito l’amministrazione, riducendo il personale del palazzo, i delatori e le spie, si<br />

stabilì ad Antiochia per preparare una spedizione contro la Persia.<br />

Il suo soggiorno in Antiochia non fu visto di buon grado dalla popolazione, vuoi per la ventata di<br />

paganesimo che portava, vuoi per il rigore morale che si opponeva alle abitudini di vita lascive e<br />

dissolute della popolazione.<br />

Finalmente, nella primavera del 363 D.Ch. diede inizio alla campagna militare contro i persiani;<br />

diviso l’esercito in due tronconi, mandò il primo verso l’Armenia per recuperare la regione al<br />

controllo romano e per dividere su due fronti le forze persiane; il secondo al suo diretto comando,<br />

procedette lungo il deserto siriano verso l’ultimo avamposto romano: la città di Circesium poi, sul<br />

Tigri, alla conquista delle fortezze di Dura Europos ed Anatha; ancora oltre verso Diacira che<br />

assediata venne in breve espugnata e distrutta.<br />

Dopo questo episodio la campagna vide solo scontri marginali sino alle porte di Ctesifonte, capitale<br />

dell’impero Sasanide e qui , pure avendo vinto la battaglia, trovò la morte Giuliano il filosofo<br />

mentre, privo di armatura accorreva a sostenere parte dei suoi soldati in difficoltà oggettive: era il<br />

26 Giugno dell’anno del Signore 363.<br />

non aveva designato alcun successore, contravvenendo alla consuetudine della continuazione<br />

dinastica.<br />

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