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NOTIZIARIO PERIODICO DELLA COMUNITÀ CRISTIANA CHE ...

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<strong>NOTIZIARIO</strong> <strong>PERIODICO</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>COMUNITÀ</strong> <strong>CRISTIANA</strong><br />

<strong>CHE</strong> VIVE in BREGUZZO BONDO RONCONE LARDARO<br />

NUMERO 7<br />

ANNO 4º<br />

PASQUA 2012


EDITORIALE<br />

3 UNA NUOVA VESTE!<br />

DAL CONSIGLIO PASTORALE<br />

4 COME STANNO LE NOSTRE FAMIGLIE?<br />

ATTUALITÀ DALLE PARROCCHIE<br />

6 FAMIGLIA: SANTUARIO <strong>DELLA</strong> VITA E DELL’AMORE<br />

7 L’ESPERIENZA DEL... “WEEK-END PER SPOSI”<br />

8 LA FESTA <strong>DELLA</strong> SACRA FAMIGLIA CON LE SUORE OPERAIE<br />

9 CELEBRAZIONI DEI BATTESIMI<br />

11 IL FONTE BATTESIMALE SI RINNOVA<br />

13 LA MESSA DI SANTA CECILIA<br />

14 DALL’ORATORIO “L’INCONTRO” DI BONDO<br />

15 ORATORIANI SUL PALCO<br />

18 A SPASSO FRA LE STAGIONI<br />

18 “PIÙ <strong>DELLA</strong> SABBIA”: IL MUSICAL FA TAPPA A TIONE<br />

20 DAL GRUPPO MISSIONARIO DI RONCONE<br />

PAROLA DI DIO<br />

21 BERIT: UN PATTO FRA DUE<br />

ANNO PASTORALE<br />

22 “L’ANNO <strong>DELLA</strong> FEDE” 2012<br />

23 CARITAS: MAPPA DEI BISOGNI E RISULTATI <strong>DELLA</strong> RACCOLTA<br />

24 RENDICONTI ECONOMICI DELLE PARROCCHIE ANNO 2011<br />

ACCADE INTORNO A NOI... NEL MONDO<br />

28 IL DEBITO ESTERO DEI PAESI IMPOVERITI<br />

LA PAROLA AI LETTORI<br />

30 LA LETTERA DI PADRE ALESSANDRO<br />

31 “CIAO DON!”<br />

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE<br />

32 CAMPO GIOIA 2012<br />

numero 7 - anno 4º<br />

Notiziario semestrale<br />

della Comunità Cristiana<br />

che vive in<br />

Breguzzo - Bondo<br />

Roncone - Lardaro<br />

Pasqua 2012<br />

In copertina,<br />

foto di Gianni Zotta<br />

Per comunicare<br />

con la redazione di<br />

Comunità in Cammino,<br />

per inviare suggerimenti,<br />

consigli, foto o articoli<br />

da pubblicare sui prossimi numeri<br />

breborola@gmail.com<br />

oppure attraverso<br />

il forum delle parrocchie<br />

www.parrocchia-breguzzobondo-roncone-lardaro.it<br />

IMPAGINAZIONE<br />

Vita Trentina Editrice sc<br />

Via S. G.Bosco 5 - Trento<br />

STAMPA<br />

Nuove Arti Grafiche sc - Trento<br />

Finito di stampare<br />

nel mese di maggio 2012


Una nuova veste!<br />

È<br />

con grande piacere che presentiamo questo<br />

bollettino con una nuova veste tipografica!<br />

Sappiamo tutti quanto sia importante la forma.<br />

Speriamo in questo modo di farci leggere più volentieri.<br />

Grazie alla nuova collaborazione con la<br />

Cooperativa Vita Trentina (Tn), i costi sono persino<br />

di un terzo inferiori a quelli che abbiamo sostenuto fino ad<br />

oggi per la stampa normale. Però, come nella vita ciò che conta veramente<br />

non è tanto la forma, l’apparire, i vestiti ma la sostanza, così anche noi vogliamo<br />

puntare sul contenuto dei nostri articoli. La redazione intende soprattutto<br />

su questo fronte fare uno sforzo maggiore. Abbiamo quindi bisogno di<br />

nuovi collaboratori. Ecco allora il nostro invito: chi desidera collaborare faccia<br />

un passo avanti, ci contatti e saremo ben felici di accogliere nuovi contributi.<br />

Il nostro bollettino è “fatto in casa”. Non ha grandi pretese. Vogliamo conservare<br />

e promuovere quel tratto pastorale di cronaca spicciola e di informazione<br />

parrocchiale, che lo rende simpatico a molti e letto o per lo meno<br />

sbirciato, in quasi tutte le famiglie. Vogliamo rendere partecipi della vita delle<br />

nostre parrocchie un numero più ampio possibile di persone. Non potrà mancare,<br />

però, anche qualche articolo per la nostra<br />

formazione personale, sociale e cristiana.<br />

A questo proposito c’è anche la novità del<br />

nuovo sito delle nostre quattro parrocchie.<br />

L’indirizzo web è www.parrocchia-breguzzobondo-roncone-lardaro.it.<br />

Abbiamo messo il<br />

nome di tutte e quattro le parrocchie ma in<br />

futuro, potremmo scegliere un nome unico<br />

che ci accomuni tutti. Anche questo è uno<br />

strumento per comunicare o meglio dialogare con molti e per informare sulla<br />

vita parrocchiale.<br />

Come gli Apostoli, che dopo aver incontrato il Risorto e ricevuto lo Spirito<br />

Santo furono spinti ad annunciare a tutti il Vangelo, così anche noi ci sentiamo<br />

spronati ad annunciare il “Vangelo vissuto”, che è la vita delle nostre comunità,<br />

attraverso questi strumenti di comunicazione sociale.<br />

A tutti, dunque, buona lettura e buona navigazione.<br />

don Celestino<br />

3<br />

In alto,<br />

la copertina<br />

del notiziario<br />

nella nuova<br />

veste grafica.<br />

A fianco,<br />

l’home page<br />

del nuovo<br />

sito web


4<br />

D<br />

Come stanno le nostre famiglie?<br />

urante gli ultimi incontri del consiglio pastorale, senza trascurare<br />

i punti ordinari che si presentano regolarmente durante l’anno,<br />

abbiamo iniziato ad interrogarci su un tema che tutti ci riguarda e che<br />

a tutti sta a cuore, il tema della famiglia.<br />

E non solo sulla famiglia così come è vista nella dottrina della Chiesa,<br />

o come la intende la Costituzione e il codice civile - tutti ambiti in cui<br />

si parla di famiglia quando una coppia è unita dal patto del matrimonio<br />

- ma anche su altre situazioni di vita, sempre più frequenti, come<br />

le coppie conviventi o le coppie che hanno conosciuto la separazione<br />

e il divorzio o quelle che si sono formate dopo una prima famiglia.<br />

Anzitutto abbiamo esposto le nostre domande circa la considerazione<br />

della dottrina della Chiesa su queste situazioni, ma anche circa<br />

gli atteggiamenti con cui ci rapportiamo - da vicino, nella nostra parentela<br />

e nel nostro vicinato, o da lontano - a queste nuove situazioni.<br />

Cosa ne pensa la Chiesa e cosa ne pensiamo noi come Chiesa presente<br />

a Roncone, Bondo, Breguzzo, Lardaro? E le nostre famiglie come<br />

stanno?<br />

Per capirlo, abbiamo deciso di incontrare alcuni membri della Commissione<br />

Diocesana di Pastorale della Famiglia - Giusy Lorenzi e Luisa<br />

Caliari - che su questi temi incentrano la loro attività e riflessione, interessandosi<br />

particolarmente di separazioni e divorzi di coppie che<br />

non possono portare avanti la loro unione ma, convinti credenti, vogliono<br />

continuare il loro cammino cristiano. Hanno partecipato alla nostra<br />

riunione e con loro si è avviato un approfondimento che vogliamo<br />

continuare e condividere con tutte le nostre comunità.<br />

In Diocesi, per aiutare chi si divide, si sono organizzate tante iniziative,<br />

secondo le esigenze, come “Gruppi di confronto” (fra persone divorziate<br />

e separate che proseguono il loro cammino di fede), percorsi<br />

di formazione che aiutano le coppie a confrontarsi, come il “Il Salvagente”<br />

oppure lo Spazio Ascolto Famiglia, presente anche in diverse<br />

parrocchie: un centro che accoglie, ascolta, con sensibilità e delicatezza,<br />

senza giudicare. E stato importante acquisire questo spirito di accoglienza<br />

e questo atteggiamento: in qualunque situazione, siamo parte<br />

del progetto di Dio, che non esclude nessuno, ma ama tutti incondizionatamente<br />

e totalmente. Un proposito che abbiamo preso è il ri-


spetto per tutte le coppie; chi<br />

vive la separazione o il divorzio,<br />

pur essendo ogni situazione diversa<br />

dall’altra, sia quando è<br />

stata una scelta sia quando la si<br />

è subita, ha generalmente in comune<br />

sofferenza, solitudine,<br />

senso di fallimento. A questa sofferenza<br />

va sempre rispetto e accoglienza.<br />

Una domanda particolarmente<br />

urgente che abbiamo rivolto<br />

a queste persone esperte<br />

riguarda il sacramento dell’Eucaristia.<br />

Ecco la loro risposta: occorre<br />

distinguere diverse situazioni e sapere che l’impossibilità a<br />

ricevere la comunione riguarda i divorziati risposati, chi si sposa civilmente,<br />

i conviventi. Invece i separati e i divorziati che non hanno una<br />

nuova relazione, possono ricevere la Comunione. A tutti va annunciato<br />

che l’amore di Dio per l’uomo è sconfinato, va incontro alla nostra poca<br />

fede, perdona gli errori, ed è sempre in attesa del nostro riavvicinamento.<br />

Gloria Manni<br />

Ci sono sembrate quanto mai opportune e preziose le iniziative<br />

della Chiesa trentina, che abbiamo conosciuto dalle parole di Giusy e<br />

Luisa. Quanto avremmo voluto sapere di più, capire ciò che avviene<br />

nella vita di una famiglia che si apre a queste opportunità... E proprio<br />

da Roncone una coppia si è fatta avanti, facendoci dono - con umiltà<br />

e generosità - della sua esperienza al “week-end degli sposi”.<br />

“ Ti lodino Signore, nella gioia<br />

Ti cerchino nella sofferenza;<br />

Godano della Tua amicizia nella fatica<br />

E del Tuo conforto nella necessità;<br />

Ti preghino nella Santa assemblea,<br />

Siano testimoni del Tuo Vangelo”<br />

5


6<br />

Famiglia: santuario<br />

della vita e dell’amore<br />

C<br />

ome è consuetudine ormai da anni, durante la messa del 26 dicembre,<br />

in cui si celebra la messa in onore di Santo Stefano, si festeggiano gli anniversari<br />

di matrimonio della nostra parrocchia. È un momento molto sentito<br />

e partecipato; momento di gioia e commozione.<br />

Quest’anno, il nostro nuovo parroco, don Celestino, ha voluto dare un<br />

tocco innovativo a questa celebrazione con due semplici gesti, che però<br />

hanno reso questo momento più intenso e commovente: le coppie di sposi<br />

si sono radunate attorno alle scale che portano all’altare e, dandosi la mano,<br />

hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali guidati da don Celestino.<br />

Dopo questo momento, si è rivolto il pensiero anche alle famiglie che per<br />

svariati motivi non hanno potuto partecipare. Più di una persona ha notato<br />

con immensa gioia e stupore, che coppie di sposi nell’assemblea si sono presi<br />

per mano...<br />

Visto che siamo in Quaresima, tempo di meditazione, conversione profonda<br />

e speranza, vorrei concludere con due pensieri di Papa Giovanni Paolo<br />

II che così citano: “ Poiché la Croce di Cristo è il segno d’Amore e di Salvezza,<br />

non deve sorprenderci che ogni Amore autentico richiede sacrificio. Non abbiate<br />

paura allora quando l’Amore è esigente. Non abbiate paura della Croce<br />

di Cristo. La Croce è l’Albero della Vita. È sorgente di ogni gioia e di ogni pace.<br />

Era l’unico modo per Gesù di arrivare al trionfo. È l’unico modo per noi di<br />

partecipare alla sua vita, ora e sempre. Chi ha conosciuto la gioia dell’incontro<br />

col Cristo, non può tenerla chiusa dentro di sé ma deve irradiarla.”<br />

Monica Ambrosini


L’esperienza del...<br />

“Week-end per sposi”<br />

I<br />

l Week-end per sposi è un fine-settimana dedicato esclusivamente<br />

alla coppia. Non si tratta di un’esperienza di confronto con altre coppie<br />

ma è piuttosto un aprirsi al proprio sposo o alla propria sposa.<br />

Cosa ci ha spinto a fare questa esperienza?<br />

Avevamo festeggiato da pochi mesi il nostro 25° anniversario di matrimonio<br />

ed una domenica siamo andati a trovare una coppia di amici.<br />

Erano appena tornati dal Week-end per sposi e ci siamo subito accorti che<br />

qualcosa era cambiato in loro: il modo di dialogare, la complicità, la felicità<br />

che si poteva toccare con mano. È stato proprio in quella occasione<br />

che ci hanno rivolto l’invito, ne abbiamo parlato tra noi una volta tornati<br />

a casa ma poi, col passare del tempo, l’abbiamo dimenticata.<br />

Con l’avvicinarsi di un’altra data per un nuovo fine-settimana, i nostri<br />

amici ci hanno rifatto la proposta. In un primo momento non volevamo<br />

andare, abbiamo cercato di accampare pure qualche scusa, ma poi ci siamo<br />

detti: “Perché no?” Pochi preparativi e siamo partiti per Trento, senza sapere<br />

niente di ciò che ci aspettava; in fondo sentivamo il bisogno di fermarci<br />

un attimo a riflettere sul nostro futuro come coppia e famiglia.<br />

L’esperienza è stata tutta una sorpresa, ci siamo sentiti presi per mano<br />

ed accompagnati attraverso un percorso nuovo. Ciò che abbiamo vissuto<br />

in quei due giorni è stato meraviglioso, abbiamo ripercorso le tappe più<br />

importanti della nostra vita: quelle felici e quelle tristi, abbiamo capito<br />

quanto è grande il dono di essere coppia e di essere cristiani.<br />

Il nostro cammino insieme si è rinnovato sotto tanti punti di vista: la<br />

preghiera, il dialogo, l’ascolto e la comprensione reciproca. Abbiamo imparato<br />

a scegliere ciò che realmente è importante rispetto ad altre cose<br />

che ora ci sembrano futili e superficiali. Abbiamo imparato rendere grazie<br />

a Dio per i doni ricevuti ed abbiamo capito che dobbiamo continuare<br />

ad impegnarci giorno dopo giorno per non perderli.<br />

Riteniamo senza alcun dubbio che questo fine-settimana sia stato<br />

un grosso investimento per il futuro della nostra coppia.<br />

Auguriamo di cuore a tutte le coppie di poter partecipare prima o<br />

poi ad un Week-end per sposi.<br />

una coppia di sposi di Roncone<br />

7<br />

Per quanti<br />

fossero<br />

interessati<br />

ai “Week-end<br />

per sposi”,<br />

ecco i recapiti:<br />

PER INFO<br />

E ISCRIZIONI:<br />

SPOSI ELISA<br />

E ALESSIO<br />

TEL.<br />

348 1446808


8<br />

Un momento<br />

della<br />

Santa Messa<br />

La festa della Sacra Famiglia<br />

con le Suore Operaie<br />

L<br />

a festa della Santa Famiglia passa sempre inosservata. Dopo il Natale,<br />

S. Stefano, S. Giovanni, i Martiri Innocenti... si perde il filo delle<br />

festività! Ma questo è lo stile della Santa Famiglia: Maria, Giuseppe, insieme<br />

a Gesù, non hanno mai cercato le grandi platee. Loro sono gli<br />

esperti del quotidiano, di quella cosa che è di tutti e che non piace a<br />

nessuno. Sveglia, lavoro, scuola, famiglia, bacio della buonanotte... il solito<br />

tran-tran. Questi gesti ripetitivi che, se vissuti alla presenza di Dio, diventano<br />

il più bel modo di dire l’amore!<br />

La festa della Santa Famiglia è anche la festa delle Suore Operaie<br />

della Santa Casa di Nazaret. Che gioia quest’anno poterla vivere insieme<br />

a voi, comunità di Roncone!<br />

Celebrare la Messa con tanti bambini, giovani, genitori e collaboratori<br />

che incontriamo in estate e che ci aiutano con generosità, è stato un<br />

regalo bellissimo. Ci ha fatto sentire parte di questa comunità parrocchiale,<br />

che lavora con lo stile della Santa Famiglia per rendere un po’ più<br />

bella questa parte di mondo che ci è affidata, per noi e per chi la erediterà<br />

dopo di noi.<br />

Grazie ancora a don Celestino e a tutti quelli che hanno celebrato<br />

questa festa insieme a noi, rendendola ancora più bella. L’augurio che<br />

vi lasciamo è quello di continuare a camminare insieme, nella semplicità<br />

e nella gioia della Famiglia di Nazaret. Ci vediamo quest’estate!<br />

Le vostre Suore Operaie


Celebrazioni dei battesimi<br />

DOMENICA 31 LUGLIO 2011<br />

ha ricevuto il battesimo<br />

Davide Ferrari, di Luca e Luisa (Breguzzo)<br />

DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011<br />

hanno ricevuto il battesimo<br />

Fulvio Salvadori, di Cristian e Laura (Roncone)<br />

Emma Nicolini, di Flavio e Silva (Breguzzo)<br />

9<br />

Le foto ricordo<br />

del Battesimo.<br />

Sopra,<br />

Davide Ferrrari,<br />

sotto da sinistra,<br />

Emma Nicolini<br />

e Fulvio<br />

Salvadori


10<br />

I protagonisti<br />

della bella<br />

cerimonia<br />

partecipata<br />

dalla comunità<br />

parrocchiale<br />

riunita durante<br />

la Messa festiva<br />

DOMENICA 5 FEBBRAIO 2012 - GIORNATA <strong>DELLA</strong> VITA<br />

nella Chiesa parrocchiale di Roncone<br />

hanno ricevuto il battesimo cinque bambine<br />

Elisa Girardini di Luca e Giuliana (Roncone)<br />

Giulia Bazzoli di Walter e Patrizia (Roncone)<br />

Chiara Facchini di Gionni e Daniela (Roncone)<br />

Giulia Scalmazzi di Stefano e Chiara (Roncone)<br />

Karin Monfredini di Rudy e Stefania (Breguzzo)<br />

Accompagnate dai padrini, dai genitori e da fratelli e sorelle, sono<br />

state battezzate con l’acqua dell’antico fonte battesimale riportato<br />

all’uso liturgico per la solenne occasione.<br />

La cerimonia ha visto protagonisti anche i bambini di terza elementare<br />

di Roncone, Lardaro, Bondo e Breguzzo, che hanno potuto<br />

vedere e vivere da vicino il battesimo di queste neonate, collaborando<br />

con don Celestino durante la celebrazione del rito. Con le loro catechiste<br />

i bambini stanno approfondendo insieme il sacramento del<br />

Battesimo, e durante il rito hanno potuto vedere in presa diretta i<br />

segni del battesimo: olio dei catecumeni, acqua benedetta, veste<br />

bianca, olio crismale e cero pasquale.


I<br />

DOMENICA 12 FEBBRAIO 2012<br />

hanno ricevuto il battesimo<br />

Bruno Valenti, di Mirco e Barbara (Breguzzo)<br />

Ginevra Valenti, di Dennis e Irene (Bondo)<br />

Lucrezia Bonazza, di Sandro e Katia (Breguzzo)<br />

Martin Bazzoli, di Alain e Karin (Roncone)<br />

Martina Moneghini, di Ivan e Luana (Breguzzo)<br />

Pietro Valenti, di Loris e Elena (Bondo)<br />

Il fonte battesimale si rinnova<br />

n occasione della celebrazione del Battesimo Comunitario del 5 febbraio<br />

scorso don Celestino ha pensato bene di ripristinare l’utilizzo del vecchio<br />

fonte battesimale (o battistero) posto sulla parete sinistra all’ingresso della<br />

chiesa . Il fonte battesimale, celato da apposita copertura linea finemente<br />

intarsiata, giaceva inutilizzato verosimilmente dagli inizi degli anni Sessanta,<br />

vittima delle innovazioni liturgiche che hanno portato a celebrare il battesimo<br />

in prossimità dell’altare maggiore. Da una ricerca fatta sui ricordi dei<br />

vecchi ronconesi il fonte battesimale è stato regolarmente utilizzato per la<br />

celebrazione del battesimo fino alla fine degli anni Cinquanta , fino a quando<br />

cioè si partoriva in casa a Roncone. Dai primi anni Sessanta le puerpere iniziarono<br />

sempre più frequentemente ad andare a partorire in Ospedale a<br />

Tione con relativo battesimo in Ospedale alla dimissione del neonato dopo<br />

sette giorni. Da allora, complici anche le innovazioni liturgiche introdotte dal<br />

11<br />

Foto di gruppo<br />

con<br />

don Celestino,<br />

i battezzati,<br />

i genitori,<br />

e i padrini<br />

e le madrine


12<br />

A destra,<br />

il fonte<br />

battesimale<br />

nella chiesa<br />

parrocchiale<br />

di Roncone<br />

Bibliografia:<br />

Sac. G.B.<br />

Bazzoli,<br />

Roncone<br />

nelle Giudicarie<br />

illustrato,<br />

Tip. Editrice<br />

Artigianelli,<br />

Trento 1912,<br />

pag. 71, 72,<br />

74, 75.<br />

Concilio Vaticano Secondo, il fonte battesimale<br />

non venne più utilizzato.<br />

Ma da quanti anni il fonte battesimale<br />

è presente nella nostra bella chiesa,<br />

quante generazioni di ronconesi vi sono<br />

state battezzate? Questa domanda mi ha<br />

incuriosito per cui ho effettuato una<br />

breve ricerca storica affidandomi essenzialmente<br />

al vecchio testo “Roncone nelle<br />

Giudicarie” del sacerdote ronconese don<br />

G.B Bazzoli dato alle stampe proprio un<br />

secolo fa (1912).<br />

A proposito della chiesa di Roncone<br />

il nostro compaesano ricorda: “... da questi<br />

atti si rileva che fino dal 1200, e anche<br />

prima, vi era a Roncone una chiesa, dedicata a santo Stefano, con campana<br />

e quindi campanile... ma la cura d’anime ordinaria spettava al pievano o parroco<br />

di S. Giustina di Bono... ove si amministrava il battesimo, la comunione<br />

pasquale e dove si contraevano i matrimoni” (pag. 71). E ancora don Bazzoli<br />

sottolinea che: “Nel 1490 gli abitanti di Roncone, considerando gli inconvenienti<br />

che derivavano dall’obbligo di concorrere alla parrocchiale (Pieve<br />

di Bono ndr), specialmente per il battesimo di neonati nella stagione invernale,<br />

impetrarono alla Santa Sede la licenza di avere un proprio curatore<br />

d’anime... il 1º agosto 1494 il delegato apostolico diede pieno corso alla<br />

Bolla papale, e dichiarò la cura d’anime di Roncone separata dalla Pieve di<br />

S. Giustina di Creto” (pag.72). Quindi di certo è dal 1494 che i battesimi si<br />

celebrano a Roncone. Mentre per quanto riguarda il fonte battesimale attuale<br />

è con molta probabilità il medesimo citato nel testo a pag. 74 allorquando<br />

a proposito degli atti visitali che venivano periodicamente eseguiti<br />

da delegati del Principe Vescovo di Trento, fra le altre cose: “i visitatori del<br />

1603 ordinarono di far munire il battistero di un coperchio piramidale”. Il<br />

coperchio piramidale, con buona probabilità è la copertura linea finemente<br />

intarsiata tutt’oggi esistente, per cui questo prova che il fonte era già presente<br />

nella vecchia chiesa di S. Stefano, verosimilmente almeno dal ‘500. È bene ricordare<br />

che l’attuale chiesa di Roncone, sempre citando il nostro paesano<br />

don G.B. Bazzoli (pag. 75), venne costruita ben più tardi: ”La comunità dopo<br />

matura deliberazione, considerando lo stato deperente della piccola chiesa


ed in vista del progressivo aumento della popolazione, decise di demolire la<br />

vecchia e costruirne una nuova. Si pose mano all’opera nel 1619 e nel 1624<br />

era già compiuta. La chiesa nuova fu solennemente consacrata il 10 agosto<br />

1633 dal Vescovo Carlo Emmanuele Madruzzo...”.<br />

Quindi, alla luce della ricerca storica effettuata, non è un azzardo affermare<br />

che il fonte battesimale della chiesa di Roncone ha visto passare quasi<br />

cinque secoli di vita ronconese, e che è motivo di gioia ed orgoglio, per chi<br />

si accosta all’antico fonte, pensare che generazioni e generazioni di nostri<br />

progenitori lì hanno ricevuto il primo sacramento dell’iniziazione cristiana.<br />

NB: Non sappiamo la data precisa in cui è stato eseguito da maestranze<br />

piuttosto raffinate, l’attuale fonte, ma di certo con il 1494 si è iniziato a battezzare<br />

a Roncone senza dover ricorrere alla Pieve.<br />

La forma del fonte e della copertura piramidale è ottagonale, richiamando<br />

il simbolismo dell’ “ottavo giorno”, il giorno della “nuova creazione” in cui si<br />

è immessi con il Battesimo.<br />

Ivan Mussi<br />

La Messa di Santa Cecilia<br />

L<br />

a sera di sabato 19 tutti i gruppi cantori e musicali dei nostri quattro<br />

paesi si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale di Bondo per<br />

l’ormai tradizionale messa in onore della loro patrona S. Cecilia.<br />

Sono parecchi anni che questa iniziativa viene realizzata e quindi<br />

forse si era persa un po’ l’emozione della novità ma la presenza di don<br />

Celestino, che non aveva mai assistito a questa nostra manifestazione,<br />

ha riacceso gli animi e ognuno di noi si è impegnato al massimo per<br />

farlo emozionare... e penso che ci siamo riusciti! Non tanto per la bella<br />

e piacevole esecuzione dei canti, che sicuramente è stata apprezzata,<br />

ma perché si trattava di una collaborazione, una condivisione, insomma<br />

uno stare insieme!<br />

Quest’anno alla rosa dei brani che vengono eseguiti da tutti i gruppi<br />

è stato aggiunto un pezzo per l’offertorio e di questo dobbiamo ringraziare<br />

Franco Pugliafito che, ogni volta che se ne faccia richiesta, da<br />

uno spartito fornito dal coro parrocchiale di Roncone tira fuori una fantastica<br />

ed accattivante esecuzione per banda. L’idea è quella di ag-<br />

13


14<br />

giungere al repertorio d’assieme un brano all’anno in modo da arrivare<br />

ad una messa completamente eseguita insieme dove i diversi stili si<br />

fondano nel perseguire un fine comune: cantare con gioia per Lui!<br />

Siamo sulla buona strada! Alla prossima!<br />

Rossana Colombo<br />

Dall’Oratorio “l’incontro” di Bondo<br />

“C’<br />

era una volta...”, la frase che fa da filo conduttore a questo anno<br />

di oratorio,è stata scelta all’inizio di questa nuova esperienza<br />

dagli animatori, alcuni storici, altri novellini, entusiasti di cominciare.<br />

Quest’ anno tutto l’anno di oratorio è stato accompagnato dal tema<br />

del passato e, bambini e ragazzi, sono stati messi davanti a come era<br />

la vita nei nostri paesi prima dell’avvento della televisione, come si giocava,<br />

come si divertivano, quali erano i lavori che un tempo tutti facevano<br />

e che oggi sono caduti in disuso...<br />

Il tema è stato affrontato in maniera diversa dai due gruppi, con i<br />

bambini delle elementari, nell’ incontro quindicinale del sabato, si è cercato<br />

di farli ragionare sul passato soprattutto attraverso il gioco, in alcune<br />

occasioni i bambini hanno provato a divertirsi come facevano i<br />

loro nonni senza giochi elettronici ma solo con qualche biglia, cordicelle<br />

e una palla; allo stesso modo sono state affrontate alcune leggende<br />

storiche dei nostri due paesi e fino alla chiusura ci si dedicherà a quei<br />

lavori che ormai sono diventati un eccezione o che ormai sono caduti<br />

in disuso e che i nostri bambini non conoscono nemmeno.<br />

Il gruppo dei ragazzi delle medie, negli incontri del martedì sera, pur<br />

affrontando lo stesso tema, lo ha sviluppato in maniera meno ludica<br />

con lo scopo finale di produrre un documentario.<br />

Anche quest’ anno saranno poi riproposti i due turni di campeggio<br />

estivo, il primo per bambini delle elementari e il secondo per ragazzi<br />

delle medie. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza di socializzazione<br />

con bambini e ragazzi in una situazione nuova, quale è quella<br />

della vita comunitaria, fuori dalla famiglia. I contenuti trattati durante<br />

il soggiorno sono collegati ai temi dell’educazione morale e civica, nel<br />

rispetto dell’ambiente ed alla scoperta della natura. Le metodologie<br />

sono molteplici e complementari, dalle “uscite sul territorio” agli in-


contri con esperti del luogo, ai laboratori, alle attività ludiche. Ricordiamo<br />

che le attività sono aperte a tutti i bambini e ragazzi delle nostre<br />

comunità e che c’è sempre posto per nuovi animatori e volontari.<br />

Vi aspettiamo numerosi!!<br />

Gli animatori<br />

Oratoriani sul palco<br />

PER RAPPRESENTARE LA PRIMA COMMEDIA SCRITTA DA UNA RONCONESE<br />

L<br />

a fervida fantasia, la singolare<br />

sensibilità verso gli avvenimenti<br />

del passato, sono i<br />

presupposti che hanno consentito<br />

a Federica Pizzini, una nostalgica<br />

Ronconese, di scrivere<br />

una comicissima commedia dal<br />

titolo “Se ghe voria en fler“. Essa<br />

descrive le tensioni che solitamente<br />

caratterizzavano le nostre<br />

famiglie contadine alla<br />

vigilia di un atteso e significativo<br />

avvenimento. Una tensione che si accentua allorquando un familiare<br />

è direttamente coinvolto nella organizzazione dell’avvenimento<br />

stesso. In un simile contesto ogni modificazione del normale svolgersi<br />

della vita familiare crea grande tensione. Ma non solo, nei momenti<br />

difficili, le peculiarità dei caratteri emergono e si fanno evidenti. La famiglia<br />

protagonista della commedia è allargata ad un uno zio, scapolo<br />

ma saggio. Una figlia poi si proclama innamorata di un<br />

meridionale, il cui arrivo è imminente. I conoscenti ed i parenti sembrano<br />

più che mai curiosi di sapere come e con quale abbigliamento<br />

il capo famiglia parteciperà al grande avvenimento. A complicare ulteriormente<br />

la situazione è lo stato di malessere del padre alla vigilia<br />

dell’avvenimento, conseguente alla ingestione di una dose eccessiva di<br />

un macerato di carrube portato dal fidanzato siciliano della figlia. In<br />

presenza di situazioni e/o persone volte a destabilizzare la quiete familiare<br />

al capo famiglia non rimane che invocare la presenza e l’uso,<br />

15<br />

I protagonisti<br />

de “Se ghe<br />

voria en fler”,<br />

la commedia<br />

di Federica<br />

Pizzini


16<br />

quale strumento volto a riportare la quiete, del “Fler”. Un antico strumento<br />

utilizzato nel passato per la battitura di fagioli e cereali. Ma<br />

quale è l’avvenimento che tanto scompiglio ha portato nella famiglia?<br />

L’inaugurazione del lattodotto. Un impianto tecnologico che veramente<br />

ha rivoluzionato la zootecnica ronconese nel lontano 1957. La commedia<br />

pertanto si riferisce ad un avvenimento realmente accaduto, ed<br />

è verosimile che abbia portato nelle famiglie degli amministratori del<br />

caseificio e comunali apprensione e tensione. La commedia non ha potuto<br />

essere premiata al concorso “Insegnare Roncone” in quanto opera<br />

culturale non prevista nel bando. Tuttavia alle animatrici dell’oratorio<br />

non è sfuggita l’occasione, forse unica, di arricchire il già nutrito programma<br />

oratoriano, includendo la rappresentazione della commedia.<br />

E come un grande prestigiatore dette animatrici hanno fatto uscire dal<br />

cappello un affiatato gruppo di piccoli attori che, partendo dalla prima<br />

rappresentazione presso il teatro parrocchiale di Roncone, hanno portato<br />

la loro applauditissima recita un po’ ovunque. Piccoli attori che<br />

tuttavia si sono talmente immedesimati nei ruoli dall’apparire insostituibili.<br />

Se si è trattato di una sperimentazione volta ad accertare la<br />

presenza di condizioni per dare vita ad una “Filodrammatica oratoriana“,<br />

l’esperimento è perfettamente riuscito. Simpatica e molto apprezzata<br />

è stata poi la conclusione della “Prima” con la proiezione ed il<br />

commento di alcune fotografie riguardanti la vera inaugurazione del<br />

lattodotto. Commovente il volto soddisfatto dei nostri amministratori<br />

e politici invitati alla cerimonia. Un atto doveroso di riconoscenza ad<br />

amministratori veramente illuminati.<br />

Gianni Bazzoli<br />

La redazione del notiziario ha intervistato Fabiano Vettori e Michele Mussi, gli attori<br />

protagonisti della Commedia.<br />

Come avete saputo dell’esistenza di di fare una nuova esperienza.<br />

questa commedia e come avete de- Fabiano: quel giorno eravamo tutti in<br />

ciso di rappresentarla?<br />

oratorio, insieme con Rachele, un<br />

Michele: tutto è cominciato a dicem- gruppo abbastanza numeroso che dobre,<br />

quando con un esperto in filoveva scegliere le attività da portare<br />

drammatica di Preore, Silvio, abbiamo avanti in tre distinti gruppi.Io e il mio<br />

cominciato a provare la commedia “Se gruppo abbiamo deciso di fare la com-<br />

ghe voria en fler”, spinti dall’emozione media, dato che già l’anno prima ave-


vamo recitato e ci sembrava quasi obbligatorio,<br />

continuare su questa strada.<br />

Come e dove avete fatto le prove?<br />

Fabiano: ogni venerdì, da dicembre in<br />

poi,ci si incontrava per circa un’oretta in<br />

oratorio a provare.Da una volta all’altra<br />

ci toccava imparare un pezzo nuovo.<br />

Poi, alla fine, quando tutto era pronto<br />

per un paio di volte ci siamo incontrati<br />

un intero pomeriggio a provare. Nel<br />

frattempo un altro gruppo ci ha seguiti<br />

con la preparazione delle scenografie.<br />

Michele: Durante le prove settimanali<br />

non mancavano i sorrisi e le risate malgrado<br />

fossimo molto impegnati nel<br />

portare avanti la commedia.<br />

Nella commedia si parla quasi sempre<br />

in dialetto e tu,in particolare,uscivi con<br />

frasi e parole ronconesi doc.Ma erano<br />

scritte proprio così le battute?<br />

Fabiano: sì erano scritte così,io non ho<br />

inventato niente, dovevo rispettare lo<br />

scritto al 100%. Certamente ero favorito<br />

dal fatto che il dialetto l’ho sempre<br />

parlato a casa,fin da piccolo.Erano<br />

parole che già conoscevo,tranne qualcuna.<br />

Diteci qualcosa in più dei personaggi.<br />

Fabiano: il mio personaggio si chiama<br />

Bortolo, è praticamente il padrone di<br />

casa, un contadino che ha due o tre<br />

mucche,un allevatore,un piccolo allevatore.<br />

Accanto a lui ci sono i suoi familiari,<br />

la moglie, la figlia, il fratello (il<br />

saggio della famiglia), e Minico, un<br />

altro allevatore. E poi arriva Turiddu, il<br />

meridionale che parla in siciliano. Le<br />

scene sono quelle di una tipica famiglia<br />

di Roncone, nel giorno dell’inaugurazione<br />

del lattedotto.<br />

Michele: il mio personaggio è proprio<br />

Turiddu. Quasi per scherzo ci siamo<br />

trovati a interpretare i vari personaggi<br />

e alla fine ci siamo accorti che nella casualità<br />

assomigliavano molto alla nostra<br />

personalità. Per me questo fatto<br />

ha caratterizzato la buona riuscita della<br />

commedia.<br />

Come sono andate le rappresentazioni<br />

... ne avete fatte già tante!<br />

Michele: è un’esperienza bellissima<br />

che ci ha visti coinvolti su quasi tutto il<br />

territorio delle Giudicarie, a partire da<br />

Condino fino ad arrivare a Santa Croce<br />

e chissà dove ancora.<br />

Fabiano: la commedia è piaciuta e<br />

specie gli anziani di Roncone se la<br />

sono goduta perché l’inaugurazione<br />

del lattedotto l’hanno vista, anche se<br />

allora erano piccoli.Adesso continuano<br />

a chiederci di rappresentarla. Siamo<br />

stati già alla Casa di riposo di Strada e<br />

di Condino,a Lardaro,a Por,a Bersone,<br />

a Castel Condino.<br />

Ritieni che questa esperienza sia importante<br />

periragazzi dell’oratorio?<br />

Fabiano: sì, perchè si riesce a stare insieme<br />

e a divertirsi. La consiglierei a<br />

tanti ragazzi.E poi per me è un modo<br />

di portare felicità, specie in momenti<br />

difficili e di crisi.Ma anche con agli anziani<br />

che incontriamo nelle case di riposo<br />

succede la stessa cosa. Magari<br />

non capiscono tutto,ma si porta un po’<br />

17


18<br />

di felicità.<br />

Michele: La cosa che mi ripaga di più<br />

è vedere che dopo tutti questi sforzi<br />

siamo riusciti a far ridere la gente e a<br />

portare compagnia e gioia alle per-<br />

A<br />

IL CARNEVALE FESTEGGIATO DALL’ORATORIO DI RONCONEEDA <strong>COMUNITÀ</strong> HANDICAP<br />

nche quest’anno il Carnevale è stato l’occasione per fare “festa” insieme.<br />

Si è organizzato uno spettacolo bellissimo, animato dai bambini dell’oratorio<br />

insieme ai ragazzi di “Comunità Handicap”. Il filo conduttore era un<br />

viaggio fra le stagioni con balli, costumi e coreografie curate nei minimi particolari.<br />

In comitiva abbiamo partecipato anche al “Carnevale dei popi e dei<br />

putei” di Tione, oltre che a quello di Bondo, Breguzzo e Roncone. Niente e nessuno<br />

potrà cancellare nei nostri ricordi la gioia di tutti, il sentirsi “fieri” di aver<br />

costruito qualcosa di super, mettendo insieme i doni che ognuno porta in sé.<br />

Sul palco e nel momento dell’esibizione in piazza erano scomparse le diversità<br />

fra grandi e piccini, fra deboli e forti, eravamo... colorati e basta, felici di<br />

stare insieme, di collaborare, di sentirci amici... per sempre.<br />

Animatori dell’oratorio di Roncone e di “Comunità Handicap”<br />

“Più della sabbia” fa tappa a Tione<br />

F<br />

sone anziane, ma il fatto più importante<br />

è che con il ricavato di questa<br />

commedia abbiamo aiutato molte comunità<br />

dell’America Latina e molti nostri<br />

missionari compaesani.<br />

A spasso fra le stagioni<br />

inalmente siamo giunti anche qui! Non poteva mancare nel nostro tour<br />

la tappa di Tione di Trento, dove è stato possibile presentarvi il nostro<br />

musical Più della sabbia. È stata una gioia poter donare questa serata a voi, che<br />

siamo soliti incontrare d‘estate, durante le attività con i ragazzi di Roncone e<br />

dintorni. Vedere il teatro pieno di persone amiche e sentire un pubblico così<br />

caloroso, ci ha caricato di energia e ha aumentato il nostro entusiasmo.<br />

Abbiamo nel cuore i vostri volti, i vostri sorrisi, le vostre storie... Collaboriamo<br />

con voi, sosteniamo le vostre preghiere e, semplicemente, camminiamo<br />

accanto a voi! Condividendo tratti di strada insieme, riceviamo il dono di partecipare<br />

ai momenti più belli delle vostre famiglie e delle vostre comunità<br />

parrocchiali. E così, quella sera, sul palco dell’Auditorium di Tione, è stato un


po’ come ripercorrere tanti momenti condivisi con voi in questi anni... La vita<br />

è un intreccio misterioso di gioia e dolore, lacrime e sorrisi. Ogni incontro impreziosisce<br />

la vita e fa scorgere la presenza di Qualcuno che non ci abbandona<br />

mai. Può succedere che i giorni corrano, uno dopo l’altro, “in fila indiana”,<br />

senza che riusciamo a toccarne neppure uno... Eppure proprio nei “luoghi di<br />

tutti i giorni”, la famiglia, il lavoro, gli amici, la scuola, gli hobby e lo sport, riusciamo<br />

a scoprire che ogni incontro è un respiro che ossigena la vita! È questa<br />

l’esperienza che facciamo, ogni anno, tra i monti del Trentino: è tanto bello<br />

per noi - che arriviamo dalla pianura - poter respirare aria buona, ammirare<br />

paesaggi meravigliosi, ma soprattutto, lasciarci riempire il cuore dai quotidiani<br />

miracoli che l’Amore di Dio compie nell’incontro tra noi e voi... Scoprire<br />

la presenza di Dio, che conosce e segue i nostri passi, è sempre una sorpresa<br />

e lascia il cuore colmo di stupore... Siamo davvero in Buone Mani!<br />

Anche se non ci è dato conoscere cosa scorre nella mente di Dio, sappiamo<br />

che i Suoi pensieri sono buoni, infinitamente più numerosi e più profondi dei<br />

nostri, sono Più della sabbia. Il dono di accorgerci che la mano di Dio ci ha accompagnato<br />

nei momenti più faticosi rafforza il cammino e, sicuri della Sua<br />

Presenza, che non verrà mai meno, possiamo continuare a camminare lungo<br />

i sentieri misteriosi che la vita ci svelerà. Nella certezza che ogni incontro ha<br />

in sé il potere di cambiarci, vi diciamo il nostro grazie per il servizio che fate<br />

nelle vostre comunità parrocchiali. Questo incontro possa essere un forte incoraggiamento,<br />

per voi e per noi, a perseverare nell’impegno di credere all’Amore<br />

di Dio. Vi ringraziamo e vi salutiamo con questo augurio, tratto dal<br />

ritornello della canzone finale del nostro musical: E se per te viver la vita non<br />

è solo avere di più, allora in libertà, senza paura alzati e riprendila tra le mani!<br />

Le vostre Suore Operaie<br />

19<br />

I protagonisti<br />

de “Più della<br />

sabbia”,<br />

il musical<br />

che ha fatto<br />

tappa a Tione


20 I<br />

Dal Gruppo Missionario<br />

di Roncone<br />

l 22 gennaio scorso ci siamo incontrati presso l’Oratorio di Tione per una<br />

Giornata Missionaria promossa dal Centro Missionario Diocesano e condotta<br />

da don Giuseppe Caldera responsabile del Centro Missionario Diocesano.<br />

È stato un incontro ricco di contenuti con scambio reciproco di pensieri<br />

e preghiere. Sono emerse dai nostri lavori di gruppo alcune considerazioni<br />

che vogliamo qui condividere con tutti: tutti possiamo essere dei missionari<br />

anche nelle nostre comunità; il missionario sa ascoltare, prendere su di sé le<br />

paure degli altri e anche le speranze, i progetti, i sogni dell’ altro.<br />

Nella nostra quotidianità dobbiamo cercare di essere più attenti alle persone<br />

che avviciniamo, ad es. gli immigrati che incontriamo; diamo per scontato<br />

che essi siano fra noi per la ricerca di lavoro, o solo per lavorare e non<br />

sappiamo magari guardarli in volto e vedere lo sconforto. È vero che ci sono<br />

state e ci sono esperienze negative a riguardo, ma questo non deve scoraggiare<br />

lo spirito missionario. A volte non ci accorgiamo del nostro prossimo,<br />

ognuno vive per conto suo, per questo dovremmo incominciare ad agire mettendoci<br />

in gioco, partendo anche dal più piccolo segno, a volte basta un sorriso<br />

e a proposito di sorriso vogliamo offrire questa bella preghiera scritta da<br />

Madre Teresa di Calcutta per invitare tutti noi a sorridere:<br />

I miei occhi sorridono<br />

quando vedo<br />

dar da mangiare ai bambini<br />

che soffrono la fame<br />

E si apre al sorriso la mia bocca<br />

quando vedo<br />

la gente rispondere<br />

alla tua chiamata.<br />

O Signore<br />

apri la mia bocca<br />

e riempila di sorriso<br />

E noi conosceremo<br />

la tua vera essenza<br />

e rideremo cantando le tue lodi.<br />

Grazie per questo fantastico<br />

riso gioioso, Signore<br />

Dall’anno 2000 ad oggi il nostro gruppo missionario, con il contributo di<br />

tante persone sensibili della nostra comunità, ha partecipato a 34 progetti di<br />

solidarietà missionaria sparsi in tutto il mondo.<br />

Come gruppo ci troviamo tutti i martedì sera alle ore 20 in canonica; la<br />

porta, per chi vuole unirsi a noi, è “spalancata”!<br />

Il Gruppo Missionario


Berit: un patto fra due<br />

D<br />

on Celestino dall’inizio<br />

della Quaresima commenta<br />

tutte le domeniche il<br />

tema dell’Alleanza. Lui<br />

spesso usa il termine ebraico:<br />

Berit. Ma cosa significa propriamente?<br />

Ecco una breve spiegazione<br />

tratta dal libro di J.Ratzinger,<br />

La Chiesa, Israele e le<br />

religioni del mondo, San<br />

Paolo, Cinisello Balsamo,<br />

2000, pagg. 27-48.<br />

Per Alleanza si intende<br />

una relazione-patto di solidarietà<br />

fra due contraenti, in<br />

ebraico viene chiamata<br />

berit, che probabilmente significa<br />

“fra due”.<br />

Nella Bibbia, però, questa<br />

Alleanza non è concepita<br />

come un rapporto simmetrico<br />

(sullo stesso piano) tra<br />

due partner che stabiliscono<br />

fra loro una relazione contrattuale<br />

paritaria. Le Scritture<br />

presuppongono piuttosto che l’uomo non sia di per sé in grado di<br />

stabilire un rapporto con Dio, né tanto meno di dargli qualcosa e, in<br />

cambio, di ricevere da lui.<br />

Se si giunge a un rapporto tra Dio e l’uomo, ciò può avvenire solo<br />

grazie a una libera scelta di Dio. Si tratta dunque di una relazione del<br />

tutto asimmetrica (su piani diversi).<br />

L’Alleanza non è un contratto che impegna a un rapporto di reciprocità,<br />

ma un dono, un atto creativo dell’amore di Dio.<br />

Dio non riceve nulla dall’uomo, ma gli dà la via della vita.<br />

21<br />

Il Crocifisso<br />

delle Rogazioni<br />

a Breguzzo


22<br />

C<br />

“L’anno della fede“ 2012<br />

ontinuiamo a raccogliere stralci dal documento scritto dal Papa Benedetto<br />

XVI con cui ha proclamato l’Anno della Fede che vivremo dall’ 11 ottobre<br />

2012 al 24 novembre 2013.<br />

Possiamo collegarci alla preghiera che il nostro parroco, don Celestino ha evidenziato<br />

nella prima domenica di Quaresima: “O Dio nostro Padre, con la celebrazione<br />

di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione,<br />

concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del Mistero di Cristo e di<br />

testimoniarlo con una degna condotta di vita”.<br />

Proprio come dice il Papa: “ La fede apre a noi creature questa porta: la conoscenza<br />

del mistero di Gesù Cristo e nello stesso tempo la fede si alimenta<br />

nella conoscenza di Gesù e della sua vita”. ... “Fin dall’inizio del mio ministero<br />

come successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della<br />

fede per mettere in luce con sempre maggior evidenza la gioia ed il rinnovato<br />

entusiasmo dell’incontro con Cristo”. ... ”Non possiamo accettare che il sale diventi<br />

insipido e la luce sia tenuta nascosta. Anche l’uomo di oggi può sentire<br />

di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù,<br />

che invita a credere in Lui e ad attingere alla sorgente zampillante di acqua<br />

viva...”.<br />

“Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla<br />

Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono<br />

suoi discepoli”... “L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo stesso<br />

anche per noi oggi: ‘Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?’.<br />

Conosciamo la risposta di Gesù: ‘Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui<br />

che Egli ha mandato!’ (cfr Gv 6, 27-29). Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via<br />

per poter giungere in modo definitivo alla salvezza. Alla luce di tutto questo ho<br />

deciso di indire l’Anno della Fede”.<br />

I cristiani non devono mai dimenticare che “solo credendo la fede cresce e<br />

si rafforza, non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita se<br />

non abbandonarsi nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande<br />

perché ha la sua origine in Dio”.<br />

(testi tratti dal documento “PORTA FIDEI”)<br />

Il nostro cammino può trovare un aiuto nella fede, perché questo nostro vivere<br />

lasci un segno profondo nella società, perché testimoniamo Gesù Cristo con<br />

una degna condotta di vita. Buon cammino!<br />

Silvana Zanotti


Caritas: mappa dei bisogni<br />

e risultati della raccolta<br />

L a<br />

Caritas Giudicariese da due anni ha elaborato un calendario per<br />

la raccolta viveri tramite le parrocchie. Dal 6 al 21 febbraio u.s<br />

detta raccolta ha interessato le parrocchie di Lardaro-Roncone-Bondo-<br />

Breguzzo.<br />

Per la prima volta la raccolta è stata organizzata presso gli esercizi<br />

commerciali specializzati in generi alimentari e non più presso le chiese.<br />

Tale metodologia ha consentito di velocizzare la procedura, senza penalizzare<br />

il risultato.<br />

Il consuntivo di quanto raccolto è stato esposto presso le bacheche<br />

delle singole parrocchie. Tuttavia, si ritiene opportuno darne ulteriore<br />

e più estesa divulgazione e a tale scopo si ripropone qui di seguito<br />

copia del citato consuntivo.<br />

Gianni Bazzoli<br />

Caritas giudicariese<br />

“...AVEVO FAMEEMI AVETE DATO DA MANGIARE”<br />

RACCOLTA VIVERI 2012<br />

L<br />

a Caritas decanale ringrazia le parrocchie di Roncone-Bondo-<br />

Breguzzo-Lardaro per la generosità dimostrata nella campagna<br />

di raccolta viveri svoltasi dal 6 al 21 febbraio. Un ringraziamento particolare<br />

anche agli esercizi alimentari che hanno organizzato il punto<br />

di accoglienza.<br />

ECCO QUANTO E COSA È STATO RACCOLTO<br />

Pasta: Kg 10,7<br />

Barattolame (tonno,<br />

piselli, pomodoro, ecc.): Kg 115,3<br />

Olio: Kg 25,5<br />

Caffè: Kg 5,7<br />

Dolci: Kg 0,5<br />

Zucchero: Kg 50,0<br />

Farina: Kg 35,0<br />

Riso: Kg 38,0<br />

Biscotti: Kg 19,7<br />

Altri: Kg 1,5<br />

TOTALE Kg 301,9<br />

23


24<br />

Veduta<br />

di Bondo


25<br />

Veduta<br />

di Breguzzo


26<br />

Veduta<br />

di Lardaro


27<br />

Veduta<br />

di Roncone


28<br />

Il debito estero dei Paesi impoveriti<br />

L’<br />

indebitamento dei paesi arretrati è un carattere strutturale delle relazioni del<br />

capitalismo mondiale. Le multinazionali controllano i settori vitali dell’economia<br />

mondiale; esercitano questo controllo non solo e non tanto grazie al potere<br />

politico e militare, ma alle leggi di funzionamento del libero scambio. Poiché<br />

ogni merce viene venduta sulla base dei suoi costi di produzione e poiché le multinazionali<br />

hanno le risorse per migliorare continuamente la tecnologia riducendo<br />

i costi, i produttori dei paesi arretrati si trovano costantemente tagliati fuori dal<br />

mercato. L’eredità di secoli di colonizzazione ha poi lasciato questi paesi del tutto<br />

legati a una sola merce (spesso un metallo o una coltura); così quando il prezzo<br />

di questa merce cala, questi paesi subiscono veri tracolli nel giro di pochi giorni.<br />

A ciò si aggiunge il peso crescente della finanza mondiale che ha legato le sorti<br />

di ogni paese agli investimenti delle grandi banche internazionali.<br />

Gli eventi che hanno fatto aumentare in maniera esponenziale il debito per i<br />

Paesi del Sud del Mondo, si sono verificati principalmente negli anni ‘70 con le due<br />

crisi petrolifere del 1973 e del 1979. Con la prima, determinata dal conflitto Arabo-<br />

Israeliano i paesi dell’ Opec decisero di limitare l’offerta del petrolio che portò al<br />

quadruplicarsi del prezzo del greggio con la conseguenza di un ampio afflusso di<br />

denaro nelle tasche dei petrolieri che vennero depositati presso le banche internazionali.<br />

Ciò indusse le banche ad abbassare i tassi di interesse e i Paesi in via di<br />

Sviluppo videro un’occasione favorevole per il proprio sviluppo. I soldi avrebbero<br />

dovuto far fronte ai bisogni della popolazione, ma nei fatti vennero usati per sostenere<br />

governi dittatoriali e corse agli armamenti. Con la seconda crisi nel 1979,<br />

i prezzi del petrolio quintuplicarono rispetto al ‘73; Inghilterra e Stati Uniti decisero<br />

di affrontare la crisi rialzando i tassi di interesse: ciò portò a una recessione e<br />

il dollaro decuplicò il suo valore verso le valute del Sud del mondo.<br />

Nel 1982 il Messico dichiarò di non poter restituire il suo debito; per evitare una<br />

reazione a catena il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale subentrarono<br />

in molti crediti delle banche commerciali. In cambio di questo salvataggio<br />

d’urgenza i paesi debitori dovettero accettare i cosiddetti Piani di aggiustamento<br />

strutturale. In tutti i casi in cui questi Piani vennero applicati dall’America Latina all’Africa<br />

e al sud-est Asiatico, vennero danneggiate l’agricoltura e l’industria interne<br />

a causa della rimozione dei dazi sul commercio all’ingresso di merci straniere. Inoltre<br />

la svendita delle risorse naturali finalizzata all’aumento delle esportazioni ha<br />

favorito l’impoverimento della popolazione dovuto alla riduzione anche dei salari.<br />

Le politiche strutturali hanno avuto l’obbiettivo più che di garantire la stabilità, di


endere l’economia di questi Paesi facile preda dei capitali stranieri e dello sfruttamento<br />

da parte delle multinazionali delle risorse locali.<br />

Nel 1996 la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno deciso<br />

la cancellazione fino al 90% del debito dei 41 paesi più poveri. Per essere ammessi<br />

alla lista dei Paesi beneficiari era però previsto un percorso estremamente<br />

lungo e burocratico, oltre all’imposizione di condizioni politiche, tanto che dei 41<br />

Paesi solo pochissimi sono riusciti ad avere una reale cancellazione.<br />

A partire dagli anni ’80 numerose organizzazioni della società civile hanno<br />

iniziato a chiedere ai governi e alle istituzioni internazionali la cancellazione dei<br />

debiti dei paesi del Sud del Mondo. Tra i sostenitori dell’annullamento, molti dichiarano<br />

che tali debiti sono riconducibili a responsabilità dirette delle stesse nazioni<br />

industrializzate che vantano i maggiori crediti nei confronti di questi Paesi.<br />

Quindi l’annullamento è un atto di giustizia prima che un atto di bontà. Parte del<br />

debito delle nazioni povere è poi imputabile ai regimi militari dittatoriali che sono<br />

stati poi destituiti. È il cosiddetto “debito odioso” in quanto è stato contratto dal dittatore<br />

non per far fronte ai bisogni della popolazione, bensì per mantenere il suo<br />

potere. Attualmente i debiti contratti dai regimi dittatoriali in Stati come il Congo,<br />

il Rwanda, le Filippine, il Cile, l’Uruguay, la Nigeria... pesano sulla popolazione costretta<br />

a rimborsare i debiti ricorrendo a nuovi prestiti. Il miglior risultato ottenuto<br />

da queste organizzazioni è stato quello di aver reso noto al mondo i problemi del<br />

dei paesi del Sud spesso sentiti dalla gente come lontani e irrisolvibili o, peggio<br />

ancora, come una sfortuna alla quale niente e nessuno può porre rimedio.<br />

Nell’anno 2000, durante il Giubileo, anche Giovanni Paolo II si è espresso a favore<br />

della cancellazione del debito con la lettera apostolica “Tertio Millenio Adveniente”.<br />

Il 28 luglio 2000 il Parlamento italiano ha approvato la Legge n.<br />

209/2000 sulla cancellazione del debito per i Paesi che hanno raggiunto risultati<br />

nell’ambito dei programmi di sviluppo sociale e lotta alla povertà e comunque per<br />

i Paesi che hanno un reddito pro-capite inferiore ai 380 dollari.<br />

La cancellazione del debito non risolve da sola e in maniera definitiva i problemi<br />

del Sud se non è accompagnata da regole che impediscano che il debito si<br />

accumuli nuovamente. È quindi necessario trovare soluzioni che valorizzino i mercati<br />

interni dei paesi indebitati, rendendoli sempre meno dipendenti dai paesi<br />

del “Nord del mondo” garantendo la sovranità alimentare, favorendo forme di microcredito<br />

e di finanza solidale.<br />

Solo così si potrà trasformare il debito dei governi al credito dei popoli, così<br />

come auspicato al Social Forum di Nairobi nel 2007.<br />

Monica Mussi<br />

29


30<br />

C<br />

La lettera di Padre Alessandro<br />

ari, cari Amici che<br />

sempre ci aiutate, vi<br />

scrivo due righe ora che<br />

si avvicina la PASQUA.<br />

Sono qui a Chacas a preparare<br />

le Prime comunioni,<br />

aiuto il Padre<br />

Hugo.<br />

Ci sono qua più di<br />

400 bambini che si<br />

stanno preparando, che<br />

sono di Chacas e dei<br />

paesini qui intorno.<br />

Vengono al giovedì e<br />

vanno via la domenica,<br />

è bello stare con loro,<br />

poter prepararli al regalo<br />

più bello per la<br />

loro VITA, ricevere Gesù<br />

che viene: si nasconde<br />

in un pezzo di pane che<br />

si fa MANGIARE da NOI e per NOI.<br />

Sono tutti bambini dai 10 ai 13 anni, piccolini, alcuni sono proprio<br />

striminziti, sembra che hanno la metà della loro età: è colpa del fatto<br />

che mangiano poco, della denutrizione infantile, del freddo e di alcune<br />

malattie sofferte quando erano più piccoli.<br />

Dopo sono VIVI e belli, svegli, a me piacciano molto perché se aiutati<br />

sono dei bambini molto svegli.<br />

Così, sia qua al nord che al sud, la fame e la povertà continuano, lo<br />

vedi anche sulle facce di questi bambini.<br />

Quindi “tocco” BUSSO AL VOSTRO CUORE, chiedo ancora il vostro<br />

aiuto per poter aiutare tanta gente, tanti bambini.<br />

So che in Italia c’è CRISI, però se permettiamo alla CRISI di CHIUDERE<br />

oltre al lavoro anche la porta dell’AMORE, del CUORE, dell’UMANITA’,<br />

della FEDE, allora saremo davvero in CRISI.


Guardate al Signore in CROCE, Lui ha regalato a tutti per AMORE la<br />

sua VITA, ci chiede di seguirlo e a me sembra NE VALGA LA PENA.<br />

VI RICORDO, VI RINGRAZIO, PREGO PER VOI<br />

Con affetto,<br />

Chacas, 10 marzo 2012<br />

Padre Alessandro da Mamara<br />

PS: a giugno ARRIVO vi parlerò A VOCE.<br />

“Ciao Don!”<br />

S<br />

ono rimasta contenta di sentirti parlare di crisi economica in chiesa e<br />

di ascoltare che le radici di questa crisi sono di tipo culturale e spirituale.<br />

Mi rendo conto che la nostra vita lavorativa ed economica non si può<br />

proprio definire evangelica. Ci ho molto pensato!<br />

Volevo allora condividere con te un pensiero che mi è venuto, dopo che<br />

una ragazza madre della nostra valle mi ha raccontato la sua vicenda di ricerca<br />

di lavoro. Ha presentato tante domande con tanto di curriculum, anche<br />

in una Cooperativa, ma finora senza esito.<br />

D’altra parte vedo intorno a me persone che lavorano in due a tempo<br />

pieno, coniugi con figli ormai grandi e che non hanno mutui da pagare.<br />

Mi chiedo se nel momento attuale di crisi dell’occupazione non si possa<br />

fare un patto di solidarietà, che si potrebbe sintetizzare nel motto “lavorare<br />

meno lavorare tutti”, ossia di accettare contratti part time in modo da liberare<br />

lavoro per chi lo ha perso o lo sta cercando.<br />

Lo so che questi patti in genere sono proposti ai loro lavoratori da<br />

aziende che devono ridurre la produzione. Ma io penso che questi patti si<br />

potrebbero estendere dentro la società in modo volontario, per una motivazione<br />

di giustizia. Ad esempio, se in famiglia il marito e la moglie hanno<br />

entrambi un tempo pieno e se non hanno mutui da pagare, perché uno<br />

dei due non sceglie di fare un un part time con la conseguenza di lasciare<br />

un part time a un’altra persona, esterna all’impresa e disoccupata?<br />

E questo specialmente nelle Cooperative che hanno come logica quella<br />

di pensare anzitutto al bene delle persone.<br />

Ogni idea è una responsabilità. Per questo te l’ho comunicata.<br />

CIAO!<br />

lettera firmata<br />

31

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