PREDISTAMPA NIùS FEBBRAIO 2012 - In Via Tolmino
PREDISTAMPA NIùS FEBBRAIO 2012 - In Via Tolmino
PREDISTAMPA NIùS FEBBRAIO 2012 - In Via Tolmino
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Siamo su <strong>In</strong>ternet:<br />
www.scuolamedianuoro1.net<br />
Giochiamo!<br />
CRUCIVERBA<br />
(di Jessica Arberi e Joelle Peddio)<br />
SCUOLA MEDIA N°1<br />
“P. BORROTZU”<br />
Completa il cruciverba e scopri quanti anni aveva Piero Borrotzu alla sua morte<br />
(la risposta apparirà nella colonna evidenziata):<br />
1) Il contrario di lento; 2) Una pianta rampicante; 3) Il padre del padre di tuo padre; 4) Un animale quasi cie-<br />
co che vive sottoterra; 5) Un animale che punge; 6) Si usa per giocare al gioco dell’oca; 7) Un animale leg-<br />
gendario; 8) Un animale… pachidermico<br />
Seconda G<br />
Seconda H<br />
Terza H<br />
La redazione<br />
Mattia Garau, Elisa Giraldi, Chiara Murgia, Gio-<br />
vanni Marreddu, Nicola Leori, Sarah Fenu, Chiara<br />
Zizzi, Lucia Bardino<br />
Jessica Arberi, Elia Arridu, Luca Depalmas,<br />
Adriano Gusai, Fabio Mele , Joelle Peddio,<br />
Giulia Piras, Luciano Tolu, Renzo Mariane.<br />
Mario Cadinu, Simona Medde, Greta Cugusi, Cateri-<br />
na Spada, Ileana Sulas, Andrea Carta, Gianluigi Ca-<br />
nu, Alberto Iollo, Elisabetta Zucchelli<br />
SCUOLA MEDIA N°1<br />
“P. BORROTZU”<br />
<strong>Via</strong> <strong>Tolmino</strong><br />
Nuoro<br />
www.scuolamedianuoro1.net<br />
Cari lettori...<br />
All’inizio di quest’anno scolastico,<br />
con i prof. Laria, Secci<br />
e Foddanu, abbiamo deciso<br />
di fare un giornalino di clas-<br />
se durante le ore del rientro<br />
pomeridiano. I primi pome-<br />
riggi li abbiamo trascorsi, tra<br />
una risata e l’altra, a cercare<br />
un titolo per il nostro gior-<br />
nale. Alla fine ha trionfato<br />
“Predistampa nius”, sebbene<br />
in lizza vi fossero altri titoli<br />
i n t e r e s s a n t i c o m e<br />
Bett’istampa e Redentor<br />
nius. <strong>In</strong> questo progetto sono<br />
stati coinvolti alcuni alunni<br />
delle classi 2G, 2H e 3H. Noi<br />
ragazzi ci siamo divertiti mol-<br />
to e ce la siamo presa comoda;<br />
un po’ meno i pro-<br />
fessori, che avevano sempre<br />
l’ansia della pubblicazione.<br />
Tutto sommato, secondo<br />
noi, è uscito un bel lavoro…<br />
Non ci resta che augurarvi<br />
… buona lettura!<br />
Quel giorno dell’aprile ’44 sulla Liguria splendeva ) (segue dalla prima<br />
Anno 1, Numero 1<br />
Anno 1, Numero 1—Febbraio <strong>2012</strong><br />
LA RIVISTA CHE MANCAVA… E NON GIUSTIFICAVA<br />
Piero Borrotzu, eroe ventiduenne<br />
Il racconto degli ultimi istanti di vita del giovane partigiano<br />
uel giorno Q dell’aprile ’44<br />
sulla Liguria splendeva<br />
il sole. Era una mattina<br />
stupenda. L’ultima della<br />
mia vita.<br />
Mi sentivo un vecchio e<br />
non il giovane di 22 anni<br />
che in realtà ero…<br />
anche se per poco. Provavo<br />
una forte rabbia,<br />
grande come quei fucili<br />
che mi puntavano, e già<br />
mi abbracciava la morte.<br />
Disegno di Elia Arridu<br />
La lucentezza delle armi,<br />
provocata dall’incontro<br />
con i raggi del sole, creava<br />
un bagliore. Gli occhi mi<br />
friggevano, ma rimanevo<br />
sull’attenti per farmi coraggio<br />
e per affrontare il<br />
plotone d’esecuzione. Avevo<br />
paura ma cercavo di<br />
non sprofondare in essa.<br />
Mi teneva su il ricordo<br />
(segue a p. 14)<br />
Data<br />
Piazza Satta<br />
e i vandali<br />
Nuoro è la mia città e a<br />
me piace viverci. Pur-<br />
troppo col tempo sta<br />
diventando una città<br />
molto sporca. Passeg-<br />
giando per le strade di<br />
Nuoro non si possono<br />
non notare pareti, muri<br />
e piazze imbrattate. Vit-<br />
tima illustre di atti di<br />
vandalismo è la Piazza<br />
Sebastiano Satta. Fu<br />
progettata nel 1965<br />
dall’artista oranese Cos<br />
t a n t i n o N i v o l a ,<br />
(segue a p.4)<br />
Cronaca semiseria<br />
della Terza H, da p.8<br />
L’esilarante poema epicoscolaresco<br />
Il tenore sardo, a p.2<br />
Origine e caratteri del<br />
canto tradizionale
Pagina 2 <strong>PREDISTAMPA</strong><br />
‘’La vita solitaria dei pastori di un<br />
tempo raccontata nei film e descritta<br />
nelle poesie è forse il possibile<br />
scenario nel quale nacque il<br />
canto a tenore’’. Così afferma la<br />
cantante Ambra Pintore, durante<br />
un’intervista a Sardegna Canta.<br />
La mia passione per il canto a<br />
tenore è nata da poco. Mi è ca-<br />
pitato di ascoltare, durante una<br />
manifestazione, dei canti sardi e<br />
la particolarità della melodia e la<br />
profondità dei testi mi è entrata<br />
dentro e non è più uscita. <strong>In</strong> particolare<br />
mi ha colpito il testo “ Tiu<br />
Bobore mannu”, del tenore di<br />
Oniferi, che parla di un padre di<br />
famiglia che racconta ai propri<br />
figli della morte del nonno in seguito<br />
ad un faida. Spiega la sua<br />
ansia di vendetta e di come, nonostante<br />
tutto, si sia innamorato<br />
della figlia dell’assassino. Il finale<br />
quindi dà un messaggio positivo,<br />
in cui l’amore vince sull’odio e<br />
sulla vendetta. Ho cercato così di<br />
Il tenore sardo<br />
Origine e caratteri del canto tradizionale<br />
avvicinarmi per capirne di più. Dopo<br />
poco tempo è diventata la mia<br />
passione.<br />
Il canto a tenore è diffuso in Sardegna<br />
e in particolare in Barbagia sin<br />
dai tempi remoti. Esiste un bronzetto<br />
risalente al VII secolo avanti Cristo,<br />
ritratto nella posizione tipica del<br />
cantante a tenore, con una mano<br />
Disegno di Elia Arridu<br />
sul mento e l’altra appoggiata<br />
all’orecchio.<br />
Il coro a tenore è composto da<br />
quattro voci che sono: “sa boche,<br />
sa mesu boche, sa contra e su bassu”.<br />
La prima imita le voci dei pastori<br />
di un tempo che richiamavano<br />
le loro greggi, “sa mesu boche”<br />
invece riproduce il canto degli uccelli,<br />
“su bassu” il montone e “sa<br />
contra” il belato della pecora . Il<br />
canto, a seconda dei testi, assume<br />
un’ andatura veloce e armoniosa<br />
o triste e lenta. Nel primo caso<br />
viene detto “ a sa lestra”, nel<br />
secondo “ a sa seria”. Esso è sempre<br />
in grado di assumere bellissime<br />
sfumature, usando tecniche raffinate<br />
con l’uso della voce. Nei paesi<br />
della Barbagia il ballo è a volte eseguito<br />
sulle note di uno strumento<br />
musicale, generalmente su tumbarinu<br />
o il tradizionale organetto sardo<br />
oppure del coro a tenore. Con la<br />
presenza del coro a tenore si assiste<br />
a simpatiche forme di competizione<br />
fra cantori solisti, che si alternano<br />
nel canto di strofe. <strong>In</strong> realtà non c’è<br />
rivalità fra loro: il confronto produce<br />
anzi balli più lunghi e conferisce colore<br />
e simpatia alla serata. Il messaggio<br />
è contenuto nel testo poetico<br />
costruito su versi endecasillabi. I<br />
testi sono impegnati, di contenuto<br />
serio: si canta il dolore e l’ amore,<br />
l’odio e il perdono, gli affetti di un<br />
popolo, trasmettendo particolari<br />
emozioni che entrano nei cuori della<br />
gente. I suoni che il canto produce<br />
fanno vibrare il corpo e la mente<br />
di chi ascolta. Il canto a tenore è<br />
ormai molto diffuso anche tra noi<br />
ragazzi, ed è un aspetto molto interessante<br />
da analizzare, perché tramanda<br />
la nostra cultura e le nostre<br />
tradizioni ricordando la storia dei<br />
nostri antenati.<br />
A Nuoro sono nati molti gruppi, tra<br />
cui ricordiamo i tenore Grazia Deledda,<br />
Bustianu Satta, Santu Predu,<br />
Santu Carolu etc. Oggi il canto è<br />
utilizzato molte volte per sfogare il<br />
malessere dei giovani che vivono in<br />
u n m o n d o d i f f i c i l e e<br />
l’attaccamento alle tradizioni li può<br />
aiutare a uscire fuori da situazioni<br />
complicate. <strong>In</strong>oltre questo canto<br />
affascina molte persone per la sua<br />
particolarità e originalità, infatti non<br />
se ne trova uno uguale in tutto il<br />
mondo.<br />
Luciano Tolu<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 19<br />
Un visiteur inattendu<br />
Disegni di Renzo Mariane<br />
Testi di Chiara Mulas (2ªL)
Anno 1, Numero 1 Pagina 18<br />
Una sera, la settimana scorsa,<br />
ho letto alcuni racconti su Cristoforo<br />
Colombo e sulle grandi<br />
scoperte geografiche della fine<br />
del XV secolo. Mi sono immersa<br />
talmente tanto in quelle letture<br />
che quando mi sono addormentata<br />
ho sognato di essere il<br />
grande navigatore genovese.<br />
Ero in Spagna, verso la fine del<br />
Quattrocento. Volevo arrivare<br />
in <strong>In</strong>dia, ma non andando<br />
verso Est,<br />
seguendo le orme<br />
di Marco Polo: volevo<br />
tentare di arrivarci<br />
via mare, attraversando<br />
l'Oceano.<br />
Verso Ovest!<br />
Allora organizzai la<br />
spedizione, con tutto<br />
quello che mi poteva<br />
servire. Decisi<br />
di andare dai sovrani<br />
di Spagna, Isabella<br />
di Castiglia e Ferdinando<br />
d' Aragona,<br />
per chiedere le<br />
navi e un finanziamento<br />
per tutto l'occorrente.<br />
Li convinsi<br />
che il mio era il percorso più<br />
conveniente e sicuro per aprire<br />
nuove vie commerciali con l'Oriente.<br />
Mi finanziarono la spedizione<br />
e mi diedero anche tre<br />
caravelle: la Nina, la Pinta e la<br />
Santa Maria. Quindi organizzai il<br />
viaggio. <strong>In</strong>nanzitutto arruolai un<br />
equipaggio di marinai esperti<br />
per governare le tre caravelle.<br />
Poi feci acquistare cibo e acqua<br />
e preparai tutti i bagagli<br />
che potevano essere utili e sufficienti<br />
per un viaggio che ancora<br />
non sapevo quanto sarebbe<br />
potuto durare.<br />
Quando tutto fu pronto decisi di<br />
partire con la mia piccola flotta.<br />
Era il 3 agosto 1492 e ci aspettava<br />
una grande avventura<br />
.<br />
All'inizio il tempo era buono e il<br />
Io, Cristoforo Colombo<br />
(Racconto)<br />
vento favorevole. Andavamo<br />
spediti, con le nostre vele che si<br />
gonfiavano al soffio degli alisei.<br />
Ma il viaggio non fu sempre tranquillo<br />
e diverse volte affrontammo<br />
gravi pericoli. I momenti più<br />
difficili furono quelli in cui il mare<br />
era in tempesta: le onde dell'Oceano<br />
sollevavano le caravelle<br />
come foglie, lanciandoci verso il<br />
cielo nero, per poi farci precipi-<br />
Disegno di Giulia Piras<br />
tare giù improvvisamente quando<br />
si aprivano. Il vento strappava<br />
le vele e le cime e inondava<br />
d'acqua i ponti delle caravelle.<br />
L'equipaggio cercava di ripararsi<br />
sottocoperta, nella stiva, ma purtroppo<br />
diversi marinai morirono,<br />
strappati alle navi dal mare e dal<br />
vento.<br />
Il viaggio ci sembrava interminabile<br />
e non si intravedeva alcuna<br />
terra all'orizzonte.<br />
L'equipaggio si lamentava e il<br />
cibo e l'acqua iniziavano a scarseggiare.<br />
I marinai protestavano<br />
perché erano stanchi di mangiare<br />
sempre lo stesso cibo salato,<br />
accontentandosi di una mela<br />
come unico cibo fresco. Scrutavamo<br />
con ansia l'orizzonte sperando<br />
di vedere segni di vita, ma<br />
niente appariva e il malumore<br />
dell'equipaggio cresceva ogni<br />
giorno di più.<br />
Improvvisamente la vedetta iniziò<br />
a vedere i primi segni di vita: ramoscelli<br />
che galleggiavano<br />
sull'acqua e qualche uccello che<br />
volteggiava sulle nostre caravelle.<br />
Erano i segnali che tanto attendevo:<br />
non potevamo essere molto<br />
distanti dalla terraferma. <strong>In</strong>fatti<br />
Rodrigo, che era di vedetta, ad<br />
un certo punto annunciò:<br />
“Terra! Terra!”.<br />
Era il 12 ottobre<br />
1492.<br />
L'equipaggio esultò<br />
di gioia e tutti quanti<br />
salirono sul ponte<br />
delle caravelle, a<br />
vedere la terra tanto<br />
desiderata.<br />
Cercammo subito un<br />
posto dove fermare<br />
le caravelle e ci organizzammo<br />
per<br />
sbarcare. Finalmente<br />
potevamo avere del<br />
cibo e dell'acqua<br />
fresca.<br />
Facemmo anche i<br />
nostri primi incontri,<br />
conoscemmo gli <strong>In</strong>dios e le loro<br />
decorazioni. Ci scambiammo dei<br />
doni e facemmo presto amicizia.<br />
Qualche tempo dopo, fatto rifornimento<br />
con del cibo fresco e<br />
dell'acqua, ripartimmo alla volta<br />
della Spagna. Non vedevo l'ora di<br />
far vedere ai sovrani i doni scambiati<br />
con gli <strong>In</strong>dios per dimostrare<br />
che la mia ipotesi di raggiungere<br />
le <strong>In</strong>die via mare era giusta .<br />
Non ero però consapevole, ancora,<br />
della scoperta più importante<br />
che avevo fatto: ero approdato<br />
su un continente nuovo, sconosciuto.<br />
Poi mi sono svegliata e mi sono<br />
accorta che non ero in mezzo al<br />
mare, ma nella mia cameretta.<br />
Elisa Giraldi<br />
Pagina 3 <strong>PREDISTAMPA</strong><br />
Sfilando per il Redentore<br />
La popolare manifestazione raccontata da una partecipante<br />
La sfilata dei costumi tradizionali<br />
sardi si svolge a Nuoro, a fine<br />
agosto, per la festa del Redentore.<br />
Io partecipo con il gruppo<br />
di Sarule, perché mia madre è<br />
nata e vissuta a lungo lì. Tutte le<br />
mie amiche del paese giungono<br />
a Nuoro vestite<br />
“normalmente”, e poi indossano<br />
il costume negli edifici scolastici<br />
che il Comune mette a disposizione.<br />
Io invece esco di<br />
casa già per metà abbigliata<br />
con l’abito della tradizione e<br />
poi finisco di prepararmi assieme<br />
alle mie amiche.<br />
Quando siamo tutti pronti ci avviamo<br />
verso la cattedrale. Come<br />
al solito, siamo in ritardo.<br />
Arrivati, c’è il sacerdote che<br />
impartisce la benedizione ai<br />
gruppi venuti da tutta la Sardegna.<br />
Tutt’intorno, un’esplosione<br />
di colori. Predominano il rosso e<br />
il viola, il nero e il giallo. Ogni<br />
Grazie a...<br />
gruppo ha il costume, i<br />
colori e i gioielli tipici del<br />
paese di provenienza. I<br />
gioielli, diversissimi per<br />
forma e dimensioni, sono<br />
uno più bello dell’altro.<br />
Dopo un po’ ci assegnano<br />
la posizione per la<br />
sfilata. Ci mettono in<br />
coppia, e io naturalmente<br />
affianco mio fratello.<br />
Dopo che tutti sono sistemati,<br />
la sfilata parte. Sono<br />
molto emozionata, e<br />
ho paura che mi possa<br />
vedere qualcuno dei miei compagni.<br />
Appena partiti, mi rendo<br />
conto che c’è così tanta gente<br />
che per l’emozione mi manca il<br />
fiato.<br />
Le scarpe, per forza con un po’ di<br />
tacco, fanno malissimo. Come se<br />
non bastasse, il vestito è più scomodo<br />
di quanto ricordassi. Qual-<br />
Ringrazio Buffon che con le sue mitiche parate il 29 ottobre 2011 nella<br />
partita della Juventus contro l'<strong>In</strong>ter ci ha fatto vincere<br />
ringrazio Vucinic e Matri che hanno segnato due splendidi gol<br />
ringrazio il mio istruttore perché in palestra mi insegna tante cose e ha<br />
molta pazienza<br />
ringrazio i miei amici che hanno sempre voglia di uscire<br />
ringrazio tutti i miei zii e i miei cugini perché mi aiutano in ogni occasione<br />
ringrazio colui che ha inventato il computer<br />
ringrazio mia nonna che ogni giorno mi fa compagnia<br />
ringrazio i prof che mi insegnano ogni giorno una cosa nuova<br />
ringrazio la scuola che è molto utile per la vita<br />
ringrazio mia zia che mi ha voluto cresimare;<br />
ringrazio le mie catechiste che mi hanno aiutato a prepararmi per la<br />
cresima<br />
ringrazio i miei genitori che mi hanno dato alla luce e si sacrificano per<br />
me<br />
e poi...<br />
ringrazio la pioggia che ci dà l'acqua che ci serve<br />
ringrazio la terra che ci dà da mangiare<br />
ringrazio il sole che ci riscalda ogni giorno<br />
ringrazio il Signore che ogni giorno mi da la forza di andare avanti nel<br />
mio cammino. Mattia Garau<br />
“Tutt’intorno,<br />
un’esplosione di colori.<br />
Predominano il rosso e il<br />
viola, il nero e il giallo. ”<br />
che volta, durante il percorso, vedo<br />
tra la folla qualcuno che conosco.<br />
Alcuni mi chiedono che cosa<br />
ci faccio con il gruppo di Sarule.<br />
Mentre penso a ciò che succederà,<br />
e a che cosa pensa di me chi<br />
mi sta vedendo, siamo già arrivati<br />
in via La Marmora. Finalmente,<br />
quasi finita, penso. Ma non è così.<br />
Passata la chiesa delle Grazie entriamo<br />
nel Corso. <strong>In</strong> un punto, tra<br />
la folla, vedo i volti dei miei genitori.<br />
L’emozione è così forte che<br />
l’unico modo di esprimerla che ho<br />
è quello di non riuscire a smettere<br />
di sorridere.<br />
Arrivati alla cattedrale, la sfilata<br />
finisce. Dopo le foto di gruppo, io<br />
e mio fratello raggiungiamo le nostre<br />
cugine. Poi ne incontriamo<br />
anche un’altra, anche lei reduce<br />
dalla lunga camminata. A questo<br />
punto iniziano i balli sardi, e per<br />
fortuna, da qualche parte, qualcuno<br />
ha allestito un meraviglioso<br />
buffet. Mentre mangio qualcosa<br />
mi rendo conto di quanti coloratissimi<br />
gruppi abbiano percorso le<br />
strade della città.<br />
Verso le ventuno si torna a casa.<br />
Le gambe non si muovono più, e<br />
rimarranno indolenzite per qualche<br />
giorno. Ma io non rinuncerei<br />
mai alla mia adorata, faticosissima<br />
sfilata del Redentore.<br />
Chiara Murgia
Anno 1, Numero 1 Pagina 4<br />
(segue dalla<br />
prima pagina)<br />
Il bello e il brutto di Nuoro<br />
Considerazioni estetico-sentimentali sulla nostra città<br />
Che non mi vengano a dire che<br />
Nuoro è una bella città. Poco curata,<br />
grigia, invasa dalle macchine, e,<br />
se si fa eccezione per il Monte Ortobene<br />
e la Pineta di Ugolio, con pochissimi<br />
spazi verdi. Non che non ci<br />
siano dei bei posti. Le Grazie Vecchie,<br />
la casa di Grazia Deledda, il<br />
corso... e poi ci sarebbe piazza Satta,<br />
che però ha dei problemi che<br />
qui sotto spiega bene Luca.<br />
Le “Grazie vecchie” è il nome che si<br />
dà alla più antica chiesa di Nuoro.<br />
Oggi è un luogo di ritrovo per i ragazzi.<br />
È una chiesa molto bella. Dà la<br />
sensazione di un posto antico, che,<br />
se potesse, avrebbe tante storie da<br />
raccontare. Anche se è molto antica,<br />
è molto ben conservata, anche<br />
perché è stata ristrutturata recentemente<br />
e per fortuna non è ancora<br />
stata pasticciata da graffiti, nonostante<br />
qualcuno, come è noto, ci<br />
abbia provato. È molto pulita e presenta<br />
lo stesso volto di qualche secolo<br />
fa.<br />
La casa di Grazia Deledda,<br />
anch’essa molto antica, si trova nel<br />
centro storico. Nel periodo in cui si<br />
chiede su mortu mortu, soprattutto<br />
incaricato dal<br />
Comune di Nuoro<br />
di costruire un<br />
monumento in<br />
onore<br />
dell’avvocato –<br />
poeta nuorese<br />
Sebastiano Satta.<br />
L’artista decise di<br />
raffigurarlo con piccole sculture<br />
d’argilla, poi fuse in bronzo, nei<br />
vari momenti della sua vita: al<br />
lavoro, in famiglia, solitario e<br />
pensoso. Principalmente<br />
l’obiettivo di Nivola era quello di<br />
creare un “salotto” per la città,<br />
con le scuole elementari, si va lì e dei<br />
signori danno ai bambini un sacchetto<br />
contenente dei dolci e un librettino<br />
che parla di Grazia Deledda.<br />
Io e i miei compagni di scuola vedevamo<br />
soprattutto la cucina: alla sinistra<br />
della porta c'è un tavolo dove ci<br />
sono dei dolci, i papassini, a forma di<br />
rombo, con della glassa bianca sopra.<br />
Al centro della cucina c'è una pentola<br />
molto grande dove si cucinava. Fuori<br />
c'è un bel giardino, molto vasto, con<br />
un bellissimo prato verde e degli alberi<br />
maestosi; non c'è altro che prato e<br />
alberi... pura natura!<br />
L’altro luogo affascinante di Nuoro è il<br />
corso, dove tutti i giorni della settimana<br />
i ragazzi, ma anche le persone un<br />
po' più grandi, si incontrano per fare<br />
una passeggiata. Il corso si trova al<br />
centro della città. È una strada lastricata,<br />
tutta dritta. Sia a destra che a<br />
sinistra ci sono negozi di tutti i tipi, soprattutto<br />
di abbigliamento.<br />
Se si tolgono questi luoghi che ho descritto,<br />
però, Nuoro è secondo me un<br />
posto davvero brutto. La zona in cui<br />
sorge la mia scuola, ad esempio. Questa<br />
zona viene chiamata Predistrada.<br />
Piazza Satta e i vandali<br />
Le tristi condizioni del “salotto” cittadino<br />
un punto d’incontro<br />
per tutti i nuoresi. La<br />
particolarità di questa<br />
piazza, tutta in<br />
granito, è che i sedili<br />
sembrano generarsi<br />
dalla pavimentazione.<br />
Purtroppo oggi i<br />
ragazzi, anziché u-<br />
Disegno di Giulia Piras sarli per incontrarsi e<br />
chiacchierare, qui si<br />
ubriacano, si arrampicano,<br />
spaccano e buttano le<br />
bottiglie a terra e lasciano i loro<br />
nomi scritti con pennarelli indelebili.<br />
La piazza è ancora bella, ma<br />
in futuro le sue condizioni potrebbero<br />
solo peggiorare e il “nostro<br />
salotto” finire per essere ostaggio<br />
Non ci sono molti negozi. Dalle finestre<br />
della mia classe si vedono solo<br />
case, neanche tanto colorate, sono<br />
sul giallo, bianco e grigio... altre<br />
invece non sono ancora finite. Ma<br />
tutto sommato si sta bene. Poi anche<br />
la zona della Solitudine, tranne<br />
la bellissima chiesetta, è a mio parere<br />
una zona “spenta”; già la parola,<br />
“solitudine”, mi fa pensare alle<br />
persone anziane che vanno lì e si<br />
riuniscono per non rimanere a casa<br />
da sole... però nella zona alberata<br />
c'è una chiesetta antica, bellissima,<br />
anche se non penso che ci vada<br />
molta gente.<br />
I quartieri di periferia sono formati<br />
da palazzi dai colori più vari che<br />
però sembrano fare a pugni tra<br />
loro. Ci sono case più alte e altre<br />
più basse … soprattutto nel quartiere<br />
del “ Nuraghe” le case sono molto<br />
diverse tra loro .<br />
<strong>In</strong>somma, a Nuoro prevalgono i<br />
luoghi senza bellezza. Almeno secondo<br />
me. E secondo voi?<br />
Elisa Giraldi<br />
di questi sbandati, tanto da impedire<br />
alle numerose persone<br />
per bene, anziani e famiglie, di<br />
passarci e godere di questo<br />
spazio così bello. Ma non c’è<br />
proprio niente da fare? Dobbiamo<br />
lasciare che Nuoro venga<br />
dominata da queste persone?<br />
Forse se ci fosse un controllo più<br />
rigido la sera si scoraggerebbero<br />
certi comportamenti da parte<br />
di questi vandali, o forse bisognerebbe<br />
educare meglio i<br />
bambini, fin da piccoli, ad essere<br />
buoni cittadini, rispettosi di sé<br />
e della cose pubbliche.<br />
Luca Depalmas<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 17<br />
Q uesta intervista impossibile<br />
è dedicata a Marco Simoncelli,<br />
un campione di moto e simpatia,<br />
strappato alla vita a soli<br />
24 anni, dopo un brutto incidente<br />
sul circuito di Sepang. <strong>In</strong><br />
questa intervista conosceremo<br />
la sua vita e la sua breve carriera<br />
dal 20 gennaio 1987 al giorno<br />
della sua morte: 23 ottobre<br />
2011.<br />
Luca: Ciao, Marco.<br />
<strong>In</strong>nanzitutto,<br />
la prima domanda<br />
di questa intervista<br />
è: com’è<br />
nata la tua passione<br />
per le moto?<br />
Alcune domande a Marco Simoncelli<br />
(intervista -purtroppo- impossibile)<br />
Marco: Beh, la<br />
passione per le moto<br />
mi è stata trasmessa<br />
da mio padre.<br />
Già dai sette<br />
anni correvo e<br />
sfrecciavo nelle piste. A dirla tutta,<br />
ero abbastanza spericolato e crescendo<br />
non sono per niente cambiato.<br />
Disegno di Luca<br />
Depalmas<br />
Prima dell’esordio nella classe<br />
mondiale 125, nel 2002, hai fatto<br />
qualche altro torneo?<br />
Sì, nel 2000 ho partecipato, anzi<br />
esordito per un anno, nella classe<br />
125, però a livello europeo e non<br />
mondiale, conquistando una buonissima<br />
seconda posizione. Mentre<br />
a 14 anni ho partecipato al trofeo<br />
Honda NR, salendo in due occasioni<br />
sul podio.<br />
Marco, un’altra domanda... c’è<br />
da dire che secondo noi, gli anni<br />
passati in 125 non sono stati<br />
brillanti...o mi sbaglio?<br />
No, non ti sbagli affatto. Non sono<br />
mai arrivato ai primi tre posti nella<br />
classifica generale. Sono stati anni<br />
in cui dovevo trovare il mio stile e la<br />
vittoria soprattutto.<br />
Mentre quando sei passato nella<br />
categoria 250 ti si è aperto il cielo<br />
no?<br />
Sì, quelli nella 250 sono stati anni<br />
magici: un mondiale vinto, una moto<br />
stupenda, dei buoni risultati e<br />
uno staff qualificato. Per me il momento<br />
più bello di questi anni è stato<br />
senz’altro, oltre alla vittoria del<br />
mondiale, il passaggio in moto GP,<br />
nel 2010.<br />
Ecco appunto, hai avuto solo un<br />
anno per esprimerti purtroppo.<br />
ma come è stato quell’anno per<br />
te?<br />
Beh, veramente una bomba! Gareggiare<br />
con persone del calibro di Valentino,<br />
di cui sono molto amico,<br />
Dovizioso, Stoner e Lorenzo è stato<br />
veramente emozionante. Si lamentavano<br />
a volte della mia guida dura e<br />
spericolata, ma io continuavo per la<br />
mia strada. Il mio modo di guidare, la<br />
mia voglia di tenermi sulla moto, come<br />
tu ben sai, mi sono costati molto<br />
cari... ma non ho nessun rimpianto.<br />
<strong>In</strong>fine, a cosa è legato e cosa significa<br />
il tuo soprannome Sic?<br />
E’ un acronimo, ma, scusami, non<br />
sono parole esattamente belle da ripetere.<br />
Per me quelle tre<br />
parole sono una filosofia<br />
di vita, legata alla<br />
mia guida, al mio carattere<br />
e al mio pensiero.<br />
Marco, la tua morte<br />
è stata un vero colpo<br />
per gli appassionati<br />
di motociclismo, ma<br />
anche per tutte le altre<br />
persone. <strong>In</strong>fatti i<br />
tuoi fans ti ricorderanno<br />
con il tuo 58,<br />
la tua spericolatezza<br />
e la tua semplicità. Le altre persone<br />
invece, anche non avendoti visto<br />
in sella alla moto, ti ricorderanno<br />
per il tuo sorriso e per la<br />
tua bontà. Ma tu come vorresti<br />
essere ricordato?<br />
<strong>In</strong>nanzitutto, vorrei che la mia morte<br />
servisse ad aumentare la prudenza e<br />
diminuire la smania… E se c’è da<br />
lasciare la moto quando si sta cadendo,<br />
lasciatela, meglio perdere una gara<br />
e una moto che la vita. Vorrei inoltre<br />
che mi ricordaste con la mia moto,<br />
con il mio 58, col mio sorriso e, come<br />
dite voi, per la mia semplicità<br />
Luca Depalmas
Anno 1, Numero 1 Pagina 16<br />
tori non inizieranno a insospettirsi!<br />
Continuo a piangere , e ogni notte<br />
ho gli incubi per la paura che<br />
lei mi picchi...<br />
DIARIO DI VIOLA, 27-10-<br />
2011<br />
A scuola quella bimbetta di<br />
Chantal non si è più presentata,<br />
ma oramai non mi preoccupo più<br />
di tanto perché ho incontrato un<br />
ragazzo speciale, Matteo, e mi<br />
sono innamorata.<br />
Ieri Matteo è venuto a casa mia<br />
perché dovevamo uscire insieme<br />
ma dato che io non ero ancora<br />
pronta l'ho fatto aspettare in camera.<br />
Quando sono uscita dal<br />
bagno ho visto che rimetteva il<br />
mio diario sulla scrivania. Mi ha<br />
detto che non dovevo comportarmi<br />
così perché altrimenti avrei<br />
perso la sua amicizia!!! Evidentemente<br />
aveva letto i miei appunti<br />
del 22. Io non so che fare... ma ora<br />
vado a dormire. Ci penserò su<br />
domani...<br />
DIARIO DI CHANTAL, 28-10<br />
-2011<br />
Oggi sono tornata a scuola. E,<br />
non so spiegarmi il perché, ma<br />
oggi l’atteggiamento di Viola era<br />
diverso rispetto agli altri giorni.<br />
Spero che si calmi del tutto perché<br />
non potrei sopportare ancora<br />
la paura che lei mi provoca.<br />
DIARIO DI VIOLA, 28-10-<br />
2011<br />
Stanotte ho fatto un sogno molto<br />
strano: non importunavo più<br />
Chantal e anzi diventavo sua amica.<br />
(...)<br />
DIARIO DI VIOLA, 23-12-2011<br />
Che divertimento, oggi, con Chantal!<br />
Siamo andate a vedere un film<br />
sul bullismo! Questo mi ha ricordato<br />
come mi comportavo con lei, e<br />
per un istante ho provato vergogna<br />
e un’immensa tristezza!<br />
Mentre stavamo tornando a casa<br />
siamo passate a prenderci le caramelle!<br />
Questa giornata l'ho passata<br />
particolarmente bene!!! Spero<br />
che domani Chantal sia libera...così<br />
usciamo di nuovo!<br />
DIARIO DI CHANTAL, 23-12-<br />
2011<br />
Oggi sono uscita con Viola! Ci<br />
Disegno di Giulia Piras<br />
siamo divertite tantissimo!!! Siamo<br />
andate al cinema a vedere un film<br />
sul bullismo! Durante il film l'ho<br />
guardata e mi è sembrato che piangesse.<br />
Comunque... che bella giornata!<br />
DIARIO DI VIOLA, 24-12-2011<br />
Chantal non è potuta uscire e sono<br />
molto dispiaciuta. Ma per fortuna<br />
domani ci sarà la sua festa di compleanno,<br />
e potremo vederci. Ah…<br />
verrà anche Matteo!<br />
Lucia Bardino<br />
Sarah Fenu<br />
Joelle Peddio<br />
Chiara Zizzi<br />
Pagina 5<br />
Lollove, my love<br />
Il tempo incantato dell’antico borgo<br />
Lollove è una piccolo borgo<br />
situato nella vallata di Marreri,<br />
tra Orune e Nuoro.<br />
Il borgo, con le antiche e decadenti<br />
case in pietra grigia e<br />
le sue strette vie lastricate, è<br />
tappa di numerosi turisti e di<br />
giovani sposi, che scelgono<br />
per il sì e per le foto di nozze,<br />
la romantica chiesetta di Santa<br />
Maddalena.<br />
Santa Maddalena è bellissima<br />
ed è famosa perché ospita le<br />
antiche statue lignee di San<br />
Biagio e Sant’Eufemia<br />
“coiubadora”. San Biagio,<br />
molto venerato a Lollove, era<br />
un porcaro, protettore dei pastori.<br />
La leggenda narra che il suo<br />
olio guarisse e proteggesse i<br />
malanni della gola.<br />
Sant’Eufemia è detta coiubadora<br />
perché porta l’amore a<br />
chi va alla sua processione.<br />
<strong>In</strong>oltre è la protettrice delle<br />
mamme in attesa di un bambino.<br />
Didascalia dell'immagi-<br />
ne o della fotografia<br />
Le campane<br />
della chiesa<br />
non suonano<br />
elettronicamente,<br />
ma<br />
grazie ad una<br />
lunga corda<br />
che, tirata su<br />
e giù, dà i<br />
tocchi. Il borgo<br />
è circondato<br />
dai<br />
monti e dagli<br />
oliveti, da<br />
piante di fichi<br />
selvatici e fichi<br />
d’india.<br />
Gli animali<br />
domestici vivono<br />
liberi e<br />
la bellezza del<br />
posto fa dimenticaretutto<br />
ciò che invece<br />
manca:<br />
scuole, supermercati,<br />
bar,<br />
guardie mediche,<br />
giochi.<br />
Quindi, chi<br />
Nuoro<br />
Nuoro è una città che tutti fa gioire<br />
Ragazzi e bambini fa divertire,<br />
Ci son tante attrazioni<br />
Anche per i più brontoloni.<br />
Ogni giorno i piccini<br />
Affollano i giardini<br />
E i turisti in tutta fretta<br />
vanno al museo di Grazia Deledda.<br />
Se fa bel tempo e la giornata è piatta<br />
Si va tutti insieme in piazza Satta.<br />
A Natale, per creare l’atmosfera,<br />
Fan sempre l’albero di buona lena.<br />
E ogni sera con ardore<br />
Vanno tutti al bar Majore.<br />
Nuoro, tanto ci sarebbe da dire<br />
ma questa poesia dovrà pur finire,<br />
Perciò al sindaco lascio l’onore<br />
Di dire che Nuoro è un vero splendore.<br />
E chiunque mi stia ad ascoltare<br />
Spero che come me la possa amare.<br />
<strong>PREDISTAMPA</strong><br />
Jessica Arberi<br />
decidesse di passare un’intera<br />
giornata a Lollove è bene che<br />
provveda a farsi invitare da una<br />
delle poche famiglie del<br />
paese.<br />
<strong>In</strong> compenso diversi registi<br />
hanno scelto proprio Lollove<br />
per girare alcuni film, tra cui<br />
“Su re”, diretto da Michele Columbu,<br />
un regista di fama nazionale.<br />
Adriano Gusai
Anno 1, Numero 1 Pagina 6<br />
Halloween o su mortu mortu?<br />
Anche se si assomigliano più di quanto sembra...<br />
La ricorrenza che in America e<br />
nei paesi anglosassoni è nota<br />
con il nome di Halloween sta<br />
prendendo sempre più piede<br />
anche da noi in Italia. Non solo:<br />
qui a Nuoro negli ultimi anni qualche<br />
ragazzino ha preso l'abitudine<br />
di travestirsi per andare a “su<br />
mortu mortu”.<br />
Le due feste, in effetti,<br />
presentano<br />
molte somiglianze:<br />
in entrambi i casi ci<br />
sono dei ragazzi<br />
che vanno di casa<br />
in casa a chiedere<br />
dolcetti pronunciando<br />
frasi che si<br />
ripetono sempre<br />
uguali da sempre:<br />
“dolcetto o scherzetto”<br />
in America,<br />
“su mortu mortu”<br />
da noi. Poi entrambe<br />
le feste si svolgono<br />
nel giorno<br />
della ricorrenza dei<br />
morti, più precisamente<br />
nella notte<br />
tra il trentuno ottobre<br />
e il primo novembre<br />
in America,<br />
tutta la giornata del due novembre<br />
da noi. Pare che in passato,<br />
in altri luoghi della Sardegna,<br />
ci fosse inoltre un uso delle<br />
zucche raffiguranti facce spaventose,<br />
come avviene nella tradizione<br />
anglosassone.<br />
Ma le somiglianze finiscono qui.<br />
<strong>In</strong>fatti nella festa di Halloween<br />
per divertimento e per tradizione<br />
ci si traveste da fantasmi, mentre<br />
in Sardegna non si usa. Poi la festa<br />
americana si svolge di notte,<br />
mentre qui in Sardegna dura tutta<br />
la giornata del due novembre.<br />
Tutte le case in America sono<br />
addobbate con scheletri e ragni<br />
finti, in Sardegna no.<br />
A Nuoro i nostri genitori facevano<br />
su mortu mortu tutta la giornata<br />
del due, fino a tarda sera. Prendevano<br />
delle federe di cuscino da<br />
usare come sporte e si riunivano<br />
con tutti i bambini del vicinato, andando<br />
a bussare di casa in casa e<br />
a dire: “No lu dazese su mortu mortu?”<br />
Si ricevevano in dono papassini,<br />
frutta secca, uva passa, mandarini,<br />
dolcetti... A metà giornata si<br />
Disegno di Mattia Garau<br />
facevano le soste per vedere chi<br />
aveva “raccolto” di più e ci si fermava<br />
per mangiare allegramente<br />
tutti insieme. Noi invece per fare su<br />
mortu mortu usiamo le buste di plastica<br />
e oltre alla frutta e ai dolci riceviamo<br />
talvolta in dono anche<br />
soldi. Anche noi a metà giornata<br />
pranziamo con i dolcetti e ci divertiamo<br />
tantissimo perché stiamo tutti<br />
insieme.<br />
Ma, ci siamo chiesti, come è possibile<br />
che usanze di paesi tanto lontani<br />
presentino queste somiglianze?<br />
Allora abbiamo svolto una piccola<br />
ricerca e abbiamo scoperto che<br />
l'elemento fondamentale che le<br />
tradizioni hanno in comune, cioè il<br />
dono di dolci o di cibo in generale,<br />
risale a un'antichissima usanza celtica<br />
(si parla di 2500 anni fa circa). I<br />
Celti, infatti, non temevano i<br />
propri morti e in occasione di<br />
Samhain lasciavano per loro del<br />
cibo sulla tavola in segno di accoglienza<br />
per quanti facessero<br />
visita ai vivi. Questa ricorrenza,<br />
divenuta poi tipica della cultura<br />
dei popoli del Nord Europa, ha<br />
prima invaso<br />
l ’ A m e r i c a<br />
Settentrionale<br />
e poi si è<br />
diffusa in Europa<br />
e negli<br />
altri continenti.Immaginiamo,però,<br />
che adesso<br />
vi starete<br />
c h i e d e n d o<br />
cosa signific<br />
h i<br />
“Sa mhain”.<br />
E b b e n e ,<br />
Samhain è<br />
una parola<br />
gaelica che<br />
significa "fine<br />
dell'estate", e<br />
per i Celti<br />
indicava una<br />
sorta di Capodanno. Nella dimensione<br />
circolare del tempo,<br />
caratteristica della loro cultura,<br />
Samhain si trovava in un punto<br />
che non apparteneva né all'anno<br />
vecchio e neppure al nuovo,<br />
quindi era fuori dalla dimensione<br />
temporale; in quel momento<br />
il velo che divideva la<br />
terra dei vivi dalla terra dei morti<br />
si assottigliava ed i vivi e i morti<br />
potevano entrare in contatto.<br />
Brrrrr! Vi abbiamo fatto paura?<br />
Nooo??? Allora aspettateci di<br />
notte, perché arriveremo con<br />
delle zucche spaventose e costumi<br />
da brivido!!!<br />
Mattia Garau<br />
Giovanni Marreddu<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 15<br />
DIARIO DI VIOLA, 20-10-<br />
2011<br />
HHHH o incontrato<br />
quella cretina di CHANTAL. La<br />
osservavo da molto tempo però<br />
aspettavo il momento giusto per<br />
agire! Non l'ho mai sopportata.<br />
Ogni volta che la vedevo<br />
mi veniva la voglia di<br />
pestarla!! Era suonata la<br />
campanella, io l’aspettavo<br />
al cancello della scuola. Era<br />
passata davanti a me io le<br />
ho afferrato il braccio e ho<br />
iniziato a insultarla e minacciarla.<br />
Le ho detto:”Portami<br />
i soldi, domani!”.<br />
DIARIO DI CHANTAL,<br />
20-10-2011<br />
Caro diario, oggi mi sono alzata<br />
un po’ di malumore: sapevo che la<br />
giornata non sarebbe filata liscia!<br />
<strong>In</strong> questi giorni c’è un po’ di burrasca<br />
tra me e una mia compagna.<br />
Si chiama Viola; ogni mattina mi<br />
avvio a scuola con il cuore in gola...e<br />
come si dice, non è certo un<br />
buon inizio di giornata!<br />
Ho paura di andare a scuola e<br />
solo per colpa sua. Mi prende<br />
sempre di mira, che antipatica!!!<br />
E pensare che all’inizio dell’anno<br />
speravo di essere sua amica…<br />
MI HA DELUSO VERAMEN-<br />
TE!!! Appena mi vede si mette<br />
“Sbullonate” è meglio<br />
(dai diari di due ragazze)<br />
davanti e inizia ad offendermi con<br />
parole tremende. Talmente tremende<br />
che a volte penso che non ne<br />
conosca nemmeno il significato. Io<br />
sono piuttosto bravina a scuola,<br />
eppure in certi momenti non riesco<br />
a concentrarmi, perché il mio pensiero<br />
è fisso su di lei che mi guarda<br />
e ridacchia di me con le sue ami-<br />
“E mia mamma … con lei<br />
non riesco a parlarne, anzi,<br />
mi isolo ancora di più. So<br />
bene che lei si è accorta di<br />
qualcosa. ”<br />
che! Non capisco cosa ho fatto per<br />
meritarmi tutto questo! All’uscita<br />
da scuola si mettono insieme in<br />
disparte, mi guardano e, secondo<br />
me, s’inventano nuovi piani per<br />
darmi fastidio l’indomani. A volte<br />
mi afferrano il braccio e lo stringono<br />
forte. Non riesco a liberarmi, e<br />
più mi agito e più mi stringono. La<br />
cosa più strana è che nessuno sembra<br />
accorgersi di quello che mi sta<br />
capitando.<br />
Stamattina, poi, è successa una<br />
cosa che davvero mi spaventa: Viola<br />
ha minacciato di farmela pagare<br />
se domani non porterò a scuola<br />
almeno cinque euro.<br />
Ho la tentazione di dirlo alle pro-<br />
fessoresse, ma c’è qualcosa, non so<br />
cosa, che me lo impedisce: la mia<br />
paura, forse, è quella che mettano in<br />
atto le loro minacce. E mia mamma<br />
…. con lei non riesco a parlarne,<br />
anzi, mi isolo ancora di più. So bene<br />
che lei si è accorta di qualcosa. È<br />
normale che una mamma senta che<br />
si tratta di un brutto momento per<br />
sua figlia ed è normale che vedendomi<br />
soffrire, soffra. SONO DI-<br />
SPERATA!!!!<br />
DIARIO DI VIOLA, 21-10-2011<br />
Quella vigliacca non ha esaudito la<br />
mia RICHIESTA e non ha neanche<br />
avuto il coraggio di presentarsi a<br />
scuola!<br />
Domani vedrà cosa le combinerò...!!<br />
DIARIO DI CHANTAL, 21-10-<br />
2011<br />
Non ho avuto il coraggio di presentarmi<br />
a scuola e penso che domani<br />
sarà la stessa cosa!<br />
Perché se mi presentassi lei e il suo<br />
gruppo mi picchierebbero e io non<br />
voglio questo..!<br />
DIARIO DI VIOLA, 22-10-2011<br />
Quella bamboccia non si è presentata<br />
nemmeno oggi!<br />
Sto iniziando ad incaz... più di<br />
quanto già non lo sia!!<br />
DIARIO DI CHANTAL, 22-10-<br />
2011<br />
Anche oggi niente scuola. Penso<br />
che non ci andrò ancora per un paio<br />
di giorni, almeno finché i miei geni-
Anno 1, Numero 1 Pagina 14<br />
Piero Borrotzu, eroe ventiduenne<br />
(Racconto)<br />
(segue dalla prima pagina)<br />
della mia prima giovinezza. Prima<br />
di cadere nel panico gridai: “Viva<br />
l’Italia!”. E fu come un grande<br />
flash. Una luce bianca mi avvolse e<br />
sentimenti e ricordi si fusero senza<br />
farmi pensare alla tortura che avevo<br />
subito prima della fucilazione.<br />
Con i miei pensieri, per un momento,<br />
ripercorsi la mia vita. Entravo<br />
nelle mie stesse viscere, ricordai<br />
persino la caduta da bambino,<br />
rividi il quartiere della casa in<br />
cui nacqui, ad Orani, mio padre,<br />
che con la sua morte prematura mi<br />
trasmise coraggio, lasciandomi<br />
quando avevo solo due anni, e mia<br />
madre, che si dovette occupare anche<br />
di mia sorella di cinque anni.<br />
Rividi i miei anni a Nuoro. Mi<br />
piaceva studiare, avevo ottimi voti<br />
al ginnasio e al liceo.<br />
A scuola si parlava di uomini di<br />
valore, di personaggi importanti ed<br />
io ascoltavo, inconsapevole e ignaro<br />
che anch’io sarei diventato uno<br />
di loro. Ascoltando la vita di questi<br />
uomini straordinari, decisi<br />
d’intraprendere la strada militare<br />
per una guerra alle porte. A<br />
vent’anni realizzai la mia grande<br />
aspirazione: entrare<br />
nell’Accademia Militare a Modena.<br />
Sono diventato un eroe per aver<br />
salvato tanta gente da un massacro.<br />
Mi sarei potuto salvare scappando<br />
da una finestra e passando<br />
per i tetti delle case, ma non lo feci.<br />
Dopo aver messo in salvo i miei<br />
uomini decisi di consegnarmi per<br />
evitare il peggio alla popolazione.<br />
Nel momento in cui stavo scendendo<br />
le scale, un ufficiale tedesco mi<br />
puntò la pistola. Mi condusse<br />
all’interno di un capannone, venni<br />
interrogato senza esito, torturato<br />
duramente ed infine trascinato sul<br />
piazzale della chiesa di Chiusola.<br />
Gli abitanti della borgata erano<br />
chiusi in un drammatico silenzio,<br />
costretti ad assistere alla mia esecuzione.<br />
L’unico rumore era il battito<br />
del mio cuore, accompagnato dal<br />
rullo dei tamburi. Proprio in quel<br />
momento un denso rumore e una<br />
fitta infrangevano i miei pensieri.<br />
Il dolore era così forte che non riuscivo<br />
a capire dove si manifestasse.<br />
Chiusi gli occhi e presi un’ultima<br />
boccata d’aria, sperando che il dolore<br />
cessasse. Fu così, ma solo per<br />
pochi istanti. Poi il dolore riprese<br />
ancora più forte. Riaprii gli occhi.<br />
Non distinguevo più i colori. Vedevo<br />
solo il nero e il bianco... come<br />
l’apparire di una foto. Mi toccai il<br />
busto e portai la mano al viso. La<br />
metà della mano era ricoperta di un<br />
liquido scuro. Capii che era sangue.<br />
Mi accasciai a terra. Le forze mi<br />
abbandonavano. Ripercorsi per una<br />
seconda volta il mio passato, ma<br />
questa volta a riviverlo era la mia<br />
anima che si liberava dal mio corpo.<br />
Vidi un uomo steso a terra. Ero<br />
io.<br />
Elia Arridu<br />
LA VITA<br />
Piero nasce ad Orani, in Sardegna, il<br />
25 aprile del 1921, da Francesco<br />
Borrotzu e da Clotilde Di Bene (nativa<br />
di Vezzano Ligure). Prematuramente il<br />
padre muore (1923), per cui la madre<br />
deve occuparsi da sola di Piero e della<br />
sorella Laura. A Nuoro Piero<br />
frequenta il Ginnasio e poi il Liceo con<br />
ottimi risultati. Nel 1941 si realizza per<br />
lui la grande aspirazione: entrare in<br />
Accademia Militare, a Modena, e<br />
diventare ufficiale. Dal giugno 1940<br />
l’Italia è in guerra al fianco della<br />
Germania nazista. L’8 settembre 1943<br />
Badoglio proclama l’armistizio.<br />
L’Italia è fuori dalla guerra, ma i<br />
nazisti, da alleati, si trasformano in<br />
violenti occupanti. Il “tenente Piero” (il<br />
nome di battaglia di Borrotzu)<br />
sfugge di continuo alle retate tedesche,<br />
e partecipa a una lunga serie di azioni<br />
partigiane. Verso la sera del 4 aprile<br />
1944, per sfuggire al rastrellamento dei<br />
tedeschi, Piero ripara nella borgata di<br />
Chiusola (comune di Sesta Godano, in<br />
provincia della Spezia). Dopo poco<br />
tempo tutto il villaggio è circondato.<br />
All’alba del giorno successivo, i soldati<br />
tedeschi radunano tutta la popolazione<br />
di fronte alla chiesa. Il loro intento è<br />
quello di sterminare tutti gli abitanti.<br />
Quel 5 aprile, Piero Borrotzu si<br />
consegna ai nazisti: «La gente del<br />
paese non c'entra», grida. «Prendete<br />
me, sono un capo partigiano. Non<br />
percuotetemi, però, rispettate il mio<br />
grado di tenente». Viene torturato e<br />
fucilato. Gli abitanti assistono<br />
impotenti all’esecuzione: sono salvi,<br />
grazie all’eroico sacrificio del sardo. Il<br />
4 aprile del 2009, Piero Borrotzu è<br />
stato insignito della Medaglia d’Oro al<br />
Valore Militare. Gli sono state<br />
intitolate le scuole medie statali di<br />
Nuoro, Sesta Godano e Orani.<br />
Pagina 7<br />
Quest’anno gioco calcio con<br />
una squadra che a me piace<br />
tanto: I Puri e Forti. Il calcio è uno<br />
sport che consiste nel calciare un<br />
pallone cercando di segnare<br />
nella porta avversaria. Ci sono<br />
diverse regole da rispettare, in<br />
particolare non puoi toccare la<br />
palla con le mani o il braccio.<br />
Per segnalare i trasgressori,<br />
l’arbitro usa due cartellini i diver-<br />
so colore: quello rosso indica<br />
l’espulsione, quello giallo<br />
l’ammonizione. La squadra è<br />
composta da undici giocatori,<br />
uno di essi è il portiere che deve<br />
difendere la rete dai tiri avversari.<br />
La durata della partita è di 90<br />
minuti divisi in due tempi e inter-<br />
vallati da 15 minuti di pausa. Se<br />
durante la partita si verificano<br />
imprevisti che fermano il gioco, i<br />
Calcio, che passione!<br />
minuti persi vengono recuperati<br />
dopo il novantesimo minuto. Ol-<br />
tre alle squadre, in campo si tro-<br />
vano l’arbitro, che cerca di evita-<br />
re che la partita si trasformi in un<br />
incontro “di boxe”, i guardalinee ,<br />
che si occupano di segnalare i<br />
fuori gioco o le rimesse laterali.<br />
All’interno della squadra i gioca-<br />
tori rivestono diversi ruoli: attac-<br />
cante, centrocampista, difenso-<br />
re. Io gioco da difensore e quindi<br />
devo difendere la mia porta da-<br />
gli attaccanti avversari.<br />
Adesso vi racconto l’ avventura<br />
con la mia squadra per riuscire a<br />
qualificarci nel torneo Nike, che<br />
ci avrebbe permesso di giocare<br />
in Abruzzo.<br />
Abbiamo giocato nel nostro<br />
campo con tre squadre: il Sassari,<br />
Qua la mano, pallamano!<br />
Conosciamo uno sport in crescita<br />
La pallamano è uno sport di<br />
squadra. Le squadre che si affrontano<br />
sono composte da sette<br />
giocatori ciascuna , dei quali<br />
uno sta in porta e gli altri sei attaccano<br />
se sono in possesso di<br />
palla o difendono la propria porta<br />
se la palla ce l'hanno gli avversari<br />
. Le partite si disputano su<br />
un campo grande più o meno<br />
come quello di calcetto. Lo scopo<br />
del gioco è quello di fare più<br />
goal della squadra avversaria,<br />
facendo entrare la palla in una<br />
porta che misura quattro metri di<br />
lunghezza e due di altezza .<br />
Le gare sono divise in due tempi,<br />
che nell'under quattordici durano<br />
trenta minuti ciascuno. Gli<br />
arbitri sono due.<br />
Le regole non sono molto<br />
complesse: la principale, forse,<br />
è che si possono fare solo<br />
tre passi con la palla in mano.<br />
Ogni allenatore può chiedere<br />
tre time out per riorganizzare<br />
la squadra o per spezzare il<br />
ritmo agli avversari .<br />
Si commette fallo quando si<br />
trattiene o si spinge un avversario;<br />
nei casi più gravi si danno<br />
i tiri liberi o il cartellino giallo.<br />
Con due cartellini gialli si viene<br />
espulsi. Se si subisce fallo mentre<br />
si tira in porta dai sei metri si può<br />
battere un rigore dalla linea dei<br />
sette metri; un fallo subito in<br />
qualsiasi altra zona della metà<br />
campo avversaria dà diritto a<br />
un punizione dai nove metri .<br />
Il Latte Dolce e l’Alghero. Abbia-<br />
mo disputato la prima partita con-<br />
tro il Latte Dolce e abbiamo domi-<br />
nato, vincendo meritatamente<br />
per un secco 3 a 0. La seconda<br />
partita è stata più difficile, ma u-<br />
gualmente bellissima. Noi forti<br />
nell’attacco e loro forti in difesa ci<br />
impedivano di passare, ma alla<br />
fine abbiamo vinto. Alla finale<br />
contro l’Alghero eravamo tran-<br />
quilli e non ci siamo fatti prendere<br />
dal panico nonostante il suo bom-<br />
ber e la sua serie di vittorie. Abbia-<br />
mo giocato benissimo, impeden-<br />
do loro di andare oltre il centro-<br />
campo. Abbiamo vinto in modo<br />
schiacciante con un 5 a 0, gua-<br />
dagnandoci con onore la possibi-<br />
lità di giocare un torneo importan-<br />
tissimo in Abruzzo.<br />
<strong>PREDISTAMPA</strong><br />
Fabio Mele<br />
Disegno di Giovanni Marreddu<br />
Vicino a ciascuna delle due<br />
porte ci sono due aree semicircolari<br />
, la prima a sei metri e la<br />
seconda a nove metri dalla<br />
porta: non si può tirare in porta<br />
se si è dentro l'area dei sei metri<br />
. Giovanni Marreddu
Anno 1, Numero 1 Pagina 8<br />
Cronaca semiseria della Terza H<br />
Ovvero il primo esempio al mondo di poema... epico-scolaresco!<br />
DALLE ELEMENTARI … ALLE MEDIE<br />
Circa quattro anni fa, proprio in questo periodo,<br />
cominciavamo a pensare che l’ esperienza delle<br />
elementari stava per concludersi …<br />
Avvolti nei grembiulini bianchi e blu<br />
senza dubbio alle elementari ci divertivamo<br />
molto di più …<br />
ma per noi stava per arrivare il momento cruciale<br />
in cui le avremmo dovute abbandonare …<br />
allora la scuola media ci appariva<br />
misteriosa e affascinante …<br />
consapevoli che la scuola media ci avrebbe<br />
costretto<br />
a faticare … sudare … trepidare.<br />
A questo punto il primo dubbio ci assale!<br />
<strong>In</strong> quale scuola andare?<br />
“E se mi iscrivessi alla numero Quattro?<br />
No, troppo pericoloso … ci sono i professori<br />
all’ attacco!!<br />
E allora? Non resta che la Uno<br />
Dove sarà accolto calorosamente ognuno”.<br />
Presi d’ ansia e un po’ preoccupati<br />
Ci siamo incamminati verso la scuola media<br />
Sentendo dentro il cuore i consigli e l’ affetto<br />
Del maestro prediletto<br />
E qui abbiamo trovato i professori<br />
<strong>In</strong> agguato pronti a giustiziare<br />
Chi non ha studiato<br />
E tante, troppe responsabilità<br />
Che ci avrebbero travolto senza pietà.<br />
Spiegazioni, interrogazioni<br />
Premi e punizioni<br />
Ci hanno procurato in tre anni<br />
Momenti brutti ed altri pieni di emozioni<br />
Ed ora eccoci qua<br />
Pronti a tracciare un bilancio generale<br />
Nella nostra esperienza personale.<br />
Promettiamo di farlo<br />
con sincerità,<br />
<strong>In</strong> assoluta obiettività,<br />
Con un pizzico di ilarità.<br />
L’ INTERROGAZIONE<br />
Tutti gli studenti di questo mondo concorderanno<br />
con noi nel ritenere l’ interrogazione uno dei mo-<br />
menti più “tragici” della vita scolastica …<br />
C’ è qualcosa di nuovo oggi nell’ aria<br />
No, si recita il noioso copione dell’ interrogazione,<br />
dove i ruoli sono sempre uguali:<br />
il professore tranquillo, con un sorriso sornione<br />
e l’ alunno agitato, con in testa una gran confusione<br />
formule, dati, verbi regolari e irregolari …<br />
chi potrà mai salvare i poveri scolari?<br />
Per fortuna il trillo della campanella,<br />
o forse l’ improvvisa entrata della bidella<br />
dà tempo al “malcapitato” di ripassare<br />
E agli altri di respirare!<br />
L’ interrogato sta alla cattedra preoccupato<br />
Cerca tutt’ intorno suggerimenti<br />
Guarda con invidia il compagno preparato<br />
E pensa : ”Ah, se avessi studiato!” cercando<br />
di ricordare<br />
La spiegazione seguita male.<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 13<br />
Riflessioni di un antico Hotel<br />
(Racconto)<br />
Mi ricordo l’ultimo restauro che<br />
mi hanno fatto. Sì, l’ultimo lo ri-<br />
cordo particolarmente bene,<br />
anzi, mi accorgo di non riuscire a<br />
pensare ad altro. Mi chiedo se in<br />
futuro interverranno ancora… lo<br />
spero. Il mio sogno è quello di<br />
ritornare al vecchio, antico<br />
splendore. Però questo lo aspet-<br />
to da vent’anni. Ecco come mi<br />
chiamo, ecco chi sono: hotel<br />
Splendor. Splendor proprio per-<br />
ché, quando mi hanno battezza-<br />
to, ero il NUOVO HOTEL, fiore<br />
all’occhiello della mia città. Tutti<br />
parlavano di me come del più<br />
lussuoso ed elegante, il più<br />
all’avanguardia dell’epoca. Po-<br />
tevo accogliere un gran numero<br />
di ospiti. Sono passati da me can-<br />
tanti e attori, ma man mano che<br />
gli anni trascorrevano il mio splen-<br />
dore diminuiva. Accanto a me<br />
sorsero nuovi hotel e su di essi si<br />
Disegno di Elia Arridu<br />
spostava l’interesse delle persone<br />
famose che prima attraversava-<br />
no i miei saloni. Già negli anni Set-<br />
tanta non ero il più ambito, ma<br />
tra noi si creò una competizione<br />
di mercato. Oggi sono uno dei<br />
t anti esempi di p erdi t a<br />
dell’identità, uno dei tanti emble-<br />
mi della crisi. Le lussuose tende<br />
che pendevano dalle finestre<br />
sono ormai un lontano ricordo,<br />
come i cristalli antisfondamento e<br />
le maniglie d’argento, lucidate<br />
ogni giorno perché il luccichio<br />
non venisse sopraffatto, come<br />
avviene oggi, da quella patina<br />
verde mista al marrone opaco. I<br />
mobili in legno<br />
pregiato e i letti<br />
in sintonia con<br />
l’intero ambien-<br />
te avevano un<br />
solo “cognome”:<br />
LUSSO. Beh, biso-<br />
gna dire che la<br />
popolazione di<br />
un tempo non<br />
era cafona co-<br />
me quella attua-<br />
le. Se prima si<br />
portava rispetto<br />
per gli edifici<br />
vecchi e nuovi,<br />
ora è tutto il<br />
contrario. I ra-<br />
gazzi del 2011 si<br />
armano di bom-<br />
bolette spray e<br />
d i s t r u g g o n o<br />
qualsiasi cosa.<br />
Non so se avete<br />
presente il carto-<br />
ne “Taz, il diavo-<br />
lo della Tasma-<br />
nia”. I ragazzi di oggi sono la stes-<br />
sa cosa, ma non sono loro i re-<br />
sponsabili della nostra decaden-<br />
za. La colpa è di chi non sa edu-<br />
carli al rispetto della città. Noi e-<br />
difici, da parte nostra, possiamo<br />
essere solo muti testimoni dello<br />
stato di degrado in cui tutti siamo<br />
costretti a vivere.<br />
Elia Arridu
Pagina 12<br />
L’angolo di Zia Chiara<br />
Piccoli consigli… al femminile<br />
Care amiche, in<br />
questo numero,<br />
inaugurando questa<br />
mia rubrica, vi<br />
parlerò di un problema<br />
che spesso<br />
noi ragazze abbiamo,<br />
quello di<br />
lasciarci condizionare<br />
troppo dalla<br />
prima impressione<br />
che una persona<br />
ci suscita, soprattutto<br />
se questa<br />
persona è un ragazzo…<br />
Disegno di Chiara Zizzi<br />
Vi è mai capitato di comprare<br />
una favolosa, luccicante<br />
scatola di cioccolatini? Probabilmente<br />
sì. Ma forse non<br />
vi è mai capitato di rendervi<br />
conto, aprendola, che sono<br />
tutti guasti! A me è capitata<br />
la stessa cosa con un ragazzo:<br />
da fuori era molto bello,<br />
ma poi quando ho<br />
iniziato a conoscerlo<br />
ho capito che<br />
non era così<br />
speciale come<br />
pensavo! Ero<br />
davvero<br />
convinta<br />
che fosse unico,<br />
anche se tutte<br />
le mie amiche<br />
che lo conoscevano<br />
da prima mi avevano<br />
avvisata di non fidarmi<br />
molto di lui.<br />
Beh, questo non lo dico solo<br />
per Didascalia confidarmi dell'immagi- con qualcuno,ne<br />
ma o della anche fotografia perché vi serva<br />
da lezione! Sì, perché non<br />
si deve mai valutare una persona<br />
solamente dal suo aspetto<br />
fisico, se non la si conosce<br />
fino in fondo, come<br />
capita spesso! Molte volte ti<br />
imbamboli quando lo<br />
ve- di per- ché è ap-<br />
“Molte volte ti imbamboli<br />
quando<br />
lo vedi perché è<br />
bellissimo”<br />
parentemente<br />
bello e sembra molto simpatico…<br />
ma, come si dice,<br />
l’apparenza inganna, la<br />
maggior parte delle volte.<br />
Il cuore a volte prende la<br />
strada sbagliata; anzi, prende<br />
quella che per lui è giusta<br />
ma che poi si rivela l’esatto<br />
<strong>PREDISTAMPA</strong><br />
contrario! E anche quando ci<br />
rendiamo conto del nostro<br />
sbaglio (troppo tardi) continuiamo<br />
a fare<br />
lo stesso<br />
errore!<br />
Voi vi chiederete:<br />
“Come<br />
facciamo a<br />
sapere qual<br />
è quello di<br />
cui ci possiamo<br />
fidare??”.<br />
La risposta<br />
non e’ molto<br />
facile, ma intanto<br />
iniziate<br />
a conoscere<br />
quello che<br />
frequentate,<br />
poi si vedrà… può darsi che<br />
col passare del tempo possa<br />
dimostrarsi la persona che<br />
tanto volevate che fosse, oppure<br />
il contrario! Ma tutto<br />
sommato non avete niente<br />
da perdere, per cui tanto vale<br />
buttarsi!...<br />
Se non risulterà la persona<br />
che pensavate che fosse potreste<br />
rimanerci male e<br />
magari soffrire, all’ inizio, ma<br />
facendo passare il tempo capirete<br />
sicuramente che non<br />
serve piangere, alla fine è solo<br />
lui che ci perde, non certo<br />
voi!...<br />
La vita va lo stesso avanti, anche<br />
con qualche problema…<br />
fa male, sì, questo è vero! Ma<br />
se piangi non cambi niente,<br />
anzi peggiori la situazione!<br />
Quindi, ragazze, occhio alle<br />
apparenze. E non fidatevi<br />
delle scatole di cioccolatini…<br />
Chiara Zizzi<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 9<br />
LA RICREAZIONE<br />
Cronaca semiseria della Terza H<br />
Il momento più bello della vita scolastica è la ricreazione<br />
…<br />
Passata è la tempesta,<br />
la classe è pronta a far festa …<br />
Alle 11 e 20 puntuale il trillo dolce<br />
Della campanella annuncia la ricreazione<br />
E subito inizia una gran confusione …<br />
… c’è chi ride, chi scherza, chi spinge e chi<br />
mangia.<br />
Mentre Simona e Greta<br />
Corrono alla macchinetta<br />
Alberto si scaglia contro Martina e Valentina<br />
Che replicano al malcapitato<br />
<strong>In</strong> modo assai sgarbato.<br />
Andrea corre tra i banchi seguito da Cristiano<br />
Che vorrebbe acchiapparlo invano.<br />
Gianluigi ripassa la lezione<br />
Per prepararsi all’ interrogazione<br />
Ileana e Caterina<br />
Mangiano tranquille la loro merendina<br />
Luigi sta davanti alla porta<br />
Credendo che la prof non se ne sia accorta<br />
Marco e Claudio si godono il panino<br />
Perché gli brontola il pancino<br />
Elisabetta con la sua pasta al cioccolato<br />
Stuzzica a tutti il palato<br />
Marianna mangia il suo yogurt avidamente<br />
Mentre osserva il fracasso pazientemente<br />
Martina e Irina chiacchierano al termosifone<br />
mentre Mauro e Enrico urlano a gran vocione<br />
Ma dopo dieci minuti di gran confusione<br />
Occorre qualcuno che calmi la situazione<br />
Ed ecco la prof che punta il dito:<br />
“Zitti, ragazzi, riprendiamo la lezione!”<br />
IL COMPITO IN CLASSE<br />
Nel compito in classe i nodi vengono al pettine…<br />
Fogli bianchi da riempire e una gran voglia di<br />
fuggire<br />
E il prof è lì che scruta senza pietà.<br />
Chino sul banco,<br />
l’aria affaticata<br />
l’alunno pensa: “E’proprio una brutta giornata.<br />
Ah! Se avessi studiato…”, e si arrovella<br />
per ricordare la lezione studiata male…<br />
guarda con un pizzico d’ invidia<br />
il compagno preparato<br />
la soluzione ideale sarebbe … quella di copiare!<br />
Ma il prof è sempre lì, e scruta senza pietà.<br />
LA MENSA<br />
Il martedì al terzo trillo della campanella<br />
<strong>In</strong>izia l’ ora più bella<br />
Eliminati libri e cartella
Anno 1, Numero 1 Pagina 10<br />
Cronaca semiseria della Terza H<br />
Ci riuniamo a mangiare il panino con la mortadella<br />
Ansiosi di finire per poter in cortile uscire.<br />
È l’ ora di svago prima della lezione<br />
Ci è permesso ascoltare musica e giocare a<br />
pallone<br />
Ma … alle 14 e 30 tutti dentro<br />
Ha inizio il rientro.<br />
IL RIENTRO<br />
Eccoci seduti raggruppati<br />
tutti sui propri quaderni chinati<br />
tra la fatica ed un sorriso<br />
poiché abbiamo un obiettivo ben preciso …<br />
Nel computer trascriviamo<br />
ogni frase o rima che pensiamo<br />
e la prof. chiede più impegno<br />
ma ci dà sempre sostegno<br />
e quando arriva il momento di uscire<br />
non abbiamo altro da dire<br />
oltre che per oggi è finita<br />
e domani si inizia una nuova partita.<br />
LE MATERIE<br />
La mattinata è lunga, piena di difficoltà<br />
Mentre le materie si susseguono senza pietà<br />
C’è l’ italiano che bisogna curare<br />
Se in modo chiaro si vuol parlare!<br />
Poi arriva la matematica che con le sue definizioni<br />
Mette in crisi anche i secchioni<br />
La geografia non è male, col pensiero ci fa<br />
viaggiare<br />
E storia? Tra pagine e pagine<br />
Dedicate a Mazzini e Gioberti<br />
Di certo non ti diverti!<br />
E stiamo lì a ricordare battaglie andate,<br />
Trattati e armistizi<br />
Veri e propri supplizi !<br />
Tra colori, spartiti e pennelli<br />
Ci ritagliamo i momenti più belli<br />
Ma il momento più atteso …<br />
Ce lo dà il movimento<br />
L’ attività ginnica è un vero divertimento<br />
LA PRESIDE<br />
Sguardo attento<br />
Aspetto fiero<br />
Può sembrare un po’ severa<br />
Ma se ben ci comportiamo<br />
La possiamo trasformare,<br />
da esigente e intransigente<br />
in allegra e sorridente,<br />
come quando buone notizie<br />
ci viene a portare<br />
o come è già capitato<br />
alla festa di carnevale.<br />
Non vogliamo che perda la pazienza<br />
E ci convochi in presidenza …<br />
La preghiamo! Usi più clemenza!<br />
<strong>In</strong> ogni circostanza<br />
Noi apprezziamo molto chi sa perdonare!<br />
Anno 1, Numero 1 Pagina 11<br />
Cronaca semiseria della Terza H<br />
I PROFESSORI DELLA TERZA H<br />
Tra pentagrammi e spartiti con Siotto<br />
Se studiamo prendiamo un bell’ otto<br />
Campus con teoremi e operazioni<br />
Rende faticose le lezioni<br />
Ma ci aiuta a diventare cervelloni<br />
Se vuoi prendere il pennello,<br />
qui l’ esperta è la Fancello<br />
poi c’è la Foddanu con l’italiano<br />
tra grammatica, parafrasi e commenti<br />
ci rende sapienti<br />
all’italiano non puoi rinunciare se in modo<br />
chiaro vuoi parlare<br />
la geografia<br />
ci aiuta a viaggiare con la fantasia<br />
mentre in storia studiando<br />
grandi eventi e guerre d’<strong>In</strong>dipendenza<br />
conquistiamo una bella sufficienza<br />
con la Falchi con l’inglese e la Carroni col<br />
francese<br />
ci assicuriamo almeno due verifiche al mese<br />
don Solinas durante l’ora di religione<br />
ci parla della fede con grande passione<br />
E ci offre l’occasione per un’attenta riflessione<br />
Marongiu tra compassi e squadrette<br />
ci aiuta a fare figure perfette<br />
con interesse seguiamo Belloi<br />
quando spiega a tutti noi<br />
con Pinna tra materassi e palloni<br />
sfoghiamo le nostre tensioni<br />
si cambia aria quando entra la Di Cerbo con<br />
l’assistente<br />
e tutte le finestre apre immantinente .<br />
I BIDELLI<br />
PER l’ alunno “infortunato”<br />
C’è sempre un posto riservato<br />
E dalla bidella di turno… viene consolato<br />
Qualcuno ha bisogno di confidare<br />
Che non è riuscito a studiare?<br />
Maria Paola è lì … paziente …<br />
Pronta ad ascoltare e consigliare<br />
L’alunno negligente<br />
Attenti, però!<br />
Tante volte può capitare di sentirla domandare:<br />
“Chi ha fatto il segnetto<br />
O ha attaccato la cingomma nel banchetto?”<br />
Il malcapitato trema e lei continua:<br />
“Il banco non va tagliuzzato e ogni arredo va<br />
rispettato!”<br />
Tora non si dà pace<br />
Finché dall’aula non si raccolgono le cartacce.<br />
La catastrofe si rasenta<br />
Quando si viene mandati in presidenza!<br />
E turbato e preoccupato<br />
Prima di entrare il malcapitato si chiede<br />
“Ma perché l’avrò fatto?”<br />
E intanto pensa ad una giustificazione<br />
Da dare alla preside per evitare la sospensione.<br />
NEL PROSSIMO NUMERO: LE CARICATURE<br />
DEI PROFESSORI DELLA TERZA H e altre gustosissime<br />
rime sulla vita scolastica!!!