OratorioNoi - Marzo 2012 - Opera salesiana "San Giuseppe" Molfetta
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Nell’aria si sente ormai il<br />
“friccicorio” della primavera, che<br />
risveglia i nostri sensi dal torpore<br />
dei grigi pomeriggi invernali, la<br />
nostra voglia di riprovare il<br />
contatto con la natura, di uscire<br />
dalle nostre case per incontrarci<br />
con gli altri in allegria. È in<br />
questo contesto che si celebra<br />
ogni anno la Pasqua. Il contesto<br />
ce ne fa comprendere, così,<br />
appieno il significato.<br />
È la festa della vita, della vita vera,<br />
della vita piena, che vince sulla<br />
morte.<br />
Allora questo il mio augurio.<br />
Quello di celebrare con fede i riti<br />
pasquali, tutti i riti, quelli liturgici e<br />
quelli devozionali. Che comunque<br />
siano pieni di fede e che<br />
arricchiscano la nostra fede e quindi<br />
accrescano la nostra carità, la nostra<br />
capacità di amare.<br />
Che questo abbia in modo particolare<br />
due riflessi.<br />
1. Il nostro impegno per la vita.<br />
Perché la vita di ognuno sia<br />
vissuta in pienezza, siano<br />
rispettati i diritti e la dignità di<br />
ogni uomo, specialmente del<br />
più povero e del più debole e<br />
che ognuno possa impegnarsi<br />
per questo.<br />
2. Ricordarci quello che ci<br />
diceva don Tonino Bello: la<br />
croce è una “collocazione<br />
provvisoria”. A tutti coloro<br />
che soffrono facciamo sentire<br />
la nostra vicinanza, perché<br />
ognuno possa vivere questa<br />
realtà. Perché ognuno possa<br />
convincersi che la sofferenza e<br />
il dolore attuali sono solo un<br />
passaggio, una realtà che un<br />
giorno supereremo. La morte<br />
è vinta, la vita ha trionfato:<br />
“Tra poco il buio cederà il<br />
posto alla luce, la terra<br />
riacquisterà i suoi colori<br />
verginali e il sole della Pasqua<br />
irromperà tra le nuvole in<br />
fuga”. Buona Pasqua e buona<br />
vita a tutti.
Fede, umiltà, allegria, generosità e<br />
forza di volontà sono le parole<br />
chiave che hanno accompagnato la<br />
festa adolescenti che si è svolta a<br />
Taranto il 25/03/<strong>2012</strong>.<br />
Questi erano i valori principali che<br />
Don Bosco aveva e che gli animatori<br />
hanno voluto trasmettere agli<br />
adolescenti provenienti da tutta la<br />
Puglia. I ragazzi sono stati<br />
calorosamente accolti dall’Oratorio<br />
tarantino delle FMA e i festosi balli<br />
di gruppo, che ci hanno sicuramente<br />
svegliato, hanno dato l’inizio a una<br />
giornata stancante ma molto<br />
soddisfacente svoltasi all’insegna<br />
dell’impegno e dell’allegria.<br />
Dopo l’incontro col giovinetto<br />
Bartolomeo Garelli dell’8<br />
dicembre del 1941 ( primordio<br />
dell’Oratorio), don Bosco in<br />
quello stesso inverno cercò di<br />
consolidare il suo piccolo<br />
Oratorio. Il suo scopo era quello<br />
di riunire tutti i ragazzi,<br />
specialmente quelli più esposti<br />
al pericolo, come i ragazzi<br />
appena usciti dalle carceri, ma<br />
anche quelli di buona condotta e<br />
già istruiti. Questi aiutavano don<br />
Bosco nel conservare l’ordine, a<br />
far letture ed eseguire canti<br />
sacri: sin dall’inizio, infatti, don<br />
Bosco aveva capito che senza<br />
canti senza libri di lettura<br />
divertenti, le riunioni festive<br />
sarebbero state come un corpo<br />
senz’anima. Alla festa<br />
dell’Annunciazione, il 25 marzo,<br />
il numero dei ragazzi era già<br />
arrivato a trenta.<br />
2<br />
Scritto da Cosmo Pisani & Ivana de Ceglie<br />
Festa adolescenti: I Like<br />
La mattina e il pomeriggio gli<br />
animatori ci hanno proposto dei<br />
laboratori che avevano come scopo di<br />
socializzare, trasmettere i valori di Don<br />
Bosco, ma soprattutto di far riflettere in<br />
modo divertente i partecipanti. I<br />
laboratori hanno sortito il risultato<br />
desiderato avvicinando noi giovani al<br />
modo di pensare e di agire del nostro<br />
amato Giovannino.<br />
Noi salesiani che<br />
abbiamo lo spirito<br />
giovane e attivo<br />
abbiamo fatto una<br />
piccola marcia<br />
impossibile da non<br />
notare che portava<br />
dall’ Oratorio<br />
Scritto da Marianna de <strong>San</strong>tis<br />
Un oratorio per i ragazzi<br />
L’Oratorio si faceva così: durante la<br />
mattinata dei giorni festivi ogni<br />
ragazzo aveva la possibilità di<br />
accostarsi ai sacramenti della<br />
Confessione e della Comunione. Tutti<br />
si impegnavano a compiere questo<br />
dovere cristiano una volta al mese.<br />
La sera, ad un’ora fissata, c’era il<br />
catechismo. Fra i giovani che<br />
frequentavano il primissimo Oratorio<br />
c’era Buzzetti Giuseppe, fedelissimo e<br />
costante ad ogni incontro. Egli si<br />
affezionò così tanto a don Bosco e<br />
all’Oratorio che, per non mancare mai,<br />
rinunciava al suo annuale incontro con<br />
la famiglia, a Caronno Ghiringhello.<br />
La maggioranza dei ragazzi<br />
dell’Oratorio era formata da<br />
scalpellini, muratori, stuccatori e<br />
selciatori che provenivano da paesi<br />
lontani. Quando i ragazzi<br />
cominciarono ad essere numerosi, don<br />
Guala e don Cafasso, contenti<br />
dell’attività svolta da don Bosco,<br />
permisero al prete di portare il piccolo<br />
esercito di giovinetti a giocare nel<br />
cortile del convitto.<br />
SDB all’Istituto Don Bosco High<br />
School; marcia in cui si è visto,<br />
nonostante le diverse provenienze,<br />
come noi adolescenti pugliesi siamo<br />
uniti nell’amore.<br />
Alla fine della giornata nel teatro, ci<br />
siamo confrontati sull’esperienza<br />
appena vissuta e dopo un breve<br />
discorso di Don Paolo che è il<br />
coordinatore PG per la Puglia ,<br />
abbiamo concluso con il ballo di<br />
gruppo che ci ha accompagnato per<br />
tutta la giornata.<br />
Proprio don Guala, nel giorno di <strong>San</strong>t’Anna, patrona<br />
dei muratori, volle che fosse fatta una bella festa:<br />
dopo la <strong>San</strong>ta Messa del mattino invitò tutti a fare<br />
colazione nel Convitto. Intanto ogni sabato don<br />
Bosco visitava le prigioni per incontrare i suoi<br />
ragazzi che qui erano stati rinchiusi.<br />
Dopo due anni di convitto don Bosco diede l’esame<br />
di confessione. Da quel momento potè ricevere i<br />
giovani che volevano riconciliarsi con Dio e dare<br />
loro il Suo perdono. Dopo tre anni di preparazione<br />
dovette scegliere un impiego sacerdotale nella vita<br />
della chiesa torinese. Fu don Cafasso a chiamare don<br />
Bosco e illustrargli le tre possibilità: vicecurato a<br />
Buttigliera D’Asti, ripetitore di morale al Convitto,<br />
direttore del piccolo Ospedaletto accanto al Rifugio.<br />
Don Bosco non volle scegliere, preferendo che fosse<br />
don Cafasso a scegliere per lui. Così don Cafasso<br />
scelse per lui l’impiego di direttore dell’ospedale di<br />
<strong>San</strong>ta Filomena, accanto all’<strong>Opera</strong> del Rifugio.<br />
Inizialmente questo sembrava contrariare le<br />
inclinazioni di don Bosco che non si sentiva a suo<br />
agio, non potendo stare con i suoi ragazzi.<br />
Ma il teologo Borel lo rassicurò dicendogli che più in<br />
là avrebbe trovate del tempo per dedicarsi ai suoi<br />
ragazzi.
Questo mese L’AM - VIS ha<br />
intervistato Valentina Licci, giovane<br />
animatrice dell’oratorio salesiano di<br />
Lecce nonché nostra cara amica,<br />
laureata in ‘Istituzioni e politiche dei<br />
diritti umani e della pace’ all’Università<br />
degli studi di Padova.<br />
- Vale, che mestiere può fare un<br />
laureato in Istituzioni e politiche dei<br />
diritti umani e della pace?<br />
Bella domanda! In sintesi tutto e niente.<br />
Mi spiego: lo sbocco naturale sarebbe il<br />
tutor minorile, figura professionale che<br />
però in Italia ancora non è tanto<br />
consolidata. Ma in generale puoi<br />
lavorare in ambito amministrativo,<br />
diplomatico, nel mondo della<br />
cooperazione, in campo sociale in senso<br />
lato. Il mio non è un corso di laurea<br />
"professionalizzante" in senso stretto: ti<br />
fornisce una visione globale sul mondo<br />
ma poi la strada te la devi tracciare un<br />
po’ tu. L'ambito che per ora mi interessa<br />
di più è quello dell'associazionismo.<br />
Ah dimenticavo! Puoi anche lavorare in<br />
ambito istituzionale a livello<br />
internazionale<br />
- A quale diritto non rinunceresti mai?<br />
La dignità, che non è un vero e proprio<br />
diritto, non c'è mai stata una definizione<br />
univoca di dignità, ma penso che sia il<br />
diritto supremo, quello che li include<br />
tutti: togli la dignità, hai tolto tutti i<br />
diritti.<br />
- Perché è importante educarsi alla<br />
mondialità?<br />
Per guardare a ciò che succede nel<br />
mondo con occhio "critico", senza<br />
lasciarci impigrire né tantomeno<br />
assuefare da tutto ciò che ci viene<br />
propinato troppo spesso dai mass media<br />
e da tutto ciò che è luogo comune o<br />
pregiudizio<br />
Scritto da Valentina de Tullio<br />
Missionari di Fede, missionari<br />
nella Fede<br />
- Sei da tempo impegnata<br />
nell’animazione missionaria. Che<br />
significa per te la parola “missione”?<br />
"Ciò a cui Dio chiama ognuno di noi".<br />
Per ognuno di noi Dio ha un progetto<br />
unico e irripetibile, realizzarlo è compiere<br />
la propria missione nel mondo..<br />
missionari siamo tutti quanti, ognuno a<br />
suo modo!<br />
Non lo si diventa, lo si è dalla nascita;<br />
solo che c'è chi lo riconosce e chi no, chi<br />
riconosce che Dio ha un progetto su di noi<br />
e chi no. La differenza sta solo lì, non tra<br />
chi parte e chi non parte.<br />
E non ci si riconosce missionari una volta<br />
per sempre! Ricordo che don Giovanni<br />
(salesiano direttore da 30 anni della<br />
comunità di Bemaneviky , in<br />
Madagascar) quest'estate in Madagascar<br />
ci ha detto che lui ancora dopo trent'anni<br />
non si sente missionario. Insomma è una<br />
scoperta quotidiana.<br />
- Adesso una domandina difficile: come<br />
spiegheresti a un bambino cos’è la<br />
‘missionarietà’?<br />
Ai bambini non si dovrebbe neanche<br />
spiegare cosa vuol dire missionarietà ,<br />
loro sono critici di loro e guardano la<br />
realtà in modo spontaneo, non vedono la<br />
differenza tra i colori della pelle, o<br />
almeno, così dovrebbe essere.<br />
Però è anche vero che i<br />
genitori e la società spesso<br />
insegnano presto ad avere<br />
pregiudizi. E quindi va bene<br />
parlarne, in modo semplice.<br />
Direi loro che la missionarietà<br />
è avere il cuore aperto ai bimbi<br />
e alle persone che<br />
incontriamo, volere bene come<br />
ci vuole bene Gesù che è<br />
l'unico vero missionario.<br />
- Hai avuto l’opportunità e la volontà di<br />
vivere un’esperienza estiva in<br />
Madagascar. Quale sentimento hai<br />
provato maggiormente in quelle<br />
settimane?<br />
Meraviglia. Per un mondo nuovo che mi<br />
si apriva davanti, ma soprattutto per tutto<br />
quello che di riflesso scoprivo dentro di<br />
me.<br />
- L’Africa è più odore, rumore, colore, o<br />
sapore ?<br />
Non c'è niente che prevale, non esiste<br />
neanche l'Africa in sé a dir la verità,<br />
esistono i posti, i luoghi, le sensazioni..e<br />
tutti i 5 sensi, nessuno escluso, per viverli<br />
appieno!<br />
- Cosa non manca mai nello zaino di<br />
Valentina?<br />
Mi immagino spesso camminare lungo un<br />
sentiero, con la testa che pensa attraverso<br />
un cuore che ama, con i piedi che<br />
camminano senza sandali, con le mani<br />
libere per poter abbracciare e con uno<br />
zaino che contenga almeno un sorriso al<br />
giorno.<br />
- Direi che dopo questa risposta non<br />
serve aggiungere altro per concludere.<br />
Solo un grande grazie per la tua<br />
disponibilità!<br />
Ma figurati..è stato un<br />
piacere davvero! Avevo<br />
bisogno di queste<br />
domande, a volte si<br />
rischia di impigrirsi un<br />
po’… quindi grazie a<br />
voi.<br />
3
Tante sono le spese che l’oratorio deve sostenere e<br />
tante sono le iniziative che vi si svolgono, non ultimi i<br />
campi scuola estivi. Per questo è stata indetta una<br />
sottoscrizione a premi di beneficenza.<br />
Aderite tutti generosamente<br />
Responsabile :Vito Pasculli<br />
E-mail: cgs.molfetta@libero.it<br />
Grafica: Alessandro Capurso<br />
Donato A. Facchini<br />
REDAZIONE<br />
Donato A. Facchini<br />
Marianna de <strong>San</strong>tis<br />
Porziana Caiati<br />
Cosmo Pisani<br />
Ivana de Ceglie<br />
Valentina de Tullio<br />
Scritto da Donato Facchini<br />
& Porziana Caiati<br />
Tradizioni<br />
molfettesi<br />
Ed anche quest’anno è arrivata la<br />
Pasqua. I Molfettesi si preparano ad<br />
onorare questa ricorrenza secondo le<br />
loro tradizioni; infatti durante la notte<br />
tra il martedì e il mercoledì delle<br />
ceneri, i fedeli si radunano davanti alla<br />
chiesa del Purgatorio per partecipare<br />
alla processione della Croce.<br />
La Pasqua però a <strong>Molfetta</strong> non è solo<br />
questo..bensì anche nelle usanze<br />
popolari; infatti i nostri concittadini<br />
ogni venerdì si astengono dal<br />
mangiare la carne ed infatti si godono<br />
un gustoso panino chiamato ù<br />
pizzaridd. Ma cos’è ù pizzarid? È un<br />
filoncino farcito con del tonno. I<br />
molfettesi sono particolarmente<br />
affezionati a questa tradizione, infatti<br />
le confraternite alla fine delle due<br />
processioni si ritrovano a condividere<br />
questo gustoso spuntino.<br />
Le confraternite sono il segno che<br />
meglio rappresenta la Pasqua<br />
molfettese in tutta la Puglia; esse sono<br />
parecchie ed accompagnano le sacre<br />
immagini durante le processioni. Le<br />
confraternite più importanti e più<br />
numerose sono due:<br />
“L’Arciconfraternita della Morte” e<br />
“L’Arciconfraternita di <strong>San</strong>to<br />
Stefano”, comunemente individuate<br />
dal colore nero del camice,per la<br />
prima, e dal colore rosso, per la<br />
seconda.