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Il Natale come la “notte oscura dell’anima”, così la chiamava<br />
il mistico spagnolo Giovanni della Croce. La festa più attesa<br />
dell’anno, con tutti i suoi simboli, le sue luci, diventa la più<br />
bella metafora della rinasc<strong>it</strong>a interiore.<br />
Un cielo stellato attraversato da una cometa splendente; è l’iconografia<br />
classica del Natale, una festa che precede di molti secoli<br />
quella cristiana. Alla fine del III secolo si celebrava il 25 dicembre<br />
una festa ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da Aureliano, il “dies natalis Solis Invicti”, il<br />
Natale del Sole Inv<strong>it</strong>to, in cui si festeggiava la rinasc<strong>it</strong>a sull’orizzonte<br />
del nuovo sole che era simbolicamente morto al solstizio<br />
d'inverno, cioè era giunto al punto più basso dell’orizzonte. Ma<br />
il 25 invece il Sole era già risal<strong>it</strong>o percettibilmente sull’orizzonte,<br />
era “rinato” e diventava “invincibile” (invictus) sulle tenebre<br />
nelle quali era parso sprofondare poco prima. Questo fenomeno<br />
sicuramente era rimasto impresso nella mente dell’uomo fin dalle<br />
epoche preistoriche, quando la diminuzione di luce e calore aveva<br />
fatto temere lo spegnersi della stella che assicurava la v<strong>it</strong>a sulla<br />
terra e che poi, in quasi tutte le religioni antiche, fu personificata<br />
in un dio. Di qui i festeggiamenti per il suo risorgere. Già mille<br />
e più anni prima della apparizione della cometa (in realtà, secondo<br />
la teoria oggi storicamente più accred<strong>it</strong>ata, non si trattò di una<br />
cometa, ma della congiunzione triplice tra Giove e Saturno nel<br />
7° sec. a.C. o della supernova del 4° sec. a.C. nella costellazione<br />
di Cassiopea) gli uomini celebravano la mezzanotte del 25<br />
dicembre come un momento misterioso, santo, pieno di significazioni<br />
e ricco di fascino e di speranze.<br />
Il Cristianesimo è riusc<strong>it</strong>o a trasferire a sé tali pratiche religiose,<br />
modificando la “nasc<strong>it</strong>a del sole” con la “nasc<strong>it</strong>a di Cristo”, e la<br />
“luce solare” con la “luce divina del Figlio di Dio”. Il sincretismo<br />
si compì lentamente, finché la notte tra il 24 e il 25 dicembre,<br />
cioè la “nox postsolstiziale” che coincideva con l’occasione in<br />
cui ormai da secoli si festeggiava una luminosa genesi astrale,<br />
divenne anche la notte della nasc<strong>it</strong>a di Cristo.<br />
Insomma tra il IV e il V secolo la Chiesa romana, preoccupata<br />
dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal<br />
m<strong>it</strong>hraismo, che con la sua morale e spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à, non dissimile<br />
dal cristianesimo, poteva frenare se non arrestare la diffusione<br />
del Vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno del Natale del<br />
Sole (Sole Invictus) il Natale del Cristo, come vero Sole. Il 25<br />
dicembre è dunque una data convenzionale, scelta in ragione di<br />
passaggi ciclici stagionali e frutto di un processo sincretico. Se<br />
è vero che il Natale discende da antiche cerimonie dedicate al<br />
4<br />
L’Occhio parlante<br />
Natale<br />
tra storia,<br />
presepe<br />
e panettone...<br />
Dio Sole, non deve stupire che, nonostante siano trascorsi molti<br />
secoli, gli antichi significati siano sopravvissuti. Il fuoco, infatti,<br />
un elioemblema universale, è l’elemento fondamentale di numerosi<br />
r<strong>it</strong>uali natalizi europei ed extraeuropei.<br />
A Natale - come per tutte le feste intorno alla fine dell’anno,<br />
Santa Lucia, San Nicola, Sant’Antonio, Capodanno, Epifania -<br />
ancora oggi si usano fare fuochi, falò e fiaccolate. Il m<strong>it</strong>o racconta<br />
che M<strong>it</strong>hra stringeva sempre in mano una torcia, che rappresentava<br />
la luce e il calore che egli effondeva sul mondo. E il Bambin<br />
Gesù ha la testa circondata di raggi solari. E’ da queste origini<br />
che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che doveva<br />
essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e doveva<br />
bruciare nelle case per 12 giorni consecutivi: da come bruciava<br />
si presagiva come sarebbe stato l’anno futuro. In alcune zone<br />
<strong>it</strong>aliane, come in Abruzzo, c’è ancora la tradizione del ceppo<br />
natalizio che brucia nel camino per un’intera notte. Il ceppo<br />
natalizio ai nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele<br />
che addobbano case, alberi e strade.<br />
Quanto all’albero di Natale, che non ha niente a che vedere con<br />
il cristianesimo, quindi con il Natale del Cristo, non è nemmeno<br />
un’invenzione recente, ma si collega a tradizioni e simbologie<br />
arcaiche, anche se la ripresa di questa usanza si r<strong>it</strong>rova per la<br />
prima volta in Germania a Strasburgo e diventa generale solo col<br />
XIX secolo. Il primo abete addobbato viene attribu<strong>it</strong>o a Martin<br />
Lutero, il quale attraversando la Selva Nera di notte, in pieno<br />
inverno, rimase incantato dallo spettacolo fiabesco degli abeti<br />
innevati che luccicavano sotto le stelle. Cercò, così di ricreare la<br />
medesima atmosfera decorando l’albero con candeline bianche<br />
accese. La più suggestiva rappresentazione dello spir<strong>it</strong>o della<br />
Nativ<strong>it</strong>à è senz’altro il Presepe, allest<strong>it</strong>o per la prima volta da<br />
San Francesco che ripropose alla lettera le parole del Vangelo.<br />
Ancora oggi in molti paesi si realizza il presepe vivente ed ogni<br />
ruolo è preparato con passione. Il Bambino, di sol<strong>it</strong>o è impersonato<br />
dall’ultimo bimbo nato in paese.<br />
Ora artisti e artigiani di tutto il mondo danno la loro interpretazione<br />
della Nativ<strong>it</strong>à, dando v<strong>it</strong>a a presepi in cristallo, argento e corallo.<br />
I pastori sono i primi uomini chiamati a condividere il mistero<br />
del Natale, i “puri di cuore” e gli umili che il cristianesimo<br />
evangelico ha esaltato come futuri sovrani del cielo. Oltre ai<br />
pastori, presenti in ogni presepe che si rispetti sono i Magi, ricchi<br />
re d’Oriente capaci di decifrare le geometrie del cielo stellato e<br />
trarne i presagi. Legata alla tradizione del presepe è Napoli, dove