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appunti della relazione - la nuova regaldi

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INDICE<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE DIOCESANA LA NUOVA REGALDI<br />

«Prendi e leggi!». La Bibbia nel cuore <strong>del<strong>la</strong></strong> cultura occidentale<br />

SERIE PRIMA – ANNO 2003/2004<br />

2 - "IN PRINCIPIO…". LETTURA INTEGRALE E COMMENTO DEL LIBRO DELLA GENESI<br />

Martedì 23 marzo 2004<br />

Gen 11,27-19,29: il ciclo di Abramo<br />

Appunti non rivisti dal re<strong>la</strong>tore<br />

Riassunto..............................................................................................................................................1<br />

1. Introduzione .....................................................................................................................................1<br />

2. Il ciclo di Abramo ............................................................................................................................2<br />

2.1. Abramo padre di una moltitudine di popoli e progenitore di Israele...............................................2<br />

2.2. Abramo, chiamato a divenire padre sull’esempio di Dio ...............................................................2<br />

2.3. La visita dei tre angeli alle Querce di Mamre................................................................................4<br />

2.4. La distruzione di Sodoma............................................................................................................5<br />

3- Domanda..........................................................................................................................................7<br />

RIASSUNTO<br />

Abramo è chiamato a entrare con Dio in rapporto di figlio<strong>la</strong>nza e a diventare padre ad imitazione di<br />

Dio. Gli abitanti di Sodoma, che cercano di vio<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sessualità di Dio rappresentata dai suoi messaggeri,<br />

sono sterminati nel<strong>la</strong> distruzione <strong>del<strong>la</strong></strong> città.<br />

1. INTRODUZIONE<br />

Questioni generali sul<strong>la</strong> Genesi. Tradizionalmente divisa in due parti:<br />

- capitoli 1-11: storia delle origini,<br />

- capitoli 12-50: storie dei padri o dei patriarchi<br />

Con questa suddivisione si dà già una chiave di lettura: cosa più universale per tutti gli uomini e solo per<br />

Israele. Ma se guardiamo il senso dei testi questa cesura fra i testi, checché ne dica <strong>la</strong> tradizione ebraica<br />

non è così evidente. La 2° parte senza <strong>la</strong> prima non può sussistere e <strong>la</strong> prima è anch’essa piena di<br />

genealogie. L’ampliamento testuale <strong>del<strong>la</strong></strong> storia delle generazioni propende in questa direzione. Ma Abramo<br />

non spunta dal cielo, c’è <strong>la</strong> sua geneaologia, con Terach. Non si può neanche dire che le origini sono<br />

funzionali ad Abramo, e gli elementi <strong>del<strong>la</strong></strong> storia dei padri sono già presenti nel<strong>la</strong> prima parte. Non vediamo<br />

cesura tra le storie dei personaggi, padri e figli, ma un accaval<strong>la</strong>rsi, un sovrapporsi. Il ciclo di Giuseppe, fine<br />

del libro <strong>del<strong>la</strong></strong> Genesi (da capitolo 37 in poi) trasforma anche il genere letterario: bel<strong>la</strong> novel<strong>la</strong>, uno dei più<br />

belli dell’Antico Testamento. notate l’evoluzione di questi personaggi.


2. IL CICLO DI ABRAMO<br />

2.1. Abramo padre di una moltitudine di popoli e progenitore di<br />

Israele<br />

All’inizio <strong>la</strong> figura di Abramo che entra nel<strong>la</strong> terra a lui promessa, chiamato da una terra straniera e<br />

riceve promessa di essere padre di una moltitudine di popoli, aprendo il ventaglio in modo da permettere al<br />

lettore di andare molto avanti. Dualità: Ismaele e Isacco, poi Esaù e Giacobbe. Ed è sempre il<br />

secondogenito a prevalere: le scelte del Signore privilegiano chi è più debole, meno privilegiato dall’istituto<br />

sociale. Giacobbe ha 12 figli e una figlia. E mentre i maggiori, Simeone e Ruben, emergono nel<strong>la</strong> prima<br />

parte, nell’ultima Giuseppe è il prediletto, ma andando avanti vedremo che tra tutti i figli l’attenzione cadrà<br />

su quel<strong>la</strong> di Giuda, che darà vita al<strong>la</strong> linea messianica. L’attenzione non cade né sui primi né sul più noto,<br />

ma su uno che non era stato poi neanche chiaramente contro <strong>la</strong> vendita di Giuseppe. Non si coglie una<br />

logica di vantaggio e di preferenze nostre umane. Il narratore vuole fare emergere delle scelte un po’<br />

originali di Dio. Il libro ci accompagna da Ur dei Caldei, verso area palestinese e poi in Egitto. Nell’Esodo<br />

invece si procede all’opposto, da Egitto a terra promessa. Vi <strong>la</strong>scio il compito di leggere con attenzione<br />

tutto il libro <strong>del<strong>la</strong></strong> Genesi.<br />

2.2. Abramo, chiamato a divenire padre sull’esempio di Dio<br />

Ciclo di Abramo, storia che ha fatto storia, su cui è cresciuta <strong>la</strong> tradizione di Israele e anche di Ismaele:<br />

tutta <strong>la</strong> storia is<strong>la</strong>mica guarda ad Abramo, e anche <strong>la</strong> tradizione cristiana in Paolo si riconosce in Abramo<br />

padre nel<strong>la</strong> fede. Le tre tradizioni lo considerano in modo diverso. Noi faremo emergere l’Abramo del<br />

testo ebraico, per fare poi emergere se riusciamo, quello delle tre tradizioni. Quindi prima come Abramo<br />

viene costruito come personaggio. Non mi dilungo su problemi legati al<strong>la</strong> storicità di questo personaggio.<br />

Studi hanno cercato di legarlo a ritrovamenti archeologici e in letterature coeve: elementi di contesto utili<br />

al<strong>la</strong> ricostruzione del personaggio o a collocarlo in un contesto verosimile o p<strong>la</strong>usibile. Noi invece cercare<br />

di cogliere le dinamiche retoriche del testo, cosa il testo mi vuole portare a vedere.<br />

Cap 11 dove emerge <strong>la</strong> figura di Abramo: genealogia che cerca di collegare le generazioni dei figli di<br />

Noè: da Sem (da cui i semiti) fino ad Abramo. Terach aveva 70 anni, Abramo era uno di tre figli. Aran<br />

generò Lot, per questo nipote di Abramo. Mogli Abraham Sarai, Nacor e Milpa. Sarai era sterile e non<br />

aveva figli, indicazione del narratore utile successivamente. Di solito si parte a leggere <strong>la</strong> storia dal cap 12<br />

(“Esci dal<strong>la</strong> tua terra”) e per questo si perde parte <strong>del<strong>la</strong></strong> storia, senza capirne <strong>la</strong> dinamica complessiva.<br />

Terach esce con loro da Ur dei Caldei. Questi quattro personaggi escono da Ur dei Caldei per andare<br />

verso Canaan. Questa notazione Canaan era già uscita in storia del diluvio. Cfr. maledizione di Cam: cam è<br />

il padre di Canaan: modalità tipica, di costruire delle genealogie sul territorio: da territorio viene il nome di<br />

un personaggio. Noè comincio a piantare una vigna ecc. Sem e Jafet presero il mantello e se lo misero tutti<br />

e due sulle spalle e non videro il padre scoperto. Sia maledetto Canaan, schiavo degli schiavi sarà per i suoi<br />

fratelli. Già dal<strong>la</strong> storia di Noè, ancora vivente ai tempi di Abramo, c’è maledizione su Canaan, terra abitata<br />

da ido<strong>la</strong>tri per eccellenza, in perenne antagonismo con Israele. Il dio di Abramo è il dio dei padri a partire<br />

da Sem, e più indietro da Noè, e, risalendo più indietro, di Set (Caino e Lamech rappresentano linea<br />

deviante). Benedetto il Signore Dio si Sem… Traducendo: gli abitanti del territorio di Canaan saranno


schiacciati dal padrone quando verrà. Jafet invece collegato di solito alle popo<strong>la</strong>zione del nord,<br />

indoeuropee (Hittiti ecc.). capitolo 10: pochi versetti dedicati alle geneaologie di Jafet, e poi figli di Cam:<br />

Egitto, etiopia e Canaan e terra di Put (vicino a Etiopia e Eritrea è identificata). La cosa stranissima è che il<br />

territorio canaanico abitato dai Cananei che par<strong>la</strong>vano una lingua semitica sono considerati dal<strong>la</strong> Bibbia figli<br />

di Cam e non si Sem, perché sono collegati all’Egitto, è lì il problema. Parte storica: l’Egitto era già signore<br />

in terra di Canaan, e non fa bel<strong>la</strong> figura nel<strong>la</strong> Bibbia: ido<strong>la</strong>tri per eccelenza (v. figura del faraone): Cam<br />

profana <strong>la</strong> figura umana e viene maledetto, con giudizio teologico. Come poi in seguito l’Egitto, preso a<br />

bersaglio di tutte le accuse del Dio di Israele. E Canaan è collegato a questo. In esodo si racconta del<br />

vitello d’oro, toro che era venerato nei santuari cananaici, nel nord, <strong>la</strong> fenicia. Il vitello teneva anche in<br />

mano spesso il serpente, simbolo <strong>del<strong>la</strong></strong> fecondità. Il fatto che Canaan sia collegato ad Egitto e perché<br />

rappresentano l’ido<strong>la</strong>tria per eccellenza, che è fatta così risalire tutta a Cam. Israele in Egitto e in Canaan<br />

sarà in territorio ido<strong>la</strong>trino. Così qui tutta questa teoria è anticipata.<br />

Vanno verso Canaan e si fermano a Carrai: nord, oriente <strong>del<strong>la</strong></strong> Siria e nord occidentale rispetto all’Iraq<br />

attuale. Tappa di carovana perché probabilmente vi risiedeva una parte del c<strong>la</strong>n, comunque tappa<br />

significativa. Poi Abraham prosegue, morto Terach. L’intenzione di Terach era di andare a Carrai. La<br />

storia per Israele è innanzitutto <strong>la</strong> genealogia, e se manca questo asse portante manca <strong>la</strong> cosa più<br />

importante <strong>del<strong>la</strong></strong> storia. Stavo leggendo libro di François Xavier von Thuan, sacerdote incarcerato in<br />

Vietnam, che scrive: ringrazio <strong>la</strong> liturgia di aver messo <strong>la</strong> genealogia nel<strong>la</strong> liturgia; le genealogie per i<br />

vietnamiti sono fondamentali, mentre a voi occidentali non dicono più niente. Per noi pizza incredibile, ma in<br />

parti del mondo sentono come François Xavier von Thuan…, più vicino di noi che a questa mentalità: ogni<br />

nome ti fa rimbalzare nel<strong>la</strong> memoria tutta <strong>la</strong> storia. Il signore gli par<strong>la</strong> quando non ha più il padre ed è<br />

“orfano”. Vattene dal tuo paese, patria e casa di tuo padre, verso il paese che ti indicherò. Il paese <strong>del<strong>la</strong></strong><br />

sua origine e genealogia, dove ha piantate le sue origini. Non sa ancora dov’è questo paese. Poi gli<br />

presente altra prospettiva di gente e personaggi: farò di te un grande popolo e ti renderò una benedizione.<br />

Sarò con te e ti proteggerò con tutto il tuo popolo, invece tutti quelli che ti ostacoleranno saranno maledetti.<br />

Sarai una benedizione per tutte le genti <strong>del<strong>la</strong></strong> terra: benedizione ancora più forte di tutte quelle dei<br />

personaggi che lo hanno preceduto. Non è vero che restringe il campo: lo ampia. Sem è solo uiìna<br />

famiglia…. Parole misteriose: cosa mai voleva dire il signore? C’e’ troppo in queste poche parole: devono<br />

esser decodificate con il prosieguo del racconto sennò non si capiscono. Lui però si trovava a Carrai, e<br />

allora cosa vuol dire di <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> sua terra? Cosa da capire. Ragiono passo passo come un lettore<br />

ignorante, che non conosce il resto. Terach parte con loro verso Canaan. Ci ferma a Carrai, e poi Abramo<br />

continua ad andare ancora verso Canaan, dove erano già diretti. Ma il paese che Dio doveva indicare era<br />

effettivamente Canaan? Vedremo come il testo ci risolve questa cosa. Sichem, quercia di More. Siamo al<br />

centro dell’area palestinese, area centrale del regno di Samaria, dove c’è il pozzo di Sichem fatto da<br />

Giacobbe. Luogo di antichi santuari. Lì ci sono i Cananei. Cam è nome eponimo del territorio. In quel<br />

territorio di Canaan ci abitano i Cananei, coloro che condividono <strong>la</strong> prospettiva di Canaan, che è<br />

maledetto. Il dio che lo chiama non è certamente il dio di Canaan, ma quello di Sem. il signore Jahvè<br />

appare ad Abraham e gli dice: al<strong>la</strong> tua discendenza darò questo paese. Allora lui costruisce un altare al<br />

Signore che gli è apparso. Torniamo indietro: paese che ti indicherò e farò di te un grande popolo (cioè<br />

grande discendenza). Lui decide di andare a Canaan e a Sichem, luogo profanato dai Cananei, ascolta <strong>la</strong>


paro<strong>la</strong> del Signore, e al<strong>la</strong> discendenza darò questo paese: così <strong>la</strong>ncia in avanti <strong>la</strong> discendenza. Quando<br />

Israele dovrà cacciare i Cananei dal<strong>la</strong> terra <strong>la</strong> promessa si compirà. Allora il paese era quello o no? Sì,<br />

Canaan compie <strong>la</strong> missione che era nel<strong>la</strong> mente anche di Dio. Poi passa sulle montagne dopo Betel, lì<br />

costruì altare al Signore e sta sempre nel territorio di Canaan. Riflessione: il padre Terach ha in mente di<br />

migrare in un paese. Il signore dice ad Abraham di uscire da sua terra e andare in altro paese. Coincidenza:<br />

sono lo stesso paese. Così il pensiero di Terach coincide con quello di Jahvè. Terach è suo padre e muore<br />

e proprio allora ascolta una <strong>nuova</strong> voce che continua sul<strong>la</strong> lunghezza d’onda delle cose dette dal padre.<br />

Non è che per caso <strong>la</strong> storia di Abramo è storia collocata all’origine che mi dice come si diventa padri<br />

dall’essere figlio? Abramo chiamato a passare dall’essere figlio di Terach a figlio di Dio. Altra voce che lo<br />

adotta, quel<strong>la</strong> di Jahvè. Abrarmoo lo ascolterà o no? Lo ascolta. Questo padre è Dio, il Dio di Israele.<br />

Allora comincia ad essere percepito come figlio adottivo di Jahvè. In questo cammino dovremo cercare di<br />

capire quanto Abramo impara ad essere figlio, perché poi dovrà diventare padre. Solo da figlio di Dio è<br />

possibile capire cosa vuol dire imitare Dio come padre, quando avrai un figlio. Con Isacco dilemma: devo<br />

esser padre come Terach o come Jahvè? Dilemma di paternità presentato qui all’inizio. Abramo cammina<br />

in itinerario non solo geografico ma pedagogico ed imparerà a diventare padre non da Terach ma da Jahvè<br />

e proprio nel vertice del capitolo in cui è chiamato a sacrificare il figlio <strong>del<strong>la</strong></strong> promessa, come<br />

contraddizione che sembra non avere senso nell’atteggiamento di Dio.<br />

Non possiamo soffermarci su tutto: episodi anche molto complessi. Prima alleanza con <strong>la</strong> visione delle<br />

stelle in cielo, animali divisi, che indica alleanza uni<strong>la</strong>terale che Dio stringe con Abramo, tutta spostata su<br />

fedeltà di Dio. Schiava egiziana, figlio misto tra origine mesopotamica e egiziana, come un figlio<br />

contaminato. Abraham pensa che sarà il suo discendente, ma poi il figlio è quello che viene dalle viscere di<br />

Sarai. Muta nome da Abram a Abraham, che nell’etimologia popo<strong>la</strong>re significa padre di molti popoli,<br />

padre di una moltitudine di popoli. Da qui in avanti il testo italiano lo chiama Abramo. Cambia il nome è<br />

quindi è per lui una vocazione, come sempre nel<strong>la</strong> storia di Israele. Circoncisione, che anch’essa<br />

meriterebbe un lungo discorso. Elemento identificativo del popolo di Israele legato al tema <strong>del<strong>la</strong></strong> fecondità<br />

che è legata a Jahvè, segno che indica che l’origine <strong>del<strong>la</strong></strong> vita è il Signore.<br />

2.3. La visita dei tre angeli alle Querce di Mamre<br />

Episodio dei personaggi di mamare, sodomia e gomorra e poi sacrificio di Isacco.<br />

Cap 18 è testo che ha attirato l’attenzione da sempre: tradizione ebraica e poi cristiana ha voluto<br />

vedervi annidata <strong>la</strong> complessità di Dio. Personaggi trattati al singo<strong>la</strong>re e al plurale: tre, ma poi par<strong>la</strong> solo<br />

uno ecc. Testo adatto per far pensare al<strong>la</strong> tradizione cristiana <strong>del<strong>la</strong></strong> Trinità (cfr. l’icona famosa di Rubliov).<br />

Vi metto lì delle domande insidiose: questi tre, chiamati angeli (= messaggeri, angelos, ma<strong>la</strong>k: colui che<br />

annunzia, rappresentativo <strong>del<strong>la</strong></strong> funzione di mandare una paro<strong>la</strong>, a volte usato solo per dire che <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di<br />

Jahvè raggiunge il destinatario, è un messo). Tre messaggeri, chiamati semplicemente anche uomini<br />

(anashim). Chiamati anche “mio Signore” e “miei Signori”. Sappiamo che è anche al voce del Signore che<br />

si rivolge ad Abramo, e agiscono sempre insieme. Come può Abramo vedere il Signore, se a nessuno è<br />

concesso? I tre sono tutti sullo stesso livello, e sono sempre tutti e tre o uno e due ecc. Se non sono<br />

sempre tre che significato ha questo? “Mio Signore se ho trovato grazia a tuoi occhi” (lo sta dicendo a tutti<br />

e tre o a uno solo dei tre?), “<strong>la</strong>vatevi i piedi” (pulrale). “Quelli dissero” (plurale) “fa pure come hai detto”.


Mangiarono e poi gli dissero. Dov’è sara? Il signore rispose: tornerò da te fra un anno (singo<strong>la</strong>re). Sara rise<br />

dentro di sé. Aveva riso anche Abramo nel capitolo precedente (v. 17: si prostrò con <strong>la</strong> faccia a terra: a<br />

uno di 90 anni potrà nascere un figlio?). Izaak in etimologia popo<strong>la</strong>re significa “il figlio del riso”. Qui<br />

emerge il ridere nel racconto nel<strong>la</strong> formazione di Israele. Di solito il riso in Antico Testamento e Nuovo<br />

Testamento è visto come riso di scherno; ride chi non crede e chi ti demolisce, ma ride anche Dio nel<br />

Salmo 2, vedendo tutte le macchinazioni degli uomini. Quando l’uomo ride dei piani di Dio c’è poco da<br />

ridere. Abramo e Sara sono in crisi entrambi rispetto al<strong>la</strong> fede: sul<strong>la</strong> terra passi, ma sul<strong>la</strong> discendenza<br />

(vecchi e Sara sterile, se da giovane non ha mai fatto niente..), se <strong>la</strong> natura è contro, come è possibile?<br />

Allora ridono: mancanza di fede nel piano di Dio. Cfr. ai piedi <strong>del<strong>la</strong></strong> croce risa per schernire Gesù. E Gesù<br />

mai presentato con un solo sorriso sul<strong>la</strong> bocca: piange si commuove ma non ride mai. Non vuol dire –<br />

penso - che non abbia mai riso, ma dire che lo avesse fatto era mettere in crisi <strong>la</strong> sua figura. Come mai<br />

Sara ha riso? C’e qualcosa di impossibile al Signore (cfr. questa frase ritorna nell’episodio<br />

dell’Annunciazione). Sì hai proprio riso: onniscienza dei personaggi che l’anno sgamata che rideva nel<strong>la</strong><br />

tenda.<br />

2.4. La distruzione di Sodoma<br />

Vanno a vedere Sodoma dall’alto. Devo io tener nascosto ad Abramo ciò che sto per fare? Allora qui<br />

capiamo che è lo stesso personaggio che compare al capitolo 11, in continuità con quello che gli aveva<br />

par<strong>la</strong>to e ora gli è visibile. Noi di Sodoma sappiamo <strong>del<strong>la</strong></strong> battaglia del capitolo, in cui il re di sodomia stava<br />

perdendo tutto, ma siccome c’era Lot (gematria il nome di eliezer di damasco dice 318, numero dei<br />

guerrieri di Abramo, con questo manipolo salva Sodoma e entra in scena <strong>la</strong> figura di Melchisedec, re). In<br />

sodomia c’è Lot, suoi figli e generi., cosa importante. Cosa ha fatto Sodoma? Cerchiamo di chiarire un<br />

altro dei punti oscuri <strong>del<strong>la</strong></strong> Bibbia: il grido contro Sodoma è troppo grande… se i tre personaggi sono lì e<br />

gli par<strong>la</strong> da lì…: voglio scendere a vedere. Di solito è dal cielo, invece lì e sul monte, vicino ad Abramo.<br />

Quegli uomini vanno verso Sodoma ma Abramo resta davanti al signore: allora vanno via non tutti e tre ma<br />

solo due, o tutti e tre, ed il signore rimane lì lo stesso? Testo molto facile…! Lo so solo al capitolo 19: i due<br />

messaggeri arrivarono a Sodoma sul fare <strong>del<strong>la</strong></strong> sera: il Signore è quello che rimane là e due messaggeri se<br />

ne vanno. Allora non sono più il Signore? Ma Lot li chiama “Signore”. Comunque i tre personaggi si sono<br />

divisi, questo è importante. Abramo ha capito che l’intenzione del Signore è di sterminare Sodoma. E allora<br />

lui cerca di intercedere come ai tempi <strong>del<strong>la</strong></strong> battaglia, difendendo Lot e così anche il re di Sodoma. Lungi<br />

da te sopprimere il giusto con l’empio. Prima si inchina dà da mangiare ecc., ma ora prende grinta: non<br />

vorrai mica fare un minestrone unico: ricordati chi sei, un dio giusto, che sa dividere il giusto dall’empio. Si<br />

ferma a 10, perché se va sotto gli andava bene, perché c’era i due amici, lot, moglie e figli. Questi sono<br />

abitanti che vengono da fuori, invece quelli di Sodoma sono tutti condannati. Ma qual è il loro peccato?<br />

Tutti credono di saperlo, invece no. Abramo torna a Mamre. E invece a Sodoma cosa avviene? La<br />

telecamera si sposta verso Sodoma. Che cosa avverà? tempi bervi, occorre fare in fretta. Lot di prostra di<br />

fronte ai due messaggeri. Anche Abramo aveva fatto così, e non si erano messi d’accordo, non c’erano i<br />

telefonini allora. Miei Signori venite in casa del vostro servo (plurale). Casa e piazza. La casa era il luogo<br />

dove si pernottare e <strong>la</strong> piazza il luogo del giorno. La casa era luogo ristrettissimo dove a stento si riusciva a<br />

stare a mangiare e poi si dormiva, di giorno si stava nel<strong>la</strong> piazza, il luogo dell’incontro. Egli prepara per loro


un banchetto, come Abramo. Azzimi già preannuncio di ingrediente tipico del seguito <strong>del<strong>la</strong></strong> festa di Pasqua.<br />

Lot fa cuocere il pane nuovo, quello che fa da lievito per il pane successivo ed introduce perciò una novità.<br />

“Falli uscire perché possiamo abusarne”. Di qui si fa uscire tradizionalmente tendenza omosessuale,<br />

perché sono detti messaggeri al maschile. Ora tipico caso in cui ai nostri orecchi Lot non fa figura di<br />

ga<strong>la</strong>ntuomo e di tute<strong>la</strong>tore <strong>del<strong>la</strong></strong> famiglia. Lot esce e chiude il battente dentro di sé e dice, no fratelli miei, li<br />

considera al<strong>la</strong> pari come figli di Dio. Sono entrati all’ombra del mio detto, prendete piuttosto le mie figlie…:<br />

che padre! Non era uno stinco di santo, visto così. Vedete che viene da fuori e vuole fare il giudice.<br />

Sporsero le mani e si trassero in casa Lot e colpirono gli uomini con un bagliore accecante, luce<br />

straordinaria, che proviene dall’alto, da Dio. Fai uscire i tuoi da questo luogo, perché stiamo per<br />

distruggerlo. Allora fa capire che questi due sono in solidum con l’altro, hanno <strong>la</strong> stessa conoscenza,<br />

portano <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>: il Signore ci ha mandati a distruggerli. Quello che è là con Abramo o quello che è nei<br />

cieli? Non è tutto chiaro. I generi di Lot si perdono. Se stanno con le figlie di Lot, non tutti a Sodoma sono<br />

ma<strong>la</strong>ti di sodomia. Se questi personaggio portano <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del Signore e portano sacramentalmente <strong>la</strong> sua<br />

presenza, rappresentano il Signore. Uno resta con Abramo, gli altri vogliono abusare di quei due a<br />

Sodoma. Gli abitanti vogliono abusare di loro, e poi anche di Lot. Non si dice che si divertono tra di loro, e<br />

avevano materiale umano di certo. Si dice invece che vogliono abusare sessualmente del Signore. La sfera<br />

<strong>del<strong>la</strong></strong> sessualità è da intendersi in modo molto di verso da oggi: è il mistero <strong>del<strong>la</strong></strong> trasmissione <strong>del<strong>la</strong></strong> vita, del<br />

fatto che si possa perpetuare. Il fatto che si dica che il primo uomo nasce dal Signore è per dire che ogni<br />

figlio dell’uomo, di Adamo è figlio di Dio. La sessualità allora ci è consegnata per poter rimandare a lui e<br />

ogni azione sessuale deve essere epifania del volto generativo di Dio. Allora <strong>la</strong> <strong>re<strong>la</strong>zione</strong> tra maschile e<br />

femminile è quel<strong>la</strong> che dà l’immagine dei Dio nell’uomo. È una <strong>re<strong>la</strong>zione</strong> generativa. Ma guai a uomo e<br />

donna che si credono padroni <strong>del<strong>la</strong></strong> vita: è il Signore che ti concede di assomigliargli. In Sodoma il maschile<br />

vuole abusare <strong>del<strong>la</strong></strong> sessualità di Dio, cioè infrangere l’iammagine di Dio fra gli uomini, infrangere <strong>la</strong> sua<br />

icona, che è nel rapporto tra uomo e donna. Siccome <strong>la</strong> cosa è con Dio, è fonte di giudizio come con figli<br />

degli dei che si accoppiano con figlie degli uomini e come a Babele dove gli uomini vogliono salire verso<br />

Dio, rubare il cielo a Dio e vengono maledetti. Ogni volta che l’uomo vuole trasformare Dio al suo livello.<br />

Allora offrire le figlie significa: restituite il volto di Dio all’umanità, convertitevi, venerate e prostatevi ai piedi<br />

di questi uomini, che rappresentano dio , Signore <strong>del<strong>la</strong></strong> vita. Mandando le due figlie vuole ristabilire il piano<br />

originario di Dio. È lo stesso peccato di non accettare di essere creature, ma volersi mettere sul piano del<br />

creatore. Allora Sodoma è ido<strong>la</strong>tra come Babele.<br />

In precedenza cosa avevano creato di negativo gli abitanti di sodomia? La Bibbia spesso fa così: ti dice i<br />

motivi delle cose mentre te le racconta. È nell’accadimento che ti presenta che cosa vogliono fare. Il testo ti<br />

presenta che <strong>la</strong> città è peccaminosa. Magari anche per altre cose, ma l’unica che ti viene detta è quel<strong>la</strong>, e<br />

allora devi concentrarti su di essa: è il peccato fondamentale, l’ido<strong>la</strong>tria, non si vuole vedere Dio in questa<br />

sua dimensione del Dio <strong>del<strong>la</strong></strong> vita.<br />

Mancanza di rispetto <strong>del<strong>la</strong></strong> generazione come Dio ha impostato. Simile al peccato di origine? La me<strong>la</strong><br />

(meglio, il frutto) non rappresenta il peccato ma <strong>la</strong> competenza di distinguere il bene dal male.<br />

Consumazione di un modo di concepire <strong>la</strong> realtà <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>re<strong>la</strong>zione</strong> con Dio. Questione re<strong>la</strong>zionale: da chi mi<br />

viene <strong>la</strong> vita, da chi hai <strong>la</strong> salvezza? È conoscenza teologica, non etica: dov’è il mio dio?


Come mai inserita questa cosa nel ciclo di Abramo? Che bisogno c’era? Pensate che sono raccolte di<br />

varie sottoraccolte e concrezioni saline abbondanti in questa zona, con configurazione simili a figure umane,<br />

può darsi che abbiamo ispirato dei racconti eziologici. Ecco allora che nel<strong>la</strong> vicenda di Abramo si<br />

inseriscono queste cose, che anche saltandole si potrebbe pensare che va avanti <strong>la</strong> storia. Ma è vero che<br />

togliendo questi testi <strong>la</strong> storia resta <strong>la</strong> stessa? Non si toglie qualcosa di importante? I tre personaggi<br />

potevano scomparire dopo l’annuncio di figlio ad Abramo. Qui dicono che il signore ha ben chiaro chi è<br />

empio e chi no (Abramo lo mette al<strong>la</strong> prova) e il criterio è quello di non confondere Dio con l’uomo. Certo,<br />

se lo si legge sul paino novellistico, <strong>la</strong> cosa è chiaramente avvertita in modo meno importante.<br />

3- DOMANDA<br />

“Beati voi che piangete, perché riderete” delle beatitudini che senso ha?<br />

Beati voi che piangete perché riderete… Non valutazione negativa ma passare dal dolore al<strong>la</strong> gioia. Il<br />

riso dei primi però è diverso da quello dei secondi: il riso dei secondi è quello dello scherno, che viene<br />

punito, invece per gli altri c’è il riso finale <strong>del<strong>la</strong></strong> gioia.

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