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GRAFFITI - <strong>aprile</strong> '97<br />

GRAFFITI<br />

1<br />

ANNO 6º - N. 50 - APRILE '97<br />

PERIODICO CAMUNO DI INFORMAZIONE, CULTURA, DIBATTITO<br />

Dir., Red., Amm.ne: Darfo B.T., v.lo Oglio - Dirett. responsabile: Tullio Clementi - Autorizz.Trib.Brescia n.3/92 del 10.01.92 - Comma 27, art.2, legge 549/95, Filiale Bs - Tipografia Lineagrafica, via Colture 11, Boario Terme<br />

EDITORIALE<br />

lavoro e occupazione: tutti d'accordo?<br />

Tutti concordano sul fatto che il problema del lavoro e dell'occupazione<br />

merita la massima considerazione. Così si ritrovano stranamente<br />

concordi industriali, destra e sinistra, conservatori e rivoluzionari.<br />

Ma qual'è la realtà? Confindustria e addentellati pensano soprattutto<br />

alla soppressione di tanti lacci e lacciuoli, ma anche ai profitti che potrebbero<br />

venire dall'ingresso nel mercato del lavoro di una massa di<br />

senza lavoro (da contrapporre agli occupati) precaria, dispersa e succube,<br />

come ogni esercito di disoccupati che si rispetti.<br />

I Sindacati interpretano la domanda dei loro possibili futuri iscritti accreditando<br />

la possibilità di sommare ai diritti di coloro che già oggi assorbono<br />

tutte o quasi le protezioni offerte dallo “Stato sociale” i diritti<br />

di coloro per cui non residuano risorse analoghe. Per i Sindacati del<br />

Pubblico impiego il posto di lavoro è addirittura un “atto dovuto”.<br />

La destra pensa al problema del lavoro fondamentalmente all'americana<br />

e cioè come libertà per il padrone di assumere e licenziare, di premiare<br />

e castigare, di spostare i propri investimenti in ragione del minor<br />

costo della manodopera e del massimo profitto possibile.<br />

La sinistra ci pensa, invece, come allargamento della partecipazione<br />

sociale alla produzione e come forma di godimento effettivo dei diritti<br />

sociali pur nel rispetto del principio della redditività del lavoro.<br />

L'estrema sinistra interpreta l'occupazione come un diritto sociale puro<br />

e semplice, anche a prescindere dalla sua redditività.<br />

Come si vede, quasi nessuno intende la stessa cosa. Sarà per questo<br />

che è così difficile trovare un accordo su un punto comune?<br />

Per quel che riguarda la sinistra, serve a qualcosa far notare che i posti<br />

di lavoro si creano nelle aziende, negli uffici o nei campi per produrre<br />

beni di consumo e servizi? E che è ben strano che chi critica il consumismo<br />

ad ogni occasione rivendichi poi l'aumento delle persone che in<br />

ultima analisi lavorerebbero per produrre nuovi beni e servizi e quindi<br />

nuovi consumi.<br />

Per non dire di chi ancora oggi contesta in ogni sua variante il lavoro<br />

salariato come forma di alienazione e non cessa di ricordarci che ogni<br />

ragionamento sui guai dei nostri giorni deve cominciare da lì.<br />

Non aggiungo altre considerazioni, credendo di aver offerto sufficiente<br />

carne al fuoco per iniziare un simbolico banchetto di osservazioni e ragionamenti<br />

che rimangono ineludibili per una sinistra che voglia rimanere<br />

tale e che, nel contempo, voglia anche governare con una qualche<br />

chiarezza i problemi sociali. (Pier Luigi Milani)<br />

La relazione del segretario della Cisl,<br />

Roberto Ravelli Damioli, non può certamente<br />

essere accolta in queste due o<br />

tre mezze colonne, ed una sua sintesi<br />

rischierebbe di essere tanto avara da<br />

non rendergli giustizia. Ragion per cui<br />

cercheremo di farne rientrare i contenuti<br />

essenziali attraverso il ricco dibattito<br />

che si è sviluppato nella mattinata<br />

di giovedì 20 marzo all'Eremo di<br />

Bienno, durante la fase di apertura del<br />

quinto congresso comprensoriale.<br />

Il Congresso, presieduto da Gigi Mastaglia,<br />

si apre all'insegna di uno slogan<br />

molto accattivante (e forse non<br />

privo di qualche freccia provocatoria):<br />

“Negoziamo il futuro”.<br />

E, dopo l'articolata relazione di Roberto<br />

Ravelli, si entra subito nel vivo delle<br />

questioni con gli interventi degli invitati.<br />

Esordisce Germano Pezzoni<br />

(Lega Nord) che, contrariamente ai<br />

toni di rumorosa propaganda cui ci<br />

hanno ormai abituati gli esponenti di<br />

quel partito, esprime una apprezzabile<br />

disponibilità al confronto, con particolare<br />

attenzione ai temi del mercato del<br />

lavoro e della Sanità.<br />

Segue Angelo Zanelli (Uil di Brescia),<br />

che dopo alcune scontate considerazioni<br />

sullo Stato sociale si appiattisce<br />

5º CONGRESSO DELLA CISL<br />

a cura della Redazione<br />

ssu una posizione di circostanza (che<br />

sarà uguagliata solo da un altro esponente<br />

del sindacalismo bresciano: Renato<br />

Zaltieri, della Cisl).<br />

Sandro Poni (assessore al Bim): invita<br />

ad occuparci del lavoro che manca,<br />

prima ancora che del lavoro che cambia<br />

(tema, quest'ultimo, richiamato<br />

nella relazione di Ravelli) e, quindi, a<br />

far uscire dall'ambito confuso in cui si<br />

trova l'Osservatorio per l'economia e<br />

l'occupazione, ovvero, recuperare l'efficienza<br />

della politica.<br />

Mino Bonomelli (Cgil comprensoriale):<br />

dopo aver invitato (rintuzzando<br />

così con molta diplomazia e altrettanta<br />

determinazione la chiamata in causa<br />

da parte di Ravelli) ad evitare il ripetersi<br />

della schizofrenia tra la ritualità<br />

delle enunciazioni e la pratica con cui<br />

si consolidano poi scelte di altra natura,<br />

invita a non rinunciare all'idea di<br />

un nuovo soggetto sindacale che sia in<br />

grado di rappresentare tutto il mondo<br />

del lavoro.<br />

Pierluigi Mottinelli (presidente della<br />

Comunità montana): da atto al sindacato<br />

di aver saputo impegnare le associazioni<br />

imprenditoriali bresciane nell'Osservatorio<br />

permanente per l'econo-<br />

UN MUSEO PER IL LAVORO CHE NON C'È PIÙ<br />

Con due brevi introduzioni da parte<br />

del sindaco di Cedegolo Giampiero<br />

Guizzetti e del presidente<br />

della Comunità montana di Valcamonica<br />

Pierluigi Mottinelli, e con<br />

la sala gremita di persone (fra cui<br />

molti studenti), si è aperto nella<br />

giornata di martedì 18 marzo, a<br />

Cedegolo, il Convegno di studi<br />

promosso dalla Fondazione Micheletti<br />

sul tema: “Il museo dell'industria<br />

idroelettrica in Vallecamonica”.<br />

Per l'intera mattinata si sono poi<br />

avvicendati relatori estremamente<br />

competenti sull'argomento: da Valerio<br />

Castronuovo (Università di<br />

Torino) che ha parlato del settore<br />

idroelettrico nella storia dell'industrializzazione<br />

italiana, a Pier<br />

Paolo Poggio (Fondazione Micheletti)<br />

che ha parlato del museo<br />

come di una occasione di ricerca<br />

sociale per la nuova generazione;<br />

da Giorgio Azzoni e Claudio Gasparotti<br />

(Studio di architettura<br />

mia e l'occupazione e, quindi, invita a<br />

guardare verso l'Europa come occasione<br />

di sviluppo per le aree deboli.<br />

Vincenzo Franzoni (amministratore<br />

delegato della omonima azienda tessile):<br />

in palese dissenso con l'opinione<br />

espressa da Mino Bonomelli sul tema<br />

della flessibilità, afferma che la subalternità<br />

dell'economia italiana rispetto a<br />

quella di molti altri paesi industrializzati<br />

dipende soprattutto dalle carenze<br />

italiane nel settore della ricerca e della<br />

innovazione. Carenze che sarebbero<br />

accentuate anche dalle rigidità nel<br />

mercato del lavoro.<br />

Sandro Bonomelli (presidente della<br />

Secas): richiamandosi ai risultati di<br />

una recente indagine, ed in tema con<br />

alcune indicazioni contenute nella relazione,<br />

afferma che i lavoratori tutelati<br />

da un qualche contratto di lavoro sarebbero<br />

di molto inferiori a quelli privi<br />

di ogni tutela.<br />

Enzo Raco (presidente di Ecocamuna):<br />

dice che la nuova dimensione tecnologica<br />

ci costringerà a rivedere i nostri<br />

comportamenti tradizionali e consolidati,<br />

ed in tal senso dovremo guardare<br />

con una diversa attenzione anche<br />

ai servizi tecnologici relativi all'energia,<br />

ai rifiuti ed all'uso delle acque.<br />

di Tullio Clementi<br />

Aura Engineering) che hanno illustrato<br />

gli aspetti tecnici del progetto,<br />

all'assessore regionale alla cultura<br />

Marzio Tremaglia, che ha descritto<br />

alcune caratteristiche del sistema<br />

museale lombardo e, quindi,<br />

delle prospettive per lo stesso progetto<br />

di Cedegolo; per concludere<br />

con l'intervento dell'assessore alla<br />

cultura della provincia di Brescia<br />

Tino Bino, che ha tracciato alcuni<br />

percorsi ed alcune prospettive (ed<br />

anche alcune critiche: “abbiamo<br />

inventato e smontato molti osservatori<br />

in questi ultimi vent'anni,<br />

ma non siamo stati capaci di creare<br />

un solo osservatorio di carattere<br />

turistico culturale”) per lo sviluppo<br />

del turismo culturale nel bresciano.<br />

Nel pomeriggio il convegno è proseguito<br />

con relatori altrettanto qualificati,<br />

che hanno parlato della<br />

deindustrializzazione e delle risorse<br />

del territorio (Aldo Bonomi, coordinatore<br />

nazionale del Cnel per i<br />

patti territoriali), della struttura archivistica<br />

dell'Enel (Arrigo Donà,<br />

Caposezione Affari generali Enel<br />

del compartimento di Milano), dei<br />

lineamenti di storia del settore<br />

idroelettrico camuno (Mimmo<br />

Franzinelli, presidente della Commissione<br />

cultura della Comunità<br />

montana di Vallecamonica), delle<br />

prospettive per l'industria idroelettrica<br />

in Valcamonica (Claudio Cal-<br />

vi, responsabile del nucleo idroelettrico<br />

Enel di Cedegolo), dell'elettricità<br />

e dell'illuminazione in<br />

rapporto all'immaginario collettivo,<br />

ovvero, l'utopia come nuovo<br />

indirizzo di sviluppo (Giuseppa<br />

Saccaro del Buffa Battisti, Università<br />

La Sapienza di Roma), della tutela<br />

del monumento come strumento<br />

per la tutela della memoria (Ruggero<br />

Boschi, sovrintendente ai beni architettonici<br />

di Brescia, Mantova e<br />

Cremona) e, infine, dopo un breve<br />

dibattito fra il pubblico in sala, l'intervento<br />

conclusivo (sempre che un<br />

convegno di tali ambizioni possa essere<br />

racchiuso in una conclusione)<br />

di Aldo Rebecchi, Vicepresidente<br />

della Provincia di Brescia.<br />

“... le trasformazioni riguardano il<br />

mondo dell'impresa e del lavoro. Il<br />

motore dello sviluppo si sposta dai<br />

nuclei industriali storici verso centri<br />

minori e aree emergenti.<br />

L'impresa porta all'esterno una serie<br />

di funzioni che vengono svolte da<br />

aziende minori e da consulenti, contrattisti,<br />

lavoratori del sommerso.<br />

Crescono attività e nuove professioni<br />

nel terziario [...].<br />

Si espande il lavoro temporaneo,<br />

divenuto ormai la componente più<br />

dinamica della nuova occupazione<br />

e caratterizzato da elevatissima mobilità<br />

interaziendale...<br />

Anna Avitabile<br />

"Il coraggio di mettersi in gioco"<br />

DIRITTO E... ROVESCIO<br />

dentro e fuori la “cittadella”<br />

A volte, quando parli del mondo degli esclusi dalla “cittadella”, hai l’impressione<br />

di essere a malapena tollerato, quasi come un vecchio e patetico moralista<br />

che, non volendosi rassegnare alle forme ed agli usi del mondo reale, insiste oltremisura<br />

nell’enfatizzazione delle proprie fantasiose opinioni... controcorrente.<br />

E allora provo a raccontare un po’ negli intimi particolari qualche brandello di<br />

storia vissuta in questo cosiddetto mondo reale. Ho contribuito per oltre due<br />

decenni a far crescere tre figli nella condivisione di una sorta di patto etico in<br />

cui una regola di fondo consisteva nella rinuncia ad ogni sorta di raccomandazione<br />

o di altra interferenza per affrontare i problemi del lavoro e della vita: in<br />

sostanza, abbiamo affidato il nostro futuro alle leggi del cosiddetto mercato<br />

(che allora si chiamavano eufemisticamente “pari opportunità”) ben prima che<br />

lo stesso mercato venisse adottato dalle nuove levatrici della modernità.<br />

Risultato: due figlie centrifugate nell’area milanese appena ottenuta la maturità,<br />

per un lavoro a part-time in un supermercato (una) e a tempo determinato<br />

presso un centro servizi fiscali (l’altra), mentre il terzo figlio è riuscito a pagarsi<br />

l’iscrizione universitaria grazie ad un lavoro di manovale con una cooperativa<br />

che prestava operai agli stabilimenti camuni (non so se si chiamava già<br />

allora “lavoro interinale”).<br />

E, tanto per allargare un po’ l’ambito strettamente familiare, potrei aggiungere la<br />

situazione in cui si trovano (o si sono trovati) i rispettivi compagni delle mie due<br />

figlie (immigrati dal Veneto e dalla Puglia): uno, diplomato, disoccupato per diversi<br />

mesi (di cui solo tre coperti da indennità) dopo essere stato licenziato da<br />

una impresa edile finita male, l’altro, laureato in ingegneria civile, costretto ad<br />

accettare sotto forma di commesse poco più che settimanali un lavoro che avrebbe<br />

invece i requisiti per essere considerato di tipo “dipendente” a tutti gli effetti.<br />

Oddio, sono ben consapevole che c’è di peggio! E vi chiedo scusa se, del tutto<br />

involontariamente, ho drammatizzato un po’ troppo la situazione, ma una cosa la<br />

vorrei comunque aggiungere: mi si potrà dare magari anche del pirla (per non<br />

aver capito in tempo quali dovevano essere gli approcci al mondo reale), ma non<br />

mi si può certamente chiedere di bere come fondamenti dello Stato sociale quelli<br />

che vengono con sempre più settario egoismo chiamati “diritti acquisiti”. (t.c.)


2<br />

SANITA'<br />

I DIRITTI DEL CITTADINO IN VALCAMONICA<br />

«Il “Centro diritti del cittadino Vallecamonica”, dopo<br />

attenta analisi delle proposte alternative alla riforma<br />

sanitaria riguardante la diminuzione delle aziende sanitarie<br />

(Ussl) in Lombardia, ritiene opportuno segnalare<br />

che non valuta una scelta ispirata al bene degli<br />

utenti, incanalare i cittadini in un'unica azienda sanitaria<br />

provinciale o un'azienda comprendente Vallecamonica,<br />

Sebino, bassa occidentale.<br />

Il “Centro per i diritti del cittadino Vallecamonica”,<br />

ritiene queste proposte inaccettabili perché priverebbero<br />

la nostra Valle di quella autonomia gestionale che un'area montana deve<br />

avere per delle specifiche scelte sanitarie.<br />

Noi riteniamo pertanto, che potrebbe essere una scelta adeguata e fattibile nonostante<br />

la collocazione in due diverse province, Brescia e Bergamo (un precedente:<br />

la Comunità montana Sebino-Camuna), l'accorpamento con Lovere e<br />

territori limitrofi, che farebbe reggiungere il numero degli utenti richiesti per<br />

avere un'azienda sanitaria stabile.»<br />

Testo della lettera spedita dal “Centro diritti del cittadino di Vallecamonica”<br />

(e già pubblicata da qualche giornale locale),<br />

nello scorso mese di febbraio, alle Istituzioni regionali e locali.<br />

E GLI INTERESSI DEL CENTRO DESTRA IN REGIONE<br />

Il Partito Democratico della Sinistra della Vallecamonica, preso atto dell'approvazione<br />

in Regione Lombardia degli articoli 2 e 3 della Legge di riforma<br />

sanitaria che prevede l'istituzione di un'unica Azienda Sanitaria Locale (ex<br />

Ussl) coincidente con la provincia ed un accorpamento ospedaliero in base al<br />

quale gli ospedali di Edolo e di Esine verrebbero gestiti dall'azienda ospedaliera<br />

di Chiari, denuncia il grave comportamento di tutta la Giunta Regionale<br />

Lombarda composta dalle forze del Polo, sorda a ogni invito delle Istituzioni<br />

locali, dei partiti di opposizione, delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni<br />

di volontariato, a modificare una legge di riforma che penalizza il servizio<br />

pubblico e tutti gli utenti della sanità.<br />

Ancora più fermamente il Pds di Valle denuncia l'inganno che i consiglieri regionali<br />

bresciani Romele (Forza Italia), Peroni (Cdu) e Nicoli Cristiani (Forza<br />

Italia) hanno attuato verso la popolazione camuna.<br />

Infatti, mentre promettevano in Valle la salvaguardia dell'autonomia nella gestione<br />

dei servizi sanitari, a Milano si accodavano pasivamente ai voleri della maggioranza<br />

cui appartengono. Gli stessi che hanno proposto nientemeno che la provincia<br />

camuna si sono resi artefici dello smantellamento della nostra Ussl.<br />

Il Pds invita i citadini camuni a non attribuire tutte le colpe dei nostri mali alla<br />

solita “Roma ladrona”, ma a stare in guardia da alcuni politici locali impegnati<br />

soprattutto a realizzare le loro fortune elettorali, ottenute con l'inganno del<br />

proprio elettorato, anziché curare gli interessi dei camuni.<br />

Lucia Tamini<br />

(Responsabile settore sanità del Pds)<br />

A SCANSO DI MALINTESI<br />

Il signor Angelo Martinazzi, intervistato da Pier Luigi Milani<br />

sul numero scorso di Graffiti, ci manda la seguente precisazione:<br />

“A seguito incontro con i responsabili di zona delle associazioni<br />

Coldiretti, Confcoltivatori e Confagricoltori si è chiarito<br />

che la lungaggine nella definizione delle pratiche di immatricolazione dei<br />

mezzi agricoli non dipende dalle Associazioni stesse ma bensì dalla purtroppo<br />

lenta e non sempre chiara burocrazia. Comunicando quanto sopra la ditta<br />

Martinazzi intende scusarsi con le associazioni per lo spiacevole malinteso seguito<br />

all'articolo pubblicato sul periodico Graffiti, n. 49 del marzo 1997”.<br />

RITRATTO<br />

beato lui<br />

Si racconta che un giorno, preso, come d'abitudine, dal desiderio di offrire<br />

qualcosa ad un ospite, versasse a quest'ultimo il contenuto di una bottiglia trovata<br />

in credenza, senza accorgersi di versare olio.<br />

Si dice che si privasse di cibo e ghiottonerie, fin da piccolo, per offrirli a poveri<br />

ed ammalati e che invitasse i suoi compagni a fare altrettanto.<br />

Queste stranezze, unite ad una spiccata personalità, lo portarono fin da bambino<br />

ad attirare su di sè le attenzioni di tutta la popolazione del suo paese.<br />

Giovannino è figlio di Francesca Poli di Niardo e di Pietro Scalvinoni di Berzo<br />

Inferiore. Studia a Lovere, dove si fa notare per intelligenza, applicazione e<br />

buona condotta. A diciotto anni si trasferisce a Brescia, dove studia teologia.<br />

A Cevo farà la sua prima esperienza come coadiutore, ma dopo due anni viene<br />

chiamato a Brescia come vicedirettore del seminario diocesano. Verrà rimosso<br />

presto dall'incarico per “mancato esercizio dell'autorità”. Per lui le cose terrene<br />

sono prive di significato. Egli vede lontano, come se ogni cosa si facesse<br />

trasparente e diventasse specchio dell'infinito.<br />

A trent'anni entra nel convento dell'Annunziata, dove assumerà l'incarico di<br />

vice maestro dei novizi. Mentre predica ad Albino si ammala gravemente e<br />

muore a Bergamo il 3 marzo del 1890.<br />

L'altalena di incarichi e rimozioni fa riflettere sulla contraddizione che quest'uomo<br />

singolare si era trovato a gestire: da una parte una vivida intelligenza<br />

che comunque traspariva dall'immagine modesta e dimessa e che induceva i<br />

superiori ad affidargli incarichi di prestigio; dall'altra una natura estremamente<br />

mite, una volontà di remissione, una vocazione all'esercizio della bontà e dell'umiltà<br />

che lo portavano ad annullare se stesso nel mondo degli uomini.<br />

Sembra di parlare di Sveno o del compianto Giovanni Antonioli. Si tratta invece<br />

di Giovanni Scalvinoni (1844-1890), meglio noto come ’l fratasì de<br />

Bers... Pare che non abbia mai voluto iscriversi né alla vecchia Dc né agli attuali<br />

Cdu e Ccd di Buttiglione e Casini.<br />

Beato lui. Aveva visto giusto fin d'allora! (Gim - Al)<br />

POLITICA<br />

anche l'automobilista ha un'anima<br />

<strong>aprile</strong> '97 - GRAFFITI<br />

LA COMPARAISON di Giancarlo Maculotti<br />

Dopo aver girato l’estate scorsa con la macchina il sud Italia sono approdato nel paradiso degli automobilisti. In Sicilia<br />

(ma direi in tutto il paese) il traffico è governato dai clacson. Ogni penetrazione nella strada principale è una conquista di<br />

posizioni che avviene senza esclusione di colpi. Le parolacce, gli sberleffi, i gestacci, i vaffanculo, le violazioni del codice<br />

stradale si sprecano, in barba all’educazione, alle regole, al buon senso. I semafori in alcune città sono dei lampioni<br />

un po’ strani che cambiano colore inutilmente.<br />

In Belgio l’automobilista è invece di una gentilezza sconcertante. Le prime volte che mi facevano segno di avanzare, pur<br />

non avendo la precedenza, pensavo ad una presa in giro ed interpretavo il gesto come se dicessero “Avrebbe la spudoratezza<br />

di voler passare prima di me?” talmente ero disabituato ad atti di “politesse” stradale. Invece no, soprattutto quando<br />

c’è coda, c’è sempre qualcuno che, pur avendo diritto di precedenza, si ferma per lasciarti entrare dalla strada laterale<br />

con lo stop. Gli strombazzamenti (che in Italia sono segno di potere e prepotenza) qui non si usano mai e le macchine<br />

potrebbero costruirle anche prive di tali strumenti sonori da pigiare maledicendo.<br />

Il pedone è rispettato e ovunque gli si dà la precedenza. Appena si fa cenno di voler attraversare l’automobilista si ferma.<br />

Il pedone che volesse approfittarne con un minimo accenno della testa bloccherebbe ripetutamente il traffico. Non è che<br />

il belga non abbia la stessa fretta di tutti gli automobilisti del mondo, ma sa che comunque in città non si può correre più<br />

di tanto e ogni sgarbatezza apparentemente fa guadagnare qualche secondo, ma in realtà provoca incidenti a catena che<br />

rallentano la velocità di tutti. Incazzati compresi.<br />

PINOCCHIO<br />

orizzonti culturali<br />

Li ho visti i ragazzi bergamaschi in<br />

Tv, a “Pinocchio”. Con quell’accento<br />

da trogloditi che si ritrovano<br />

(pari pari a quello di noi camuni),<br />

sembravano giusto usciti dalle caverne.<br />

Non c’è nessun motivo per<br />

farlo, ma li ho subito associati ai tiratori<br />

di sassi. L’orizzonte culturale<br />

mi pareva proprio quello.<br />

Berlinguer ha avuto un bel da fare<br />

per domarli spiegando loro la necessità<br />

della scuola e della cultura<br />

in genere. Inutili tutte le percentuali<br />

sfiorinate e tutti i discorsi di un<br />

certo livello. Dopo aver ammesso<br />

che sicuramente la scuola doveva<br />

fare di più per non perderli (perchè<br />

spesso la scuola scaccia i ragazzi<br />

intelligenti perchè sono intelligenti<br />

e i ragazzi meno dotati perchè<br />

meno dotati), avrei fatto loro un discorso<br />

più o meno di questo tenore:<br />

“La cultura non serve proprio a<br />

nulla. Non serve per far soldi. Non<br />

dà nessuna certezza di un futuro<br />

migliore. Non assicura il posto di<br />

lavoro. Non garantisce una carriera<br />

nè sociale nè politica. La cultura<br />

non ha effetti pratici certi (anche se<br />

vorrei vedere un ponte sullo stretto<br />

di Messina progettato da un muratore<br />

o un antibiotico preparato da<br />

una casalinga): la cultura è solo un<br />

grande lusso, relativamente poco<br />

costoso, che ingentilisce gli animi e<br />

aiuta a vivere meglio anche nelle<br />

situazioni più disperate. Non è nè<br />

utile nè necessaria, ma è quel certonon-so-ché<br />

che distingue tra gli uomini<br />

di serie A e quelli di serie B.<br />

Volete appartenere alla serie B vita<br />

natural durante? Liberissimi di farlo<br />

e liberissimi di credere che non<br />

avete nulla da perdere. Cercate<br />

però di non morire d’invidia appena<br />

varcata la soglia di questa stanza.<br />

Ciao. A presto.” (Gim)<br />

Bertinotti, rompi!<br />

Bertinotti, rompi ! Nei due sensi del verbo rompere. Stai veramente rompendo. Abbi il coraggio di rompere, se<br />

non ti va bene niente. Bertinotti ha detto poco fa che, se cade questo governo e si va a nuove elezioni, Rifondazione<br />

perde qualche deputato, il Pds perde il governo. L’ha detto quasi con soddisfazione. Non ho ancora capito<br />

quanto gli faccia piacere che la sinistra non sappia reggere al governo e lui possa tornare a fare la sua opposizione<br />

a mani libere. Governare è impegnativo, è difficile, è faticoso. Certamente meno responsabilità stare fuori, non<br />

dire sempre: questo no, questo no, niente tagli, niente tasse, niente di niente. Fermi tutti. Come se tutto andasse<br />

bene. Sia chiaro che su diverse cose Bertinotti ha ragione, certe scelte del governo non sono strutturali e non vanno<br />

verso i nuovi bisognosi né verso l’occupazione. Ma vedo poche proposte da parte del compagno Bertinotti.<br />

Vedo più spesso provocazioni, vedo più spesso ricatti, sfide, tentativi di omicidio di questa maggioranza. Come se<br />

la maggioranza non fosse anche sua.<br />

Sono profondamente convinto che la sinistra sia sinistra anche con Rifondazione, per cui sono anche convinto che<br />

la politica di Bertinotti porti al suicidio della sinistra e non alla caduta di questa maggioranza. Saremmo l’unico<br />

paese europeo dove la sinistra assume il potere e non lo sa gestire neanche un anno.<br />

Che figura! Tutti! Nessuno escluso, neanche Bertinotti. Compagni ed amici, mettiamoci un po’ di volontà e troviamo<br />

delle soluzioni ai problemi nodosi, costruiamo il progetto, governiamo nel nome e dalla parte degli ultimi,<br />

come diceva don Milani. Ma don Lorenzo dopo aver criticato tutti, si voltò le maniche e si fece la sua scuola, si<br />

costruì il suo progetto e ne fece un modello per tanti che hanno creduto nell’alternativa. Fausto, non rompere! Dai<br />

il tuo contributo al progetto dell’alternativa. Non startene dentro e fuori. Prendi posizione. Sei comunque in una<br />

squadra che gioca contro un’altra squadra. Non sei l’arbitro. Allora gioca! (Guido Cenini)<br />

in Redazione:<br />

Monica Andreucci<br />

Bruno Bonafini<br />

Carlo Branchi<br />

Guido Cenini<br />

Tullio Clementi<br />

Giancarlo Maculotti<br />

Valerio Moncini<br />

le vignette di Vauro, Giannelli, Righi,<br />

ElleKappa, Francesconi, Nidasio, e<br />

altri sono tratte dai quotidiani:<br />

L'Unità, il Manifesto, il Corriere della<br />

Sera e dai periodici Linus e Boxer.<br />

LEGHISTI IN... ERBA<br />

forse era meglio Diabolik<br />

Chi ha detto che i giovani d'oggi non leggono? Forse questo sarà vero<br />

altrove, ma non certo in Vallecamonica, in particolare per certe zone e<br />

certe fasce di età e soprattutto riguardo ad alcuni argomenti.<br />

C'è un gioco didattico che fa emergere alcuni aspetti della personalità<br />

e si svolge molto semplicemente: “Se potessi, come cambieresti il tuo<br />

cognome e perché?”. Sperimentato in alcune classi dell'obbligo, può<br />

sorprendere che siano in molti (prevalentemente maschietti, chissà<br />

perché) a volersi chiamare Cazzaniga. Motivo? “E’ il protagonista dei<br />

fumetti che leggiamo - spiegano - e ci piace perché è un deciso, uno<br />

che si fa rispettare e mantiene sempre ciò che dice!”.<br />

Le storie in cui si raccontano le gesta del tizio in questione altro non<br />

sono che l'indottrinamento precoce della Lega Nord: in volumetti formato<br />

“Diabolik” (purtroppo solo la dimensione lo richiama), sono illustrati<br />

tutti, ma proprio tutti, i pregiudizi e le frasi fatte che riempiono<br />

la testa (e i gesti) dei leghisti.<br />

Visto il successo che riscuotono, quei fumetti sono appunto la dimostrazione<br />

che i nostri ragazzi leggono, e pure tanto! Peccato che il riferimento<br />

culturale non sia affatto locale, ma piuttosto meneghino:<br />

storie di città e parolacce milanesi, per intenderci, molta violenza (per<br />

carità, niente armi...) e poi giù odio. Non rabbia, che - viste le rivendicazioni<br />

contro Roma - si potrebbe comprendere: no!, proprio odio feroce.<br />

Ma questi figli di Bossi non si rilassano né ridono mai, non si<br />

innamorano, non si appassionano ad altro che alla causa padana? Viste<br />

le facce che avevano tutti allo scorso congresso di Milano, si direbbe<br />

proprio di si.<br />

Per capire cosa passa per la testa dei giovani e dei giovanissimi, dunque,<br />

chi si occupa di educazione dovrebbe assolutamente leggere “Il<br />

Leghista”. Altro che “Topolino”. (m.a.)


GRAFFITI - <strong>aprile</strong> '97 3<br />

RETI CIVICHE SPECCHIO DEI TEMPI<br />

chi ha paura di cosa?<br />

Per conto del Circolo culturale Ghislandi ho partecipato in qualità di “addetto<br />

ai lavori” a diversi convegni sul tema delle Reti civiche: gli ultimi due dei<br />

quali promossi dall'Amministrazione provinciale di Sondrio verso la metà di<br />

marzo (in quell'occasione la Valcamonica era rappresentata anche da una giovane<br />

impiegata della Cgil comprensoriale, a sottolineare l'interesse di quella<br />

organizzazione sindacale verso le frontiere della comunicazione telematica) e,<br />

pochi giorni dopo, dalla Regione Lombardia, settore “Cultura e trasparenza”.<br />

In tutti i casi si è trattato di occasioni molto utili per cogliere la natura di ciò<br />

che si muove (o che non si muove) attorno al tema: Sondrio, per esempio, stava<br />

presentando la propria neonata Rete civica provinciale, mentre a Milano la<br />

Regione presentava il progetto generale per lo sviluppo della trasparenza e<br />

della comunicazione.<br />

Mi sono sembrati meritevoli di attenzione alcuni aspetti inerenti il finanziamento<br />

dei progetti territoriali, dove pare che l'impegno della Regione sia<br />

orientato con particolare sensibilità verso le aree montane (anche se è ragionevole<br />

supporre che tali sensibilità saranno tanto maggiori quanto più i progetti<br />

stessi riusciranno ad inserirsi nella prima fase sperimentale). Mi pare utile sottolineare<br />

anche il ruolo che hanno avuto (e che dovranno avere) le associazioni<br />

culturali nell'intera fase progettuale: basti pensare al fatto che la stessa Rete<br />

civica milanese (sicuramente una delle più apprezzate in Italia) è nata su iniziativa<br />

dell'Università degli studi di Milano (Dipartimento di scienze dell'informazione)<br />

e che la Regione Lombardia ha recentemente attivato una Rete<br />

culturale regionale aperta a tutti gli operatori sociali e culturali del territorio.<br />

Rimangono però aperte alcune perplessità sul modo come è snobbato da molte<br />

istituzioni (non solo quelle camuno-sebine, per quanto ho potuto constatare) il<br />

problema delle nuove frontiere telematiche. Con le conseguenze che sono sotto<br />

gli occhi di tutti: alla Secas (la stessa che ha recentemente spacciato come<br />

servizio sociale un Informagiovani perfettamente inefficace), per esempio,<br />

pare che un provider piuttosto intraprendente abbia offerto gratis una casella<br />

di posta elettronica e pare che la cosa sia stata sufficiente ad appagare le ambizioni...<br />

telematiche della stessa Secas [Società di intervento per lo sviluppo<br />

della Valcamonica, del Sebino e della Valcavallina - Ndr].<br />

Per altro verso, il Bim pare seriamente intenzionato a seguire le orme di un<br />

suo confratello trentino, ovvero: limitarsi alla realizzazione di una rete telematica<br />

intima, al servizio esclusivo degli enti pubblici; mentre non è dato sapere<br />

cosa intende fare la Comunità montana.<br />

C'è ancora molta imperizia, (e soprattutto molta confusione) insomma, attorno<br />

all'argomento. (tullio clementi)<br />

AMBIENTE<br />

VEZZA D’OGLIO<br />

Mattioli: un sottosegretario per pochi<br />

E SE RIUSCISSIMO A COMUNICARE UN PO’ DI PIÙ?<br />

I due articoli pubblicati su questa pagina da Marco Castelli e Giovanni Sorlini<br />

sul convegno “Allarme usura”promosso dalla Caritas, con la partecipazione di<br />

Tano Grasso, e da Gudo Cenini sul convegno “Ambiente e lavoro” promosso<br />

dal Pds con la partecipazione di Gianni Mattioli (ma val la pena di ricordare<br />

che nella stessa serata vi era anche un terzo importante appuntamento importante,<br />

promosso dall’Università Popolare di Valle Camonica-Sebino con la<br />

partecipazione di Gabriella Ferri Pittaluga), offrono lo spunto per sottolineare<br />

una volta di più l’assurdità di un territorio in cui il degrado socio-economico<br />

viaggia alla stessa velocità con cui si diffonde sempre più l’incapacità di coordinare<br />

almeno le iniziative principali per il coinvolgimento (o quantomeno<br />

per un efficace tentativo) della gente sui temi propri del territorio stesso.<br />

E’ soprattutto una questione di intelligenza e di volontà, ovviamente, ma siamo<br />

proprio sicuri che un sistema essenziale di informazione telematica che<br />

coinvolga istituzioni, associazioni e cittadini, non possa contribuire in misura<br />

significativa a liberarci da questa dimensione... obsoleta? (t.c.)<br />

Citroni ambientalista<br />

SOLDI A INTINI<br />

Mi rifiuto categoricamente di mantenere<br />

a vita Intini con i miei soldi di contribuente.<br />

Non concordo assolutamente<br />

con il decreto di Ciampi di distribuire i<br />

soldi pubblici, quali contributi ai partiti,<br />

anche ai parlamentari che si sono dichiarati<br />

indipendenti e separati, autonomi<br />

e solitari, pur di prendere 169<br />

milioni a testa. Improvvisamente sono<br />

nati 26 partiti nuovi. Improvvisamente<br />

sono nate 16 liste formate da un solo<br />

parlamentare. E così 169 ml. a Sgarbi,<br />

169 alla Pivetti, 582 al partito di Intini.<br />

Basta ! Il maggioritario doveva ridurre<br />

drasticamente i partiti. E sono arrivati<br />

a 44 ! Basta con questi personaggi<br />

della politica che sopravvivono alla<br />

storia ed a se stessi. E’ memoria storica<br />

l’interminabile duello televisivo tra Intini<br />

e Veltroni. In un breve incontro ad<br />

una piccola festa del mare in Abruzzo,<br />

Veltroni ci confessò di essere, già allora,<br />

arcistufo di fare Gianni e Pinotto<br />

con Intini. Quella fase storica abbiamo<br />

pensato tutti fosse finita. E ci troviamo<br />

a doverla far sopravvivere con i nostri<br />

soldi di contribuenti.<br />

Voglio poter versare il mio quattro per<br />

mille al partito a cui appartengo, per<br />

cui simpatizzo, ma non voglio contribuire<br />

né a mantenere indistintamente<br />

Berlusconi e Sgarbi né il partito di Intini.<br />

Se quattro per mille deve essere, voglio<br />

scegliere a chi darlo. Magari ai socialisti<br />

dell’Ulivo, magari ai laburisti,<br />

ma non a Intini, non a Bobo Craxi, non<br />

a chi ha vissuto la politica come un affare<br />

personale o di famiglia, giustificandosi<br />

con il celebre motto di Mozart:<br />

così fan tutti. (G.C.)<br />

Un verde al governo, un ambientalista ai lavori pubblici. Fino a qualche anno fa non ci avrebbe creduto nessuno. Mattioli è<br />

stato tra i grandi oppositori della politica cementificatrice di Prandini (vi ricordate di Prandini?). Ora tocca anche a lui decidere<br />

sulle grandi opere infrastrutturali. Di questo ed altro ne ha parlato a Breno una sera, tra pochi intimi, visto che gli altri<br />

non sono venuti ad ascoltarlo. Vediamo un attimo il Mattioli-pensiero, per sommi capi, anche perchè non capita tutti i giorni<br />

di avere a che fare con un sottosegretario. Cos’è l’Ulivo? Partiamo da un dato di fatto. Il 40% degli italiani ha un reddito<br />

sotto i 30 milioni annui. L’Ulivo ha il dovere di essere l’alleanza che si prende cura di chi non ha o non ne ha a sufficienza.<br />

L’Ulivo è l’alleanza tra ceto medio e ceto basso; tra cattolici, sinistra solidale e ambientalismo dello sviluppo sostenibile.<br />

Mattioli crede che il problema più urgente sia collegare occupazione e sviluppo e questo avviene investendo sulla qualità<br />

della vita e non su settori superati ed obsoleti (del tipo aiuto alle auto che inquinano sempre più e sono causa di danni alla<br />

salute). Bisogna avere una visione più globale delle urgenze e delle emergenze, non rincorrere l’occasionale, il temporaneo.<br />

Dice di provare amarezza nel vedere discutere caso per caso, ma ritiene importante l’esperienza, positiva ed interessante,<br />

vuol partecipare alla trasformazione di questo paese, vuol vedere in prima persona il recupero dei beni ambientali, culturali<br />

ed urbanistici di un paese che può e deve edificare il proprio futuro su queste ricchezze pulite ed ineguagliabili.<br />

Certamente c’è un forte discrasia tra ideazione, potenzialità e soldi, ma non possiamo perdere la sfida con gli altri paesi<br />

dell’Unione Europea, anche con chi riteniamo più scarsi di noi ma che poi alla fin fine sono migliori di noi nel pensare e nel<br />

fare. L’Ulivo deve farsi vedere per un progetto globale, che segni una svolta nella qualità della vita pubblica e privata e di<br />

questo parlino i mass-media, invece di rincorrere i singoli protagonisti e i singoli casi, pettegolezzi inclusi. (Guido Cenini)<br />

Tutte le volte che parlo del sindaco di Vezza d’Oglio sono accusato di essere provocatorio. Qualcuno penserà subito<br />

che stavolta sono anche offensivo. No. Non voglio essere capito male. E’ il giusto riconoscimento che spetta all’unico<br />

sindaco della valle che ha avuto il coraggio di premiare chi resta in montagna e si occupa del paesaggio agropastorale.<br />

Quando ci vuole, ci vuole. L’ambientalismo non è e non deve essere patrimonio degli ambientalisti, lo deve<br />

essere di tutti, soprattutto degli amministratori. E Citroni lo ha dimostrato erogando finanziamenti a chi sfalcia i prati<br />

e a chi ricostruisce i muretti dei terrazzamenti. Sette milioni per ogni settore a carico del comune. Per lo sfalcio 150<br />

lire al metro quadro; per i muretti 25 mila lire per metro lineare.<br />

Ritengo corretto riconoscere validità a questa delibera della giunta di Vezza e ritengo utile riprenderla sul nostro foglio<br />

per darne ancor più pubblicità, perché altri comuni seguano l’esempio, perché si dia un segnale alla salvaguardia<br />

della montagna e un riconoscimento a chi lavora per essa. (Guido Cenini)<br />

suicidi e... prediche<br />

“... Adesso ascolteremo le prediche contro la tecnologia, i guru che accuseranno<br />

Internet. Sarà lo strumento, la strada, a finire sotto accusa.<br />

Metteranno alla sbarra le macchine, i programmi, i cavi in fibra ottica<br />

e i Websites e così potremo distogliere lo sguardo da quello che ci fa<br />

veramente paura: noi e il nostro tempo. [...]. Non fatevi dunque ingannare.<br />

La strage della Fattoria di Santa Fede non parla del futuro, rimanda<br />

al passato remoto, alle nostre paure, la solitudine, la povertà<br />

interiore circondata dal benessere materiale. Il computer è uno specchio.<br />

Spezzarlo non serve, l'immagine che detestiamo siamo noi.”<br />

Gianni Riotta (“Lo specchio deformato”)<br />

SOCIETÀ<br />

Messinese di Capo D’Orlando, laureato<br />

in filosofia, Tano Grasso è stato presidente<br />

dell’Associazione Commercianti<br />

ed Imprenditori orlandini ed in<br />

prima linea nella lotta antiracket. Eletto<br />

deputato come indipendente nelle liste<br />

del Pds alle elezioni del 1992 e 1994, è<br />

stato in entrambe le legislature componente<br />

della Commissione antimafia.<br />

Oggi svolge attività di coordinamento<br />

delle associazioni antiracket e da gennaio<br />

anche del primo Ambulatorio antiusura<br />

creato in Italia (unica esperienza<br />

di questo tipo nel nostro paese), con<br />

sede a Roma.<br />

Di Tano Grasso sono stati pubblicati i<br />

seguenti volumi: “Contro il racket.<br />

Come opporsi al ricatto mafioso” (Laterza,<br />

1992); Ladri di vita” (Baldini &<br />

Castoldi, 1996)<br />

Tano Grasso: “allarme usura”<br />

Venerdì 21 marzo, con la presenza del dr. Tano Grasso ed il patrocinio<br />

della Caritas di Darfo, si è tenuta - nella sede della stessa Caritas - una<br />

conferenza con dibattito dal titolo: “Allarme usura”.<br />

Parlare di usura oggi in Valcamonica non stupisce nè sorprende più nessuno,<br />

tanto il fenomeno è sviluppato e ramificato. Al Nord come al Sud<br />

l’usura coinvolge ormai tutte le classi sociali. Questa piaga che affligge<br />

piccoli imprenditori, esercenti, attività commerciali, così come persone<br />

singole e famiglie intere, ha però raggiunto dimensioni davvero preoccupanti.<br />

Da qui l’allarme lanciato a gran voce dalla Caritas locale.<br />

Infatti, se possiamo dire che prestare denaro ad usura è tra gli affari più<br />

antichi del mondo (e quindi spesso tollerato e accettato), oggi la situazione<br />

è profondamente mutata. E’ lo stesso Tano Grasso che denuncia “la<br />

cresciuta pericolosità sociale di questa piaga”. Pericolosità sociale che si<br />

è moltiplicata in maniera esponenziale da quando l’usura non riguarda<br />

più solo il singolo o la famiglia, ma anche e soprattutto attività economiche,<br />

con gravissime ripercussioni sull’occupazione e sullo sviluppo.<br />

Ma Grasso ci avverte che si deve temere, forse ancor maggiormente, “il<br />

grande interesse dimostrato dalle organizzazioni criminali verso questo<br />

grande affare. Anche la mafia, al Nord come al Sud, non disprezza più<br />

l’usura, anzi, vi ha scoperto uno strumento efficacissimo per il riciclaggio<br />

del denaro sporco e l’acquisizione di attività commerciali legali”.<br />

Entrare nell’inferno usura purtroppo è semplicissimo. In presenza di<br />

situazioni economiche già precarie, di emarginazione e di isolamento,<br />

spesso è sufficiente una spesa non programmata, una malattia improvvisa,<br />

il matrimonio di un figlio per cadere nella trappola degli usurai.<br />

L’instaurarsi di meccanismi psicologici, che vanno dalla vergogna alla<br />

paura di ammettere e riconoscere il proprio fallimento, può degenerare<br />

poi in situazioni personali e familiari anche molto gravi. E la cronaca<br />

italiana è ricca di tragici epiloghi.<br />

Secondo il relatore “tra le cause principali va sicuramente annoverata la<br />

seria responsabilità del sistema bancario italiano; perché arretrato, ossessionato<br />

da una impostazione eccessivamente garantista e completamente<br />

sordo ad una serie di bisogni”. E cita a proposito monsignor Riboldi [vescovo<br />

di Caserta - Ndr]: “Le banche non tengono conto della povertà,<br />

paradossalmente finanziano solo chi già possiede capitali”.<br />

Ma come contrastare questo cancro incontrollato che continua a svilupparsi<br />

in maniera sommersa? E ancora: che genere di risposta e di<br />

aiuto dare a quanti denunciano il proprio strozzino?<br />

“Innanzitutto bisogna stabilire che chi è usurato deve essere considerato<br />

vittima a tutti gli effetti”, risponde Tano Grasso, aggiungendo che “superato<br />

questo ostacolo culturale deve iniziare un atto di solidarietà verso le<br />

stesse vittime, che molto spesso rischiano invece di essere emarginate”.<br />

Ecco quindi che accanto ai foschi dati dell’usura iniziano a contrapporsi i<br />

numeri della solidarietà. Una solidarietà espressa attraverso Fondazioni,<br />

Associazioni, Banche etiche e Cooperative di Credito. Fondamentale è<br />

comunque far emergere il problema con tutti i mezzi possibili, magari anche<br />

attraverso le stesse pagine che ospitano questo primo contributo).<br />

“L’usura - per concludere con le parole di Tano Grasso - si combatte, e<br />

soprattutto si previene, parlandone sui giornali, nelle scuole, ed in tutte<br />

le sedi in cui è possibile coinvolgere la gente”.<br />

Marco Castelli e Giovanni Sorlini


4<br />

RINNOVAMENTO PER BORNO<br />

Sindaco: Diana Zanaglio<br />

Consiglio: Franco Franzoni, Martino<br />

Mensi, Ivana Genziani, Aurelio Baisotti,<br />

Piergiacomo Bertelli, Annamaria<br />

Fanetti, Giacomina. Francesco Inversini,<br />

Angelo Miorini, Giancarlo Miorotti,<br />

Franco Peci, Cristian Poma.<br />

VIVERE BORNO<br />

Sindaco: Elio Arici<br />

Consiglio: Martino Franzoni, Pietro<br />

Bertelli, Pietro Andreoli, Guglielmo<br />

Arici, Pietro Avanzini, Dario Fedrighi,<br />

Maria Magnolini, Valerio magnolini,<br />

Annibale Rivadossi, Lorenzina Rivadossi,<br />

Delia Venturelli.<br />

<strong>aprile</strong> '97 - GRAFFITI<br />

ELEZIONI AMMINISTRATIVE: 24 LISTE PER 9 AMMINISTRAZIONI COMUNALI<br />

La tentazione di versare un po’ di inchiostro partigiano è molto forte, come si conviene ad un giornale che non ha mai fatto nulla per nascondre le proprie simpatie “progressiste”.<br />

Ma in questa competizione elettorale - a parte il fenomeno leghista, che si presenta al naturale in più della metà dei 9 comuni interessati - la separazione dei buoni dai<br />

cattivi è tutt’altro che facile. Ragion per cui, a parte qualche suggerimento laddove gli schieramenti lo permettono, ci limiteremo ad elencare in modo notarile i componenti<br />

delle 24 liste che il 27 <strong>aprile</strong> si contenderanno l’incarico di amministrare 9 comuni della Valcamonica.<br />

ARTOGNE<br />

INSIEME PER ARTOGNE,<br />

PIAZZE E ACQUEBONE<br />

Sindaco: Domenico Benzoni<br />

Consiglio: Pier Mattia Tagliaferri,<br />

Giacomina Andreoli, Leone Peluchetti,<br />

Martino Alessi, Ernesto Andreoli,<br />

Lorenzo De Fecondo, Danilo Fedriga,<br />

Tarcisio Ottelli, Gianfranca Zoletti Ottelli,<br />

Aristide Quetti, Giovanbattista<br />

Ravelli Damioli, Fabio Spagnoli.<br />

POLO POPOLARE<br />

Sindaco: Lino Ravelli<br />

Consiglio: Innocenzo Cotti, Giuseppe<br />

Fontana, Vittorio Vanzo, Maddalena<br />

Lorenzetti, Gian Pietro Feriti, Arturo<br />

Martinelli, Alessandro Camanini, Cristina<br />

Damioli Ravelli, Achille Peluchetti,<br />

Ermanno Cotti, Lorena Peluchetti,<br />

Lazzaro Barbieri.<br />

LEGA NORD<br />

Sindaco: Ennio Ottelli<br />

Consiglio: Giuseppe Quetti, Armando<br />

Maggioni, Mario Faoro, Giacomino<br />

Parini, Luigi Cotti, Renzo Lorenzetti,<br />

Sonia Parini, Alfredo Lorenzetti, Giovanna<br />

Gleba, Marisa Spandre, Angela<br />

Calzoni, Guerino Ottelli Pasina.<br />

BORNO<br />

ESINE<br />

ESINE OLTRE IL 2000<br />

Sindaco: Giacomo Rillosi<br />

Consiglio: Antonio Savio, Gianmario<br />

Stofler, Gabriele Benedetti, Maria Torri<br />

Benedetti, Giambattista Bettoni, Massimiliano<br />

Bianchi, Roberto Bigatti, Giuseppe<br />

Bonino, Vittoria Morandini<br />

Chiarolini, Bortolo Galli, Marilena<br />

Gheza Abondio, Dario Lambertenghi,<br />

Caterina Massoli, Pierluigi Mulattieri,<br />

Francesco Scolari, Michela Vielmi.<br />

DEMOCRATICI PER IL RINNOVAMENTO<br />

Sindaco: Sergio Benedetti<br />

Consiglio: Fabio Biasini, Silvana Calveti,<br />

Alessandro Marioli, Salvatore<br />

Rodari, Giuseppe Piero Piana, Aurelio<br />

Gheza, Paride Speziari, Guerino Gheza,<br />

Eduardo Minieri, Pierluigi Galli,<br />

Giambattista Sanzogni, Elio Gheza,<br />

Silvio Zanotti, Gerolamo Marioli, Riccardo<br />

Gheza, Stefano Sainini.<br />

LEGA NORD<br />

Sindaco: Costante Galli<br />

Consiglio: Delio Bellini, Gabriele Chiarolini,<br />

Prospero Gheza, Settimo Gheza,<br />

Anna Laffranchini, Teodoro Moraschini,<br />

Battista Nodari, Elettra Nodari,<br />

Giantonio Puritani, Roberto Rossati,<br />

Davide Tomera, Leonila Tuini, Pietro<br />

Bertoletti, Gianfranco Gheza, Giovanni<br />

Massoli, Germano Pezzoni.<br />

LOSINE<br />

ONO SAN PIETRO<br />

INSIEME PER ONO<br />

Sindaco: Gregorio Formentelli<br />

Consiglio: Enrico Cattane, Flora Carla<br />

Masnovi, Pierino Vaira, Bettino Moreno<br />

Vaira, Lidia Venerina Rizza, Pier<br />

Franco Vaira, Annamaria Bettoni, Rachele<br />

Formentelli, Alessio Bonfadini,<br />

Nico Formentelli, Linda Formentelli,<br />

Agostino Moreschi.<br />

ALTERNATIVA PER ONO<br />

Sindaco: Elena Broggi<br />

Consiglio: Roberto Alberto Casalini,<br />

Salvatore Ferrari, Daniele Masnovi,<br />

Monica Moreschi, Debora Odelli,<br />

Marcello Silveri, Lodovico Tosini,<br />

Giancarlo Troncatti, Giambattista Ezio<br />

Vaira, William Vaira, Stefano Zana.<br />

LEGA NORD<br />

Sindaco: Pietro Formentelli<br />

Consiglio: Olivio Ferrari, Gianfrancesco<br />

Murachelli, Mario Rizza, Pieradriano<br />

Troncatti, Sauro Valentini, Lionello<br />

Vobis, Domenico Zana, Maurizio<br />

Ziliano, Eleonora Troncatti.<br />

OSSIMO<br />

PIANCOGNO<br />

OLTRE IL 2000<br />

ALTERNATIVA CIVICA<br />

PROGETTO DEMOCRATICO<br />

Sindaco: Bortolo Patarini<br />

Sindaco: Francesca Franzoni<br />

Sindaco: Aldo Fedriga<br />

Consiglio: Giovanni Bono, Edoardo Consiglio: Roberto Bassi, Giuseppe Consiglio: Gianluigi Garattini, Virgi-<br />

Castelli, Mario Chiappini, Antonio Riccardo Zani, Tomaso Bottichio, Crinia Bruna, Gianfranco Bondioni, Ro-<br />

Dò, Maurizio Fedriga, Graziano Vastian Farisè, Loredana Sanzogni, Euberto Cazzaniga, Valter Cominelli,<br />

lentino Maggioni, Luciano Melotti, genio Brugali, Giovanni Carlo Zerla, Umberto Cominelli, Silvio Falocchi,<br />

Ines Patarini, Gianmario Pessognelli. Gianfranco Andreoli, Domenica Fran- Angelo Fedriga, Egidio Ferrari, Mario<br />

zoni, Alessandro Scalvinoni, Valerio Martini, Angelo Paganelli, Giacomo<br />

LOSINE AL CENTRO DEL Zerla, Gianluigi Savoldelli.<br />

Pernici, Giacomo Sandrini, Pietro<br />

NOSTRO IMPEGNO<br />

Sindaco: Giovanni Maifredini<br />

Consiglio: Marilena Bazzoni, Pietro<br />

Disetti, Daniele Dò, Renata Maria Dò,<br />

Giambattista Ducoli, Emmanuele Fedriga,<br />

Giovanni Franco Melotti, Lino<br />

Pelamatti, Fabrizio Patarini, Bortolo<br />

Pessognelli, Modesto Pessognelli, Gabriele<br />

Putelli.<br />

ALLEANZA POPOLARE<br />

Sindaco: Simone Maggiori<br />

Consiglio: Damiano Isonni, Aleandro<br />

Botticchio, Salvatore Botticchio, Augusta<br />

Domenighini, Ezio Filippi,<br />

Giancarlo Isonni, Giampietro Isonni,<br />

Ettore Bortolo Maggiori, Albino Rigali,<br />

Gianna Zanetti, Francesco Zendra,<br />

Schera.<br />

POLO PER PIANCOGNO<br />

Sindaco: Silverio Antonini<br />

Consiglio: Giuseppe Romele, Angelo<br />

Stofler, Claudia Minolfi, Sabrina Remondi,<br />

Armando De Marie, Luca Fontana,<br />

Mario Gaballo, Giambattista Rinetti,<br />

Valter Scardi, Daniele Rigali,<br />

Agostino Zerla.<br />

Giuseppe Federici, Denis Antonioli,<br />

Doriana Milesi, Fabrizio Stofler.<br />

ONO SAN PIETRO: ALTERNATIVI A SÉ STESSI<br />

Scorrendo i nomi delle liste per le amministrative del 27 <strong>aprile</strong> se ne leggono<br />

di belle. Il massimo dell’ilarità, però, l’ha suscitato la denominazione “Alternativa<br />

per Ono”.<br />

Perché ilarità? Che cosa c’è da ridere su una lista che si richiama all’alternativa?<br />

Nulla, se non fosse perché a voler ribaltare l’attuale amministrazione sono<br />

proprio i componenti della medesima.<br />

Gente! Alla voce “alternativa”, il dizionario della lingua italiana, recita: “formula<br />

e programma proposti da uno schieramento per il rovesciamento del sistema<br />

politico attuale...”<br />

Candidati dell’Alternativa per Ono, non vi siete accorti che il “Sistema attuale”<br />

siete voi? Che volete fare? Ribaltare voi stessi? (v.m.)<br />

“... la nuova classe politica (che non<br />

la regala il buon Dio ma è lì per delega<br />

di un elettorato di cui rappresenta<br />

lo specchio), sia di maggioranza<br />

che di opposizione, ci fa quasi<br />

rimpiangere, come livello intellettuale<br />

e morale, quella vecchia pur<br />

con tutte le sue magagne”<br />

Indro Montanelli<br />

PONTEDILEGNO<br />

CROCIATE A... PIÈ DI LISTA<br />

GIOVANI PER PONTE<br />

Sindaco: Davide Zucchetti<br />

Consiglio: Simona Maculotti, Giovanni<br />

Sandrini, Cristian Pedretti, Mauro<br />

Lazzarini, Daniele Zani, Marco Romagnoli,<br />

Massimo Moreschi, Fabio Garavaglia,<br />

Gianmario Bormetti.<br />

DALIGNESI PER PONTE<br />

Sindaco: Andrea Bulferetti<br />

Consiglio: Mario Bezzi, Maria Teresa<br />

Bormetti, Sandro Faustinelli, Martino<br />

Franceschetti, Angelo Maculotti, Domenico<br />

Rossi, Guido Dall’Oglio, Angelo Rizzi,<br />

Erminio Faustinelli, Mario Toselli, Fausto<br />

Donati, Elisabetta Panzarini.<br />

POLO PER PONTE<br />

Sindaco: Giuliana Trigari<br />

Consiglio: Alberto Posabella, Paolo Costa,<br />

Enore Sandrini, Andrea Bezzi, Edgardo<br />

Cenini, Claudio Delbono, Alessandro<br />

Donati, Adriano Bruno Faustinelli, Davide<br />

Ferrari, Michele Veclani.<br />

C’è un certo Giacinto - detto Marco - Pannella (sì, avete capito bene, stiamo<br />

parlando proprio di quel vecchio rottame umano che decenni fa si rese protagonista<br />

di alcune importanti battaglie civili) che sta oggi bissando la propria<br />

feroce crociata contro il finanziamento pubblico ai partiti. Cosa di cui egli,<br />

talmente avverso ai partiti da averne fondato perfino uno a titolo personale,<br />

non ha assolutamente bisogno: quando gli servono soldi passa a riscuotere dal<br />

Cavalier Berlusconi (ha provato anche con l’Associazione degli industriali italiani,<br />

ma pare che l’abbiano mandato a quel paese), magari attraverso una finta<br />

azione penale per “rimborsi spese”, che così sfugge anche agli obblighi di<br />

dover denunciare l’incasso. (t.c.)<br />

LEGA NORD<br />

Sindaco: Francesco Ghiroldi<br />

Consiglio: Franco Camossi, Elio<br />

Tomasi, Giampaolo Pedersoli, Roberto<br />

Corbelli, Luigi Pedersoli,<br />

Massimo Bellicini, Giuliano Nodari,<br />

Italia Gheza, Giuseppe Pagani,<br />

Francesco Fedriga, Marco Reghenzani,<br />

Laura Rota, Ferruccio Moscardi,<br />

Francesco Sangalli, Natale Gheza,<br />

Romolo Moscardi<br />

PIANCAMUNO<br />

PER PIANCAMUNO<br />

Sindaco: Giuseppe Recaldini<br />

Consiglio: Aurelio Maggioni, Pamela<br />

Alberti, Walter Bianchi, Luigi Bosio,<br />

Pietro Angelo Felloni, Olivo Fontana,<br />

Agostino Frassi, Angelo Giacomini,<br />

Monica Gregorini, Mauro Giulio<br />

Maggioni, Francesco Missarelli, Gio<br />

Battista Missarelli, Renata Murachelli,<br />

Giuseppe Pe, Pierino Peluchetti, Emmanuele<br />

Staffoni.<br />

PIANCAMUNO 2000<br />

Sindaco: Giuseppe Garatti<br />

Consiglio: Sergio Poiatti,Mario<br />

Santino Fanchini, Piersergio Ziliani,<br />

Giovanni Alessi, Mario Arrigoni,<br />

Giovanna Bonardi, Marilia Faustini,<br />

Fulvia Fontana, Giuseppe Garatti,<br />

Marcellino Poiatti, Mario<br />

Raisa, Giorgio Ramazzini, Lorenzo<br />

Rosa, Girolamo Saloni, Melania Serioli,<br />

Rita Ziliani.<br />

LEGA NORD<br />

Sindaco: Marzio Alfonso Giussani<br />

Consiglio: Daniele Garatti, Giovanna<br />

Martinelli, Francesco Negri, Raffaella<br />

Spandre, Giuseppe Tignonsini, Bettino<br />

Cotti Cottini, Pietro Gregori, Cesare<br />

Garatti, Cristian Pe, Rita Garatti,<br />

Simone Bonù, Riccardo Mnini.<br />

PONTEDILEGNO: ELEZIONI E... RIMPIANTI<br />

E’ legittimo rimpiangere le liste politiche di un decennio fa? Non lo<br />

so, ma forse qualche chiarezza in più esisteva. Ora la confusione dei<br />

linguagi è totale ed in nome della distanza dai partiti si consumano pastrocchi<br />

a non finire. Nella lista di Bulferetti (che, manco a dirlo, si ripresenta<br />

come se niente fosse) c’è la Lega, i resti di un Ppi in via di<br />

estinzione e due esponenti del Pds che, a puro titolo personale, hanno<br />

accetato di sostenere “Dalignesi per Ponte”. L’Ulivo con una compagine<br />

di questo genere non c’entra proprio nulla. Non c’è da meravigliarsi:<br />

difficile farlo attecchire sopra i mille metri.<br />

Nella lista con il candidato sindaco Giuliana Trigari si sommano gli orfani<br />

del Psi dalignese, ormai decisamente schieratisi con il Polo di destra, e<br />

gli esponenti più in vista degli Italoforzuti.<br />

Non capisco se li unisce un vero programma o la sola idea dell’opposizione<br />

giudiziaria al sindaco uscente, costretto a dimettersi da una sentenza<br />

della magistratura. Degnissimo e qualificato il candidato sindaco, un<br />

po’ meno l’alleanza con chi, fino a pochi mesi fa, era aspramente criticato<br />

e combattuto.<br />

Nulla sappiamo dei giovani se non l’età anagrafica (un po’ poco per<br />

garantire trasparenza competenza) e la dipendenza da An resa visibile<br />

dal candidato sindaco Zucchetti.<br />

Insomma, si votava meglio quando si votava peggio? L’imbarazzo della<br />

scelta è palese e le garanzie che non saranno le immobiliari a governarci,<br />

con intenti distanti dalle necessità del cittadino, quasi inesistenti. (g.m.)<br />

PIANCOGNO: BARBA, CAPELLI E UN PO' DI... LIFTING<br />

Il comune di Piancogno è sempre stato piuttosto ben fornito in quanto<br />

a servizi per la cura (almeno quella esteriore) della persona: quasi una<br />

decina di parrucchiere per signora ed una mezza dozzina di parrucchieri<br />

da uomo sono stati per anni lo standard di questo grosso comune<br />

della bassa valle: due frazioni (Cogno e Piamborno) che, grazie soprattutto<br />

alla presenza di una grande fabbrica tessile come la Olcese e<br />

di un bel po’ di indotto, hanno potuto crescere e godere per decenni di<br />

un discreto benessere (di cui, appunto, sono palese espressione anche<br />

i servizi estetici per la cura dell'immagine personale).<br />

Ultimamente, però, pare che le cose non andassero più tanto per il verso<br />

giusto, se è vero che negli ultimi due o tre anni hanno dovuto chiudere<br />

i battenti almeno un paio di parrucchiere per signora.<br />

Ma l'amministrazione comunale in carica non si rassegna tanto facilmente<br />

all'idea di considerare come fatto ineluttabile il declino del paese<br />

e, dopo la ormai memorabile caduta di stile a proposito dei nomi in<br />

dialetto sui cartelli stradali, si ricandida come centro... estetico di tutta<br />

la basa valle, rilasciando (nel bel mezzo della campagna elettorale)<br />

una mezza dozzina di nuove licenze per i servizi alla persona, fra cui,<br />

oltre a diversi parrucchieri per uomo e donna, anche un paio di centri<br />

estetici. Ovvero: strategie... estetiche per rifare i connotati agli amministratori.<br />

(t.c.)


GRAFFITI - <strong>aprile</strong> '97 5<br />

IL 4 PER MILLE DEBUTTA NEL “740”<br />

A partire dal 1997 i contribuenti possono devolvere il 4 per mille dell'imposta e detrarre dalle imposte stesse le donazioni a favore del partito o del<br />

movimento politico preferito. La legge 2 gennaio 1997 n. 2 rivoluziona così le abitudini politiche dei cittadini. Luci ed ombre, opportunità e pericoli.<br />

POLITICA E TRASPARENZA<br />

Della recente legge n. 2, pubblicata l’8<br />

gennaio 1997, che introduce per la<br />

prima volta nel panorama legislativo e<br />

politico italiano la facoltà per i contribuenti<br />

di devolvere una percentuale (il<br />

4 per mille) delle proprie imposte al<br />

finanziamento dei partiti e movimenti<br />

politici e di detrarre dalle stesse imposte<br />

il 22 per cento delle donazioni destinate<br />

al medesimo scopo, la maggior<br />

parte dei cittadini ricorderà poco o<br />

niente, oppure soltanto le sguaiate e<br />

faziose polemiche pannelliane.<br />

Purtroppo, ancora una volta, la sinistra,<br />

che pur da lungo tempo aveva<br />

posto il problema del finanziamento<br />

trasparente della politica come questione<br />

di interesse generale, ha prestato<br />

il fianco a chi ha cercato di accreditare<br />

tra l’opinione pubblica l’impressione<br />

che la nuova legge sia solo un<br />

papocchio o un inciucio ai danni dei<br />

cittadini, anche se, come vedremo,<br />

non è vero.<br />

Un po’ per timidezza ad affrontare<br />

apertamente questi temi e un po’ per<br />

tradizionale diffidenza verso le forme<br />

di finanziamento della politica non<br />

strettamente collegate alla militanza<br />

personale, si è avuta esitazione a spiegare<br />

la novità buona contenuta in questa<br />

legge, che il Pds e l’alleanza ulivista<br />

hanno voluto più di altri, che pure<br />

poi l’hanno votata per semplice convenienza<br />

(ad esempio: la Lega Nord).<br />

REQUISITI E CONDIZIONI<br />

Bisogna premettere che i soggetti destinatari<br />

del 4 per mille e delle donazioni<br />

sono soltanto i partiti e i movimenti<br />

politici che abbiano almeno un<br />

parlamentare alla data del 31 ottobre<br />

di ciascun anno e che, per assicurare<br />

la segretezza del voto, la legge prevede<br />

la confluenza di tutte le contribuzioni<br />

volontarie (tramite modelli 730-<br />

740 e 101-102 e 201) in un unico fondo.<br />

Anno per anno un decreto interministeriale<br />

determinerà l’ammontare del<br />

fondo (che per il 1997 sarà di 160 miliardi,<br />

ma per il seguito non potrà superare<br />

i 110 miliardi di lire) e la ripartizione<br />

dello stesso tra i partiti e i movimenti<br />

politici rappresentati in ciascuno<br />

dei due rami del Parlamento in<br />

proporzione ai voti conseguiti dai medesimi,<br />

in ambito nazionale, per la Camera<br />

dei Deputati.<br />

COME SCEGLIERE?<br />

Quindi non sarà consentito al contribuente<br />

di indicare direttamente la formazione<br />

politica destinataria della<br />

quota di gettito Irpef, ma solo di raggiungere<br />

lo scopo desiderato attraverso<br />

l’uso combinato della devoluzione<br />

del 4 per mille e del voto proprio e<br />

della propria capacità di convincimento<br />

di altri elettori.<br />

D’altra parte, solo coloro che avranno<br />

partecipato con successo alle elezioni<br />

politiche per la Camera dei Deputati e<br />

per il Senato potranno beneficiare della<br />

devoluzione del 4 per mille tramite<br />

dichiarazione dei redditi. Tuttavia anche<br />

le formazioni che non avranno<br />

presentato liste per la Camera potranno<br />

accedere al finanziamento purché<br />

abbiano un parlamentare affiliato (grazie<br />

ad un meccanismo particolare previsto<br />

dalla legge).<br />

Ai fini della legge in commento cia-<br />

regala questa copia di<br />

Graffiti (dopo averla letta,<br />

naturalmente) a un tuo<br />

amico: è uno dei pochi<br />

mezzi che abbiamo per<br />

diffondere le nostre idee!<br />

scun candidato dovrà dichiarare, all’atto<br />

dell’accettazione della candidatura,<br />

a quale partito o movimento politico<br />

intenda fare riferimento.<br />

La scelta di utilizzare, come base<br />

esclusiva per la ripartizione, i voti ottenuti<br />

al “proporzionale” suscita non<br />

poche perplessità per un sistema che<br />

mira al bipolarismo, anche se può trovare<br />

qualche giustificazione nell’esigenza<br />

di garantire un certo pluralismo<br />

e di trovare un criterio di riparto il più<br />

possibile oggettivo.<br />

Purtuttavia la necessità di individuare<br />

e scegliere il candidato del collegio all’interno<br />

di ciascuna coalizione di partiti<br />

e liste renderà molto delicata e spinosa<br />

la sua selezione, anche perché la<br />

sua dichiarazione di riferimento a questo<br />

o quel partito, ai fini della ripartizione<br />

e della attribuzione di una quota<br />

del fondo annuale, potrebbe generare<br />

più problemi che vantaggi.<br />

‘CLANDESTINI A BORDO”<br />

La legge non prevede alcun antidoto<br />

contro i “clandestini a bordo” e infatti<br />

non contiene alcuna norma per regolare<br />

il caso in cui l’eletto decida di cambiare<br />

gruppo o la coalizione di appartenenza.<br />

Peraltro la legge non consente all’eletto<br />

voltagabbana di trascinarsi dietro<br />

anche la quota del finanziamento, ma<br />

ciò potrebbe per assurdo provocare un<br />

impulso alla frantumazione delle coalizioni<br />

già nella fase della loro formazione.<br />

Infatti i candidati meno organici<br />

e più propensi a preservarsi per il<br />

dopo-elezioni la massima libertà di<br />

movimento potrebbero intravedere<br />

nella scelta di riferirsi ad un partitino<br />

o ad un piccolo movimento, meno organizzato<br />

e ramificato nella società,<br />

una garanzia per poter contare su una<br />

quota di finanziamento più facilmente<br />

manipolabile nel caso di fuoriuscita<br />

dalla coalizione.<br />

Il mantenimento del finanziamento al<br />

vecchio partito di appartenenza non<br />

esclude oltretutto l’insorgere di ulteriori<br />

rischi, legati alla non escludibile<br />

possibilità che venga a costituirsi in<br />

Parlamento un manipolo di deputati e<br />

senatori di ventura, disposti a vendere<br />

i propri voti a questo o a quello in<br />

cambio di piccoli vantaggi o di rimborso<br />

delle quote di finanziamento<br />

pubblico perdute. Può sembrare fantascienza,<br />

ma abbiamo già sperimentato<br />

casi ancor più stupefacenti, come<br />

quello di Pannella che nel corso della<br />

campagna elettorale 1996 ha promesso<br />

(meglio sarebbe dire “venduto”) i propri<br />

voti a Berlusconi in cambio del<br />

rimborso di svariati miliardi di lire<br />

spese per la propria campagna elettorale<br />

e poi non avendolo ottenuto (a<br />

causa della sconfitta del Polo), gli ha<br />

fatto causa!<br />

DIEGO MASI, PER ESEMPIO<br />

Questa lacuna della legge dovrebbe<br />

pertanto essere modificata con l’introduzione<br />

di correttivo volto a ricollegare<br />

maggiormente la ripartizione del<br />

fondo nazionale al gettito effettivo di<br />

ciascun collegio elettorale.<br />

In tal modo si potrebbe evitare ad<br />

esempio che un candidato “indipendente”<br />

(eletto per l’Ulivo a Reggio<br />

Emilia coi voti determinati del Pds)<br />

che abbia dichiarato di fare riferimento<br />

a qualche strana e marginale componente<br />

della coalizione presente a<br />

macchia di leopardo sul territorio nazionale<br />

e con dubbie capacità di attrazione<br />

delle contribuzioni del 4 per<br />

mille, possa poi beneficiare automaticamente<br />

del riparto della quota di finanziamento<br />

spettante alla coalizione<br />

anche quando, pur non assecondandone<br />

la politica, rimanesse formalmente<br />

al suo interno (Diego Masi insegna!).<br />

di Pier Luigi Milani<br />

Ugualmente ciò consentirebbe di prevenire<br />

ogni discriminazione tra chi<br />

grazie all’uso della Tv o di altre tecnologie<br />

di informazione riesce ad ottenere<br />

consensi più estesi su scala nazionale<br />

e chi invece, pur privo di tali<br />

strumenti, riceve un forte consenso<br />

elettorale nel proprio collegio.<br />

LIMITI E DIFETTI<br />

Nonostante questi limiti e questi difetti<br />

la legge commentata presenta l’indubbio<br />

pregio di affrontare in modo<br />

radicalmente nuovo il problema del finanziamento<br />

della politica, al di fuori<br />

delle ipocrisie divulgate da chi vuole<br />

accreditare una società civile sana ed<br />

onesta contrapposta ad una politica<br />

comunque ladra e disonesta. Per la<br />

prima volta si esce dalle secche dell’autofinanziamento<br />

(dietro al quale i<br />

potenti e gli scaltri hanno potuto costruire<br />

Tangentopoli) e della vecchia<br />

legge di finanziamento diretto ai partiti<br />

da parte dello Stato (quella giustamente<br />

abrogata dal referendum) e si<br />

assegna ai cittadini, elettori e contribuenti,<br />

la possibilità di far pervenire al<br />

partito o al movimento di rappresentanza<br />

una quota delle proprie “tasse”.<br />

Così la politica si salda con la leva fiscale<br />

e ad essere esaltato è proprio il<br />

principio di responsabilità dei cittadi-<br />

INCHIESTA SULLA SCUOLA<br />

carabinieri e maestri<br />

ni, anche in qualità di singoli oltre che<br />

di gruppi organizzati. Naturalmente,<br />

come ogni cosa, bisognerà attendere<br />

l’applicazione per verificare sul campi<br />

i benefici ed i difetti.<br />

La seconda parte di analisi<br />

della legge n.2/97,<br />

quella relativa alla detraibilità<br />

delle donazioni<br />

e alle problematiche ad<br />

essa connesse, verrà<br />

pubblicata sul prossimo<br />

numero di Graffiti.<br />

Carabinieri e maestri: un binomio insolito vero? Ma cosa c’entrino gli uni con gli altri è presto detto. Da anni il Censis, il<br />

più prestigioso centro di ricerche sociali d’Italia, pubblica ogni anno la graduatoria dei dipendenti statali in base al grado<br />

di fiducia loro attribuito dai cittadini; ebbene le due categorie delle quali si fidano maggiormente gli italiani sono, nell’ordine,<br />

i carabinieri e gli insegnanti elementari. Sono persone che, nella stragrande maggioranza, svolgono seriamente i<br />

compiti loro affidati e che, diffusi capillarmente sul territorio, rappresentano il volto migliore di questo Stato che spesso<br />

sembra più disastrato di quello che è.<br />

Per quanto riguarda gli insegnanti questo emerge anche da un’indagine (svolta fra 539 genitori della Valle Camonica) del<br />

Gisav, presentata nel convegno di venerdì 7 marzo alla Tovini di Darfo.<br />

Tale ricerca, fra l’altro, è stata assunta dalla VII commissione della Camera dei Deputati tra i suoi materiali di lavoro. I<br />

dati illustrati da Marco Facchinetti evidenziano che in Valle la maggior parte delle famiglie (88,7%), genitori e figli, ha<br />

un buon rapporto con la maggioranza degli insegnanti e l’85% dei bambini va volentieri a scuola.<br />

Anche l’aver sostituito l’insegnante unico con il gruppo-insegnanti riscuote un largo consenso: con qualche precisazione<br />

l’83% degli intervistati si dichiara d’accordo con questa innovazione.<br />

A quanto pare sembra che in Italia sia rimasto solo Pannella e pochi altri, probabilmente lontani dalla scuola da decenni,<br />

a voler ritornare all’insegnante unico. Bene ha fatto quindi la Corte Costituzionale a bocciare il referendum sul ripristino<br />

dell’insegnante unico e indirettamente ad invitare il Digiunatore Nazionale a digiunare per qualcosa di più serio.<br />

Al quadro positivo sulla scuola camuna ha purtroppo dovuto contrapporre una situazione organizzativa piuttosto allarmante<br />

il dottor Baiocchi. Al secondo relatore sono bastati pochi dati per evidenziare un pericolo incombente: la chiusura<br />

di numerose classi e l’accorpamento di intere scuole.<br />

D’altronde con il rapporto di 14,35 alunni ogni insegnante siamo largamente al di sotto dei parametri nazionali e di legge.<br />

È vero che i 4.220 alunni della Valle sono dislocati in 60 edifici, alcuni difficilmente raggiungibili, ma ci sono anche<br />

scuole semideserte distanti fra loro poche centinaia di metri. Pur tenendo conto delle situazioni difficili, si dovrà al più<br />

presto entrare nell’ottica di un uso più razionale del denaro pubblico.<br />

E allora invece di nascondersi dietro il classico dito e spendere energie nel cercare espedienti per prolungare inutili agonie,<br />

non è forse meglio pensare a qualcosa di nuovo che dia maggiori e migliori servizi usando le risorse economiche,<br />

sempre poche, e quelle umane, sempre maggiori dato il continuo aumento di insegnanti senza alunni.<br />

Con l’intervento dell’ispettore ministeriale Fiorin il convegno ha spostato l’attenzione sui dati generali riguardanti la<br />

scuola elementare, dati dai quali emerge una sostanziale analogia con quelli raccolti in Valle.<br />

I lavori sono stati chiusi dall’ispettore Raffaele Iosa che ha affrontato l’aspetto forse più atteso: come sarà il sistema<br />

scolastico italiano del futuro?<br />

L’analisi più approfondita dei dati e l’apertura di un dibattito sulle conseguenze, per quanto riguarda la riorganizzazione<br />

delle scuole in Valle, potranno trovare spazi più ampi nei prossimi numeri. ( Valerio Moncini)<br />

Ci scusiamo con i lettori (e perché<br />

dovremmo essere noi a scusarci?<br />

Semplice, perché non ci risulta che<br />

altri l'abbiano fatto e perché dovremo<br />

pur cominciare a sentirci tutti<br />

un po' responsabili delle inefficienze<br />

dei nostri pubblici servizi) per il<br />

ritardo con cui è stato consegnato<br />

dalle Poste il numero 49 di Graffiti,<br />

del marzo scorso: quasi una settimana<br />

di ritardo, conseguenza dello<br />

sciopero di un giorno, ci si dice!<br />

In compenso, le quattro copie che<br />

spediamo mensilmente all'estero<br />

(a Berlino, a Dublino, in Belgio ed<br />

in Portogallo), per posta ordinaria,<br />

sono giunte a destinazione nell'arco<br />

di tre giorni.<br />

DARFO BOARIO TERME<br />

epitaffio per il “Posta”<br />

Quando lo scorso novembre furono tolti i pannelli che ne decoravano la facciata,<br />

diversi abitanti di Darfo si illusero che il vecchio Albergo Posta avrebbe<br />

avuto destino migliore del semplice spazio pubblicitario.<br />

Qualche settimana dopo, invece, sull’impalcatura che nel frattempo era stata<br />

installata, cominciò ad occhieggiare un grande cartello firmato “Edilcasa”,<br />

con il disegno dell’immobile finito.<br />

Chi si era cullato nell’idea del restauro è stato così deluso dalla realtà: nel<br />

progetto, al posto di una delle poche testimonianze storiche dell’unica città<br />

camuna, è previsto un normalissimo edificio moderno, normalmente destinato<br />

a “residenza ed uffici”.<br />

Senza nulla togliere al futuro pregio architettonico, e sottolineando le esigenze<br />

di sicurezza, igiene e decoro urbano (che rendevano assolutamente necessari<br />

interventi strutturali), fa riflettere la scelta culturale che c’è dietro alla<br />

cancellazione di una memoria.<br />

“Ma allora dovremmo tenere in piedi ogni cosa vecchia?”, si potrebbe obiettare;<br />

ma è difficile considerare il “Posta” una qualsiasi... casa vecchia. E' stato<br />

tra i primi hotel non solo della Valcamonica ma della provincia intera; vi si<br />

radunarono i volontari garibaldini in partenza per l’impresa dei Mille; ospitò<br />

Re Vittorio Emanuele 3º e D’Annunzio, in visita alle popolazioni colpite dal<br />

disastro del Gleno nel dicembre del ’23.<br />

Forse un po’ di considerazione in più gli si poteva concedere, anche perché<br />

non mancano le tecniche edilizie che permettono di adeguare costruzioni datate<br />

alle nuove esigenze senza stravolgere l’aspetto e la struttura architettonica.<br />

Basti pensare a come si è operato nel centro storico di Bologna, o dovunque si<br />

volessero conservare le testimonianze di una cultura ormai persa, dimostrando<br />

così di voler costruire un futuro migliore nel rispetto del passato, cioè nella<br />

maniera più consona alla natura umana. (monica andreucci)


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LETTERA APERTA A GIUSEPPE GALLI<br />

Lo si capisce anche dai dati pubblicati sul n°48 di Graffiti: sei il miglior segretario che il<br />

Pds della Valcamonica possa avere. Non avevo dubbi fin dalla data del tuo insediamento. Ora<br />

che il segno della ripresa di interesse c’è (o è solo il frutto di un maggiore impegno e di una maggiore<br />

serietà nel curare il tesseramento?) penso si possano compiere alcuni passi avanti e riprendere, come dice<br />

l’amico Enzo Raco con quella formuletta odiosa che significa tutto e nulla, “l’iniziativa politica”.<br />

A parte gli scherzi, mi pare che il Pds di Valle, approfittando del fatto che siamo per la prima volta al governo<br />

sia nazionale che locale, debba intraprendere due iniziative. Sei tu Galli con la tua capacità di puntare<br />

diritto all’obiettivo e di non lasciartene distogliere, che devi, a mio avviso, fartene il portavoce.<br />

1. E’ utile e necessario organizzare in Valcamonica un grande convegno sulla valorizzazione dei beni culturali<br />

con la presenza del Vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni. Non è e non può essere un’iniziativa<br />

strettamente di partito, ma il partito può trovare i canali giusti per arrivare allo scopo. I protagonisti diretti<br />

dovranno poi diventare tutti i gruppi che operano nel campo dei beni culturali ed in particolare il Centro Camuno<br />

di Studi Preistorici, la Cooperativa archeologica “Le orme dell’uomo”, il Museo didattico di Priuli,<br />

l’associazione di Galbiati, la cooperativa di Ono S.Pietro, oltre naturalmente ai comuni e alle istituzioni. E’<br />

necessario impegnare fin da ora nell’operazione Paolo Corsini che credo faccia parte della Commissione Cultura<br />

della Camera, per prendere gli opportuni contatti. Il Convegno deve puntare molto in alto e non limitarsi<br />

a parlare delle incisioni rupestri, che pur debbono trovare lo spazio necessario: deve essere l’occasione per<br />

fare il punto sulla politica del governo dell’Ulivo attorno alla gestione dei beni culturali. Non può essere però<br />

un puro convegno politico. Debbono in esso trovare spazio gli addetti ai lavori. Non credo sia difficile per le<br />

associazioni che operano nel settore portare in Valcamonica diversi esponenti di spicco della ricerca archeologica<br />

nazionale. Potrebbe anche essere l’occasione per rilanciare l’idea e dare gambe alla creazione di una<br />

facoltà di antropologia decentrata in valle. Naturalmente per mettere in pista le migliori energie bisogna acquisire<br />

al più presto la disponibilità di Veltroni e questo è compito tuo, caro Galli. Ti ricordo che ai tempi di<br />

Ronchey una disponibilità generica l’avevo già strappata, poi cadde il governo (come in Italia, fino a pochi<br />

mesi fa, accadeva ad ogni stormir di fronda) e non se ne fece nulla. Ora invece qualche speranza in più esiste<br />

e sarebbe assurdo lasciarsela sfuggire.<br />

2. Fra i problemi più dibattuti oggi in Italia c’è quello della giustizia. Ogni cittadino, del resto, si rende conto<br />

che senza battere la mafia e la malavita organizzata non ci può essere avvenire per l’Italia. Il vero problema<br />

per l’ingresso in Europa, lo si voglia ammettere o no, è questo e non tanto la debolezza della nostra economia.<br />

Mi pare opportuno approfittare della presenza del nostro Senatore Pardini nella commissione giustizia<br />

del Senato per invitarlo ad un confronto in Valcamonica. Può essere l’occasione per riparlare di Di Pietro, di<br />

Del Turco, del pool di Milano, ma può essere più opportunamente l’occasione di discutere apertamente di<br />

come deve cambiare l’amministrazione della giustizia in un paese che non può abbassare la guardia neanche<br />

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alcune delle magie che può fare.<br />

q Se le gengive si infiammano, spesso basta sciacqui con acqua ed un<br />

pizzico di bicarbonato.<br />

q Per pulire il forno ed il frigo, sciogliere 4 cucchiai di bianca polverina<br />

in un litro di acqua tiepida, passarne le pareti con una spugnetta<br />

abrasiva e sciacquare con acqua ed aceto.<br />

q Anticalcare: 2 cucchiai per il carico da 5 Kg. di lavatrice. Per la verità<br />

non elimina il micidiale calcare, ma ne rompe le molecole evitandone<br />

il deposito. Con tanti ringraziamenti dall'ambiente.<br />

q Vi siete scottati? Per non far venire la polla (che si infetta facilmente),<br />

passare sulla pelle una goccia di olio di oliva e coprire con un pizzico<br />

di bicarbonato.<br />

q Pavimenti ben lavati e moderatamente disinfettati se passati con<br />

uno straccio umido d'acqua calda e bicarbonato o aceto.<br />

q Maglie più morbide se sciacquate con acqua ed un cucchiaio di bicarbonato<br />

o mezzo bicchiere di aceto. La temperatura dell'ammollo<br />

deve essere la stessa del lavaggio, rischio di infeltrimento altrimenti!<br />

q I tappeti chiari tornano puliti se si cospargono con la bianca polverina<br />

e si lasciano così per una notte intera. Basterà poi batterli all'aria aperta.<br />

q Denti da sbiancare: una volta al mese lavarli mettendo sullo spazzolino<br />

un pizzico di bicarbonato, invece del dentifricio. Oppure passarli<br />

con una fetta di limone spolverato col vostro protagonista.<br />

q Aiuta a lievitare le torte e le rende più soffici se aggiunto in un mezzo<br />

cucchiaio ogni 500 grammi di farina.<br />

q Nell'acqua del lavaggio di frutta è insostituibile per eliminare sporco<br />

e residui di schifezze chimiche...<br />

E non dimentichiamo che è il digestivo più efficace; se aggiunto all'acqua<br />

del bagno o del pediluvio li fa diventare tonificanti; rende più teneri<br />

i legumi (quando sono stati ammollati in acqua ed un cucchiaio di<br />

bicarbonato) ed il bollito.<br />

Magico pure per i fiori recisi: li conserva più a lungo se, nel vaso, l'acqua<br />

è stata miscellata con mezzo cucchiaio.<br />

LIBRO OMAGGIO<br />

Ricordiamo agli abbonati sostenitori<br />

(quanti hanno versato una<br />

quota annua di almeno 30mila<br />

lire) che il libro omaggio “Pietro<br />

Brescianini: partigiano per istinto,<br />

comunista per scelta” verrà<br />

spedito nei prossimi giorni.<br />

ABBONAMENTO 1997<br />

50, ma non li dimostra<br />

Graffiti vive anche<br />

grazie al tuo contributo<br />

Si suol dire, di una bella donna sugli “anta”, che “non li dimostra”. Un<br />

gradito complimento!<br />

Stavolta, tuttavia, un elogio lo vogliamo rivolgere a noi, a “Graffiti”. A<br />

questo giornale che, nato appunto cinquanta numeri fa (quasi per<br />

scommessa ), è cresciuto, si è fatto le ossa ed oggi si è conquistato i<br />

suoi abbonati ed i suoi lettori.<br />

Non è facile fare un giornale, soprattutto come il nostro: periodico,<br />

ove la cronaca può trovare scarsa accoglienza, dati i tempi (un mese)<br />

che intercorrono tra una pubblicazione e l’altra, che tendono naturalmente<br />

a far scadere un fatto.<br />

Siamo un giornale più di opinione, ma che ha tanta voglia di far discutere,<br />

far ragionare. Ci siamo riusciti? Non sta a noi dirlo. Semmai ai<br />

nostri lettori, che non sono pochi, lasciatemelo dire!<br />

Cinquanta simboliche candeline: le vogliamo accendere tutti assieme,<br />

noi e voi che ci leggete, con l’augurio che questo foglio continui la sua<br />

corsa verso altri e sempre migliori traguardi?<br />

pasticceria<br />

Zanetta<br />

via Badetto 16<br />

Ceto (Bs)<br />

Tel. 0364/433115

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