Editoriale - Una "rivoluzione industriale" necessaria - ANLAW
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ne di poter trasformare un modello economico plurisecolare<br />
in un altro, senza aver accompagnato e consolidato la<br />
crescita della produzione, vero motore del sistema.<br />
Proprio questo motore, già affaticato da un indebolimento<br />
della domanda e da tendenze fiscali zavorranti, si trova a<br />
fare i conti con una sempre maggiore carenza di materie<br />
prime che, con lungimiranti accordi commerciali, vengono<br />
fagocitate dal “buco nero” della produzione indo-cinese.<br />
Se risulta essere legittimo che Paesi emergenti e a tasso di<br />
crescita “esplosivo” vadano alla ricerca delle riserve minerarie<br />
necessarie per le loro produzioni, meno legittime appaiono<br />
operazioni di “nuovo colonialismo”, mascherato da<br />
operazioni commerciali, e sicuramente poco opportuno risulta<br />
essere l’atteggiamento dell’Europa che, distratta dalle<br />
proprie beghe di bilancio, non prende posizioni unitarie al<br />
fine di concludere in Terra d’Africa accordi per un’utilizzazione<br />
sostenibile delle risorse.<br />
<strong>Una</strong> <strong>rivoluzione</strong> industriale, che passerebbe inevitabilmente<br />
per una <strong>rivoluzione</strong> dei processi, deve trovar vita in una<br />
ricerca orientata verso un green economy, sempre più auspicata<br />
ma, comunque, ancora di fatto troppo ostacolata.<br />
Si potrebbe, così, da un lato, evitare un impoverimento selvaggio<br />
delle risorse dell’umanità, dall’altro impedire che i<br />
colossi asiatici monopolizzino fonti di approvvigionamento<br />
destinate ad esaurirsi.<br />
Su queste, e su ulteriori tematiche di attualità stringente,<br />
proveremo nei prossimi numeri a fare degli approfondimenti<br />
guardando all’economia come ad un diadema for-<br />
mato da molteplici sfaccettatature rappresentate dai punti<br />
d’osservazione dei nostri autorevoli giuristi ed economisti.<br />
Un primo grazie è rivolto al Prof. Ercole Pietro Pellicanò<br />
per la fiducia che ha riposto nella mia persona e che prometto<br />
di custodire come il più prezioso dei beni, un secondo<br />
ringraziamento va all’autorevole Comitato Scientifico<br />
ed all’Editorial Board che hanno creduto fermamente in<br />
un sogno che oggi è una bellissima realtà.<br />
E’ tempo di iniziare: è Tempo Finanziario.<br />
Nunzio Bevilacqua<br />
Business lawyer<br />
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