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Il beach tennis Quali miglioramenti può dare l ... - Beachtennis Time

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE<br />

______________<br />

Corso di laurea in scienze motorie<br />

TESI DI LAUREA<br />

<strong>Il</strong> <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

<strong>Quali</strong> <strong>miglioramenti</strong> <strong>può</strong> <strong>dare</strong> l’allenamento della<br />

velocità e della rapidità degli arti inferiori sulla<br />

sabbia?<br />

Relatore: Laureando:<br />

Prof. Ugo CAUZ Olivier Alessandro<br />

_______________________________________________________<br />

Anno ACCADEMICO 2009-10


INDICE<br />

Sommario……………………………………………………………….………………p. 3<br />

Indice delle figure…………………………………………………………………………….. .p. 5<br />

Indice delle tabelle……………………………………………………………………………..p. 6<br />

Introduzione……………………………………………………………………………………... p. 9<br />

Capitolo I<br />

LA STORIA DEL BEACH TENNIS<br />

1.1. Dove e perché nasce il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>…………………………………….. p. 11<br />

1.2. Dal primo regolamento alle regole ufficiali odierne……………… p. 12<br />

1.3. Evoluzione delle federazioni………………………………………………….p. 14<br />

1.4. I tornei più importanti.…………………………………………………………. p. 17<br />

Capitolo II<br />

STUDIO DELLA DISCIPLINA<br />

2.1. Caratteri e regole del gioco…………..……….…………………………….. p. 21<br />

2.1.1. Tipi di competizioni…………………………………………………………. p. 21<br />

2.1.2. Punteggio………………………………………………………………………… p. 22<br />

2.1.3. Classifica…………………………………………………………………………..p. 23<br />

2.1.4. Regolamento…………………………………………………………………… p. 26<br />

2.2. Colpi fondamentali………………………………………………………………..p. 29<br />

2.2.1. Le impugnature……………………………………………………………….. p. 29<br />

2.2.2. La volée di dritto……………………………………………………………... p. 32<br />

2.2.3. La volée di rovescio…………………………………………………………. p. 33<br />

2.2.4. La battuta………………………………………………………………………… p. 35<br />

2.2.5. La schiacciata…………………………………………………………………… p. 37<br />

2.2.6. <strong>Il</strong> bilanciere……………………………………………………………………… p. 38<br />

3


2.2.7. <strong>Il</strong> pallonetto………………………………………………………………………p. 39<br />

2.2.8. La smorzata……………………………………………………………………… p. 39<br />

2.3. La preparazione tecnico-tattica……………………………………………. p. 40<br />

2.3.1. La tecnica………………………………………………………………………… p. 40<br />

2.3.2. La tattica…………………………………………………………………………..p. 42<br />

2.4. La collaborazione e l’intesa di squadra…………………………………. p. 44<br />

Capitolo III<br />

PREPARAZIONE ATLETICA – TRAUMATOLOGIA<br />

3.1. La preparazione fisica……………………………………………………………. p. 47<br />

3.1.1. <strong>Il</strong> modello funzionale………………………………………………………. p. 48<br />

3.1.2. La programmazione………………………………………………………… p. 50<br />

3.1.3. Gli esercizi………………………………………………………………………..p. 53<br />

3.2. Traumatologia………….…………………………………………………………… p. 60<br />

Capitolo IV<br />

SCOPO DELLA TESI<br />

4.1. Soggetti……………………………………………...……………………………………. p. 65<br />

4.2. Protocollo sperimentale…………………………………………………………….p. 66<br />

4.3. Protocollo test………………………………………………………………………….. p. 66<br />

4.4. Protocollo di allenamento………………………………………………………… p. 69<br />

4.5. Statistiche………………………………………………………………………………….p. 74<br />

4.6. Discussione dei risultati……………………………………………………………..p. 79<br />

Conclusioni…………………………………………………………………….……………….. p. 80<br />

Bibliografia……………………………………………………………………………………….p. 83<br />

Ringraziamenti………………………………………………………………………………... p. 85<br />

4


Indice delle figure<br />

Fig. 1 Campi da <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> nella spiaggia di Marina di Ravenna……………. 11<br />

Fig. 2 Foto dei campionati italiani in notturna nella piazza di Forlì.…………. 18<br />

Fig. 3 Tabellone dei vincenti e dei perdenti……………………………………………...21<br />

Fig. 4 Racchetta da <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>……………………………………………………………….27<br />

Fig. 5 Palline da <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>…………………………………………………………………… 27<br />

Fig. 6 Campo da gioco e relative dimensioni…………………………………………….. 28<br />

Fig. 7 Base manico della racchetta…………………………………………………………….30<br />

Fig. 8 Sequenza della volée di dritto…………………………………………………………. 32<br />

Fig. 9 Sequenza della volée di rovescio…………………………………………………….. 33<br />

Fig. 10 Fotografia di un battuta………………………………………………………………… 35<br />

Fig. 11 Fotografia del servizio…………………………………………………………………... 36<br />

Fig. 12 Fotografia di uno smash……………………………………………………………….. 37<br />

Fig. 13 Esercizi per la mobilità articolare…………………………………………………. 56<br />

Fig. 14 Esercizi di forza con palla medica………………………………………………….. 56<br />

Fig. 15 Esercizi di scioltezza muscolare e mobilità articolare……………………..57<br />

Fig. 16 esercizi di muscolazione per la parte superiore…………………………….. 57<br />

Fig. 17 <strong>Il</strong>linois Agility test………………………………………………………………………….. 68<br />

Fig.18 Star drill /Short five corner drill……………………………………………………… 71<br />

Fig. 19 X drill, long X drill………………………………………………………………………….. 72<br />

Fig. 20 Spedd ledder………………………………………………………………………………….72<br />

Fig. 21 Istogrammi comprensivi di deviazione standard sul test dei 30 m… 74<br />

5


Fig. 22 Grafici a dispersione della correlazione sui test dei 30 m..……………. 75<br />

Fig. 23 Istogrammi comprensivi di dev. standard su test dei 20m sulla<br />

sabbia...…………………………………………………………………………………………………… 76<br />

Fig. 24 Grafici a dispersione della correlazione sui test dei 20 m sulla<br />

sabbia....……………………………………………………………………………………………………77<br />

Fig. 25 . Istogrammi comprensivi di deviazione standard su test IAT..………. 77<br />

Fig. 26 Grafici a dispersione della correlazione sui test IAT..…………………….. 78<br />

Indice delle tabelle<br />

Tabella 1. categorie di partenza……………………………………………………………….. 24<br />

Tabella 2. Punteggi ottenuti per il piazzamento……………………………………… 24<br />

Tabella 3. punteggi per il valore del torneo……………………………………………… 25<br />

Tabella 4. punti assegnati in base al numero dei partecipanti………………….. 25<br />

Tabella 5. fattore di decurtazione……………………………………………………………..25<br />

Tabella 6. Caratteristiche antropometriche dei 2 gruppi di soggetti…………. 65<br />

Tabella 7. Valori riferimento IAT………………………………………………………………. 69<br />

Tabella 8. Risultati dei test……………………………………………………………………….. 74<br />

6


9<br />

INTRODUZIONE:<br />

<strong>Il</strong> lavoro qui presentato ha lo scopo di illustrare uno sport che si è diffuso<br />

molto in Italia e nel mondo negli ultimi anni. Uno sport che per la sua natura e<br />

le sue caratteristiche <strong>può</strong> essere giocato a qualunque età e da qualunque<br />

persona, senza distinzioni di sesso, uno sport nel quale si <strong>può</strong> trovare<br />

divertimento,ma senza dubbio anche salute e benessere. Uno sport<br />

estremamente facile da giocare per tutti ma diventa estremamente difficile e<br />

spettacolare mano a mano che cresce il livello dei giocatori. Per emergere<br />

nel <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> occorre un buon rapporto con l'attrezzo, riflessi e velocità<br />

sulla sabbia: l'equilibrio fra queste doti porta a distinguersi. Questo nuovo<br />

sport ha il vantaggio che si <strong>può</strong> giocare 12 mesi all'anno, e che non <strong>può</strong> essere<br />

disturbato dalle condizioni meteorologiche. Ma soprattutto è uno sport più<br />

veloce del <strong>tennis</strong> e più dinamico della pallavolo: praticamente prende i lati<br />

migliori di questi. Con questa tesina si ha l’intenzione di portare alla luce tutti<br />

gli aspetti di questa disciplina, si porrà attenzione sui fondamenti della<br />

preparazione atletica necessaria al fine di migliorare le condizioni fisiche<br />

dell’atleta, e quindi la performance. Verrà quindi presentato un lavoro svolto<br />

negli ultimi 5 mesi con dei giocatori di <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong> e di <strong>tennis</strong>, che si poneva<br />

come obbiettivo il miglioramento della velocità e della rapidità degli arti<br />

inferiori. Un ulteriore parte poi sarà dedicata alla traumatologia specifica di<br />

questo sport e alla prevenzione degli infortuni.


1.1. Dove e perché nasce il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

11<br />

1. STORIA:<br />

Ci sono molte versioni e contraddizioni riguardo la data di nascita di questo<br />

sport, c’e chi dice che sia un discendente della pallacorda e del tamburello, e<br />

attribuisce la sua nascita ai primi anni del secolo scorso, altri che invece<br />

collocano la nascita ai primi anni dopo la grande guerra, ma quasi tutti<br />

concordano nell’ affermare che le prime partite e i primi tornei si iniziarono a<br />

disputare nelle spiagge<br />

Ravennati tra la fine degli anni<br />

70 e i primi anni 80, una delle<br />

spiagge storiche e<br />

fondamentali alla quale poter<br />

ricondurre la nascita del <strong>beach</strong><br />

<strong>tennis</strong> è proprio la quella di<br />

Marina di Ravenna. Perché in<br />

questa località? Diciamo che<br />

una buona parte del merito va<br />

Fig. 1 Campi da <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> nella spiaggia di<br />

Marina di Ravenna.<br />

alla morfologia del territorio e alle leggi che vigevano su di esso,questa<br />

spiaggia infatti,vantava di essere estremamente estesa,e per preservare la<br />

folta pineta che costeggiava la spiaggia, vi erano vincoli paesaggistici che<br />

impedivano di costruire edifici e abitazioni immediatamente dietro la<br />

spiaggia. Data la mancanza di alberghi e abitazioni private vicine agli<br />

stabilimenti balneari, per i motivi sopra citati, il tipo di turismo era


esclusivamente di tipo pendolare. I bagnanti in qualche modo dovevano<br />

passare il tempo nelle lunghe giornate al mare, e vista l’enorme larghezza<br />

della spiaggia,vi era la presenza di decine e decine di campi da <strong>beach</strong> volley,<br />

questo sport era molto faticoso, difficile e impegnativo,e necessitava di un<br />

numero “cospicuo” di giocatori per poter fare una partita, per questo motivo<br />

molti di questi campi venivano lasciati liberi, fu allora che ad alcuni bagnanti<br />

venne l’idea di costruirsi delle racchette, simili a quelle usate per giocare a<br />

<strong>tennis</strong>, ma che al posto delle corde avevano un piatto in legno o in plastica, e<br />

provare a fare degli scambi con queste utilizzando la pallina da <strong>tennis</strong>, da qui<br />

ha origine il fenomeno dei “racchettoni” o “<strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>”.<br />

Questo gioco tuttora esistente, con tanto di federazione, ha<br />

rappresentato negli ultimi decenni lo sport da spiaggia per eccellenza lungo le<br />

spiagge Ravennati e Ferraresi, si calcola che nel litorale Emiliano Romagnolo<br />

infatti esista circa il 50% dei campi da gioco di tutta la penisola, con buona<br />

diffusione via via crescente anche nel Lazio, Puglia, Marche, Toscana,<br />

Sardegna, Veneto, Friuli, Campania e Sicilia, favorite ovviamente dalla<br />

presenza di arenili sabbiosi, mentre in altre regioni quali la Lombardia e<br />

Piemonte, un grande impulso viene dato da strutture coperte create ad hoc.<br />

1.2. Dal primo regolamento alle regole ufficiali odierne:<br />

<strong>Il</strong> gioco del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> come detto nel capitolo precedente sin dalle sue<br />

origini è sempre stato strettamente legato al <strong>beach</strong> volley, le prime partite<br />

infatti venivano disputate sui campi dello stesso, quindi a rete alta (oltre i<br />

due metri), possiamo ben immaginare che questo portava a un gioco molto<br />

lento, di conseguenza principalmente fatto di pazienza e grande resistenza;<br />

altre caratteristiche che manteneva dal <strong>beach</strong> volley erano: l’utilizzo del<br />

12


campo grande: 9x9m, il sistema di punteggio con il meccanismo del cambio<br />

palla, ovvero con il giocatore che rimane al servizio fino a che non perde il<br />

punto, il “net”su battuta (ovvero quando la palla tocca la rete e cade nel<br />

campo avversario) era considerato fallo, e si poteva battere solamente dal<br />

lato destro del campo. Con queste regole il numero dei partecipanti era molto<br />

ridotto, e c’erano raramente tornei, e quei pochi accoglievano scarsissima<br />

partecipazione.<br />

Una prima svolta fondamentale si ha con un intuizione di Giandomenico<br />

Bellettini, il quale capisce come non sia possibile condividere le stesse<br />

strutture con i cugini del <strong>beach</strong> volley, date le diverse peculiarità del nuovo<br />

gioco che stava nascendo, e perciò porta il primo importantissimo<br />

cambiamento: abbassa la rete fino a scendere al 170 cm. Questa intuizione è<br />

un vero e proprio cambio di marcia per il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, che grazie a questo<br />

cambiamento consente scambi dotati di maggior velocità, ma comunque<br />

nemmeno scambi troppo corti, colpi alti, schiacciate, schemi e incroci, tutto a<br />

vantaggio della spettacolarità del gioco, e quindi un interesse e<br />

conseguentemente anche una partecipazione maggiore da parte della gente.<br />

Come sempre è stato sin dall’inizio è ancora una volta il <strong>beach</strong> volley a<br />

disegnare la strada per i nuovi cambiamenti, dopo essere diventato sport<br />

olimpico nel 1996 infatti, da un aggiustamento alle regole, ed il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

segue a ruota, il nuovo regolamento prevede: net valido in battuta, e servizio<br />

valido lungo tutta la linea di fondo, non solo dalla parte destra del proprio<br />

campo, questi aggiustamenti hanno contribuito a un maggiore dinamismo, e<br />

una maggiore varietà e imprevedibilità di gioco.<br />

Bellettini, pronto a sfruttare la riduzione delle misure del campo da gioco,<br />

accorciato dagli organi preposti al <strong>beach</strong>-volley dai 9x9 metri iniziali a<br />

8x8,coglie al volo l’opportunità di un significativo cambiamento riguardante il<br />

13


punteggio: archiviato lo score del volley, si inizia a giocare seguendo quello<br />

del <strong>tennis</strong>, 15/30/40 e punto secco sul 40 pari, che, eliminando il doppio<br />

vantaggio per aggiudicarsi il gioco, regala emozioni, sofferenze e souspance<br />

fino all’ultima pallina.<br />

1.3 Evoluzione delle federazioni<br />

Per diverso tempo il gioco del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> non ebbe alla sua guida un vero<br />

e proprio presidente, era infatti considerato più che altro un passatempo, una<br />

moda da spiaggia, fu però con l’introduzione delle nuove regole che lo<br />

distinguevano sempre più dal <strong>beach</strong> volley, che il prima citato Giandomenico<br />

Bellettini, esperto di diritto sportivo e cultore di questo sport, nel marzo del<br />

’97, si proclamò inventore del gioco del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, egli fu il primo infatti a<br />

credere di poterlo trasformare da un semplice passatempo divertente in un<br />

vero e proprio sport, con quindi un regolamento ufficiale, manifestazioni<br />

ufficiali, gare nazionali e internazionali, corsi per istruttori, arbitri e giudici.<br />

Sotto il suo impulso venne così a crearsi in ogni regione e in ogni provincia un<br />

responsabile, in poche parole stava nascendo una federazione che copriva<br />

l'aspetto assicurativo e che metteva a disposizione dei suoi associati una<br />

organizzazione! Nasce cosi la F.I.B.T. (federazione italiana <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>). Nel<br />

contempo nasce anche una Federazione Mondiale, l’ I.F.B.T. , acronimo che<br />

sta per: International Federation Beach Tennis, dove il dott. Bellettini è uno<br />

dei Soci Fondatori e attualmente Presidente della stessa.<br />

La F.I.B.T. è stata mantenuta per diversi anni, fino a quando dopo l’anno<br />

2000 fece il suo ingresso marginale la F.I.T. ( Federazione italiana <strong>tennis</strong> ), le<br />

due però non andavano troppo d’accordo; la prima poteva vantare di un gran<br />

numero di iscritti, la seconda però era molto più espansa. Fino all’anno 2006<br />

il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> vive un mondo regolato da 2 entità spesso in collisione tra<br />

14


loro, IFBT capitanata da Giandomenico Bellettini, e Vision (azienda<br />

produttrice di racchette e abbigliamento per il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>), legata alla FIT,<br />

guidata da Geo Orsini. Quell’anno la FIT decide di investire tempo e denaro su<br />

questo gioco, assegna Orsini il compito di organizzare un circuito a livello<br />

nazionale che vede la partecipazione di quasi tutti i più forti giocatori, la<br />

maggior parte di essi vi parteciparono.<br />

Nell’anno 2007, a causa di problemi intercorsi tra la federazione<br />

italiana <strong>tennis</strong> e Vision, i quali finiscono addirittura in tribunale, c’è la prima<br />

divisione tra le due organizzazioni, la prima, si appoggia prevalentemente alla<br />

associazione Charlie Max per i tornei principali mentre la seconda confluisce<br />

verso la IFBT di Bellettini che nel frattempo aveva continuato a organizzare un<br />

suo circuito indipendente. Qui iniziano a fioccare multe e squalifiche per<br />

coloro i quali avendo giocato per la prima parte dell’anno i tornei FIT<br />

partecipano a tornei al di fuori di essa considerati “abusivi”.<br />

Questa situazione di duopolio perdura fino a fine 2008, anno in cui avviene<br />

un secondo spin - off tra Orsini e Bellettini, il primo forma un consorzio con<br />

altre 2 importanti aziende produttrici di racchette che nel frattempo hanno<br />

preso piede: Rakketone e TomCaruso, mentre il secondo continua ad avvalersi<br />

dell’appoggio di un’altra azienda: la MBT. Si arriva così alla situazione recente,<br />

con tre circuiti indipendenti , tre mondiali e tre classifiche... tirando le somme,<br />

questo non <strong>può</strong> far altro che diminuire lo spettacolo (i giocatori più forti<br />

erano divisi tra le varie federazioni, e quindi il livello del gioco era<br />

conseguentemente più basso).<br />

Questa situazione, che toglieva peso, credibilità e stimoli adeguati ai top<br />

players è stata una delle motivazioni che hanno portato alla nascita, alla fine<br />

del 2009 dell’AGB (associazione giocatori Beach <strong>tennis</strong>), un associazione<br />

quindi, non una federazione, con lo scopo di tutelare i giocatori nei vari tornei<br />

15


nazionali e internazionali, nei circoli sia outdoor che indoor, sia in estate che<br />

in inverno. Quindi si riconosce a questa associazione una funzione puramente:<br />

Informativa: informare i giocatori riguardo lo svolgimento di tutte le<br />

attività inerenti il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> (corsi, eventi, tornei).<br />

Giuridica: consulenza e assistenza legale ai giocatori riguardo il<br />

disbrigo di pratiche di vario genere (es. infortunistiche, contrattuali)<br />

Politica: tutela degli interessi dei giocatori.<br />

All’AGB va riconosciuto un merito importante, ovvero quello di aver riunito<br />

tutti i giocatori più forti, al posto di averli tutti sparpagliati tra le varie<br />

federazioni. La ricerca di interlocutori seri ed affidabili offerta dall’AGB ha<br />

trovato nella FIT una pronta disponibilità a recepire istanze e suggerimenti<br />

tesi a determinare un ulteriore salto di qualità del movimento <strong>beach</strong><br />

<strong>tennis</strong>tico.<br />

Questa mossa da parte della FIT ha fatto si che l’anno scorso, 2010, la<br />

stragrande maggioranza dei giocatori passassero dalla IFBT alla FIT, portando<br />

cosi ad unificare ed innalzare notevolmente il livello e la spettacolarità di<br />

questo gioco.<br />

Fino al 2010 il Beach Tennis era visto esclusivamente come uno sport<br />

amatoriale, fatta eccezione per i pochissimi campioni, che si possono contare<br />

sulle dita delle mani, quindi per i tornei era richiesto solamente il certificato di<br />

buona salute. Da quest’anno invece ci saranno due tipologie di tesseramento:<br />

Tessera agonistica: con la quale l’atleta potrà partecipare a tutti i<br />

tornei, sia agonistici che amatoriali (i primi si differenziano per la<br />

presenza di un montepremi).<br />

16


Tessera non agonistica: con la quale l’atleta potrà partecipare<br />

solamente ai tornei senza montepremi, quindi quelli amatoriali,<br />

valevoli comunque ai fini del punteggio per la classifica.<br />

Questo a dimostrazione della via via maggiore serietà che sta acquistando<br />

questo sport rispetto agli ultimi anni.<br />

La federazione ora organizza tornei non solo a livello nazionale, nel 2010<br />

infatti ha organizzato i mondiali presso il Foro Italico a Roma in concomitanza<br />

con gli internazionali d’ Italia; inoltre, ha dato inizio all’iter che ha come<br />

obbiettivo il riconoscimento del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> come sport olimpico già a<br />

partire, almeno in forma dimostrativa, da Londra 2012, questo sarà<br />

sicuramente un primo passo importante per la visibilità mondiale!!<br />

1.4 I tornei più importanti<br />

Uno dei tornei più famosi e prestigiosi, e con più larga partecipazione è il<br />

“torneo Fiorellini”, che si gioca sulle spiagge di Marina di Ravenna sin dal<br />

1995. Nei primi anni di competizioni questo era il torneo con montepremi più<br />

ricco e quindi con grande partecipazione di giocatori, vista anche la successiva<br />

estensione alle coppie femminili, a quelle over e alle coppie juniores. Torneo<br />

che, per la sua grossa adesione, coinvolgeva e coinvolge tuttora diversi<br />

stabilimenti balneari.<br />

Poi abbiamo il “Campionato del Mondo”, organizzato dalla IFBT, si tiene<br />

anch’esso nelle stesse spiagge del precedente,viene introdotto a partire dal<br />

2001 da Bellettini, non appena furono possibili le sfide internazionali; anche<br />

se per la verità, nei primi anni, i partecipanti stranieri erano molto pochi e<br />

pressoché turisti, solo nel giro di qualche anno (nel 2003) si iniziarono a<br />

vedere le prime squadre nazionali con gruppi abbastanza numerosi. La<br />

nazionale italiana, anche se molte volte messa in difficoltà dalla Reunion<br />

17


(isoletta vicina al Madagascar), dalla Germania e da qualche anno dal Brasile,<br />

si è sempre aggiudicata la prova per squadre piazzandosi al primo posto.<br />

Questo mondiale assegna diversi titoli, i più ambiti: doppio maschile e<br />

femminile, ma si gioca anche per il singolare, il doppio misto, categorie over,<br />

categorie giovanili e titoli riservati a specifiche categorie (medici, avvocati,<br />

militari ecc).<br />

Degni di nota anche i<br />

“Campionati Italiani in<br />

Notturna” che dal 2002<br />

si disputano ogni anno<br />

nell’affascinante piazza<br />

Saffi di Forlì nel mese di<br />

Luglio,dove ci si<br />

contende il titolo per il<br />

doppio maschile e il<br />

doppio misto.<br />

Uno dei più importanti tornei è sicuramente quello del Foro Italico,<br />

organizzato dalla FIT in contemporanea con gli internazionali di Tennis, nel<br />

2007 questo torneo ha assegnato il montepremi più alto della storia di questo<br />

sport: ben 8000 euro per la coppia che si aggiudicò il doppio maschile. Dal<br />

2009 questo torneo ha preso il nome di “Campionati mondiali” e, trovandosi i<br />

campi lungo la passeggiata che portava ai campi da <strong>tennis</strong>, hanno incuriosito<br />

molti campioni della racchetta con le corde, che si sono soffermati a fare due<br />

scambi.<br />

18<br />

Fig. 2 Foto dei campionati italiani in<br />

notturna nella piazza di Forlì.


Questo appuntamento ha avuto la sua indiscussa e indiscutibile<br />

consacrazione nel 2010, anno in cui la FIT, forte della nuova linfa portata in<br />

dote dalla stretta collaborazione con l’AGB (Associazione Giocatori di Beach<br />

Tennis), ha visto in campo davvero tutti i migliori specialisti italiani e mondiali.<br />

Come risultato, abbiamo assistito ad uno spettacolo di assoluto valore, grande<br />

lustro per la FIT e l’ITF (International Tennis Federation), con il conseguente<br />

declino della concorrente IFBT che ha perso tutti i suoi migliori giocatori<br />

nazionali e tutti gli stranieri di spicco.<br />

La FIT inoltre sponsorizza ancora il suo “Master tour” in diverse location<br />

italiane, lungo tutta la penisola, con montepremi molto alti.<br />

Per quanto riguarda L’estero invece tra i tornei più importanti possiamo<br />

citare quello di Reunion, che a partire dal 2007 organizza un torneo<br />

internazionale stabile e strutturato, dal 2010 sotto l’egida dell’ITF, (anche qui<br />

gli Italiani sono quasi sempre stati al primo posto).<br />

Altri tornei importanti, quello di Melbourne in Australia in concomitanza<br />

con gli Australian Open di Tennis. Poi in Belgio, in Spagna, in Portogallo,il<br />

torneo di Aruba dove nel 2009 si è giocata la seconda edizione con giocatori<br />

di ben 6 nazioni; ed infine, ma non per importanza abbiamo i tornei che si<br />

disputano negli States, quindi New York, Miami, California, dove sono messi in<br />

palio costantemente ricchi montepremi, dove però le regole, fino al 2009,<br />

erano leggermente diverse da quelle del resto del mondo, in questa versione<br />

del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> si utilizzavano racchette più simili a quelle Tennistiche, ma<br />

nonostante questo la nazionale italiana ha sempre fatto eccellenti prestazioni.<br />

Nel 2010, con l’ingresso dell’ITF e la conseguente adozione delle stesse<br />

regole e materiali usati nel resto del mondo, anche da parte di Aruba,<br />

Bermuda e USA, si è acquisita maggior credibilità a livello internazionale,<br />

anche se, ancora una volta, gli italiani hanno confermato la loro superiorità.<br />

19


2.1 Caratteri e regole del gioco<br />

2.1.1. Tipi di competizioni<br />

2. STUDIO DELLA DISCIPLINA:<br />

Come abbiamo detto in precedenza le tipologie di competizioni nel <strong>beach</strong><br />

<strong>tennis</strong> possono essere :<br />

Individuali (sia maschili che femminili).<br />

A coppie (maschili, femminili, miste).<br />

Entrambe possono svolgersi ad eliminazione diretta (tabellone d’estrazione<br />

unico, con eventuale recupero dei perdenti, o tabelloni concatenati di<br />

estrazione o di selezione) oppure, in tutto o in parte, con la formula dei<br />

gironi, tutte queste tipologie di competizioni devono essere previste dal<br />

regolamento di ogni singola competizione o manifestazione.<br />

21<br />

Fig. 3<br />

Tabellone<br />

dei<br />

vincenti e<br />

dei<br />

perdenti


In tutte le competizioni valevoli per il punteggio della classifica generale,<br />

l’inserimento dei vari giocatori nei diversi gironi viene ricavata tramite il<br />

sistema delle teste di serie, che viene tratto, a compito dell’arbitro nelle<br />

competizioni, mentre del direttore di gara in quelle non agonistiche, appunto<br />

dalla classifica nazionale. Questo per fare in modo che si classifichino alle fasi<br />

avanzate del torneo i giocatori più forti e che quindi anche la finale sia degna<br />

del suo nome, con entrambi i giocatori o le coppie che ci sono arrivate per<br />

merito e non solamente perché hanno avuto la fortuna di incontrare giocatori<br />

poco preparati nelle fasi precedenti a quelle finali.<br />

2.1.2. Punteggio<br />

Per quanto riguarda il punteggio, per tutti gli incontri delle competizioni<br />

agonistiche si possono utilizzare due formule:<br />

a) Una sola partita a nove giochi, con applicazione della regola del tie-break<br />

ai sette punti,sul punteggio di 8 giochi pari.<br />

b) Due partite a sei giochi ed eventuale tie-break a dieci punti al posto della<br />

eventuale terza partita.<br />

Si applica il sistema di punteggio “senza vantaggi” e quindi sul punteggio di<br />

parità si gioca un punto decisivo; il giocatore che vince il punto decisivo si<br />

aggiudica il gioco. Nelle gare con formula a girone e quando gli iscritti sono in<br />

numero superiore a 32, nelle prime fasi e finché il numero dei partecipanti<br />

rimasti in gara non è inferiore a tale limite, si <strong>può</strong> disputare una sola partita a<br />

sei giochi, con applicazione della regola del tie-break ai sette punti sul<br />

punteggio di sei giochi pari.<br />

22


Per tutti gli incontri delle competizioni non agonistiche invece i metodi di<br />

punteggio utilizzati sono:<br />

a) Una sola partita a sei giochi, con applicazione della regola del tie-break a<br />

sette punti, sul punteggio di sei giochi pari.<br />

b) Due partite a quattro giochi ed eventuale tie-break decisivo a sette punti<br />

al posto della terza partita.<br />

Sempre con sistema di punteggio senza vantaggi e quindi punto decisivo sulla<br />

parità.<br />

All’interno del tie-break la numerazione dei punti è quella tradizionale e non<br />

segue quindi più il punteggio <strong>tennis</strong>tico, si aggiudica il tie-break e quindi<br />

anche il set chi dei 2 giocatori/coppie per primo totalizza almeno 7 punti con<br />

un vantaggio di 2 punti sull’avversario. <strong>Il</strong> giocatore che si trova in ricezione<br />

nell’ultimo servizio prima di an<strong>dare</strong> al tie-break ha diritto di servire la prima<br />

battuta del tie-break, successivamente la battuta si cambierà ogni 2 punti<br />

giocati, continuando sempre a rispettare il turno di battuta, ogni 4 punti<br />

inoltre, nel tie-break bisogna effettuare un rapido cambio campo senza<br />

intervallo.<br />

Viene comunque concessa la facoltà agli organizzatori del torneo di<br />

decidere quale metodi utilizzare, in relazione a diversi fattori, come ad<br />

esempio il numero di campi disponibili, numero di iscritti, durata della<br />

manifestazione ecc.<br />

2.1.3. Classifica<br />

Ai fini della determinazione delle classifiche del Beach Tennis viene redatta a<br />

cura del Comitato per il Beach Tennis una graduatoria maschile ed una<br />

femminile, aggiornata più volte durante l’anno, a carattere provvisorio, che<br />

23


tiene conto di tutta la attività regolarmente approvata dalla F.I.T. Questa<br />

graduatoria è ottenuta attraverso la sommatoria dei seguenti parametri:<br />

a) Capitale di partenza<br />

b) Punteggi ottenuti nei tornei<br />

Tale punteggio si ottiene dal risultato della : (P*V*N)*D<br />

Dove P è il punteggio per il turno raggiunto, ottenuto secondo la seguente<br />

tabella:<br />

<strong>Il</strong> punteggio sopra indicato viene assegnato unicamente ai giocatori/coppie<br />

che hanno superato almeno un turno, oppure che hanno vinto un incontro<br />

nella fase a gironi.<br />

24<br />

Tabella 1.<br />

categorie di<br />

partenza<br />

Tabella 2.<br />

Punteggi<br />

ottenuti per il<br />

piazzamento


V è il valore del torneo, assegnato secondo la seguente tabella:<br />

N è il numero di partecipanti (coppie nelle gare di doppio), attribuito secondo<br />

la seguente tabella:<br />

Tabella 4. punti assegnati in base al numero<br />

dei partecipanti<br />

D è il fattore di decurtazione della gara ottenuto sulla base della seguente<br />

tabella:<br />

Tabella 3. punteggi per il valore del torneo<br />

Tabella 5. fattore di decurtazione<br />

25


Al termine della stagione delle gare ogni anno quindi, verrà resa definitiva una<br />

classifica che terrà conto dei punteggi ottenuti dai giocatori prendendo in<br />

considerazione tutti i risultati delle gare inserite nel calendario ufficiale.<br />

Classifica valevole quindi per la determinazione delle graduatorie per l’anno<br />

successivo.<br />

2.1.4. Regolamento<br />

La battuta: è così definito il gesto tecnico con il quale viene messa in gioco<br />

la pallina. Si <strong>può</strong> effettuare da qualunque posizione dietro la linea di fondo<br />

campo, per potersi aggiudicare il punto la palla deve passare sopra la rete e<br />

<strong>può</strong> cadere in qualsiasi punto del campo avversario, inoltre <strong>Il</strong> battitore ha<br />

diritto a una sola palla di battuta, se quindi la palla si ferma sulla rete il punto<br />

è avversario, se invece la palla tocca la rete e poi cade nel campo avversario è<br />

considerato punto valido, inoltre nel doppio misto, nell’effettuare il servizio<br />

l’uomo deve colpire la palla dal basso.<br />

Per quanto riguarda la battuta c’e anche da ricor<strong>dare</strong> che, vi è fallo in battuta<br />

e quindi perdita del punto quando:<br />

1. il battitore invade il proprio campo prima di toccare la palla.<br />

2. Nella traiettoria la palla tocca l’altro giocatore della stessa squadra.<br />

3. La palla servita prima di atterrare nel campo avversario tocca un<br />

arredo permanente, quali possono essere il soffitto, il muro, la rete.<br />

4. <strong>Il</strong> giocatore stacca da terra 2 volte consecutive lo stesso piede<br />

(divieto di prendere la rincorsa).<br />

Se inoltre non ci si alterna alla battuta, si commette fallo di rotazione, per cui i<br />

punti assegnati dopo il fallo devono essere cancellati ritornando al punteggio<br />

precedente l’errore.<br />

26


Durante le normali fasi di gioco un giocatore inoltre perde il punto se:<br />

a) Non riesce a rimandarla nel campo avversario, al volo sopra la rete,<br />

prima che essa abbia toccato terra.<br />

b) La rimanda in gioco in modo che essa tocchi un arredo permanente.<br />

c) Lui o la racchetta tocchi la rete, i pali o invada il campo avversario in<br />

un qualsiasi momento in cui la palla è in gioco.<br />

d) Colpisce la palla in volo prima che quest’ultima abbia oltrepassato la<br />

rete, quindi impattandola quand’è ancora nel campo avversario.<br />

Fig. 4 Racchetta da <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

La racchetta: deve avere per regolamento<br />

una lunghezza massima di 55 cm compreso<br />

il manico,ed una larghezza massima di<br />

30cm. La superficie d’impatto per la pallina<br />

(piatto) deve essere piatta, di materiale<br />

uniforme,e priva di corde. <strong>Il</strong> peso inoltre<br />

deve essere compreso tra i<br />

300 e i 500 grammi.<br />

La palla: agli inizi la pallina utilizzata per giocare a<br />

<strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> era quella del <strong>tennis</strong>, successivamente per<br />

un periodo ogni federazione ha utilizzato la propria<br />

pallina, negli ultimi anni invece è stata adottata da tutti<br />

la MID(mediamente pressurizzata),con diametro di<br />

65mm (tolleranza 2%), e ovviamente deve essere<br />

omologata dalla federazione ufficiale.<br />

27<br />

Fig. 5 Palline da<br />

<strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

<strong>Il</strong> campo da gioco: <strong>Il</strong> campo dove viene giocato questo sport è simile a<br />

quello dove si gioca il <strong>beach</strong> volley ma con alcune differenze. Per campo da<br />

gioco ci riferiamo alla superficie rettangolare, della dimensione di 16x8 metri


per il doppio, e 16x4,5 metri per il singolo. <strong>Il</strong> campo è delimitato da delle<br />

fettucce di delimitazione che devono essere di colore uniforme, contrastante<br />

con la superficie del campo, queste devono essere costantemente messe in<br />

tensione per mezzo di elastici, evitando così che si formino curve nei lati dl<br />

campo da gioco, variandone la superficie. una linea è disposta anche tra i due<br />

pali, quale proiezione della rete al suolo. <strong>Il</strong> campo da gioco deve essere privo<br />

di ostacoli nelle aree immediatamente a contatto con i quattro lati, per uno<br />

spazio di almeno 2 metri, questo per garantire una sicurezza al giocatore nel<br />

caso di eventuali recuperi fuori campo. Tutte le misure sono prese dal<br />

margine esterno delle linee delimitanti il campo. In altezza libero da ostacoli<br />

per almeno 7 metri dal suolo, ed in profondità uno strato minimo di 40 cm di<br />

sabbia sotto la superficie, uniformemente livellata.<br />

Fig. 6 Campo da gioco e relative dimensioni.<br />

<strong>Il</strong> campo da gioco è diviso da una rete che separa le 2 metà campo(8x8 m),<br />

questa rete deve essere alta almeno 1 metro e montata in modo da riempire<br />

completamente lo spazio orizzontale compreso tra le due righe laterali, deve<br />

28


permettere una buona visibilità della metà campo avversaria ma allo stesso<br />

tempo non far passare la palla tra le sue maglie. la rete è attaccata ai due pali<br />

(posti ad un’uguale distanza di almeno cm 50 al di fuori delle linee laterali) ed<br />

è sospesa ad una corda o cavo metallico in modo che il suo margine superiore<br />

sia posto a m 1,70 di altezza per tutta la sua lunghezza. Un nastro<br />

completamente bianco deve coprire la corda o cavo metallico e l'orlo<br />

superiore della rete, per una profondità da ambo i lati non minore di cm 5 (2<br />

pollici) e non maggiore di cm 6,35 (2 pollici e ½).<br />

2.2. I colpi fondamentali<br />

La tecnica di base di questo sport si compone di 4 colpi fondamentali:<br />

2.2.1 L’impugnatura<br />

volée di dritto<br />

volée di rovescio<br />

battuta<br />

schiacciato o smash<br />

Prima di spiegare l’esecuzione dei colpi è necessario aprire una parentesi<br />

sull’impugnatura della racchetta, la base per la buona riuscita di ogni colpo.<br />

Nel <strong>tennis</strong> sono definiti molti tipi di impugnatura differenti uno dall’altro per<br />

la posizione della mano rispetto al manico della racchetta,ma qui verranno<br />

chiaramente rappresentati solo quelli utili per il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> e quindi per il<br />

gioco di volo, servizio e smash. Nonostante ogni tipo di impugnatura <strong>può</strong><br />

essere più o meno vantaggioso per i vari tipi di colpi che si andranno ad<br />

29


effettuare, è fondamentale che ogni giocatore scelga quella che sente più<br />

Fig. 7 Base manico della racchetta<br />

adatta a lui in base alle proprie<br />

sensazioni.<br />

Per provare a spiegare i vari tipi di<br />

impugnature proviamo rappresentare la<br />

base del manico della racchetta con un<br />

ottagono , con il piano formato dal<br />

piatto racchetta passante per i lati 1 e 5,<br />

in relazione alla “V” formata dall’angolo<br />

che c’è tra il pollice e l’indice della<br />

mano.<br />

- Impugnatura Continental (o a martello): Si effettua posizionando la V tra il<br />

pollice e l’indice della mano nel mezzo del lato 1 dell’ottagono. Impugnando<br />

in questo modo si afferra la racchetta come fosse un martello con la<br />

differenza che le dita della mano sono leggermente aperte lungo il manico, ed<br />

inoltre, anche questo a discrezione del giocatore, si <strong>può</strong> scegliere se porre il<br />

pollice sopra l’indice o fra l’indice ed il medio. Può anche essere utile sapere<br />

relativamente alle dita, che le prime tre (pollice, indice, medio) sono più utili<br />

per la sensibilità del tocco, mentre le ultime due (anulare, mignolo) ne<br />

gestiscono di più la forza. I vantaggi della Continental stanno nel fatto che ,<br />

essendo una impugnatura “intermedia” è utilizzabile sia per le volèe di diritto<br />

e di rovescio che per smash e servizio e questo consente al giocatore di non<br />

cambiarla mai tra un colpo e l’altro. Inoltre consente la flesso - chiusura del<br />

polso dopo smash e servizio facilitandone la chiusura del colpo.<br />

- Eastern di dritto: si effettua posizionando la V in corrispondenza dello<br />

spigolo tra i lati 1 e 2. E’ molto comoda per l’esecuzione del diritto poiché il<br />

piatto racchetta è già orientato per quel colpo. Utilizzarla per il rovescio è<br />

30


possibile ma sconsigliato poiché obbliga una flessione del polso per orientare<br />

correttamente il piatto verso la palla. Per quanto concerne lo smash ha il<br />

vantaggio di mettere la faccia della racchetta inclinata verso l’alto<br />

facilitandone l’esecuzione piatta, ma lo svantaggio di non consentire la flesso<br />

- chiusura del polso rendendo difficile la chiusura del finale.<br />

- Eastern di rovescio: si effettua posizionando la v in corrispondenza dello<br />

spigolo tra i lati 1 e 8. Vale lo stesso discorso a parti invertite rispetto a quella<br />

di diritto. Per lo smash facilita la “copertura” del colpo mediante il taglio<br />

(slice) della palla da sinistra verso destra.<br />

Dopo aver terminato la parte sulle impugnature, prima di passare alla<br />

spiegazione dei colpi, intendiamo fare una precisazione: quando si parla<br />

di dritto e di rovescio nel <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> si parla sempre di volèe, visto che tutti<br />

i colpi del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, ovviamente, sono eseguiti al volo.<br />

È necessario prima di tutto spiegare la differenza tra la volèe statica e<br />

quella dinamica, tale differenza consiste nell’effettuare o meno uno<br />

spostamento del corpo e quindi anche quello dei piedi nell’effettuazione del<br />

colpo. Nelle volèe dinamiche, utilizzate soprattutto per i colpi di natura<br />

offensiva, si effettua il colpo in avanzamento scaricando il peso sulla gamba<br />

destra per quella di rovescio, e sulla sinistra per la volée di dritto. Viceversa<br />

nelle statiche, molto spesso usate per colpi di opposizione come anche la<br />

risposta al servizio, non si ha il tempo per effettuare lo spostamento dei piedi<br />

quindi si colpisce con un movimento molto più breve.<br />

N.B.: Per ragioni statistiche e di praticità abbiamo considerato<br />

l’impostazione dei vari colpi in funzione di giocatori destrimani. Per i mancini,<br />

vale ovviamente l’inverso.<br />

31


2.2.2. La volée di dritto<br />

Fig. 8 Sequenza della volée di dritto<br />

Per effettuare il dritto dalla posizione di attesa, quindi con le spalle rivolte<br />

verso la rete, le gambe leggermente flesse, il tronco leggermente inclinato in<br />

avanti, l’appoggio del peso sugli avampiedi ed equamente distribuito tra i<br />

due, così da garantire una maggior reattività; si effettua l’apertura portando<br />

la testa della racchetta davanti alla spalla destra (sinistra per i mancini)<br />

mantenendo il piatto parallelo alla rete. Questo movimento di apertura deve<br />

essere fatto in anticipo rispetto all’arrivo della palla, in modo da essere pronti<br />

ad effettuare solo la parte finale del colpo quando la palla ci arriva vicino, in<br />

maniera tale da semplificare il più possibile l’esecuzione del colpo.<br />

L’esecuzione del dritto avviene portando la racchetta verso la palla con il<br />

piatto perpendicolare alla direzione in cui si vuole man<strong>dare</strong> la palla,<br />

mantenendo il gomito piegato che forma un angolo di circa 90 gradi con<br />

l’avambraccio, il più possibile davanti e vicino al corpo. <strong>Il</strong> punto di’impatto con<br />

la palla deve essere davanti al corpo con un angolo ideale di 45° alla propria<br />

32


destra. È importante tenere il polso solido durante l’impatto e non frenare la<br />

racchetta subito dopo, questo aiuta a direzionare la palla il meglio possibile.<br />

Durante l’apertura il peso del corpo viene posto sulla gamba destra.<br />

Immaginando la posizione di partenza come base di un triangolo, nella la<br />

volèe dinamica di dritto si sposta il piede sinistro in avanti sul vertice del<br />

triangolo scaricando il peso del corpo dal piede destro a quello sinistro.<br />

2.2.3. La volée di rovescio<br />

Fig. 9 Sequenza della volée di rovescio<br />

Per il rovescio, partendo dalla posizione di attesa, non si effettua l’apertura<br />

della racchetta come per il dritto, ma al contrario si porta la testa della<br />

racchetta questa volta davanti alla spalla sinistra (destra per i mancini),<br />

sempre in anticipo rispetto all’arrivo della palla. L’esecuzione del rovescio<br />

avviene portando la racchetta verso la palla con il piatto perpendicolare alla<br />

direzione in cui si vuole man<strong>dare</strong> la palla. <strong>Il</strong> punto di’impatto con la palla deve<br />

essere il più possibile davanti al corpo con un angolo ideale di 45° alla propria<br />

sinistra. La testa della racchetta non passa mai dietro la visuale degli occhi.<br />

33


L’utilizzo del polso è minimo e serve più che altro per mantenere la direzione<br />

perpendicolare alla direzione del colpo dopo l’impatto, ma non si spezza mai.<br />

Durante l’apertura il peso del corpo viene posto sulla gamba sinistra. Per la<br />

volèe dinamica di rovescio si sposta il piede destro in avanti e durante<br />

l’esecuzione si scarica il peso del corpo dal piede sinistro a quello destro.<br />

Ovviamente nel gioco del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> è possibile dover effettuare diritti e<br />

rovesci ad altezze diverse. Questo comporta una variazione soprattutto nel<br />

movimento preparatorio. Nelle volèe alte di dritto e di rovescio l’apertura<br />

dovrà avvenire sopra le spalle in modo da essere pronti a colpire la palla ad<br />

un’altezza superiore. L’esecuzione avverrà con una direzione leggermente<br />

verso il basso. Nelle volèe basse viceversa, la ricerca della palla viene fatta<br />

cercando di utilizzare il piegamento delle gambe alla ricerca di un impatto più<br />

basso cercando di mantenere il più possibile l’assetto braccio - racchetta ed<br />

evitando quindi un eccessivo utilizzo del polso. L’apertura sarà quindi sotto le<br />

spalle mentre l’esecuzione avverrà con una direzione verso l’alto a scavalcare<br />

la rete. In entrambi i colpi l’escursione della racchetta verso la rete è molto<br />

breve, e dipende dalla velocità con la quale arriva la palla, nella battuta per<br />

esempio, dove i colpi da ricevere sono dotati di una grandissima velocità, è<br />

spesso sufficiente indirizzare il colpo solamente aprendo il piatto<br />

perpendicolarmente alla direzione verso la quale si vuole man<strong>dare</strong> la pallina.<br />

34


2.2.4. La battuta<br />

Fig. 10 Fotografia di un battuta<br />

Colpo rubato al <strong>tennis</strong> per ovvie ragioni,<br />

si effettua partendo da una posizione<br />

nella quale i piedi sono quasi paralleli<br />

appena dietro la linea che delimita il<br />

fondo campo, tenendo la palla nella<br />

mano sinistra (destra per i mancini)<br />

mentre con l’altra mano si tiene la<br />

racchetta davanti rispetto alla linea del<br />

corpo. Entrambe le braccia scendono<br />

fino ad arrivare all’altezza delle gambe, a<br />

questo punto il braccio che tiene la<br />

racchetta segue il movimento, mentre<br />

l’altro si alza davanti agli occhi lanciando<br />

la palla sopra la testa. A questo punto il<br />

braccio destro esegue un “Mulinello” (gesto tecnico peculiare del <strong>tennis</strong>). il<br />

tronco, la spalla e il braccio quindi si proiettano verso l’alto per impattare la<br />

palla nel punto di massima estensione così da imprimergli una maggiore<br />

spinta, e da permettere alla pallina di uscire verso il campo avversario con un’<br />

angolo discendente, questa traiettoria inoltre è favorita dalla chiusura del<br />

polso al momento dell’impatto con la pallina. La potenza del servizio invece è<br />

tanto maggiore quanto più alta è la velocità della testa della racchetta in<br />

uscita dal mulinello. <strong>Il</strong> peso del corpo al momento della preparazione del<br />

servizio è spostato sulla gamba posteriore, per poi passare all’altra gamba nel<br />

momento di impatto con la palla, permettendo quindi di chiudere il colpo e di<br />

dargli grande potenza.<br />

35


Tipi di battuta: come nel servizio del <strong>tennis</strong> vi sono diversi modi per colpire<br />

la palla nel servizio: Dal semplice colpo piatto, con il quale la palla viene<br />

colpita dalla racchetta con il piatto parallelo alla rete, senza quindi ricevere<br />

alcun effetto; a quelli come lo Slice e il Lift, con i quali la pallina viene<br />

impattata in modo da darle un<br />

effetto, e quindi una traiettoria<br />

particolare. Nel particolare,<br />

l’esecuzione del servizio Slice<br />

prevede che la pallina venga<br />

impattata con un movimento da<br />

destra verso sinistra, questa<br />

tecnica trasmette alla palla una<br />

rotazione laterale in senso<br />

antiorario, poiché l’impatto<br />

avviene lateralmente sulla parte<br />

destra della palla e non solo con<br />

un movimento dall’alto verso il<br />

Fig. 11 Fotografia del servizio<br />

basso, la racchetta infatti colpisce parzialmente e di taglio la palla con un<br />

colpo spazzolato. <strong>Il</strong> servizio liftato si avvale dello stesso principio del<br />

precedente ma a differenza dell’ultimo la palla viene lanciata sopra la testa in<br />

alto leggermente verso sinistra, viene colpita dal basso verso l’alto e da<br />

sinistra verso destra, a ore 11, questo le permette di ottenere un leggero<br />

effetto top-spin.<br />

36


2.2.5. La schiacciata (o smash)<br />

Lo smash, sicuramente uno dei colpi più spettacolari ed emozionanti,<br />

certamente il più efficace. Ricorda molto più la schiacciata nella pallavolo che<br />

un colpo prettamente <strong>tennis</strong>tico come potevano essere il dritto e il rovescio. <strong>Il</strong><br />

gesto tecnico dello smash richiama quello della battuta, prevede l’esecuzione<br />

del mulinello dietro la testa, in modo che il braccio si pieghi formando un<br />

angolo di circa 90 gradi con il resto del corpo. Mentre la mano<br />

Fig. 12 Fotografia di uno smash<br />

opposta indica la pallina che ci sta arrivando, facendoci da mirino e<br />

aumentando l’equilibrio. La ricerca della pallina viene eseguita con brevi e<br />

veloci passi di avvicinamento, spesso susseguiti da un salto a piedi pari, in<br />

modo da aumentare l’esplosività del salto ma soprattutto l’equilibrio; quindi<br />

si cerca di colpire la pallina nel punto più alto possibile, permettendo così di<br />

farle avere una traiettoria discendente, poter avere un buon angolo verso il<br />

quale indirizzare il colpo,e poterla colpire con una maggiore potenza. La palla<br />

quindi viene colpita con il braccio in massima estensione facendo impattare<br />

37


prima la testa della racchetta per poi chiudere il movimento con una flessione<br />

del polso.<br />

Dopo aver spiegato i colpi fondamentali di questo gioco, apriamo una<br />

piccola parentesi su qualche altro gesto tecnico del <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong>, vi sono<br />

infatti altri colpi, usati con minore frequenza ma che comunque non possono<br />

mancare nel bagaglio tecnico di un buon giocatore. Tra questi troviamo:<br />

2.2.6. <strong>Il</strong> bilanciere<br />

Colpo che nasce esattamente per le esigenze che comporta questo gioco,<br />

non lo ritroviamo infatti in nessun’altra disciplina. Esso permette infatti di<br />

coprire l’intera lunghezza del campo neutralizzando gli eventuali pallonetti. In<br />

particolare quindi va utilizzato per quelle palline che vanno molto in alto, e<br />

con una traiettoria parabolica passano sopra la testa del giocatore sembrando<br />

irraggiungibili.<br />

<strong>Il</strong> giocatore dovrà quindi an<strong>dare</strong> alla ricerca della palla spostando il corpo,<br />

sempre perpendicolare alla rete, all’indietro, abbassando il suo baricentro.<br />

Con il braccio sinistro (destro per i mancini) si andrà ad indicare la palla che<br />

sta arrivando, mentre con quello destro si porta la racchetta bassa<br />

posteriormente al corpo bloccando il polso. A questo punto il braccio senza<br />

racchetta si abbassa mentre la racchetta si alza verticalmente per an<strong>dare</strong> a<br />

colpire la pallina con la testa della racchetta verticale e rivolta verso il campo<br />

avversario. Una volta colpita la pallina il giocatore si riporterà subito nella<br />

posizione di attesa a centro campo per giocarsi l’eventuale risposta<br />

avversaria.<br />

38


2.2.7.<strong>Il</strong> Pallonetto<br />

<strong>Il</strong> pallonetto è quel colpo che fa passare la palla molto al di sopra del<br />

giocatore avversario piazzato vicino alla rete. Se ben giocato, la palla<br />

dovrebbe cadere nei pressi della linea di fondo del campo avversario. È un<br />

colpo importante in risposta a un tiro d'attacco, perché permette di<br />

guadagnare tempo data la maggiore traiettoria che la palla deve compiere. <strong>Il</strong><br />

giocatore che lo esegue potrà quindi con esso riconquistare il centro campo<br />

dopo essere stati costretti in posizione di svantaggio da una volée o da un<br />

colpo piazzato dell'avversario, ed essere pronti per il colpo successivo. Se il<br />

pallonetto sarà ben eseguito infatti , l’avversario sarà costretto a retrocedere<br />

fino ai pressi della linea di fondo.<br />

2.2.8. La smorzata<br />

La smorzata (drop-shot) è un tiro con il quale si fa ricadere la palla molto<br />

vicina alla rete nel campo avversario, tanto che spesso l'avversario non è in<br />

grado di raggiungerla. La smorzata deve essere eseguita in modo perfetto<br />

altrimenti sarà una facile preda per l’ avversario. Se ben eseguita e ben<br />

piazzata, la smorzata migliora la capacità di gioco, ed è molto efficace nel<br />

<strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> femminile e in quello dei veterani.<br />

L’esecuzione della smorzata corrisponde a quella dei colpi tagliati dalla linea<br />

di fondo. Solo che dopo l'impatto, invece di proseguire nel movimento in<br />

avanti, si fa scivolare il piatto della racchetta intorno alla palla come per<br />

avvolgerla. Per fare questo, a differenza di quasi tutti gli altri colpi nel <strong>beach</strong><br />

<strong>tennis</strong> bisogna lavorare con il polso, in questo modo si dà alla palla un effetto<br />

all'indietro. La posizione dei piedi è la stessa dei colpi da fondo campo. Ma<br />

peso del corpo rimane sul piede sinistro anche dopo aver colpito la palla.<br />

39


2.3. La preparazione tecnico-tattica<br />

2.3.1. La tecnica<br />

Prima di addentrarci nello studio di tale argomento dobbiamo definire che<br />

cosa si intende con la parola “Tecnica” applicata allo sport: con questo<br />

termine ci si riferisce ad un insieme di schemi motori utilizzati per la<br />

risoluzione di un compito sportivo, nel modo più razionale ed economico<br />

possibile, quindi la tecnica di una disciplina corrisponde ad un tipo ideale di<br />

movimento che, però, seppur mantenendo gli indici caratteristici del<br />

movimento stesso <strong>può</strong> essere soggetto a cambiamenti, adattati alle<br />

particolarità individuali di chi lo esegue. Ogni tecnica è costituita da molteplici<br />

schemi motori che a loro volta comprendono una struttura oggettiva (che<br />

rappresenta la percentuale più alta) ed una soggettiva. La struttura oggettiva<br />

è di facile individualizzazione poiché tiene conto degli elementi fisici (gravità,<br />

cinematica, energia ecc.) e dello scopo del compito.<br />

La struttura soggettiva invece tiene conto delle varianti che alcuni atleti<br />

(sempre nel rispetto della componente oggettiva), possono inserire<br />

all’interno della tecnica stessa modificandola in modo tale da aumentarne<br />

l’efficacia, o cambiandone totalmente lo stile di esecuzione.<br />

L’allenamento della tecnica forse rappresenta la base di tutti gli sport, in<br />

quanto su di essa si realizza una solida preparazione fisica, frutto di un<br />

corretto stile d’esecuzione delle singole movenze, sia esse nell’ambito di un<br />

esercizio di condizionamento che di un esercizio stilistico. L’allenamento della<br />

tecnica differisce nei vari tipi di sport, in attività che prevedono abilità chiuse<br />

o cicliche, tale allenamento diventa relativamente più semplice, poiché i<br />

fattori di disturbo sono facilmente individuabili e prevedibili (di conseguenza<br />

facilmente allenabili); ben più diversa è la situazione in tutte quelle attività<br />

40


aperte dove l’applicazione della tecnica deve tenere necessariamente conto<br />

dell’azione svolta dall’avversario, come appunto il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>.Prima di<br />

entrare nel dettaglio sui sistemi di allenamento della tecnica, trovo<br />

interessante spiegare brevemente i meccanismi che portano all’acquisizione<br />

di un compito motorio.<br />

<strong>Il</strong> punto di partenza per qualsiasi compito si voglia eseguire nel migliore dei<br />

modi è la sua automatizzazione, significa passare lo schema motorio dai centri<br />

corticali superiori ai centri inferiori, più nello specifico dalla corteccia motoria<br />

al cervelletto al midollo spinale, in modo tale da avere una risposta adeguata<br />

in funzione di uno stimolo (in poche parole un riflesso condizionato da un<br />

apprendimento). Tutto questo si traduce in tre passi logici quanto essenziali<br />

per un corretto apprendimento:<br />

- IMPARARE<br />

- APPLICARE<br />

- DIMENTICARE<br />

Si immagini di iniziare un corso di guida per l’automobile, in un primo<br />

momento si imparano un insieme di nozioni sia teoriche che pratiche e si<br />

cerca di metterle in pratica. La guida risulta macchinosa, tutti i sensi sono<br />

attivati e diretti ad un unico scopo, gui<strong>dare</strong>. Si ha la necessità di qualcuno che<br />

ci corregga continuamente e al momento opportuno.<br />

In un secondo momento si cerca di applicare quanto imparato, si cerca di non<br />

commettere gli errori già corretti, si pensa a quale sia la decisione giusta tra<br />

quelle studiate nelle varie situazioni, ma la guida non risulta ancora fluida,<br />

spesso si arriva in ritardo sui comandi, non si ha visione periferica.<br />

Si arriverà all’automatismo paradossalmente nel momento in cui si dimentica<br />

ciò che si è imparato. Nella realtà non si è dimenticato nulla, ma il tutto è<br />

stato trasferito ai centri corticali inferiori che dopo errori e relativi<br />

41


aggiustamenti sono in grado di svolgere il compito senza l’ausilio dei centri<br />

superiori, che nel frattempo possono occuparsi di altro. La guida risulta fluida,<br />

le scelte effettuate sono veloci, si acquisisce visione periferica, si arriva a<br />

prevedere in anticipo alcuni comportamenti.<br />

Nello sport avviene proprio questo, si impara si applica e quando si dimentica<br />

abbiamo ottenuto la risposta desiderata in termini di velocità tempo e ritmo.<br />

Un errore nelle prime due fasi porta a degli errori nella successiva che come si<br />

evince sono difficili da eliminare proprio perché il controllo cosciente non c’è<br />

(o per meglio dire è al minimo).<br />

Correggere un errore in una tecnica già acquisita a volte <strong>può</strong> risultare<br />

impossibile, ecco perché il tempo dedicato all’allenamento della tecnica deve<br />

essere sempre di qualità mai di quantità. Creare uno schema errato significa<br />

precludere la carriera di un’atleta ed un corretto sviluppo delle sue<br />

potenzialità, l’allenamento è efficace se la tecnica è efficace.<br />

Detto questo va anche ricordato che la tecnica presenta 2 facce, una<br />

dimensione innata rappresentata dalle abilità congenite di un giocatore,<br />

mentre l’altra è data dalle abilità che il soggetto apprende attraverso<br />

l’allenamento. Più queste abilità sono raffinate e più esso sarà competitivo in<br />

quello sport.<br />

2.3.2. La tattica<br />

Un altro aspetto fondamentale che si lega alla tecnica nel raggiungimento<br />

di un buon risultato è determinato dalla tattica, ovvero la capacità di fare<br />

scelte efficaci ed efficienti per affrontare una determinata situazione di gioco,<br />

l’arte di gestire l’incontro utilizzando al meglio le risorse tecniche, fisiche,<br />

42


psichiche a nostra disposizione, in relazione alle caratteristiche del nostro<br />

avversario e alla situazione di gioco. Perché questi due aspetti sono così tanto<br />

legati? Una tecnica non sufficientemente adeguata costituisce un limite<br />

all’esecuzione di scelte tatticamente corrette ed intelligenti, quindi pur<br />

facendo delle buone scelte, se non abbiamo una buona tecnica non<br />

riusciremo a metterle in pratica. Alla stesso tempo avere un buon bagaglio<br />

tecnico ma non sapere come comportarsi nelle varie situazioni di gioco, per<br />

esempio “leggere la difesa” per sferrare un attacco vincente, porterà<br />

probabilmente ad un risultato mediocre. La tattica deve essere quindi scelta<br />

in relazione alle proprie capacità tecniche, cercando di imporre il nostro tipo<br />

di gioco e quindi portarci a ricevere colpi con sui quali abbiamo una buona<br />

padronanza e una alta probabilità di successo.<br />

L’abilità tattica prevede anche cambiamenti di gioco, in modo da non <strong>dare</strong><br />

riferimenti alla difesa, cambiando spesso tipo di colpi e traiettoria della palla,<br />

creando l’effetto sorpresa: non bisogna mai fare in modo che la difesa sappia<br />

già che colpo andrò a eseguire, altrimenti avrò ben poche possibilità di<br />

portare a casa il punto.<br />

É importante ricor<strong>dare</strong> che la tecnica corretta per un gesto sportivo è stata<br />

studiata e affinata con anni di esperienza, tenendo conto di tutti i principi<br />

fisici e biomeccanici fondamentali, in modo da evitare, o comunque di<br />

diminuire il rischio di traumi ed infortuni.<br />

Gli esercizi che quindi si andranno a proporre saranno volti<br />

all’insegnamento e/o all’affinamento dei fondamentali di gioco, quali:<br />

esercizi per l’insegnamento della volèe, del servizio e della schiacciata.<br />

Una delle capacità più utili nel <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> che la capacità di anticipazione,<br />

essa spesso si rivela l’arma vincente nella vittoria di un incontro, prescinde<br />

sicuramente da un bagaglio tecnico che già ha automatizzato una gestione<br />

43


delle situazioni di gioco, e che quindi, ci porta a prevedere già in anticipo cosa<br />

farà il nostro avversario, adeguandoci così con velocità ad una sistematica<br />

anticipazione dei colpi.<br />

2.4. La collaborazione e l’intesa di squadra<br />

Come in tutti gli sport di squadra, le capacità individuali dei singoli atleti<br />

spesso possono non bastare a rendere la squadra vincente. In questo tipo di<br />

competizioni infatti c’è un'altra variabile che gioca un ruolo fondamentale nel<br />

successo di un team, parliamo appunto dell’intesa di squadra. L’elemento<br />

fondamentale nella formazione di un team è sicuramente la fiducia e la stima<br />

del proprio compagno di squadra, cosa che non <strong>può</strong> assolutamente venire a<br />

meno, non posso infatti trovare un buon affiatamento e una buona complicità<br />

nel gioco se non lo reputo all’altezza delle varie situazioni e/o non riesco a<br />

creare un certo feeling con lui. Due eccellenti giocatori non necessariamente<br />

formano una buona coppia, spesso infatti non è cosi. Per riuscire a trovare il<br />

giusto equilibrio in campo ci vogliono due giocatori con caratteristiche<br />

diverse, che si completino a vicenda, uno più forte fisicamente e l’altro più<br />

tecnico, un leader e un “esecutore”, uno più grintoso, l’altro più razionale, per<br />

fare un paragone: uno la mente, l’altro il braccio. Due giocatori compatibili<br />

caratterialmente, e pronti sempre a stare uniti nelle situazioni difficili<br />

dell’incontro, a saltarne fuori assieme, sostenendosi, incitandosi e<br />

consigliandosi a vicenda, ma pur sempre in modo costruttivo. Senza quindi<br />

aggredirsi e perdere la concentrazione se il compagno commette degli errori,<br />

questo porterebbe ad insicurezze e nervosismo, che spesso è uno dei motivi<br />

per i quali si perde l’incontro.<br />

44


Solo con molto allenamento in coppia ed un buon dialogo riesco a<br />

conoscere fino in fondo il mio compagno di squadra, sapendo quali sono i<br />

colpi e le situazioni che sa affrontare meglio, piuttosto che quelle che<br />

prediligo io. Spesso ad alti livelli per esempio assistiamo a giocatori che<br />

prevedono già l’azione del proprio compagno, spostandosi anticipatamente<br />

per il colpo successivo, si nota un feeling nella coppia come se pensassero ed<br />

agissero con un'unica mente. Capiamo quindi come non sia affatto facile la<br />

scelta di un compagno in questo sport, e come non sia assolutamente una<br />

cosa da sottovalutare se ambiamo a dei buoni risultati.<br />

45


3. REPARAZIONE ATLETICA – TRAUMATOLOGIA –<br />

3.1 La preparazione fisica<br />

47<br />

PREVENZIONE INFORTUNI<br />

In questo capitolo si vuole delineare le caratteristiche di una preparazione<br />

atletica per un giocatore che intende raggiungere buone performances nel<br />

gioco del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>.i.<br />

Per programmare una preparazione atletica dobbiamo innanzitutto iniziare<br />

col porci degli obbiettivi, dobbiamo infatti chiederci su cosa è più opportuno<br />

lavorare, in che modo, e quanto tempo ho a disposizione per poter<br />

raggiungere un determinato obbiettivo. Per iniziare a <strong>dare</strong> una risposta a<br />

queste domande dobbiamo chiarire quali siano le richieste della disciplina,<br />

partendo dal modello funzionale.<br />

Come già detto in precedenza, il <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, è una disciplina ancora<br />

“nuova” ed in fase emergente, non vi sono perciò molti studi a riguardo. È<br />

quindi difficile poter costruire con precisione una preparazione studiata ad-<br />

hoc per un giocatore tipo, che ci permetta di pianificare con esattezza un<br />

programma allenante che favorisca lo sviluppo delle qualità atletiche del<br />

giocatore.<br />

Fatta questa premessa, guardando alcuni incontri di <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>,<br />

informandomi e avendo avuto la possibilità di avere un dialogo e lavorare con


alcuni giocatori che da molto tempo praticano questa attività, ho potuto fare<br />

una mia analisi dalla quale poi partire nella costruzione di una preparazione<br />

atletica. DI seguito quindi verranno illustrate alcune caratteristiche dello sport<br />

del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, sia dal punto di vista biomeccanico che da quello<br />

metabolico.<br />

3.1.1. <strong>Il</strong> modello funzionale<br />

<strong>Il</strong> <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> <strong>può</strong> essere classificato come uno sport a impegno aerobico<br />

– anaerobico alternato, dove quindi l’atleta è sottoposto a fasi di gioco molto<br />

intense alternate a pause frequenti nelle quali esso ripaga l’eventuale debito<br />

di ossigeno accumulato in precedenza. L’elevato impegno nelle fasi di gioco<br />

attive è dato dalle peculiarità del gioco, in primis il terreno sabbioso, che, data<br />

la sua irregolarità rende difficoltosa la stabilità e l’equilibrio e rende ogni<br />

movimento più impegnativo, e più dispendioso in termini energetici, inoltre la<br />

disciplina di per se richiede colpi al volo, accelerazioni, spostamenti laterali, in<br />

avanti e all’indietro, tuffi per recuperare palline lontane, rialzarsi<br />

tempestivamente per recuperare lo scambio successivo, salti per colpire la<br />

pallina nel punto più alto e quindi potergli conferire maggiore velocità, e tutto<br />

questo deve essere effettuato con una rapidità unica, data l’elevata velocità<br />

delle palline mixata alle dimensioni ristrette del campo. Proprio le dimensioni<br />

del campo ci possono far capire che, il giocatore di <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> è piuttosto<br />

statico, nel senso che, dovendo condividere un campo di 8x8 m in due<br />

giocatori, la distanza totale (in metri) coperta da un singolo giocatore sarà<br />

molto meno elevata rispetto ad esempio un <strong>tennis</strong>ta, ma sicuramente non a<br />

minore intensità. L’80% dei movimenti di un giocatore si compiono nel raggio<br />

di 2-3 metri dalla sua posizione di attesa, quindi da questa posizione,<br />

48


caratterizzata da gambe piegate, busto eretto e proteso in avanti, e braccia in<br />

avanti per tenere la racchetta alta davanti alla testa, l’atleta per ricevere la<br />

pallina dovrà eseguire una serie di piegamenti sulle gambe, affondi, salti e<br />

torsioni del busto a velocità massimali, spesso, si troverà in situazioni di<br />

equilibrio precario, date dalle condizioni del terreno e dalla velocità della<br />

palla, per far fronte a questi stimoli imprevisti e mutevoli deve essere dotato<br />

di una capacità di reazione necessariamente molto elevata e deve rispondere<br />

con azioni motorie adeguate che devono essere ben automatizzate.<br />

Tutte le azioni, sia di attacco che di difesa, per essere efficaci devono<br />

essere rapide e potenti, gli spostamenti del corpo non vanno mai oltre i due o<br />

tre passi alla massima velocità e con altrettanta velocità bisogna tornare alla<br />

posizione di attesa per non farsi cogliere impreparati all’eventuale risposta<br />

avversaria. <strong>Il</strong> gioco quindi, se praticato ad un livello competitivo, richiede si<br />

capacità tecniche, ma anche forza esplosiva, prontezza di riflessi, mobilità<br />

articolare, soprattutto a livello scapolo-omerale ma allo stesso tempo richiede<br />

di esprimere grandi quantità di forza.<br />

Per lo studio della preparazione atletica di questo sport, mi sono tornati<br />

utili anche i dati sul rapporto in termini di tempo tra azioni e pause di gioco,<br />

(Benazzi, 2010) riportati qui di seguito: un azione di gioco <strong>può</strong> avere una<br />

durata minima (scambi brevi) di 3-6 secondi, fino ad un massimo (rarissime<br />

sono le volte in cui durano più a lungo) di 7-9 secondi per gli scambi più<br />

lunghi. Le pause tra un’azione e l’altra nello stesso game hanno una durata<br />

media di 20-25 secondi, ed un tempo compreso tra i 40 e i 55 secondi tra un<br />

game e l’altro contando quindi anche il campo. La durata dei game è molto<br />

variabile, con tempi che vanno da 1 minuto e 15’’ ai 2 minuti e 30’’ nei giochi<br />

più combattuti. Durante le finali, quindi con giochi ai 9 games, la durata totale<br />

dell’incontro <strong>può</strong> anche superare l’ora. Quindi facendo gli adeguati rapporti<br />

49


possiamo dire che il giocatore dispone di circa 3-4 secondi di recupero per<br />

ogni secondo di gioco.<br />

Se a tutto questo uniamo il fatto che la stragrande maggioranza dei tornei e<br />

dei campionati si svolgono in piena estate sotto il sole, capiamo come sia<br />

difficile affrontare una partita senza avere un minimo di preparazione.<br />

3.1.2. La programmazione<br />

Una volta analizzato il modello funzionale del giocatore di <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong>,<br />

una delle prime cose da fare nella progettazione del piano di allenamenti è<br />

capire cosa fare e qual è il momento più opportuno per fare un determinato<br />

lavoro, in parole semplici dobbiamo porci due domande:<br />

- quali obbiettivi ho?<br />

- Quando posso lavorare su di essi?<br />

Nel rispondere a queste domande dovrò esaminare il calendario delle<br />

competizioni dell’atleta, in questo sport la stagione cruciale, dove si svolgono<br />

la stragrande maggioranza delle competizioni è l’estate, nel periodo tra<br />

maggio a settembre, dove le gare si susseguono con cadenza settimanale, e<br />

dove ogni settimana ci sono in palio i punti per la classifica generale.<br />

Pianificare allenamenti atletici in questa situazione risulta quindi piuttosto<br />

difficile. È preferibile allora in questo periodo dell’anno, <strong>dare</strong> priorità<br />

all’allenamento tecnico rispetto a quello fisico. Ne consegue che il momento<br />

migliore per costruire un fisico adeguato e recuperare eventuali infortuni è<br />

quello tra ottobre e aprile. È proprio in questo periodo infatti che si gettano le<br />

basi per la costruzione di un buon fisico, e per il miglioramento delle capacità<br />

aerobiche e motorie dell’atleta.<br />

50


Si potrà quindi suddividere tale periodo in diverse fasi, ognuna di esse con<br />

obbiettivi e tipi di lavoro differente. Io ho diviso tale periodo in due fasi:<br />

Periodo di condizionamento di base<br />

Periodo di preparazione specifica<br />

Dove nel primo periodo l’obbiettivo primario sarà quello di aumentare la<br />

capacità di lavoro, maggiore sarà questa capacità e migliore sarà l’adattabilità<br />

dell’organismo a sostenere gli sforzi fisici e psichici previsti nelle fasi<br />

successive. Quindi il lavoro sarà composto prevalentemente da esercizi<br />

aerobici, e di muscolazione per l’aumento della forza e velocità, svolgendo un<br />

lavoro globale. Questa fase sarà inoltre mirata al recupero di eventuali<br />

infortuni e al miglioramento della mobilità articolare, che in uno sport come il<br />

<strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> viste de caratteristiche del modello funzionale non <strong>può</strong> essere<br />

trascurata.<br />

Nella preparazione fisica specifica invece, che andrà a seguire il<br />

condizionamento di base e a precedere l’inizio dei tornei, l’obbiettivo sarà<br />

quello di allenare tutte le situazioni modello gara, rinforzare quei distretti<br />

muscolari e quelle articolazioni maggiormente coinvolti nelle situazioni di<br />

gioco, e mantenere i risultati ottenuti nella preparazione generale, in questa<br />

fase si predilige alternare un volume di lavoro elevato a bassa intensità con<br />

volume di lavoro ridotto ad alta intensità, ricordiamo che capacità fisiche ben<br />

sviluppate consentono rapidi recuperi.<br />

Prima di iniziare a esaminare gli esercizi è doveroso fare una premessa: Ogni<br />

lavoro svolto per poter essere giudicato e quantificato deve potersi basare su<br />

dei dati oggettivi e reali, perciò si vede necessaria la valutazione del lavoro<br />

tramite dei test che andranno fatti fare al nostro atleta all’inizio e alla fine<br />

della preparazione (possibile farli anche a metà per vedere i progressi nel<br />

51


periodo intermedio), esaminando poi questi dati saremo in grado di valutare<br />

se il lavoro svolto è stato utile o meno; ma non solo, facendo dei test di<br />

partenza saremo in grado di vedere le reali condizioni del soggetto, al fine di<br />

pianificare una tabella di allenamento individualizzata, per correggere i deficit<br />

più evidenti dell’atleta e migliorarli.<br />

Ricordiamo inoltre che essendo il <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong> prevalentemente un’abilità<br />

aperta, è indispensabile allenare le capacità coordinative globali: l’intuizione<br />

delle traiettorie, la reattività agli gli stimoli visivi e la capacità di focalizzare gli<br />

spazi.<br />

Premesso che durante una partita di <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong> vengono coinvolti, con<br />

modalità, tempistiche ed intensità diverse, tutti i segmenti corporei,<br />

analizzando dal punto di vista biomeccanico i gesti tecnici di questa disciplina<br />

possiamo riscontrare una maggiore sollecitazione e quindi attribuirgli un<br />

maggior interesse per la programmazione della preparazione fisica specifica i<br />

seguenti muscoli:<br />

Parte superiore: Tricipite brachiale: estende dell’avambraccio. Deltoide:<br />

abduce, flette ed estende l’arto superiore. Trapezio: eleva e adduce la<br />

scapola. Muscoli della cuffia dei rotatori (Sovraspinato, Sottospinato,<br />

Sottoscapolare e Piccolo rotondo) i quali sono i principali responsabili<br />

dell’ intra ed extra-rotazione del braccio, oltre a garantire la stabilità<br />

della testa dell’omero sulla cavità glenoidea. Ed infine Estensori e<br />

Flessori della mano.<br />

Parte del tronco: Retto dell’addome: atto al mantenimento della<br />

postura e alla flessione del torace sul bacino, contribuisce anche<br />

all’espirazione. Obliqui dell’addome(interni ed esterni): flettono e<br />

ruotano il tronco. Erettore della colonna: estensione dorsale del<br />

52


achide e flessione laterale dello stesso se contratto monolateralmente.<br />

Grande pettorale: adduce ed intra-ruota l’arto superiore.<br />

Parte inferiore: Quadricipite femorale: estende la gamba, flette la<br />

coscia e flette il bacino sulla coscia. Grande gluteo: estende ed extra-<br />

ruota il femore, stabilizza l’articolazione dell’anca e si rende accessorio<br />

per il mantenimento della stazione eretta. Tricipite surale (polpaccio):<br />

flette plantarmente il piede (per intenderci è opera di questo muscolo<br />

la spinta sulle punte dei piedi) ed inoltre contribuisce alla flessione della<br />

gamba. Muscoli ischio crurali (si trovano nella regione posteriore della<br />

coscia e si distinguono in: semimembranoso, semitendinoso, bicipite<br />

femorale): essi hanno funzione di flettere la gamba sulla coscia ed<br />

estendere quest’ultima sul bacino, utili anch’essi quindi al<br />

mantenimento della posizione eretta.<br />

A questi muscoli quindi sarà dedicata una maggior attenzione, e saranno<br />

allenati in modo da aumentarne sia l’elasticità che la forza esplosiva.<br />

3.1.3. Gli esercizi<br />

Una prima parte sarà impiegata per il riscaldamento, il quale obbiettivo è<br />

favorire un aumento della temperatura corporea, provocando quindi:<br />

aumento del metabolismo cellulare, aumento dello scambio di ossigeno tra il<br />

sangue e i tessuti, aumento dell’irrorazione sanguigna, inoltre il riscaldamento<br />

favorisce all’attivazione neuromuscolare con il conseguente miglioramento<br />

della coordinazione motoria. Esso avrà una durata variabile dai 10 ai 20<br />

minuti e avrà un intensità crescente per tutta la sua durata, partendo da<br />

53


minima a relativamente elevata. Prima di passare all’allenamento vero e<br />

proprio, sarà seguito da allungamenti muscolari, in forma statica o dinamica.<br />

Condizionamento di base: riguarderà quindi un macro-ciclo di allenamento<br />

di 3 mesi ( ottobre – dicembre), con un lavoro di 2/3 sedute a settimana della<br />

durata di 90 minuti per seduta, che vanno ad aggiungersi a quelle per<br />

l’allenamento tecnico, in questi allenamenti lavoreremo sulla resistenza<br />

aerobica, sul miglioramento della potenza anaerobica, e nella costruzione del<br />

fisico per la preparazione ad esercizi con sovraccarichi, che verranno poi<br />

privilegiati nella seconda parte di questo macro-ciclo, dove si lavorerà sulla<br />

forza esplosiva, (quella utile per l’atleta di <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>) sulla velocità, e sulla<br />

rapidità.<br />

Allenamento aerobico: Le componenti aerobiche dell’allenamento del <strong>beach</strong>-<br />

<strong>tennis</strong>, richiedono un sovraccarico di allenamento mirato a livello delle cellule<br />

muscolari e necessitano di corti periodi di recupero (“Strength and<br />

Conditioning Journal”, Ott. 2004). Capiamo quindi che il tradizionale<br />

allenamento aerobico come per esempio la classica corsa di 3 e 5 miglia (4,8 –<br />

8 Km) o l’allenamento intervallato lattacido sotto forma di ripetute di 1 – 2<br />

minuti (400 – 800m), saranno utili a migliorare la capacità aerobica, ma<br />

potrebbe non essere sufficiente per questi giocatori ai fini stretti della<br />

prestazione. In un programma di allenamento è utile per gli atleti mantenere<br />

una intensità di lavoro uguale o maggiore all’intensità sopportata durante gli<br />

incontri, quindi un rapporto lavoro/recupero che deve rispecchiare le<br />

condizioni di gara. Un rapporto accettabile in questo sport <strong>può</strong> essere quello<br />

di 2 – 4 secondi di recupero per ogni secondo di lavoro. Tutti gli esercizi che<br />

andremo a proporre per ottenere un risultato utile all’atleta dovranno<br />

rispettare queste condizioni.<br />

54


È bene in questa fase proporre esercizi che provengono da discipline sportive<br />

diverse ma che sviluppino delle caratteristiche necessarie alla disciplina<br />

praticata, questo <strong>può</strong> servire anche al divertimento, al rilassamento e al<br />

recupero. Includere questi esercizi nella fase preparatoria consente lo<br />

sviluppo multilaterale delle capacità dell’atleta e di prevenire gli infortuni in<br />

particolare nei ragazzi.<br />

Esercizi di rinforzo muscolare: Questi esercizi saranno mirati al<br />

rafforzamento dei principali gruppi muscolari delle gambe e del torace, i<br />

muscoli posturali, ed infine della spalla, articolazione molto delicata e<br />

sottoposta a un notevole stress durante il gioco. Gli esercizi che si andranno a<br />

proporre non avranno come obbiettivo primario quello di aumentare la<br />

massa, ma bensì la forza esplosiva, quella veloce e la mobilità articolare con<br />

lo scopo di prevenire gli infortuni. Nella stesura di un programma di<br />

allenamento quindi per quanto riguarda lo sviluppo della forza il carico di<br />

lavoro non sarà eccessivamente alto: dal 30 al 55 % della ripetuta massima,<br />

andranno eseguite 4/6 ripetizioni ad intensità massima (lenta in fase<br />

eccentrica in modo da non avere un accumulo di energia elastica lungo la fase<br />

discendente, e in modo rapido lungo la fase concentrica), per un totale di 6/8<br />

serie, con recuperi completi quindi almeno da 3 minuti, cosi da allenare la<br />

forza esplosiva. Utile anche qui eseguire all’inizio del programma dei test di<br />

forza massimale (es. test della ripetuta massima) così poi saremo in grado di<br />

regolare con precisione il carico.<br />

Tra gli esercizi che andremo a proporre ci potranno tornare molto utili<br />

materiali diversi da quelli utilizzati durante le competizioni, come palle<br />

mediche, elastici, bastoni, bilanciere, manubri e piani instabili.<br />

Potremo quindi suddividere gli esercizi in base al loro scopo:<br />

55


Fig. 13 Esercizi per la mobilità articolare:<br />

Fig. 14 Esercizi di forza con palla medica<br />

56


Fig. 15 Esercizi di scioltezza muscolare e mobilità articolare<br />

Fig. 16 esercizi di muscolazione per la parte superiore:<br />

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esercizi di muscolazione per la parte inferiore del corpo:<br />

Squat con bilanciere<br />

Squat isometrico con appoggio della schiena sul muro con seguente<br />

scatto di corsa (20 metri) dopo venti secondi di tenuta.<br />

Affondi<br />

Distensioni sulle punte dei piedi con sovraccarico<br />

Balzi (da fermi, in movimento, sfalsati, lateralmente ad una panca<br />

saltando da una parte all’altra, ma anche salendo sulla panca e<br />

scendendo, partendo prima da posizione eretta poi da seduti.)<br />

Ostacoli<br />

Sprint con partenza da fermo su distanze corte (30 metri).<br />

- Esercizi muscoli posturali a corpo libero:<br />

Addominali<br />

Dorsali<br />

Torsioni ed inclinazioni del busto (anche con sovraccarico)<br />

Ecc.<br />

Preparazione Specifica:<br />

Anch’essa della durata di circa 3 mesi, con una frequenza delle sedute che<br />

rimane invariata alle 2 / 3 volte a settimana per circa 90 minuti l’una, ad<br />

aggiungersi all’allenamento tecnico. In questa fase, che andrà a precedere la<br />

stagione agonistica, la preparazione, sia dal punto di vista atletico che della<br />

tecnica si adeguerà alle modalità di gara.<br />

58


In questa fase il giocatore tornerà a cimentarsi sulla sabbia e finalmente con<br />

la racchetta, il campo da gioco in questo caso offre un grandissimo vantaggio<br />

in quanto la sabbia rappresenta un ottimo ed estremamente specifico veicolo<br />

di potenziamento per gli arti inferiori. Si mantiene comunque l’allenamento<br />

con i pesi dando importanza soprattutto alla velocità dello spostamento del<br />

sovraccarico, a questo si aggiunge la trasformazione di quanto costruito fin<br />

ora in campo, verranno quindi riproposti i vari colpi, spostamenti ecc. con<br />

sovraccarico. Gli esercizi di corsa saranno composti da scatti molto brevi con<br />

altrettanto brevi recuperi. Gli esercizi per il potenziamento, l’allenamento<br />

della resistenza e della gestione delle situazioni di disequilibrio verrà proposto<br />

applicando quindi all’atleta dei pesi (polsini, cavigliere, cinture zavorrate) per<br />

an<strong>dare</strong> ad agire nello specifico sul gesto tecnico che deve eseguire e<br />

potenziarlo. Un altro metodo con cui possiamo aumentare il carico di lavoro<br />

nel gesto tecnico specifico è attraverso l’applicazione di elastici applicati in<br />

punti strategici del corpo, quindi sulle caviglie o sul baricentro, andando a<br />

lavorare sulla velocità e sulla potenza dello spostamento del corpo. Se<br />

applicheremo questi elastici nei polsi invece, eseguendo movimenti simili a<br />

quelli con la racchetta, andremo a lavorare sul sulla resistenza della spalla. Si<br />

rende molto utile anche l’utilizzo di pedane instabili, eseguire esercizi con<br />

l’ausilio di questi attrezzi sarà molto utile per sviluppare l’equilibrio del corpo<br />

anche in situazioni dove questo si rende precario. Anche qui come detto in<br />

precedenza tutto il lavoro svolto dovrà avere un’intensità molto simile a<br />

quella di gara, quindi rispettando i tempi di recupero in proporzione ai tempi<br />

di lavoro.<br />

59


3.2. La traumatologia<br />

Prima di addentrarci in questo argomento è utile fare una importante<br />

distinzione tra i traumi acuti e traumi cronici. Parliamo di traumi acuti<br />

quando la lesione che ne deriva è riconducibile ad un evento unico ben<br />

preciso, per esempio distorsioni, fratture, contusioni, strappi ecc. questo tipo<br />

di traumi non è molto frequente nel <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, non essendo uno sport di<br />

contatto e essendo praticato su un terreno morbido.<br />

Parliamo invece di traumi cronici quando non possono essere ricondotti a un<br />

evento specifico, ma sono invece causati da sovraccarichi funzionali ripetuti,<br />

spesso derivanti da una tecnica non corretta e quindi, a lungo termine, con la<br />

moltitudine di ripetizioni crea sovraccarico dello specifico distretto corporeo<br />

trasformandosi poi in infiammazione.<br />

I principali infortuni cronici ai quali un giocatore di <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> <strong>può</strong> an<strong>dare</strong> in<br />

contro sono diversi, i più frequenti li riscontriamo a livello del gomito, della<br />

spalla, del polso e a livello lombare. La parte inferiore del corpo è meno<br />

colpita, più facile che questa infatti sia soggetta a traumi di tipo acuto. In<br />

questo paragrafo tratteremo i traumi di tipo cronico, questo perché sono<br />

proprio questi a poter essere evitati con una buona preparazione, quelli acuti<br />

al contrario sono di difficile previsione, quindi è difficile fare una attenta<br />

prevenzione.<br />

Abbiamo quindi a livello del gomito due principali patologie:<br />

- Epicondiliti: meglio conosciute come “gomito del <strong>tennis</strong>ta”, si tratta di<br />

un infiammazione a livello dell’epicondilo del gomito (che si trova sulla<br />

parte esterna) a carico dei tendini dei muscoli estensori del polso e della<br />

mano. In questo sport essi hanno la funzione di opporsi alla pallina che<br />

60


impatta la racchetta nel rovescio, e quella di consentire la rigidità del<br />

polso, sinergicamente con i muscoli flessori, in tutti i colpi. Questi tendini<br />

sono fortemente sollecitati dalle vibrazioni che la racchetta nel momento<br />

di impatto con la palla gli trasmette, ed è proprio questo l’agente lesivo<br />

che porta alla loro infiammazione. Quindi maggiori probabilità di<br />

riscontrare questa patologia si avranno dall’errata esecuzione del<br />

rovescio, da una insufficiente elasticità dei muscoli estensori del gomito<br />

e della mano, ma anche dalla tipologia della racchetta o delle palline che,<br />

se sono troppo dure sollecitando in<br />

maniera più aggressiva questi tendini potranno causare epicondiliti.<br />

- Epitrocleiti: conosciute anche come “gomito del golfista”, parliamo di<br />

epitrocleiti quando siamo di fronte ad una sindrome dolorosa a livello<br />

dell’epitroclea (sulla parte interna del gomito), dovuta ad un<br />

infiammazione dei tendini dei muscoli flessori del polso e della mano.<br />

Anch’essa è scatenata dalle vibrazioni che derivano dall’impatto della<br />

pallina con la racchetta impugnata dal giocatore, e da un eccessivo<br />

lavoro dei muscoli flessori, che hanno essenzialmente 2 funzioni:<br />

opporsi alla forza della pallina con la racchetta nel dritto, nel servizio e<br />

nello smash, e come per la precedente lavorando sinergicamente agli<br />

estensori nel mantenere il polso rigido. Quindi l’infiammazione potrà<br />

facilmente comparire nel caso di tecnica errata nell’esecuzione di questi<br />

colpi, anche qui da una insufficiente elasticità dei muscoli flessori del<br />

polso e della mano e dall’uso di palline e\o racchette inadatte al<br />

soggetto oltre che da una predisposizione anatomica.<br />

- Sindrome da impingement della spalla: o sindrome da conflitto sub-<br />

acromiale, è una delle più comuni cause di dolore alla articolazione della<br />

spalla negli adulti, è il risultato della pressione sulla cuffia dei rotatori da<br />

61


una parte della scapola quando il braccio viene alzato. Possiamo<br />

affermare che l’Impingement sub-acromiale è il preludio della, assai più<br />

grave, lacerazione della Cuffia dei Rotatori.<br />

La cuffia dei rotatori è formata da quattro muscoli che coprono la testa<br />

dell’omero, e lavorano sinergicamente per sollevare e ruotare la<br />

spalla. L’Acromion (processo della scapola) che giace sopra e di fronte la<br />

testa dell’omero; non appena il braccio viene alzato, sfrega con<br />

superficie della cuffia dei rotatori. Ciò causa dolore e limita il<br />

movimento. <strong>Il</strong> dolore <strong>può</strong> essere dovuto ad una borsite (infiammazione<br />

della borsa che giace al disopra della cuffia dei rotatori) od ad una<br />

tendinite della cuffia stessa. È tipica degli sportivi che si trovano a<br />

colpire la palla direttamente con la mano o con un attrezzo, sopra la<br />

linea delle spalle. Quindi nel <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong> in particolare <strong>può</strong> essere<br />

causata da tecniche errate nell’esecuzione di smash o servizio, e/o da<br />

insufficiente equilibrio tra muscoli elevatori dell’arto superiore e i<br />

muscoli che stabilizzano la testa dell’omero in sede.<br />

- Cisti del polso: Si presentano come tumefazioni, più frequenti in zona<br />

dorsale ma a volte le troviamo anche dal lato palmare del polso, sono<br />

causate spesso da un uso massiccio del polso, che, comportando<br />

l’infiammazione della guaina tendinea e delle articolazioni adiacenti,<br />

scatena una eccessiva produzione di liquido sinoviale. Nel <strong>beach</strong>-<strong>tennis</strong><br />

possono essere causate da tecniche non corrette dei colpi, tipologia di<br />

racchetta e palline, e impugnatura inadeguata alle dimensioni della<br />

mano.<br />

- Lombalgia: sindrome dolorosa che colpisce la zona lombosacrale. Alcuni<br />

studi hanno evidenziato che solo il 20% delle lombalgie è provocato da<br />

un problema specifico della colonna vertebrale (patologie rachidee); il<br />

62


estante 80% è provocato da cause non specifiche quali posture e<br />

movimenti scorretti, stress psicologici, forma fisica scadente ed eccesso<br />

di peso corporeo.<br />

Esistono due tipi di mal di schiena: lombalgia acuta e lombalgia cronica.<br />

La lombalgia acuta è caratterizzata da un tipo di dolore, causato da<br />

una lesione muscolare, legamentosa, articolare e discale, che si<br />

accompagna a fenomeni infiammatori. L'infiammazione e il dolore<br />

fanno parte del processo di guarigione e cessano, quindi, a guarigione<br />

completata in massimo 30 giorni. <strong>Il</strong> dolore acuto a livello del rachide è,<br />

quindi, un segnale d'allarme per un'avvenuta lesione, una reazione di<br />

difesa, uno stimolo a cambiare posizione; ha un ruolo protettivo e<br />

adattativo, serve a impedire i movimenti che possono danneggiare<br />

ulteriormente la colonna vertebrale. La lombalgia cronica invece tende<br />

a far perdurare il dolore oltre i 3 mesi anche a fronte di una lesione<br />

inesistente. <strong>Il</strong> dolore cronico non ha una funzione protettiva, diventa<br />

autonomo, nocivo, riduce la funzionalità del rachide e favorisce la<br />

disabilità. È stato riscontrato un legame tra comparsa di questa<br />

patologia e la pratica degli sport che prevedono attività di lancio con<br />

movimenti di torsione e flessione del busto.<br />

Riconducibili in particolare al <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> possiamo attribuire diverse<br />

cause, quali una tecnica non corretta di smash e servizio, insufficiente<br />

elasticità della catena cinetica anteriore e/o posteriore, insufficienza del<br />

tono e del controllo della muscolatura addominale e lombare.<br />

Per un adeguata prevenzione bisogna agire su più fronti, in primis acquisire<br />

una buona tecnica, un colpo eseguito scorrettamente è la prima causa di<br />

sovraccarico di un distretto corporeo. Un altro punto la scelta adeguata del<br />

materiale (racchetta, pallina), una buona preparazione fisica con lo scopo di<br />

63


preparare il fisico al carico di lavoro e agli sforzi che dovrà affrontare sia negli<br />

allenamenti che in gara. A tutto questo non <strong>può</strong> mancare una discreta<br />

elasticità muscolare delle catene cinetiche anteriore e posteriore, ed in<br />

particolare della spalla e di tutto l’arto superiore, che sono i distretti messi a<br />

più dura prova in questo sport. In fine un buon riscaldamento mirato a<br />

preparare il fisico alla prestazione, con esercizi di corsa per attivare la parte<br />

inferiore del corpo, stretching dei muscoli delle catene cinetiche e<br />

dell’avambraccio, esercizi di attivazione della muscolatura della spalla e di<br />

tutto l’arto superiore.<br />

64


65<br />

4. SCOPO DELLA TESI<br />

Premesso che nello sport del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> la velocità di spostamento del<br />

corpo, vista la rapidità del gioco, è un elemento indispensabile, e che molte<br />

volte <strong>può</strong> rivelarsi la chiave per mettere in difficoltà l’avversario, al fine di<br />

ottenere dei risultati significativi nell’allenamento di questa componente, si è<br />

pensato di testare gli effetti di uno stesso protocollo di allenamento per la<br />

rapidità degli arti inferiori, proposto su due gruppi di soggetti, un gruppo<br />

sperimentale che si allenerà esclusivamente sulla sabbia, ed un altro di<br />

controllo che svolgerà la preparazione a secco. Questo al fine di verificare il<br />

rendimento di una e dell’altra proposta e quindi l’efficacia.<br />

4.1 Soggetti<br />

Hanno preso parte a questo studio in maniera volontaria in totale dieci<br />

atleti, tutti quanti di livello amatoriale. Di questi dieci atleti, cinque sono<br />

giocatori di Beach <strong>tennis</strong> e cinque invece giocatori di Tennis. Tutti i soggetti<br />

praticano la loro disciplina da almeno 2 anni. Tutti inoltre sono stati<br />

preventivamente informati sul protocollo sperimentale e sull’obbiettivo dello<br />

studio.<br />

Gruppo n Età media (anni)<br />

+ d.s.<br />

Peso medio<br />

(kg) + d.s.<br />

Altezza media (cm)<br />

+ d.s.<br />

Beach <strong>tennis</strong> 5 35,65 ± 2,92 72,2 ± 4,58 167,60 ± 3,36<br />

Tennis 5 32,28 ± 3,40 75,8 ± 3,27 176,00 ± 5,96<br />

Tabella 6. Caratteristiche antropometriche dei 2 gruppi di soggetti


4.2 Protocollo sperimentale<br />

È stato proposto quindi un programma di allenamento a 10 atleti, che<br />

erano da poco usciti dalla stagione degli incontri. Questa proposta di<br />

allenamento è stata attuata per un periodo di cinque mesi (ottobre –<br />

febbraio) con frequenza di un ora alla settimana, che si andava ad integrare<br />

con 2 allenamenti tecnico - tattici che gli atleti svolgevano già da loro. <strong>Il</strong><br />

programma di allenamento per lo studio è stato presentato ai due gruppi<br />

nello stesso identico modo fatta eccezione per un particolare: il campo; il<br />

gruppo del <strong>tennis</strong> infatti ha svolto il lavoro a secco, ovvero su una superficie<br />

liscia, il gruppo del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> anche nel lavoro della rapidità e della velocità<br />

invece ha sempre lavorato sulla sabbia.<br />

4.3 Protocollo dei test<br />

I due gruppi di atleti prima e dopo il periodo di allenamento hanno<br />

effettuato alcuni test per la misurazione della velocità di spostamento del<br />

corpo e rapidità. Questi test sono stati spiegati e dimostrati agli atleti prima di<br />

essere fatti eseguire, e sono stati eseguiti in ambiente chiuso per evitare che<br />

le condizioni atmosferiche come il vento possa incidere sui risultati. I test<br />

sono stati eseguiti ad entrambi i gruppi nelle stesse giornate e sotto la<br />

supervisione dello sperimentatore, il quale ha preparato il materiale,<br />

misurato i tempi e controllato la correttezza di esecuzione delle prove. Per<br />

ogni atleta ognuno dei 3 test è stato fatto eseguire tre volte, il valore<br />

registrato è stato quindi il valore più basso fatto registrare dal soggetto nei tre<br />

tentativi, quindi la prestazione migliore, la misurazione è stata fatta con il<br />

cronometro. E per ognuna delle tre prove gli atleti hanno avuto a disposizione<br />

tutto il tempo necessario a garantire un recupero completo.<br />

66


I test sono stati eseguiti dopo aver effettuato un adeguato riscaldamento che<br />

comprendeva:<br />

- 8 minuti di corsa.<br />

- 10 minuti di stretching dinamico dando particolare attenzione alla parte<br />

inferiore del corpo.<br />

Abbiamo effettuato quindi 3 test:<br />

30 metri sprint: Ad ogni soggetto è stato chiesto, partendo da fermo, in<br />

posizione eretta e busto flesso in avanti, di effettuare uno scatto al segnale<br />

prestabilito, correndo alla sua massima velocità per una distanza di 30 metri.<br />

il test è stato effettuato su superficie liscia. In questo caso tra una prova e<br />

l'altra abbiamo lasciato 3 minuti di recupero per favorire il ripristino completo<br />

delle riserve energetiche di ATP e Fosfocreatina. Le qualità indagate in questo<br />

test sono la forza veloce e la capacità di accelerazione del soggetto.<br />

20 metri sabbia: Anche in questo caso si è chiesto al soggetto di effettuare<br />

uno scatto alla massima velocità partendo da fermo al segnale prestabilito,<br />

ma per una distanza di 20 metri e su una superficie sabbiosa. Tra una prova e<br />

la successiva sono stati concessi al soggetto 3 minuti di recupero.<br />

IAT: L’ <strong>Il</strong>linois Agility Test (Getchell,1979) è un test comunemente usato per<br />

l’agilità negli sport di squadra che ha come obbiettivo quello di testare l’agilità<br />

di un soggetto e l’abilità nei cambi di direzione, per la preparazione del<br />

circuito abbiamo utilizzato: una superficie piana e non scivolosa, coni,<br />

cronometro e metro.<br />

67


Fig. 17 <strong>Il</strong>linois Agility test<br />

<strong>Il</strong> “box” (vedi fig 17) presenta le dimensioni di 10x5 metri, dieci in<br />

lunghezza, e cinque in larghezza (la distanza tra i punti d’inizio e di fine).<br />

Quattro coni sono utilizzati per segnare il punto d’inizio, di fine e i due angoli,<br />

altri 4 coni sono piazzati al centro ad uguale distanza tra loro. Ogni cono al<br />

centro è distanziato di 3.3 metri dagli altri. I soggetti devono partire in piedi di<br />

fronte al cono d’inizio e con le mani vicino alle spalle. Al segnale “Go” si avvia<br />

il cronometro e l’atleta parte il più veloce possibile correndo per la corsia<br />

verso la direzione indicata, senza colpire i coni, fino alla fine del percorso<br />

quando verrà stoppato il cronometro.<br />

68


Tabella 7. Valori riferimento IAT<br />

Agility Run Ratings (seconds)<br />

Rating Males Females<br />

Excellent < 15.2 < 17.0<br />

Good 16.1-15.2 17.9-17.0<br />

Average 18.1-16.2 21.7-18.0<br />

Fair 18.3-18.2 23.0-21.8<br />

Poor > 18.3 > 23.0<br />

4.4 Protocollo di allenamento<br />

La velocità di spostamento e la rapidità nel <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>, sono certamente<br />

caratteristiche che non possono mancare ad un atleta che vuole cimentarsi<br />

con discreti risultati in questa disciplina. Per poter essere sviluppate al meglio<br />

c’è la necessità di allenarle in modo specifico, crediamo inoltre che nel<br />

cercare di migliorare queste doti sia importante dedicare uno spazio al lavoro<br />

coordinativo, che sta alla base di tutti i movimenti che un atleta <strong>può</strong> eseguire.<br />

Nella programmazione degli allenamenti abbiamo seguito un modello di<br />

lavoro strutturato nel seguente modo, ogni seduta si componeva di:<br />

- 20 minuti di riscaldamento.<br />

- 30/45 minuti di lavoro atletico.<br />

- 10/15 minuti di allungamenti e defaticamento.<br />

La fase di riscaldamento e la fase di defaticamento è stata svolta da tutti e<br />

dieci gli atleti sul campo da <strong>tennis</strong>, quindi fuori dalla sabbia anche per gli atleti<br />

del <strong>beach</strong>.<br />

<strong>Il</strong> riscaldamento prevedeva: 6 minuti di corsa continua a velocità costante, 5<br />

minuti di stretching dinamico, poi di nuovo 4 minuti di corsa continua a<br />

69


velocità variabile (corsa blanda sul lato lungo del campo da <strong>tennis</strong> alternata<br />

ad allunghi sul lato corto), 5 minuti di stretching statico.<br />

<strong>Il</strong> defaticamento invece era composto da 3 giri di campo ad intensità blanda,<br />

seguiti da posture per l’allungamento della catena cinetica posteriore, e dei<br />

muscoli principali dell’arto inferiore.<br />

Per il lavoro sulla rapidità si sono rispettati i seguenti principi:<br />

- Gli esercizi sono sempre stati proposti ad inizio seduta di allenamento,<br />

immediatamente dopo lo stretching, per cui in assenza di stanchezza<br />

muscolare.<br />

- Tutti gli esercizi sono stati proposti a carico naturale, per permettere<br />

l’esecuzione dell’esercizio il più velocemente possibile e per non<br />

affaticare pesantemente il muscolo.<br />

- Impegno muscolare e nervoso sempre massimo in ogni ripetizione del<br />

gesto.<br />

- 6 ripetizioni per esercizio della durata massima di 6 – 8 secondi.<br />

- 6 – 8 serie per ogni gruppo muscolare (che possono prevedere anche<br />

esercizi diversi).<br />

- Recupero tra le serie completo (almeno 3 minuti).<br />

- Gli esercizi sono stati proposti in maniera graduale, dai più facili ai più<br />

complessi.<br />

Più nel dettaglio l’allenamento prevedeva a settimane alterne 2 tipi di<br />

allenamento:<br />

- Prima tipologia: nella quale si richiedeva agli atleti di eseguire:<br />

a) vari tipi di corsa: corsa a slalom tra i birilli, skip a varie altezze tra<br />

piccoli ostacoli prima frontalmente poi lateralmente, corsa calciata<br />

dietro, corsa laterale a passo incrociato su ambedue i lati, corsa<br />

70


all’indietro con varie ampiezze del passo, passo saltellato, passo<br />

stacco, galoppo laterale, andature mono-doppio appoggio, corsa<br />

balzata, balzi tra ostacoli.<br />

b) 20 minuti circa dedicati al lavoro più di velocità che prevedevano scatti<br />

a velocità massimale (ogni allenamento si utilizzava uno dei 4 diversi<br />

circuiti rappresentati nelle figure 18 e 19), per un lavoro di 2 serie da 8<br />

ripetizioni (per il <strong>tennis</strong>) e 2x6 (per quelli che lavoravano sulla sabbia),<br />

ed tempi di recupero di 3 minuti tra le 2 serie e 1 minuto tra le<br />

ripetizioni. Questi percorsi nelle varie ripetizioni venivano svolti in<br />

maniera alternata, partendo dall’esecuzione con la corsa frontale, poi<br />

corsa all’indietro, laterale, ed infine unendo i vari tipi di corsa.<br />

Fig.18 Star drill /Short five corner drill<br />

71


Fig. 19 X drill, long X drill<br />

Seconda tipologia di allenamento:<br />

a) 25 minuti circa di esercizi con la speed – ladder (scaletta) ove si sono<br />

svolti tutti esercizi di pura rapidità dei piedi e coordinazione.<br />

Fig. 20 Spedd ledder<br />

b) Secondi 20 minuti: Corsa veloce sul posto, Skip, calciata dietro,<br />

mantenere la posizione dello squat (angolo al ginocchio max 100<br />

gradi), appoggi alternati dei piedi sia sul piano frontale che sagittale,<br />

balzi a gambe tese, balzi laterali a piedi uniti, balzi laterali in appoggio<br />

72


solamente su gamba esterna; tutti questi esercizi venivano eseguiti sul<br />

posto e al segnale prestabilito (circa dopo 6 secondi) bisognava<br />

eseguire nelle prime serie di esercizi un allungo, nelle ultime invece<br />

uno scatto in 10 metri.<br />

73


4,80<br />

4,60<br />

4,40<br />

4,20<br />

4,00<br />

3,80<br />

3,60<br />

2.6 Statistiche<br />

Tutti i dati riportati nella tabella di seguito sono stati espressi come media ±<br />

deviazione standard e per quanto riguarda il livello di significatività è stato<br />

applicato il “t test” accettando come valori significativi solamente quelli che<br />

presentano t test < 0,05.<br />

RISULTATI:<br />

Si riportano ora le tabelle riassuntive con i dati espressi in secondi, ottenuti<br />

dai test utilizzati per lo studio.<br />

Tabella 8. Risultati dei test<br />

30 m gruppo b. <strong>tennis</strong><br />

Gruppo <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> Gruppo <strong>tennis</strong><br />

PRE POST PRE POST<br />

30 m 4,39 ± 0,35 4,37 ± 0,33 4,45 ± 0,17 4,32 ± 0,22<br />

20 sabbia 3,52 ± 0,23 3,47 ± 0,19 3,45 ± 0,21 3,27 ± 010<br />

IAT 17,56 ± 0,79 17,47 ± 0,71 17,42 ± 0,78 17,08 ± 0,76<br />

Prendiamo ora in esame i risultati relativi ai singoli test descritti nel protocollo<br />

sperimentale.<br />

Test 30 metri:<br />

inizio<br />

Fine<br />

4,80<br />

4,60<br />

4,40<br />

4,20<br />

4,00<br />

3,80<br />

3,60<br />

74<br />

30 m gruppo <strong>tennis</strong><br />

*<br />

inizio<br />

fine


fig. 21(pagina precedente) Istogrammi comprensivi di deviazione standard sul<br />

test dei 30 m.<br />

Possiamo notare come in entrambi i gruppi riscontriamo dei <strong>miglioramenti</strong><br />

nell’esito del test finali rispetto all’inizio, nonostante gli effetti siano positivi in<br />

entrambi i gruppi però, nel gruppo che ha lavorato sulla sabbia i valori<br />

dall’inizio alla fine non possono essere ritenuti significativi, presentando un t<br />

test = 0,696. Nel gruppo che ha lavorato a secco invece il miglioramento è<br />

stato più evidente ed i valori possono essere ritenuti significativi (t test =<br />

0,019).<br />

30 m (s) POST<br />

30 m (s) POST<br />

5<br />

4,8<br />

4,6<br />

4,4<br />

4,2<br />

4<br />

3,8<br />

30 m gr. <strong>beach</strong> t.<br />

75<br />

y = 0,9153x + 0,3515<br />

R² = 0,9056<br />

tempi<br />

Lineare (tempi)<br />

3,6<br />

3,5 4 4,5 5<br />

30 m (s) PRE 30 m gr. <strong>tennis</strong><br />

4,7<br />

y = 1,2576x - 1,2699<br />

4,6<br />

R² = 0,9245<br />

4,5<br />

4,4<br />

4,3<br />

4,2<br />

4,1<br />

4<br />

4 4,2 4,4 4,6 4,8<br />

30 m (s) PRE<br />

tempi<br />

Lineare (tempi)


3,80<br />

3,60<br />

3,40<br />

3,20<br />

3,00<br />

2,80<br />

Fig. 22 Grafici a dispersione della correlazione sui test dei 30 m.<br />

20 sabbia b. <strong>tennis</strong><br />

20 s (s) POST<br />

3,8<br />

3,7<br />

3,6<br />

3,5<br />

3,4<br />

3,3<br />

Test 20 metri sabbia:<br />

Fig. 23 Istogrammi comprensivi di dev. standard su test dei 20m sulla sabbia<br />

Anche in questo test entrambi i gruppi hanno avuto una tendenza al<br />

miglioramento, più marcata anche questa volta per i <strong>tennis</strong>ti, ma in entrambi i<br />

gruppi non abbiamo valori significativi escludendo quelli con t. test>0,05. Nel<br />

dettaglio abbiamo calcolato, per il gruppo Beach: t test = 0,400; gruppo<br />

<strong>tennis</strong>: t test = 0,081.<br />

inizio<br />

fine<br />

20 m sabbia gr. <strong>beach</strong> t.<br />

3,2<br />

3,2 3,4 3,6 3,8 4<br />

20 s (s) PRE<br />

3,80<br />

3,60<br />

3,40<br />

3,20<br />

3,00<br />

2,80<br />

76<br />

20 sabbia <strong>tennis</strong><br />

y = 0,7304x + 0,9038<br />

R² = 0,8029<br />

tempi<br />

Lineare<br />

(tempi)<br />

inizio<br />

fine


18,70<br />

18,30<br />

17,90<br />

17,50<br />

17,10<br />

16,70<br />

16,30<br />

15,90<br />

15,50<br />

20 s (s) POST<br />

3,4<br />

3,35<br />

3,3<br />

3,25<br />

3,2<br />

3,15<br />

3,1<br />

Fig. 24 Grafici a dispersione della correlazione sui test dei 20 m sulla sabbia<br />

IAT gruppo b. <strong>tennis</strong><br />

20 m sabbia gr. <strong>tennis</strong><br />

3 3,2 3,4 3,6 3,8<br />

20 s (s)PRE<br />

<strong>Il</strong>linois agility test<br />

inizio<br />

fine<br />

18,70<br />

18,30<br />

17,90<br />

17,50<br />

17,10<br />

16,70<br />

16,30<br />

15,90<br />

15,50<br />

Fig. 25 . Istogrammi comprensivi di deviazione standard su test IAT<br />

Anche in questo test entrambi gruppi hanno avuto una tendenza al<br />

miglioramento ma, mentre per il gruppo che ha lavorato sulla sabbia i risultati<br />

non sono significativi ( t test = 0,398), abbiamo riscontrato dei significativi e<br />

77<br />

y = 0,2725x + 2,331<br />

R² = 0,353<br />

tempi<br />

Lineare (tempi)<br />

IAT gruppo <strong>tennis</strong><br />

*<br />

inizio<br />

fine


attendibili <strong>miglioramenti</strong> per il gruppo che ha svolto il lavoro a secco (t test =<br />

0,003).<br />

IAT (s) POST<br />

IAT (s) POST<br />

18,4<br />

18,2<br />

18<br />

17,8<br />

17,6<br />

17,4<br />

17,2<br />

17<br />

16,8<br />

16,6<br />

16,4<br />

16,2<br />

16 16,5 17 17,5 18 18,5 19<br />

18<br />

17,5<br />

17<br />

16,5<br />

16<br />

IAT gr. <strong>beach</strong> t.<br />

IAT (s) PRE<br />

IAT gr. <strong>tennis</strong><br />

15,5<br />

16 17 18 19<br />

IAT (s) PRE<br />

Fig. 26 Grafici a dispersione della correlazione sui test IAT<br />

78<br />

y = 0,8745x + 2,1129<br />

R² = 0,9264<br />

tempi<br />

Lineare (tempi)<br />

y = 0,9555x + 0,4378<br />

R² = 0,9786<br />

tempi<br />

Lineare (tempi)


4.6 Discussione dei risultati<br />

Dall’analisi dei risultati ottenuti si evince come entrambi i gruppi abbiano<br />

ottenuto dei <strong>miglioramenti</strong> rispetto al livello di partenza. Sicuramente una<br />

delle cose più importanti da notare è che in tutti e tre i test i risultati più<br />

evidenti li hanno raggiunti gli atleti che hanno lavorato a secco, nonostante<br />

“solo” nel test dei 30 metri e nell’<strong>Il</strong>linois agility test abbiamo ottenuto dei<br />

<strong>miglioramenti</strong> significativi. Questo ci porta inevitabilmente alla convinzione<br />

che probabilmente il lavoro svolto a secco è più redditizio per quanto riguarda<br />

l’allenamento di queste componenti, rispetto al lavoro sulla sabbia. Quindi<br />

anche nella preparazione del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong> nell’allenamento della rapidità e<br />

della velocità sarebbe consigliabile lavorare su superfici diverse dalla sabbia.<br />

Nel esporre però una valutazione oggettiva ed il più possibile affidabile,<br />

risulta doveroso analizzare i possibili fattori, la cui influenza <strong>può</strong> aver<br />

compromesso in maniera più o meno significativa l’affidabilità dei risultati del<br />

test.<br />

Pur essendo convinti di quanto esposto sin ora circa l’efficacia del lavoro<br />

svolto, seppur una volta a settimana è da considerarsi molto ridotta ai fini<br />

dello scopo; siamo infatti indotti a credere che essendo stata questa<br />

preparazione integrata in maniera differente tra i due gruppi (gruppo di<br />

sperimentazione e gruppo di controllo), questo abbia inciso nei risultati, oltre<br />

all’allenamento citato in questa tesina infatti il gruppo de <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong><br />

effettuava regolarmente due allenamenti tecnici sulla sabbia, mentre il<br />

gruppo dei <strong>tennis</strong>ti svolgeva altrettanti allenamenti ma in maniera differente<br />

su campo.<br />

Questi allenamenti extra, data la diversità delle due discipline saranno stati<br />

sicuramente svolti in maniera più dinamica dai <strong>tennis</strong>ti, rispetto ai colleghi del<br />

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each, che avendo meno distanza da coprire, viste le dimensioni minori del<br />

loro campo, e vista la difficoltà maggiore nello spostarsi sulla sabbia, avranno<br />

svolto questi allenamenti in maniera più statica. Siamo portati a credere che<br />

questo particolare abbia sicuramente avuto un influenza sull’ esito dei test<br />

finali.<br />

Un'altra nota da prendere in considerazione, gli atleti che hanno lavorato<br />

sulla sabbia, nonostante avessero necessità di tempi di recupero maggiori<br />

(almeno 6 minuti), e quindi le pause tra una serie e l’altra fossero maggiori, si<br />

stancavano molto più facilmente, perciò già dopo metà seduta erano più in<br />

difficoltà, dato che l’allenamento della rapidità dev’essere svolto ad intensità<br />

massimali e in assenza di affaticamento muscolare, per loro la prova essendo<br />

già compromessa prima dei tre quarti dell’allenamento pregiudicava poi la<br />

corretta esecuzione degli esercizi finali, che venivano eseguiti ad intensità più<br />

ridotte.<br />

4. 7 Conclusioni<br />

Rapidità e velocità sono concetti simili ma non identici, con il termine<br />

rapidità si fa infatti riferimento alla capacità di reagire ad uno stimolo nel<br />

minor tempo possibile e/o di eseguire con la massima velocità movimenti di<br />

singoli segmenti corporei contro scarsa resistenza. Velocità è invece un<br />

concetto fisico generalmente riferito all'intero corpo che esprime il rapporto<br />

tra la distanza percorsa (spazio) ed il tempo necessario per percorrerla<br />

(V=S/T).<br />

80


Pertanto: la rapidità è una proprietà generale prettamente legata al sistema<br />

nervoso ed è incrementabile in maniera modesta, non oltre il 18-20% del<br />

potenziale genetico. Si <strong>può</strong> affermare che "rapidi si nasce".<br />

La velocità invece è una funzione della rapidità, della forza rapida, della<br />

resistenza e della coordinazione ottimale dei movimenti in relazione<br />

all'ambiente esterno in cui si svolge l'azione. Pertanto la velocità è più<br />

facilmente incrementabile rispetto alla rapidità in quanto si <strong>può</strong> agire sul<br />

miglioramento di diverse capacità.<br />

In questa tesina, spinti dalla grande passione per questo sport abbiamo<br />

pensato di testare gli effetti dell’allenamento di alcune delle componenti<br />

essenziali nella pratica di questa disciplina, quali appunto la velocità e la<br />

rapidità degli arti inferiori. Con l’aumentare del livello delle competizioni la<br />

richiesta di queste componenti sarà sempre maggiore, quindi nasce la<br />

necessità di trovare il giusto mezzo di allenamento per poterle ottimizzare al<br />

meglio. Dai risultati del lavoro ottenuto possiamo affermare che, per quanto<br />

concerne la velocità e la rapidità, nonostante entrambi i lavori abbiano dato i<br />

suoi frutti, l’allenamento a secco dia dei risultati più soddisfacenti a secco<br />

rispetto a quello sulla sabbia; a differenza di altri ambiti, quali l’allenamento<br />

della forza, il recupero funzionale o la prevenzione degli infortuni, dove in<br />

bibliografia possiamo trovare molti riferimenti circa l’efficacia superiore del<br />

“mezzo sabbia”.<br />

Va ricordato inoltre che questo studio si è basato su atleti di basso livello,<br />

tecnico, tattico, ma anche fisico, che costituiscono quindi una categoria<br />

limitata di soggetti, bisogna considerare quindi l’ipotesi che se il campione di<br />

lavoro fosse costituito da atleti professionisti i risultati potrebbero assumere<br />

una piega diversa, dato anche che una preparazione atletica in questo sport<br />

81


sarebbe più indirizzata ad atleti di alto livello, questo studio vuole essere un<br />

punto di partenza per eventuali ricerche future in questo argomento.<br />

82


BIBLIOGRAFIA<br />

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printing, Bologna.<br />

Cometti, G. (1998). Metodi moderni di potenziamento muscolare (parte<br />

pratica), vol. 2. CALZETTI MARIUCCI, Ponte San Giovanni, Perugia.<br />

Dal monte, A., Faina, M. (2000). Valutazione dell’atleta. Analisi funzionale e<br />

biomeccanica delle capacità di prestazione. Editrice UTET.<br />

Platonov Vladimir, N. (2004). fondamenti dell'allenamento e dell'attività di<br />

gara. CALZETTI MARIUCCI Editori, Ponte San Giovanni, Perugia.<br />

Gilles Cometti (2002). Manuale di potenziamento muscolare per gli sport di<br />

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Maes, C. (2003). Planning physical conditioning for professional players. In M.<br />

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muscolare. I balzi secondo la teoria di Piron. Potenziamento e sport di<br />

squadra. CALZETTI MARIUCCI Editore. Ponte San Giovanni, Perugia.<br />

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www.<strong>beach</strong><strong>tennis</strong>.com<br />

www.<strong>beach</strong><strong>tennis</strong>time.net<br />

www.periartrite.eu<br />

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RINGRAZIAMENTI<br />

Un primo doveroso ringraziamento va alla mia famiglia che mi convinto a<br />

provare e mi ha sostenuto in tutti questi 3 anni credendo sempre in me. Un<br />

altrettanto importante ringraziamento alla mia ragazza e collega Giulia, per<br />

avermi aiutato ed esserci stata in tutto. Un ringraziamento al professor Cauz<br />

per avermi seguito e consigliato nel lavoro qui presentato. Vorrei ringraziare<br />

anche Latta Massimo, per la disponibilità e tutte le informazioni che mi<br />

gentilmente mi ha fatto avere, vista la sua grandissima esperienza nel settore<br />

del <strong>beach</strong> <strong>tennis</strong>. Un ultimo ringraziamento, ma non meno importante dei<br />

precedenti, a tutti gli amici e colleghi che hanno condiviso (e non) con me<br />

quest’esperienza a scienze motorie!<br />

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