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Evoluzione degli apparati: cranio - Classe delle Lauree in ...

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L’evoluzione del CAPO è caratterizzata da due<br />

tendenze che verranno analizzate separatamente ma<br />

che avvengono <strong>in</strong> modo del tutto contemporaneo<br />

L’evoluzione del<br />

NEUROCRANIO<br />

L’evoluzione<br />

del<br />

CERVELLO<br />

L’evoluzione<br />

della SCATOLA<br />

CRANICA<br />

L’evoluzione dello<br />

SPLANCNOCRANIO<br />

L’evoluzione<br />

della BOCCA<br />

e del NASO<br />

Comportamento alimentare e dieta<br />

L’evoluzione<br />

dei DENTI<br />

I Primati sono generalmente vegetariani, specialmente quelli specializzati alla<br />

vita arboricola, ma sono sempre <strong>in</strong> grado di consumare e digerire cibo animale.<br />

Le tendenze evolutive sono verso una alimentazione onnivora comprendente<br />

anche vermi, <strong>in</strong>setti (soprattutto cavallette e tèrmiti), rane, lucertole, uova di<br />

uccelli uccelli.<br />

I Primati (tranne l’Uomo) NON sono <strong>in</strong> grado di cacciare animali più grandi di<br />

una rana o di una lucertola perché non hanno i mezzi fisici per farlo.<br />

L’evoluzione della caccia sociale fu di enorme vantaggio per la sopravvivenza<br />

<strong>degli</strong> uom<strong>in</strong>i che vivevano nelle pianure aperte, dove esisteva una marcata<br />

stagionalità dei prodotti vegetali.<br />

Consumare carne fresca ha consentito di :<br />

- att<strong>in</strong>gere g a una grande g riserva alimentare<br />

- semplificare la s<strong>in</strong>tesi di diverse prote<strong>in</strong>e, dato che solo la carne contiene tutti<br />

gli amm<strong>in</strong>oacidi necessari<br />

Lasciando le foreste per le pianure, gli antenati dell’uomo non<br />

cambiarono solo il tipo di alimentazione ma tutto il loro modo di<br />

vivere. Il cambiamento di alimentazione fu un riflesso del nuovo<br />

ambiente, non la ragione per accedervi.


Lo scaricamento del peso del <strong>cranio</strong> sul rachide<br />

Con il cambiamento imposto dalla<br />

postura eretta cambia (anche se <strong>in</strong><br />

modo graduale) l’architettura<br />

<strong>delle</strong> ossa del <strong>cranio</strong>.<br />

Nel cane l’articolazione del <strong>cranio</strong> e del rachide avviene<br />

tra loro solidalmente lungo un piano orizzontale, di<br />

conseguenza il piano del foramen occipitale risulta<br />

quasi verticale, essendo il cane un pronogrado.<br />

Da questa nuova condizione fisica comporta una<br />

reazione plastica <strong>delle</strong> ossa craniche che si sono<br />

adattate <strong>in</strong> modo graduale alla situazione situazione.<br />

Considerando il <strong>cranio</strong> di un carnivoro si vede come<br />

esso stia tutto dislocato <strong>in</strong> avanti rispetto al piano<br />

vestibolare frontale e come si svilupp<strong>in</strong>o le ossa parietooccipitale<br />

con una successiva riduzione <strong>delle</strong> ossa dello<br />

splancno<strong>cranio</strong> (riduzione del prognatismo)<br />

Angoli di <strong>in</strong>cidenza dei foramen occipitali nelle om<strong>in</strong><strong>in</strong>ae (1)<br />

A. robustus A. gracilis H. sapiens<br />

A.africanus H. habilis H. sapiens


Con l’acquisizione della postura eretta ed il successivo spostamento del foramen<br />

occipitale si modifica tutta la muscolatura del <strong>cranio</strong>. Infatti esso modifica <strong>in</strong><br />

modo sostanziale lo scarico <strong>delle</strong> forze che sorreggono il capo.<br />

Ciò ha comportato una progressiva riduzione del braccio della RESISTENZA ed un<br />

aumento del braccio della POTENZA (forza muscolare).<br />

Infatti nei quadrupedi il <strong>cranio</strong> è sorretto esclusivamente dai muscoli del collo<br />

mentre già nei cl<strong>in</strong>ogradi esso <strong>in</strong>izia a dim<strong>in</strong>uire la sua trazione per essere quasi<br />

del tutto assente nei bipedi, poichè il capo è poggiato sulla colonna vertebrale,<br />

qu<strong>in</strong>di lo scarico fisico <strong>delle</strong> forze è tutto all’<strong>in</strong>terno del baricentro del corpo<br />

senza gravare sulla muscolatura poiché il neuro<strong>cranio</strong> bilancia perfettamente lo<br />

splancno<strong>cranio</strong>.<br />

Braccio<br />

RESISTENZA<br />

Cane Gorilla Uomo<br />

Braccio<br />

FORZA<br />

Rapporti splancno<strong>cranio</strong> / neuro<strong>cranio</strong>. Tendenze evolutive<br />

Con il progressivo aumento della scatola cranica <strong>in</strong> funzione dell’aumento<br />

del cervello e della postura eretta si è avuto un arretramento ed una<br />

notevole modificazione dello splancno<strong>cranio</strong>.<br />

La modificazione è strettamente legata all’ambiente <strong>in</strong> cui vive l’uomo ed<br />

alla sua dieta (passaggio da un regime frugivoro e\o granivoro a quello<br />

onnivoro).<br />

Qu<strong>in</strong>di si assiste:<br />

• alla progressiva modificazione dell’apparato masticatore con l’arretramento<br />

della mandibola e della mascella al di sotto del neuro<strong>cranio</strong>, ,<br />

<strong>in</strong> relazione all’adozione di un regime onnivoro<br />

• alla riduzione del naso con successiva verticalizzazione del profilo<br />

•al riadattamento della struttura ossea e muscolare per la masticazione


La funzione masticatoria e le tendenze evolutive ad essa legata<br />

La masticazione è essenziale per ricavare dal cibo tutto il suo contenuto<br />

energetico, dato che gli enzimi digestivi agiscono molto lentamente sui<br />

grossi aggregati alimentari.<br />

Mentre i rettili possono <strong>in</strong>gerire e digerire (ma lentissimamente, accompagna-<br />

to o seguito da uno stato di torpidità e anche di coma) un animale <strong>in</strong>tero<br />

senza masticarlo, negli animali omeotermi ciò non è possibile, perché necessitano<br />

di una digestione rapida.<br />

La prima fase della digestione è la masticazione, che ha la funzione di sm<strong>in</strong>uzzare<br />

i grossi bocconi e rompere le pareti cellulari dei vegetali.<br />

I Primati <strong>in</strong>feriori non abbisognano di<br />

strutture masticatorie molto potenti: è<br />

sufficiente per loro la presa o poco più;<br />

esse sono perciò rimaste “primitive”.<br />

Con l’evoluzione della masticazione si è<br />

reso necessario il potenziamento <strong>delle</strong><br />

mandibole, <strong>delle</strong> mascelle, dei denti e di<br />

tutta la muscolatura associata, che ha<br />

fatto cambiare <strong>in</strong> modo radicale allo<br />

splancno<strong>cranio</strong> il suo aspetto.<br />

Biomeccanica della masticazione<br />

Mandibola=leva del III genere (F-P-R)<br />

Il braccio della resistenza è dato dalla distanza tra l’articolazione della mandibola<br />

(processo condiloideo=fulcro) e la posizione dei denti che <strong>in</strong> quel momento<br />

masticano (denti premolari o molari). Più è lungo il braccio della resistenza (=<br />

maggior prognatismo) meno la leva è efficace.


Le tendenze evolutive <strong>delle</strong> strutture masticatorie:<br />

Mandibola - evoluzione del ramo ascendente ad angolo retto<br />

- riduzione <strong>delle</strong> arcate dentarie ( → riduzione prognatismo)<br />

- arretramento dell’arcata dentaria sotto il neuro<strong>cranio</strong><br />

- variazione <strong>delle</strong> dimensioni e dei r<strong>in</strong>forzi orizzontali della<br />

s<strong>in</strong>fisi mandibolare (toro mandibolare mandibolare, spessore mandibola)<br />

- rovesciamento all’<strong>in</strong>fuori del bordo <strong>in</strong>feriore (sviluppo del mento)<br />

Mascella - forma e riduzione del prognatismo sotto-nasale<br />

Dentizione - variazione della disposizione (assiepamento)<br />

- variazione della forma (<strong>in</strong>cremento cuspidi dei molari) e<br />

<strong>delle</strong> funzioni (molarizzazione) e riduzione dei can<strong>in</strong>i<br />

- variazione <strong>delle</strong> modalità di logoramento<br />

Muscolatura Variazione nelle <strong>in</strong>serzioni dei muscoli<br />

- temporale<br />

- massetère<br />

Mandibola (1)<br />

<strong>Evoluzione</strong> del ramo ascendente della mandibola ad angolo retto<br />

Assicura un trasferimento ottimale <strong>delle</strong> forze di<br />

compressione dai muscoli temporale e massetere


Riduzione <strong>delle</strong> arcate dentarie.<br />

Riduzione e sparizione del diastema.<br />

Placca<br />

scimmiesca<br />

Gorilla<br />

Scimpanzè<br />

La forma della mandibola<br />

passa da V (proscimmie)<br />

ad U (antropomorfe), a<br />

paraboloide (Uomo), allargandosi<br />

e accorciandosi<br />

La mascella si allarga<br />

ed accorcia<br />

Uomo<br />

Diastema<br />

Scimpanzè<br />

Proconsul<br />

H.erectus Uomo<br />

attuale<br />

Mandibola (2)<br />

A.robustus<br />

Ident<strong>in</strong>ell’Uomo I denti nell Uomo sono nella parte<br />

<strong>in</strong>terna della mandibola mentre nelle<br />

scimmie sono sul marg<strong>in</strong>e esterno,<br />

con la placca scimmiesca di sostegno<br />

Il diastèma è uno spazio che si crea tra il can<strong>in</strong>o e l’<strong>in</strong>cisivo laterale<br />

nella mascella e tra il can<strong>in</strong>o ed il primo premolare<br />

nella mandibola. Lo spazio consente l’occlusione<br />

<strong>in</strong>castrando così i grossi can<strong>in</strong>i.<br />

Rovesciamento all’<strong>in</strong>fuori del bordo <strong>in</strong>feriore della mandibola: il mento<br />

Lungo la l<strong>in</strong>ea evolutiva l’angolo di sporgenza del mento (angolo mentoniero)<br />

aumenta costantemente lungo le l<strong>in</strong>ee filogenetiche ed ontogenetiche


Arretramento <strong>delle</strong> arcate dentarie (<strong>in</strong>f. e sup.) sotto il neuro<strong>cranio</strong><br />

La l<strong>in</strong>ea rossa mostra il marg<strong>in</strong>e del<br />

neuro<strong>cranio</strong> e la l<strong>in</strong>ea blu la<br />

progressiva verticalizzazione del<br />

profilo.<br />

Dentatura<br />

superiore<br />

Gorilla, H.erectus e H.sapiens.<br />

La muscolatura associata alla masticazione<br />

Muscoli che sollevano la mandibola comprimendola<br />

contro la mascella (frantuma e trita)<br />

- temporale<br />

- massetere<br />

- pterigoidei <strong>in</strong>terni (alias medi)<br />

Muscoli che sp<strong>in</strong>gono <strong>in</strong> avanti e muovono di<br />

lato la mandibola :<br />

-pterigoidei esterni (alias laterali)<br />

Pt.Est.<br />

Pt.Int.<br />

Pt.Est.<br />

Pt.Int.<br />

Splancno e neuro<strong>cranio</strong><br />

Gorilla<br />

H.erectus<br />

H.sapiens<br />

Masticazione (1)<br />

M.Temporale<br />

Massetere


Modificazioni della muscolatura associata alla masticazione Masticazione (2) (2)<br />

Scaricamento forze masticazione<br />

dalla mandibola<br />

alla volta cranica<br />

TORO SOPRAORBITARIO<br />

La masticazione trasmette le sollecitazioni<br />

sul <strong>cranio</strong> a livello <strong>delle</strong><br />

arcate sopraccigliari, della sommità<br />

del <strong>cranio</strong> e della mascella.<br />

La l<strong>in</strong>ea di <strong>in</strong>serzione (LT) dei muscoli<br />

temporali è posta tanto più <strong>in</strong> alto quanto più<br />

potenti sono le mascelle del primate. Dove<br />

serve una grande potenza si ha la formazione<br />

di un rilievo osseo (cresta sagittale CS) per<br />

aumentare ulteriormente l’area di ancoraggio.<br />

Gorilla Proconsul A.robustus Uomo attuale<br />

Modificazioni della faccia <strong>in</strong> relazione alla masticazione Masticazione (3)<br />

Lo spessore <strong>delle</strong> ossa facciali<br />

dipende dalla forza di compressione<br />

nella masticazione<br />

Forze<br />

Toro sopraorbitario<br />

Il toro sopraorbitario si comporta come<br />

una trave trasversale posta alla<br />

sommità della faccia e trasmette alla<br />

volta cranica (e ai lati) le forze<br />

La forma e lo spessore <strong>degli</strong> zigomi e dei processi<br />

zigomatici dei temporali variano secondo la potenza<br />

della masticazione, dato che il muscolo massetere<br />

orig<strong>in</strong>a dalle arcate zigomatiche


Le arcate dentarie dell’Uomo attuale<br />

La dentatura: generalità<br />

La dentatura dei mammiferi e di tipo eterodonte (denti molto diversificati) e deriva<br />

da quella omeodonte (denti molto simili tra loro) dei rettili.<br />

Comprende quattro tipi di denti con forme e funzioni diverse:<br />

• <strong>in</strong>cisivi (sigla I), adatti al taglio<br />

• can<strong>in</strong>i (C), utili per afferrare il cibo<br />

• premolari (P), <strong>in</strong>izialmente per afferrare il cibo poi per triturare<br />

• molari (M), conformati per tagliare nelle scimmie <strong>in</strong>feriori, per triturare <strong>in</strong> quelle<br />

superiori.<br />

Per convenzione, nella formula dentaria:<br />

- i denti sono numerati dall’avanti verso l’<strong>in</strong>dietro<br />

- il primo numero è riferito alla mascella, il secondo alla mandibola<br />

- nella “formula” ci si riferisce solo a metà mascella<br />

(emimascella) o metà mandibola (emimandibola),<br />

essendo l’altra metà speculare per ambedue le ossa<br />

(es. I 1\1, I 2\2, C 1\1, P 1\1, P 2\2, M 1\1, M 2\2, M 3\3<br />

è la dentatura tipica dell’uomo)<br />

Dentatura di un ipotetico Primate<br />

fossile con 44 denti


Struttura di un dente<br />

Lo spessore dello smalto è determ<strong>in</strong>ato dal regime alimentare<br />

Lo spessore dello smalto e la disposizione spaziale <strong>delle</strong> formazioni prismatiche<br />

all’<strong>in</strong>terno dello smalto sono <strong>in</strong>dicativi del grado di usura del dente, <strong>in</strong><br />

relazione alla sua attività funzionale.<br />

Alimenti coriacei = spessore<br />

smalto notevole<br />

Ambiente di<br />

savana<br />

L’uomo ha lo<br />

strato di smalto<br />

più spesso di tutti<br />

i Primati attuali<br />

Uomo attuale Gorilla<br />

VVegetali t li e frutta f tt fresca f =<br />

spessore smalto limitato<br />

Ambiente di<br />

foresta


<strong>Evoluzione</strong> <strong>degli</strong> <strong>in</strong>cisivi<br />

Hanno forma di scalpello, sono generalmente taglienti e servono per <strong>in</strong>cidere,<br />

tagliare e mordere il cibo (mordere frutti, nocciole, germogli, recidere foglie,<br />

asportare cortecce).<br />

La loro disposizione è l<strong>in</strong>eare e formano un <strong>in</strong>sieme adatto al taglio.<br />

Nei Primati superiori il primo <strong>in</strong>cisivo è più grande e<br />

nelle ll om<strong>in</strong><strong>in</strong>ae i i lla di disposizione i i è lleggermente i<strong>in</strong>curvata.<br />

L’adozione di dieta carnea porta ad un <strong>in</strong>grandimento <strong>degli</strong> <strong>in</strong>cisivi.<br />

<strong>Evoluzione</strong> dei can<strong>in</strong>i<br />

Il can<strong>in</strong>o ha mantenuto per tutta la sua evoluzione la forma aguzza e la sezione<br />

rotonda dei denti dei rettili.<br />

Come per gli <strong>in</strong>cisivi, la sua funzione non è <strong>in</strong> relazione alla masticazione. Nei carnivori<br />

serve per azzannare e afferrare il cibo, mentre negli erbivori funge da arma<br />

da difesa e offesa (es. le zanne del c<strong>in</strong>ghiale).<br />

Tra i maschi dei Primati svolge funzione di gerarchia sociale per atteggiamenti<br />

m<strong>in</strong>acciosi (o di supremazia) per la difesa del gruppo e la competizione sessuale.<br />

Incisivi nell’Uomo Can<strong>in</strong>i nell’Uomo<br />

I grandi can<strong>in</strong>i di macaco<br />

con i diastemi<br />

Dimorfismo sessuale<br />

Scimpanzé<br />

Uomo (<strong>in</strong> realtà il dimorfismo<br />

è solo apparente<br />

perché diverse sono le<br />

dimensioni corporee)


L’evoluzione <strong>in</strong> direzione dei Pongidi è stata di grande aumento <strong>delle</strong> dimensioni dei<br />

can<strong>in</strong>i con grande dimorfismo sessuale, mentre nell’Uomo si è verificato il contrario.<br />

Con la riduzione dei can<strong>in</strong>i scompaiono anche i diastemi, nell’arcata superiore tra<br />

can<strong>in</strong>o e <strong>in</strong>cisivo laterale, <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>feriore tra can<strong>in</strong>o e premolare.<br />

Mesopithecus Presbytis Proconsul Babbu<strong>in</strong>o Scimpanzé Australopithecus<br />

Anche se le dimensioni dei can<strong>in</strong>i nell’uomo si sono ridotte, le loro radici rimangono<br />

ancora relativamente profonde, retaggio di progenitori comuni che possedevano<br />

can<strong>in</strong>i sviluppatissimi e approfonditi.<br />

La riduzione deve essere avvenuta precocemente perché Australopithecus<br />

robustus presentava can<strong>in</strong>i quasi <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>guibili dagli <strong>in</strong>cisivi anche nelle radici.<br />

Sono state date due <strong>in</strong>terpretazioni funzionali evolutive a ciò:<br />

- A.robustus era vegetariano e non aveva bisogno di trattenere cibo coi can<strong>in</strong>i<br />

- forse A.robustus utilizzava pietre e ossa per difesa e offesa e non aveva più<br />

bisogno di denti speciali per combattere o m<strong>in</strong>acciare i nemici<br />

L’estrema riduzione suggerisce che A.robustus non sia un progenitore di H.sapiens<br />

ma che abbia rappresentato un ramo collaterale specializzato ed est<strong>in</strong>to.<br />

<strong>Evoluzione</strong> dei premolari<br />

I premolari hanno svolto funzioni assai varie nell’evoluzione dei mammiferi, passando<br />

da una struttura orig<strong>in</strong>aria a cono (per afferrare) ad una superficie piana (per<br />

frantumare e mac<strong>in</strong>are).<br />

Nei Primati i premolari, assieme ai molari, svolgono la funzione masticatoria<br />

e qu<strong>in</strong>di la loro dimensione e la loro morfologia sono correlati con il tipo di dieta:<br />

- se la dieta è di tipo p onnivoro i premolari p sono più p piccoli p<br />

- se la dieta è vegetariana coriacea i premolari tendono ad essere più grandi e a subìre<br />

il processo di molarizzazione <strong>in</strong> conseguenza del quale il premolare tende ad<br />

assomigliare ad un molare, al f<strong>in</strong>e di aumentare la superficie<br />

masticatoria per triturare meglio semi, radici e foglie.<br />

Nei Primati, le radici dei<br />

premolari sono di norma<br />

uniche o sdoppiate nell’arcata<br />

superiore, uniche nei<br />

denti dell’arcata <strong>in</strong>feriore<br />

(nell’immag<strong>in</strong>e: premolari<br />

umani).<br />

Tra gli Om<strong>in</strong>idi del Pleistocene, il<br />

grado massimo di molarizzazione<br />

dei premolari si ha <strong>in</strong> A.robustus


<strong>Evoluzione</strong> dei molari<br />

I molari sono caratterizzati da un’ampia superficie occlusale, complementare a quella<br />

dei denti antagonisti. Su di essi grava il carico pressorio maggiore durante la masticazione<br />

e la loro funzione è quella di schiacciare e triturare il cibo.<br />

I molari hanno subìto importanti variazione <strong>in</strong> funzione della dieta. Il loro numero è<br />

<strong>in</strong>vece rimasto costante (3 per emiarcata). La superficie occlusale dei molari presenta<br />

sempre diverse asperità (cuspidi). Nel’uomo le dimensioni dei molari e la superficie<br />

masticatoria decrescono dal 1° al 3° molare; quest’ultimo spesso non erompe neppure.<br />

Australopithecus robustus<br />

Tendenze evolutive dei molari tra gli Hom<strong>in</strong>idae<br />

Appiattimento <strong>delle</strong> cuspidi (A.robubustus)<br />

con superfici dei molari quasi<br />

piatte per una mac<strong>in</strong>azione ottimale<br />

dei semi e movimento anche<br />

rotatorio della mandibola. Adattamento<br />

a dieta vegetale coriacea.<br />

Nei Primati onnivori viene<br />

mantenuta una struttura<br />

<strong>in</strong>termedia con cuspidi di<br />

piccole dimensioni che<br />

<strong>in</strong>castrano perfettamente<br />

con le cuspidi contrapposte.<br />

EVOLUZIONE DEL<br />

NEUROCRANIO<br />

Riduzione del terzo molare (“del<br />

giudizio”) che spesso non scende<br />

neppure. Associata forse al<br />

cibo cotto e alla necessità di una<br />

masticazione meno potente<br />

Il <strong>cranio</strong> ha subito notevoli modificazioni sia dal punto di<br />

vista volumetrico chedaquellostrutturale<br />

che da quello strutturale.<br />

L’<strong>in</strong>cremento volumetrico poiché porta con sé l’aumento<br />

della massa celebrale, come conseguenza<br />

• della postura eretta<br />

• della visione b<strong>in</strong>oculare<br />

• dell’aumento dell aumento <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>telligenza dell’Uomo dell Uomo.<br />

Anche se l’<strong>in</strong>telletto non è legato alle capacità volumetriche<br />

del cervello, è anche vero che con il progredire <strong>delle</strong><br />

conoscenze è aumentato il volume dello stesso e le sue<br />

capacità cognitive.


Incremento della capacità cranica<br />

e della massa corporea<br />

498 g 498 g 1457 g ← Massa cerebrale<br />

195 kg 48 kg 60 kg ← Peso corporeo<br />

0,005 0,015 0,0243 ← Massa cerebr. / Peso corpo<br />

Questa differenza è da correlare alle molteplici potenzialità di<br />

chi possiede un rapporto cervello\corpo più grande.


Suddivisione <strong>delle</strong> aree della corteccia cerebrale<br />

Suddivisione <strong>delle</strong> aree della corteccia secondo le funzioni cognitive<br />

Interpretazione del<br />

l<strong>in</strong>guaggio scritto e<br />

della parola


Corteccia motoria<br />

(avanti il solco centrale)<br />

Macaca<br />

Tupaia<br />

Uomo<br />

Interconnessioni cerebrali nel cervello di Macaca. Da<br />

notare la densa connessione tra la corteccia visiva (nero),<br />

quella associativa (punteggiata) e il lobo temporale (uditiva)<br />

Localizzazione dei controlli motori e somatosensitivi<br />

della corteccia cerebrale (sezione a<br />

livello del piano del solco centrale)<br />

Corteccia<br />

sensitiva (dietro<br />

il solco centrale)<br />

Confronto tra le aree cognitive<br />

di Tupaia, Macaca e Uomo<br />

I tre cervelli sono stati portati alla stessa<br />

dimensione.<br />

NNotare t lla diff differente t estensione t i d<strong>delle</strong> ll aree<br />

cognitive, differenza che nasce dalla diversa<br />

specializzazione e del diverso habitat <strong>in</strong> cui<br />

le specie vivono.<br />

Da notare il progressivo aumento <strong>delle</strong><br />

circonvoluzioni ed <strong>in</strong>vag<strong>in</strong>ature che<br />

aumentano la superficie del cervello <strong>in</strong><br />

relazione alla massa massa.

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