09.06.2013 Views

La Clausura - Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento

La Clausura - Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento

La Clausura - Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>La</strong> <strong>Clausura</strong><br />

nell’Ordine<br />

<strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong> <strong>Perpetue</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>SS</strong>.mo <strong>Sacramento</strong><br />

fondato da<br />

Madre Maria Maddalena<br />

<strong>del</strong>l’Incarnazione<br />

10<br />

1


«Nella solitudine e nel silenzio, mediante<br />

l’ascolto <strong>del</strong>la Parola di Dio, l’esercizio<br />

<strong>del</strong> culto divino, l’ascesi personale...<br />

- le monache di vita contemplativa -<br />

offrono alla comunità ecclesiale una<br />

singolare testimonianza <strong>del</strong>l’amore <strong>del</strong>la<br />

Chiesa per il suo Signore e contribuiscono,<br />

con una misteriosa fecondità apostolica,<br />

alla crescita <strong>del</strong> Popolo di<br />

Dio». (Vita Consacrata, n. 8)<br />

© Federazione <strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong> <strong>Perpetue</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>SS</strong>.mo <strong>Sacramento</strong><br />

Anno <strong>del</strong>l’Eucaristia 2004-2005<br />

2


STORIA DELLA CLAUSURA<br />

<strong>La</strong> tradizione <strong>del</strong>la Chiesa è unanime<br />

nel considerare come norma fondamentale<br />

per la vita religiosa un certo tipo di<br />

effettiva separazione. Tra i diversi mezzi<br />

che hanno permesso di camminare verso<br />

la santità e l’unione con Dio, la clausura<br />

è stata uno dei più importanti, dei più fondamentali<br />

e dei più fruttuosi 1 . Ma è solamente<br />

considerando l’insieme <strong>del</strong>la sua<br />

evoluzione storica, che si può cogliere la<br />

clausura in tutta la sua ricchezza e in tutto<br />

il suo significato; le sue leggi, così come<br />

sono state promulgate dal vigente Codice<br />

di Diritto Canonico, rappresentano il<br />

frutto di una lenta maturazione operatasi<br />

nel corso dei secoli; nel Codice, infatti, si<br />

trovano tutti i principi che la compongono<br />

a partire dagli inizi <strong>del</strong> Cristianesimo 2 .<br />

In ogni caso, se le leggi <strong>del</strong>la clausura non<br />

sono sempre state le stesse - perché le<br />

società, evolvendosi, hanno richiesto un’e-<br />

1 Cfr. J. LECLERCQ - F. CUBELLI - E. ANCILLI - R.<br />

HOSTIE, <strong>Clausura</strong>, in Dizionario degli Istituti di<br />

perfezione II, 1166-1183.<br />

2 Cfr. Codice di Diritto Canonico 667.<br />

3


voluzione <strong>del</strong>la stessa - si può affermare<br />

che le ragioni profonde sulle quali si fonda<br />

non sono cambiate. Ma procediamo<br />

per ordine. <strong>La</strong> parola clausura fu inserita<br />

nel vocabolario giuridico <strong>del</strong>la Chiesa soltanto<br />

a partire dal Medio Evo, con questo<br />

triplice significato:<br />

- ostacolo materiale che limita una proprietà;<br />

- spazio riservato a coloro che entrano o<br />

che vivono nel suddetto spazio;<br />

- insieme <strong>del</strong>le leggi ecclesiastiche relative<br />

al suddetto ostacolo e suddetto<br />

spazio.<br />

Nonostante il fatto che il termine clausura<br />

sia stato adoperato dall’epoca medioevale<br />

in poi, sarebbe sbagliato pensare<br />

che la sua origine sia un’istituzione di<br />

quel periodo. Infatti, essa è parte integrante<br />

<strong>del</strong>la vita religiosa dei consacrati<br />

fin dall’inizio <strong>del</strong> monachesimo. In effetti, il<br />

primo decreto riguardante la clausura <strong>del</strong>le<br />

monache, che fu promulgato solo nel<br />

1298 da Papa Bonifacio VIII, era stato preceduto<br />

da una lunga e venerabile esperienza<br />

di vita claustrale e le origini e le<br />

regole di questa esistevano già nel IV<br />

secolo in Egitto 3 . Non è sufficiente, dun-<br />

4<br />

3 Tutti i grandi Ordini che vivono l’esperienza claustrale,<br />

nel rintracciare le proprie radici si rifanno<br />

all’esperienza dei Padri <strong>del</strong> deserto egiziani e,<br />

successivamente, palestinesi. Questo tipo di e-


que, scrivere la storia <strong>del</strong>la clausura basandosi<br />

solamente sulla descrizione <strong>del</strong>le<br />

tappe relative alla sua legislazione; piuttosto,<br />

è importante riandare più lontano<br />

nel passato, per scoprire la sua ragion<br />

d’essere e cercare di coglierne il mistero,<br />

insito nel cuore stesso <strong>del</strong>l’esperienza<br />

religiosa.<br />

sperienza fu, poi, portata in Occidente: cfr., ad esempio,<br />

R.B. LOCKHART, Tra le mura <strong>del</strong>la certosa.<br />

<strong>La</strong> vita nascosta dei figli di san Bruno, Cinisello<br />

Balsamo 1988, 33-53. Per le notizie sui<br />

monasteri egiziani, cfr. O.F.A. MEINARDUS, Two<br />

Thousand Years of Coptic Christianity, Cairo 1999,<br />

143 ss.<br />

5


1. IN ORIENTE<br />

1.1. <strong>La</strong> vita di sant’Antonio:<br />

il paradosso <strong>del</strong>la clausura<br />

Già agli inizi <strong>del</strong>la vita monastica, la realtà<br />

<strong>del</strong>la clausura è stata presentata con<br />

grande perspicacia da sant’Atanasio nella<br />

sua opera Vita di Sant’Antonio (357 d.C.) 4 .<br />

Per sant’Atanasio la separazione radicale<br />

dal mondo 5 vissuta da sant’Antonio era<br />

l’elemento che lo distingueva dagli altri cristiani,<br />

i quali pure si sforzavano di vivere<br />

una vita di perfezione. Il biografo insiste sul<br />

profondo desiderio di solitudine che animava<br />

il padre dei monaci; infatti, siccome<br />

la gente lo ricercava con insistenza, un<br />

giorno disse che allo stesso modo dei<br />

pesci, che muoiono se restano a lungo<br />

sulla terra asciutta, così accade ai monaci<br />

che si attardano tra la gente, restano<br />

a lungo in compagnia degli estranei e<br />

perdono vigore. Perciò, come dunque il<br />

pesce deve affrettarsi al mare, così i<br />

monaci devono affrettarsi a ritornare sul<br />

monte, perché non accada che attardandosi<br />

all’esterno dimentichino le cose interiori.<br />

6<br />

4 SANT’ATANASIO, Vita di Antonio, Roma 1984.<br />

5 L’Egitto è, a ragione, considerato la culla <strong>del</strong>la<br />

vita religiosa. Tra la fine <strong>del</strong> III e l’inizio <strong>del</strong> IV secolo<br />

si verificò questa «fuga» dalla città nel deserto<br />

per motivi spirituali: ciò venne chiamato anachòresis<br />

(termine greco che vuol dire separarsi dal<br />

paese).


1.2. I Padri <strong>del</strong> deserto:<br />

la solitudine e l’intimità <strong>del</strong>la cella<br />

Altri antichi documenti monastici, tra<br />

cui la Historia Monachorum in Egipto, la<br />

Storia <strong>La</strong>usiaca di Palladio (420 d.C.) e, soprattutto,<br />

gli Apoftegmi o parole dei Padri<br />

<strong>del</strong> deserto, evidenziano l’importanza<br />

<strong>del</strong>la clausura nella vita e nell’insegnamento<br />

dei primi monaci. I reclusi siriani<br />

<strong>del</strong> IV e V secolo, sia uomini che donne,<br />

praticarono anch’essi una stretta clausura;<br />

infatti, per evitare i pericoli dovuti<br />

al vagabondaggio dei monaci, essi attribuirono<br />

una grande importanza alla solitudine<br />

e all’intimità <strong>del</strong>la cella. Inoltre, il<br />

monachesimo primitivo orientale, anche<br />

riguardo a questo, ha esercitato una profonda<br />

e ampia influenza sul monachesimo<br />

occidentale, attraverso la felice mediazione<br />

<strong>del</strong>la regola di San Benedetto 6 .<br />

1.3. Separazione dal mondo<br />

e verginità<br />

Due correnti si svilupparono: la corrente<br />

eremitica prima, poi la corrente monastica<br />

cenobitica che affermavano il va-<br />

6 Sul monachesimo dei primi tempi, cfr. G.M. CO-<br />

LOMBÀS, Il monachesimo <strong>del</strong>le origini, Milano<br />

1983, I, 67-136; G. FILORAMO - D. MENOZZI<br />

(curr.), Storia <strong>del</strong> Cristianesimo. L’antichità, Roma-<br />

Bari 1997, 381-388.<br />

7


lore <strong>del</strong>la verginità 7 . Il loro ideale comunque<br />

era convergente: aderire a Dio, «solo<br />

a Solo». Per questo motivo, la fuga dal<br />

mondo più vera, che caratterizzava il monachesimo<br />

primitivo, è stata la conseguenza<br />

logica <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>la verginità<br />

cristiana che l’ha preceduta.<br />

1.4. Il martirio e la clausura<br />

A causa <strong>del</strong>la separazione dal mondo il<br />

monaco diventa l’erede <strong>del</strong> martire. Gli<br />

esempi lasciati dai martiri ispirarono la<br />

straordinaria fioritura dei primi grandi<br />

movimenti monastici <strong>del</strong> IV e V secolo<br />

d.C. L’imperatore Costantino, effettuando<br />

il cambiamento nella politica imperiale romana<br />

verso il Cristianesimo nel 313<br />

d.C. 8 , pose definitivamente termine all’epoca<br />

<strong>del</strong> martirio: cominciò da allora il<br />

monachesimo a prenderne il posto. Il monaco<br />

è simile al martire, non solamente<br />

per la durezza <strong>del</strong>la sua ascesi e per le<br />

sue rinunce e i suoi sacrifici, per la sua eroica<br />

perseveranza e per la sua consacrazione<br />

speciale alla Passione di Cristo,<br />

8<br />

7 Celebri furono le vergini che, fin dai primi tempi,<br />

iniziarono la vita religiosa femminile: cfr. in sintesi<br />

U. GAMBA - G. GOTTARDO, Venti secoli di cristianesimo,<br />

Vigodarzere 1994, 136-139.<br />

8 Cfr. FILORAMO - MENOZZI, Storia <strong>del</strong> Cristianesimo.<br />

L’antichità, 283-292.


ma anche per il suo nascondimento volontario.<br />

1.5. San Pacomio (284-346 d.C.)<br />

la clausura segno <strong>del</strong>la «Koinonia»<br />

Il monaco (monos = solo) viveva nell’eremo<br />

(eremos) solitario. San Pacomio, fondatore<br />

<strong>del</strong>la vita cenobitica, è stato il primo a<br />

racchiudere «materialmente» la vita dei<br />

fratelli all’interno di un muro di cinta 9 , nel<br />

cenobio (da koinos+bios = vita comune).<br />

Agli aspetti <strong>del</strong>la clausura che erano già<br />

stati messi in evidenza, san Pacomio aggiunge<br />

che essa è contemporaneamente<br />

segno e sorgente di comunione fraterna.<br />

<strong>La</strong> clausura fu dunque per san Pacomio<br />

il mezzo per dare alla vita comune<br />

un contenuto e un’uniformità che prima<br />

non aveva mai conosciuto.<br />

1.6. San Basilio (330-379 d. C.):<br />

la clausura segno <strong>del</strong> doppio<br />

comandamento <strong>del</strong>l’amore<br />

Dopo circa quarant’anni dalle prime fondazioni<br />

di san Pacomio, san Basilio 10 , dettò<br />

le regole per la vita monastica che costituirono<br />

la base <strong>del</strong> monachesimo o-<br />

9 COLOMBÀS, Il monachesimo <strong>del</strong>le origini, 111-136.<br />

10 Ibidem, 199-216.<br />

9


ientale. Secondo queste ci si ritirava dal<br />

mondo per un motivo fondamentale: il<br />

precetto <strong>del</strong>l’amore di Dio! Amare Dio vuol<br />

dire fare la sua volontà, obbedire ai suoi<br />

comandamenti. Tutto ciò richiede un’attenzione<br />

costante, un cuore e uno spirito<br />

indiviso in una vita separata dal mondo.<br />

D’altra parte, l’amore per il prossimo<br />

richiama alla vita comunitaria. <strong>La</strong> separazione<br />

dal mondo e la vita in comune nascono<br />

dunque, per san Basilio, da questi<br />

due grandi comandamenti <strong>del</strong>l’amore e le<br />

regole <strong>del</strong>la clausura non ne sono che la<br />

conseguenza.<br />

10


2. IN OCCIDENTE<br />

2.1. Antiche regole monastiche<br />

Ancora prima di san Benedetto, a<br />

partire dal V secolo, troviamo regole cenobitiche<br />

composte in latino, probabilmente<br />

nel sud <strong>del</strong>la Gallia, che mettono in<br />

luce l’esigenza <strong>del</strong>la clausura. Queste sono:<br />

Regola dei quattro Padri (410 circa),<br />

Seconda regola dei Padri (427), Regola di<br />

Macario «Orientalis» (verso la fine <strong>del</strong> V secolo),<br />

Terza Regola dei Padri (circa 550), nelle<br />

quali troviamo ogni tipo di misura restrittiva<br />

che stabilisce le relazioni <strong>del</strong> monaco<br />

con il mondo.<br />

2.2. Regola di san Cesario d’Arles<br />

San Cesario d’Arles, monaco di Lerins,<br />

divenuto poi vescovo, fondò il monastero<br />

di S. Giovanni d’Arles riunendo<br />

attorno a sua sorella Cesaria un gruppo<br />

di monache. Egli si impegnò con tale cura<br />

a stabilire le regole per la clausura di<br />

questo monastero da essere chiamato «il<br />

vero fondatore <strong>del</strong>la clausura», anche se<br />

sarebbe però più corretto dire che ha<br />

messo in luce una tendenza generale già<br />

esistente. <strong>La</strong> sua Regola per le vergini (534),<br />

la prima regola scritta per <strong>del</strong>le monache,<br />

è anche la prima ad inserire la clausura<br />

per la vita monastica femminile in un<br />

codice organizzato.<br />

11


2.3. <strong>La</strong> clausura nella Regola <strong>del</strong> Maestro<br />

e in san Benedetto (VI secolo)<br />

Il grande principio che si può dedurre<br />

dalla Regula Magistri e dalla Regola di<br />

san Benedetto è il medesimo: all’interno<br />

<strong>del</strong> monastero dovevano trovarsi tutte le<br />

cose necessarie, di modo che i monaci<br />

non fossero obbligati ad uscire, «cosa che<br />

non giova affatto alla loro vita spirituale» 11 .<br />

Per l’uno e per l’altro, la clausura è una necessità,<br />

in quanto rende possibile la vita<br />

religiosa con le sue esigenze esteriori e interiori.<br />

Come la Regola di san Benedetto,<br />

le Regole Spagnole <strong>del</strong> VII secolo insistono<br />

con forza nella necessità <strong>del</strong>la<br />

clausura.<br />

2.4. <strong>La</strong> clausura e il monachesimo celtico<br />

Anche il monachesimo irlandese ha una<br />

lunga tradizione di clausura. Ne è un<br />

esempio il monastero di Kilreelig, nella<br />

contea di Kerry, che aveva un muro di<br />

cinta circolare come quello <strong>del</strong>le fortezze<br />

celtiche. D’altra parte, anche le Regole<br />

di Ailbe d’Emly (circa 750) e di san Colombano<br />

(600) sono esplicite nella necessità<br />

<strong>del</strong>la clausura per i monaci.<br />

11 Regola di San Benedetto, cap. 66<br />

12


2.5. Le monache anglosassoni:<br />

la clausura e l’espansione<br />

<strong>del</strong>la fede cristiana<br />

L’ideale <strong>del</strong>la clausura si diffuse tra le<br />

monache anglosassoni grazie alla Regola<br />

di san Colombano e a quella di san<br />

Benedetto. Nonostante la clausura, però,<br />

era necessario trasmettere la fede. Tuttavia,<br />

le monache non presero parte all’inizio<br />

agli sforzi missionari dei monaci, benché<br />

nel 737 san Bonifacio abbia domandato<br />

loro aiuto per l’evangelizzazione <strong>del</strong>la<br />

Germania. Più che i monaci individualmente,<br />

però, sono i monasteri che fanno<br />

crescere la fede. Questi erano, infatti, una<br />

predicazione vivente <strong>del</strong>la fede cristiana,<br />

in quanto erano visti dai non credenti<br />

non come edifici sterili, ma come<br />

comunità di persone donate completamente<br />

a Dio attraverso l’isolamento totale<br />

dal mondo e dagli uomini, per questo una<br />

<strong>del</strong>le prime preoccupazioni <strong>del</strong>le autorità<br />

ecclesiastiche era la creazione di<br />

nuovi centri di vita monastica.<br />

Nell’XI e XII secolo, quest’evangelizzazione,<br />

grazie alla fondazione di nuovi centri<br />

di lode divina, che vivevano sotto la<br />

regola di san Benedetto separati dal<br />

mondo attraverso la clausura, raggiunse<br />

l’Ungheria e la Polonia.<br />

13


3. NEL MEDIOEVO<br />

3.1 <strong>La</strong> rinascita carolingia e la clausura<br />

Nel corso <strong>del</strong>l’VIII secolo, le lotte politiche,<br />

le devastazioni dei Saraceni, l’usurpazione<br />

dei beni <strong>del</strong>la Chiesa da parte <strong>del</strong><br />

braccio secolare, causarono una decadenza<br />

generale che colpì anche i monasteri.<br />

Carlo Magno, pur confondendo, secondo<br />

la mentalità <strong>del</strong> suo tempo, lo spirituale<br />

con il temporale, lavorò anche ad<br />

un rinnovamento positivo <strong>del</strong>la vita monastica.<br />

<strong>La</strong> clausura fu una <strong>del</strong>le questioni<br />

più importanti di cui si occupò la legislazione<br />

<strong>del</strong>la sua epoca 12 .<br />

3.2. <strong>La</strong> clausura nel monastero di Cluny<br />

Cluny assunse come obiettivo il consolidamento<br />

<strong>del</strong>la disciplina nei chiostri<br />

e, quindi, la santificazione dei monaci.<br />

Quest’ideale claustrale, forse, fu espresso<br />

ancor meglio a Marcigny, primo monastero<br />

femminile <strong>del</strong>l’ordine clunianense<br />

fondato nel 1055 da sant’Ugo, quinto abate<br />

di Cluny. Ciò che più colpì i contemporanei<br />

all’epoca <strong>del</strong>la fondazione di<br />

questo monastero, fu la severità <strong>del</strong>la clausura.<br />

12 Cfr. l’interessante ricerca in A. DAVRIL - E. PALAZ-<br />

ZO, <strong>La</strong> vita dei monaci al tempo <strong>del</strong>le grandi<br />

abbazie, Cinisello Balsamo 2002.<br />

14


3.3. L’espansione <strong>del</strong>la clausura<br />

dal XII al XIII secolo<br />

Le vocazioni eremitiche non sono mai<br />

mancate al monachesimo tradizionale, ma<br />

negli ultimi decenni <strong>del</strong>l’XI secolo si assistette<br />

a una notevole diffusione in Europa<br />

di una forma di eremitismo, che propose<br />

il ritorno a una vita contemporaneamente<br />

più austera e più semplice. Grazie<br />

a queste forme diversificate di vita eremitica,<br />

l’istituzione <strong>del</strong>la clausura rendeva<br />

tangibile lo spirito di solitudine che animava<br />

questo periodo; l’entrata volontaria<br />

in clausura divenne addirittura comune.<br />

Nel XII e XIII secolo, le celle dei reclusi si<br />

trovavano ovunque: in mezzo ai boschi, eremi<br />

collegati a monasteri o, addirittura,<br />

in una forma di eremitismo urbano, vicino<br />

alle porte <strong>del</strong>la città o nei pressi <strong>del</strong>le<br />

numerose chiese.<br />

3.4. Nuove forme di vita monastica<br />

In quest’epoca assistiamo a un vero<br />

rinnovamento monastico con l’istituzione<br />

degli Ordini di Camaldoli, <strong>del</strong>la Certosa, di<br />

Vallombrosa, di Grandmont e, soprattutto,<br />

con quello di Citeaux. Quasi tutti i<br />

grandi fondatori di questo tempo - san<br />

Romualdo, san Bruno, san Roberto di Molesme,<br />

sant’Etienne de Muret, Vital di Savigny,<br />

san Bernardo de Tiron - hanno pra-<br />

15


ticato la vita ascetica fino a creare <strong>del</strong>le<br />

nuove comunità attorno a loro.<br />

3.5. Le monache e il nuovo monachesimo<br />

Quando nel 1213, il capitolo generale<br />

dei cistercensi accettò la possibilità d’integrare<br />

le monache nell’Ordine, la clausura<br />

fu la condizione per la loro ammissione.<br />

Nuovi monasteri continuarono a<br />

entrare a far parte <strong>del</strong>l’Ordine fino al 1251<br />

e, in casi particolari, anche più tardi. Ispirato<br />

dall’ideale di Grandmont, di Fontevraud<br />

e di Citeaux, Gilberto di Semprigham<br />

fondò in Inghilterra un nuovo Ordine,<br />

composto da quattro rami: monache<br />

e sorelle laiche, canonici e fratelli laici,<br />

dove la clausura era molto rigorosa. <strong>La</strong><br />

Regola di Gilberto, approvata dal papa<br />

cistercense Eugenio III, fu il primo esempio<br />

di clausura imposta a un Ordine particolare<br />

da un precetto <strong>del</strong>la Santa Sede.<br />

Ancora prima <strong>del</strong>la fondazione <strong>del</strong>le<br />

Clarisse, incontriamo la clausura perpetua<br />

nel monastero di Prouille, fondato da<br />

san Domenico, e in tutti gli altri monasteri<br />

domenicani <strong>del</strong> XIII secolo.<br />

16


4. LA CLAUSURA<br />

IN EPOCA DI RIFORMA:<br />

RINNOVAMENTO E DISCIPLINA<br />

4.1. Le Clarisse:<br />

povertà e voto di clausura<br />

Con la fondazione <strong>del</strong>le Clarisse si apre<br />

un nuovo periodo nella storia <strong>del</strong>la<br />

clausura 13 ; le Clarisse primitive furono le<br />

prime monache chiamate, negli atti pontifici,<br />

rinchiuse o recluse. Nel 1211 e negli<br />

anni che seguono, il monastero di S.<br />

Damiano si presenta, nelle testimonianze<br />

riportate nella biografia di santa Chiara, <strong>del</strong>le<br />

prime compagne e nei documenti pontifici,<br />

come un «luogo di stretta clausura».<br />

Nella Regola di santa Chiara, prima Regola<br />

scritta da una donna, la severità <strong>del</strong>la<br />

legislazione riguardante la clausura, superava<br />

addirittura le norme dei Cistercensi<br />

e dei Premonstratensi. Le Clarisse,<br />

infatti, faranno per prime il voto di clausura,<br />

il quale sarà adottato da altri Ordini<br />

insieme all’uso <strong>del</strong>la ruota per le comunicazioni<br />

con l’esterno, conseguenza<br />

<strong>del</strong>la severità di questo voto.<br />

13 Cfr. I. OMAECHEVARRÌA, Clarisse, in Dizionario<br />

degli Istituti di Perfezione 2, 1116-1132.<br />

17


4.2. Papa Bonifacio VIII:<br />

il decreto Periculoso e<br />

l’introduzione <strong>del</strong>la clausura papale<br />

L’autorità suprema <strong>del</strong>la Chiesa, prima<br />

di promulgare il primo decreto papale sulla<br />

clausura <strong>del</strong>le monache, cioè il decreto<br />

Periculoso, ad opera di Papa Bonifacio<br />

VIII nel 1298, non si era ancora pronunciata<br />

con una legislazione universale<br />

e precisa <strong>del</strong>la clausura. Le Clarisse, tuttavia,<br />

avevano inaugurato, mezzo secolo<br />

prima, la clausura papale e con Bonifacio<br />

VIII essa divenne la regola unica per tutti<br />

gli ordini monastici. Il decreto Periculoso<br />

era soprattutto una misura disciplinare,<br />

conseguenza degli abusi che<br />

commettevano i claustrali e che il Papa<br />

voleva reprimere. Nel periodo che passa<br />

tra la pubblicazione <strong>del</strong> decreto Periculoso<br />

(1298) e il Concilio di Trento (1563), la<br />

pratica <strong>del</strong>la clausura conobbe un rigore<br />

severo; tuttavia, gradualmente si diffuse<br />

in tanti monasteri uno spirito di decadenza<br />

e un allentamento <strong>del</strong>la disciplina claustrale.<br />

Santa Teresa d’Avila cominciò la riforma<br />

<strong>del</strong> Carmelo in Spagna due anni prima<br />

che apparisse la legislazione <strong>del</strong><br />

Concilio di Trento riguardante la clausura.<br />

Nel monastero <strong>del</strong>l’Incarnazione, dove<br />

era entrata Teresa, le monache godevano<br />

di una grandissima libertà: uscite e<br />

visite in famiglia, accoglienza di visite,<br />

18


scambi di regali... Santa Teresa comprese<br />

che ristabilire la clausura era il nodo<br />

<strong>del</strong>la riforma <strong>del</strong> Carmelo. L’opera di santa<br />

Teresa, alla vigilia <strong>del</strong> Concilio di Trento,<br />

fu di capitale importanza e ci fa capire<br />

quanto la legislazione <strong>del</strong>la clausura sia<br />

stata stimolata dall’attività dei riformatori<br />

religiosi e quanto li stimolò a sua volta.<br />

4.3. <strong>La</strong> clausura e la riforma:<br />

dal XVI al XVIII secolo<br />

Nel corso <strong>del</strong>la sua ultima sessione, il<br />

Concilio di Trento (1563) confermò il decreto<br />

Periculoso. Obbligava i vescovi ad<br />

assicurare la clausura attiva e passiva<br />

<strong>del</strong>le istituzioni <strong>del</strong>le loro diocesi e lanciò,<br />

per la prima volta, la scomunica ipso<br />

facto per i colpevoli d’intrusione nei<br />

monasteri. Il decreto prevedeva anche<br />

l’incarcerazione di chi non ne rispettava<br />

le norme. Il Concilio di Trento e le decisioni<br />

dei Papi che governarono successivamente<br />

furono causa di numerose riforme<br />

nei monasteri alla fine <strong>del</strong> XVI e XVIII<br />

secolo. Nel corso degli anni che seguirono<br />

immediatamente il Concilio, san Carlo<br />

Borromeo promulgò, per la diocesi di Milano,<br />

regole ampie e dettagliate per la clausura<br />

che si propagarono ben presto altrove<br />

spesso su richiesta <strong>del</strong>le stesse<br />

monache. Ciò nonostante, è difficile dire<br />

esattamente in quale momento l’obbligo<br />

19


divenne universale per le professe di voti<br />

solenni. Questo interesse per l’aspetto materiale<br />

<strong>del</strong>la clausura non era nuovo e fu<br />

reso necessario dal comportamento <strong>del</strong>le<br />

claustrali e dalla nascita di monasteri misti.<br />

A Milano, per esempio, la legge <strong>del</strong>la<br />

clausura era stata talmente dimenticata<br />

che nei conventi si tenevano dei balli.<br />

I nobili di diverse città non volevano sentire<br />

assolutamente parlare di imporvi la<br />

clausura. <strong>La</strong> rifiutavano come un’indebita<br />

ingerenza nelle relazioni con le loro<br />

parenti religiose che, a loro volta, consideravano<br />

l’imposizione <strong>del</strong>la clausura come<br />

una mancanza di fiducia.<br />

4.4. <strong>La</strong> clausura nelle congregazioni<br />

Dal XVII al XIX secolo, per rispondere ai<br />

bisogni urgenti <strong>del</strong>la società, sono state<br />

fondate, con l’approvazione dei vescovi,<br />

numerose famiglie religiose con voti<br />

semplici chiamate «congregazioni» ed esistenti<br />

tuttora. Senza essere obbligate<br />

alla clausura papale, non erano esenti,<br />

per altro, dalla clausura, ma le costituzioni<br />

determinavano il modo in cui doveva<br />

essere osservata. Siccome è compito <strong>del</strong><br />

vescovo vegliare sulla clausura <strong>del</strong>le<br />

congregazioni, si parla di «clausura vescovile».<br />

20


5. EPOCA CONTEMPORANEA<br />

NELLA CHIESA E NEL MONDO<br />

Questa tradizione di clausura è stata<br />

conservata e arricchita nel corso <strong>del</strong> XX<br />

secolo. In questi ultimi decenni si è giunto<br />

a una maggior comprensione <strong>del</strong> mistero<br />

ecclesiale racchiuso nella vita monastica,<br />

nel suo doppio aspetto di separazione<br />

e di comunione. Pur all’interno <strong>del</strong>la<br />

loro clausura, che sembrerebbe metterli<br />

ai confini <strong>del</strong>la comunità ecclesiale, i<br />

monaci e le monache sono nel cuore<br />

stesso <strong>del</strong>la Chiesa come difensori e promotori<br />

<strong>del</strong> suo ideale. Il Concilio Vaticano<br />

II riconosce la vita contemplativa come un<br />

elemento che manifesta «la presenza ecclesiale<br />

nella sua forma più piena» (Ad<br />

gentes 18) e gli assegna un «posto assai eminente<br />

nel Corpo mistico di Cristo» (Perfectae<br />

caritatis 7). Così la legislazione recente<br />

<strong>del</strong>la Chiesa mantiene una fermezza<br />

che elimina tutti i dubbi sull’importanza<br />

<strong>del</strong>la clausura come mezzo di ascolto<br />

silenzioso di Dio e introduce anche<br />

una certa tolleranza rispettosa verso<br />

i carismi in vigore nelle diverse famiglie<br />

monastiche. Le norme, tanto <strong>del</strong>la<br />

Venite Seorsum 14 che <strong>del</strong>la Verbi Spon-<br />

14 Cfr. SACRA CONGREGAZIONE PER I RELIGIOSI<br />

E GLI ISTITUTI SECOLARI, Istruzione sulla vita<br />

contemplativa e la clausura <strong>del</strong>le monache Venite<br />

Seorsum (15-8-1969): Enchiridion Vaticanum<br />

3, 1448-1495.<br />

21


sa 15 , tengono conto <strong>del</strong>le esigenze legittime<br />

<strong>del</strong> mondo moderno e salvaguardano,<br />

allo stesso tempo, questa separazione<br />

dal mondo che deve essere conservata<br />

in modo inviolabile.<br />

In conclusione, per riassumere, la lunga<br />

storia <strong>del</strong>la clausura mostra chiaramente<br />

che la sua esistenza è condizione<br />

fondamentale per la fecondità <strong>del</strong>la preghiera.<br />

<strong>La</strong> clausura salvaguarda ed accresce<br />

l’attività <strong>del</strong>la preghiera in ogni<br />

vocazione monastica individuale, che potrà<br />

così portare il suo contributo alla contemplazione<br />

<strong>del</strong>la Chiesa stessa. Sarebbe<br />

un errore credere che il linguaggio <strong>del</strong>la<br />

legislazione si allontani dalla spiritualità:<br />

infatti, se la legge mette in evidenza<br />

la debolezza umana, sottolinea anche i<br />

valori spirituali che hanno suscitato l’esistenza<br />

<strong>del</strong>la clausura monastica fin dalle<br />

origini. <strong>La</strong> clausura non può essere, dunque,<br />

ridotta semplicemente ai soli testi<br />

legislativi. Questi ultimi sono al servizio<br />

<strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong>la vita consacrata per<br />

guidare i monaci e le monache nella loro<br />

ricerca di Dio e permettere di raggiungere<br />

più facilmente la meta: l’unione intima<br />

con Dio e la salvezza <strong>del</strong>le anime.<br />

15 Cfr. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA<br />

CONSACRATA E SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione<br />

sulla vita contemplativa e la clausura<br />

<strong>del</strong>le monache Verbi Sponsa (13-5-1999): Enchiridion<br />

Vaticanum 18, 931-1000.<br />

22


LA CLAUSURA<br />

COME STILE DI VITA<br />

«Il monastero è il luogo che Dio custodisce»<br />

(cfr. Zac. 2,9); è la dimora <strong>del</strong>la sua<br />

singolare presenza, ad immagine <strong>del</strong>la<br />

tenda <strong>del</strong>l’alleanza nella quale si realizza<br />

il quotidiano incontro con Lui, dove il Dio<br />

tre volte Santo viene riconosciuto e onorato<br />

come l’unico Signore 16 .<br />

<strong>La</strong> clausura, tanto apprezzata e valorizzata<br />

dalla Chiesa e dal popolo di Dio, è<br />

un mezzo efficace che favorisce l’unione<br />

<strong>del</strong>la monaca con il Dio vivo e vero<br />

al quale ella serve con particolare dedizione.<br />

<strong>La</strong> clausura come separazione fisica<br />

ed affettiva dal mondo e da tutto<br />

quello che può dissipare lo spirito, mette<br />

tutto l’essere e l’operare <strong>del</strong>la monaca al<br />

servizio di Dio. Nel vivere volontariamente<br />

la separazione dal mondo si cerca di fare<br />

in modo che la vita monastica sia un’esperienza<br />

di totale donazione, nella quale<br />

Cristo sia la radice e il principio animatore<br />

di tutta l’esistenza. Tutta la vita mona-<br />

16 Verbi Sponsa n. 8<br />

23


stica è un’offerta gradita a Dio. In essa<br />

tutte le opere, anche le più piccole e insignificanti,<br />

devono essere una lode dedicata<br />

non solo al servizio di Dio, ma a<br />

Dio stesso.<br />

<strong>La</strong> clausura dei monasteri, con le sue<br />

norme e <strong>del</strong>imitazioni, ha come fine principale<br />

di aiutare e favorire l’incontro più<br />

profondo <strong>del</strong>la creatura con il suo Creatore.<br />

Nel silenzio e nella solitudine monastica<br />

l’anima assetata incontra la fonte<br />

che calma non solo la sua sete, ma la<br />

sete d’amore che c’è nel mondo.<br />

I monasteri di vita contemplativa sono<br />

chiamati oggi ad offrire una testimonianza<br />

di vita che si muove secondo l’impulso<br />

di una radicale conversione a Dio e d’unione<br />

fra i fratelli. Il monastero deve essere<br />

in mezzo al mondo una scuola di<br />

amore, una presenza semplice, silenziosa<br />

e povera all’interno <strong>del</strong>la Chiesa, <strong>del</strong>l’umanità<br />

e <strong>del</strong>la storia, una presenza che<br />

proclami che l’assoluto è Dio, e che è<br />

una felicità esistere per dedicare la vita<br />

al servizio di Dio e <strong>del</strong> suo regno. Ogni<br />

monastero è un seme fecondo di salvezza!<br />

Essere veramente contemplativo non è<br />

solo contemplare ma è sapersi contemplato<br />

da Dio, vivere sotto il suo sguardo<br />

in maniera cosciente, lasciarsi guardare<br />

da Lui con uno sguardo unico, pieno di<br />

tenerezza, accogliere questo sguardo<br />

con umiltà e gratitudine, lasciarsi guar-<br />

24


dare con amore e stare davanti a Lui con<br />

un atteggiamento aperto e orante. Questa<br />

è la contemplazione che alimenta la vita<br />

<strong>del</strong>le claustrali e, nella quale si trova la<br />

vera bellezza di vivere fra le mura di un<br />

monastero. È importante scoprire la dimensione<br />

ascetica <strong>del</strong>la clausura che è<br />

la rinuncia, per Cristo, a tutte le cose esterne,<br />

il dedicarsi a una vita di solitudine<br />

e silenzio perché Dio sia IL TUT-<br />

TO e occupi tutti gli spazi <strong>del</strong> cuore <strong>del</strong>la<br />

monaca; la chiave di interpretazione di<br />

questa ascesi non è l’annullamento fisico,<br />

ma la semplicità <strong>del</strong>la vita, la ricerca<br />

di una trasparenza interiore e purezza di<br />

cuore che sono le vittorie sull’egoismo e<br />

che fanno risaltare l’interesse sincero per<br />

il bene comune.<br />

25


LA CLAUSURA<br />

NELL’ORDINE<br />

DELLE ADORATRICI PERPETUE<br />

DEL <strong>SS</strong>. SACRAMENTO<br />

L’Ordine <strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong> <strong>Perpetue</strong> ha<br />

avuto come dono dallo Spirito, approvato<br />

dalla Chiesa, mediante la Fondatrice<br />

Madre Maria Maddalena <strong>del</strong>l’Incarnazione,<br />

quello di seguire Cristo nel silenzio,<br />

nel raccoglimento, e nella preghiera <strong>del</strong>la<br />

vita claustrale dedita interamente alla<br />

contemplazione, che sempre occupa nel<br />

Corpo Mistico un posto eminente (Cfr. Codice<br />

di Diritto Canonico can. 674). 17<br />

I monasteri <strong>del</strong>l’Ordine <strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong><br />

<strong>Perpetue</strong> <strong>del</strong> <strong>SS</strong>. <strong>Sacramento</strong> osservano<br />

la clausura papale, cioè conforme alle<br />

norme date dalla Sede Apostolica, dalle<br />

Costituzioni e dagli Statuti <strong>del</strong>l’Ordine. 18<br />

Madre Maria Maddalena <strong>del</strong>l’Incarnazione,<br />

riguardo alla clausura non diede<br />

nessuna norma specifica, ma si attenne<br />

alle disposizioni che la Chiesa dava riguardo<br />

ad essa, il che fece propendere<br />

decisivamente Mons. Gar<strong>del</strong>lini all’approvazione<br />

<strong>del</strong>l’Ordine. Egli, infatti, nel ri-<br />

17 Cfr. introduzione Statuti sulla <strong>Clausura</strong><br />

18 Cfr. Statuti sulla <strong>Clausura</strong> n. 1<br />

27


spondere al dubbio «se convenga o no<br />

approvare il nostro istituto che abbia come<br />

primario oggetto e fine il culto <strong>del</strong><br />

<strong>SS</strong>. <strong>Sacramento</strong>, tra le tante considerazioni<br />

esposte fa vedere come uno dei<br />

motivi base che fanno propendere per<br />

l’approvazione <strong>del</strong>l’Istituto è quello <strong>del</strong>la<br />

clausura stretta; perché, essendo le religiose<br />

sempre in monastero possono assicurare<br />

l’adorazione ininterrotta. Perciò<br />

è indubitato che se la fondazione sarà di<br />

vergini obbligate a Perpetua <strong>Clausura</strong>,<br />

si potrà da questo con maggior esattezza<br />

e minor incomodo adempiere all’obbligo<br />

principale <strong>del</strong>l’istituto a differenza<br />

dei religiosi molte volte distratti da indispensabili<br />

doveri per cui l’Adorazione può<br />

essere trascurata». 19<br />

<strong>La</strong> clausura nell’Ordine <strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong><br />

<strong>Perpetue</strong>, infatti, è tutta orientata al<br />

culto e al servizio di lode <strong>del</strong>l’Eucaristia.<br />

19 Cfr. Relazione di Mons. Gar<strong>del</strong>lini, Sotto-Promotore<br />

<strong>del</strong>la Fede, cfr. L’Ordine <strong>del</strong>le <strong>Adoratrici</strong> <strong>Perpetue</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>SS</strong>.mo <strong>Sacramento</strong> - Notizie storiche, Tipografia<br />

Nazionale, Vigevano, 1996 pag. 245-247.<br />

28


1. LA DOPPIA CLAUSURA<br />

Madre Maria Maddalena ha lasciato in<br />

eredità un patrimonio spirituale ricco e<br />

profondo. A questo proposito è opportuno<br />

citare le sue parole sull’importanza<br />

di vivere una doppia clausura:<br />

«Ed invero una religiosa che non trascura<br />

di osservare con tutta l’esattezza l’Istituto<br />

che ha professato, è un giardino di<br />

<strong>del</strong>izie di Dio, […]che ne vuole essere<br />

l’assoluto padrone di modo che sia chiuso<br />

ancor due volte, vale a dire che con la<br />

clausura <strong>del</strong> corpo ne sia eziandio chiuso<br />

il cuore, dove Egli che è Re, vuole dimorare<br />

e regnare da solo, infatti, come<br />

dice S. Gregorio, ad una sposa di Gesù<br />

Cristo, poco gioverebbe trovarsi chiusa<br />

tra le mura <strong>del</strong> monastero, se non tiene<br />

chiuso il cuore ad ogni cosa <strong>del</strong> secolo<br />

che stacca ed allontana da Dio» 20 .<br />

Queste parole di Madre Maria Maddalena,<br />

sono la luce che deve guidare ogni<br />

adoratrice, perché l’osservanza di questa<br />

doppia clausura, <strong>del</strong> corpo e <strong>del</strong> cuore, favorisca<br />

un profondo raccoglimento - «nascosta<br />

con Cristo in Dio» 21 - e non si frapponga<br />

nessun altro anelito che quello di<br />

adorare perpetuamente Gesù Eucaristia,<br />

dando testimonianza al mondo <strong>del</strong>la supremazia<br />

assoluta di Dio, convertendo la<br />

20 Avv. Rif. VIII<br />

21 Cfr. Col. 3,3<br />

29


sua vita in un’azione liturgica e vivendo in<br />

continua lode.<br />

Ogni adoratrice è testimone che Dio<br />

deve essere cercato, amato e adorato a<br />

ragione di se Stesso e non solo per i doni<br />

e benefici che si sono ricevuti o che si<br />

sperano di ricevere da Lui.<br />

Questo è il senso profondo e vero <strong>del</strong>la<br />

clausura monastica, la quale vissuta<br />

con cosciente coerenza e gioia trasforma<br />

il cuore <strong>del</strong>la monaca, anche nei ridotti<br />

spazi di un monastero, in un essere completamente<br />

libero per servire, amare e adorare<br />

Colui che solo per sua grazia ha voluto<br />

chiamarla dai clamori <strong>del</strong> mondo a vivere<br />

una maggiore intimità con Lui.<br />

30


2. IL CHIOSTRO<br />

«giardino chiuso tu sei... fontana sigillata»<br />

Il «chiostro», proprio <strong>del</strong>la clausura, è<br />

lo spazio in cui il vivere diventa una estensione<br />

<strong>del</strong>l’amore di Dio e dove ogni<br />

monaca riscopre la sua missione all’interno<br />

<strong>del</strong>la Chiesa attraverso la preghiera, il<br />

sacrificio e l’offerta <strong>del</strong>la sua vita in comunione<br />

con le consorelle, per il bene<br />

<strong>del</strong>l’umanità.<br />

Madre Maria Maddalena dà una descrizione<br />

molto bella <strong>del</strong>la clausura:<br />

« tenere il proprio cuore sempre<br />

chiuso al mondo, quindi aperto<br />

continuamente al Celeste Sposo<br />

Gesù Sacramentato» 22 .<br />

Tutto nella clausura suggerisce e invita<br />

al raccoglimento interiore, al silenzio e<br />

a fare deserto dentro e fuori di se stesse<br />

per cui si comprende che la clausura<br />

è soprattutto una «disposizione <strong>del</strong> cuore»<br />

e ogni monaca è chiamata ad essere<br />

quel raggio di luce che irradia la presenza<br />

e l’amore <strong>del</strong> Signore. Per le <strong>Adoratrici</strong><br />

esiste inoltre una forte similitudine<br />

tra il Tabernacolo e la clausura in quanto,<br />

esse sono, nella clausura, custodi spirituali<br />

di Gesù Eucaristia così come il Tabernacolo<br />

lo è <strong>del</strong> corpo fisico di Cristo.<br />

22 Cfr. Avv. Rif. VIII<br />

31


32<br />

3. CONTEMPLAZIONE: UNIONE<br />

«di Te ha detto il mio cuore:<br />

cercate il suo volto»<br />

Ci rimangono <strong>del</strong>le bellissime parole di<br />

Madre Maria Maddalena, lei che sin da<br />

piccola, ed in tutta la sua vita di adoratrice,<br />

ha portato in sè il riflesso <strong>del</strong>la bellezza<br />

divina:<br />

«O Signore mi struggo di ammirazione<br />

e di amore alla tua divina presenza [...]<br />

sopraffatta da stupore, e quasi fuori di<br />

me stessa al riflesso di tanto amore e di<br />

tante meraviglie che Tu mi fai vedere su<br />

questa terra» 23 .<br />

Per la Madre non esisteva altro che adorare<br />

Gesù Eucaristia e portare altri ad<br />

adorarLo insieme a lei.<br />

Immergendosi nel Mistero Eucaristico<br />

l’adoratrice, nello stupore e nella contemplazione,<br />

si apre all’adorazione e dall’adorazione<br />

si eleva nuovamente alla contemplazione<br />

in un dialogo con il Dio presente<br />

nell’Eucaristia, che ovviamente non<br />

si limita solo alla presenza dinanzi al<br />

Santissimo, ma si perpetua nell’arco di<br />

tutta la giornata. Tutta la vita <strong>del</strong>la contemplativa<br />

viene vissuta nell’ottica di chi<br />

sa che al di là di ogni avvenimento umano<br />

si «nasconde» la presenza divina.<br />

23 Atti per l’Adorazione, Direttorio 1814


Ella cerca una continua unione e comunione<br />

con la <strong>SS</strong>. Trinità, comunione filiale<br />

con il Padre, sponsale alla sequela di<br />

Gesù e il tutto sigillato dall’amore <strong>del</strong>lo<br />

Spirito Santo. Sono queste «le nozze di<br />

Dio con l’umanità» 24 .<br />

«Le monache di clausura, per la loro<br />

specifica chiamata all’unione con Dio nella<br />

contemplazione, si ritrovano pienamente<br />

nella comunione <strong>del</strong>la Chiesa, divenendo<br />

segno singolare <strong>del</strong>l’intima unione con<br />

Dio <strong>del</strong>l’intera comunità cristiana. Mediante<br />

la preghiera, in modo particolare<br />

con la celebrazione <strong>del</strong>la liturgia, e la<br />

loro quotidiana offerta, esse intercedono<br />

per tutto il popolo di Dio e si uniscono<br />

al rendimento di grazie di Gesù Cristo al<br />

Padre (cfr. 2Cor 1, 20; Ef 5,19-20)» 25 .<br />

«Con animo libero e accogliente, “con<br />

la tenerezza di Cristo”, le monache<br />

portano in cuore le sofferenze e le ansie<br />

di quanti ricorrono al loro aiuto e di tutti<br />

gli uomini e le donne. Profondamente solidali<br />

con le vicende <strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong>l’uomo<br />

d’oggi, collaborano spiritualmente<br />

all’edificazione <strong>del</strong> regno di Cristo perché<br />

“Dio sia tutto in tutti”» 26 .<br />

24 Verbi Sponsa n. 4<br />

25 Ibidem n. 6<br />

26 Ibidem n.8<br />

* * *<br />

33


In Maria Santissima, prima adoratrice,<br />

madre <strong>del</strong> silenzio ed eletta come tabernacolo<br />

<strong>del</strong> Figlio di Dio, troviamo il miglior<br />

esempio da seguire.<br />

Lei che con atteggiamento orante accolse<br />

il Verbo di Dio nella sua vita, «conservava<br />

e meditava nel suo cuore»<br />

27 gli eventi meravigliosi <strong>del</strong> Suo Figlio,<br />

nulla trattenne per se stessa, ma<br />

fece piuttosto <strong>del</strong>la sua vita un «SÌ» continuo<br />

alla volontà <strong>del</strong> Padre.<br />

Lei, Donna Eucaristica, guidi ed illumini<br />

il cammino di totale donazione a Dio e<br />

al servizio <strong>del</strong>la Chiesa di ogni adoratrice<br />

perché sempre più sia conosciuto, amato<br />

e adorato Gesù realmente presente<br />

nell’Eucaristia: il tesoro, «la perla<br />

preziosa - come dice il Santo Padre<br />

Benedetto XVI - che dà senso vero e<br />

pieno alla vita».<br />

27 Cfr. Lc. 2,19<br />

34<br />

FINITO DI STAMPARE IL 26 GIUGNO 2005<br />

- GIORNO ANNIVERSARIO DELLA PROMULGAZIONE<br />

DEL DECRETO DI ALLARGAMENTO DELLA FEDERAZIONE<br />

AI MONASTERI SPAGNOLI (1985) -<br />

COI TIPI DELLA TIPOL ITOGRAFIA<br />

NAZIONALE SAI DI VIGEVANO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!