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ALLEGATO M PIANO DI MANUTENZIONE - Comune di Maglie

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PROGETTAZIONE:<br />

PROJECT MANAGER:<br />

COMUNE <strong>DI</strong> MAGLIE COMUNE <strong>DI</strong> MAGLIE COMUNE <strong>DI</strong> MAGLIE COMUNE <strong>DI</strong> MAGLIE<br />

SCALA:<br />

Disegnato da<br />

Arch. Tiziana Semeraro<br />

COMUNE <strong>DI</strong> MAGLIE<br />

Arch. Antonio MANGIA<br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> LECCE<br />

RISANAMENTO, PEDONALIZZAZIONE, VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE DEL PATRIMONIO STORICO CULTURALE, DEL<br />

NUCLEO STORICO IDENTIFICATO DALL'AREA PUBBLICA SU CUI INSISTE UN FRANTOIO IN VIA FOGGIARI<br />

Rigenerazione Territoriale - Azione 7.2.1 (LR n.21/2008)<br />

Arch. Antonio MONTE<br />

ArkGeo A G<br />

ENGINEERING s.r.l.<br />

COMMITTENTE:<br />

TITOLO TITOLO DELLA DELLA DELLA TAVOLA TAVOLA<br />

TAVOLA<br />

PROGETTO PROGETTO ESECUTIVO<br />

ESECUTIVO<br />

IMPORTO IMPORTO € € 538.000,00<br />

538.000,00<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>MANUTENZIONE</strong> DELL'OPERA E DELLE SUE PARTI<br />

<strong>ALLEGATO</strong> M<br />

Arch. Rosi De Filippis<br />

ArkGeo A G<br />

ENGINEERING s.r.l.<br />

Via Ernesto Sticchi, 4<br />

73024 MAGLIE (Le)<br />

CO<strong>DI</strong>CE:<br />

arkgeosrl@libero.it<br />

TEL: 0836.1955159<br />

FAX: 0836.1950145<br />

P.I.: 04072520754<br />

PR-10/11 DATA: Dic /2011<br />

Controllato da Approvato da Descrizione Data<br />

Arch. Antonio Mangia Arch. Antonio Mangia Esecutivo<br />

Dic/2011


<strong>Comune</strong> <strong>di</strong>: <strong>Maglie</strong><br />

Provincia <strong>di</strong>: Lecce<br />

Oggetto:<br />

Elenco dei Corpi d'Opera:<br />

° 01 E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

° 02 IMPIANTI<br />

° 03 RESTAURO<br />

° 04 ARREDO URBANO<br />

° 05 OPERE STRADALI<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 2


Corpo d'Opera: 01<br />

E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

Manuale d'Uso<br />

Le strutture civili e industriali rappresentano quelle unità tecnologiche, realizzate con la funzione <strong>di</strong> resistere alle azioni e ai carichi esterni a cui sono<br />

soggette durante il loro ciclo <strong>di</strong> vita, assicurandone requisiti e livelli prestazionali secondo la normativa e la legislazione vigente. Le strutture possono<br />

essere costituite da singoli elementi strutturali e/o dall'unione <strong>di</strong> più elementi secondo schemi <strong>di</strong> progetto e <strong>di</strong> verifica strutturale.<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

° 01.02 Unioni<br />

° 01.03 Coperture<br />

Pagina 3


Unità Tecnologica: 01.01<br />

Strutture in elevazione in acciaio<br />

Manuale d'Uso<br />

Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema e<strong>di</strong>lizio aventi la funzione <strong>di</strong> resistere alle azioni<br />

<strong>di</strong> varia natura agenti sulla parte <strong>di</strong> costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture <strong>di</strong> fondazione e quin<strong>di</strong> al terreno. In<br />

particolare le strutture verticali sono costituite da aste rettilinee snelle collegate fra loro in punti detti no<strong>di</strong> secondo una <strong>di</strong>sposizione<br />

geometrica realizzata in modo da formare un sistema rigidamente indeformabile. Le strutture in acciaio si possono <strong>di</strong>stinguere in:<br />

strutture in carpenteria metallica e sistemi industrializzati. Le prime, sono caratterizzate dall'impiego <strong>di</strong> profilati e laminati da<br />

produzione siderurgica e successivamente collegati me<strong>di</strong>anti unioni (bullonature, saldature, ecc.); le seconde sono caratterizzate da<br />

un numero ridotto <strong>di</strong> componenti base assemblati successivamente a seconde dei criteri <strong>di</strong> compatibilità.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.01.01 Travature reticolari<br />

Pagina 4


Elemento Manutenibile: 01.01.01<br />

Travature reticolari<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.01.01.A01 Corrosione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 01.01<br />

Strutture in elevazione in acciaio<br />

Le travature reticolari sono strutture formate da un insieme <strong>di</strong> aste (travi) complanari che vengono vincolate ai no<strong>di</strong> in modo da<br />

realizzare un elemento resistente e indeformabile. Sono costituite da due elementi continui chiamati correnti e da un'anima<br />

scomposta in elementi lineari, <strong>di</strong>sposti in verticale ed inclinati. Gli elementi verticali vengono definiti montanti mentre quelli<br />

inclinati <strong>di</strong>agonali. Entrambi gli elementi devono assorbire le sollecitazioni tangenziali che nascono con l'inflessione a carico dei<br />

correnti determinandone lo scorrimento relativo <strong>di</strong> quest'ultimi. In considerazione del meccanismo resistente della struttura reticolare<br />

si possono ridurre il numero delle aste e <strong>di</strong>sporle in triangolazioni semplici, con lati e angoli simili per assicurare una uniforme<br />

<strong>di</strong>stribuzione degli sforzi. Sono particolarmente adatte per superare luci notevoli. Esistono numerosissimi esempi <strong>di</strong> travature<br />

reticolari, <strong>di</strong>fferenti tra <strong>di</strong> loro per geometria ed equilibrio statico. La loro giunzione avviene attraverso unioni (chiodatura, saldatura,<br />

ecc.).<br />

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo perio<strong>di</strong>co del grado <strong>di</strong> usura delle parti in vista. Riscontro <strong>di</strong> eventuali<br />

anomalie.<br />

Deca<strong>di</strong>mento degli elementi metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.01.01.A02 Deformazioni e spostamenti<br />

Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.<br />

01.01.01.A03 Imbozzamento<br />

Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima.<br />

01.01.01.A04 Snervamento<br />

Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente<br />

elastico dell'acciaio.<br />

Pagina 5


Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Manuale d'Uso<br />

Le unioni sono costituite da elementi che per materiale e tecniche <strong>di</strong>verse consentono la realizzazione <strong>di</strong> collegamenti tra elementi<br />

delle strutture nel rispetto delle normative vigenti. Le unioni rappresentano una caratteristica fondamentale nelle costruzioni in<br />

legno, acciaio, miste, ecc.. Esse hanno lo scopo <strong>di</strong> unire le parti, definite in sede progettuale, per realizzare strutture complete che<br />

devono rispondere a requisiti precisi.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

° 01.02.02 Perni per acciaio<br />

° 01.02.03 Saldature per acciaio<br />

Pagina 6


Elemento Manutenibile: 01.02.01<br />

Bullonature per acciaio<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.02.01.A01 Allentamento<br />

Allentamento delle bullonature rispetto alle tenute <strong>di</strong> serraggio.<br />

01.02.01.A02 Corrosione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Si tratta <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti metalliche. Le tipologie e caratteristiche dei prodotti forniti dal mercato variano a secondo<br />

dell'impiego.<br />

L'impiego <strong>di</strong> bulloni è in<strong>di</strong>cato quando vi è la necessità <strong>di</strong> collegare elementi con spessori notevoli e/o nei casi in cui i collegamenti<br />

devono essere realizzati in cantiere. Essi possono essere stampati o torniti. Sono formati da:<br />

- viti, con testa (definita bullone) con forma esagonale e gambo in parte o completamente filettato. generalmente il <strong>di</strong>ametro dei<br />

bulloni utilizzati per le carpenterie varia tra i 12-30 mm;<br />

- da<strong>di</strong>, sempre <strong>di</strong> forma esagonale, che svolgono la funzione <strong>di</strong> serraggio del bullone;<br />

- rondelle, in genere <strong>di</strong> forma circolare, che svolgono la funzione <strong>di</strong> rendere agevole il serraggio dei da<strong>di</strong>;<br />

- controda<strong>di</strong>, si tratta <strong>di</strong> rosette elastiche, bulloni precaricati, e/o altri sistemi, con funzione <strong>di</strong> resistenza ad eventuali vibrazioni.<br />

I bulloni sono in genere sottoposti a forze perpen<strong>di</strong>colari al gambo (a taglio) e/o a forze parallele al gambo (a trazione).<br />

Le unioni bullonate si <strong>di</strong>vidono in due categorie:<br />

- a flangia, usate tipicamente nei casi in cui il bullone è sottoposto prevalentemente a trazione.<br />

- a coprigiunto, usate tipicamente nei casi in cui il bullone è sottoposto a taglio.<br />

Verificare che i bulloni siano adeguatamente serrati. L'accoppiamento tra bulloni e rosette dovrà essere conforme alla normativa<br />

vigente. E' opportuno posizionare i fori per bulloni in modo tale da prevenire eventuali fenomeni <strong>di</strong> corrosione e <strong>di</strong> instabilità degli<br />

stessi.<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.01.A03 Rifollamento<br />

Deformazione dei fori delle lamiere, pre<strong>di</strong>sposti per le unioni, dovute alla variazione delle azioni esterne sulla struttura e/o ad errori<br />

progettuali e/o costruttivi.<br />

01.02.01.A04 Strappamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni assiali che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

01.02.01.A05 Tranciamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni taglianti che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

Pagina 7


Elemento Manutenibile: 01.02.02<br />

Perni per acciaio<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.02.02.A01 Allentamento<br />

Allentamento dei perni rispetto alle tenute <strong>di</strong> serraggio.<br />

01.02.02.A02 Corrosione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Si tratta <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> giunzione tra elementi in acciaio. Le tipologie e caratteristiche dei prodotti forniti dal mercato variano a<br />

secondo dell'impiego. I perni delle cerniere sono sollecitati a taglio e flessione.<br />

Effettuare controlli visivi per verificare lo stato dei perni e la presenza <strong>di</strong> eventuali anomalie. Le capacità portanti e le deformabilità<br />

dei mezzi <strong>di</strong> unione utilizzati nei collegamenti devono essere determinate sulla base <strong>di</strong> prove meccaniche, per il cui svolgimento può<br />

farsi utile riferimento alle norme vigenti.<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.02.A03 Rifollamento<br />

Deformazione dei fori delle lamiere, pre<strong>di</strong>sposti per le unioni, dovute alla variazione delle azioni esterne sulla struttura e/o ad errori<br />

progettuali e/o costruttivi.<br />

01.02.02.A04 Strappamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni assiali che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

01.02.02.A05 Tranciamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni taglianti che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

Pagina 8


Elemento Manutenibile: 01.02.03<br />

Saldature per acciaio<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.02.03.A01 Corrosione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Le saldature sono collegamenti <strong>di</strong> parti solide che realizzano una continuità del materiale fra le parti che vengono unite. Le saldature,<br />

in genere, presuppongono la fusione delle parti che vengono unite. Attraverso le saldature viene garantita anche la continuità delle<br />

caratteristiche dei materiali delle parti unite. Esse si basano sul riscaldamento degli elementi da unire (definiti pezzi base) fino al<br />

raggiungimento del rammollimento e/o la fusione per ottenere il collegamento delle parti con o senza materiale d'apporto che<br />

fondendo forma un cordone <strong>di</strong> saldatura.<br />

Tra le principali unioni saldate:<br />

- a piena penetrazione;<br />

- a parziale penetrazione;<br />

- unioni realizzate con cordoni d’angolo.<br />

Tra le principali tecniche <strong>di</strong> saldature si elencano:<br />

- saldatura a filo continuo (mig-mag);<br />

- saldatura per fusione (tig);<br />

- saldatura con elettrodo rivestito;<br />

- saldatura a fiamma ossiacetilenica;<br />

- saldatura in arco sommerso;<br />

- saldatura narrow-gap;<br />

- saldatura a resistenza;<br />

- saldatura a punti;<br />

- saldatura a rilievi;<br />

- saldatura a rulli;<br />

- saldatura per scintillio;<br />

- saldatura a plasma;<br />

- saldatura laser;<br />

- saldatura per attrito.<br />

Verificare il grado <strong>di</strong> saldabilità tra metalli <strong>di</strong>versi in base alle caratteristiche intrinseche degli stessi. Effettuare controlli visivi per<br />

verificare lo stato delle saldature e la presenza <strong>di</strong> eventuali anomalie.<br />

Nell’ambito del processo produttivo deve essere posta particolare attenzione ai processi <strong>di</strong> piegatura e <strong>di</strong> saldatura. In particolare il<br />

Direttore Tecnico del centro <strong>di</strong> trasformazione deve verificare, tramite opportune prove, che le piegature e le saldature, anche nel<br />

caso <strong>di</strong> quelle non resistenti, non alterino le caratteristiche meccaniche originarie del prodotto. Per i processi sia <strong>di</strong> saldatura che <strong>di</strong><br />

piegatura, si potrà fare utile riferimento alla normativa europea applicabile.<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.03.A02 Cricca<br />

Fen<strong>di</strong>tura sottile e profonda del materiale costituente alla saldatura dovuta ad errori <strong>di</strong> esecuzione.<br />

01.02.03.A03 Interruzione<br />

Interruzione dei cordoni <strong>di</strong> saldatura e mancanza <strong>di</strong> continuità tra le parti.<br />

Pagina 9


01.02.03.A04 Rottura<br />

Rottura dei cordoni <strong>di</strong> saldatura e mancanza <strong>di</strong> continuità tra le parti.<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 10


Unità Tecnologica: 01.03<br />

Coperture<br />

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema e<strong>di</strong>lizio aventi funzione <strong>di</strong> separare gli spazi interni del<br />

sistema e<strong>di</strong>lizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Esse si <strong>di</strong>stinguono in base alla loro geometria e al tipo <strong>di</strong> struttura.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.03.01 Strutture in acciaio<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 11


Elemento Manutenibile: 01.03.01<br />

Strutture in acciaio<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.03.01.A01 Corrosione<br />

Corrosione degli elementi metallici con relativa riduzione della sezione resistente.<br />

01.03.01.A02 Deformazione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 01.03<br />

Coperture<br />

E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari; profili a C e a doppio T, ecc.) <strong>di</strong>sposti a secondo della<br />

geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci <strong>di</strong> supporto al manto <strong>di</strong><br />

copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati<br />

sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti <strong>di</strong>rettamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o me<strong>di</strong>ante saldature <strong>di</strong> lamiere<br />

a caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura <strong>di</strong> copertura ha la funzione dominante <strong>di</strong> reggere o portare il manto e <strong>di</strong><br />

resistere ai carichi esterni.<br />

Controllo perio<strong>di</strong>co delle parti in vista finalizzato alla ricerca <strong>di</strong> anomalie (corrosione, per<strong>di</strong>ta delle caratteristiche <strong>di</strong> resistenza,<br />

instabilità degli ancoraggi, ecc.).<br />

Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della forma geometrica degli stessi.<br />

01.03.01.A03 Deformazioni e spostamenti<br />

Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.<br />

01.03.01.A04 Distacco<br />

Distacco degli elementi dai <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> fissaggio e relativo scorrimento.<br />

01.03.01.A05 Errori <strong>di</strong> pendenza<br />

Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gra<strong>di</strong>, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale <strong>di</strong> giacitura delle falde)<br />

rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza <strong>di</strong> falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica <strong>di</strong><br />

riferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.<br />

01.03.01.A06 Imbozzamento<br />

Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima.<br />

01.03.01.A07 Snervamento<br />

Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente<br />

elastico dell'acciaio.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE<br />

Pagina 12


01.03.01.C01 Controllo struttura<br />

Cadenza: ogni 12 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Controllo del grado <strong>di</strong> usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca <strong>di</strong> anomalie (corrosione, <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> ancoraggi, per<strong>di</strong>ta delle<br />

caratteristiche <strong>di</strong> resistenza, ecc.).<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Distacco; 4) Errori <strong>di</strong> pendenza.<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 13


Corpo d'Opera: 02<br />

IMPIANTI<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

° 02.02 Impianto elettrico<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 14


Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Manuale d'Uso<br />

L'impianto <strong>di</strong> illuminazione consente <strong>di</strong> creare con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> visibilità negli ambienti. L'impianto <strong>di</strong> illuminazione deve consentire,<br />

nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità <strong>di</strong> illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, <strong>di</strong>rezionalità della luce,<br />

colore e resa della luce.<br />

L'impianto <strong>di</strong> illuminazione è' costituito generalmente da: lampade ad incandescenza, lampade fluorescenti, lampade alogene,<br />

lampade compatte, lampade a scariche, lampade a ioduri metallici, lampade a vapore <strong>di</strong> mercurio, lampade a vapore <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o e pali<br />

per il sostegno dei corpi illuminanti.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 02.01.01 Lampade ad induzione<br />

° 02.01.02 Lampioni a braccio<br />

Pagina 15


Elemento Manutenibile: 02.01.01<br />

Lampade ad induzione<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.01.01.A01 Abbassamento livello <strong>di</strong> illuminazione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Le lampade ad induzione sono lampade <strong>di</strong> "nuova generazione" che basano il loro funzionamento su quello delle lampade<br />

fluorescenti con la <strong>di</strong>fferenza (che è sostanziale ai fini delle ren<strong>di</strong>mento e della durata) che non sono previsti gli elettro<strong>di</strong>.<br />

La luce visibile viene prodotta da campi elettromagnetici alternati che circolano nella miscela <strong>di</strong> mercurio e gas raro contenuti nel<br />

bulbo innescando la ionizzazione; i campi elettromagnetici sono prodotti da parte <strong>di</strong> un elemento detto antenna (posizionato al<br />

centro del bulbo) costituito da un avvolgimento alimentato da un generatore elettronico ad alta frequenza.<br />

Le lampade ad induzione hanno una durata <strong>di</strong> vita corrispondente a 15 anni <strong>di</strong> funzionamento <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> illuminazione per<br />

circa 11 ore al giorno; tale durata è dovuta all'assenza <strong>di</strong> componenti sollecitate dal passaggio <strong>di</strong> corrente elettrica (non sono previsti<br />

elettro<strong>di</strong>).<br />

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato <strong>di</strong> idonei<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare <strong>di</strong> smontare le lampade quando sono ancora calde; una<br />

volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e<br />

conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso <strong>di</strong> rottura del bulbo.<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione dovuto a per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> carica dei vapori <strong>di</strong> mercurio, ossidazione dei deflettori,<br />

impolveramento delle lampa<strong>di</strong>ne.<br />

02.01.01.A02 Avarie<br />

Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.<br />

02.01.01.A03 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

Pagina 16


Elemento Manutenibile: 02.01.02<br />

Lampioni a braccio<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.01.02.A01 Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Questi tipi <strong>di</strong> lampioni sostengono uno o più apparecchi <strong>di</strong> illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un<br />

braccio al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile,<br />

resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in<br />

alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7,<br />

UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni <strong>di</strong> fondazione e la piastra d’appoggio me<strong>di</strong>ante<br />

isolamento o separazione fisica. Per i bulloni <strong>di</strong> fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime<br />

dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.<br />

Nel caso <strong>di</strong> eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali e dei corpi illuminanti per evitare danni a<br />

cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle<br />

prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei<br />

loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da<br />

eventuali danni. Tutti i pali e i bracci devono essere marcati in modo chiaro e duraturo con:<br />

- il nome o simbolo del fabbricante;<br />

- l’anno <strong>di</strong> fabbricazione;<br />

- un riferimento alla norma UNI EN 40;<br />

- un co<strong>di</strong>ce prodotto univoco.<br />

La marcatura deve essere forgiata nel materiale o applicata me<strong>di</strong>ante pittura, stampaggio o me<strong>di</strong>ante una targhetta fissata saldamente.<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione dovuto ad usura delle lampa<strong>di</strong>ne, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle<br />

lampa<strong>di</strong>ne.<br />

02.01.02.A02 Alterazione cromatica<br />

Alterazione dei colori originali dovuta all'azione degli agenti atmosferici (sole, gran<strong>di</strong>ne, pioggia, ecc.).<br />

02.01.02.A03 Anomalie dei corpi illuminanti<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei corpi illuminanti.<br />

02.01.02.A04 Anomalie del rivestimento<br />

Difetti <strong>di</strong> tenuta del rivestimento o della zincatura.<br />

02.01.02.A05 Corrosione<br />

Possibile corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> tenuta dello strato <strong>di</strong> protezione<br />

superficiale.<br />

02.01.02.A06 Depositi superficiali<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc.<br />

Pagina 17


02.01.02.A07 Difetti <strong>di</strong> messa a terra<br />

Manuale d'Uso<br />

Difetti <strong>di</strong> messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.01.02.A08 Difetti <strong>di</strong> serraggio<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.<br />

02.01.02.A09 Difetti <strong>di</strong> stabilità<br />

Difetti <strong>di</strong> ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra <strong>di</strong> appoggio.<br />

Pagina 18


Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Manuale d'Uso<br />

L'impianto elettrico, nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per civili abitazioni, ha la funzione <strong>di</strong> addurre, <strong>di</strong>stribuire ed erogare energia elettrica. Per<br />

potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione me<strong>di</strong>ante un gruppo <strong>di</strong> misura; da quest'ultimo<br />

parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro <strong>di</strong> zona parte la linea secondaria che deve essere<br />

sezionata (nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze <strong>di</strong> illuminazione e l'altra per le utenze a<br />

maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso <strong>di</strong> corti circuiti. La <strong>di</strong>stribuzione principale dell'energia<br />

avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la <strong>di</strong>stribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine <strong>di</strong><br />

protezione (<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve<br />

essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

° 02.02.02 Prese e spine<br />

° 02.02.03 Interruttori<br />

° 02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

Pagina 19


Elemento Manutenibile: 02.02.01<br />

Canalizzazioni in PVC<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.01.A01 Corto circuiti<br />

Corti circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.01.A02 Difetti agli interruttori<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici; sono generalmente realizzate in PVC e devono<br />

essere conformi alle prescrizioni <strong>di</strong> sicurezza delle norme CEI (dovranno essere dotate <strong>di</strong> marchio <strong>di</strong> qualità o certificate secondo le<br />

<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge).<br />

Le canalizzazioni in PVC possono essere facilmente <strong>di</strong>stinguibili a seconda del colore dei tubi protettivi che possono essere in:<br />

- serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza<br />

meccanica;<br />

- serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica.<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.02.01.A03 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

02.02.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale<br />

Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.<br />

02.02.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria<br />

Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.<br />

02.02.01.A07 Surriscaldamento<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

Pagina 20


Elemento Manutenibile: 02.02.02<br />

Prese e spine<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.02.A01 Corto circuiti<br />

Corto circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.02.A02 Difetti agli interruttori<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia<br />

elettrica proveniente dalla linea principale <strong>di</strong> adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a<br />

pavimento (cassette).<br />

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato <strong>di</strong> idonei<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un<br />

cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso <strong>di</strong> emergenza su persone colpite da<br />

folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente in<strong>di</strong>viduabili e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> facile utilizzo; la<br />

<strong>di</strong>stanza dal pavimento <strong>di</strong> calpestio deve essere <strong>di</strong> 17,5 cm se la presa è a parete, <strong>di</strong> 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta,<br />

100-120 cm nei locali <strong>di</strong> lavoro. I coman<strong>di</strong> luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte.<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.02.02.A03 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.02.A04 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

02.02.02.A05 Surriscaldamento<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

Pagina 21


Elemento Manutenibile: 02.02.03<br />

Interruttori<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.03.A01 Anomalie dei contatti ausiliari<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei contatti ausiliari.<br />

02.02.03.A02 Anomalie delle molle<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento delle molle.<br />

02.02.03.A03 Anomalie degli sganciatori<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento degli sganciatori <strong>di</strong> apertura e chiusura.<br />

02.02.03.A04 Corto circuiti<br />

Corto circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.03.A05 Difetti agli interruttori<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro <strong>di</strong> zolfo con pressione relativa del SF6 <strong>di</strong> primo<br />

riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori:<br />

- comando a motore carica molle;<br />

- sganciatore <strong>di</strong> apertura;<br />

- sganciatore <strong>di</strong> chiusura;<br />

- contamanovre meccanico;<br />

- contatti ausiliari per la segnalazione <strong>di</strong> aperto-chiuso dell'interruttore.<br />

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato <strong>di</strong> idonei<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali quali guanti e scarpe isolanti. Gli interruttori devono essere posizionati in modo da essere<br />

facilmente in<strong>di</strong>viduabili e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> facile utilizzo; la <strong>di</strong>stanza dal pavimento <strong>di</strong> calpestio deve essere <strong>di</strong> 17,5 cm se la presa è a<br />

parete, <strong>di</strong> 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali <strong>di</strong> lavoro. I coman<strong>di</strong> luce sono posizionati in genere a<br />

livello maniglie porte. Il comando meccanico dell'interruttore dovrà essere garantito per almeno 10.000 manovre.<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.02.03.A06 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.03.A07 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

Pagina 22


02.02.03.A08 Surriscaldamento<br />

Manuale d'Uso<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

Pagina 23


Elemento Manutenibile: 02.02.04<br />

Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.04.A01 Anomalie dei contattori<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei contattori.<br />

02.02.04.A02 Anomalie dei fusibili<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei fusibili.<br />

02.02.04.A03 Anomalie dell'impianto <strong>di</strong> rifasamento<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento della centralina che gestisce l'impianto <strong>di</strong> rifasamento.<br />

02.02.04.A04 Anomalie dei magnetotermici<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento degli interruttori magnetotermici.<br />

02.02.04.A05 Anomalie dei relè<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei relè termici.<br />

02.02.04.A06 Anomalie della resistenza<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento della resistenza anticondensa.<br />

02.02.04.A07 Anomalie delle spie <strong>di</strong> segnalazione<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento delle spie e delle lampade <strong>di</strong> segnalazione.<br />

02.02.04.A08 Anomalie dei termostati<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei termostati.<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> protezione IP40, fori<br />

asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e<br />

possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado <strong>di</strong> protezione IP55 adatti per<br />

officine e industrie.<br />

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato <strong>di</strong> idonei<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un<br />

cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso <strong>di</strong> emergenza su persone colpite da<br />

folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduale e i<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> estinzione incen<strong>di</strong>.<br />

Pagina 24


02.02.04.A09 Depositi <strong>di</strong> materiale<br />

Accumulo <strong>di</strong> polvere sui contatti che provoca malfunzionamenti.<br />

02.02.04.A10 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 25


Corpo d'Opera: 03<br />

RESTAURO<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 03.01 Ripristino e consolidamento<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 26


Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Manuale d'Uso<br />

Per ripristino e consolidamento s’intendono quegli interventi, tecniche tra<strong>di</strong>zionali o moderne <strong>di</strong> restauro statico eseguite su opere o<br />

manufatti che presentano problematiche <strong>di</strong> tipo statico, da definirsi dopo necessarie indagini storiche, morfologiche e statiche,<br />

relative all’oggetto d’intervento e che vanno ad impe<strong>di</strong>re ulteriori alterazioni dell’equilibrio statico tale da compromettere l’integrità<br />

del manufatto. La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> soluzioni tecniche <strong>di</strong>verse e appropriate sono sottoposte in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e progetto da tecnici<br />

competenti e specializzati del settore.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

° 03.01.02 Barriere chimiche<br />

Pagina 27


Elemento Manutenibile: 03.01.01<br />

Impermeabilizzazioni interne<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

03.01.01.A01 Mancanza<br />

Mancanza <strong>di</strong> malte impermeabili.<br />

03.01.01.A02 Rottura<br />

Rottura dell'elemento impermeabile.<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Le impermeabilizzazioni interne hanno lo scopo <strong>di</strong> proteggere la parte interna <strong>di</strong> una muratura dall'azione dell’acqua che attraverso<br />

le infiltrazioni che provengono dal terreno si riversano a ridosso della struttura. In particolare vengono utilizzate per il risanamento<br />

<strong>di</strong> murature controterra delle malte impermeabili.<br />

Preparare le superfici <strong>di</strong> posa in modo adeguato che possano favorirne una buona presa della malta impermeabile che viene<br />

sollecitata dalla spinta dell'acqua derivante dal terreno.<br />

Pagina 28


Elemento Manutenibile: 03.01.02<br />

Barriere chimiche<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

03.01.02.A01 Interruzione<br />

Interruzione della barriera per insufficienza del formulato chimico.<br />

03.01.02.A02 Mancanza<br />

Mancanza del formulato chimico per la realizzazione della barriera.<br />

03.01.02.A03 Rottura<br />

Rottura dello strato idrorepellente.<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Le barriere chimiche hanno lo scopo <strong>di</strong> bloccare l’umi<strong>di</strong>tà proveniente dal terreno per effetto della risalita capillare me<strong>di</strong>ante la<br />

formazione <strong>di</strong> una barriera orizzontale realizzata iniettando nella muratura dei formulati chimici. In particolare vengono utilizzate<br />

per il risanamento <strong>di</strong> murature fuori terra contro le infiltrazioni laterali e provenienti dal basso.<br />

L'utilizzo delle barriere chimiche deve tener conto della tipologia delle murature da risanare e dell'azione dei formulati che <strong>di</strong> tipo<br />

<strong>di</strong>verso possono occludere i pori presenti nel materiale ed evitare il passaggio dell'acqua oppure agire con una azione idrofobizzante<br />

aderendo alle pareti dei pori me<strong>di</strong>ante la creazione <strong>di</strong> uno strato idrorepellente.<br />

Pagina 29


Corpo d'Opera: 04<br />

ARREDO URBANO<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 04.01 Arredo urbano<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 30


Unità Tecnologica: 04.01<br />

Arredo urbano<br />

Manuale d'Uso<br />

Si tratta <strong>di</strong> attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti<br />

confortevoli e gradevoli sotto i <strong>di</strong>versi profili. Negli arre<strong>di</strong> urbani va controllato perio<strong>di</strong>camente l'integrità degli elementi e della loro<br />

funzionalità anche in rapporto ad attività <strong>di</strong> pubblico esercizio.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

Pagina 31


Elemento Manutenibile: 04.01.01<br />

Dissuasori detraibili manualmente<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

04.01.01.A01 Alterazione cromatica<br />

Variazione <strong>di</strong> uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi.<br />

04.01.01.A02 Deposito superficiale<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 04.01<br />

Arredo urbano<br />

Sono elementi che possono essere alzati o abbassati manualmente. Essi trovano alloggiamento in vani tecnologici pre<strong>di</strong>sposti nel<br />

piano stradale garantendo il minimo impatto. In genere vengono utilizzati per limitare o regolarizzare i flussi <strong>di</strong> traffico in zone<br />

<strong>di</strong>verse della città (centri storici, aree vincolate, scuole, parcheggi, ecc.) in maniera permanente o temporanea.<br />

Devono essere visibili e non devono, per forma od altre caratteristiche, creare pericolo e/o essere fonte <strong>di</strong> pericoli per i pedoni,<br />

bambini, animali, ecc. Essi devono essere conformi alle norme dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la<br />

circolazione e la sicurezza stradale, dal Co<strong>di</strong>ce della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali.<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei, <strong>di</strong> spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie<br />

dell'elemento.<br />

04.01.01.A03 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti.<br />

04.01.01.A04 Variazione sagoma<br />

Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico <strong>di</strong> persone e/o cose.<br />

Pagina 32


Corpo d'Opera: 05<br />

OPERE STRADALI<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 05.01 Strade<br />

° 05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 33


Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Manuale d'Uso<br />

Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento<br />

pedonale. La classificazione e la <strong>di</strong>stinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche:<br />

- autostrade;<br />

- strade extraurbane principali;<br />

- strade extraurbane secondarie;<br />

- strade urbane <strong>di</strong> scorrimento;<br />

- strade urbane <strong>di</strong> quartiere;<br />

- strade locali.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono in<strong>di</strong>viduare: la carreggiata, la banchina, il<br />

margine centrale, i cigli, le cunette, le scarpate e le piazzole <strong>di</strong> sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno<br />

manutenuti perio<strong>di</strong>camente non solo per assicurare la normale circolazione <strong>di</strong> veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle<br />

norme sulla sicurezza e la prevenzione <strong>di</strong> infortuni a mezzi e persone.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 05.01.01 Marciapiede<br />

° 05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

Pagina 34


Elemento Manutenibile: 05.01.01<br />

Marciapiede<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.01.01.A01 Buche<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Si tratta <strong>di</strong> una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede<br />

possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari,<br />

semafori, colonnine <strong>di</strong> chiamate <strong>di</strong> soccorso, idranti, e<strong>di</strong>cole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..<br />

La cartellonistica va ubicata nel senso longitu<strong>di</strong>nale alla strada. In caso <strong>di</strong> occupazione <strong>di</strong> suolo pubblico da parte <strong>di</strong> e<strong>di</strong>cole, cabine<br />

telefoniche, cassonetti, ecc., la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà essere non inferiore a 2 m, salvo <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>sposizioni<br />

<strong>di</strong> regolamenti locali. Controllare perio<strong>di</strong>camente lo stato generale al fine <strong>di</strong> verifica l'assenza <strong>di</strong> eventuali buche e/o altre anomalie<br />

che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Ripristinare le parti mancanti e/o comunque<br />

danneggiati con materiali idonei. Provvedere alla pulizia delle superfici ed alla rimozione <strong>di</strong> depositi o <strong>di</strong> eventuali ostacoli.<br />

Consistono nella mancanza <strong>di</strong> materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profon<strong>di</strong>tà<br />

irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).<br />

05.01.01.A02 Deposito<br />

Accumulo <strong>di</strong> detriti, fogliame e <strong>di</strong> altri materiali estranei.<br />

05.01.01.A03 Distacco<br />

Disgregazione e <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche me<strong>di</strong>ante espulsione <strong>di</strong> elementi prefabbricati<br />

dalla loro sede.<br />

05.01.01.A04 Mancanza<br />

Caduta e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> parti del materiale del manufatto.<br />

05.01.01.A05 Presenza <strong>di</strong> vegetazione<br />

Presenza <strong>di</strong> vegetazione caratterizzata dalla formazione <strong>di</strong> piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.<br />

Pagina 35


Elemento Manutenibile: 05.01.02<br />

Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.01.02.A01 Degrado sigillante<br />

Distacco e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.<br />

05.01.02.A02 Deposito superficiale<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Le pavimentazioni stradali in lastricati lapidei trovano il loro impiego oltre che per fattori estetici, soprattutto per la elevata<br />

resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione del tipo <strong>di</strong> strada che è quasi sempre rappresentata da percorsi urbani<br />

e inerenti a centri storici. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le <strong>di</strong>mensioni, ecc. variano anch'essi in funzione del<br />

tipo d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie le pietre come i cubetti <strong>di</strong> porfido, blocchi <strong>di</strong> basalto, ecc..<br />

La tecnica <strong>di</strong> posa avviene previa <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> adeguati sottofon<strong>di</strong> (ghiaia, acciottolato con granulometria da 0 a 35 mm), in<br />

considerazione dell'intensità <strong>di</strong> traffico previsto. Controllare perio<strong>di</strong>camente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso<br />

valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare perio<strong>di</strong>camente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle<br />

caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale<br />

tecnico con esperienza.<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei, <strong>di</strong> spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie<br />

del rivestimento.<br />

05.01.02.A03 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti i manufatti.<br />

05.01.02.A04 Sollevamento e <strong>di</strong>stacco dal supporto<br />

Sollevamento e <strong>di</strong>stacco dal supporto <strong>di</strong> uno o più elementi della pavimentazione.<br />

Pagina 36


Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Le aree pedonali insieme ai marciapie<strong>di</strong> costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere a<strong>di</strong>acenti alle strade veicolari<br />

oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole,<br />

attrezzature <strong>di</strong> interesse comune, ecc.).<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

° 05.02.02 Cordoli e bordure<br />

Manuale d'Uso<br />

Pagina 37


Elemento Manutenibile: 05.02.01<br />

Chiusini e pozzetti<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.02.01.A01 Corrosione<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Opere destinate a ricevere le acque meteoriche superficiali e a permetterne il convogliamento alle reti <strong>di</strong> smaltimento. A<br />

coronamento <strong>di</strong> esse sono <strong>di</strong>sposti elementi <strong>di</strong> chiusura mobili con funzione <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> smaltimento delle acque in eccesso. I<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura e <strong>di</strong> coronamento trovano il loro utilizzo a secondo del luogo <strong>di</strong> impiego, ovvero secondo la norma UNI EN<br />

124:<br />

- Gruppo 1 (classe A 15 minima) = zone ad uso esclusivo <strong>di</strong> pedoni e ciclisti;<br />

- Gruppo 2 (classe B 125 minima) = zone ad uso <strong>di</strong> pedoni, parcheggi;<br />

- Gruppo 3 (classe C 250 minima) = se installati in prossimità <strong>di</strong> canaletti <strong>di</strong> scolo lungo il marciapiede;<br />

- Gruppo 4 (classe D 400 minima) = lungo le carreggiate stradali, aree <strong>di</strong> sosta;<br />

- Gruppo 5 (classe E 600 minima) = aree sottoposte a carichi notevoli (aeroporti, porti, ecc.);<br />

- Gruppo 6 (classe F 900) = aree sottoposte a carichi particolarmente notevoli.<br />

I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura e/o <strong>di</strong> coronamento possono essere realizzati con i seguenti materiali: acciaio laminato, ghisa a grafite<br />

lamellare, ghisa a grafite sferoidale, getti <strong>di</strong> acciaio, calcestruzzo armato con acciaio e abbinamento <strong>di</strong> materiali.<br />

Controllo del normale scarico <strong>di</strong> acque meteoriche. Controllo degli elementi <strong>di</strong> ispezione (scale interne, fondale, superfici laterali,<br />

ecc.). Controllo dello stato <strong>di</strong> usura e verifica del <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> coronamento <strong>di</strong> chiusura-apertura. Pulizia dei pozzetti e delle griglie<br />

e rimozione <strong>di</strong> depositi e materiali che impe<strong>di</strong>scono il normale convogliamento delle acque meteoriche.<br />

Corrosione degli elementi metallici per per<strong>di</strong>ta del requisito <strong>di</strong> resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per <strong>di</strong>fetti del materiale.<br />

05.02.01.A02 Deposito<br />

Accumulo <strong>di</strong> detriti, fogliame e <strong>di</strong> altri materiali estranei.<br />

05.02.01.A03 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti i manufatti.<br />

Pagina 38


Elemento Manutenibile: 05.02.02<br />

Cordoli e bordure<br />

Modalità <strong>di</strong> uso corretto:<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.02.02.A01 Distacco<br />

Manuale d'Uso<br />

Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti <strong>di</strong> finitura per le pavimentazioni dei marciapie<strong>di</strong>, per la creazione <strong>di</strong><br />

isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione <strong>di</strong> contenere la spinta verso l'esterno della<br />

pavimentazione che è sottoposta a carichi <strong>di</strong> normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o<br />

in cordoni <strong>di</strong> pietrarsa.<br />

Vengono messi in opera con strato <strong>di</strong> allettamento <strong>di</strong> malta idraulica e/o su riporto <strong>di</strong> sabbia ponendo particolare attenzione alla<br />

sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. In genere quelli in pietra possono essere lavorati a bocciarda sulla faccia vista<br />

e a scalpello negli assetti. I cordoli sporgenti vanno comunque verificati per eventuali urti provocati dalle ruote dei veicoli.<br />

Disgregazione e <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche me<strong>di</strong>ante espulsione <strong>di</strong> elementi prefabbricati<br />

dalla loro sede.<br />

05.02.02.A02 Fessurazioni<br />

Presenza <strong>di</strong> rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da ce<strong>di</strong>menti e/o avvallamenti del manto stradale.<br />

05.02.02.A03 Mancanza<br />

Caduta e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> parti del materiale del manufatto.<br />

05.02.02.A04 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti i manufatti.<br />

Pagina 39


IN<strong>DI</strong>CE<br />

Manuale d'Uso<br />

01 E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

pag. 3<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

4<br />

01.01.01 Travature reticolari<br />

5<br />

01.02 Unioni<br />

6<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

7<br />

01.02.02 Perni per acciaio<br />

8<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

9<br />

01.03 Coperture<br />

11<br />

01.03.01 Strutture in acciaio<br />

12<br />

02 IMPIANTI<br />

pag. 14<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

15<br />

02.01.01 Lampade ad induzione<br />

16<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

17<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

19<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

20<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

21<br />

02.02.03 Interruttori<br />

22<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

24<br />

03 RESTAURO<br />

pag. 26<br />

03.01 Ripristino e consolidamento<br />

27<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

28<br />

03.01.02 Barriere chimiche<br />

29<br />

04 ARREDO URBANO<br />

pag. 30<br />

04.01 Arredo urbano<br />

31<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

32<br />

05 OPERE STRADALI<br />

pag. 33<br />

05.01 Strade<br />

34<br />

05.01.01 Marciapiede<br />

35<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

36<br />

05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

37<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

38<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

39<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 40


OGGETTO:<br />

COMMITTENTE:<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Maglie</strong><br />

Provincia <strong>di</strong> Lecce<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>MANUTENZIONE</strong><br />

MANUALE <strong>DI</strong><br />

<strong>MANUTENZIONE</strong><br />

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)<br />

Data, __________<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 1


<strong>Comune</strong> <strong>di</strong>:<br />

Provincia <strong>di</strong>:<br />

Oggetto:<br />

<strong>Maglie</strong><br />

Lecce<br />

Elenco dei Corpi d'Opera:<br />

° 01 E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

° 02 IMPIANTI<br />

° 03 RESTAURO<br />

° 04 ARREDO URBANO<br />

° 05 OPERE STRADALI<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 2


Corpo d'Opera: 01<br />

E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

° 01.02 Unioni<br />

° 01.03 Coperture<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Le strutture civili e industriali rappresentano quelle unità tecnologiche, realizzate con la funzione <strong>di</strong> resistere alle azioni e ai carichi esterni a cui sono<br />

soggette durante il loro ciclo <strong>di</strong> vita, assicurandone requisiti e livelli prestazionali secondo la normativa e la legislazione vigente. Le strutture possono<br />

essere costituite da singoli elementi strutturali e/o dall'unione <strong>di</strong> più elementi secondo schemi <strong>di</strong> progetto e <strong>di</strong> verifica strutturale.<br />

Pagina 3


Unità Tecnologica: 01.01<br />

Strutture in elevazione in acciaio<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema e<strong>di</strong>lizio aventi la funzione <strong>di</strong> resistere alle azioni<br />

<strong>di</strong> varia natura agenti sulla parte <strong>di</strong> costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture <strong>di</strong> fondazione e quin<strong>di</strong> al terreno. In<br />

particolare le strutture verticali sono costituite da aste rettilinee snelle collegate fra loro in punti detti no<strong>di</strong> secondo una <strong>di</strong>sposizione<br />

geometrica realizzata in modo da formare un sistema rigidamente indeformabile. Le strutture in acciaio si possono <strong>di</strong>stinguere in:<br />

strutture in carpenteria metallica e sistemi industrializzati. Le prime, sono caratterizzate dall'impiego <strong>di</strong> profilati e laminati da<br />

produzione siderurgica e successivamente collegati me<strong>di</strong>anti unioni (bullonature, saldature, ecc.); le seconde sono caratterizzate da<br />

un numero ridotto <strong>di</strong> componenti base assemblati successivamente a seconde dei criteri <strong>di</strong> compatibilità.<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)<br />

01.01.R01 Resistenza agli agenti aggressivi<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione non debbono subire <strong>di</strong>ssoluzioni o <strong>di</strong>sgregazioni e mutamenti <strong>di</strong> aspetto a causa dell'azione <strong>di</strong> agenti<br />

aggressivi chimici.<br />

Prestazioni:<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno conservare nel tempo, sotto l'azione <strong>di</strong> agenti chimici (anidride carbonica, solfati, ecc.) presenti<br />

in ambiente, le proprie caratteristiche funzionali.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni <strong>di</strong> legge e <strong>di</strong> normative vigenti in materia. In particolare: D.M. 14.1.2008 (Norme<br />

tecniche per le costruzioni) e Circolare 2.2.2009, n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per le<br />

costruzioni» <strong>di</strong> cui al decreto ministeriale 14.1.2008).<br />

01.01.R02 (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione elettrica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno in modo idoneo impe<strong>di</strong>re eventuali <strong>di</strong>spersioni elettriche.<br />

Prestazioni:<br />

Tutte le parti metalliche facenti parte delle strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno essere connesse ad impianti <strong>di</strong> terra me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>spersori.<br />

In modo che esse vengano a trovarsi allo stesso potenziale elettrico del terreno.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Essi variano in funzione delle modalità <strong>di</strong> progetto.<br />

01.01.R03 Resistenza meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno essere in grado <strong>di</strong> contrastare le eventuali manifestazioni <strong>di</strong> deformazioni e ce<strong>di</strong>menti rilevanti<br />

dovuti all'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).<br />

Prestazioni:<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione, sotto l'effetto <strong>di</strong> carichi statici, <strong>di</strong>namici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni <strong>di</strong> legge e <strong>di</strong> normative vigenti in materia. In particolare D.M. 14.1.2008 (Norme<br />

tecniche per le costruzioni) e la Circolare 2.2.2009, n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per le<br />

costruzioni» <strong>di</strong> cui al decreto ministeriale 14.1.2008).<br />

Pagina 4


01.01.R04 Resistenza al fuoco<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione antincen<strong>di</strong>o<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

La resistenza al fuoco rappresenta l'attitu<strong>di</strong>ne degli elementi che costituiscono le strutture a conservare, in un tempo determinato, la<br />

stabilita (R), la tenuta (E) e l'isolamento termico (I). Essa è intesa come il tempo necessario affinché la struttura raggiunga uno dei<br />

due stati limite <strong>di</strong> stabilità e <strong>di</strong> integrità, in corrispondenza dei quali non è più in grado sia <strong>di</strong> reagire ai carichi applicati sia <strong>di</strong><br />

impe<strong>di</strong>re la propagazione dell'incen<strong>di</strong>o.<br />

Prestazioni:<br />

Gli elementi delle strutture <strong>di</strong> elevazione devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello determinabile in<br />

funzione del carico d'incen<strong>di</strong>o, secondo le modalità specificate nel D.M. 9.3.2007.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

In particolare gli elementi costruttivi delle strutture <strong>di</strong> elevazione devono avere la resistenza al fuoco in<strong>di</strong>cata <strong>di</strong> seguito, espressa in<br />

termini <strong>di</strong> tempo entro il quale le strutture <strong>di</strong> elevazioni conservano stabilità, tenuta alla fiamma, ai fumi ed isolamento termico:<br />

- altezza antincen<strong>di</strong>o (m): da 12 a 32 - Classe REI (min) = 60;<br />

- altezza antincen<strong>di</strong>o (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min) = 90;<br />

- altezza antincen<strong>di</strong>o (m): oltre 80 - Classe REI (min) = 120.<br />

01.01.R05 Resistenza al gelo<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione non dovranno subire <strong>di</strong>sgregazioni e variazioni <strong>di</strong>mensionali e <strong>di</strong> aspetto in conseguenza della formazione<br />

<strong>di</strong> ghiaccio.<br />

Prestazioni:<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a cause <strong>di</strong> gelo e <strong>di</strong>sgelo.<br />

In particolare all’insorgere <strong>di</strong> pressioni interne che ne provocano la degradazione.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove <strong>di</strong> laboratorio su<br />

provini <strong>di</strong> calcestruzzo (provenienti da getti effettuati in cantiere, confezionato in laboratorio o ricavato da calcestruzzo già indurito)<br />

sottoposti a cicli alternati <strong>di</strong> gelo (in aria raffreddata) e <strong>di</strong>sgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione del<br />

modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo.<br />

01.01.R06 Resistenza al vento<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione debbono resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la<br />

funzionalità degli elementi che le costituiscono.<br />

Prestazioni:<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione devono resistere all'azione del vento tale da assicurare durata e funzionalità nel tempo senza<br />

compromettere la sicurezza dell'utenza. L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M. 14.1.2008 (che <strong>di</strong>vide<br />

convenzionalmente il territorio italiano in zone), tenendo conto dell'altezza della struttura e del tipo <strong>di</strong> esposizione.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

I valori minimi variano in funzione del tipo <strong>di</strong> struttura in riferimento ai seguenti parametri dettati dal D.M. 14.1.2008. Il vento, la<br />

cui <strong>di</strong>rezione si considera generalmente orizzontale, esercita sulle costruzioni azioni che variano nel tempo provocando, in generale,<br />

effetti <strong>di</strong>namici.<br />

Per le costruzioni usuali tali azioni sono convenzionalmente ricondotte alle azioni statiche equivalenti. Peraltro, per costruzioni <strong>di</strong><br />

forma o tipologia inusuale, oppure <strong>di</strong> grande altezza o lunghezza, o <strong>di</strong> rilevante snellezza e leggerezza, o <strong>di</strong> notevole flessibilità e<br />

ridotte capacità <strong>di</strong>ssipative, il vento può dare luogo ad effetti la cui valutazione richiede l'uso <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> calcolo e<br />

sperimentali adeguate allo stato dell'arte e che tengano conto della <strong>di</strong>namica del sistema.<br />

- Velocita' <strong>di</strong> riferimento<br />

La velocità <strong>di</strong> riferimento Vb è il valore caratteristico della velocità del vento a 10 m dal suolo su un terreno <strong>di</strong> categoria <strong>di</strong><br />

esposizione II (ve<strong>di</strong> tab. 3.3.II), me<strong>di</strong>ata su 10 minuti e riferita ad un periodo <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> 50 anni. In mancanza <strong>di</strong> specifiche ed<br />

adeguate indagini statistiche vb è data dall’espressione:<br />

Vb = Vb,0 per As


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Vb = Vb,0 + Ka (As - A0) As per As > A0<br />

dove:<br />

Vb,0, A0, Ka sono parametri forniti nella Tab. 3.3.I e legati alla regione in cui sorge la costruzione in esame, in funzione delle zone;<br />

As è l’altitu<strong>di</strong>ne sul livello del mare (in m) del sito ove sorge la costruzione.<br />

Tabella 3.3.I<br />

Zona: 1: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a, Trentino-Alto A<strong>di</strong>ge, Veneto, Friuli-Venezia Giulia (con l'eccezione della Provincia<br />

<strong>di</strong> Trieste); Vref,0 (m/s) = 25; A0 (m) = 1000; Ka (1/s) = 0.010<br />

Zona: 2: Emilia-Romagna; Vb,0 (m/s) = 25; A0 (m) = 750; Ka (1/s) = 0.015<br />

Zona: 3: Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (esclusa la Provincia <strong>di</strong> Reggio<br />

Calabria); Vref,0 (m/s) = 27; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.020<br />

Zona: 4: Sicilia e provincia <strong>di</strong> Reggio Calabria; Vref,0 (m/s) = 28; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.020<br />

Zona: 5: Sardegna (zona a oriente della retta congiungente Capo Teulada con l'isola <strong>di</strong> La Maddalena); Vref,0 (m/s) = 28; A0 (m) =<br />

750; Ka (1/s) = 0.015<br />

Zona: 6: Sardegna (zona occidente della retta congiungente Capo Teulada con l'isola <strong>di</strong> La Maddalena); Vref,0 (m/s) = 28; A0 (m) =<br />

500; Ka (1/s) = 0.020<br />

Zona: 7: Liguria; Vref,0 (m/s) = 29; A0 (m) = 1000; Ka (1/s) = 0.015<br />

Zona: 8: Provincia <strong>di</strong> Trieste; Vref,0 (m/s) = 31; A0 (m) = 1500; Ka (1/s) = 0.010<br />

Zona: 9: Isole (con l'eccezione <strong>di</strong> Sicilia e Sardegna) e mare aperto; Vref,0 (m/s) = 31; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.020<br />

Per altitu<strong>di</strong>ni superiori a 1500 m sul livello del mare si potrà fare riferimento alle con<strong>di</strong>zioni locali <strong>di</strong> clima e <strong>di</strong> esposizione. I valori<br />

della velocità <strong>di</strong> riferimento possono essere ricavati da dati supportati da opportuna documentazione o da indagini statistiche<br />

adeguatamente comprovate. Fatte salve tali valutazioni, comunque raccomandate in prossimità <strong>di</strong> vette e crinali, i valori utilizzati<br />

non dovranno essere minori <strong>di</strong> quelli previsti per 1500 m <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne.<br />

- Azioni statiche equivalenti<br />

Le azioni statiche del vento sono costituite da pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici, sia esterne che interne, degli<br />

elementi che compongono la costruzione.<br />

L’azione del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione più gravosa della pressione agente sulla<br />

superficie esterna e della pressione agente sulla superficie interna dell’elemento.<br />

Nel caso <strong>di</strong> costruzioni o elementi <strong>di</strong> grande estensione, si deve inoltre tenere conto delle azioni tangenti esercitate dal vento.<br />

L’azione d’insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante delle azioni sui singoli elementi, considerando<br />

come <strong>di</strong>rezione del vento, quella corrispondente ad uno degli assi principali della pianta della costruzione; in casi particolari, come<br />

ad esempio per le torri a base quadrata o rettangolare, si deve considerare anche l’ipotesi <strong>di</strong> vento spirante secondo la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

una delle <strong>di</strong>agonali.<br />

- Pressione del vento<br />

La pressione del vento è data dall'espressione:<br />

P = Qb Ce Cp Cd<br />

dove:<br />

Qb è la pressione cinetica <strong>di</strong> riferimento;<br />

Ce è il coefficiente <strong>di</strong> esposizione;<br />

Cp è il coefficiente <strong>di</strong> forma (o coefficiente aero<strong>di</strong>namico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo<br />

orientamento rispetto alla <strong>di</strong>rezione del vento. Il suo valore può essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione o da<br />

prove sperimentali in galleria del vento;<br />

Cd è il coefficiente <strong>di</strong>namico con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni<br />

locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni strutturali.<br />

- Azione tangente del vento<br />

L'azione tangente per unità <strong>di</strong> superficie parallela alla <strong>di</strong>rezione del vento è data dall'espressione:<br />

Pf = Qb Ce Cf<br />

dove:<br />

Cf è il coefficiente d'attrito funzione della scabrezza della superficie sulla quale il vento esercita l'azione tangente. Il suo valore può<br />

essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione o da prove sperimentali in galleria del vento.<br />

- Pressione cinetica <strong>di</strong> riferimento<br />

La pressione cinetica <strong>di</strong> riferimento Qb (in N/m2) è data dall'espressione:<br />

Qb= P Vb ^2 0,5<br />

dove:<br />

Vb è la velocità <strong>di</strong> riferimento del vento (in m/s);<br />

R è la densità dell'aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/cm3<br />

- Coefficiente <strong>di</strong> esposizione<br />

Il coefficiente <strong>di</strong> esposizione Ce <strong>di</strong>pende dall’altezza Z sul suolo del punto considerato, dalla topografia del terreno, e dalla categoria<br />

Pagina 6


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

<strong>di</strong> esposizione del sito ove sorge la costruzione. In assenza <strong>di</strong> analisi specifiche che tengano in conto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza del<br />

vento e l’effettiva scabrezza e topografia del terreno che circonda la costruzione, per altezze sul suolo non maggiori <strong>di</strong> Z = 200 m,<br />

esso è dato dalla formula:<br />

Ce(Z) = Kr^2 Ct Ln (Z / Z0) [7 + Ct Ln (Z / Z0)] per Z >= Zmin<br />

Ce(Z) = Ce(Zmin) per Z < Zmin<br />

dove:<br />

Kr, Z0, Zmin sono assegnati in Tab. 3.3.II in funzione della categoria <strong>di</strong> esposizione del sito ove sorge la costruzione;<br />

Ct è il coefficiente <strong>di</strong> topografia.<br />

Tabella 3.3.II<br />

Categoria <strong>di</strong> esposizione del sito: I; Kr = 0,17; Z0 (m) = 0,01; Zmin (m) = 2<br />

Categoria <strong>di</strong> esposizione del sito: II; Kr = 0,19; Z0 (m) = 0,05; Zmin (m) = 4<br />

Categoria <strong>di</strong> esposizione del sito: III; Kr = 0,20; Z0 (m) = 0,10; Zmin (m) = 5<br />

Categoria <strong>di</strong> esposizione del sito: IV; Kr = 0,22; Z0 (m) = 0,30; Zmin (m) = 8<br />

Categoria <strong>di</strong> esposizione del sito: V; Kr = 0,23; Z0 (m) = 0,70; Zmin (m) = 12<br />

In mancanza <strong>di</strong> analisi che tengano in conto sia della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza del vento sia delle variazioni dì rugosità del terreno,<br />

la categoria <strong>di</strong> esposizione è assegnata in funzione della posizione geografica del sito ove sorge la costruzione e della classe <strong>di</strong><br />

rugosità del terreno definita in Tabella 3.3.III. Il coefficiente <strong>di</strong> topografia Ct è posto <strong>di</strong> regola pari a 1 sia per le zone pianeggianti<br />

sia per quelle ondulate, collinose, montane. Nel caso <strong>di</strong> costruzioni ubicate presso la sommità <strong>di</strong> colline o pen<strong>di</strong>i isolati il<br />

coefficiente <strong>di</strong> topografia ci deve essere valutato con analisi più approfon<strong>di</strong>te.<br />

Tabella 3.3.III<br />

Classe <strong>di</strong> rugosità del terreno: A; Aree urbane in cui almeno il 15% della superficie sia coperto da e<strong>di</strong>fici la cui altezza me<strong>di</strong>a superi<br />

i 15 m.<br />

Classe <strong>di</strong> rugosità del terreno: B; Aree urbane (non <strong>di</strong> classe A), suburbane, industriali e boschive<br />

Classe <strong>di</strong> rugosità del terreno: C; Aree con ostacoli <strong>di</strong>ffusi (alberi, case, muri, recinzioni, ecc.); aree con rugosità non riconducibile<br />

alle classi A, B, D.<br />

Classe <strong>di</strong> rugosità del terreno: D; Aree prive <strong>di</strong> ostacoli o con al più rari ostacoli isolati (aperta campagna, aeroporti, aree agricole,<br />

pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate o ghiacciate, mare, laghi, ecc).<br />

Nota:<br />

L'assegnazione della classe <strong>di</strong> rugosità non <strong>di</strong>pende dalla conformazione orografica e topografica del terreno. Affinché una<br />

costruzione possa <strong>di</strong>rsi ubicata in classe <strong>di</strong> rugosità A o B è necessario che la situazione che contrad<strong>di</strong>stingue la classe permanga<br />

intorno alla costruzione per non meno <strong>di</strong> 1 km e comunque non meno <strong>di</strong> 20 volte l'altezza della costruzione. Laddove sussistano<br />

dubbi sulla scelta della classe <strong>di</strong> rugosità, a meno <strong>di</strong> analisi rigorose, verrà assegnata la classe più sfavorevole.<br />

01.01.R07 Durata della vita nominale (periodo <strong>di</strong> riferimento per l’azione sismica)<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Durabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Durabilità<br />

La vita nominale <strong>di</strong> un’opera strutturale VN è intesa come il numero <strong>di</strong> anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione<br />

or<strong>di</strong>naria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata.<br />

Prestazioni:<br />

Il periodo <strong>di</strong> riferimento VR <strong>di</strong> una costruzione, valutato moltiplicando la vita nominale Vn (espressa in anni) per il coefficiente<br />

d’uso della costruzione Cu (Vr =Vn Cu), riveste notevole importanza in quanto, assumendo che la legge <strong>di</strong> ricorrenza dell’azione<br />

sismica sia un processo Poissoniano, è utilizzato per valutare, fissata la probabilità <strong>di</strong> superamento P(Vr) corrispondente allo stato<br />

limite considerato (Tabella 3.2.1 della NTC), il periodo <strong>di</strong> ritorno Tr dell’azione sismica cui fare riferimento per la verifica. Per<br />

assicurare alle costruzioni un livello <strong>di</strong> sicurezza antisismica minimo irrinunciabile le NTC impongono, se Vr = 35;<br />

- Classe d’uso = I e Vn >= 100 allora Vr >= 70;<br />

- Classe d’uso = II e Vn = 50 allora Vr >= 50;<br />

Pagina 7


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

- Classe d’uso = II e Vn >= 100 allora Vr >= 100;<br />

- Classe d’uso = III e Vn = 50 allora Vr >= 75;<br />

- Classe d’uso = III e Vn >= 100 allora Vr >= 150;<br />

- Classe d’uso = IV e Vn = 50 allora Vr >= 100;<br />

- Classe d’uso = IV e Vn >= 100 allora Vr >= 200.<br />

dove per classe d’uso si intende:<br />

- Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale <strong>di</strong> persone, e<strong>di</strong>fici agricoli;<br />

- Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per - l’ambiente e senza funzioni<br />

pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non<br />

ricadenti in Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni <strong>di</strong> emergenza. Dighe il<br />

cui collasso non provochi conseguenze rilevanti;<br />

- Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per l’ambiente. Reti viarie<br />

extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni <strong>di</strong> emergenza. Dighe<br />

rilevanti per le conseguenze <strong>di</strong> un loro eventuale collasso;<br />

- Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile<br />

in caso <strong>di</strong> calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente. Reti viarie <strong>di</strong> tipo A o B, <strong>di</strong> cui al D.M. 5<br />

novembre 2001, n. 6792, “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, e <strong>di</strong> tipo C quando appartenenti ad<br />

itinerari <strong>di</strong> collegamento tra capoluoghi <strong>di</strong> provincia non altresì serviti da strade <strong>di</strong> tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie <strong>di</strong> importanza<br />

critica per il mantenimento delle vie <strong>di</strong> comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento <strong>di</strong><br />

acquedotti e a impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.01.01 Travature reticolari<br />

Pagina 8


Elemento Manutenibile: 01.01.01<br />

Travature reticolari<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.01.01.A01 Corrosione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 01.01<br />

Strutture in elevazione in acciaio<br />

Le travature reticolari sono strutture formate da un insieme <strong>di</strong> aste (travi) complanari che vengono vincolate ai no<strong>di</strong> in modo da<br />

realizzare un elemento resistente e indeformabile. Sono costituite da due elementi continui chiamati correnti e da un'anima<br />

scomposta in elementi lineari, <strong>di</strong>sposti in verticale ed inclinati. Gli elementi verticali vengono definiti montanti mentre quelli inclinati<br />

<strong>di</strong>agonali. Entrambi gli elementi devono assorbire le sollecitazioni tangenziali che nascono con l'inflessione a carico dei correnti<br />

determinandone lo scorrimento relativo <strong>di</strong> quest'ultimi. In considerazione del meccanismo resistente della struttura reticolare si<br />

possono ridurre il numero delle aste e <strong>di</strong>sporle in triangolazioni semplici, con lati e angoli simili per assicurare una uniforme<br />

<strong>di</strong>stribuzione degli sforzi. Sono particolarmente adatte per superare luci notevoli. Esistono numerosissimi esempi <strong>di</strong> travature<br />

reticolari, <strong>di</strong>fferenti tra <strong>di</strong> loro per geometria ed equilibrio statico. La loro giunzione avviene attraverso unioni (chiodatura, saldatura,<br />

ecc.).<br />

Deca<strong>di</strong>mento degli elementi metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.01.01.A02 Deformazioni e spostamenti<br />

Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.<br />

01.01.01.A03 Imbozzamento<br />

Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima.<br />

01.01.01.A04 Snervamento<br />

Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente<br />

elastico dell'acciaio.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.01.01.C01 Controllo <strong>di</strong> deformazioni e/o spostamenti<br />

Cadenza: ogni 12 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti delll'elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normale<br />

configurazione.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica.<br />

Pagina 9


• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazioni e spostamenti.<br />

• Ditte specializzate: Tecnici <strong>di</strong> livello superiore.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.01.01.I01 Interventi sulle strutture<br />

Cadenza: a guasto<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo <strong>di</strong> anomalia riscontrata e previa <strong>di</strong>agnosi delle cause del <strong>di</strong>fetto<br />

accertato.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 10


Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Le unioni sono costituite da elementi che per materiale e tecniche <strong>di</strong>verse consentono la realizzazione <strong>di</strong> collegamenti tra elementi<br />

delle strutture nel rispetto delle normative vigenti. Le unioni rappresentano una caratteristica fondamentale nelle costruzioni in<br />

legno, acciaio, miste, ecc.. Esse hanno lo scopo <strong>di</strong> unire le parti, definite in sede progettuale, per realizzare strutture complete che<br />

devono rispondere a requisiti precisi.<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)<br />

01.02.R01 Resistenza alla corrosione<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Durabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Durabilità<br />

Gli elementi <strong>di</strong> unione utilizzati non devono decadere in processi <strong>di</strong> corrosione.<br />

Prestazioni:<br />

Gli elementi metallici utilizzati per le unioni non devono decadere in processi <strong>di</strong> corrosione se sottoposti all'azione dell'acqua e del<br />

gelo.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

I materiali utilizzati per le unioni devono sod<strong>di</strong>sfare i requisiti in<strong>di</strong>cati dalla norme vigenti.<br />

01.02.R02 Resistenza Meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Gli elementi utilizzati per realizzare unioni <strong>di</strong>verse devono garantire resistenza meccanica alle sollecitazioni ad essi trasmessi<br />

Prestazioni:<br />

Le unioni devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni <strong>di</strong> trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo<br />

<strong>di</strong> vita.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

I materiali utilizzati per le unioni devono sod<strong>di</strong>sfare i requisiti in<strong>di</strong>cati dalla norme vigenti.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

° 01.02.02 Perni per acciaio<br />

° 01.02.03 Saldature per acciaio<br />

Pagina 11


Elemento Manutenibile: 01.02.01<br />

Bullonature per acciaio<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

01.02.01.R01 Durabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Durabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Durabilità<br />

Le bullonature per acciaio devono garantire adeguata resistenza durante il loro ciclo <strong>di</strong> vita.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Si tratta <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti metalliche. Le tipologie e caratteristiche dei prodotti forniti dal mercato variano a secondo<br />

dell'impiego.<br />

L'impiego <strong>di</strong> bulloni è in<strong>di</strong>cato quando vi è la necessità <strong>di</strong> collegare elementi con spessori notevoli e/o nei casi in cui i collegamenti<br />

devono essere realizzati in cantiere. Essi possono essere stampati o torniti. Sono formati da:<br />

- viti, con testa (definita bullone) con forma esagonale e gambo in parte o completamente filettato. generalmente il <strong>di</strong>ametro dei<br />

bulloni utilizzati per le carpenterie varia tra i 12-30 mm;<br />

- da<strong>di</strong>, sempre <strong>di</strong> forma esagonale, che svolgono la funzione <strong>di</strong> serraggio del bullone;<br />

- rondelle, in genere <strong>di</strong> forma circolare, che svolgono la funzione <strong>di</strong> rendere agevole il serraggio dei da<strong>di</strong>;<br />

- controda<strong>di</strong>, si tratta <strong>di</strong> rosette elastiche, bulloni precaricati, e/o altri sistemi, con funzione <strong>di</strong> resistenza ad eventuali vibrazioni.<br />

I bulloni sono in genere sottoposti a forze perpen<strong>di</strong>colari al gambo (a taglio) e/o a forze parallele al gambo (a trazione).<br />

Le unioni bullonate si <strong>di</strong>vidono in due categorie:<br />

- a flangia, usate tipicamente nei casi in cui il bullone è sottoposto prevalentemente a trazione.<br />

- a coprigiunto, usate tipicamente nei casi in cui il bullone è sottoposto a taglio.<br />

Prestazioni:<br />

Le bullonature per acciaio dovranno garantire adeguata resistenza secondo i valori tabellati della norma UNI EN 20898.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Le bullonature utilizzate in carpenteria tabellati per classi, secondo UNI EN 20898. , dovranno rispettare i seguenti parametri:<br />

- Classe 4.6: Resistenza a taglio (fk,V) = 170 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 240 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N) =<br />

240 MPa, Resistenza ultima (ft) = 400 Mpa, Allungamento % (A%) = 22;<br />

- Classe 5.6: Resistenza a taglio (fk,V) = 212 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 300 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N) =<br />

300 MPa, Resistenza ultima (ft) = 500 Mpa, Allungamento % (A%) = 20;<br />

- Classe 6.8: Resistenza a taglio (fk,V) = 255 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 360 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N) =<br />

480 MPa, Resistenza ultima (ft) = 600 Mpa, Allungamento % (A%) = 16;<br />

- Classe 8.8: Resistenza a taglio (fk,V) = 396 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 560 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N) =<br />

640 MPa, Resistenza ultima (ft) = 800 Mpa, Allungamento % (A%) = 12;<br />

- Classe 10.9: Resistenza a taglio (fk,V) = 495 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 700 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N)<br />

= 900 MPa, Resistenza ultima (ft) = 1000 Mpa, Allungamento % (A%) = 9;<br />

- Classe 12.9: Resistenza a taglio (fk,V) = 594 MPa, Resistenza a snervamento (fy) = 840 MPa, Res.a trazione/compressione (fk,N)<br />

= 1080 MPa, Resistenza ultima (ft) = 1200 Mpa, Allungamento % (A%) = 8.<br />

Questi valori caratteristici andranno <strong>di</strong>visi per un coefficiente <strong>di</strong> modello e uno <strong>di</strong> sicurezza del materiale per i calcoli <strong>di</strong> progetto. Le<br />

classi 8.8, 10.9 e 12.9 sono dette ad alta resistenza e per esse viene effettuata solamente la verifica ad attrito tra le superfici <strong>di</strong><br />

contatto della lamiera e del bullone, ovvero si verifica che la forza <strong>di</strong> serraggio dei bulloni renda efficace l'unione. Per tutte le altre<br />

classi si considera il tranciamento del bullone, lo strappo e il rifollamento della lamiera.<br />

I <strong>di</strong>ametri dei bulloni in genere variano dai 12 ai 30 mm (a due a due fino a 24 mm, poi 27 e 30); nel <strong>di</strong>mensionamento, a causa della<br />

loro filettatura, si considera un'area equivalente e non quella effettiva ricavabile dal <strong>di</strong>ametro.<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

Pagina 12


01.02.01.A01 Allentamento<br />

Allentamento delle bullonature rispetto alle tenute <strong>di</strong> serraggio.<br />

01.02.01.A02 Corrosione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.01.A03 Rifollamento<br />

Deformazione dei fori delle lamiere, pre<strong>di</strong>sposti per le unioni, dovute alla variazione delle azioni esterne sulla struttura e/o ad errori<br />

progettuali e/o costruttivi.<br />

01.02.01.A04 Strappamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni assiali che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

01.02.01.A05 Tranciamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni taglianti che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.01.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni 2 anni<br />

Tipologia: Revisione<br />

Controllo degli elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti e verifica della giusta tenuta <strong>di</strong> serraggio.<br />

Per la corretta messa in opera delle unioni bullonate occorre fare 4 tipi <strong>di</strong> verifica:<br />

- verifica <strong>di</strong> resistenza a taglio o a tranciamento;<br />

- verifica della pressione del foro o a rifollamento;<br />

- verifica a rottura per trazione della piastra o a strappamento;<br />

- verifica a rottura per trazione dei fori o a strappamento.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza Meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Allentamento; 2) Corrosione; 3) Rifollamento; 4) Strappamento; 5) Tranciamento.<br />

• Ditte specializzate: Tecnici <strong>di</strong> livello superiore.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.01.I01 Ripristino<br />

Cadenza: ogni 2 anni<br />

Ripristino delle tenute <strong>di</strong> serraggio tra elementi. Sostituzione <strong>di</strong> eventuali elementi corrosi o degradati con altri <strong>di</strong> analoghe<br />

caratteristiche.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 13


Elemento Manutenibile: 01.02.02<br />

Perni per acciaio<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.02.02.A01 Allentamento<br />

Allentamento dei perni rispetto alle tenute <strong>di</strong> serraggio.<br />

01.02.02.A02 Corrosione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Si tratta <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> giunzione tra elementi in acciaio. Le tipologie e caratteristiche dei prodotti forniti dal mercato variano a<br />

secondo dell'impiego. I perni delle cerniere sono sollecitati a taglio e flessione.<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.02.A03 Rifollamento<br />

Deformazione dei fori delle lamiere, pre<strong>di</strong>sposti per le unioni, dovute alla variazione delle azioni esterne sulla struttura e/o ad errori<br />

progettuali e/o costruttivi.<br />

01.02.02.A04 Strappamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni assiali che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

01.02.02.A05 Tranciamento<br />

Rottura dell'elemento dovute a sollecitazioni taglianti che superano la capacità <strong>di</strong> resistenza del materiale.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.02.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni 2 anni<br />

Tipologia: Revisione<br />

Controllo degli elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti e verifica della giusta tenuta <strong>di</strong> serraggio.<br />

Per la corretta messa in opera delle unioni bullonate occorre fare 4 tipi <strong>di</strong> verifica:<br />

- verifica <strong>di</strong> resistenza a taglio o a tranciamento;<br />

- verifica della pressione del foro o a rifollamento;<br />

- verifica a rottura per trazione della piastra o a strappamento;<br />

- verifica a rottura per trazione dei fori o a strappamento.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza Meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Allentamento; 2) Corrosione; 3) Rifollamento; 4) Strappamento; 5) Tranciamento.<br />

• Ditte specializzate: Tecnici <strong>di</strong> livello superiore.<br />

Pagina 14


MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.02.I01 Ripristino<br />

Cadenza: ogni 2 mesi<br />

Ripristino delle tenute <strong>di</strong> serraggio tra elementi. Sostituzione <strong>di</strong> eventuali elementi corrosi o degradati con altri <strong>di</strong> analoghe<br />

caratteristiche.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 15


Elemento Manutenibile: 01.02.03<br />

Saldature per acciaio<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

01.02.03.R01 Certificazione delle saldature<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Controllabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Controllabilità<br />

Le saldature degli acciai dovrà avvenire me<strong>di</strong>ante i proce<strong>di</strong>menti co<strong>di</strong>ficati previsti dalla normativa vigente.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 01.02<br />

Unioni<br />

Le saldature sono collegamenti <strong>di</strong> parti solide che realizzano una continuità del materiale fra le parti che vengono unite. Le saldature,<br />

in genere, presuppongono la fusione delle parti che vengono unite. Attraverso le saldature viene garantita anche la continuità delle<br />

caratteristiche dei materiali delle parti unite. Esse si basano sul riscaldamento degli elementi da unire (definiti pezzi base) fino al<br />

raggiungimento del rammollimento e/o la fusione per ottenere il collegamento delle parti con o senza materiale d'apporto che<br />

fondendo forma un cordone <strong>di</strong> saldatura.<br />

Tra le principali unioni saldate:<br />

- a piena penetrazione;<br />

- a parziale penetrazione;<br />

- unioni realizzate con cordoni d’angolo.<br />

Tra le principali tecniche <strong>di</strong> saldature si elencano:<br />

- saldatura a filo continuo (mig-mag);<br />

- saldatura per fusione (tig);<br />

- saldatura con elettrodo rivestito;<br />

- saldatura a fiamma ossiacetilenica;<br />

- saldatura in arco sommerso;<br />

- saldatura narrow-gap;<br />

- saldatura a resistenza;<br />

- saldatura a punti;<br />

- saldatura a rilievi;<br />

- saldatura a rulli;<br />

- saldatura per scintillio;<br />

- saldatura a plasma;<br />

- saldatura laser;<br />

- saldatura per attrito.<br />

Prestazioni:<br />

La saldatura degli acciai dovrà avvenire con uno dei proce<strong>di</strong>menti all’arco elettrico co<strong>di</strong>ficati secondo la norma UNI EN ISO 4063.<br />

È ammesso l’uso <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>versi purché sostenuti da adeguata documentazione teorica e sperimentale.<br />

I saldatori nei proce<strong>di</strong>menti semiautomatici e manuali dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN 287-1 da parte <strong>di</strong> un<br />

Ente terzo. A deroga <strong>di</strong> quanto richiesto nella norma UNI EN 287-1, i saldatori che eseguono giunti a T con cordoni d’angolo<br />

dovranno essere specificamente qualificati e non potranno essere qualificati soltanto me<strong>di</strong>ante l’esecuzione <strong>di</strong> giunti testa-testa.<br />

Gli operatori dei proce<strong>di</strong>menti automatici o robotizzati dovranno essere certificati secondo la norma UNI EN 1418. Tutti i<br />

proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> saldatura dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN ISO 15614-1.<br />

Le durezze eseguite sulle macrografie non dovranno essere superiori a 350 HV30. Per la saldatura ad arco <strong>di</strong> prigionieri <strong>di</strong> materiali<br />

metallici (saldatura ad innesco me<strong>di</strong>ante sollevamento e saldatura a scarica <strong>di</strong> condensatori ad innesco sulla punta) si applica la<br />

norma UNI EN ISO 14555; valgono perciò i requisiti <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> cui al prospetto A1 della appen<strong>di</strong>ce A della stessa norma.<br />

Le prove <strong>di</strong> qualifica dei saldatori, degli operatori e dei proce<strong>di</strong>menti dovranno essere eseguite da un Ente terzo; in assenza <strong>di</strong><br />

prescrizioni in proposito l’Ente sarà scelto dal costruttore secondo criteri <strong>di</strong> competenza e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza.<br />

Sono richieste caratteristiche <strong>di</strong> duttilità, snervamento, resistenza e tenacità in zona fusa e in zona termica alterata non inferiori a<br />

quelle del materiale base.<br />

Nell’esecuzione delle saldature dovranno inoltre essere rispettate le norme UNI EN 1011 parti 1 e 2 per gli acciai ferritici e della<br />

Pagina 16


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

parte 3 per gli acciai inossidabili. Per la preparazione dei lembi si applicherà, salvo casi particolari, la norma UNI EN ISO 9692-1.<br />

Le saldature saranno sottoposte a controlli non <strong>di</strong>struttivi finali per accertare la corrispondenza ai livelli <strong>di</strong> qualità stabiliti dal<br />

progettista sulla base delle norme applicate per la progettazione.<br />

In assenza <strong>di</strong> tali dati per strutture non soggette a fatica si adotterà il livello C della norma UNI EN ISO 5817 e il livello B per<br />

strutture soggette a fatica.<br />

L’entità ed il tipo <strong>di</strong> tali controlli, <strong>di</strong>struttivi e non <strong>di</strong>struttivi, in aggiunta a quello visivo al 100%, saranno definiti dal Collaudatore e<br />

dal Direttore dei Lavori; per i cordoni ad angolo o giunti a parziale penetrazione si useranno meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> superficie (ad es. liqui<strong>di</strong><br />

penetranti o polveri magnetiche), mentre per i giunti a piena penetrazione, oltre a quanto sopra previsto, si useranno meto<strong>di</strong><br />

volumetrici e cioè raggi X o gamma o ultrasuoni per i giunti testa a testa e solo ultrasuoni per i giunti a T a piena penetrazione.<br />

Per le modalità <strong>di</strong> esecuzione dei controlli ed i livelli <strong>di</strong> accettabilità si potrà fare utile riferimento alle prescrizioni della norma UNI<br />

EN 12062.<br />

Tutti gli operatori che eseguiranno i controlli dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN 473 almeno <strong>di</strong> secondo livello.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni <strong>di</strong> legge e <strong>di</strong> norme vigenti in materia. In particolare: D.M. 14.1.2008 (Norme<br />

tecniche per le costruzioni) e C.M. 2.2.2009, n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni» <strong>di</strong><br />

cui al decreto ministeriale 14.1.2008).<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.02.03.A01 Corrosione<br />

Deca<strong>di</strong>mento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride<br />

carbonica, ecc.).<br />

01.02.03.A02 Cricca<br />

Fen<strong>di</strong>tura sottile e profonda del materiale costituente alla saldatura dovuta ad errori <strong>di</strong> esecuzione.<br />

01.02.03.A03 Interruzione<br />

Interruzione dei cordoni <strong>di</strong> saldatura e mancanza <strong>di</strong> continuità tra le parti.<br />

01.02.03.A04 Rottura<br />

Rottura dei cordoni <strong>di</strong> saldatura e mancanza <strong>di</strong> continuità tra le parti.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.03.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni anno<br />

Tipologia: Revisione<br />

Controllo della continuità delle parti saldate e l'assenza <strong>di</strong> anomalie evidenti.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza Meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Interruzione; 3) Rottura; 4) Cricca.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.02.03.I01 Ripristino<br />

Pagina 17


Cadenza: quando occorre<br />

Rimozione della saldatura <strong>di</strong>fettosa e realizzazione <strong>di</strong> una nuova.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

01.02.03.I02 Rimozione ossidazioni<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Rimozione <strong>di</strong> eventuali ossidazioni che interessano le saldature.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 18


Unità Tecnologica: 01.03<br />

Coperture<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema e<strong>di</strong>lizio aventi funzione <strong>di</strong> separare gli spazi interni del<br />

sistema e<strong>di</strong>lizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Esse si <strong>di</strong>stinguono in base alla loro geometria e al tipo <strong>di</strong> struttura.<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)<br />

01.03.R01 Resistenza meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico (carichi concentrati e <strong>di</strong>stribuiti) <strong>di</strong> progetto<br />

in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato <strong>di</strong><br />

supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi <strong>di</strong> tenuta.<br />

Prestazioni:<br />

Tutte le coperture devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi <strong>di</strong> rotture o deformazioni gravi sotto l'azione <strong>di</strong><br />

sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiu<strong>di</strong>care la sicurezza degli utenti. A<br />

tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e <strong>di</strong> esercizio, carichi presenti per operazioni <strong>di</strong><br />

manutenzione quali pedonamento <strong>di</strong> addetti, sollecitazioni sismiche, carichi dovuti a <strong>di</strong>latazioni termiche, assestamenti e<br />

deformazioni <strong>di</strong> strutture portanti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle<br />

leggi e normative vigenti.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 01.03.01 Strutture in acciaio<br />

Pagina 19


Elemento Manutenibile: 01.03.01<br />

Strutture in acciaio<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

01.03.01.A01 Corrosione<br />

Corrosione degli elementi metallici con relativa riduzione della sezione resistente.<br />

01.03.01.A02 Deformazione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 01.03<br />

Coperture<br />

E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari; profili a C e a doppio T, ecc.) <strong>di</strong>sposti a secondo della<br />

geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci <strong>di</strong> supporto al manto <strong>di</strong><br />

copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati<br />

sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti <strong>di</strong>rettamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o me<strong>di</strong>ante saldature <strong>di</strong> lamiere a<br />

caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura <strong>di</strong> copertura ha la funzione dominante <strong>di</strong> reggere o portare il manto e <strong>di</strong> resistere<br />

ai carichi esterni.<br />

Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della forma geometrica degli stessi.<br />

01.03.01.A03 Deformazioni e spostamenti<br />

Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.<br />

01.03.01.A04 Distacco<br />

Distacco degli elementi dai <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> fissaggio e relativo scorrimento.<br />

01.03.01.A05 Errori <strong>di</strong> pendenza<br />

Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gra<strong>di</strong>, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale <strong>di</strong> giacitura delle falde)<br />

rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza <strong>di</strong> falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica <strong>di</strong><br />

riferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.<br />

01.03.01.A06 Imbozzamento<br />

Deformazione dell'elemento che si localizza in prossimità dell'ala e/o dell'anima.<br />

01.03.01.A07 Snervamento<br />

Deformazione dell'elemento che si può verificare, quando all'aumentare del carico, viene meno il comportamento perfettamente<br />

elastico dell'acciaio.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE<br />

01.03.01.C01 Controllo struttura<br />

Cadenza: ogni 12 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Pagina 20


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Controllo del grado <strong>di</strong> usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca <strong>di</strong> anomalie (corrosione, <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> ancoraggi, per<strong>di</strong>ta delle<br />

caratteristiche <strong>di</strong> resistenza, ecc.).<br />

• Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Distacco; 4) Errori <strong>di</strong> pendenza.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

01.03.01.I01 Ripristino protezione<br />

Cadenza: ogni 2 anni<br />

Ripristino delle parti in vista della protezione anticorrosiva previa pulizia delle superfici, me<strong>di</strong>ante rimozione della polvere e <strong>di</strong> altri<br />

depositi. Trattamento anticorrosivo sulle parti in vista con applicazione a spruzzo o a pennello <strong>di</strong> protezione anticorrosione.<br />

• Ditte specializzate: Pittore, Specializzati vari.<br />

01.03.01.I02 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche<br />

Cadenza: ogni 2 anni<br />

Ripristino e/o sostituzione degli elementi <strong>di</strong> connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni <strong>di</strong> quelli mancanti.<br />

Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici me<strong>di</strong>ante rimozione della ruggine ed applicazione <strong>di</strong> vernici<br />

protettive. Riparazione <strong>di</strong> eventuali corrosioni o fessurazioni me<strong>di</strong>ante saldature in loco con elementi <strong>di</strong> raccordo.<br />

• Ditte specializzate: Tecnici <strong>di</strong> livello superiore, Specializzati vari.<br />

01.03.01.I03 Sostituzione strutture metalliche<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituzione parziale o totale degli elementi <strong>di</strong> struttura degradati per eccessiva corrosione, deformazione e/o riduzione della sezione.<br />

Ripristino degli elementi <strong>di</strong> copertura.<br />

• Ditte specializzate: Tecnici <strong>di</strong> livello superiore, Specializzati vari.<br />

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Corpo d'Opera: 02<br />

IMPIANTI<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

° 02.02 Impianto elettrico<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 22


Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

L'impianto <strong>di</strong> illuminazione consente <strong>di</strong> creare con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> visibilità negli ambienti. L'impianto <strong>di</strong> illuminazione deve consentire,<br />

nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità <strong>di</strong> illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, <strong>di</strong>rezionalità della luce,<br />

colore e resa della luce.<br />

L'impianto <strong>di</strong> illuminazione è' costituito generalmente da: lampade ad incandescenza, lampade fluorescenti, lampade alogene,<br />

lampade compatte, lampade a scariche, lampade a ioduri metallici, lampade a vapore <strong>di</strong> mercurio, lampade a vapore <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o e pali<br />

per il sostegno dei corpi illuminanti.<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)<br />

02.01.R01 Efficienza luminosa<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Visivi<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Aspetto<br />

I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai<br />

costruttori delle lampade.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con<br />

riferimento a quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.01.R02 Resistenza meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Gli impianti <strong>di</strong> illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> contrastare in modo efficace il prodursi <strong>di</strong><br />

deformazioni o rotture sotto l'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni.<br />

Prestazioni:<br />

Gli elementi costituenti gli impianti <strong>di</strong> illuminazione devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione <strong>di</strong><br />

sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli<br />

utenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 02.01.01 Lampade ad induzione<br />

° 02.01.02 Lampioni a braccio<br />

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Elemento Manutenibile: 02.01.01<br />

Lampade ad induzione<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.01.01.A01 Abbassamento livello <strong>di</strong> illuminazione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Le lampade ad induzione sono lampade <strong>di</strong> "nuova generazione" che basano il loro funzionamento su quello delle lampade<br />

fluorescenti con la <strong>di</strong>fferenza (che è sostanziale ai fini delle ren<strong>di</strong>mento e della durata) che non sono previsti gli elettro<strong>di</strong>.<br />

La luce visibile viene prodotta da campi elettromagnetici alternati che circolano nella miscela <strong>di</strong> mercurio e gas raro contenuti nel<br />

bulbo innescando la ionizzazione; i campi elettromagnetici sono prodotti da parte <strong>di</strong> un elemento detto antenna (posizionato al centro<br />

del bulbo) costituito da un avvolgimento alimentato da un generatore elettronico ad alta frequenza.<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione dovuto a per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> carica dei vapori <strong>di</strong> mercurio, ossidazione dei deflettori,<br />

impolveramento delle lampa<strong>di</strong>ne.<br />

02.01.01.A02 Avarie<br />

Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.<br />

02.01.01.A03 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.01.01.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampa<strong>di</strong>ne.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Efficienza luminosa.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello <strong>di</strong> illuminazione.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.01.01.I01 Pulizia<br />

Cadenza: ogni 2 mesi<br />

Eseguire la pulizia degli elementi a corredo delle lampade eventualmente installati (<strong>di</strong>ffusori, rifrattori, ecc.).<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

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02.01.01.I02 Sostituzione delle lampade<br />

Cadenza: ogni 300 mesi<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a delle lampade fornite dal produttore. Nel<br />

caso delle lampade ad induzione si prevede una durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a pari a 60000 h.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

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Elemento Manutenibile: 02.01.02<br />

Lampioni a braccio<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

02.01.02.R01 Efficienza luminosa<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Funzionalità d'uso<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.01<br />

Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Questi tipi <strong>di</strong> lampioni sostengono uno o più apparecchi <strong>di</strong> illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un braccio<br />

al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente<br />

all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in alluminio i<br />

materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN<br />

755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni <strong>di</strong> fondazione e la piastra d’appoggio me<strong>di</strong>ante isolamento<br />

o separazione fisica. Per i bulloni <strong>di</strong> fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio<br />

utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.<br />

I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai<br />

costruttori delle lampade.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con<br />

riferimento a quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.01.02.R02 Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong><br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Funzionalità d'uso<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

I componenti dei lampioni devono essere in grado <strong>di</strong> evitare il passaggio <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> per evitare alle persone qualsiasi pericolo <strong>di</strong><br />

folgorazione per contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto prescritto dalla normativa.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e come<br />

certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.01.02.R03 Isolamento elettrico<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione elettrica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado <strong>di</strong> resistere al passaggio <strong>di</strong> cariche elettriche senza perdere le proprie<br />

caratteristiche.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e come certificato dalle <strong>di</strong>tte<br />

costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

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Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.01.02.R04 Resistenza meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> sopportare deformazioni e/o ce<strong>di</strong>menti.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Prestazioni:<br />

Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine <strong>di</strong> evitare ce<strong>di</strong>menti strutturali derivanti sia dal peso<br />

proprio che dall'azione della spinta del vento.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN<br />

40-3-1. La progettazione strutturale <strong>di</strong> un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata me<strong>di</strong>ante calcolo in conformità al<br />

UNI EN 40-3-3 oppure me<strong>di</strong>ante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.<br />

02.01.02.R05 Resistenza alla corrosione<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Controllabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Controllabilità<br />

I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni <strong>di</strong> corrosione per non<br />

compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.<br />

Prestazioni:<br />

Ai fini della protezione contro la corrosione si <strong>di</strong>vide il palo nelle zone seguenti:<br />

- zona A: superficie esterna del palo dalla sommità fino a un minimo <strong>di</strong> 0,2 m sopra al livello del suolo (tale misura consente una<br />

sovrapposizione della protezione) o tutta la parte esteriore per pali con piastra d’appoggio;<br />

- zona B: superficie esterna della parte interrata estesa a una lunghezza minima <strong>di</strong> 0,25 m sopra il livello del suolo;<br />

- zona C: superficie interna del palo.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente:<br />

- zona A: nessuno;<br />

- zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore <strong>di</strong> strato minimo <strong>di</strong> 250 µm, o<br />

qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado <strong>di</strong> garantire lo stesso grado <strong>di</strong> protezione, il rivestimento dovrebbe essere<br />

applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza;<br />

- zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe<br />

essere applicata come per la zona B.<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.01.02.A01 Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> illuminazione dovuto ad usura delle lampa<strong>di</strong>ne, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle<br />

lampa<strong>di</strong>ne.<br />

02.01.02.A02 Alterazione cromatica<br />

Alterazione dei colori originali dovuta all'azione degli agenti atmosferici (sole, gran<strong>di</strong>ne, pioggia, ecc.).<br />

02.01.02.A03 Anomalie dei corpi illuminanti<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei corpi illuminanti.<br />

02.01.02.A04 Anomalie del rivestimento<br />

Difetti <strong>di</strong> tenuta del rivestimento o della zincatura.<br />

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02.01.02.A05 Corrosione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Possibile corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> tenuta dello strato <strong>di</strong> protezione<br />

superficiale.<br />

02.01.02.A06 Depositi superficiali<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc.<br />

02.01.02.A07 Difetti <strong>di</strong> messa a terra<br />

Difetti <strong>di</strong> messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.01.02.A08 Difetti <strong>di</strong> serraggio<br />

Abbassamento del livello <strong>di</strong> serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.<br />

02.01.02.A09 Difetti <strong>di</strong> stabilità<br />

Difetti <strong>di</strong> ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra <strong>di</strong> appoggio.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.01.02.C01 Controllo corpi illuminanti<br />

Cadenza: ogni 3 mesi<br />

Tipologia: Ispezione<br />

Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong>.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Difetti <strong>di</strong> messa a terra; 2) Difetti <strong>di</strong> stabilità; 3) Anomalie del rivestimento.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.01.02.C02 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni 3 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato <strong>di</strong> tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong>; 4) Resistenza meccanica; 5)<br />

Resistenza alla corrosione.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti <strong>di</strong> serraggio; 3) Difetti <strong>di</strong> messa a terra; 4) Difetti <strong>di</strong> stabilità.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.01.02.I01 Pulizia<br />

Cadenza: ogni 3 mesi<br />

Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore me<strong>di</strong>ante straccio umido e detergente.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.01.02.I02 Sostituzione dei lampioni<br />

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Cadenza: ogni 15 anni<br />

Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a fornita dal produttore.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.01.02.I03 Sostituzione lampade<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Eseguire la sostituzione delle lampade a perio<strong>di</strong>cità variabile a seconda del tipo <strong>di</strong> lampada utilizzata:<br />

-ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.01.02.I04 Verniciatura<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei lampioni quando occorre.<br />

• Ditte specializzate: Pittore.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

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Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

L'impianto elettrico, nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per civili abitazioni, ha la funzione <strong>di</strong> addurre, <strong>di</strong>stribuire ed erogare energia elettrica. Per<br />

potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione me<strong>di</strong>ante un gruppo <strong>di</strong> misura; da quest'ultimo<br />

parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro <strong>di</strong> zona parte la linea secondaria che deve essere<br />

sezionata (nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze <strong>di</strong> illuminazione e l'altra per le utenze a<br />

maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso <strong>di</strong> corti circuiti. La <strong>di</strong>stribuzione principale dell'energia<br />

avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la <strong>di</strong>stribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine <strong>di</strong><br />

protezione (<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve<br />

essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)<br />

02.02.R01 Isolamento elettrico<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione elettrica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado <strong>di</strong> resistere al passaggio <strong>di</strong> cariche elettriche senza perdere le<br />

proprie caratteristiche.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e<br />

come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R02 Resistenza meccanica<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> contrastare in modo efficace il prodursi <strong>di</strong> deformazioni o<br />

rotture sotto l'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni.<br />

Prestazioni:<br />

Gli elementi costituenti gli impianti elettrici devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione <strong>di</strong> sollecitazioni<br />

meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R03 (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Funzionalità d'uso<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Per evitare qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazione alle persone, causato da un contatto <strong>di</strong>retto, i componenti degli impianti elettrici<br />

devono essere dotati <strong>di</strong> collegamenti equipotenziali con l’impianto <strong>di</strong> terra dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Prestazioni:<br />

Le <strong>di</strong>spersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e <strong>di</strong> messa a terra dei componenti degli<br />

impianti me<strong>di</strong>ante misurazioni <strong>di</strong> resistenza a terra.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto e nell’ambito della <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità prevista dall'art.7 del<br />

D.M. 22 gennaio 2008 n .37.<br />

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02.02.R04 Limitazione dei rischi <strong>di</strong> intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado <strong>di</strong> consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo<br />

agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e<br />

come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R05 (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo della condensazione interstiziale<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Sicurezza d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

I componenti degli impianti elettrici capaci <strong>di</strong> condurre elettricità devono essere in grado <strong>di</strong> evitare la formazione <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong><br />

condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazioni per contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto prescritto dalla norma<br />

tecnica.<br />

Prestazioni:<br />

Si possono controllare i componenti degli impianti elettrici procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le norme CEI<br />

vigenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R06 Attitu<strong>di</strong>ne a limitare i rischi <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione antincen<strong>di</strong>o<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi <strong>di</strong> probabili incen<strong>di</strong>.<br />

Prestazioni:<br />

Per limitare i rischi <strong>di</strong> probabili incen<strong>di</strong> i generatori <strong>di</strong> calore, funzionanti ad energia elettrica, devono essere installati e funzionare<br />

nel rispetto <strong>di</strong> quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R07 Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong><br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Sicurezza d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado <strong>di</strong> evitare il passaggio <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> per evitare alle persone qualsiasi<br />

pericolo <strong>di</strong> folgorazione per contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto prescritto dalla normativa.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e<br />

come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.R08 Montabilità/Smontabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Facilità d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera <strong>di</strong> altri elementi in caso <strong>di</strong><br />

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necessità.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Prestazioni:<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo<br />

smontare o <strong>di</strong>sfare l'intero impianto.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

° 02.02.02 Prese e spine<br />

° 02.02.03 Interruttori<br />

° 02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

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Elemento Manutenibile: 02.02.01<br />

Canalizzazioni in PVC<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

02.02.01.R01 Resistenza al fuoco<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione antincen<strong>di</strong>o<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici; sono generalmente realizzate in PVC e devono<br />

essere conformi alle prescrizioni <strong>di</strong> sicurezza delle norme CEI (dovranno essere dotate <strong>di</strong> marchio <strong>di</strong> qualità o certificate secondo le<br />

<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge).<br />

Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili <strong>di</strong> essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo<br />

quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da “marchio <strong>di</strong> conformità” o “<strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> conformità”.<br />

Prestazioni:<br />

Le prove per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi sono quelle in<strong>di</strong>cate dalle norme UNI.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.01.R02 Stabilità chimico reattiva<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado <strong>di</strong> mantenere inalterate nel tempo le proprie<br />

caratteristiche chimico-fisiche.<br />

Prestazioni:<br />

Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti elettrici non devono presentare incompatibilità<br />

chimico-fisica.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.01.A01 Corto circuiti<br />

Corti circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.01.A02 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.02.01.A03 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Pagina 33


Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

02.02.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale<br />

Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.<br />

02.02.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria<br />

Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.<br />

02.02.01.A07 Surriscaldamento<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.01.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole <strong>di</strong> passaggio. Verificare<br />

inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Resistenza meccanica; 3) Stabilità chimico reattiva.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Surriscaldamento.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.01.I01 Ripristino grado <strong>di</strong> protezione<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Ripristinare il previsto grado <strong>di</strong> protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

Pagina 34


Elemento Manutenibile: 02.02.02<br />

Prese e spine<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

02.02.02.R01 Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Funzionalità d'uso<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia<br />

elettrica proveniente dalla linea principale <strong>di</strong> adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a<br />

pavimento (cassette).<br />

Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche <strong>di</strong> facilità <strong>di</strong> uso, <strong>di</strong> funzionalità e <strong>di</strong><br />

manovrabilità.<br />

Prestazioni:<br />

Le prese e spine devono essere <strong>di</strong>sposte in posizione ed altezza dal piano <strong>di</strong> calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro,<br />

ed essere accessibili anche da parte <strong>di</strong> persone con impe<strong>di</strong>te o ridotta capacità motoria.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

In particolare l’altezza <strong>di</strong> installazione dal piano <strong>di</strong> calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m, ad eccezione<br />

<strong>di</strong> quei componenti il cui azionamento avviene me<strong>di</strong>ante comando a <strong>di</strong>stanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.02.A01 Corto circuiti<br />

Corto circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.02.A02 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

02.02.02.A03 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.02.A04 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

02.02.02.A05 Surriscaldamento<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

Pagina 35


CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.02.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Verificare la corretta pressione <strong>di</strong> serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon<br />

livello <strong>di</strong> isolamento e <strong>di</strong> protezione (livello minimo <strong>di</strong> protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.<br />

• Requisiti da verificare: 1) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni<br />

elettriche; 3) Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong>; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi <strong>di</strong><br />

intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti <strong>di</strong> taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione;<br />

5) Surriscaldamento.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.02.I01 Sostituzioni<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti <strong>di</strong> prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti,<br />

apparecchi <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> comando.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

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Elemento Manutenibile: 02.02.03<br />

Interruttori<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

02.02.03.R01 Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Funzionalità d'uso<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro <strong>di</strong> zolfo con pressione relativa del SF6 <strong>di</strong> primo<br />

riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori:<br />

- comando a motore carica molle;<br />

- sganciatore <strong>di</strong> apertura;<br />

- sganciatore <strong>di</strong> chiusura;<br />

- contamanovre meccanico;<br />

- contatti ausiliari per la segnalazione <strong>di</strong> aperto-chiuso dell'interruttore.<br />

Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche <strong>di</strong> facilità <strong>di</strong> uso, <strong>di</strong> funzionalità e <strong>di</strong><br />

manovrabilità.<br />

Prestazioni:<br />

Gli interruttori devono essere <strong>di</strong>sposti in posizione ed altezza dal piano <strong>di</strong> calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro,<br />

ed essere accessibili anche da parte <strong>di</strong> persone con impe<strong>di</strong>te o ridotta capacità motoria.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

In particolare l’altezza <strong>di</strong> installazione dal piano <strong>di</strong> calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m, ad eccezione<br />

<strong>di</strong> quei componenti il cui azionamento avviene me<strong>di</strong>ante comando a <strong>di</strong>stanza (ad esempio il telecomando a raggi infrarossi).<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.03.A01 Anomalie dei contatti ausiliari<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei contatti ausiliari.<br />

02.02.03.A02 Anomalie delle molle<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento delle molle.<br />

02.02.03.A03 Anomalie degli sganciatori<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento degli sganciatori <strong>di</strong> apertura e chiusura.<br />

02.02.03.A04 Corto circuiti<br />

Corto circuiti dovuti a <strong>di</strong>fetti nell'impianto <strong>di</strong> messa a terra, a sbalzi <strong>di</strong> tensione (sovraccarichi) o ad altro.<br />

02.02.03.A05 Difetti agli interruttori<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

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02.02.03.A06 Difetti <strong>di</strong> taratura<br />

Difetti <strong>di</strong> taratura dei contattori, <strong>di</strong> collegamento o <strong>di</strong> taratura della protezione.<br />

02.02.03.A07 Disconnessione dell'alimentazione<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> messa a terra, <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong> alimentazione, <strong>di</strong> corto circuito<br />

imprevisto.<br />

02.02.03.A08 Surriscaldamento<br />

Surriscaldamento che può provocare <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.03.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Verificare la corretta pressione <strong>di</strong> serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon<br />

livello <strong>di</strong> isolamento e <strong>di</strong> protezione (livello minimo <strong>di</strong> protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.<br />

• Requisiti da verificare: 1) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni<br />

elettriche; 3) Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong>; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi <strong>di</strong><br />

intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti <strong>di</strong> taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione;<br />

5) Surriscaldamento; 6) Anomalie degli sganciatori.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.03.I01 Sostituzioni<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti degli interruttori quali placchette, coperchi, telai porta frutti,<br />

apparecchi <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> comando.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

Pagina 38


Elemento Manutenibile: 02.02.04<br />

Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

02.02.04.R01 Accessibilità<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Facilità d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 02.02<br />

Impianto elettrico<br />

Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> protezione IP40, fori<br />

asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e<br />

possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado <strong>di</strong> protezione IP55 adatti per<br />

officine e industrie.<br />

I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso <strong>di</strong> guasti.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con<br />

riferimento a quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

02.02.04.R02 Identificabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Facilità d'intervento<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Funzionalità<br />

I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono<br />

riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso <strong>di</strong> emergenza su persone colpite da folgorazione.<br />

Prestazioni:<br />

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalle norme e<br />

come certificato dalle <strong>di</strong>tte costruttrici <strong>di</strong> detti materiali e componenti.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede <strong>di</strong> progetto.<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

02.02.04.A01 Anomalie dei contattori<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei contattori.<br />

02.02.04.A02 Anomalie dei fusibili<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei fusibili.<br />

02.02.04.A03 Anomalie dell'impianto <strong>di</strong> rifasamento<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento della centralina che gestisce l'impianto <strong>di</strong> rifasamento.<br />

Pagina 39


02.02.04.A04 Anomalie dei magnetotermici<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento degli interruttori magnetotermici.<br />

02.02.04.A05 Anomalie dei relè<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei relè termici.<br />

02.02.04.A06 Anomalie della resistenza<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento della resistenza anticondensa.<br />

02.02.04.A07 Anomalie delle spie <strong>di</strong> segnalazione<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento delle spie e delle lampade <strong>di</strong> segnalazione.<br />

02.02.04.A08 Anomalie dei termostati<br />

Difetti <strong>di</strong> funzionamento dei termostati.<br />

02.02.04.A09 Depositi <strong>di</strong> materiale<br />

Accumulo <strong>di</strong> polvere sui contatti che provoca malfunzionamenti.<br />

02.02.04.A10 Difetti agli interruttori<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Difetti agli interruttori magnetotermici e <strong>di</strong>fferenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla<br />

presenza <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà ambientale o <strong>di</strong> condensa.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.04.C01 Controllo centralina <strong>di</strong> rifasamento<br />

Cadenza: ogni 2 mesi<br />

Tipologia: Controllo a vista<br />

Verificare il corretto funzionamento della centralina <strong>di</strong> rifasamento.<br />

• Requisiti da verificare: 1) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto <strong>di</strong> rifasamento.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.C02 Verifica dei condensatori<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Tipologia: Ispezione a vista<br />

Verificare l'integrità dei condensatori <strong>di</strong> rifasamento e dei contattori.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto <strong>di</strong> rifasamento; 2) Anomalie dei contattori.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.C03 Verifica messa a terra<br />

Cadenza: ogni 2 mesi<br />

Tipologia: Controllo<br />

Verificare l'efficienza dell'impianto <strong>di</strong> messa a terra dei quadri.<br />

• Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi <strong>di</strong> intervento; 2) Resistenza meccanica.<br />

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• Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei contattori; 2) Anomalie dei magnetotermici.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.C04 Verifica protezioni<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Tipologia: Ispezione a vista<br />

Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici.<br />

• Requisiti da verificare: 1) (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei fusibili; 2) Anomalie dei magnetotermici; 3) Anomalie dei relè.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

02.02.04.I01 Pulizia generale<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.I02 Serraggio<br />

Cadenza: ogni anno<br />

Eseguire il serraggio <strong>di</strong> tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.I03 Sostituzione centralina rifasamento<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Eseguire la sostituzione della centralina elettronica <strong>di</strong> rifasamento con altra dello stesso tipo.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

02.02.04.I04 Sostituzione quadro<br />

Cadenza: ogni 20 anni<br />

Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa.<br />

• Ditte specializzate: Elettricista.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 41


Corpo d'Opera: 03<br />

RESTAURO<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 03.01 Ripristino e consolidamento<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

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Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Per ripristino e consolidamento s’intendono quegli interventi, tecniche tra<strong>di</strong>zionali o moderne <strong>di</strong> restauro statico eseguite su opere o<br />

manufatti che presentano problematiche <strong>di</strong> tipo statico, da definirsi dopo necessarie indagini storiche, morfologiche e statiche,<br />

relative all’oggetto d’intervento e che vanno ad impe<strong>di</strong>re ulteriori alterazioni dell’equilibrio statico tale da compromettere l’integrità<br />

del manufatto. La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> soluzioni tecniche <strong>di</strong>verse e appropriate sono sottoposte in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e progetto da tecnici<br />

competenti e specializzati del settore.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

° 03.01.02 Barriere chimiche<br />

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Elemento Manutenibile: 03.01.01<br />

Impermeabilizzazioni interne<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

03.01.01.A01 Mancanza<br />

Mancanza <strong>di</strong> malte impermeabili.<br />

03.01.01.A02 Rottura<br />

Rottura dell'elemento impermeabile.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Tipologia: Controllo<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Le impermeabilizzazioni interne hanno lo scopo <strong>di</strong> proteggere la parte interna <strong>di</strong> una muratura dall'azione dell’acqua che attraverso<br />

le infiltrazioni che provengono dal terreno si riversano a ridosso della struttura. In particolare vengono utilizzate per il risanamento<br />

<strong>di</strong> murature controterra delle malte impermeabili.<br />

03.01.01.C01 Controllo generale<br />

Controllare lo stato generale delle malte impermeabili ed assicurarsi del corretto smaltimento delle acque intercettate. Verificare<br />

l'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza ; 2) Rottura.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

03.01.01.I01 Ripristino<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Ripristino delle malte impermeabili, usurate o rotte, con altre <strong>di</strong> caratteristiche analoghe.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

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Elemento Manutenibile: 03.01.02<br />

Barriere chimiche<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

03.01.02.A01 Interruzione<br />

Interruzione della barriera per insufficienza del formulato chimico.<br />

03.01.02.A02 Mancanza<br />

Mancanza del formulato chimico per la realizzazione della barriera.<br />

03.01.02.A03 Rottura<br />

Rottura dello strato idrorepellente.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

Cadenza: ogni 6 mesi<br />

Tipologia: Controllo<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 03.01<br />

Ripristino e consolidamento<br />

Le barriere chimiche hanno lo scopo <strong>di</strong> bloccare l’umi<strong>di</strong>tà proveniente dal terreno per effetto della risalita capillare me<strong>di</strong>ante la<br />

formazione <strong>di</strong> una barriera orizzontale realizzata iniettando nella muratura dei formulati chimici. In particolare vengono utilizzate per<br />

il risanamento <strong>di</strong> murature fuori terra contro le infiltrazioni laterali e provenienti dal basso.<br />

03.01.02.C01 Controllo generale<br />

Controllare lo stato generale dei manufatti sottoposti alla realizzazione delle barriere chimiche. Verificare la continuità del formulato<br />

chimico utilizzato per la formazione della barriera. Verificare l'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Rottura.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

03.01.02.I01 Ripristino<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Ripristino delle barriere chimiche me<strong>di</strong>ante l'inserimento <strong>di</strong> altri formulati chimici nelle zone prive <strong>di</strong> materiale avente caratteristiche<br />

analoghe.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 45


Corpo d'Opera: 04<br />

ARREDO URBANO<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 04.01 Arredo urbano<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 46


Unità Tecnologica: 04.01<br />

Arredo urbano<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Si tratta <strong>di</strong> attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti<br />

confortevoli e gradevoli sotto i <strong>di</strong>versi profili. Negli arre<strong>di</strong> urbani va controllato perio<strong>di</strong>camente l'integrità degli elementi e della loro<br />

funzionalità anche in rapporto ad attività <strong>di</strong> pubblico esercizio.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

Pagina 47


Elemento Manutenibile: 04.01.01<br />

Dissuasori detraibili manualmente<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

04.01.01.A01 Alterazione cromatica<br />

Variazione <strong>di</strong> uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi.<br />

04.01.01.A02 Deposito superficiale<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 04.01<br />

Arredo urbano<br />

Sono elementi che possono essere alzati o abbassati manualmente. Essi trovano alloggiamento in vani tecnologici pre<strong>di</strong>sposti nel<br />

piano stradale garantendo il minimo impatto. In genere vengono utilizzati per limitare o regolarizzare i flussi <strong>di</strong> traffico in zone<br />

<strong>di</strong>verse della città (centri storici, aree vincolate, scuole, parcheggi, ecc.) in maniera permanente o temporanea.<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei, <strong>di</strong> spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie<br />

dell'elemento.<br />

04.01.01.A03 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti.<br />

04.01.01.A04 Variazione sagoma<br />

Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico <strong>di</strong> persone e/o cose.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

04.01.01.C01 Controllo generale<br />

Cadenza: ogni 3 mesi<br />

Tipologia: Controllo<br />

Controllare la posizione e la <strong>di</strong>stribuzione dei <strong>di</strong>ssuasori lungo il perimetro <strong>di</strong> protezione delle aree. Controllo dell'integrità del<br />

manufatto e delle parti costituenti. Verifica <strong>di</strong> eventuali variazioni della sagoma originaria. Controllo dell'integrità degli elementi <strong>di</strong><br />

unione e/o connessione.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deposito superficiale; 3) Rottura; 4) Variazione sagoma.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

04.01.01.I01 Ripristino ubicazioni<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Ripristino del corretto posizionamento e delle <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> rispetto.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 48


04.01.01.I02 Sostituzione<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituzione <strong>di</strong> parti dell'elemento e/o <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> connessione con altri analoghi.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 49


Corpo d'Opera: 05<br />

OPERE STRADALI<br />

Unità Tecnologiche:<br />

° 05.01 Strade<br />

° 05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 50


Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento<br />

pedonale. La classificazione e la <strong>di</strong>stinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche:<br />

- autostrade;<br />

- strade extraurbane principali;<br />

- strade extraurbane secondarie;<br />

- strade urbane <strong>di</strong> scorrimento;<br />

- strade urbane <strong>di</strong> quartiere;<br />

- strade locali.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono in<strong>di</strong>viduare: la carreggiata, la banchina, il<br />

margine centrale, i cigli, le cunette, le scarpate e le piazzole <strong>di</strong> sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno<br />

manutenuti perio<strong>di</strong>camente non solo per assicurare la normale circolazione <strong>di</strong> veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle<br />

norme sulla sicurezza e la prevenzione <strong>di</strong> infortuni a mezzi e persone.<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 05.01.01 Marciapiede<br />

° 05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

Pagina 51


Elemento Manutenibile: 05.01.01<br />

Marciapiede<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.01.01.A01 Buche<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Si tratta <strong>di</strong> una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede<br />

possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari,<br />

semafori, colonnine <strong>di</strong> chiamate <strong>di</strong> soccorso, idranti, e<strong>di</strong>cole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..<br />

Consistono nella mancanza <strong>di</strong> materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profon<strong>di</strong>tà<br />

irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).<br />

05.01.01.A02 Deposito<br />

Accumulo <strong>di</strong> detriti, fogliame e <strong>di</strong> altri materiali estranei.<br />

05.01.01.A03 Distacco<br />

Disgregazione e <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche me<strong>di</strong>ante espulsione <strong>di</strong> elementi prefabbricati<br />

dalla loro sede.<br />

05.01.01.A04 Mancanza<br />

Caduta e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> parti del materiale del manufatto.<br />

05.01.01.A05 Presenza <strong>di</strong> vegetazione<br />

Presenza <strong>di</strong> vegetazione caratterizzata dalla formazione <strong>di</strong> piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.01.01.C01 Controllo pavimentazione<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Tipologia: Controllo<br />

Controllo dello stato generale al fine <strong>di</strong> verifica l'assenza <strong>di</strong> eventuali buche e/o altre anomalie (mancanza <strong>di</strong> elementi, sollevamenti,<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> pendenza, fessurazioni, presenza <strong>di</strong> vegetazione, ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità<br />

delle persone. Controllo dello stato dei bor<strong>di</strong> e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato <strong>di</strong> pulizia e verificare l'assenza <strong>di</strong><br />

depositi e <strong>di</strong> eventuali ostacoli.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Deposito; 3) Distacco; 4) Mancanza; 5) Presenza <strong>di</strong> vegetazione.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

Pagina 52


05.01.01.I01 Pulizia<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pulizia perio<strong>di</strong>ca delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione <strong>di</strong> depositi e detriti. Lavaggio con prodotti detergenti<br />

idonei al tipo <strong>di</strong> materiale della pavimentazione in uso.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

05.01.01.I02 Riparazione pavimentazione<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata <strong>di</strong> elementi rotti o fuori sede<br />

oppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei vecchi elementi, pulizia e<br />

ripristino degli strati <strong>di</strong> fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego <strong>di</strong> malte, colle, sabbia, bitumi liqui<strong>di</strong> a caldo. Le<br />

tecniche <strong>di</strong> posa e <strong>di</strong> rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del tipo <strong>di</strong> percorso pedonale.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 53


Elemento Manutenibile: 05.01.02<br />

Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.01.02.A01 Degrado sigillante<br />

Distacco e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.<br />

05.01.02.A02 Deposito superficiale<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 05.01<br />

Strade<br />

Le pavimentazioni stradali in lastricati lapidei trovano il loro impiego oltre che per fattori estetici, soprattutto per la elevata<br />

resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione del tipo <strong>di</strong> strada che è quasi sempre rappresentata da percorsi urbani<br />

e inerenti a centri storici. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le <strong>di</strong>mensioni, ecc. variano anch'essi in funzione del<br />

tipo d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie le pietre come i cubetti <strong>di</strong> porfido, blocchi <strong>di</strong> basalto, ecc..<br />

Accumulo <strong>di</strong> pulviscolo atmosferico o <strong>di</strong> altri materiali estranei, <strong>di</strong> spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie<br />

del rivestimento.<br />

05.01.02.A03 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti i manufatti.<br />

05.01.02.A04 Sollevamento e <strong>di</strong>stacco dal supporto<br />

Sollevamento e <strong>di</strong>stacco dal supporto <strong>di</strong> uno o più elementi della pavimentazione.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.01.02.C01 Controllo pavimentazione<br />

Cadenza: ogni mese<br />

Tipologia: Controllo<br />

Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie della pavimentazione (buche, ce<strong>di</strong>menti, sollevamenti,<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> pendenza, fessurazioni, ecc.).<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Degrado sigillante; 2) Deposito superficiale; 3) Rottura; 4) Sollevamento e <strong>di</strong>stacco dal supporto.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.01.02.I01 Sostituzione degli elementi degradati<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 54


Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Pagina 55


Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Le aree pedonali insieme ai marciapie<strong>di</strong> costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere a<strong>di</strong>acenti alle strade veicolari<br />

oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole,<br />

attrezzature <strong>di</strong> interesse comune, ecc.).<br />

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:<br />

° 05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

° 05.02.02 Cordoli e bordure<br />

Pagina 56


Elemento Manutenibile: 05.02.01<br />

Chiusini e pozzetti<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

05.02.01.R01 Aerazione<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Controllabilità tecnologica<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Controllabilità<br />

I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura dovranno permettere una minima superficie <strong>di</strong> aerazione.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Opere destinate a ricevere le acque meteoriche superficiali e a permetterne il convogliamento alle reti <strong>di</strong> smaltimento. A<br />

coronamento <strong>di</strong> esse sono <strong>di</strong>sposti elementi <strong>di</strong> chiusura mobili con funzione <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> smaltimento delle acque in eccesso. I<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura e <strong>di</strong> coronamento trovano il loro utilizzo a secondo del luogo <strong>di</strong> impiego, ovvero secondo la norma UNI EN<br />

124:<br />

- Gruppo 1 (classe A 15 minima) = zone ad uso esclusivo <strong>di</strong> pedoni e ciclisti;<br />

- Gruppo 2 (classe B 125 minima) = zone ad uso <strong>di</strong> pedoni, parcheggi;<br />

- Gruppo 3 (classe C 250 minima) = se installati in prossimità <strong>di</strong> canaletti <strong>di</strong> scolo lungo il marciapiede;<br />

- Gruppo 4 (classe D 400 minima) = lungo le carreggiate stradali, aree <strong>di</strong> sosta;<br />

- Gruppo 5 (classe E 600 minima) = aree sottoposte a carichi notevoli (aeroporti, porti, ecc.);<br />

- Gruppo 6 (classe F 900) = aree sottoposte a carichi particolarmente notevoli.<br />

I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura e/o <strong>di</strong> coronamento possono essere realizzati con i seguenti materiali: acciaio laminato, ghisa a grafite<br />

lamellare, ghisa a grafite sferoidale, getti <strong>di</strong> acciaio, calcestruzzo armato con acciaio e abbinamento <strong>di</strong> materiali.<br />

Prestazioni:<br />

Dovranno essere rispettate le superfici minime <strong>di</strong> aerazione dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura secondo la norma UNI EN 124.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

La superficie minima <strong>di</strong> aerazione varia a secondo della <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> passaggio secondo la norma UNI EN 124, ovvero:<br />

- per <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> passaggio


CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.02.01.C01 Controllo chiusini d'ispezione<br />

Cadenza: ogni anno<br />

Tipologia: Aggiornamento<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Controllo dello stato <strong>di</strong> usura e verifica del <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> chiusura-apertura. Controllo del normale scarico <strong>di</strong> acque meteoriche.<br />

Controllo degli elementi <strong>di</strong> ispezione (scale interne, fondale, superfici laterali, ecc.).<br />

• Requisiti da verificare: 1) Aerazione.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Deposito.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.02.01.I01 Pulizia<br />

Cadenza: ogni 4 mesi<br />

Pulizia dei pozzetti e rimozione dei depositi accumulati in prossimità del chiusino.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

05.02.01.I02 Ripristino chiusini d'ispezione<br />

Cadenza: ogni anno<br />

Ripristino ed integrazione degli elementi <strong>di</strong> apertura-chiusura. Trattamento anticorrosione delle parti metalliche in vista. Sostituzione<br />

<strong>di</strong> elementi usurati e/o giunti degradati. Pulizia del fondale da eventuali depositi.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 58


Elemento Manutenibile: 05.02.02<br />

Cordoli e bordure<br />

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)<br />

05.02.02.R01 Resistenza a compressione<br />

Classe <strong>di</strong> Requisiti: Di stabilità<br />

Classe <strong>di</strong> Esigenza: Sicurezza<br />

Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione.<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Unità Tecnologica: 05.02<br />

Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti <strong>di</strong> finitura per le pavimentazioni dei marciapie<strong>di</strong>, per la creazione <strong>di</strong><br />

isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione <strong>di</strong> contenere la spinta verso l'esterno della<br />

pavimentazione che è sottoposta a carichi <strong>di</strong> normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o<br />

in cordoni <strong>di</strong> pietrarsa.<br />

Prestazioni:<br />

Le prestazioni <strong>di</strong> resistenza a compressione ed i limiti <strong>di</strong> accettabilità, per gli elementi in calcestruzzo, vengono esplicitate dalla<br />

norma UNI EN 1338.<br />

Livello minimo della prestazione:<br />

Il valore della resistenza convenzionale alla compressione Rcc, ricavato dalle prove effettuate sui provini campione, dovrà essere<br />

pari almeno a >= 60 N/mm2.<br />

ANOMALIE RISCONTRABILI<br />

05.02.02.A01 Distacco<br />

Disgregazione e <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche me<strong>di</strong>ante espulsione <strong>di</strong> elementi prefabbricati<br />

dalla loro sede.<br />

05.02.02.A02 Fessurazioni<br />

Presenza <strong>di</strong> rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da ce<strong>di</strong>menti e/o avvallamenti del manto stradale.<br />

05.02.02.A03 Mancanza<br />

Caduta e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> parti del materiale del manufatto.<br />

05.02.02.A04 Rottura<br />

Rottura <strong>di</strong> parti degli elementi costituenti i manufatti.<br />

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.02.02.C01 Controllo generale<br />

Pagina 59


Cadenza: ogni anno<br />

Tipologia: Controllo<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

Controllo generale delle parti a vista e <strong>di</strong> eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei giunti verticali tra gli elementi<br />

contigui.<br />

• Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fessurazioni; 3) Mancanza; 4) Rottura.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO<br />

05.02.02.I01 Reintegro dei giunti<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso <strong>di</strong> sconnessioni o <strong>di</strong> fuoriuscita <strong>di</strong> materiale (sabbia <strong>di</strong> allettamento e/o<br />

<strong>di</strong> sigillatura).<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

05.02.02.I02 Sostituzione<br />

Cadenza: quando occorre<br />

Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi.<br />

• Ditte specializzate: Specializzati vari.<br />

Pagina 60


IN<strong>DI</strong>CE<br />

Manuale <strong>di</strong> Manutenzione<br />

01 E<strong>DI</strong>LIZIA pag. 3<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio 4<br />

01.01.01 Travature reticolari 9<br />

01.02 Unioni 11<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio 12<br />

01.02.02 Perni per acciaio 14<br />

01.02.03 Saldature per acciaio 16<br />

01.03 Coperture 19<br />

01.03.01 Strutture in acciaio 20<br />

02 IMPIANTI pag. 22<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione 23<br />

02.01.01 Lampade ad induzione 24<br />

02.01.02 Lampioni a braccio 26<br />

02.02 Impianto elettrico 30<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC 33<br />

02.02.02 Prese e spine 35<br />

02.02.03 Interruttori 37<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione 39<br />

03 RESTAURO pag. 42<br />

03.01 Ripristino e consolidamento 43<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne 44<br />

03.01.02 Barriere chimiche 45<br />

04 ARREDO URBANO pag. 46<br />

04.01 Arredo urbano 47<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente 48<br />

05 OPERE STRADALI pag. 50<br />

05.01 Strade 51<br />

05.01.01 Marciapiede 52<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei 54<br />

05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong> 56<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti 57<br />

05.02.02 Cordoli e bordure 59<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 61


OGGETTO:<br />

COMMITTENTE:<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Maglie</strong><br />

Provincia <strong>di</strong> Lecce<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>MANUTENZIONE</strong><br />

PROGRAMMA <strong>DI</strong><br />

<strong>MANUTENZIONE</strong><br />

SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI<br />

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)<br />

Data, __________<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 1


Controllabilità tecnologica<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.02 - Unioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

01.02.03.R01 Requisito: Certificazione delle saldature<br />

Le saldature degli acciai dovrà avvenire me<strong>di</strong>ante i proce<strong>di</strong>menti co<strong>di</strong>ficati previsti dalla normativa<br />

vigente.<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.R05 Requisito: Resistenza alla corrosione<br />

02.01.02.C02<br />

I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni <strong>di</strong><br />

corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

05 - OPERE STRADALI<br />

05.02 - Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

05.02.01.R01 Requisito: Aerazione<br />

I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> chiusura dovranno permettere una minima superficie <strong>di</strong> aerazione.<br />

05.02.01.C01 Controllo: Controllo chiusini d'ispezione<br />

Aggiornamento ogni anno<br />

Pagina 2


Di stabilità<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

01.01.R03 Requisito: Resistenza meccanica<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno essere in grado <strong>di</strong> contrastare le eventuali manifestazioni <strong>di</strong><br />

deformazioni e ce<strong>di</strong>menti rilevanti dovuti all'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni (carichi, forze<br />

sismiche, ecc.).<br />

01.01.01.C01 Controllo: Controllo <strong>di</strong> deformazioni e/o spostamenti<br />

Controllo a vista ogni 12 mesi<br />

01.01.R06 Requisito: Resistenza al vento<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione debbono resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non<br />

compromettere la stabilità e la funzionalità degli elementi che le costituiscono.<br />

01.02 - Unioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.02 Unioni<br />

01.02.R02 Requisito: Resistenza Meccanica<br />

Gli elementi utilizzati per realizzare unioni <strong>di</strong>verse devono garantire resistenza meccanica alle<br />

sollecitazioni ad essi trasmessi<br />

01.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni anno<br />

01.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni 2 anni<br />

01.02.01.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni 2 anni<br />

01.03 - Coperture<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.03 Coperture<br />

01.03.R01 Requisito: Resistenza meccanica<br />

La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico (carichi<br />

concentrati e <strong>di</strong>stribuiti) <strong>di</strong> progetto in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati<br />

costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato <strong>di</strong> supporto che dovranno essere<br />

adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi <strong>di</strong> tenuta.<br />

01.03.01.C01 Controllo: Controllo struttura<br />

Controllo a vista ogni 12 mesi<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

02.01.R02 Requisito: Resistenza meccanica<br />

Gli impianti <strong>di</strong> illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> contrastare in modo<br />

efficace il prodursi <strong>di</strong> deformazioni o rotture sotto l'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni.<br />

02.01.02.C02 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.R04 Requisito: Resistenza meccanica<br />

I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> sopportare<br />

deformazioni e/o ce<strong>di</strong>menti.<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Pagina 3


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R02 Requisito: Resistenza meccanica<br />

02.02.03.C01<br />

Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado <strong>di</strong> contrastare in modo efficace<br />

il prodursi <strong>di</strong> deformazioni o rotture sotto l'azione <strong>di</strong> determinate sollecitazioni.<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.04.C03 Controllo: Verifica messa a terra<br />

Controllo ogni 2 mesi<br />

02.02.01.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 6 mesi<br />

05 - OPERE STRADALI<br />

05.02 - Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

05.02.02.R01 Requisito: Resistenza a compressione<br />

Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione.<br />

Pagina 4


Durabilità tecnologica<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

01.01.R07 Requisito: Durata della vita nominale (periodo <strong>di</strong> riferimento per l’azione sismica)<br />

La vita nominale <strong>di</strong> un’opera strutturale VN è intesa come il numero <strong>di</strong> anni nel quale la struttura,<br />

purché soggetta alla manutenzione or<strong>di</strong>naria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è<br />

destinata.<br />

01.02 - Unioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.02 Unioni<br />

01.02.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione<br />

Gli elementi <strong>di</strong> unione utilizzati non devono decadere in processi <strong>di</strong> corrosione.<br />

01.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni anno<br />

01.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni 2 anni<br />

01.02.01.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Revisione ogni 2 anni<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

01.02.01.R01 Requisito: Durabilità<br />

Le bullonature per acciaio devono garantire adeguata resistenza durante il loro ciclo <strong>di</strong> vita.<br />

Pagina 5


Facilità d'intervento<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R08 Requisito: Montabilità/Smontabilità<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera<br />

<strong>di</strong> altri elementi in caso <strong>di</strong> necessità.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

02.02.04.R01 Requisito: Accessibilità<br />

I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale<br />

funzionamento sia in caso <strong>di</strong> guasti.<br />

02.02.04.R02 Requisito: Identificabilità<br />

I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente<br />

un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso<br />

<strong>di</strong> emergenza su persone colpite da folgorazione.<br />

Pagina 6


Funzionalità d'uso<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.R01 Requisito: Efficienza luminosa<br />

I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non<br />

inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.<br />

02.01.02.C02 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

02.01.02.C01 Controllo: Controllo corpi illuminanti<br />

Ispezione ogni 3 mesi<br />

02.01.02.R02 Requisito: Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong><br />

I componenti dei lampioni devono essere in grado <strong>di</strong> evitare il passaggio <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> per evitare<br />

alle persone qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazione per contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto prescritto dalla<br />

normativa.<br />

02.01.02.C02 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

02.01.02.C01 Controllo: Controllo corpi illuminanti<br />

Ispezione ogni 3 mesi<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R03 Requisito: (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche<br />

Per evitare qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazione alle persone, causato da un contatto <strong>di</strong>retto, i<br />

componenti degli impianti elettrici devono essere dotati <strong>di</strong> collegamenti equipotenziali con<br />

l’impianto <strong>di</strong> terra dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.04.C01 Controllo: Controllo centralina <strong>di</strong> rifasamento<br />

Controllo a vista ogni 2 mesi<br />

02.02.04.C04 Controllo: Verifica protezioni<br />

Ispezione a vista ogni 6 mesi<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

02.02.02.R01 Requisito: Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra<br />

Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche <strong>di</strong> facilità<br />

<strong>di</strong> uso, <strong>di</strong> funzionalità e <strong>di</strong> manovrabilità.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.03 Interruttori<br />

02.02.03.R01 Requisito: Como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> uso e manovra<br />

Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche <strong>di</strong> facilità<br />

<strong>di</strong> uso, <strong>di</strong> funzionalità e <strong>di</strong> manovrabilità.<br />

Pagina 7


Protezione antincen<strong>di</strong>o<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

01.01.R04 Requisito: Resistenza al fuoco<br />

La resistenza al fuoco rappresenta l'attitu<strong>di</strong>ne degli elementi che costituiscono le strutture a<br />

conservare, in un tempo determinato, la stabilita (R), la tenuta (E) e l'isolamento termico (I). Essa è<br />

intesa come il tempo necessario affinché la struttura raggiunga uno dei due stati limite <strong>di</strong> stabilità e<br />

<strong>di</strong> integrità, in corrispondenza dei quali non è più in grado sia <strong>di</strong> reagire ai carichi applicati sia <strong>di</strong><br />

impe<strong>di</strong>re la propagazione dell'incen<strong>di</strong>o.<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R06 Requisito: Attitu<strong>di</strong>ne a limitare i rischi <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o<br />

I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi<br />

<strong>di</strong> probabili incen<strong>di</strong>.<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

02.02.01.R01 Requisito: Resistenza al fuoco<br />

Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili <strong>di</strong> essere sottoposti all’azione del fuoco devono<br />

essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve<br />

essere documentata da “marchio <strong>di</strong> conformità” o “<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità”.<br />

Pagina 8


Protezione dagli agenti chimici ed organici<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

01.01.R01 Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione non debbono subire <strong>di</strong>ssoluzioni o <strong>di</strong>sgregazioni e mutamenti <strong>di</strong> aspetto a<br />

causa dell'azione <strong>di</strong> agenti aggressivi chimici.<br />

01.01.01.C01 Controllo: Controllo <strong>di</strong> deformazioni e/o spostamenti<br />

Controllo a vista ogni 12 mesi<br />

01.01.R05 Requisito: Resistenza al gelo<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione non dovranno subire <strong>di</strong>sgregazioni e variazioni <strong>di</strong>mensionali e <strong>di</strong> aspetto in<br />

conseguenza della formazione <strong>di</strong> ghiaccio.<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

02.02.01.R02 Requisito: Stabilità chimico reattiva<br />

02.02.01.C01<br />

Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado <strong>di</strong><br />

mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche.<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 6 mesi<br />

Pagina 9


Protezione dai rischi d'intervento<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R04 Requisito: Limitazione dei rischi <strong>di</strong> intervento<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado <strong>di</strong> consentire ispezioni,<br />

manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.04.C03 Controllo: Verifica messa a terra<br />

Controllo ogni 2 mesi<br />

Pagina 10


Protezione elettrica<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

01.01.R02 Requisito: (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo delle <strong>di</strong>spersioni elettriche<br />

Le strutture <strong>di</strong> elevazione dovranno in modo idoneo impe<strong>di</strong>re eventuali <strong>di</strong>spersioni elettriche.<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.R03 Requisito: Isolamento elettrico<br />

Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado <strong>di</strong> resistere al passaggio <strong>di</strong> cariche<br />

elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.<br />

02.01.02.C02 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

02.01.02.C01 Controllo: Controllo corpi illuminanti<br />

Ispezione ogni 3 mesi<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R01 Requisito: Isolamento elettrico<br />

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado <strong>di</strong> resistere al passaggio <strong>di</strong><br />

cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.04.C02 Controllo: Verifica dei condensatori<br />

Ispezione a vista ogni 6 mesi<br />

02.02.01.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni 6 mesi<br />

Pagina 11


Sicurezza d'intervento<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

02.02.R05 Requisito: (Attitu<strong>di</strong>ne al) controllo della condensazione interstiziale<br />

I componenti degli impianti elettrici capaci <strong>di</strong> condurre elettricità devono essere in grado <strong>di</strong> evitare<br />

la formazione <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazioni per<br />

contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto prescritto dalla norma tecnica.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.R07 Requisito: Impermeabilità ai liqui<strong>di</strong><br />

I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado <strong>di</strong> evitare il passaggio <strong>di</strong> flui<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong><br />

per evitare alle persone qualsiasi pericolo <strong>di</strong> folgorazione per contatto <strong>di</strong>retto secondo quanto<br />

prescritto dalla normativa.<br />

02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

02.02.02.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

Pagina 12


Visivi<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Classe Requisiti<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

02.01.R01 Requisito: Efficienza luminosa<br />

I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non<br />

inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.<br />

02.01.01.C01 Controllo: Controllo generale<br />

Controllo a vista ogni mese<br />

Pagina 13


Elenco Classe <strong>di</strong> Requisiti:<br />

IN<strong>DI</strong>CE<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni<br />

Controllabilità tecnologica pag. 2<br />

Di stabilità pag. 3<br />

Durabilità tecnologica pag. 5<br />

Facilità d'intervento pag. 6<br />

Funzionalità d'uso pag. 7<br />

Protezione antincen<strong>di</strong>o pag. 8<br />

Protezione dagli agenti chimici ed organici pag. 9<br />

Protezione dai rischi d'intervento pag. 10<br />

Protezione elettrica pag. 11<br />

Sicurezza d'intervento pag. 12<br />

Visivi pag. 13<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 14


OGGETTO:<br />

COMMITTENTE:<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Maglie</strong><br />

Provincia <strong>di</strong> Lecce<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>MANUTENZIONE</strong><br />

PROGRAMMA <strong>DI</strong><br />

<strong>MANUTENZIONE</strong><br />

SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI<br />

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)<br />

Data, __________<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 1


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

01.01.01 Travature reticolari<br />

01.01.01.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi<br />

Controllo: Controllo <strong>di</strong> deformazioni e/o spostamenti<br />

Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti delll'elemento strutturale dovuti a cause esterne<br />

che ne alterano la normale configurazione.<br />

01.02 - Unioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

01.02.01.C01 Revisione ogni 2 anni<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo degli elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti e verifica della giusta tenuta <strong>di</strong> serraggio.<br />

Per la corretta messa in opera delle unioni bullonate occorre fare 4 tipi <strong>di</strong> verifica:<br />

- verifica <strong>di</strong> resistenza a taglio o a tranciamento;<br />

- verifica della pressione del foro o a rifollamento;<br />

- verifica a rottura per trazione della piastra o a strappamento;<br />

- verifica a rottura per trazione dei fori o a strappamento.<br />

01.02.02 Perni per acciaio<br />

01.02.02.C01 Revisione ogni 2 anni<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo degli elementi <strong>di</strong> giunzione tra parti e verifica della giusta tenuta <strong>di</strong> serraggio.<br />

Per la corretta messa in opera delle unioni bullonate occorre fare 4 tipi <strong>di</strong> verifica:<br />

- verifica <strong>di</strong> resistenza a taglio o a tranciamento;<br />

- verifica della pressione del foro o a rifollamento;<br />

- verifica a rottura per trazione della piastra o a strappamento;<br />

- verifica a rottura per trazione dei fori o a strappamento.<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

01.02.03.C01 Revisione ogni anno<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo della continuità delle parti saldate e l'assenza <strong>di</strong> anomalie evidenti.<br />

01.03 - Coperture<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

01.03.01 Strutture in acciaio<br />

01.03.01.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi<br />

Controllo: Controllo struttura<br />

Controllo del grado <strong>di</strong> usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca <strong>di</strong> anomalie (corrosione,<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> ancoraggi, per<strong>di</strong>ta delle caratteristiche <strong>di</strong> resistenza, ecc.).<br />

Pagina 2


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

02.01.01 Lampade ad induzione<br />

02.01.01.C01 Controllo a vista ogni mese<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampa<strong>di</strong>ne.<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.C01 Ispezione ogni 3 mesi<br />

Controllo: Controllo corpi illuminanti<br />

Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.<br />

02.01.02.C02 Controllo a vista ogni 3 mesi<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato <strong>di</strong> tenuta del rivestimento, delle connessioni<br />

e dell'ancoraggio a terra.<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

02.02.01.C01 Controllo a vista ogni 6 mesi<br />

Controllo: Controllo generale<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e<br />

delle scatole <strong>di</strong> passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie.<br />

02.02.02.C01 Controllo a vista ogni mese<br />

Controllo: Controllo generale<br />

02.02.03 Interruttori<br />

Verificare la corretta pressione <strong>di</strong> serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.<br />

Verificare che ci sia un buon livello <strong>di</strong> isolamento e <strong>di</strong> protezione (livello minimo <strong>di</strong> protezione da<br />

assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.<br />

02.02.03.C01 Controllo a vista ogni mese<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Verificare la corretta pressione <strong>di</strong> serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.<br />

Verificare che ci sia un buon livello <strong>di</strong> isolamento e <strong>di</strong> protezione (livello minimo <strong>di</strong> protezione da<br />

assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

02.02.04.C01 Controllo a vista ogni 2 mesi<br />

Controllo: Controllo centralina <strong>di</strong> rifasamento<br />

Verificare il corretto funzionamento della centralina <strong>di</strong> rifasamento.<br />

02.02.04.C03 Controllo ogni 2 mesi<br />

Controllo: Verifica messa a terra<br />

Verificare l'efficienza dell'impianto <strong>di</strong> messa a terra dei quadri.<br />

02.02.04.C02 Ispezione a vista ogni 6 mesi<br />

Controllo: Verifica dei condensatori<br />

Verificare l'integrità dei condensatori <strong>di</strong> rifasamento e dei contattori.<br />

02.02.04.C04 Ispezione a vista ogni 6 mesi<br />

Controllo: Verifica protezioni<br />

Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici.<br />

Pagina 3


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

03 - RESTAURO<br />

03.01 - Ripristino e consolidamento<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

03.01.01.C01 Controllo ogni 6 mesi<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllare lo stato generale delle malte impermeabili ed assicurarsi del corretto smaltimento delle<br />

acque intercettate. Verificare l'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie.<br />

03.01.02 Barriere chimiche<br />

03.01.02.C01 Controllo ogni 6 mesi<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllare lo stato generale dei manufatti sottoposti alla realizzazione delle barriere chimiche.<br />

Verificare la continuità del formulato chimico utilizzato per la formazione della barriera. Verificare<br />

l'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie.<br />

Pagina 4


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

04 - ARREDO URBANO<br />

04.01 - Arredo urbano<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

04.01.01.C01 Controllo ogni 3 mesi<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllare la posizione e la <strong>di</strong>stribuzione dei <strong>di</strong>ssuasori lungo il perimetro <strong>di</strong> protezione delle aree.<br />

Controllo dell'integrità del manufatto e delle parti costituenti. Verifica <strong>di</strong> eventuali variazioni della<br />

sagoma originaria. Controllo dell'integrità degli elementi <strong>di</strong> unione e/o connessione.<br />

Pagina 5


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

05 - OPERE STRADALI<br />

05.01 - Strade<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

05.01.01 Marciapiede<br />

05.01.01.C01 Controllo ogni mese<br />

Controllo: Controllo pavimentazione<br />

Controllo dello stato generale al fine <strong>di</strong> verifica l'assenza <strong>di</strong> eventuali buche e/o altre anomalie<br />

(mancanza <strong>di</strong> elementi, sollevamenti, <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> pendenza, fessurazioni, presenza <strong>di</strong> vegetazione, ecc.)<br />

che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Controllo dello<br />

stato dei bor<strong>di</strong> e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato <strong>di</strong> pulizia e verificare l'assenza <strong>di</strong><br />

depositi e <strong>di</strong> eventuali ostacoli.<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

05.01.02.C01 Controllo ogni mese<br />

Controllo: Controllo pavimentazione<br />

Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza <strong>di</strong> eventuali anomalie della pavimentazione<br />

(buche, ce<strong>di</strong>menti, sollevamenti, <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> pendenza, fessurazioni, ecc.).<br />

05.02 - Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Controlli<br />

Tipologia Frequenza<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

05.02.01.C01 Aggiornamento ogni anno<br />

Controllo: Controllo chiusini d'ispezione<br />

Controllo dello stato <strong>di</strong> usura e verifica del <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> chiusura-apertura. Controllo del normale<br />

scarico <strong>di</strong> acque meteoriche. Controllo degli elementi <strong>di</strong> ispezione (scale interne, fondale, superfici<br />

laterali, ecc.).<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

05.02.02.C01 Controllo ogni anno<br />

Controllo: Controllo generale<br />

Controllo generale delle parti a vista e <strong>di</strong> eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei<br />

giunti verticali tra gli elementi contigui.<br />

Pagina 6


IN<strong>DI</strong>CE<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli<br />

01 E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

pag. 2<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

2<br />

01.01.01 Travature reticolari<br />

2<br />

01.02 Unioni<br />

2<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

2<br />

01.02.02 Perni per acciaio<br />

2<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

2<br />

01.03 Coperture<br />

2<br />

01.03.01 Strutture in acciaio<br />

2<br />

02 IMPIANTI<br />

pag. 3<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

3<br />

02.01.01 Lampade ad induzione<br />

3<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

3<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

3<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

3<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

3<br />

02.02.03 Interruttori<br />

3<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

3<br />

03 RESTAURO<br />

pag. 4<br />

03.01 Ripristino e consolidamento<br />

4<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

4<br />

03.01.02 Barriere chimiche<br />

4<br />

04 ARREDO URBANO<br />

pag. 5<br />

04.01 Arredo urbano<br />

5<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

5<br />

05 OPERE STRADALI<br />

pag. 6<br />

05.01 Strade<br />

6<br />

05.01.01 Marciapiede<br />

6<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

6<br />

05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

6<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

6<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

6<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 7


OGGETTO:<br />

COMMITTENTE:<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Maglie</strong><br />

Provincia <strong>di</strong> Lecce<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>MANUTENZIONE</strong><br />

PROGRAMMA <strong>DI</strong><br />

<strong>MANUTENZIONE</strong><br />

SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI<br />

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)<br />

Data, __________<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 1


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

01 - E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

01.01 - Strutture in elevazione in acciaio<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

01.01.01 Travature reticolari<br />

01.01.01.I01 Intervento: Interventi sulle strutture<br />

a guasto<br />

Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo <strong>di</strong> anomalia riscontrata e previa <strong>di</strong>agnosi delle cause del<br />

<strong>di</strong>fetto accertato.<br />

01.02 - Unioni<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

01.02.01.I01 Intervento: Ripristino<br />

ogni 2 anni<br />

Ripristino delle tenute <strong>di</strong> serraggio tra elementi. Sostituzione <strong>di</strong> eventuali elementi corrosi o degradati con altri <strong>di</strong><br />

analoghe caratteristiche.<br />

01.02.02 Perni per acciaio<br />

01.02.02.I01 Intervento: Ripristino<br />

ogni 2 mesi<br />

Ripristino delle tenute <strong>di</strong> serraggio tra elementi. Sostituzione <strong>di</strong> eventuali elementi corrosi o degradati con altri <strong>di</strong><br />

analoghe caratteristiche.<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

01.02.03.I01 Intervento: Ripristino<br />

quando occorre<br />

Rimozione della saldatura <strong>di</strong>fettosa e realizzazione <strong>di</strong> una nuova.<br />

01.02.03.I02 Intervento: Rimozione ossidazioni<br />

quando occorre<br />

Rimozione <strong>di</strong> eventuali ossidazioni che interessano le saldature.<br />

01.03 - Coperture<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

01.03.01 Strutture in acciaio<br />

01.03.01.I03 Intervento: Sostituzione strutture metalliche<br />

quando occorre<br />

Sostituzione parziale o totale degli elementi <strong>di</strong> struttura degradati per eccessiva corrosione, deformazione e/o riduzione<br />

della sezione. Ripristino degli elementi <strong>di</strong> copertura.<br />

01.03.01.I01 Intervento: Ripristino protezione<br />

ogni 2 anni<br />

Ripristino delle parti in vista della protezione anticorrosiva previa pulizia delle superfici, me<strong>di</strong>ante rimozione della<br />

polvere e <strong>di</strong> altri depositi. Trattamento anticorrosivo sulle parti in vista con applicazione a spruzzo o a pennello <strong>di</strong><br />

protezione anticorrosione.<br />

01.03.01.I02 Intervento: Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche<br />

ogni 2 anni<br />

Ripristino e/o sostituzione degli elementi <strong>di</strong> connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni <strong>di</strong> quelli<br />

mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici me<strong>di</strong>ante rimozione della ruggine ed<br />

applicazione <strong>di</strong> vernici protettive. Riparazione <strong>di</strong> eventuali corrosioni o fessurazioni me<strong>di</strong>ante saldature in loco con<br />

elementi <strong>di</strong> raccordo.<br />

Pagina 2


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

02 - IMPIANTI<br />

02.01 - Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

02.01.01 Lampade ad induzione<br />

02.01.01.I01 Intervento: Pulizia<br />

ogni 2 mesi<br />

Eseguire la pulizia degli elementi a corredo delle lampade eventualmente installati (<strong>di</strong>ffusori, rifrattori, ecc.).<br />

02.01.01.I02 Intervento: Sostituzione delle lampade<br />

ogni 300 mesi<br />

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a delle lampade fornite dal<br />

produttore. Nel caso delle lampade ad induzione si prevede una durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a pari a 60000 h.<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

02.01.02.I03 Intervento: Sostituzione lampade<br />

quando occorre<br />

Eseguire la sostituzione delle lampade a perio<strong>di</strong>cità variabile a seconda del tipo <strong>di</strong> lampada utilizzata:<br />

-ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h.<br />

02.01.02.I04 Intervento: Verniciatura<br />

quando occorre<br />

Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei lampioni quando occorre.<br />

02.01.02.I01 Intervento: Pulizia<br />

ogni 3 mesi<br />

Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore me<strong>di</strong>ante straccio umido e detergente.<br />

02.01.02.I02 Intervento: Sostituzione dei lampioni<br />

ogni 15 anni<br />

Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a fornita dal produttore.<br />

02.02 - Impianto elettrico<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

02.02.01.I01 Intervento: Ripristino grado <strong>di</strong> protezione<br />

quando occorre<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

Ripristinare il previsto grado <strong>di</strong> protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente.<br />

02.02.02.I01 Intervento: Sostituzioni<br />

quando occorre<br />

02.02.03 Interruttori<br />

Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti <strong>di</strong> prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta<br />

frutti, apparecchi <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> comando.<br />

02.02.03.I01 Intervento: Sostituzioni<br />

quando occorre<br />

Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti degli interruttori quali placchette, coperchi, telai porta<br />

frutti, apparecchi <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> comando.<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

02.02.04.I03 Intervento: Sostituzione centralina rifasamento<br />

quando occorre<br />

Eseguire la sostituzione della centralina elettronica <strong>di</strong> rifasamento con altra dello stesso tipo.<br />

02.02.04.I01 Intervento: Pulizia generale<br />

ogni 6 mesi<br />

Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione.<br />

02.02.04.I02 Intervento: Serraggio<br />

ogni anno<br />

Eseguire il serraggio <strong>di</strong> tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori.<br />

02.02.04.I04 Intervento: Sostituzione quadro<br />

ogni 20 anni<br />

Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa.<br />

Pagina 3


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

03 - RESTAURO<br />

03.01 - Ripristino e consolidamento<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

03.01.01.I01 Intervento: Ripristino<br />

quando occorre<br />

Ripristino delle malte impermeabili, usurate o rotte, con altre <strong>di</strong> caratteristiche analoghe.<br />

03.01.02 Barriere chimiche<br />

03.01.02.I01 Intervento: Ripristino<br />

quando occorre<br />

Ripristino delle barriere chimiche me<strong>di</strong>ante l'inserimento <strong>di</strong> altri formulati chimici nelle zone prive <strong>di</strong> materiale avente<br />

caratteristiche analoghe.<br />

Pagina 4


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

04 - ARREDO URBANO<br />

04.01 - Arredo urbano<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

04.01.01.I01 Intervento: Ripristino ubicazioni<br />

quando occorre<br />

Ripristino del corretto posizionamento e delle <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> rispetto.<br />

04.01.01.I02 Intervento: Sostituzione<br />

quando occorre<br />

Sostituzione <strong>di</strong> parti dell'elemento e/o <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> connessione con altri analoghi.<br />

Pagina 5


Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

05 - OPERE STRADALI<br />

05.01 - Strade<br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

05.01.01 Marciapiede<br />

05.01.01.I02 Intervento: Riparazione pavimentazione<br />

quando occorre<br />

Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata <strong>di</strong> elementi rotti o<br />

fuori sede oppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei<br />

vecchi elementi, pulizia e ripristino degli strati <strong>di</strong> fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego <strong>di</strong> malte, colle,<br />

sabbia, bitumi liqui<strong>di</strong> a caldo. Le tecniche <strong>di</strong> posa e <strong>di</strong> rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del<br />

tipo <strong>di</strong> percorso pedonale.<br />

05.01.01.I01 Intervento: Pulizia<br />

ogni mese<br />

Pulizia perio<strong>di</strong>ca delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione <strong>di</strong> depositi e detriti. Lavaggio con prodotti<br />

detergenti idonei al tipo <strong>di</strong> materiale della pavimentazione in uso.<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

05.01.02.I01 Intervento: Sostituzione degli elementi degradati<br />

quando occorre<br />

Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa<br />

preparazione del fondo.<br />

05.02 - Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

Co<strong>di</strong>ce Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

05.02.01.I01 Intervento: Pulizia<br />

ogni 4 mesi<br />

Pulizia dei pozzetti e rimozione dei depositi accumulati in prossimità del chiusino.<br />

05.02.01.I02 Intervento: Ripristino chiusini d'ispezione<br />

ogni anno<br />

Ripristino ed integrazione degli elementi <strong>di</strong> apertura-chiusura. Trattamento anticorrosione delle parti metalliche in vista.<br />

Sostituzione <strong>di</strong> elementi usurati e/o giunti degradati. Pulizia del fondale da eventuali depositi.<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

05.02.02.I01 Intervento: Reintegro dei giunti<br />

quando occorre<br />

Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso <strong>di</strong> sconnessioni o <strong>di</strong> fuoriuscita <strong>di</strong> materiale (sabbia <strong>di</strong><br />

allettamento e/o <strong>di</strong> sigillatura).<br />

05.02.02.I02 Intervento: Sostituzione<br />

quando occorre<br />

Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi.<br />

Pagina 6


IN<strong>DI</strong>CE<br />

Programma <strong>di</strong> Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi<br />

01 E<strong>DI</strong>LIZIA<br />

pag. 2<br />

01.01 Strutture in elevazione in acciaio<br />

2<br />

01.01.01 Travature reticolari<br />

2<br />

01.02 Unioni<br />

2<br />

01.02.01 Bullonature per acciaio<br />

2<br />

01.02.02 Perni per acciaio<br />

2<br />

01.02.03 Saldature per acciaio<br />

2<br />

01.03 Coperture<br />

2<br />

01.03.01 Strutture in acciaio<br />

2<br />

02 IMPIANTI<br />

pag. 3<br />

02.01 Impianto <strong>di</strong> illuminazione<br />

3<br />

02.01.01 Lampade ad induzione<br />

3<br />

02.01.02 Lampioni a braccio<br />

3<br />

02.02 Impianto elettrico<br />

3<br />

02.02.01 Canalizzazioni in PVC<br />

3<br />

02.02.02 Prese e spine<br />

3<br />

02.02.03 Interruttori<br />

3<br />

02.02.04 Quadri <strong>di</strong> bassa tensione<br />

3<br />

03 RESTAURO<br />

pag. 4<br />

03.01 Ripristino e consolidamento<br />

4<br />

03.01.01 Impermeabilizzazioni interne<br />

4<br />

03.01.02 Barriere chimiche<br />

4<br />

04 ARREDO URBANO<br />

pag. 5<br />

04.01 Arredo urbano<br />

5<br />

04.01.01 Dissuasori detraibili manualmente<br />

5<br />

05 OPERE STRADALI<br />

pag. 6<br />

05.01 Strade<br />

6<br />

05.01.01 Marciapiede<br />

6<br />

05.01.02 Pavimentazione stradale in lastricati lapidei<br />

6<br />

05.02 Aree pedonali e marciapie<strong>di</strong><br />

6<br />

05.02.01 Chiusini e pozzetti<br />

6<br />

05.02.02 Cordoli e bordure<br />

6<br />

IL TECNICO<br />

Pagina 7

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