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Anteprima - Eventi Elea

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INDICE<br />

I. IL CERIMONIALE E LE SUE APPLICAZIONI NEGLI EVENTI<br />

ISTITUZIONALI……………………………………………………...3<br />

I.1. Il cerimoniale: nascita e sviluppo della disciplina…………………3<br />

I.1.1. Definizione del concetto di cerimoniale…………………3<br />

I.1.2. Fondamenti pratici, estetici e mistici…………………….5<br />

I.1.3. Fondamenti sociali, storici e moderni……………………6<br />

I.1.4. Valore economico, morale e comunicativo……………....7<br />

I.2. Il cerimoniale e lo Stato……………………………………………9<br />

I.2.1. Uffici che curano il cerimoniale………………………….9<br />

I.2.2. Il protocollo di Stato……………………………………..9<br />

I.2.3. Cerimoniale nazionale e internazionale………………...10<br />

I.2.4. Le fonti del protocollo di Stato e la regola del territorio.11<br />

I.2.5. Gli organi preposti……………………………………...12<br />

I.3. Il cerimoniale degli eventi………………………………………..14<br />

I.4. Gli inviti…………………………………………………………..15<br />

I.4.1. Scelta ed elenco degli invitati…………………………..15<br />

I.4.2. La lettera d’invito………………………………………16<br />

I.4.3. Diramazione dell’invito………………………………...18<br />

I.4.4. Risposta all’invito………………………………………18<br />

I.4.5. Rappresentanza e partecipazione all’evento……………19<br />

I.5. La cerimonia……………………………………………………...20<br />

I.5.1. L’allestimento della sala………………………………..20<br />

I.5.2. L’assegnazione dei posti………………………………..21<br />

1


I.5.3. L’ordine delle precedenze ……………………………...22<br />

I.5.3.1. I criteri di precedenza…………………………………23<br />

I.5.3.2. Le sette categorie delle cariche pubbliche……………24<br />

I.5.3.3. La gerarchia cattolica…………………………………25<br />

I.5.3.4. Regole integrative…………………………………….25<br />

I.5.3.5. Settori per giornalisti, fotografi e teleoperatori………26<br />

I.5.4. L’accoglienza degli invitati……………………………..27<br />

I.5.5. La successione dei discorsi e la durata della<br />

manifestazione………………………………………………...27<br />

II. IL CASO: L’EVENTO “CARITAS IN VERITATE: UN’ENCICLICA<br />

PER CONCEPIRE IL FUTURO” DEGLI EVENTI DI ELEA………29<br />

II.1. Gli inviti………………………………………………………….30<br />

II.1.1. Scelta ed elenco degli invitati………………………….30<br />

II.1.2. Lettera d’invito e relativa diramazione………31<br />

II.1.3. Risposta all’invito……………………………………...33<br />

II.2. La cerimonia……………………………………………………..35<br />

II.2.1. L’allestimento della sala……………………………….35<br />

II.2.2. L’assegnazione dei posti……………..………………37<br />

II.2.3. Settori per giornalisti, fotografi e teleoperatori………39<br />

II.2.4. L’accoglienza degli invitati……………………………40<br />

II.2.5. La successione dei discorsi…………………………….41<br />

BIBLIOGRAFIA……………………………………………………..43<br />

SITOGRAFIA………………………………………………………...43<br />

2


I. IL CERIMONIALE E LE SUE APPLICAZIONI<br />

NEGLI EVENTI ISTITUZIONALI<br />

I.1 IL CERIMONIALE: NASCITA E SVILUPPO<br />

DELLA DISCIPLINA<br />

I.1.1 Definizione del concetto di cerimoniale<br />

Il cerimoniale è un settore delle pubbliche relazioni che riguarda la vita<br />

di rappresentanza ufficiale.<br />

Sovente viene confuso col galateo, è quindi opportuno operare una<br />

distinzione: mentre il galateo riguarda l’individualità della persona, e<br />

quindi la sfera privata, il cerimoniale va a disciplinare enti e titolari di<br />

cariche nella loro sfera pubblica.<br />

3


Di certo, essendo un codice di regole, il cerimoniale serve prima di<br />

tutto a creare un linguaggio e un comportamento comuni che facciano<br />

decifrare e comunicare correttamente il pensiero e l’atteggiamento dei<br />

vari attori della comunicazione.<br />

Generalmente è più semplice l’utilizzo del cerimoniale in un contesto<br />

culturale omogeneo. In orizzonti pluriculturali, però, l’uso di questo<br />

codice comportamentale può a sua volta fungere da “esperanto” delle<br />

relazioni pubbliche.<br />

Queste regole non trovano però applicazione solo in cerimonie ufficiali,<br />

bensì servono a gestire anche situazioni sostanzialmente molto<br />

importanti. Non a caso il Presidente della Repubblica elenca gli organi<br />

di governo secondo l’ordine protocollare. Allo stesso tempo, negli atti<br />

privati come lettere o messaggi di partecipazione è bene definire il<br />

rango delle cariche in questione.<br />

E’ importante sottolineare che il cerimoniale non è solo atto di pura<br />

forma, ma anche espressione idonea dei valori di sostanza. Si pensi,<br />

attualmente rispetto al passato, allo sviluppo delle relazioni economiche<br />

e della conseguente attività di relazioni pubbliche: si dà molta più<br />

importanza alla funzione svolta che al titolo posseduto a prescindere.<br />

Il cerimoniale può dunque essere definito come regola delle relazioni<br />

pubbliche, non una “messa in scena”, bensì un mezzo per facilitare la<br />

comunicazione sostanziale.<br />

4


I.1.2 Fondamenti pratici, estetici e mistici<br />

Le prime regole del cerimoniale trovano origine in Italia (Baldassar<br />

Castiglione, monsignor Della Casa e Stefano Guazzo) e, se guardate<br />

con occhio moderno, appaiono correttive di comportamenti per noi<br />

estremamente rozzi e inadeguati.<br />

Si intuisce dunque che i primi fondamenti del cerimoniale derivavano<br />

proprio dalla necessità di disciplinare e favorire l’igiene personale e di<br />

gruppo. Un esempio renderà più facile la comprensione: fino agli inizi<br />

del 1500 la minestra si assumeva tutti dalla stessa zuppiera con mestoli<br />

condivisi da più commensali, a metà del 1500 invece si passa a un<br />

numero superiore di cucchiai, solo verso la fine del secolo ogni<br />

commensale utilizzava la sua personale posata. E’ solo nel 1600 che<br />

ognuno avrà diritto ad un piatto senza dover attingere alla zuppiera<br />

comune.<br />

Dal punto di vista estetico è innegabile che un certo tipo di<br />

abbigliamento, di arredamento o di comportamento comunichino<br />

prestigio o autorità. Il cerimoniale, attraverso i suoi riti suscita<br />

emozioni e ammalia indipendentemente dalla propria volontà. Si pensi<br />

alla commozione ascoltando l’inno nazionale o a quando la bandiera<br />

nazionale viene posta sul feretro di un caduto.<br />

Le prime regole del cerimoniale, inoltre, trovano fondamento nella<br />

mistica, ovvero all’attribuzione simbolica ad alcuni numeri o colori. Il<br />

numero 1, ad esempio, è l’assoluto e quindi in una cerimonia<br />

rappresenta la carica più importante e senza pari, il 2 è invece<br />

5


appresentazione dell’antinomia (buio-luce, destra-sinistra…), il 3 è la<br />

trinità, il 4 ha valenza scientifica (le quattro stagioni, i quattro punti<br />

cardinali…). Allo stesso modo il colore nero, legato a Saturno, evoca<br />

dolore e carestia, il bianco argento, legato alla Luna, rappresenta pace e<br />

purezza e così via. Si pensi all’importanza dei colori nelle bandiere o<br />

nell’araldica.<br />

I.1.3 Fondamenti sociali, storici e moderni<br />

Come già detto in precedenza, il cerimoniale nasce e si sviluppa verso<br />

la fine del Medioevo. Le ragioni si rintracciano nel cambiamento<br />

dell’assetto sociale di quel periodo: il nuovo ceto borghese delle arti e<br />

dei mestieri reclama una diffusione del sapere da parte degli antichi<br />

nobili possidenti. E’ così che i ricchi borghesi emergenti emulano in<br />

tutto lo stile di vita e comportamentale patrizio come a voler dimostrare<br />

che l’eleganza nei modi, unita al possesso del denaro, potesse<br />

trasformare chiunque in un vero signore.<br />

Dopo le rivoluzioni comuniste del secolo scorso che negavano del tutto<br />

le regole aristocratiche e borghesi nella forma (si pensi all’utilizzo delle<br />

uniformi in Cina), al giorno d’oggi si è tornati all’esaltazione del civis<br />

singulus, ovvero quell’individuo capace di affermarsi in società e che,<br />

di conseguenza, deve in questa anche sapersi comportare.<br />

Ogni comportamento dettato dalle regole del cerimoniale, inoltre, è<br />

frutto di memoria storica e non ammette dunque inversioni di<br />

6


comportamento ma soltanto modifiche sequenziali: è la memoria che fa<br />

lo stile e crea quindi dignità, se viene dissipata la forma stessa si<br />

degrada.<br />

Le regole del cerimoniale moderno non possono comunque sottrarsi al<br />

rispetto dei valori dell’ecologia e della sanità che disciplinano<br />

fortemente i buoni comportamenti dell’era attuale. Sarà dunque<br />

improbabile vedere le signore indossare pellicce in o ascoltare le dodici<br />

salve di cannone che simboleggiano l’arrivo di un capo di Stato.<br />

I.1.4 Valore economico, morale e comunicativo<br />

Apparentemente le regole del cerimoniale potrebbero sembrar avere il<br />

solo valore formale. Nella sostanza, però, esse hanno anche una grande<br />

importanza dal punto di vista economico: applicarle ad un soggetto<br />

attribuisce valore non soltanto al soggetto stesso, bensì all’ente che<br />

questi rappresenta. E’ nozione di marketing ormai nota che la cortesia<br />

genera un valore aggiunto, quantificabile anche monetariamente.<br />

Proprio per questo si trasforma in dovere per chi ricopre incarichi dai<br />

quali ci si attende un rispetto delle regole di forma imposte in varie<br />

situazioni.<br />

La cortesia, inoltre, è la manifestazione più semplice e pura del rispetto<br />

nei confronti del prossimo. Applicare la disciplina del cerimoniale,<br />

insomma, non è altro che regolare la propria rozzezza e il proprio<br />

egoismo a favore dell’agio di chi ci sta intorno.<br />

7


Quando si parla di eventi, poi, è inevitabile guardare al cerimoniale<br />

come a un mezzo di comunicazione. La presentazione di un prodotto,<br />

l’invito a una conferenza o a una cena di gala, promuovere l’immagine<br />

dell’ente sono solo alcuni esempi in cui l’attività di rappresentanza può<br />

raggiungere i propri obiettivi attraverso l’uso delle regole del<br />

cerimoniale. Non bisogna inoltre dimenticare che, in una cerimonia, gli<br />

elementi non verbali commuovono e comunicano almeno quanto quelli<br />

verbali.<br />

8


I.2 IL CERIMONIALE E LO STATO<br />

I.2.1. Uffici che curano in cerimoniale<br />

Ogni ente, pubblico o privato, ha un proprio ufficio che si occupa in<br />

maniera più o meno diretta del cerimoniale.<br />

I funzionari addetti devono, quindi, regolare la vita di rappresentanza<br />

ufficiale dell’ente o del titolare della carica rappresentativa.<br />

Promuovere iniziative, accettare o declinare inviti, organizzare le visite<br />

e gli incontri sono solo alcune delle attività a cui ogni ente è soggetto e<br />

che vanno curate attraverso l’applicazione delle regole del cerimoniale.<br />

La parte attiva, quella della promozione, è evidentemente quella che<br />

più risulta impegnativa.<br />

I.2.2. Il protocollo di stato<br />

Dal greco protokollon che indicava il primo foglio incollato di un<br />

codice o documento, presto il lemma passò a individuare anche il<br />

documento stesso col suo contenuto.<br />

9


Attualmente il protocollo è definito come regola delle relazioni ufficiali<br />

pubbliche e della simbologia pubblica, è composto delle norme che<br />

regolano in generale il cerimoniale nella sua parte codificata e tutelata<br />

da organi preposti.<br />

Il protocollo sostanzialmente individua dei criteri oggettivi che possano<br />

risolvere questioni formali emerse in ogni tipo di relazioni formali<br />

pubbliche.<br />

Semplificando si potrebbe dire che il protocollo di Stato è l’area<br />

codificata del cerimoniale, è influenzato dal mutare dei tempi e subisce<br />

quindi reinterpretazioni. Si pensi, ad esempio, al cambio di relazioni<br />

attuatosi durante il dopoguerra e al cambiamento che ha subito il<br />

rapporto libertà-autorità.<br />

Le regole di forma non sono pertanto fini a se stesse ma esprimono in<br />

forma simbolica motivi e aspetti di sostanza. Il protocollo non fa altro<br />

che attribuire una forma alla sostanza che, altrimenti, risulterebbe meno<br />

codificabile e comprensibile. In democrazia la forma riflette il rispetto<br />

sostanziale, per palesare l’istituzione autorevole e non autoritaria.<br />

I.2.3. Cerimoniale nazionale e internazionale<br />

Il cerimoniale nazionale di occupa di:<br />

• attività di rappresentanza dello Stato e dei suoi organi<br />

costituzionali e pubblici in generale;<br />

10


• impiego dell’inno e della bandiera nazionali, dell’emblema di<br />

Stato e degli stendardi nazionali compresi gli onori spettanti a<br />

bandiere e vessilli;<br />

• festività pubbliche ricorrenti e occasionali e lutto nazionale;<br />

• gerarchia delle cariche pubbliche e di rilevanza pubblica, in<br />

primo luogo quelle costituzionali e i relativi onori spettanti, i<br />

giuramenti delle cariche pubbliche;<br />

• svolgimento delle cerimonie ufficiali di rilievo costituzionale,<br />

ordinamentale o pubblico comprese le esequie di Stato;<br />

• riconoscimenti e adesioni da parte del Capo dello Stato, del<br />

governo e degli enti rappresentativi di collettività;<br />

• cerimoniale militare e marittimo e altri cerimoniali specializzati;<br />

• onorificenze della Repubblica;<br />

• araldica pubblica;<br />

Il cerimoniale internazionale o diplomatico si occupa di:<br />

• aspetti formali delle relazioni internazionali;<br />

• guarentigie dei rappresentanti diplomatici.<br />

I.2.4. Le fonti del protocollo di Stato e la regola del territorio<br />

La dottrina del protocollo di Stato è autonoma e ha pertanto delle<br />

regole specifiche proprie e distinte da altre discipline giuridico-sociali.<br />

La norma cardine è il decreto del Presidente del consiglio dei ministri<br />

14 aprile 2006 recante le regole generali del protocollo.<br />

11


La prassi, però, integra in maniera amplia e fondamentale la norma<br />

scritta. Tra le fonti da tenere in conto, non possono essere dimenticate<br />

le norme e prassi internazionali del cerimoniale diplomatico, i<br />

regolamenti del cerimoniale militare e va sempre ricordato che le<br />

differenze costituzionali comportano, inevitabilmente, differenze<br />

protocollari.<br />

E’ regola generale che si applichino le norme protocollari del territorio<br />

in cui si svolge la cerimonia, salvo eventi in ambito di organizzazioni<br />

internazionali che usufruiscono di regole proprie.<br />

Occorre tuttavia rispettare le regole incomprimibili dell’ospite e le sue<br />

eventuali limitazioni (religiose, rituali, sanitarie…) in ragione di<br />

cortesia.<br />

I.2.5. Gli organi preposti<br />

Il cerimoniale di Stato si divide in cerimoniale nazionale e cerimoniale<br />

diplomatico: il primo è curato dalla Presidenza del consiglio dei<br />

ministri e il secondo dal Ministero della difesa.<br />

All’interno del cerimoniale nazionale rientra anche il cerimoniale<br />

militare curato, ratione materiae, dal Ministero della difesa.<br />

Il cerimoniale diplomatico, per sua natura, non ha subito modifiche nel<br />

passaggio costituzionale dalla monarchia alla repubblica mentre il<br />

cerimoniale nazionale è stato riscritto sulla base dell’attuale<br />

ordinamento democratico.<br />

12


Il Dipartimento del Cerimoniale di Stato che opera presso la Presidenza<br />

del consiglio dei ministri tiene in considerazione anche i suggerimenti e<br />

i pareri degli altri organi costituzionali nazionali coi quali opera in<br />

intesa e, inoltre, fornisce consulenza in materia agli altri organi<br />

pubblici.<br />

Presso il Ministero degli affari esteri esiste un organo analogo relativo<br />

al cerimoniale diplomatico. Il Capo del cerimoniale diplomatico della<br />

Repubblica è un alto dirigente dello Stato della carriera diplomatica che<br />

assolve il proprio compito in interesse diretto del Capo dello Stato.<br />

Il cerimoniale diplomatico, in Italia come all’estero, ha un’enorme<br />

rilevanza nella relazione tra stati.<br />

Per quanto riguarda il cerimoniale militare, esiste un ufficio presso il<br />

gabinetto del Ministro della difesa.<br />

In ambito provinciale, invece, è compito del Prefetto assicurarsi<br />

l’utilizzo corretto delle norme del cerimoniale.<br />

Va segnalata, nel 2008, la creazione dell’ANCEP Associazione<br />

nazionale cerimonialisti enti pubblici.<br />

13


I.3 IL CERIMONIALE DEGLI EVENTI<br />

Spesso chi si occupa del cerimoniale deve anche proporre l’iniziativa<br />

mantenendo uno scadenzario aggiornato e curato. Quando anche il<br />

titolare del cerimoniale riceva disposizioni dall’ente per cui lavora<br />

riguardo l’organizzazione di un evento, dovrà sicuramente tenere in<br />

conto una serie di elementi da gestire, quali: addetti stampa, sicurezza,<br />

impianti video-stereo, cartellonistica, allestimento della sala, grafica<br />

coordinata e stampa degli inviti, degli eventuali opuscoli e brochure,<br />

possibili servizi di interpretariato o ristorazione, trasporti.<br />

Sarà un passaggio obbligato fondamentale quello di scegliere il luogo e<br />

i locali interessati, i relativi accessi, percorsi e parcheggi.<br />

Verrà opportunamente informata l’autorità pubblica per servizi di<br />

sicurezza, sanitari o viabilità.<br />

Infine si stilerà un programma da diffondere prima internamente e poi<br />

esternamente con relativa assegnazione dei compiti al personale.<br />

Una volta organizzato l’evento internamente all’ente, si dovrà<br />

predisporre la diffusione degli inviti, accertarne le adesioni, elaborare il<br />

piazzamento dei posti secondo l’ordine delle precedenze, comporre il<br />

14


tavolo dei relatori, esercitare un controllo sull’accoglienza e presiedere<br />

a tutti gli aspetti organizzativi in loco.<br />

Un buon cerimoniere non è mai ottimista, solo in questa ottica riuscirà<br />

a prevedere ogni possibile circostanza avversa.<br />

I.4 GLI INVITI<br />

I.4.1. Scelta ed elenco degli invitati<br />

Gli invitati sono scelti in base alla natura della manifestazione che si sta<br />

organizzando e alle finalità che il promotore intende realizzare. E’<br />

quindi compito del cerimoniere proporre all’ente un elenco di invitati<br />

equilibrato, tenendo sempre in conto che invitare autorità di altissimo<br />

rango prevede spesso dinieghi.<br />

15


Si cercherà quindi di invitare dei ranghi omogenei e, regola<br />

fondamentale, si eviterà sempre la discriminazione tra i vari<br />

appartenenti a una determinata categoria scelta.<br />

E’ di norma invitare anche gli appartenenti di categorie collegate a<br />

quella direttamente interessata e anche coloro che hanno ricoperto<br />

cariche in passato. L’invito va in genere rivolto anche all’autorità<br />

gerarchicamente sovraordinata della sede stessa.<br />

Per quanto riguarda i relatori, invece, vale il criterio dell’esclusività: se<br />

è previsto un oratore sottosegretario non se ne avrà un altro dello stesso<br />

dicastero.<br />

Per meglio gestire l’organizzazione si creerà un elenco degli invitati in<br />

ordine alfabetico che poi si trasformerà in elenco dei partecipanti<br />

sempre in ordine alfabetico. Infine si stilerà la lista in ordine gerarchico<br />

di modo da facilitare l’assegnazione dei posti da parte delle hostess.<br />

I.4.2. La lettera d’invito<br />

La forma dell’invito va scelta in base al rapporto che intercorre fra<br />

invitante e invitato. Se l’invito è rivolto a una personalità di rango<br />

molto importante, è bene che sia fatto attraverso lettera sottoscritta<br />

dell’invitante. Andrà trasmesso per via gerarchica e può essere<br />

accompagnato anche da lettera esplicativa al vertice burocratico della<br />

personalità interessata.<br />

16


L’attenzione formale nella lettera d’invito è importantissima: la data<br />

dev’essere apposta con lo stesso carattere del testo e col mese indicato<br />

in lettere, la firma (e spesso appellativo e saluti finali) è bene che siano<br />

scritti di pugno.<br />

Si può anche optare, al posto della lettera, per il cartoncino d’invito<br />

accompagnato o meno da lettera. Il cartoncino conterrà: carica e nome<br />

dell’invitante, la volontà dell’invitante, nome cognome e titolo<br />

onorifico e/o qualifica dell’invitato. La carica dell’invitato verrà<br />

apposta solo sulla busta, ricordando che gli inviti alle cerimonie sono<br />

rivolte alla carica mentre quelli a convivio sono diretti alla persona. Nel<br />

cartoncino appariranno anche: contenuto, luogo, data, ora, occasione ed<br />

eventuale indicazione di abbigliamento.<br />

Gli inviti impersonali recano invece il destinatario solamente sulla<br />

busta.<br />

Quando è necessario esercitare un controllo sugli accessi è opportuno<br />

richiedere l’esibizione dell’invito all’ingresso o, comunque, stilare una<br />

lista degli invitati (per coloro che dimenticheranno l’invito da esibire).<br />

Risulta fondamentale apporre sul cartoncino stesso, o su uno<br />

d’accompagnamento, la sigla R.S.V.P. (répondez s’il vous plait) seguita<br />

da un recapito telefonico o un indirizzo telematico a cui gli invitati<br />

potranno comunicare l’adesione alla cerimonia.<br />

17


I.4.3 Diramazione dell’invito<br />

Per le manifestazioni più importanti l’invito va diramato e consegnato<br />

agli invitati circa 15-20 giorni prima dell’evento. Il termine massimo<br />

può essere di otto giorni: è scortese inoltrare gli inviti alla vigilia<br />

dell’evento, salvo casi particolari.<br />

Un invito declinato con il giusto anticipo, inoltre, rende possibile il<br />

rimpiazzo degli assenti e risulta quindi un vantaggio anche per chi si<br />

occupa del cerimoniale.<br />

Non vanno mai inoltrati inviti con più di 30 giorni di anticipo.<br />

I.4.4. Risposta all’invito<br />

L’invitato può raccogliere o declinare l’invito. In entrambi i casi è<br />

tenuto a darne comunicazione tempestiva all’invitante. La solerzia della<br />

risposta è sintomo di cortesia e gratitudine verso l’invitante.<br />

E’ dunque buona norma attestare gratitudine per la ricezione dell’invito<br />

e rammarico qualora non si possa accettare l’invito, indicando sempre<br />

le ragioni scusanti anche in modo generico.<br />

18


I.4.5. Rappresentanza e partecipazione all’evento<br />

Nei casi in cui, in una cerimonia ufficiale, l’invitato titolare della carica<br />

rappresentante di un ente o di un settore non potesse partecipare, dovrà<br />

delegare un proprio rappresentante eletto tra i suoi parigrado o, meglio,<br />

vicari.<br />

In occasione di pranzi, ricevimenti o quando si deve rendere visita non<br />

il delegato non può sostituire l’invitato. Nel caso di restituzione della<br />

visita, invece, questa eventualità è ammessa.<br />

L’invitato dovrà dunque comunicare la propria partecipazione o, come<br />

detto, quella del suo delegato all’invitante e premurarsi di arrivare<br />

puntuale alla cerimonia. Secondo le regole è bene osservare qualche<br />

minuto di anticipo e aspettarsi un posto prenotato solo qualora si sia<br />

data conferma di partecipazione. Eventuali accompagnatori devono<br />

essere segnalati previamente.<br />

19


I.5 LA CERIMONIA<br />

I.5.1. L’allestimento della sala<br />

Nonostante al giorno d’oggi si assista alla spettacolarizzazione, financo<br />

esagerata delle cerimonie pubbliche, un buon cerimoniere deve sempre<br />

tenere conto che est modus in rebus. Bisogna quindi evitare, negli<br />

eventi istituzionali, inutili sfarzi e prediligere una semplice eleganza.<br />

Il tavolo dei relatori deve essere chiuso sul davanti con un pannello o<br />

un drappo, gli elementi floreali possono decorare lateralmente o<br />

davanti, ma mai sopra (anche per implicazioni pratiche come ad<br />

esempio l’ostacolare i fotografi).<br />

Grandi schermi televisivi possono rimandare l’immagine dell’oratore o<br />

il logo della manifestazione per consentirne la visuale anche da lontano<br />

ma vanno evitati filmati di animazione che potrebbero distrarre la<br />

platea.<br />

Quest’ultima dev’essere allestita con un numero di sedute congruo<br />

all’effettiva partecipazione del pubblico: nessuno dovrà restare in piedi<br />

ma si eviteranno anche eccessivi vuoti di presenze.<br />

20


Per quanto riguarda l’allestimento tecnico (microfoni, schermi,<br />

computer, cabine per interpretariato) ci si affiderà a tecnici esperti<br />

pronti a intervenire sotto la supervisione del cerimoniere.<br />

I.5.2 L’assegnazione dei posti<br />

Come molte discipline anche quella del cerimoniale ha una sua regola<br />

d’oro: la regola della destra. Essa afferma che tra due simboli, tra due<br />

persone, tra due postazioni etc. il più importante sta a destra. La destra<br />

va definita tra loro e non dal punto di vista dell’osservatore. Questa<br />

regola si fonda su antiche ragioni culturali: l’uomo è prevalentemente<br />

destrimano e quindi la destra rimane la posizione preferita (Gesù Cristo<br />

siede alla destra del Dio Padre).<br />

Quando si devono assegnare dei posti d’onore al tavolo dei relatori, ad<br />

esempio, tra tre persone, la più importante starà nel mezzo, la seconda<br />

per importanza starà alla destra del numero uno e la terza alla sua<br />

sinistra.<br />

Quando si devono assegnare i posti a due personalità di eguale<br />

importanza bisognerà disporre di maniera che non ci sia una seduta<br />

centrale, bensì si crei un doppio centro con doppia presidenza.<br />

Per quanto riguarda l’assegnazione dei posti in platea, va sottolineato<br />

che questo è un momento molto delicato dell’organizzazione della<br />

cerimonia.<br />

21


Innanzitutto si predispone la pianta della sala e si redige un elenco delle<br />

presenze confermate secondo l’ordine delle precedenze. In seconda<br />

istanza, seguendo l’elenco, si associa il nome di ogni invitato a una<br />

seduta.<br />

Preliminarmente non bisogna dimenticare di assegnare tutti i posti che<br />

hanno una funzione ben determinata e alcuni posti di riserva per far<br />

fronte ad eventuali imprevisti.<br />

Da ciò si evince che il cerimoniale non è una scienza, bensì un’arte.<br />

Proprio per questo è rischioso affidarsi all’utilizzo dei moderni<br />

software per l’assegnazione posti che non tengono conto di tutta una<br />

serie di fattori umani di cui invece, un buon cerimoniere, deve fare<br />

tesoro.<br />

I.5.3.L’ordine delle precedenze<br />

L’ordine delle precedenze delle cariche pubbliche suppone una<br />

valutazione generale di rilievo di ogni singola carica nel quadro<br />

giuridico-ordinamentale dello Stato e tiene conto della ponderazione<br />

potestuale e rappresentativa di essa. L’unica fonte organica vigente in<br />

materia è il decreto del Presidente del consiglio dei ministri 14 aprile<br />

2006 che tiene conto dell’istituzione di nuove cariche pubbliche di<br />

rango elevato (es. Presidente della corte costituzionale, Presidente del<br />

CNEL etc.). Per tutto ciò che non è contemplato nel decreto vale la<br />

prassi.<br />

22


Attualmente il rango protocollare non è più determinato dalla qualifica<br />

posseduta bensì dall’incarico ricoperto. Poiché i cittadini hanno tutti<br />

pari dignità sociale, questa considerazione è di ampio respiro e pregna<br />

di significati profondi. La persona ora viene apprezzata in chiave<br />

democratica e non più per lo status personale.<br />

I.5.3.1. I criteri di precedenza<br />

Le precedenze fra istituzioni, cariche o simboli sono definite da:<br />

• ordine protocollare: in base alla valenza ordinamentale del<br />

soggetto;<br />

• criteri ausiliari: anzianità e ordine alfabetico. L’anzianità può<br />

essere oggettiva (nascita dell’ente) o soggettiva (presa<br />

d’incarico del soggetto). L’ordine alfabetico può essere<br />

oggettivo (riferito all’ente) o soggettivo (riferito al titolare). Può<br />

anche essere mondiale (riferito alla lingua d’origine di ciascun<br />

ente) o definito (basato su una lingua di riferimento), stabile o<br />

rotante (se si parte dalla prima lettera dell’alfabeto o da una a<br />

scelta);<br />

• criterio residuale: si usa solo in mancanza degli altri due e si<br />

basa sull’anzianità anagrafica del titolare della carica.<br />

23


I.5.3.2. Le sette categorie delle cariche pubbliche<br />

Al vertice dell’ordine delle precedenze si colloca il Presidente della<br />

Repubblica che non vi è compreso in quanto, di diritto, è il culmine<br />

primario. Inoltre, secondo il dettato costituzionale, egli è super partes.<br />

Seguono le sette categorie delle cariche pubbliche:<br />

• prima categoria: presidenti degli organi costituzionali ed ex<br />

presidenti della Repubblica. Primi i presidenti delle camere,<br />

ordinati tra loro secondo il criterio d’età. Principi di case<br />

regnanti e cardinali precedono gli appartenenti alla prima<br />

categoria salvo in manifestazioni di carattere fortemente statale.<br />

Segue il Presidente del consiglio dei ministri e, in ultimo, il<br />

Presidente della corte costituzionale;<br />

• seconda categoria: vicepresidenti degli organi costituzionali,<br />

ministri, ministri senza portafoglio, ambasciatori stranieri,<br />

giudici costituzionali, titolari e rappresentanti di organi di<br />

rilievo costituzionale (es. Presidente del CNEL, vertici della<br />

magistratura etc.) e i presidenti dei gruppi parlamentari;<br />

• terza categoria: vertici di poteri e apparati dello Stato con<br />

precedenza per quelli posti in posizione di terzietà (magistrature<br />

e garanti) rispetto a quelli autonomi (governatore della Banca<br />

d’Italia);<br />

• quarta categoria e a seguire: vertici di secondo rango o di<br />

ambito locale appartenenti alle categorie precedenti, sindaco in<br />

sede e presidente della Provincia. Presidenti e segretari<br />

nazionali non parlamentari dei partiti politici. A seguire<br />

24


assessori regionali (quinta categoria), direttori generali (sesta<br />

categoria) e direttori provinciali (settima categoria).<br />

Va segnalato che l’ordine delle precedenze varia relativamente al fatto<br />

che la cerimonia sia nazionale o territoriale.<br />

I.5.3.3. La gerarchia cattolica<br />

In Italia, quando si parla di cerimoniale, non si può tralasciare la<br />

gerarchia cattolica. Non solo da un posto di vista formale e oggettivo<br />

ma, anche e soprattutto, perché il Cristianesimo, con i suoi<br />

rivoluzionari principi di eguaglianza, è la fonte prima che ha ispirato le<br />

odierne democrazie occidentali.<br />

Al vertice si trova il Sommo Pontefice, riconosciuto come la più alta<br />

autorità spirituale mondiale anche dai non cattolici. Seguono il collegio<br />

cardinalizio, i nunzi apostolici, i patriarcati, i maggiori arcivescovati, le<br />

arcidiocesi e le diocesi etc. Il nunzio apostolico rappresentante la Santa<br />

sede (decano) assume la prima posizione tra gli appartenenti al corpo<br />

diplomatico.<br />

I.5.3.4. Regole integrative<br />

Tra gli appartenti alla stessa categoria aventi pari qualifica ha la<br />

precedenza il più anziano nella carica, a parità, il più anziano d’età.<br />

25


A parità di rango hanno la precedenza gli stranieri e chi è ospitato per<br />

la prima volta.<br />

I capi di Stati hanno giuridicamente pari grado e quindi si procede per<br />

anzianità della carica.<br />

I pensionati prendono posto appena dopo i pari rango in servizio, con<br />

eccezione per gli ex presidenti della Repubblica.<br />

I consorti prendono il rango del coniuge, tranne nelle manifestazioni<br />

ufficiali dove prendono posto appena dopo i pari rango del coniuge<br />

(stesse regole per uomini e donne poiché nel protocollo di stato non<br />

interviene distinzione di sesso).<br />

Bisogna anche valutare la presenza di alti rappresentanti del mondo<br />

culturale, sociale, artistico o spirituale che pur non hanno una carica<br />

formale (es. Premio Nobel). Gli altri invitati prendono posto in arrivo<br />

rispettando la cortesia verso le persone anziane.<br />

I.5.3.5. Settori per giornalisti, fotografi e teleoperatori<br />

Data l’importanza degli attuali mezzi di comunicazione, questa non può<br />

non essere tenuta in considerazione da un cerimoniere. Pertanto è bene<br />

fissare un settore in posizione favorevole dal quale gli operatori<br />

televisivi e i fotografi possano effettuare il loro lavoro. Sarebbe<br />

opportuno valutare la posizione delle fonti di luce, il numero dei<br />

giornalisti presenti e collocare una postazione all’ingresso in cui si<br />

consenta la ripresa agli arrivi delle personalità.<br />

26


I.5.4. L’accoglienza degli invitati<br />

I collaboratori o le hostess dell’organizzatore della cerimonia devono<br />

accogliere gli ospiti all’ingresso e accompagnarli al posto dopo<br />

l’eventuale sosta al guardaroba. Questo servizio, in particolare, deve<br />

essere organizzato capillarmente, rischio il fallimento della cerimonia<br />

stessa.<br />

Il promotore accompagna di persona l’ospite più importante e, nel caso<br />

vi siano personalità di pari rango e importanza, vanno accompagnate<br />

tutte allo stesso modo.<br />

I nominativi sui posti, inoltre, devono essere facilmente leggibili. Un<br />

buon cerimoniere deve tener conto che, generalmente, l’arrivo degli<br />

ospiti si concentra negli ultimi dieci minuti.<br />

I.5.5. La successione dei discorsi e la durata della manifestazione<br />

La cerimonia inizia solo quando la personalità di maggior rango ha<br />

preso posto. La personalità giunge per ultima e si congeda per prima.<br />

Il numero dei discorsi viene fissato in anticipo nel programma e segue<br />

l’ordine inverso al rango.<br />

L’introduzione spetta al moderatore, segue il saluto dell’autorità locale<br />

e l’intervento dell’organo promotore. Infine il discorso dell’organo<br />

27


promotore. Il moderatore riprende la parola per ringraziare e<br />

concludere.<br />

Qualunque manifestazione ufficiale, o di valenza ufficiale, deve avere<br />

una durata contenuta. Occorre quindi fissare la durata sia di ogni<br />

discorso sia dei brani artistici eventualmente presenti. Quando<br />

intervengono autorità appartenenti alla prima categoria, la cerimonia<br />

può durare dai 50 ai 90 minuti massimo.<br />

Il giorno successivo alla manifestazione, l’organizzatore invia un<br />

messaggio di ringraziamento alle massime autorità intervenute.<br />

28


II. IL CASO: L’EVENTO “CARITAS IN VERITATE:<br />

UN’ENCICLICA PER CONCEPIRE IL FUTURO”<br />

DEGLI EVENTI DI ELEA<br />

Il 22 luglio 2009, in occasione della pubblicazione dell’enciclica<br />

sociale di Benedetto XVI Caritas in Veritate, in via della Conciliazione<br />

3, si è svolto l’evento “Caritas in Veritate: un’Enciclica per concepire il<br />

futuro”.<br />

La società <strong>Elea</strong>, storica organizzazione fondata da Adriano Olivetti e<br />

poi acquisita dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata<br />

Concezione, ha sviluppato negli ultimi anni un settore di eventi curati<br />

dal giornalista vaticanista Piero Schiavazzi.<br />

Grazie a convegni di prestigio a cui hanno partecipato le alte cariche<br />

del mondo della Chiesa, dell’economia, della cultura e della politica, la<br />

<strong>Elea</strong> è stata definita una piccola Cernobbio sul Tevere.<br />

Proprio per questo, in occasione dell’evento trattato, hanno accettato di<br />

partecipare come relatori l’On. Giulio Tremonti, Ministro<br />

dell’Economia e delle Finanze e Mons. Rino Fisichella, Rettore della<br />

Pontificia Università Lateranense.<br />

29


Il cerimoniale dell’evento oggetto è stato curato da una parte<br />

dell’ufficio organizzativo e dal dott. Luigi Pilloni dello Studio Pilloni,<br />

storico cerimoniere del Vaticano.<br />

II.1. GLI INVITI<br />

II.1.1. Scelta ed elenco degli invitati<br />

Con il tempo l’ufficio eventi della <strong>Elea</strong> ha creato e sviluppato un<br />

database selezionato delle personalità interessate agli eventi culturali.<br />

Questo indirizzario si articola per categorie (Vaticano, Vicariato,<br />

Economia, Governo, Nunziature, Sanità etc.) contententi nome,<br />

numero di telefono e indirizzo cartaceo e telematico di ogni esponente.<br />

30


Relativamente alla sfera di interesse dell’evento, sono stati selezionati<br />

alcuni elenchi a cui rivolgere l’invito, altri, invece sono stati integrati<br />

ad hoc.<br />

II.1.2. Lettera d’invito e relativa diramazione<br />

La prima lettera d’invito è stata scritta dal direttore degli eventi in<br />

persona ed indirizzata ai due relatori, l’On. Tremonti e Mons.Fisichella.<br />

Queste due missive personali, firmate di pugno e inviate via e-mail e<br />

via fax, contenevano una descrizione della società, una delucidazione<br />

riguardo le intenzioni dell’evento e la cortese richiesta di<br />

partecipazione.<br />

Una volta ricevuta la conferma di partecipazione dei due relatori, si è<br />

passati a sviluppare la grafica coordinata per l’invito da spedire agli<br />

invitati.<br />

L’ufficio grafico della società stessa ha creato quindi un bozzetto in<br />

formato .pdf che è stato visionato, corretto e infine approvato dal<br />

direttore degli eventi.<br />

La segreteria organizzativa, dunque, a circa quindici giorni dalla data<br />

dell’evento, ha iniziato ad inoltrare gli inviti.<br />

Per venire incontro alle moderne necessità e ai nuovi mezzi di<br />

comunicazione, l’invito è stato recapitato principalmente sotto forma di<br />

posta elettronica: a un messaggio di saluto da parte del capo della<br />

31


Congregazione, Padre Aurelio Mozzetta, dell’amministratore delegato<br />

<strong>Elea</strong>, Domenico Temperini e del direttore degli eventi, Piero<br />

Schiavazzi, seguiva un allegato.<br />

Il concetto di “qualità totale” a cui tutta la segreteria organizzativa è<br />

votata, ha imposto che ogni e-mail fosse inviata personalmente,<br />

indirizzo per indirizzo.<br />

E’ di poco riguardo, infatti, ricevere una lettera telematica in cui il<br />

proprio indirizzo compare all’interno di un lungo elenco. Ogni invitato<br />

deve percepire che la sua presenza sia, non solo gradita, ma anche<br />

fortemente desiderata.<br />

Fig. I<br />

Come si può notare dalla figura, nell’invito risultano indicati i nomi dei<br />

promotori e degli organizzatori, il titolo e l’argomento dell’evento, i<br />

relatori e il moderatore. Nella parte inferiore, inoltre, sono elencate<br />

Fig. I L’invito in allegato.<br />

32


tutte le informazioni necessarie alla partecipazione: data, ora, luogo e<br />

R.S.V.P. con due numeri telefonici di riferimento.<br />

Per quanto riguarda i giornalisti e le agenzie stampa, è stato trasmesso<br />

un comunicato redatto dalla segreteria, sotto la supervisione del<br />

direttore, e i relativi numeri telefonici per permettere di accreditarsi<br />

all’ingresso.<br />

II.1.3. Risposta all’invito<br />

A breve distanza dall’inizio della diramazione sono cominciate ad<br />

arrivare le prime risposte di partecipazione.<br />

Coloro che reagivano positivamente, ovvero accettando l’invito, hanno<br />

telefonato. L’incaricato della segreteria organizzativa, di conseguenza,<br />

registrava nome, cognome e carica del partecipante e l’eventuale<br />

presenza di accompagnatori.<br />

A una settimana dalla diramazione, però, la segreteria ha anche dato<br />

inizio ad un’intensissima attività di recall telefonico, preoccupandosi-<br />

33


nei casi necessari- di inoltrare nuovamente l’invito telematico o di<br />

rispedirlo via fax.<br />

Per venire incontro alle esigenze delle personalità con agende di lavoro<br />

comprensibilmente affollate, il recall è stato effettuato più volte in base<br />

alle indicazioni delle segreterie interessate.<br />

Una volta comunicate le intenzioni degli invitati, con un codice di<br />

colorazione delle celle excel dell’indirizzario (rosso per i rifiuti, giallo<br />

per i presenti, rosa per rinvio fax, verde per nuovo recall etc.) la<br />

segreteria ha iniziato a stilare un elenco presenze dettagliato.<br />

Questo elenco riportava nome, cognome, carica ed eventuali<br />

accompagnatori dell’invitato. Sarà poi di estrema utilità per<br />

l’assegnazione delle sedute e l’ordine delle precedenze in sala.<br />

34


II. 2. LA CERIMONIA<br />

II.2.1. L’allestimento della sala<br />

Il convegno si è svolto nell’Auditorium S. Pio X di via della<br />

Conciliazione, 3 a Roma.<br />

La sede, oltre ad essere pregna di significato per la sua collocazione<br />

nello stato Vaticano, presenta anche caratteristiche architettoniche di<br />

pregio.<br />

Il pavimento in marmo chiaro, il soffitto a cassettoni in vetrocemento e<br />

un colonnato laterale sempre rivestito in marmo chiaro, conferiscono<br />

alla sala enorme luminosità ed eleganza.<br />

Accanto al salone principale, contenente 300 sedute, si trova una saletta<br />

di minori dimensioni contenente, a sua volta, 100 posti e un<br />

maxischermo dotato di proiettore.<br />

La sala principale, inoltre, presenta un palco per il tavolo dei relatori,<br />

con la parte davanti coperta, e un podio per le letture dei brani artistici.<br />

Alle spalle del tavolo dei relatori, un altro maxischermo con proiettore.<br />

Essendo questo luogo pensato proprio per cerimonie come quella in<br />

oggetto, ci si è premurati di curare alcuni piccoli dettagli senza<br />

35


stravolgere la scenografia: porta acqua per il tavolo, bicchieri,<br />

cavalierini.<br />

Un piccolo salotto dotato di divano, poltrone e tavolini si colloca alle<br />

spalle dell’area per il pubblico: è un luogo essenziale di incontro tra i<br />

relatori prima dell’inizio dell’evento, un ritiro per discutere degli ultimi<br />

dettagli.<br />

La mattina dell’evento, il capo del cerimoniale, il dott. Pilloni, e due<br />

assistenti della segreteria organizzativa, hanno partecipato al<br />

sopralluogo della sala insieme al responsabile della sicurezza dell’On.<br />

Tremonti.<br />

E’ opportuno ricordare che, quando presiedono personalità della prima<br />

categoria dell’ordine delle precedenze, il servizio di sicurezza personale<br />

e pubblico deve essere a conoscenza della struttura del luogo, delle<br />

relative vie di uscita, uscite di emergenza, indicazioni stradali e di<br />

viabilità, al fine di organizzare una puntuale collaborazione,<br />

predisporre la posizione delle guardie del corpo e mettere gli ospiti in<br />

assoluta sicurezza.<br />

Fig. II Uno dei cavalierini del tavolo dei relatori.<br />

36<br />

Fig. II


II.2.2. L’assegnazione dei posti<br />

L’assegnazione dei posti al tavolo dei relatori si è dimostrata<br />

particolarmente difficoltosa per la presenza di un numero dispari di<br />

sedute ma ben due ospiti di rilievo e di pari importanza.<br />

Sono state conseguentemente assegnate due sedute centrali, tenendo in<br />

considerazione, al lato sinistro, anche il podio come fosse una seduta.<br />

La disposizione prevedeva dunque, a partire dalla sinistra dello<br />

spettatore: l’amministratore delegato dell’azienda promotrice,<br />

Domenico Temperini, il capo della Congregazione dei Figli<br />

dell’Immacolata concezione, Padre Aurelio Mozzetta, il primo ospite<br />

relatore, l’On. Giulio Tremonti, il secondo ospite relatore, Mons. Rino<br />

Fisichella e, all’estrema destra, il moderatore Piero Schiavazzi. Più a<br />

destra, il podio per i brani tratti dall’enciclica, letti dall’attore Giulio<br />

Base.<br />

I posti in platea, invece, sono stati articolati in tre sezioni. Quella più a<br />

destra è stata destinata, nelle prime file, agli esponenti di spicco della<br />

magistratura, dell’economia e di tutti gli apparati di rilievo nazionale,<br />

nonché a personaggi del mondo dello spettacolo. Le prime file del<br />

settore centrale spettavano invece agli esponenti della gerarchia<br />

cattolica e ai ministri. Il settore di sinistra, a sua volta, è stato destinato<br />

ad accogliere i numerosissimi esponenti delle ambasciate presso la<br />

Santa Sede.<br />

Le personalità delle prime categorie dell’ordine delle precedenze erano<br />

numerosissime, è stato dunque necessario seguire un metodo rigoroso<br />

37


ed accurato per non creare spiacevoli incidenti al momento<br />

dell’accoglienza.<br />

Innanzitutto si è creato un elenco dei presenti con la rispettiva carica. In<br />

seconda istanza si è sottolineato in grassetto ogni esponente delle prime<br />

categorie. In un terzo momento si è evidenziato in giallo il nome di<br />

coloro che avrebbero avuto accesso a postazioni di particolare rilievo.<br />

L’ufficio di segreteria ha provveduto a compilare delle indicazioni<br />

scritte, recanti il nome (senza la carica) di ogni personalità che è stato<br />

poi piazzato sulle singole sedute.<br />

Per i Corpi Diplomatici, invece, si è indicata la sigla C.D. e il nome del<br />

paese di origine a seguire.<br />

Circa due file sono state riservate con cartelli generici per avere a<br />

disposizione<br />

emergenze.<br />

qualche posto libero in caso di<br />

Fig. III<br />

Fig. III Parte dell’elenco presenze<br />

38


II.2.3. Settori per giornalisti, fotografi e teleoperatori<br />

Per quanto riguarda giornalisti, fotografi e teleoperatori, la segreteria<br />

organizzativa ha dovuto svolgere un lavoro dedicato.<br />

Una manifestazione di tale rilievo, infatti, comporta la presenza<br />

massiccia della stampa.<br />

Di conseguenza è stato stilato un elenco presenze apposito per facilitare<br />

l’accredito all’ingresso e creata una cartella stampa (con il motivo della<br />

grafica coordinata) contenente una copia dell’invito e una copia del<br />

comunicato.<br />

In platea un intero settore posteriore a sinistra è stato assegnato alla<br />

stampa.<br />

Fig. IV Copertina della cartella stampa.<br />

39<br />

Fig. IV


II.2.4. L’accoglienza degli invitati<br />

Secondo le regole del cerimoniale, gli ospiti più importanti, ovvero i<br />

due relatori, sono stati accolti dai promotori della manifestazione e dal<br />

moderatore.<br />

Sono stati dunque tradotti presso il salotto appositamente allestito in<br />

modo da poter trovare la concentrazione lontano dai fotografi e poter<br />

anche scambiare pareri in merito allo svolgimento della manifestazione.<br />

Le hostess sono state divise in quattro piccoli gruppi: due addette<br />

accoglievano gli ospiti all’arrivo, altre due controllavano la<br />

registrazione sull’elenco presenze e accompagnavano al posto, altre due<br />

in sala controllavano la regolarità dei piazzamenti e un’altra si<br />

occupava degli accrediti stampa.<br />

I giornalisti e gli addetti stampa si registravano ad un tavolo posto<br />

presso un ingresso laterale alla sala, ricevevano la cartella stampa e<br />

prendevano posto nel settore dedicato loro riconoscibile grazie alle<br />

indicazioni STAMPA sulle sedute.<br />

Tutti gli ospiti in sala hanno preso posto secondo indicazione o, nel<br />

caso di posizionamenti non previamente assegnati, si sono accomodati<br />

nei settori liberi.<br />

L’enorme numero dei partecipanti ha, comprensibilmente, messo in<br />

difficoltà l’apparato di gestione del cerimoniale: non tutti gli ospiti<br />

sono stati puntuali e alcuni non desideravano seguire la conferenza<br />

dalla saletta minore con il proiettore.<br />

40


Questi imprevisti sono stati risolti grazie alla sapiente direzione del<br />

capo cerimoniere e alla solerzia delle hostess.<br />

II.2.5. La successione dei discorsi<br />

La manifestazione ha avuto una durata di circa 90 minuti ed è stato<br />

scrupolosamente seguito l’ordine prefissato dalla scaletta:<br />

Scaletta “CARITAS IN VERITATE: un’Enciclica per concepire il<br />

futuro”<br />

22 luglio 2009, ore 18.00 – Sala San Pio X<br />

• Saluto di TEMPERINI<br />

• SCHIAVAZZI introduce BASE e il Mons. FISICHELLA<br />

• BASE legge un brano dall’Enciclica (pagg. 30-31)<br />

• Intervento di Mons. FISICHELLA<br />

• SCHIAVAZZI introduce BASE e il Min. TREMONTI<br />

• BASE legge un brano dall’Enciclica (pagg. 3-4)<br />

• Intervento del Min. TREMONTI<br />

• SCHIAVAZZI conclude, introducendo la lettura di BASE<br />

• BASE legge un brano dall’Enciclica (pagg. 125- 126)<br />

• Saluto di MOZZETTA<br />

41


Nei giorni successivi all’evento la segreteria organizzativa ha<br />

provveduto a inviare ai presenti un ringraziamento per la partecipazione<br />

e la relazione degli interventi dei relatori.<br />

La buona riuscita di tutta l’organizzazione è stata testimoniata dal<br />

grande numero di media che ha riportato lo svolgimento della<br />

cerimonia.<br />

42


BIBLIOGRAFIA<br />

Sgrelli M. (2009), IL CERIMONIALE, Il cerimoniale moderno e il<br />

protocollo di stato, Regole scritte e non scritte, Master Edizioni, Roma.<br />

Sabatini-Coletti (2006), Dizionario della lingua Italiana, Rizzoli<br />

Larousse, Milano.<br />

SITOGRAFIA<br />

www.ilcerimoniale.it<br />

www.cerimoniale.net<br />

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