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Quel giorno, infatti, vennero serviti per cena dei funghi magnifici, <strong>di</strong> un bel<br />
colore rosso scar<strong>la</strong>tto, e resi ancor più belli da tanti puntini bianchi. Il re li<br />
<strong>di</strong>ede al me<strong>di</strong>co e gli or<strong>di</strong>nò: “Và, dunque, e control<strong>la</strong> che siano buoni; ma<br />
fai presto, che non ci vedo più dal<strong>la</strong> fame!”<br />
Il me<strong>di</strong>co non sapeva proprio come fare a eseguire l’or<strong>di</strong>ne del re e, dato<br />
che era cattivo e anche ignorante, fece subito <strong>la</strong> cosa sbagliata. Andò a cercare<br />
il gatto <strong>di</strong> corte, e una volta trovato gli <strong>di</strong>ede da mangiare un pezzetto<br />
<strong>di</strong> fungo. Aspettò che il veleno facesse effetto, ma dopo un’ora il gatto stava<br />
benone, e si leccava i baffi. “Bene,” <strong>di</strong>sse tra sé e sé, tutto sod<strong>di</strong>sfatto, “se è<br />
buono per il gatto, sarà buono anche per il re.”<br />
Tornò dal re e gli <strong>di</strong>sse che aveva dato un po’ dei funghi al gatto, e che<br />
quin<strong>di</strong> non potevano essere velenosi.<br />
Il re andò su tutte le furie. “Sapevo che eri un furfante,” urlò “ma <strong>di</strong> tutte<br />
le tue malefatte, questa è <strong>la</strong> più grossa! Ti sembra forse che io sia uguale a un<br />
gatto? Come puoi essere così stupido?”<br />
Tuttavia quello era l’unico me<strong>di</strong>co del regno e, sebbene fosse uno sciocco,<br />
il re era obbligato a seguire i suoi consigli; così al<strong>la</strong> fine il re si <strong>la</strong>sciò convincere,<br />
e assaggiò i funghi. Non l’avesse mai fatto! Dopo il primo morso,<br />
cominciò a contorcersi dal dolore, ur<strong>la</strong>ndo: “Guar<strong>di</strong>e! A me! Prendetelo,<br />
il me<strong>di</strong>co dei miei stivali! Impiccatelo, non voglio più trovarmelo davanti!<br />
Aiuto: muoio! Altro che gatto, questi funghi mi stanno uccidendo. Ohi, ohi,<br />
<strong>la</strong> mia pancia!” E avanti così per un bel pezzo.<br />
Le guar<strong>di</strong>e vennero, e avrebbero davvero ucciso il me<strong>di</strong>co, se <strong>la</strong> regina non<br />
l’avesse <strong>di</strong>feso, <strong>di</strong>cendo: “D’accordo, ha sbagliato, ma dopo tutto, è l’unico<br />
me<strong>di</strong>co del regno; come faremo senza <strong>di</strong> lui? Mio signor marito, vi prego,<br />
concedetegli un’altra possibilità.”<br />
Il re voleva molto bene al<strong>la</strong> regina, e così al<strong>la</strong> fine il furfante tornò a essere<br />
il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> corte. Lui non <strong>la</strong> finiva più <strong>di</strong> ringraziare il re, <strong>di</strong>cendo: “Grazie<br />
infinite, Sire, per <strong>la</strong> vostra grazia. Vi giuro sull’onore: <strong>la</strong> prossima volta non<br />
sbaglierò.”<br />
Il giorno dopo per cena furono serviti <strong>di</strong> nuovo dei magnifici funghi, dal<strong>la</strong><br />
strana forma e <strong>di</strong> un colore violetto.<br />
Il re non <strong>di</strong>sse nul<strong>la</strong> ma <strong>la</strong>nciò al me<strong>di</strong>co uno sguardo terribile, ed egli<br />
tremò tutto da capo a pie<strong>di</strong>, perché sapeva che se avesse sbagliato <strong>di</strong> nuovo<br />
per lui sarebbe stata <strong>la</strong> fine. Disse al re: “Vado, Sire, a control<strong>la</strong>re che i vostri<br />
funghi siano buoni. Non preoccupatevi <strong>di</strong> nul<strong>la</strong>, stavolta andrà tutto per il<br />
verso giusto.” e si ritirò nel<strong>la</strong> sua torre.<br />
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