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IL CONCILIO VATICANO II<br />

Anche i Ministranti... svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò<br />

esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che<br />

conviene ad un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente<br />

da essi... (Costituzione liturgica, n.29)<br />

MINISTRANTI<br />

Servizio che è titolo d'onore, professione di fede, atto di amore:<br />

"Voi siete strettamente associati al sacrificio eucaristico di cui dovete<br />

approfondire il significato teologico e spirituale e rituale; voi siete<br />

collaboratori eletti dal sacerdozio ministeriale al quale portate un aiuto<br />

preziosissimo; voi svolgete, come ha sottolineato il Concilio Vaticano II, "un<br />

vero ministero liturgico" insieme con i lettori, i commentatori e i membri della<br />

"Schola Cantorum" (Cost. Sacrosantum Concilium, 29).<br />

Vi auguriamo di fare di codesta vostra "specializzazione" il centro propulsore<br />

ed orientatore di tutta la vostra vita.<br />

Sappiate sempre compiere il vostro ufficio liturgico con rispetto, con ordine,<br />

con euritmia, con religiosità profonda, vorremmo dire con stupore e<br />

gratitudine ogni volta rinnovati e più grandi, nella convinzione dell'arcana e<br />

reale presenza del Signore, davanti al quale state, perché è sopratutto<br />

attraverso la liturgia che il Signore è presente nella sua Chiesa a realizzare la<br />

grande opera della salvezza, a rendere sempre vivo e contemporaneo il<br />

mistero pasquale". (Paolo VI, Allocuzione i giovani <strong>ministranti</strong>, 1 aprile 1970, Osservatore Romano, 2<br />

aprile 1970).<br />

“Voi <strong>ministranti</strong> siete chiamati in particolare a essere giovani amici di Gesù.<br />

Impegnatevi ad approfondire questa amicizia con Lui.<br />

Scoprirete di aver trovato in Gesù un vero amico per la vostra vita.<br />

Gesù Cristo ha un urgente bisogno di giovani che si mettano a sua<br />

disposizione con generosità e senza riserve.” (Giovanni Paolo II, all’incontro Internazionale<br />

dei Ministranti, 1 Agosto 2001).<br />

Spunti di riflessione:<br />

• Il Ministrante è un ragazzo che attraverso il Battesimo è diventato<br />

amico e seguace di Gesù (Gv. 15,13-15);<br />

• il Ministrate è un ragazzo che vive questa amicizia con Gesù;<br />

• il punto culminante di questa amicizia è il servizio della celebrazione<br />

della Messa, dove il Ministrante presta servizio svolgendo le sue<br />

funzioni;<br />

• la Messa non deve essere un atto isolato della giornata ma da questo<br />

incontro con l’amico Gesù deve scaturire l’amicizia con i compagni;<br />

• l’amicizia con Cristo e quella con i compagni devono essere basate sul<br />

dono di se stessi;<br />

2


• il Ministrante deve ascoltare Gesù che ancora oggi gli parla; infatti nel<br />

giorno del Signore (la Domenica) i fedeli si riuniscono in assemblea per<br />

ascoltare la parola di Dio (Sacrosantum Concilium n.106);<br />

• Dio si rivela ad ogni Ministrante attraverso la Parola; sta a lui prestare<br />

ascolto pieno, aperto, recettivo e disponibile ad essa per lasciarsi<br />

condurre dove Gesù vuole (Lc. 1,26-38).<br />

3


Martire del III secolo<br />

Il nome del Martire non era Tarcisio, ma<br />

Tarsicio, che vuol dire «di Tarso», cioè<br />

della città della Cilicia, nella quale era<br />

nato l'Apostolo San Paolo.<br />

Di San Tarcisio parla una sola fonte<br />

autorevole: il Papa Damaso, il poeta<br />

delle Catacombe, vissuto nella seconda<br />

metà del IV secolo.<br />

Dopo averlo paragonato a Santo Stefano<br />

Protomartire, lapidato dagli Ebrei di<br />

Gerusalemme, come San Tarcisio fu<br />

lapidato dai pagani di Roma, l'iscrizione<br />

del Papa Damaso dice: «Tarcisio portava<br />

i misteri di Cristo, quando una mano<br />

criminale tentò di profanarli. Egli preferì<br />

lasciarsi massacrare, piuttosto che<br />

consegnare ai cani arrabbiati il corpo del<br />

Signore ».<br />

Nella breve iscrizione c'è dunque quanto<br />

basta per giustificare la gloria e la<br />

singolarità di questo Martire,<br />

eroicamente fedele al suo dovere, che<br />

era quello di impedire ai «cani arrabbiati» di profanare quei misteri nei quali<br />

egli credeva, con certa fede, la presenza del corpo e del sangue del Signore.<br />

Mancano però, nell'iscrizione, quei suggestivi particolari sul conto del Martire<br />

che furono aggiunti dopo, anzi molto dopo, perché la devozione di questo<br />

Santo presenta un'altra singolarità: quella di essere rifiorita a distanza di<br />

secoli, dopo un lungo periodo di dimenticanza attraverso i secoli del<br />

Medioevo. E rifiorì, precisamente, con il risveglio del culto dei Sacramenti,<br />

cioè all'alba dei tempi moderni.<br />

In un'epoca ancora più vicina, nuova popolarità si è aggiunta alla figura di San<br />

Tarcisio grazie ad un uomo di lettere, oltre che di Chiesa, e cioè il Cardinale<br />

4


Wiseman, autore di Fabiola, il fortunatissimo romanzo sulla «Chiesa delle<br />

Catacombe», in cui Tarcisio appare come un fanciullo forte e consapevole.<br />

Ma della giovanissima età del martire non si fa cenno, come abbiamo visto,<br />

nell'iscrizione di Papa Damaso, unico documento antico di quel martirio.<br />

Probabilmente Tarcisio, come Stefano, era un diacono della Chiesa di Roma.<br />

Tra i compiti dei diaconi c'era infatti anche quello di distribuire ai fedeli<br />

l'Eucarestia, consacrata dai sacerdoti.<br />

C'è un altro particolare suggestivo che appare nelle moderne rievocazioni di<br />

San Tarcisio e del suo martirio: quello dell'Ostia rimasta impressa sulla carne<br />

del giovane Martire come un sigillo di fedeltà e di purezza.<br />

E infatti, il Martirologio Romano, compilato più di mille anni dopo, precisa<br />

che sul cadavere del Santo Martire «non fu ritrovato niente del Sacramento,<br />

né in mano né tra le vesti». Per spiegare tale prodigiosa sparizione la fantasia<br />

devota immaginò che la particola consacrata, strenuamente difesa dal Martire,<br />

fosse diventata carne della sua carne, formando così, con lui, un'unica ostia<br />

immacolata.<br />

5


SALMO 100<br />

Preghiere del ministrante<br />

Fate festa al Signore, uomini della terra,<br />

servite il Signore nella gioia,<br />

presentatevi a lui con cuore allegro.<br />

Riconoscete che il Signore è Dio:<br />

egli ci ha fatti e noi siamo suoi,<br />

siamo il suo popolo,<br />

il gregge che egli guida con amore.<br />

Entra nella sua casa<br />

cantando inni di gratitudine<br />

e canti di lode e di benedizione.<br />

Il Signore infatti è buono:<br />

il suo amore per noi e senza fine,<br />

la sua fedeltà ad ogni uomo è senza limiti.<br />

SIGNORE GESU’<br />

L’amore che vogliamo a Te e capire le loro esigenze.<br />

Non sia fatto di belle parole<br />

Ma di fatti concreti, Donaci la capacità<br />

di scelte coraggiose di non rifiutare mai<br />

vissute giorno per giorno il servizio che ci viene richiesto.<br />

in attenzione ai tuoi esempi.<br />

Donaci la gioia<br />

Rendici ragazzi generosi di vedere contenti<br />

che sanno donarsi con gioia. quelli che ci stanno vicino.<br />

Rendici ragazzi semplici e poveri Donaci un cuore grande come il tuo<br />

che sanno di aver bisogno degli altri. che sa dimenticare<br />

le offese ricevute.<br />

Rendici ragazzi aperti<br />

che sanno ascoltare gli altri Aiutaci a vivere<br />

6


Come Tu ci hai insegnato. Amen.<br />

SIGNORE, NOSTRO DIO<br />

Signore, nostro Dio<br />

Tu ci hai creati per farci vivere con te,<br />

nel tuo amore senza fine.<br />

Noi ti lodiamo e ti ringraziamo perché ci hai chiamati<br />

anche ad essere <strong>ministranti</strong>,<br />

così possiamo conoscerti, amarti e servirti<br />

come nostro Padre.<br />

Tu ci hai donato il tuo Figliolo Gesù,<br />

che è morto e risorto,<br />

e continua a offrirsi per tutti nella santa Messa.<br />

Noi siamo lieti di stare accanto al sacerdote,<br />

che rende presente il sacrificio della Pasqua.<br />

Signore Gesù, che sei venuto per servire<br />

Non per essere servito,<br />

noi uniamo il nostro servizio<br />

alla tua opera di salvezza,<br />

perché il mondo passi dalla morte alla vita.<br />

(da MAZZUCELLI-SPADOTTO – Non vi chiamo più<br />

servi ma amici)<br />

Spirito Santo, noi ti invochiamo:<br />

riempi i nostri cuori del tuo amore<br />

perché possiamo essere degni collaboratori del sacerdote,<br />

al servizio di Dio e della comunità cristiana.<br />

Donaci una pietà sincera, l’ordine, la puntualità<br />

e tanto spirito di servizio.<br />

Se poi vorrai chiamare qualcuno di noi<br />

ad essere sacerdote come Gesù,<br />

col tuo aiuto, noi diremo di dì. Amene.<br />

(Da Ed. Vocazioniste, Napoli)<br />

7


PREGHIERA DEL CHIERICHETTO<br />

Dio Padre,<br />

nel tuo grande amore<br />

ci hai amato per primo,<br />

quando ancora non eravamo nati.<br />

Hai posato il tuo sguardo<br />

su ciascuno di noi<br />

e ci hai chiamati al tuo servizio<br />

nell’essere segno<br />

del tuo amore per gli altri.<br />

Donaci la capacità di esserlo<br />

veramente!<br />

Cristo Signore,<br />

che sei per ogni uomo<br />

l’Amore incarnato del Padre<br />

e tutta la tua vita<br />

è stata un dono per noi,<br />

fa’ che la nostra stessa vita<br />

sia un dono per il mondo,<br />

nella realtà concreta<br />

in cui siamo inseriti:<br />

famiglia, scuola, parrocchia….<br />

Spirito d’amore,<br />

che susciti vocazione<br />

nella tua Chiesa,<br />

fa risuonare<br />

la tua voce nel tuo cuore<br />

e fammi capire<br />

il posto che devo occupare in essa.<br />

Già da adesso voglio impegnarmi<br />

nel mio piccolo<br />

a vivere la tua amicizia<br />

e così essere tuo testimone.<br />

O Maria,<br />

che hai fatto della tua vita<br />

un Magnificat al tuo Signore,<br />

sii sempre vicina<br />

nel mio cammino<br />

secondo il progetto di Dio.<br />

PREGHIERA DEL MINISTRANTE<br />

O Gesù,<br />

io ti adoro e ti ringrazio<br />

dell’onore e della gioia che mi dai<br />

di poterti servire all’altare.<br />

Concedimi il dono della pietà,<br />

la virtù della purezza<br />

e la scienza della dottrina cristiana.<br />

Accresci la mia fede<br />

nella tua divina presenza<br />

sui nostri altari.<br />

Fa che io diventi più buono<br />

e sia di esempio agli altri.<br />

E infine, o Gesù,<br />

benedici il nostro Gruppo Ministranti<br />

perché contribuisca al decoro delle sacre funzioni<br />

e perché in mezzo a noi<br />

8


fiorisca qualche vocazione al Sacerdozio.<br />

Amen.<br />

Vorrei sempre fare il bene,<br />

ma spesso<br />

mi trovo a fare il male.<br />

Signore guida i miei passi,<br />

Tu che sei la difesa<br />

Della mia vita.<br />

Con te non tempo il male:<br />

sei la mia luce.<br />

Signore,<br />

VORREI<br />

Insegnaci, o Signore,<br />

a servirci delle mani,<br />

della mente e delle cose<br />

non per noi soli<br />

ma per te e per gli altri;<br />

anche per chi non ha le mani,<br />

non ha la forza,<br />

non ha nulla.<br />

Preghiera del Gruppo Ministranti<br />

rendici capaci di servire con gioia e competenza<br />

al tuo altare.<br />

rendici ragazzi semplici e poveri che sanno aver bisogno<br />

degli altri.<br />

Rendici ragazzi aperti che vogliono più comprendere che<br />

essere compresi.<br />

Signore, donaci la gioia di vedere contenti quelli che ci<br />

stanno vicini.<br />

Donaci un cuore grande che sa dimenticare le offese.<br />

Aiutaci a vivere come Tu ci hai insegnato.<br />

Amen<br />

9


La preghiera del Ministrante<br />

Ti ringrazio Signore<br />

di avermi chiamato a far parte<br />

del gruppo dei <strong>ministranti</strong>.<br />

Ti prometto di essere pronto<br />

e generoso a servire con gioia<br />

nelle celebrazioni liturgiche.<br />

Prometto anche che<br />

la mia condotta in chiesa,<br />

in casa, a scuola<br />

e in ogni luogo<br />

sia conforme ai tuoi esempi.<br />

PREGHIERA DEL MINISTRANTE<br />

Signore Gesù,<br />

grazie perché siamo <strong>ministranti</strong>.<br />

Il nostro servizio ci regala la possibilità<br />

di starti accanto ogni volta che sull’altare<br />

offri al mondo intero<br />

la Tua presenza e il Tuo amore infinito.<br />

Conservaci tuoi amici speciali;<br />

fa’ che nella nostra vita sia sempre grande il desiderio<br />

di “vederTi da vicino”<br />

e di saziarci della Tua Parola e del Tuo Pane di vita.<br />

Proteggi il nostro gruppo,<br />

insegnaci a costruire un’amicizia profonda,<br />

ad essere capaci di accoglierci e di stare insieme.<br />

Rendici ragazzi generosi,<br />

che non si tirano mai indietro nell’andare incontro agli altri,<br />

ma che sanno donarsi con gioia e con abbondanza.<br />

Donaci di non rifiutare mai<br />

il servizio che ci viene richiesto.<br />

Fa’ che molti, guardando la nostra presenza sull’altare,<br />

possano sentire più forte il desiderio di parlarTi<br />

e di entrare in sintonia con Te.<br />

Donaci un cuore grande come il Tuo,<br />

fa’ che sappiamo dirTi sempre il nostro sì come Maria,<br />

perché la nostra fedeltà e il nostro impegno<br />

aumentino la gioia dei nostri cuori.<br />

Amen.<br />

10


LA PREGHIERA DEL MINISTRANTE<br />

Signore Gesù,<br />

che ci chiami a essere <strong>ministranti</strong><br />

nel servizio liturgico della nostra parrocchia,<br />

fa che il tuo Spirito illumini il nostro cammino<br />

in questo anno.<br />

Donaci il tuo perdono, la tua pace e la tua gioia,<br />

fa che ascoltiamo la Tua Parola con docilità e disponibilità,<br />

come Maria, madre della Chiesa e di tutti noi <strong>ministranti</strong>.<br />

Rendici capaci di testimoniarti nella fede,<br />

nella speranza e nell'amore dovunque tu vorrai.<br />

Sostienici con il Tuo Spirito perché possiamo crescere<br />

nella nostra vocazione con entusiasmo,<br />

vincendo ogni pigrizia, noia e tristezza.<br />

Ti chiediamo di benedire tutti i <strong>ministranti</strong> della Chiesa<br />

protagonisti del terzo millennio,<br />

lo chiediamo a Te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.<br />

Amen!<br />

11


1 *<br />

2 *<br />

3 *<br />

4 *<br />

Il responsabile<br />

Formazione Professionale<br />

Chiamare<br />

Formare<br />

Gestire ed Organizzare<br />

Questa breve sezione è destinata a tutti gli animatori e responsabili laici dei<br />

gruppi di <strong>ministranti</strong>, è un primo insegnamento che deve avere un ragazzo<br />

quando diventa il responsabile, questo manuale, da solo, non basta; la persona<br />

o il ragazzo, soprattutto se giovane e inesperto, che si trova a compiere questo<br />

servizio, deve avere un continuo dialogo con un sacerdote o con uno più<br />

esperto, essere il responsabile di un gruppo di <strong>ministranti</strong> non è come montare<br />

una macchinetta: non basta leggere le istruzioni.<br />

12


Formazione personale<br />

Innanzitutto, per essere un buon responsabile, devi conoscere bene il vangelo,<br />

il vangelo è infatti l'unica guida valida per compiere tutto ciò che si fa per il<br />

Signore; solo grazie alla lettura del vangelo si può comprendere il significato<br />

di quello che si fa durante la messa e capire il modo in cui ci si deve<br />

comportare, infatti non devi fare nulla di eccezionale nella vita: l'unica cosa<br />

che devi fare è seguire l'esempio del vangelo. Ovviamente ogni buon cristiano<br />

deve conoscere bene il vangelo ma tu, che sei stato chiamato per insegnarlo<br />

agli altri, devi conoscerlo ancora meglio.<br />

Naturalmente è bene che tu conosca tutti i passaggi della messa e ne conosca<br />

anche il significato, in questo modo dimostrerai agli altri chierichetti, che sei<br />

preparato e, se ti faranno qualche domanda, saprai rispondergli. È importante<br />

anche che tu conosca anche le messe "particolari"(Giovedì santo, Domenica<br />

delle Palme, Veglia Pasquale ecc.) e poiché sono molte e sempre diverse, ti<br />

consiglio di tenere sempre a portata di mano un piccolo manuale cosicché, se<br />

ti dimenticherai qualcosa, farai presto a trovarlo.<br />

Oltre ai passaggi della messa impara anche i nomi di ogni cosa che si trova<br />

sull'altare, (Es.: gli oggetti liturgici, i libri sacri, i luoghi della chiesa, gli abiti<br />

sacri) impara a spiegare a cosa servono e cosa simboleggiano.<br />

Chiamare<br />

Un compito molto importante che devi compiere con diligenza è quello di<br />

chiamare sempre nuovi bambini per dare la possibilità a tutti di partecipare al<br />

servizio liturgico; per trovare nuovi bambini puoi accordarti con la catechista<br />

per partecipare alle lezioni di catechismo dei bambini più piccoli e spiegare<br />

cos'è e cosa si fa nel gruppo dei <strong>ministranti</strong>.<br />

Un modo molto valido è anche chiamare direttamente un bambino: fatti dire il<br />

nome dal sacerdote o dal catechista, e, come se lo conosci già da tempo, vai da<br />

lui, invitalo e chiamalo per nome; (come fece Gesù con i discepoli) spesso è un<br />

metodo molto buono che colpisce molto il bambino.<br />

Per fare ciò devi conoscere bene i bambini, devi sapere usare un linguaggio<br />

amichevole, instaurare un rapporto di amicizia con loro.<br />

Formare<br />

Il Tuo compito principale è quello di educare; educare significa "far crescere",<br />

a te spetta il difficile compito di far crescere, sviluppare, tirar fuori le doti e le<br />

belle qualità dei ragazzi che incontri. Se vorrai avere dei buoni risultati dovrai<br />

essere paziente e costante.<br />

13


Educare significa anche guidare: per questo non ti devi limitare a insegnargli<br />

le tecniche del servizio, ma prima di tutto devi insegnargli l'importanza umana<br />

e spirituale del servizio, ciò che fa il ministrante non è solo un aiuto logistico<br />

al sacerdote ma un'azione importante per il signore, per questo devi spiegargli<br />

bene il significato di quello che fanno, devi insegnargli a pregare, spiegargli il<br />

vangelo e devi convincerli ad impegnarsi seriamente nel loro servizio.<br />

Un'altra cosa importantissima(come già detto) è insegnargli a seguire<br />

l'esempio del vangelo nella vita quotidiana, spiegagli come ci si deve<br />

comportare a casa, a scuola, in famiglia e in ogni altro luogo, insegnagli infatti<br />

che un ministrante, si deve comportare bene in ogni luogo non solo in chiesa,<br />

spesso questo e una cosa molto difficile per questo consigliagli di non<br />

scoraggiarsi subito; un modo per insegnargli questo è informarsi con gli<br />

insegnanti dove possibile o con i genitori sul loro comportamento e spiegargli<br />

quando sbagliano e cosa sbagliano, non limitarsi a sgridarli; tu per loro non<br />

devi essere un professore (ne hanno già abbastanza) ma un amico; pertanto<br />

quello che gli dici di fare non devi imporglielo ma spiegarglielo, loro devono<br />

essere contenti di fare i <strong>ministranti</strong>, non costretti; per questo, se vedi che<br />

qualche bambino si sente costretto a fare il ministrante dai genitori o da<br />

chiunque altro, chiarisciti con lui. Attenzione però, spesso i bambini fanno le<br />

cose un po' svogliati, questo non significa che sono costretti e quindi non<br />

vogliono farlo, spesso è un aspetto del loro carattere. Inoltre, le prime volte<br />

devono essere un po' spinti perché i bambini hanno paura dei cambiamenti,<br />

finché non provano almeno una volta non possono sapere se gli piacerà o no,<br />

per questo, anche se non vogliono provare, vanno spinti un po' a farlo.<br />

Gestire ed organizzare<br />

Dopo che il gruppo è formato va anche gestito, per questo tu hai il compito di<br />

gestire e di organizzare, ogni gruppo ha bisogno di qualcuno che lo organizza<br />

e che lo gestisce per funzionare bene. Innanzi tutto bisogna che dai una<br />

identità al gruppo: ci deve essere un giorno fisso in cui il gruppo si riunisce,<br />

organizza gite, feste, incontri e ritiri. Dai ai più giovani un senso di<br />

responsabilità: è importante dare dei ruoli di responsabile ai ragazzi<br />

soprattutto dopo i 13/14 anni per farli sentire importanti, altrimenti c'è il<br />

rischio che questi si sentano troppo grandi e si stufino di fare il ministrante<br />

allora si può dare a rotazione un compito di responsabilità minore a questi.<br />

Inoltre, impareranno così a diventare loro, un giorno, dei responsabili.<br />

Un'altra cosa molto importante è il rapporto che devi avere con il ragazzo e<br />

con la famiglia per questo devi conoscere personalmente ogni chierichetto e la<br />

sua famiglia, devi parlarci individualmente, fargli domande, comprendere i<br />

suoi bisogni e aiutarlo anche al di fuori della chiesa; per esempio organizza<br />

14


dei giochi insieme a loro dopo l'incontro o dopo la messa, organizza partite di<br />

pallone, cacce al tesoro e cosi via. Così da avere un rapporto personale con<br />

ciascuno che non si limiti al fare il ministrante.<br />

15


Alla fine della liturgia della Parola nella S. Messa, i giovani che devono essere<br />

ammessi al servizio liturgico vengono chiamati ad uno ad uno dal catechista o<br />

dal sacerdote che ne ha curato la preparazione.<br />

I ragazzi escono dall’assemblea dei fedeli, vanno all’altare e si dispongono in<br />

piedi davanti al sacerdote, il quale si rivolge ai chiamati con queste o simili<br />

parole:<br />

“Figli carissimi, il signore vi chiama al suo servizio e ben volentieri noi vi<br />

accogliamo responsabili del servizio liturgico. Vi invito a riflettere bene e a<br />

rendervi consapevoli dell'impegno che vi assumete: voi diventate servitori<br />

dell’altare e collaboratori del sacerdote nello svolgimento delle azioni<br />

liturgiche che Cristo ci ha lasciato per la salvezza degli uomini.<br />

Voi aiuterete il sacerdote e gli altri ministri nel modo più degno possibile, così<br />

che ogni celebrazione, anche per merito vostro, risulti decorosa e ordinata.<br />

In questi compiti comportatevi come veri discepoli di Gesù. Da voi ci si attende<br />

che, sull’esempio dei discepoli del Signore, siate pieni di carità, generosi e<br />

disponibili sempre, gioiosi e limpidi, all’altare come nella vita.<br />

Ma prima di iniziare il servizio liturgico, esprimete pubblicamente la vostra<br />

volontà di assumere questo impegno.<br />

«Volete davvero impegnarvi in questo servizio al Signore e alla vostra<br />

comunità parrocchiale?» I ragazzi rispondono tutti insieme: «Si, lo voglio!»<br />

Sacerdote: «Ora fate la vostra promessa al Signore!» Tutti i <strong>ministranti</strong><br />

rimanendo in piedi dicono a voce alta: «Ti ringrazio Signore di avermi<br />

chiamato tra i ministri del l’altare. Ti prometto di essere pronto e generoso a<br />

servirti con gioia nelle celebrazioni liturgiche. Prometto anche che la mia<br />

condotta in chiesa, a casa, a scuola e in ogni luogo, sarà conforme ai tuoi<br />

esempi».<br />

II sacerdote continua: «II Signore vi aiuti con la sua benedizione e la<br />

collaborazione dei vostri genitori vi sia di sostegno per un servizio fedele e<br />

generoso».<br />

Mentre viene intonato un canto che esprime gioia, impegno, generosità, il<br />

Sacerdote consegna ad ogni ragazzo l'abito liturgico.<br />

I genitori presenti aiutano i nuovi chierichetti a indossare la veste. Terminata<br />

la vestizione, tutti si alzano.<br />

16


II sacerdote si volge all'assemblea e dice: «Fratelli carissimi, supplichiamo Dio<br />

nostro Padre per le necessità di tutti gli uomini e per questi nostri fratelli che<br />

oggi abbiamo accolto nel gruppo dei <strong>ministranti</strong>».<br />

Vengono lette le intenzioni della preghiera dei fedeli.<br />

Ad esse se ne aggiunge una particolare per i nuovi ammessi: «Perché il Signore<br />

accolga le intenzioni di questi suoi figli che oggi iniziano il servizio liturgico e<br />

sia loro di aiuto per un servizio fedele e generoso, preghiamo…».<br />

II sacerdote continua: «Dio buono e grande nell’amore, fa scendere su questi<br />

tuoi figli la tua benedizione. Possano compiere fedelmente il loro dovere ed<br />

essere di esempio ai fratelli, a gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore».<br />

Mentre si intona il canto di offerta, i nuovi chierichetti iniziano il loro servizio.<br />

17


AMMISSIONE AL GRUPPO MINISTRANTI<br />

Rito della Vestizione<br />

I ragazzi che, dopo un periodo di preparazione, ne siano risultati idonei, saranno<br />

ammessi a far parte del «Gruppo Ministranti» della Parrocchia, mediante la<br />

vestizione solenne che si terrà, possibilmente, in giorno festivo, nella Messa dei<br />

ragazzi.<br />

I nuovi ministrante; preceduti dagli anziani che svolgeranno il servizio, usciranno<br />

processionalmente dalla sacrestia, con l’abito liturgico sulle braccia, percorrendo<br />

la guida centrale dal fondo.<br />

Il celebrante alla sede, darà una breve spiegazione ai presenti sul significato della<br />

cerimonia.<br />

Dopo l’omelia, ci sarà la domanda di ammissione da parte di un ministrante:<br />

Min.: Caro Padre, noi, ragazzi di questa comunità, domandiamo di essere<br />

ammessi a far parte del Gruppo Ministranti, che ha l’alto onore di servire<br />

all’altare di Dio.<br />

Cel.: Cari ragazzi, la nostra comunità parrocchiale per un degno svolgimento<br />

della liturgia ha bisogno dei <strong>ministranti</strong>; per questo ha guardato a voi. Volete<br />

servire con gioia l’assemblea del popolo di Dio, prestando nelle celebrazioni i<br />

servizi a voi assegnati, vicino all’altare?<br />

Min.: Si; lo vogliamo!<br />

Cel.: Sarete voi capaci di compiere esattamente e con diligente decoro il vostro<br />

servizio liturgico?<br />

Min.: Con l’aiuto di Dio noi speriamo e promettiamo di compiere meglio che<br />

potremo ogni nostro dovere.<br />

Cel.: Ne sia ringraziato il Signore! Vista la vostra buona volontà, vi ammetto<br />

fra i <strong>ministranti</strong> di questa comunità. Per intercessione della Vergine Maria, il<br />

Signore vi conservi saldi nei vostri buoni propositi e fedeli nel suo santo<br />

servizio. AMEN!<br />

Tutti: Rendiamo grazie a Dio!<br />

Cel.: Ora fate la vostra promessa al Signore.<br />

Min.:(Tutti i <strong>ministranti</strong> si mettono in ginocchio e con voce chiara dicono<br />

insieme):<br />

Eccomi, Signore, dinanzi a Te, alla presenza di Maria Santissima, tua Vergini<br />

Madre. Ti ringrazio di avermi chiamato tra i <strong>ministranti</strong> dell’altare. Ti<br />

prometto di essere pronto e generoso a servirti con gioia nelle celebrazioni<br />

liturgiche. Io…<br />

(ogni ministrante dice il suo nome da destra a sinistra, poi insieme continuano)<br />

…prometto inoltre che la mia condotta in chiesa, in casa nella scuola e<br />

ovunque sarà sempre degna di questo mio servizio.<br />

18


Cel.: Ed ora benedico le vostre vesti liturgiche che indosserete nel nome del<br />

Signore.<br />

Cel.: Signore, ascolta la mia preghiera<br />

Tutti: E il mio grido giunga a Te<br />

Cel.: Il Signore sia con voi.<br />

Tutti: E con il tuo spirito.<br />

Preghiamo (stende le braccia): Signore Gesù Cristo che ti sci degnato di<br />

rivestirti della nostra umanità, noi ti supplichiamo perché Tu voglia benedire<br />

questi nuovi abiti, affinché coloro che li indosseranno meritino di essere<br />

rivestiti di Te, e possano essere riconosciuti fedeli al servizio del tuo altare. Per<br />

Cristo nostro Signore.<br />

Tutti: Amen!<br />

(Il Sacerdote asperge le vesti con l'acqua benedetta)<br />

Cel.: (rivolto ai nuovi <strong>ministranti</strong> mostrando l’abito): Ricevete questa veste<br />

sacra, simbolo di purezza e segno del vostro ministero attorno all'altare; essa<br />

deve inoltre contribuire al decoro dell'azione sacra, portatela sempre con tutto<br />

il rispetto e l'amore.<br />

Min.: Amen.<br />

(Ora il sacerdote, i catechisti e i genitori aiutano i <strong>ministranti</strong> a indossare la<br />

propria veste).<br />

Infine, mentre si canta, il sacerdote consegna a ciascun ministrante la tessera del<br />

gruppo.<br />

19


Celebrazione del mandato dei Ministranti<br />

Alla fine della liturgia della Parola nella S. Messa, i ragazzi che devono<br />

essere ammessi al servizio liturgico si dispongono in piedi di fronte al<br />

celebrante.<br />

C. Cosa domandate al Signore?<br />

Ragazzi: Che ci permetta di servirlo con tutte le nostre capacità e con<br />

l’entusiasmo di cui siamo capaci!<br />

C. Cari ragazzi, il Signore vi chiama al suo servizio e ben volentieri<br />

noi vi accogliamo tra i responsabili del servizio liturgico. Vi invito a<br />

riflettere bene e a rendervi consapevoli dell’impegno che vi assumete.<br />

Voi diventate collaboratori del sacerdote nello svolgimento delle azioni<br />

liturgiche che Cristo ci ha lasciato per la salvezza degli uomini.<br />

Voi aiuterete il sacerdote e gli altri ministri nel modo più degno<br />

possibile, così che ogni celebrazione, anche per merito vostro, risulti<br />

decorosa e ordinata.<br />

In questi compiti comportatevi come veri discepoli di Gesù. Da voi ci<br />

si attende che sull’esempio dei discepoli del Signore, siate modelli per<br />

tutti i vostri coetanei, generosi e disponibili, gioiosi e limpidi,<br />

all’altare come nella vita. Volete davvero impegnarvi pubblicamente in<br />

questo servizio al Signore e alla vostra comunità parrocchiale?"<br />

Ragazzi: Sì, lo vogliamo!<br />

C. Se questo è il vostro desiderio, Dio benedica il vostro impegno, vi<br />

aiuti a conoscerlo meglio e a servirlo con cuore sincero<br />

Ragazzi: Amen!<br />

Mentre si esegue un canto (magari l’inno del ministrante) i <strong>ministranti</strong><br />

firmano su un foglio su cui è scritta o la preghiera del ministrante, o il<br />

regolamento del gruppo (se c’è), o un brano del Vangelo o della Bibbia<br />

(come la chiamata di Samuele o la lavanda dei piedi); poi controfirmato dal<br />

sacerdote.<br />

I <strong>ministranti</strong> salgono sul presbiterio.<br />

Preghiera dei fedeli<br />

C. Fratelli carissimi, supplichiamo Dio nostro Padre per le necessità di<br />

tutti gli uomini e per questi ragazzi che oggi hanno assunto un importante<br />

impegno.<br />

20


L. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci o Signore<br />

· Intenzioni specifiche della comunità parrocchiale<br />

· Perché il Signore accolga le intenzioni di questi suoi figli che oggi<br />

iniziano il servizio liturgico e sia loro di aiuto perché siano sempre fedeli e<br />

generosi. Preghiamo.<br />

C. Dio buono e grande nell’amore, fa scendere sul popolo di Dio e su<br />

questi tuoi figli la tua benedizione.<br />

Possano compiere fedelmente il loro dovere ed essere di esempio ai<br />

fratelli, a gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen.<br />

Dopo la comunione consegna delle tessere.<br />

21


Celebrazione del mandato dei Ministranti<br />

Alla fine della liturgia della Parola nella S. Messa, i ragazzi che devono essere<br />

ammessi al servizio liturgico si dispongono in piedi di fronte al celebrante.<br />

Il responsabile legge: "Ora, il sacerdote celebrerà il rito per accettare i<br />

nuovi ragazzi a diventare i servi del Signore".<br />

Celebrante: Cosa domandate al Signore?<br />

Ragazzi: Che ci permetta di servirlo con tutte le nostre capacità e con<br />

l’entusiasmo di cui siamo capaci!<br />

C.: Cari ragazzi, il Signore vi chiama al suo servizio. Voi diventate<br />

collaboratori del sacerdote nello svolgimento delle azioni liturgiche che Cristo<br />

ci ha lasciato per la salvezza degli uomini.<br />

In questi compiti comportatevi come veri discepoli di Gesù. Da voi ci si attende<br />

che sull’esempio dei discepoli del Signore, siate modelli per tutti i vostri<br />

coetanei, generosi e disponibili, all’altare come nella vita. Volete davvero<br />

impegnarvi pubblicamente in questo servizio al Signore e alla vostra comunità<br />

parrocchiale?"<br />

Ragazzi: Sì, lo vogliamo!<br />

C: Vi impegnate attraverso il vostro servizio liturgico a diventare veri<br />

testimoni di Gesù davanti ai vostri amici e alla gente che incontrate?<br />

Ragazzi: Sì, lo vogliamo!<br />

C.: Se questo è il vostro desiderio che Dio benedica voi, e la vostra nuova<br />

veste da ministrante, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo!<br />

Ragazzi: Amen!<br />

(il sacerdote invita la comunità parrocchiale ad applaudire i NUOVI<br />

MINISTRANTI)<br />

(I <strong>ministranti</strong> salgono al loro posto, sui banconi o sulle sedie)<br />

(il sacerdote torna alla sede)<br />

Preghiera dei fedeli:<br />

C.: Fratelli carissimi, supplichiamo Dio nostro Padre per le necessità di tutti<br />

gli uomini e per questi ragazzi che oggi hanno assunto un importante<br />

impegno.<br />

L.: Preghiamo insieme e diciamo: "ASCOLTACI O SIGNORE"<br />

• Intenzioni specifiche lette dai CHIERICHETTI<br />

• Perché il Signore accolga le intenzioni di questi suoi figli che oggi<br />

iniziano il servizio liturgico e sia loro di aiuto perché siano sempre fedeli<br />

e generosi. Preghiamo.<br />

C.: Dio buono e grande nell’amore, fa scendere sul popolo di Dio e su questi<br />

tuoi figli la tua benedizione. Possano compiere fedelmente il loro dovere ed<br />

essere di esempio ai fratelli, a gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.<br />

Amen.<br />

22


Come servire la messa<br />

Il servizio non accompagnato da una adeguata preparazione non è un servizio<br />

decoroso. Per questo importante conoscere l'ABC del ministrante.<br />

La chiesa è la casa di Dio quindi entrando in chiesa è buona abitudine<br />

salutarLo con un segno della croce fatto bene o un inchino. Non si può entrare<br />

in chiesa correndo, urlando, chiacchierando o scherzando. Inoltre<br />

l'abbigliamento deve essere in ordine, le scarpe pulite e ci si deve togliere il<br />

cappello. È importante che le mani siano pulite perché tutti i paramenti che si<br />

usano in chiesa sono sacri.<br />

1. Durante la piccola processione iniziale si cammina lentamente, le mani<br />

devono essere giunte e la fila deve essere ordinata: ognuno deve stare<br />

dietro al compagno e non deve essere distratto; non si saluta, non si<br />

ride e non si parla.<br />

2. Quando si arriva sotto l'altare si fa un leggero inchino con la testa,<br />

questo si fa contemporaneamente al proprio compagno di fila, arrivati<br />

al proprio posto si rimane in piedi, durante il tragitto che va dal inchino<br />

al posto si deve rimanere in ordine.<br />

3. Si segue l'inizio della messa in silenzio, si deve però rispondere alle<br />

invocazioni in modo da partecipare attivamente alla celebrazione. Se<br />

manca il lettore un ministrante lo sostituirà.<br />

4. Al vangelo i <strong>ministranti</strong> si alzano, il turiferario, dopo aver fatto mettere<br />

l'incenso dal celebrante, si posiziona dietro a l'ambone, gli accoliti e le<br />

candele, dopo aver fatto un inchino a l'altare si mettono ai lati.<br />

5. Dopo la preghiera dei fedeli si apparecchia l'altare, questo va fatto in<br />

ordine e in silenzio, mentre il sacerdote va a prendere le offerte con gli<br />

accoliti.<br />

6. Arrivati all'altare i due accoliti porgono l'acqua e il vino al sacerdote e,<br />

dopo l'incensasione delle offerte lo aiutano nel lavabo<br />

7. Durante l'inizio della preghiera eucaristica sei torcieri si posizionano ai<br />

piedi dell'altare e vi restano per tutta questa. Intanto il turiferario si<br />

inginocchia davanti all'altare e, durante l'elevazione, incensa. Durante<br />

la consacrazione tutti i <strong>ministranti</strong> si inginocchiano e rispettano il più<br />

assoluto silenzio.<br />

8. Finita la consacrazione tutti si alzano in piedi, il turiferario va via e le<br />

torce aspettano la fine della preghiera eucaristica per uscire.<br />

9. Durante il segno della pace un ministrante riceve la pace dal sacerdote<br />

e la passa al suo vicino che a sua volta la passa a l'altro vicino creando<br />

una catena, appena si arriva alla fine si crea una fila per ricevere la<br />

comunione in silenzio.<br />

23


10. Dopo la comunione l'accolito porta l'ampollina con l'acqua al sacerdote<br />

per la purificazione del calice.<br />

11. Dopo di questo si sparecchia l'altare e ci si prepara all'uscita. La<br />

processione di uscita va fatta allo stesso modo di quella di entrata cioè<br />

in ordine e silenzio.<br />

12. Quando si arriva in sacrestia si aspetta il saluto alla croce prima di<br />

scomporsi o di parlare.<br />

24


• Le Posizioni<br />

• Le Azioni<br />

• Le Parole<br />

• Gli Atteggiamenti<br />

• Le Doti<br />

Le posizioni<br />

Le posizioni del corpo hanno una grande importanza: sono dei messaggi.<br />

Vediamo ora quali significati esse hanno quando siamo in Chiesa.<br />

In piedi: è la posizione di chi è pronto a partire, di chi ha disponibilità e<br />

attenzione. Nella Messa, per esempio, stiamo in piedi durante la lettura del<br />

Vangelo sia per mostrare un'attenzione maggiore, sia per essere pronti a<br />

partire in modo da compiere ciò che il Signore ci suggerisce.<br />

Seduti: è la posizione di chi si mette in ascolto, in attesa di un messaggio<br />

importante. Nella Messa ci sediamo durante le letture, durante la<br />

presentazione delle offerte e dopo la comunione.<br />

Inginocchiati: questa posizione indica adorazione, esprime cioè la gloria, la<br />

potenza che noi riconosciamo a chi ci sta davanti. Con questo gesto diciamo<br />

che siamo alla presenza di Qualcuno che è superiore a noi e che, quindi,<br />

merita tutto il nostro rispetto.<br />

Prostrati: ci si stende completamente a terra con il viso rivolto verso il basso.<br />

t raro che oggi vediamo qualcuno in questa posizione; generalmente la<br />

incontriamo durante l'ordinazione di nuovi diaconi e sacerdoti. La<br />

prostrazione sottolinea la pochezza, la piccolezza, la debolezza dell'uomo<br />

davanti alla gloria di Dio; dice che l'uomo è un nulla, se paragonato al suo<br />

Signore: è come un granello di sabbia che si perde per terra. Ma, nonostante<br />

la sua piccolezza, l'uomo è al centro delle cure di Dio...<br />

Le azioni<br />

Come le posizioni, anche le azioni hanno una grande importanza e sono un<br />

messaggio che noi dobbiamo imparare a leggere. Quando compiamo delle<br />

25


azioni sull'altare, teniamo presente sempre che non stiamo facendo<br />

semplicemente delle cose, ma stiamo servendo il nostro Re e siamo alla sua<br />

presenza.<br />

Abbracciare: questo segno indica lo stile da fratelli che dovrebbe essere<br />

presente fra tutti i cristiani; incontriamo questo gesto in occasione dello<br />

scambio della pace nella Messa.<br />

Alzare le braccia: le braccia e i palmi delle mani sono rivolti, quasi tesi,<br />

verso l'alto: è sempre l'azione di chi prega, ma con questo gesto viene<br />

sottolineata l'invocazione verso il cielo, «casa» di Dio, e il desiderio di elevarsi,<br />

quasi di congiungersi con Lui; inoltre le braccia e i palmi delle mani rivolti<br />

verso l'alto esprimono il bisogno di ricevere l'aiuto da chi è più grande e<br />

potente di noi.<br />

Baciare: nella liturgia il bacio esprime venerazione, stima e affetto. Vediamo<br />

questo gesto all'inizio e alla fine della Messa, quando il celebrante bacia<br />

l'altare, simbolo di Cristo, o quando i fedeli baciano una reliquia o un<br />

crocifisso.<br />

Battersi il petto: la mano destra percuote decisamente, ma delicatamente il<br />

petto all'altezza del cuore per riconoscere gli sbagli, ed esprimere il<br />

pentimento per averli compiuti.<br />

Genuflettere: si piegano entrambe le ginocchia fino a toccare il pavimento.<br />

Può essere fatta anche con un solo ginocchio: in questo caso si piega il<br />

ginocchio destro fino a portarlo vicino al tallone sinistro. Il gesto di<br />

inginocchiarsi esprime la nostra adorazione nei confronti del Signore:<br />

riconosciamo che Lui è Dio, è più grande di noi e che è davvero presente con<br />

tutta la sua persona. Ci inginocchiamo, infatti, davanti all'Eucaristia riposta nel<br />

tabernacolo o al pane e al vino appena consacrati sulla mensa.<br />

Giungere le mani: si congiungono i palmi e le dita della mano all'altezza<br />

del cuore. Questa azione sta ad indicare che ci stiamo mettendo in preghiera. t<br />

un gesto che significa supplica, domanda, richiesta fatta a chi è più grande di<br />

noi. E poi, tenere le mani giunte, evita di averle penzoloni o che si infilino nel<br />

naso o che facciano movimenti maldestri che distrarrebbero quanti, tra i<br />

fedeli, ci stanno vedendo.<br />

Imporre le mani: le braccia sono tese in avanti e i palmi delle mani sono<br />

rivolti verso il basso. Si tratta di un gesto «altissimo» perché non è una<br />

posizione che indica preghiera e basta, ma esprime l'effusione, la trasmissione,<br />

il dono dello Spirito Santo. Vediamo questo gesto durante la consacrazione del<br />

pane e del vino sull'altare, durante la Cresima, l'ordinazione e la remissione<br />

dei peccati nella confessione.<br />

26


Inchinarsi: si piega, dolcemente e con calma, il capo in avanti ed è un segno<br />

di riverenza, di rispetto che si fa verso qualcuno per riconoscere la sua dignità:<br />

l'inchino lo si fa al Crocifisso, all'Altare, al Libro dei Vangeli, al Sacerdote e<br />

anche all'Assemblea radunata in Chiesa perché sono il segno della presenza di<br />

Dio.<br />

Processione: più persone camminano, procedono in fila ordinata, verso una<br />

meta ben precisa. Questo gesto esprime visivamente il cammino verso Dio da<br />

parte dell'intera Grande Famiglia che è la Chiesa; dice anche che tutti i<br />

credenti sono un solo grande popolo, il popolo di Dio in cammino verso il<br />

Regno dei cieli. Incontriamo il gesto della processione: all'inizio e alla fine<br />

della Messa, quando il Sacerdote entra od esce dalla chiesa preceduto dal<br />

corteo dei <strong>ministranti</strong>; durante la comunione nella Messa dove i fedeli si<br />

dispongono in fila per andare a ricevere il Corpo del Signore; durante le<br />

processioni popolari, dove si portano delle statue di santi o della Madonna.<br />

Segno della croce: questo segno indica che tutto quello che stiamo per fare<br />

lo compiamo in nome di Dio, lo facciamo per Lui, davanti a Lui e in sieme a<br />

Lui.<br />

Le parole<br />

Abbiamo visto che sia le posizioni come le azioni, nella liturgia, esprimono<br />

sempre un messaggio; accanto a queste troviamo anche delle preghiere, delle<br />

risposte che dobbiamo recitare, anzi pregare, per essere autentici protagonisti,<br />

e non semplici spettatori della celebrazione.<br />

Cerchiamo però di scoprire il significato delle parole che pronunciamo per<br />

evitare che la liturgia si riduca ad una vuota replica di frasi e divenga invece<br />

un momento di vero incontro con il Signore.<br />

Acclamazioni: sono delle preghiere, generalmente brevi, pronunciate o<br />

cantate da tutti i fedeli, a voce alta, che lodano, glorificano, esaltano la<br />

grandezza e la bontà di Dio. Ecco qualche esempio di acclamazione: l'Alleluia<br />

(che vuol dire «Lodate Dio»); le risposte dopo le letture e il Vangelo: «Gloria a<br />

te o Signore», «Lode a te o Cristo»; prima della comunione: « Tuo il Regno, tua<br />

la potenza e la gloria nei secoli».<br />

Canti: i canti sono delle preghiere messe in musica da alcuni musicisti e<br />

fanno parte della celebrazione a tutti gli effetti. Chi evita di cantare, dunque,<br />

taglia delle parti alla sua preghiera e la rende monca, poco gioiosa. Quella<br />

cantata è una delle più alte forme di preghiera perché coinvolge<br />

contemporaneamente la voce, il pensiero e i sentimenti che solo la musica sa<br />

27


suscitare. Se vuoi essere un bravo ministrante, devi allenarti a tirare fuori la<br />

voce anche durante il canto, sostenendo l'assemblea e, soprattutto, pregando il<br />

tuo Signore attraverso la musica.<br />

Dialoghi: nella liturgia troviamo delle parti recitate solamente dal Sacerdote<br />

e delle parti che sono proprie dell'assemblea; altre ancora, invece, formano un<br />

dialogo fra Sacerdote e la Grande Famiglia che è la Chiesa. Questi dialoghi per<br />

un verso esprimono il colloquio fra gli uomini e Dio, fatto di inviti e di<br />

risposte; per l'altro verso, invece, ci insegnano che dobbiamo esortarci l'un<br />

l'altro alla preghiera.<br />

Preghiere: sono bellissime formule di ringraziamento, altissime lodi,<br />

profonde domande presentate a Dio Padre in nome di Gesù e per<br />

suggerimento dello Spirito Santo. Vengono pronunciate dal Sacerdote o da<br />

tutta la Grande Famiglia che è la Chiesa.<br />

Proclamazioni: sono la lettura lenta ed attenta della Parola di Dio. La<br />

Parola, che è il grande consiglio di vita che il Signore ci dà e la descrizione<br />

della sua immagine, del suo volto, non va semplicemente letta così come si fa<br />

con un libro o un racconto. Va invece proclamata, cioè annunciata, divulgata<br />

come un messaggio importante. Il tono di chi legge dovrà dunque essere<br />

solenne, perché è Dio che parla attraverso la bocca degli uomini; la lettura del<br />

testo sacro sarà lenta e precisa, perché i fedeli non perdano nulla del grande<br />

consiglio di vita che Dio ci dà.<br />

Gli atteggiamenti<br />

Prendiamo ora in esame alcuni atteggiamenti indispensabili per essere dei<br />

bravi servi del Signore.<br />

Attenzione: Anche tu, nel tuo impegno di ministrante, devi lasciarti<br />

coinvolgere da tutto quello che si sta compiendo davanti a te: sei alla presenza<br />

del Re e questo Re, Gesù, fa festa insieme a tutti i suoi amici, regalando loro la<br />

sua libertà, la sua gioia, la sua salvezza.<br />

Quando servi all'altare, allora, cerca di essere sempre attento e di non perdere<br />

nessuna occasione per incontrarti con il tuo Signore. Agendo così, aiuterai<br />

tutte le persone che ti vedono sull'altare a stare attente e, con il tuo modo di<br />

fare, permetterai loro di comprendere che si sta compiendo qualcosa di<br />

veramente importante.<br />

Pietà: per pietà qui non intendo lo stile compassionevole che assumiamo<br />

quando ci troviamo davanti a qualcuno in difficoltà, ma il profondo senso<br />

religioso, la percezione di essere alla presenza di Dio, il sentimento di rispetto<br />

per il luogo in cui ci troviamo e per la Persona che incontriamo. Per «pietà» si<br />

28


intende anche la preghiera. Se tu vuoi servire il Signore, la prima cosa che<br />

devi fare è pregare per non ridurre un'altissima missione ad un garbuglio di<br />

cose da fare. Dio desidera che ogni tuo gesto, ogni tua parola, ogni tuo<br />

pensiero sia un segno del bene che gli vuoi. Fai crescere la tua vita di<br />

preghiera e non arrivare in Chiesa all'ultimo minuto: cerca di venire almeno<br />

un quarto d'ora prima della celebrazione per fermarti a parlare con il tuo più<br />

grande amico: il Signore.<br />

Prontezza: siccome ti immagino sveglio e intelligente, non occorre che<br />

spenda troppe parole sulla prontezza. Se sei un ragazzo in gamba, se sei<br />

attento durante le celebrazioni, capirai con un semplice colpo d'occhio quello<br />

che manca. Cerca dunque di essere sempre attento, preparato, pronto e<br />

scattante.<br />

Silenzio: quando siamo sull'altare, siamo davanti al Signore. E Dio non è<br />

muto, ma vuole entrare in dialogo con ciascuno di noi. Quando entri in<br />

Chiesa, nella casa del Signore, impara a fare silenzio: non chiacchierare per<br />

non disturbare chi potrebbe pregare, per rispetto a Dio che lì è presente e per<br />

metterti in atteggiamento di ascolto fin dall'inizio.<br />

Le doti dei ministrante<br />

Tu sei uno speciale amico e testimone dei Signore, al quale è affidato un<br />

compito non privo di responsabilità, vediamo ora quali devono essere le doti<br />

che tu, come potrai, cercherai di vivere.<br />

Coraggio: prima di tutto tu sei un testimone del Signore, uno che dice, senza<br />

paura, il bene che vuole a Dio e che dichiara la fede che ha in Lui con il suo<br />

modo di fare, con l'impegno assunto. Magari qualche tuo amico ti deriderà per<br />

il compito che svolgi, oppure dovrai rinunciare a qualche divertimento per<br />

metterti a disposizione di Dio e della Grande Famiglia che è la Chiesa. Per fare<br />

questo ci vuole indubbiamente coraggio. Ma «il Signore ama chi dona con<br />

gioia»...<br />

Costanza: Il Signore vuole che tu porti avanti nel tempo l'impegno che ti sei<br />

preso senza limitarti a dare una mano solamente quando ne hai voglia. Se sei<br />

un ragazzo maturo, comprenderai certamente che la costanza è propria delle<br />

persone responsabili che garantiscono, fino infondo, l'adempimento degli<br />

impegni presi. Se sarai costante non creerai disagio a nessuno: né alla Grande<br />

Famiglia, né al Sacerdote, né al Signore perché dietro di te non lascerai mai<br />

un vuoto da riempire.<br />

Disponibilità: se sei un ragazzo deciso e maturo, allora sarai certamente<br />

disponibile. Alcune volte può capitare che il tuo Sacerdote abbia bisogno di un<br />

29


aiuto speciale; oppure che un tuo amico ministrante, per un impegno o per<br />

malattia, non possa svolgere il suo servizio: bene, il Re ti chiede di prendere il<br />

suo posto e di non tirarti indietro. Il vero segreto della disponibilità sta in<br />

queste due regole: volere davvero bene al Signore; e cercare di diventare<br />

sempre più suo amico, sfruttando ogni occasione per stare con Lui.<br />

Precisione: questa dote non è affatto banale. Se vuoi aiutare tutti i membri<br />

della Grande Famiglia ad incontrarsi con Dio, dovrai svolgere con precisione il<br />

tuo compito per non creare confusione e distrazioni inutili. Controlla sempre,<br />

prima della Messa, che ogni cosa sia al suo posto; se si tratta di una<br />

celebrazione con riti speciali, chiedi informazioni al tuo Sacerdote e preparati<br />

prima a casa con questo manuale.<br />

Puntualità: le celebrazioni iniziano ad orari ben precisi e la gente si muove<br />

da casa per incontrare il Signore all'ora stabilita. Tu devi fare in modo di non<br />

arrivare in ritardo, sia per non disturbare la celebrazione, sia per preparare<br />

quanto serve alla buona riuscita della liturgia. Essere puntuali significa<br />

arrivare sempre almeno dieci (meglio ancora quindici!!!) minuti prima.<br />

Concludendo<br />

A questo punto abbiamo la carta di identità del ministrante: si tratta di un<br />

ragazzo in gamba che ha deciso di stare più vicino al Signore per servirlo e per<br />

aiutare la Grande Famiglia che è la Chiesa. Siccome gli è stato affidato un<br />

compito importante, il ministrante è una persona attenta, precisa, disponibile,<br />

puntuale, coraggiosa che svolge la sua missione con costanza e con il massimo<br />

impegno. Si tratta allora di una persona un po' «super». E se non lo sei ancora,<br />

fai qualche sforzo!<br />

30


Gli oggetti liturgici<br />

Acquasantiera: Un bacinella posta all'ingresso della chiesa contenente<br />

acqua benedetta con la quale si fa il segno della croce entrando in chiesa.<br />

Ampolline: Sono due piccole anfore di vetro che contengono l'acqua e il vino<br />

usati nell'offertorio e, l'acqua, nella purificazione delle mani e del calice.<br />

Aspersorio: È un tubicino di ferro con una spugnetta alla fine per aspergere<br />

i fedeli con l'acqua benedetta.<br />

Bacinella: È un piccolo contenitore nel quale finisce l'acqua che il sacerdote<br />

utilizza per purificarsi le mani.<br />

Brocca: È un vaso alto e stretto che contiene l'acqua per la purificazione.<br />

Calice: Assomiglia ad una coppa e serve per il vino che diventerà il sangue di<br />

Cristo.<br />

Candele: Sono delle grosse candele a olio che accompagnano la croce e la<br />

lettura del vangelo.<br />

Cero pasquale: È un cero grande che viene benedetto la notte di pasqua, lo<br />

si usa durante il tempo pasquale, per i battesimi e per le esequie dei defunti.<br />

Corporale: È un tessuto inamidato che va posto sotto il calice e la patena è<br />

un simbolo di separazione tra ciò che viene consacrato e il resto.<br />

Croce: È il segno della nostra redenzione, del sacrificio di Cristo e della sua<br />

vittoria sulla morte. È posta in alto al centro dell'altare.<br />

Croce Astile: È una croce in cima ad una lunga asta di ferro che viene<br />

portata in processione, l'altezza dell'asta migliora la visibilità della croce alla<br />

gente.<br />

Lampada rossa: È una candela accesa giorno e notte, serve per indicare la<br />

presenza dell'eucaristia nel tabernacolo.<br />

Leggio: È una colonna metallica che serve per sostenere i libri.<br />

Mitra: È il copricapo proprio del vescovo durante le celebrazioni.<br />

Manutergio: È il tovagliolo che serve al sacerdote per asciugarsi le mani<br />

dopo il lavabo.<br />

31


Navicella: Contenitore di metallo, ha una forma che assomiglia ad una<br />

piccola nave, contiene l'incenso e un cucchiaino.<br />

Ostensorio: Arredo solenne di metallo prezioso. Vi si ripone l'ostia<br />

consacrata per mostrarla ai fedeli. Si usa nelle adorazioni.<br />

Palla: È un piccolo quadrato di tela rigido utilizzato per coprire le patene.<br />

Pastorale: È il bastone che utilizza il vescovo durante le celebrazioni ed è il<br />

segno che il vescovo è posto nella Chiesa come pastore.<br />

Patena: È una piccola coppetta che contiene l'ostia grande e le ostie.<br />

Piattello: È un piccolo piatto utilizzato durante la comunione per evitare che<br />

possa cadere la particola consacrata.<br />

Pisside: È una coppa in cui si custodiscono le osti rimaste dopo la messa, va<br />

conservata, quando piena, nel Tabernacolo.<br />

Purificatoio: È un tovagliolo di lino che serve per asciugare e pulire il calice,<br />

la patena e la pisside dopo la comunione.<br />

Secchiello: Recipiente con l'acqua benedetta nella quale si intinge<br />

l'aspersorio.<br />

Torce: Sono delle candele di cera che si mettono sotto l'altare durante la<br />

consacrazione.<br />

Turibolo: È un recipiente, sospeso a tre catenelle, nel quale si bruci l'incenso.<br />

All'interno c'è un piccolo braciere dove si bruciano dei carboncini a presa<br />

rapida. Ha un coperchio che si solleva con una quarta catenella.<br />

Vasi degli oli sacri: Sono tre piccoli contenitori di metallo contenenti<br />

ovatta imbevuta dei tre oli sacri: L'olio degli infermi, L'olio dei catecumeni e il<br />

Crisma.<br />

32


Altare della reposizione: Luogo appositamente preparato per accogliere<br />

l'eucaristia il Giovedì Santo.<br />

Battistero: Può essere esterno o interno alla chiesa; è il luogo in cui si riceve<br />

il battesimo e quindi si entra a far parte comunità.<br />

Confessionale: È un grosso mobile, costruito o in tre parti: una centrale per<br />

il sacerdote e due inginocchiatoi laterali oppure in due parti in cui si entra da<br />

due porte differenti e si sta faccia a faccia con il sacerdote.<br />

Presbitero: È il luogo rialzato in cui si svolgono tutte le funzioni, è composto<br />

da più parti:<br />

Altare: È un grosso tavolo di marmo su cui si celebra l'Eucaristia, è consacrato<br />

e al suo interno sono cementate delle reliquie di un martire, è in posizione<br />

centrale.<br />

Ambone: È un leggio speciale dal quale viene proclamata la parola del signore.<br />

Sede: È il luogo in cui si siede il Celebrante durante la funzione, spesso vicino<br />

vi è un leggio da dove il sacerdote celebra la messa nei momenti in cui non è<br />

ne sull'altare ne sull'ambone.<br />

Tabernacolo: È il luogo in cui viene riposta l'eucaristia, si trova murato o su<br />

una colonna in fondo al presbitero.<br />

33


Sacrestia: È una sala posta dietro il presbitero in cui il sacerdote e i<br />

<strong>ministranti</strong> si preparano per la messa e in cui vengono riposti gli abiti e gli<br />

oggetti liturgici.<br />

Sagrato: È un luogo antistante la chiesa spesso rialzato dalla strada con dei<br />

scalini.<br />

34


Alba: È una lunga veste bianca senza nessuna decorazione, con il collo e una<br />

cerniera sul petto, è usata da sacerdoti, diaconi, <strong>ministranti</strong> e ministri<br />

indistintamente.<br />

Amitto: È un pezzo di stoffa quadrato e bianco con due legacci che il<br />

sacerdote indossa sulle spalle sotto la tunica.<br />

Camice: È simile all'alba ma senza collo, può essere usato in sostituzione<br />

dell'alba.<br />

Casula: È il vestito principale del sacerdote, è un mantello di colori diversi a<br />

seconda del periodo dell'anno o della festa (vedi colori liturgici); va indossato<br />

sopra l'alba e sopra la stola.<br />

Cingolo: È un cordone che fa da cintura per il camice e l'alba.<br />

Cotta: È un abito bianco lungo fino alle ginocchia, la indossa il ministrante<br />

insieme alla veste in sostituzione dell'alba.<br />

Dalmatica: È il vestito che il diacono utilizza al posto della casula, è<br />

rettangolare ed ha le maniche.<br />

Pianeta: È un abito utilizzato a posto della casula, è molto simile a questa<br />

ma è senza maniche, come la casula varia di colore.<br />

Piviale: È un mantello più pesante e aperto davanti che sostituisce la casula<br />

nelle processioni e in altre liturgie particolari. Ormai usato molto raramente.<br />

Stola: È un importante abito liturgico che si indossa sotto la casula e come<br />

essa varia di colore, è simile ad una sciarpa molto lunga.<br />

Tarcisiana: È un abito bianco simile all'alba che ha sulle spalle due strisce,<br />

generalmente rosse, lunghe fino a terra. Generalmente è utilizzato dal<br />

ministrante.<br />

Velo Omerale: È una striscia di tessuto che il presbitero mette sulle spalle<br />

per portare l'ostensorio o la pisside, è usata soprattutto in processione.<br />

35


Turibolo<br />

Il compito del turibolo (vedi dizionario), è<br />

indubbiamente il compito più affascinante e più<br />

richiesto dai ragazzi, ma è anche il compito più<br />

impegnativo. Infatti, il turibolo va maneggiato dal<br />

ministrante con un certo stile; va tenuto nella mano<br />

con la quale non si scrive, il mignolo nell'anello più<br />

grande, che poi sosterrà tutto il peso del turibolo, e<br />

il pollice nell'anello collegato alla catena che fa<br />

alzare e abbassare il coperchio. Il movimento<br />

dell'incensazione deve essere fatto bene così che il suono delle catenelle<br />

sia piacevole.<br />

Nel turibolo viene bruciato l'incenso. L'incenso è una specie di resina che,<br />

quando entra a contatto con dei corpi incandescenti (non con la fiamma),<br />

emette un denso fumo profumato. L'incenso veniva usato già parecchi anni<br />

prima della nascita di Cristo e da varie religioni: veniva utilizzato durante<br />

i sacrifici sugli altari, nei templi, nelle funzioni sacre...<br />

L'incenso veniva usato proprio per le sue caratteristiche: un fumo, quindi<br />

impalpabile, ma non un normale fumo di una brace, ma un fumo profumato;<br />

come uno spirito profumato che esce dal braciere e si diffonde fra la<br />

gente.<br />

Nel vangelo, l'incenso è uno dei doni che i re magi portano a Gesù; infatti<br />

l'incenso era utilizzato anche per profumare gli ambienti dove<br />

soggiornavano i re; e i re magi, che riconoscono in Gesù il vero re<br />

dell'universo, portano anche questo dono.<br />

Durante la messa, il turibolo viene utilizzato nella processione d'ingresso,<br />

dove precede la croce aprendo la fila, appena arrivati sull'altare viene<br />

dato al sacerdote, che incensa l'altare, ancora privo dei doni; durante la<br />

lettura del vangelo, prima il sacerdote lo usa per incensare la parola del<br />

signore, poi rimane nei pressi dell'ambone durante tutta la lettura del<br />

vangelo; durante l'offertorio prima il sacerdote incensa i doni posti<br />

36


sull'altare poi, lo passa al ministrante incaricato, che incensa prima il<br />

sacerdote stesso, poi l'assemblea dei fedeli; infine viene usato dal<br />

ministrante per incensare durante l'elevazione del pane e del vino<br />

diventati il corpo e il sangue di Cristo.<br />

37


Candele e Torce<br />

Portare le candele è un gesto importante, le<br />

candele accese rappresentano Cristo che è la<br />

luce del mondo. Per questo si portano a fianco<br />

della croce astile nelle processioni di ingresso e<br />

di uscita e si tengono alzate accanto all'ambone<br />

durante la proclamazione del vangelo. Durante la<br />

preghiera eucaristica, momento in cui il pane e<br />

vino diventano il corpo e il sangue di Cristo,<br />

quindi la presenza del signore in mezzo a noi è<br />

più forte, molti utilizzano altre candele,<br />

chiamate torce, solitamente sei, disposte intorno<br />

all'altare (o come è possibile a seconda della forma della chiesa) rendendo<br />

così questo momento molto solenne.<br />

Le torce si dispongono durante l'inizio della preghiera eucaristica e<br />

rimangono fino alla fine; in alcune messe più solenni possono rimanere<br />

anche fino alla fine della liturgia eucaristica, cioè anche durante la<br />

distribuzione della comunione. Il giovedì santo, rimangono fino alla fine ed<br />

accompagnano il santissimo all'altare della deposizione. Durante i funerali,<br />

possono rimanere per tutta la celebrazione affianco alla bara, ma questo<br />

avviene raramente.<br />

Accolito<br />

Il termine accolito deriva dal greco. La forma<br />

verbale corrispondente significa: andare dietro,<br />

seguire, accompagnare. Nel linguaggio del Nuovo<br />

Testamento essa riveste il senso vasto e<br />

profondo di sequela di Gesù. Dell'accolito, in<br />

senso liturgico, sentiamo parlare, per la prima<br />

volta, nel III secolo. In una lettera indirizzata a<br />

Fabiano di Antiochia, papa Cornelio afferma che<br />

«nella Chiesa di Roma vi sono quarantasei<br />

38


presbiteri, sette diaconi, sette suddiaconi, quarantadue accoliti e<br />

cinquantadue esorcisti».<br />

Documenti liturgici veri e propri, relativi all'accolitato risalgono tuttavia<br />

solo a un periodo più recente dove con un rito, il candidato accolito, dopo<br />

una preghiera di benedizione, riceveva un sacchetto di lino destinato a<br />

contenere l'Eucaristia per portarla ai malati; più tardi il compito<br />

dell'accolito fu ampliato e divenne un aiutante del sacerdote e del diacono<br />

e, in questa forma; l'accolitato costituì fino a pochi anni or sono il grado<br />

più alto degli "ordini minori". Il ministero dell'accolitato, una volta<br />

autonomo e permanente, era diventato nel corso del tempo una tappa<br />

verso l'ordinazione sacerdotale. Nella lettera apostolica "Ministeria<br />

quaedam" del 15 agosto 1972 leggiamo: «L'accolito è istituito per aiutare<br />

il diacono e per fare da ministro al sacerdote. È dunque suo compito<br />

curare il servizio dell'altare, aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioni<br />

liturgiche, specialmente nella celebrazione della Santa Messa; inoltre<br />

distribuire, come ministro straordinario, la Santa Eucaristia tutte le volte<br />

che i ministri, di cui al can. 845 del Codice di diritto canonico, non vi sono<br />

o non possono farlo per malattia, per l'età avanzata o perché impediti da<br />

altro ministero pastorale, oppure tutte le volte che il numero dei fedeli, i<br />

quali si accostano alla Sacra Mensa è tanto elevato che la celebrazione<br />

della Santa Messa si protrarrebbe troppo a lungo. Nelle medesime<br />

circostanze straordinarie potrà essere incaricato di esporre<br />

pubblicamente all'adorazione dei fedeli il Sacramento della Santa<br />

Eucaristia e poi di riporlo, ma non di benedire il popolo».<br />

Un confronto tra i compiti precedenti e quelli attuali non lascia trasparire<br />

grandi differenze, va considerata come nuova solo la facoltà di distribuire<br />

la Santa Eucaristia in casi particolari, ma pure questo, ripristina<br />

semplicemente un compito spettante all'accolito nella Chiesa Antica.<br />

Da "Principi e norme per l'uso del Messale Romano" il compito<br />

fondamentale dell'accolito è quello di aiuta re il sacerdote e il diacono<br />

all'altare, egli può preparare l'altare e i vasi sacri e distribuire<br />

l'Eucaristia ai fedeli. .<br />

In mancanza di questa persona il compito viene svolto da due <strong>ministranti</strong>;<br />

questi devono stare durante tutta la messa vicino al sacerdote, devono<br />

aiutarlo sull'altare e sedersi vicino alla sede. Fin dalla processione iniziale<br />

gli accoliti stanno vicino al sacerdote, anche dietro ai concelebranti, se ce<br />

39


ne sono, arrivati all'altare, fanno l'inchino insieme al sacerdote e lo<br />

accompagnano durante l'incensazione dell'altare. Finito questo, se non ci<br />

sono concelebranti, si vanno a sedere vicino al celebrante.<br />

Durante la proclamazione del vangelo gli accoliti rimangono in piedi ai lati<br />

dell'ambone e finita la lettura ritornano a sedersi. Dopo la preghiera dei<br />

fedeli, se c'è una processione offertoriale, vanno a prendere le offerte;<br />

poi aiutano il sacerdote a versare l'acqua e il vino e accompagnano il<br />

sacerdote nella seconda incensazione dell'altare che, questa volta, ha<br />

sopra le offerte. Finito questo gli accoliti aiutano il sacerdote durante il<br />

lavabo e dopo rimangono in piedi dietro l'altare. Dopo la comunione, uno<br />

dei due versa un po' d'acqua nel calice per aiutare il sacerdote che<br />

compie il gesto della purificazione e, quando il sacerdote va a sedersi,<br />

tornano ai loro posti. Durante l'uscita gli accoliti staranno ancora vicino al<br />

sacerdote come nell'entrata. L'accolito è il compito più importante<br />

perché, oltre ad un aiuto simbolico che da al Signore, centro della liturgia,<br />

da anche un aiuto pratico al sacerdote, infatti l'accolito deve essere<br />

sempre pronto a fare ciò che gli chiede il sacerdote.<br />

40


Il Ministrante, prima di ogni Messa, deve trovarsi in Sacrestia<br />

in tempo necessario per indossare la veste liturgica<br />

e per mettersi al servizio del celebrante.<br />

Arrivato in chiesa,<br />

per prima cosa saluta il Signore mettendosi qualche istante in ginocchio;<br />

farà altrettanto prima di lasciare la chiesa al termine della Santa Messa.<br />

Prima di indossare la veste,<br />

il Ministrante deve assicurarsi di avere<br />

le mani e le scarpe pulite e i capelli in ordine.<br />

In sacrestia deve tenere un comportamento raccolto<br />

e silenzioso sia prima che dopo le celebrazioni.<br />

Riti di introduzione<br />

Messa Feriale<br />

Prima di lasciare la sacrestia, il Ministrante si inchina davanti alla Croce<br />

assieme al sacerdote celebrante e lo precede incamminandosi verso l'altare<br />

a mani giunte (a meno che non debba portare il messale o altro).<br />

Arrivati all'altare salutano con l'inchino o la genuflessione (se c'è il<br />

tabernacolo con l'Eucaristia). Mentre il celebrante lascia l'altare e va alla<br />

sede, il Ministrante si porta al suo posto e rimane in piedi fino alla Liturgia<br />

della Parola, pronto a svolgere eventuali mansioni.<br />

Liturgia della Parola<br />

Il Ministrante si siede e vi rimane fino al canto dell'Alleluia, quando si alza<br />

in piedi e vi resta fino all'Orazione che conclude la Liturgia della Parola.<br />

Liturgia Eucaristica<br />

Terminata la Liturgia della Parola, il Ministrane va all'altare assieme al<br />

celebrante e lo saluta con l'inchino; vi depone il messale e subito va a<br />

prendere la patena con il pane e le ampolline del vino e dell'acqua. Porge al<br />

celebrante prima l'ampollina del vino, poi quella dell'acqua. Le riprende e<br />

le riporta al loro posto. Poi viene la lavanda delle mani al celebrante.<br />

Durante la preghiera eucaristica il chierichetto sta in piedi davanti<br />

all'altare. Si mette in ginocchio alla Consacrazione, prima delle parole<br />

dell'istituzione, e si rialza quando il celebrante si genuflette dopo<br />

l'elevazione del calice.<br />

41


Durante l'elevazione del calice e dell'ostia, il chierichetto può suonare il<br />

campanello.<br />

Riti di comunione<br />

Dopo le parole: "Beati gli invitati alla cena del Signore..." il Ministrante<br />

prende il piattello e si mette dove si distribuisce la Comunione. Finita la<br />

comunione, il Ministrante riporta il piattello all'altare, prende l'ampollina<br />

dell'acqua e la serve per la purificazione del calice.<br />

Quando il celebrante ha purificato il calice e la pisside, il Ministrante li<br />

ripone con molta attenzione sulla credenza togliendo dall'altare anche il<br />

corporale e il messale, che viene messo a disposizione del celebrante.<br />

Riti conclusivi<br />

Dopo la benedizione e il congedo dell'assemblea, il Ministrante fa inchino o<br />

genuflessione all'altare e torna in sacrestia precedendo, come all'inizio, il<br />

celebrante.<br />

In sacrestia si inchina alla Croce e si rivolge al celebrante dicendo: "PROSIT"<br />

(che vuol dire: "ti giovi, ti porti bene..."); in silenzio, si toglie la veste<br />

riponendola con ordine. Prima di uscire, saluta il sacerdote e il Signore,<br />

mettendosi in ginocchio per qualche istante davanti all'altare.<br />

In sacrestia<br />

Messa Festiva<br />

Per il servizio della Santa Messa solenne occorrono almeno sei Ministrante e<br />

il cerimoniere. Oltre ai paramenti si devono preparare: il messale, il<br />

lezionario, il turibolo acceso e la navicella, due candelieri accesi e, se la<br />

processione d'ingresso è lunga, la croce.<br />

Quando tutti sono pronti, il cerimoniere comanda la disposizione dei<br />

Ministrante per la processione d'ingresso: in testa, due Ministranti, uno che<br />

porta il turibolo e l'altro la navicella; dietro, il ministro che porta la croce<br />

(crocifero) in mezzo ai due Ministranti con i candelieri; infine viene il<br />

Ministrante che porta il messale. La processione si chiude con il<br />

Cerimoniere davanti al Sacerdote. Viene fatta la fusione dell'incenso, tutti<br />

si inchinano alla croce ed escono.<br />

Riti di introduzione<br />

Arrivati all'altare il Celebrante e i Ministranti fanno l'inchino o la<br />

genuflessione. Il crocifero mette la croce vicino all'altare o in un altro luogo<br />

appropriato. Il Celebrante bacia l'altare; i Ministranti che portano i<br />

42


candelieri vanno accanto alla credenza o all'altare (se c'è il libro dei<br />

Vangeli, viene subito portato all'altare).<br />

II Cerimoniere prende il turibolo e lo consegna al celebrante, il quale<br />

incensa la croce e l'altare.<br />

Durante l’incensazione, il Ministrante del turibolo segue il Celebrante<br />

sostenendo la casula, il Ministrante della navicella rimane fermo. Quando il<br />

celebrante termina l'incensazione, il Cerimoniere prende il turibolo e lo<br />

riconsegna al Ministrante.<br />

I Ministranti con il messale si portano alla sede assieme al celebrante. Il<br />

celebrante comincia con il segno della croce, il saluto del celebrante, l'atto<br />

penitenziale, il Gloria a Dio (se si deve recitare) e la prima Orazione.<br />

Dopo l'Orazione l'assemblea si siede.<br />

Liturgia della Parola<br />

Il lettore dall'ambone proclama la Parola di Dio. All'inizio del Salmo<br />

Responsoriale i Ministranti con turibolo e navicella si inchinano all'altare e<br />

rientrano in sacrestia, dove preparano il fuoco in attesa di uscire al canto<br />

dell'Alleluia. Al canto dell'Alleluia tutta l'assemblea si alza in piedi, i<br />

Ministranti prendono i candelieri e si mettono davanti all'altare, rivolti<br />

verso il popolo. Arrivati i Ministranti con il turibolo, si inchinano all'altare e<br />

si recano alla sede, dove il celebrante mette l'incenso nel turibolo, poi si<br />

portano all'esterno dei candelieri. II celebrante si mette in mezzo ai<br />

Ministranti, recita la preghiera, e prende l'Evangelario, se è posto sulla<br />

mensa dell'altare. Subito dopo, il celebrante e i Ministranti si recano<br />

all'ambone. Arrivati, i Ministranti con i candelieri si mettono ai lati<br />

dell'ambone, rivolti verso il popolo; dopo l'acclamazione al Vangelo, il<br />

cerimoniere porge il turibolo al celebrante, lo riprende dopo l'incensazione<br />

e lo riconsegna al Ministrante.<br />

Terminato il Vangelo, sia i Ministranti con turibolo e navicella, sia quelli con<br />

i candelieri si inchinano all'altare; Ministranti con il turibolo tornano in<br />

sacrestia. Gli altri depongono i candelieri e vanno a sedersi assieme al<br />

Ministranti del Messale. Dopo l'Omelia, segue la professione di fede (Credo)<br />

e la preghiera universale. Alla fine di quest'ultima, in assenza del diacono,<br />

il cerimoniere e alcuni Ministranti preparano l'altare: corporale, calice,<br />

purificatoio.<br />

Processione offertoriale<br />

Se si fa la processione delle offerte da parte dei fedeli, si procede in questo<br />

modo: due Ministranti vanno in sacrestia, prendono il turibolo e la navicella<br />

e si portano dove sono preparati i doni. Un Ministrante mette il messale<br />

sull'altare, i Ministranti con il turibolo precedono la processione dei doni e,<br />

dopo che questi sono stati presentati, si accostano al celebrante per<br />

l'infusione dell'incenso e si portano al loro posto all'altare. Il celebrante<br />

riceve i doni benedicendo le persone che li portano. II cerimoniere riceve i<br />

43


doni dai fedeli e li porta all'altare. Se non c'è la presentazione dei doni da<br />

parte dei fedeli, due Ministranti portano all'altare la patena con il pane e le<br />

ampolline con il vino e l'acqua. Dopo la presentazione del calice con il vino,<br />

i Ministranti con il turibolo e la navicella si portano vicino al celebrante che<br />

incensa le offerte e poi la croce e l'altare. Al termine il cerimoniere prende<br />

il turibolo e incensa il celebrante. Intanto, due Ministranti si preparano per<br />

la lavanda delle mani al celebrante. Il cerimoniere riconsegna il turibolo ai<br />

Ministranti che si apprestano all'incensazione del popolo, poi vanno in<br />

sacrestia.<br />

Preghiera Eucaristica<br />

L'incensazione alla consacrazione è facoltativa. Se si fa, sì procede in<br />

questo modo: quando inizia il canto del "Santo" i Ministranti escono<br />

nuovamente dalla sacrestia con turibolo e navicella.<br />

Prima della consacrazione il cerimoniere infonde l'incenso.<br />

Alla consacrazione, prima delle parole dell'istituzione, tutta l'assemblea si<br />

inginocchia. Il cerimoniere si inginocchia sulla predella davanti all'altare e<br />

incensa l'ostia e il calice all'elevazione. Durante l'elevazione del calice e<br />

dell'ostia, un Ministrante suona il campanello.<br />

Quando il celebrante proclama: "Mistero della fede", l'assemblea si alza in<br />

piedi. I Ministranti con il turibolo si genuflettono e tornano in sacrestia.<br />

Riti di Comunione<br />

Dopo la preghiera: "O Signore non son degno...", i Ministranti si dispongono<br />

per ricevere la comunione e per il servizio col piattello.<br />

Dopo la comunione, un Ministrante porta all'altare l'ampollina dell'acqua per<br />

la purificazione del calice, e un secondo porta alla credenza il calice con il<br />

purificatoio e il corporale, dopo che il celebrante ha fatto le abluzioni. Il<br />

cerimoniere si tiene a disposizione per aiutare a togliere dall'altare quello<br />

che c'è da togliere.<br />

Riti di Conclusione<br />

Dopo il silenzio, i Ministranti si alzano in piedi. Due si portano alla sede,<br />

dove il celebrante si alza. Appena data la benedizione, altri due riprendono<br />

i candelieri, il celebrante si mette in mezzo ai due, bacia l'altare e tutti i<br />

<strong>ministranti</strong> si inchinano o genuflettono. II crocifero riprende la croce.<br />

Poi, tutti in processione, nella stessa disposizione dell'entrata. tornano in<br />

sacrestia.<br />

Arrivati in sacrestia, i Ministranti si inchinano alla Croce, salutano il<br />

sacerdote e lo aiutano a togliersi i paramenti.<br />

44


La Liturgia<br />

Le parole liturgia e celebrazione hanno quindi un significato simile e<br />

comprendono tutti quei riti che vengono compiuti dalla comunità cristiana:<br />

la messa domenicale, i sacramenti, le solennità, le feste ecc.<br />

Vediamo ora come deve comportassi un ministrante durante una<br />

celebrazione<br />

La Messa<br />

Suddivisione della Messa Cosa fa il chierichetto Cosa fa il celebrante<br />

Ingresso Esce dalla Sacrestia e accompagna il Accompagnato dal<br />

Saluto<br />

Atto penitenziale<br />

Gloria<br />

Orazione<br />

celebrante all’altare<br />

chierichetto si porta all’altare<br />

Prima lettura Benedice il lettore<br />

Seconda lettura Benedice il lettore<br />

Vangelo<br />

Accompagna il sacerdote all’ambone Accompagnato dal<br />

chierichetto si porta<br />

all’ambone<br />

Omelia<br />

Credo<br />

Preghiera dei fedeli<br />

Rito della Pace<br />

Offertorio<br />

Accompagna il Sacerdote a prendere<br />

i doni e poi li porta sull’altare<br />

(Ampolline)<br />

Orazione sui Doni<br />

Preghiera Eucaristica Al fianco dell’altare s’inginocchia<br />

quando il sacerdote impone le mani<br />

sui doni<br />

Riti di comunione<br />

Frazione del Pane<br />

Padre nostro<br />

Comunione<br />

Braccia allargate<br />

Accompagna il sacerdote ai piedi<br />

dell’altare<br />

Orazione finale Accompagna in Sacrestia il<br />

celebrante<br />

In Sacrestia Inchino alla croce si pronuncia la<br />

parola “Prosit”<br />

Accompagnato dal<br />

chierichetto prende i doni e<br />

serve la mensa<br />

Consacra il pane e il vino<br />

Braccia allargate<br />

Distribuisce la comunione<br />

Viene accompagnato in<br />

sacrestia<br />

Inchino alla croce e<br />

pronuncia la parola “Deo<br />

Gratias”<br />

N.B. per le altre liturgie servirsi sempre del Messale Romano e delle<br />

indicazioni riportate nel Calendario Liturgico.<br />

45


L’anno Liturgico inizia con la Prima Domenica di Avvento e termina con la<br />

festa di Cristo Re.<br />

Viene suddiviso in sei tempi, ciascuno dei quali celebra un mistero<br />

avvenimento della vita di Gesù:<br />

1. Tempo di Avvento<br />

2. Tempo di Natale<br />

3. Tempo di Quaresima<br />

4. Triduo Pasquale<br />

5. Tempo di Pasqua<br />

6. Tempo Ordinario o «durante l’anno»<br />

Avvento<br />

IL TEMPO D'AVVENTO<br />

Con l'Avvento la Chiesa comincia il nuovo Anno Liturgico, anno costituito<br />

dalla memoria della vita, della morte e della risurrezione del Signore.<br />

L'avvento ha la durata di quattro settimane e ci prepara alla solennità del<br />

Natale.<br />

Storicamente abbiamo traccia di questo tempo liturgico fin dal 4° secolo e dal<br />

5° secolo si conforma maggiormente alla Quaresima, accentuandone il<br />

carattere penitenziale.<br />

Nella liturgia questa dimensione penitenziale è sottolineata dall'uso del colore<br />

viola, dal fatto che nella Messa non si recita il "Gloria" e si addobba con<br />

moderazione l'altare per non anticipare la pienezza della gioia del Natale.<br />

L'Avvento non si riduce solo alla preparazione del Natale, ma è un tempo che,<br />

mentre prepara i cristiani a celebrare la prima venuta del Signore a Betlemme,<br />

incoraggia ad essere coscienti della Sua continua presenza nel cuore di ogni<br />

uomo e in ogni tempo e, nello stesso tempo, ad alimentare la speranza della<br />

Sua venuta definitiva alla fine dei tempi.<br />

Nel tempo di Avvento la Chiesa si riconosce pellegrina nell'andare incontro al<br />

Signore che viene.<br />

46


La Liturgia della Parola del tempo di Avvento segue gli stessi argomenti nelle<br />

domeniche dei diversi anni:<br />

• nella prima è dominante il tema escatologico (insegnamento riguardante<br />

e la morte e quello che c’è dopo essa);<br />

• nella seconda e nella terza è protagonista la figura di Giovanni il<br />

Battista;<br />

• nella quarta è presente la Madre di Gesù.<br />

Va, infine, sottolineata l'attenzione alla Madre del Signore e il tempo<br />

d'Avvento è sicuramente un periodo privilegiato per il culto a Maria perché è<br />

maggiormente reso visibile il legame tra la devozione a Maria e il suo<br />

riferimento al mistero di Cristo.<br />

Desideriamo preparare i nostri cuori e ci lasciamo incoraggiare da queste<br />

bellissime parole di San Basilio che rendono certa la nostra fede nel Signore<br />

che per primo viene incontro a noi:<br />

"Riponi la tua speranza nella bontà di Dio e aspettane l'aiuto con la sicurezza<br />

che, se ci rivolgiamo a lui con sincerità di cuore, non solo non ci rigetterà, ma<br />

prima ancora che si chiuda la bocca sulla preghiera, egli ci dirà: Eccomi, sono<br />

qui".<br />

Natale<br />

Inizia la sera del 24 dicembre e termina la domenica dopo l’Epifania con<br />

la festa del Battesimo di Gesù. È tempo di gioia, perché il padre ci dona Gesù<br />

(ricordiamo la sua nascita) e noi lo accogliamo come Figlio di Dio.<br />

Quaresima<br />

La quaresima inizia con il mercoledì delle ceneri, dura quaranta giorni<br />

ripercorrendo il periodo che Gesù ha passato nel deserto proprio perché ci<br />

aiuta a rivivere il periodo di penitenza e di sacrificio passato da Gesù. La<br />

quaresima è un tempo di penitenza:<br />

chiediamo il perdono dei nostri peccati per attendere la resurrezione di Gesù<br />

purificando la nostra anima dalle macchie dei peccati; di conversione: durante<br />

l’imposizione delle ceneri il sacerdote pronuncia la frase “convertiti e credi al<br />

vangelo” infatti, durante questo tempo siamo chiamati ad aumentare la nostra<br />

fede, a migliorare il nostro comportamento insomma a fare un passo in avanti<br />

nel nostro cammino di fede per poter arrivare al giorno della Pasqua più vicini<br />

a Gesù.<br />

47


La pasqua è importante perché è il punto centrale della nostra fede, infatti noi<br />

abbiamo avuto la certezza che Gesù è il Figlio di Dio con la sua resurrezione,<br />

inoltre, sulla croce, Gesù ci ha salvato dai nostri peccati e ci ha donato la vita<br />

eterna; per questo ci dobbiamo preparare molto bene attraverso il perdono e<br />

la conversione.<br />

Riflessioni<br />

Hai fatto degli impegni per la quaresima? Il tuo comportamento è migliorato<br />

in questo periodo? Sei pronto ad aspettare la resurrezione di Gesù? Stai<br />

facendo dei passi avanti nel cammino di fede?<br />

La settimana Santa<br />

La Pasqua è preceduta dalla settimana Santa che ci fa<br />

rivivere la vicenda di Gesù dal suo ingresso a<br />

Gerusalemme, dove era stato salutato con le palme, alla<br />

sua morte, sepoltura e resurrezione.<br />

Inizia con la Domenica delle Palme nella quale si ricorda<br />

l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Dove si svolsero i fatti<br />

della Pasqua. La gente saluta Gesù gridando :<br />

«Osanna al Figlio di Davide…»<br />

GIOVEDÌ SANTO – MESSA CRISMALE<br />

In Cattedrale il Vescovo con tutti i suoi presbiteri invoca lo Spirito Santo<br />

sugli oli che serviranno per i sacramenti (il più importante è il Crisma).<br />

Inoltre, Vescovo e i suoi sacerdoti rinnovano le promesse della loro<br />

ordinazione.<br />

Triduo Pasquale<br />

Ha inizio dalla Messa della Cena del Signore, in questo giorno si ricordano due<br />

avvenimenti importanti: l’ultima cena, nella quale Gesù ha offerto per la prima<br />

volta il suo corpo nell’eucaristia, e la lavanda dei piedi.<br />

GIOVEDÌ SANTO – MESSA DELLA CENA DEL SIGNORE<br />

In questa messa si ricorda l’ultima cena (che è stata al prima Messa),<br />

l’istituzione del sacerdozio e il gesto di Gesù di lavare i piedi in segno di amore<br />

e di servizio. Dopo la Messa, l’Eucarestia si porta in un tabernacolo con fiori e<br />

luci. Si rimane poi in adorazione con Gesù, che in questa notte nell’orto degli<br />

Ulivi ha detto: «Non potete farmi un po’ di compagnia?».<br />

48


Fino alla Veglia Pasquale in nessuna chiesa ci celebra la Messa.<br />

VENERDÌ SANTO – PASSIONE DEL SIGNORE<br />

Nella prima parte della celebrazione di fa solenne lettura della Passione<br />

di Gesù. Seguono poi le grandi invocazioni per tutti i bisogni del mondo<br />

(papa, vescovi, pace della Chiesa, nuovi battezzati, ebrei, credenti in Dio, chi<br />

rifiuta Dio, capi dei popoli, sofferenti). Si va poi alla processione a baciare<br />

(adorare) la croce che ha salvato il mondo. Infine si fa la comunione col pane<br />

consacrato nella Messa della Cena del Signore (Giovedì Santo).<br />

SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE<br />

La Veglia Pasquale è la più grande festa dell’anno. Si divide in più parti:<br />

• Liturgia della Luce: fuori dalla chiesa, dopo la benedizione del<br />

fuoco, si accende il cero pasquale (simbolo di Gesù risorto) e tutti i presenti,<br />

dopo avervi acceso la loro candelina, entrano nella chiesa buia; poi si canta<br />

l’annuncio che Cristo è risorto.<br />

• Liturgia della Parola: si legge la Bibbia il racconto della prima Pasqua (=<br />

passaggio), quando l’antico popolo di Dio dalla schiavitù dell’Egitto alla<br />

libertà; il Signore comandò di celebrare la Pasqua mangiando un agnello<br />

e il pane senza lievitato. Si suonano le campane al Gloria (non venivano<br />

più suonate dal Giovedì Santo) e si canta l’Alleluia (che come il Gloria,<br />

non si è cantato per tutto il periodo della Quaresima).<br />

• Liturgia Battesimale: si benedice l’acqua per il battesimo, con cui<br />

«passiamo» dalla morte del peccato alla vita di risorti con Gesù; si<br />

celebra il Battesimo.<br />

• Liturgia eucaristica: si celebra l’Eucarestia e nei segni del pane e del vino<br />

si vive la morte e la resurrezione di Gesù.<br />

TEMPO DI PASQUA<br />

Periodo di cinquanta giorni che come un grande e solo giorno va dalla<br />

Pasqua alla Pentecoste; la Chiesa canta la gioia della Resurrezione, che<br />

accoglie per sé e annuncia al mondo con la forza dello Spirito Santo che le è<br />

donato.<br />

49


TEMPO ORDINARIO O «DURANTE L’ANNO»<br />

Inizia dopo la domenica del Battesimo di Gesù e si sospende il mercoledì<br />

delle Ceneri; poi riprende dopo la domenica di pentecoste e termina la<br />

domenica dedicata a Cristo re dell’universo. Periodi in cui la Chiesa si mente<br />

in ascolto di Gesù maestro, tempo dell’ascolto, del lavoro, della santificazione.<br />

50


ESPOSIZIONE E BENEDIZIONE EUCARISTICA<br />

Cos'è<br />

È l’esposizione dell’Eucaristia, cioè del Corpo del Signore, alla pubblica<br />

preghiera e adorazione. L’ostia consacrata (cioè il Corpo del Signore) è<br />

posta sull’altare nell’ostensorio, alla vista di tutti perché tutti la possano<br />

pregare con maggiore attenzione.<br />

Cosa bisogna preparare<br />

— In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba oppure la<br />

cotta, stola bianca: gli abiti del diacono: amitto, camice o alba, stola<br />

diaconale e dalmatica di colore bianco: turibolo e navicella.<br />

— In presbiterio: deposti sulla credenza: libro con le preghiere per<br />

l’adorazione eucaristica. velo omerale: sulla mensa: corporale. ostensorio.<br />

candelieri accesi.<br />

Come si struttura la celebrazione e come si serve.<br />

— Esposizione: al canto di inizio ci si porta davanti all’altare dove si fa<br />

l’inchino (se davanti non c’è il tabernacolo) o la genuflessione. Il<br />

Sacerdote prende dal tabernacolo l’Eucaristia e la depone nell’ostensorio<br />

sull’altare. A questo pulito si fa la genuflessione e ci si inginocchia: si<br />

incensa il Corpo del Signore restando in ginocchio e dopo qualche istante<br />

di preghiera silenziosa. ci si alza. si fa una nuova genuflessione e si ritorna<br />

in sacrestia.<br />

— Benedizione e reposizione: al canto d’inizio ci si porta davanti all’altare<br />

dove si fa la genuflessione: si mette l’incenso nel turibolo, ci si<br />

inginocchia, si incensa l’Eucaristia e si resta in ginocchio per qualche<br />

minuto. Al canto del Tantum Ergo ci si alza per deporre del nuovo<br />

incenso nel turibolo, ci si inginocchia e si incensa nuovamente<br />

l’Eucaristia. Si porta a questo punto al Sacerdote il libro delle<br />

preghiere all’Eucaristia. Il Sacerdote recita la preghiera stando in<br />

piedi e i <strong>ministranti</strong> restano in ginocchio. Terminata la preghiera si<br />

pone sulle spalle del Sacerdote il velo omerale per la benedizione e lo si<br />

51


toglie al termine di questa. Il Sacerdote invita tutti a pregare con una<br />

preghiera litanica e ripone l’Eucaristia nel tabernacolo.<br />

RITO DELLA CRESIMA<br />

Cos’è<br />

La Cresima è il sacramento che rinnova il dono dello Spirito Santo grazie<br />

al quale noi credenti diventiamo capaci di rendere testimonianza al<br />

Signore Risorto e di confermare personalmente le promesse fatte dai<br />

nostri genitori, durante il Battesimo, al posto nostro. Il termine<br />

deriva dal greco , che significa olio, unzione. Infatti<br />

questo sacramento si riceve con l’imposizione delle mani da parte del<br />

Vescovo e con l’unzione con il Crisma.<br />

Cosa bisogna preparare<br />

In sacrestia: tutto come per la celebrazione della Messa; stola e casula<br />

sono rosse.<br />

In presbiterio: sulla credenza: tutto il necessario per la Messa, due<br />

bacinelle: una con sapone e limone per sgrassare le mani dopo l’unzione con<br />

il Crisma e una per la purificazione del sacerdote; due asciugamani : uno<br />

per asciugare le mani dopo l’unzione e l’altro per la purificazione del<br />

sacerdote; sulla credenza va preparato anche un piccolo vassoio con del<br />

cotone per asciugare la fronte di quanti sono stati cresimati.<br />

Come si struttura la celebrazione e come si serve<br />

Processione, riti iniziali e Liturgia della Parola: la celebrazione si svolge<br />

regolarmente fino all’omelia. Se è presente il Vescovo o un suo sostituto,<br />

bisogna provvedere che ci siano i due <strong>ministranti</strong> che portano la mitra e il<br />

pastorale. Alla fine del Vangelo vengono chiamati uno ad uno quanti devono<br />

ricevere la Cresima.<br />

Liturgia del sacramento: terminata l’omelia i ragazzi rinnovano le<br />

promesse battesimali e il Vescovo impone loro le mani; i <strong>ministranti</strong><br />

preparano il vassoio con il cotone; conclusa l’imposizione delle mani, il<br />

Vescovo procede all’unzione col crisma. Ogni volta che qualcuno è stato<br />

unto con il crisma si porta davanti ad un ministrante che ne asciuga la<br />

fronte con del cotone. Terminata l’unzione di tutte le persone è<br />

52


necessario lavare le mani al Vescovo: due <strong>ministranti</strong> portano brocca,<br />

bacinella, piattino con sapone e limone, asciugamano.<br />

Liturgia Eucaristica, riti di conclusione: come nella Messa domenicale.<br />

MATRIMONIO<br />

Cos’è<br />

Il Sacramento del Matrimonio benedice l’ amore fra un uomo e una donna<br />

perché diventi dello stesso tipo, della stessa intensità dell’amore con cui il<br />

Signore ama la sua Chiesa: si tratta di un amore fedele, fecondo,<br />

duraturo, carico di tenerezza, che sa perdonare rinnovare sempre la<br />

fiducia.<br />

Cosa devi preparare<br />

In sacrestia :gli abiti del sacerdote : amitto, camice o alba, stola, casula<br />

o pianeta di colore bianco; gli abiti del diacono: amitto, camice o alba,<br />

stola diaconale e dalmatica di colore bianco ; gli abiti dei ministri: per il<br />

lettore, il cantore e il ministro straordinario dell’Eucaristia: l’alba o<br />

camice con l’amitto.<br />

In presbiterio: deposti sulla credenza: tutto come per la Messa e in più il<br />

rituale del Matrimonio e il Registro dei matrimoni.<br />

Davanti al presbiterio: un inginocchiatoio con due sedie per gli sposi; le<br />

sedie per i testimoni, da una parte e dall’altra degli sposi.<br />

Come si struttura la celebrazione e come si serve.<br />

Accoglienza: il Sacerdote, insieme ai <strong>ministranti</strong>, accoglie gli sposi<br />

all’ingresso della Chiesa o davanti all’inginocchiatoio dove si sistemeranno<br />

e li saluta.<br />

Riti iniziali e Liturgia della Parola: non c’è la processione di ingresso<br />

perché Sacerdote e <strong>ministranti</strong> si trovano già in Chiesa. Tutto procede<br />

regolarmente fino al termine dell’omelia.<br />

Liturgia del Sacramento: terminata l’omelia, (portare il rituale del<br />

matrimonio) il Sacerdote interroga gli sposi circa le intenzioni che li<br />

muovono a celebrare il matrimonio cristiano; successivamente gli sposi si<br />

danno la mano destra e si scambiano gli anelli. Durante la liturgia del<br />

Matrimonio, se il Sacerdote è sceso davanti agli sposi, è bene che un<br />

ministrante regga il rituale e un altro tenga il microfono.<br />

53


Liturgia Eucaristica e Riti di conclusione. Tutto procede nel modo<br />

consueto, tranne dopo il dove, al posto della preghiera<br />

, il sacerdote invoca la benedizione sugli sposi.<br />

MERCOLEDÌ DELLE CENERI<br />

A. Cos’è<br />

Il Mercoledì delle ceneri segna l’inizio della Quaresima, tempo di<br />

penitenza, di conversione e di rinnovamento della vita.<br />

Per sottolineare la dimensione della penitenza e della pochezza dell’uomo,<br />

durante questa celebrazione si pone sul capo dei fedeli della cenere<br />

B. Cosa bisogna preparare<br />

— In sacrestia: gli abiti del Sacerdote amitto, camice o alba, stola e<br />

casula viola, per il diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale e<br />

dalmatica viola.<br />

— In presbiterio: deposti sulla credenza: tutto il necessario per la Messa,<br />

una seconda bacinella con sapone per lavare le mani dopo l’imposizione<br />

delle ceneri, un asciugamani, aspersorio con secchiello: sulla mensa: un<br />

vassoio con le ceneri.<br />

C. Come si struttura la celebrazione e come si serve<br />

L’imposizione delle ceneri sostituisce l’atto penitenziale. Dopo l’omelia, il<br />

Sacerdote benedice le ceneri (portare aspersorio e secchiello e si porta<br />

davanti all’altare per imporle ai fedeli. Terminata l’imposizione delle<br />

ceneri, bisogna lavare le mani al Sacerdoti, portare: brocca, bacinella,<br />

sapone e asciugamano). La Messa procede poi regolarmente.<br />

DOMENICA DELLE PALME<br />

Cos’ e<br />

La celebrazione della domenica delle Palme è il ricordo dell’ingresso di<br />

Gesù a Gerusalemme, salutato e festeggiato come un Re dalla gente con<br />

rami di Palma è di ulivo.<br />

Cosa bisogna preparare<br />

In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba, stola e casula<br />

rosse; per il diacono : amitto, camice o alba, stola diagonale e dalmatiche<br />

54


osse; libri del Passio: portati in processione dai lettori e dal Sacerdote<br />

(o diacono).<br />

In presbiterio: deposti sulla credenza: tutto il necessario per la messa;<br />

in presbiterio: due leggii per la lettura del Passio .<br />

Fuori chiesa: la croce per la processione; turibolo e navicella davanti alla<br />

croce e candelieri; secchiello, aspersorio, messale e lezionario.<br />

Con processione fuori dalla chiesa: all’esterno della chiesa, il Sacerdote<br />

inizia la celebrazione e benedice i rami d’ulivo e le palme; seguono: la<br />

lettura del vangelo che narra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e la<br />

processione verso la chiesa. I lettori e il Sacerdote (o il diacono) portano<br />

il libro del Passio. Giunti in chiesa, dopo l’inchino la genuflessione, i lettori<br />

e il Sacerdote depongono il libro del Passio sulla mensa. La messa procede<br />

con la liturgia della parola all’interno della quale si legge il Passio: il<br />

racconto della passione del Signore. Dopo la proclamazione del Passio, la<br />

celebrazione continua regolarmente.<br />

Con processione all’interno della chiesa: tutto come sopra, solo che la<br />

benedizione degli ulivi e la lettura del Vangelo dell’ingresso di Gesù a<br />

Gerusalemme si fanno in fondo Chiesa.<br />

GIOVEDÌ SANTO<br />

Cos'è<br />

Con la Messa della Cena del Signore del Giovedì Santo inizia il triduo<br />

pasquale che<br />

sii concluderà con la grande veglia del Sabato Santo. Nella Messa del<br />

giovedì sera si da spazio all’istituzione dell’Eucaristia e, dopo il Vangelo, si<br />

compie il gesto della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli<br />

apostoli.<br />

Cosa bisogna preparare<br />

In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba, stola e casula<br />

bianche;<br />

per il diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale e dalmatica bianche.<br />

In presbiterio deposti sulla credenza: tutto il necessario per la Messa,<br />

una bacinella per lavare le mani al Sacerdote dopo la lavanda dei piedi; tre<br />

asciugamani; uno per asciugare i piedi, uno per asciugare le mani al<br />

Sacerdote dopo la lavanda dei piedi e l’altro per la purificazione; un<br />

grembiule per il Sacerdote, una brocca ed un catino per la lavanda dei<br />

55


piedi; velo omerale bianco. Fuori dal presbiterio: dodici sedie su di un<br />

tappeto per la lavanda dei piedi: alla cappella della reposizione: ceri accesi<br />

e fiori.<br />

C. Come si struttura la celebrazione e come si serve<br />

La Messa procede regolarmente fino al termine dell’omelia: dopo che il<br />

Sacerdote si è tolto la casula e si è messo un grembiule. si svolge il rito<br />

della lavanda dei piedi. I <strong>ministranti</strong> aiutano il Sacerdote a reggere la<br />

brocca, la bacinella e l’asciugatoio, terminata la lavanda dei piedi, dopo<br />

aver lavato le mani al Sacerdote (portare: brocca, bacinella con sapone e<br />

asciugamani pulito), la Messa procede regolarmente fino alla fine dei riti<br />

di comunione, quando si depone la pisside con l’Eucaristia, non nel<br />

tabernacolo, ma sull’altare. A questo punto il Sacerdote incensa il<br />

Santissimo (portare: turibolo e navicella), si pone sulle spalle del<br />

celebrante il velo omerale e si dà inizio alla processione fino alla cappella<br />

della reposizione. Ci si dispone in questo ordine: davanti stanno turibolo e<br />

navicella, poi la croce con candelieri, segue la gente e, per ultimo, il<br />

Sacerdote con il Santissimo. Giunti alla cappella della reposizione, si pone<br />

l’Eucaristia nel tabernacolo allestito appositamente, si incensa (portare:<br />

turibolo e navicella), si prega qualche minuto in silenzio e si ritorna in<br />

sacrestia.<br />

VENERDÌ SANTO<br />

Cos'è<br />

Nel giorno del Venerdì Santo, la Grande Famiglia che è la Chiesa ricorda e<br />

rivive la passione e la morte in croce del Signore. Non si celebra<br />

l’Eucaristia. ma una liturgia speciale. chiamata «Azione Liturgica».<br />

suddivisa in tre momenti: la Liturgia della Parola con la lettura del Passio,<br />

tratta dal Vangelo secondo Giovanni: l’adorazione della croce e la<br />

comunione eucaristica (fatta con il pane consacrato il giorno precedente).<br />

B. Cosa bisogna preparare<br />

— In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba, stola e<br />

casula rosse: per il diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale e<br />

dalmatica rosse: libri del Passio:<br />

portati in processione dai due lettori e dal Sacerdote.<br />

56


— In presbiterio: l’altare: deve essere senza tovaglia, senza ceri e senza<br />

fiori; deposti sulla credenza: tovaglia per l’altare, messale con leggio,<br />

corporale, piattello per la comunione; due candelieri da porre di fianco alla<br />

croce, una volta scoperta. Sul presbiterio: due leggii per la lettura del<br />

Passio; un crocifisso velato: la base per il crocifisso. Nella cappella della<br />

reposizione: due candelieri con candele accese e velo omerale.<br />

C. Come si struttura la celebrazione e come si serve<br />

Si arriva all’altare in processione, senza croce né candelieri né turibolo e<br />

navicella: i lettori portano in mano i libretti per la lettura del Passio.<br />

Arrivati davanti all’altare tutti fanno un inchino; lettori e Sacerdote<br />

salgono all’altare dove depositano i libri del Passio, quindi scendono i<br />

gradini del presbiterio e si inginocchiano per qualche istante. Poi, lettori,<br />

Sacerdote e <strong>ministranti</strong> salgono in presbiterio per andare ai loro posti.<br />

Dopo la seconda lettura, i lettori e il Sacerdote (o diacono) vanno<br />

all’altare dove prendono i libretti del Passio; i lettori si recano ai leggii,<br />

mentre il Sacerdote (o il diacono) va all’ambone. Terminata la lettura del<br />

Passio, i libretti vanno lasciati sui leggii e sull’ambone. Seguono: l’omelia e<br />

la preghiera universale. A questo punto il Sacerdote scopre a più riprese<br />

il crocifisso velato. Una volta svelato, il crocifisso viene posto al centro<br />

dell’altare su una base preparata precedentemente o lo si affida a due<br />

<strong>ministranti</strong> che lo reggono, appoggiandolo a terra. Tutti si inginocchiano<br />

per qualche istante in adorazione. Di fianco al crocifisso si collocano due<br />

candelieri con candele accese. Successivamente, tutti vanno alla croce per<br />

baciarla. Terminato il bacio al crocifisso. due <strong>ministranti</strong> salgono all’altare<br />

sul quale stendono la tovaglia e portano il messale. Intanto il Sacerdote (o<br />

il diacono), preceduto da due <strong>ministranti</strong> con i ceri accesi. va alla cappella<br />

della reposizione per prendere il Santissimo. Giunti alla cappella, un<br />

ministrante mette sulle spalle del Sacerdote (o diacono) il velo omerale.<br />

Si porta l’Eucaristia all’altare e agli angoli dello stesso si depongono i due<br />

ceri, prima portati in processione: intanto un ministrante leva il velo<br />

omerale dalle spalle del Sacerdote. Seguono i riti di comunione a partire<br />

dal «Padre Nostro». Terminata la Comunione, si riporta l’Eucaristia nella<br />

cappella della reposizione. Dopo l’orazione finale ti Sacerdote e i<br />

<strong>ministranti</strong> tornano in sacrestia.<br />

57


VEGLIA PASQUALE<br />

Cos’è<br />

In questa celebrazione si rivive, attraverso varie letture, tutta la storia<br />

della salvez­za, dalla creazione, fino alla risurrezione di Gesù. Nella veglia<br />

del Sabato Santo, si celebra il centro della nostra fede: la risurrezione di<br />

Gesù dalla morte e il dono per tutti della vita senza fine.<br />

Cosa bisogna preparare.<br />

— In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba. stola e<br />

casula bianche: le più belle, preziose e solenni che si abbiano a<br />

disposizione: gli abiti del diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale<br />

bianca: le più bella, preziosa e solenne che si abbia a disposizione;<br />

quadro comandi: microfono acceso e tutte le luci spente.<br />

— In presbiterio: sull’altare: la tovaglia distesa e i ceri spenti: di fianco<br />

all’ambone: candelabro per il Cero Pasquale; in luogo visibile:<br />

(generalmente davanti all’altare) bacinella per la benedizione dell’acqua:<br />

sulla credenza: leggio per il messale e tutto l’occorrente per la Messa.<br />

Se vi fosse il Battesimo: rito del Battesimo, sacro Crisma. conchiglia o<br />

piccolo recipiente per versare l’acqua sul capo di chi deve essere<br />

battezzato. veste bianca, bacinella con limone e sapone per sgrassare<br />

le mani dopo l’uso del Crisma e secondo asciugamani. Se il rito del<br />

Battesimo non si svolge al Battistero: bacile con supporto e acqua da<br />

benedire; un tavolino per porvi tutto l’occorrente per il Battesimo.<br />

— Fuori dalla Chiesa: su un tavolino: messale, uno stoppino lungo, turibolo<br />

(spento!), navicella, Cero Pasquale spento, vassoio con i grani di incenso<br />

da infilare sul Cero Pasquale e stilo di metallo per incidere il Cero<br />

Pasquale, le molle da camino o una paletta in metallo per prendere le<br />

braci dal braciere; sul sagrato: braciere con il fuoco acceso o falò.<br />

Come si struttura la celebrazione e come si serve<br />

— il lucernario: Ci si porta in processione, senza la croce, fuori dalla<br />

Chiesa, davanti al falò o al braciere. Il ministrante con il messale si<br />

pone davanti al Sacerdote che benedirà il fuoco; poi il Sacerdote<br />

inciderà una croce sul cero (portare stilo di metallo e grani di incenso<br />

su un vassoio) e lo accenderà con uno stoppino prendendo la fiamma dal<br />

fuoco benedetto. Successivamente si porrà il fuoco benedetto nel<br />

turibolo (portare: molle da camino o paletta in metallo, turibolo e<br />

58


navicella) quindi il Sacerdote (o il diacono) si porta davanti alla<br />

processione, fuori della Chiesa, con il cero acceso, lo eleva e canta o<br />

dice ad alta voce: «Casto luce del mondo». A questo punto davanti al<br />

cero si portano turibolo e navicella; dietro al Sacerdote si dispongono i<br />

<strong>ministranti</strong> e dietro a questi la gente. Il Sacerdote, sulla soglia della<br />

Chiesa dice ancora: «Casto luce del mondo»: si accendono i ceri dei<br />

fedeli prendendo la fiamma dal Cero Pasquale (e non dagli accendini): è<br />

il segno che la luce di Cristo raggiunge ogni uomo. La processione<br />

riprende e quando il Sacerdote è davanti all’altare si gira verso i fedeli<br />

e proclama ancora: «Cristo, luce del mondo». A questo punto si<br />

accendono le luci della Chiesa: restano, invece, sempre spente le<br />

candele dell’altare. Si pone il Cero Pasquale nel suo candelabro e lo si<br />

incensa (portare turi bolo e navicella). Il Sacerdote (o il diacono o un<br />

cantore) si porta all’ambone e incensa il libro con il canto dell’«Exultet»<br />

(portare il turibolo) e subito dopo lo canta.<br />

Un ministrante, al termine del canto dell’«Exultet» toglie il libro con il<br />

canto (messale o altro libro con la musica del canto) e pone sull’ambone<br />

il lezionario.<br />

— Liturgia della Parola: a questo punto si spengono le candele tenute in<br />

mano dai fedeli e inizia la Liturgia della Parola. Ogni lettura è<br />

preceduta da un’orazione (portare il messale). Terminata l’orazione<br />

prima dell’Epistola (Lettera ai Romani) si accendono le candele<br />

sull’altare, tutti si alzano e si canta il «Gloria». Al canto dell’Alleluia,<br />

come si fa nelle domeniche, si portano il turi bolo e la navicella e si<br />

incensa il Vangelo. Dopo il Vangelo c’è l’omelia.<br />

— Liturgia battesimale: al termine dell’omelia, il Sacerdote si reca al<br />

battistero, se è ben visibile da tutti. Altrimenti, dopo l’omelia, si pone<br />

un bacile di fronte all’altare, dove si svolgerà la liturgia battesimale; si<br />

porta anche un tavolino con tutto l’occorrente per il Battesimo. Si<br />

cantano o leggono le litanie dei Santi e subito dopo si benedice l’acqua<br />

immergendovi il Cero Pasquale (due <strong>ministranti</strong> aiutano il Sacerdote a<br />

togliere il Cero Pasquale dal suo candelabro). Terminata la benedizione<br />

dell’acqua. si procede al battesimo dei bambini o degli adulti: un<br />

ministrante porta il rituale del Battesimo al Sacerdote e un altro tiene<br />

il microfono o porta l’asta con il microfono. Quindi il Sacerdote chiede<br />

di rinunciare a Satana e invita a fare la professione di fede.<br />

59


Successivamente si battezzano i bambini o gli adulti (passare al<br />

Sacerdote la conchiglia per versare l’acqua sul capo) e si ungono con il<br />

Sacro Crisma (portare al Sacerdote il vasetto con il Crisma).<br />

Terminata l’unzione si fa la consegna della veste bianca. I genitori<br />

vanno al loro posto con i bambini battezzati. 1 <strong>ministranti</strong> del servizio<br />

all’altare lavano le mani al Sacerdote (portare: brocca, bacinella con<br />

limone e sapone. asciugamano).<br />

Se non ci fosse il Battesimo si benedice comunque l’acqua lustrale<br />

(come per il rito del Battesimo) e si rinnovano le promesse battesimali:<br />

il «Credo» in forma di domanda e risposta. Dopo il «Credo» il<br />

Sacerdote asperge il popolo con l’acqua benedetta (portare secchiello e<br />

aspersorio}.<br />

Liturgia Eucaristica: tutto procede come al solito.<br />

60


Durante i vari periodi dell'anno liturgico il colore di alcuni abiti liturgici<br />

può variare; ecco qui colori e i rispettivi periodi:<br />

Si usa nel tempo pasquale e nel tempo natalizio, nelle feste del<br />

Signore, della Madonna, degli Angeli, dei Santi no martiri. È il<br />

colore della gioia pasquale, della luce, della vita.<br />

ROSSO<br />

Il rosso ha due significati: dono dello spirito santo e è anche il<br />

colore del sangue e quindi della sofferenza, del martirio. Si usa<br />

la domenica delle palme, il venerdì santo, il giorno della<br />

pentecoste, nelle feste degli apostoli e dei santi martiri<br />

Verde<br />

Si usa nel tempo ordinario. Esprime la giovinezza della chiesa,<br />

la ripresa di una vita nuova.<br />

viola<br />

Indica la speranza, l'attesa di incontrare Gesù, lo spirito di<br />

penitenza. Si usa in avvento, in quaresima e nei funerali.<br />

Questi sono i colori fondamentali, ce ne sono poi altri<br />

meno usati:<br />

oro<br />

Si usa in alcune grandi feste per sottolineare la loro importanza<br />

rosa<br />

Si dovrebbe usare solo in una domenica d'avvento e in una di<br />

quaresima. Indica penitenza ma in forma più attenuata rispetto<br />

al viola<br />

azzurro<br />

È il colore usato per le feste in onore della Madonna. Non<br />

sarebbe un colore liturgico, ma ormai molti ne fanno uso.<br />

61


IL BATTESIMO: PUNTO DI PARTENZA DEL<br />

SERVIZIO LITURGICO<br />

Ogni compito e ogni servizio, nella Chiesa ha una radice comune: quella del<br />

battesimo. Il dono battesimale ci inserisce, tutti, in Cristo sacerdote, per<br />

essere parte viva del suo popolo.<br />

Questo meraviglioso sacramento è dono di Cristo risorto: introducendoci<br />

in Lui, ci fa appartenere al suo corpo. In ogni corpo ci sono diverse parti e<br />

ogni parte ha un suo compito e collabora con tutti gli altri.<br />

Il ministrante, in questo stupendo corpo che è la Chiesa, è una parte<br />

importante che collabora e serve nella liturgia insieme con i ministri<br />

istituiti (lettori, cantori e ausiliari della comunione) e di fatto, permette<br />

alla comunità di celebrare in modo nobile e semplice, nel decoro e nella<br />

bellezza. Per questo motivo il ministrante è chiamato ad avere sempre<br />

degli atteggiamenti adeguati a ciò che sta facendo.<br />

La chiamata alla vita cristiana trova una sua spiegazione anche nel servizio<br />

liturgico dei <strong>ministranti</strong>. Il battesimo è il punto di partenza di questo<br />

“servizio liturgico”.<br />

Nel giorno del battesimo abbiamo ricevuto l'unzione crismale. Il giorno<br />

della cresima questo dono sarà confermato dal vescovo con l'imposizione<br />

delle mani e una seconda unzione crismale; siamo stati unti con l'olio<br />

profumato del crisma come segno di quella consacrazione battesimale che<br />

ci fa figli di Dio. Consacrato dallo Spirito Santo e unito a Cristo, ogni<br />

battezzato guarda proprio a Lui per vivere la sua vita. Importante è che il<br />

ministrante abbia completato o stia compiendo il proprio cammino di<br />

iniziazione cristiana, con il catechismo, perché questo servizio riceve<br />

ispirazione, forza, grazia e vitalità proprio da questi tre sacramenti<br />

(battesimo, comunione e cresima).<br />

E non meno importante è proseguire il proprio cammino di fede compiuti<br />

questi sacramenti, dopo la fine del catechismo, non si deve lasciare tutto<br />

alle spalle e farsi vedere si e no qualche volta a messa la domenica, ma si<br />

deve continuare il proprio cammino cristiano unendosi ad un gruppo,<br />

62


all’oratorio, facendo del volontariato o comunque continuando a<br />

frequentare la chiesa e quindi la messa.<br />

Testimonianza<br />

Un giorno, mentre ero a catechismo, entrò un signore che io ancora non<br />

conoscevo, per invitarci a fare parte del gruppo dei <strong>ministranti</strong>.<br />

Questo per me fu da subito molto bello, perché per la prima volta mi<br />

veniva data la possibilità di servire il Signore durante la Santa Messa.<br />

La mia risposta fu subito sì, anche se per i primi tempi non andai molto<br />

assiduamente. Mia madre era molto contenta che io andassi per servire la<br />

messa però mi disse che prendendo l’impegno di fare il ministrante, lo<br />

avrei dovuto fare seriamente.<br />

Presa la decisione incominciai ad avvicinarmi al gruppo dei <strong>ministranti</strong> per<br />

servire durante la santa messa con sempre più serietà; ogni sabato<br />

partecipavo agli incontri e alle prove, per prepararmi al meglio al compito<br />

che avrei dovuto svolgere durante la messa. Man mano che diventavo<br />

grande, mi convincevo sempre di più che la scelta che avevo fatto era<br />

stata quella giusta e questo mi faceva conoscere nuovi amici.<br />

Desideravo che questa mia esperienza fosse anche l’esperienza di tutti i<br />

miei compagni di classe, così l’invitai ad avvicinarsi a questo servizio<br />

rimanendoci male quando questo non accadeva.<br />

Sono ormai trascorsi 8 anni e questo mio cammino continua a rafforzarsi<br />

di settimana in settimana e spero che possa continuare ancora a lungo.<br />

Essere ministrante<br />

Quando Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, hanno lasciato tutto e si sono<br />

messi a seguire Gesù, gli sono andati vicino; gli sono stati vicino e, in<br />

alcune chiese, l'altare è un po' lontano da dove siede la gente.<br />

E allora essere <strong>ministranti</strong> significa stare veramente vicino a Gesù; così<br />

come quando, noi <strong>ministranti</strong> siamo sopra l’altare, molto più vicini alla<br />

celebrazione, molto più vicini all'ambone, cioè da dove si proclama la<br />

parola di Dio, di quanto non siano le altre persone che stanno in mezzo alla<br />

chiesa.<br />

63


Essere <strong>ministranti</strong> significa quindi stare vicino a Gesù, essergli vicino, ma<br />

essergli vicino non tanto come degli spettatori; si può anche avvicinarsi a<br />

qualcuno per vedere meglio e questo il vangelo ce lo racconta anche in un<br />

altro punto, parlando di un uomo chiamato Zaccheo, che addirittura era<br />

salito sopra un albero per vedere Gesù più da vicino, dal momento che<br />

doveva passare lungo la strada dove si trovava quel albero.<br />

Ebbene, stare vicino a Gesù, non significa solamente guardare, così come<br />

ci si avvicina per vedere meglio, per vedere meglio un film, per vedere<br />

meglio la televisione, per vedere meglio qualcosa che ci piace; stare vicino<br />

a qualcuno significa saper camminare con lui, che è un'altra cosa, un po'<br />

diversa rispetto al vedere meglio.<br />

Quando noi stiamo vicino a qualcuno e vogliamo stare vicino a qualcuno è<br />

ovvio che se lui cammina un pochino più veloce, anche noi dobbiamo<br />

camminare un pochino più veloci; se lui si ferma, anche noi ci dobbiamo<br />

fermare, non è che possiamo continuare ad andare per conto nostro e<br />

tanti saluti. Vedete stare vicino a qualcuno significa imparare a conoscere<br />

il suo passo, significa imparare a stargli dietro, imparare un attimino a<br />

moderare quello che noi faremo subito, di istinto, mi va di correre: corro;<br />

mi va di parlare; parlo, moderando tutto questo e se lui parla io faccio<br />

silenzio, se lui si ferma io smetto di correre, oppure cerco proprio di non<br />

muovermi.<br />

Vedete, essere <strong>ministranti</strong>, significa proprio questo, stare vicino a Gesù<br />

ed imparare a seguire il suo passo, imparare a seguire quello che lui fa, e<br />

imparare ad ascoltare quello che lui dice.<br />

Ecco perché siamo più vicini a lui, i <strong>ministranti</strong> veramente sono più vicini a<br />

Gesù, più vicini all'altare più vicini all'ambone, non solo fisicamente,<br />

perché stanno la sopra; i <strong>ministranti</strong> sono vicini a Gesù quando imparano a<br />

seguire il suo cammino, quando imparano a vedere quello che lui fa e ad<br />

ascoltare quello che lui dice.<br />

E allora rendiamoci conto che davvero noi siamo un pochino più vicini, ma<br />

siamo un pochino più vicini, abbiamo forse il posto in prima fila, non per<br />

fare come dice la pubblicità del cannone della rai, non per avere come<br />

abbonati il nostro posto in prima fila e guardare meglio, di solito chi<br />

guarda sta bello in poltrona seduto con le braccia conserte magari con un<br />

po' di coca cola o con qualcos'altro vicino e aspetta. No!<br />

64


Chiediamo invece, ricordiamoci, portiamo nella mente e nel cuore, che se<br />

noi stiamo vicini al signore non è per vedere uno spettacolo; se noi stiamo<br />

vicini a Gesù non è per vedere la televisione; i sacramenti, la messa non<br />

sono mai la televisione, non è un qualcosa che assomiglia alla televisione,<br />

ma ricordiamoci che siamo vicini a lui, per imparare a camminare come lui,<br />

a seguire il suo passo e ad essere attenti a quello che lui dice, a quello che<br />

lui fa e se porteremo nelle mente e nel cuore questa realtà,<br />

probabilmente raggiungeremo due cose: il nostro servizio sarà più bello, e<br />

più bello veramente, e anche noi forse, una volta diventati grandi, potremo<br />

ricordare di essere stati <strong>ministranti</strong>, non come qualche cosa di cui non<br />

dico che bisogna vergognarsi, ma insomma qualche cosa che si mette un<br />

pochino nel cassetto, che si sta attenti a non farlo sapere, che si sta<br />

attenti a non farlo conoscere, ma sia invece qualche cosa che possiamo<br />

ricordare con gioia perché ne possiamo andare orgogliosi ne possiamo<br />

andare fieri possiamo dire di aver fatto qualcosa di veramente bello e<br />

buono.<br />

65


Il Concilio Vaticano II pag. 2<br />

Il Santo dei Ministranti “ 4<br />

Preghiere del ministrante “ 6<br />

Salmo 100 “ 6<br />

Signore Gesù “ 6<br />

Signore Nostro Dio “ 7<br />

Preghiera del Chierichetto “ 8<br />

Preghiera del Ministrante “ 8<br />

Vorrei “ 9<br />

Preghiera del Gruppo Ministranti “ 9<br />

La Preghiera del Ministrante “ 10<br />

Preghiera del Ministrante “ 10<br />

La Preghiera del Ministrante “ 11<br />

Il Responsabile “ 12<br />

Formazione personale “ 13<br />

Chiamare “ 13<br />

Formare “ 13<br />

Gestire ed Organizzare “ 14<br />

Riti di ammissione dei Ministranti “ 16<br />

Ammissione al Gruppo Ministranti “ 18<br />

Celebrazione del Mandato “ 20<br />

Celebrazione del Mandato “ 22<br />

Come servire la Messa “ 23<br />

Atteggiamenti e Stili “ 25<br />

Le posizioni “ 25<br />

Le azioni “ 25<br />

Le parole “ 27<br />

Gli atteggiamenti “ 28<br />

Le doti dei Ministranti “ 29<br />

Concludendo “ 30<br />

Il Dizionario Liturgico “ 31<br />

Gli Oggetti Liturgici “ 31<br />

Gli Spazi “ 33<br />

66


Gli abiti liturgici Pag. 35<br />

Incarichi “ 36<br />

Turibolo “ 36<br />

Candele o Torce “ 38<br />

Accolito “ 38<br />

Formazione “ 41<br />

Messa Feriale “ 41<br />

Messa Festiva “ 42<br />

Liturgia “ 45<br />

La Messa “ 45<br />

Anno Liturgico “ 46<br />

Avvento “ 46<br />

Natale “ 47<br />

Quaresima “ 47<br />

La Settimana Santa “ 48<br />

Triduo Pasquale “ 48<br />

Tempo di Pasqua “ 49<br />

Tempo Ordinario o tra l’anno “ 49<br />

Indicazioni per il Servizio “ 50<br />

Esposizione e Benedizione Eucaristica “ 50<br />

Rito della Cresima “ 51<br />

Matrimonio “ 52<br />

Mercoledì delle Ceneri “ 53<br />

Domenica delle Palme “ 53<br />

Giovedì Santo “ 54<br />

Venerdì Santo “ 55<br />

Veglia Pasquale “ 57<br />

Colori Liturgici “ 60<br />

Schede Formative “ 61<br />

67

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