Autovalori e modi - Automatica
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Matrice A diagonalizzabile<br />
<strong>Autovalori</strong> e <strong>modi</strong><br />
Tutte le volte che gli autovalori λi , i = 1,2,…,n, della matrice A sono tra loro distinti è possibile<br />
diagonalizzare la matrice stessa ottenendo<br />
In questo caso la matrice del cambiamento di variabili T -1 deve avere nelle colonne gli autovettori<br />
vi della matrice A, cioè essere del tipo T -1 = [v1, v2,…,vn].<br />
Gli autovettori della matrice A sono vettori colonna n x 1, non nulli, che soddisfano l’equazione<br />
Avi = λivi , i = 1,2,…,n<br />
Il movimento libero del sistema diagonalizzato diventa perciò il seguente<br />
Esso risulta quindi una combinazione lineare di termini esponenziali λi k , i = 1,2,…,n, che sono detti<br />
<strong>modi</strong>. Gli autovalori sono in generale valori complessi λ = ρe j θ , il cui modo λ k associato ha modulo<br />
| λ k | = | ρ k e jkθ | = ρ k . La stabilità del sistema è quindi legata solo al modulo degli autovalori e non<br />
alla fase degli stessi.<br />
Per avere asintotica stabilità del sistema il movimento libero deve tendere asintoticamente a zero,<br />
cioè ogni modo λi k deve annullarsi per k che tende a ∞. Si deve avere quindi | λi | < 1 ∀i ,<br />
condizione verificata se gli autovalori, rappresentati nel piano complesso, si trovano tutti all’interno<br />
del cerchio di raggio unitario. Il sistema risulterà semplicemente stabile se | λi | = 1 , cioè se almeno<br />
un autovalore è disposto sul cerchio unitario. Nel caso in cui almeno uno degli autovalori fosse<br />
all’esterno del cerchio unitario ( | λi | > 1 ), il sistema risulterebbe instabile.<br />
Una particolarità dei sistemi a tempo discreto è la suddivisione dei <strong>modi</strong> associati ad autovalori<br />
reali; in tal caso infatti si hanno <strong>modi</strong> cosiddetti aperiodici se corrispondenti ad autovalori positivi e<br />
<strong>modi</strong> cosiddetti alternanti se corrispondenti ad autovalori negativi. Il moto in tal caso avviene<br />
restando dalla stessa parte dello zero, per il modo aperiodico, alternandosi da una parte e dall'altra<br />
dello zero, per il modo alternante. Si hanno quindi <strong>modi</strong> aperiodici (λi reale > 0), alternanti (λi reale<br />
< 0) e pseudoperiodici (coppie complesse coniugate).<br />
Matrice A non diagonalizzabile<br />
Nel caso in cui la matrice A possegga autovalori multipli, cioè non distinti tra di loro, può risultare<br />
impossibile diagonalizzare la matrice. Esiste però una matrice di cambiamento di stato TJ che pone<br />
A nella forma di Jordan AJ, rendendola diagonale a blocchi. Quest’ultima ha elementi non nulli<br />
solo sulla diagonale e sulla sopradiagonale, ed è nella forma
dove μ è il numero di autovalori tra loro distinti e Ji è una matrice m x m detta blocco di Jordan,<br />
con m pari alla molteplicità dell’autovalore i–esimo. Ogni matrice Ji è a sua volta una matrice di<br />
matrici con la seguente struttura<br />
dove la matrice Jih è detto miniblocco di Jordan ed è del tipo<br />
cioè presenta l’autovalore λi sulla diagonale principale ed una catena di elementi unitari sulla<br />
sopradiagonale.<br />
In questo caso i <strong>modi</strong> che costituiscono i movimenti liberi dello stato, sono una combinazione<br />
lineare di termini del tipo k p-1 λi k-p+1 per k ≥ p - 1, dove p è un qualunque intero compreso tra 1 e la<br />
massima dimensione dei miniblocchi di Jordan associati a λi, e sono nulli per k < p - 1.<br />
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