Riflessioni e preghiere Scuola della Parola Esodo cap ... - Altervista
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PARROCCHIA “MARIA SS. DELLA SALUTE”<br />
SCUOLA DELLA PAROLA<br />
RIFLESSIONI E PREGHIERE<br />
1
ESODO<br />
CAP VIII<br />
Le piaghe di Egitto, piaghe di liberazione, ci richiamano ad altre piaghe, le<br />
piaghe del tuo amato figlio crocifisso e risorto, le piaghe dei poveri indifesi che<br />
aspettano di essere curate dall’olio dell’amore e dal vino dell’alleanza, come<br />
fece il Buon Samaritano.<br />
E ancora una volta il “Faraone” di tutti i tempi, il potere politico si piega al<br />
potere di Dio e chiede protezione.<br />
Quante volte nel mio ministero mi sento dire: “prega per me!” Ed io presento<br />
tutto “il deserto del cuore dell’uomo” in quel pane e in quel vino, perché sia<br />
trasformato in pane di gioia e in sangue di salvezza.<br />
2
Il Faraone inconsapevolmente agisce secondo la volontà di Dio contribuendo<br />
alla presa di coscienza del popolo di Israele dell’azione consolatrice di Dio<br />
protettore e guida.<br />
Quanti faraoni incontriamo ogni giorno nel nostro cammino che mettono alla<br />
prova continuamente la nostra fede! Mandaci Signore tutti i faraoni e le<br />
piaghe che ritieni più giuste, perché così come il popolo di Israele ha imparato<br />
a conoscere Dio, compassionevole e amoroso, possiamo farlo anche noi!<br />
Il Faraone chiede ripetutamente a Mosé di pregare per lui, quasi ritenendosi<br />
indegno di farlo personalmente. Ci chiami quindi Signore a pregare per tutti<br />
coloro che non ne sono <strong>cap</strong>aci o si ritengono indegni. Concedici Signore la<br />
perseveranza <strong>della</strong> preghiera affinché, allontanandoci dalle tentazioni,<br />
possiamo avvicinarci a te, e poi ritornare ai fratelli che non dobbiamo<br />
abbandonare.<br />
Gesù, tu che nel momento del bisogno sei stato con me per darmi tanta forza,<br />
e mi hai donato la tua presenza; io ne sarò sempre debitore. Non so come<br />
esprimermi, ma tutto questo è un segno: mi sto avvicinando sempre di più alla<br />
chiesa, sto imparando tante cose, ma ancora non basta. Voglio che tu mi stia<br />
sempre vicino e mi guidi sempre più verso di te. Nelle mie <strong>preghiere</strong> ti chiedo<br />
di darmi la forza di starti vicino e aumentare la mia fede. Ti ringrazio<br />
infinitamente per il bellissimo figlio che mi hai donato e per la vita che mi hai<br />
ridonato un’altra volta!<br />
“Ma non andate troppo lontano e pregate per me”. Io vorrei fuggire dai<br />
faraoni e non pregare per loro. Vorrei non aver conosciuto faraoni, vorrei non<br />
essere stata faraone. Chissà perché un faraone chiede e vuole le <strong>preghiere</strong> di un<br />
popolo schiavo! Forse tutti i faraoni, anche i più piccoli <strong>cap</strong>iscono che la forza<br />
non sta nelle ricchezze, nella potenza, ma in un bastone semplice, levigato, che<br />
serve per appoggiarti, per sorreggerti, per farti comunicare, uscire attraversare<br />
il deserto, il mio deserto, il deserto <strong>della</strong> vita dove tu Signore sei il mio unico<br />
bastone, unica mia meta.<br />
Signore fa che ogni faraone si pieghi e non si ostini davanti a te. Ma tu perché<br />
permetti che il cuore del faraone si indurisca? Signore tu puoi tutto: non senti e<br />
provi forse più dolore per il tuo popolo? O forse ci siamo allontanati troppo e<br />
la nostra preghiera è debole tanto da non attraversare il deserto? Tanto da<br />
non poter distruggere le rane, le zanzare, i mosconi?<br />
3
Sperimentare il deserto nella nostra vita dovrebbe essere la condizione di base<br />
per scrollarsi di dosso desideri che opprimono il nostro cuore e che non<br />
appartengono al nostro buon Dio, l’unico <strong>cap</strong>ace di riscrivere la storia, la<br />
nostra storia. Nulla rimane immutabile fino a quando non agisce il suo “dito”.<br />
Basti ripensare a ciò che ha vissuto il popolo di Israele e lo stesso faraone. Uno<br />
preda <strong>della</strong> schiavitù, stato che durerà eternamente nel tempo; l’altro secondo<br />
cui, in nome di una presunta superiorità, dettata dal fatto di avere un potere,<br />
nulla potrà mai cambiare. Ed ecco l’intervento di Dio, pronto a cambiare<br />
anche ciò che è già predeterminato per eccesso di amore verso chi eleva a lui<br />
suppliche e lodi, la preghiera dei figli.<br />
Un Dio vicino che chiede di non allontanarci troppo, altrimenti si corre il<br />
rischio di rimanere invischiati in un deserto non di vita ma di morte, di<br />
abbandono desolante. Un Dio che tende sempre le sue mani a chi è in ascolto<br />
e aperto e disponibile.<br />
In queste piaghe io vedo non dei castighi ma la immensa potenza e<br />
misericordia di Dio. Il liberare, l’allontanare, il comandare e poi indurire di<br />
nuovo il cuore del faraone. Dio non voleva castigare il faraone ma far vedere<br />
che era il solo e unico Dio, il solo ad essere adorato e osannato.<br />
Mi chiedo intanto perché Dio abbia scelto di piagare numerose volte l’Egitto<br />
per arrivare al suo obiettivo, in quanto essendo lui stesso Dio avrebbe potuto<br />
convincere il faraone con un solo gesto invece di sottoporlo a tante prove.<br />
Cosa vuole comunicare agli uomini? E poi la figura del faraone è una figura<br />
che rispecchia la superbia di molti uomini, che pieni di orgoglio e di se stessi<br />
non hanno nessun timore di Dio e continuano a comportarsi come se fossero<br />
Dio. A volte nel bisogno rivolgiamo suppliche a Dio nella debolezza, ma se<br />
abbiamo la fortuna di essere graziati dimentichiamo facilmente e continuiamo<br />
a comportarci con superbia, come se non avessimo mai sperimentato la<br />
potenza di Dio, senza nessuna gratitudine e riconoscenza.<br />
4
Ritorna con immensa attualità la vita di tutti i giorni, del nostro quotidiano,<br />
dei nostri tempi. Chi di noi non è mai stato almeno una volta decubito a<br />
combattere con le sue piaghe? Ed è in questi momenti che l’importante uomo<br />
<strong>della</strong> terra si rivolge a qualcuno per chiedere aiuto, per essere liberato.<br />
Nel caso ahimè molto diffuso ci si rivolge alle persone sbagliate, ci si fa tentare<br />
da soluzioni ambigue, strane. Ma non deve essere il nostro caso, no! Perché chi<br />
opera nel bene sa che è con la preghiera diretta a Dio che si possono avere i<br />
benefici, se non del corpo, dello spirito e sperare nella salvezza eterna.<br />
Impegniamoci ad essere profeti <strong>della</strong> <strong>Parola</strong> di Dio per tutti i fratelli che<br />
chiedono aiuto altrove con i rischi che ne conseguono; non comportiamoci<br />
come faraoni dopo esserci liberati dalle nostre piaghe, ma cerchiamo di stare<br />
più vicini al nostro creatore con molta gratitudine. La fede sposta le montagne,<br />
ma la speranza le oltrepassa.<br />
La scuola dovrebbe essere per tutti e non solo di chi se lo può permettere. I<br />
politici ed i potenti dovrebbero comprendere che se non c’è cultura non c’è<br />
speranza.<br />
Prego il Signore che mi faccia avere tanta fede, di essere sempre attiva per<br />
testimoniarla e dire che il Signore è tutto: ci ha creati e ci ha amati, ci ama<br />
anche quando non facciamo le cose giuste. Ma ci mette alla prova per restare<br />
sempre vicini a lui, portare la sua parola ai nostri vicini, ai nostri parenti; essere<br />
sempre nel cammino <strong>della</strong> fede e dell’amore perché Gesù è la vita e la luce.<br />
Il faraone riconosce la forza del Signore ma non che è l’unico Signore. Infatti il<br />
“pregate il Signore” è un atteggiamento di convenienza e non di<br />
sottomissione. E’ strano che anche con le piaghe si contrappone sempre il<br />
popolo al faraone e non popolo a popolo. Si evidenzia sempre così il distacco<br />
tra chi è abituato a comandare e a chiedere solo per convenienza, ed il popolo<br />
(sostantivo generico) che chiede ad altri di intervenire e che crede perché altri<br />
intercedono.<br />
Il popolo, destinatario dell’intervento, sia positivo che negativo, che dovrebbe<br />
essere attore principale viene relegato a semplice comparsa.<br />
Prego per tutte le vittime delle stragi del sabato sera causate dall’alcool e<br />
dall’alta velocità, che provocano tantissimi incidenti stradali.<br />
Ti prego Signore di illuminare tutti i giovani affinché non spezzino le loro vite<br />
e quelle di altri fratelli innocenti. Grazie Gesù.<br />
5
ESODO<br />
CAP IX<br />
Continui ad agire Signore nella nostra vita, continui a manifestare il tuo amore<br />
e ci chiedi di lasciare il faraone che è in noi.<br />
Come è duro lasciare partire le schiavitù che ci tengono legati: il potere, il<br />
denaro, il successo. Eppure tu vuoi rinnovare il nostro cuore, la nostra vita,<br />
vuoi farci partire verso la terra promessa.<br />
Grandine e carboni ardenti: un fuoco deve divorarci e infiammarci d’amore<br />
per te. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già<br />
acceso!” Colpisci Signore il nostro cuore con i dardi del tuo cuore.<br />
Manda il tuo santo spirito come il giorno di Pentecoste per ricreare la faccia<br />
<strong>della</strong> terra.<br />
Togli il nostro cuore di pietra e dacci un cuore di carne. Fa che la tua <strong>Parola</strong><br />
giunga fino al DNA del nostro essere, per essere rigenerati o trasformati in te.<br />
Fa o Signore che non torniamo indietro ma che protési verso il futuro<br />
giungiamo alla promessa terra <strong>della</strong> gioia e <strong>della</strong> liberazione. AMEN<br />
6
Protendere le nostre mani sapendo che il Signore si china sempre a stringerle: è<br />
questa l’immagine più fedele <strong>della</strong> presenza di Dio.<br />
Affidarsi a lui è l’unica possibilità per staccarsi da una condizione di povertà<br />
spirituale ed innalzarsi a figli di Dio.<br />
Il Faraone preso dalle sue sicurezze terrene non ha mai considerato questa<br />
nuova prospettiva, solamente Mosé che inneggia a Dio, che invoca Dio, che<br />
alza lo sguardo al cielo lo pone di fronte alla sua miseria: non essere <strong>cap</strong>ace di<br />
sperimentare atteggiamenti di abbandono assoluto, di fiducia totale in chi ha il<br />
potere di cambiare il corso degli eventi.<br />
Alzare gli occhi per andare oltre l’immediato.<br />
“Questa volta ho veramente peccato”. Come il faraone tante volte mi sono<br />
resa conto di aver peccato. Ma tu Signore piuttosto che castigarmi, mi hai<br />
aiutata ad uscire dal mio egoismo. Mi stai portando piano piano, con amore<br />
di padre verso gli altri. E più Signore riempi il mio cuore del tuo amore, più<br />
vedo che sei presente nella mia vita, nel mio cuore, nella mia mente. Mi apri<br />
piano piano al mondo e solo ora mi sembra di rinascere. Con la grandine stai<br />
smuovendo le vene del mio cuore. Mi sembra quasi che il soffrire è nulla di<br />
fronte all’amore che tu puoi versare in me e nel mondo. Aiutami Signore<br />
ancora ad aprirmi e ad essere tutta per te, tutta per gli altri. Grazie Signore.<br />
Dio è il solo Signore nei cieli e sulla terra! Questa realtà è difficile da<br />
comprendere per chi, come il faraone è abituato a servire la propria persona<br />
considerata divina. Di conseguenza, passate le tempeste di segni che sotto<br />
forma di piaghe colpirono l’Egitto, si ostina a non far uscire gli Israeliti dalla<br />
propria terra-<br />
Quante volte noi non riusciamo a comprendere o non vogliamo ascoltare i<br />
“segni” di cui Dio si serve per riportarci sulla retta via. Siamo troppo presi dai<br />
nostri impegni, abbiamo i nostri idoli che hanno a che fare con tutto ciò che di<br />
bello ci offre il mondo, e non abbiamo tempo da dedicare a Dio.<br />
Signore Gesù, tu che hai compiuto la volontà del padre donando te stesso,<br />
sacrificandoti sulla croce quale agnello immolato, insegnaci l’umiltà che è il<br />
segno <strong>della</strong> santità, che ci porta a cercare la gloria di Dio e non la propria.<br />
L’ostinatezza del faraone ci fa rivivere i momenti più bui del nostro animo, e<br />
quindi ci sprona a rivedere meglio la nostra vita.<br />
7
La mano del Signore guida la mia vita, il mio cammino. Ascoltando la sua voce<br />
impari a passare dal buio alla luce da un cuore ostinato ad un cuore pieno<br />
d’amore.<br />
Umanamente mi chiedo:”Perché Dio per colpa del faraone fa soffrire tutta<br />
questa gente?” Ma sappiamo che il nostro Dio è un mistero ed alla fine ha un<br />
piano per tutti noi che in certi momenti siamo tutti faraoni e quando il dolore<br />
ci tocca, allora ricorriamo alla croce che ci salva. Infatti siamo certi e sicuri che<br />
stando dietro a questa croce possiamo avere la salvezza, sempre, in ogni<br />
momento <strong>della</strong> nostra vita, e non lasciarla quando ci sembra di avere tutto.<br />
L’argomento di questo <strong>cap</strong>itolo mi fa riflettere moltissimo che non debbo<br />
essere come il faraone, così duro con i fratelli quando mi fanno del male, ma<br />
devo aprire le braccia a Dio e dire “sia fatta la tua volontà”. Signore, cambiaci<br />
tu!<br />
Il Signore è grande e aiuta sempre tutti noi!<br />
Tramite il dolore sono riuscita a riavvicinarmi a Dio, sono riuscita ad<br />
apprezzare quelle cose che quando non soffrivo mi sembravano banali; e poi<br />
con la sofferenza hanno assunto un sapore vero, pieno.<br />
Stasera sono rimasta colpita dalla frase secondo cui Dio pian piano fa <strong>cap</strong>ire ai<br />
peccatori che hanno peccato, anche con segni particolari, con “piaghe”.<br />
Una immagine un po’ forte, ma che forse ci fa <strong>cap</strong>ire quanto Egli tenga alla<br />
nostra “rettitudine”. E’ bello, comunque, pensare che qualunque via,<br />
qualunque segno ci indichi il Signore sia finalizzato alla nostra salvezza.<br />
In ogni caso non posso fare a meno di sottolineare come sia difficile<br />
mantenere sempre viva e costante la fede.<br />
Amore grande di Dio verso il suo popolo ma anche verso il faraone. Egli<br />
avrebbe potuto, da subito, convincere il faraone a lasciare partire il suo<br />
popolo. Invece no, ha voluto dare tanti segni anche se rovinosi per portarlo<br />
alla giusta decisione: lasciare partire il popolo di Dio.<br />
Se è il faraone che ha il cuore indurito, perché mandare tutte queste piaghe al<br />
popolo di Egitto? E’ colpevole di qualcosa il popolo? Perché non punire solo<br />
il faraone e chi gli stava intorno?<br />
8
Fa o Signore che abbiamo un cuore nuovo per togliere l’ipocrisia, l’invidia, la<br />
gelosia e la prepotenza e che non possiamo vivere una vita serena e felice<br />
rispettandoci l’un l’altro.<br />
Il faraone non si cura del popolo ma solo del suo popolo. Gesù si cura di tutta<br />
la gente e non <strong>della</strong> sua gente, nemmeno <strong>della</strong> sua famiglia. Il faraone si cura<br />
di se stesso e dei suoi ministri e <strong>della</strong> sua famiglia. L’atteggiamento del faraone<br />
è voluto dal Signore per dimostrare al suo popolo e solo ad esso la sua<br />
potenza. Il Signore ha un atteggiamento umano. La figura di Gesù non è<br />
consequenziale a quella del Signore ma per certi versi opposta. Gesù assume<br />
un atteggiamento divino.<br />
Liberati dall’amore, liberati dalla croce, purificati nella sofferenza.<br />
E’ molto difficile comprendere che la sofferenza ci possa rendere liberi dalle<br />
schiavitù dell’orgoglio, <strong>della</strong> gelosia, dell’invidia e che la sua condivisione con i<br />
fratelli ci faccia ascoltare meglio Dio.<br />
“Abbiate un cuore umile come il mio” ci dice Gesù, e per riuscire ad averlo<br />
possiamo solo abbandonarci nel suo cuore.<br />
Mi chiedo però come far <strong>cap</strong>ire ad una mamma che perde la figlia<br />
improvvisamente che questa sofferenza la avvicinerà al Signore ancora di più.<br />
Come spiegare ad un bambino ammalato gravemente che la sua malattia può<br />
essere un modo per arrivare meglio al cuore di Gesù?<br />
Questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> mi fa meditare tanto sulla parola “ulcera”, perché<br />
mi fa pensare che la nostra vita di ogni giorno è piena di ulcere, di gente che si<br />
scontra violentemente, che uccide, che fa male agli altri, senza pensare che si<br />
deve principalmente perdonare e amare come ha fatto Dio e continua a fare.<br />
Spesso cerchiamo Dio nel momento del bisogno e mi dispiace che sia così, che<br />
la natura ci porti a comportarci in questo modo. Spero tanto che pregando<br />
Dio possiamo cambiare questo nostro modo di comportarci.<br />
Con questo episodio dell’<strong>Esodo</strong> comprendo quanto sia grande il Signore nel<br />
far <strong>cap</strong>ire che le sue opere sono grandi. Ma il faraone era sempre pronto a<br />
non fare quello che diceva il Signore quando le piaghe cessavano. Il Signore è<br />
sempre vicino a noi condurre la nostra fede per non cadere nel peccato.<br />
Il mio pensiero è nel mio cuore ed è molto difficile farlo uscire. Ma penso<br />
all’immensa potenza del Padre Celeste che con braccio imperioso attraverso le<br />
gesta di Mosè manda tutte queste grandissime piaghe.<br />
9
Ma penso anche alla grande Misericordia che nutre verso il Faraone, non<br />
facendolo morire o castigare solo lui invece di far cadere tutte le piaghe sulla<br />
nazione intera. Essere misericordiosi non è facile; come vorrei essere mite<br />
come Gesù ci insegna.<br />
Abbiamo sottolineato il fatto che Dio si serve di Mosè per liberare il suo<br />
popolo. Dà tempo al faraone di pentirsi, di cambiare vita in piena libertà.<br />
Dio non si impone, nella sua infinita misericordia vuole solo poterci amare.<br />
Allora la libertà dell’uomo consiste nello scegliere o no di farsi amare da Dio.<br />
Scegliere di accettare la nostra vita, le nostre gioie, i nostri dolori, le nostre<br />
difficoltà, i nostri limiti certi che Dio ci è accanto e ci ama. Certi che Lui è la<br />
nostra speranza anche quando non vediamo più nessuna speranza.<br />
Ma come può l’Antico Testamento e particolarmente l’<strong>Esodo</strong> e le piaghe del<br />
popolo di Israele non colpire per il suo imponente racconto ricco di gesti di<br />
segni, ma incredibilmente ricco <strong>della</strong> potenza di Dio.<br />
Non voglio soffermarmi su quanto di bello per il mio intimo ho ascoltato, pur<br />
essendo tentato di fare tante considerazioni sulla pazienza, la potenza e la<br />
perseveranza del Signore nel sostenere sempre e comunque il suo popolo. Ecco<br />
è su quest’ultimo pensiero che voglio fare una mia piccola modesta ma<br />
coraggiosa testimonianza con una similitudine. Quanti genitori agiscono<br />
ripetutamente senza stancarsi, senza vergognarsi, senza mollare mai nei<br />
confronti dei figli. Disposti a tutto pur di coprire anche le magagne più<br />
violente. Tutto ciò ha dell’incredibile. Se penso che Dio ha avuto questo<br />
grande amore nei confronti del suo popolo, gli ebrei, dobbiamo essere<br />
entusiasti che questo infinito Amore lo abbia esteso non solo agli Israeliti ma<br />
anche a noi, a me medesimo. Sono felice al solo pensiero che anche io sono<br />
un eletto e rendo gratitudine alla grande bontà che Lui stende a tutti i popoli<br />
credenti e fortunati di cui orgogliosamente ne voglio far parte. Grazie Signore!<br />
Ringrazio Gesù che dalla sofferenza mi ha dato un cuore nuovo, un cuore che<br />
ama e che rispetta un cuore umano. Poi devo ringraziare padre Gaspare per<br />
questa grande possibilità di conoscere ed imparare tante cose sulla vita di<br />
Gesù. Amo tanto Gesù e spero di non fare come il faraone, da queste letture<br />
<strong>cap</strong>isco che tante volte ho fatto come il faraone, di fare e poi dimenticare. Di<br />
questo chiedo perdono al Signore costantemente. Grazie Gesù.<br />
10
ESODO<br />
CAP X<br />
Signore, Padre Santo, siamo chiamati questa sera a fare memoria, a ricordare i<br />
prodigi di te nella nostra vita. In questi giorni mi hai dato la “grazia” di<br />
celebrare i funerali di mio padre. Fa che possa ricordarlo per il bene che mi ha<br />
voluto. Fa che lui possa guardare il tuo volto, contemplare la tua faccia,<br />
sperimentare la tua gloria e la tua luce.<br />
Allontana da noi le tenebre del peccato: l’odio è tenebra, la vendetta è<br />
tenebra; il rancore è tenebra; la guerra è tenebra.<br />
Inonda di gloria la nostra vita: l’amore è luce; il perdono è luce; la mitezza è<br />
luce; la pace è luce.<br />
Signore fammi strumento <strong>della</strong> tua luce. Amen<br />
Ti affido, o Signore, le mie debolezze, le mie mancanze, la mia occasionale<br />
apatia nell’agire nel bene. Sono sicuro <strong>della</strong> tua benevolenza; anche attraverso<br />
il dolore e le piaghe, fa che io possa gioire del tuo compiacimento e rinascere<br />
ogni volta, ancora migliore di quanto io sono.<br />
11
Fa che questo frutto ogniqualvolta muoia rinasca a nuova vita, a nuovi<br />
propositi di bene. Io mi prostrerò davanti a te settanta volte sette.<br />
“Hai parlato bene: non vedrò più la tua faccia.” Voglio riflettere su questa<br />
frase che Mosè dice al suo fratello faraone. Una frase molto dura che taglia di<br />
netto il legame tra i due. Alla luce di Cristo non bisogna mai voltarsi ed<br />
abbandonare il proprio fratello ad un oscuro e tenebroso destino. Invece è<br />
necessario aprirsi totalmente al fratello che ha bisogno di noi, che ci cerca<br />
nella, e non solo, sua necessità. Noi che conosciamo la Verità-Cristo abbiamo<br />
l’obbligo di dare la speranza e, certamente con l’aiuto di Dio, far penetrare nel<br />
cuore dell’amico e fargli <strong>cap</strong>ire che Dio c’è anche per lui.<br />
Questo modo di operare mi provoca molta sofferenza, ma è proprio vero che<br />
amare è uguale a soffrire.<br />
Questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> mi fa riflettere sulla parola “potere”. Per la brama<br />
di potere si arriva a qualsiasi cosa, persino al punto di odiare il padre e la<br />
madre. Esso è sicuramente il contrario dell’umiltà, che invece ci vorrebbe<br />
veramente nel corso <strong>della</strong> nostra vita terrena e celeste. Non basta certo andare<br />
a messa la domenica per essere umili….<br />
Concedimi Signore di camminare verso te con lo stupore e la meraviglia di<br />
bambina, e gioire delle belle, piccole cose <strong>della</strong> quotidianità!<br />
Provami con le piaghe che induriscono i miei atteggiamenti, ma solo per fare<br />
continuamente esperienza di un buon esame di coscienza e dirti sempre “SI,<br />
eccomi; perdonami”!<br />
Permettimi di sentirmi cristiana e di testimoniarlo con la vita, in gioia e<br />
perseveranza, anche quando i fratelli non vogliono farmi guardare il loro<br />
volto, o io non riesco a svelare il mio!<br />
Dammi le parole e gli atteggiamenti che possono far sciogliere i cuori induriti<br />
dei tantissimi faraoni che si pongono sul mio cammino verso te, così da<br />
trasformare in massimo bene il male del mondo!<br />
Coloro che si conformeranno alla legge di Dio mettendo in atto la sua parola<br />
non saranno avvolti dalle tenebre, ma illuminati da una luce splendente che<br />
viene esclusivamente da Dio. Le tenebre sono paragonabili al peccato dal<br />
quale noi uomini fragili rinasciamo a vita nuova tramite il battesimo che<br />
purifica ogni essere umano riconciliandolo con Dio.<br />
Mi chiedo cosa sarebbe avvenuto se Mosè non avesse deciso di eseguire con<br />
obbedienza i comandi del Signore che aveva reso irremovibile il cuore del<br />
faraone.<br />
12
“Andremo con i nostri giovani e i nostri vecchi, con i figli e le figlie, con il<br />
nostro bestiame e le nostre greggi…” E le mamme , e le mogli? Il mettere le<br />
donne in secondo piano è un atteggiamento costante sia nel vecchio che nel<br />
nuovo testamento: fra gli apostoli Gesù non chiama alcuna donna; Gesù fa<br />
disperare la mamma che invano lo cercava. Eppure la chiesa elegge la<br />
Madonna al livello più alto!<br />
“…perché tu possa raccontare ai tuoi figli e ai tuoi nipoti i prodigi che ho<br />
compiuto davanti al popolo egiziano e davanti a voi…”; il Signore in quel<br />
momento pensava anche a tutti noi!<br />
Stasera ho avuto modo di riflettere sull’enorme contrapposizione esistente fra<br />
la “forza d’animo” del Signore e la grande incoerenza dell’animo del faraone.<br />
E’ vero, il Signore mostra gelosia, indica la sua strada da seguire. Tuttavia con<br />
grande magnanimità non la impone, offre al faraone e dunque all’uomo la<br />
possibilità di seguirlo. Ma il faraone, l’uomo risponde con molta incoerenza:<br />
sembra accettare, ma subito dopo si ritrae; nel momento in cui viene punito<br />
sembra nuovamente accettare, ma subito dopo il suo cuore non è più aperto.<br />
E’ l’eterno dilemma dell’uomo, distratto dalla materialità, dal potere, ecc…<br />
Un cammino difficile verso Dio che solo con la fede profonda potremmo<br />
percorrere. Se l’uomo vuole, nella sua libertà, Dio comunque c’è.<br />
Mi fa riflettere il fatto che anche oggi tantissimi cristiani non riescono a<br />
cogliere i segni, o doni, <strong>della</strong> loro vita di cui Dio fa grazia. Pensano che siano<br />
coincidenze, specialmente quando accadono cose buone, non riconoscono<br />
insomma che tutte le cose, anche le più piccole sono doni e grazie di Dio.<br />
Tanti sono alla ricerca di beni di ogni tipo e non conoscono la preghiera”Non<br />
ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu e quando vuoi tu Signore!”<br />
Nel caso del faraone un atteggiamento di superiorità nei confronti di Dio, che<br />
non si riscontra in Mosè che si abbandona totalmente ai comandi di Dio.<br />
Mi ha colpito il “se” condizionale. Dietro questa sillaba c’è una semplice<br />
grande parola “libertà”. Allora mi chiedo fino a quando l’uomo è libero di<br />
scegliere; o è Dio che invece rende il cuore degli uomini aperto, oppure<br />
ostinato secondo i suoi progetti? Davanti a questo interrogativo solo la fede ci<br />
salva dalla tentazione del dubbio. La fede, che è luce ci guidi verso la<br />
preghiera, quella preghiera rivolta a Dio padre perché ci renda duttili,<br />
plasmabili, e ci dia un cuore nuovo, <strong>cap</strong>ace di vedere oltre le tenebre.<br />
13
Del libro dell’<strong>Esodo</strong> mi colpisce l’uso frequente dei verbi andare, mandare e<br />
partire, verbi che presuppongono movimento: ci si allontana per avvicinarci a<br />
Dio. Ognuno di noi riceve un mandato, sta qui l’attualità <strong>della</strong> <strong>Parola</strong> di Dio,<br />
anzi riceve il mandato di annunziare la Potenza e la Misericordia di Dio.<br />
Ogni cristiano deve sentire forte, come Mosé, il compito di scuotere le<br />
coscienze, aprire i cuori sapendo che non si è lasciati mai da soli. Le piaghe<br />
potrebbero essere intese come segni di non abbandono di coloro che sono<br />
inviati. Si viene mandati per aiutare ad intraprendere un unico percorso,<br />
nessuno escluso, un percorso che dalle tenebre porta alla luce. Si deve essere<br />
<strong>cap</strong>aci di stendere le mani al cielo, solo così si potrà gustare l’ebbrezza di un<br />
abbraccio salvifico.<br />
E’ difficile morire a noi stessi, eppure tu ci inviti a farlo ogni giorno, e non ti<br />
stanchi mai di ammorbidire la durezza del nostro cuore. Ho scoperto che<br />
piano piano mi hai strappata dalle tenebre del mio io e in ogni persona, in<br />
ogni bambino, in ogni vecchio, in ogni ammalato, in ogni povero,con<br />
pazienza aspettando la mia lentezza, mi fai vedere la tua faccia.<br />
Piegami ancora Signore perché ciò che mi hai mostrato è ancora troppo poco.<br />
Portami fuori… portami a te sempre, lascia che io parta dai miei legami per<br />
venire verso te.<br />
Il Signore anche dal male trae il bene, dalla morte la vita, dalla disperazione la<br />
speranza. Il Signore guida ed ha potere sul male, dal male il bene!<br />
Servire Dio aiutando il prossimo ci dà forza, coraggio e anche serenità per<br />
andare avanti in questa vita, in quanto rivestendoci <strong>della</strong> Sua grazia,<br />
ascoltandolo e mettendo in pratica i suoi insegnamenti, ringraziando Dio, Egli<br />
da ogni male ricava il Bene.<br />
Perché il Signore indurisce il cuore del faraone? Si serve di lui per realizzare il<br />
progetto di salvezza che aveva per gli ebrei? Allora è stato un olocausto come<br />
i primogeniti degli egiziani e poi dei fanciulli <strong>della</strong> strage degli innocenti?<br />
Dovevano essere vittime sacrificali come Gesù per la nostra salvezza?<br />
Signore, come Mosè nel viaggio <strong>della</strong> vita, mi affido alla tua santa volontà e<br />
cammino per la via che tu mi indichi. Amen<br />
14
ESODO<br />
CAP XI<br />
Siamo impastati di vita e di morte. E sembra che le esperienze di dolore e di<br />
morte prevalgono sulla nostra fragile esistenza.<br />
Bambini indifesi, sfruttati, uccisi. Operai imbrogliati, raggirati, licenziati. Madri<br />
incomprese, deluse, non amate. Preti tristi, senza speranza, senza la gioia<br />
dell’annuncio <strong>della</strong> parola che salva.<br />
Ma su questa ombra di morte si erge forte la tua <strong>Parola</strong> di vita e di<br />
resurrezione: “alzati o tu che dormi, ridestati!” Cristo è la vera vita che<br />
illumina la lampada che si va spegnendo e dà senso nuovo ai nostri insensati<br />
pensieri. Grazie, Signore, per il dono <strong>della</strong> Sapienza del cuore. Amen<br />
Signore Dio, nostro padre penso che è difficile per tutti accettare certe prove e<br />
specialmente insostenibile sentendosi distrutti nel cuore e nella mente;<br />
possiamo solo abbandonarci nelle mani di Dio per avere un po’ di pace e di<br />
serenità nella continua preghiera perché lui solo ci può proteggere e consolare.<br />
15
Il <strong>cap</strong>itolo XI trasmette un profondo senso di fiducia nell’opera di Dio. A<br />
fronte dell’incommensurabile grandezza di Dio che può anche offuscare le<br />
menti, si pone l’immensità del Suo amore misericordioso. Lui è sempre con<br />
noi, le sue braccia sono tese a spingerci, a tirarci fuori dalle tenebre. Immagino<br />
un tunnel ai cui imbocchi stanno le mani di Dio: da una parte una mano che ci<br />
sprona ad andare avanti anche se prede de difficoltà; dall’altra una mano che<br />
accoglie e trascina verso la vera libertà.<br />
Il pensiero e la consapevolezza che coloro che non aprono il cuore alla fede,<br />
alla speranza, alla vita, nonostante i continui segni del Signore che si rivela, che<br />
rimangono tristi e desolati nella loro morte spirituale mi fa sperimentare la<br />
rabbia provata da Mosè durante l’ultimo colloquio con il faraone, suo fratello.<br />
Quante volte, Signore, ho perfino pianto sentendo nel cuore la tristezza per la<br />
loro scelta di morte! Non è facile a volte in questo mondo moderno, così<br />
come non lo è stato per Mosé con il faraone, annunciare e testimoniare la Tua<br />
<strong>Parola</strong> di Vita e Grazia.<br />
Provvedi o Signore Misericordioso di lasciare sciogliere i cuori induriti di tutti i<br />
tuoi figli, affinché comincino a sperimentare la gioia <strong>della</strong> tua guida.<br />
Perdonami se spesso mi arrabbio semplicemente per la loro durezza di cuore<br />
e non mi spingo oltre. Ma sono fiduciosa che il tuo non è il nostro tempo e<br />
che la preghiera continuerà ad aiutarmi.<br />
Signore vorrei che la tua parola di vita si realizzasse ora in questo momento<br />
dove ancora i cuori dei primogeniti, i cuori di mamme, i cuori di papà<br />
gridano, dove ancora tanti egiziani non ti conoscono. Vorrei che la tua luce<br />
illuminasse le menti di tutti i potenti <strong>della</strong> terra, di tutti i faraoni. Vieni ancora<br />
Signore, vieni e facci uscire dalle tenebre <strong>della</strong> notte; vieni Signore e raccogli<br />
nel grido che hai urlato sulla croce quello di tutti gli uomini che soffrono<br />
ancora. Dalla tua morte Gesù siamo rinati, dalla tua morte ancora ci fai<br />
nascere e ci rinnovi.<br />
In questa decima piaga mi colpisce il fato che il Signore fa procedere davanti il<br />
popolo per proteggerlo rassicurarlo nella via. Proprio come un bambino che<br />
ha bisogno <strong>della</strong> sua mamma per cominciare a camminare, ad affrontare la<br />
vita di ogni giorno e le sue problematiche.<br />
Signore amatissimo, fai che io non sia come il faraone che non vuole piegarsi<br />
al tuo volere. Fai che la mia fede cristiana illumini il mio cuore per essere<br />
sempre ubbidiente al mio Signore e di non fare cose che egli non vuole, ma<br />
aiutare i fratelli da buona cristiana, buona madre e buona sposa. Grazie Gesù!<br />
16
Il faraone sfida la potenza divina fino al punto di far morire tutti i primogeniti<br />
d’Egitto compreso il suo, prima di abbandonarsi alla volontà di Dio. Non ha<br />
saputo cogliere i segni del tempo e arrendersi di fronte all’evidenza. Ben dieci<br />
piaghe si sono abbattute sull’Egitto e no ha compreso quanto stava accadendo<br />
al suo paese. Un velo copriva i suoi occhi rendendoli ciechi.<br />
La stessa cosa accade a noi, troppo affaccendati a correre verso il profitto e il<br />
benessere; siamo sordi e ciechi. Ci affidiamo alla scienza e pensiamo di<br />
comprare tutto col denaro, perfino la vita eterna. Ricordiamo l’ammonimento<br />
di Gesù: “ vegliate e non dormite perché voi non sapete quando verrà il<br />
momento.”<br />
Abbandoniamoci in “toto” alla volontà del nostro Padre Celeste e saremo<br />
ricompensati il centuplo per ogni piccolo favore fatto nei confronti del nostro<br />
prossimo.<br />
Mosè era un uomo assai considerato nel paese d’Egitto, agli occhi dei ministri<br />
del faraone e del popolo. La luce <strong>della</strong> testimonianza di fede brilla nella vita di<br />
Mosé. Fa o Signore che nella mia vita possa essere luce e guida cristiana perla<br />
mia famiglia, i miei figli i miei alunni, le persone che incontro ogni giorno,<br />
affinché possa poter riflettere attraverso me, l’amore di Dio.<br />
Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto da Dio questa grande responsabilità!<br />
Concedi Signore a tutti un briciolo <strong>della</strong> tua Sapienza affinché possiamo<br />
riconoscere i segni che tu ci dai e vivere sempre secondo il tuo volere. Solo<br />
con il tuo aiuto possiamo diventare tutti dei piccoli Mosé.<br />
Stasera vorrei riflettere sulla ricompensa che dio da al suo popolo. Molte volte<br />
facciamo delle cose nella nostra vita e come dei bimbi vorremmo essere<br />
ricompensati da Dio,magari direttamente dai fratelli, ma nella maggior parte<br />
dei casi ciò non avviene perché i nostri pensieri non sono i Suoi pensieri, le<br />
nostre vie non sono le Sue vie e ci arrabbiamo per questo. Ma se pensassimo<br />
che il dono <strong>della</strong> vita è il regalo più grande che Dio ci ha fatto non dovremmo<br />
chiedere nessun altra ricompensa. Ma ancora Lui continua a farsi dono e non<br />
ci abbandona mai in tutti i giorni <strong>della</strong> nostra vita. Per tutto ciò non dobbiamo<br />
pensare a noi stessi ma donarci agli altri fino a consumarci, senza nessun limite,<br />
donando Lui stesso, l’Amore.<br />
Signore fa che il mio cuore non diventi ostinato come quello del faraone e che<br />
io non ti cerchi solo nel momento del bisogno. Fa che io ti possa cercare<br />
sempre in ogni fratello, e specialmente in quelli che hanno più bisogno del<br />
nostro sostegno morale e spirituale. Fa che io possa fare da guida a coloro che<br />
hanno smarrito la strada che porta a te. Grazie Mio Signore!<br />
17
Anche nella vita odierna riceviamo tante piaghe ma basta avere fede per<br />
poterle superare. Anche nella mia vita c’è stata una piaga ma non è stato<br />
motivo per perdere la fede, anzi l’ha rafforzata e sono diventato frequentatore<br />
assiduo delle cose del Signore.<br />
Sono meravigliato ed entusiasta <strong>della</strong> relazione fatta da Don Gaspare. Per me<br />
è la prima esperienza, positiva, partecipare a questa lezione spirituale. Prego il<br />
Signore che mi aiuti nel mio cammino e continuare a partecipare alle prossime<br />
lezioni.<br />
Gesù, a volte mi sento di essere come il faraone con il cuore duro, ma nelle<br />
mie <strong>preghiere</strong> spero di donarti tutto il mio cuore e di esserti vicino sempre,<br />
ogni momento <strong>della</strong> mia vita. Prego Gesù di farmi essere una buona mamma e<br />
che mio figlio accetti tutto quello che gli insegno, tanto amore e rispetto per<br />
gli altri e per se stesso. Spero che Tu lo guidi e lo proteggi dal male. Grazie<br />
Gesù.<br />
Chiedo al Signore che mi faccia interiorizzare la sua parola per accrescere<br />
sempre più la mia fede. Che possa essere sempre pronta a riconoscere in ogni<br />
fratello il volto di Cristo, che sia sempre pronta a dare conforto a chi soffre.<br />
18
ESODO<br />
CAP XII<br />
Il passaggio è il fondamento <strong>della</strong> nostra vita. Questo passaggio che ogni<br />
attimo viene compiuto in noi. Il passaggio dall’uomo vecchio pieno di<br />
egoismo, di egocentrismo, di edonismo e l’uomo nuovo che si da al fratello<br />
con umiltà, con gratitudine senza nulla chiedere ma solo per amore. Tutto<br />
questo a volte risulta molto difficile far <strong>cap</strong>ire al prossimo, far <strong>cap</strong>ire che è<br />
necessario spezzare le catene che ci tengono legati a questa terra e non ci<br />
fanno volare in alto verso Dio.<br />
Il Signore Dio ha mantenuto le sue promesse. Ha fatto uscire gli Israeliti dal<br />
paese d’Egitto, servendosi di segni eclatanti a testimonianza <strong>della</strong> sua<br />
grandezza e universalità.<br />
Signore Dio, tu che ami le tue creature in maniera incondizionata, tanto da<br />
sacrificare il tuo unico figlio Gesù per redimere l’umanità dal peccato; tu che<br />
hai liberato un popolo di schiavi dall’asservimento, fa che la gente non cada<br />
19
nel trabocchetto del permissivismo, spegnendo il fanale di guida <strong>della</strong><br />
coscienza e del timor di Dio per dedicarsi a tutto ciò che vuole.<br />
Quanti Agnelli oggi vengono immolati perché l’umanità sia redenta.<br />
Padre che sudi per portare il pane sulla tavola dei tuoi figli,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Madre che porti nel tuo seno il frutto dell’amore coniugale e lo generi nel<br />
dolore fecondo <strong>della</strong> vita,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Bambino maltrattato, usato, violentato, deriso, sfruttato, venduto e ucciso,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Prete che ti impegni a dare voce a chi non ha voce, a spezzare il pane <strong>della</strong><br />
vita per ridare speranza ad ogni uomo,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Anziano che vivi nella solitudine e nell’abbandono, che attendi una parola di<br />
conforto e un gesto di affetto,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Credente che ti impegni nel tuo cammino di fede, a volte difficile e amaro,<br />
altre volte dolce e soave come il miele,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Umanità che lotti e speri in una società migliore fondata sul rispetto e<br />
sull’amore,<br />
Tu sei Agnello immolato.<br />
Ogni settimana un gruppo di persone si ritrova riunito ad ascoltare la <strong>Parola</strong> di<br />
Dio sotto la guida di un sacerdote. Attenti ed interessati, vorremmo mettere in<br />
pratica i consigli e i buoni esempi di grande amore che Dio padre ci ha dato.<br />
Signore Dio, fa che il nostro cuore possa sempre ringraziarti ad ogni respiro,<br />
notte e giorno, nel bene e nel male, in quanto tu ne ricavi sempre il bene.<br />
La gioia del tuo amore Signore traspare solo dagli occhi di chi ha te nel cuore.<br />
Tu sola fonte di gioia infinita puoi togliere i veli che appannano la vista di chi<br />
guarda il mondo senza vederti. Fa o Signore che il nostro sguardo sia limpido,<br />
trasparente affinché possiamo essere testimoni del tuo amore.<br />
Nell’ambito <strong>della</strong> simbologia prospettata sicuramente il simbolo che mi ha<br />
colpita di più è il pane azzimo. Mi piace infatti pensare che l’elemento più<br />
bello <strong>della</strong> fede cristiana sia l’essenzialità, il guardare dentro le cose, il non<br />
soffermarsi solo sulle apparenze. Tutto ciò che è “lievito” contorno non può<br />
avere importanza. Ma non può non sottolinearsi che anche l’elemento<br />
negativo può essere considerato come qualcosa di positivo se lo intendiamo<br />
come strumento per alimentare, aumentare la nostra fede.<br />
20
“Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto”.<br />
Questa novità scopro stasera: non è il popolo che veglia pronto a fuggire dalla<br />
schiavitù, non sono io che veglio pregando il Signore di liberarmi da tutte le<br />
mie angosce. E’ Dio che veglia, che guida con ansia il suo popolo; è Dio che<br />
veglia nel buio <strong>della</strong> mia notte con trepidazione, con amore infinito!<br />
Signore aiutami a non dimenticare mai che tu mi ami così come sono, che mi<br />
sei sempre accanto, che vegli su di me e che mi indichi ad ogni istante la via<br />
<strong>della</strong> salvezza.<br />
Parlare dell’<strong>Esodo</strong> mi affascina e mi terrorizza.<br />
O Signore, fa che possa aiutare i miei fratelli, che si trovano prigionieri delle<br />
loro manie e vizi, ad uscire dalla morsa del faraone per portarli verso la luce,<br />
verso la libertà.<br />
Vedere volti felici pieni di altruismo sarà gioia per il mio cuore.<br />
La pasqua liberatrice ed epilogo dell’<strong>Esodo</strong> è a mio giudizio il più toccante<br />
<strong>cap</strong>itolo dello stesso. Dio autorevolmente detta le condizioni <strong>della</strong> salvezza del<br />
suo popolo apparendo ai molti schietto e brutale. L’uccisione di un agnello<br />
senza difetti, nutrirsi di un pane senza additivi e di erbe poco gradevoli sono<br />
segni di sincera penitenza e di prostrazione profonda al fine di ottenere la<br />
libertà. Credo che sia giusto almeno una volta ricordarci che il Signore a volte<br />
è anche severo, giusto e pretenzioso così come il padre che tira la cinghia del<br />
proprio figlio scalmanato nell’intento di riportarlo sulla strada <strong>della</strong><br />
rettitudine. Credo inoltre che non ci scandalizziamo se una volta tanto il Dio<br />
Buono che perdona tutto e tutti ci richiami e ci ridesti dal nostro torpore<br />
spirituale con toni forti e decisi per poi rivelarsi alla fine nella sua infinita<br />
bontà, regalandoci la verità, la vita, il latte e il miele.<br />
Quanto è sicuro Dio, deciso a dare ordini a Mosé e Aronne per liberare il suo<br />
popolo. Quanto siamo insicuri noi, detti popolo di Dio, ma bravi solo ad<br />
additare il prossimo, per non dire il fratello.<br />
Dio dice a Mosé se la famiglia è piccola che si unisca ad un’altra per mangiare<br />
la pasqua! Che bello, ma noi non siamo <strong>cap</strong>aci a mangiare con i nostri fratelli<br />
figuriamoci con quelli legati dallo Spirito di fede; dov’è Dio nella quotidianità<br />
<strong>della</strong> miseria, <strong>della</strong> povertà. Quante Pasque passate padri e figli separati, mariti<br />
e mogli separati.<br />
Dio ha liberato un popolo e noi non siamo <strong>cap</strong>aci di liberare il nostro<br />
egoismo. Oggi ci vuole <strong>Esodo</strong> nelle comunità, bisogna uscire dal palcoscenico<br />
giornaliero; giù le maschere, non bastano le parole. Dio ha voluti i fatti. Che<br />
mandasse oggi le piaghe ma che ci liberasse dal peccato dell’ipocrisia e che la<br />
Pasqua 2009 porti <strong>Esodo</strong> nei nostri cuori.<br />
21
In questo dodicesimo <strong>cap</strong>itolo si celebra la pasqua ebraica. Pasqua passaggio<br />
cioè liberazione dalla schiavitù in Egitto. La celebrazione <strong>della</strong> pasqua avviene<br />
come patto di alleanza con il Signore. Essi la dovranno celebrare come<br />
memoriale del Signore di generazione in generazione. La Pasqua cristiana<br />
celebra la morte e risurrezione del Signore che viene a liberarci dalla schiavitù<br />
del peccato. Pasqua un messaggio di pace e di amore, di perdono verso i<br />
fratelli. Oggi assistiamo ad una cultura <strong>della</strong> violenza, terrorismo, soprusi,<br />
superpotere, indifferenza amore del dio denaro.<br />
Possa la <strong>Parola</strong> del Signore riempire il nostro cuore di intima comunione col<br />
suo cuore misericordioso per intercessione di Maria, per potere costruire un<br />
mondo pieno d’amore di pace e di giustizia.<br />
Signore quante ingiustizie, un mondo tanto corrotto e violento, quante donne<br />
e bambini sfruttati e violentati, quante persone anziane derubate e picchiate, a<br />
volte uccise per pochi spiccioli. O Signore come evitare tutte queste ingiustizie!<br />
Ti prego, tu che sei così buono e misericordioso, illumina tutto il mondo e fai<br />
in modo che tutti noi possiamo essere più buoni e caritatevoli verso il<br />
prossimo. Veglia su tutti noi in modo che possiamo corrispondere più<br />
facilmente alla tua grazia divina. Amen<br />
Gesù questa sera sono molto triste per quello che è successo nel torinese; come<br />
si può morire a 17 anni per un crollo del tetto dentro una scuola! Quanto<br />
dolore, quanta sofferenza per quei genitori e anche per tutti i suoi compagni di<br />
scuola; non ci sono parole per descrivere tutto questo. Ogni giorno ci sono<br />
notizie di morti di ragazzi ad una fermata d’autobus, con i motorini; tanti<br />
incidenti per causa <strong>della</strong> droga o dell’alcool. Gesù quanta amarezza e<br />
distruzione nel mondo dove si muore anche attraversando la strada sulle<br />
strisce pedonali, perfino dentro una carrozzina. Io prego per queste mamme<br />
perché voglio essere vicino al loro dolore, prego per tutti questi bambini<br />
vittime <strong>della</strong> violenza, vite spezzate prima ancora di crescere.<br />
Quanti faraoni esistono con il cuore duro e senza rimorsi. Gesù si possono<br />
perdonare queste persone…? Come fa una mamma ad avere la forza di<br />
andare avanti. Oggi si muore invece anche dentro una scuola dove i nostri figli<br />
dovrebbero essere protetti; anche li dobbiamo avere paura perché l’uomo<br />
ogni giorno distrugge e non ha rispetto per il prossimo, neanche per i bambini.<br />
Signore misericordioso aiutaci.<br />
22
E’ bello sperimentare la gioia e la consapevolezza di sentirsi liberati dal tuo<br />
intervento Signore ogni giorno <strong>della</strong> vita, quando semplicemente affidandoci a<br />
te e seguendo il tuo cammino siamo realmente liberi da tutte le schiavitù.<br />
Come non pensare però a tutti gli stranieri, a coloro che pur essendo<br />
battezzati e dichiarandosi cristiani non vivono questa gioia, non la mettono<br />
veramente in atto con la loro stessa esistenza, negandosi la gioia <strong>della</strong><br />
condivisione dei momenti tristi o belli imprigionati nell’orgoglio e<br />
nell’egoismo.<br />
La famiglia che vuoi tu è quella composta dai legami suggeriti dal Tuo Santo<br />
Spirito. Fa in modo allora, Signore, di permettere che in ogni famiglia arrivi il<br />
tuo Spirito, per liberarli dalle schiavitù più devastanti, orgoglio, indifferenza,<br />
egoismo e giungere alla consapevolezza che amare gratuitamente come hai<br />
fatto tu è la strada <strong>della</strong> liberazione.<br />
Diventare azzimi per gli altri e aprirsi ad una vita in cui le amarezze, i sacrifici<br />
infondano il desiderio di festeggiare danzando attorno all’unica tavola<br />
imbandita che il Buon Dio ha preparato per ciascuno di noi.<br />
23
ESODO<br />
CAP XIII<br />
Guidati da Dio come il popolo ebreo ecco cosa siamo, un popolo in cammino<br />
con Dio davanti che ci conduce alla terra promessa dove scorre latte e miele.<br />
Ma Dio ti supplico, guida anche quelli che non ti conoscono o ancora non<br />
sono sintonizzati con l’amore che ogni giorno ci dai.<br />
Guida i nostri governanti affinché possano fare <strong>della</strong> loro condizione di<br />
“potere” il bene di tutti in eguale misura.<br />
Guida tutti i missionari nelle terre martoriate dalla guerra affinché la tua <strong>Parola</strong><br />
possa essere compresa e messa in opera.<br />
Guida i pochi che nella nostra comunità che si trovano al buio, che possano<br />
vedere quel fuoco che può ardere nel loro cuore.<br />
Guida me stesso e fa che comprenda qual è la tua volontà e sia per il fratello il<br />
Tuo dono migliore.<br />
24
Il popolo di Israele farà memoria di quanto ha operato Dio per sottrarli ai<br />
gravami degli egiziani. Dovrà inoltre rispettare alcuni precetti quali mangiare<br />
azzimi per sette giorni e consacrare al Signore ogni primogenito di sesso<br />
maschile sia esso nato da uomo o da bestiame. E’ il popolo di Dio, sacro al<br />
Signore. E’ un Dio che prende a cuore chi confida pienamente in Lui, ama in<br />
maniera incondizionata e ha come scopo la salvezza dell’umanità. Chi è suo<br />
seguace può essere certo che avrà la ricompensa dopo aver subito la prova.<br />
Fortunato colui che lo segue! O Signore, Dio d’Israele, sii misericordioso verso<br />
i tuoi servi che ti seguono fedelmente e in te confidano!<br />
Attraversare il deserto. Solo con te Signore il popolo poteva oltrepassarlo.<br />
Solo con te si possono attraversare le difficoltà <strong>della</strong> vita.<br />
Il deserto mi fa pensare a tutti coloro che vivono senza te eppure sono tra<br />
tanta gente e hanno tante cose da fare ma sono vuoti nel cuore, portano il<br />
deserto cioè la non vita dentro. Sono un po’ come me quando ancora non ti<br />
conoscevo, ovvero quando ancora tu non ti eri fatto conoscere. Ti ringrazio<br />
Signore perché hai trasformato il deserto in un prato.<br />
Porrai la mia legge nella tua mano.<br />
Mano <strong>cap</strong>ace di rialzare chi è caduto;<br />
Mano <strong>cap</strong>ace di dare una carezza a chi è solo;<br />
Mano <strong>cap</strong>ace di essere distesa sul legno <strong>della</strong> croce;<br />
Mano <strong>cap</strong>ace di essere stesa per compiere prodigi.<br />
Porrai la mia legge tra i tuoi occhi.<br />
Mente per “dare coraggio” <strong>della</strong> fede che è in noi;<br />
Mente da tenere ben alta nel testimoniare la grandezza e la dignità di essere<br />
cristiani;<br />
Mente da collegare al cuore perché la <strong>Parola</strong> diventi realmente feconda;<br />
Mente per tenere desta la volontà di offrire i migliori frutti, primogeniti <strong>della</strong><br />
nostra vita;<br />
Per ricordare i prodigi del Signore.<br />
Ricordare che anche noi siamo stati liberati dalla schiavitù nefanda che ci<br />
teneva legati al peccato;<br />
Ricordare per non dimenticare il dono unico e straordinario del battesimo;<br />
Ricordare celebrando memoriale <strong>della</strong> pasqua di Resurrezione;<br />
Ricordare per essere coinvolti “qui e ora” nel progetto misterioso e unico del<br />
Padre.<br />
25
La mia riflessione su questo <strong>cap</strong>itolo è che Dio rivendica il diritto di unico<br />
creatore a cui tutto appartiene, di Colui che sa a priori di dover donare, offrire<br />
suo figlio per riscattare la sua creatura. Noi dobbiamo prendere<br />
consapevolezza di essere chiamati a diventare testimoni veri e credibili,<br />
testimoni che attualizzano la <strong>Parola</strong> nella vita dopo essersene cibati, dopo<br />
averla assaporata.<br />
Gli israeliti, ben armati, uscivano dall’Egitto. Perché uscire e non andare? E’ più<br />
grande il desiderio di abbandonare uno stato di fatto che non quello di<br />
raggiungere la terra promessa. E’ ancora un segno di certezza del popolo su<br />
quanto promesso dal Signore? E’ da paragonare alla non fermezza nel volere<br />
uscire dal peccato per perseguire la giusta via segnata dal Signore?<br />
Quanto misterioso è Dio non riesco a quantificarlo; poteva accorciare la strada<br />
agli Israeliti eppure allunga la loro via, poteva far scomparire tutti i popoli<br />
che incontravano con un gesto per non spaventare il suo popolo eppure non<br />
lo fa. Ed io proprio perché è così misterioso che lo amo con tutto il cuore.<br />
Cosa possiamo offrirti se tutto tu ci dai, ma accetta il nostro niente, accetta il<br />
nostro amore, le nostre tribolazioni, i nostri dolori, la nostra umiltà.<br />
La nube e la colonna di fuoco proteggono e guidano il popolo di Israele per la<br />
strada lunga verso la terra promessa. Il Signore vuole metterli alla prova, ma si<br />
adopera per proteggerli.<br />
Per lungo tempo non mi sono fidata di te Signore, pensando di poter fare da<br />
sola, ma sentimenti come delusione e rabbia erano una costante <strong>della</strong> mia vita.<br />
Da quando ho affidato la mia esistenza alla tua volontà, le prove sicuramente<br />
continuano perché è giusto così; è necessario che la mia fede venga rafforzata,<br />
però sento davvero la nube e la colonna di fuoco accanto a me che mi<br />
proteggono e mi guidano. Anche se provo stanchezza fisica, Tu riesci a farmi<br />
fare le cose per le quali è necessario che mi impegni in tuo nome!<br />
Ti ringrazio per i doni che continui ad elargirmi, per le parole che riesco a dire<br />
ai fratelli, per quel “poco” di me.<br />
Permettimi di raggiungere con le parole e la testimonianza di vita i cuori<br />
induriti delle persone vicine, per aiutarli a liberarsi dalle numerose schiavitù<br />
che li affliggono. Lasciami diventare per loro un piccolo Mosé!<br />
26
Vorrei tanto che come Mosè ed il suo popolo, dopo mille traversie, riescono a<br />
giungere nella terra promessa, così noi popolo di Dio possiamo giungere alla<br />
nostra terra promessa; e questo ci sarà possibile solo dopo che grazie all’aiuto<br />
che Dio ci darà dinanzi alle prove confidiamo in lui e accettiamo tutto nella<br />
sua volontà.<br />
Stasera mi ha colpito la parola libertà, ricorrente nel <strong>cap</strong>itolo con significati<br />
diversi: libertà dalla schiavitù, dall’oppressione, di scegliere, di seguire un<br />
cammino, di testimoniare; libertà come anelito, tensione verso la terra<br />
promessa, verso la casa dove Dio costruirà i pilastri <strong>della</strong> chiesa, prima<br />
attraverso i padri e poi con i primogeniti da lui salvati per un preciso<br />
progetto. Fa Signore che riusciamo ad essere cuori liberi dal peccato per<br />
effettuare un cammino che ci porti all’incontro con te, alla scoperta <strong>della</strong> fede,<br />
alla percezione <strong>della</strong> nostra vocazione attraverso l’ascolto, la meditazione e la<br />
proclamazione <strong>della</strong> tua parola ( mano- fronte-bocca)!<br />
A primo impatto ascoltando l’<strong>Esodo</strong> di Mosé e del popolo prediletto non c’è<br />
da stare allegri pensando ai sacrifici che Dio chiede loro di fare. Conoscere i<br />
primogeniti al Signore senza battere ciglio. Dal mio punto di vista così<br />
distaccato cerco di comprendere il singolare gesto giustificando il compimento<br />
di una parte delle scritture, ma se rifletto un momento debbo rivelare che non<br />
è così facile come sembra. E’ una rinuncia troppo grande per metabolizzarla<br />
con ciò che sono adesso. Ti chiedo allora Signore di aiutarmi nell’aprire il mio<br />
cuore verso te e rinunciare alle primizie materiali e umane così come il tuo<br />
unico figlio si immolò a te!<br />
Grazie Gesù per quanto ci fai riflettere ogni volta in questa scuola, ma io mi so<br />
esprimere nel silenzio del mio cuore per quello che succede ogni giorno con la<br />
violenza subita dalle donne e dai bambini uccisi dai propri genitori senza cuore<br />
e senza lucidità, come bestie si accaniscono; bimbi appena nati sbattuti nel<br />
buio <strong>della</strong> morte, volati in cielo vicino a Gesù come piccoli angeli senza<br />
peccati. Io nel mio cuore ogni momento <strong>della</strong> mia vita penso a loro e alle<br />
famiglie che desiderano un bambino da coccolare ed amare, ma che non<br />
hanno avuto la fortuna di essere genitori anche a costo <strong>della</strong> propria vita. Tu<br />
Gesù dei grande e abbracci tutti, abbi pietà di noi peccatori.<br />
27
La nube che accompagna il popolo d’Israele sei tu o Signore, che ti preoccupi<br />
per noi, vuoi preservarci dal sole che brucia, cioè da tutto ciò che ci può fare<br />
del male. Ma poi col fuoco del tuo amore vieni a rischiarare le nostre menti, i<br />
nostri cuori, i nostri occhi, affinché possiamo riconoscere e percorrere la giusta<br />
via che porta a te, unico vero Dio.<br />
E’ veramente ammirevole constatare la fiducia con la quale il popolo si affida<br />
a Mosé e conseguentemente a Dio. Una fiducia cieca, illimitata che non<br />
conosce dubbi, che è finalizzata al raggiungimento <strong>della</strong> certezza che Dio c’è.<br />
Una fiducia ben riposta d’altronde. Dio interviene sempre e comunque per la<br />
soluzione delle difficoltà, per la linearità del cammino tortuoso rendendolo<br />
agevole con la manifestazione dei suoi segni: la nube e il fuoco. Una fiducia<br />
dunque particolare che possiamo solo definire fede; occorre credere, avere<br />
fiducia. Solo questo modo riusciremo ad avere la nostra” serenità interiore”.<br />
Oggi come allora, è necessario abbandonarsi totalmente.<br />
28
ESODO<br />
CAP XIV<br />
Gli Israeliti temono di essere stati abbandonati allora quando si trovano nel<br />
deserto in balia degli Egiziani che, pentiti di aver dato loro il permesso di<br />
partire, e convinti di poterli riportare in schiavitù li inseguono. Nonostante<br />
tutti i prodigi operati in loro favore sono ancora vacillanti nella fede e fanno<br />
pressione su Mosè affinché interceda in loro favore. Ma Dio combatte per<br />
proteggere il suo popolo, la potenza divina difende il povero e l’oppresso.<br />
Le acque del Mar Rosso rappresentano la loro salvezza. Le stesse acque si<br />
trasformeranno in un sepolcro per gli Egiziani che saranno travolti dal<br />
medesimo mare.<br />
Gli Israeliti attraverso le acque del Mar Morto da popolo schiavo si<br />
trasformano in popolo libero. Noi oggi grazie al sacrificio di Gesù con le acque<br />
del battesimo essendo rinati a nuova vita, acquistiamo la speranza <strong>della</strong><br />
redenzione e la vittoria sulla morte eterna. Signore Dio, si compia sempre la<br />
tua volontà anche quando è difficile <strong>cap</strong>ire e non si riesce a vedere.<br />
29
“Oggi è il giorno <strong>della</strong> salvezza!” Riuscire a dirlo ogni giorno sarebbe per te<br />
Signore la preghiera di lode e ringraziamento più gradita da parte di ognuno<br />
di noi.<br />
E’ facile ringraziarti quando tutto va bene, ma dobbiamo imparare a farlo<br />
anche quando siamo sofferenti e cadiamo in tentazione. Offrirti tutto Signore,<br />
affinché ce lo ridoni trasformato.<br />
E’ tanta la sofferenza provata per i fratelli che non riescono ad affidarsi al<br />
Signore presi dalla loro quotidianità rassicurante. Poter far loro <strong>cap</strong>ire che lo<br />
stravolgimento provocato dall’adesione alla Tua sequela Signore, è la Via, la<br />
Verità e la Vita, è la mia invocazione di oggi.<br />
Permettimi di avere fede, perseveranza e preghiera per poter con loro<br />
condividere la pace, la serenità e la gioia <strong>della</strong> tua amorevole guida.<br />
Fammi incontrare persone alle quali manca tutto questo affinché io possa<br />
esserti testimone.<br />
Ti ringrazio Signore di avermi fatto incontrare fratelli che mi aiutano a crescere<br />
in questo percorso; fa che anch’io possa diventare dono per coloro che<br />
incontro.<br />
Grazie Signore per il dono dell’acqua.<br />
Acqua che dona vita e genera;<br />
Acqua nella quale siamo immersi nel mistero <strong>della</strong> morte e risurrezione del tuo<br />
amato figlio;<br />
Acqua che scaturisce dal costato dolente e fecondo del tuo figlio crocefisso;<br />
Acqua che ci bagna e ci lenisce soavemente le ferite che portiamo nel cuore.<br />
Grazie Signore per il dono dell’Angelo.<br />
Angelo segno <strong>della</strong> tua presenza discreta ma efficace;<br />
Angelo che ci sostiene nei momenti bui e ci risolleva verso di te;<br />
Angelo che ci illumina nel cammino irto e faticoso;<br />
Angelo che governa i nostri pensieri e le nostre azioni per giungere alla Pasqua<br />
di liberazione.<br />
Grazie Signore per il dono <strong>della</strong> liberazione.<br />
Liberazione dal nostro uomo vecchio perché rinasca l’uomo nuovo;<br />
Liberazione dal mistero <strong>della</strong> morte per riavere un cuore inondato di giada<br />
fecondante;<br />
Liberazione dal faraone che si annida in noi e ci tiene legati, ma tu ci hai<br />
liberati dal “laccio del cacciatore”;<br />
Liberazione dalle catene del nostro io, che una volta sciolte rivelano solo il tuo<br />
volto e l’io si riempie di Dio.<br />
Come si sono aperte le acque del mar Rosso fai Signore che si aprano i nostri<br />
cuori ed entrino solo carità e amore verso i nostri fratelli più bisognosi.<br />
30
O Signore, fa che non ci assalga il dubbio come il popolo di Israele. Facci<br />
seguire i tuoi profeti e la tua <strong>Parola</strong>.<br />
Poni tra noi ed il maligno i tuoi angeli ed i tuoi segni divini.<br />
Rendici consapevoli che le prove ci fortificano e che tu sei vicino a noi nel<br />
sostenerle.<br />
Fa che l’acqua del battesimo ci faccia ricordare di essere tuoi fratelli e fratelli<br />
fra di noi, che la nostra vita deve essere spesa per gli altri perché servendo gli<br />
ultimi serviamo te e lavoriamo per la tua vigna sicuri di una giusta ricompensa.<br />
I tuoi tempi non sono quelli nostri Signore; la tua volontà non è quella nostra.<br />
E’ proprio questo che sto sperimentando in questi giorni. Come nel passaggio<br />
del Mar Rosso tu operi per far <strong>cap</strong>ire al tuo popolo la tua potenza.<br />
La tua presenza è viva nella nostra vita e noi siamo tuo strumento, una matita<br />
come diceva Madre Teresa di Calcutta, una matita che ti rende gloria, che ti fa<br />
conoscere al fratello per mezzo delle opere compiute da te attraverso noi.<br />
Chiediamo aiuto, il tuo aiuto non solo nel momento del bisogno, ma in ogni<br />
istante per tutti i doni che ci offri.<br />
Bello, veramente bello e significativo questo brano del passaggio del Mar<br />
Rosso da parte degli Israeliti. Mi piace l’idea di un Dio condottiero imponente,<br />
autoritario altezzoso che assieme al suo angelo guida la cosiddetta fuga per la<br />
libertà. Dà un senso di Dio che spesso chi è in difficoltà non riesce a riabilitare;<br />
ogni affanno, ogni tensione ogni paura e predominante su di noi che molto<br />
frequentemente invece dimentichiamo che oltre il posto di confine dei nostri<br />
c’è un Dio imperioso che riesce a regalarci la salvezza, sia essa del corpo e<br />
dell’anima. Lasciamoci guidare dal nostro valoroso guerriero d’altronde è lui<br />
che ha sconfitto il male con la vittoria del bene, attraverso lo spirito l’acqua e<br />
il sangue.<br />
Nel <strong>cap</strong>itolo XIV dell’<strong>Esodo</strong> un grido si leva prepotente “Non abbiate paura”.<br />
E’ un invito che spinge a rinnovare la fiducia in Dio padre. E’ lo stimolo a<br />
rimanere saldi nella fede qualunque sia il mare che si frappone tra noi e la<br />
terra promessa. Il Signore si erge davanti, dietro, accanto a noi come muraglia<br />
incrollabile, come colonna di fuoco che rischiara e illumina la strada di chi è<br />
veramente in cammino, e si pone invece come nube che offusca la mente di<br />
chi crede di camminare affidandosi alle proprie forze. Non si può fare a meno<br />
<strong>della</strong> guida del Signore che con il suo amore rialza chi è caduto, solleva chi è<br />
sfiduciato, abbatte cavalli e cavalieri. Il Signore ci chiede di scendere dai nostri<br />
carri fatti di superbia, di indifferenza, di invidia, di insensibilità per spingerci<br />
verso i sentieri asciutti che portano all’eternità.<br />
31
Bella l’immagine di Dio “interventista”. Ogni momento, in ogni passaggio, in<br />
qualsiasi difficoltà Dio c’è e interviene come padre amorevole che risolve<br />
qualunque problema. Ma interviene in favore dei poveri e degli oppressi,<br />
poveri ed oppressi che hanno saputo fare una scelta, che hanno saputo<br />
sceglierlo. L’intervento di Dio, dunque, finalizzato alla realizzazione del bene.<br />
E’ utopistico ma come sarebbe interessante pensare che tali finalità potessero<br />
costituire le linee guida dei <strong>cap</strong>i di stato, degli uomini politici. Tutti i cittadini<br />
sarebbero “garantiti” sia nella vita pratica sia nella loro umanità.<br />
La nostra salvezza, bella questa parola donata da Dio; salvezza è Vangelo<br />
perché in esso c’è tutto l’amore che il Signore ha versato per noi. Capire il<br />
vero significato <strong>della</strong> <strong>Parola</strong> e non essere schiavi del proprio egoismo, ma<br />
liberarci dal male, dare amore, perché il fratello ne ha proprio bisogno, e fargli<br />
<strong>cap</strong>ire che non è facendo guerre che si è salvati, ma amando il prossimo per<br />
avere un giorno la salvezza di Dio.<br />
Gli Israelitico hanno fede ed hanno bisogno di azioni concrete per credere.<br />
“Siate forti e vedrete la salvezza” dice Mosé al popolo. Il popolo prediletto<br />
crede perché vede. Anche noi quasi sempre chiediamo per credere anziché<br />
vedere prima di chiedere. E gridiamo. Non lode verso il Signore ma rabbia<br />
verso noi stessi perché non sappiamo credere.<br />
L’amore di Dio per l’oppresso, per il più debole è grande. In questo caso per<br />
gli Israeliti popolo schiavo provato e umiliato dagli Egiziani che era il popolo<br />
più forte. Dio interviene perché ascolta il grido del più debole, del<br />
perseguitato, dello schiavizzato contro il più forte, forte solo <strong>della</strong> sua<br />
arroganza e <strong>della</strong> forza umana.<br />
Dio interviene con la sua forza divina per ridurre a niente la forza umana e<br />
ridona libertà e dignità al debole, al povero, all’emarginato, e con la sua forza<br />
<strong>cap</strong>ovolge la storia, fa cose impossibili. Perché lui è un Dio misterioso, ama<br />
l’amore vero anche verso i più deboli <strong>della</strong> storia. Perché la storia cambia se lui<br />
vuole <strong>cap</strong>ovolge le sorti di ognuno di noi. Il povero diventa ricco e il ricco<br />
povero.<br />
Tornare indietro come ha fatto l’angelo di Dio non si può, ma andare avanti<br />
cambiando strada e non fare la vita stupida che si faceva prima. Aiutare i<br />
fratelli e rendersi disponibili gli uni agli altri. O Signore fa che non mi<br />
impantani nelle difficoltà <strong>della</strong> vita e che ti cerchi sempre.<br />
32
Alla fuga del popolo israelita il cuore del faraone si indurisce nuovamente e<br />
pensa di inseguirlo perché bloccato nel deserto. Ma il Signore che ama il suo<br />
popolo lo fa passare all’asciutto. Subito dopo il mare si richiude e uccide gli<br />
egiziani che stavano per attraversarlo. Dio si dimostra con tutta la sua<br />
grandezza ed il popolo torna alla fede da cui si era allontanato perché temeva<br />
di morire nel deserto.<br />
Oggi gli uomini pensano che possono allontanarsi da Dio perché con la loro<br />
volontà possono realizzare tutto quello che desiderano ed essere liberi. Ma<br />
questa non è vera libertà, al centro deve esserci Dio perché è buono, ci<br />
accompagna nel nostro cammino, ci ama.<br />
33
ESODO<br />
CAP XV<br />
Mia forza e mio canto è il Signore.<br />
Canto di gioia e di liberazione;<br />
Canto che accompagna le nostre solenni celebrazioni;<br />
Canto dolce e soave che fa elevare inni di grazie e di benedizione.<br />
Egli mi ha salvato.<br />
Gesù mi ha salvato in tutto il mio essere nelle acque del battesimo;<br />
Gesù mi ha salvato e mi salva nel sangue versato per amore;<br />
Gesù mi salverà giudicandomi sulle opere di amore e di misericordia.<br />
E’ il mio Dio e lo voglio lodare. E’ il Dio di mio padre e lo voglio esaltare.<br />
Tu sei il mio Dio, mio baluardo e mia roccia;<br />
Tu sei il mio Dio ed io ti proclamo tre volte Santo;<br />
Tu sei il mio Dio e io mi sento piccolo di fronte a te, ma fiducioso <strong>della</strong> tua<br />
tenerezza e <strong>della</strong> tua misericordia. Tu che rendi dolce l’amaro <strong>della</strong> vita e<br />
trasformi le nostre parole in inni e canti di esultanza.<br />
34
Signore vorrei dire tante cose ma non riesco. Ti chiedo solo di sgombrare il<br />
mio animo, il mio cuore, la mia mente da tutti i pregiudizi, da tutti i rancori,<br />
da tutti quegli atteggiamenti che mi impediscono di poterti ascoltare. Troppe<br />
sono le occasioni che mi fanno non sentire la tua voce.<br />
Ti dico grazie Signore per tutto l’amore che mi hai donato, per la croce che mi<br />
hai donato, per la salvezza che mi hai dato. Ti sono debitore per tutto ciò ,ma<br />
oggi ti chiedo è la salute per mia mamma. Dacci ancora il tuo aiuto e un<br />
pizzico di salute e di coraggio per affrontare la vita.<br />
Ancora una volta il popolo ha bisogno di constatare, di ricevere il miracolo,<br />
altrimenti la fede vacilla. Non è forse anche il nostro atteggiamento del<br />
chiedere e del vacillare? Spero di riuscire a credere, a dare, a imparare a non<br />
chiedere e poi chiedere, di riuscire a chiedere solo quello di prima.<br />
Il Signore agisce con potenza contro il male che vuole travolgere il suo popolo<br />
che egli libera facendogli attraversare il Mar Rosso reso asciutto. Allora Mosé<br />
intona un canto di lode al Signore Dio onnipotente.<br />
Sempre dobbiamo lodare e ringraziare il Signore misericordioso che ci elargisce<br />
tanti doni. Il dono più grande è averci dato il suo figlio diletto per mezzo del<br />
quale abbiamo la salvezza dai nostri peccati con il sacramento <strong>della</strong><br />
riconciliazione. Anche noi siamo chiamati a perdonare le offese ricevute.<br />
Dobbiamo essere misericordiosi, umili e benevoli verso i fratelli, specialmente<br />
verso quelli più bisognosi e in difficoltà.<br />
Lodare, cantare inni gioiosi al Signore e poi quando ci sono difficoltà allora<br />
imprechiamo verso il Signore.<br />
Ben poca cosa è l’uomo, davanti alla maestosità e immensa grandezza del<br />
Signore nostro Dio, che dopo aver visto con che potenza e prodigi ha fatto<br />
uscire il popolo dalla schiavitù, mormora e mormoriamo contro il Signore. E<br />
lui con infinita misericordia ci perdona e ci accoglie sempre.<br />
35
Bello il concetto di chiesa inteso come comunione permeata dal canto. Un<br />
canto di gioia, di lode, di ringraziamento. La comunione in questa pagina<br />
risulta ancora più rafforzata dalla musica, e dal timido approccio delle donne<br />
che condividono il cammino con il resto del popolo. E sono soprattutto la<br />
musica e la danza che possono e debbono essere considerate linguaggio<br />
universale, che non ha limiti, facilmente comprensibile, senza distinzione<br />
alcuna. Si tratta di un vero momento di “modernità” di una uguaglianza già di<br />
fatto esistente prima che le guerre nei secoli la fissassero negli ordinamenti<br />
giuridici.<br />
La fatica del vivere, la sete del popolo di Israele nel deserto è come la sete di<br />
vita di una giovane donna che da cinque anni continua a chiedere ”Perché a<br />
me questa malattia Signore? Che ne sarà dei miei due bambini? Che ne sarà di<br />
mio marito?” E mi chiedo io, l’<strong>Esodo</strong> che lei vive da 5 anni, assieme alla sua<br />
famiglia, come può continuare a darle la forza di alzarsi ancora dal letto per<br />
preparare i bambini per la scuola, o cucinare, cose per le quali ha trovato<br />
sempre forza e determinazione. In questo momento sia lei che io mormoriamo<br />
contro te Signore, siamo assetate di un po’ di acqua dolce. Qual è il tuo<br />
progetto in tutto questo? Ti chiedo semplicemente di alleviare i suoi dolori<br />
fisici affinché lei possa ritrovare la fede che fino a giorni fa dimostrava di avere<br />
nell’affrontare la malattia. Custodiscila e confortala nel pensiero verso il<br />
marito e i due figli. Aiutala Signore ha tanto bisogno di te!<br />
Si rivela sempre un Dio di amore per tutti. Infatti egli vuole portare la salvezza<br />
a tutti i confini <strong>della</strong> terra. E’ un Dio vicino all’uomo, lo accontenta sempre<br />
trasformando l’acqua amara in dolce. Quando noi ci allontaniamo dalla sua<br />
<strong>Parola</strong>, dai suoi comandi e ci amareggiamo la vita, ci mettiamo nei guai, basta<br />
ritornare da lui, chiedere, pregare e lui ci dona, ci accontenta, anche quando<br />
ritorniamo ad offenderlo continuamente. E’ al nostro fianco per donarci il suo<br />
perdono e il suo amore grande e la sua gioia infinita.<br />
Dio fa partecipi le donne fino ad allora considerate quasi niente, alla messa<br />
solenne. Quindi Dio ama i deboli, chi non conta agli occhi del mondo, e dona<br />
dignità. La nostra forza viene solo dal Signore che abbatte cavallo e cavalieri<br />
dei superbi, di chi si sente sicuro di sé, e aiuta e salva i deboli che confidano<br />
nel Signore. Signore dell’amore che aiuta gli oppressi e fa cadere gli oppressori.<br />
Il canto è la gioia infinita che viene a chi confida in Dio ed è gioioso cantare a<br />
lui.<br />
36
Leggendo il cantico di vittoria del <strong>cap</strong>itolo 15 dell’<strong>Esodo</strong> ho sentito anch’io il<br />
desiderio di elevare una preghiera di ringraziamento a Dio.<br />
Ti rendo grazie Signore di Israele per tutto quanto ho ricevuto da te. Innanzi<br />
tutto per la vita che mi hai donato, la famiglia,la casa, il lavoro. Ti ringrazio<br />
anche per avermi portato qui in questa comunità di fedeli per conoscere la tua<br />
parola, la tua pace, il tuo vero amore. Diverse volte sono stata sul punto di<br />
abbandonare perché in preda a dubbi, momenti di sconforto, delusioni <strong>della</strong><br />
vita. Ma tu mi sei stato vicino, in silenzio, poi ti sei manifestato attraverso<br />
segni che dapprima erano per me incomprensibili, poi, piano piano hanno<br />
assunto un significato preciso. Tu sei venuto a cercarmi fino a quando ho<br />
<strong>cap</strong>ito che non posso più abbandonarti, o Signore, perché tu sei il mio Dio, la<br />
mia fortezza, la mia roccia, la mia vita.<br />
Fa che io possa essere testimone di pace e di amore; benedicimi, allarga le mie<br />
frontiere, che io sia uno strumento nelle tue mani per testimoniare la tua<br />
gloria. Perdona le mie mancanze, sono debole, mi affido alla tua divina<br />
misericordia.<br />
Signore, in questo mondo tribolato dalle guerre, dall’odio razziale,<br />
dall’egoismo, fa che, quale operatore di misericordia, dall’ascolto <strong>della</strong> tua<br />
<strong>Parola</strong> possiamo aver resi i cuori dispensatori di buone azioni verso quei<br />
fratelli che hanno bisogno del nostro aiuto.<br />
Per onestà devo confessare che stasera sono venuto qui non tanto per<br />
ascoltare la “parola” ma per sentire il calore e l’affetto del mio pastore e <strong>della</strong><br />
mia comunità, che durante tutto il tempo <strong>della</strong> mia assenza mi sono mancati<br />
davvero molto.<br />
La mia presunzione mi aveva allontanato dal Signore, l’ho cercato dappertutto<br />
e non mai dove in effetti è: dentro di me.<br />
La parola mi ha preso, ha suscitato dentro di me emozioni, dolcezze, speranze<br />
che da tempo non provavo. Seppure non riesco a sentire il Dio di Israele, un<br />
Dio che posso accettare totalmente (un Dio padre ma padrone astioso,<br />
vendicativo, guerriero), contrapposto al Dio Agnello, al Cristo, magicamente<br />
se lo vedo attraverso la lente del Vangelo, di Cristo riesco a cogliere la vera<br />
essenza del messaggio biblico. Tralasciando l’esame parola per parola<br />
dell’epopea di un popolo, attraverso il Vangelo comprendo il Vecchio<br />
Testamento, attraverso quest’ultimo comprendo Cristo. Di questo ringrazio il<br />
mio pastore e la mia comunità ai quali chiedo aiuto e perdono per essermi<br />
isolato.<br />
37
ESODO<br />
CAP XVI<br />
Il Signore Dio provvede il pane quotidiano per il suo popolo.<br />
Pane di condivisione e di perdono<br />
Pane di gioia e di salvezza<br />
Pane di amore e di solidarietà<br />
La tua Chiesa, o Signore continua a spezzare il Pane eucaristico, per il cammino<br />
spirituale di ogni credente.<br />
Spezzate il pane per sentirvi vera chiesa<br />
Spezzate e moltiplicate i vostri sacrifici per dare senso all’unico sacrificio di<br />
Cristo<br />
Spezzate ogni legame con il peccato e non spezzate le spalle dei poveri che<br />
chiedono solidarietà<br />
La Domenica è il giorno consacrato al Signore<br />
Vivila per te, per rinnovare la tua fede e il tuo Amore per Gesù<br />
Vivila con la tua famiglia per sperimentare la gioia di essere l’unica famiglia di<br />
Dio<br />
38
Vivila per prepararti all’incontro definitivo per celebrare le nozze<br />
dell’Agnello.<br />
Ancora una volta Israele mormora contro Mosé e Aronne. Sono accusati di<br />
avere condotto il popolo nel deserto, per farlo morire di fame<br />
consapevolmente. E’ bastato poco per dimenticare tutte le meraviglie che Dio<br />
aveva operato in loro favore. Per l’ennesima volta il Signore interviene e offre<br />
al popolo la sera le quaglie, uccelli migratori, la cui carne è gustosa; al mattino<br />
un cibo “fine, granuloso e minuto come la brina ” che sarà chiamato “manna”.<br />
Era simile al seme del coriandolo, aveva il sapore di una focaccia di miele.<br />
Dio si prende cura del suo figlio Israele, nutrendolo con dolcezza e prova del<br />
suo immenso amore e a dimostrazione del fatto che non di solo pane vive<br />
l’uomo ma di tutto ciò che esce dalla bocca di Dio.<br />
Seguire la Lectio Divina è una bella opportunità per grazia di Dio che ha<br />
voluto, ispirando gli evangelisti a scrivere la Bibbia, che con l’aiuto dei<br />
sacerdoti noi potessimo meditare e considerare che Dio Padre ci segue di<br />
giorno in giorno, per restare tranquilli come un bimbo nelle braccia di sua<br />
madre.<br />
Parole grandi “cuore povero” e “carità”, parole che ripetiamo spesso solo per<br />
far colpo sugli altri, o per far tacere la nostra coscienza di uomini egoisti che<br />
siamo <strong>cap</strong>aci di giustificare la nostra ricchezza, il nostro benestare in nome di<br />
quel “è necessario”. Signore insegnaci a condividere ciò che abbiamo anche la<br />
nostra povertà, come il pellicano Cristo che ha donato la sua carne per<br />
sfamare i suoi piccoli.<br />
Dal <strong>cap</strong>itolo XVI ricevo un invito forte: togliere la tenda al nostro cuore,<br />
preda facile di inutili preoccupazioni. In noi deve sempre scorgersi lo sguardo<br />
di chi sa aprire il proprio essere alla provvidenza divina.<br />
Non possiamo non vedere i segnali <strong>della</strong> presenza di Dio nella vita di<br />
ciascuno: il lavoro, la comunione, la famiglia, l’amore fraterno.<br />
Abbandoniamoci al Buon Dio che dà senso alla nostra esistenza povera.<br />
Accogliamo il dono di chi ha frantumato il proprio cuore per noi che non<br />
siamo in grado di fare altro che chiedere.<br />
39
Dio d’amore e d’abbondanza. Dio ha amato l’uomo ingrato incline alla<br />
mormorazione e alla sfiducia. Ma se l’uomo si fidasse di Dio Amore solo così<br />
avrebbe la Gioia vera e la Pace. Invece l’uomo più ragiona e razionalizza si<br />
agita, si preoccupa e non gode <strong>della</strong> Gioia e <strong>della</strong> Pace che il Signore gli vuole<br />
dare ogni giorno.<br />
Si affanna, si arrovella calpesta i comandi di Dio per ac<strong>cap</strong>arrarsi di ciò che<br />
può essere dei fratelli più deboli, ma alla fine non gode mai. Perché la vera<br />
gioia e la pace vera la troviamo solo in colui che ci ama e il nostro animo<br />
trova pace solo in Lui. Se confidiamo in Gesù possiamo dormire come un<br />
bimbo nelle braccia <strong>della</strong> sua mamma. Con Gesù siamo al sicuro, non ci manca<br />
nulla. E’ necessario ogni giorno fare deserto per fidanzarsi di nuovo con Dio<br />
che ci perdona i tradimenti e le mormorazioni. Con i sacramenti <strong>della</strong><br />
confessione e comunione Lui si fidanza sempre con noi, noi che non sappiamo<br />
trovare gioia nel mondo.<br />
Il Signore ha fatto uscire il popolo eletto dalla schiavitù d’Egitto e lo conduce<br />
nel grande deserto terra di serpenti velenosi e di scorpioni per tentarlo e<br />
umiliarlo, per vedere fino a che punto siamo fedeli a Lui. Ma il deserto è anche<br />
terra dove manca l’acqua. Ecco che il popolo comincia a mormorare, poi si<br />
lamenta per la mancanza di cibo e Di provvede mandando le quaglie e la<br />
manna per quaranta anni fino all’arrivo a Canaan. Quante tentazioni, tante<br />
volte si allontanano da Dio, ma l’amore di Dio li ha sempre perdonati<br />
nonostante qualche punizione. Quante volte ci siamo allontanati da Dio<br />
attratti da illusioni per ottenere beni materiali. Ma Tu o Dio perdoni le nostre<br />
miserie, ci fai uscire dalle tenebre alla luce per amore di Gesù Cristo.<br />
Grazie o Dio per tutto ciò che ci dai, ti lodiamo e ti benediciamo per il tuo<br />
amore immenso e misericordioso.<br />
Consapevolezza: parto da questa constatazione che il brano oggi in questione<br />
mi suggerisce. Siamo continuamente immersi in un sistema di vita che ci<br />
condiziona, ci perseguita con i suoi ritmi, le sue regole con le sue<br />
consequenziali preoccupazioni. Non ci fermiamo mai a riflettere sul vero<br />
obiettivo <strong>della</strong> nostra vita.<br />
Siamo pieni di ansie, paure, angosce perché forse non abbiamo<br />
consapevolezza di ciò che realmente siamo. Ci preoccupiamo del domani,<br />
abbiamo nostalgia del passato e viviamo male il presente. Una vita va vissuta<br />
alla giornata vivendola pienamente attimo dopo attimo, abbandonandoci alla<br />
volontà del Signore e nella consapevolezza di quella che la vera esistenza<br />
terrena fatta di piccoli passi, liberati dalle ansie dai problemi, per poter dare<br />
amore concreto confidando nella bontà del Signore. Gli Israeliti si<br />
preoccupano di accumulare scorte per i giorni di bisogno non credendo nella<br />
40
provvidenza divina. Mai frase dialettale credo sia stata più consona: “Seri, seri<br />
chi bona vintura veni!”<br />
Bello sarebbe nella nostra vita pensare solo per oggi e domani poi ci pensa<br />
Dio. Ma tutti abbiamo paura del domani, soprattutto i giovani che non hanno<br />
prospettive e non hanno ideali e trovano i loro valori nell’alcol o ancora<br />
peggio nella droga. O Signore, aiutaci!<br />
La Provvidenza. E’ umanamente difficile comprendere come le preoccupazioni<br />
per il futuro nostro, dei nostri figli, dei fratelli siano vane se ci affidiamo alla<br />
divina provvidenza. Dio ci chiede solo di diventare strumento <strong>della</strong> sua<br />
provvidenza verso gli ultimi, verso chi non ha cibo materiale e spirituale, verso<br />
chi crede di poter fare da solo. Ma tutto ciò è facilissimo a parole, lo diciamo<br />
continuamente. Ma come ci muoviamo, come agiamo in famiglia, al lavoro, in<br />
comunità, col fratello che a volte manca solo di un sorriso, una buona parola?<br />
41
ESODO<br />
CAP XVII<br />
Cercavo una fonte d’acqua fuori di me e mi sono accorto che questa sorgente<br />
feconda e rigenerante era dentro di me.<br />
Scrutavo, meditavo, combattevo perché potessi scoprire la volontà del Signore<br />
nei libri, nelle pagine di qualche storia interessante come quella che abbiamo<br />
ascoltato questa sera, ma poi nel silenzio e nella preghiera, con le mani elevate<br />
verso di te, o Signore, comprendevo il tuo progetto di vita.<br />
Cercavo una roccia dove appoggiarmi a causa <strong>della</strong> mia stanchezza, <strong>della</strong> mia<br />
malattia, <strong>della</strong> mia sofferenza interiore, poi scoprii il valore di un sorriso e lì<br />
ritrovai le forze per continuare il mio <strong>Esodo</strong>.<br />
Cercavo la bellezza e la gioia <strong>della</strong> vita, il benessere materiale, il mio pane, la<br />
mia acqua, la mia realizzazione personale, ma ogni sera, guardando la croce<br />
scoprivo che l’amore vero è nel donarsi ai fratelli fino al sacrificio supremo,<br />
per sempre.<br />
42
Gesù, quante volte sei venuto per darmi aiuto, per dirmi che sei sempre vicino<br />
a me, ma io prego sempre che tu non mi abbandoni mai, ho tanto bisogno di<br />
te, sei la mia roccia ed io ho sete <strong>della</strong> tua acqua e del tuo perdono.<br />
Prego sempre per le persone ammalate, per tutti i bambini vittime <strong>della</strong><br />
violenza. Tu Gesù proteggili, stai loro vicino; anch’essi hanno sete <strong>della</strong> tua<br />
acqua. O Gesù, tu sei grande e dal cielo aiutaci! Spirito di Dio veglia su tutti<br />
noi! Grazie<br />
Prego il Signore Gesù affinché questo nuovo anno porti tanta pace e serenità<br />
nel mondo. Che possano finire tutte le ostilità fra i popoli in guerra tra loro.<br />
“Che farò io per questo popolo?” Cosa possiamo fare quando dubitiamo <strong>della</strong><br />
tua presenza nella nostra vita e spesso ti mettiamo alla prova?<br />
Sicuramente di fronte alla stanchezza <strong>della</strong> vita, di fronte alla sofferenza che<br />
costeggia la vita di ogni uomo, tu, nella tua grande misericordia e con infinito<br />
amore alzi ancora le tue braccia in segno di preghiera, e ancora Signore ci<br />
ritroviamo rialzati, protetti, amati, guariti, gioiosi.<br />
Il <strong>cap</strong>itolo XVII è un inno all’eternità. La roccia, ferma, immobile,<br />
indistruttibile, da cui fuoriesce acqua viva dovrebbe rappresentare per ognuno<br />
di noi l’unico riferimento. Non possiamo rimanere insensibili alla grazia<br />
copiosa che si riversa nei nostri cuori, eliminando stanchezza, disperazione e<br />
sofferenze. Appoggiarsi a questa roccia, sceglierla come guida per la nostra vita<br />
dovrebbe essere naturale, perché siamo figli <strong>della</strong> “roccia” che si erge sempre<br />
accanto a noi, sempre pronta a sostenerci nelle battaglie contro il male.<br />
Riconoscerla come fonte di vita: è questo il significato del nostro esistere,<br />
sapendo che è sufficiente protendere le mani verso l’alto, anche se le nostre, se<br />
non sono sorrette dalla forza e dall’amore di Dio, facilmente si abbassano.<br />
Tante volte ho letto questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> ma non ne avevo ancora<br />
gustato tutta la sua bellezza. Dio ci è accanto sempre e non dobbiamo fare<br />
altro che accoglierlo, ricordandoci di queste verità.<br />
La preghiera ci avvicina a Dio ed è così che possiamo affrontare le battaglie<br />
<strong>della</strong> vita. Penso che è anche Gesù che prega con me, io devo quindi<br />
svuotarmi e lasciarlo entrare.<br />
Grande stupore e meraviglia sento dentro di me e forse è per questo che non<br />
riesco a mettere ordine ai miei pensieri. Solamente dico Grazie Signore, so con<br />
certezza che tu mi ami e mi sei accanto.<br />
43
Perché per le continue prove che ci dona il Signore ci continuiamo a chiedere<br />
perché, ed invece non cerchiamo in noi stessi la soluzione di quella prova,<br />
facendoci aiutare dalla preghiera e dalla Misericordia del Signore?<br />
Roccia immensa, roccia che scaturisce acqua per il tuo popolo per dissetarlo.<br />
Scaturisce su di noi uno spirito pieno d’amore, di unità, di fratellanza, di<br />
uguaglianza e spirito di iniziativa, senza pigrizia e senza stanchezza per fare le<br />
cose con gioia per portarla a chi ne ha bisogno. Grazie mio Signore e mio<br />
Dio, sorgente di vita, di verità e di via.<br />
Nessuna riflessione immediata mi suggerisce il <strong>cap</strong>itolo di oggi che completa il<br />
ricordo dei prodigi <strong>della</strong> potenza del Signore accanto ad Israele.<br />
Nasce comunque un ringraziamento e la lode per tutte le cose che Egli<br />
continua a donarmi, momenti di stanchezza, atteggiamenti e abitudini di<br />
quotidianità che adesso riconosco come prove <strong>della</strong> mia fedeltà al Suo<br />
progetto per me. E’ necessario invece fare memoria anche dei piccoli, stupidi<br />
avvenimenti che vogliono invece indicarti la sua presenza.<br />
Fa, o Signore, che non senta stanchezza o abitudine nel dialogo con te, con la<br />
famiglia, con le persone con cui lavoro e che incontro, consapevole che la<br />
forza <strong>della</strong> preghiera, come dialogo, è espressione <strong>della</strong> tua infinita<br />
misericordia.<br />
Ancora proteste da parte degli Israeliti contro Mosé e il Signore. Adesso<br />
protestano perché soffrono la sete per mancanza di acqua. Per l’ennesima<br />
volta Mosé si rivolge a Dio il quale da ancora una volta prova del suo amore.<br />
Nella roccia grazie al bastone di Mosé sgorgherà acqua da bere che disseterà<br />
Israele. I figli d’Israele in quel luogo misero alla prova il Signore dicendo ” Il<br />
Signore è in mezzo a noi, si o no?”<br />
Signore Gesù, sii misericordioso verso i tuoi figli, soprattutto nel momento in<br />
cui, messi a dura prova, mormorano contro la tua Divina realtà. Resta al<br />
nostro fianco là dove i diritti fondamentali e la dignità umana vengono<br />
costantemente e quotidianamente calpestati. Restituisci libertà e giustizia agli<br />
emarginati, ai bambini ammalati, alle minoranze cattoliche e a tanti bambini e<br />
giovani donne. Aiutaci ad abbattere il muro delle minoranze; fa che la nostra<br />
carità si trasformi in aiuto concreto per offrire generosi doni ai nostri fratelli e<br />
alle nostre sorelle più bisognosi.<br />
44
La nostra vita dono d’amore ma la vita è una continua battaglia. Quindi per<br />
vincere dobbiamo sempre invocare il Signore che combatte al nostro fianco,<br />
sempre, in ogni istante. Lui solo sa quando siamo stanchi ed allora dobbiamo<br />
rivolgerci a lui che trasforma la nostra stanchezza in energia. Il mondo ci<br />
stanca, ci deprime ma lui ci ristora e ci da la giusta forza per vincere il male che<br />
stanca e ci dona il bene che noi scegliamo per fiducia e perché facciamo<br />
Memoria di tutti i prodigi che Dio ha operato con il suo popolo eletto gli<br />
Israeliti, contro il faraone d’Egitto. Quindi mai stancarci di pregarlo, adorarlo e<br />
ringraziarlo per avere sempre la gioia vera che solo lui ci dona gratuitamente<br />
perché il suo desiderio è farci felici, e vuole che noi gli apriamo il cuore.<br />
E’ così facile amarlo e invece quanti ostacoli il mondo ci frappone. Il mondo<br />
bugiardo e falso dove regna il falsario che ci vuole confondere, ma con Gesù la<br />
vittoria è facile e sicura.<br />
La protesta è un mezzo molto semplice per noi per demandare le<br />
responsabilità del perché le cose non vanno bene agli altri. Protestare è il<br />
nostro limite, il nostro non saper fare nulla per porre fine alle liti, alle<br />
incomprensioni al nostro egoismo. Ed invece dobbiamo invocare il Padre che<br />
ci illumini, che annulli il nostro egoismo, la nostra prepotenza, la nostra<br />
sopraffazione.<br />
45
ESODO<br />
CAP XVIII<br />
Quando pensi di essere a posto con i tuoi “compiti”, quando hai già<br />
organizzato la tua pastorale parrocchiale, ecco arrivare una “nuova<br />
annunciazione”, devi ora “ascoltare” i carcerati.<br />
Lì per lì pensi al peso, all’impegno di dovere non solo “ascoltare” ma anche<br />
“saper giudicare” ed “indirizzare” il fratello; ma poi ti ricordi le parole del<br />
giudizio finale di Gesù “ero in carcere e mi avete visitato”, e tutto acquista una<br />
nuova luce: il carcerato diventa un fratello da amare.<br />
Ringrazio il Signore per questo nuovo “dono” e per tutti i fratelli che “sono<br />
con me” questa sera, e per tutta la comunità parrocchiale, dai più piccoli del<br />
catechismo, alla confraternita, agli amici di Santa Rita, ai poveri che<br />
incontriamo e aiutiamo.<br />
Ti riconosco Signore come unico giudice e signore <strong>della</strong> mia vita. Tu mi fai<br />
<strong>cap</strong>ire che più che organizzare bisogna amare.<br />
46
Giudicare secondo coscienza è un dogma con cui tutti noi ci rivediamo e<br />
concordiamo; ma la coscienza ha purtroppo tante sfaccettature, troppe culture<br />
e troppi condizionamenti. Ed è spesso quello che succede nei nostri tribunali,<br />
dove ahimè spesso succede che non sempre i verdetti sono ripagatori di<br />
uguaglianza sociale. Nei diversi paesi del mondo è assai diversa e raramente ci<br />
riconosciamo in decisioni prese da questa o quell’altra nazione. Allora sembra<br />
ancora più importante un comune denominatore per ovviare a queste diverse<br />
interpretazioni legislative ed è, a mio parere, quello dell’uno per tutti.<br />
“Non esiste altro Dio all’infuori di me”. E’ facile <strong>cap</strong>ire come accomunati da<br />
questa grande verità, e liberati dai condizionamenti, chi dovrà giudicare e<br />
decidere sui grossi problemi sociali con l’aiuto di Dio saranno dispensatori di<br />
insindacabile giudizio divino.<br />
Giustizia, chi è che non ha sete di giustizia. Tutti vogliamo giustizia, però basta<br />
accendere la TV e cosa vediamo? Violenze senza giustizia, assassini con arresti<br />
domiciliari o addirittura liberi, ed allora dico: “Dov’è l’integrità dei giudici?” Io<br />
sono certo che esiste un solo giudice che è Dio.<br />
Il Signore continuamente ci chiama a svolgere il nostro compito per<br />
partecipare al suo progetto di salvezza. Ci chiama singolarmente, non per<br />
restare soli ma per condividere sia l’impegno che la salvezza con ogni fratello.<br />
Per lungo tempo ho pensato di non avere compiti da svolgere e mi sono fatta<br />
sopraffare dall’inedia, dall’abitudine, dalla quotidianità.<br />
Ti ringrazio Signore per avermi fatto incontrare tanti fratelli che hanno scosso<br />
questi miei atteggiamenti, chiamandomi all’impegno comune verso alcuni altri<br />
in difficoltà. Mi hai fatto sicuramente giustizia perché mi stai dando serenità e<br />
gioia nella condivisione di questo tempo,assieme anche alla sofferenza per i<br />
fratelli che restano chiusi nella loro cecità, nella mancata tua conoscenza.<br />
Fa in modo che possa continuare a sperimentare questo impegno e queste<br />
condivisioni, e consentimi di lodarti e ringraziarti nella quotidiana preghiera<br />
per ascoltarti e comprendere quello che vuoi da me.<br />
Nel <strong>cap</strong>itolo XVIII risuona prepotentemente il tema <strong>della</strong> giustizia. Essa è<br />
strettamente legata alla richiesta di verità. La giustizia reclama l’ascolto di sé, la<br />
<strong>cap</strong>acità di estrapolare da sé il vero. Non si può pretendere di incontrare<br />
giustizia se non si è pronti ad accoglierla.<br />
Quante volte colleghiamo la giustizia alla vendetta, anzi la confondiamo con<br />
essa, o addirittura la sovrapponiamo ad essa. Il nostro animo deve gioire di<br />
fronte alla prospettiva che un giorno saremo davanti all’unico tribunale di chi<br />
47
sa leggere i cuori, sa scavare nell’intimo più intimo per far emergere le nostre<br />
radici più profonde, sa giudicare con amore vero.<br />
Quante volte esaudisci Padre Santo le continue richieste del tuo popolo!<br />
Popolo che non <strong>cap</strong>isce che non c’è bisogno di giustizia perché tu sei la<br />
giustizia, eppure ci doni i giudici!<br />
Popolo che non <strong>cap</strong>isce che i consigli e i baci tra gli uomini ci rendono fratelli,<br />
componenti di un’unica famiglia, l’umanità intera.<br />
Fa che ogni giorno possiamo essere umili, chiedere consiglio per avere un<br />
aiuto da un fratello.<br />
“Ogni cosa è di Dio, niente mi appartiene”. Tutto ciò che io ho mi è stato<br />
dato in prestito e Gesù mi insegna a metterlo in comune con gli altri, ad essere<br />
parte del suo popolo di cui Egli è unico giudice.<br />
Signore, tu conosci le mie debolezze! Aiutami a custodire ciò che mi hai dato,<br />
non solo ciò che mi piace, non solo gli affetti che mi gratificano, ma fa che io<br />
accolga con gioia anche le difficoltà e le pene dei miei giorni, le presenze che<br />
mi fanno piangere e soffrire, perché in tutto questo c’è la tua croce, c’è la mia<br />
salvezza!<br />
Noi tutti siamo il popolo di Gesù, un popolo sacerdotale non una massa. Ogni<br />
uomo ha una sua identità particolare. L’amore di Dio per gli uomini è<br />
immenso e quindi lui sarebbe morto ugualmente sulla croce anche per un solo<br />
uomo. Dio unico Giudice giusto perché Agnello senza peccato che giudica gli<br />
uomini perché li ama e li vuole fare tornare sulla giusta via. Un giudice che<br />
non vuole condannare ma Amare e quindi in ogni modo vuole con tutto il<br />
cuore che seguiamo i suoi comandamenti. Ma per il nostro duro cuore legato<br />
al mondo ci da dei giudici uomini perché noi amiamo metterci nei guai e ci<br />
consegniamo ai giudici umani che non sempre sono integri.<br />
Quindi sarebbe meglio non allontanarci dai suoi comandi prima di essere<br />
consegnati ai giudici umani che non sempre sono veritieri e giusti. Uno solo è il<br />
giudice Gesù vero Agnello immolato tutto intero per noi per Amore.<br />
I giudici quando danno le sentenze sono sempre corretti o fanno come<br />
vogliono loro? Rimane sempre un mistero<br />
Gesù preghiamo per tutte quelle persone che hanno subito tutte queste<br />
violenze, ragazzi che sono stati umiliati interiormente, maltrattati fisicamente e<br />
nel loro cuore. Oggi c’è molta rabbia. Tu Gesù sei il solo giudice che potrai dar<br />
loro affetto, speranza e voglia di vivere; dar loro la forza di guardare avanti<br />
con tanta fede.<br />
48
O Signore, fa che non ci sia in me il desiderio di giudicare gli altri perché è<br />
facile vedere i difetti degli altri ed esprimere giudizi, ma è difficile riconoscere<br />
le nostre miserie. Fa che i giudizi più severi io li possa riservare a me stesso<br />
poiché tu hai detto che giudicandoci noi severamente saremo più pronti ad<br />
entrare nel Regno dei cieli.<br />
Fa che i nostri giudici possano prendere esempio da te e dalle tue leggi,<br />
illuminali con la tua parola ed evita che innocenti possano patire ingiuste<br />
condanne. Fa che il giudizio finale ci trovi tutti pronti a godere <strong>della</strong> tua luce e<br />
del tuo Amore.<br />
Sono contenta di essere qui con voi e spero che il Signore possa darmi la forza<br />
di seguire questo cammino. Voglio migliorare la mia vita.<br />
Giustizia andiamo sempre alla ricerca di questa, perché crediamo di ricevere<br />
sempre dei torti. Invece si dovrebbe vivere sopportando questi torti per poi<br />
rimetterli alla misericordia di Dio ed aspettare la sua giustizia.<br />
Questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> mi fa meditare sul modo di agire di Mosè che ha<br />
anche lui bisogno di consiglieri e <strong>della</strong> guida suprema che è il Signore. E penso<br />
ancora alla nostra vita di tutti i giorni, ai momenti di bisogno nei quali<br />
chiediamo subito aiuto a Dio e ai cari più vicini per un consiglio.<br />
Questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> mi ha portato a riflettere su una realtà di<br />
fondamentale importanza: la famiglia.<br />
Nella famiglia i genitori e i figli traggono la forza per andare avanti e superare<br />
ogni difficoltà grazie all’amore che li lega. Si impara ad amare e condividere<br />
con gli altri quanto è necessario e a non pretendere tutto per sé. Ricordiamo<br />
che anche Gesù è vissuto in una famiglia ed ha diviso tutto con loro.<br />
Questa sera desidererei pregare Dio per le nostre famiglie affinché le tenga<br />
salde e unite in un tempo in cui sembrano vacillare; l’incomprensione, la<br />
mancanza di dialogo, poco tempo per conversare, per ascoltare.<br />
San Paolo in una lettera scritta ai primi cristiani dell’Asia Minore, invita i figli<br />
ad obbedire ai genitori in tutto in quanto ciò è gradito al Signore. Allo stesso<br />
tempo invita i genitori a non esasperare i figli affinché non si perdano di<br />
coraggio. Dalla famiglia si impara a rispettare come fratelli tutti gli uomini. Dal<br />
cuore di una madre si trae la forza di chi porta la pace laddove vi è un<br />
conflitto, di chi nel sacrificio insegna con coraggio il bene e persevera lungo la<br />
strada <strong>della</strong> carità fraterna.<br />
49
Mi hanno colpito tre frasi stasera.<br />
- “Il popolo viene da me per consultare Dio” Essere strumenti di Dio.<br />
Noi siamo mezzi e mai fini, a volte ce ne dimentichiamo. Ci esponiamo<br />
parlando come se possedessimo la verità, invece dovremmo sempre mettere<br />
tutte le questioni nelle mani del Signore e farci guidare da lui.<br />
- “Il compito è troppo pesante per te solo” Condividere.<br />
Dio si trova nella comunione, nella condivisione, nel confronto. Essere aperti<br />
agli altri significa ascoltare la voce di Dio.<br />
- “Sceglierai uomini integri…” Santità<br />
Leggendo queste parole mi viene in mente la frase “chi è senza peccato scagli<br />
la prima pietra”. Mosé oggi riuscirebbe a scegliere uomini integri tra noi?<br />
Allora mi assale un dubbio, ma poi penso a figure come Giovanni Paolo II,<br />
Madre Teresa e mi torna la serenità; ancora oggi si può fare un cammino di<br />
fede che porta alla santità. Bisogna pregare e crederci!<br />
50
ESODO<br />
CAP XIX<br />
<strong>Parola</strong>: silenzio impercettibile che scende nel cuore degli uomini.<br />
<strong>Parola</strong>: potenza di gloria che investe la storia e la trasforma.<br />
<strong>Parola</strong>: mistero di dono e di accoglienza, di povertà e di obbedienza.<br />
Fuoco: che brucia il peccato dell’uomo ma non consuma la misericordia<br />
infinita del Signore.<br />
Fuoco: fiamma che trascende ciò che è umano e ci fa contemplare la bellezza<br />
del volto divino del Padre.<br />
Fuoco: luce che illumina le tenebre del cuore e dà vita e speranza al cammino<br />
dell’uomo.<br />
Monte: su cui tu Signore sei sceso per donare la tua legge e realizzare la tua<br />
alleanza.<br />
Monte: su cui tu Gesù sei salito per essere “innalzato” perché tutti volgessimo<br />
lo sguardo verso di te.<br />
51
Monte: su cui io cerco di incamminarmi con le mie debolezze e le mie fragilità,<br />
ma con il cuore pieno di gioia quando dall’alto dell’ambone proclamo la tua<br />
<strong>Parola</strong>.<br />
Per tutto questo, Grazie Signore Gesù!<br />
Il popolo israelita attraversa il deserto e si accampa di fronte al monte Sinai.<br />
Qui si manifesta il Signore a Mosè e lo invita a salire per riferire al popolo le<br />
sue parole, cioè che non devono avvicinarsi, motivo per cui si farà una<br />
recinzione. Dio dirà al popolo tutto quello che ha fatto per loro, di come li ha<br />
guidati nel deserto con cura come l’aquila che cura la sua nidiata, con amore e<br />
tenerezza. Come Dio ha guidato il popolo ebraico, anche di noi si cura<br />
teneramente e con amore perché è il padre buono e misericordioso che<br />
perdona le nostre debolezze, le fragilità e le cadute con il sacramento <strong>della</strong><br />
riconciliazione.<br />
Fa o Dio che la nostra sia una fede che illumina e sorregge, che trasformi i<br />
nostri cuori nella sofferenza e nell’umiltà per accettare tutto quello che ci<br />
mandi per provarla.<br />
La parola segno di alleanza tra Dio e gli uomini, ma anche tra gli uomini, tra i<br />
fratelli. Quante cose non dette, date per scontate che portano<br />
all’incomprensione, ai rapporti basati sull’ipocrisia e sulla sopportazione.<br />
Quante volte non si parla perché si crede che bastino le parole <strong>della</strong> moglie<br />
per i figli, o perchè si è preoccupati da altri pensieri.<br />
Il Signore ci comanda di fare deserto per sentire parlare lui, ma la sua parola<br />
scende nei nostri cuori e va poi trasmessa, detta ai fratelli, proprio come Mosè,<br />
a tutti i fratelli, anche quelli più vicini che a volte si dà per scontato che<br />
<strong>cap</strong>iscano senza bisogno di parlare.<br />
O Signore, permettimi di parlare, dire e testimoniare, di ammonire e di<br />
chiedere di parlare agli altri, non certo per curiosità, ma per condivisione e<br />
testimonianza di ciò che tu mi dici. Fa che la tua parola scenda e agisca in me,<br />
nelle mie relazioni interpersonali senza paure e timori. Rendimi coraggiosa e<br />
forte attraverso il tuo Santo Spirito.<br />
Così come tutti spesso ci sentiamo degni di ricevere il Signore, dobbiamo<br />
prima purificarci per renderci degni non con le parole ma nella realtà e nella<br />
concretezza dei fatti. Non bisogna farsi prendere dalla curiosità delle cose ma<br />
essere totalmente fiduciosi e ricchi di fede; bisogna credere ciecamente anziché<br />
avere una cieca curiosità. O Signore fa che tutto questo per me possa essere di<br />
grande esempio.<br />
Gesù, dammi tu un cuore nuovo, un cuore per amare, proteggere e rispettare;<br />
solo tu Gesù potrai leggere nei nostri cuori pieni di tanta cose, a volte anche<br />
vuote, senza speranza. Ma con un poco di luce da seguire ritorna la fiducia e la<br />
52
speranza, la forza di guardare avanti e mettere un punto sul passato. Dire:”C’è<br />
di peggio, ma io ho avuto l’aiuto di Gesù. Grazie.<br />
Qualche giorno fa ho appreso la notizia che tre ragazzi hanno dato fuoco a un<br />
indiano che dormiva su una panchina <strong>della</strong> stazione. Non trovo le parole per<br />
poter descrivere i sentimenti provati per un simile gesto, posso solo pregare il<br />
Signore Gesù affinché possa aiutare tutti i fratelli che non hanno un tetto sotto<br />
cui dormire e un pasto caldo da consumare.<br />
O Signore, fa che purificati possiamo stare in attesa del tuo incontro e che<br />
questo purificarci sia crescita spirituale per noi e per i fratelli. Rendici<br />
consapevoli dei limiti che non dobbiamo superare con la nostra arroganza di<br />
uomini. Fa che gli scienziati, i medici ed i falsi sapienti riconoscano la tua<br />
potenza, i tuoi segni e fa che difendino la vita, sempre ed in ogni momento,<br />
anche quando sembra indegna di essere vissuta. “Io sono la vita” hai detto,<br />
quindi in ogni forma di vita fa che vedano te. Fa anche o Signore, che<br />
l’immensa forza ed energia che hai manifestato sul Sinai possa essere percepita<br />
ancora oggi e che neutralizzi l’energia negativa del male, che sconfigga la<br />
miseria del mondo.<br />
Il deserto del Sinai è una tappa molto importante in quanto segna l’incontro<br />
tra il Signore e il suo popolo, un popolo che appartiene a Dio, destinato a<br />
diventare una “nazione santa”, un regno di sacerdoti con il compito di<br />
consacrare le altre nazioni e di rivelare loro la parola di Dio.<br />
I tuoni, i lampi, il fumo, il fuoco sono segni <strong>della</strong> manifestazione divina. Dio si<br />
rivela attraverso la sua voce ed invita Israele e gli stessi sacerdoti a purificarsi.<br />
Per avvicinarci a Dio dobbiamo liberarci di tutto ciò che è impuro, profano.<br />
Dio ci vuole santi. Gesù Cristo ha versato il suo sangue per la nostra<br />
santificazione. Signore Gesù rigenera il mio cuore peccatore, non permettere<br />
che io ti abbandoni. Temo per tutti gli uomini che oggi negano il tuo nome.<br />
Anch’io a volte agisco come se tu non ci fossi. Aiutami, o Signore nella mia<br />
incredulità! Aumenta la mia fede!<br />
Che magnificenza la “montagna”. Porsi davanti ad essa significa immergersi<br />
nell’immensità che da essa emana. Non possiamo salirci, possiamo solo<br />
contemplare la maestosità. La nostra scala è la purificazione che consente di<br />
liberarci dai pesi ancoranti al suolo e di levarsi verso l’alto da dove Dio si<br />
china per sostenerci. Il nostro sguardo può sollevarsi solo nella misura in cui la<br />
Sua mano potente si piega verso il basso. La consapevolezza dei nostri limiti fa<br />
oltrepassare quello steccato al di là del quale dimora il luogo sacro per<br />
eccellenza in cui l’incontro con Dio è possibile. Quale meraviglia sgorga da<br />
53
questa montagna, da cui Dio per amore misericordioso scende, decidendo di<br />
abbracciare la limitatezza umana e stabilendo un’alleanza di salvezza.<br />
E’ faticoso salire in alto, e specialmente su un monte dove sassi, pietre, dirupi,<br />
rappresentano un pericolo; ma quando ci si arriva è meravigliosamente bello!<br />
Vedere tutto dall’alto, un immenso davanti…. grandioso…. E la voglia di<br />
abbracciarlo tutto. Oggi, Signore, dopo questa spiegazione biblica, ci inviti a<br />
scendere, a non stare in alto, a scendere perfino nel deserto, dove sembra che<br />
non ci sia vita, dove vedi qualche piccolo rilievo, che se lo calpesti sprofonda,<br />
ma che ha la stessa immensità grandiosa; dove, anche se non la vedi, pulsa la<br />
vita. Insegnami Signore a guardare dove non ci sono altezze, dove non sembra<br />
esserci vita, dove c’è tristezza, dove magari non c’è sorriso eppure c’è la vita,<br />
dove ci sei tu…<br />
Dio padre avendo creato l’uomo ha cercato di fare <strong>cap</strong>ire la Bellezza <strong>della</strong> sua<br />
presenza nel cuore umano, insegnandoli anche con autorità divina, ad essere<br />
ascoltato e seguito. Ma il cuore dell’uomo non è sempre attento e spesso si<br />
perde. La grazia di Dio bussa sempre al nostro cuore e grazie a lui e al grande<br />
deserto usciamo purificati, beatificando e ringraziandolo del suo grande<br />
amore.<br />
E’ ormai da più di tre anni che ho iniziato questo meraviglioso cammino verso<br />
te, mio Signore, mi hai fatto conoscere cosa significa il bisogno del fratello. Mi<br />
hai purificato e continui a purificarmi piano piano come tu solo sai fare dal<br />
mio orgoglio, dal mio egoismo e dalla voglia di mostrarmi. Ho <strong>cap</strong>ito che<br />
camminando con te tutte le nebbie si diradano, e tutto ciò che è buono è<br />
diventato luce. Certo i momenti di sconforto, magari perché non <strong>cap</strong>ito dal<br />
fratello, mi fanno soffrire. Ma cosa vuoi farci, anche tu hai sofferto e tanto per<br />
noi. Dammi da oggi e per sempre la forza di dare sempre tanto. Ti ringrazio o<br />
Signore, che metti la tua parola nella bocca di padre Gaspare e ti ringrazio per<br />
questa parola che io metto in pratica giorno per giorno. Fa che veda sempre<br />
nel fratello il tuo volto e che tu tramite il fratello mi possa parlare.<br />
Leggendo questo <strong>cap</strong>itolo ho notato il continuo mettere a confronto il verbo<br />
scendere con il verbo salire. Movimento in tutti e due i casi, ma in verso<br />
opposto. La <strong>Parola</strong> scende in noi, e ci cambia. A questo punto noi possiamo<br />
salire sul monte sacro. O Signore, soffia forte la tua parola, falla penetrare<br />
nella mia carne, fammi bruciare del tuo amore e rendimi <strong>cap</strong>ace di<br />
testimoniarti con la mia vita a tutti ma soprattutto a chi non ti vuole<br />
conoscere.<br />
54
Quello che mi ha colpito di più oggi è che tante cose parlano di Gesù, tutto<br />
porta alla resurrezione del Signore. Signore che hai saputo tenere tutto insieme<br />
il tuo popolo sotto i piedi <strong>della</strong> montagna, ad aspettare la tua parola, fa che<br />
anche la tua chiesa sia sempre unita, preghiamo per questa unità.<br />
55
ESODO<br />
CAP XX<br />
Di fronte alla potenza <strong>della</strong> tua <strong>Parola</strong> mi sento piccolo come un bambino<br />
desideroso di sbramarsi al “latte spirituale” poiché “dolce al mio palato è la<br />
tua <strong>Parola</strong>”-<br />
La tua parola genera altre 10 parole: i comandamenti. Comandi per noi da<br />
osservare scrupolosamente con timore e tremore, ma da parte tua Signore,<br />
doni che attendi a braccia aperte.<br />
E ogni Domenica, giorno santo <strong>della</strong> tua risurrezione, ci ritroviamo attorno<br />
all’altare, mensa eucaristica, da cui si sprigiona forza d’amore e a cui tutto<br />
ritorna in quel pane e quel vino che divengono il Corpo e il Sangue del tuo<br />
Figlio Gesù.<br />
Donaci, Signore, di essere voce profetica nella Chiesa, voce potente come di<br />
tromba per chi non vuole ascoltare e voce soave, come miele di favo<br />
sfavillante per chi ama e vive la tua <strong>Parola</strong>. Amen.<br />
56
Stasera la rilettura delle 10 parole date da Dio a Mosé mi provoca <strong>della</strong><br />
tristezza perché guardando alla realtà in cui viviamo, avverto la necessità di<br />
una loro conoscenza e comprensione. Valore assoluto <strong>della</strong> vita, rispetto <strong>della</strong><br />
dignità di ogni persona sembrano, di questi tempi, valori sorpassati, antichi,<br />
presi come siamo dalla paura di perdere, egoisticamente, i nostri privilegi<br />
individuali. Altro pensiero è quello relativo alla centralità dell’altare <strong>della</strong><br />
celebrazione. Aver sentito la necessità e l’urgenza <strong>della</strong> celebrazione <strong>della</strong><br />
messa, è stata una scoperta gioiosa del mio cammino di fede, e sentire come il<br />
Signore abbia stabilito tutto ciò con Mosé e Israele, è ancora più motivante per<br />
il mio cammino. L’esperienza <strong>della</strong> comunione e condivisione <strong>della</strong> preghiera e<br />
dell’Eucarestia rende forti e pronti, ma umanamente <strong>cap</strong>ita a volte di non<br />
partecipare degnamente. Ti chiedo quindi Signore di permettermi di<br />
continuare a ricercarti e trovarti in qualsiasi modo tu voglia manifestarti e di<br />
riuscire ad agire sempre secondo la tua volontà.<br />
Spesso nel sostenere di amore il prossimo si cade nella banalità di adorare se<br />
stessi. Ma come riconoscere il prossimo in un mondo in cui pare che ad un<br />
gesto di tendere la mano si riceve, di solito, un insulto o un gesto di inimicizia<br />
o di rancore sociale? Eppure Dio ci dà una norma imperiosa: ama il tuo<br />
prossimo! E come ogni norma essa contiene in se stessa il metodo per attuarle.<br />
E certamente è li per essere trovata. Spero, anzi sono certo che con il Suo aiuto<br />
mi sarà facile trovarla.<br />
E’ vero, non possiamo negare quanta attualità c’è nel libro sacro <strong>della</strong> Bibbia.<br />
E’ fantastico scoprire che leggendo un brano più volte scopri sempre nuovi<br />
concetti, spiegazioni fondamentali, valori unici, principi fondamentali che ne<br />
fanno sembra ombra di dubbio il libro più importante che abbiamo in<br />
bacheca. Il decalogo è uno di quei brani che, banalmente mi viene da dire,<br />
sarebbe importante rileggerlo e approfondirlo nelle scuole; e ricordare a questi<br />
giovani pieni di tanti miti e colmi di false verità, che gli idoli che hanno<br />
adorato, o il mondo che immaginano quale il “Grande fratello”, hanno<br />
basamenti di argilla quindi in pericolo di cadute incontrollabili. E’ bello<br />
quando leggo che bisogna che l’uomo si semplifichi, si spogli dei<br />
condizionamenti per permettersi di immolarsi completamente nel Signore. Una<br />
bella canzone di Biagio Antonacci chiuderebbe così: “Il cielo ha una porta sola,<br />
aprila!”<br />
O Signore, mio unico Dio che hai liberato il tuo popolo dall’Egitto, liberaci<br />
dalla schiavitù del peccato e dall’ipocrisia. Fa che anche quelli che non<br />
credono abbiano dentro di loro il timore di te e poter proclamare con<br />
coraggio il tuo amore e tuoi comandamenti.<br />
57
Stupenda è la parola del Signore. Sempre attuale e rivelatrice di eternità. E’ il<br />
limite contro cui cozzano tutte le nostre azioni. Da essa si parte e ad essa si<br />
arriva! E’ una spada che pungola e recide. Indica il tragitto da intraprendere,<br />
sollecitando ogni qualvolta ci si ferma e scrosta dal nostro cuore ciò che non<br />
appartiene a Lui, ciò che è inutile per il nostro essere. Signore, la tua bontà<br />
misericordiosa hai riversato sin dalla notte dei tempi. Tu sapevi che tua<br />
creatura avrebbe assunto dignità solo attraverso la forza dello Spirito che<br />
trasuda dalla tua <strong>Parola</strong>. L’ascolto di essa diventa fondamentale per chiunque<br />
che, rendendosi conto <strong>della</strong> propria nullità, fragilità, coglie l’opportunità di<br />
scoprire l’unica verità a cui vale la pena abbandonarsi.<br />
Dio che si china verso l’uomo per aiutarlo a vivere con gli altri uomini per<br />
muoversi insieme verso di Lui.<br />
“Avete visto che vi ho parlato dal cielo.”<br />
Quando ero giovane, ancora una ragazza pensavo che mai avrei potuto<br />
sentire la tua voce. Le mie orecchie del cuore erano chiuse e tutto ciò che era<br />
no per me diventa sì e viceversa. Quanta testardaggine! Quanta incredulità!<br />
Cosa ha cambiato tutto? Cosa ha reso il mio cuore docile? Il mio orecchio<br />
attento? “Vi ho parlato dal cielo!” me lo dici ancora una volta e ogni giorno<br />
mi parli dal cielo, vieni qui in basso dal tuo cielo per parlarmi, per parlare ad<br />
ogni uomo e ci ripeti ancora di non temere, anche se la tua voce tuona e apri<br />
il cuore con i tuoi fulmini per incenerire i nostri idoli.<br />
Divieni Signore unico Signore del mio sabato, divieni l’altare <strong>della</strong> mia vita da<br />
dove partiamo per ritornare, quando vuoi tu, a te. Grazie Signore perché ci<br />
parli e non ti stanchi di parlare all’uomo.<br />
O Signore, fa che possa rispettare le tue leggi, fa che le comprenda nel giusto<br />
modo e fa che il mondo le rispetti. Fa che gli uomini non si trincerino dietro le<br />
leggi per non fare, per non aiutare i fratelli. La legge deve essere al servizio<br />
degli uomini. Gesù con la sua venuta ha sconvolto la legge ebraica, almeno in<br />
parte, perché prioritaria era la salvezza dell’uomo - O Dio, liberaci dalle<br />
imposture, fa che regni solo la legge dell’Amore; fa inoltre ch’io possa<br />
sperimentare ancora le tue manifestazioni e che il tuo Amore ed il tuo timore<br />
mi preservino dal peccato.<br />
58
ESODO<br />
CAP XXI<br />
Dubbi nascono nel cuore dell’uomo sentendo questa <strong>Parola</strong> di vendetta, di<br />
sfruttamento, di mancato perdono.<br />
Dubbi suscita “l’occhio per occhio, dente per dente”. La moglie e la figlia<br />
trattate come schiave o peggio animali.<br />
I dubbi, o Signore, tu li trasformi, con la tua <strong>Parola</strong> ed il tuo esempio in<br />
“certezze” di vita:<br />
− la morte diventa vita;<br />
− la vendetta si trasforma in perdono;<br />
− la guerra viene annientata e nella croce si aprono orizzonti di pace;<br />
− le ferite vengono curate dalle tue gloriose ferite che spandono guarigione e<br />
salvezza.<br />
L’odio viene tramutato in amore ed il rancore nella pace del cuore.<br />
59
La libertà di cui si dice ci appartenga al momento <strong>della</strong> nostra nascita, ci viene<br />
tolta allo stesso momento per poi poterla riacquistare con un cammino di fede<br />
e con l’incontro con Nostro Signore.<br />
Quante analogie tra il Vecchio Testamento e il Vangelo. Ma mi viene in mente<br />
particolarmente l’immagine del montone rubato che si sgozza, lo si vende e si<br />
deve pagare quattro volte il suo valore. Ecco che penso a Zaccheo che dice al<br />
Signore “Se ho frodato qualcuno gli darò quattro volte di quanto gli ho preso.<br />
Signore ti prego fa che ne io né i miei fratelli ci appropriamo delle cose altrui.<br />
Correzione fraterna e libertà sono le parole che mi hanno colpita stasera.<br />
Penso che nel volere di Dio siano collegate, tra loro interrelate, e non si può<br />
prescindere da una o dall’altra se si vuole seguire Gesù. La lettura cristologica<br />
di questo <strong>cap</strong>itolo rende ancora più salde le mie certezze sulla cura del<br />
prossimo, sull’aiuto nostro per il suo recupero in caso di errori e crimini.<br />
I fatti di cronaca di questi giorni suscitano paure ma sicuramente muovono a<br />
considerazioni più responsabili sulla nostra libertà di testimoniare, agire e<br />
comportarci, senza arrivare all’immediata condanna del fratello.<br />
60
ESODO<br />
CAP XXII<br />
A volte pensiamo di risolvere i nostri problemi solo con la discussione in<br />
comunità, e questo è importante ed è il primo passo.<br />
Ma dopo l’incontro c’è il rischio di ritornare nelle proprie cose, senza che<br />
realmente la <strong>Parola</strong> di Dio abbia dato una risposta alla nostra vita.<br />
La riflessione personale scritta è un modo per dire: “sono stato qui, ti ho<br />
ascoltato Signore, e lascio queste parole come impegno di cambiare vita”.<br />
Il <strong>cap</strong>itolo 22 dell’<strong>Esodo</strong> mi mette di fronte a tante realtà. Posso essere io il<br />
ladro di turno, la vergine molestata, la vedova e il forestiero maltrattato,<br />
l’usuraio che approfitta <strong>della</strong> povertà del fratello, il bestemmiatore o colui che<br />
va dai maghi per risolvere i propri problemi.<br />
Questa <strong>Parola</strong> entra nella mia vita e quante parole diventano preghiera, o<br />
Signore.<br />
Allontana da me ogni tentazione, fammi scegliere sempre il bene poiché tu<br />
agisca sempre, dove e come vuoi tu. Non farmi deviare dalle tue strade,<br />
indicami il cammino da seguire.<br />
61
Ad ognuno di noi il Signore ha dato tanti doni: la vista, l’udito, il tatto, la<br />
parola. Come vengono usati questi meravigliosi doni? Molto spesso se ne fa un<br />
uso improprio. Anche questo secondo me è rubare.<br />
Signore aiutami ad essere più onesta e aperta ai Tuoi insegnamenti.<br />
Vorrei che tutte le parole finora dette e lette potessero essere vissute.<br />
Le regole sono importanti nella vita: questo il messaggio che le parole del<br />
<strong>cap</strong>itolo 22 mi hanno trasmesso. Stabilire le regole significa dare ordine alle<br />
azioni quotidiane, imparare a discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è,<br />
ciò che è bene da ciò che è male. Le regole ci guidano nel nostro cammino e ci<br />
aiutano a rispettare sia noi stessi che gli altri, lasciandoci la libertà <strong>della</strong> scelta<br />
naturalmente.<br />
Tra tutte le leggi che abbiamo visionato stasera l’unica che mi ha sensibilizzato<br />
di più è quella degli immigrati. Spesso ci lasciamo guidare dall’istinto di<br />
conservazione dei propri beni, delle proprie terre, delle proprie usanze, e ci<br />
lanciamo in assurde e gratuite affermazioni molto sterili e riduttive su questa<br />
povera gente. A me <strong>cap</strong>ita tutte le mattine andando al lavoro a Marinella di<br />
vedere queste persone che vagano in strada senza meta, senza obiettivi, senza<br />
sapere cosa fare e dove andare. Anch’io prima giudicavo a cuor leggero la<br />
nullità del loro non fare senza cercare di <strong>cap</strong>ire il dramma del loro passato del<br />
loro vissuto. Ed ecco invece che giorno per giorno, vedendo la stessa scena,<br />
piano piano mi mettevo al loro posto, nelle loro stesse condizioni. Risultato?<br />
Terribile! Ho cambiato subito li mio punto di vista, ho <strong>cap</strong>ito davvero che la<br />
vita degli uomini è uguale per tutti e che la dignità <strong>della</strong> persona è un valore<br />
che Dio ha dato a tutti. Cerchiamo di vedere questi nostri fratelli veramente<br />
come figli dell’unico nostro stesso Signore.<br />
Carità è la parola che da tempo mi sento nell’animo come impegno. Spesso mi<br />
chiedo cosa e come io possa agire per fare carità. Ma sento che l’accoglienza, il<br />
perdono, l’ascolto e la celebrazione <strong>della</strong> Tua <strong>Parola</strong> Signore, siano i momenti<br />
preparatori per questo cammino.<br />
Questo <strong>cap</strong>itolo oggi mi dice che da sempre hai chiamato tutti a queste opere<br />
e che ancora oggi ce n’è tanto bisogno.<br />
Continua, Signore, a suscitare in noi attimi di riflessione sulla tua <strong>Parola</strong>, su<br />
quello che vuoi dirci ogni momento, nelle cose che ci accadono, nelle persone<br />
che incontriamo per permetterti di operare attraverso noi.<br />
62
“Non ritarderai l’offerta che riempie il tuo granaio.” Pietà Signore, pietà<br />
poiché nel nostro granaio c’è tanto. Insegnaci Signore a condividere, a non<br />
tirarci indietro quando qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, <strong>della</strong> nostra<br />
parola. Facci coraggiosi tuoi testimoni nella vita di ogni giorno, facci voce per<br />
coloro che non hanno voce in <strong>cap</strong>itolo, per i piccoli, gli ammalati, per chi ha<br />
perso e perde sempre. Per chi non sa parlare o non ha i mezzi per difendersi<br />
dagli oppressori. Mettici Signore nelle tue mani e dalle tue mani facci partire.<br />
Il Campo: mi ha colpito tanto questa parola che io collego al cuore. Ecco,<br />
scrutare il nostro cuore ogni tanto è vedere cosa rimane dell’Amore che si<br />
promette al prossimo, o delle promesse che si fanno e poi non si mantengono.<br />
Allora scrutiamo il campo del nostro cuore e aiutiamo chi è in difficoltà.<br />
Il <strong>cap</strong>itolo ventiduesimo dell’<strong>Esodo</strong> cita una serie di norme da rispettare, tra<br />
queste l’appello finale sull’essere santi. Israele non deve cibarsi di carne<br />
sbranata in quanto impura perché in essa è ancora contenuto il sangue simbolo<br />
<strong>della</strong> vita. In chiave cristologica il sangue dell’animale sbranato mi fa pensare<br />
al sangue di Gesù, Agnello Immacolato, versato per la nostra salvezza. Egli ci<br />
ha lavato dalla nostra colpa originaria ridandoci la vita eterna.<br />
Signore Gesù aiutami a vivere secondo la tua santa legge, a detestare ogni<br />
peccato e a confidare sempre nella tua infinita misericordia. Sii per me luce per<br />
i miei passi, nutrimento per il mio corpo, farmaco per i miei peccati.<br />
La bellezza straordinaria di Nostro Dio Padre non è solo il creato, l’universo,<br />
ma è soprattutto la <strong>Parola</strong> di Dio che con i suoi insegnamenti e parabole<br />
manifesta al suo popolo una vita docile di fratellanza. Scegliere il bene significa<br />
ancora oggi vivere una vita di serenità e di pace nonostante le contrarietà.<br />
63
ESODO<br />
CAP XXIII<br />
La giustizia coglie il cuore dell’uomo e lo invita a confidare nel giudizio verace<br />
di Dio.<br />
La giustizia quando è “uguale per tutti” massifica e rende l’uomo<br />
“insignificante”. La giustizia vede Dio guardare il cuore di “ognuno “ di noi,<br />
l’uomo viene reso tale, cioè “uomo” con la sua dignità di “essere umano” e di<br />
“figlio di Dio”.<br />
La giustizia fa volgere il nostro sguardo al Cristo crocifisso, condannato<br />
“ingiustamente”, dove a decidere non è stato un giudice giusto, ma un popolo<br />
iniquo.<br />
La giustizia mi fa pregare e ricordare i giudici dei nostri giorni, Falcone,<br />
Borsellino e tutti quelli che per amore <strong>della</strong> giustizia hanno versato il loro<br />
sangue per rendere il nostro mondo più “mondo”, fatto di uomini veri e di<br />
idee.<br />
La giustizia mi ricorda S. Giuseppe, definito uomo giusto, di cui domani<br />
ricordiamo la festa. Ci aiuti Lui ad essere santi e irreprensibili davanti a Dio e<br />
agli uomini. Amen.<br />
64
In fondo il Signore che sempre ci dà, che cosa ci chiede, che cosa vuole da noi?<br />
Che gli ubbidiamo, che ci aiutiamo uno con l’altro e che possiamo fare<br />
qualcosa per quelli che sono più deboli di noi. Ed io prego sempre il mio<br />
angelo custode di portare un po’ di conforto a coloro che soffrono ed io nel<br />
mio piccolo poter dare il mio contributo per gli altri, che non sono lontani ma<br />
molto vicini.<br />
Spesso siamo superbi e non ascoltiamo perché pensiamo di essere<br />
autosufficienti, ma come dei bambini abbiamo sempre bisogno dell’angelo<br />
custode.<br />
Il dono mi impegna a vivere la festa, a vivere la giustizia. Il dono! Quanti doni<br />
Signore mi hai fatto! Il dono più grande la vita, che ora assaporo perchè tu<br />
l’hai resa dolce nell’amarezza. Il dono dei figli che mi fai condurre perché tu<br />
stesso mi indichi la via, e poi quanti altri doni! Come un sorriso o una carezza.<br />
Doni che a volte non ho apprezzato, non ho custodito oppure ho buttato via.<br />
Padre buono che apri le braccia solo per donarti, insegnami ad avere cura di<br />
tutti i doni che metti sul mio cammino. Di tutti coloro che hanno bisogno di<br />
conoscerti perché da Gerusalemme possiamo partire verso il mondo anche con<br />
il dono grande <strong>della</strong> preghiera.<br />
L’insegnamento che viene dalla parola di Dio già è scritto nel nostro cuore;<br />
basta custodirla per sentirsi sereni. Però non è sempre così facile praticarla, le<br />
distrazioni, il benessere tante volte ci fanno allontanare da Dio, e non si vive<br />
alla sua bella luce ma avvolti dall’oscurità. Affidiamoci all’angelo custode e<br />
saremo guidati alla salvezza.<br />
“Non accetterai doni perché il dono acceca chi ha li occhi aperti…”<br />
Signore dacci la forza di contrastare sempre la tentazione di cedere a<br />
compromessi, di essere accecati dalla sete di potere; di essere attratti dal<br />
denaro facile. Signore illumina la nostra strada, rafforza la nostra volontà<br />
perché con il prezioso aiuto degli Angeli custodi possiamo agire nel rispetto<br />
<strong>della</strong> giustizia, <strong>della</strong> correttezza, <strong>della</strong> verità.<br />
65
Il <strong>cap</strong>itolo ventitreesimo dell’<strong>Esodo</strong> fa appello all’osservanza del riposo del<br />
settimo giorno in quanto dedicato interamente al Signore. Per noi cristiani il<br />
giorno del Signore è la domenica. Questo giorno per noi esprime riposo,<br />
solidarietà. E’ il giorno in cui si celebra in maniera gioiosa la vittoria di Cristo<br />
sul peccato e sulla morte, è la Pasqua <strong>della</strong> settimana.<br />
Giovanni Paolo II sin dall’inizio del suo pontificato ha ripetuto: “non abbiate<br />
paura di dare il vostro tempo a Cristo!” Noi fedeli discepoli di Gesù cristo<br />
dovremmo avere ben chiaro il concetto del valore irrinunciabile <strong>della</strong><br />
domenica; ognuno di noi dovrebbe affermare con certezza: senza la domenica<br />
io non so vivere.<br />
Stasera la <strong>Parola</strong> del Signore mi ha illuminato riguardo al mio cammino di<br />
fede. Ho finalmente compreso come la celebrazione, la festa vissuta<br />
nell’Eucaristia, ma poi soprattutto testimoniata nella vita in famiglia, nel<br />
lavoro siano la reale offerta dei doni che il Signore ci consegna. Mi vengono in<br />
mente tantissimi episodi <strong>della</strong> mia vita, sia familiare che lavorativa e di<br />
relazione interpersonale che svelano quando è realmente cominciato questo<br />
mio cammino, e come il Signore abbia a poco a poco allontanato “i popoli<br />
nemici” che abitavano nella Terra che Lui ha promesso a me. Faccio memoria<br />
delle volte in cui mi adeguavo alla maggioranza sul modo di pensare e di<br />
vivere, sulla mancanza di libertà nell’esprimere una mia opinione o idea.<br />
Ringrazio il Signore perché mi mette continuamente alla prova, e allo stesso<br />
tempo mi illumina, soprattutto nel mio ruolo di mamma e di insegnante, ora<br />
che seguendo la sua volontà ho pienamente accettato il ruolo di cristiana che<br />
mi impegna, in quanto grandissimo dono di amore e misericordia.<br />
Quanta gioia stasera, Signore; mi hai detto tutto ciò ed io sono riuscita ad<br />
ascoltarti! Concedimi di agire sempre nel bene e di fuggire sempre tutte le<br />
occasioni di allontanamento dalla tua volontà.<br />
Potere allontanare il male che c’è in noi e fuori di noi ci ridona purezza e<br />
felicità; ci riporta ad uno stato ideale in cui tutto ciò che vi è di necessario, di<br />
utile, di pratico e di concreto scade in un materialismo fatto di vuoto; in cui<br />
tutto si sottrae alla vita, tutto ha fine ed inizio, tutto muore continuamente,<br />
giorno per giorno, minuto dopo minuto, per sempre finché la vita dura,<br />
morendo.<br />
66
Leggendo più volte i brani dell’<strong>Esodo</strong> simpaticamente mi <strong>cap</strong>ita sovente di<br />
provare invidia verso un popolo, gli ebrei che, anche se vessati da continui<br />
spostamenti hanno un grande dono: sono il popolo prediletto da Dio e, se<br />
questo è poco, consentitemi di dire una battuta: Che fortuna!<br />
Ci rendiamo conto che questa gente viene guidata per mano come fossero<br />
bambini? Che vengono trasportati, aiutati dall’azione divina nell’intento di<br />
raggiungere un solo, unico obiettivo: la terra promessa? Allora mi chiedo, dato<br />
che con la morte di Gesù fuori da quelle mura siamo stati salvati anche noi,<br />
perché ci opponiamo al mirabile disegno di salvezza, a cotanta bontà di un<br />
Padre che ci guida, ci allontana dai nemici, ci mette persino un angelo a<br />
custodia affinché lo ascoltassimo, ci conduce verso la salvezza. Di contro noi<br />
che facciamo? Abbiamo tutti questi doni, ma ci rifiutiamo di prenderci le<br />
nostre responsabilità nei confronti del creato e delle cose ad esso connesse.<br />
Basterebbe in fondo poco per realizzarci in questo progetto, con espressione<br />
calcistica”basta spingere e farai gol!<br />
Anche stasera come tutte le altre volte ci hai donato la tua <strong>Parola</strong>, o Signore. E<br />
quella di stasera è quanto mai attuale. I temi <strong>della</strong> giustizia, <strong>della</strong> correzione,<br />
<strong>della</strong> santificazione delle feste, dell’essere fedele a te solo a te, sono temi che<br />
ogni essere umano dovrebbe conoscere; solo che vediamo intorno a noi i<br />
nostri fratelli che dimostrano con le loro opere di non conoscerli. Allora noi<br />
che siamo riuniti qui per questa <strong>Scuola</strong> <strong>della</strong> <strong>Parola</strong> pensiamo, anzi siamo sicuri<br />
di avere avuto la verità donata da te, e quindi dobbiamo avere il coraggio di<br />
gridarla ad alta voce ai nostri fratelli, correndo il rischio di essere fuori dai<br />
tempi ma pienamente consapevoli che Tu sei la Via, la Verità e la Vita.<br />
Quanti doni ci elargisci Signore! E noi cosa ti diamo in cambio? Non trovo<br />
niente, ma proprio niente! Signore, aiutami!<br />
67
ESODO<br />
CAP XXIV<br />
Stare alla tua presenza, o Signore, non è obbligo ma un diritto e soprattutto<br />
una gioia. Grazie perché tu sei con noi e rimani sempre con noi.<br />
Ci chiedi questa sera di salire verso il monte, di sognare alto, di non<br />
accontentarci del poco, anche se questo a volte costa, perché non siamo <strong>cap</strong>iti,<br />
aiutaci a non tornare indietro.<br />
Per noi proclami la tua <strong>Parola</strong> solenne ed esigente. “Tutto quello che il Signore<br />
ha detto noi lo faremo”. Aiutaci, o Dio di misericordia, a realizzare in noi il<br />
seme fecondo <strong>della</strong> tua <strong>Parola</strong>.<br />
Dinanzi a te, o Signore, non sono solo. Ho portato con me i miei fratelli, e in<br />
essi trovo forza e coraggio; con essi la tua <strong>Parola</strong> diviene mistero di<br />
comunione.<br />
La tua legge è dolce al mio palato, i tuoi comandi sono la gioia del mio cuore.<br />
Per questo ti rendo lode o mio Dio e rinnovo il mio grande, umile e sincero<br />
Amen.<br />
68
Salire sul monte, la fatica <strong>della</strong> vita! Le diverse forme di sacrificio gradite a te<br />
Signore, la totale donazione a Te e ai fratelli, l’alleanza del sangue, tutto ciò<br />
mi hai detto adesso Signore!<br />
L’Eucarestia ci rende tempio vivente di Dio, il sacrificio dell’Eterna Alleanza ci<br />
dona dignità e libertà. E’ bello scoprire, realizzare, con la lettura di questo<br />
importante <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong>, che il Signore ci permette di vederlo, ci chiama<br />
a sé sul monte e ci libera dalle preoccupazioni e dalle tentazioni. In questo<br />
tempo quaresimale questa lettura dà la risposta alle mille domande, alle mille<br />
prove cui sono sottoposta quotidianamente. La fatica del lavoro fuori casa, di<br />
quello a casa, o anche l’impegno di catechista, sono diversi i sacrifici che ci<br />
chiede il Signore. Ma poi con l’ascolto <strong>della</strong> sua <strong>Parola</strong>, comprendi che Egli è<br />
lì, con te, ti chiama e ti accoglie sempre, basta solo affidarsi alla sua gloria<br />
indicibile. Egli trasforma qualsiasi sofferenza, sacrificio in gloria e gioia.<br />
Offrire se stessi, consumarsi fino alla fine. Ci riuscirò mai, Padre Santo? E’ da un<br />
po’ di tempo che opero in questa direzione senza limiti, sempre disponibile<br />
per i fratelli che hanno bisogno. Mi rendo conto, Signore mio, che a volte non<br />
sempre si è <strong>cap</strong>iti dai fratelli e con i loro atteggiamenti e le loro risposte me ne<br />
rendo conto. Tu hai mandato tuo Figlio che si è donato, consumato tutto per<br />
noi, dando il suo corpo come Agnello sgozzato sull’altare. E’ questa la forza<br />
che mi fa andare avanti anche quando le forze fisiche mancano, umanamente.<br />
Ma penso a te, caro Gesù e riparto.<br />
Si rimane sempre sorpresi per la bellezza di immagini, anche se a volte troppo<br />
crude, che la <strong>Parola</strong> evoca. Il salire verso il monte presuppone un<br />
atteggiamento nuovo, un atteggiamento che trova nello sguardo rivolto verso<br />
l’alto la sua vera dimensione. Non importa quanto sia faticoso il cammino,<br />
perché esso ha in sé il germe <strong>della</strong> gioia profonda. Salire per sedersi ad un<br />
tavolo di comunione che trova la sua benedizione nel corpo spezzato e nel<br />
sangue versato di chi ama senza limiti e senza preclusione.<br />
Siamo chiamati a salire sul monte. E pensare che non è la cosa che preferisco,<br />
forse perché non so cosa mi aspetta, forse perché ho un po’ di paura di te<br />
Signore, il quale sei stato presentato come un Padre severo che castiga. Eppure<br />
ti lasci vedere senza annientarci, ti fai vedere come agnello; ti vediamo<br />
nell’eucarestia, ti vediamo nel nostro cuore, nei fratelli. Come sangue di vita ti<br />
immoli per la nostra salvezza e vieni a riempire quei catini vuoti e vecchi <strong>della</strong><br />
nostra vita. Vieni ancora Signore poiché ogni volta che ti accogliamo ci fai<br />
nuovi, ci doni gioia, ci riempi di ogni bene e ci doni il diritto di essere in te.<br />
69
Mosé sale sul monte Sinai per ricevere direttamente da Dio le tavole di pietra;<br />
la legge e i comandamenti scritti per istruire Israele. Quella del Signore è una<br />
legge d’amore. Dio ha amato così tanto le sue creature da sacrificare il suo<br />
unigenito Figlio Gesù Cristo, il quale scegliendo di morire crocifisso, non<br />
disprezzando il disonore <strong>della</strong> croce, ha redento l’umanità facendosi carico di<br />
tutti i suoi peccati.<br />
Gesù ha amato la croce, attraverso di essa è avvenuta la riabilitazione umana.<br />
E noi, non solo non amiamo la croce, ma pensiamo sia parecchio pesante da<br />
portare e preferiamo la cattiveria, il peccato, l’abbandono, l’oscurità.<br />
O Gesù, apri il mio cuore perché io non mi smarrisca qui sotto la tua croce!<br />
Non permettere che io ti abbandoni. Mi impressiona ciò che si scatena attorno<br />
ai tuoi piedi; ma tu, Signore, aiutami!<br />
Dio con i dieci comandamenti volle dettare al popolo le regole di vita. Ma di<br />
fatto ciò non accade ancora, perché l’uomo continua ad essere peccatore. Per<br />
questo chiediamo perdono al Signore.<br />
Costruire la propria vita nel servizio agli altri è gioia. Davvero non può e non<br />
deve essere un’abitudine andare a cercare Gesù, ma deve essere una gioia; così<br />
come non deve essere obbligo servire la comunità, ma gioia.<br />
Andare a Messa e ricevere Gesù Eucaristia è gioia.<br />
Signore, tu inviti anche me a salire sul monte per contemplare il Tuo volto.<br />
Spesso però mi dimentico di questo e nella mia miseria perdo di vista il tuo<br />
infinito amore per me. Aiutami o Dio a non cadere nella tentazione di sentirmi<br />
sola e di abbandonarmi a quella sottile pigrizia e mancanza di entusiasmo.<br />
Fammi ritrovare la gioia nelle mie fatiche quotidiane, nelle mie difficoltà e<br />
rendi sincero e disinteressato il mio donarmi agli altri.<br />
70
ESODO<br />
CAP XXV<br />
L’arca dell’alleanza mistero di dono e di vita. Custodia <strong>della</strong> tua <strong>Parola</strong> e del<br />
Pane del Cammino. Presenza di Dio con i suoi Santi Angeli.<br />
La tavola <strong>della</strong> presentazione dei Pani, luogo di offerta <strong>della</strong> propria vita.<br />
Presentazione dell’unico popolo al Signore,immagine <strong>della</strong> Mensa Eucaristica i<br />
cui il tuo Figlio si è donato per Amore.<br />
Il candelabro a sette braccia, lampada che sempre arde alla tua presenza,<br />
invito a mantenere accesa la luce <strong>della</strong> fede; sostegno e guida nel cammino<br />
periglioso <strong>della</strong> vita.<br />
La Tua <strong>Parola</strong> Signore, ci invita a diventare cura-dimora di Dio, come lo fu la<br />
Vergine Maria, Arca <strong>della</strong> nuova Alleanza, che ha portato nel suo grembo il<br />
verbo <strong>della</strong> vita. Facci divenire mensa dove offrire il pane dell’amore e <strong>della</strong><br />
solidarietà agli ultimi e poveri <strong>della</strong> terra e fa risplendere la tua luce in noi,<br />
per essere riflesso del mistero di Dio nella nostra tenue e debole vita. Amen.<br />
71
Questo <strong>cap</strong>itolo dell’<strong>Esodo</strong> mi ha portato a riflettere sull’arca, costruita<br />
secondo i suggerimenti del Signore, che doveva custodire il decalogo in<br />
ricordo dell’alleanza del Sinai, ed essere allo stesso tempo il trono di Dio<br />
quando si manifestava al suo popolo e lo confortava con la sua presenza<br />
continua. Dio ci ama e si prende cura di noi così come una madre con il suo<br />
bambino. Siamo noi che ancora non ce ne siamo accorti e dubitiamo <strong>della</strong> sua<br />
presenza. Che aspettiamo?<br />
Gesù, il figlio di Dio ha detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a<br />
me.” La sua legge è scritta nei nostri cuori e non c’è un amico più grande di<br />
Gesù Cristo. Tutte le cose finiscono, ma le opere di Dio durano per sempre.<br />
Gesù vuole stare vicino a noi in ogni istante <strong>della</strong> nostra giornata.<br />
Signore Gesù, aiutami ad accorgermi di te, a riconoscerti in ogni volto e in<br />
ogni circostanza, così ti posso far conoscere a tanti amici che ancora non sanno<br />
come è bella la tua amicizia!<br />
Voglio lodarti Signore per le cose belle che mi hai donato; fa che ti possa<br />
lodare con la mia vita. Hai messo accanto all’arca i cherubini che vegliano la<br />
<strong>Parola</strong> che tu semini ogni giorno in noi. Fa che sia <strong>Parola</strong> viva con la quale ci<br />
facciamo mo<strong>della</strong>re e cambiare; proteggi la parola seminata nella nostra arca<br />
perché non venga trasformata a nostro piacimento o non venga dimenticata.<br />
Fa che possiamo renderla attuale nella nostra vita e nel nostro cammino di<br />
conversione.<br />
Sei benedetto Signore che attraverso i tuoi molteplici segni ci hai trasmesso<br />
tante di quelle cose da lasciarci sempre stupiti. Il numero 7 è la perfezione, e<br />
così ci guidi con la tua luce che trasmetti ad ognuno di noi. E’ segno <strong>della</strong><br />
nostra rinascita, come l’arca dell’alleanza, per sancire questa grande amicizia<br />
con il tuo popolo. Grazie Signore per come ci lasci sempre sorpresi; sia lode a<br />
Te e al tuo Santo Nome; custodisci i nostri cuori e fa che ognuno rifletti per<br />
migliorare la fede e la carità. Amen.<br />
Oh Dio Padre, che con un gesto avresti potuto fare l’Arca dell’Alleanza, hai<br />
voluto che l’uomo costruisse per te la tua Dimora. Quanta fiducia e quanto<br />
amore ci dimostri, e noi come ti ripaghiamo? Con il peccato e con il<br />
tradimento. Eppure tu Padre per mezzo di Nostro Signore Gesù ci perdoni<br />
sempre. Grazie Mio Dio!<br />
72
Gesù, quanta sofferenza c’è nel mondo, noi tutti abbiamo bisogno che tu ci<br />
stai vicino. Proteggici Gesù da tutte queste brutte malattie, da tutte queste<br />
violenze e dalla guerra. Aiuta tutte le persone che rischiano la vita s<strong>cap</strong>pando<br />
dal loro paese e affrontano viaggi disastrosi dove tanti bambini muoiono e<br />
tanti altri annegano. Gesù ho tanto bisogno di te, rafforza la mia fede, ho sete<br />
di te, ho bisogno di sapere che tu ci sei!<br />
In questi giorni ho vissuto delle ore in ospedale; ho visto tanti ammalati ben<br />
curati e custoditi ma nello stesso tempo ho notato qualche vecchietto<br />
abbandonato a se stesso. Gli si leggeva la sofferenza negli occhi, sia per la<br />
malattia che per la mancata assistenza. Bastava una carezza per renderlo felice.<br />
Per questo penso che non bisogna vergognarsi di dire si a Gesù, perché chi<br />
aiuta un ammalato, una persona sofferente, un fratello bisognoso è come se<br />
aprisse il cuore a Gesù. Quindi apriamo i nostri cuori e non diffidiamo <strong>della</strong><br />
misericordia di Dio.<br />
L’immagine del candelabro perennemente acceso al cospetto di Dio nel<br />
Tempio sembra essere la richiesta espressa da Gesù nel Vangelo di essere luce<br />
per il mondo. Vivere <strong>della</strong> luce che è Dio, infiammarsi e illuminarsi di Lui e per<br />
Lui attraverso l’offerta <strong>della</strong> propria vita, dei momenti di prova e di<br />
sofferenza. Diventare pane sull’altare dell’offerta e luce davanti al Signore,<br />
ecco la chiamata di stasera!<br />
Sono stata pane e luce per chi in questi giorni? Mi sono resa luminosa o<br />
piuttosto mi sono nascosta e negata? Aiutami Signore a non cadere nel<br />
nascondimento, a lodarti per tutto quello che mi dai; a pregarti di aiutarmi nei<br />
momenti più tristi, in modo da poter ricevere la Tua luce e diventarne<br />
specchio, come Tu vuoi!<br />
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