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N. 3 luglio - settembre 2006 - Arcidiocesi di Palermo

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Rivista<br />

della Chiesa<br />

Palermitana<br />

ORGANO UFFICIALE<br />

PER GLI ATTI DELL’ARCIDIOCESI<br />

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Direttore Responsabile: Mons. Giuseppe Oliveri


304<br />

ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

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ATTI DELLA CONFERENZA<br />

EPISCOPALE ITALIANA


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ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

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MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA<br />

IN OCCASIONE<br />

DEL 4° CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE<br />

È ormai prossima la celebrazione del 4° Convegno Ecclesiale<br />

nazionale, appuntamento decennale ricco <strong>di</strong> significato nel cammino<br />

della Chiesa italiana, che si colloca nell’orizzonte degli orientamenti<br />

pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Un<br />

valore permanente, il Vangelo, che trasmette all’uomo l’amore<br />

fedele <strong>di</strong> Dio; un contesto che muta profondamente e velocemente,<br />

quello del mondo in cui viviamo e a cui Dio rivolge sempre, anche<br />

oggi, il suo amore. La sfida è quella <strong>di</strong> operare una comunicazione<br />

del Vangelo che sia efficace, che incroci i cammini reali, quoti<strong>di</strong>ani<br />

dell’uomo. Siamo a metà del decennio ed è utile fare un bilancio<br />

della strada percorsa, e rilanciare l’impegno per i prossimi anni. Da<br />

qui il Convegno <strong>di</strong> Verona sul tema Testimoni <strong>di</strong> Gesù Risorto,<br />

speranza del mondo, occasione propizia per qualificare il servizio<br />

che inten<strong>di</strong>amo offrire al Paese proprio come testimoni <strong>di</strong> speranza.<br />

Vorremmo si potesse <strong>di</strong>re anche <strong>di</strong> noi, della Chiesa <strong>di</strong> oggi,<br />

quello che san Luca <strong>di</strong>ce della prima comunità <strong>di</strong> Gerusalemme:<br />

«Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione<br />

del Signore e tutti essi godevano <strong>di</strong> grande simpatia» (At<br />

4,33). La forza <strong>di</strong> questa testimonianza <strong>di</strong>pende dall’esistenza stessa<br />

della comunità e dal suo stile <strong>di</strong> vita, perché «la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima<br />

sola» (At 4,32). L’incontro con Cristo Risorto ha avviato uno stile <strong>di</strong><br />

vita nuovo, ha generato una comunità nuova, “alternativa”. E questa<br />

novità rende cre<strong>di</strong>bile l’annuncio: «Da questo tutti sapranno che<br />

siete miei <strong>di</strong>scepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).<br />

Così era nella Chiesa dei primi tempi; così deve essere nelle<br />

nostre comunità oggi. Abbiamo me<strong>di</strong>tato, in questi mesi <strong>di</strong> prepa-


308 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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razione, la prima lettera <strong>di</strong> Pietro e abbiamo ascoltato che risuscitando<br />

Gesù dai morti, Dio ci ha rigenerati «per una speranza viva,<br />

per un’ere<strong>di</strong>tà che non si corrompe, non si macchia e non marcisce»<br />

(1Pt 1,3-4). È proprio questa speranza che dobbiamo testimoniare, e<br />

non solo con le parole; una speranza che accompagna e sostiene<br />

l’evangelizzazione. Bisogna che le nostre comunità vengano<br />

realmente trasformate dall’incontro con il Risorto e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

manifestino uno stile <strong>di</strong> vita alternativo. Proprio su questo ci<br />

confronteremo al Convegno <strong>di</strong> Verona.<br />

Nella preparazione del Convegno sono stati evidenziati cinque<br />

“ambiti” dell’esistenza, nei quali la presenza – e reciprocamente<br />

l’assenza – della speranza cristiana produce frutti visibili e<br />

riconoscibili. Sono gli ambiti della vita affettiva, del lavoro e della<br />

festa, della fragilità umana, della tra<strong>di</strong>zione e della citta<strong>di</strong>nanza. A<br />

Verona ci interrogheremo per una verifica della vita delle nostre<br />

comunità, per in<strong>di</strong>viduare atteggiamenti e scelte che devono derivare<br />

dalla speranza che scaturisce dalla fede nel Risorto e per rilanciare<br />

l’impegno e la passione per un’esistenza cristiana matura, capace <strong>di</strong><br />

dare motivi <strong>di</strong> speranza a tutti gli uomini.<br />

Nel Vangelo si legge <strong>di</strong> Gesù che, vedendo molta folla, «si<br />

commosse per loro perché erano come pecore senza pastore, e si<br />

mise a insegnare loro molte cose» (Mc 6,34). Allo sguardo commosso<br />

del Signore, alla sua parola e ai suoi gesti <strong>di</strong> amore siamo<br />

debitori della consolazione e della speranza che ci fa vivere come<br />

<strong>di</strong>scepoli. Siamo “stranieri e pellegrini” sulla terra, nella quale rimaniamo<br />

per pochi anni, sperimentando limiti e incertezze; nello<br />

stesso tempo «la nostra patria è nei cieli e <strong>di</strong> là aspettiamo come<br />

salvatore il Signore Gesù Cristo» (Fil 3,20). Ma tutto questo non ci<br />

allontana dall’impegno per la città terrena; al contrario, ci permette<br />

<strong>di</strong> camminare e operare sulla terra senza lasciarci con<strong>di</strong>zionare<br />

dall’ambizione, dall’interesse, dal bisogno ansioso <strong>di</strong> prevalere. Chi<br />

possiede una speranza incorruttibile può aprirsi serenamente agli<br />

altri senza paura. Questa è la nostra vocazione.<br />

E tuttavia, quando verifichiamo con sincerità la nostra esperienza<br />

<strong>di</strong> vita, siamo costretti a misurare dolorosamente, ogni giorno,


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

309<br />

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quanto le paure e le seduzioni della vita possano offuscare la nostra<br />

speranza e irrigi<strong>di</strong>re il nostro cammino. Per questo la parola <strong>di</strong><br />

promessa del Signore si trasforma in motivo <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong><br />

conversione, <strong>di</strong> riforma. La percezione della <strong>di</strong>stanza che esiste tra<br />

ciò che cre<strong>di</strong>amo e il modo concreto <strong>di</strong> vivere delle nostre comunità<br />

non ci avvilisce – sappiamo <strong>di</strong> portare il tesoro della fede nei vasi<br />

d’argilla della nostra debolezza – ma al contrario ci stimola a<br />

rivolgere sempre <strong>di</strong> nuovo lo sguardo al Signore, per trovare in lui il<br />

desiderio e la forza della conversione.<br />

Lo facciamo per noi, certamente, per essere più autentici nella<br />

nostra fede; ma lo facciamo per la società intera. Sappiamo, infatti,<br />

che la speranza <strong>di</strong> cui siamo portatori non ci appartiene: appartiene a<br />

tutti gli uomini. Come a tutti gli uomini appartiene l’amore <strong>di</strong> Dio<br />

che ci è donato. Sappiamo <strong>di</strong> essere semplici testimoni, chiamati a<br />

in<strong>di</strong>care una strada <strong>di</strong> pienezza della vita: la fede nell’amore <strong>di</strong> Dio,<br />

la scelta dell’amore del prossimo, la pienezza della reciprocità<br />

nell’amore fraterno, una speranza, fondata sulla promessa <strong>di</strong> Dio,<br />

che va oltre la morte.<br />

Nel <strong>di</strong>scernimento che faremo a Verona terremo presente la<br />

riflessione che le nostre comunità sono andate sviluppando in questi<br />

mesi <strong>di</strong> preparazione al Convegno. Lo faremo con la voce dei<br />

delegati, che nelle nostre Chiese particolari e nei vari organismi e<br />

aggregazioni ecclesiali sono stati designati a rappresentare l’intera<br />

comunità cattolica italiana, riuniti attorno ai suoi Pastori. Potremo<br />

incontrare il Santo Padre Benedetto XVI, che verrà a Verona a<br />

confermarci nella fede, a <strong>di</strong>rci parole <strong>di</strong> coraggio e illuminazione su<br />

come vivere nella gioia il nostro essere <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo e a<br />

celebrare con noi nella <strong>di</strong>vina Eucaristia il mistero supremo della<br />

fede. Lo salutiamo e lo ringraziamo fin d’ora per il dono della sua<br />

presenza, rinnovando i nostri sentimenti <strong>di</strong> affetto e <strong>di</strong> fedeltà.<br />

Chie<strong>di</strong>amo anche a quanti non saranno presenti fisicamente <strong>di</strong><br />

seguire i lavori del Convegno con attenzione e partecipazione<br />

ecclesiale e <strong>di</strong> accompagnarli con la preghiera; lo chie<strong>di</strong>amo in<br />

particolare alle comunità <strong>di</strong> vita contemplativa. Tutti insieme invochiamo<br />

dal Signore, me<strong>di</strong>atrice Maria madre della speranza, la ca-


310 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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pacità <strong>di</strong> illuminare con il Vangelo ogni domanda e ogni attesa che<br />

nutrirà le giornate <strong>di</strong> Verona.<br />

Quando i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù «si trovavano insieme nello stesso<br />

luogo» (At 2,1) il dono dello Spirito fu comunicato loro in abbondanza.<br />

Così possa accadere anche a Verona e da lì irra<strong>di</strong>arsi per ogni<br />

città e paese della nostra Italia.<br />

Roma, 18 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong>


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

311<br />

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CONSIGLIO PERMANENTE<br />

Roma, 18-20 Settembre <strong>2006</strong><br />

COMUNICATO FINALE<br />

La sessione autunnale del Consiglio Permanente si è svolta a<br />

Roma dal 18 al 20 <strong>settembre</strong>, presso la sede della Conferenza Episcopale.<br />

I vescovi hanno inviato un telegramma <strong>di</strong> solidarietà e affetto<br />

al Santo Padre Benedetto XVI, a seguito delle ingiustificate<br />

reazioni che hanno fatto seguito alla lezione su fede e ragione da lui<br />

tenuta all’Università <strong>di</strong> Regensburg. Al centro dei lavori, il prossimo<br />

4° Convegno Ecclesiale nazionale (Verona, 16-20 ottobre <strong>2006</strong>) e<br />

una approfon<strong>di</strong>ta riflessione su Caritas Italiana e Caritas <strong>di</strong>ocesane<br />

alla luce dell’Enciclica Deus caritas est. Tra gli altri argomenti<br />

trattati, vanno ricordati: l’approvazione del Messaggio per la<br />

Giornata per la Vita per l’anno 2007; una prima riflessione sul<br />

Congresso Eucaristico nazionale, la cui celebrazione è stata fissata<br />

per il 2011; l’approvazione del tema e delle modalità <strong>di</strong> svolgimento<br />

della 45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a<br />

Pistoia e Pisa dal 18 al 21 ottobre del 2007. I vescovi, inoltre, hanno<br />

rivolto un particolare e affettuoso saluto al Card. Tarcisio Bertone,<br />

già membro del Consiglio Permanente, che dal 15 <strong>settembre</strong> è stato<br />

chiamato da Benedetto XVI ad assumere l’incarico <strong>di</strong> Segretario <strong>di</strong><br />

Stato.<br />

1. La piena solidarietà al Papa<br />

e la convinta adesione al suo magistero<br />

Nel rinnovare a Benedetto XVI la propria gratitu<strong>di</strong>ne per<br />

l’illuminato e prezioso magistero con cui anche in questi ultimi mesi


312 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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ha esercitato il suo ruolo <strong>di</strong> Pastore universale, con particolare<br />

riferimento alle recenti visite in Polonia, a Valenza, in occasione<br />

della Giornata mon<strong>di</strong>ale delle famiglie, e soprattutto nella sua<br />

Baviera, i presuli del Consiglio Permanente della CEI, associandosi<br />

alle parole del Presidente Card. Camillo Ruini, hanno inviato al<br />

Santo Padre un telegramma in cui hanno espresso, a nome dei<br />

vescovi italiani e della comunità ecclesiale, affettuosa vicinanza e<br />

filiale partecipazione alla sofferenza per le incomprensioni e le<br />

reazioni che hanno fatto seguito alla splen<strong>di</strong>da “lezione” tenuta all’Università<br />

<strong>di</strong> Regensburg. Nel <strong>di</strong>battito, che abitualmente segue la<br />

prolusione del Presidente, i vescovi hanno altresì sottolineato la<br />

“sorpresa e il dolore” per interpretazioni e commenti che hanno<br />

voluto vedere espressioni offensive verso la religione islamica in alcuni<br />

passaggi del <strong>di</strong>scorso dove, invece, si intendeva evidenziare<br />

come dalla fede, correttamente intesa, non può derivare alcuna<br />

logica <strong>di</strong> violenza. Il Pontefice, infatti, ponendo al centro del suo<br />

<strong>di</strong>scorso l’affermazione fondamentale che è “necessario e ragionevole<br />

interrogarsi su Dio per mezzo della ragione” e che “non agire<br />

secondo ragione è contrario alla natura <strong>di</strong> Dio”, ha tracciato un<br />

percorso che interpella tutti, credenti e non, e offre un comune<br />

terreno <strong>di</strong> confronto che sta alla base del <strong>di</strong>alogo tra culture, tra<strong>di</strong>zioni<br />

e religioni. In questo modo, sostengono i vescovi, Benedetto<br />

XVI ha in<strong>di</strong>cato una ulteriore via al <strong>di</strong>alogo tra fede e ragione e tra<br />

le stesse religioni, in piena continuità con il magistero dei suoi<br />

predecessori e in particolare <strong>di</strong> Giovanni Paolo II. A tal proposito i<br />

vescovi esortano a me<strong>di</strong>tare e assimilare in profon<strong>di</strong>tà tali<br />

in<strong>di</strong>cazioni teologiche e pastorali, che riguardano il legame tra la<br />

ragione umana e la fede; esse certamente potranno favorire la libertà<br />

religiosa e dare nuovo slancio al <strong>di</strong>alogo tra le religioni e all’amicizia<br />

tra i popoli.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

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2. Il complesso orizzonte internazionale<br />

I vescovi, nell’invitare la comunità ecclesiale ad innalzare la<br />

preghiera per la pace in tutto il mondo, hanno manifestato la loro<br />

apprensione per la persistente crisi in Me<strong>di</strong>o Oriente e, in particolare,<br />

per la recente tensione tra il Libano e Israele che ha fatto<br />

maturare una risoluzione dell’ONU e che sta impegnando significativamente<br />

anche l’Italia in una missione volta al ripristino <strong>di</strong> una<br />

pacifica convivenza. Nell’auspicare una reale e stabile soluzione dei<br />

conflitti in questi territori, i presuli rimarcano inoltre la necessità <strong>di</strong><br />

costruire con tenacia e perseveranza un assetto complessivo del<br />

Me<strong>di</strong>o Oriente, con il fattivo contributo <strong>di</strong> tutti gli Stati <strong>di</strong> quest’area,<br />

degli Organismi internazionali e delle gran<strong>di</strong> nazioni. Rimane<br />

grande preoccupazione per la costante offensiva del terrorismo<br />

internazionale; per i conflitti nel Darfur, nello Sri Lanka, in Somalia<br />

e per il futuro del Congo e dell’Uganda; per le violazioni della<br />

libertà religiosa in varie parti del mondo e per la violenza e la<br />

persecuzione che sembra crescere contro i cristiani, come le condanne<br />

a morte in Indonesia e l’assassinio <strong>di</strong> suor Leonella Sgorbati a<br />

Moga<strong>di</strong>scio. Invitano le comunità a fare memoria <strong>di</strong> questa religiosa<br />

nella preghiera e a raccoglierne la testimonianza <strong>di</strong> servizio al<br />

Vangelo e ai fratelli, facendo tesoro delle sue parole <strong>di</strong> perdono.<br />

3. Alla vigilia del 4° Convegno Ecclesiale nazionale a Verona<br />

Nell’imminenza della celebrazione del 4° Convegno Ecclesiale<br />

nazionale, che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre, i vescovi hanno<br />

voluto rimarcare con sod<strong>di</strong>sfazione la corale e motivata attenzione e<br />

il forte coinvolgimento delle comunità ecclesiali nel cammino<br />

preparatorio. Il Convegno, come quelli che l’hanno preceduto, è<br />

chiamato a scan<strong>di</strong>re il cammino della Chiesa in Italia in stretta<br />

connessione con le vicende della società ed è proteso a favorire una<br />

rinnovata missionarietà nel mutato quadro ecclesiale e culturale. In<br />

particolare, in piena sintonia con le osservazioni fatte dal Car<strong>di</strong>nale<br />

Presidente nella sua Prolusione, i vescovi hanno riba<strong>di</strong>to come


314 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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occorra interagire con l’emergere <strong>di</strong> una nuova “questione<br />

antropologica”, con la crescente interrelazione tra i continenti e tra<br />

le civiltà, con l’esigenza <strong>di</strong> una più forte comunione ecclesiale e <strong>di</strong><br />

una più significativa incidenza dei cattolici nella “cultura pubblica”.<br />

Per i vescovi, inoltre, il persistere <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ffusa mentalità<br />

soggettivistica e l’aggravarsi della deriva etica, come anche la costante<br />

insi<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una secolarizzazione che tocca anche la Chiesa,<br />

sono in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> un contesto che chiede una più luminosa e coerente<br />

testimonianza <strong>di</strong> tutte i membri del popolo <strong>di</strong> Dio, con particolare<br />

attenzione alla presenza e al ruolo dei cristiani laici. Nel richiamare<br />

il lavoro <strong>di</strong> preparazione al Convegno, il Card. Dionigi<br />

Tettamanzi, Presidente del Comitato preparatorio, ha potuto mostrare<br />

come l’opzione metodologico-contenutistica dell’articolazione<br />

dei temi in cinque ambiti (affetti, lavoro e festa, fragilità, tra<strong>di</strong>zione,<br />

citta<strong>di</strong>nanza) abbia incontrato un ampio e generalizzato consenso;<br />

ciò lascia intuire sviluppi interessanti per il superamento <strong>di</strong> talune<br />

prassi pastorali frammentate e settoriali. Apprezzata, inoltre,<br />

l’articolazione del cammino preparatorio nelle cinque tappe che<br />

hanno scan<strong>di</strong>to l’ultimo anno <strong>di</strong> avvicinamento al Convegno: cinque<br />

eventi che hanno proposto in modo originale e <strong>di</strong>namico le<br />

tematiche degli ambiti, con lo specifico obiettivo <strong>di</strong> mantenere vive<br />

a livello locale l’attenzione e la tensione verso il Convegno. Si<br />

delinea così un superamento del tra<strong>di</strong>zionale schema convegnistico<br />

(relazioni, <strong>di</strong>scussione, gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, documenti conclusivi…) in<br />

favore <strong>di</strong> modalità più vivaci e coinvolgenti. Nel riferirsi alla<br />

prossima celebrazione del Convegno, i vescovi hanno espresso<br />

gratitu<strong>di</strong>ne e apprezzamento per le relazioni pervenute dalle se<strong>di</strong>ci<br />

Regioni ecclesiastiche, sintesi dei cammini <strong>di</strong>ocesani, e per i<br />

contributi inviati da istituti <strong>di</strong> vita consacrata e da aggregazioni<br />

ecclesiali e organismi nazionali. Da tali contributi emerge l’auspicio<br />

<strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> credenti con il “volto <strong>di</strong> famiglia, costruita<br />

attorno alla domenica, forte delle sue membra più deboli, in cui le<br />

<strong>di</strong>verse generazioni si frequentano, dove tutti hanno citta<strong>di</strong>nanza e la<br />

vivono nel mondo”. Infine, i vescovi, ribadendo l’importanza del<br />

lavoro nei gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, hanno espresso l’auspicio che il<br />

Convegno possa costituire una reale occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong><br />

partecipazione e i convegnisti si possano esprimere liberamente,


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

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interpretando il loro ruolo <strong>di</strong> protagonisti e delegati capaci <strong>di</strong> delineare,<br />

in piena comunione con i loro pastori, i futuri orizzonti culturali<br />

e pastorali della Chiesa italiana.<br />

4. La testimonianza della carità alla luce<br />

della Deus caritas est<br />

A trentacinque anni dalla fondazione <strong>di</strong> Caritas Italiana, i vescovi<br />

hanno voluto con<strong>di</strong>videre, sulla base del messaggio dell’Enciclica<br />

Deus caritas est, un’approfon<strong>di</strong>ta riflessione per valutarne la<br />

situazione e le prospettive <strong>di</strong> crescita. L’ampio e dettagliato resoconto<br />

delle iniziative e delle strutture operanti sul territorio nazionale<br />

e internazionale ha confermato l’impegno <strong>di</strong> un organismo pastorale<br />

che promuove con determinazione la testimonianza della<br />

carità della comunità ecclesiale italiana “in forme consone ai tempi e<br />

ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia<br />

sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con<br />

prevalente funzione pedagogica”. Da qui la variegata e complessa<br />

attività che, nel concreto della vita <strong>di</strong> ogni Caritas <strong>di</strong>ocesana,<br />

coinvolge comunità parrocchiali, volontari, strutture pastorali e<br />

iniziative specifiche come la promozione <strong>di</strong> Centri <strong>di</strong> ascolto, <strong>di</strong><br />

Osservatori delle povertà e <strong>di</strong> Laboratori Caritas parrocchiali, per<br />

sostenere il volontariato e i servizi-segno, il confronto con le realtà<br />

<strong>di</strong> promozione umana presenti sul territorio, la costruzione <strong>di</strong> percorsi<br />

formativi e educativi. Riguardo al servizio pastorale alle<br />

Chiese locali in ambito europeo, dopo la significativa presenza e<br />

attività nei Balcani, cresce la richiesta <strong>di</strong> accompagnamento e <strong>di</strong><br />

promozione alla testimonianza della carità da parte delle Caritas<br />

dell’est Europa. Infine, è costante il servizio alle Chiese nel mondo,<br />

con gli interventi in emergenza e il coor<strong>di</strong>namento degli interventi<br />

delle Caritas <strong>di</strong>ocesane, a cui si affianca la realizzazione <strong>di</strong> progetti<br />

<strong>di</strong> promozione dello sviluppo, la tutela dei <strong>di</strong>ritti, la presenza <strong>di</strong><br />

giovani operatori in situazioni <strong>di</strong> conflittualità (Caschi Bianchi) e,<br />

infine, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e l’educazione<br />

alla mon<strong>di</strong>alità. Progetti e realizzazioni, affermano i vescovi, che


316 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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manifestano il carattere ecclesiale della carità, per cui “il vero soggetto<br />

delle varie Organizzazioni cattoliche che svolgono un servizio<br />

<strong>di</strong> carità è la Chiesa stessa”, e il cui “profilo specifico” è contrassegnato<br />

dalla gratuità. Confermando, quin<strong>di</strong>, l’impegno <strong>di</strong> animazione<br />

e promozione della carità, i vescovi concordano su importanti<br />

prospettive che, alla luce della prima Enciclica <strong>di</strong> Benedetto XVI,<br />

riguardano il cammino <strong>di</strong> Caritas italiana e delle Caritas <strong>di</strong>ocesane:<br />

l’avvio <strong>di</strong> un tavolo permanente <strong>di</strong> riflessione e approfon<strong>di</strong>mento<br />

socio-pastorale per raccordarne maggiormente l’impegno anche a<br />

vantaggio <strong>di</strong> una più esplicita pastorale organica; l’elaborazione <strong>di</strong><br />

“un piano formativo globale Caritas” in grado <strong>di</strong> sollecitare la<br />

presenza <strong>di</strong> animatori che, oltre ad un’adeguata preparazione<br />

professionale, siano attenti alla “formazione del cuore”, al percorso,<br />

quin<strong>di</strong>, che riguarda la fede, la spiritualità e le ragioni del proprio<br />

servizio; l’accompagnamento e la cura delle Caritas <strong>di</strong>ocesane, in<br />

particolare delle più deboli, per la realizzazione del mandato <strong>di</strong><br />

promozione e <strong>di</strong> animazione; una rinnovata progettazione sociopastorale<br />

in or<strong>di</strong>ne alla promozione, al coor<strong>di</strong>namento e al lavoro in<br />

rete delle varie espressioni caritative della Chiesa; e, infine, il<br />

sostegno a una corretta progettualità e presenza nella più ampia<br />

<strong>di</strong>mensione europea.<br />

5. La 45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani,<br />

il prossimo Congresso Eucaristico nazionale,<br />

il 50° della Fidei donum<br />

I vescovi hanno approvato definitivamente il tema, la sede, la<br />

data, le linee fondamentali del programma e quin<strong>di</strong> le modalità <strong>di</strong><br />

svolgimento della 45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che<br />

verterà su “Il bene comune oggi: un impegno che viene da lontano”<br />

e si svolgerà, a cento anni dalla sua prima e<strong>di</strong>zione, a Pistoia e Pisa.<br />

È la quarta volta che si de<strong>di</strong>ca la Settimana Sociale al tema del bene<br />

comune e l’attuale formulazione intende essere un invito a fare<br />

memoria “costruttiva” del contributo offerto dai cattolici italiani per<br />

il bene comune del nostro Paese nel corso <strong>di</strong> tutto il XX secolo e un<br />

incoraggiamento ai laici nei confronti dell’impegno sociale e


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

317<br />

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politico. Per tale impegno, sostengono i vescovi, occorre una<br />

formazione specifica che orienti le nuove generazioni al senso della<br />

responsabilità e della presenza attiva nella società ripartendo<br />

dall’idea fondamentale <strong>di</strong> bene comune, che non va confuso con il<br />

“bene totale”. La trattazione <strong>di</strong> questo argomento potrà avere riflessi<br />

importanti sul tema della laicità, sui problemi della biopolitica e<br />

della democrazia. Il programma prevede due momenti: la prima<br />

sessione, a Pistoia, dove si svolse la prima Settimana, il 18 ottobre<br />

del 2007, con una relazione storica sui cento anni delle Settimane<br />

Sociali, a cui seguiranno due comunicazioni, una sulla figura <strong>di</strong><br />

Giuseppe Toniolo e l’altra sull’impatto della prima Settimana<br />

Sociale su quel territorio e su quella Chiesa locale. Nei giorni<br />

seguenti, fino al 21 ottobre, a Pisa, città legata alla figura <strong>di</strong> Toniolo,<br />

sono previste quattro sessioni ciascuna con una relazione centrale e<br />

quattro interventi programmati, a cui seguirà il <strong>di</strong>battito.<br />

Prossimamente sarà <strong>di</strong>stribuito un sussi<strong>di</strong>o per presentare l’evento e<br />

per suggerire i primi approfon<strong>di</strong>menti del tema scelto e nel corso<br />

dell’anno 2007 saranno avviati due seminari preparatori.<br />

Il Consiglio Permanente ha poi stabilito che il 25° Congresso<br />

Eucaristico nazionale sarà celebrato nell’anno 2011. Questa data<br />

corrisponde al 120° anniversario del primo Congresso Eucaristico<br />

nazionale, celebrato a Napoli nel 1891. Il tempo che separa dalla<br />

celebrazione potrà permettere un’adeguata preparazione, per avviare<br />

poi un percorso triennale – <strong>di</strong>ocesano, regionale e nazionale –, come<br />

utilmente sperimentato anche nell’ultimo appuntamento <strong>di</strong> Bari. Per<br />

il tema ci si lascerà illuminare dall’attesa Esortazione Apostolica<br />

post-sinodale sull’Eucaristia.<br />

In vista del cinquantesimo anniversario della pubblicazione<br />

dell’Enciclica Fidei donum, i vescovi hanno approvato il progetto <strong>di</strong><br />

un documento sulla ricezione in Italia della stessa Enciclica. Il<br />

nuovo documento potrà aiutare le comunità a rileggere cinquant’anni<br />

<strong>di</strong> una entusiasmante storia <strong>di</strong> missione dei sacerdoti<br />

<strong>di</strong>ocesani italiani nel mondo, feconda anche per il martirio <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci<br />

dei suoi protagonisti, e che saprà suscitare un rinnovato cammino <strong>di</strong><br />

impegno missionario ad gentes negli o<strong>di</strong>erni mutati contesti<br />

ecclesiali.


318 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

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6. Le istanze e le problematiche del Paese<br />

Nell’ottica <strong>di</strong> offrire il proprio contributo al bene del Paese, i<br />

presuli, oltre ad auspicare rapporti più sereni e costruttivi tra Governo<br />

e opposizione, a partire dalla riflessione sulla Carta Costituzionale,<br />

hanno chiesto che vengano affrontati con decisione i no<strong>di</strong><br />

strutturali dell’economia nazionale, per assicurare consistenza e<br />

durata alla ripresa e dare quin<strong>di</strong> futuro al Paese. A questo proposito,<br />

la sollecitu<strong>di</strong>ne dei pastori chiede che la prossima legge finanziaria,<br />

in riferimento alle nuove generazioni e alle famiglie, contenga<br />

provve<strong>di</strong>menti adeguati come la ripartizione del carico fiscale in<br />

rapporto al numero dei figli, interventi a favore dell’acquisto della<br />

casa per le giovani coppie, il sostegno agli asili nido e alla scuola<br />

materna, l’attenzione al Mezzogiorno. Non tralasciano, inoltre, <strong>di</strong><br />

richiamare quanti hanno responsabilità nel campo della cultura,<br />

dell’educazione e della comunicazione perché, insieme alla Chiesa<br />

stessa, possano sostenere pubblicamente le ragioni <strong>di</strong> un costante e<br />

quanto mai urgente lavoro formativo ed educativo.<br />

A riguardo delle linee cellulari staminali <strong>di</strong> origine embrionale,<br />

come già aveva fatto il Car<strong>di</strong>nale Presidente nella Prolusione, i<br />

vescovi non solo hanno riba<strong>di</strong>to “la più ferma deplorazione” per la<br />

decisione del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea <strong>di</strong> prevedere<br />

finanziamenti comunitari per la ricerca che implica la <strong>di</strong>struzione<br />

<strong>di</strong> embrioni, ma hanno anche nuovamente espresso il loro<br />

rammarico che tra i cattolici e tra quanti con<strong>di</strong>vidono una corretta<br />

concezione antropologica prevalgano a volte logiche <strong>di</strong> partito lì<br />

dove invece sarebbe richiesta un’adesione concreta a quei “principi<br />

non negoziabili” che devono orientare le decisioni proprio <strong>di</strong> chi ha<br />

responsabilità politiche. In questa linea, continuano i vescovi, va<br />

anche tutelata e promossa la famiglia fondata sul matrimonio,<br />

“respingendo senza ambiguità le ipotesi e proposte <strong>di</strong> riconoscimento<br />

giuri<strong>di</strong>co pubblico delle unioni <strong>di</strong> fatto”, come anche<br />

giusta attenzione va data al problema delle “<strong>di</strong>chiarazioni anticipate<br />

<strong>di</strong> trattamento”, dove il rifiuto dell’accanimento terapeutico e il<br />

principio <strong>di</strong> autodeterminazione non possono essere anteposti al<br />

rispetto della vita del paziente.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

319<br />

—————————————————————————————————<br />

In riferimento alle iniziative del Governo per la regolarizzazione<br />

e le nuove norme per la concessione della citta<strong>di</strong>nanza, i vescovi<br />

ricordano che il <strong>di</strong>battito sull’immigrazione dovrà ispirarsi<br />

sempre al fondamentale principio che i <strong>di</strong>ritti umani vanno riconosciuti<br />

ad ogni persona e al contempo alla necessità imprescin<strong>di</strong>bile<br />

<strong>di</strong> realizzare una vera integrazione. Infine, oltre alla richiesta <strong>di</strong> uno<br />

sforzo convergente per la riduzione degli incidenti sul lavoro, come<br />

pure <strong>di</strong> quelli stradali, i vescovi hanno auspicato che il recente<br />

indulto sia completato da interventi per sostenere un adeguato<br />

reinserimento sociale <strong>di</strong> coloro che ne hanno beneficiato, come<br />

anche per rafforzare la tutela della sicurezza dei citta<strong>di</strong>ni e la<br />

prevenzione contro ogni forma <strong>di</strong> delinquenza.<br />

7. Adempimenti statutari, pareri e approvazioni<br />

Nel corso dei lavori i vescovi hanno approvato il Messaggio<br />

per la Giornata per la vita per l’anno 2007 dal titolo “Amare e desiderare<br />

la vita”, che sarà pubblicato prossimamente. In riferimento<br />

al progetto pastorale “Parrocchia e famiglia”, promosso dalla<br />

Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, conclusa la fase <strong>di</strong><br />

sperimentazione, il Consiglio Permanente ha ringraziato coloro che<br />

hanno contribuito alla buona riuscita <strong>di</strong> tale iniziativa e ha invitato a<br />

fare sintesi dell’esperienza con sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgativi, per far rifluire le<br />

positive acquisizioni <strong>di</strong> questi anni all’interno dei percorsi or<strong>di</strong>nari<br />

delle Chiese locali.<br />

Nel corso dei lavori assembleari i vescovi hanno accolto l’istanza<br />

<strong>di</strong> ammissione nella Consulta Nazionale delle Aggregazioni<br />

Laicali della Confederazione delle Confraternite delle <strong>di</strong>ocesi d’Italia<br />

e hanno approvato lo statuto della Consociazione nazionale dei<br />

gruppi donatori <strong>di</strong> sangue “Fratres” delle Misericor<strong>di</strong>e d’Italia e<br />

mo<strong>di</strong>fiche allo statuto dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.<br />

Il Consiglio Permanente, inoltre, ha approvato alcune mo<strong>di</strong>fiche<br />

relative al sistema della previdenza integrativa prevista per il<br />

sostentamento del clero e nuove modalità <strong>di</strong> erogazione del contributo<br />

ai preti Fidei donum. Si è, infine, deliberato un incremento


320 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

—————————————————————————————————<br />

percentuale del valore del punto per il sostentamento del clero per<br />

l’anno 2007 pari al 2,2 % rispetto all’anno precedente.<br />

8. Nomine<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente ha nominato:<br />

- Mons. Piergiuseppe VACCHELLI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Cremona,<br />

Sottosegretario della CEI e Presidente del Comitato per gli interventi<br />

caritativi a favore del Terzo Mondo<br />

- Mons. Mauro RIVELLA, dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Torino, Direttore<br />

dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuri<strong>di</strong>ci<br />

- Mons. Giuseppe PELLEGRINI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Verona, Direttore<br />

dell’Ufficio Nazionale per la cooperazione tra le Chiese<br />

- Mons. Paolo GIULIETTI, dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Perugia - Città<br />

della Pieve, Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale<br />

giovanile<br />

- Rag. Giuseppe CALCAGNO, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Roma, Tesoriere<br />

della Fondazione Migrantes<br />

- Don Angelo Maria ODDI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Frosinone - Veroli -<br />

Ferentino, Vicario del Cappellano Coor<strong>di</strong>natore Nazionale della<br />

Polizia <strong>di</strong> Stato<br />

- Mons. Ugo UGHI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Fano - Fossombrone -<br />

Cagli - Pergola, Vice-Assistente ecclesiastico generale dell’Azione<br />

Cattolica Italiana<br />

- Don Giuseppe MASIERO, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Padova, Assistente<br />

ecclesiastico nazionale del Settore Adulti dell’Azione Cattolica Italiana<br />

- Don Jean Paul LIEGGI, dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bari - Bitonto,<br />

Assistente ecclesiastico nazionale per la Branca Rover - Scolte dell’Associazione<br />

Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI)<br />

- Don Stefano CAPRIO, dell’ arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Foggia – Bovino,<br />

Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Italiana Guide e<br />

Scouts d’Europa Cattolici della Federazione dello Scoutismo Europeo<br />

(AIGSEC)<br />

- Don Edoardo RICEVUTI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Camerino - San


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

321<br />

—————————————————————————————————<br />

Severino Marche, Assistente ecclesiastico nazionale per la Branca<br />

Lupetti dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici<br />

della Federazione dello Scoutismo Europeo (AIGSEC)<br />

- Don Giuseppe CAVOLI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Fano - Fossombrone -<br />

Cagli - Pergola, Assistente ecclesiastico nazionale per la Branca<br />

Esploratori dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />

Cattolici della Federazione dello Scoutismo Europeo (AIGSEC)<br />

- Fr. Gerardo PASQUINELLI, dei Fratelli <strong>di</strong> Nostra Signora della<br />

Misericor<strong>di</strong>a, Assistente ecclesiastico nazionale per la Branca<br />

Coccinelle dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />

Cattolici della Federazione dello Scoutismo Europeo (AIGSEC)<br />

- Don Giuseppe BRATTI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Belluno – Feltre, Assistente<br />

ecclesiastico nazionale per la Branca Guide dell’Associazione<br />

Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici della Federazione<br />

dello Scoutismo Europeo (AIGSEC)<br />

- Don Fabio GOLLINUCCI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Trieste, Assistente<br />

ecclesiastico nazionale per la Branca Scolte dell’Associazione Italiana<br />

Guide e Scouts d’Europa Cattolici della Federazione dello<br />

Scoutismo Europeo (AIGSEC)<br />

- P. Paul Louis RAFANOMEZANTSOA, della Compagnia <strong>di</strong><br />

Gesù, Coor<strong>di</strong>natore nazionale della pastorale per i cattolici malgasci<br />

in Italia.<br />

* * *<br />

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi il<br />

18 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong> in concomitanza con i lavori del Consiglio<br />

Episcopale Permanente, ha proceduto alle seguenti nomine:<br />

- S.E. Mons. Sergio GORETTI, Vescovo emerito <strong>di</strong> Assisi -<br />

Nocera Umbra - Gualdo Ta<strong>di</strong>no, membro della Commissione Episcopale<br />

per l’ecumenismo e il <strong>di</strong>alogo<br />

- Membri del Comitato per la valutazione dei progetti <strong>di</strong> interventi<br />

a favore dei beni culturali ecclesiastici: Don Giorgio<br />

CARINI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> San Benedetto del Tronto - Ripatransone -<br />

Montalto; Don Gaetano COVIELLO, dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Bari - Bitonto;<br />

Mons. Tiziano GHIRELLI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Reggio Emilia -


322 ATTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

—————————————————————————————————<br />

Guastalla; P. Gabriele INGEGNERI, dell’Or<strong>di</strong>ne Frati Minori Cappuccini;<br />

Don Valerio PENNASSO, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Alba; Don Stefano<br />

RUSSO, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ascoli Piceno e Direttore dell’Ufficio<br />

Nazionale per i beni culturali ecclesiastici<br />

- Assistenti Ecclesiastici presso l’Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore: Don Daniel BALDITARRA, della Compagnia <strong>di</strong> San Paolo<br />

(sede <strong>di</strong> Milano); Don Giorgio BEGNI, dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano<br />

(sede <strong>di</strong> Milano); Don Paolo Angelo BONINI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Albenga - Imperia (sede <strong>di</strong> Roma); Don Bernar<strong>di</strong>no PESSANI,<br />

dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano (sede <strong>di</strong> Roma); Don Ambrogio PISONI,<br />

dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano (sede <strong>di</strong> Milano); Don Mario NEVA, della<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brescia (sede <strong>di</strong> Brescia).<br />

La Presidenza ha inoltre dato il proprio gra<strong>di</strong>mento alle seguenti<br />

nomine:<br />

- P. Gianromano GNESOTTO, della Congregazione dei Missionari<br />

<strong>di</strong> San Carlo (Scalabriniani), Direttore Nazionale dell’Ufficio<br />

per la pastorale degli immigrati esteri in Italia della Fondazione<br />

Migrantes<br />

- Don Luciano CANTINI, della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Livorno, Direttore<br />

Nazionale dell’Ufficio per la pastorale dei fieranti e dei circensi<br />

della Fondazione Migrantes<br />

- P. Bruno MIOLI, della Congregazione dei Missionari <strong>di</strong> San<br />

Carlo (Scalabriniani), consulente della Fondazione Migrantes<br />

Roma, 23 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong>


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

323<br />

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ATTI DEL<br />

CARDINALE ARCIVESCOVO


324<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

325<br />

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´<br />

CINQUANTESIMO<br />

DELL’ISTITUTO OBLATE DI NAZARETH<br />

Francavilla Fontana, 2 Luglio <strong>2006</strong><br />

1. La parola <strong>di</strong> Dio che abbiamo ascoltato canta il trionfo della<br />

vita sulla morte, della guarigione sull’infermità, della gioia sul<br />

dolore, della santità sul peccato, della salvezza integrale dell’uomo,<br />

nell’anima e nel corpo, nel tempo e nell’eternità.<br />

È il trionfo <strong>di</strong> Gesù, nostro Redentore e Salvatore, che nella<br />

guarigione dell’emorroissa e nella risurrezione della figlia <strong>di</strong> Giairo<br />

abbiamo contemplato come il me<strong>di</strong>co delle anime e dei corpi, il<br />

vincitore del peccato e della morte, la risurrezione e la vita.<br />

È il trionfo dell’amore <strong>di</strong> Gesù che si curva sulle sofferenze<br />

umane donando speranza e garantendo un futuro senza fine. Rinnoviamo<br />

la nostra fede in lui: è la fede – come ha detto Gesù all’emorroissa<br />

– che ci salva.<br />

2. In questa prospettiva <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amore, che inneggia alla<br />

vita e accende la speranza, vogliamo celebrare e vivere l’evento<br />

giubilare dell’Istituto Religioso Oblate <strong>di</strong> Nazareth nel cinquantesimo<br />

della sua istituzione.<br />

Il pensiero va spontaneamente anzitutto al venerato Fondatore,<br />

S.E. Mons. Alberico Semeraro, dal 1948 al 1978 Vescovo <strong>di</strong> Oria, al<br />

quale mi lega il vincolo sacramentale e in<strong>di</strong>struttibile dell’or<strong>di</strong>nazione<br />

episcopale e della successione apostolica, un vincolo<br />

che ora mi unisce all’attuale suo e mio successore, S.E. Mons. Michele<br />

Castoro, che saluto con fraterno affetto.<br />

Fu un’intuizione carismatica, quella <strong>di</strong> Mons. Semeraro, accesa<br />

dalla sua brillante e straor<strong>di</strong>naria intelligenza e dal suo profondo<br />

spirito <strong>di</strong> fede, attraverso la me<strong>di</strong>tazione e la preghiera davanti al<br />

Tabernacolo e all’immagine della Madonna della Fiducia da lui<br />

tanto amata.


326<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

—————————————————————————————————<br />

Un’intuizione lungimirante, maturata nel sacrificio e nella<br />

sofferenza, nella pazienza e nella costanza, con tenacia e con perseveranza,<br />

per amore alla Chiesa, alla sua Chiesa particolare <strong>di</strong> Oria e<br />

alla Chiesa universale.<br />

Un’intuizione profetica, realizzata con la grazia dello Spirito<br />

Santo e con la collaborazione intelligente, creativa, operosa e instancabile<br />

<strong>di</strong> Madre Filomena Gallo e <strong>di</strong> tante altre giovani , pronte a<br />

<strong>di</strong>re gioiosamente e generosamente il proprio “sì” alla chiamata del<br />

Signore.<br />

3. La denominazione, scelta dal Fondatore, “Oblate <strong>di</strong> Nazareth”,<br />

esprime il carisma dell’Istituto: l’intima unione con Cristo,<br />

nella donazione totale a lui per <strong>di</strong>ventare ed essere vivi e docili<br />

strumenti del suo amore, nello spirito della Santa Famiglia <strong>di</strong> Nazareth,<br />

operando nei <strong>di</strong>versi ambiti della vita della Chiesa, nel silenzio,<br />

nel raccoglimento e nel nascon<strong>di</strong>mento.<br />

Il suo fine è quello <strong>di</strong> dare gloria a Dio me<strong>di</strong>ante la santificazione<br />

dei suoi membri attraverso l’esercizio della carità soprattutto<br />

verso quanti, come i bambini e gli anziani, hanno più bisogno <strong>di</strong><br />

assistenza, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> donazione.<br />

Come tutte le opere <strong>di</strong> Dio, l’Istituto è sorto a somiglianza del<br />

piccolo granello <strong>di</strong> senape, che <strong>di</strong>venta una pianta dai rami sempre<br />

più estasi. Ora è più vivo che mai.<br />

Ebbe l’inizio ufficiale cinquant’anni fa come oggi, il 2 <strong>luglio</strong><br />

1956, con la prima Professione Religiosa. Si sviluppò come istituzione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ocesano, fino ad essere approvata e <strong>di</strong>chiarata <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto pontificio dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II il 1°<br />

maggio 1984 e a ottenere la personalità giuri<strong>di</strong>ca con Decreto del<br />

Presidente della Repubblica nel 1989.<br />

Limitata in un primo tempo alla sola Diocesi <strong>di</strong> Oria (a Oria, a<br />

Uggiano, a Campomarino, a Francavilla Fontana), si estese ben<br />

presto in Italia (ad Alberobello, a Martina Franca, a Roma). Con<br />

rapida espansione missionaria oggi è presente in Brasile, in Africa<br />

(Nigeria), in In<strong>di</strong>a, nelle Filippine a servizio dell’evangelizzazione e


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

327<br />

—————————————————————————————————<br />

´<br />

della promozione umana. Si è avverato quanto è scritto nel motto<br />

episcopale del Fondatore “Spes messis in semine”: la speranza della<br />

messe è nel seme.<br />

È stato un seme fecondo, e lo stesso Mons. Semeraro ne ha<br />

in<strong>di</strong>cato il segreto: “Siamo chicchi <strong>di</strong> frumento, seminati da Dio nel<br />

terreno del mondo e destinati anche a consumarci in una sofferenza;<br />

a volte silenziosa e nascosta, a volte manifesta e visibile, per<br />

svilupparci in prepotente germoglio e poi in spiga matura”.<br />

A ragione, nel suo testamento spirituale con squisita delicatezza<br />

il Fondatore definisce le Oblate: “il fiore più umile e più<br />

prezioso del mio episcopato, che nel corso degli anni si è trasformato<br />

in frutto fecondo <strong>di</strong> preziose attività caritative e pastorali in<br />

tutti gli svariati campi che la celeste Provvidenza, <strong>di</strong> tempo in<br />

tempo, vi ha affidato”.<br />

E in realtà delle Oblate Mons. Semeraro è stato padre provvido,<br />

guida spirituale saggia e sicura, <strong>di</strong>rettore spirituale illuminato e<br />

illuminante: basti leggere i suoi scritti e le sue lettere <strong>di</strong>rette a loro,<br />

ricche <strong>di</strong> sapienza cristiana e <strong>di</strong> stimolanti considerazioni ascetiche,<br />

ora più vivo che mai.<br />

4. Giunge, pertanto, a tutti noi l’invito del salmista: “Cantate<br />

inni al Signore, o suoi fedeli, rendete grazie al suo santo nome”. E<br />

da lui accogliamo anche la risposta: “Signore, mio Dio, ti loderò per<br />

sempre”.<br />

Ringraziamento e lode costituiscono il primo sentimento che<br />

sgorga spontaneo dal cuore e trova nell’Eucaristia che stiamo celebrando<br />

l’espressione più alta, più coinvolgente, più stimolante.<br />

È nell’Eucaristia, infatti, cuore della vita della Chiesa, sorgente<br />

inesauribile e forma plasmatrice della vita consacrata, che si rinnova<br />

quoti<strong>di</strong>anamente la grazia della consacrazione e si riceve la forza<br />

propulsiva della missione.<br />

Fedeltà al carisma, osservanza delle Costituzioni, perseveranza<br />

nella consacrazione ed entusiasmo nella missione. È questo,<br />

carissime sorelle, il migliore ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> grazie al Signore e, nello


328<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

—————————————————————————————————<br />

stesso tempo, l’invito che egli vi rivolge, come non si stancava <strong>di</strong><br />

fare in vita il vostro venerato Fondatore.<br />

5. Come egli tante volte vi ha detto, la vostra esistenza deve<br />

essere una esistenza conforme a quella <strong>di</strong> Cristo. E ciò è possibile<br />

grazie a uno speciale dono dello Spirito Santo, che porta la vostra<br />

consacrazione battesimale a una risposta ra<strong>di</strong>cale nella sequela <strong>di</strong><br />

Cristo me<strong>di</strong>ante l’assunzione dei consigli evangelici, i quali, “prima<br />

e più che una rinuncia, sono una specifica accoglienza del mistero <strong>di</strong><br />

Cristo vissuto nella Chiesa” (VC,16).<br />

Questa ra<strong>di</strong>cale sequela <strong>di</strong> Cristo vi inonda della luce che<br />

promana dal Verbo incarnato. Avendo ricevuto la grazia <strong>di</strong> una<br />

speciale comunione <strong>di</strong> amore con lui, non potete non sentirvi come<br />

rapite dal suo fulgore.<br />

“Non basta aver abbandonato la famiglia, - vi <strong>di</strong>ceva Mons.<br />

Semeraro – la propria casa, l’aver emessa la professione temporanea<br />

o perpetua; queste cose sono la prima parte del vostro cammino<br />

verso Nazareth: occorre rendere totale e senza incertezze il dono <strong>di</strong><br />

amore <strong>di</strong> voi stesse a Cristo, per vivere con lui il mistero <strong>di</strong><br />

cooperazione alla salvezza del mondo”.<br />

Ciò significa porre in Gesù ogni fiducia, fare <strong>di</strong> lui il centro<br />

della vita, anzi la vostra stessa vita, fino a dover <strong>di</strong>re con l’apostolo<br />

Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me; questa vita<br />

nella carne io la vivo nella fede del Figlio <strong>di</strong> Dio, che mi ha amato e<br />

ha dato la vita per me” (Gal 2, 20).<br />

Vostra sorte stupenda e privilegiata non è solo quella <strong>di</strong> seguire<br />

Cristo con tutto il cuore, amandolo “più del padre e della madre, più<br />

del figlio o della figlia” (Mt 10,37), come è chiesto a ogni <strong>di</strong>scepolo<br />

del Signore, ma quella <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> esprimere tutto questo con<br />

l’adesione conformativa a Cristo della vostra intera esistenza, in una<br />

tensione totalizzante verso la santità alla quale siete chiamate<br />

attraverso la via privilegiata dei consigli evangelici, segno e stimolo<br />

della vocazione alla santità <strong>di</strong> tutto il popolo <strong>di</strong> Dio.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

329<br />

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´<br />

6. Attraverso la professione dei consigli evangelici, voi non<br />

solo fate <strong>di</strong> Cristo il senso della vostra vita, ma vi preoccupate <strong>di</strong><br />

riprodurre in voi, per quanto possibile, la forma <strong>di</strong> vita che il Figlio<br />

<strong>di</strong> Dio prese quando venne nel mondo.<br />

La vostra testimonianza coerente, serena, gioiosa del ra<strong>di</strong>calismo<br />

evangelico è la risposta irrefutabile a quanti ritengono impossibile<br />

attuare oggi il Vangelo.<br />

Abbracciando la castità perfetta, fate vostro l’amore verginale<br />

<strong>di</strong> Gesù. “Le Oblate <strong>di</strong> Nazareth – <strong>di</strong>ceva il vostro Fondatore – vivono<br />

la propria castità nella gioia del cuore che nasce dalla meravigliosa<br />

scoperta della partecipazione alla purezza che si viveva<br />

nella casa <strong>di</strong> Nazareth”.<br />

Imitando la sua povertà, lo annunziate come il Figlio che tutto<br />

riceve dal Padre e nell’amore tutto gli restituisce. Lo ha ricordato S.<br />

Paolo nella seconda lettura: “Conoscete infatti la grazia del Signore<br />

nostro Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché<br />

voi <strong>di</strong>ventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9).<br />

“Le Oblate – si legge nelle Costituzioni – esercitino la povertà<br />

evangelica con lo sguardo rivolto alla S. Famiglia <strong>di</strong> Nazareth, che<br />

visse con le scarse risorse <strong>di</strong> un lavoro artigianale in un misero villaggio<br />

<strong>di</strong> Galilea”.<br />

Aderendo al mistero della sua obbe<strong>di</strong>enza filiale, col sacrificio<br />

della vostra libertà, lo manifestate come il Figlio infinitamente<br />

amato dal Padre e amante del Padre, al quale è perfettamente unito e<br />

dal quale in tutto <strong>di</strong>pende.<br />

Vi <strong>di</strong>ceva il Fondatore: “Gesù vuole esercitare, nascosto in voi,<br />

quelle funzioni e quelle attività che Egli vi chiederà attraverso<br />

l’obbe<strong>di</strong>enza, mentre vuole che, chi vi avvicina, trovi in voi i sentimenti<br />

che sono quelli <strong>di</strong> Cristo tradotti in azioni ed espressioni che<br />

siano degne <strong>di</strong> lui”.<br />

È con tale immedesimazione conformativa al mistero <strong>di</strong> Cristo<br />

che voi realizzate a titolo speciale quella lode alla Trinità, che<br />

caratterizza l’intera vita cristiana, riconoscendo con ammirazione la<br />

sublime bellezza <strong>di</strong> Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e testimoniando<br />

con gioia la sua amorevole con<strong>di</strong>scendenza verso ogni essere


330<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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umano.<br />

7. L’impegno <strong>di</strong> conformarvi più fedelmente al Signore Gesù,<br />

per far risplendere la paternità e la maternità <strong>di</strong> Dio verso i fratelli, è<br />

il dono più grande che voi potete fare alla Chiesa, alle <strong>di</strong>verse<br />

Chiese nelle quali siete presenti, nel cuore delle quali il Padre vi ha<br />

poste, per essere, con la grazia dello Spirito, il prolungamento <strong>di</strong> una<br />

speciale presenza del Signore risorto.<br />

Primo compito della vita consacrata, infatti, è <strong>di</strong> rendere visibili<br />

le meraviglie che Dio opera nella fragilità delle persone chiamate<br />

. E più che con le parole, voi testimoniate tali meraviglie con il<br />

linguaggio eloquente <strong>di</strong> una esistenza trasfigurata, capace <strong>di</strong> sorprendere<br />

il mondo.<br />

Intensificando la contemplazione del Padre attraverso la lettura<br />

assidua e orante della Sacra Scrittura, siate sempre nella Chiesa il<br />

riflesso della sua parola, della luce che in<strong>di</strong>ca ai figli la via della<br />

salvezza.<br />

Rendete sempre più intima la vostra unione al Padre attraverso<br />

la preghiera, sia personale che comunitaria, ed esperimentate la gioia<br />

del suo perdono soprattutto attraverso il frequente ricorso al<br />

sacramento della Penitenza.<br />

Partecipando quoti<strong>di</strong>anamente alla mensa Eucaristica, accogliete<br />

l’amore del Padre, per viverlo nella comunione fraterna e nella<br />

carità operosa e per testimoniarlo nel multiforme e sempre più<br />

generoso servizio verso i fratelli, specialmente verso gli ultimi e gli<br />

emarginati, che sono i privilegiati del Signore e i pre<strong>di</strong>letti del<br />

vostro Istituto, così benemerito anche in campo sociale, in Italia e<br />

nel mondo.<br />

8. Se l’Eucaristia è il cuore della vita della Chiesa, lo è anche e<br />

soprattutto della vita consacrata, per il particolare legame d’amore<br />

che vi unisce a Cristo e al suo mistero pasquale che l’Eucaristia ci fa<br />

ricordare e rivivere nel suo triplice e in<strong>di</strong>ssociabile aspetto <strong>di</strong><br />

sacrificio, <strong>di</strong> presenza, <strong>di</strong> convito.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

331<br />

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´<br />

Originale e stimolante mi è apparsa l’interpretazione eucaristica<br />

che Mons. Semeraro dava alla vostra consacrazione: “Nel linguaggio<br />

liturgico si chiamano Oblate il pane e il vino che si offrono<br />

all’altare, offerte totalmente a Dio perché le trasformi, senza mutarle<br />

esteriormente, in corpo e sangue <strong>di</strong> Cristo. Voi siete parimenti<br />

Oblate, in quanto vi siete irrevocabilmente donate a Cristo vivo con<br />

i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua obbe<strong>di</strong>enza, il suo amore,<br />

mentre <strong>di</strong> voi, se siete fedeli alla vostra vocazione, restano solo le<br />

apparenze esterne, avendo rinnegato voi stesse per essere totalmente<br />

sue”.<br />

L’Eucaristia è “viatico e fonte della spiritualità del singolo e<br />

dell’Istituto. In essa ogni consacrato è chiamato a vivere il mistero<br />

pasquale <strong>di</strong> Cristo, unendosi con Lui nell’offerta della propria vita al<br />

Padre me<strong>di</strong>ante lo Spirito” (VC, 95).<br />

“L’Oblata <strong>di</strong> Nazareth – vi <strong>di</strong>ceva Mons. Semeraro – vive la<br />

propria oblazione assimilando sempre più a fondo lo spirito e la<br />

condotta della Sacra Famiglia <strong>di</strong> Nazareth; come Maria e con Maria<br />

pratica il silenzio e il raccoglimento per amore e per rispetto a<br />

Cristo, che con l’Eucaristia <strong>di</strong>mora in noi”.<br />

In particolare vi raccomandava l’adorazione assidua e prolungata<br />

<strong>di</strong> Cristo presente nell’Eucaristia, per gustare più intensamente<br />

le delizie spirituali promananti dalla sua presenza nel tabernacolo e<br />

rivivere sia l’esperienza <strong>di</strong> Pietro sul Tabor sia quella più tenera<br />

dell’Apostolo pre<strong>di</strong>letto che nell’ultima Cena posò il capo sul petto<br />

<strong>di</strong> Gesù.<br />

9. Concludo con un augurio che traggo dalla bellissima<br />

“Elevazione a Maria”, composta dal venerato Fondatore: La Vergine<br />

<strong>di</strong> Nazareth ottenga dal suo Figlio che “la gioia nuziale della vostra<br />

consacrazione” cresca <strong>di</strong> giorno in giorno, mettendo in pratica<br />

“senza esitare qualunque cosa Gesù vi chiederà”, in modo che egli<br />

“vi trasformi, come le oblate eucaristiche, in membra vive della sua<br />

umanità” a gloria della SS. Trinità, per il bene della Chiesa e<br />

dell’umanità. Amen.


332<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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FESTINO DI S. ROSALIA / 1<br />

OMELIA PER LA MESSA AL PALAZZO DELLE AQUILE<br />

12 Luglio <strong>2006</strong><br />

Sig. Sindaco,<br />

Sig. Presidente del Consiglio,<br />

Sigg. Amministratori, Consiglieri,<br />

Onorevoli Autorità,<br />

Sorelle e fratelli amati dal Signore.<br />

1. È significativo che ogni anno nella Messa <strong>di</strong> S. Rosalia la<br />

liturgia della Chiesa ponga sulle nostre labbra le parole accorate,<br />

fiduciose, struggenti del salmista: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora<br />

ti cerco, <strong>di</strong> te ha sete l’anima mia. A te anela la mia carne come<br />

terra deserta, arida, senz’acqua”.<br />

Rivelano l’anelito insopprimibile del cuore umano verso Dio,<br />

che indusse la Santuzza ad abbandonare la Reggia e a rifugiarsi sul<br />

Montepellegrino per donarsi totalmente e per sempre al Re dei re e<br />

al Signore dei dominanti.<br />

E in realtà la Signoria <strong>di</strong> Dio, che Gesù ci fa riconoscere ogni<br />

qualvolta nella preghiera del Padre nostro <strong>di</strong>ciamo “Venga il tuo<br />

regno”, illumina, come modello, e sostiene, come forza, quanti nella<br />

società hanno il <strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> servire il popolo nella nobile ed<br />

esigente missione politica e amministrativa<br />

2. Gesù, il Messia promesso, che nel deserto ha combattuto e<br />

sconfitto la tentazione <strong>di</strong> un messianismo politico, caratterizzato dal<br />

dominio sulle nazioni (Mt 4,8) e ha affermato che egli “non è venuto<br />

per essere servito ma per servire”, (Mt 20,28) ha condannato<br />

aspramente il potere oppressivo e <strong>di</strong>spotico <strong>di</strong> chi governa le<br />

nazioni, rivoluzionando ed esaltando il concetto <strong>di</strong> potere in quello<br />

<strong>di</strong> servizio.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

333<br />

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´<br />

Gesù non ha mai contestato <strong>di</strong>rettamente l’autorità del suo<br />

tempo, ma il modo arrogante, ingiusto, <strong>di</strong>sonesto <strong>di</strong> esercitarla, in<br />

linea con quanto i profeti nell’Antico Testamento avevano gridato ai<br />

re d’Israele e <strong>di</strong> Giuda, consacrati per servire e non per maltrattare i<br />

sud<strong>di</strong>ti, non per curare i propri interessi ma quelli del popolo.<br />

La sua celebre frase: “Date a Cesare quel che è <strong>di</strong> Cesare e a<br />

Dio quel che è <strong>di</strong> Dio”, mentre è un invito a rispettare la legittima<br />

autorità costituita, esprime implicitamente la condanna <strong>di</strong> ogni<br />

tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinizzazione e <strong>di</strong> assolutizzazione del potere temporale:<br />

solo Dio può esigere tutto dall’uomo.<br />

All’insegnamento <strong>di</strong> Gesù si ispira quello degli Apostoli.<br />

S. Paolo nella lettera ai Romani (13,11) definisce i rapporti e i<br />

doveri dei cristiani verso le autorità, come quello <strong>di</strong> pagare le tasse e<br />

il rispetto della legalità, ma nello stesso tempo ricorda a quanti<br />

detengono l’autorità che essa è a servizio <strong>di</strong> Dio per il bene delle<br />

persone (Rm 13,4) e per la giusta condanna <strong>di</strong> chi opera il male (Rm<br />

13,4).<br />

Anche S. Pietro esorta i cristiani a riconoscere la legittima autorità<br />

(1Pt 2,17), la quale, a sua volta, deve rispettare la giustizia,<br />

assicurando il bene comune.<br />

Quando, però, il potere umano esce da questa prospettiva <strong>di</strong><br />

servizio del bene comune nel rispetto dei <strong>di</strong>ritti dei sud<strong>di</strong>ti, come è<br />

avvenuto nel tempo delle persecuzioni che in tante parti del mondo<br />

continuano anche nel nostro, l’apostolo Giovanni raccomanda la<br />

resistenza dei martiri.<br />

3. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 884),<br />

Cristo ha svelato all’autorità umana, sempre tentata <strong>di</strong> dominio, il<br />

suo significato autentico e compiuto <strong>di</strong> servizio.<br />

Dio, al quale appartiene la piena e assoluta sovranità, non riserva<br />

solo a sé l’esercizio <strong>di</strong> tutti i poteri, ma assegna ad ogni creatura<br />

le funzioni che essa è in grado <strong>di</strong> esercitare, secondo le capacità<br />

proprie della sua natura.


334<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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Il comportamento <strong>di</strong> Dio nel governo del mondo, che testimonia<br />

un profon<strong>di</strong>ssimo rispetto per la libertà degli uomini, dovrebbe<br />

ispirare la saggezza <strong>di</strong> coloro che governano le comunità<br />

umane.<br />

4. E in realtà fondamento e fine della convivenza politica è la<br />

persona umana.<br />

La comunità politica trova nel riferimento al popolo la sua autentica<br />

<strong>di</strong>mensione.<br />

Il popolo non è una moltitu<strong>di</strong>ne amorfa, una massa inerte da<br />

manipolare e strumentalizzare, bensì un insieme <strong>di</strong> persone, ciascuna<br />

delle quali, al proprio posto e nel proprio modo, ha la possibilità<br />

<strong>di</strong> formarsi una propria opinione sulla cosa pubblica e la libertà<br />

<strong>di</strong> esprimere la propria sensibilità politica e <strong>di</strong> farla valere in<br />

maniera confacente al bene comune. L’autorità deve rispettare la<br />

libertà del popolo.<br />

Ciò che caratterizza in primo luogo un popolo è la con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> valori, che è fonte <strong>di</strong> unità, <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> serenità, <strong>di</strong><br />

comunione, <strong>di</strong> pace, a livello spirituale e morale. Un livello, questo,<br />

che purtroppo non sempre è tenuto presente in un contesto <strong>di</strong><br />

crescente materialismo pratico, senza etica e senza anima.<br />

A ragione Papa Giovanni XXIII nella enciclica Pacem in terris<br />

precisa che “la convivenza umana deve essere considerata anzitutto<br />

come un fatto spirituale: quale comunicazione <strong>di</strong> conoscenze nella<br />

luce del vero (ma quante falsità sono messe in giro); esercizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti<br />

e adempimento <strong>di</strong> doveri (ma questi sono spesso <strong>di</strong>menticati);<br />

impulso e richiamo al bene morale (oggi purtroppo in forte crisi<br />

nelle coscienze in<strong>di</strong>viduali e in quella collettiva); permanente <strong>di</strong>sposizione<br />

ad effondere gli uni negli altri il meglio <strong>di</strong> se stessi<br />

(contro le sfide dell’in<strong>di</strong>vidualismo e le pressioni dell’egoismo);<br />

anelito alla mutua e sempre più ricca assimilazione <strong>di</strong> valori<br />

spirituali: valori nei quali trovano la loro perenne vivificazione e il<br />

loro orientamento <strong>di</strong> fondo le espressioni culturali, il mondo<br />

economico, le istituzioni sociali, i movimenti e i regimi politici, gli


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

335<br />

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´<br />

or<strong>di</strong>namenti giuri<strong>di</strong>ci e tutti gli altri elementi esteriori, in cui si<br />

articola e si esprime la convivenza nel suo evolversi incessante”.<br />

5. Considerare la persona umana come fondamento e fine della<br />

comunità politica significa adoperarsi, innanzitutto, per il riconoscimento<br />

e il rispetto della sua <strong>di</strong>gnità, sin dal momento della<br />

concezione, me<strong>di</strong>ante la tutela e la promozione dei suoi <strong>di</strong>ritti fondamentali<br />

e inalienabili.<br />

“Occorre perciò – come afferma il Concilio Vaticano II nella<br />

Costituzione Gau<strong>di</strong>um et spes (n. 26) – che sia reso accessibile all’uomo<br />

tutto ciò <strong>di</strong> cui ha bisogno per condurre una vita veramente<br />

umana, come il vitto, il vestito, l’abitazione, il <strong>di</strong>ritto a scegliersi<br />

liberamente lo stato <strong>di</strong> vita e a fondare una famiglia, il <strong>di</strong>ritto<br />

all’educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria<br />

informazione, alla possibilità <strong>di</strong> agire secondo il retto dettato della<br />

sua coscienza, alla salvaguar<strong>di</strong>a della vita privata e alla giusta libertà<br />

anche in campo religioso”.<br />

Garantire ai citta<strong>di</strong>ni questi <strong>di</strong>ritti è dovere <strong>di</strong> coloro che sono<br />

stati eletti dal popolo. Alla fiducia dei citta<strong>di</strong>ni deve corrispondere la<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne intelligente, competente, lungimirante, generosa,<br />

imparziale, <strong>di</strong> coloro che li rappresentano, mantenendo le promesse<br />

fatte in campagna elettorale. A loro volta, i citta<strong>di</strong>ni devono<br />

sostenere le iniziative promosse nell’interesse comune, per il bene<br />

della città, con senso <strong>di</strong> responsabilità, nella convinzione che ogni<br />

bene civico è un bene <strong>di</strong> tutti, per cui da tutti deve essere rispettato,<br />

tutelato e <strong>di</strong>feso.<br />

6. Compito centrale della politica è attuare e garantire il giusto<br />

or<strong>di</strong>ne della società contro ogni aggressione delle forze del male,<br />

che tentano talvolta <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>arla e <strong>di</strong> inquinarla.<br />

“La giustizia è lo scopo e quin<strong>di</strong> anche la misura intrinseca <strong>di</strong><br />

ogni politica”. Lo ha sottolineato con molto vigore Benedetto XVI<br />

nella sua prima enciclica Deus caritas est, affermando, con un<br />

esplicito riferimento a S. Agostino, che “uno Stato che non fosse<br />

retto secondo giustizia si ridurrebbe a una grande banda <strong>di</strong> ladri”.


336<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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E in realtà “la politica è più che una semplice tecnica per la<br />

definizione dei pubblici or<strong>di</strong>namenti: la sua origine e il suo scopo si<br />

trovano appunto nella giustizia, e questa è <strong>di</strong> natura etica” (n. 28).<br />

La Chiesa, come espressione sociale della fede cristiana, “non<br />

intende arrogarsi un potere sullo Stato”, né tanto meno “vuole imporre<br />

a coloro che non con<strong>di</strong>vidono la fede prospettive e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

comportamento che appartengono ad essa. Vuole semplicemente<br />

contribuire alla purificazione della ragione e recare il proprio aiuto<br />

per far si che ciò che è giusto possa, qui e ora, essere riconosciuto e<br />

poi anche realizzato” (ib., n. 8).<br />

I valori che <strong>di</strong>scendono dal Vangelo, non si oppongono agli<br />

autentici valori umani e sociali che <strong>di</strong>scendono dalla ragione. Al<br />

contrario, li sostengono, li garantiscono, li promuovono. Si pensi al<br />

valore della famiglia fondata sul matrimonio, come è riconosciuto<br />

anche dalla nostra Costituzione italiana, e che bisogna <strong>di</strong>fendere e<br />

tutelare per non compromettere il futuro dell’umanità.<br />

Per questo la Chiesa non può non proporli e annunziarli. Indubbiamente<br />

essa “non può e non deve mettersi al posto dello Stato.<br />

Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la<br />

giustizia”. Lo fa con lo stile e i mezzi propri: col <strong>di</strong>alogo aperto a<br />

tutte le istituzioni, con la luce della sua dottrina sociale, e con la<br />

forza della carità, che è l’anima della solidarietà, della con<strong>di</strong>visione,<br />

del volontariato.<br />

7. A questo stile mi sono ispirato nei <strong>di</strong>eci anni del mio episcopato<br />

a <strong>Palermo</strong>, facendomi voce dei palermitani. Di essi, soprattutto<br />

durante la visita pastorale, condotta nelle parrocchie, negli<br />

ospedali, nelle case, nelle scuole, nei <strong>di</strong>versi quartieri, ho avuto<br />

modo <strong>di</strong> conoscere <strong>di</strong>rettamente situazioni, istanze, attese, speranze<br />

e anche delusioni.<br />

Questo popolo, che amo come me stesso e porterò sempre nel<br />

mio cuore <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no onorario e <strong>di</strong> pastore, merita <strong>di</strong> essere servito<br />

da tutti noi col massimo della de<strong>di</strong>zione nell’impegno che in ambiti<br />

<strong>di</strong>versi ci è stato affidato, con particolare attenzione a quanti vivono


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

337<br />

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nel <strong>di</strong>sagio, nella povertà, ai margini della società. Non sono pochi:<br />

sono purtroppo in crescita. La soluzione dei loro problemi merita<br />

perciò i primi posti nei programmi amministrativi e finanziari.<br />

È quanto S. Rosalia chiede a tutti noi, anche attraverso la parabola<br />

evangelica delle vergini sagge e vigilanti, perché le istanze<br />

religiose, culturali, morali, sociali della sua e nostra Città non siano<br />

<strong>di</strong>sattese, ma siano portate avanti con decisione, con coraggio, con<br />

competenza, con lungimiranza, anteponendo sempre il suo interesse<br />

ad ogni altro, per quanto legittimo e importante.<br />

Si avvererà, così, anche per <strong>Palermo</strong>, quella primavera che lo<br />

sposo del Cantico dei Cantici, come abbiamo ascoltato nella prima<br />

lettura, annunziava alla sua sposa: “Ecco, l’inverno è passato, i fiori<br />

sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato, il fico ha messo<br />

fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza”.<br />

È un annunzio <strong>di</strong> speranza, che in questo Palazzo, cuore della<br />

Città, <strong>di</strong>venta augurio esigente e fiduciosa preghiera. Amen.


338<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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FESTINO DI S. ROSALIA / 2<br />

MESSA PONTIFICALE<br />

Cattedrale, 15 Luglio <strong>2006</strong><br />

Venerati Confratelli<br />

Onorevoli Autorità<br />

Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore.<br />

1. La parola <strong>di</strong> Dio che abbiamo ascoltato ha richiamato la<br />

nostra attenzione sul duplice modo <strong>di</strong> esprimere e <strong>di</strong> vivere l’unico<br />

mistero dell’Alleanza <strong>di</strong> Dio con il suo popolo: la verginità e il matrimonio.<br />

All’amore coniugale è rivolto l’anelito della sposa del Cantico<br />

dei Cantici, che nella interpretazione mistica della Chiesa è anche<br />

l’espressione più alta del suo amore verginale per Cristo suo sposo,<br />

come ha ricordato S. Paolo nella seconda lettura.<br />

All’amore verginale nel contesto <strong>di</strong> una festa nuziale ha fatto<br />

riferimento la parabola evangelica delle vergini, come segno profetico<br />

della Chiesa, che lungo il corso dei secoli attende con fedeltà e<br />

vigilanza la venuta del Signore, suo sposo.<br />

E in realtà, come si esprimeva il servo <strong>di</strong> Dio Giovanni Paolo<br />

II, “la verginità e il celibato per il Regno <strong>di</strong> Dio non solo non contrad<strong>di</strong>cono<br />

alla <strong>di</strong>gnità del matrimonio, ma la presuppongono e la<br />

confermano. Quando non si ha stima del matrimonio, non può esistere<br />

neppure la verginità consacrata; quando la sessualità umana<br />

non è ritenuta un grande valore donato dal Creatore, perde significato<br />

il rinunciarvi per il regno dei Cieli” (FC, 16).


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

339<br />

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2. Come testimonianza dell’attesa del banchetto definitivo ed<br />

eterno del Regno dei cieli, prefigurato nella parabola evangelica, la<br />

verginità tiene viva nella Chiesa la coscienza del mistero del matrimonio<br />

e lo <strong>di</strong>fende da ogni riduzione, da ogni impoverimento e da<br />

ogni banalizzazione.<br />

Non c’è, perciò, da meravigliarsi se S. Rosalia col fulgore della<br />

sua verginità ci inviti a riscoprire e a mettere in atto il progetto <strong>di</strong><br />

Dio sul matrimonio e sulla famiglia, che in esso ha l’unico fondamento.<br />

E questo anche per due ragioni contingenti.<br />

Matrimonio e famiglia hanno costituito l’oggetto preferenziale<br />

della riflessione, della preghiera e dell’azione della nostra Chiesa<br />

palermitana nel presente anno pastorale.<br />

Domenica scorsa a Valencia (Spagna) il Papa Benedetto<br />

XVI ha concluso il V Incontro Mon<strong>di</strong>ale delle Famiglie su un<br />

tema <strong>di</strong> vivissima attualità: la famiglia come luogo della<br />

trasmissione della fede. Il Papa, che ha definito la famiglia “un bene<br />

necessario per i popoli, un fondamento in<strong>di</strong>spensabile per la società,<br />

un grande tesoro degli sposi durante tutta la vita, un bene insostituibile<br />

per i figli che devono essere frutto dell’amore, della donazione<br />

totale e generosa dei genitori”, ha affermato: “Proclamare la<br />

verità integrale della famiglia, fondata nel matrimonio come Chiesa<br />

domestica e santuario della vita, è una grande responsabilità <strong>di</strong><br />

tutti”.<br />

3. È quanto la nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> ha inteso proporre col<br />

Direttorio Diocesano <strong>di</strong> Pastorale familiare, “Parrocchia missionaria<br />

a partire dalla famiglia”.<br />

In esso abbiamo riconosciuto che le rapide e profonde trasformazioni<br />

che a livello strutturale e culturale, religioso e morale,<br />

investono la famiglia, caratterizzano anche il nostro contesto palermitano.<br />

Abbiamo lodato il Signore per i valori e gli aspetti positivi che<br />

vanno riconosciuti e valorizzati, come il persistente e generalizzato


340<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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attaccamento alla famiglia. Ma non ci siamo nascosti gli elementi<br />

problematici e negativi, come la scarsa consistenza cristiana delle<br />

nostre famiglie che ne compromette abbastanza precocemente la<br />

stabilità: anche da noi aumenta il numero delle separazioni, dei <strong>di</strong>vorzi,<br />

dei fallimenti matrimoniali.<br />

Abbiamo in<strong>di</strong>viduato anche la risposta della pastorale: “una<br />

nuova evangelizzazione del matrimonio”, che ne illustri il carattere<br />

<strong>di</strong> istituzione naturale voluta da Dio Creatore ed elevata da Gesù<br />

Cristo alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> sacramento; ma anche “una nuova evangelizzazione<br />

della famiglia” fondata sul matrimonio in<strong>di</strong>ssolubile <strong>di</strong> un<br />

uomo e <strong>di</strong> una donna, che ne faccia emergere la chiamata a realizzarsi<br />

come comunione <strong>di</strong> persone, come comunità <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> amore,<br />

come segno e immagine della comunione trinitaria, e a manifestare,<br />

in quanto chiesa domestica posta nel cuore della società e sua cellula<br />

fondamentale, la missione stessa della Chiesa nel mondo.<br />

Abbiamo riba<strong>di</strong>to la necessità <strong>di</strong> attuare in tutte le parrocchie<br />

una catechesi rivolta in tutte le sue forme a tutte le categorie e<br />

con<strong>di</strong>zioni delle persone, dai fanciulli ai giovani, dagli adulti agli<br />

anziani.<br />

Abbiamo preso atto che il primo luogo della nuova evangelizzazione<br />

resta la famiglia. Lo ha ricordato anche il Papa a Valencia:<br />

“La famiglia cristiana è chiamata chiesa domestica, perché manifesta<br />

e attua la natura comunionale e familiare della Chiesa come famiglia<br />

<strong>di</strong> Dio. Ciascun membro, secondo il proprio ruolo, esercita il<br />

sacerdozio battesimale, contribuendo a fare della famiglia una<br />

comunità <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> preghiera, una scuola delle virtù umane e<br />

cristiane, il luogo del primo annuncio della fede si figli”.<br />

D’altra parte, anche a livello naturale, la famiglia è l’ambito<br />

insostituibile, dove l’uomo può nascere con <strong>di</strong>gnità, crescere con<br />

serenità e svilupparsi in modo armonioso e integrale.<br />

4. Comunità <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> preghiera, la famiglia è il santuario<br />

domestico della Chiesa, chiamata a santificarsi e a santificare la<br />

comunità ecclesiale e il mondo” (FC, 53), nelle or<strong>di</strong>narie con<strong>di</strong>zioni


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

341<br />

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´<br />

della vita coniugale e familiare.<br />

Essa è luogo primario della preghiera, del <strong>di</strong>alogo orante con<br />

Dio, nello stile fiducioso e umile espresso dal salmista nel salmo responsoriale:<br />

“O Dio tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco. Di te ha<br />

sete l’anima mia, a te anela la mia carne come terra deserta, arida,<br />

senz’acqua”. È stato, questo, lo stile della preghiera della nostra<br />

Santuzza, soprattutto nel silenzio del Montepellegrino, a contatto<br />

<strong>di</strong>retto con Dio.<br />

Fatta insieme, marito e moglie, genitori e figli, la preghiera ha<br />

il suo contenuto originale nella stessa vita <strong>di</strong> famiglia e soprattutto<br />

segna i momenti <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> dolore: le nascite, i compleanni, gli<br />

anniversari sacramentali, le partenze e gli arrivi, le scelte importanti<br />

e le gran<strong>di</strong> decisioni, le malattie e la morte.<br />

Ma è soprattutto dalla partecipazione alla Messa domenicale<br />

che la famiglia trae la grazia e la forza <strong>di</strong> vivere nella carità, nella<br />

concor<strong>di</strong>a e nell’unità, così come è nel sacramento della Riconciliazione<br />

che il Signore ricompone ogni lacerazione prodotta nella<br />

famiglia dal peccato.<br />

5. Scuola delle virtù umane e cristiane, la famiglia è il luogo<br />

del primo annuncio della fede ai figli.<br />

I genitori, infatti, partecipi della paternità e maternità <strong>di</strong>vina,<br />

sono per i figli i primi responsabili della educazione cristiana e i<br />

primi annunciatori della fede. La testimoniano anzitutto con la loro<br />

esemplare condotta <strong>di</strong> vita, ma anche con il puntuale accompagnamento<br />

dei figli nel cammino della preparazione ai sacramenti<br />

della iniziazione cristiana.<br />

Non manchi, pertanto, in ogni famiglia la Sacra Bibbia e si<br />

trovi il tempo per leggerla in comune, genitori e figli, possibilmente<br />

ogni giorno.<br />

Non manchino nella casa alcuni segni visibili della fede, tra cui<br />

in primo luogo il Crocifisso, e i gesti che concretamente la


342<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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esprimono, come il segno della croce, la preghiera prima e dopo i<br />

pasti, l’aiuto reciproco della carità e quello prestato al suo esterno,<br />

da vivere in ogni caso con gioiosa e intelligente fedeltà.<br />

6. La famiglia, infatti, è a servizio dell’uomo e della società,<br />

anzitutto come culla della vita attraverso la procreazione e l’educazione<br />

dei figli, in collaborazione con Dio e come espressione <strong>di</strong><br />

una paternità e <strong>di</strong> una maternità veramente responsabili.<br />

Non si chiuda in se stessa, la famiglia, ma si apra alla necessità<br />

delle altre famiglie e della società, annunciando così l’amore <strong>di</strong> Dio<br />

secondo i <strong>di</strong>namismi propri dell’amore coniugale e familiare, e testimoniandolo<br />

nelle forme molteplici della con<strong>di</strong>visione e della solidarietà,<br />

come l’affido, l’adozione e l’ospitalità.<br />

È la famiglia, infatti, il luogo primario e privilegiato nel quale i<br />

figli imparano ad amare Dio e il prossimo anzitutto attraverso l’esperienza<br />

<strong>di</strong> essere amati dai loro genitori e la testimonianza rasserenante<br />

e gioiosa del loro reciproco amore, che il sacramento del<br />

matrimonio ha elevato a segno e partecipazione dell’amore <strong>di</strong> Dio<br />

per l’umanità e dell’amore <strong>di</strong> Cristo per la Chiesa.<br />

L’amore della famiglia si estende a tutti, ma in modo particolare<br />

ai più piccoli per i quali massimo deve essere il rispetto, ai giovani<br />

che non possono essere abbandonati a se stessi, agli anziani che<br />

mai vanno esclusi dall’ambito familiare, agli ammalati, soprattutto<br />

se cronici o terminali, più bisognosi <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza.<br />

7. Concludo, facendo mio l’appello <strong>di</strong> Papa Benedetto XVI:<br />

“Riconoscere e aiutare questa istituzione (la famiglia) è uno dei più<br />

importanti servizi che si possono rendere oggi al bene comune e allo<br />

sviluppo autentico degli uomini e della società, così come la<br />

migliore garanzia per assicurare la <strong>di</strong>gnità, l’uguaglianza e la vera<br />

libertà della persona umana”.<br />

È quanto si attende da tutti noi S. Rosalia per il migliore futuro<br />

della sua <strong>Palermo</strong>, giacché l’avvenire dell’umanità passa attraverso


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

343<br />

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´<br />

la famiglia.<br />

È quanto chie<strong>di</strong>amo al Signore in questa celebrazione eucaristica<br />

in suo onore per l’intercessione <strong>di</strong> Maria, madre e modello <strong>di</strong><br />

ogni famiglia cristiana. Amen.


344<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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FESTINO DI S. ROSALIA / 3<br />

MESSAGGIO ALLA CITTÀ<br />

A CONCLUSIONE DELLA PROCESSIONE<br />

Piazza Marina, 15 Luglio <strong>2006</strong><br />

Carissime e carissimi palermitani,<br />

concitta<strong>di</strong>ni, amici.<br />

1. È con immensa gioia che per l’un<strong>di</strong>cesima volta mi è data la<br />

grazia <strong>di</strong> rivolgere a voi il messaggio della nostra Santuzza, nel<br />

giorno della sua festa che da 382 anni vede la sua e la nostra Città<br />

tributare a lei il trionfo della venerazione, della gratitu<strong>di</strong>ne e dell’amore<br />

nel ricordo della liberazione dalla peste nel lontano 1624.<br />

In questi <strong>di</strong>eci anni del mio episcopato a vostro servizio, che<br />

mi hanno dato la possibilità <strong>di</strong> conoscervi più <strong>di</strong>rettamente e <strong>di</strong><br />

amarvi con crescente affetto pastorale, ho cercato <strong>di</strong> farmi voce<br />

umile della nostra Santa, che lasciò la Reggia e si ritirò sul Montepellegrino<br />

non per evadere dalla Città, ma per vegliare su <strong>di</strong> essa<br />

nella penitenza e nella preghiera.<br />

2. Come palermitana, S. Rosalia invita noi, suoi concitta<strong>di</strong>ni, a<br />

costruire “insieme” il presente e il futuro della nostra Città con un<br />

rinnovato e sempre più consapevole sussulto <strong>di</strong> responsabilità,<br />

attivando le notevoli capacità <strong>di</strong> bene che il Signore ci ha dato, ridestando,<br />

promuovendo e sostenendo le enormi potenzialità <strong>di</strong> un<br />

popolo che nel corso della sua storia non si è mai rassegnato alla<br />

fatalità degli eventi, ma ha saputo reagire con coraggio, e da duemila<br />

anni con la luce e con la forza che promanano dalla fede cristiana, le<br />

cui ra<strong>di</strong>ci risalgono qui in Sicilia alla pre<strong>di</strong>cazione dell’apostolo<br />

Paolo.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

345<br />

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´<br />

3. Come cristiana, S. Rosalia ci esorta a restare sal<strong>di</strong> nella<br />

fede, da tradurre della vita; a non lasciarci <strong>di</strong>sorientare dal secolarismo<br />

che mette tra parentesi Dio, o dal laicismo che pretende <strong>di</strong><br />

relegarlo nel privato, ma a professare, <strong>di</strong>fendere e <strong>di</strong>ffondere la nostra<br />

fede apertamente, senza vergognarci del segno <strong>di</strong> Croce che ci è<br />

stato tracciato sulla fronte nel giorno del Battesimo e col Crisma in<br />

quello della Cresima.<br />

Non è un amuleto, la Croce, che l’iconografia della Santuzza ci<br />

fa contemplare stretta dalle sue mani e ad<strong>di</strong>tata ai suoi devoti. La<br />

Croce è il segno della nostra identità, della redenzione del mondo,<br />

della salvezza universale.<br />

Memori che, come si esprimeva Tertulliano, “cristiani non si<br />

nasce ma si <strong>di</strong>venta”, nutriamo la nostra fede con l’alimento della<br />

Parola <strong>di</strong> Dio leggendo e me<strong>di</strong>tando soprattutto i Vangeli, quelli<br />

veri, per non lasciarci turbare da romanzi e films menzogneri, che<br />

tentano <strong>di</strong> demolire il fondamento stesso della fede cristiana, Gesù<br />

Crocifisso e Risorto, vero Dio e vero uomo, unica speranza del<br />

mondo.<br />

4. Come Santa, Rosalia ci ricorda che tutti, senza <strong>di</strong>stinzioni,<br />

siamo chiamati a tendere alla santità nelle or<strong>di</strong>narie e comuni con<strong>di</strong>zioni<br />

della vita, non operando cose straor<strong>di</strong>narie, ma compiendo il<br />

nostro dovere, ovunque viviamo e lavoriamo, nel modo migliore<br />

possibile, per amore <strong>di</strong> Dio e dei fratelli, mettendo in pratica il<br />

comandamento nuovo dell’amore scambievole, che Gesù ha lasciato<br />

come tessera <strong>di</strong> riconoscimento del cristiano.<br />

Saremo così in grado <strong>di</strong> rinnovare la nostra Città sul fondamento<br />

della cultura della vita e dell’amore. Ciò significa non lasciarsi<br />

avvelenare dagli o<strong>di</strong>, dai rancori, dalle liti, dalle vendette,<br />

dalle invi<strong>di</strong>e, cause <strong>di</strong> sofferenze per sé e per gli altri, ma aprire il<br />

cuore alla generosità, all’accoglienza, alla con<strong>di</strong>visione, all’ospitalità,<br />

alla solidarietà, al perdono, alla tolleranza, al rispetto degli altri,<br />

al culto della legalità, all’amore per la verità.<br />

Sono questi i valori autentici e perenni che fanno grande un


346<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

—————————————————————————————————<br />

popolo e garantiscono una convivenza umana degna <strong>di</strong> questo nome.<br />

Sono queste le armi migliori per combattere la mentalità perversa<br />

che è alla base dei mali sociali che ci affliggono, a cominciare dalla<br />

mafia con le sue tentacolari proliferazioni, come il racket delle<br />

estorsioni, l’usura, il traffico della droga e la tratta delle nuove<br />

schiave per la prostituzione. È un bubbone pestifero, la mafia, ma in<br />

un corpo sano, da non strumentalizzare con inopportune etichette<br />

commerciali <strong>di</strong> cattivo gusto; un bubbone pestifero inconciliabile<br />

con la vita cristiana, tanto più subdolo e pericoloso in quanto, anche<br />

se decapitato, tenta <strong>di</strong> penetrare dovunque, nel mondo delle imprese,<br />

della politica e persino delle istituzioni.<br />

5. Come giovane, S. Rosalia si rivolge particolarmente ai giovani.<br />

Ricorda loro che la giovinezza, come primavera della vita, va<br />

vissuta con la gioia e con l’entusiasmo che scaturiscono dalla serenità<br />

del cuore, libero da suggestioni interne e da con<strong>di</strong>zionamenti<br />

esterni, oggi quasi imposti dalla società dell’effimero, del<br />

provvisorio, dell’immagine, dello spettacolo, della finzione, che<br />

porta inesorabilmente alla illusione e alla delusione, al vuoto interiore,<br />

alla sfiducia, al pessimismo, alla per<strong>di</strong>ta del senso della vita,<br />

che Gesù Risorto, il più grande amico dei giovani, ha voluto rivelare<br />

per tenere sempre accesa la speranza.<br />

S. Rosalia sa, carissimi giovani, che a spegnere la vostra speranza<br />

è anche il dramma della <strong>di</strong>soccupazione, che non mi stanco <strong>di</strong><br />

definire una calamità sociale dalle impreve<strong>di</strong>bili conseguenze.<br />

Ma anche <strong>di</strong> fronte a questa calamità S. Rosalia, mentre rinnova<br />

ogni anno alle forze politiche, economiche, sociali <strong>di</strong> ricercare<br />

insieme e trovare concordemente possibili e in<strong>di</strong>fferibili soluzioni,<br />

esorta voi giovani a non scoraggiarvi, a non deprimervi, a non<br />

scendere a compromessi con organizzazioni malavitose, a non lasciarvi<br />

sedurre da chi vi lusinga con la promessa <strong>di</strong> facili ricchezze,<br />

ma a reagire, come lodevolmente hanno fatto recentemente i giovani<br />

dell’anti-pizzo, e ad essere più fiduciosi in voi stessi, mettendo<br />

insieme le vostre capacità e attitu<strong>di</strong>ni e competenze, come attestano<br />

non poche esperienze già attuale a <strong>Palermo</strong> e in Sicilia.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

347<br />

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´<br />

6. Come donna, S. Rosalia si rivolge a tutti, uomini e donne,<br />

perché si prenda sempre più coscienza <strong>di</strong> ciò che la donna è e rappresenta<br />

nella vita della società.<br />

Anzitutto perché siano riconosciuti, con la sua <strong>di</strong>gnità, i suoi<br />

<strong>di</strong>ritti uguali a quelli dell’uomo, e poi perché cessi, una volta per<br />

sempre, la lunga e umiliante storia – per quanto spesso sotterranea –<br />

<strong>di</strong> soprusi perpetrati nei confronti delle donne in ogni campo, ma<br />

soprattutto in quello sessuale.<br />

Dovete, comunque, essere voi donne le prime ad opporvi allo<br />

scempio che certa pubblicità, la pornografia e la pornovisione fanno<br />

della vostra <strong>di</strong>gnità: un fenomeno avvilente che non risparmia<br />

neppure i minori.<br />

È terribilmente in crescita in Italia il numero <strong>di</strong> reati a sfondo<br />

sessuale, come pure il <strong>di</strong>lagare della pedofilia e della prostituzione,<br />

contro la quale anche nella nostra Città sono insorti gli abitanti dei<br />

quartieri più a rischio: un fenomeno <strong>di</strong> degrado morale, tanto più<br />

grave in quanto è favorito da mariti e da padri <strong>di</strong> famiglia che, con<br />

questo turpe mercato, <strong>di</strong>sonorano se stessi, tra<strong>di</strong>scono la moglie e<br />

danneggiano i figli.<br />

Con il fulgore della sua verginità, S. Rosalia invita a riscoprire<br />

il fascino del pudore, della purezza, del dominio <strong>di</strong> sé, del retto uso<br />

della sessualità, che aiuta a sviluppare il vero rispetto <strong>di</strong> se stessi e,<br />

al contempo, rende capaci <strong>di</strong> rispettare gli altri, contro la tentazione<br />

<strong>di</strong> usare le persone come si usano le cose.<br />

7. Come figlia <strong>di</strong> famiglia, infine, S. Rosalia esorta tutti, citta<strong>di</strong>ni<br />

e istituzioni a salvaguardare la vera identità e l’autentica <strong>di</strong>gnità<br />

della famiglia, fondata sul matrimonio uno e in<strong>di</strong>ssolubile tra<br />

un uomo e una donna. Ogni attentato alla famiglia è una minaccia<br />

per l’uomo e per la società. Tutto quello che è fatto per sostenere e<br />

proteggere la famiglia è la migliore risorsa per il futuro dell’umanità.<br />

Per questo S. Rosalia ai legislatori e agli amministratori ricorda<br />

la necessità e l’urgenza <strong>di</strong> una politica coerente e organica a favore


348<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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della famiglia, che ne tuteli i valori fondamentali, garantisca<br />

l’accoglienza e il rispetto della vita dal suo concepimento al suo<br />

termine naturale, la <strong>di</strong>fenda dalla minaccia delle manipolazioni genetiche,<br />

riconosca la responsabilità dei genitori per l’educazione, la<br />

formazione e l’istruzione dei figli nella libera scelta della scuola<br />

senza aggravi fiscali, garantisca il lavoro, valorizzi quello domestico<br />

e assicuri la casa soprattutto per le famiglie nuove.<br />

A tutte le famiglie <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> S. Rosalia rivolge l’esortazione a<br />

restare unite nella fedeltà all’autentico amore coniugale, elevato da<br />

Gesù alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> sacramento, ad essere culle che accolgono la<br />

vita e mai tombe in cui la vita viene uccisa nel suo sbocciare col facile<br />

ricorso all’abominevole delitto dell’aborto, ad essere le prime<br />

scuole <strong>di</strong> educazione dei figli in collaborazione con tutte le altre<br />

agenzie educative a cominciare dalle parrocchie.<br />

8. <strong>Palermo</strong> amatissima, a conclusione del 382° Festino, memoriale<br />

del trionfo della vita sulla morte, della grazia sul peccato,<br />

del riscatto sul degrado, della speranza sulla <strong>di</strong>sperazione, rinnova il<br />

legame <strong>di</strong> devozione e <strong>di</strong> amore con la Santuzza che da secoli veglia<br />

su <strong>di</strong> te e con la quale ami identificarti.<br />

Ciò significa non solo esprimere l’entusiasmo popolare che<br />

ogni anno desta questo legame secolare, ma, anche e soprattutto,<br />

rinnovare l’impegno che questo legame suppone, esige e stimola,<br />

perché il Festino non sia semplicemente folklore, ma sia soprattutto<br />

memoriale: ricordo <strong>di</strong> un evento passato che illumina il presente e<br />

aiuta a costruire il futuro.<br />

È l’impegno <strong>di</strong> rimotivare la fede nel Signore Risorto, che nella<br />

tua antica e gloriosa storia ha costituito il patrimonio più ricco della<br />

tua ere<strong>di</strong>tà religiosa, spirituale, culturale e morale.<br />

È l’impegno <strong>di</strong> ridestare la speranza per non cedere allo scoraggiamento,<br />

alla rassegnazione, all’in<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fronte alle pesti<br />

antiche e nuove che, al contrario, esigono sussulti sempre nuovi e<br />

decisi per combatterle con la forza degli autentici valori sociali e,<br />

“insieme”.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

349<br />

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´<br />

È l’impegno dell’amore vicendevole, della concor<strong>di</strong>a sociale,<br />

dell’unità civica, della carità operosa, che si esprime, da parte degli<br />

amministratori, nella volontà <strong>di</strong> servirti ponendo i tuoi interessi<br />

prima e al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni altro interesse, e, da parte dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

nella volontà <strong>di</strong> avvertire sempre più vivo il senso civico nel rispetto<br />

delle persone, dell’ambiente, dell’igiene e delle cose.<br />

Con questo triplice impegno, <strong>Palermo</strong> amatissima, guarda fiduciosa<br />

in avanti, pren<strong>di</strong> il largo, avanza nel futuro che auguro<br />

migliore del presente.<br />

Non sei sola. Con te è la tua Santuzza. Affidati a lei. Lasciati<br />

guidare da lei e dai valori evangelici da lei testimoniati: danno pienezza<br />

<strong>di</strong> significato e <strong>di</strong> contenuto agli autentici valori umani.<br />

Con questa certezza e con questo augurio, <strong>Palermo</strong> carissima, ti<br />

abbraccio e ti bene<strong>di</strong>co nel Signore, mentre ancora una volta<br />

esclamo anch’io: “Viva <strong>Palermo</strong> e Santa Rosalia”.


350<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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SOLENNITÀ DI S. ROSALIA<br />

Monte Pellegrino, 4 Settembre <strong>2006</strong><br />

1. Da qui, dall’eremo del Montepellegrino, dove da viva ha<br />

vegliato sulla sua e sulla nostra Città con la preghiera e la penitenza<br />

e anche dopo la morte continua a vegliare come atto perenne <strong>di</strong><br />

amore per noi palermitani, S. Rosalia c’invita alla speranza.<br />

È un invito <strong>di</strong> sempre, secolare, ma che in questo anno giunge<br />

più vibrante e festoso, mentre la nostra Chiesa, insieme a tutte le<br />

Chiese d’Italia, si prepara all’ormai imminente Convegno ecclesiale<br />

che si svolgerà a Verona nel prossimo ottobre sul tema stimolante e<br />

impegnativo: “Testimoni <strong>di</strong> Gesù Risorto, speranza del mondo”.<br />

S. Rosalia ha testimoniato Cristo Risorto in tutta la sua vita.<br />

Attratta dal fascino della sua Croce gloriosa, dalla quale è venuta la<br />

vita e la gioia del mondo, ne ha seguito le orme nella scelta più ra<strong>di</strong>cale<br />

del Vangelo in<strong>di</strong>cata da Gesù stesso al giovane ricco: “Se<br />

vuoi essere mio <strong>di</strong>scepolo, va, ven<strong>di</strong> ciò che hai, dallo ai poveri, e<br />

poi vieni e seguimi”.<br />

2. È quanto ha fatto Rosalia, abbandonando la Reggia, i suoi<br />

beni e ogni miraggio mondano per ritirarsi qui sul Montepellegrino e<br />

<strong>di</strong>ssetare la sete <strong>di</strong> felicità alla sua sorgente più pura, Dio, come ci<br />

ha ricordato il salmista e noi abbiamo ripetuto nel salmo<br />

responsoriale.<br />

Era convinta, Rosalia, come dovremmo essere convinti tutti<br />

noi, che senza Dio, staccati da lui, lontani da lui, non possiamo vivere:<br />

la nostra esistenza sarebbe come terra deserta, arida, senz’acqua,<br />

senza certezze, senza speranza, senza futuro.<br />

Senza speranza noi non possiamo vivere, non possiamo affrontare<br />

e tanto meno superare le <strong>di</strong>fficoltà della vita.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

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Ma che cosa è la speranza?<br />

Per noi cristiani la speranza è una persona: è Cristo Crocifisso<br />

e Risorto, che vive in mezzo a noi. “Cristo in voi è la speranza della<br />

gloria”, ci <strong>di</strong>ce S. Paolo (Col 1,2).<br />

È lui la risposta alle molteplici attese del mondo in ogni tempo,<br />

ma in modo particolare a quelle del nostro tempo, caratterizzato<br />

purtroppo dell’appannamento, dallo svigorimento, se non ad<strong>di</strong>rittura<br />

dalla per<strong>di</strong>ta della speranza nel cuore dell’umanità.<br />

Non è che nella società, come anche qui a <strong>Palermo</strong>, manchino<br />

espressioni <strong>di</strong> bene che aprono il cuore alla speranza. Ma purtroppo<br />

non fanno notizia, o non la fanno con la stessa visibilità e pubblicità<br />

che viene riservata ai fatti negativi suscitati dalle forze del male e<br />

generati dai peccati personali, ra<strong>di</strong>ci avvelenate e velenose dei mali<br />

sociali, da combattere senza ritar<strong>di</strong> e senza compromessi.<br />

3. Gesù Crocifisso e Risorto è la speranza del mondo, la speranza<br />

vera che non delude, perché ha vinto il peccato e la morte:<br />

morendo ha <strong>di</strong>strutto la morte, risorgendo ha ridato a noi la vita. Ci<br />

ha dato la certezza che il male non avrà l’ultima parola nella lotta<br />

della storia, che la morte non sarà l’ultimo traguardo della nostra<br />

esistenza, la quale non va verso il baratro del nulla ma verso<br />

l’eternità stessa <strong>di</strong> Dio, nella casa del Padre, dove Gesù è andato per<br />

primo, per prepararci un posto Cristo è Risorto. Fu questa la fede <strong>di</strong><br />

S. Rosalia. È questa la nostra fede, la fede della Chiesa. E questa è<br />

anche la speranza che illumina e sostiene la nostra vita e la nostra<br />

testimonianza cristiana.<br />

Ce lo ricorda S. Pietro, il primo Papa, nella sua prima lettera<br />

che ha guidato il nostro cammino <strong>di</strong> preparazione al Convegno con<br />

un inno <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione, che dovrebbe sgorgare continuamente dai<br />

nostri cuori. “Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù<br />

Cristo. Nella sua grande misericor<strong>di</strong>a Dio ci ha rigenerati, me<strong>di</strong>ante<br />

la risurrezione <strong>di</strong> Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per<br />

una ere<strong>di</strong>tà che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.<br />

Essa è conservata nei cieli per voi che dalla potenza <strong>di</strong> Dio siete


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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custo<strong>di</strong>ti me<strong>di</strong>ante la fede, per la vostra salvezza” (1Pt 3-5).<br />

4. È Gesù Risorto che rigenera la nostra vita nella speranza. È<br />

la fede in lui Crocifisso e Risorto, che ci rende annunciatori e testimoni<br />

<strong>di</strong> speranza. È la speranza in lui che ci aiuta a comprendere<br />

e vivere le situazioni che maggiormente interpellano l’esistenza<br />

contemporanea: è così che la speranza si fa vita.<br />

Occorre per questo vedere, incontrare e comunicare Gesù Risorto,<br />

così come ha fatto S. Rosalia e quanti anche nella nostra<br />

Chiesa sono stati autentici testimoni <strong>di</strong> Cristo nel cammino della<br />

santità alla quale tutti siamo chiamati nelle or<strong>di</strong>narie con<strong>di</strong>zioni e<br />

situazioni <strong>di</strong> vita.<br />

Mi pare importante in questo giorno rievocarne la memoria<br />

così come risulta dai processi <strong>di</strong> canonizzazione avviati dalla nostra<br />

Curia Metropolitana, anche se non tutti i can<strong>di</strong>dati sono stati palermitani.<br />

5. Mentre ricor<strong>di</strong>amo ogni giorno nella Messa, insieme come<br />

S. Rosalia, il mio grande predecessore, il Vescovo martire S. Mamiliano,<br />

non possiamo <strong>di</strong>menticare i tre Papi Santi del primo millennio,<br />

S. Agatone, S. Leone II, S. Sergio, e i due laici professi già<br />

canonizzati: il frate minore S. Benedetto il Moro e il cappuccino S.<br />

Bernardo da Corleone.<br />

E come palermitani atten<strong>di</strong>amo la canonizzazione del Beato<br />

Giacomo Cusmano, sacerdote palermitano, fondatore dell’Istituto<br />

Servi dei Poveri e delle Serve dei Poveri.<br />

Sono altri quattro i Beati dei secoli passati, il laico professo<br />

Gerardo Cagnoli, i sacerdoti domenicani Giovanni Liccio e Pietro<br />

Geremia, e il Vescovo <strong>di</strong> Agrigento Matteo Guimerà. E più vicina a<br />

noi Madre Can<strong>di</strong>da dell’Eucaristia.<br />

6. Ben 7 sono i Venerabili, dei quali cioè sono state riconoscente<br />

le virtù eroiche, ma per la cui beatificazione si attende un


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

353<br />

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´<br />

miracolo operato da Dio per loro intercessione.<br />

Si tratta:<br />

• <strong>di</strong> due laici professi cappuccini: Andrea da Burgio e Domenico<br />

Lo Verne,<br />

• del sacerdote <strong>di</strong>ocesano Ignazio Capizzi,<br />

• <strong>di</strong> due stupende donne laiche palermitane: Maria Chiara<br />

Magro e Maria Carmelina Leone,<br />

• della monaca cappuccina Sr. Maria Maddalena del Crocifisso,<br />

• del sacerdote gesuita Luigi La Nuza.<br />

7. Se<strong>di</strong>ci sono i Servi <strong>di</strong> Dio dei quali è in corso presso la<br />

Congregazione delle Cause dei Santi il processo <strong>di</strong> canonizzazione.<br />

Si tratta<br />

• <strong>di</strong> un Car<strong>di</strong>nale, Pietro Marcellino Corra<strong>di</strong>ni,<br />

• <strong>di</strong> un Vescovo martire, il cappuccino Mons. Cirillo Zaharabian,<br />

• <strong>di</strong> tre sacerdoti <strong>di</strong>ocesani: Giovanni Messina, Nunzio Russo e<br />

Vittorio Salmeri,<br />

• <strong>di</strong> un sacerdote clarettiano, Angelo Cantons,<br />

• <strong>di</strong> un seminarista, Pietro Di Vitale <strong>di</strong> Castronovo,<br />

• <strong>di</strong> cinque suore: Carmela Prestigiacomo, Maria Teresa <strong>di</strong><br />

Gesù, Anna del Salvatore Orsi, Maria Dolores Di Majo, Vincenzina<br />

Cusmano,<br />

• <strong>di</strong> due laici professi: il frate minore Innocenzo La Chiesa e il<br />

conventuale Luigi Lo Verde,<br />

• <strong>di</strong> due laici amanti dei poveri: il Principe Francesco Paolo<br />

Gravina e il Barone giornalista Antonio Petix.<br />

8. In particolare mi è caro ad<strong>di</strong>tare alla nostra attenzione i due<br />

sacerdoti dei quali è in atto il processo super martirio. Si tratta del<br />

bocconista Francesco Spoto e del sacerdote <strong>di</strong>ocesano Don<br />

Giuseppe Puglisi.<br />

Del bocconista Francesco Spoto il Papa ha già riconosciuto il<br />

martirio, per cui tutta la nostra Chiesa Palermitana, insieme con i


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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Padri Bocconisti, si prepara a celebrarne la beatificazione che, secondo<br />

le nuove norme, si svolgerà, per la prima volta nella storia, a<br />

<strong>Palermo</strong>.<br />

Di Don Pino Puglisi è ancora in corso a Roma il processo, che<br />

auguriamo abbia lo stesso esito positivo, da tutti desiderato.<br />

La Congregazione delle Cause dei Santi ha accolto la mia richiesta<br />

della eventuale traslazione della sua salma dal cimitero <strong>di</strong> S.<br />

Orsola nella Chiesa parrocchiale <strong>di</strong> Brancaccio.<br />

Una beatificazione congiunta dei due Servi <strong>di</strong> Dio a <strong>Palermo</strong><br />

sarebbe un evento storico, ricco <strong>di</strong> significati, <strong>di</strong> stimoli e <strong>di</strong> impegni.<br />

Come si vede, in questa corona <strong>di</strong> testimoni <strong>di</strong> Cristo Risorto,<br />

speranza del mondo, sono rappresentate tutte le componenti del<br />

popolo <strong>di</strong> Dio. Essi c’interpellano, insieme con S. Rosalia, ad unirci<br />

a loro nella testimonianza della speranza cristiana, e ce ne in<strong>di</strong>cano<br />

le vie e le modalità: vedere, incontrare e annunciare Gesù Risorto.<br />

9. Vedere il Risorto significa anzitutto convertirci ogni giorno<br />

a lui, che si è presentato alla storia <strong>di</strong>cendo: “Convertitevi e credete<br />

al Vangelo”. La conversione è lasciare le vie sbagliate del peccato,<br />

cambiare la mentalità conformandola al Vangelo, vivere la vita<br />

nuova che abbiamo ricevuto col Battesimo e che costituisce il<br />

contributo più efficace per il rinnovamento della società da tutti<br />

auspicato.<br />

La prima conversione riguarda l’identità <strong>di</strong> Gesù, da<br />

riconoscere come il Figlio <strong>di</strong> Dio, fatto uomo per noi e per la nostra<br />

salvezza, crocifisso e risorto. È lui l’unico Signore del mondo. È lui<br />

l’unico redentore e salvatore degli uomini. Ha preso su <strong>di</strong> sé le<br />

nostre colpe, ci ha liberati dal peccato e dalla morte. Senza <strong>di</strong> lui<br />

non c’è salvezza.<br />

La seconda conversione riguarda il volto della Chiesa, da riconoscere<br />

come il corpo del Cristo Risorto che ne prolunga visibilmente<br />

la presenza e la missione come comunità in comunione,


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355<br />

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costruita sull’amore e animata dall’amore. Senza la fedeltà alla<br />

Chiesa non può esserci fedeltà a Cristo.<br />

10. È nella Chiesa, infatti, che s’incontra Gesù Risorto, attraverso<br />

la grazia dei sacramenti, soprattutto dell’Eucaristia, memoriale<br />

della sua Pasqua.<br />

Nella celebrazione eucaristica è lui che si fa nostro compagno<br />

<strong>di</strong> strada, come lo fu con i due <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Emmaus il giorno <strong>di</strong><br />

Pasqua.<br />

Nella liturgia della Parola è lui, il Risorto, che ci parla, ridesta<br />

in noi la speranza perduta, risponde ai nostri dubbi, riscalda il nostro<br />

cuore, c’incoraggia contro ogni timore.<br />

Nella liturgia eucaristica è lui, il Risorto, che ci associa al suo<br />

sacrificio, che nei segni sacramentali del pane e del vino attualizza<br />

quello irripetibile della Croce coronato dalla Risurrezione e ci<br />

ammette al suo convito per nutrirci col suo corpo immolato e col suo<br />

sangue versato, anticipazione, prelu<strong>di</strong>o, pegno e garanzia del convito<br />

eterno, meta ultima e definitiva della speranza cristiana.<br />

11. Chi incontra Gesù Risorto non può tenerlo solo per sé, deve<br />

annunziarlo agli altri, ovunque opera e vive: in famiglia, a scuola,<br />

sul posto <strong>di</strong> lavoro, nel mondo complesso e vasto della sofferenza,<br />

della cultura, dell’economia, della politica e dello sport. È in questi<br />

scenari che si attua l’esercizio del cristianesimo ra<strong>di</strong>cato nella<br />

speranza della risurrezione.<br />

È così che possiamo e dobbiamo collaborare all’attuazione<br />

storica della missione <strong>di</strong> Gesù Risorto affidata alla Chiesa e nella<br />

Chiesa ad ogni cristiano.<br />

L’annuncio deve essere reso cre<strong>di</strong>bile dalla testimonianza. Noi<br />

cristiani siamo testimoni cre<strong>di</strong>bili del Signore Risorto, se pensiamo,<br />

giu<strong>di</strong>chiamo, agiamo come lui nella Chiesa e nel mondo. Per questo<br />

occorre che teniamo sempre accesa, come le vergini sagge della


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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parabola evangelica, la lampada della fede, alimentandola con l’olio<br />

della carità, in un atteggiamento <strong>di</strong> vigilanza operosa nell’attesa del<br />

Signore.<br />

La speranza cristiana non solo non ci <strong>di</strong>stoglie dal compito <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>ficare la città terrena, ma ci impegna piuttosto a tutto ciò con un<br />

obbligo ancora più stimolante, donandoci luce, motivazioni e forze<br />

nuove per costruire l’umanità nuova come anticipazione e<br />

prefigurazione del mondo che verrà.<br />

È quanto attende da noi S. Rosalia, perché nella nostra Città<br />

cresca la speranza con la grazia del Signore Risorto e con l’impegno<br />

solidale delle istituzioni e dei citta<strong>di</strong>ni, animati da un unico intento,<br />

la sua promozione religiosa, morale, culturale, economica e sociale<br />

per un futuro migliore del presente. Amen.


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CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER L’INIZIO<br />

DELL’ASSEMBLEA PASTORALE DIOCESANA<br />

E IN MEMORIA DEL SERVO DI DIO<br />

P. PINO PUGLISI<br />

NEL 13° ANNIVERSARIO<br />

DELLA SUA SACRILEGA UCCISIONE<br />

Cattedrale, 15 Settembre <strong>2006</strong><br />

1. Ancora una volta, con Giovanni e le donne saliamo anche<br />

noi sul Golgota, e col cuore dell’Apostolo pre<strong>di</strong>letto contempliamo<br />

l’icona mariana più espressiva e coinvolgente: Maria ai pie<strong>di</strong> della<br />

croce del suo Gesù.<br />

Unita al suo Figlio morente sulla Croce, Maria è stata la prima<br />

a partecipare alla definitiva glorificazione <strong>di</strong> lui Risorto e asceso al<br />

cielo. Soprattutto per questo, l’Addolorata è “figura della Chiesa”,<br />

che deve essere sempre associata con lei alla passione del Cristo, per<br />

partecipare alla gloria della risurrezione, come abbiamo pregato<br />

nell’orazione Colletta.<br />

È questa la beata speranza che illumina il cammino della nostra<br />

vita: un cammino sulla via obbligata della Croce che ha come<br />

traguardo la gloria della vita senza fine nella visione e nel possesso<br />

<strong>di</strong> Dio Uno e Trino.<br />

2. È la via che per 56 anni ha percorso il Servo <strong>di</strong> Dio Don<br />

Pino Puglisi.<br />

Sessantanove anni fa, come oggi, apriva gli occhi alla vita terrena.<br />

Tre<strong>di</strong>ci anni fa, come oggi, ucciso pro<strong>di</strong>toriamente e barbaramente<br />

dalla mafia, apriva gli occhi alla vita eterna, nella luce del<br />

mistero dell’Addolorata.<br />

“Coraggioso testimone della verità del Vangelo”, “sacerdote<br />

impegnato nell’annunciare il Vangelo e nell’invitare i fratelli a vi-


358<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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vere onestamente, ad amare Dio e il prossimo”, come fu definito da<br />

Giovanni Paolo II, noi lo ricor<strong>di</strong>amo ogni anno in questo giorno,<br />

dando inizio significativamente con la sua memoria al nuovo Anno<br />

pastorale.<br />

Lo consideriamo presente in mezzo a noi, in questa Assemblea<br />

Diocesana, che coinvolge strutture e operatori pastorali a livello<br />

<strong>di</strong>ocesano e parrocchiale, come segno della comunione ecclesiale e<br />

della missione pastorale della nostra Chiesa palermitana.<br />

3. L’o<strong>di</strong>erna Assemblea si colloca alla vigilia quasi imme<strong>di</strong>ata<br />

del Convegno Nazionale delle Chiese d’Italia, che si svolgerà dal 16<br />

al 20 ottobre a Verona sul tema “Testimoni <strong>di</strong> Gesù Risorto,<br />

speranza del mondo”: un tema sul quale abbiamo riflettuto nella fase<br />

preparatoria, che a livello nazionale ha avuto proprio a <strong>Palermo</strong> il<br />

suo primo incontro nel novembre scorso con la partecipazione <strong>di</strong><br />

tutte le <strong>di</strong>ocesi siciliane.<br />

Nell’omelia della concelebrazione eucaristica in onore <strong>di</strong> S.<br />

Rosalia sul Montepellegrino il 4 <strong>settembre</strong> ho ricordato i 5 Santi, i 5<br />

Beati, i 7 Venerabili, e i 16 Servi <strong>di</strong> Dio che hanno illustrato la<br />

nostra Chiesa, come autentici testimoni <strong>di</strong> Gesù Risorto.<br />

Tra questi ho citato in particolare due sacerdoti, P. Francesco<br />

Spoto, gloria della famiglia bocconista e P. Pino Puglisi, gloria del<br />

nostro presbiterio, i cui processi vertono sul riconoscimento del loro<br />

martirio, massima espressione della testimonianza cristiana.<br />

4. Del Servo <strong>di</strong> Dio P. Francesco Spoto, il cui processo è iniziato<br />

qui a <strong>Palermo</strong> quattor<strong>di</strong>ci anni fa, dalla Congregazione delle<br />

Cause dei Santi è stato riconosciuto il martirio.<br />

Nato a Raffadali (Agrigento) l’8 <strong>luglio</strong> 1924, P. Francesco<br />

Spoto nel 1936 entrò nella Congregazione dei Missionari Servi dei<br />

Poveri (Bocconisti), la famiglia religiosa fondata a <strong>Palermo</strong> da un<br />

in<strong>di</strong>menticabile sacerdote palermitano, il Beato Giacomo Cusmano.<br />

Fu or<strong>di</strong>nato sacerdote il 22 <strong>luglio</strong> 1951 e dopo nove anni, appena<br />

trentacinquenne, fu eletto Superiore Generale.


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359<br />

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Il settimo successore del Beato Giacomo Cusmano svolse<br />

questo impegnativo ministero con gran<strong>di</strong>ssimo zelo. Pur consapevole<br />

<strong>di</strong> andare incontro ad una situazione estremamente pericolosa,<br />

dato il conflitto in corso, il 4 agosto 1964 partì per il Congo in visita<br />

canonica alla prima missione bocconista, desideroso <strong>di</strong> stare vicino<br />

ai tre suoi confratelli che erano in pericolo.<br />

“Dai primi <strong>di</strong> <strong>settembre</strong> – come si legge nel Decreto della<br />

Congregazione – visse una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi, <strong>di</strong> timori, <strong>di</strong> stress,<br />

<strong>di</strong> angosce, <strong>di</strong> preoccupazioni, <strong>di</strong> pericoli, <strong>di</strong> fame, <strong>di</strong> privazioni e <strong>di</strong><br />

stenti, fino al pestaggio esiziale da parte dei rivoluzionari atei<br />

congolesi, avvenuto intorno alle ore 20,00 dell’11 <strong>di</strong>cembre, causa<br />

della morte che sopraggiunse dopo alcuni giorni a Rungu (Erira) il<br />

27 <strong>di</strong>cembre 1964. Egli non cercò la morte, ma, l’accettò, offrendo<br />

la propria vita in cambio <strong>di</strong> quella dei tre confratelli”.<br />

Una morte eroica, la sua, e perciò feconda <strong>di</strong> vocazioni per la<br />

sua Congregazione, se questa oggi conta in Congo circa 50 religiosi<br />

in cinque comunità.<br />

Secondo le nuove norme stabilite da Benedetto XVI, il rito<br />

della Beatificazione si svolgerà qui a <strong>Palermo</strong>, per cui tutta la nostra<br />

Chiesa <strong>di</strong>ocesana, insieme con la Congregazione dei Bocconisti, si<br />

prepara, come ha scritto il loro Padre Superiore Generale “nella<br />

gioia e nella lode, nel ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> grazie e nella preghiera, al<br />

giorno lietissimo nel quale potremo cominciare a invocare, confortati<br />

dall’autorità della Chiesa: Beato Francesco Spoto, prega per<br />

noi”.<br />

5. Ma la stessa invocazione noi speriamo <strong>di</strong> poter rivolgere<br />

anche al nostro P. Pino Puglisi, il cui processo per il riconoscimento<br />

del martirio, che sto seguendo con la più doverosa attenzione, ci<br />

auguriamo anch’esso abbia un esito positivo.<br />

Il riconoscimento ufficiale del suo martirio da parte della<br />

Chiesa sarebbe come la conferma ufficiale della grandezza morale e<br />

spirituale <strong>di</strong> un sacerdote fedele ed esemplare, autentico testimone <strong>di</strong><br />

Gesù Cristo e annunciatore della Speranza cristiana soprattutto in


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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mezzo alle nuove generazioni. Ma sarebbe anche il sigillo della<br />

perenne attualità del suo messaggio, che con la voce del sangue<br />

invita tutti al coraggio, alla coerenza, alla fortezza, alla santa audacia<br />

nell’esercizio sia del ministero sacerdotale come <strong>di</strong> ogni altro<br />

servizio nella Chiesa, per il trionfo delle forze del bene su tutte le<br />

aggressioni e le perversioni del male, soprattutto se, come quello<br />

mafioso, agisce da perversa struttura <strong>di</strong> peccato, antiumana e<br />

antievangelica, tanto più subdola e pericolosa quanto più si ammanta<br />

o si circonda <strong>di</strong> segni e <strong>di</strong> riferimenti religiosi.<br />

P. Puglisi, come sacerdote, l’ha combattuta con le armi proprie<br />

dell’azione pastorale: la testimonianza personale <strong>di</strong> sacerdote<br />

secondo il cuore <strong>di</strong> Dio, la preghiera, l’evangelizzazione, la formazione<br />

e la mobilitazione delle coscienze soprattutto giovanili, l’amore<br />

privilegiato per gli ultimi, la ferma denuncia del male, l’invito<br />

alla conversione del cuore, al cambiamento della mentalità e della<br />

vita, nel ritorno a Dio, che accoglie sempre i peccatori, anche i più<br />

criminali, quando ritornano a lui, riconoscendo il male commesso e<br />

riparando i danni inferti alla società.<br />

È stata questa la strategia pastorale <strong>di</strong> P. Puglisi. Ed è questa la<br />

strategia pastorale in<strong>di</strong>cata con chiarezza dall’episcopato siciliano e<br />

da me costantemente riba<strong>di</strong>ta.<br />

È così che si accende e si costruisce la speranza.<br />

6. Testimone della speranza P. Puglisi lo è stato con l’insegnamento<br />

e con la vita, suggellata dalla testimonianza del sangue.<br />

In una sua riflessione fatta ai giovani sul tema “Testimoni della<br />

speranza”, dopo aver affermato che “il testimone per eccellenza è<br />

Gesù”, che ha reso la sua testimonianza “donando la vita per la<br />

salvezza <strong>di</strong> tutti”, precisava che “con Gesù testimone ci sono e ci<br />

devono essere testimoni <strong>di</strong> Gesù”, e a questo sono chiamati tutti i<br />

cristiani, ma “in comunione con la Chiesa evangelizzatrice”, per<br />

“essere testimoni <strong>di</strong> speranza”, “in un futuro che mentre è un’utopia<br />

per chi non crede, <strong>di</strong>venta invece realtà per il cristiano”.<br />

“Con<strong>di</strong>zione”, <strong>di</strong>ceva, è “l’amicizia con Dio”, presente nella Parola,<br />

nel Sacramento, nel povero, in ogni uomo”.


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A chi – egli si domandava – bisogna testimoniare la speranza?<br />

E rispondeva: “A chi nel profondo conserva rabbia nei confronti<br />

della società che vede ostile; a chi è concentrato su se stesso e non si<br />

apre agli altri; a chi è pieno <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> ansie, a chi non riesce ad<br />

abbandonare il proprio passato e andare liberamente verso il futuro”.<br />

“La teologia della speranza, – concludeva – nel suo modello<br />

più profondo, è la teologia della Croce. Il testimone della speranza<br />

in<strong>di</strong>ca a chi è <strong>di</strong>sorientato non che cosa è la speranza, ma Chi è la<br />

speranza. Testimone della speranza è quin<strong>di</strong> colui che, attraverso la<br />

propria vita, cerca <strong>di</strong> lasciare trasparire la presenza <strong>di</strong> Colui che è la<br />

Speranza assoluta”, ossia Cristo Risorto. È qui il cuore del tema <strong>di</strong><br />

Verona. P. Puglisi profeticamente l’aveva fatto suo.<br />

7. Il tema del Convegno ecclesiale si collega con quello della<br />

nostra Assemblea <strong>di</strong>ocesana: “Il cammino <strong>di</strong> iniziazione cristiana<br />

modello <strong>di</strong> riconversione pastorale”. Noi cristiani, infatti, riceviamo<br />

la chiamata ad essere testimoni come un dono e una promessa.<br />

All’origine del dono c’è il Battesimo accolto nella fede, ra<strong>di</strong>cato<br />

nel mistero pasquale, che configurandoci a Cristo, ci consente<br />

<strong>di</strong> conformarci a lui rendendoci capaci <strong>di</strong> essere, sentire e agire<br />

come lui nella Chiesa e nel mondo.<br />

È così che si <strong>di</strong>venta testimoni. Lo ricordava qualche giorno fa<br />

a Ratisbona il Santo Padre Benedetto XVI: “Essere testimoni <strong>di</strong><br />

Gesù significa essere testimoni <strong>di</strong> un determinato modo <strong>di</strong> vivere. In<br />

un momento pieno <strong>di</strong> confusione noi dobbiamo dare nuovamente<br />

testimonianza degli orientamenti che rendono una vita veramente<br />

vita. Questa è la responsabilità dei cristiani”.<br />

Occorre pertanto rendere vitale la nostra coscienza battesimale,<br />

a partire da un’attenzione speciale ai cammini <strong>di</strong> iniziazione <strong>di</strong><br />

adulti, ragazzi e giovani, come noi Vescovi italiani abbiamo richiamato<br />

in questi ultimi anni.<br />

Le nostre comunità parrocchiali devono essere in grado <strong>di</strong> offrire<br />

questi cammini in tutte le stagioni e in tutte le situazioni della<br />

vita, conoscendo chiaramente e contestualizzando fedelmente, co-


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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raggiosamente, unitariamente, quanto è in<strong>di</strong>cato nelle tre Note della<br />

Conferenza Episcopale Italiana sulla iniziazione cristiana, con<br />

particolare attenzione alla terza, per il risveglio della fede nei battezzati,<br />

con<strong>di</strong>zione inelu<strong>di</strong>bile per la conversione personale e per la<br />

riconversione pastorale delle nostre parrocchie nella loro fondamentale<br />

identità, quella missionaria.<br />

8. Non possiamo ignorare che anche da noi vi sono non battezzati<br />

che domandano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare cristiani; battezzati il cui battesimo<br />

è rimasto senza risposta e vivono <strong>di</strong> fatto lontani dalla<br />

Chiesa; battezzati la cui fede è rimasta allo sta<strong>di</strong>o della prima formazione<br />

cristiana, forse mai rinnegata ma in qualche modo sospesa;<br />

battezzati adulti e giovani che non accedono agli altri sacramenti<br />

della iniziazione cristiana, mentre aumenta il numero <strong>di</strong> coloro che<br />

non partecipano normalmente alla Messa domenicale e si aggrava la<br />

frattura tra le fede e la vita.<br />

9. Le Assemblee particolari, che si svolgeranno in questo mese<br />

presso i Centri pastorali <strong>di</strong>ocesani e i Consigli pastorali parrocchiali,<br />

costituiscono momenti privilegiati <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>scernimento<br />

comunitario che tutti, vescovi, sacerdoti, <strong>di</strong>aconi, religiosi/e, operatori<br />

pastorali e associazioni laicali, siamo chiamati a compiere per<br />

dare risposte pensate, concrete, lungimiranti, coraggiose a domande<br />

che si fanno sempre più urgenti, come quelle proposte dal nostro<br />

Ufficio Pastorale e affidate a tutti voi.<br />

Partecipare a queste Assemblee, prima che un dovere, è una<br />

esigenza <strong>di</strong> comunione e <strong>di</strong> missione. È la risposta al Signore che<br />

chiama per costruire tutti insieme con lui il futuro della nostra<br />

Chiesa.<br />

Invochiamo ogni giorno, senza stancarci, lo Spirito Santo datore<br />

dei doni e luce dei cuori. È lui l’agente principale <strong>di</strong> ogni rinnovamento<br />

personale e comunitario. È lui che piega ciò che è rigido,<br />

bagna ciò che è arido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è<br />

sviato. È lui lo Spirito Consolatore che, secondo la promessa del


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Signore Gesù, il Padre ha mandato nel suo nome, per insegnarci<br />

ogni cosa e ricordarci quello che lui ha detto (Gv 14,26). È lui che<br />

“attesta al nostro spirito che siamo figli <strong>di</strong> Dio” (Gv 20,22). È lui<br />

che con i sacramenti della iniziazione cristiana ci dona la forza per<br />

essere testimoni <strong>di</strong> Gesù Risorto.<br />

E affi<strong>di</strong>amoci con fiducia all’intercessione <strong>di</strong> Maria che dall’alto<br />

della Croce Gesù ci ha donato come madre .<br />

Stando alla sua scuola, come ha fatto P. Puglisi, impariamo a<br />

penetrare più profondamente il mistero del suo Figlio Crocifisso e<br />

Risorto, per testimoniarlo nella vita con la gioia della speranza.


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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ORDINAZIONE DIACONALE E PRESBITERALE<br />

Cattedrale, 17 Settembre <strong>2006</strong><br />

1. Accompagnati dalla contemplazione del Servo <strong>di</strong> Jahvé che<br />

il profeta Isaia ci ha offerto nella prima lettura e dall’insegnamento<br />

che Gesù ci ha dato nel Vangelo sulla sua vera identità messianica e<br />

le con<strong>di</strong>zioni per seguirlo sulla via della croce, fissiamo lo sguardo<br />

su <strong>di</strong> lui, buon Pastore, che attraverso l’imposizione delle mie mani,<br />

con l’effusione del suo Spirito or<strong>di</strong>nerà <strong>di</strong>acono l’accolito<br />

domenicano fr. Sergio e presbiteri i <strong>di</strong>aconi fr. Francesco passionista<br />

e Marco Lupo della nostra Chiesa palermitana, della quale tutti e tre<br />

sono figli.<br />

Fin dal seno materno sono stati chiamati dal Signore a essere<br />

suoi ministri e <strong>di</strong>spensatori dei misteri <strong>di</strong> Dio per la sua gloria e a<br />

servizio del suo popolo. Essi, come il Servo <strong>di</strong> Jahvé, non hanno<br />

opposto resistenza alla sua chiamata, non si sono tirati in<strong>di</strong>etro, ma,<br />

certi dell’assistenza del Signore hanno detto il loro si gioioso e<br />

consapevole, maturato negli anni della loro formazione e che poco<br />

fa hanno ripetuto con l’entusiasmo della loro giovinezza: “Eccomi”.<br />

2. Con l’or<strong>di</strong>nazione del Diaconato, fr. Sergio sarà configurato<br />

a Cristo Servo per essere <strong>di</strong> aiuto al Vescovo e ai presbiteri nel<br />

ministero della Parola, della Liturgia e della Carità.<br />

Come ministro della Parola, proclamerà il Vangelo e l’annunzierà<br />

ai fratelli come luce che accende la fede e ne illumina il<br />

cammino.<br />

Come ministro dei Sacramenti, avrà il compito <strong>di</strong> preparare ciò<br />

che è necessario per il servizio eucaristico, <strong>di</strong>stribuire ai fedeli il<br />

Corpo e il Sangue del Signore, amministrare il Battesimo, assistere e<br />

bene<strong>di</strong>re ai matrimoni, presiedere al rito delle esequie.


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Come ministro della Carità, si metterà a servizio soprattutto dei<br />

poveri e <strong>di</strong> quanti soffrono nel corpo e nello spirito.<br />

Con l’Or<strong>di</strong>nazione del Presbiterato, fr. Francesco e don Marco<br />

saranno configurati in tutto il loro essere a Cristo sommo ed eterno<br />

sacerdote e nella Chiesa lo renderanno presente come suo Capo,<br />

Sposo e Pastore, proclamandone autorevolmente la Parola, che tutti<br />

hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ascoltare dalla loro bocca, ripetendone i gesti<br />

sacramentali del perdono e della santificazione soprattutto nella<br />

celebrazione eucaristica e esercitandone l’ammirevole sollecitu<strong>di</strong>ne<br />

per il suo gregge sino al dono totale <strong>di</strong> se stessi.<br />

Ren<strong>di</strong>amo veramente grazie al Signore per questo triplice dono<br />

che concede alla sua Chiesa, alla sua e alla nostra Chiesa <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>, alle antiche e gloriose famiglie religiose dei Domenicani e<br />

dei Passionisti, e accompagniamo con la preghiera questi nostri<br />

fratelli, mentre prostrati a terra si affideranno con fiducia alla misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Dio e all’intercessione della Vergine Maria e dei Santi<br />

prima <strong>di</strong> essere consacrati dallo Spirito Santo ministri della Chiesa.<br />

3. E voi, figli carissimi, siate consapevoli del loro mistero <strong>di</strong><br />

grazia che sta per investirvi come fonte e sostegno perenne del ministero<br />

che ne deriva e che vi accompagnerà per tutta la vita.<br />

Accogliete l’invito che vi ha rivolto nella seconda lettura il primo<br />

Papa, l’apostolo S. Pietro: “Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta,<br />

mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori <strong>di</strong><br />

una multiforme grazia <strong>di</strong> Dio. Chi parla, lo faccia come con parole<br />

<strong>di</strong> Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da<br />

Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo <strong>di</strong> Gesù Cristo,<br />

al quale appartiene la gloria e la potenza”. Un’esortazione ricca <strong>di</strong><br />

stimoli e <strong>di</strong> impegni.<br />

4. Vivete anzitutto secondo la grazia ricevuta. Fra poco sarete<br />

configurati in tutto il vostro essere a Cristo Servo e Pastore della<br />

Chiesa: conformatevi, perciò, a lui umile, povero, casto, obbe<strong>di</strong>ente,<br />

facendo vostre le sue scelte <strong>di</strong> vita, che tu Sergio e tu Franco avete


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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già fatto in modo ra<strong>di</strong>cale il giorno della vostra professione solenne<br />

nella vita consacrata.<br />

Si possa <strong>di</strong>re <strong>di</strong> voi quello che è stato detto <strong>di</strong> S. Domenico: “Si<br />

<strong>di</strong>mostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo nelle parole e nelle<br />

opere”, per cui il Papa Gregorio IX ebbe a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> lui: “Conosco un<br />

uomo, che seguì in tutto e per tutto il modo <strong>di</strong> vivere degli apostoli”.<br />

Questo fu anche l’esempio e l’insegnamento <strong>di</strong> S. Paolo della<br />

Croce che così esortava: “Siate fedeli nell’esercizio delle virtù. Fate<br />

che non solamente all’interno, ma anche all’esterno si veda da tutti<br />

che portate l’immagine <strong>di</strong> Gesù Crocifisso, tutto dolce, mansueto,<br />

paziente”.<br />

In un mondo che tenta <strong>di</strong> mettere tra parentesi Dio, <strong>di</strong> cancellarlo<br />

dal cuore della storia o <strong>di</strong> relegarlo nel privato, voi dovete essere<br />

la sua impronta incancellabile, il segno della sua presenza nel<br />

mondo. Per questo S. Caterina chiamava i Sacerdoti i “ministri del<br />

Sole”, del vero sole che è Dio, del vero sole che è Cristo.<br />

5. Mettete la grazia ricevuta a servizio degli altri. È questo il<br />

significato del ministero che voi dovete compiere con fedeltà, come<br />

buoni amministratori, con l’energia che lo Spirito <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong><br />

fortezza donerà con l’imposizione delle mani.<br />

Egli vi accoglierà sotto le sue mani. Voi date a lui le vostre<br />

mani, la vostra mente, il vostro cuore, la vostra vita, tutto voi stessi,<br />

perché <strong>di</strong> voi il Signore vuole servirsi per realizzare qui e nell’oggi<br />

della storia il suo sacerdozio eterno e universale. Sarete, così, con la<br />

sua grazia degni ministri dell’altare, annunziatori forti e miti della<br />

Parola che ci salva, come abbiamo pregato nell’orazione colletta.<br />

6. Annunziatori forti e miti della Parola che ci salva, nutritevene<br />

quoti<strong>di</strong>anamente e abbondantemente anzitutto voi, perché,<br />

me<strong>di</strong>tandola giorno e notte, possiate insegnare ciò che avete appreso<br />

nella fede, credere sempre ciò che proclamate e vivere ciò che<br />

insegnate. Siate voi il Vangelo vivente.


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Vi sia <strong>di</strong> esempio S. Domenico, insigne pre<strong>di</strong>catore e fondatore<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne dei Pre<strong>di</strong>catori. Di lui ancora è scritto: “Era assai parco<br />

<strong>di</strong> parole e, se apriva la bocca, era o per parlare con Dio nella<br />

preghiera o per parlare <strong>di</strong> Dio”.<br />

“Questa era la norma che seguiva e questa pure raccomandava<br />

ai fratelli”, che “esortava spesso, a voce e per lettera, a stu<strong>di</strong>are<br />

sempre l’Antico e Nuovo Testamento. Portava continuamente con sé<br />

il Vangelo <strong>di</strong> Matteo e le lettere <strong>di</strong> S. Paolo, e me<strong>di</strong>tava così<br />

lungamente queste ultime da arrivare a saperle quasi a memoria”.<br />

7. Degni ministri dell’altare, siate i fedeli <strong>di</strong>spensatori dei ministeri<br />

<strong>di</strong> Dio nella celebrazione dei sacramenti e soprattutto dell’Eucaristia,<br />

per continuare l’opera santificatrice <strong>di</strong> Cristo.<br />

A S. Caterina da Siena Gesù <strong>di</strong>sse: “I sacerdoti sono i miei<br />

‘unti’, ed io li chiamo i miei ‘cristi’, perché ho dato loro me stesso<br />

da amministrare a voi”.<br />

Siate, pertanto, consapevoli <strong>di</strong> ciò che fate, imitate ciò che<br />

celebrate, perché, partecipando al mistero della morte e risurrezione<br />

del Signore, portiate la morte <strong>di</strong> Cristo nelle vostre membra e<br />

camminiate con lui in novità <strong>di</strong> vita.<br />

“Fate che il vostro cuore – come si esprimeva S. Paolo della<br />

Croce – sia un vivo tabernacolo del dolce Gesù Sacramentato. Statevene<br />

abbracciati alla Santa Croce, prendendo tutti i travagli dalla<br />

mano amorosa <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong>cendo spesso: “Signore, sia sempre fatta la<br />

tua santa volontà”.<br />

La Croce è il prezzo della carità pastorale e la sorgente della<br />

fecon<strong>di</strong>tà apostolica. Gesù ha detto: “Chi vuol servirmi, mi segua” e<br />

ha dettato le con<strong>di</strong>zioni della sequela: “Se qualcuno vuol venire<br />

<strong>di</strong>etro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Se<br />

questo vale per tutti i cristiani, vale in modo particolare per i sacri<br />

ministri, icone sacramentali <strong>di</strong> Cristo sofferente e glorificato, che<br />

non è venuto per essere servito ma per servire e dare la vita per tutti.


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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8. Ministri <strong>di</strong> Dio che è amore, ricordate che il vostro carisma<br />

<strong>di</strong>aconale e presbiterale fa <strong>di</strong> voi dei collaboratori <strong>di</strong> Cristo nell’incessante<br />

costruzione della sua Chiesa, come casa e scuola <strong>di</strong> comunione,<br />

perché sia prolungamento cre<strong>di</strong>bile della sua missione <strong>di</strong><br />

salvezza del mondo.<br />

“La grazia che più insistentemente S. Domenico chiedeva a<br />

Dio era quella <strong>di</strong> una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente<br />

alla salvezza degli uomini”.<br />

“Servite volentieri gli altri – esortava a sua volta S. Paolo della<br />

Croce – esercitate la carità per tutti, perché Dio vi tiene preparati<br />

gran<strong>di</strong> tesori”. Sono, questi, esempi e insegnamenti preziosi. Imitateli<br />

e ascoltateli!<br />

Siate sempre segni e testimoni <strong>di</strong> unità, <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> pace: e<br />

lo sarete tanto più agevolmente, quanto più sarete uniti al Papa, al<br />

vostro Vescovo, ai superiori, ai confratelli nella realtà sacramentale<br />

del presbiterio dovunque il Signore vi manda.<br />

9. Come S. Domenico, come S. Paolo della Croce, siate ministri<br />

santi e santificatori, memori che la santificazione dei ministri<br />

della Chiesa ha come via privilegiata, oltre l’osservanza dei consigli<br />

evangelici nella ra<strong>di</strong>calità della vita consacrata, l’esercizio stesso del<br />

ministero, purché sia animato dalla contemplazione, sorretto dalla<br />

preghiera, e svolto con un solo interesse, la gloria <strong>di</strong> Dio al quale<br />

solo appartiene la gloria e la potenza, come ci ha ricordato S. Pietro.<br />

Siate uomini <strong>di</strong> contemplazione e <strong>di</strong> preghiera. Siate uomini<br />

eucaristici e mariani, come lo furono S. Paolo della Croce e S.<br />

Domenico. Essi vi raccomandano due forme privilegiate <strong>di</strong> preghiera<br />

e <strong>di</strong> contemplazione, oltre quella liturgica che ha sempre il<br />

primo posto: l’adorazione eucaristica e il santo Rosario. Sono due<br />

forme <strong>di</strong> preghiera che fanno gustare il contatto più intimo sia con<br />

Gesù nel segno massimo della sua presenza in mezzo a noi, sia con<br />

la Madre sua e Madre nostra, Maria.<br />

Nell’adorazione eucaristica abbiamo la possibilità <strong>di</strong> stare con


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Gesù, <strong>di</strong> parlare con lui, <strong>di</strong> esporgli le nostre domande, le nostre<br />

preoccupazioni, le nostre gioie, le nostre apprensioni, le nostre<br />

delusioni. È soprattutto allora che facciamo l’esperienza concreta<br />

della vali<strong>di</strong>tà della promessa <strong>di</strong> Gesù: “Io sarò con voi ogni giorno”;<br />

e questo basta a fugare ogni timore e a infonderci coraggio.<br />

Nella recita del S. Rosario gioie e dolori <strong>di</strong> Maria e <strong>di</strong> Gesù<br />

s’intrecciano con le gioie e le immancabili sofferenze della nostra<br />

vita e del nostro ministero. Se queste sono illuminate dalla luce della<br />

fede e vissute con la certezza della speranza cristiana, non solo non<br />

offuscano la gioia che il Signore dona con l’or<strong>di</strong>nazione, ma<br />

l’accrescono nella prospettiva della gloria che egli ha promesso ai<br />

servi fedeli. È questo anche il mio invito. È questo il mio augurio.<br />

Amen.


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ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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CINQUANTESIMO<br />

DI ORDINAZIONE PRESBITERALE<br />

DI MONS. BIAGIO NOTARANGELO<br />

Roma, 21 Settembre <strong>2006</strong><br />

1. Nella preghiera colletta abbiamo reso grazie a Dio che nel<br />

<strong>di</strong>segno della sua misericor<strong>di</strong>a ha scelto Matteo il pubblicano e lo ha<br />

costituito apostolo del Vangelo, e abbiamo chiesto che per il suo<br />

esempio e la sua intercessione, <strong>di</strong> corrispondere alla vocazione<br />

cristiana e <strong>di</strong> seguirlo fedelmente in tutti i giorni della nostra vita.<br />

Se questo vale per tutti i battezzati in<strong>di</strong>stintamente, vale in<br />

modo peculiare per quanti il Signore ha costituito pastori e maestri,<br />

come ci ha ricordato S. Paolo nella lettera agli Efesini.<br />

Pastori e maestri si <strong>di</strong>venta col “dono” sacramentale dell’Or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale che il carissimo Mons. Biagio Notarangelo ha<br />

ricevuto 50 anni fa nella Cattedrale <strong>di</strong> Taranto il 31 maggio 1956<br />

attraverso l’imposizione delle mani del mio venerato e imme<strong>di</strong>ato<br />

predecessore nella Chiesa Tarentina, S.E. Mons. Guglielmo<br />

Motolese, che ricor<strong>di</strong>amo anche ora con affetto e gratitu<strong>di</strong>ne.<br />

Ci uniamo pertanto a lui nel ren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> grazie al Signore,<br />

per il dono del sacerdozio ministeriale che il Signore gli ha concesso<br />

e che egli ha accolto da giovane, con la stessa decisione con la quale<br />

S. Matteo rispose all’invito del Signore: “Seguimi”.<br />

2. Ogni vocazione è un mistero. Ma quella presbiterale è un<br />

mistero ancora più grande, perché scaturisce dall’insondabile <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> Dio che chiama anche nelle situazioni più impreve<strong>di</strong>bili,<br />

come è avvenuto per San Matteo, che da pubblicano e peccatore<br />

<strong>di</strong>venta non solo un grande apostolo (è citato sempre al quarto posto),<br />

ma il primo degli Evangelisti.<br />

Il sacerdozio ministeriale è un dono <strong>di</strong> Dio, come in<strong>di</strong>ca il


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371<br />

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´<br />

nome <strong>di</strong> Matteo che in ebraico significa “dono <strong>di</strong> Dio”. Si tratta <strong>di</strong><br />

un dono gratuito e immeritato, un dono <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> grazia, che<br />

trascende ogni capacità umana, eppure ha bisogno della nostra povera<br />

umanità per esprimersi e realizzarsi.<br />

È un ministero perché è un mistero che solo alla luce della fede<br />

si può comprendere. Non fa meraviglia che, in una società in cui il<br />

secolarismo mette tra parentesi Dio e induce illusoriamente l’uomo<br />

a vivere come se Dio non esistesse, il sacerdozio ministeriale sia<br />

considerato e valutato solo o principalmente per la sua valenza<br />

sociale, ignorando o escludendo la sua sorgente soprannaturale,<br />

ossia la vocazione, la consacrazione e la missione da parte <strong>di</strong> Dio.<br />

Un ministero indubbiamente <strong>di</strong>fficile ma anche esaltante. La<br />

consacrazione configura ontologicamente a Cristo sacerdote e pastore,”al<br />

fine – come ha ricordato S. Paolo – <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare il suo corpo<br />

che è la Chiesa attraverso l’unità della fede nel vincolo della pace”.<br />

3. È questo lo sfondo misterioso in cui si colloca ogni autentica<br />

esperienza sacerdotale. È questo lo sfondo pasquale in cui da<br />

cinquanta anni si snoda l’esperienza sacerdotale del nostro fratello<br />

Biagio.<br />

Nella duplice e in<strong>di</strong>visibile fedeltà a Dio, che lo ha chiamato,<br />

consacrato e mandato, e al popolo, dal quale è stato scelto e per il<br />

quale è stato consacrato e mandato, Mons. Notarangelo è stato ed è<br />

soprattutto a servizio delle “cose che riguardano Dio” nella triplice e<br />

in<strong>di</strong>ssociabile <strong>di</strong>mensione del ministero pastorale, come maestro,<br />

come santificatore, come guida.<br />

Come maestro, il sacerdote è innanzitutto il ministro del Vangelo,<br />

della Parola che salva, che accende la fede nei non credenti e la<br />

rafforza nei credenti, per cui tutti hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sentirla risuonare<br />

sulla sua bocca, perché sgorgata da una mente che la ricerca,<br />

da una volontà che la fa sua, da un cuore che la incarna e la irra<strong>di</strong>a.<br />

L’azione magisteriale <strong>di</strong> Mons. Notarangelo, sorretta da una vasta<br />

cultura generale e da una seria preparazione teologico-pastorale e<br />

sociale espressa in moltissime pubblicazioni e nell’insegnamento, è


372<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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ben nota e da tutti apprezzata. La sua parola risuona come eco fedele<br />

della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

E risuona in tutto il mondo, come abbiamo ripetuto nel salmo<br />

responsoriale, perché il suo ministero non si è svolto solo a Taranto,<br />

come primo e zelante parroco della parrocchia del Cuore<br />

Immacolato <strong>di</strong> Maria e Assistente delle ACLI e degli Scout, ma si è<br />

esteso in tutta Italia, come Consigliere ecclesiastico Nazionale della<br />

Col<strong>di</strong>retti, anzi come Assistente dell’ICRA in vari paesi dell’Europa,<br />

dell’Africa, dell’Asia e dell’America.<br />

4. Come santificatore, il sacerdote è soprattutto il me<strong>di</strong>atore<br />

tra Dio e il suo popolo: offre al popolo i gran<strong>di</strong> doni <strong>di</strong> Dio e a Dio i<br />

piccoli doni del suo popolo, attraverso la preghiera e soprattutto<br />

attraverso la Liturgia che ha il suo culmine nella celebrazione eucaristica.<br />

Se ogni sacerdote – come precisa l’Autore della Lettera agli<br />

Ebrei – deve offrire non solo per il suo popolo ma anche e prima<br />

ancora per sé i sacrifici per i peccati, è nella celebrazione eucaristica<br />

che egli manifesta in pienezza il suo ministero <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atore nel<br />

nome e nella persona <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> glorificatore del Padre e <strong>di</strong><br />

santificatore dei fratelli, così come nel nome e nella persona <strong>di</strong> Cristo<br />

è il ministro della remissione dei peccati nel sacramento specifico<br />

della Penitenza e della Riconciliazione.<br />

Quante meraviglie <strong>di</strong> grazia Dio ha operato nei cinquanta<br />

anni <strong>di</strong> sacerdozio <strong>di</strong> Mons. Notarangelo, nella sua vita personale e<br />

attraverso la sua missione pastorale. Tutte sono note solo a lui, a<br />

Dio, ma, in tanta parte, sono note anche a noi, soprattutto a quanti<br />

egli ha servito, anche qui nella vostra comunità parrocchiale. E<br />

questo è la manifestazione trasparente <strong>di</strong> un grande amore a Cristo e<br />

alla Chiesa e prova consequenziale <strong>di</strong> una grande pietà eucaristica.<br />

Un sacerdote, d’altra parte, non può non essere innamorato<br />

dell’Eucaristia. Il sacerdozio, infatti, è sgorgato dal cuore <strong>di</strong> Cristo<br />

nel primo Giovedì santo, insieme con l’Eucaristia: nasce continuamente<br />

dall’Eucaristia, è per l’Eucaristia, si nutre perennemente e


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

373<br />

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´<br />

vive dell’Eucaristia. Sacerdozio ed Eucaristia, a loro volta, sono<br />

elementi costitutivi ineliminabili della Chiesa, la quale, soprattutto<br />

me<strong>di</strong>ante il ministero sacerdotale, fa l’Eucaristia ma è anche significata<br />

e incessantemente costruita dall’Eucaristia.<br />

Ripresentazione sacramentale <strong>di</strong> Gesù capo e pastore, il sacerdote<br />

deve essere anche il segno visibile della premura paterna e<br />

della tenerezza materna dell’unico Padre che è nei cieli. Deve manifestare<br />

la particolare attenzione che Gesù ha manifestato verso i<br />

peccatori, come ha fatto con Matteo, memore che non sono i sani<br />

che hanno bisogno dei me<strong>di</strong>ci, ma i malati, come ha detto Gesù, che<br />

non è venuto a chiamare i giusti ma i peccatori.<br />

Cinquanta anni <strong>di</strong> sacerdozio <strong>di</strong> Mons. Notarangelo sono segnati<br />

dallo sforzo <strong>di</strong> riflettere i tratti dell’amore e della paternità<br />

<strong>di</strong>vina che è senza confini, non si stanca, non si arrende, mai smette<br />

<strong>di</strong> attendere, <strong>di</strong> sognare, <strong>di</strong> amare, <strong>di</strong> donarsi.<br />

5. Come guida del popolo <strong>di</strong> Dio, infine, il sacerdote è il ministro,<br />

il servitore della comunione, anima <strong>di</strong> ogni comunità ecclesiale.<br />

È in questo ministero che si rivela, da una parte, la giusta<br />

compassione per coloro che sono nell’ignoranza e nell’errore, dall’altra,<br />

la sollecitu<strong>di</strong>ne del buon pastore che a <strong>di</strong>fferenza del mercenario,<br />

non abbandona le pecore quando vede venire il lupo, non<br />

fugge, ma con la sua presenza saggia, tempestiva, lungimirante,<br />

impe<strong>di</strong>sce che il lupo le rapisca e le <strong>di</strong>sperda. “Dio, infatti, come ha<br />

scritto S. Paolo a Timoteo, non ci ha dato uno Spirito <strong>di</strong> timidezza,<br />

ma <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> saggezza”.<br />

Sono queste virtù che Mons. Notarangelo valorizza nel ministero,<br />

ampiamente apprezzato, come attestano i <strong>di</strong>versi riconoscimenti<br />

ricevuti, specialmente da parte della Santa Sede che lo ha<br />

onorato del titolo prima <strong>di</strong> Cappellano del Papa e poi <strong>di</strong> Protonotaro<br />

apostolico soprannumerario.<br />

6. Per tutto questo ren<strong>di</strong>amo grazie al Signore. Ma esprimiamo<br />

il nostro grazie anche a te, carissimo fratello, per la testimonianza <strong>di</strong><br />

fedeltà sacerdotale offerta alla Chiesa in questi cinquanta anni a


374<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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gloria della Trinità e a e<strong>di</strong>ficazione del suo popolo.<br />

Facendomi voce dei presenti e <strong>di</strong> quanti, come me, Ti hanno<br />

conosciuto, apprezzato e amato, Ti auguro lunghissimi anni <strong>di</strong> vita,<br />

perché, sorretto dallo Spirito del Signore, ravvivando continuamente<br />

il dono <strong>di</strong> Dio che hai ricevuto con l’or<strong>di</strong>nazione e sempre fedele<br />

alla Tua missione apostolica, con l’assistenza materna <strong>di</strong> Maria, da<br />

Te tanto amata, Tu possa continuare per moltissimi anni a e<strong>di</strong>ficare<br />

la Chiesa, come annunziatore mite e coraggioso del Vangelo e<br />

fedele <strong>di</strong>spensatore dei misteri <strong>di</strong> Dio.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

375<br />

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´<br />

Luglio <strong>2006</strong><br />

ATTIVITA’ PASTORALE<br />

1. Nel pomeriggio celebra e amministra il sacramento della Cresima<br />

nella Parrocchia <strong>di</strong> Bolognetta.<br />

2. A Francavilla Fontana celebra presso le Suore Oblate <strong>di</strong> Nazareth<br />

in occasione del 50° anniversario <strong>di</strong> fondazione dell’Istituto Religioso.<br />

3. Nel pomeriggio celebra presso le Suore Francescane Missionarie<br />

del Cuore Immacolato <strong>di</strong> Maria in occasione dei 100 anni <strong>di</strong> presenza<br />

a <strong>Palermo</strong>.<br />

5. Presiede il Consiglio Episcopale. Nel pomeriggio riceve S.E. Mons.<br />

Martella, Vescovo <strong>di</strong> Molfetta con un gruppo <strong>di</strong> sacerdoti. Celebra<br />

nella Cappella della Casa Generalizia delle Suore Collegine.<br />

6-9. A Valencia, in Spagna, partecipa al V Incontro Mon<strong>di</strong>ale delle<br />

Famiglie.<br />

11. Fa visita ai Monasteri S. Andrea Apostolo e S. Paolino da Nola.<br />

12. Presiede il Consiglio Episcopale. Al Municipio presiede la celebrazione<br />

eucaristica per i festeggiamenti <strong>di</strong> S. Rosalia.<br />

14. Nel pomeriggio in Cattedrale presiede i Primi Vespri <strong>di</strong> S. Rosalia.<br />

15. In Cattedrale presiede il Pontificale <strong>di</strong> S. Rosalia. Nel pomeriggio<br />

partecipa alla processione delle reliquie <strong>di</strong> S. Rosalia e conclude<br />

con il messaggio a Piazza Marina.<br />

16. Celebra e amministra il sacramento della Cresima nella Parrocchia<br />

<strong>di</strong> Castronovo <strong>di</strong> Sicilia. Nel pomeriggio celebra nella parrocchia<br />

Maria SS. del Carmelo a Portella <strong>di</strong> Mare per il 60° anniversario <strong>di</strong><br />

Or<strong>di</strong>nazione Sacerdotale <strong>di</strong> Mons. Salvatore Pulizzotto.<br />

17. Nel pomeriggio celebra l’Eucaristia e presiede il Capitolo Generale<br />

per l’elezione della nuova Superiora Generale delle Ancelle Missionarie<br />

<strong>di</strong> Cristo Re.<br />

18. Nel pomeriggio celebra per la parrocchia S. Lucia presso la Chiesa


376<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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<strong>di</strong> S. Anna.<br />

19. Presiede il Consiglio Episcopale. Nel pomeriggio fa visita alla<br />

Missione Speranza e Carità <strong>di</strong> Biagio Conte.<br />

20. Si reca nella Casa per i Sacerdoti <strong>di</strong> Villabate.<br />

21. Presso la parrocchia S. Tommaso celebra la Messa esequiale<br />

della mamma <strong>di</strong> Mons. Salvino Maiorca.<br />

22-24. A Roma.<br />

25-27. A Vernole (LE) per la festa dei Patroni Ss. Gioacchino e Anna.<br />

28-31. In Ritiro spirituale.<br />

Agosto<br />

1-3. In Ritiro spirituale.<br />

4-10. A Vernole (LE).<br />

11-17. A Lorenzago <strong>di</strong> Cadore per la Festa della Madonna Assunta.<br />

20. A Cotrino (<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Oria) celebra per il IV Centenario dell’istituzione<br />

della Festa della Madonna <strong>di</strong> Cotrino.<br />

27. Celebra a Macchia <strong>di</strong> Giarre (CT) in occasione dei 1700 anni del<br />

martirio <strong>di</strong> S. Vito.<br />

Settembre<br />

1. Presiede il Consiglio Episcopale. Nel pomeriggio incontra la<br />

Parrocchia <strong>di</strong> Ciminna presso la Chiesa S. Francesco d’Assisi.<br />

2. Fa visita alle Parrocchie <strong>di</strong> Cefalà Diana e <strong>di</strong> Godrano.<br />

3. Celebra nella parrocchia S. Gregorio Magno per il possesso del<br />

nuovo parroco, Don Giuseppe Tavolacci. Nel pomeriggio celebra e<br />

amministra la Cresima nella Parrocchia <strong>di</strong> Roccapalumba.<br />

4. Celebra nel Santuario <strong>di</strong> Montepellegrino per la Festa <strong>di</strong> S. Rosalia.<br />

5. Visita le Parrocchie S. Giovanni Maria Vianney, Maria SS. del<br />

Carmelo – Croce Giar<strong>di</strong>na, e S. Girolamo <strong>di</strong> Ficarazzelli.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

377<br />

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´<br />

6. Celebra nel Santuario <strong>di</strong> Altavilla Milicia. Presiede il Consiglio Episcopale.<br />

7. Visita il Monastero delle Carmelitane <strong>di</strong> Giacalone.<br />

8. Riceve il Generale <strong>di</strong> Corpo d’Armata Aldo Cinelli, nuovo Comandante<br />

Regionale dell’Esercito. Si reca alla Caserma Cangialosi<br />

della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza per il saluto al Gen. Ferla. Nel pomeriggio<br />

partecipa alla processione della Madonna della Milicia ad Altavilla<br />

Milicia pronunciando un messaggio dal balcone del Municipio.<br />

9. Visita la parrocchia <strong>di</strong> Maria SS. <strong>di</strong> Monserrato.<br />

10. Rivolge un saluto all’inizio della Messa nella parrocchia <strong>di</strong> S. Filippo<br />

Neri. Celebra nella Parrocchia <strong>di</strong> Baucina per la festa <strong>di</strong> S.<br />

Fortunata. Nel pomeriggio celebra e amministra la Cresima nella<br />

parrocchia SS. Crocifisso <strong>di</strong> Ciaculli.<br />

12. Celebra nella parrocchia SS. Salvatore <strong>di</strong> Termini Imerese per il<br />

Corpo della Polizia Penitenziaria.<br />

13. Presiede il Consiglio Episcopale. Fa visita alla Comunità Educativa<br />

<strong>di</strong> Baida.<br />

14. Celebra nella parrocchia SS. Crocifisso <strong>di</strong> Belmonte Mezzagno per<br />

la Festa del SS. Crocifisso. Nel pomeriggio celebra e amministra la<br />

Cresima nella Parrocchia <strong>di</strong> Ficarazzi.<br />

15. Presso la parrocchia <strong>di</strong> S. Gaetano <strong>di</strong> Brancaccio inaugura un<br />

monumento <strong>di</strong> don Pino Puglisi. Presso i Cantieri Navali rivolge un<br />

saluto alla processione <strong>di</strong> Maria SS. Addolorata al Molo. Nel pomeriggio<br />

in Cattedrale celebra per l’apertura dell’Anno Pastorale e<br />

in memoria del 13° anniversario della morte <strong>di</strong> don Pino Puglisi.<br />

16. Nel pomeriggio rivolge un saluto alla parrocchia S. Espe<strong>di</strong>to.<br />

17. In Cattedrale Or<strong>di</strong>nazione Presbiterale <strong>di</strong> Don Marco Lupo e <strong>di</strong> Fr.<br />

Francesco Di Mariano, passionista, e Or<strong>di</strong>nazione Diaconale <strong>di</strong> Fr.<br />

Sergio Catalano, domenicano. Nel pomeriggio celebra nella parrocchia<br />

Maria SS. del Carmelo a Bagheria per il XXV <strong>di</strong> parrocato<br />

<strong>di</strong> Don Innocenzo Giammarresi. Celebra nella Parrocchia <strong>di</strong> Aspra.<br />

18-21. A Roma partecipa ai lavori del Consiglio permanente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana.<br />

21. Ad Acilia celebra nella parrocchia San Leonardo da Porto Maurizio<br />

per il 50° anniversario <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> Mons. Biagio<br />

Notarangelo.


378<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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21-23. A Roma partecipa all’Assemblea Planaria del Pontificio Consiglio<br />

dei Laici.<br />

24. Celebra nella parrocchia S. Luigi Gonzaga per il possesso canonico<br />

del nuovo parroco Don Saverio Civilleri. Nel pomeriggio a<br />

Bagheria celebra nella parrocchia S. Sepolcro per il XXV <strong>di</strong> parrocato<br />

<strong>di</strong> Don Mario Di Lorenzo.<br />

25. Celebra per la festa dei Ss. Cosma e Damiano nella parrocchia <strong>di</strong><br />

Sferracavallo.<br />

27. Presiede il Consiglio Episcopale. Nel pomeriggio a Casteldaccia<br />

celebra per il XXV <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione sacerdotale del parroco, don Leonardo<br />

Ricotta.<br />

28. Nel pomeriggio celebra nella Parrocchia a Ficarazzelli.<br />

29. Riceve i collaboratori del Servizio Catecumenale. Nel pomeriggio<br />

si reca all’ospedale Ingrassia per far visita a S.E. Mons. Cataldo<br />

Naro, Arcivescovo <strong>di</strong> Monreale, in gravi con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute. Celebra<br />

nella parrocchia S. Michele Arcangelo per il possesso del<br />

nuovo parroco Don Alerio Montalbano.<br />

30. Presso la Casa dei Frati Minori <strong>di</strong> Baida celebra per l’Assemblea<br />

Diocesana dell’Azione Cattolica. Nel pomeriggio celebra nella<br />

parrocchia S. Giuseppe ai Leoni per la riapertura della Chiesa.<br />

Presso il Palazzo Arcivescovile <strong>di</strong> Monreale fa visita alla salma del<br />

defunto Arcivescovo, S.E. Mons. Cataldo Naro.


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

379<br />

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SIGNOR CARDINALE SALVATORE DE GIORGI<br />

ARCIVESCOVO DI PALERMO<br />

Via Matteo Bonello, 2<br />

90134 PALERMO<br />

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE<br />

IN OCCASIONE DELL’ONOMASTICO<br />

DELL’EMINENTISSIMO ARCIVESCOVO<br />

Città del Vaticano, 7 Agosto <strong>2006</strong><br />

NELLA FELICE RICORRENZA DEL SUO ONOMASTICO SONO LIETO DI<br />

RIVOLGERLE FERVIDI VOTI AUGURALI E MENTRE INVOCO DA<br />

CRISTO SALVATORE OGNI DESIDERATA GRAZIA LE IMPARTO DI<br />

CUORE UNA SPECIALE BENEDIZIONE APOSTOLICA CHE VOLENTIERI<br />

ESTENDO ALLA COMUNITA’ DIOCESANA DI PALERMO E A QUANTI LE<br />

SONO CARI<br />

BENEDETTO XVI


380<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

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Beatissimo Padre,<br />

RINGRAZIAMENTO DELL’ARCIVESCOVO<br />

AL SANTO PADRE<br />

PER GLI AUGURI ONOMASTICI<br />

ringrazio la Santità Vostra per il messaggio augurale e<br />

soprattutto per la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica che Ella si è benignata <strong>di</strong><br />

inviarmi in occasione del mio onomastico.<br />

La ringrazio anche a nome della Chiesa Palermitana, sempre<br />

fedele al Vicario <strong>di</strong> Cristo.<br />

† Salvatore Card. De Giorgi


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

381<br />

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´<br />

Beatissimo Padre,<br />

PAROLE DI SOLIDARIETÀ<br />

AL S. PADRE<br />

DOPO IL DISCORSO DI RATISBONA<br />

<strong>Palermo</strong>, 16 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong><br />

la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, soprattutto in questo momento <strong>di</strong><br />

sofferenza, è accanto alla Santità Vostra, con la preghiera, l’affetto,<br />

l’ammirazione <strong>di</strong> figli che soffrono quando il loro Padre è frainteso,<br />

non compreso e offeso.<br />

Ci bene<strong>di</strong>ca, Padre Santo. Grazie!<br />

† Salvatore Card. De Giorgi<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>


382<br />

ATTI DEL CARDINALE ARCIVESCOVO<br />

—————————————————————————————————<br />

SEGRETERIA DI STATO<br />

———<br />

Prima Sezione - Affari Generali<br />

Signor Car<strong>di</strong>nale,<br />

RISPOSTA DELLA SEGRETERIA DI STATO<br />

Dal Vaticano, 22 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong><br />

con pregiata lettera del 16 <strong>settembre</strong> corrente, Ella, a nome<br />

della Comunità <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, ha voluto manifestare al Santo<br />

Padre devota vicinanza e piena adesione al Suo magistero.<br />

Sua Santità ringrazia vivamente per l’attestato <strong>di</strong> ossequio,<br />

avvalorato dalla preghiera, e, mentre invoca abbondanti doni celesti<br />

per codesta Chiesa particolare, <strong>di</strong> cuore invia a Vostra Eminenza, ai<br />

sacerdoti e ai fedeli la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica.<br />

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi <strong>di</strong><br />

profonda venerazione<br />

————————————<br />

A Sua Eminenza Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

il Sig. Card. SALVATORE DE GIORGI<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong><br />

Curia Arcivescovile<br />

90134 <strong>Palermo</strong><br />

dell’Eminenza Vostra Rev.ma<br />

Dev.mo nel Signore<br />

† LEONARDO SANDRI<br />

Sostituto


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

383<br />

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´<br />

ATTI DELLA CURIA


384<br />

ATTI DELLA CURIA<br />

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N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

385<br />

—————————————————————————————————<br />

D E C R E T I<br />

Sua Eminenza Rev.ma il Car<strong>di</strong>nale Arcivescovo Salvatore De<br />

Giorgi ha nominato:<br />

NELLE PARROCCHIE<br />

l Il Rev.do don Giuseppe Tavolacci, Parroco della Parrocchia S. Gregorio<br />

Papa (03.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Enrico Campino, Amministratore Parrocchiale della<br />

Parrocchia SS. Salvatore (24.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Saverio Civilleri, Parroco della Parrocchia S. Luigi<br />

Gonzaga (24.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Roberto Elice, Amministratore Parrocchiale della<br />

Parrocchia Maria SS. Assunta in Via Perpignano (24.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Marco Lupo, Vicario Parrocchiale della Parrocchia SS.<br />

Crocifisso a Belmonte Mezzagno (24.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Giuseppe Vagnarelli, Vicario Parrocchiale della<br />

Parrocchia SS. Crocifisso a Pietratagliata (24.09.<strong>2006</strong>);


386<br />

ATTI DELLA CURIA<br />

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l il Rev.do P. Francesco Messina O.C., Vicario Parrocchiale della<br />

Parrocchia S. Sergio (25.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do P. Rosario Papa sdb, Vicario Parrocchiale della Parrocchia<br />

Maria SS. Ausiliatrice (25.09.<strong>2006</strong>);<br />

l il Rev.do don Alerio Montalbano, Parroco della Parrocchia S. Michele<br />

Arcangelo (29.09.<strong>2006</strong>).<br />

ALTRE NOMINE<br />

l Il Rev.do don Giosuè Lo Bue, Rettore della Chiesa dell’Annunziata in<br />

Corso Alberto Amedeo (19.07.<strong>2006</strong>);<br />

l Il Rev.do don Giuseppe Iozzia, Rettore della Chiesa <strong>di</strong> S. Maria delle<br />

Grazie in Piazza Ponticello (01.08.<strong>2006</strong>);<br />

NOTIFICA DI SACRE ORDINAZIONI<br />

Il giorno 17 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong>, nella Chiesa Cattedrale, l’Eminentissimo<br />

Signor Car<strong>di</strong>nale Arcivescovo, ha conferito:<br />

il Sacro Or<strong>di</strong>ne del Diaconato a:<br />

l Fr. Sergio Catalano, domenicano<br />

Il Sacro Or<strong>di</strong>ne del Presbiterato a:<br />

l Don Marco Lupo, alunno del nostro Seminario<br />

l Fr. Francesco Di Mariano, passionista


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

387<br />

—————————————————————————————————<br />

VARIE


388<br />

VARIE<br />

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N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

389<br />

—————————————————————————————————<br />

RENDICONTO<br />

RELATIVO ALLE EROGAZIONI<br />

DELLE SOMME ATTRIBUITE ALLA DIOCESI<br />

DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

EX ART. 47 DELLA LEGGE 222/1985<br />

PER L’ANNO 2005


390<br />

VARIE<br />

—————————————————————————————————<br />

EROGAZIONE DELLE SOMME<br />

DERIVANTI DALL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF<br />

PER L’ESERCIZIO 2005<br />

1. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

A. ESERCIZIO DEL CULTO:<br />

1. Nuovi complessi parrocchiali<br />

2. Conservazione o restauro e<strong>di</strong>fici<br />

<strong>di</strong> culto già esistenti o altri<br />

beni culturali ecclesiastici<br />

3. Arre<strong>di</strong> sacri nelle nuove parrocchie<br />

4. Sussi<strong>di</strong> liturgici<br />

5. Stu<strong>di</strong>o, formazione e rinnovamento<br />

delle forme <strong>di</strong> pietà popolare<br />

6. Formazione operatori liturgici<br />

B. ESERCIZIO CURA DELLE ANIME<br />

1. Attività pastorali straor<strong>di</strong>narie...<br />

2. Curia <strong>di</strong>ocesana e centri pastorali<br />

<strong>di</strong>ocesani<br />

3. Tribunale ecclesiastico <strong>di</strong>ocesano<br />

4. Mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale a<br />

finalità pastorale<br />

5. Istituto <strong>di</strong> scienze religiose<br />

6. Contributo alla facoltà teologica<br />

7. Archivi e biblioteche <strong>di</strong> enti eccles.<br />

8. Manutenzione straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong><br />

case canoniche, e/o locali <strong>di</strong> mini-<br />

stero pastorale<br />

9. Consultorio familiare <strong>di</strong>ocesano<br />

10. Parrocchie in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

straor<strong>di</strong>naria necessità<br />

11. Enti ecclesiastici per il sostentamento<br />

dei sacerdoti addetti<br />

12. Clero anziano e malato<br />

13. Istituti <strong>di</strong> vita consacrata<br />

in straor<strong>di</strong>naria necessità<br />

14. Contributo acquisto Canonica<br />

Parrocchia S. Marco<br />

€ 487.728,88<br />

€ 30.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 20.000,00<br />

€ 350.000,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 90.000,00<br />

€ 41.317,00<br />

€ 10.329,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 100.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 100.000,00<br />

€ 25.000,00<br />

€ 28.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 56.049,83<br />

€ 530,228,88<br />

€ 838.195,83


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

391<br />

—————————————————————————————————<br />

C. FORMAZIONE DEL CLERO<br />

1. Seminario <strong>di</strong>ocesano,<br />

inter<strong>di</strong>ocesano, regionale<br />

2. Rette <strong>di</strong> seminaristi e sacerdoti<br />

studenti a Roma o presso altre<br />

Facoltà ecclesiastiche<br />

3. Borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o seminaristi<br />

4. Formazione permanente del clero<br />

5. Formaz. al <strong>di</strong>aconato permanente<br />

6. Pastorale vocazionale<br />

7. Casa del Clero Don G.ppe Puglisi<br />

8. Casa Poggio Maria<br />

D. SCOPI MISSIONARI<br />

1. Centro missionario <strong>di</strong>ocesano<br />

e animazione missionaria<br />

2. Volontari missionari laici<br />

3. Cura pastorale degli immigrati<br />

presenti in <strong>di</strong>ocesi<br />

4. Sacerdoti Fidei Donum<br />

E. CATECHESI ED EDUC. CRISTIANA<br />

1. Oratori e patronati per ragazzi<br />

e giovani<br />

2. Associazioni ecclesiali<br />

(per la formazione dei membri)<br />

3. Iniziative <strong>di</strong> cultura religiosa<br />

nell’ambito della <strong>di</strong>ocesi<br />

F. CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO<br />

1. Contributo al servizio <strong>di</strong>ocesano<br />

per la promozione del sostegno<br />

economico della <strong>di</strong>ocesi<br />

G. ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI<br />

1. Conferenza Episcopale Siciliana<br />

a) TOTALE DELLE EROGAZIONI<br />

EFFETTUATE NEL 2005<br />

€ 50.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 7.000,00<br />

€ 15.000,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 25.000,00<br />

€ 15.000,00<br />

€ 30.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 0,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 2.300,00<br />

€ 30.400,00<br />

€ 124.500,00<br />

€ 35.000,00<br />

€ 7.500,00<br />

€ 2.300,00<br />

€ 30.400,00<br />

€ 1.568.124,71


392<br />

VARIE<br />

—————————————————————————————————<br />

RIEPILOGO<br />

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE<br />

PER L’ANNO 2005<br />

riportare la somma <strong>di</strong> cui al quadro I, lett. A)<br />

del ren<strong>di</strong>conto delle assegnazioni<br />

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIO-<br />

NI EFFETTUATE NELL’ANNO 2005 (fino<br />

al 31/03/<strong>2006</strong>)<br />

Riportare la somma <strong>di</strong> cui al rigo a)<br />

del presente ren<strong>di</strong>conto<br />

DIFFERENZA<br />

L’importo “<strong>di</strong>fferenza” è così composto:<br />

* Fondo <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> garanzia (fino al 10% del<br />

contributo dell’anno 2005)<br />

* Fondo <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> garanzia relativo agli<br />

anni precedenti<br />

Totale Fondo <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> garanzia<br />

(da riportare nel ren<strong>di</strong>conto assegnazioni <strong>2006</strong>)<br />

* Somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

anno in corso<br />

* Somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

negli esericizi precedenti<br />

Totale iniziative pluriennali<br />

(da riportare nel ren<strong>di</strong>conto assegnazioni <strong>2006</strong>)<br />

Altre somme assegnate nell’esercizio<br />

2005 e non erogate al 31.03.<strong>2006</strong><br />

(da riportare nel ren<strong>di</strong>conto assegnazioni 2005)<br />

INTERESSI NETTI<br />

del 30/09/05; 31/12/05 e 31/03/06<br />

ASSEGNI EMESSI<br />

O BONIFICI EFFETTUATI MA NON AN-<br />

CORA CONTABILIZZATI NELL’E/C<br />

SALDO CONTO CORRENTE<br />

E/O DEPOSITO TITOLI AL 31-03-<strong>2006</strong><br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 1.568.124,71<br />

€ 1.568.124,71<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

393<br />

—————————————————————————————————<br />

2. INTERVENTI CARITATIVI<br />

A. DISTRIBUZ. A PERSONE BISOGNOSE<br />

1. Da parte della <strong>di</strong>ocesi<br />

2. Da parte delle parrocchie<br />

3. Da parte <strong>di</strong> enti ecclesiastici<br />

B. OPERE CARITATIVE DIOCESANE<br />

1. In favore <strong>di</strong> extracomunitari<br />

2. In favore <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

3. In favore <strong>di</strong> anziani<br />

4. In favore <strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

5. In favore <strong>di</strong> altri bisognosi<br />

6. Fondo antiusura (<strong>di</strong>oces. o reg.le)<br />

7. Messa Diocesana<br />

C. OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI<br />

1. In favore <strong>di</strong> extracomunitari<br />

2. In favore <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

3. In favore <strong>di</strong> anziani<br />

4. In favore <strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

5. In favore <strong>di</strong> altri bisognosi<br />

D. OPERE CARITATIVE DI ALTRI ENTI<br />

1. In favore <strong>di</strong> extracomunitari<br />

2. In favore <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

3. In favore <strong>di</strong> anziani<br />

4. In favore <strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

5. In favore <strong>di</strong> altri bisognosi<br />

6. Suore Comboniane<br />

7. Centro S. Chiara<br />

8. Suore Vincenziane<br />

9. Suore <strong>di</strong> Carità “Madre Teresa”<br />

10. Altri enti ecclesiastici<br />

€ 25.000,00<br />

€ 55.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 10.000,00<br />

€ 20.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 30.000,00<br />

€ 30.000,00<br />

€ 35.000,00<br />

€ 50.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 12.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 80.000,00<br />

€ 180.000,00<br />

€ 12.000,00<br />

€ 20.000,00


394<br />

VARIE<br />

—————————————————————————————————<br />

E. ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI<br />

1. Missione “Speranza e Carità”<br />

2. Centro aiuto alla Vita<br />

3. Ass. “Gioia dei Bimbi”<br />

4. Pia Opera Infermi Vincenziani<br />

5. Casa d’ospitalità “Santa Rosalia”<br />

6. Organizzazione Caritas Diocesana<br />

7. Consultorio Familiare “La Casa”<br />

8. Progetto “Maddalena”<br />

9. Assistenza detenuti<br />

10. Casa Sacerdoti <strong>di</strong>sabili<br />

“Card. Salvatore De Giorgi”<br />

11. Finanziamento n. 11<br />

progetti Caritas Italiana<br />

b) TOTALE DELLE EROGAZIONI<br />

EFFETTUATE NEL 2005<br />

€ 10.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 40.000,00<br />

€ 110.000,00<br />

€ 5.000,00<br />

€ 40.000,00<br />

€ 2.500,00<br />

€ 250.617,64<br />

€ 100.000,00<br />

€ 568.117,64<br />

€ 860.117,64


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

395<br />

—————————————————————————————————<br />

RIEPILOGO<br />

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE<br />

PER L’ANNO 2005<br />

(Riportare la somma <strong>di</strong> cui al quadro 2, lett. A)<br />

del ren<strong>di</strong>conto delle assegnazioni)<br />

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGA-<br />

ZIONI EFFETTUATE NELL’ANNO 2005<br />

(fino al 31-03-06)<br />

Riportare la somma <strong>di</strong> cui al rigo b) del presente<br />

ren<strong>di</strong>conto<br />

DIFFERENZA<br />

L’importo “<strong>di</strong>fferenza” è così composto:<br />

Somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

anno in corso<br />

Somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

negli esercizi precedenti<br />

Totale iniziative pluriennali<br />

(da riportare nel ren<strong>di</strong>conto assegnazioni <strong>2006</strong>)<br />

Altre somme assegnate nell’esercizio<br />

2005 e non erogate al 31.03.<strong>2006</strong><br />

INTERESSI NETTI del 30/09/05; 31/12/05<br />

e 31/03/06<br />

(da riportare nel ren<strong>di</strong>conto assegnazioni <strong>2006</strong>)<br />

ASSEGNI EMESSI<br />

O BONIFICI EFFETTUATI MA NON AN-<br />

CORA CONTABILIZZATI NELL’E/C<br />

SALDO CONTO CORRENTE E/O<br />

DEPOSITO TITOLI AL 31/03/<strong>2006</strong><br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 860.117,64<br />

€ 860.117,64<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

€ 0,00<br />

Questo Ren<strong>di</strong>conto è stato approvato dal Consiglio Affari Economici<br />

e dal Collegio dei Consultori in data 9/05/<strong>2006</strong>.


396<br />

VARIE<br />

—————————————————————————————————<br />

NELLA LUCE DI CRISTO<br />

S. E. Mons. Cataldo Naro<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> Monreale<br />

San Cataldo (CL) 06/01/1951<br />

Monreale 29/09/<strong>2006</strong><br />

Nacque a San Cataldo (CL) il 6 gennaio del 1951 da numerosa e cristianissima<br />

famiglia dei cui sei figli Aldo - Cataldo - fu il primo, e il quinto<br />

fratello, <strong>di</strong> nome Massimo, ebbe anch’egli la vocazione sacerdotale;<br />

Cataldo stu<strong>di</strong>ò nel Seminario vescovile <strong>di</strong> Caltanissetta, dove fu or<strong>di</strong>nato<br />

Presbitero da S.E. Mons. Alfredo Garsia il 29 giugno 1974;<br />

continuò gli stu<strong>di</strong> presso l’Università Gregoriana <strong>di</strong> Roma, dove si laureò<br />

in Storia della Chiesa;<br />

dal 1977 al 1979 fu Vicario coa<strong>di</strong>utore in San Cataldo;<br />

fino al 1982 insegnante <strong>di</strong> Storia e Filosofia al liceo del suo Seminario,<br />

e contemporaneamente <strong>di</strong> Religione nelle scuole pubbliche;<br />

collaborando col Vescovo fu nominato Canonico Beneficiario della<br />

Cattedrale <strong>di</strong> Caltanissetta;<br />

nel 1978 iniziò ad insegnare Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica<br />

<strong>di</strong> Sicilia; dove in seguito fu Preside fino a due mandati consecutivi;


N. 3 - LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2006</strong><br />

397<br />

—————————————————————————————————<br />

eletto Arcivescovo <strong>di</strong> Monreale il 18/11/2002, fu consacrato il<br />

14/12/2002 dall’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> Card. Salvatore De Giorgi, e qui<br />

Mons. Cataldo Naro, dopo quattro anni d’intenso governo, morì a 55 anni<br />

<strong>di</strong> età il venerdì pomeriggio del 29 <strong>settembre</strong> <strong>2006</strong>.<br />

Sac. Salvatore Maria Bottari

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