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il sistema icf uso dell'applicativo icfin rete condivisa corso per il ...

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IL SISTEMA ICF<br />

USO DELL’APPLICATIVO ICF IN RETE CONDIVISA<br />

CORSO PER IL<br />

CTRH DI SONDRIO<br />

RELATORE<br />

PROF. LUCA BIANCHINI<br />

SONDRIO, 21 GENNAIO 2013


INTRODUZIONE ALL’ICF<br />

Questo <strong>corso</strong> avanzato ha lo scopo di presentare l’ICF e <strong>il</strong> nuovo software elaborato con <strong>il</strong> contributo della<br />

componente di lavoro e di studio ICF del CTRH di Sondrio. Questa applicazione compatib<strong>il</strong>e con windows XP<br />

Vista Windows 7 e Windows 8 consente di generare documenti ICF <strong>per</strong> la DF, <strong>il</strong> PDF e <strong>il</strong> PEI. L’applicativo è<br />

stato presentato e discusso nel recente incontro ICF in Regione Lombardia.<br />

Il sottoscritto in quell’occasione è stato referente del gruppo di lavoro CTRH di Sondrio.<br />

L’argomento del primo incontro riguarda l’ICF, le STRINGHE, i formati HTML e XML. La riunione di tre ore<br />

prevede una prima parte teorica alla quale seguirà un’esercitazione su casi simulati.<br />

La copia del software ICF è scaricab<strong>il</strong>e da internet e installab<strong>il</strong>e gratuitamente a casa con le stesse<br />

funzionalità della versione che ut<strong>il</strong>izziamo qui, così ognuno potrà proseguire <strong>per</strong> conto proprio negli<br />

es<strong>per</strong>imenti. Ecco la schermata della pagina principale del programma ICF <strong>per</strong> <strong>il</strong> CTRH di Sondrio:<br />

Per scrivere le linee di codice di questo programma ho approfondito in alcuni mesi di lavoro l’ICF dal punto<br />

di vista informatico, traducendo <strong>il</strong> protocollo ICF in modo che potesse essere compreso da una macchina e<br />

ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> redigere documenti DF, PDF e PEI ut<strong>il</strong>izzando un computer.<br />

Quasi tutti i corsisti hanno seguito <strong>il</strong> primo <strong>corso</strong> di alfabetizzazione sull’ICF tenuto qualche anno fa. Per<br />

coloro che sentono parlare di ICF <strong>per</strong> la prima volta riassumo brevemente alcune informazioni<br />

indispensab<strong>il</strong>i.<br />

Riassumo in breve che cosa è l’ICF.<br />

Si tratta di uno strumento di classificazione <strong>per</strong> valutare salute, funzionamento e disab<strong>il</strong>ità. La sigla ICF<br />

significa International Classification of Functioning Disab<strong>il</strong>ity and Health.


L’ICF è stato redatto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2001.<br />

La versione che <strong>il</strong> software ICF ut<strong>il</strong>izza è in particolare la ICF-CY del 2007: International Classification of<br />

Functioning, Disab<strong>il</strong>ity and Health – Ch<strong>il</strong>dren and Youth Version, che la OMS ha pensato appositamente <strong>per</strong><br />

i bambini e <strong>per</strong> i giovani.<br />

Scopo dell’ICF è quello di presentare in modo informatizzato, quindi organico, un protocollo condivisib<strong>il</strong>e<br />

tra vari o<strong>per</strong>atori, ad esempio tra genitori, componente medica, scuola e assistenti sociali. L’ICF valuta<br />

quattro momenti della salute di un individuo, che riguardano la struttura corporea (ad esempio gli occhi), le<br />

funzioni corporee (ad esempio la vista), le attività (ad esempio la lettura), e i fattori ambientali (ad esempio<br />

l’<strong>uso</strong> del computer).<br />

Ogni componente della salute di un individuo è codificata con una lettera.<br />

La struttura è abbreviata con s, le funzioni dalla b, le attività dalla d e l’ambiente dalla e.


I codici ICF cominciano con “b”, “s”, “d” oppure “e”, seguita da un numero che specifica la categorie e le<br />

eventuali sottocategorie:<br />

Questa qui sotto è l’immagine del programma ICF del CTRH di Sondrio. Si nota che la stringa d8450 è ancora<br />

più specializzata. Appartiene infatti alle stringhe dell’attività e della partecipazione (<strong>per</strong>ché la lettera iniziale<br />

è “d”), al capitolo del lavoro (<strong>il</strong> numero 8) e alla sottocategoria “Acquisire, conservare e lasciare un impiego”<br />

(<strong>il</strong> numero 45) e alla sottocategoria “Cercare un lavoro” (<strong>il</strong> numero 0):<br />

Il <strong>sistema</strong> ICF fornisce una base scientifica <strong>per</strong> lo studio della salute, fissa un protocollo di linguaggio<br />

comune, fornisce un <strong>sistema</strong> informatico <strong>per</strong> indagini statistiche, ricerche, misurazione dei risultati,<br />

programmazione dei curricoli e <strong>per</strong> i progetti di intervento.<br />

Questa codifica è <strong>sistema</strong>tica, portab<strong>il</strong>e, traducib<strong>il</strong>e, <strong>condivisa</strong>.<br />

Ecco un esempio di PDF costruito alla vecchia maniera:<br />

Segue invece un PDF con stringhe ICF:


L’ICF non è una costruzione statica, bensì DINAMICA. Non si limita a fotografare la situazione del disab<strong>il</strong>e<br />

così come è, ma aggiunge appunto un <strong>sistema</strong> di QUALIFICATORI che indicano ad esempio o la differenza<br />

della condizione attuale rispetto a un ideale di salute, o la localizzazione delle malformazioni fisiche, oppure<br />

l’influenza dei fattori ambientali.<br />

Le stringhe che cominciano <strong>per</strong> “b” (funzioni) hanno un solo qualificatore possib<strong>il</strong>e. Consiste in un numero<br />

che segue alla stringa ICF dopo <strong>il</strong> punto (come fosse l’estensione di un f<strong>il</strong>e):<br />

b163.0 significa ad esempio che <strong>per</strong> le funzioni mentali generali non c’è nessun problema<br />

b163.1 significa che c’è una menomazione lieve<br />

b163.2 significa che c’è una menomazione media<br />

b163.3 significa che c’è una menomazione grave<br />

b163.4 significa che la menomazione è completa<br />

b163.8 significa che la menomazione non è specificata<br />

b163.9 significa che <strong>il</strong> codice b163 non è applicab<strong>il</strong>e<br />

La scelta del qualificatore non è soggettiva ma vincolata all’osservazione obiettiva dei dati:<br />

b163.0 vuol dire che non c’è alcun problema;<br />

b163.1 significa che <strong>il</strong> problema c’è, che è stato presente negli ultimi 30 giorni consecutivi <strong>per</strong><br />

meno del 25% e che è quindi tollerab<strong>il</strong>e;<br />

b163.2 significa che <strong>il</strong> problema è stato osservato in meno del 50% del tempo <strong>per</strong> 30 giorni<br />

consecutivi e che è solo occasionale;<br />

b163.3 significa che è stato registrato <strong>per</strong> più del 50% dei tempi negli ultimi 30 giorni e che altera la<br />

vita dell’individuo;<br />

b163.4 significa che la menomazione è presente <strong>per</strong> più del 95% e che incide totalmente sulla vita<br />

<strong>per</strong>sonale negli ultimi 30 giorni;<br />

b163.8 significa che le informazioni possedute sono ancora insufficienti e che si è in fase di<br />

osservazione;<br />

b163.9 significa che al momento <strong>il</strong> codice b163 è impossib<strong>il</strong>e da verificare. Magari qualcuno<br />

dell’equipe ci ha sottoposto la stringa e noi dobbiamo rispondere con un dato obiettivo e quindi<br />

inseriremmo 9.<br />

Le stringhe ICF dei fattori ambientali hanno un qualificatore diverso a seconda si tratti di un fac<strong>il</strong>itatore o di<br />

una barriera. La scala dei valori e i modi di osservazione sono uguali a quelli delle funzioni. I fac<strong>il</strong>itatori sono<br />

preceduti dal segno più.<br />

Qui ad esempio i farmaci sono un elemento fac<strong>il</strong>itatore che non è specificato:


Gli indicatori di barriere seguono direttamente <strong>il</strong> punto. Non hanno <strong>il</strong> segno meno <strong>per</strong>ché è sottinteso.<br />

Nella figura sottostante la dipendenza dai farmaci rappresenta <strong>per</strong> l’individuo osservato una barriera lieve:<br />

Qualificatori un po’ più complessi sono quelli dell’attività e della partecipazione. Si tratta di due cifre che<br />

seguono in coppia alla stringa ICF. Il primo numero indica la PERFORMANCE cioè quello che l’individuo fa<br />

nel suo ambiente STANDARD quando è aiutato o ignorato. Il secondo è la sua CAPACITÀ effettiva (quello<br />

che fa da solo):<br />

Le strutture hanno invece un qualificatore ancora più esteso a tre cifre. La prima ci dice l’estensione<br />

dell’eventuale menomazione fisica, la seconda la natura, la terza la localizzazione.<br />

Se non si conosce natura e localizzazione si userà <strong>per</strong> le ultime due cifre <strong>il</strong> codice 8 (non specificato) o 9<br />

(impossib<strong>il</strong>e da specificare) in attesa che una figura specialistica le determini:


Il nuovo programma ICF del CTRH di Sondrio è in grado di riconoscere e gestire tutte le STRINGHE ICF che<br />

costituiscono <strong>il</strong> corpo del libro dell’OM <strong>per</strong> l’ICF-CY. Gli insegnanti e gli o<strong>per</strong>atori non devono preoccuparsi<br />

di memorizzare stringhe e relativi qualificatori, <strong>per</strong>ché ci pensa <strong>il</strong> programma. Basta solo conoscerne <strong>il</strong><br />

significato, <strong>per</strong> non commettere errori nell’applicare i codici.<br />

Questa ad esempio è la STRINGA b1100:<br />

Il programma ICF pensato <strong>per</strong> essere usato dalle diverse componenti dei GLIS è capace di distinguere le<br />

funzioni <strong>per</strong> AREE rispettando i costrutti delle nostre DF dei PDF e dei PEI, così come sono usati nelle scuole.<br />

Queste aree non sono state scelte a caso o con criteri soggettivi, ma sono <strong>il</strong> frutto del lavoro della<br />

componente medica ASL secondo uno studio obiettivo e sono state inserite nei dati del programma:<br />

Si tratta delle aree COGNITIVA, AFFETTIVO RELAZIONALE, della COMUNICAZIONE, SENSORIALE, MOTORIO<br />

PRASSICA, NEUROPSICOLOGICA, dell’AUTONOMIA, più due altre, la 8 e la 9, definite senz’altro come NOTE<br />

DESCRITTIVE: la 8 è detta “delle FUNZIONI e delle STRUTTURE compromesse”, la 9 è quella “delle<br />

POTENZIALITÀ e delle RISORSE”:


Selezionando con <strong>il</strong> mouse una delle aree <strong>il</strong> programma ICF automaticamente elenca tutte le funzioni<br />

relative a quell’AREA e non ad altre.<br />

In questo modo chi voglia scrivere un PDF con <strong>il</strong> PC usa una classificazione <strong>per</strong> AREE condivise e tutta<br />

l’equipe parlerà un unico linguaggio.<br />

Scegliendo ad esempio l’AREA 1, che è quella COGNITIVA, <strong>il</strong> programma automaticamente consente di<br />

ut<strong>il</strong>izzare SOLO le stringhe ICF che appartengono a quell’AREA, in questo caso quelle di specie “b” (corpo) e<br />

di specie “d” (attività e partecipazione). L’equipe media non ha incl<strong>uso</strong> stringhe ICF con l’iniziale “e” o “s”.<br />

Queste AREE e le stringhe ICF relative sono <strong>il</strong> risultato di un lungo lavoro collaborativo (che abbiamo svolto<br />

negli incontri al CTRH di Sondrio l’anno passato) e del contributo essenziale dei medici:<br />

Dopo aver scelto la funzione b1100 è possib<strong>il</strong>e associarci dei qualificatori che <strong>il</strong> programma predispone<br />

automaticamente (secondo la stringa scelta, che qui è FUNZIONE CORPOREA).<br />

Si può solo scegliere un qualificatore solo, ossia <strong>il</strong> I, mentre <strong>il</strong> II e <strong>il</strong> III sono inaccessib<strong>il</strong>i <strong>per</strong>ché disab<strong>il</strong>itati.<br />

Abbiamo già visto che le stringhe che cominciano <strong>per</strong> “b” hanno un qualificatore solo. In tal modo si riduce<br />

<strong>il</strong> margine di errore umano:<br />

Il qualificatore ha valore predefinito uguale a 8, che in linguaggio ICF abbiamo visto che vuol dire “non<br />

specificato”.<br />

Ho scelto l’8 e non un altro numero <strong>per</strong> ragioni di prudenza. Se uno memorizzasse col nostro software la<br />

STRINGA ICF dimenticando di scrivere <strong>il</strong> qualificatore, <strong>il</strong> programma PC aggiungerebbe in automatico un 8<br />

che significa appunto “non ancora definito”. Cliccando nell’esempio qui sopra sulla freccia azzurra rivolta al<br />

basso, posso scegliere <strong>il</strong> valore che voglio secondo la grammatica del protocollo ICF:


In un caso ipotetico potrei voler scrivere sul PDF che la STRINGA b117 ha qualificatore 1, cioè che la<br />

<strong>per</strong>sona disab<strong>il</strong>e ha una difficoltà LIEVE (leggera o piccola). Per inserire automaticamente questa STRINGA<br />

b117 prima la seleziono e poi la salvo:<br />

Si potrà poi richiamare <strong>il</strong> documento già pronto, ma ancora senza intestazione, cliccando su anteprima del<br />

documento:<br />

In tal modo <strong>il</strong> documento PDF è già predisposto in un formato compatib<strong>il</strong>e con Open Office, con Word o con<br />

Excel e qualsiasi altro editore di testo:


Questa finestra qui sopra mostra un’anteprima del documento PDF, anche se qui c’è solo un’AREA che è<br />

quella COGNITIVA e una sola STRINGA, la b117 che riguarda le FUNZIONI INTELLETTIVE. Si nota <strong>il</strong><br />

qualificatore nella settima colonna che è settato a 1 (difficoltà lieve).<br />

Con lo stesso procedimento è possib<strong>il</strong>e aggiungere altre STRINGHE a una DF, a un documento PDF o a un<br />

PEI. Ogni STRINGA viene suddivise automaticamente <strong>per</strong> AREE secondo un linguaggio condiviso.<br />

Se questa condivisione andasse stretta si potrebbero usare comunque tutte le STRINGHE ICF senza la<br />

suddivisione <strong>per</strong> AREE, anzi, come vedremo, si possono fissare aree <strong>per</strong>sonalizzate con i nomi che uno<br />

preferisce:<br />

L’AREA generale che comprende tutte le stringhe ICF l’ho chiamata AREA 0, come si vede qui sopra.<br />

Quest’AREA generica contiene tutte le STRINGHE ICF considerate come un tutt’uno.<br />

Le stringhe possono essere tra l’altro tradotte dal software ICF in francese, inglese, spagnolo, cinese e russo,<br />

coerentemente con <strong>il</strong> significato di ICF che è appunto linguaggio “internazionale”:


Basta scegliere una lingua e <strong>il</strong> programma tradurrà in automatico le definizioni di tutte le stringhe. Questa<br />

ad esempio è la versione cinese del testo ICF.<br />

La traduzione è dell’Università Statale di Taiwan che collabora con <strong>il</strong> progetto ICF dell’OMS:<br />

Volendo inserire a programma nel testo PDF o PEI una STRINGA ICF in italiano e cinese questa potrebbe<br />

essere una versione PDF <strong>per</strong> un’AREA 0 e una stringa b117 con qualificatore non definito, come<br />

apparirebbe in anteprima:


Il PDF o <strong>il</strong> PEI, una volta che sono scritti possono essere salvati e importati in formato HTML e XML. Così si<br />

possono stampare e modificare in Open Office: questi formati sono compatib<strong>il</strong>i con tutti i principali sistemi<br />

o<strong>per</strong>ativi in ambiente windows, linux, MAC:<br />

Il programma è in grado di gestire una tipica struttura a <strong>rete</strong>. Basta selezionare la vista relativa “ad albero”<br />

nel menu principale:<br />

Così posso navigare tra i nodi XML delle stringhe salvate:


I f<strong>il</strong>e HTML o XML sono ideali <strong>per</strong> i siti della pubblica amministrazione. Questi f<strong>il</strong>e possono essere trasferiti<br />

sulla <strong>rete</strong> DOPO essere stati criptati con la possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> ogni attore del gruppo di lavoro H di interagire.<br />

Per trasferire i dati in <strong>rete</strong> su un sito che li riceve ma che <strong>per</strong> ora non li memorizza (<strong>per</strong> ragioni di sicurezza)<br />

basta scegliere la voce di menu relativa:<br />

Dopo aver cliccato sull’opzione i dati sono automaticamente trasferiti in un sito internet (<strong>per</strong> ora sono<br />

trasmessi alle pagine dell’IC Paesi Orobici e sono eliminati dopo che la pagina è stata vista):


L’ICF E L’INFORMATICA<br />

Che cosa siano l’XML e le STRINGHE è appunto oggetto del nostro incontro. Il fatto di conoscere le<br />

STRINGHE e l’XML consente di padroneggiare qualsiasi programma basato sull’ICF e quindi lo stesso<br />

protocollo ICF.<br />

l’ICF è un <strong>sistema</strong> di classificazione con struttura analoga a quella di un linguaggio informatico di alto livello,<br />

cioè di linguaggi di programmazione tipo Basic, Pascal, C++ che servono ai programmatori <strong>per</strong> scrivere i<br />

programmi.<br />

Il protocollo ICF, cioè l’insieme delle regole grammaticali e sintattiche di questo linguaggio, è ispirato ai<br />

protocolli di linguaggi di programmazione evoluti.<br />

Nei nostri incontri avanzati, che proseguono quelli tenuti l’anno s<strong>corso</strong>, prendo in esame l’aspetto<br />

imprescindib<strong>il</strong>e dell’informatica e la pratica della scrittura diretta di DF, PDF e PEI.<br />

Occorrono alcune conoscenze informatiche di base <strong>per</strong> poter ut<strong>il</strong>izzare al meglio le risorse dell’ICF e<br />

produrre documenti iCF <strong>per</strong> la scuola in tempi ragionevoli e a misura d’uomo.<br />

Senza un PC l’ICF è inut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e su larga scala. Non si può usare efficacemente con carta e penna un mezzo<br />

pensato <strong>per</strong> un linguaggio macchina. L’ICF, dai codici delle stringhe ai punti separatori, ai qualificatori, alla<br />

struttura a nodi, all’interfaccia, sino alla collaborazione di domini diversi su <strong>rete</strong> <strong>condivisa</strong>, ha strettamente<br />

a che fare con <strong>il</strong> mondo del computer.<br />

Per un <strong>corso</strong> avanzato di ICF che ci consente di creare da subito un DF, PDF o un PEI l’ut<strong>il</strong>izzo delle nuove<br />

tecnologie è prerequisito indispensab<strong>il</strong>e.<br />

L’ICF È DIFFICILE? È UN SISTEMA PRATICO OPPURE NO?<br />

SI PUÒ ESSERE ESPERTI DI STRINGHE ICF?<br />

SONO DOMANDE CHE RICORRONO SPESSO QUANDO SI PARLA DI ICF MA ALLE QUALI POTREMO RISPONDERE FACILMENTE AL<br />

TERMINE DEL CAPITOLO SULLE STRINGHE.


LA STRINGA<br />

Il primo argomento, che è anche nel titolo del nostro incontro, è la STRINGA. Questa parola è <strong>il</strong> cuore<br />

dell’ICF. Non è stata scelta a caso. Rappresenta <strong>il</strong> fattore di successo dell’ICF rispetto a sistemi descrittivi,<br />

che ut<strong>il</strong>izzano un linguaggio meno informatizzato, come quelli ut<strong>il</strong>izzati sino ad ora nei nostri PDF e PEI.<br />

La didattica è spesso andata di pari passo con le nuove intuizioni dei linguaggi informatici.<br />

Dopo che i linguaggi di programmazione avevano organizzato le linee di codice <strong>per</strong> far funzionare le<br />

macchine in UNITÀ o<strong>per</strong>ative, la didattica ha introdotto <strong>il</strong> concetto di UNITÀ, che ha portato infine a quello<br />

più preciso delle UNITÀ di apprendimento. Quando le UNIT sono state organizzate sui PC in MODULI anche<br />

la didattica s’è organizzata in propri MODULI o<strong>per</strong>ativi. Dopo che <strong>il</strong> linguaggio informatico s’è spinto sulla<br />

programmazione a oggetti con dichiarazione dei DATI incapsulati nelle classi, anche nella didattica s’è<br />

parlato di programmazione strutturata con i DATI (ad esempio tempi, materiali ecc) inseriti nella<br />

programmazione , dopo che si sono ut<strong>il</strong>izzate le connessioni in RETE con NODI connessi tra loro si è parlato<br />

di scuole in <strong>rete</strong> e di reti di conoscenza e così via. Il termine PROGRAMMAZIONE è parte dell’INFORMATICA<br />

e allo stesso tempo della DIDATTICA. Entrambe gestiscono trasmissioni di informazioni, ordinati secondo<br />

protocolli definiti.<br />

Questa è una stringa ICF:<br />

Si distinguono una lettera iniziale “b” che sta <strong>per</strong> “body” cioè corpo seguita da un 1 che indica <strong>il</strong> capitolo del<br />

libro ICF dell’OMS e da tre numeri che indicano sottocapitoli sempre più specifici secondo una struttura ad<br />

albero:<br />

b1 Funzioni Mentali b110 Funzioni della coscienza b1100 Stato di coscienza<br />

Questa è invece una stringa di un linguaggio informatico:<br />

Nella riga qui sopra si dichiara (DIM) che b1100 è una stringa (AS STRING). Dopo che ho dichiarato che<br />

b1100 va preso <strong>per</strong> STRINGA <strong>il</strong> computer ogni volta che incontrerà b1100 la prenderà <strong>per</strong> una STRINGA,<br />

cioè un qualsiasi insieme di numeri e lettere, parole, frasi, libri interi.


Nella STRINGA ICF<br />

“b1100 Stato di coscienza”<br />

si distinguono due parti:<br />

1) b1100<br />

2) Stato di coscienza<br />

la 1) è <strong>il</strong> nome della stringa ed è fissato una volta <strong>per</strong> tutte. Non cambia se siamo in Europa, in Asia, in Africa,<br />

in America o in Australia.<br />

la 2) è <strong>il</strong> contenuto della stringa ed è variab<strong>il</strong>e. Stato di coscienza è scritto in italiano, ma sarà certamente<br />

diverso se scritto in inglese, in arabo …<br />

Anche nei linguaggi di programmazione si distingue <strong>il</strong> nome della stringa, in questo caso b1100, dal<br />

contenuto “Stato di coscienza”. Ad esempio posso scrivere:<br />

e <strong>il</strong> computer capirebbe subito che nella prima riga ho dichiarato una STRINGA che si chiama b1100 e nella<br />

seconda che b1100 contiene la frase “stato di coscienza”. Da adesso in poi se dicessi al computer di<br />

stampare b1100 lui non stam<strong>per</strong>ebbe “b1100” ma la frase contenuta in b1100 e cioè “Stato di coscienza”.<br />

I contenuti delle stringhe ICF possono essere cambiati quando si vuole. Lo stesso vale <strong>per</strong> i linguaggi di<br />

programmazione e <strong>il</strong> computer agirà di conseguenza. Ad esempio dopo l’istruzione b1100 = “Guerra e<br />

Pace ….” <strong>il</strong> PC considererà senz’altro tutti i b1100 successivi come se fossero l’intero libro di Tolstoj, con un<br />

notevole risparmio in termini di spazio e di tempo di memorizzazione.<br />

Per questo non ha senso inserire come fa qualcuno le stringhe ICF senza una legenda che ce ne faccia<br />

comprendere <strong>il</strong> significato. Nello spirito ICF, che si richiama al mondo della programmazione dei computer,<br />

<strong>il</strong> nome b1100 non significa nulla di <strong>per</strong> sé. Scrivere b1100 e basta a rigor si logica potrebbe significare<br />

“Guerra e Pace ….” di Lev Tolstoj. Occorre aggiungerci una qualche definizione che ci dica cosa in effetti è<br />

contenuto nella VARIABILE STRINGA.<br />

Nel manuale ICF la STRINGA b1100 ad esempio può contenere almeno due testi diversi, uno breve, l’altro<br />

lungo. Qui di seguito “b1100” significa “stato di coscienza” (definizione breve):<br />

Mentre qui vuol dire “Funzioni mentali che se alterate producono stati quali l'obnub<strong>il</strong>amento della<br />

coscienza, lo stupore o <strong>il</strong> coma” (definizione lunga):<br />

La STRINGA è derivata dai primi linguaggi informatici di alto livello (alto livello significa che sono linguaggi<br />

pensati <strong>per</strong> esseri umani, più intuitivi dei linguaggi a basso livello che sono spesso semplicemente delle<br />

sequenze numeriche binarie come 11001010010101010100101010101)


Il programma CTRH (<strong>per</strong> ora lo apro qui in immagine, nella seconda parte del nostro incontro lo fa<strong>rete</strong><br />

direttamente voi lavorando singolarmente o a coppia sul PC) gestisce i dati ICF rappresentandoli tutti in<br />

forma di STRINGA<br />

Le “funzioni” ICF come b110, d110, s110, e110 sono STRINGHE. È importante chiamarle STRINGHE e non<br />

FUNZIONI, che sono cose molto diverse. Stringa abbiamo visto che è una variab<strong>il</strong>e che contiene del testo,<br />

mentre la funzione restituisce un valore in base a dei parametri.<br />

A volte le PAROLE sono un mezzo potente <strong>per</strong> padroneggiare determinati campi di conoscenza. Chiamare<br />

e110 “FUNZIONE ICF” è fuorviante, specie <strong>per</strong>ché l’ICF deriva da presupposti informatici molto rigidi <strong>per</strong><br />

quel che riguarda le definizioni delle parole (a un PC non puoi dire una cosa s<strong>per</strong>ando che ne capisca<br />

un’altra). L’informazione deve essere chiara, non dare adito a fraintendimenti ed essere traducib<strong>il</strong>e sempre<br />

in codice numerico):<br />

Vediamo i nomi delle quattro possib<strong>il</strong>i STRINGHE ICF direttamente dal programma che ho scritto <strong>per</strong> <strong>il</strong> CTRH<br />

di Sondrio:<br />

b--- è sì una “funzione” corporea, <strong>per</strong>ché quello è <strong>il</strong> nome di tutte le “stringhe” ICF che cominciano <strong>per</strong> “b”<br />

che è l’iniziale di “body” (corpo).<br />

d--- non è una “funzione”, ma riguarda l’attività e la partecipazione (“domain” rappresenta <strong>il</strong> “dominio”,<br />

cioè <strong>il</strong> “campo” e l’“area” che consentono o meno la partecipazione di un disab<strong>il</strong>e)<br />

s--- non è una “funzione”, ma una struttura, come suggerisce la “s” iniziale di “structure”.<br />

e--- non è una “funzione” ma riguarda l’ambiente circostante cioè l’”environment” e comincia infatti <strong>per</strong> “e”<br />

Per aiutare a distinguere queste iniziali secondo <strong>il</strong> significato inglese ho scritto nelle voci della casella qui<br />

sopra la definizione completa delle STRINGHE ICF. Si tratta di quattro NOMI di STRINGA.<br />

Si tratta di NOMI e non di TIPI di stringa. Per “TIPO” si intende tutt’altra cosa. La STRINGA è un TIPO di dato<br />

variab<strong>il</strong>e dei programmi e ha un NOME. Ad esempio b1100 è in ICF un TIPO STRINGA e ha <strong>il</strong> NOME b1100.<br />

Esistono molti altri TIPI ad esempio la variab<strong>il</strong>e di tipo “INTERO” <strong>per</strong> i numeri interi, di tipo “BOOLEAN” <strong>per</strong><br />

rappresentare le o<strong>per</strong>azioni logiche ecc.<br />

Al centro del <strong>sistema</strong> ICF dell’OMS c’è quindi <strong>il</strong> TIPO STRINGA.<br />

Come DEVE essere scritta una STRINGA ICF. La stringa ICF comincia sempre con una lettera. Questa è una<br />

regola assoluta. Una STRINGA NON può cominciare con un numero. Quindi 1100b NON è una STRINGA. Una<br />

stringa DEVE cominciare con una lettera dell’alfabeto (o un carattere di sottolineatura _) se scrivessi così in<br />

un programma :<br />

<strong>il</strong> computer si ribellerebbe e invierebbe un messaggio di errore (si noti che 1100b è sottolineato):


Una stringa ICF comincia SEMPRE con una delle quattro lettere possib<strong>il</strong>i (b, d, e, s) ed è seguita da numeri<br />

Usare <strong>il</strong> linguaggio ICF <strong>per</strong> descrivere situazioni di disab<strong>il</strong>ità e di funzionamenti è lo stesso che gestire delle<br />

STRINGHE.<br />

Le STRINGHE ICF sono centinaia e hanno descrizioni molto complesse e nomi diffic<strong>il</strong>i da memorizzare. Per<br />

ricordare tutte le stringhe ICF ed essere dei veri es<strong>per</strong>ti ICF occorrerebbero più vite bibliche. Per questo<br />

NON esistono né possono esistere es<strong>per</strong>ti di ICF senza che ci sia un aus<strong>il</strong>io informatico da ut<strong>il</strong>izzare come<br />

stampella.<br />

L’es<strong>per</strong>to è <strong>il</strong> computer che riconosce tutte le STRINGHE ICF in un m<strong>il</strong>lesimo di secondo e sa gestirle,<br />

memorizzarle, trattarle, sceglierle, secondo le indicazioni che noi gli diamo.<br />

È questa la ragione <strong>per</strong> cui alla domanda se l’ICF è diffic<strong>il</strong>e o meno, si può rispondere con “diffic<strong>il</strong>issimo,<br />

astr<strong>uso</strong> e inefficace” o “fac<strong>il</strong>issimo, chiaro e efficace” a seconda che si ut<strong>il</strong>izzi o meno un computer.<br />

La risposta alla domanda che c’eravamo posti (se l’ICF sia diffic<strong>il</strong>e o meno) sta nell’INTERFACCIA. Se non c’è<br />

interfaccia tra <strong>il</strong> protocollo ICF e le <strong>per</strong>sone che lo usano, l’ICF è molto diffic<strong>il</strong>e e <strong>per</strong> nulla pratico. In fin dei<br />

conti un ICF senza un mediatore (cioè un INTERFACCIA) che lo semplifichi è una <strong>per</strong>dita di tempo,<br />

confrontato con i vecchi sistemi che sono infinite volte più pratici. Con carta e penna ci si trova quasi <strong>per</strong>si<br />

nell’ut<strong>il</strong>izzo dell’ICF.<br />

Se invece c’è invece un PC, dei dati e un’interfaccia che li semplifica, li memorizza, li organizza e li presenta<br />

in modo umanamente comprensib<strong>il</strong>e allora l’ICF batte qualsiasi <strong>sistema</strong>: è molto più fac<strong>il</strong>e, più a prova<br />

d’errore, più obiettivo. A volte riesce a suggerire addirittura dei campi d’osservazione prima impensati.<br />

Ribadisco che non esiste quindi una figura di es<strong>per</strong>to di STRINGHE ICF. Immagino che neppure coloro che<br />

hanno ideato <strong>il</strong> <strong>sistema</strong> ICF se ne ricordino a mente più di qualche decina. Come potrebbero tenerne in<br />

testa più che un numero ragionevolmente limitato rispetto al totale?<br />

L’ICF è un linguaggio pensato <strong>per</strong> le macchine, non <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone. Le macchine servono a semplificare <strong>il</strong><br />

protocollo ICF ottimizzato apposta <strong>per</strong> esse, in modo che le <strong>per</strong>sone si possano INTERFACCIARE ut<strong>il</strong>izzando<br />

l’ICF con estrema semplicità, <strong>per</strong> dedicare più tempo a pensare a strategie, a obiettivi, ai progetti di vita e<br />

smetterla di inventare frasi <strong>per</strong> riempire i vuoti.


VANTAGGI DELLE STRINGHE<br />

L’ICF ha usato le stringhe <strong>per</strong> consentire una astrazione dei dati. I dati sono separati dal contenitore.<br />

Può sembrare una bagatella, qualcosa di insignificante. Questo invece è al cuore del <strong>sistema</strong> ICF ed è la<br />

ragione del suo successo dell’ICF rispetto ad altri sistemi.<br />

Le stringhe software separano i dati dal contenitore, astraggono i dati dal nome della “scatola” che li<br />

contiene. Questo fatto li rende molto potenti.<br />

A mo’ di esempio, penso sia efficace rispondere a queste domande:<br />

è meglio scrivere o leggere “b110” in termine di tempo o di spazio da impiegare oppure “funzione<br />

corporea b110 …”?<br />

è meglio scrivere o leggere “funzione corporea b110 …” tradotta in 110 lingue diverse oppure usare<br />

semplicemente <strong>il</strong> nome di stringa “b110” specificando che va letta in inglese, tedesco, francese,<br />

cinese …<br />

Se scopro che <strong>il</strong> contenuto di una STRINGA è sbagliato, è meglio correggere duecentom<strong>il</strong>a frasi<br />

“funzione corporea b110 …” o una frase sola?<br />

A un genitore russo è meglio comunicare tutto <strong>il</strong> testo descrittivo italiano nella s<strong>per</strong>anza che sappia<br />

la mia lingua o basterà dargli <strong>il</strong> nome della scatola contenitore “b110” e la traduzione in automatico<br />

in lingua russa?<br />

Le stringhe ICF cominciano con lettere descrittive (b, d, e, s) che non sono scelte a caso ma derivano dalla<br />

programmazione <strong>per</strong> computer. Si tratta di un <strong>sistema</strong> consolidato e semplifica di molto la gestione dei<br />

nomi delle STRINGHE. È molto efficace in termine di spazi e di tempi.<br />

Abbiamo detto che le STRINGHE sono dei CONTENITORI di frasi alfanumeriche. Se sono in Italia <strong>il</strong> contenuto<br />

di b110 è probab<strong>il</strong>mente in lingua italiana. Se sono in un’altra nazione varierà secondo la lingua. Questo<br />

<strong>sistema</strong> è ispirato direttamente a quello dei software di traduzione che usano VARIABILI STRINGA come<br />

scatole che contengono dati da tradurre.<br />

L’ICF, usando semplici NOMI di stringa invece del contenuto stesso, consente un controllo efficace sui<br />

possib<strong>il</strong>i errori, prevenendoli. Come avviene nei linguaggi di programmazione la maggior potenza del<br />

calcolo è data dall’astrazione dei dati. Separare <strong>il</strong> contenitore dal contenuto consente una razionalizzazione<br />

estrema delle risorse, una efficacia maggiore nel trasporto dei dati, una semplificazione nell’interfaccia<br />

utente, che consente agli o<strong>per</strong>atori diversi di intervenire su uno stesso caso. Tutto è gestito dalla macchina.<br />

Il programmatore si “scervella” <strong>per</strong>ché i dati siano giusti e le o<strong>per</strong>azioni coerenti, la macchina ripete<br />

infinitamente le stesse o<strong>per</strong>azioni che saranno sempre corrette se le premesse sono corrette. Questa è la<br />

forza del programma ICF.


ESERCITAZIONE 1<br />

SIMULAZIONE DI UN CASO PDF<br />

IN UN IPOTETICO ABBOZZO DI PDF LE SEGUENTI STRINGHE SONO DIVISE SECONDO AREE E PERCENTUALI D’OSSERVAZIONE:<br />

AREA STRINGA Q1 Q2<br />

1 Cognitiva b1646 78%<br />

2 Affettivo Relazionale d710 24% 63%<br />

3 Area della<br />

comunicazione<br />

d335 51% 95%<br />

??? e310 +32%<br />

PROVA A INSERIRE QUESTE STRINGHE ICF NEL PROGRAMMA AGGIUNGENDO DESCRIZIONI (UNA LEGENDA) E QUALIFICATORI CHE<br />

RISPECCHINO I DATI SPECIFICATI IN TABELLA (PERCENTUALI D’OSSERVAZIONE IN TRENTA GIORNI CONSECUTIVI).<br />

VISUALIZZA L’ANTEPRIMA DEL DOCUMENTO PDF, ESPORTA I DATI IN HTML, SALVALI SUL DESKTOP.


L’ICF E I LINGUAGGI HTML E XML<br />

Continuiamo la nostra esercitazione salvando i lavori in un f<strong>il</strong>e.<br />

Il software del CTRH ut<strong>il</strong>izza i due formati che meglio si adattano a memorizzare le STRINGHE.<br />

L’ICF sembra infatti costruito appositamente <strong>per</strong> i linguaggi HTML e <strong>per</strong> l’XML, un protocollo nato negli anni<br />

90.<br />

Tutti conoscono cosa sia un f<strong>il</strong>e HTML o almeno l’hanno visto migliaia di volte cliccando sulle pagine<br />

internet, ad esempio qui:<br />

HTML significa Hy<strong>per</strong> Textual Markup Language, cioè una pagina di testo (textual), di i<strong>per</strong>testi (hy<strong>per</strong>) e di<br />

comandi <strong>per</strong> <strong>il</strong> computer (markup ).<br />

Le Pubbliche Amministrazioni <strong>per</strong> presentare i dati usa <strong>il</strong> linguaggio HTML, <strong>per</strong> archiviare i dati quello XML.<br />

Con questo criterio è stato costruito anche <strong>il</strong> software ICF.<br />

Le PA usano soprattutto pagine HTML <strong>per</strong> interfacciarsi con l’utenza. L’ottica è di non consumare carta e di<br />

stampare <strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e così da eliminare gli sprechi. Le pagine HTML sono fatte <strong>per</strong> essere consultate<br />

soprattutto online, scaricate come f<strong>il</strong>e editab<strong>il</strong>i e ripubblicate dopo avere apportato eventuali modifiche.<br />

Con questo software i PDF e i PEI verranno scritti in linguaggio HTML, che è open source, e non in protocolli<br />

proprietari a pagamento come è ad esempio WORD della Microsoft.<br />

Nell’ottica delle pubbliche amministrazioni, <strong>il</strong> programma ICF usa l’architettura XML <strong>per</strong> salvare i dati.<br />

L’XML è sim<strong>il</strong>e all’HTML. La X sta <strong>per</strong> EXTENSIBLE (l’XML è un HTML esteso). Derivato dall’HTML è molto più<br />

rigoroso. Si ut<strong>il</strong>izza soprattutto <strong>per</strong> memorizzare i dati ICF, <strong>per</strong> trasmetterli e <strong>per</strong> condividerli. Si tratta di<br />

pagine di semplice testo. I f<strong>il</strong>e XML si potrebbero leggere così come sono. Il fine principale anche qui non è<br />

la stampa, ma la conservazione, l’organizzazione e l’ut<strong>il</strong>izzo.<br />

Il software ICF esporta i dati e li visualizza in formato HTML.<br />

Quando si clicca su anteprima del documento si produce automaticamente un f<strong>il</strong>e HTML come questo in<br />

figura:


Punto di forza dell’HTML è che si può esportare fac<strong>il</strong>mente e che si può convertire in formato ad esempio<br />

WORD.<br />

Tra i contro c’è <strong>il</strong> fatto che così come appare nei browser (nei navigatori Internet Explorer, Google Chrome,<br />

O<strong>per</strong>a, Moz<strong>il</strong>la …) non è editab<strong>il</strong>e. Quindi non si possono cambiare i dati on line o nella finestra di<br />

anteprima.<br />

Se ci si accorge che c’è un errore non si può modificare <strong>il</strong> testo direttamente dalla finestra di anteprima<br />

(così come di solito non si può modificare una pagina internet quando si visita un sito). La limitazione è<br />

imposta <strong>per</strong> motivi di sicurezza. L’utente non può modificare una pagina internet della Pubblica<br />

Amministrazione direttamente online senza <strong>per</strong>messi e procedure di controllo.<br />

Per correggere eventuali sviste nella finestra di anteprima ICF attenersi a questa procedura:<br />

1) chiudere la finestra di anteprima<br />

2) modificare le DESCRIZIONI e le STRINGHE<br />

3) riaprire l’anteprima che mostrerà a schermo le nuove modifiche<br />

Se invece si vuole salvare sul proprio computer <strong>il</strong> documento HTML basta scegliere l’opzione “esporta in<br />

HTML” dal menu principale:


Apparirà una finestra di dialogo che gestisce l’esportazione e <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e potrà essere salvato sul computer o su<br />

una chiavetta USB:<br />

Per leggere in WORD un f<strong>il</strong>e HTML salvato sul computer attenersi alla seguente procedura:<br />

1) aprire word (comando del menu apri)<br />

2) aprire <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e HTML (apri come)<br />

3) salvarlo in formato DOC (salva come)<br />

Da quel momento <strong>il</strong> documento HTML può essere modificato come f<strong>il</strong>e DOC di WORD. Quindi è anche<br />

stampab<strong>il</strong>e.<br />

Il programma del CTRH di Sondrio salva i documenti ICF anche in formato XML. Dopo aver inserito le<br />

stringhe nelle diverse aree ed aver fissato i qualificatori, <strong>per</strong> salvare <strong>il</strong> documento in formato XML si<br />

proceda in questo modo:<br />

1) salvare come … (XML è <strong>il</strong> formato predefinito)<br />

….


2) riempire i campi della finestra di dialogo:<br />

3) specificare <strong>il</strong> nome del f<strong>il</strong>e (qui è “caso1”):<br />

4) salvare.<br />

Dopo che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e XML è stato salvato, si può riaprire quando si vuole nel programma del CTRH. Questa ultima<br />

è la procedura standard <strong>per</strong> memorizzare i dati.


Per caricare un f<strong>il</strong>e XML salvato basta aprire <strong>il</strong> documento così:<br />

e scegliere <strong>il</strong> nome del f<strong>il</strong>e dalla finestra di dialogo successiva.<br />

I f<strong>il</strong>e XML sono testo puro e semplice, <strong>per</strong>ciò è molto <strong>per</strong>icoloso comp<strong>il</strong>arli online, <strong>per</strong> via dei programmi<br />

MALAWARE (SNIFFER) in grado di carpire le informazioni riservate. È meglio scriverli sui PC <strong>per</strong>sonali,<br />

criptare i dati e inviarli in internet rispettando delle procedure di sicurezza, prima di spedire le pagine XML<br />

dei PDF e PEI sui siti internet delle Pubbliche Amministrazioni.<br />

Il programma del CTRH di Sondrio è in grado di salvare e aprire f<strong>il</strong>e XML, di navigare tra i nodi, e di<br />

modificare i dati direttamente nella struttura ad albero (menu Visualizza Database). Questa procedura<br />

può servire <strong>per</strong> controllare se i dati sono corretti e <strong>per</strong> aggiungere alcuni elementi che possono essere<br />

sfuggiti:<br />

Per navigare tra i nodi basta aprire i rami cliccando sui più (+) o farli collassare cliccando sui meno -. I nodi<br />

sono i dati dei f<strong>il</strong>e xml che contengono altre dati o che sono padri o figli di altri nodi (ad esempio i<br />

qualificatori, i risultati attesi, gli obiettivi e le strategie, le STRINGHE sempre più specializzate):


I vari siti ICF pubblicati in internet spesso ut<strong>il</strong>izzano la tipica rappresentazione XML ad albero, con i più e i<br />

meno <strong>per</strong> aprire o chiudere i NODI:<br />

Questo approccio è <strong>il</strong> più diff<strong>uso</strong> in internet. Sui siti dedicati agli insegnanti spesso si ut<strong>il</strong>izza <strong>il</strong> linguaggio<br />

XML. Sono tutte le stringhe ICF press dal libro e messe in ordine una sotto l’altra. Il docente impiega molto<br />

tempo <strong>per</strong> cercare la voce che gli interessa e poi deve sempre intervenire <strong>per</strong> copiarla. La procedura non è<br />

automatica. Il nostro programma ha cercato invece di velocizzare e fac<strong>il</strong>itare la fase di ricerca, di selezione<br />

delle aree e di stampa.


I rischi maggiori <strong>per</strong> la privacy si corrono quando la scrittura ICF avviene online senza che i dati siano<br />

preventivamente criptati e su siti non governativi (gov.it) che nulla hanno a che vedere con la pubblica<br />

amministrazione.<br />

La legge impone <strong>per</strong> l’ICF siti con dominio gov.it che garantiscano l’accessib<strong>il</strong>ità e la credib<strong>il</strong>ità.<br />

Le scuole spesso ricevono proposte <strong>per</strong> programmi <strong>per</strong> la gestione dei dati ICF a pagamento. Tutto questo si<br />

può tranqu<strong>il</strong>lamente evitare <strong>per</strong>ché i protocolli HTML e XML sono open source cioè gratuiti. Anche <strong>il</strong><br />

programma del CTRH è un open source (<strong>il</strong> codice è disponib<strong>il</strong>e a richiesta <strong>per</strong> i programmatori che vogliano<br />

collaborare al progetto). Questo risponde a una esigenza etica ed economica. Si vuole svincolare l’ICF dalle<br />

licenze <strong>per</strong> non far spendere inut<strong>il</strong>i soldi alle PA. In tal modo i dati sono gestib<strong>il</strong>i direttamente dalle<br />

Istituzioni scolastiche e dai gruppi di lavoro senza bisogno di costosi intermediari che possono decidere da<br />

un giorno all’altro di bloccare <strong>il</strong> servizio.

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