Aprile 2006 - Ispettoria Salesiana Meridionale - Via Don Bosco, 8 ...
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ANNO XXXIV N°2 (170) - <strong>Aprile</strong> <strong>2006</strong><br />
Salesiani <strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />
<strong>Via</strong> don <strong>Bosco</strong>, 8 - Napoli<br />
www.ime.pcn.net<br />
Lettera dell’Ispettore<br />
Formazione<br />
Pastorale Giovanile<br />
Famiglia <strong>Salesiana</strong><br />
Notizie - Avvenimenti<br />
I nostri defunti<br />
Questo numero è stato chiuso il 7 aprile <strong>2006</strong><br />
Per una spiritualità dell’Educatore Cristiano 4<br />
Vangelo e Famiglia intesa possibile 9<br />
Siamo venuti per Adorarlo 14<br />
Un anno di “Grazie 20<br />
Il Grande Silenzio 23<br />
Volontari con don <strong>Bosco</strong> 27<br />
Associazione Mamma Margherita 28<br />
2<br />
30<br />
50<br />
Salesiani<br />
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<strong>Meridionale</strong><br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
lettera dell’Ispettore<br />
“ ...ALL’INIZIO DEL MIO SERVIZIO”<br />
Carissimi Confratelli,<br />
rivolgo anzitutto a voi il mio più cordiale saluto.<br />
Lo faccio utilizzando le pagine del nostro Notiziario ispettoriale. Il<br />
cambio di alcuni confratelli e il nostro iniziale inserimento ne hanno<br />
ritardato di molto la stampa. Ne chiediamo scusa a quanti sono<br />
…più abitudinari nella sua attesa e nella sua lettura.<br />
Lo faccio in questi giorni in cui stiamo celebrando il Mistero Pasquale<br />
di Gesù. Non posso non augurare a ciascuno di noi i frutti più belli della Pasqua:<br />
quelli che nei temi della nostra spiritualità giovanile abbiamo chiamati<br />
della “gioia e dell’ottimismo”. Il Risorto dia maggiormente alla nostra vita, al<br />
nostro pensare, al nostro agire, al nostro relazionarsi, al nostro guardare al presente<br />
e al futuro, quell’ottimismo che caratterizzò la vita di don <strong>Bosco</strong>. Ne abbiamo<br />
bisogno tutti in questo particolare momento di vita ispettoriale: ne abbiamo<br />
bisogno noi, ne hanno bisogno le nostre comunità religiose, ne hanno bisogno<br />
le nostre comunità educativo-pastorali.<br />
Lo faccio pensando ancora all’inizio del mio servizio di animazione ispettoriale.<br />
Un servizio che vorrò rendere con impegno e dedizione, ma la cui<br />
bontà affido tutta a quel Dio che “ha fatto forza e ha prevalso”. Molti ricorderanno<br />
come non abbia voluto ringraziare nessuno, Dio compreso, nel giorno<br />
del mio insediamento. E’ che davanti a un Dio che utilizza la forza diventa difficile<br />
prevalere. E’ che non me la sono sentita di “dire un no a don <strong>Bosco</strong>”. E’<br />
che, come diceva don Frisoli nell’omelia della Messa di insediamento riferendosi<br />
alla Parola di Dio ascoltata, «siamo invitati a ravvivare oggi la nostra personale<br />
passione per Dio, quel sì fondamentale e sponsale che giustifica la nostra<br />
vita di consacrati e senza del quale siamo dei professionisti, degli operatori,<br />
ma non degli innamorati. …Siamo stati invitati a fare di tutta la nostra vita un<br />
sacrificio santo offerto a Dio; e delle nostre comunità spazi di profezia e di non<br />
conformità rispetto alla mentalità mondana. Siamo, infine, stati invitati ad una<br />
sequela coraggiosa di Gesù, senza individualismi o chiusure egoistiche, perché<br />
“chi vuole salvare la propria vita la perde”. Siamo sfidati dalle parole di Gesù:<br />
“Se qualcuno vuol venire dietro a me…!”. L’ accettazione anche della croce è<br />
il criterio per individuare i veri discepoli di Cristo. Questi sono, cari confratelli,<br />
“i fondamentali” della nostra vita. E’ illusorio alimentare il senso dell’attesa nei<br />
confronti dell’ homo novus e dimenticare che il futuro dell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />
è legato alle scelte che ciascuno di voi fa ogni giorno nel suo cuore».<br />
La “legge della croce”. E’ quella a cui mi sono rifatto al termine della<br />
riflessione del ritiro trimestrale, come criterio a cui rifarsi per far crescere la vita<br />
fraterna delle nostre comunità. E’ il principio secondo cui il male viene trasformato<br />
in bene sull'esempio e per la forza della morte di Cristo. Un principio secondo<br />
cui siamo sempre chiamati ad operare in prima persona ogni qual volta<br />
constatiamo attorno a noi qualcosa che non è Regno di Dio e che deve diventarlo.<br />
Non importa se l’impegno nasce spontaneamente in noi o se altri lo richiedono.<br />
Non importa se le qualità ci sono tutte e se sono quelle giuste. Im-
portante è mettersi a disposizione e a lavoro credendo davvero che Dio ci chiama<br />
a vincere in e con Lui il male con il bene mediante il perdono, la pazienza,<br />
la misericordia, l’impegno, la dedizione…<br />
In questo spirito ho fatto miei gli impegni che mi venivano consegnati<br />
da don Pier Fausto in quella omelia a nome del Rettor maggiore.<br />
«Tu che hai accettato con fede la volontà di Dio, che da oggi ti metti a<br />
servizio dei tuoi confratelli, sei chiamato a vivere di fede, ad alimentare la tua<br />
fede, ad essere per i tuoi confratelli anzitutto esempio per la fede».<br />
«La seconda caratteristica … è la paternità. … Sant’Agostino nella Regola<br />
traccia questo profilo del Superiore: “Colui che vi presiede non si stimi<br />
felice perché domina col potere, ma perché serve con la carità. Davanti a voi<br />
sia tenuto in alto per l’onore, davanti a Dio si prostri per timore ai vostri piedi.<br />
Si offra a tutti come esempio di buone opere, moderi i turbolenti, incoraggi i<br />
timidi, sostenga i deboli, sia paziente con tutti. Mantenga con amore la disciplina,<br />
la imponga con rispetto; e sebbene siano necessarie entrambe tuttavia preferisca<br />
piuttosto farsi amare che temere”».<br />
«La terza attesa che ricorre trasversalmente in tutte le consultazioni è<br />
che l’Ispettore sia un uomo che promuova il dialogo e la partecipazione dei<br />
confratelli. Tu, carissimo <strong>Don</strong> Pasquale, non dovrai essere il superdirettore dell’<strong>Ispettoria</strong>,<br />
pensare a tutto, arrivare a tutto, provvedere a tutto. Hai accanto il<br />
Consiglio, i Direttori, i confratelli tutti: valorizzali, ascoltali. Non ti è chiesto di<br />
possedere la sintesi dei carismi, ma il carisma della sintesi».<br />
Significative anche le parole rivolte a tutti: «A voi tutti confratelli, giovani<br />
e laici, chiedo esplicitamente di collaborare lealmente tra voi e con il nuovo<br />
Ispettore. Noi non siamo né di Pietro, né di Paolo, né di Apollo, noi siamo di<br />
Cristo. Il segno più urgente che la Congregazione si attende da voi è la comunione:<br />
gareggiate nello stimarvi a vicenda, siate tra voi pazienti e misericordiosi,<br />
perdonatevi di tutto cuore e sappiate dimenticare. L’Ispettore, per quanto<br />
retto e preparato, non è un “Deus ex machina”. Solo la comunione, il dialogo<br />
paziente e il perdono fraterno costruiscono l’<strong>Ispettoria</strong> e attirano la benedizione<br />
di nuove vocazioni».<br />
Gli osservatori attenti, per non dire i soliti criticoni, diranno che ho preso<br />
farina dell’altrui sacco. Ma ho ritenuto opportuno ricordare a me e a voi tutte<br />
parole particolarmente significative dette da chi in questo momento a nome di<br />
don <strong>Bosco</strong> e a nome di Dio svolge un servizio in Congregazione.<br />
E visto che ho molto saccheggiato dall’omelia di don Frisoli, con le sue<br />
stesse parole concludo: «A voi tutti, confratelli, auguro di vivere un anno sereno,<br />
volendovi bene e facendo del bene. Ve lo auguro con le parole di Sant’Agostino<br />
a conclusione della sua Regola: “Il Signore vi conceda di osservare con<br />
amore queste norme, quali innamorati della bellezza spirituale ed esalanti dalla<br />
vostra santa convivenza il buon profumo di Cristo, non come servi sotto la legge,<br />
ma come uomini liberi sotto la grazia”».<br />
Napoli, 25 aprile <strong>2006</strong><br />
Sac. Pasquale Martino<br />
Ispettore<br />
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Ispettore<br />
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Vita<br />
consacrata<br />
LA CARITÀ<br />
DELLA<br />
VERITÀ<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
formazione<br />
PER UNA SPIRITUALITÀ<br />
DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />
Un servizio di carità<br />
Nell’enciclica Deus caritas est ci sono numerosi spunti in grado di dare un senso pieno alla<br />
missione dell’educatore cristiano. Ad alimentare e sostenere la sua attività infatti non è una<br />
semplice inclinazione all’insegnamento, ma l’amore. Oltre la competenza, questa infatti<br />
deve essere la forza che lo anima.<br />
Il primo pensiero che sgorga dal cuore dopo aver letto l’enciclica Deus caritas est<br />
è di gioiosa riconoscenza: Benedetto XVI fa un grande dono alla Chiesa e all’umanità.<br />
La lettura del testo comunica grande speranza e riconcilia con la vita: è un’invitante<br />
provocazione a cogliere l’essenziale della vita cristiana; è una limpida<br />
e convincente visione organica dell’uomo e della società, che mostra come solo a<br />
partire da Cristo si può guardare alla vita con fiducia e speranza. Grande dote di<br />
questo papa, veramente “benedetto”, che ha il dono raro di saper unire profondità<br />
di pensiero e semplicità di linguaggio.<br />
Queste le prime impressioni che sgorgano spontanee dopo la lettura; dopodiché<br />
la prima cosa che sento di suggerire è semplice quanto importante: prendere in<br />
mano l’enciclica e leggerla con calma e con apertura di mente e di cuore, soffermandoci<br />
su quanto con sapienza e semplicità viene proposto, evitando quel consumismo<br />
spirituale che ci fa passare da un testo all’altro per poi assimilare poco o<br />
niente in profondità. Qui si trova cibo solido, non chiacchiere superficiali.<br />
Una volta letto il testo pontificio, ci si potrà utilmente rivolgere a qualche commento<br />
o studio specifico che certamente non mancheranno e che aiuteranno ad<br />
approfondire qualche aspetto particolare. Per parte mia, credo che l’enciclica di<br />
Benedetto XVI, che di per sé non si occupa di scuola, dica comunque qualcosa di<br />
importante anche ai cristiani impegnati a testimoniare l’amore cristiano nel campo<br />
dell’educazione. Provo a dire perché.<br />
“La cura dell’istruzione è amore” – così si esprime la Bibbia (Sap 6,17); s. Agostino,<br />
per parte sua, parla della caritas veritatis (la carità della verità) sottolineando<br />
che essa è una delle manifestazioni più alte di amore. Come a dire che un modo<br />
di voler bene alle persone che amiamo è anche questo: aiutarle a scoprire progressivamente<br />
la verità, la quale rimane l’aspirazione più grande dell’uomo 1 . Chi<br />
fa scuola svolge, appunto, questo prezioso servizio; infatti, «la scuola ha per scopo<br />
fondamentale insegnare la verità e l’insegnante è più responsabile verso la<br />
verità che deve insegnare che non verso la libertà del discente. Non si tratta di<br />
insegnare a sapere la verità, facendo acquisire nozionisticamente quanto l’umanità<br />
ha conosciuto nella sua storia, come può avvenire in una scuola autoritaria e<br />
dogmatica, ma nemmeno di insegnare a cercare la verità, come capita in una<br />
1 “Che altro desidera più ardentemente l’anima se non la verità?” (s. Agostino, In Johannis Evangelium, tract. 26,5).
scuola libertaria e agnostica, che abbandona l’individuo a se stesso, bensì si tratta<br />
di insegnare a trovare la verità, guidando il fanciullo a confrontarsi con la realtà<br />
nei suoi multiformi aspetti, per coglierne tutta la sua intelligibilità» 2 . Conoscere la<br />
verità significa realizzare la libertà interiore, che è il primo fondamentale fine dell’educazione<br />
(Maritain). La carità della verità sarà tanto più apprezzata se si pensa<br />
che, come ebbe a dire qualche anno fa l’attuale pontefice, «la vera sciagura dell’uomo<br />
è proprio l’essere all’oscuro della verità» 3 .<br />
Le motivazioni che sostengono la fatica di coloro che si impegnano quotidianamente<br />
nella scuola possono essere diverse (lasciando da parte quelle meno nobili,<br />
che purtroppo a volte si riscontrano), ad esempio: una particolare e quasi innata<br />
propensione all’educare, la ricerca della promozione umana dell’alunno, una<br />
naturale simpatia per i bambini e i giovani...<br />
L’amore che alimenta e sostiene l’educatore cristiano ha una sua originalità sia<br />
nella sorgente che lo alimenta sia nella modalità in cui si manifesta: è, infatti, l’amore<br />
così come l’ha vissuto concretamente Cristo, è l’amore che viene descritto<br />
da s. Paolo nel suo inno alla carità (1 Cor 13). L’amore per l’uomo, che accomuna<br />
tutti coloro che si occupano di educazione nella scuola, è per gli educatori cristiani<br />
«un amore che si nutre dall’incontro con Cristo» (Deus caritas est 34). Da questo<br />
punto di vista, vale anche per loro il richiamo del papa: «Occorre condurli a<br />
quell’incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo<br />
all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento<br />
imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivata dalla loro fede<br />
che diventa operante nell’amore (cf. Gal 5,6) (31a). Coloro che «svolgono sul piano<br />
pratico il lavoro della carità nella Chiesa... devono... farsi guidare dalla fede<br />
che nell’amore diventa operante (cf. Gal 5,6). Devono essere<br />
quindi persone mosse innanzitutto dall’amore di Cristo,<br />
persone il cui cuore Cristo ha conquistato con il suo amore,<br />
risvegliandovi l’amore per il prossimo» (33).<br />
Questa motivazione di fondo è coerente con lo scopo essenziale<br />
che si propone ogni educatore cristiano che lavora<br />
all’interno della scuola: realizzare «un vero umanesimo, che<br />
riconosce nell’uomo l’immagine di Dio e vuole aiutarlo a<br />
realizzare una vita conforme a questa dignità» (30b).<br />
L’educatore cristiano deve essere una persona professionalmente<br />
capace e ricca di umanità. Il papa sottolinea che tra<br />
«gli elementi costitutivi che formano l’essenza della carità<br />
cristiana e ecclesiale» (31) c’è anzitutto la “competenza<br />
professionale”, che significa capacità di «saper fare la cosa<br />
giusta al momento giusto» (31a). Subito dopo, però, aggiun-<br />
2 PieroViotto, Presupposti filosofico-pedagogici dell’educazione di ispirazione cristiana, in AA.VV.,<br />
“Educare, ‘sfida’ quotidiana per le scuole materne fism”, Roma, FISM,1998, p. 60.<br />
3 Joseph Ratzinger, Fede, verità, tolleranza, Siena, Cantagalli, 2003, p. 69.<br />
LE RADICI<br />
DELL’AMORE<br />
DELL’EDUCATORE<br />
CRISTIANO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
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Formazione PER UNA SPIRITUALITÀ DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />
ge 4 che essa da sola non basta, perché «gli esseri umani necessitano<br />
sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente<br />
corretta. Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione<br />
del cuore» (31a).<br />
La preparazione professionale, dunque, come presupposto<br />
indispensabile per chi insegna, ma oltre ad essa serve anche, e<br />
soprattutto, la “formazione del cuore”. Benedetto XVI ha una<br />
felicissima espressione, quando afferma che «il programma del<br />
cristiano – il programma del buon Samaritano, il programma di<br />
Gesù è “un cuore che vede» (31b): espressione che, riferita<br />
all’educatore cristiano, richiama alla mente le parole di d. <strong>Bosco</strong>,<br />
il quale affermava: «Ricordatevi che l’educazione è cosa<br />
del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo<br />
riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non<br />
ce ne mette in mano le chiavi».<br />
Il servizio reso dal cristiano per la realizzazione di un vero umanesimo «non deve<br />
essere un mezzo in funzione di ciò che oggi viene indicato come proselitismo.<br />
Non viene esercitato per raggiungere altri scopi» (31c).<br />
Applicata all’educatore cristiano, questa indicazione significa che il suo impegno<br />
all’interno della scuola rispetterà sempre la legittima autonomia che essa deve in<br />
ogni caso conservare. Ciò vale, ad esempio, quando i cristiani istituiscono le loro<br />
scuole (= le scuole cattoliche), oppure nel caso in cui la Chiesa è presente nella<br />
scuola con un suo servizio specifico che riguarda l’Insegnamento della religione<br />
cattolica, e comunque ogniqualvolta i cristiani si adoperano affinché la scuola<br />
abbia quelle caratteristiche che essi ritengono qualificanti e indispensabili.<br />
Tutto ciò significa che l’intervento dei cristiani che svolgono il loro servizio nella<br />
scuola non ha alcuna originalità rispetto all’impegno di qualsiasi altro cittadino a<br />
favore della scuola stessa? Benedetto XVI ha parole illuminanti a questo riguardo.<br />
Egli ritiene che l’azione caritativa – compresa, a mio parere, quella che si<br />
svolge a favore dell’uomo all’interno della scuola – non «debba, per così dire,<br />
lasciare Dio e Cristo da parte. È in gioco sempre tutto l’uomo. Spesso è proprio<br />
l’assenza di Dio la radice più profonda della sofferenza... Il cristiano sa quando è<br />
tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di lui e lasciare parlare solamente<br />
l’amore. Egli sa che Dio è amore (cf. 1 Gv 4,8) e si rende presente proprio<br />
nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare» (31c).<br />
L’educatore cristiano, come pure una comunità scolastica il cui clima deve essere<br />
caratterizzato dallo «spirito evangelico di libertà e carità» 5 – e ciò vale per la<br />
4 Le parole del papa si riferiscono di per sé al «servizio delle persone sofferenti » (31), ma non si fa<br />
certamente una forzatura se si estende il loro significato fino ad abbracciare ogni tipo di servizio<br />
che le persone svolgono a favore degli altri.<br />
5 Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, n. 8: “Elemento caratteristico (della scuola cattolica)<br />
è (quello) di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di<br />
libertà e carità”.
scuola cattolica – avranno sempre questa consapevolezza, la quale poi dovrà trasparire<br />
dal loro agire, quindi il loro parlare, il loro tacere, il loro esempio.<br />
L’educatore cristiano è consapevole che, offrendo il suo servizio educativo, non<br />
dà soltanto “qualcosa” all’altro (conoscenze, abilità...): egli si coinvolge come persona,<br />
sia nel senso che anzitutto educa per quello che è, sia perché partecipa se<br />
stesso, i suoi pensieri, sentimenti, capacità, limiti. A questo riguardo, è ancora il<br />
papa che offre un pensiero stimolante e profondo: «perché il dono non umili l’altro,<br />
devo dargli non soltanto qualcosa di mio, ma me stesso, devo essere presente<br />
nel dono come persona. Questo giusto modo di servire rende l’operatore umile.<br />
Egli non assume una posizione di superiorità di fronte all’altro, per quanto misera<br />
possa essere sul momento la sua situazione... Chi è in condizione di aiutare<br />
riconosce che proprio in questo modo viene aiutato anche lui; non è suo merito<br />
né titolo di vanto il fatto di poter aiutare. Questo compito è grazia... Egli riconosce<br />
di agire non in base ad una superiorità o maggior efficienza personale, ma<br />
perché il Signore gliene fa dono. A volte l’eccesso del bisogno e i limiti del proprio<br />
operare potranno esporlo alla tentazione dello scoraggiamento. Ma proprio<br />
allora gli sarà di aiuto il sapere che, in definitiva, egli non è che uno strumento<br />
nelle mani del Signore; si libererà così dalla presunzione di dover realizzare, in<br />
prima persona e da solo, il necessario miglioramento del mondo. In umiltà farà<br />
quello che gli è possibile fare e in umiltà affiderà il resto al Signore. È Dio che governa<br />
il mondo, non noi. Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che<br />
possiamo e finché Egli ce ne dà la forza» (34-35).<br />
Ancora: l’educatore cristiano sarà aiutato a svolgere in umiltà il suo servizio anche<br />
in forza di una profonda convinzione che sta alla base del suo impegno educativo:<br />
egli, infatti, in quanto persona chiamata a “guidare” gli altri si sente anzitutto<br />
lui stesso una persona “guidata”. Si sente guidato da Dio, il primo e unico educatore<br />
di ogni creatura 6 ,colui che assicura: «Ti farò saggio, t’indicherò la via da<br />
seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio» (Sal 31,8). Partire da questa profonda<br />
consapevolezza significa essere nella verità – una verità che fa umili: solo<br />
chi è guidato può guidare. Tutto ciò è rassicurante e pacificante.<br />
Sapere che Dio ci guida significa, infine, sentire il bisogno di mantenersi in contatto<br />
con lui attraverso il dialogo della preghiera. Occorre, dunque, che si parli anche<br />
della preghiera dell’educatore cristiano.<br />
È necessario che, prima o poi, volendo tratteggiare gli aspetti più caratteristici dell’educatore<br />
cristiano, si parli di lui anche come di una persona che prega. Egli cerca<br />
«l’incontro con il Padre di Gesù Cristo, chiedendo che Egli sia presente con il<br />
conforto del suo Spirito in lui e nella sua opera» (37).<br />
La preghiera, intesa come un bisogno prima ancora che come un dovere, è necessaria<br />
perché permette di alimentarsi alle sorgenti profonde da cui la dedizione<br />
6 Carlo M. Martini, Dio educa il suo popolo, Milano 1987.<br />
UNA<br />
PERSONA<br />
UMILE<br />
UNA<br />
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CHE<br />
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Formazione PER UNA SPIRITUALITÀ DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />
dell’educatore cristiano trae forza e sostegno (cf. quanto richiamato precedentemente);<br />
essa purifica lo sguardo sulla realtà e mantiene autentico il servizio all’altro,<br />
mantenendoci al riparo dai pericoli del narcisismo e dalla brama di potere;<br />
infine, essa sostiene nei momenti più difficili del dialogo educativo, a proposito<br />
dei quali già d. <strong>Bosco</strong> faceva questo saggio richiamo: «In certi momenti molto<br />
gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta<br />
di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente,<br />
dall’altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita».<br />
I santi sono coloro che hanno esercitato in modo esemplare la carità. Il pensiero<br />
va, in questo caso, alla folta e gloriosa schiera di santi e sante che si sono distinti<br />
per aver testimoniato la carità nell’ambito educativo: Filippo Neri, Angela Merici,<br />
Giuseppe Calasanzio, Giovanni <strong>Bosco</strong>, Girolamo Emiliani, Giovanni Battista de La<br />
Salle... per citare soltanto qualche nome. Ad essi l’educatore cristiano guarda come<br />
a modelli e guide, consapevole che la pedagogia cristiana prima ancora che<br />
essere codificata in principi e indicazioni concrete è stata vissuta e testimoniata<br />
dai santi, «veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne<br />
di fede, di speranza e di amore» (40).<br />
Oggi, in nessuna legge riguardante la scuola si usa il termine amore quando si<br />
vuole descrivere il compito che attende gli insegnanti: c’è il timore che sia una<br />
parola di parte, troppo legata all’ideologia, estranea ad una visione laica della professionalità<br />
docente... Noi cristiani dobbiamo avere il coraggio di recuperare questa<br />
parola ormai scomparsa dal lessico pedagogico e parafrasando le parole del<br />
papa affermare che, in definitiva, agli educatori cristiani è affidato il compito di<br />
vivere il loro impegno educativo soprattutto come amore e in questo modo far<br />
entrare la luce di Dio nel mondo.<br />
Aldo Basso
Esperienze<br />
CONVEGNI<br />
VANGELO E FAMIGLIA<br />
INTESA POSSIBILE<br />
Annunciamo e serviamo la buona novella<br />
Del matrimonio e della famiglia<br />
«Seguendo il Cristo "venuto" al mondo "per servire" (Mt 20,28), la chiesa considera<br />
il servizio alla famiglia uno dei compiti essenziali. In tal senso sia l'uomo che la<br />
famiglia costituiscono la “via della Chiesa”» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie,<br />
n. 2).<br />
L’attuale contesto ecclesiale ci chiede di cercare di approfondire tale “servizio”,<br />
lasciandoci guidare da due prospettive fondamentali:<br />
l’eucaristia, valorizzando le propositiones del Sinodo dello scorso mese di ottobre:<br />
L’eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della chiesa;<br />
la speranza, impegnati come siamo nella preparazione del convegno ecclesiale di<br />
Verona del prossimo anno: Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo.<br />
Alla luce di queste prospettive, occorre impegnarsi perché tutta la nostra azione<br />
pastorale nei riguardi del matrimonio e della famiglia faccia trasparire, in maniera<br />
più chiara e significativa, che tutto ciò che la comunità cristiana annuncia e promuove<br />
è “buona novella”, capace di aprire alla speranza.<br />
Occorre farlo senza perdere di vista le possibilità e le sfide che il contesto sociale<br />
pone dinanzi alla famiglia. Ciò che oggi è in gioco non sono tanto alcuni comportamenti<br />
familiari, ma la visione stessa di famiglia e di matrimonio. E questo a livello<br />
morale, culturale e socio-politico.<br />
Nella Traccia di riflessione in preparazione a Verona viene indicato come primo<br />
ambito della testimonianza quello della vita affettiva, aggiungendo: «proprio il<br />
mondo degli affetti subisce oggi un potente condizionamento in direzione di un<br />
superficiale emozionalismo, che ha spesso effetti disastrosi sulla verità delle relazioni.<br />
L’identità e la complementarietà sessuale, l’educazione dei sentimenti, la maternità/paternità,<br />
la famiglia e, più in generale, la<br />
dimensione affettiva delle relazioni sociali, come<br />
pure le varie forme di rappresentazione pubblica<br />
degli affetti hanno un grande bisogno di aprirsi<br />
alla speranza e quindi alla ricchezza della relazione,<br />
alla costruttività della generazione e del legame<br />
tra generazioni». Di qui alcune domande:<br />
«Come integrare in modo autentico gli affetti nell’unità<br />
dell’esperienza razionale e morale? Quale<br />
considerazione ha nella comunità cristiana l’educazione<br />
a una vita affettiva secondo lo Spirito?<br />
Come aiutare a formulare un giudizio culturale e<br />
morale sulla mentalità corrente a riguardo della<br />
vita sessuale e sentimentale? Di quali aiuti ha bisogno<br />
la famiglia per tenere desta la fedeltà alla<br />
sua vocazione?» (n. 15).<br />
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ZIA<br />
RIO
<strong>Salesiana</strong><br />
10<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Un annunzio<br />
significativo<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
CODICE 1983 CODICE 1917<br />
Can. 1055<br />
§ l. Il patto matrimoniale con cui l'uomo<br />
e la donna stabiliscono tra loro la<br />
comunità di tutta la vita, per sua natura<br />
ordinata al bene dei coniugi e alla<br />
procreazione e educazione della prole,<br />
tra i battezzati è stato elevato da<br />
Cristo Signore alla dignità di sacramento.<br />
§ 2. Pertanto tra i battezzati non può<br />
sussistere un valido contratto matrimoniale,<br />
che non sia per ciò stesso<br />
sacramento.<br />
Can 1056<br />
Le proprietà essenziali del matrimonio<br />
sono l'unità e la indissolubilità,<br />
che nel matrimonio cristiano conseguono<br />
una peculiare stabilità in ragione<br />
del sacramento.<br />
Can. 1057<br />
§ l. L'atto che costituisce il matrimonio<br />
è il consenso delle parti manifestato<br />
legittimamente tra persone giuridicamente<br />
abili; esso non può essere<br />
supplito da nessuna potestà.<br />
§ 2. Il consenso matrimoniale è l'atto<br />
della volontà con cui l'uomo e la donna,<br />
con patto irrevocabile, danno e<br />
accettano reciprocamente se stessi<br />
per costituire il matrimonio.<br />
Convegni: VANGELO E FAMIGLIA INTESA POSSIBILE<br />
L’approfondimento teologico e pastorale nei riguardi del matrimonio e della famiglia,<br />
maturato negli ultimi decenni, emerge dal semplice confronto tra il Codice<br />
di Diritto Canonico del 1983 (lib. VI: De Ecclesiae munere sanctificandi) con<br />
quello del 1917 (lib. III: De rebus):<br />
Can 1012<br />
§ I. Cristo Signore ha elevato alla dignità<br />
di sacramento lo stesso contratto<br />
matrimoniale tra i battezzati.<br />
§ 2. Pertanto tra i battezzati...<br />
Can 1013<br />
§ l. Fine primario dei matrimonio è la<br />
procreazione e l'educazione della<br />
prole; fine secondario il reciproco<br />
aiuto e il rimedio alla concupiscenza.<br />
§ 2. Le proprietà essenziali...<br />
Can 1081<br />
§ l. L'atto...<br />
§ 2. Il consenso matrimoniale è l'atto<br />
della volontà con cui entrambi le parti<br />
danno e accettano il diritto sul corpo,<br />
perpetuo e esclusivo, in ordine agli<br />
atti per se capaci di generare la prole.
La pietra miliare di questo rinnovamento è stata certamente la visione del matrimonio<br />
e della famiglia di Gaudium et spes. È un testo da rileggere, per continuare<br />
a camminare nella prospettiva che ha delineato. Costituisce il primo<br />
capitolo della seconda parte delle costituzione: «Dignità del matrimonio<br />
e della famiglia e sua valorizzazione»:<br />
n. 47: Matrimonio e famiglia nel mondo d'oggi.<br />
n. 48: Santità del matrimonio e della famiglia.<br />
n. 49: L'amore coniugale.<br />
n. 50. La fecondità del matrimonio.<br />
n. 51: Accordo dell'amore coniugale col rispetto della vita.<br />
n. 52: L'impegno di tutti per il bene del matrimonio e della<br />
famiglia.<br />
Il cammino post-conciliare è stato caratterizzato da interventi magisteriali<br />
impegnativi: Humanae vitae, Familiaris consortio, Carta dei<br />
diritti della famiglia, Catechismo della Chiesa Cattolica...<br />
A livello di chiesa italiana, mi limito a richiamare Evangelizzazione e<br />
sacramento del matrimonio, Comunione e comunità nella Chiesa domestica,<br />
Direttorio di pastorale familiare…<br />
Questa ricchezza di approfondimento teologico è oggi sfidata da tendenze culturali<br />
che non solo modificano gli stili di vita familiari, ma mettono in discussione la<br />
visione stessa di famiglia, ponendo sul suo stesso livello, anche a livello di normativa<br />
giuridica, altre realtà.<br />
Per poter evangelizzare in maniera significativa in questo contesto, occorre non<br />
perdere di vista l’indicazione di Novo millennio ineunte: «Per l’efficacia della testimonianza<br />
cristiana, specie in questi ambiti delicati e controversi, è importante<br />
fare un grande sforzo per spiegare adeguatamente i motivi della posizione della<br />
Chiesa, sottolineando soprattutto che non si tratta di imporre ai non credenti una<br />
prospettiva di fede, ma di interpretare e difendere i valori radicati nella natura<br />
stessa dell’essere umano. La carità si farà allora necessariamente servizio alla cultura,<br />
alla politica, all’economia, alla famiglia, perché dappertutto vengano rispettati<br />
i principi fondamentali dai quali dipende il destino dell’essere umano e il futuro<br />
della civiltà» (n. 51). Per concretizzare in maniera corretta tutto questo, l’intera<br />
comunità cristiana deve:<br />
• maturare un sincero convincimento sulla necessità non solo di ascoltare,<br />
per poter apportare in maniera significativa il suo contributo alla ricerca di<br />
tutti gli uomini di buona volontà: un contributo che viene dalla sua esperienza<br />
di umanità illuminata dalle parole dei vangelo (Paolo VI);<br />
• più che modelli precisi o soluzioni direttamente operative ai vari problemi,<br />
la chiesa sa di poter offrire alcune istanze fondamentali (critiche e propositive)<br />
che ritiene indispensabili per la ricerca e la realizzazione di soluzioni<br />
qualitativamente valide;<br />
• sa perciò di additare un cammino più impegnativo, perché più fedele a tutte<br />
le dimensioni della persona. Non esita pertanto a denunziare<br />
“scorciatoie” che, benché a volte permettano di raggiungere più prontamente<br />
dei giusti obiettivi, si svelano in prospettiva non adeguatamente al<br />
servizio della dignità di ogni uomo, di ogni famiglia, di ogni popolo;<br />
• la modalità più propria per operare tutto ciò è quella di essere lievito: di<br />
incarnarsi senza chiedere potere; di discernere tra le luci e le ombre che<br />
oggi segnano la realtà familiare; di aprire ulteriormente progetti e prospettive<br />
inserendo speranza anche lì dove i problemi sono più gravi;<br />
11
Giovanile<br />
14<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
XX Giornata<br />
Mondiale<br />
della<br />
Gioventù<br />
Mgs Italia <strong>Meridionale</strong><br />
SIAMO VENUTI PER ADORARLO<br />
XX Gmg celebrata a Colonia, in Germania<br />
dal 16 al 21 Agosto 2005<br />
La mia prima GMG…è stato bellissimo!<br />
La cosa più bella è stata sicuramente il vedere tutte quelle persone, giovani, riunite<br />
sotto un unico ideale tutte tese a scrutare, come i re magi, la stella che illumina<br />
la nostra vita! E poi vedere tutto quell’amore, gioia e amicizia tra persone<br />
che manco si conoscono!<br />
Ci vediamo a Sidney, non posso perdere un’occasione simile a questa!<br />
Silvia - Lecce<br />
Un’esperienza a dir poco indimenticabile! E’ stata bellissima! Vedere tanta gente<br />
che camminava insieme su una stessa strada, tutti con uno stesso scopo,di incontrare<br />
il volto di Gesù Cristo! Spero di rifare la stessa esperienza!<br />
Alla prossima! Grazie ciao<br />
Mariarosa ’87 - Molfetta<br />
“L’incontro che cambia la vita” è stato l’obiettivo che durante tutto questo anno<br />
mi ha accompagnato. Spero vivamente che questa splendida esperienza non<br />
resti solo un parentesi serena nella mia vita, ma che sia la pista di decollo verso<br />
l’incontro con lui. Sono consapevole che la realizzazione del Regno, così come<br />
il Signore lo ha disegnato, è ancora lontana, ma sono certo di essermi messo in<br />
cammino dietro la stella giusta.<br />
Ilario - Molfetta<br />
Un gruppo di giovani che hanno partecipato alla GMG
Questa esperienza di GMG - dico giusto qualche parola - è stata davvero coinvolgente<br />
e ci ha visto protagonisti indiscussi nel bene e nel male. E’, come molti<br />
dicono, un’esperienza da vivere con i suoi pregi e i suoi difetti, prenderò ciò che<br />
c’è di buono e imparando da ciò che c’è di cattivo.<br />
Da ricordare sarà senza dubbio l’ottima compagnia di tutti voi e lo splendido<br />
clima di collaborazione fra noi ragazzi che si è venuto a creare giorno dopo<br />
giorno. Meraviglioso è stato anche conoscere gente di altra nazionalità, di altre<br />
culture, tutti accomunati da un’unica, grande fede in nostro Signore.<br />
Di cose negative ce ne sarebbero da raccontare, ma penso che ciò che è successo<br />
(i dissapori, il nervosismo, ecc.) ci aiuterà a crescere e a migliorare noi<br />
stessi. L’organizzazione è stata un po’ carente si sa ma guardiamo la cosa in senso<br />
positivo: poteva andarci peggio, no? Anche il cibo è stato sgradevole ma in<br />
fondo siamo sopravvissuti! Anche questo fa parte della GMG!<br />
Di certo abbiamo imparato ad apprezzare ciò che abbiamo a casa ogni giorno,<br />
come ad esempio la cucina italiana, un letto su cui dormire e soprattutto le persone<br />
a cui teniamo di più, quelle che ci vogliono bene e a cui noi vogliamo bene.<br />
Forse abbiamo sentito la mancanza di quelle persone con cui di solito litighiamo.<br />
Beh, ce ne sono di cose su cui riflettere! E’ stato un piacere e un onore<br />
condividere la GMG con voi. Forse mi sono dilungata un po’ troppo!<br />
Ok ora passo questo diario se no mi ammazzano! Grazie a tutti. Alla Prossima!<br />
Simona P. - Molfetta<br />
E’ grazie a tutti voi che quest’esperienza è stata davvero speciale. Grazie a Colonia<br />
ho capito ciò che per me è davvero importante e ho riscoperto quanta gioia<br />
di vivere ho dentro. Spero di cambiare le cose lasciate a Molfetta in virtù di<br />
quest’incontro diretto con il Signore. Che dirvi di più, sono felice e…scusate la<br />
scrittura ma non so scrivere in pulman.<br />
Annalisa D. R. - Molfetta ( Ba)<br />
Vorrei fermare il tempo per rivivere intensamente alcuni momenti…<br />
Non certo quei momenti snervanti trascorsi nei tram, ma quelli che grazie alla<br />
vostra amicizia e alla vostra gioia sono stati indimenticabili!!! Grazie alla condivisione<br />
del pane terreno: viaggio, risate, divertimenti, momenti intensi di spiritualità,…<br />
questa esperienza è stata davvero unica.<br />
Giovanna Paola M. - Molfetta (BA)<br />
Il grande dono dell’amicizia che ho ricevuto in questo periodo ha allargato i miei<br />
orizzonti verso un’amicizia più grande: quella verso Dio.<br />
Ringrazio Dio per aver messo sul cammino della mia vita questa persona!<br />
Panatelo M. - Molfetta (Ba)<br />
Questa esperienza per me è stata molto particolare, a far parte di ciò, c’era un<br />
salesiano che non conoscevo, fuori dai soliti canoni, ma spiritoso e allo stesso<br />
tempo introspettivo: <strong>Don</strong> Gaetano!!! Grazie<br />
Angela S. - Molfetta (Ba)<br />
Ho fame, sonno e devo andare in bagno…Però sono contenta e mi sento rafforzata<br />
dalla splendida settimana trascorsa insieme. Vi voglio bene.<br />
Marileda - Lecce<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
15<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
16<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
XX GMG COLONIA SIAMOVENUTI PER ADORARLO<br />
E’ vero che il Signore prende la mano di chi gliela porge…ma è altrettanto vero che<br />
Lui ci tende la Sua… con insistenza…finché tu non la riponi nella Sua!<br />
E’ la mia esperienza di questa GMG.<br />
Fosse stato per me…non mi sarei mai imbarcato in un’esperienza simile…ormai<br />
cinquantenne e …dopo un’estate di fuoco…<br />
Ma chi accompagna i giovani? Domanda a cui c’era una sola risposta…già dal<br />
versamento della prima parte della quota! Anche se in cuor mio speravo che<br />
qualcuno mi rimpiazzasse… Magari all’ultimo momento! Era destino: la Sua Mano<br />
è sempre rimasta tesa! A niente è valso far finta di non vederla o illudermi che<br />
qualcun altro riponesse la sua al mio posto. Si parte!<br />
L’accettare nonostante tutto, Signore, di porgerTi la mia mano ha segnato tutti i<br />
momenti che hanno scandito la mia presenza a Colonia! Sentivo che a volte mi<br />
trascinavi, mi spingevi…ma qualche volta ho tirato anch’io…e “insieme” abbiamo<br />
accompagnato i nostri giovani in questo cammino<br />
Non poteva mancare, però, anche un Tuo “presente”…insomma il tuo regalo:<br />
sentire…riconoscere…, dal vivo, il respiro cosmico di Cristo nei giovani!Grazie!<br />
Chi dimenticherà Marienfeld, Tor Vergata, Parigi, Toronto, Denver?<br />
Grazie per avermi aiutato a riconoscere anche il respiro di Cristo nei “nostri” giovani…quelli<br />
che Tu mi affidi, per mezzo di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, da sempre!<br />
Grazie, perché mi hai fatto sentire non solo il’ “don” dei miei…mi han voluto bene<br />
tutti!<br />
<strong>Don</strong>ga ’57 - Lecce<br />
Sono partita con non molto entusiasmo perché non sapevo esattamente ciò che<br />
mi aspettava. Questo va anche contro la mia indole, io sempre ansiosa di sapere<br />
tutto di progettare ogni cosa. Forse è stato questo il bello di questa GMG, mi ha<br />
aiutato a conoscere meglio me stessa i miei limiti, mi ha dato una grande scossa a<br />
livello spirituale. Non posso che ringraziare il Signore e chi mi ha permesso questa<br />
esperienza.<br />
<strong>Don</strong>atella - Brindisi<br />
...da oggi amo più Dio e il mio prossimo, ho avvertito la sua presenza ed ora la<br />
voglio comunicare a tutti coloro che mi stanno accanto, a partire dalla mia famiglia<br />
e all’oratorio!!!<br />
Seguirò sempre la stella che si è accesa nel mio cuore!<br />
Daniela U. - Brindisi<br />
...sono felice di aver partecipato a questa bellissima esperienza: ho rafforzato la<br />
mia fede in Dio e i rapporti con alcune persone instaurandone di nuovi. Se mi<br />
fosse data la possibilità di ripetere l’esperienza, la ripeterei senza esitazioni. Sono<br />
felice di aver condiviso quest’esperienza con tutte le persone cordiali e simpatiche<br />
che ho conosciuto solo nel pullman… Grazie a tutti.<br />
Teo - Brindisi
Ed eccoci arrivati alla fine di questo lungo cammino che abbiamo condiviso insieme<br />
(mitico pullman 1): a volte ho creduto di non potercela fare…le difficoltà<br />
erano troppe e la salute ha dato spesso segni di cedimento. Se sono arrivata alla<br />
fine intatta e serena è stato solo grazie a voi… alla vostra generosità… al vostro<br />
sostegno. Questa esperienza non ha solo accresciuto la mia fede ma anche la<br />
mia voglia di migliorare come persona ed animatrice… grazie!<br />
Angelica – Molfetta (BA)<br />
La GMG, un’esperienza fantastica ed indimenticabile, nonostante tutti i disagi, le<br />
scomodità e soprattutto la stanchezza. Incontrare giovani da ogni parte del<br />
mondo ma uniti intorno a Lui, il solo che ci ama e che amiamo, è stata un’emozione<br />
che durerà per sempre. È bello sapere che tutti noi abbiamo una stella che<br />
ci guida, il Signore… ed è proprio questa stella che mi ha fatto un dono: vivere<br />
una così grande gioia.<br />
Valentina R. - Lecce<br />
Siamo venuti per adorarlo… questo è stato il tema portante di questa GMG.<br />
E questa è stata la frase che ha reso unica e speciale questa esperienza.<br />
Ero partito per Colonia poco convinto.<br />
Ora torno a Brindisi molto ricco di fede e d’amore da donare al prossimo.<br />
Non vedo l’ora di raccontare tutto a tutti e prepararmi con loro a Sydney…sono<br />
già pronto. Con affetto<br />
Francesco R. - Brindisi<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
17<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
18<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
XX GMG COLONIA SIAMOVENUTI PER ADORARLO<br />
Io sto già a Sydney! È inutile soffermarsi sugli infiniti problemi che si sono posti<br />
sul nostro cammino, rimarranno solo racconti di viaggio - fine a se stesso - che<br />
magari il tempo cancellerà.<br />
Vivere a Colonia è stato come accogliere e comprendere il respiro del mondo,<br />
di un mondo che molti vedono già morto, ma che in questa GMG sembra aver<br />
trovato nuovo senso e nuova linfa… il volto di quelle centinaia di migliaia di giovani<br />
era il volto di Gesù! Come non si potrebbe guardare con entusiasmo al futuro!<br />
La sfida più magica è stata quella di fare silenzio dentro di me nella caoticità<br />
di ogni istante, di trovare e scoprire ad ogni passo la presenza al proprio fianco<br />
di un compagno di viaggio unico che ci sosteneva nei momenti più difficili!<br />
La sfida vera inizia ora, fare ritorno ognuno su diverse strade e testimoniare la<br />
luce della stella che abbiamo visto brillare e abbiamo adorato, missionari di un<br />
mondo nuovo! Ringrazio tutto il pullman 1, specialmente Molfetta e quel prete<br />
padovano!<br />
Giuseppe R. - Lecce<br />
Inutile negare che all’inizio le difficoltà stavano per farci perdere anche il senso<br />
di ciò che siamo venuti a fare a Colonia… ma poi grazie al sorriso di chi non si è<br />
lasciato andare, alla gentilezza e alla disponibilità di persone che ho scoperto<br />
accanto a me “provvidenziali”, grazie ai momenti di comunione e alla condivisione<br />
di ogni momento della giornata, grazie al Signore che comunque è in<br />
mezzo a noi… siamo riusciti a vivere al meglio queste giornate. Credo di aver<br />
sperimentato soprattutto l’amore gratuito di chi mi sta vicino nelle difficoltà e<br />
per questo ringrazio il Signore. Faby<br />
Fabiana T. - Lecce<br />
In un’esperienza cosmopolita come è la GMG è facile lasciarsi inebriare dal fascino<br />
del diverso e del lontano;<br />
Voglio ringraziare il Signore perché mi ha dato la possibilità di affacciarmi alla<br />
“finestra sul mondo” e, soprattutto, perché mi ha permesso di ridare nuova linfa<br />
a rapporti dati troppo per scontati.<br />
Aspetto tutti alla prossima!<br />
Angela C. - Lecce<br />
È appena sceso il gruppo di Molfetta tra sorrisi e lacrime di gioia, tra sguardi che<br />
hanno condiviso lo stesso cammino per adorarti, sguardi complici di chi ha qualcosa<br />
in comune, o meglio, Qualcuno: Te. Ti abbiamo incontrato in mille sguardi<br />
dove si scorge un barlume di speranza e in alcuni volti, si è potuta scorgere disseminata<br />
nel mondo una profonda fede da cui poter prendere esempio. Quei<br />
volti, quegli abbracci gratuiti e spontanei di fratelli da tutte le parti del mondo<br />
hanno dato senso alle difficoltà e alla stanchezza di questi giorni. Ecco allora che<br />
possiamo vedere più di tutto il lato positivo di quest’evento, se il cuore è buono<br />
trasforma tutto in positivo! Spero che questo messaggio che ho scorto tra le mille<br />
voci di questi giorni, lo riesca a testimoniare concretamente nella mia vita, a<br />
tradurlo in fatti senza avere paura di non farcela perché so che ho un amico ac-
canto a me, che, come disse Giovanni Paolo II e ha ribadito Papa Benedetto<br />
XVI, non toglie niente e dona tutto! Un grazie a tutti quelli che mi hanno affiancato<br />
in questa avventura e che mi hanno dato qualcosa di sè…<br />
Valentina L. - Lecce<br />
Grazie!! Lasciate a Dio il diritto di parlarvi!!!<br />
Andreina S. - Brindisi<br />
Caro <strong>Don</strong>ga<br />
Che esperienza…<br />
Ricordi? All’inizio ero triste non mi sentivo coinvolta… ho riflettuto tanto e ho<br />
capito che avevo completamente perso di vista l’obbiettivo. Mi aspettavo chissà<br />
che cosa quando invece per essere felice mi doveva bastare anche solo il fatto<br />
che il Signore mi avesse chiamata e avesse fatto in modo che io venissi. Ho fatto<br />
tante belle amicizie… e sono contenta… la fatica è stata tanta… forse troppa per<br />
me, ma alla fine ce l’ho fatta…il risultato di questa GMG è dipeso solo da me e<br />
non da un programma inesistente o da un treno perso, o da un “diluvio universale”.<br />
Forse devo ancora “maturare” nel mio cuore questa esperienza per comprenderla<br />
bene. Ma sono in fin dei conti soddisfatta perché penso che la porterò<br />
per sempre nel mio cuore e che tra un po’ di giorni non ci sarà più niente di negativo<br />
che mi ritornerà alla mente.<br />
Federica V. - Lecce<br />
Se ne andarono tristi…<br />
Tornarono giubilanti…<br />
Alle volte bisogna sperimentare la caduta per apprezzare di più la gioia… e così<br />
le difficoltà di questi giorni hanno solo aumentato l’allegria, la comunione e lo<br />
spirito di gruppo.<br />
Ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere tante nuove persone, le loro storie,<br />
i loro sogni e le loro speranze.<br />
Grazie per avermi dato una prima visione della santità del Tuo Progetto e avermi<br />
ricordato che la mia “missione” è in realtà una scelta che si porta avanti in<br />
più di 150 paesi. Che questi giorni siano per me monito di conforto e supporto<br />
ora e nei giorni futuri, che il ricordo non mi abbandoni, né sia motivo di tristezza<br />
ma piuttosto una ricchezza con cui andare, finalmente, avanti. “il Signore ci vuole<br />
in viaggio” e che questo viaggio continui allora!<br />
Massimo – Lecce<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
19<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
20<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
MGS<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Vita di movimento<br />
UN ANNO DI “GRAZIE”<br />
UN MOVIMENTO “EUCARISTICO”<br />
Si è chiuso l’anno speciale dell’Eucaristia: l’ulteriore opportunità, l’ultima del suo<br />
pontificato, che Giovanni Paolo II ha regalato alla Chiesa tutta.<br />
La pastorale Giovanile della nostra <strong>Ispettoria</strong> nei suoi vari appuntamenti<br />
non ha mancato di accogliere le indicazioni e i suggerimenti che il Papa aveva<br />
dato per vivere al meglio “lo stupore Eucaristico” che doveva caratterizzare l’atteggiamento<br />
della Chiesa in quest’anno di “sintesi” come lo aveva definito.<br />
La cura della Celebrazione Eucaristica costituiva già una caratteristica delle<br />
varie convocazioni giovanili del MGS e dei momenti formativi per gli animatori,<br />
si è continuato a fare della Messa il cuore e l’apice di ogni evento ma si è privilegiata<br />
anche la contemplazione del mistero eucaristico attraverso l’Adorazione<br />
del Sacramento.<br />
Proprio agli inizi dell’anno in occasione dello stage degli animatori si è<br />
proposta l’Adorazione eucaristica che aveva al centro, ovviamente, l’ostensione<br />
del Pane Eucaristico ma era sostenuta anche da linguaggi giovanili che aiutassero<br />
i partecipanti a riconoscere la presenza del Signore Gesù sotto le umili apparenze<br />
del pane.
Il cammino del Movimento era tutto diretto verso Colonia dove ben Quattrocento<br />
giovani delle nostre comunità sognavano di poter dare testimonianza<br />
della centralità dell’Eucaristia nella loro esistenza ma lungo l’anno in tutte le Opere<br />
non sono mancati i momenti di adorazione, facendo riscoprire questa formula<br />
di preghiera che ha sorpreso, per l’intensità con cui veniva vissuta, innanzitutto<br />
i salesiani stessi.<br />
Gli esercizi spirituali di Quaresimaviva hanno costituito un’occasione privilegiata<br />
per un incontro “cuore a cuore” tra i nostri giovani e il “Pane di vita”.<br />
Tutto era mirato a che i ragazzi potessero sperimentare l’ardore della Parola nei<br />
loro cuori e riconoscere il Risorto nello “spezzare del pane”. La Celebrazione<br />
Eucaristica e l’Adorazione sono stati momenti di vera intimità spirituale.<br />
Feste e Confronti sono stati occasioni per comprendere qualche aspetto<br />
particolare della più grande tesoro che la Chiesa possiede.<br />
Il 17 aprile a Soverato in occasione delle feste preadolescenti e adolescenti<br />
si è potuto assistere ad una vera e propria festa dell’Eucaristia!<br />
I preadolescenti impegnati a realizzare un pranzo che poi hanno allegramente<br />
consumato hanno sperimentato la dimensione conviviale della Cena del<br />
Signore.<br />
Gli adolescenti hanno approfondito attraverso una serie di laboratori cosa<br />
significa l’attiva partecipazione alla celebrazione del Sacrificio di Gesù.<br />
La giornata si è conclusa con una splendida testimonianza di fede: attraversando<br />
le vie della città al seguito di Cristo-Eucaristia i Giovani del MGS hanno<br />
dichiarato in compagnia di chi vogliono camminare lungo la via dell’esistenza.<br />
Statio privilegiata dell’anno dell’Eucaristia è stata la celebrazione del Confronto<br />
Giovani in concomitanza con le manifestazioni conclusive del Congresso<br />
Eucaristico Nazionale a Bari il 28 maggio, ben 800 erano i giovani provenienti<br />
dalle case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si sono fatti sentire!<br />
Hanno proclamato con la loro presenza il desiderio di essere Chiesa attorno a<br />
Pietro.<br />
I confratelli non potevano rimanere al di fuori di questo largo “movimento<br />
eucaristico” e hanno privilegiato anche in occasione di ritiri e di esercizi spirituali<br />
i momenti di celebrazione e di adorazione. Ma è stato in occasione della verifica<br />
di fine anno che Gesù Eucaristia ha potuto “vedere” tutta l’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />
inginocchiata ai suoi piedi.<br />
Prima di confrontarsi con obiettivi e attività realizzate, i confratelli si sono<br />
ritrovati prostrati ai piedi di colui che è l’ultimo vero obiettivo della loro esistenza,<br />
mentre un numero di grani d’incenso pari a quello dei confratelli dell’ispettoria<br />
si consumava alla sua presenza; palpabile testimonianza di cento e cento vite<br />
che si consumano in sacrifico di soave odore nella esistenza di ogni giorno delle<br />
nostre comunità.<br />
L’estate non ha visto diminuire l’entusiasmo per la riscoperta della centralità dell’Eucaristia:<br />
in tutti i campiscuola e momenti di riflessione non è mancato il giusto<br />
posto alla celebrazione, all’adorazione e alla contemplazione del Sacramento<br />
dell’altare.<br />
Eccezionale è stata l’adorazione svoltasi in occasione della Festa dell’estate<br />
degli oratori della Calabria. Nella splendida Cattedrale di Gerace guidati da<br />
quel grande mistagogo che è Padre Gian Carlo Maria Bregantini più di 600 ragazzi<br />
hanno piegato le ginocchia davanti alla Bianca Ostia. Stupiti essi stessi dal<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
21<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
22<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
silenzio che li avvolgeva meravigliavano i loro animatori nello scoprire la verità<br />
della parola del Maestro: “lasciate che i piccoli vengano a me”.<br />
Ed ecco Colonia. Con un milione di giovani “magi”, questa volta non provenienti<br />
solo dall’oriente ma da ogni angolo della terra, i giovani delle nostre case<br />
hanno vissuto giorni meravigliosi in cui stanchezza e gioia, disagi e preghiera ardente<br />
si sono amalgamati nel pane fragrante della comunione. Giovanni Paolo<br />
dal Cielo e Benedetto dalla collina di Marienfeld sorridevano e benedicevano<br />
coloro che sono le “sentinelle del nuovo millennio”.<br />
Anche l’inizio del nuovo anno, coincidendo ancora con la parte terminale<br />
dell’Anno dell’Eucaristia, è stato caratterizzato dalla centralità dell’Eucaristia. La<br />
spiaggia di Cetraro, che ha ospitato l’Assemblea Territoriale del Movimento Giovanile<br />
Salesiano è stata il teatro dell’Adorazione notturna che ha proclamato la<br />
volontà dei giovani del nostro movimento di voler conservare lo Spirito di famiglia,<br />
cuore della strenna di quest’anno educativo e pastorale, attingendo alla linfa<br />
del mistero di comunione che è l’Eucaristia dove Dio convoca a tavola i suoi figli.<br />
Al termine di questi dodici mesi di stupore quale parola si può porre a suggello<br />
se non ευχαριστω: Grazie!<br />
Grazie al Santo Padre Giovanni Paolo II che ci ha donato questo anno così necessario<br />
alla Chiesa!<br />
Grazie al Santo Padre Benedetto XVI che ha riverberato, da profondo teologo e<br />
guida dei credenti, le ricchezze insondabili del Tesoro più prezioso della Chiesa!<br />
Grazie a i confratelli che si sono impegnati per rinnovare e promuovere il culto<br />
eucaristico nel loro lavoro quotidiano! Ma soprattutto…<br />
Grazie ai nostri giovani che ci hanno fatto riscoprire la capacità attrattiva del Pane<br />
del Cielo già sperimentata da Domenico!!!<br />
Torniamo a Gerusalemme: al nostro quotidiano e facciamo nostro l’ardore<br />
e lo stupore di Cleopa e del suo anonimo compagno al quale siamo chiamati a<br />
prestare volto e voce. “lo abbiamo riconosciuto, Egli è vivo!!!”<br />
Carlo Cassatella
Comunicazioni<br />
Sociali<br />
cinema<br />
IL GRANDE SILENZIO<br />
Philip Gröning<br />
TITOLO: IL GRANDE SILENZIO<br />
Titolo originale: DIE GRÖSSE STILLE<br />
Regia: Philip Gröning<br />
Durata: h 2.44<br />
Nazionalità: Germania 2004<br />
Genere: documentario<br />
al cinema nel Marzo <strong>2006</strong><br />
Dopo i pinguini ora i Monaci. Un altro documentario<br />
diventa campione di incassi e conquista il pubblico.<br />
E' il caso di IL GRANDE SILENZIO (Die Grosse<br />
Stille) di Philip Groning, presentato alla Mostra di<br />
Venezia. La pellicola racconta dei sei mesi trascorsi<br />
dal regista nel silenzio quasi fantastico, lontano dal<br />
mondo e dalla sua confusione, del chiostro della<br />
Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per documentare<br />
la vita dei Monaci Certosini e la loro regola<br />
suprema, quella del distacco più assoluto dal mondo.<br />
La pioggia cade sui pannelli di vetro e le campane suonano richiamando<br />
alla preghiera risuonando nei cortili innevati del convento della Grande<br />
Chartreuse. Questo è l'inizio di Verso il grande silenzio, film di Philip Groning<br />
dedicato allo studio della vita monastica nel suo aspetto di contemplazione e di<br />
preghiera. Groning si era già recato nel 1984 presso i monaci francesi chiedendo<br />
loro il permesso di effettuare le riprese per il suo progetto. Allora il permesso<br />
di illustrare la vita all'interno del convento gli fu negato, ed i religiosi motivarono<br />
la loro decisione dicendo semplicemente che i tempi non erano ancora maturi.<br />
Ma un bel giorno a Groning è stata concessa la possibilità di realizzare il suo<br />
progetto, e così ha potuto trascorrere un lungo periodo di sei mesi, tra l'estate<br />
del 2002 e l'inverno del 2003, in mezzo ai frati della Grande Chartreuse, filmando<br />
la loro quotidianità, fatta di piccoli gesti di devozione silenziosa in ogni momento<br />
della giornata, nel lavoro come nella preghiera.<br />
Il risultato è il presente film, di durata certamente ragguardevole (più di due ore<br />
e mezza), in cui il silenzio è la caratteristica prevalente. Il regista sceglie di non<br />
fare un documentario verità scandagliando ad esempio le motivazioni o le personalità<br />
dei monaci che sono stati ripresi, ma preferisce mostrare la loro semplicità<br />
ed i loro visi luminosi e quasi stupiti di fronte ad una macchina da presa.<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
23<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
24<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Non li sentiamo quasi mai parlare, se non per cantare e l'unico ad avere la parola<br />
è un anziano monaco non vedente che mette a parte il regista di alcune sue<br />
riflessioni molto brevi come: "Non bisogna avere paura della morte. Più ci si avvicina<br />
a Dio, più si è felici". Per il resto possiamo sentire solo i suoni che illustrano<br />
l'operosa attività del convento, le forbici che tagliano la lana, la pala che scava<br />
nella neve friabile ed i passi dei monaci nel chiostro cavernoso. Talvolta il regista<br />
mostra anche il lato giocoso dei frati, ad esempio riprendendoli mentre si<br />
divertono a discendere lungo un dirupo innevato.<br />
Si tratta di un film che si potrebbe definire "meditativo", e senza dubbio è necessario<br />
trovarsi in un particolare stato di ricettività spirituale per poter apprezzare il<br />
grande silenzio, ma senza dubbio le serene immagini di Groning riescono a dare<br />
un senso di pace a chi vive ritmi più frenetici e meno legati al misticismo dei monaci<br />
della Grande Chartreuse. Una dimensione cinematografica quindi difficile<br />
da raggiungere, come testimoniano i due anni necessari per il montaggio: "Non<br />
esistono regole drammaturgiche per realizzare un film silenzioso. E' stata come<br />
una grande sinfonia nella quale era necessario trovare la giusta armonia"<br />
Intervista al regista ed ai protagonisti.<br />
Per ora il film esce il 31 marzo con 45 copie, ma la produzione ha avuto già richieste<br />
per 100. Alcune televisioni si sono già dimostrate interessate ad acquistare<br />
la pellicola per la messa in onda, ma la distribuzione è disponibile alla trasmissione<br />
televisiva a condizione che sia ininterrotta. Apparentemente impensabile<br />
per il mercato tv in Italia, ma non si può mai dire. Il Grande Silenzio è uscito in<br />
Germania lo scorso 10 novembre<br />
ed è stato il miglior film per rapporto<br />
tra spettatori e numero di<br />
copie per tre settimane, per essere<br />
poi scalzato durante il periodo<br />
prenatalizio per una sola settimana<br />
da Harry Potter. È ancora in<br />
programmazione in 25 città ed è<br />
stato visto da oltre 160.000 spettatori.<br />
Non male -afferma Groning<br />
- per un film che a detta del produttore<br />
avrebbe realizzato al<br />
massimo 25.000 spettatori. In<br />
realtà il produttore del Grande<br />
Silenzio aveva definito il film come<br />
un capolavoro, sottolineando<br />
I Monaci Certosini in un momento di condivisione<br />
cinema IL GRANDE SILENZIO
però che sarebbe stato adatto al massimo per il pubblico dei cineclub. Mai poi il<br />
film ha iniziato a circolare nell'apprezzamento generale, ed il regista ha detto al<br />
proprio produttore "Se i tuoi gusti sono così lontani dal pubblico forse dovresti<br />
cercare di cambiare mestiere". Allora quest'ultimo ha preso la decisione di distrubuire<br />
il film, e non di cambiare lavoro. Il film non è stato a basso costo, come<br />
potrebbe sembrare a prima vista, perché Groning voleva raggiungere un livello<br />
superiore di qualità tecnica. Avrebbe potuto girare con un'equipaggiamento<br />
standard, ma il regista tedesco ha scelto la High Definition quando l'unico ad<br />
usarla era George Lucas. E così tra l'affitto della macchina da presa e le conseguenti<br />
sedute di mixaggio sonoro per il riversamento in 35mm sono stati spesi<br />
oltre 700.000 euro. "Ricordo - continua il cineasta - che la nostra era la macchina<br />
della Sony numero nove. Considerando che tre o quattro macchine stavano nei<br />
loro laboratori direi che forse era la quarta macchina da presa ad essere usata in<br />
quell'epoca".<br />
In realtà Groning non si dice sorpreso del successo riscosso in Germania, anche<br />
perché i film sulla spiritualità, spesso di matrice orientale, sono molto apprezzati<br />
pur se lontani dalle radici culturali dell'occidente. L'approccio verso la spiritualità<br />
di noi occidentali, continua il regista, è spesso molto negativo in quanto vogliamo<br />
cercare di raggiungere la parte più profonda di noi stessi per mettere in moto<br />
un cambiamento radicale, in grado di renderci molto diversi da quello che<br />
siamo. Questo in parte è dovuto al fatto che comunque abbiamo un atteggiamento<br />
conflittuale con la nostra religione. Mentre ad esempio non ho contrasti<br />
con lo sciamanesimo e per questo non alcuna difficoltà ad accettare quello che<br />
viene proposto sullo schermo. Ma è importante rapportarsi con il sistema entro<br />
il quale si viene allevati.<br />
Per Groning vivere con i monaci durante i sei mesi di riprese è stato particolarmente<br />
importante perché ha avuto il modo di vedere persone radiose, felici,<br />
libere dalla schiavitù della paura perché sanno che tutto quello che accade non<br />
può essere male in quanto proviene da Dio, e che non si può sprecare la propria<br />
vita perché non è così che funziona. Il film ruota intorno a due massime<br />
"Dio, tu mi ha sedotto ed io mi sono lasciato sedurre" e "Chi non lascia i propri<br />
averi non può essere mio discepolo". Queste due massime sono il campo di tensione<br />
all'interno del quale ruota non solo l'universo monastico ma anche la nostra<br />
vita. Una vita fatta di responsabilità e di impegno, ma anche di seduzione e<br />
di abbandono alla vita stessa. Eccedere in un senso o nell'altro è sempre sbagliato.<br />
La cosa più divertente è che durante le riprese è che i monaci non erano minimamente<br />
impressionati dalla macchina da presa, anzi non lo consideravano un<br />
oggetto importante, non erano né agitati né nervosi di fronte ad essa. Inoltre<br />
non erano preoccupati di dover rappresentare dei monaci di bell'aspetto! C'erano<br />
due monaci che non volevano essere ripresi, ed il regista li informava quotidianamente<br />
di dove avrebbe girato, in modo da permettere loro di evitare la<br />
troupe. Quando i monaci hanno visto il film per la prima volta si sono divertiti<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Giovanile<br />
25<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Giovanile<br />
26<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
cinema IL GRANDE SILENZIO<br />
molto, hanno persino riso. E poi hanno notato piccole cose su se stessi, sull'osservanza<br />
delle regole e di come si possano violare innocentemente, magari parlando<br />
con un gatto durante il voto di silenzio, oppure affrettandosi a suonare<br />
una campana perché si è in ritardo. Il regista dichiara di non essere un cattolico<br />
particolarmente ardente, e che nella Germania degli anni '60 la sua generazione<br />
è cresciuta all'ombra di una struttura ecclesiastica tesa ad enfatizzare il ruolo del<br />
peccato e della colpa nella vita dell'uomo. E che solo nel monastero della Grande<br />
Chartreuse Groning ha avuto esperienza del concetto di Grazia, fino a quel<br />
momento a lui estraneo. Ma questo film-esperienza, come lo definisce egli stesso,<br />
non è solo per credenti ma anzi è un invito per gli atei e per gli agnostici,<br />
perché attraverso la quotidianità dei monaci si riesce a scorgere qualcosa che va<br />
al di là delle facoltà cognitive umane. Ed inoltre ogni essere umano ha una relazione<br />
con il tempo. "Certo, ammette Groning, ci sono spettatori che lasciano la<br />
sala dopo 45 secondi o 2 minuti dopo l'inizio, e questo lo apprezzo, se un film<br />
non piace conviene andarsene subito, perché se passano cinque minuti poi diventa<br />
sempre più difficile andarsene. E questo è un film fortemente dichiarativo<br />
fin dalle prime sequenze, si capisce subito dove vuole andare. Vuole dare allo<br />
spettatore la possibilità di vagare all'interno di se stesso, invitandolo allo stesso<br />
tempo a mettersi nelle mani del regista per le prossime tre ore, con la promessa<br />
che si può fidare di lui".<br />
"La cosa che mi è piaciuta di più - dice il regista - è vedere i voltli rilassati degli<br />
spettatori all'uscita delle sale. Nel film il lavoro non è il valore centrale mentre<br />
nella società di oggi e specialmente in Germania c'è una specie di situazione di<br />
panico perché si comprende che non ci sarà lavoro per tutti in futuro. E questo<br />
è il frutto coerente di un progresso tecnologico che ricerca la massimizzazione<br />
della produzione e la riduzione dei costi e delle risorse necessari a raggiungere<br />
questo scopo. Ma il lavoro non è sempre stato il valore fondante della civiltà<br />
occidentale, in quanto ha questa valenza solo da due, trecento anni. Ha quasi la<br />
valenza di una moda. Cinquecento anni fa non era molto alla moda portare i<br />
pantaloni ad esempio".<br />
Groning è leggermente restio a parlare del suo prossimo progetto, che è in fase<br />
ancora embrionale. Si tratta di una fiction sul filosofo tedesco Martin Heidegger<br />
(1889-1976), che il regista preannuncia come "aggressiva". Quindi sembra proseguire<br />
sulla riflessione sulla natura del tempo anche se Groning sottolinea<br />
"L'essenza dell'arte cinematografica è proprio il tempo, e dopo questo film (Il<br />
Grande Silenzio) non credo di poter raggiungere una purezza simile, ed ogni<br />
mio nuovo lavoro sarà da questo punto di vista un passo indietro. La cosa migliore<br />
sarà fare qualcosa di completamente diverso".
Famiglia<br />
<strong>Salesiana</strong><br />
Volontari con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />
Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (CDB):<br />
verso la III Assemblea<br />
“Un solo corpo, un solo Spirito”: questo lo slogan che farà da filo conduttore ai<br />
lavori della Terza Assemblea Internazionale che i Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />
(CDB) celebreranno dal 27 dicembre 2005 al 4 gennaio <strong>2006</strong>.<br />
L’Assemblea si svolgerà presso la Casa Generalizia dei Salesiani in Roma e sarà<br />
aperta dalla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rettor Maggiore, don Pascual<br />
Chavez, alla presenza dei rappresentanti dei diversi Gruppi della Famiglia<br />
<strong>Salesiana</strong>.<br />
Di fondamentale importanza per la vita ed il futuro dell’Associazione i temi che<br />
verranno trattati a conclusione di un percorso di riflessione, formazione e studio<br />
che, a partire dai membri del Consiglio Centrale, ha coinvolto tutti i membri delle<br />
varie parti del mondo.<br />
Si approderà, infatti, all’approvazione del nuovo testo delle Costituzioni nonché<br />
del Progetto Formativo generale.<br />
Sarà, inoltre, l’occasione per avviare l’iter che porterà al riconoscimento dell’attuale<br />
Associazione Pubblica di Fedeli Laici a Istituto Secolare che si prevede di<br />
Diritto Pontificio.<br />
L’Assemblea sarà anche chiamata all’elezione del nuovo Responsabile Centrale<br />
e del suo Consiglio.<br />
I Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (CDB) hanno da poco concluso l’anno di celebrazione<br />
del decennale dalla fondazione (1994 – 2004), anno ricco di nuovi ingressi e<br />
della Professione Perpetua di diversi membri.<br />
Ad oggi i CDB sono presenti oltre che nell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong> anche in 20<br />
nazioni di 4 continenti.<br />
Questa nuova vocazione all’interno della Famiglia <strong>Salesiana</strong>, nella misura in cui<br />
viene conosciuta affascina molti giovani che, spinti dal desiderio di seguire Cristo<br />
“nel mondo”, si impegnano a vivere le Beatitudini evangeliche professando i<br />
voti di povertà, castità ed obbedienza.<br />
Per eventuali informazioni<br />
visita il sito alla pagina<br />
www.volontaricondonbosco.org<br />
e contattaci all’indirizzo<br />
comunicazione@volontaricondonbosco.org<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
<strong>Salesiana</strong><br />
27<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
<strong>Salesiana</strong><br />
28<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
AMM<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
associazione Mamma Margherita<br />
UN INCONTRO DI FAMIGLIA<br />
150° anniversario della morte<br />
di mamma Margherita<br />
Come di consueto, anche quest'anno abbiamo avuto l'opportunità e la gioia di<br />
partecipare all'incontro dei genitori dei Salesiani di don <strong>Bosco</strong>, che ha avuto<br />
luogo presso l'istituto di Santeramo la prima domenica d'avvento.<br />
Malgrado il lungo tragitto che alcuni hanno dovuto precorrere, data la vastità<br />
della nostra ispettoria, e l'inclemenza del tempo, un folto gruppo di genitori<br />
era presente.<br />
Dopo essere stati accolti affettuosamente dall'Ispettore, il quale poco dopo è<br />
stato costretto ad allontanarsi per un impegno sopraggiunto, e dal direttore<br />
della casa don Ciro Solofra, il nostro referente ispettoriale don Fernando Lamparelli<br />
ha curato le presentazioni ed ha illustrato, soprattutto per coloro che<br />
partecipavano per la prima volta a questo tipo di incontro, alcuni punti dello<br />
statuto dell'associazione. Poi ha sottolineato l'importanza delle riunioni periodiche<br />
che hanno lo scopo di rinsaldare le conoscenze e di arricchirci, per stare<br />
"vicini", nel modo giusto, al nostro figlio sacerdote il quale « ... nell'adorazione,<br />
nella predicazione della Parola, nell'offerta del Sacrificio Eucaristico e nell'amministrazione<br />
degli altri sacramenti, partecipa alla stessa funzione degli apostoli».<br />
(decreto conciliare "Il ministero e la vita sacerdotale" del 07/12/1965).<br />
Grande rilievo è stato dato al fatto che il prossimo anno ricorre il 150° anniversario<br />
della morte di mamma Margherita della quale è in corso il processo di<br />
beatificazione.<br />
La mamma di don <strong>Bosco</strong> è un esempio luminoso per tutti gli educatori, ma<br />
soprattutto per i genitori dei salesiani. E' stata sempre una guida sicura e salda<br />
per il figlio Giovanni.<br />
Per questo motivo siamo invitati a riflettere sulla sua vita e sui suoi insegnamenti.<br />
Il vicario ispettoriale, don Guido Errico, rileggendo alcuni brani di una biografia<br />
di mamma Margherita scritta da don Fantozzi, ha evidenziato i valori ai quali<br />
ella ha ispirato la sua vita e la sua opera educativa ed ha richiamato la nostra<br />
attenzione sulla perenne attualità di tali valori. Numerosi sono stati gli elementi<br />
sui quali siamo invitati a riflettere, anche nella mutata realtà sociale odierna.<br />
Per esempio:<br />
1. Il significato di famiglia "aperta": ai figli, anche a quelli non propri, ai<br />
parenti, al prossimo, soprattutto se bisognoso;<br />
2. Il valore della preghiera in famiglia, la giornata scandita da momenti di<br />
preghiera;
3. Il valore della libertà connesso alla verità;<br />
4. Il diritto-dovere dei genitori di educare i figli, di guidarli nella loro realizzazione<br />
e maturazione umana e cristiana;<br />
5. La gratitudine verso Dio, sempre, per tutto, per la vita e per ciò che essa<br />
ci offre ogni giorno (gioie e dolori). Se siamo grati a Dio, siamo anche<br />
capaci di gratuità ed educhiamo alla gratuità, senza star lì sempre, a fare<br />
i "conti" del dare e dell'avere.<br />
Numerosi ancora sono gli insegnamenti che mamma Margherita ci offre, per<br />
esempio: il senso cristiano del lavoro, il valore dell'istruzione, ancora più luminoso<br />
se veniva colto persino da una donna analfabeta, ed infine, ma non ultima,<br />
la capacità di staccarsi dalla persona amata per il bene dell'altro.<br />
La capacità di ricavare il meglio dai nostri ragazzi o dai nostri figli e di non<br />
"accontentarsi del 6-" ciò che potremmo definire "amore esigente" ha suscitato<br />
vari interventi che hanno condotto la riflessione sul piano della fedeltà agli impegni<br />
assunti; argomento sul quale abbiamo dialogato anche mentre uscivamo<br />
dalla sala riunioni.<br />
È seguita la celebrazione eucaristica cui hanno partecipato 3 gruppi: quello dei<br />
tirocinanti che erano a Santeramo già dal sabato pomeriggio, quello dei responsabili<br />
della P.G.S. e quello dell'associazione mamma Margherita.<br />
Il pranzo si è svolto in un clima gioioso e familiare. Alla fine don Lamparelli ha<br />
consegnato a ciascuna famiglia il libro della biografia di mamma Margherita<br />
scritto da don Fantozzi ed ha raccomandato a tutti i presenti di partecipare al<br />
pellegrinaggio nei luoghi salesiani che si prevede avrà luogo il prossimo maggio<br />
ed agli esercizi spirituali nel prossimo giugno a Pacognano.<br />
Tra saluti calorosi e arrivederci abbiamo lasciato Santeramo diretti alle nostre<br />
case, ma, sono certa, con il cuore colmo di gratitudine per il dono che Dio ha<br />
voluto farci di un figlio Salesiano.<br />
Giovanna Errico<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
<strong>Salesiana</strong><br />
29<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Notizie<br />
30<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Il prossimo 11 febbraio ricorrerà il trentennale della morte di Padre Francesco<br />
Convertini, questo nostro confratello missionario in India, nativo di Locorotondo<br />
e vissuto a Marinelli, contrada di Cisternino.<br />
Diverse iniziative sono in cantiere, ma l’opera salesiana, l’Unione Ex-Allievi/e e<br />
l’Associazione pro Marinelli hanno già voluto iniziare alla grande l’anno.<br />
Nei giorni scorsi, infatti, si è svolto un importante evento che ha coinvolto non<br />
solo l’opera salesiana, ma tutta la cittadinanza di Cisternino.<br />
Cuore delle giornate è stata la visita nei luoghi di Padre Convertini di don Luciano<br />
Colussi sdb, vicepostulatore e vicario generale della diocesi di Krishnagaar, e<br />
di don Enrico dal Covolo sdb, postulatore generale della Congregazione <strong>Salesiana</strong>.<br />
<strong>Don</strong> Luciano si trovava in Italia proprio perché all’inizio del mese di ottobre<br />
ha consegnato alla Congregazione per le cause dei Santi gli atti del processo<br />
diocesano, che passa ora agli esami del Vaticano.<br />
Sabato 8 i giovani della parrocchia di Casalini, altra contrada di Cisternino, hanno<br />
messo in scena nel Palaconvertini il musical “Forza venite gente” che ci ha<br />
introdotti nella riflessione sulla santità.<br />
Domenica 9 è stata ricca di eventi importanti. Al mattino, sempre nel Pala, si è<br />
svolto l’annuale convegno degli ex-allievi, nel quale don Luciano e don Enrico<br />
hanno presentato la figura di Padre Convertini. A questo momento è seguita la<br />
Messa solenne presieduta da don Luciano e il pranzo fraterno insieme, con la<br />
tradizionale foto di rito.<br />
Nel pomeriggio c’è stato invece l’incontro con le comunità di Marinelli e di Locorotondo.<br />
Si sarebbe dovuto svolgere nella piazza di Marinelli, all’ombra del<br />
fragno e nei pressi della statua dedicata a Padre Francesco. Purtroppo però la<br />
pioggia ci ha costretti a ripiegare ancora una volta nel Palaconvertini.<br />
Tuttavia, l’incontro è stato molto interessante e partecipato e ha visto anche la<br />
presenza del nostro Ispettore don Pasquale Martino.<br />
La banda “Fiati giovani” di Cisternino ha aperto il momento celebrativo. È seguita<br />
la Messa presieduta da don Enrico. Quindi, i discorsi ufficiali dei sindaci di<br />
Cisternino e di Locorotondo, dell’Ispettore, di don Luciano e don Enrico. Il direttore<br />
don Cristiano ha poi tirato le somme della manifestazione. Un lauto buffet<br />
di prodotti tipici della zona ha poi concluso il tutto.<br />
Infine, lunedì 11 don Luciano ha incontrato, sempre nel Pala, alcuni allievi delle<br />
scuole elementari, medie e del liceo polivalente.<br />
Legenda:<br />
Novità<br />
Editoriali<br />
Cisternino<br />
Un fragno che fiorisce davvero<br />
Inizia alla grande il trentennale della morte<br />
di Padre Francesco Convertini<br />
Articoli, cronache e varie<br />
inviati dalle case<br />
Articoli tratti dai quotidiani<br />
e dalla stampa<br />
Lettere
Certamente al termine di giornate spiritualmente così intense rimane nel cuore<br />
la gioia di essersi accostati a un gigante della santità quale Padre Francesco era.<br />
Con la sua semplicità ha saputo testimoniare una misura alta di vita cristiana ordinaria.<br />
Davvero una figura da riscoprire quella di Padre Francesco, alla cui biografia<br />
invitiamo tutti ad accostarsi per scoprire il mistero di amore che lo ha reso<br />
realmente “tutto a tutti”, con gioia, nel nome di don <strong>Bosco</strong>.<br />
“…Il fragno! Una pianta, un popolo, un uomo fiorito in santità”<br />
(Da Anche il fragno fiorisce di don Nicola Palmisano)<br />
Foggia<br />
CAMPO SCUOLA<br />
GIOVANI MINISTRANTI 2005<br />
Il gruppo Giovani Ministranti della Parrocchia “Sacro Cuore” di Foggia ha vissuto<br />
il terzo campo scuola annuale che ha avuto luogo a Roca Vecchia di Melendugno<br />
(Le) dal 1° al 5 settembre 2005.<br />
I partecipanti sono stati 14 ragazzi, con una età compresa tra i 14 e i 18 anni, il<br />
direttore del campo e la guida spirituale è stata don Pino Ruppi, gli animatori<br />
sono stati Giancarlo D’Ercole e don Francesco Preite.<br />
Il Campo ha avuto come tema il seguente: “Liturgia: azione sacra per eccellenza<br />
in cui Dio e l’uomo rinnovano il loro reciproco patto di amore”. La proposta di<br />
questa esperienza ha inteso offrire ai ministranti un sentiero per far scoprire e<br />
gustare, attraverso la ricerca personale e di gruppo, la vita piena e abbondante<br />
che Dio dona loro in Gesù suo Figlio proprio attraverso la celebrazione liturgica,<br />
in modo particolare quella eucaristica. La domanda che ci ha guidati nel corso<br />
del campo è stata la seguente: “Che cosa celebra la liturgia?”, e la risposta è già<br />
presente in un certo qual<br />
modo nell’obiettivo generale<br />
del campo: “Riconoscere la<br />
Santa Liturgia come l’evento<br />
in cui io divento protagonista<br />
della storia della salvezza,<br />
in quanto, partecipando<br />
al mistero pasquale di Cristo,<br />
vivo sempre più in comunione<br />
con Dio e con i<br />
fratelli”. Gli ingredienti fondamentali<br />
per cercare di<br />
raggiungere quest’obiettivo<br />
sono stati: la Santa Messa, la<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
31<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO
Notizie<br />
32<br />
NO<br />
TI<br />
ZIA<br />
RIO<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Lectio divina, il Seminario-Studio sulla liturgia, il Laboratorio di formazione liturgica,<br />
il Laboratorio di formazione affettiva, la sana allegria ed alcune ore mattutine<br />
trascorse sulla spiaggia dello splendido mare salentino. Al termine del campo i<br />
ragazzi hanno effettuato una prova orale per verificare la loro consapevolezza<br />
circa i temi di liturgia trattati.<br />
Il filo rosso che ha attraversato tutte le attività del campo è stato il far riflettere e<br />
far prendere coscienza della dignità del servizio all’altare, che deve essere vissuto<br />
unicamente come risposta a Dio che chiama a conformarci a Cristo attraverso<br />
la strada del servizio. Il fare il ministrante deve diventare atteggiamento di<br />
vita, deve incarnarsi nell’essere che traduce la fede nell’azione caritatevole. L’essere<br />
ministrante, quindi, comporta una vita impegnata nella comunità parrocchiale<br />
e negli ambienti in cui ci si ritrova, testimoniando il proprio credo senza<br />
ambiguità e compromessi, vivendo con i fatti il mistero pasquale che si incontra<br />
e si celebra nella santa eucaristia. La partecipazione alla Pasqua di Cristo ogni<br />
domenica deve incarnarsi in scelte e comportamenti che dicono la propria sequela<br />
Christi e siano risposte luminose alle provocazioni che oggi il relativismo<br />
culturale ci pone.<br />
Il campo ha condensato, in forma germinale, itinerari di formazione spirituale,<br />
liturgica e affettiva, che dovranno essere ripresi e continuati in modo approfondito<br />
e sistematico durante l’anno pastorale al fine di aiutare i ragazzi a sviluppare<br />
in modo integrale e armonico la loro personalità alla luce del messaggio evangelico.<br />
Saranno propri gli obiettivi della umanizzazione e della comunione (cfr.<br />
Strenna del Rettor Maggiore <strong>2006</strong>; obiettivo <strong>2006</strong> dell’IME) a motivare il nostro<br />
cammino formativo 2005-<strong>2006</strong>. Riproporre Cristo come uomo perfetto, che ha<br />
realizzato il suo progetto di vita in atteggiamento di obbedienza e spirito di servizio<br />
al Padre. Rievangelizzare i ragazzi proponendo loro la personalità di Cristo,<br />
in modo realistico e educativo, come riferimento fondamentale per costruire la<br />
propria personalità. Aiutarli, attraverso anche la direzione spirituale, a comprendere<br />
la storia, giudicarla e agire in essa come Cristo, vivendo in lui la comunione<br />
con il Padre e lo Spirito Santo.<br />
Da tutto questo scaturisce che il campo scuola non è un riempitivo né una parentesi,<br />
ma un’esperienza profonda di formazione e al contempo di programmazione<br />
che dovrà proseguire in modo più fluido, ma costante, durante l’anno.<br />
Giancarlo D’Ercole<br />
Animatore gruppo Giovani Ministranti
Lecce<br />
UN ORATORIO<br />
VIRTUALE PER TUTTI!!!<br />
Era un giorno qualsiasi, un giorno come tanti, nell’Oratorio salesiano “San Domenico<br />
Savio” di Lecce. Anzi, il giorno era già passato; una giornata piena di<br />
discussioni, di chiacchiere, di ripensamenti. Ma alla fine tutto andò per il verso<br />
giusto. Il progetto era finalmente andato in porto ed ora si poteva svilupparlo al<br />
meglio. Eh già, nacque proprio così la community, l’Oratorio virtuale dove chiunque<br />
può esprimersi, può dire la sua, può sentirsi libero di comunicare… tutto,<br />
senza dimenticare l’importanza del dialogo reale!<br />
Ma andiamo con ordine. Il forum è stato allestito da due ragazzi che frequentano<br />
l’Oratorio, classe 89 ed 88: sicuramente molto giovani, ma con tanta voglia<br />
di fare e di aiutare a far crescere e conoscere le possibilità di Internet collegate<br />
ad un Oratorio salesiano.<br />
Appena creato, il forum fu associato al sito ufficiale dei Salesiani di Lecce ed ebbe<br />
subito un grande successo, in barba alle più rosee aspettative. Gli utenti vedevano<br />
il forum come un posto accogliente e creato a misura di oratoriano e si<br />
è subito creata una comunità grande, aperta ed in continuo mutamento. La<br />
struttura del forum è semplice, ma efficace ed abbraccia a 360 gradi tutte le più<br />
grandi tematiche del mondo attuale: si spazia dalle tematiche religiose a quelle<br />
culturali, dall’attualità alle ultime notizie del forum e del sito.<br />
Dato l’interesse che questo forum ha suscitato, si sono dovuti fare dei cambiamenti,<br />
cambiamenti essenziali affinché la community potesse sopravvivere. E’<br />
stato creato un redirect, www.oratoriolecce.135.it, per rendere più facilmente<br />
accessibile il forum a chiunque, senza doversi ricordare indirizzi lunghi e scomodi;<br />
è stato nominato uno staff di moderatori e supermoderatori, chiamati<br />
“animatori-moderatori” per garantire sul forum la sicurezza ed il rispetto delle<br />
regole, ed è stato stilato un regolamento completo.<br />
Si hanno numerosi progetti per il futuro, per far crescere sempre di più questa<br />
community e per permetterne l’utilizzo a un numero sempre più ampio di utenti:<br />
ristrutturazione completa dell’home page, creando un portale interattivo per<br />
far sì che l’utente possa far completamente parte della comunità salesiana, cambio<br />
di dominio per poter trasferire il forum dall’hosting di forumgratis sul nostro<br />
spazio web e molto ancora.<br />
Penso di aver già parlato abbastanza: d’altronde queste cose si capiscono meglio<br />
andando su Internet!<br />
Visitate www.salesianilecce.it e www.oratoriolecce.135.it … e magari iscrivetevi<br />
al forum! Stay tuned!!!<br />
Gianluca Sabato<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
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Notizie<br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Caserta<br />
“Tutti là siamo nati” (salmo 87,4)<br />
Pellegrini in Terra Santa da Caserta<br />
Un gruppo di 35 pellegrini – in gran parte alunni del seminario di ebraico o genitori<br />
degli alunni della scuola salesiana – ha avuto la possibilità, il privilegio di vivere<br />
un’occasione straordinaria di incontro con i Luoghi Santi di Dio tra gli uomini<br />
e con le radici della nostra fede e della nostra cultura occidentale.<br />
Con il supporto dell’Opera Napoletana Pellegrinaggi, che si è mostrata lodevole<br />
al di là di ogni aspettativa, per l’aspetto logistico e la cura spirituale, i 35 pellegrini,<br />
dal 21 al 27 luglio hanno, potuto vivere un’esperienza molto forte, coinvolgente,<br />
indimenticabile.<br />
Sono stati di grande aiuto gli organizzatori salesiani don franco Galeone, don<br />
Pasquale D’Angelo e Mons. Antonio Pasquariello, vicario generale della Diocesi.<br />
Preziosa e discreta è stata anche la presenza del Sig. Piergiorgio Ricca, che ha<br />
preso in consegna il gruppo dall’aeroporto di Napoli giorno 21 luglio, e lo ha<br />
seguito nelle difficoltà logistiche e doganali. Grande simpatia ha riscosso anche il<br />
biblista salesiano polacco don Enrico, apprezzato da tutti per la sua profonda<br />
cultura e la sua forte spiritualità.<br />
I 35 pellegrini hanno trascorso 3 giorni in Galilea e 3 giorni in Giudea. Ricordare<br />
tutte le emozionanti esperienze … ed avventure è impossibile. Voglio qui ricordare<br />
solo le più significative: il Monte Carmelo, Nazaret, Cafarnao, Tabga, Tabor,<br />
Tiberiade, Giordano, Gerico, Qumran, Gerusalemme dai mille volti …<br />
Momenti molto suggestivi sono stati il rinnovo delle promesse di battesimo al<br />
fiume Giordano, delle promesse di matrimonio a Cana, della fedeltà al papa a<br />
Tabga, la <strong>Via</strong> Crucis tra i vicoli dello “shuq” arabo…<br />
Unico momento critico: l’avaria al sistema frenante dell’aereo Alitalia, che ci ha<br />
costretti a trascorrere un’altra notte a Tell Aviv; tutto sommato l’incidente si è<br />
rivelato provvidenziale, perché il ritorno è avvenuto in maniera molto più confortevole<br />
su un jumbo 777 della El Al, compagnia di bandiera israeliana.<br />
Nel gruppo, giorno dopo giorno, sono cresciute simpatia, conoscenza, condivisione,<br />
fede, preghiera. Cosa augurarci allora? “Il prossimo anno a Gerusalemme<br />
… Le-shanàh a-baàh be-Ierushalàim”.<br />
Franco Galeone
Bova Marina<br />
UN CARNEVALE «da POLLI»<br />
Musica, maschere e carri per un "carnevale degli dei" Il Carnevale, periodo di<br />
festa e di licenza, d'allegria, gioia ma anche occasione di crescita soc iale e culturale,<br />
opportunità di vivere il territorio, di porre sotto le luci della ribalta il contesto<br />
sociale e culturale di un'area. Bova Marina, Condofuri e San Lorenzo Marina,<br />
un momento adatto per realizzare una collaborazione efficace e proficua; è<br />
stata l'occasione di dimostrare che in sinergia si può e si deve operare. Il carnevale<br />
"degli dei" si è concluso Bova Marina con il corteo dei carri, il ballo in maschera<br />
e la premiazione del carro più bello andato all'Oratorio Salesiano di Bova<br />
Marina.<br />
Il carro allegorico rappresentava un enorme pollo, costruito con maestria da<br />
Carmelenzo e Vittoria Labate, Claudia Iiriti, Alessandro,Annalisa e Bruna Vadalà,<br />
Maria Olimpia Squillaci,Giuseppe Autelitano Senior e Giuseppe Autelitano junior.<br />
L’attualità ha stabilito come tematica affrontata dal carnevale dell’oratorio<br />
salesiano l'”Influenza aviaria” . Argomento di attualità con un pizzico di sarcasmo<br />
che non manca mai tra gli ideatori e soprattutto personaggi di fantasia le<br />
cui peripezie appassionano una moltitudine di ragazzi.I ragazzi e le ragazze dell’Oratorio<br />
Salesiano “<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”di Bova Marina sono ormai diventati dei veri<br />
maestri della cartapesta e hanno lavorato a pieno ritmo fiduciosi del fatto che<br />
l’opera di quest’anno superava di gran lunga la bellezza di quella della sfilata<br />
2005. Al rientro dalla sfilata sono state distribuite tante dolci “chiacchere” nastri<br />
di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.<br />
Enza Cavallaro<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Molfetta<br />
ALLENIAMO A CRESCERE!<br />
“…x un anno fruttuoso all’insegna della collaborazione. Buon lavoro, dunque, e<br />
ricordate: i ragazzi prima di tutto!”<br />
Sono queste le emblematiche parole con cui il presidente della PGS congeda i<br />
membri del consiglio direttivo e tutti gli allenatori al termine dell’incontro. E proprio<br />
questo augurio conclusivo sintetizza le basi della PGS, gli obiettivi verso cui<br />
ci si muoverà , le strategie adottate e gli impegni stabiliti.<br />
Analizzarne separatamente contenuti, metodologie, finalità, ecc, non è semplice<br />
perché necessariamente tutto è in funzione di tutto.<br />
Lo spirito con cui ci accingiamo ad affrontare i nostri allenamenti con i ragazzi<br />
è quello di proporre la competizione sportiva tramite uno sport che rispetti i valori<br />
fondamentali di amicizia,solidarietà, fair play,,,,Siamo convinti della necessità di<br />
iniziative sportive che abbiano obiettivi e finalità non solo sportive, ma anche e<br />
soprattutto educative, formative, culturali, assistenziali, seguendo l’esempio di<br />
don <strong>Bosco</strong> che, puntando proprio alla persona del giovane, voleva il suo inserimento<br />
nella società, per fare di lui un”onesto cittadino”. Ed è proprio quello a cui<br />
puntiamo noi alleducatori : far vivere al ragazzo un’esperienza di gruppo che lo<br />
aiuti nella ricerca e nella costruzione della propria identità, mediando tra l’altro<br />
l’esperienza di chiesa (“buoni cristiani”), aspetto decisivo secondo quello che è il<br />
nostro stile di vita. Fondamentale allora ci sembra l’ importanza del gruppo, dell’esperienza<br />
comunitaria, come in una grande famiglia. Il che ci pare ancor più proficuo<br />
dato il tema di quest’anno formativo: “una famiglia chiamata oratorio”. Da<br />
qui l’impegno a fare del nostro cortile, o comunque, dei nostri campi d’allenamento,<br />
il luogo privilegiato in cui coltivare una grande rete di rapporti.<br />
Tutto questo perché crediamo fermamente nelle potenzialità positive dello sport.<br />
Sappiamo che esso non è una realtà assoluta, essenziale alla vita del uomo, tuttavia<br />
vogliamo concentrare la nostra attenzione su quegli aspetti dell’attività sportiva<br />
che diventano fondamentali per la formazione del ragazzo nel suo modo di
esprimersi e relazionarsi con gli altri e per la sua crescita integrale.<br />
Lo sport è scontatamente legato alla dinamica del gioco. Ma nei nostri ambienti<br />
il gioco non ha carattere produttivo. Il bello, la soddisfazione stanno nell’essersi<br />
espressi al meglio. Certo vincere è gratificante, ma ha la sua parte di fatica e attesa,<br />
perché ciascuno ha i suoi limiti. Non puntiamo troppo in alto, piuttosto lo<br />
scopo è che ogni ragazzo possa dire “ho fatto del mio meglio”. E se poi si raggiunge<br />
il traguardo ambito, allora dobbiamo far capire che è esaltante celebrare<br />
non la vittoria, ma la gioia di avercela fatta, perché imparino a provare ancora, a<br />
non arrendersi,a voler ripetere l’esperienza.<br />
E’ il segreto della gioia che ci ha lasciato don <strong>Bosco</strong> come dono:”Siate allegri –<br />
diceva – non lasciatevi andare a malinconie. […]Saltate, giocate, divertitevi.”<br />
E’ lo sport che noi vogliamo per loro, per i nostri ragazzi: un momento di festa<br />
che esprime e regala la voglia di vivere, e di vivere insieme. Cito a proposito le<br />
parole di Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo internazionale degli sportivi:”<br />
Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato,<br />
oggi, dagli eccessi e dal tecnicismo e del professionismo mediante il recupero<br />
della sua gratuità,della sua capacità di stringere vincoli d’amicizia, di favorire il<br />
dialogo e l’apertura gli uni verso gli altri…”.<br />
I ragazzi hanno voglia e bisogno di gioia e di festa, di creatività e fantasia, di incontro<br />
con gli altri. Abbiamo pertanto ritenuto auspicabile “allargare gli orizzonti”<br />
inserendoci e collaborando con altri gruppi o associazioni sportive al di fuori<br />
del nostro ambiente salesiano. Non fosse altro per il fatto che la PGS( seguendo<br />
appunto l’esempio di don <strong>Bosco</strong>) prima che una struttura e un’associazione, è<br />
anche un’opera in dialogo con famiglie e territorio, e suo scopo è quindi anche<br />
quello di promuovere lo sport come partecipazione alla vita del territorio.<br />
Da tali attività ci aspettiamo proprio questo: che lo sport per i ragazzi abbia<br />
principalmente il significato di un’ occasione di incontro…anche quando non si<br />
ha un fisico particolare e doti eccezionali.<br />
D’altronde la PGS vuole e deve operare per uno sport per tutti.<br />
Guardando come vanno le cose, invece, ci si rende conto che il “protagonismo”<br />
assoluto spesso sembra inguaribile. E vicino a noi vediamo troppe volte ragazzi<br />
che vogliono prevalere. O ancora, quelli che dicono:”che noia, chi me lo fa fare…adesso<br />
non mi va!”. Ma siamo pronti a scommettere che nel loro cuore c’è<br />
voglia di fare il pieno, di fare centro.<br />
<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, pure lui, li aveva incontrati così i suoi ragazzi:discoli, un po’ ladri,<br />
sfaccendati per forza.<br />
Li aveva messi insieme e aveva scommesso che il tempo e il passatempo erano<br />
una strada per farli incontrare con le possibilità nascoste nel cuore.<br />
E noi? Qual è la nostra scommessa? Allenare, formare dei ragazzi che sappiano<br />
attrezzarsi in campo per giocare la partita più difficile, che è quella della vita. E’ il<br />
servizio più prezioso che possiamo e vogliamo rendere ai nostri ragazzi: che<br />
imparino a saper affrontare con coraggio la partita della vita!<br />
È la nostra scommessa. Da verificare tutti i giorni, un po’ per volta.<br />
Valentina de Tullio<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Bova Marina<br />
Oratorio: centro propulsore per<br />
nuove attività sociali e culturali<br />
L’Oratorio Salesiano di Bova Marina è un attivo centro propulsore e ancor più<br />
fervido punto di incontro di nuove attività apostoliche sociali e culturali.<br />
Occupando una vasta zona di Bova Marina l’Oratorio accoglie ragazzi e giovani<br />
offrendo campetti di calcio, basket, pallavolo, videoteche, biblioteche, sale<br />
riunioni, sala multimediale, teatro ed un ventaglio di attività in un territorio privo<br />
di altri centri ricreativi ed educativi . Domenica per fare memoria di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />
e del suo Oratorio i ragazzi i giovani dopo la celebrazione eucaristica delle 9.30<br />
hanno giocato per l’intera mattinata e poi insieme ai loro genitori hanno consumato<br />
il pranzo. Fare memoria di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e del suo Oratorio significa pensare<br />
innanzi tutto a un ambiente educativo, cioè a una realtà identificabile come<br />
istituzione e organizzazione che ha un suo progetto: un edificio, sale, cortile,<br />
palestra, cinema-teatro, cappella, un gruppo animatore, orari, attività molteplici,<br />
risorse di vario genere. E poi si fa subito riferimento a un clima comunitario e a<br />
una metodologia educativa che hanno nel sistema preventivo la principale fonte<br />
di ispirazione. Questo il luogo di riferimento, il punto di approdo e di partenza,<br />
il “ponte tra la chiesa e la strada” come recita uno slogan ben conosciuto.<br />
Ma l’oratorio salesiano è soprattutto uno spazio di incontro e di prossimità relazionale.<br />
Si cita talvolta l’espressione cuore oratoriano per ricordare che c’è oratorio<br />
dove c’è un educatore appassionato, desideroso di testimoniare l’amore<br />
per la vita e il senso che giunge dalla fede. Questa realtà fa sì che l’azione educatrice<br />
e propositrice vada oltre l’istituzione oratoriana, e fa divenire l’ oratorio<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> un criterio educativo, oltre che un ambiente.<br />
L’oratorio è una palestra per la vita: ci si allena per essere buoni cristiani e onesti<br />
cittadini, anzi buoni cristiani perché onesti cittadini. Allenamenti particolari: l’onestà<br />
e la fortezza d’animo nel gioco, la immediatezza e il superamento dei timori<br />
nel fare teatro, l’accoglienza per chi è nuovo e forse anche straniero, la<br />
generosità e solidarietà fraterna per chi ha bisogno di un sostegno, una robusta<br />
coscienza morale che si ispira al Vangelo.<br />
Enza Cavallaro, Il Quotidiano della Calabria - 28 gennaio <strong>2006</strong>
Caserta<br />
Festa di <strong>Don</strong> Rua 2005<br />
In occasione della festa del Beato Michele Rua, sabato 29 ottobre, l’Opera salesiana<br />
di Caserta ha aperto ufficialmente il nuovo anno comunitario.<br />
Come di consueto per questa ricorrenza, al primo successore di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> viene<br />
tributato un evento particolarmente significativo, durante il quale viene consegnato<br />
il “mandato” per la missione educativa dell’incipiente anno pastorale a<br />
tutti coloro che, a vario titolo, promuovono e partecipano alla missione salesiana.<br />
Ciò come segno di riconoscenza verso colui che ha il merito di avere fondato<br />
l’Opera di Caserta, solida istituzione formativa che ormai da più di cento anni<br />
forgia ed ispira allievi ed oratoriani provenienti da tutta la provincia.<br />
Alla giornata hanno preso parte centinaia di operatori appartenenti alle varie<br />
componenti della Comunità Educativa Pastorale salesiana, dando testimonianza<br />
di impegno e responsabilità per la formazione integrale dei giovani, attraverso le<br />
varie espressioni associative presenti nella Casa e in stretta relazione con il tessuto<br />
socio-culturale della città.<br />
Durante la celebrazione eucaristica, il Direttore, <strong>Don</strong> Emidio Laterza, ha sottolineato<br />
infatti la contestualizzazione territoriale del Progetto Educativo Pastorale<br />
che la Comunità salesiana intende sviluppare nei prossimi anni (il “PEPS”) ed è<br />
tornato sugli obiettivi sfidanti che esso si pone nell’ambito della cultura, del disagio<br />
giovanile e della comunità educativa autentica.<br />
Ciò è espresso anche nel mandato consegnato alla comunità riunita nel giorno<br />
di <strong>Don</strong> Rua:<br />
.<br />
Ricevere questo mandato non rappresenta un riconoscimento per il lavoro svolto<br />
né un’attestazione di essere nel giusto: è piuttosto un fermo proposito, nella<br />
fedeltà all’insegnamento di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, per l’anno comunitario che è appena<br />
iniziato.<br />
Alla Messa, che si è svolta nella sala “Mamma Margherita”, di recente costruzione,<br />
ha fatto seguito un momento di convivialità, che ha accresciuto ulteriormente<br />
il clima di festa e di famiglia.<br />
Matteo Caracciolo<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Foggia Parrocchia<br />
Grazie Dio per il dono della vocazione:<br />
il 25° di professione religiosa di don Giuseppe Ruppi.<br />
La comunità del Sacro Cuore di Gesù di Foggia è in festa per il 25° di professione<br />
religiosa del suo direttore-parroco don Pino Ruppi.<br />
Due sono stati gli appuntamenti principali della festa. Il primo e più importante<br />
appuntamento, si è svolto Martedì 12 settembre data dell’anniversario.<br />
Nel giubileo di questo giorno, la comunità si è riunita intorno all’altare<br />
per rendere con lui grazie al Signore, per la Sua fedeltà, vissuta da don<br />
Pino nel servizio alla Chiesa sull’esempio di San Giovanni <strong>Bosco</strong>.<br />
All’inizio della celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Francesco<br />
Pio Tamburrino Arcivescovo Metropolita di Foggia Bovino, alla presenza<br />
del primo cittadino di Foggia - Orazio Ciliberti, l’intera comunità,<br />
nella persona del segretario pastorale ha ringraziato il Signore per aver<br />
donato, al cammino umano e cristiano della comunità del Sacro Cuore di<br />
Gesù, la presenza di <strong>Don</strong> Pino; che attraverso la dedizione alla parrocchia,<br />
la fedeltà al ministero sacerdotale, l’impegno profuso per dare vita al<br />
sogno del nuovo oratorio a Foggia, ogni giorno, dà concretezza alle parole<br />
del Padre e Maestro della gioventù - “basta che siate giovani perché io<br />
vi ami assai”.<br />
<strong>Don</strong> Pino visibilmente commosso ha ringraziato il Signore per questi anni<br />
di fede, vissuti pienamente grazie al sostegno ricevuto dalla famiglia, dei<br />
suoi formatori, dalla comunità SdB e dai fedeli, ed ha salutato i presenti
invitando i parrocchiani a superare le difficoltà e le divisioni per camminare<br />
insieme in un cuor solo un’anima sola.<br />
La festa è proseguita in oratorio dove in un clima di festa e di allegria gli è<br />
stata consegnata una targa ricordo raffigurante don <strong>Bosco</strong> e Maria Ausiliatrice.<br />
I festeggiamenti sono poi continuati con le catechesi, tenute da don Pino<br />
Vivilecchia, salesiano e vice-parroco del “Sacro Cuore”, sulla vita religiosa<br />
che si sono tenute nel mese di ottobre nei giorni:<br />
giovedì 13 “l’Eucarestia e <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”<br />
venerdì 14 “l’Eucarestia e la vita religiosa”<br />
sabato 15 “la vita religiosa salesiana”<br />
una tre giorni che ha visto la partecipazione di molti parrocchiani in prevalenza<br />
giovani.<br />
I festeggiamenti si sono conclusi domenica 16 ottobre con la seconda edizione<br />
della manifestazione Oratorio Day; dove in un clima di familiarità e<br />
di allegria, alla presenza dell’ispettore dei salesiani dell’Italia <strong>Meridionale</strong><br />
don Pasquale Martino, si è dato inizio al nuovo anno pastorale.<br />
Un intera giornata dedicata all’Oratorio, iniziata con la S. Messa alle ore<br />
9.30, e terminata alle 21.00 con uno spettacolo realizzato, durante la giornata,<br />
dai ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione.<br />
“È stata una giornata – a detta del salesiano Francesco Preite - nella quale i<br />
ragazzi hanno fatto esperienza dell’oratorio, espressione massima del carisma<br />
salesiano di San Giovanni <strong>Bosco</strong>”.<br />
Dopo la S. Messa nel cortile dell’oratorio, sono stati organizzati dagli animatori<br />
del Movimento Giovanile Salesiano dell’Oratorio, giochi a stand per<br />
i ragazzi delle scuole elementari e tornei per i ragazzi delle medie e superiori.<br />
Alle 12.15 tutti a cimentarsi nei vari laboratori di clownerie, traforo,<br />
Art Attack, canto, musica, teatro, giornalismo, mamma Margherita. Alle 1-<br />
3.30 il pranzo a sacco.<br />
Nel pomeriggio i ragazzi sono stati riuniti per gruppi (elementari, medie,<br />
biennio superiori, triennio e giovani); ed ogni gruppo ha preparato un piccolo<br />
numero per la serata. Subito dopo ancora giochi ed infine la serata di<br />
festa e di spettacolo.<br />
Il tutto si è concluso, come da tradizione salesiana, con le tre Ave Maria e<br />
il pensiero della buonanotte del direttore della casa salesiana, don Pino<br />
Ruppi.<br />
Una festa in cui tutti, bambini, ragazzi, famiglie, hanno dato vita a momenti<br />
di gioco, di formazione, di laboratori, di teatro; promuovendo nel quartiere<br />
“lo straordinario” quotidiano dei cortili salesiani.<br />
Le iscrizioni all’oratorio con tutte le sue attività sono ancora aperte… Venite<br />
e vedrete!<br />
Il segretario Pastorale del Consiglio C.E.P.<br />
Massimo Rosario Marino<br />
Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Notizie<br />
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Notizie<br />
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Salesiani<br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
Foggia Emmaus<br />
IL VILLAGGIO DON BOSCO IN<br />
DIRITTURA D'ARRIVO<br />
Vorremmo aggiornarvi sulla situazione di questo grande progetto di accoglienza<br />
che don <strong>Bosco</strong> sta faticosamente realizzando in terra di Capitanata.<br />
L'impresa che costruisce il Villaggio D. <strong>Bosco</strong> dovrà consegnare la struttura entro<br />
il 31 dicembre 2005. Gli edifici sono completati: 24 appartamenti; il grande<br />
auditorium di 450 posti; l'edificio polifunzionale con aule, laboratori e biblioteca;<br />
la foresteria. Ma la sistemazione esterna è solo parziale. Manca del tutto il mobilio<br />
e le attrezzature. La consegna anticipata dello stabile, richiesta dal Ministero,<br />
ci ha obbligati ad accelerare l'iter di preparazione, che da tre anni stiamo realizzando<br />
con un gruppo di famiglie e singoli.<br />
Domenica 9 ottobre si è svolta a Emmaus un'importante riunione, nella quale si<br />
sono definiti due gruppi:<br />
1. II gruppo di chi è disposto ad iniziare la sua permanenza nel Villaggio già<br />
dalla prossima primavera <strong>2006</strong>: sono sei famiglie, che inizieranno a incontrarsi<br />
con frequenza e a preparare un proprio "documento sul da farsi<br />
concreto".<br />
2. Il gruppo che accompagna e dà la sua disponibilità per un sostegno esterno:<br />
sono 15 famiglie e 9 singoli<br />
Tutti si sono impegnati ad una attiva partecipazione in precisi ambiti d'intervento:<br />
• La formazione su problemi dell'adolescenza e progetto educativo<br />
di D. <strong>Bosco</strong>
• L'informazione capillare, sui servizi che offrirà il Villaggio attraverso tutti gli<br />
strumenti a disposizione, che raggiunga pubbliche amministrazioni e chiesa<br />
locale.<br />
• La campagna finanziamento mobilio contattando Banche, Fondazioni, Imprese,<br />
Associazioni, Privati ecc…<br />
Speriamo che questa notizia, arrivando a tutte le componenti della grande Famiglia<br />
<strong>Salesiana</strong>, susciti preghiere, collaborazione, gioia e...perché no?, anche vocazioni<br />
a consacrarsi al servizio dei minori, in questo grande progetto, che vorrà<br />
dare, nel nome di don <strong>Bosco</strong>, risposte educative a ragazzi stranieri, diversamente<br />
abili, vittime di maltrattamenti o abusi sessuali, con disturbi psichici, o abbandonati<br />
in genere; e offrire ad alcune famiglie l'esperienza concreta del "benessere" che<br />
si prova, aprendo le porte dei proprio cuore all'accoglienza di qualche fanciullo.<br />
All'ingresso dei Villaggio c'è il grande Cristo, con le braccia aperte e la scritta: "Chi<br />
accoglie un fanciullo nel mio nome, accoglie Me"<br />
Bova Marina<br />
QUANDO IL TAMBURO BATTE E IL CUORE<br />
SEGNA IL TEMPO<br />
Parlano Tony Cercola e <strong>Don</strong> Natalino Carandente<br />
ideatori del Cd "Inventa un'altra<br />
musica" i cui proventi saranno devoluti<br />
per la ricostruzione in Madagascar<br />
"Gli animi eletti si fortificano e migliorano nella<br />
estrinsecazione dell'arte quando questa viene<br />
degnamente applicata, poichè può essere il conforto,<br />
di soddisfazione o di ammonimento specialmente<br />
quando si esplica in manifestazioni<br />
atte ad elevare lo spirito dei sentimenti".<br />
E' così che ancora una volta Tony Cercola miscela cuore e fantasia in un percorso<br />
ultradecennale che vede il nostro percussautore, impegnato in un progetto di<br />
solidarietà (11 Pioppo, Nisida, "Insieme per l'Africa").<br />
Oggi Tony Cercola ci regala la direzione artistica, gli arrangiamenti e l'esecuzione<br />
(è anche coautore di 2 brani) del Cd "Inventa un'altra musica", 15 canzoni dal<br />
profilo rock e blues, ma con i tocchi classici dell'Oratorio, realizzato dai ragazzi<br />
del Centro Giovanile Salesiano di Bova Marina (Re). Il cd (10 curo) è in vendita<br />
a Napoli presso la Libreria Lcd di via Duomo e on line sul sito<br />
www.inventaunaltramusica.it<br />
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Gli utili saranno documentatamente devoluti alle Missioni Salesiane del Madagascar:<br />
"Pensa che una capanna lì costa appena 100 Euro, accoratamente riferisce<br />
Padre Natalino Carandente, educatore dei fanciulli dell'Oratorio di Bova Marina,<br />
curatore del progetto e autore dei testi e delle musiche del cd. "Vorremmo tanto<br />
contribuire alla ricostruzione, dopo la tremenda alluvione dell'anno scorso che<br />
ha messo il Madagascar in ginocchio".<br />
"Ogni rapporto lascia dentro qualcosa di importante e <strong>Don</strong> Natalino, che è di<br />
Marano di Napoli, ti graffia l'anima per la sua semplicità e per l'opera che quotidianamente<br />
svolge in favore del disagio sociale", continua Tony Cercola.<br />
"In questo cd ho rielaborato il sentimento che provo, trasformandolo in un bel<br />
ricordo e certe visioni, certi scritti, certa musica, possono ben considerarsi utili,<br />
preferibili e benemeriti". L'artista che ad ottobre ritirerà il Premio Piedigrottissima,<br />
è da 20 anni sulla scena musicale nazionale. Collaborazioni con grossi nomi<br />
tra i quali: Pino Daniele, Eduardo Bennato, Antonello Venditti, Enzo Gragnaniello,<br />
Roberto Murolo, Mia Martini, <strong>Don</strong> Cherry hanno caratterizzato il suo personalissimo<br />
sound, un viaggio senza frontiere tra suoni e voci. Tony nasce a Cercola,<br />
a due passi dalla Madonna dell'Arco, fa le sue "tammurriate le fronne, i canti a<br />
figliole, la musica del Vesuvio , dove il ritmo diventa rito amalgamandolo alLa<br />
musica del mondo e all'onda sonora metropolitana.<br />
Incide da solista: Sud “Brigamo” (1987), Tony Cercola (1990), Et Viola (1991),<br />
C'o sole e c'o l'acqua (2000), Nomade del Vesuvio (2004). Partecipa con successo<br />
al Festivalbar del 1990, scalando le classifiche europee con il 45 giri<br />
"Babbasone". Realizza per Rai 2 la sigla di Ghibli "Casbah". Per contatti: Salesiani<br />
di Bova Marina tel 0965.761128.<br />
Bruno Aymone , Il Quotidiano, NAPOLI 13 settembre 2005
Lecce<br />
La poesia di Carlo Blagho<br />
Caro Blagho,<br />
se il libro è resistito per quasi un anno sul mio tavolo senza che mai m'abbia sfiorato<br />
il pensiero di trasferirlo nella biblioteca dove oramai sono raccolte le prove<br />
dei poeti del mio tempo, significa che c'era qualcosa che m'impediva di sgombrare<br />
il tavolo. E questo qualcosa era la semplicità dell'amore che la sua opera<br />
trasmetteva ad ogni fugace occhiata. Cioè quei versi meritavano attenzione, erano<br />
degni d'una lettura. Oggi, [...], mi sono riposato in una lettura che si è rivelata<br />
subito ricostituente per me e obbiettivamente ricca di pensieri.<br />
La poesia aveva compiuto ancora una volta il miracolo.<br />
Questo significa che la sua poesia non è un semplice esercizio di sillabe più o<br />
meno coerenti e armonizzate, ma anzitutto un trasmettitore di energie spirituali<br />
che consolano l'animo e lo mettono in pace con se stesso e con l'umanità. Ciò<br />
significa che al suo posto c'è un valore che in un primo momento si identifica<br />
con la fede. E questa, a sua volta, non è astratta, intellettualistica, ma è concreta,<br />
esercitata, cioè, sulle gioie e sui dolori dell'umanità, alimentata dalla solidarietà<br />
di tutto ciò che ci circonda e che non ci è nemico, ma ha bisogno dei nostro<br />
amore. Queste cose sono espresse in un linguaggio tenue, affabile, luminoso,<br />
assai lontano dalle capriole virtuali alle quali ci ha abituato la poesia contemporanea.<br />
E' bello leggere e avvertire che ci è trasmessa una esperienza dello spirito,<br />
assai lontana dalla comunicazione mediatica che è sempre tecnica, esteriore,<br />
inquietante, irritante.<br />
S'anima, attraverso le sue parole, si arricchisce e trova l'oasi della pace cercata.<br />
Non è solo conquistata dalla bellezza del verso, ma dalla sua bontà perchè ci<br />
racconta della vita e di Dio, punti fissi del nostro desiderio e della nostra attesa.<br />
Grazie per questo dono.<br />
Napoli Vomero<br />
(testo tratto dall'originale lettera autografa)<br />
<strong>Don</strong>ato Valli<br />
In marcia per difendere i diritti della<br />
famiglia e del nucleo sociale<br />
Sono stati oltre mille gli studenti dell'Istituto Salesiano "Sacro Cuore" di via Scarlatti,<br />
che ieri. mattina hanno sfilato per le strade del Vomero, allo scopo di trasmettere<br />
ai cittadini un messaggio in positivo. Un grande striscione intitolata<br />
"Famiglia è..." ha aperto il corteo, che alle 9:30 è partito dall'Istituto per raggiungere<br />
le strade principali del quartiere, dove i cittadini sono rimasti sorpresi nel<br />
dover .assistere ad una marcia non di protesta, come di solito accade nella no-<br />
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stra città. La manifestazione è proseguita con canti; slogan sulla famiglia, e con<br />
la consegna ai passanti di alcuni volantini, sui quali gli studenti avevano scritto il<br />
messaggio sulla famiglia da loro ideato, dopo un confronto fra genitori e figli<br />
avvenuto lunedì pomeriggio nell'Auditorium "Salvo d'Acquisto" di via Morghen.<br />
Durante questo evento, sono state numerose le domande degli allievi rivolte a<br />
Maria Rosaria Lupo<br />
sul diritto della famiglia, ed in particolare è stato chiesto se i figli possono intervenire<br />
in maniera concreta a livello giuridico, per aiutare i propri genitori a risolvere<br />
le liti familiari. «La famiglia dovrebbe essere un gruppo di persone che si<br />
stima, si rispetta e supera ogni giorno le difficoltà della vita, curando la formazione<br />
del singolo individuo. - hanno dichiarato un gruppo di studenti - Noi giovani,<br />
a differenza di quanto indicano le statistiche, crediamo in un modello di famiglia<br />
tradizionale, dove sono importanti i valori come il rispetto, la fiducia; la comprensione».<br />
La marcia per la famiglia si è conclusa con la celebrazione della Messa nella<br />
chiesa dei Fiorentini in piazza degli Artisti, in vista dei festeggiamenti per celebrare<br />
San Giovanni <strong>Bosco</strong>, uno dei più grandi educatori.<br />
Dora Sorrentino, Roma Quotidiano d’Informazione 1 Febbraio <strong>2006</strong><br />
Portici<br />
I giovani e il futuro: dalla minaccia<br />
alla speranza<br />
di Tonino Palmese<br />
...testo tratto dalla prefazione del Libro di Luigi o Cascio<br />
…Continuamente si parla, in questo densissimo libro, di camminare, di correre<br />
insieme, di percorrere strade. E molto caro è sicuramente a Tonino è l'esempio<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. In questo senso, ogni intelaiatura concettuale rischia di mostrarsi<br />
attraversata da crepe e da abbondanti falle se non è a sua volta fondata sull'incontro<br />
concreto col volto dell'altro. L'educazione è una questione di cuore e<br />
deve contare su tre valori fondamentali, l'affettività, la partecipazione, la compassione.<br />
A non separare il politico dal religioso, a non scindere il pensare dall'agire,<br />
a tutto questo ci esorta Tonino. E la risolutezza con cui può permettersi di indicare<br />
un rimedio all'appiattimento dei giovani sul presente gli deriva dalla continua<br />
valutazione dei rilievi concettuali alla prova della strada. E lì che Tonino calibra<br />
i suoi strumenti diagnostici ed affina le indicazioni terapeutiche. Tonino, nel<br />
chiedermi di scrivere questa introduzione, è come se avesse voluto innalzarmi al<br />
livello morale dei personaggi che ho interpretato. E di questo non posso che<br />
ringraziarlo. Ma devo confessare che negli attori la relazione tra volto e maschera<br />
è misterioso e spesso contraddittorio.<br />
All'attore, nello spazio della finzione, spetta l'ecce persona più che l'ecce homo.<br />
L'attore, autenticando i tratti della maschera, rivela allo sguardo del pubblico il
volto dell'altro. La maschera, lungi dall'ingannare, è una<br />
forma definita, un volto delineato a partire dalla vera consistenza<br />
del personaggio da rappresentare. Mentre la fisionomia<br />
della maschera è certa, nella sua decisa frontalità, il<br />
viso dell'attore è spesso opaco. Nitida si mostra invece la<br />
consistenza del volto di Tonino, e senza strati. Un volto<br />
orientato verso gli altri, un volto che si moltiplica in fattezze<br />
sempre autentiche. Un volto che non si sottrae. Un volto<br />
che invita ad un'interna e profonda rivolta. Vorrei chiudere<br />
con gli ultimi versi della raccolta di poesie di Pasolini<br />
che ha per titolo 'La nuova gioventù': "e io camminerò leggero,<br />
andando avanti, scegliendo per sempre la vita, la<br />
gioventù".<br />
Con questo spirito Tonino avanza per le strade, col sorriso<br />
aperto in uno sguardo acceso, con la fermezza e la costanza<br />
del suo volto concreto.<br />
Luigi Lo Cascio<br />
attore interprete dei films “I cento passi” e “La meglio gioventù”<br />
Caserta<br />
Cultura ebraica<br />
di Franco Galeone<br />
Il già ampio curriculum editoriale del salesiano don Franco Galeone, Preside del<br />
Liceo classico e scientifico paritario di Caserta, si arricchisce di altre quattro opere<br />
di prossima pubblicazione. Ne parliamo direttamente con l'Autore.<br />
- Il primo libro riguarda le omelie dell'anno B, che così chiude il ciclo omiletico<br />
liturgico insieme all'anno A e C. Il secondo è una sorta di "santorale laico", e presenta<br />
riflessioni su giornate, ricorrenze, feste, personalità fortemente significative<br />
per il loro messaggio educativo. Ambedue questi libri sono pubblicati dalle Dehoniane<br />
di Bologna.<br />
Con la casa editrice Spring, poi, pubblica i primi due volumi di "Cultura ebraica";<br />
i volumi in cantiere sono otto in tutto.<br />
Di cosa tratta il primo e il secondo volume di questa Collana ebraica?<br />
- Il primo comprende cinquanta domande su ebrei ed ebrai-smo, domande che<br />
ricevono una risposta ricorrendo alla tecnica del collage di fonti disparate; il secondo<br />
presenta elementi di cultura ebraica in generale, descritti in ordine alfabetico,<br />
una sorta di dizionario dell'ebraismo.<br />
Brevemente ci può presentare il contenuto degli altri sei libri di questa Collana<br />
ebraica?<br />
- Il terzo: personaggi e località importanti dell'ebraismo, con apparato iconografi-<br />
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co. Il quarto: pagine famose di spiritualità ebraica, tratte dal chassidismo, dai<br />
martiri della Shoah, dalle feste ebraiche. Il quinto: breve storia del dialogo ebraicocristiano,<br />
le associazioni che portano avanti questo dialogo, i documenti magisteriali<br />
del Vaticano Il e degli ultimi due Pontefici. Il sesto: notizie sullo Stato d'Israele,<br />
oggi, sul sistema scolastico, sulla cultura, musica, letteratura. Il settimo:<br />
riflessioni e documenti sull'antigiudaismo e sull'antisemitismo, con maggiore attenzione<br />
all'affaire Dreyfus, i Protocolli dei savi di Sion, le leggi razziali, la Shoàh,<br />
il nazionalismo arabo. L'ottavo, infine, presenta interessanti e ... gustose ricette<br />
della cucina ebraica.<br />
Qual è la novità maggiore che riguarda i due libri pubblicati dalle Dehoniane<br />
di Bologna?<br />
- Le omelie, meglio, gli spunti omeletici dell'anno B, si succedono con libertà, e<br />
aiutano il credente impegnato, il giovane inquieto, il semplice lettore, a decifrare<br />
la presenza di Dio nel vivere quotidiano. Lo stile è agile, giovanile, graffiante a<br />
volte; certe vecchie forme di predicazione non trasmettono più la<br />
"rivoluzionaria rivelazione" del Vangelo; come si augurava Bonhoeffer,<br />
una "sana laicità" del linguaggio religioso non nuoce, anzi, facilita la riflessione<br />
della fede. Volutamente è stata evitata l'omelia "monotematica"; proprio<br />
per offrire maggiori stimoli alla riflessione, chi trovasse poco interessante<br />
la prima meditazione, passa alla seconda e così via, i brani non sono<br />
logicamente collegati né organicamente sviluppati; sono stati seminati,<br />
come racconta la parabola, molti semi; qualche seme troverà un buon terreno<br />
e porterà frutti.<br />
Il "Santorale laico"; si presenta come una silloge di tanti articoli, naturalmente<br />
diversi per stile, ampiezza, valore, ma da tutti è possibile ricavare un messaggio<br />
positivo per la mente e il cuore. Prendendo spunto dalle diverse occasioni della<br />
vita, io cerco di accendere una piccola luce, di suscitare una qualche speranza,<br />
di lanciare un buon seme. Il libro è dedicato soprattutto ai giovani, che hanno<br />
visto nascere il terzo millennio. l giovani, pur impegnati nella costruzione del<br />
loro futuro, avvertono un senso di smarrimento, a causa delle tante contraddizioni,<br />
dei tanti persuasori più o meno occulti. Pseudo-operatori culturali manipolano<br />
la nostra vita, e ci rovesciano addosso una cultura senza vita.<br />
Questi "idéologues" stanno deresponsabilizzando l'uomo. L'io: uno, nessuno,<br />
centomila. Grazie a queste pagine, lo spero, sarà possibile orientarsi nella giungla<br />
dei messaggi e delle ideologie. Il libro non va letto tutto d'un fiato, ma centellinato<br />
come l'acqua della borraccia, nel faticoso esodo esistenziale.<br />
Perché questo suo "amore" per l'ebraismo?<br />
- Sono stato a studiare teologia in Terra d'Israele, e in quegli anni ho scoperto le<br />
radici ebraiche del mio essere cristiano; sono stato confortato in questo mio<br />
"viaggio nella ebraicità" dalla testimonianza anche di Papa Giovanni, di Giovanni<br />
Paolo Il e dal magistero del Vaticano II. In quegli anni ho maturato la scelta di<br />
sfatare i luoghi comuni dell'ignoranza e dell'incomprensione (l'ebreo avaro, deicida,<br />
errante). Il mio atteggiamento potrebbe essere racchiuso in tre parole:<br />
"rinunciare" al nostro dogmatismo intollerante, "denunciare" i nostri errori storici,<br />
"annunciare" le ricchezze presenti nei nostri 'Fratelli maggiori': Devo qui ringraziare<br />
gli amici dell'Ambasciata d'Israele in Italia per l'abbondante materiale da<br />
consultare, messo a mia disposizione.<br />
In questo lavoro di riscoperta della dimensione ebraica - necessaria per ogni<br />
cristiano - si sente solo?<br />
- Non siamo in molti, devo riconoscerlo: è ancora diffuso, anche negli ambienti
eligiosi, un antigiudaismo morbido, difficile da comprendere dopo i tanti interventi<br />
degli ultimi Pontefici e i documenti del Vaticano II. E’ facile abbandonare<br />
un giudizio, ma è quasi impossibile liberarsi da un pregiudizio!<br />
Tirana<br />
Un giorno al centro don Bosko<br />
Il primo giorno nel Centro <strong>Don</strong> Bosko ti lascia esterrefatto. L’impressione è di essere<br />
per la prima volta in un vero centro, dove lo studio e la serietà, coniugato ad<br />
uno strano senso di famiglia ti fanno essere subito a tuo agio. Tutto quello che ti<br />
circonda è molto diverso da quello che abitualmente si vede nelle scuole statali.<br />
Appena arrivati nella grande hall del centro, siamo stati accolti nella sala del<br />
“Buongiorno” dal Direttore della Scuola Professionale <strong>Don</strong> Marek Gryn, dove<br />
dopo una breve presentazione ci ha illustrato il progetto del centro, presentando<br />
il regolamento della scuola e lo staff pedagogico formato dagli insegnanti. Dopo il<br />
saluto del direttore della casa don Domenik è stata la volta di un invitato davvero<br />
speciale, Monsignor Rrok Mirdita, Metropolita di Tirana - Durazzo il quale ha augurato<br />
a tutto lo staff pedagogico e gli alunni un buon inizio del nuovo anno scolastico.<br />
Quest’anno il Centro Professionale <strong>Don</strong> Bosko ha dato il benvenuto ai<br />
250 giovani nei corsi di: Animatori Sociali, Segretarie, Elettricisti, Idraulici, Impiantisti,<br />
Sarte, quasi 230 giovani nei corsi di qualificazione nel pomeriggio e 300 giovani<br />
che frequentano la scuola media <strong>Don</strong> Bosko.<br />
La qualificazione professionale di questi giovani si fa da uno staff pedagogico<br />
molto qualificato.<br />
Un ringraziamento speciale va verso queste istituzioni per la loro collaborazione<br />
e il sostegno che hanno dato nella realizzazione dei progetti del centro <strong>Don</strong> Bosko<br />
e allo scopo che questo centro ha per l’educazione dei giovani per fare di<br />
loro: buoni cristiani e onesti cittadini per integrarsi degnamente nella società del<br />
futuro.<br />
Bruna Nicka<br />
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memoria<br />
NEL RICORDO<br />
DEI NOSTRI DEFUNTI<br />
<strong>Don</strong> Catello <strong>Don</strong>narumma<br />
<strong>Don</strong> Catello <strong>Don</strong>narumma nasce a Castellammare di Stabia (Na) il 10<br />
febbraio 1920 da Salvatore e Sabato Santo Camilla. L’esperienza oratoriana<br />
avviata sin da piccolo lo portò in Noviziato a Portici e il 16 agosto 1940<br />
emise i primi voti. Frequentò il Biennio Postnoviziato a Lanuvio e visse la<br />
sua esperienza di tirocinio a Venosa con dedizione e simpatia.<br />
Dopo aver condotto gli studi di teologia a Bagnolo (To) e Torre Annunziata<br />
fu ordinato sacerdote da mons. Emmanuel l’8 aprile 1950. Esercitò il servizio<br />
di Consigliere e Catechista a Torre Annunzuata, a Caserta, Soverato e a<br />
Brindisi; fu Direttore dal ‘67 per 6 anni a Torre Annunziata e Insegnante,<br />
Vicario e Confessore a Napoli Vomero.<br />
La sua vita è spesa tutta al servizio dei giovani nella scuola. Le Lettere classiche<br />
avevano influito sul suo carattere: delicato, accogliente, salesianamente<br />
giovane.<br />
<strong>Don</strong> Catello muore il 18 ottobre 2005 nella casa di Napoli Vomero dove<br />
ormai risiedeva dal 1973 all’età di 85 anni.<br />
<strong>Don</strong> Giuseppe Rossi<br />
<strong>Don</strong> Giuseppe Rossi nasce a Mombarcaro (Cn) il 1 dicembre 1908 da<br />
Luigi e da Panero Caterina.<br />
Entrato in Noviziato a Chieri all’età di 19 anni professa il 13 settembre 192-<br />
8. Seguono gli anni di tirocinio a Collaretto e Valsalice e la formazione teologica<br />
a Torino.<br />
Viene ordinato sacerdote dal Card. Fossati il 18 dicembre 1937. Abilitatosi<br />
nell’insegnamento, fin da subito si mise a servizio dei ragazzi di Lombriasco<br />
e Monterosa.<br />
Una vita salesiana che lo ha visto dai primi anni dell’Aspirantato fino al secondo<br />
anno di Sacerdozio nella ICP. Dal 1939 fino alla sua morte don Rossi<br />
è stato membro attivo dell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Salesiana</strong> <strong>Meridionale</strong> come Inse-<br />
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gnate nella casa di Cisternino, Bari e dal 1950 come confessore<br />
ricercato ed amato a Vibo Valentia.<br />
Coltivò una spiccata passione per la musica: accompagnava<br />
i canti della liturgia o realizzava le tradizionali<br />
«operette» ed «Accademie» salesiane. Visse sempre la<br />
fraternità, stemperando anche situazioni un po’ difficili.<br />
Muore il 25 novembre 2005 a Castellammare di Stabia<br />
all’età di 97 anni.<br />
Ci uniamo in preghiera al dolore della famiglia di:<br />
D. DeMartino Benito per la morte della mamma Genovina, 5 agosto 2005<br />
D. Tobia Carotenuto per la morte della mamma Elvira, 5 settembre 2005<br />
D. Pasquale Cristiani per la morte della mamma Concetta, 26 settembre 2005<br />
D. Nicola Pecoraro per la morte del papà Bernardino, 27 settembre 2005<br />
S. Michele Matera per la morte della mamma Rosaria, 18 novembre 2005<br />
D. Salvatore Giuseppe per la morte del fratello Gaetano, 23 dicembre 2005<br />
D. Laocca Felice per la morte del fratello Giorgio, 5 febbraio <strong>2006</strong><br />
D. Cataldo Ferrarese per la morte della mamma Felicia Maria, 8 febbraio <strong>2006</strong><br />
D. Dino Petruzzi per la morte della mamma Graziella, 24 febbraio <strong>2006</strong><br />
Italia<br />
<strong>Meridionale</strong><br />
“La fede nel Cristo Risorto sostiene la nostra speranza<br />
e mantiene viva la comunione<br />
con i fratelli che riposano nella pace di Cristo.<br />
Uniti in uno scambio di beni spirituali offriamo<br />
con riconoscenza per loro i suffragi prescritti”<br />
(Cost. 95)