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Aprile 2006 - Ispettoria Salesiana Meridionale - Via Don Bosco, 8 ...

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RIO<br />

ANNO XXXIV N°2 (170) - <strong>Aprile</strong> <strong>2006</strong><br />

Salesiani <strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />

<strong>Via</strong> don <strong>Bosco</strong>, 8 - Napoli<br />

www.ime.pcn.net<br />

Lettera dell’Ispettore<br />

Formazione<br />

Pastorale Giovanile<br />

Famiglia <strong>Salesiana</strong><br />

Notizie - Avvenimenti<br />

I nostri defunti<br />

Questo numero è stato chiuso il 7 aprile <strong>2006</strong><br />

Per una spiritualità dell’Educatore Cristiano 4<br />

Vangelo e Famiglia intesa possibile 9<br />

Siamo venuti per Adorarlo 14<br />

Un anno di “Grazie 20<br />

Il Grande Silenzio 23<br />

Volontari con don <strong>Bosco</strong> 27<br />

Associazione Mamma Margherita 28<br />

2<br />

30<br />

50<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

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Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

lettera dell’Ispettore<br />

“ ...ALL’INIZIO DEL MIO SERVIZIO”<br />

Carissimi Confratelli,<br />

rivolgo anzitutto a voi il mio più cordiale saluto.<br />

Lo faccio utilizzando le pagine del nostro Notiziario ispettoriale. Il<br />

cambio di alcuni confratelli e il nostro iniziale inserimento ne hanno<br />

ritardato di molto la stampa. Ne chiediamo scusa a quanti sono<br />

…più abitudinari nella sua attesa e nella sua lettura.<br />

Lo faccio in questi giorni in cui stiamo celebrando il Mistero Pasquale<br />

di Gesù. Non posso non augurare a ciascuno di noi i frutti più belli della Pasqua:<br />

quelli che nei temi della nostra spiritualità giovanile abbiamo chiamati<br />

della “gioia e dell’ottimismo”. Il Risorto dia maggiormente alla nostra vita, al<br />

nostro pensare, al nostro agire, al nostro relazionarsi, al nostro guardare al presente<br />

e al futuro, quell’ottimismo che caratterizzò la vita di don <strong>Bosco</strong>. Ne abbiamo<br />

bisogno tutti in questo particolare momento di vita ispettoriale: ne abbiamo<br />

bisogno noi, ne hanno bisogno le nostre comunità religiose, ne hanno bisogno<br />

le nostre comunità educativo-pastorali.<br />

Lo faccio pensando ancora all’inizio del mio servizio di animazione ispettoriale.<br />

Un servizio che vorrò rendere con impegno e dedizione, ma la cui<br />

bontà affido tutta a quel Dio che “ha fatto forza e ha prevalso”. Molti ricorderanno<br />

come non abbia voluto ringraziare nessuno, Dio compreso, nel giorno<br />

del mio insediamento. E’ che davanti a un Dio che utilizza la forza diventa difficile<br />

prevalere. E’ che non me la sono sentita di “dire un no a don <strong>Bosco</strong>”. E’<br />

che, come diceva don Frisoli nell’omelia della Messa di insediamento riferendosi<br />

alla Parola di Dio ascoltata, «siamo invitati a ravvivare oggi la nostra personale<br />

passione per Dio, quel sì fondamentale e sponsale che giustifica la nostra<br />

vita di consacrati e senza del quale siamo dei professionisti, degli operatori,<br />

ma non degli innamorati. …Siamo stati invitati a fare di tutta la nostra vita un<br />

sacrificio santo offerto a Dio; e delle nostre comunità spazi di profezia e di non<br />

conformità rispetto alla mentalità mondana. Siamo, infine, stati invitati ad una<br />

sequela coraggiosa di Gesù, senza individualismi o chiusure egoistiche, perché<br />

“chi vuole salvare la propria vita la perde”. Siamo sfidati dalle parole di Gesù:<br />

“Se qualcuno vuol venire dietro a me…!”. L’ accettazione anche della croce è<br />

il criterio per individuare i veri discepoli di Cristo. Questi sono, cari confratelli,<br />

“i fondamentali” della nostra vita. E’ illusorio alimentare il senso dell’attesa nei<br />

confronti dell’ homo novus e dimenticare che il futuro dell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />

è legato alle scelte che ciascuno di voi fa ogni giorno nel suo cuore».<br />

La “legge della croce”. E’ quella a cui mi sono rifatto al termine della<br />

riflessione del ritiro trimestrale, come criterio a cui rifarsi per far crescere la vita<br />

fraterna delle nostre comunità. E’ il principio secondo cui il male viene trasformato<br />

in bene sull'esempio e per la forza della morte di Cristo. Un principio secondo<br />

cui siamo sempre chiamati ad operare in prima persona ogni qual volta<br />

constatiamo attorno a noi qualcosa che non è Regno di Dio e che deve diventarlo.<br />

Non importa se l’impegno nasce spontaneamente in noi o se altri lo richiedono.<br />

Non importa se le qualità ci sono tutte e se sono quelle giuste. Im-


portante è mettersi a disposizione e a lavoro credendo davvero che Dio ci chiama<br />

a vincere in e con Lui il male con il bene mediante il perdono, la pazienza,<br />

la misericordia, l’impegno, la dedizione…<br />

In questo spirito ho fatto miei gli impegni che mi venivano consegnati<br />

da don Pier Fausto in quella omelia a nome del Rettor maggiore.<br />

«Tu che hai accettato con fede la volontà di Dio, che da oggi ti metti a<br />

servizio dei tuoi confratelli, sei chiamato a vivere di fede, ad alimentare la tua<br />

fede, ad essere per i tuoi confratelli anzitutto esempio per la fede».<br />

«La seconda caratteristica … è la paternità. … Sant’Agostino nella Regola<br />

traccia questo profilo del Superiore: “Colui che vi presiede non si stimi<br />

felice perché domina col potere, ma perché serve con la carità. Davanti a voi<br />

sia tenuto in alto per l’onore, davanti a Dio si prostri per timore ai vostri piedi.<br />

Si offra a tutti come esempio di buone opere, moderi i turbolenti, incoraggi i<br />

timidi, sostenga i deboli, sia paziente con tutti. Mantenga con amore la disciplina,<br />

la imponga con rispetto; e sebbene siano necessarie entrambe tuttavia preferisca<br />

piuttosto farsi amare che temere”».<br />

«La terza attesa che ricorre trasversalmente in tutte le consultazioni è<br />

che l’Ispettore sia un uomo che promuova il dialogo e la partecipazione dei<br />

confratelli. Tu, carissimo <strong>Don</strong> Pasquale, non dovrai essere il superdirettore dell’<strong>Ispettoria</strong>,<br />

pensare a tutto, arrivare a tutto, provvedere a tutto. Hai accanto il<br />

Consiglio, i Direttori, i confratelli tutti: valorizzali, ascoltali. Non ti è chiesto di<br />

possedere la sintesi dei carismi, ma il carisma della sintesi».<br />

Significative anche le parole rivolte a tutti: «A voi tutti confratelli, giovani<br />

e laici, chiedo esplicitamente di collaborare lealmente tra voi e con il nuovo<br />

Ispettore. Noi non siamo né di Pietro, né di Paolo, né di Apollo, noi siamo di<br />

Cristo. Il segno più urgente che la Congregazione si attende da voi è la comunione:<br />

gareggiate nello stimarvi a vicenda, siate tra voi pazienti e misericordiosi,<br />

perdonatevi di tutto cuore e sappiate dimenticare. L’Ispettore, per quanto<br />

retto e preparato, non è un “Deus ex machina”. Solo la comunione, il dialogo<br />

paziente e il perdono fraterno costruiscono l’<strong>Ispettoria</strong> e attirano la benedizione<br />

di nuove vocazioni».<br />

Gli osservatori attenti, per non dire i soliti criticoni, diranno che ho preso<br />

farina dell’altrui sacco. Ma ho ritenuto opportuno ricordare a me e a voi tutte<br />

parole particolarmente significative dette da chi in questo momento a nome di<br />

don <strong>Bosco</strong> e a nome di Dio svolge un servizio in Congregazione.<br />

E visto che ho molto saccheggiato dall’omelia di don Frisoli, con le sue<br />

stesse parole concludo: «A voi tutti, confratelli, auguro di vivere un anno sereno,<br />

volendovi bene e facendo del bene. Ve lo auguro con le parole di Sant’Agostino<br />

a conclusione della sua Regola: “Il Signore vi conceda di osservare con<br />

amore queste norme, quali innamorati della bellezza spirituale ed esalanti dalla<br />

vostra santa convivenza il buon profumo di Cristo, non come servi sotto la legge,<br />

ma come uomini liberi sotto la grazia”».<br />

Napoli, 25 aprile <strong>2006</strong><br />

Sac. Pasquale Martino<br />

Ispettore<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Ispettore<br />

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Vita<br />

consacrata<br />

LA CARITÀ<br />

DELLA<br />

VERITÀ<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

formazione<br />

PER UNA SPIRITUALITÀ<br />

DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />

Un servizio di carità<br />

Nell’enciclica Deus caritas est ci sono numerosi spunti in grado di dare un senso pieno alla<br />

missione dell’educatore cristiano. Ad alimentare e sostenere la sua attività infatti non è una<br />

semplice inclinazione all’insegnamento, ma l’amore. Oltre la competenza, questa infatti<br />

deve essere la forza che lo anima.<br />

Il primo pensiero che sgorga dal cuore dopo aver letto l’enciclica Deus caritas est<br />

è di gioiosa riconoscenza: Benedetto XVI fa un grande dono alla Chiesa e all’umanità.<br />

La lettura del testo comunica grande speranza e riconcilia con la vita: è un’invitante<br />

provocazione a cogliere l’essenziale della vita cristiana; è una limpida<br />

e convincente visione organica dell’uomo e della società, che mostra come solo a<br />

partire da Cristo si può guardare alla vita con fiducia e speranza. Grande dote di<br />

questo papa, veramente “benedetto”, che ha il dono raro di saper unire profondità<br />

di pensiero e semplicità di linguaggio.<br />

Queste le prime impressioni che sgorgano spontanee dopo la lettura; dopodiché<br />

la prima cosa che sento di suggerire è semplice quanto importante: prendere in<br />

mano l’enciclica e leggerla con calma e con apertura di mente e di cuore, soffermandoci<br />

su quanto con sapienza e semplicità viene proposto, evitando quel consumismo<br />

spirituale che ci fa passare da un testo all’altro per poi assimilare poco o<br />

niente in profondità. Qui si trova cibo solido, non chiacchiere superficiali.<br />

Una volta letto il testo pontificio, ci si potrà utilmente rivolgere a qualche commento<br />

o studio specifico che certamente non mancheranno e che aiuteranno ad<br />

approfondire qualche aspetto particolare. Per parte mia, credo che l’enciclica di<br />

Benedetto XVI, che di per sé non si occupa di scuola, dica comunque qualcosa di<br />

importante anche ai cristiani impegnati a testimoniare l’amore cristiano nel campo<br />

dell’educazione. Provo a dire perché.<br />

“La cura dell’istruzione è amore” – così si esprime la Bibbia (Sap 6,17); s. Agostino,<br />

per parte sua, parla della caritas veritatis (la carità della verità) sottolineando<br />

che essa è una delle manifestazioni più alte di amore. Come a dire che un modo<br />

di voler bene alle persone che amiamo è anche questo: aiutarle a scoprire progressivamente<br />

la verità, la quale rimane l’aspirazione più grande dell’uomo 1 . Chi<br />

fa scuola svolge, appunto, questo prezioso servizio; infatti, «la scuola ha per scopo<br />

fondamentale insegnare la verità e l’insegnante è più responsabile verso la<br />

verità che deve insegnare che non verso la libertà del discente. Non si tratta di<br />

insegnare a sapere la verità, facendo acquisire nozionisticamente quanto l’umanità<br />

ha conosciuto nella sua storia, come può avvenire in una scuola autoritaria e<br />

dogmatica, ma nemmeno di insegnare a cercare la verità, come capita in una<br />

1 “Che altro desidera più ardentemente l’anima se non la verità?” (s. Agostino, In Johannis Evangelium, tract. 26,5).


scuola libertaria e agnostica, che abbandona l’individuo a se stesso, bensì si tratta<br />

di insegnare a trovare la verità, guidando il fanciullo a confrontarsi con la realtà<br />

nei suoi multiformi aspetti, per coglierne tutta la sua intelligibilità» 2 . Conoscere la<br />

verità significa realizzare la libertà interiore, che è il primo fondamentale fine dell’educazione<br />

(Maritain). La carità della verità sarà tanto più apprezzata se si pensa<br />

che, come ebbe a dire qualche anno fa l’attuale pontefice, «la vera sciagura dell’uomo<br />

è proprio l’essere all’oscuro della verità» 3 .<br />

Le motivazioni che sostengono la fatica di coloro che si impegnano quotidianamente<br />

nella scuola possono essere diverse (lasciando da parte quelle meno nobili,<br />

che purtroppo a volte si riscontrano), ad esempio: una particolare e quasi innata<br />

propensione all’educare, la ricerca della promozione umana dell’alunno, una<br />

naturale simpatia per i bambini e i giovani...<br />

L’amore che alimenta e sostiene l’educatore cristiano ha una sua originalità sia<br />

nella sorgente che lo alimenta sia nella modalità in cui si manifesta: è, infatti, l’amore<br />

così come l’ha vissuto concretamente Cristo, è l’amore che viene descritto<br />

da s. Paolo nel suo inno alla carità (1 Cor 13). L’amore per l’uomo, che accomuna<br />

tutti coloro che si occupano di educazione nella scuola, è per gli educatori cristiani<br />

«un amore che si nutre dall’incontro con Cristo» (Deus caritas est 34). Da questo<br />

punto di vista, vale anche per loro il richiamo del papa: «Occorre condurli a<br />

quell’incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo<br />

all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento<br />

imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivata dalla loro fede<br />

che diventa operante nell’amore (cf. Gal 5,6) (31a). Coloro che «svolgono sul piano<br />

pratico il lavoro della carità nella Chiesa... devono... farsi guidare dalla fede<br />

che nell’amore diventa operante (cf. Gal 5,6). Devono essere<br />

quindi persone mosse innanzitutto dall’amore di Cristo,<br />

persone il cui cuore Cristo ha conquistato con il suo amore,<br />

risvegliandovi l’amore per il prossimo» (33).<br />

Questa motivazione di fondo è coerente con lo scopo essenziale<br />

che si propone ogni educatore cristiano che lavora<br />

all’interno della scuola: realizzare «un vero umanesimo, che<br />

riconosce nell’uomo l’immagine di Dio e vuole aiutarlo a<br />

realizzare una vita conforme a questa dignità» (30b).<br />

L’educatore cristiano deve essere una persona professionalmente<br />

capace e ricca di umanità. Il papa sottolinea che tra<br />

«gli elementi costitutivi che formano l’essenza della carità<br />

cristiana e ecclesiale» (31) c’è anzitutto la “competenza<br />

professionale”, che significa capacità di «saper fare la cosa<br />

giusta al momento giusto» (31a). Subito dopo, però, aggiun-<br />

2 PieroViotto, Presupposti filosofico-pedagogici dell’educazione di ispirazione cristiana, in AA.VV.,<br />

“Educare, ‘sfida’ quotidiana per le scuole materne fism”, Roma, FISM,1998, p. 60.<br />

3 Joseph Ratzinger, Fede, verità, tolleranza, Siena, Cantagalli, 2003, p. 69.<br />

LE RADICI<br />

DELL’AMORE<br />

DELL’EDUCATORE<br />

CRISTIANO<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

<strong>Salesiana</strong><br />

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Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Formazione PER UNA SPIRITUALITÀ DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />

ge 4 che essa da sola non basta, perché «gli esseri umani necessitano<br />

sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente<br />

corretta. Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione<br />

del cuore» (31a).<br />

La preparazione professionale, dunque, come presupposto<br />

indispensabile per chi insegna, ma oltre ad essa serve anche, e<br />

soprattutto, la “formazione del cuore”. Benedetto XVI ha una<br />

felicissima espressione, quando afferma che «il programma del<br />

cristiano – il programma del buon Samaritano, il programma di<br />

Gesù è “un cuore che vede» (31b): espressione che, riferita<br />

all’educatore cristiano, richiama alla mente le parole di d. <strong>Bosco</strong>,<br />

il quale affermava: «Ricordatevi che l’educazione è cosa<br />

del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo<br />

riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non<br />

ce ne mette in mano le chiavi».<br />

Il servizio reso dal cristiano per la realizzazione di un vero umanesimo «non deve<br />

essere un mezzo in funzione di ciò che oggi viene indicato come proselitismo.<br />

Non viene esercitato per raggiungere altri scopi» (31c).<br />

Applicata all’educatore cristiano, questa indicazione significa che il suo impegno<br />

all’interno della scuola rispetterà sempre la legittima autonomia che essa deve in<br />

ogni caso conservare. Ciò vale, ad esempio, quando i cristiani istituiscono le loro<br />

scuole (= le scuole cattoliche), oppure nel caso in cui la Chiesa è presente nella<br />

scuola con un suo servizio specifico che riguarda l’Insegnamento della religione<br />

cattolica, e comunque ogniqualvolta i cristiani si adoperano affinché la scuola<br />

abbia quelle caratteristiche che essi ritengono qualificanti e indispensabili.<br />

Tutto ciò significa che l’intervento dei cristiani che svolgono il loro servizio nella<br />

scuola non ha alcuna originalità rispetto all’impegno di qualsiasi altro cittadino a<br />

favore della scuola stessa? Benedetto XVI ha parole illuminanti a questo riguardo.<br />

Egli ritiene che l’azione caritativa – compresa, a mio parere, quella che si<br />

svolge a favore dell’uomo all’interno della scuola – non «debba, per così dire,<br />

lasciare Dio e Cristo da parte. È in gioco sempre tutto l’uomo. Spesso è proprio<br />

l’assenza di Dio la radice più profonda della sofferenza... Il cristiano sa quando è<br />

tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di lui e lasciare parlare solamente<br />

l’amore. Egli sa che Dio è amore (cf. 1 Gv 4,8) e si rende presente proprio<br />

nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare» (31c).<br />

L’educatore cristiano, come pure una comunità scolastica il cui clima deve essere<br />

caratterizzato dallo «spirito evangelico di libertà e carità» 5 – e ciò vale per la<br />

4 Le parole del papa si riferiscono di per sé al «servizio delle persone sofferenti » (31), ma non si fa<br />

certamente una forzatura se si estende il loro significato fino ad abbracciare ogni tipo di servizio<br />

che le persone svolgono a favore degli altri.<br />

5 Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, n. 8: “Elemento caratteristico (della scuola cattolica)<br />

è (quello) di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di<br />

libertà e carità”.


scuola cattolica – avranno sempre questa consapevolezza, la quale poi dovrà trasparire<br />

dal loro agire, quindi il loro parlare, il loro tacere, il loro esempio.<br />

L’educatore cristiano è consapevole che, offrendo il suo servizio educativo, non<br />

dà soltanto “qualcosa” all’altro (conoscenze, abilità...): egli si coinvolge come persona,<br />

sia nel senso che anzitutto educa per quello che è, sia perché partecipa se<br />

stesso, i suoi pensieri, sentimenti, capacità, limiti. A questo riguardo, è ancora il<br />

papa che offre un pensiero stimolante e profondo: «perché il dono non umili l’altro,<br />

devo dargli non soltanto qualcosa di mio, ma me stesso, devo essere presente<br />

nel dono come persona. Questo giusto modo di servire rende l’operatore umile.<br />

Egli non assume una posizione di superiorità di fronte all’altro, per quanto misera<br />

possa essere sul momento la sua situazione... Chi è in condizione di aiutare<br />

riconosce che proprio in questo modo viene aiutato anche lui; non è suo merito<br />

né titolo di vanto il fatto di poter aiutare. Questo compito è grazia... Egli riconosce<br />

di agire non in base ad una superiorità o maggior efficienza personale, ma<br />

perché il Signore gliene fa dono. A volte l’eccesso del bisogno e i limiti del proprio<br />

operare potranno esporlo alla tentazione dello scoraggiamento. Ma proprio<br />

allora gli sarà di aiuto il sapere che, in definitiva, egli non è che uno strumento<br />

nelle mani del Signore; si libererà così dalla presunzione di dover realizzare, in<br />

prima persona e da solo, il necessario miglioramento del mondo. In umiltà farà<br />

quello che gli è possibile fare e in umiltà affiderà il resto al Signore. È Dio che governa<br />

il mondo, non noi. Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che<br />

possiamo e finché Egli ce ne dà la forza» (34-35).<br />

Ancora: l’educatore cristiano sarà aiutato a svolgere in umiltà il suo servizio anche<br />

in forza di una profonda convinzione che sta alla base del suo impegno educativo:<br />

egli, infatti, in quanto persona chiamata a “guidare” gli altri si sente anzitutto<br />

lui stesso una persona “guidata”. Si sente guidato da Dio, il primo e unico educatore<br />

di ogni creatura 6 ,colui che assicura: «Ti farò saggio, t’indicherò la via da<br />

seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio» (Sal 31,8). Partire da questa profonda<br />

consapevolezza significa essere nella verità – una verità che fa umili: solo<br />

chi è guidato può guidare. Tutto ciò è rassicurante e pacificante.<br />

Sapere che Dio ci guida significa, infine, sentire il bisogno di mantenersi in contatto<br />

con lui attraverso il dialogo della preghiera. Occorre, dunque, che si parli anche<br />

della preghiera dell’educatore cristiano.<br />

È necessario che, prima o poi, volendo tratteggiare gli aspetti più caratteristici dell’educatore<br />

cristiano, si parli di lui anche come di una persona che prega. Egli cerca<br />

«l’incontro con il Padre di Gesù Cristo, chiedendo che Egli sia presente con il<br />

conforto del suo Spirito in lui e nella sua opera» (37).<br />

La preghiera, intesa come un bisogno prima ancora che come un dovere, è necessaria<br />

perché permette di alimentarsi alle sorgenti profonde da cui la dedizione<br />

6 Carlo M. Martini, Dio educa il suo popolo, Milano 1987.<br />

UNA<br />

PERSONA<br />

UMILE<br />

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Formazione PER UNA SPIRITUALITÀ DELL’EDUCATORE CRISTIANO<br />

dell’educatore cristiano trae forza e sostegno (cf. quanto richiamato precedentemente);<br />

essa purifica lo sguardo sulla realtà e mantiene autentico il servizio all’altro,<br />

mantenendoci al riparo dai pericoli del narcisismo e dalla brama di potere;<br />

infine, essa sostiene nei momenti più difficili del dialogo educativo, a proposito<br />

dei quali già d. <strong>Bosco</strong> faceva questo saggio richiamo: «In certi momenti molto<br />

gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta<br />

di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente,<br />

dall’altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita».<br />

I santi sono coloro che hanno esercitato in modo esemplare la carità. Il pensiero<br />

va, in questo caso, alla folta e gloriosa schiera di santi e sante che si sono distinti<br />

per aver testimoniato la carità nell’ambito educativo: Filippo Neri, Angela Merici,<br />

Giuseppe Calasanzio, Giovanni <strong>Bosco</strong>, Girolamo Emiliani, Giovanni Battista de La<br />

Salle... per citare soltanto qualche nome. Ad essi l’educatore cristiano guarda come<br />

a modelli e guide, consapevole che la pedagogia cristiana prima ancora che<br />

essere codificata in principi e indicazioni concrete è stata vissuta e testimoniata<br />

dai santi, «veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne<br />

di fede, di speranza e di amore» (40).<br />

Oggi, in nessuna legge riguardante la scuola si usa il termine amore quando si<br />

vuole descrivere il compito che attende gli insegnanti: c’è il timore che sia una<br />

parola di parte, troppo legata all’ideologia, estranea ad una visione laica della professionalità<br />

docente... Noi cristiani dobbiamo avere il coraggio di recuperare questa<br />

parola ormai scomparsa dal lessico pedagogico e parafrasando le parole del<br />

papa affermare che, in definitiva, agli educatori cristiani è affidato il compito di<br />

vivere il loro impegno educativo soprattutto come amore e in questo modo far<br />

entrare la luce di Dio nel mondo.<br />

Aldo Basso


Esperienze<br />

CONVEGNI<br />

VANGELO E FAMIGLIA<br />

INTESA POSSIBILE<br />

Annunciamo e serviamo la buona novella<br />

Del matrimonio e della famiglia<br />

«Seguendo il Cristo "venuto" al mondo "per servire" (Mt 20,28), la chiesa considera<br />

il servizio alla famiglia uno dei compiti essenziali. In tal senso sia l'uomo che la<br />

famiglia costituiscono la “via della Chiesa”» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie,<br />

n. 2).<br />

L’attuale contesto ecclesiale ci chiede di cercare di approfondire tale “servizio”,<br />

lasciandoci guidare da due prospettive fondamentali:<br />

l’eucaristia, valorizzando le propositiones del Sinodo dello scorso mese di ottobre:<br />

L’eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della chiesa;<br />

la speranza, impegnati come siamo nella preparazione del convegno ecclesiale di<br />

Verona del prossimo anno: Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo.<br />

Alla luce di queste prospettive, occorre impegnarsi perché tutta la nostra azione<br />

pastorale nei riguardi del matrimonio e della famiglia faccia trasparire, in maniera<br />

più chiara e significativa, che tutto ciò che la comunità cristiana annuncia e promuove<br />

è “buona novella”, capace di aprire alla speranza.<br />

Occorre farlo senza perdere di vista le possibilità e le sfide che il contesto sociale<br />

pone dinanzi alla famiglia. Ciò che oggi è in gioco non sono tanto alcuni comportamenti<br />

familiari, ma la visione stessa di famiglia e di matrimonio. E questo a livello<br />

morale, culturale e socio-politico.<br />

Nella Traccia di riflessione in preparazione a Verona viene indicato come primo<br />

ambito della testimonianza quello della vita affettiva, aggiungendo: «proprio il<br />

mondo degli affetti subisce oggi un potente condizionamento in direzione di un<br />

superficiale emozionalismo, che ha spesso effetti disastrosi sulla verità delle relazioni.<br />

L’identità e la complementarietà sessuale, l’educazione dei sentimenti, la maternità/paternità,<br />

la famiglia e, più in generale, la<br />

dimensione affettiva delle relazioni sociali, come<br />

pure le varie forme di rappresentazione pubblica<br />

degli affetti hanno un grande bisogno di aprirsi<br />

alla speranza e quindi alla ricchezza della relazione,<br />

alla costruttività della generazione e del legame<br />

tra generazioni». Di qui alcune domande:<br />

«Come integrare in modo autentico gli affetti nell’unità<br />

dell’esperienza razionale e morale? Quale<br />

considerazione ha nella comunità cristiana l’educazione<br />

a una vita affettiva secondo lo Spirito?<br />

Come aiutare a formulare un giudizio culturale e<br />

morale sulla mentalità corrente a riguardo della<br />

vita sessuale e sentimentale? Di quali aiuti ha bisogno<br />

la famiglia per tenere desta la fedeltà alla<br />

sua vocazione?» (n. 15).<br />

Salesiani<br />

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<strong>Salesiana</strong><br />

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RIO


<strong>Salesiana</strong><br />

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TI<br />

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RIO<br />

Un annunzio<br />

significativo<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

CODICE 1983 CODICE 1917<br />

Can. 1055<br />

§ l. Il patto matrimoniale con cui l'uomo<br />

e la donna stabiliscono tra loro la<br />

comunità di tutta la vita, per sua natura<br />

ordinata al bene dei coniugi e alla<br />

procreazione e educazione della prole,<br />

tra i battezzati è stato elevato da<br />

Cristo Signore alla dignità di sacramento.<br />

§ 2. Pertanto tra i battezzati non può<br />

sussistere un valido contratto matrimoniale,<br />

che non sia per ciò stesso<br />

sacramento.<br />

Can 1056<br />

Le proprietà essenziali del matrimonio<br />

sono l'unità e la indissolubilità,<br />

che nel matrimonio cristiano conseguono<br />

una peculiare stabilità in ragione<br />

del sacramento.<br />

Can. 1057<br />

§ l. L'atto che costituisce il matrimonio<br />

è il consenso delle parti manifestato<br />

legittimamente tra persone giuridicamente<br />

abili; esso non può essere<br />

supplito da nessuna potestà.<br />

§ 2. Il consenso matrimoniale è l'atto<br />

della volontà con cui l'uomo e la donna,<br />

con patto irrevocabile, danno e<br />

accettano reciprocamente se stessi<br />

per costituire il matrimonio.<br />

Convegni: VANGELO E FAMIGLIA INTESA POSSIBILE<br />

L’approfondimento teologico e pastorale nei riguardi del matrimonio e della famiglia,<br />

maturato negli ultimi decenni, emerge dal semplice confronto tra il Codice<br />

di Diritto Canonico del 1983 (lib. VI: De Ecclesiae munere sanctificandi) con<br />

quello del 1917 (lib. III: De rebus):<br />

Can 1012<br />

§ I. Cristo Signore ha elevato alla dignità<br />

di sacramento lo stesso contratto<br />

matrimoniale tra i battezzati.<br />

§ 2. Pertanto tra i battezzati...<br />

Can 1013<br />

§ l. Fine primario dei matrimonio è la<br />

procreazione e l'educazione della<br />

prole; fine secondario il reciproco<br />

aiuto e il rimedio alla concupiscenza.<br />

§ 2. Le proprietà essenziali...<br />

Can 1081<br />

§ l. L'atto...<br />

§ 2. Il consenso matrimoniale è l'atto<br />

della volontà con cui entrambi le parti<br />

danno e accettano il diritto sul corpo,<br />

perpetuo e esclusivo, in ordine agli<br />

atti per se capaci di generare la prole.


La pietra miliare di questo rinnovamento è stata certamente la visione del matrimonio<br />

e della famiglia di Gaudium et spes. È un testo da rileggere, per continuare<br />

a camminare nella prospettiva che ha delineato. Costituisce il primo<br />

capitolo della seconda parte delle costituzione: «Dignità del matrimonio<br />

e della famiglia e sua valorizzazione»:<br />

n. 47: Matrimonio e famiglia nel mondo d'oggi.<br />

n. 48: Santità del matrimonio e della famiglia.<br />

n. 49: L'amore coniugale.<br />

n. 50. La fecondità del matrimonio.<br />

n. 51: Accordo dell'amore coniugale col rispetto della vita.<br />

n. 52: L'impegno di tutti per il bene del matrimonio e della<br />

famiglia.<br />

Il cammino post-conciliare è stato caratterizzato da interventi magisteriali<br />

impegnativi: Humanae vitae, Familiaris consortio, Carta dei<br />

diritti della famiglia, Catechismo della Chiesa Cattolica...<br />

A livello di chiesa italiana, mi limito a richiamare Evangelizzazione e<br />

sacramento del matrimonio, Comunione e comunità nella Chiesa domestica,<br />

Direttorio di pastorale familiare…<br />

Questa ricchezza di approfondimento teologico è oggi sfidata da tendenze culturali<br />

che non solo modificano gli stili di vita familiari, ma mettono in discussione la<br />

visione stessa di famiglia, ponendo sul suo stesso livello, anche a livello di normativa<br />

giuridica, altre realtà.<br />

Per poter evangelizzare in maniera significativa in questo contesto, occorre non<br />

perdere di vista l’indicazione di Novo millennio ineunte: «Per l’efficacia della testimonianza<br />

cristiana, specie in questi ambiti delicati e controversi, è importante<br />

fare un grande sforzo per spiegare adeguatamente i motivi della posizione della<br />

Chiesa, sottolineando soprattutto che non si tratta di imporre ai non credenti una<br />

prospettiva di fede, ma di interpretare e difendere i valori radicati nella natura<br />

stessa dell’essere umano. La carità si farà allora necessariamente servizio alla cultura,<br />

alla politica, all’economia, alla famiglia, perché dappertutto vengano rispettati<br />

i principi fondamentali dai quali dipende il destino dell’essere umano e il futuro<br />

della civiltà» (n. 51). Per concretizzare in maniera corretta tutto questo, l’intera<br />

comunità cristiana deve:<br />

• maturare un sincero convincimento sulla necessità non solo di ascoltare,<br />

per poter apportare in maniera significativa il suo contributo alla ricerca di<br />

tutti gli uomini di buona volontà: un contributo che viene dalla sua esperienza<br />

di umanità illuminata dalle parole dei vangelo (Paolo VI);<br />

• più che modelli precisi o soluzioni direttamente operative ai vari problemi,<br />

la chiesa sa di poter offrire alcune istanze fondamentali (critiche e propositive)<br />

che ritiene indispensabili per la ricerca e la realizzazione di soluzioni<br />

qualitativamente valide;<br />

• sa perciò di additare un cammino più impegnativo, perché più fedele a tutte<br />

le dimensioni della persona. Non esita pertanto a denunziare<br />

“scorciatoie” che, benché a volte permettano di raggiungere più prontamente<br />

dei giusti obiettivi, si svelano in prospettiva non adeguatamente al<br />

servizio della dignità di ogni uomo, di ogni famiglia, di ogni popolo;<br />

• la modalità più propria per operare tutto ciò è quella di essere lievito: di<br />

incarnarsi senza chiedere potere; di discernere tra le luci e le ombre che<br />

oggi segnano la realtà familiare; di aprire ulteriormente progetti e prospettive<br />

inserendo speranza anche lì dove i problemi sono più gravi;<br />

11


Giovanile<br />

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NO<br />

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Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

XX Giornata<br />

Mondiale<br />

della<br />

Gioventù<br />

Mgs Italia <strong>Meridionale</strong><br />

SIAMO VENUTI PER ADORARLO<br />

XX Gmg celebrata a Colonia, in Germania<br />

dal 16 al 21 Agosto 2005<br />

La mia prima GMG…è stato bellissimo!<br />

La cosa più bella è stata sicuramente il vedere tutte quelle persone, giovani, riunite<br />

sotto un unico ideale tutte tese a scrutare, come i re magi, la stella che illumina<br />

la nostra vita! E poi vedere tutto quell’amore, gioia e amicizia tra persone<br />

che manco si conoscono!<br />

Ci vediamo a Sidney, non posso perdere un’occasione simile a questa!<br />

Silvia - Lecce<br />

Un’esperienza a dir poco indimenticabile! E’ stata bellissima! Vedere tanta gente<br />

che camminava insieme su una stessa strada, tutti con uno stesso scopo,di incontrare<br />

il volto di Gesù Cristo! Spero di rifare la stessa esperienza!<br />

Alla prossima! Grazie ciao<br />

Mariarosa ’87 - Molfetta<br />

“L’incontro che cambia la vita” è stato l’obiettivo che durante tutto questo anno<br />

mi ha accompagnato. Spero vivamente che questa splendida esperienza non<br />

resti solo un parentesi serena nella mia vita, ma che sia la pista di decollo verso<br />

l’incontro con lui. Sono consapevole che la realizzazione del Regno, così come<br />

il Signore lo ha disegnato, è ancora lontana, ma sono certo di essermi messo in<br />

cammino dietro la stella giusta.<br />

Ilario - Molfetta<br />

Un gruppo di giovani che hanno partecipato alla GMG


Questa esperienza di GMG - dico giusto qualche parola - è stata davvero coinvolgente<br />

e ci ha visto protagonisti indiscussi nel bene e nel male. E’, come molti<br />

dicono, un’esperienza da vivere con i suoi pregi e i suoi difetti, prenderò ciò che<br />

c’è di buono e imparando da ciò che c’è di cattivo.<br />

Da ricordare sarà senza dubbio l’ottima compagnia di tutti voi e lo splendido<br />

clima di collaborazione fra noi ragazzi che si è venuto a creare giorno dopo<br />

giorno. Meraviglioso è stato anche conoscere gente di altra nazionalità, di altre<br />

culture, tutti accomunati da un’unica, grande fede in nostro Signore.<br />

Di cose negative ce ne sarebbero da raccontare, ma penso che ciò che è successo<br />

(i dissapori, il nervosismo, ecc.) ci aiuterà a crescere e a migliorare noi<br />

stessi. L’organizzazione è stata un po’ carente si sa ma guardiamo la cosa in senso<br />

positivo: poteva andarci peggio, no? Anche il cibo è stato sgradevole ma in<br />

fondo siamo sopravvissuti! Anche questo fa parte della GMG!<br />

Di certo abbiamo imparato ad apprezzare ciò che abbiamo a casa ogni giorno,<br />

come ad esempio la cucina italiana, un letto su cui dormire e soprattutto le persone<br />

a cui teniamo di più, quelle che ci vogliono bene e a cui noi vogliamo bene.<br />

Forse abbiamo sentito la mancanza di quelle persone con cui di solito litighiamo.<br />

Beh, ce ne sono di cose su cui riflettere! E’ stato un piacere e un onore<br />

condividere la GMG con voi. Forse mi sono dilungata un po’ troppo!<br />

Ok ora passo questo diario se no mi ammazzano! Grazie a tutti. Alla Prossima!<br />

Simona P. - Molfetta<br />

E’ grazie a tutti voi che quest’esperienza è stata davvero speciale. Grazie a Colonia<br />

ho capito ciò che per me è davvero importante e ho riscoperto quanta gioia<br />

di vivere ho dentro. Spero di cambiare le cose lasciate a Molfetta in virtù di<br />

quest’incontro diretto con il Signore. Che dirvi di più, sono felice e…scusate la<br />

scrittura ma non so scrivere in pulman.<br />

Annalisa D. R. - Molfetta ( Ba)<br />

Vorrei fermare il tempo per rivivere intensamente alcuni momenti…<br />

Non certo quei momenti snervanti trascorsi nei tram, ma quelli che grazie alla<br />

vostra amicizia e alla vostra gioia sono stati indimenticabili!!! Grazie alla condivisione<br />

del pane terreno: viaggio, risate, divertimenti, momenti intensi di spiritualità,…<br />

questa esperienza è stata davvero unica.<br />

Giovanna Paola M. - Molfetta (BA)<br />

Il grande dono dell’amicizia che ho ricevuto in questo periodo ha allargato i miei<br />

orizzonti verso un’amicizia più grande: quella verso Dio.<br />

Ringrazio Dio per aver messo sul cammino della mia vita questa persona!<br />

Panatelo M. - Molfetta (Ba)<br />

Questa esperienza per me è stata molto particolare, a far parte di ciò, c’era un<br />

salesiano che non conoscevo, fuori dai soliti canoni, ma spiritoso e allo stesso<br />

tempo introspettivo: <strong>Don</strong> Gaetano!!! Grazie<br />

Angela S. - Molfetta (Ba)<br />

Ho fame, sonno e devo andare in bagno…Però sono contenta e mi sento rafforzata<br />

dalla splendida settimana trascorsa insieme. Vi voglio bene.<br />

Marileda - Lecce<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

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Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

XX GMG COLONIA SIAMOVENUTI PER ADORARLO<br />

E’ vero che il Signore prende la mano di chi gliela porge…ma è altrettanto vero che<br />

Lui ci tende la Sua… con insistenza…finché tu non la riponi nella Sua!<br />

E’ la mia esperienza di questa GMG.<br />

Fosse stato per me…non mi sarei mai imbarcato in un’esperienza simile…ormai<br />

cinquantenne e …dopo un’estate di fuoco…<br />

Ma chi accompagna i giovani? Domanda a cui c’era una sola risposta…già dal<br />

versamento della prima parte della quota! Anche se in cuor mio speravo che<br />

qualcuno mi rimpiazzasse… Magari all’ultimo momento! Era destino: la Sua Mano<br />

è sempre rimasta tesa! A niente è valso far finta di non vederla o illudermi che<br />

qualcun altro riponesse la sua al mio posto. Si parte!<br />

L’accettare nonostante tutto, Signore, di porgerTi la mia mano ha segnato tutti i<br />

momenti che hanno scandito la mia presenza a Colonia! Sentivo che a volte mi<br />

trascinavi, mi spingevi…ma qualche volta ho tirato anch’io…e “insieme” abbiamo<br />

accompagnato i nostri giovani in questo cammino<br />

Non poteva mancare, però, anche un Tuo “presente”…insomma il tuo regalo:<br />

sentire…riconoscere…, dal vivo, il respiro cosmico di Cristo nei giovani!Grazie!<br />

Chi dimenticherà Marienfeld, Tor Vergata, Parigi, Toronto, Denver?<br />

Grazie per avermi aiutato a riconoscere anche il respiro di Cristo nei “nostri” giovani…quelli<br />

che Tu mi affidi, per mezzo di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, da sempre!<br />

Grazie, perché mi hai fatto sentire non solo il’ “don” dei miei…mi han voluto bene<br />

tutti!<br />

<strong>Don</strong>ga ’57 - Lecce<br />

Sono partita con non molto entusiasmo perché non sapevo esattamente ciò che<br />

mi aspettava. Questo va anche contro la mia indole, io sempre ansiosa di sapere<br />

tutto di progettare ogni cosa. Forse è stato questo il bello di questa GMG, mi ha<br />

aiutato a conoscere meglio me stessa i miei limiti, mi ha dato una grande scossa a<br />

livello spirituale. Non posso che ringraziare il Signore e chi mi ha permesso questa<br />

esperienza.<br />

<strong>Don</strong>atella - Brindisi<br />

...da oggi amo più Dio e il mio prossimo, ho avvertito la sua presenza ed ora la<br />

voglio comunicare a tutti coloro che mi stanno accanto, a partire dalla mia famiglia<br />

e all’oratorio!!!<br />

Seguirò sempre la stella che si è accesa nel mio cuore!<br />

Daniela U. - Brindisi<br />

...sono felice di aver partecipato a questa bellissima esperienza: ho rafforzato la<br />

mia fede in Dio e i rapporti con alcune persone instaurandone di nuovi. Se mi<br />

fosse data la possibilità di ripetere l’esperienza, la ripeterei senza esitazioni. Sono<br />

felice di aver condiviso quest’esperienza con tutte le persone cordiali e simpatiche<br />

che ho conosciuto solo nel pullman… Grazie a tutti.<br />

Teo - Brindisi


Ed eccoci arrivati alla fine di questo lungo cammino che abbiamo condiviso insieme<br />

(mitico pullman 1): a volte ho creduto di non potercela fare…le difficoltà<br />

erano troppe e la salute ha dato spesso segni di cedimento. Se sono arrivata alla<br />

fine intatta e serena è stato solo grazie a voi… alla vostra generosità… al vostro<br />

sostegno. Questa esperienza non ha solo accresciuto la mia fede ma anche la<br />

mia voglia di migliorare come persona ed animatrice… grazie!<br />

Angelica – Molfetta (BA)<br />

La GMG, un’esperienza fantastica ed indimenticabile, nonostante tutti i disagi, le<br />

scomodità e soprattutto la stanchezza. Incontrare giovani da ogni parte del<br />

mondo ma uniti intorno a Lui, il solo che ci ama e che amiamo, è stata un’emozione<br />

che durerà per sempre. È bello sapere che tutti noi abbiamo una stella che<br />

ci guida, il Signore… ed è proprio questa stella che mi ha fatto un dono: vivere<br />

una così grande gioia.<br />

Valentina R. - Lecce<br />

Siamo venuti per adorarlo… questo è stato il tema portante di questa GMG.<br />

E questa è stata la frase che ha reso unica e speciale questa esperienza.<br />

Ero partito per Colonia poco convinto.<br />

Ora torno a Brindisi molto ricco di fede e d’amore da donare al prossimo.<br />

Non vedo l’ora di raccontare tutto a tutti e prepararmi con loro a Sydney…sono<br />

già pronto. Con affetto<br />

Francesco R. - Brindisi<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

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Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

XX GMG COLONIA SIAMOVENUTI PER ADORARLO<br />

Io sto già a Sydney! È inutile soffermarsi sugli infiniti problemi che si sono posti<br />

sul nostro cammino, rimarranno solo racconti di viaggio - fine a se stesso - che<br />

magari il tempo cancellerà.<br />

Vivere a Colonia è stato come accogliere e comprendere il respiro del mondo,<br />

di un mondo che molti vedono già morto, ma che in questa GMG sembra aver<br />

trovato nuovo senso e nuova linfa… il volto di quelle centinaia di migliaia di giovani<br />

era il volto di Gesù! Come non si potrebbe guardare con entusiasmo al futuro!<br />

La sfida più magica è stata quella di fare silenzio dentro di me nella caoticità<br />

di ogni istante, di trovare e scoprire ad ogni passo la presenza al proprio fianco<br />

di un compagno di viaggio unico che ci sosteneva nei momenti più difficili!<br />

La sfida vera inizia ora, fare ritorno ognuno su diverse strade e testimoniare la<br />

luce della stella che abbiamo visto brillare e abbiamo adorato, missionari di un<br />

mondo nuovo! Ringrazio tutto il pullman 1, specialmente Molfetta e quel prete<br />

padovano!<br />

Giuseppe R. - Lecce<br />

Inutile negare che all’inizio le difficoltà stavano per farci perdere anche il senso<br />

di ciò che siamo venuti a fare a Colonia… ma poi grazie al sorriso di chi non si è<br />

lasciato andare, alla gentilezza e alla disponibilità di persone che ho scoperto<br />

accanto a me “provvidenziali”, grazie ai momenti di comunione e alla condivisione<br />

di ogni momento della giornata, grazie al Signore che comunque è in<br />

mezzo a noi… siamo riusciti a vivere al meglio queste giornate. Credo di aver<br />

sperimentato soprattutto l’amore gratuito di chi mi sta vicino nelle difficoltà e<br />

per questo ringrazio il Signore. Faby<br />

Fabiana T. - Lecce<br />

In un’esperienza cosmopolita come è la GMG è facile lasciarsi inebriare dal fascino<br />

del diverso e del lontano;<br />

Voglio ringraziare il Signore perché mi ha dato la possibilità di affacciarmi alla<br />

“finestra sul mondo” e, soprattutto, perché mi ha permesso di ridare nuova linfa<br />

a rapporti dati troppo per scontati.<br />

Aspetto tutti alla prossima!<br />

Angela C. - Lecce<br />

È appena sceso il gruppo di Molfetta tra sorrisi e lacrime di gioia, tra sguardi che<br />

hanno condiviso lo stesso cammino per adorarti, sguardi complici di chi ha qualcosa<br />

in comune, o meglio, Qualcuno: Te. Ti abbiamo incontrato in mille sguardi<br />

dove si scorge un barlume di speranza e in alcuni volti, si è potuta scorgere disseminata<br />

nel mondo una profonda fede da cui poter prendere esempio. Quei<br />

volti, quegli abbracci gratuiti e spontanei di fratelli da tutte le parti del mondo<br />

hanno dato senso alle difficoltà e alla stanchezza di questi giorni. Ecco allora che<br />

possiamo vedere più di tutto il lato positivo di quest’evento, se il cuore è buono<br />

trasforma tutto in positivo! Spero che questo messaggio che ho scorto tra le mille<br />

voci di questi giorni, lo riesca a testimoniare concretamente nella mia vita, a<br />

tradurlo in fatti senza avere paura di non farcela perché so che ho un amico ac-


canto a me, che, come disse Giovanni Paolo II e ha ribadito Papa Benedetto<br />

XVI, non toglie niente e dona tutto! Un grazie a tutti quelli che mi hanno affiancato<br />

in questa avventura e che mi hanno dato qualcosa di sè…<br />

Valentina L. - Lecce<br />

Grazie!! Lasciate a Dio il diritto di parlarvi!!!<br />

Andreina S. - Brindisi<br />

Caro <strong>Don</strong>ga<br />

Che esperienza…<br />

Ricordi? All’inizio ero triste non mi sentivo coinvolta… ho riflettuto tanto e ho<br />

capito che avevo completamente perso di vista l’obbiettivo. Mi aspettavo chissà<br />

che cosa quando invece per essere felice mi doveva bastare anche solo il fatto<br />

che il Signore mi avesse chiamata e avesse fatto in modo che io venissi. Ho fatto<br />

tante belle amicizie… e sono contenta… la fatica è stata tanta… forse troppa per<br />

me, ma alla fine ce l’ho fatta…il risultato di questa GMG è dipeso solo da me e<br />

non da un programma inesistente o da un treno perso, o da un “diluvio universale”.<br />

Forse devo ancora “maturare” nel mio cuore questa esperienza per comprenderla<br />

bene. Ma sono in fin dei conti soddisfatta perché penso che la porterò<br />

per sempre nel mio cuore e che tra un po’ di giorni non ci sarà più niente di negativo<br />

che mi ritornerà alla mente.<br />

Federica V. - Lecce<br />

Se ne andarono tristi…<br />

Tornarono giubilanti…<br />

Alle volte bisogna sperimentare la caduta per apprezzare di più la gioia… e così<br />

le difficoltà di questi giorni hanno solo aumentato l’allegria, la comunione e lo<br />

spirito di gruppo.<br />

Ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere tante nuove persone, le loro storie,<br />

i loro sogni e le loro speranze.<br />

Grazie per avermi dato una prima visione della santità del Tuo Progetto e avermi<br />

ricordato che la mia “missione” è in realtà una scelta che si porta avanti in<br />

più di 150 paesi. Che questi giorni siano per me monito di conforto e supporto<br />

ora e nei giorni futuri, che il ricordo non mi abbandoni, né sia motivo di tristezza<br />

ma piuttosto una ricchezza con cui andare, finalmente, avanti. “il Signore ci vuole<br />

in viaggio” e che questo viaggio continui allora!<br />

Massimo – Lecce<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

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Salesiani<br />

Italia<br />

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MGS<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Vita di movimento<br />

UN ANNO DI “GRAZIE”<br />

UN MOVIMENTO “EUCARISTICO”<br />

Si è chiuso l’anno speciale dell’Eucaristia: l’ulteriore opportunità, l’ultima del suo<br />

pontificato, che Giovanni Paolo II ha regalato alla Chiesa tutta.<br />

La pastorale Giovanile della nostra <strong>Ispettoria</strong> nei suoi vari appuntamenti<br />

non ha mancato di accogliere le indicazioni e i suggerimenti che il Papa aveva<br />

dato per vivere al meglio “lo stupore Eucaristico” che doveva caratterizzare l’atteggiamento<br />

della Chiesa in quest’anno di “sintesi” come lo aveva definito.<br />

La cura della Celebrazione Eucaristica costituiva già una caratteristica delle<br />

varie convocazioni giovanili del MGS e dei momenti formativi per gli animatori,<br />

si è continuato a fare della Messa il cuore e l’apice di ogni evento ma si è privilegiata<br />

anche la contemplazione del mistero eucaristico attraverso l’Adorazione<br />

del Sacramento.<br />

Proprio agli inizi dell’anno in occasione dello stage degli animatori si è<br />

proposta l’Adorazione eucaristica che aveva al centro, ovviamente, l’ostensione<br />

del Pane Eucaristico ma era sostenuta anche da linguaggi giovanili che aiutassero<br />

i partecipanti a riconoscere la presenza del Signore Gesù sotto le umili apparenze<br />

del pane.


Il cammino del Movimento era tutto diretto verso Colonia dove ben Quattrocento<br />

giovani delle nostre comunità sognavano di poter dare testimonianza<br />

della centralità dell’Eucaristia nella loro esistenza ma lungo l’anno in tutte le Opere<br />

non sono mancati i momenti di adorazione, facendo riscoprire questa formula<br />

di preghiera che ha sorpreso, per l’intensità con cui veniva vissuta, innanzitutto<br />

i salesiani stessi.<br />

Gli esercizi spirituali di Quaresimaviva hanno costituito un’occasione privilegiata<br />

per un incontro “cuore a cuore” tra i nostri giovani e il “Pane di vita”.<br />

Tutto era mirato a che i ragazzi potessero sperimentare l’ardore della Parola nei<br />

loro cuori e riconoscere il Risorto nello “spezzare del pane”. La Celebrazione<br />

Eucaristica e l’Adorazione sono stati momenti di vera intimità spirituale.<br />

Feste e Confronti sono stati occasioni per comprendere qualche aspetto<br />

particolare della più grande tesoro che la Chiesa possiede.<br />

Il 17 aprile a Soverato in occasione delle feste preadolescenti e adolescenti<br />

si è potuto assistere ad una vera e propria festa dell’Eucaristia!<br />

I preadolescenti impegnati a realizzare un pranzo che poi hanno allegramente<br />

consumato hanno sperimentato la dimensione conviviale della Cena del<br />

Signore.<br />

Gli adolescenti hanno approfondito attraverso una serie di laboratori cosa<br />

significa l’attiva partecipazione alla celebrazione del Sacrificio di Gesù.<br />

La giornata si è conclusa con una splendida testimonianza di fede: attraversando<br />

le vie della città al seguito di Cristo-Eucaristia i Giovani del MGS hanno<br />

dichiarato in compagnia di chi vogliono camminare lungo la via dell’esistenza.<br />

Statio privilegiata dell’anno dell’Eucaristia è stata la celebrazione del Confronto<br />

Giovani in concomitanza con le manifestazioni conclusive del Congresso<br />

Eucaristico Nazionale a Bari il 28 maggio, ben 800 erano i giovani provenienti<br />

dalle case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si sono fatti sentire!<br />

Hanno proclamato con la loro presenza il desiderio di essere Chiesa attorno a<br />

Pietro.<br />

I confratelli non potevano rimanere al di fuori di questo largo “movimento<br />

eucaristico” e hanno privilegiato anche in occasione di ritiri e di esercizi spirituali<br />

i momenti di celebrazione e di adorazione. Ma è stato in occasione della verifica<br />

di fine anno che Gesù Eucaristia ha potuto “vedere” tutta l’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong><br />

inginocchiata ai suoi piedi.<br />

Prima di confrontarsi con obiettivi e attività realizzate, i confratelli si sono<br />

ritrovati prostrati ai piedi di colui che è l’ultimo vero obiettivo della loro esistenza,<br />

mentre un numero di grani d’incenso pari a quello dei confratelli dell’ispettoria<br />

si consumava alla sua presenza; palpabile testimonianza di cento e cento vite<br />

che si consumano in sacrifico di soave odore nella esistenza di ogni giorno delle<br />

nostre comunità.<br />

L’estate non ha visto diminuire l’entusiasmo per la riscoperta della centralità dell’Eucaristia:<br />

in tutti i campiscuola e momenti di riflessione non è mancato il giusto<br />

posto alla celebrazione, all’adorazione e alla contemplazione del Sacramento<br />

dell’altare.<br />

Eccezionale è stata l’adorazione svoltasi in occasione della Festa dell’estate<br />

degli oratori della Calabria. Nella splendida Cattedrale di Gerace guidati da<br />

quel grande mistagogo che è Padre Gian Carlo Maria Bregantini più di 600 ragazzi<br />

hanno piegato le ginocchia davanti alla Bianca Ostia. Stupiti essi stessi dal<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

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Salesiani<br />

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<strong>Meridionale</strong><br />

silenzio che li avvolgeva meravigliavano i loro animatori nello scoprire la verità<br />

della parola del Maestro: “lasciate che i piccoli vengano a me”.<br />

Ed ecco Colonia. Con un milione di giovani “magi”, questa volta non provenienti<br />

solo dall’oriente ma da ogni angolo della terra, i giovani delle nostre case<br />

hanno vissuto giorni meravigliosi in cui stanchezza e gioia, disagi e preghiera ardente<br />

si sono amalgamati nel pane fragrante della comunione. Giovanni Paolo<br />

dal Cielo e Benedetto dalla collina di Marienfeld sorridevano e benedicevano<br />

coloro che sono le “sentinelle del nuovo millennio”.<br />

Anche l’inizio del nuovo anno, coincidendo ancora con la parte terminale<br />

dell’Anno dell’Eucaristia, è stato caratterizzato dalla centralità dell’Eucaristia. La<br />

spiaggia di Cetraro, che ha ospitato l’Assemblea Territoriale del Movimento Giovanile<br />

Salesiano è stata il teatro dell’Adorazione notturna che ha proclamato la<br />

volontà dei giovani del nostro movimento di voler conservare lo Spirito di famiglia,<br />

cuore della strenna di quest’anno educativo e pastorale, attingendo alla linfa<br />

del mistero di comunione che è l’Eucaristia dove Dio convoca a tavola i suoi figli.<br />

Al termine di questi dodici mesi di stupore quale parola si può porre a suggello<br />

se non ευχαριστω: Grazie!<br />

Grazie al Santo Padre Giovanni Paolo II che ci ha donato questo anno così necessario<br />

alla Chiesa!<br />

Grazie al Santo Padre Benedetto XVI che ha riverberato, da profondo teologo e<br />

guida dei credenti, le ricchezze insondabili del Tesoro più prezioso della Chiesa!<br />

Grazie a i confratelli che si sono impegnati per rinnovare e promuovere il culto<br />

eucaristico nel loro lavoro quotidiano! Ma soprattutto…<br />

Grazie ai nostri giovani che ci hanno fatto riscoprire la capacità attrattiva del Pane<br />

del Cielo già sperimentata da Domenico!!!<br />

Torniamo a Gerusalemme: al nostro quotidiano e facciamo nostro l’ardore<br />

e lo stupore di Cleopa e del suo anonimo compagno al quale siamo chiamati a<br />

prestare volto e voce. “lo abbiamo riconosciuto, Egli è vivo!!!”<br />

Carlo Cassatella


Comunicazioni<br />

Sociali<br />

cinema<br />

IL GRANDE SILENZIO<br />

Philip Gröning<br />

TITOLO: IL GRANDE SILENZIO<br />

Titolo originale: DIE GRÖSSE STILLE<br />

Regia: Philip Gröning<br />

Durata: h 2.44<br />

Nazionalità: Germania 2004<br />

Genere: documentario<br />

al cinema nel Marzo <strong>2006</strong><br />

Dopo i pinguini ora i Monaci. Un altro documentario<br />

diventa campione di incassi e conquista il pubblico.<br />

E' il caso di IL GRANDE SILENZIO (Die Grosse<br />

Stille) di Philip Groning, presentato alla Mostra di<br />

Venezia. La pellicola racconta dei sei mesi trascorsi<br />

dal regista nel silenzio quasi fantastico, lontano dal<br />

mondo e dalla sua confusione, del chiostro della<br />

Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per documentare<br />

la vita dei Monaci Certosini e la loro regola<br />

suprema, quella del distacco più assoluto dal mondo.<br />

La pioggia cade sui pannelli di vetro e le campane suonano richiamando<br />

alla preghiera risuonando nei cortili innevati del convento della Grande<br />

Chartreuse. Questo è l'inizio di Verso il grande silenzio, film di Philip Groning<br />

dedicato allo studio della vita monastica nel suo aspetto di contemplazione e di<br />

preghiera. Groning si era già recato nel 1984 presso i monaci francesi chiedendo<br />

loro il permesso di effettuare le riprese per il suo progetto. Allora il permesso<br />

di illustrare la vita all'interno del convento gli fu negato, ed i religiosi motivarono<br />

la loro decisione dicendo semplicemente che i tempi non erano ancora maturi.<br />

Ma un bel giorno a Groning è stata concessa la possibilità di realizzare il suo<br />

progetto, e così ha potuto trascorrere un lungo periodo di sei mesi, tra l'estate<br />

del 2002 e l'inverno del 2003, in mezzo ai frati della Grande Chartreuse, filmando<br />

la loro quotidianità, fatta di piccoli gesti di devozione silenziosa in ogni momento<br />

della giornata, nel lavoro come nella preghiera.<br />

Il risultato è il presente film, di durata certamente ragguardevole (più di due ore<br />

e mezza), in cui il silenzio è la caratteristica prevalente. Il regista sceglie di non<br />

fare un documentario verità scandagliando ad esempio le motivazioni o le personalità<br />

dei monaci che sono stati ripresi, ma preferisce mostrare la loro semplicità<br />

ed i loro visi luminosi e quasi stupiti di fronte ad una macchina da presa.<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Giovanile<br />

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Giovanile<br />

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Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Non li sentiamo quasi mai parlare, se non per cantare e l'unico ad avere la parola<br />

è un anziano monaco non vedente che mette a parte il regista di alcune sue<br />

riflessioni molto brevi come: "Non bisogna avere paura della morte. Più ci si avvicina<br />

a Dio, più si è felici". Per il resto possiamo sentire solo i suoni che illustrano<br />

l'operosa attività del convento, le forbici che tagliano la lana, la pala che scava<br />

nella neve friabile ed i passi dei monaci nel chiostro cavernoso. Talvolta il regista<br />

mostra anche il lato giocoso dei frati, ad esempio riprendendoli mentre si<br />

divertono a discendere lungo un dirupo innevato.<br />

Si tratta di un film che si potrebbe definire "meditativo", e senza dubbio è necessario<br />

trovarsi in un particolare stato di ricettività spirituale per poter apprezzare il<br />

grande silenzio, ma senza dubbio le serene immagini di Groning riescono a dare<br />

un senso di pace a chi vive ritmi più frenetici e meno legati al misticismo dei monaci<br />

della Grande Chartreuse. Una dimensione cinematografica quindi difficile<br />

da raggiungere, come testimoniano i due anni necessari per il montaggio: "Non<br />

esistono regole drammaturgiche per realizzare un film silenzioso. E' stata come<br />

una grande sinfonia nella quale era necessario trovare la giusta armonia"<br />

Intervista al regista ed ai protagonisti.<br />

Per ora il film esce il 31 marzo con 45 copie, ma la produzione ha avuto già richieste<br />

per 100. Alcune televisioni si sono già dimostrate interessate ad acquistare<br />

la pellicola per la messa in onda, ma la distribuzione è disponibile alla trasmissione<br />

televisiva a condizione che sia ininterrotta. Apparentemente impensabile<br />

per il mercato tv in Italia, ma non si può mai dire. Il Grande Silenzio è uscito in<br />

Germania lo scorso 10 novembre<br />

ed è stato il miglior film per rapporto<br />

tra spettatori e numero di<br />

copie per tre settimane, per essere<br />

poi scalzato durante il periodo<br />

prenatalizio per una sola settimana<br />

da Harry Potter. È ancora in<br />

programmazione in 25 città ed è<br />

stato visto da oltre 160.000 spettatori.<br />

Non male -afferma Groning<br />

- per un film che a detta del produttore<br />

avrebbe realizzato al<br />

massimo 25.000 spettatori. In<br />

realtà il produttore del Grande<br />

Silenzio aveva definito il film come<br />

un capolavoro, sottolineando<br />

I Monaci Certosini in un momento di condivisione<br />

cinema IL GRANDE SILENZIO


però che sarebbe stato adatto al massimo per il pubblico dei cineclub. Mai poi il<br />

film ha iniziato a circolare nell'apprezzamento generale, ed il regista ha detto al<br />

proprio produttore "Se i tuoi gusti sono così lontani dal pubblico forse dovresti<br />

cercare di cambiare mestiere". Allora quest'ultimo ha preso la decisione di distrubuire<br />

il film, e non di cambiare lavoro. Il film non è stato a basso costo, come<br />

potrebbe sembrare a prima vista, perché Groning voleva raggiungere un livello<br />

superiore di qualità tecnica. Avrebbe potuto girare con un'equipaggiamento<br />

standard, ma il regista tedesco ha scelto la High Definition quando l'unico ad<br />

usarla era George Lucas. E così tra l'affitto della macchina da presa e le conseguenti<br />

sedute di mixaggio sonoro per il riversamento in 35mm sono stati spesi<br />

oltre 700.000 euro. "Ricordo - continua il cineasta - che la nostra era la macchina<br />

della Sony numero nove. Considerando che tre o quattro macchine stavano nei<br />

loro laboratori direi che forse era la quarta macchina da presa ad essere usata in<br />

quell'epoca".<br />

In realtà Groning non si dice sorpreso del successo riscosso in Germania, anche<br />

perché i film sulla spiritualità, spesso di matrice orientale, sono molto apprezzati<br />

pur se lontani dalle radici culturali dell'occidente. L'approccio verso la spiritualità<br />

di noi occidentali, continua il regista, è spesso molto negativo in quanto vogliamo<br />

cercare di raggiungere la parte più profonda di noi stessi per mettere in moto<br />

un cambiamento radicale, in grado di renderci molto diversi da quello che<br />

siamo. Questo in parte è dovuto al fatto che comunque abbiamo un atteggiamento<br />

conflittuale con la nostra religione. Mentre ad esempio non ho contrasti<br />

con lo sciamanesimo e per questo non alcuna difficoltà ad accettare quello che<br />

viene proposto sullo schermo. Ma è importante rapportarsi con il sistema entro<br />

il quale si viene allevati.<br />

Per Groning vivere con i monaci durante i sei mesi di riprese è stato particolarmente<br />

importante perché ha avuto il modo di vedere persone radiose, felici,<br />

libere dalla schiavitù della paura perché sanno che tutto quello che accade non<br />

può essere male in quanto proviene da Dio, e che non si può sprecare la propria<br />

vita perché non è così che funziona. Il film ruota intorno a due massime<br />

"Dio, tu mi ha sedotto ed io mi sono lasciato sedurre" e "Chi non lascia i propri<br />

averi non può essere mio discepolo". Queste due massime sono il campo di tensione<br />

all'interno del quale ruota non solo l'universo monastico ma anche la nostra<br />

vita. Una vita fatta di responsabilità e di impegno, ma anche di seduzione e<br />

di abbandono alla vita stessa. Eccedere in un senso o nell'altro è sempre sbagliato.<br />

La cosa più divertente è che durante le riprese è che i monaci non erano minimamente<br />

impressionati dalla macchina da presa, anzi non lo consideravano un<br />

oggetto importante, non erano né agitati né nervosi di fronte ad essa. Inoltre<br />

non erano preoccupati di dover rappresentare dei monaci di bell'aspetto! C'erano<br />

due monaci che non volevano essere ripresi, ed il regista li informava quotidianamente<br />

di dove avrebbe girato, in modo da permettere loro di evitare la<br />

troupe. Quando i monaci hanno visto il film per la prima volta si sono divertiti<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

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Salesiani<br />

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<strong>Meridionale</strong><br />

cinema IL GRANDE SILENZIO<br />

molto, hanno persino riso. E poi hanno notato piccole cose su se stessi, sull'osservanza<br />

delle regole e di come si possano violare innocentemente, magari parlando<br />

con un gatto durante il voto di silenzio, oppure affrettandosi a suonare<br />

una campana perché si è in ritardo. Il regista dichiara di non essere un cattolico<br />

particolarmente ardente, e che nella Germania degli anni '60 la sua generazione<br />

è cresciuta all'ombra di una struttura ecclesiastica tesa ad enfatizzare il ruolo del<br />

peccato e della colpa nella vita dell'uomo. E che solo nel monastero della Grande<br />

Chartreuse Groning ha avuto esperienza del concetto di Grazia, fino a quel<br />

momento a lui estraneo. Ma questo film-esperienza, come lo definisce egli stesso,<br />

non è solo per credenti ma anzi è un invito per gli atei e per gli agnostici,<br />

perché attraverso la quotidianità dei monaci si riesce a scorgere qualcosa che va<br />

al di là delle facoltà cognitive umane. Ed inoltre ogni essere umano ha una relazione<br />

con il tempo. "Certo, ammette Groning, ci sono spettatori che lasciano la<br />

sala dopo 45 secondi o 2 minuti dopo l'inizio, e questo lo apprezzo, se un film<br />

non piace conviene andarsene subito, perché se passano cinque minuti poi diventa<br />

sempre più difficile andarsene. E questo è un film fortemente dichiarativo<br />

fin dalle prime sequenze, si capisce subito dove vuole andare. Vuole dare allo<br />

spettatore la possibilità di vagare all'interno di se stesso, invitandolo allo stesso<br />

tempo a mettersi nelle mani del regista per le prossime tre ore, con la promessa<br />

che si può fidare di lui".<br />

"La cosa che mi è piaciuta di più - dice il regista - è vedere i voltli rilassati degli<br />

spettatori all'uscita delle sale. Nel film il lavoro non è il valore centrale mentre<br />

nella società di oggi e specialmente in Germania c'è una specie di situazione di<br />

panico perché si comprende che non ci sarà lavoro per tutti in futuro. E questo<br />

è il frutto coerente di un progresso tecnologico che ricerca la massimizzazione<br />

della produzione e la riduzione dei costi e delle risorse necessari a raggiungere<br />

questo scopo. Ma il lavoro non è sempre stato il valore fondante della civiltà<br />

occidentale, in quanto ha questa valenza solo da due, trecento anni. Ha quasi la<br />

valenza di una moda. Cinquecento anni fa non era molto alla moda portare i<br />

pantaloni ad esempio".<br />

Groning è leggermente restio a parlare del suo prossimo progetto, che è in fase<br />

ancora embrionale. Si tratta di una fiction sul filosofo tedesco Martin Heidegger<br />

(1889-1976), che il regista preannuncia come "aggressiva". Quindi sembra proseguire<br />

sulla riflessione sulla natura del tempo anche se Groning sottolinea<br />

"L'essenza dell'arte cinematografica è proprio il tempo, e dopo questo film (Il<br />

Grande Silenzio) non credo di poter raggiungere una purezza simile, ed ogni<br />

mio nuovo lavoro sarà da questo punto di vista un passo indietro. La cosa migliore<br />

sarà fare qualcosa di completamente diverso".


Famiglia<br />

<strong>Salesiana</strong><br />

Volontari con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />

Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (CDB):<br />

verso la III Assemblea<br />

“Un solo corpo, un solo Spirito”: questo lo slogan che farà da filo conduttore ai<br />

lavori della Terza Assemblea Internazionale che i Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />

(CDB) celebreranno dal 27 dicembre 2005 al 4 gennaio <strong>2006</strong>.<br />

L’Assemblea si svolgerà presso la Casa Generalizia dei Salesiani in Roma e sarà<br />

aperta dalla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rettor Maggiore, don Pascual<br />

Chavez, alla presenza dei rappresentanti dei diversi Gruppi della Famiglia<br />

<strong>Salesiana</strong>.<br />

Di fondamentale importanza per la vita ed il futuro dell’Associazione i temi che<br />

verranno trattati a conclusione di un percorso di riflessione, formazione e studio<br />

che, a partire dai membri del Consiglio Centrale, ha coinvolto tutti i membri delle<br />

varie parti del mondo.<br />

Si approderà, infatti, all’approvazione del nuovo testo delle Costituzioni nonché<br />

del Progetto Formativo generale.<br />

Sarà, inoltre, l’occasione per avviare l’iter che porterà al riconoscimento dell’attuale<br />

Associazione Pubblica di Fedeli Laici a Istituto Secolare che si prevede di<br />

Diritto Pontificio.<br />

L’Assemblea sarà anche chiamata all’elezione del nuovo Responsabile Centrale<br />

e del suo Consiglio.<br />

I Volontari Con <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> (CDB) hanno da poco concluso l’anno di celebrazione<br />

del decennale dalla fondazione (1994 – 2004), anno ricco di nuovi ingressi e<br />

della Professione Perpetua di diversi membri.<br />

Ad oggi i CDB sono presenti oltre che nell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Meridionale</strong> anche in 20<br />

nazioni di 4 continenti.<br />

Questa nuova vocazione all’interno della Famiglia <strong>Salesiana</strong>, nella misura in cui<br />

viene conosciuta affascina molti giovani che, spinti dal desiderio di seguire Cristo<br />

“nel mondo”, si impegnano a vivere le Beatitudini evangeliche professando i<br />

voti di povertà, castità ed obbedienza.<br />

Per eventuali informazioni<br />

visita il sito alla pagina<br />

www.volontaricondonbosco.org<br />

e contattaci all’indirizzo<br />

comunicazione@volontaricondonbosco.org<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

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Salesiani<br />

AMM<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

associazione Mamma Margherita<br />

UN INCONTRO DI FAMIGLIA<br />

150° anniversario della morte<br />

di mamma Margherita<br />

Come di consueto, anche quest'anno abbiamo avuto l'opportunità e la gioia di<br />

partecipare all'incontro dei genitori dei Salesiani di don <strong>Bosco</strong>, che ha avuto<br />

luogo presso l'istituto di Santeramo la prima domenica d'avvento.<br />

Malgrado il lungo tragitto che alcuni hanno dovuto precorrere, data la vastità<br />

della nostra ispettoria, e l'inclemenza del tempo, un folto gruppo di genitori<br />

era presente.<br />

Dopo essere stati accolti affettuosamente dall'Ispettore, il quale poco dopo è<br />

stato costretto ad allontanarsi per un impegno sopraggiunto, e dal direttore<br />

della casa don Ciro Solofra, il nostro referente ispettoriale don Fernando Lamparelli<br />

ha curato le presentazioni ed ha illustrato, soprattutto per coloro che<br />

partecipavano per la prima volta a questo tipo di incontro, alcuni punti dello<br />

statuto dell'associazione. Poi ha sottolineato l'importanza delle riunioni periodiche<br />

che hanno lo scopo di rinsaldare le conoscenze e di arricchirci, per stare<br />

"vicini", nel modo giusto, al nostro figlio sacerdote il quale « ... nell'adorazione,<br />

nella predicazione della Parola, nell'offerta del Sacrificio Eucaristico e nell'amministrazione<br />

degli altri sacramenti, partecipa alla stessa funzione degli apostoli».<br />

(decreto conciliare "Il ministero e la vita sacerdotale" del 07/12/1965).<br />

Grande rilievo è stato dato al fatto che il prossimo anno ricorre il 150° anniversario<br />

della morte di mamma Margherita della quale è in corso il processo di<br />

beatificazione.<br />

La mamma di don <strong>Bosco</strong> è un esempio luminoso per tutti gli educatori, ma<br />

soprattutto per i genitori dei salesiani. E' stata sempre una guida sicura e salda<br />

per il figlio Giovanni.<br />

Per questo motivo siamo invitati a riflettere sulla sua vita e sui suoi insegnamenti.<br />

Il vicario ispettoriale, don Guido Errico, rileggendo alcuni brani di una biografia<br />

di mamma Margherita scritta da don Fantozzi, ha evidenziato i valori ai quali<br />

ella ha ispirato la sua vita e la sua opera educativa ed ha richiamato la nostra<br />

attenzione sulla perenne attualità di tali valori. Numerosi sono stati gli elementi<br />

sui quali siamo invitati a riflettere, anche nella mutata realtà sociale odierna.<br />

Per esempio:<br />

1. Il significato di famiglia "aperta": ai figli, anche a quelli non propri, ai<br />

parenti, al prossimo, soprattutto se bisognoso;<br />

2. Il valore della preghiera in famiglia, la giornata scandita da momenti di<br />

preghiera;


3. Il valore della libertà connesso alla verità;<br />

4. Il diritto-dovere dei genitori di educare i figli, di guidarli nella loro realizzazione<br />

e maturazione umana e cristiana;<br />

5. La gratitudine verso Dio, sempre, per tutto, per la vita e per ciò che essa<br />

ci offre ogni giorno (gioie e dolori). Se siamo grati a Dio, siamo anche<br />

capaci di gratuità ed educhiamo alla gratuità, senza star lì sempre, a fare<br />

i "conti" del dare e dell'avere.<br />

Numerosi ancora sono gli insegnamenti che mamma Margherita ci offre, per<br />

esempio: il senso cristiano del lavoro, il valore dell'istruzione, ancora più luminoso<br />

se veniva colto persino da una donna analfabeta, ed infine, ma non ultima,<br />

la capacità di staccarsi dalla persona amata per il bene dell'altro.<br />

La capacità di ricavare il meglio dai nostri ragazzi o dai nostri figli e di non<br />

"accontentarsi del 6-" ciò che potremmo definire "amore esigente" ha suscitato<br />

vari interventi che hanno condotto la riflessione sul piano della fedeltà agli impegni<br />

assunti; argomento sul quale abbiamo dialogato anche mentre uscivamo<br />

dalla sala riunioni.<br />

È seguita la celebrazione eucaristica cui hanno partecipato 3 gruppi: quello dei<br />

tirocinanti che erano a Santeramo già dal sabato pomeriggio, quello dei responsabili<br />

della P.G.S. e quello dell'associazione mamma Margherita.<br />

Il pranzo si è svolto in un clima gioioso e familiare. Alla fine don Lamparelli ha<br />

consegnato a ciascuna famiglia il libro della biografia di mamma Margherita<br />

scritto da don Fantozzi ed ha raccomandato a tutti i presenti di partecipare al<br />

pellegrinaggio nei luoghi salesiani che si prevede avrà luogo il prossimo maggio<br />

ed agli esercizi spirituali nel prossimo giugno a Pacognano.<br />

Tra saluti calorosi e arrivederci abbiamo lasciato Santeramo diretti alle nostre<br />

case, ma, sono certa, con il cuore colmo di gratitudine per il dono che Dio ha<br />

voluto farci di un figlio Salesiano.<br />

Giovanna Errico<br />

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Italia<br />

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Il prossimo 11 febbraio ricorrerà il trentennale della morte di Padre Francesco<br />

Convertini, questo nostro confratello missionario in India, nativo di Locorotondo<br />

e vissuto a Marinelli, contrada di Cisternino.<br />

Diverse iniziative sono in cantiere, ma l’opera salesiana, l’Unione Ex-Allievi/e e<br />

l’Associazione pro Marinelli hanno già voluto iniziare alla grande l’anno.<br />

Nei giorni scorsi, infatti, si è svolto un importante evento che ha coinvolto non<br />

solo l’opera salesiana, ma tutta la cittadinanza di Cisternino.<br />

Cuore delle giornate è stata la visita nei luoghi di Padre Convertini di don Luciano<br />

Colussi sdb, vicepostulatore e vicario generale della diocesi di Krishnagaar, e<br />

di don Enrico dal Covolo sdb, postulatore generale della Congregazione <strong>Salesiana</strong>.<br />

<strong>Don</strong> Luciano si trovava in Italia proprio perché all’inizio del mese di ottobre<br />

ha consegnato alla Congregazione per le cause dei Santi gli atti del processo<br />

diocesano, che passa ora agli esami del Vaticano.<br />

Sabato 8 i giovani della parrocchia di Casalini, altra contrada di Cisternino, hanno<br />

messo in scena nel Palaconvertini il musical “Forza venite gente” che ci ha<br />

introdotti nella riflessione sulla santità.<br />

Domenica 9 è stata ricca di eventi importanti. Al mattino, sempre nel Pala, si è<br />

svolto l’annuale convegno degli ex-allievi, nel quale don Luciano e don Enrico<br />

hanno presentato la figura di Padre Convertini. A questo momento è seguita la<br />

Messa solenne presieduta da don Luciano e il pranzo fraterno insieme, con la<br />

tradizionale foto di rito.<br />

Nel pomeriggio c’è stato invece l’incontro con le comunità di Marinelli e di Locorotondo.<br />

Si sarebbe dovuto svolgere nella piazza di Marinelli, all’ombra del<br />

fragno e nei pressi della statua dedicata a Padre Francesco. Purtroppo però la<br />

pioggia ci ha costretti a ripiegare ancora una volta nel Palaconvertini.<br />

Tuttavia, l’incontro è stato molto interessante e partecipato e ha visto anche la<br />

presenza del nostro Ispettore don Pasquale Martino.<br />

La banda “Fiati giovani” di Cisternino ha aperto il momento celebrativo. È seguita<br />

la Messa presieduta da don Enrico. Quindi, i discorsi ufficiali dei sindaci di<br />

Cisternino e di Locorotondo, dell’Ispettore, di don Luciano e don Enrico. Il direttore<br />

don Cristiano ha poi tirato le somme della manifestazione. Un lauto buffet<br />

di prodotti tipici della zona ha poi concluso il tutto.<br />

Infine, lunedì 11 don Luciano ha incontrato, sempre nel Pala, alcuni allievi delle<br />

scuole elementari, medie e del liceo polivalente.<br />

Legenda:<br />

Novità<br />

Editoriali<br />

Cisternino<br />

Un fragno che fiorisce davvero<br />

Inizia alla grande il trentennale della morte<br />

di Padre Francesco Convertini<br />

Articoli, cronache e varie<br />

inviati dalle case<br />

Articoli tratti dai quotidiani<br />

e dalla stampa<br />

Lettere


Certamente al termine di giornate spiritualmente così intense rimane nel cuore<br />

la gioia di essersi accostati a un gigante della santità quale Padre Francesco era.<br />

Con la sua semplicità ha saputo testimoniare una misura alta di vita cristiana ordinaria.<br />

Davvero una figura da riscoprire quella di Padre Francesco, alla cui biografia<br />

invitiamo tutti ad accostarsi per scoprire il mistero di amore che lo ha reso<br />

realmente “tutto a tutti”, con gioia, nel nome di don <strong>Bosco</strong>.<br />

“…Il fragno! Una pianta, un popolo, un uomo fiorito in santità”<br />

(Da Anche il fragno fiorisce di don Nicola Palmisano)<br />

Foggia<br />

CAMPO SCUOLA<br />

GIOVANI MINISTRANTI 2005<br />

Il gruppo Giovani Ministranti della Parrocchia “Sacro Cuore” di Foggia ha vissuto<br />

il terzo campo scuola annuale che ha avuto luogo a Roca Vecchia di Melendugno<br />

(Le) dal 1° al 5 settembre 2005.<br />

I partecipanti sono stati 14 ragazzi, con una età compresa tra i 14 e i 18 anni, il<br />

direttore del campo e la guida spirituale è stata don Pino Ruppi, gli animatori<br />

sono stati Giancarlo D’Ercole e don Francesco Preite.<br />

Il Campo ha avuto come tema il seguente: “Liturgia: azione sacra per eccellenza<br />

in cui Dio e l’uomo rinnovano il loro reciproco patto di amore”. La proposta di<br />

questa esperienza ha inteso offrire ai ministranti un sentiero per far scoprire e<br />

gustare, attraverso la ricerca personale e di gruppo, la vita piena e abbondante<br />

che Dio dona loro in Gesù suo Figlio proprio attraverso la celebrazione liturgica,<br />

in modo particolare quella eucaristica. La domanda che ci ha guidati nel corso<br />

del campo è stata la seguente: “Che cosa celebra la liturgia?”, e la risposta è già<br />

presente in un certo qual<br />

modo nell’obiettivo generale<br />

del campo: “Riconoscere la<br />

Santa Liturgia come l’evento<br />

in cui io divento protagonista<br />

della storia della salvezza,<br />

in quanto, partecipando<br />

al mistero pasquale di Cristo,<br />

vivo sempre più in comunione<br />

con Dio e con i<br />

fratelli”. Gli ingredienti fondamentali<br />

per cercare di<br />

raggiungere quest’obiettivo<br />

sono stati: la Santa Messa, la<br />

Salesiani<br />

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Lectio divina, il Seminario-Studio sulla liturgia, il Laboratorio di formazione liturgica,<br />

il Laboratorio di formazione affettiva, la sana allegria ed alcune ore mattutine<br />

trascorse sulla spiaggia dello splendido mare salentino. Al termine del campo i<br />

ragazzi hanno effettuato una prova orale per verificare la loro consapevolezza<br />

circa i temi di liturgia trattati.<br />

Il filo rosso che ha attraversato tutte le attività del campo è stato il far riflettere e<br />

far prendere coscienza della dignità del servizio all’altare, che deve essere vissuto<br />

unicamente come risposta a Dio che chiama a conformarci a Cristo attraverso<br />

la strada del servizio. Il fare il ministrante deve diventare atteggiamento di<br />

vita, deve incarnarsi nell’essere che traduce la fede nell’azione caritatevole. L’essere<br />

ministrante, quindi, comporta una vita impegnata nella comunità parrocchiale<br />

e negli ambienti in cui ci si ritrova, testimoniando il proprio credo senza<br />

ambiguità e compromessi, vivendo con i fatti il mistero pasquale che si incontra<br />

e si celebra nella santa eucaristia. La partecipazione alla Pasqua di Cristo ogni<br />

domenica deve incarnarsi in scelte e comportamenti che dicono la propria sequela<br />

Christi e siano risposte luminose alle provocazioni che oggi il relativismo<br />

culturale ci pone.<br />

Il campo ha condensato, in forma germinale, itinerari di formazione spirituale,<br />

liturgica e affettiva, che dovranno essere ripresi e continuati in modo approfondito<br />

e sistematico durante l’anno pastorale al fine di aiutare i ragazzi a sviluppare<br />

in modo integrale e armonico la loro personalità alla luce del messaggio evangelico.<br />

Saranno propri gli obiettivi della umanizzazione e della comunione (cfr.<br />

Strenna del Rettor Maggiore <strong>2006</strong>; obiettivo <strong>2006</strong> dell’IME) a motivare il nostro<br />

cammino formativo 2005-<strong>2006</strong>. Riproporre Cristo come uomo perfetto, che ha<br />

realizzato il suo progetto di vita in atteggiamento di obbedienza e spirito di servizio<br />

al Padre. Rievangelizzare i ragazzi proponendo loro la personalità di Cristo,<br />

in modo realistico e educativo, come riferimento fondamentale per costruire la<br />

propria personalità. Aiutarli, attraverso anche la direzione spirituale, a comprendere<br />

la storia, giudicarla e agire in essa come Cristo, vivendo in lui la comunione<br />

con il Padre e lo Spirito Santo.<br />

Da tutto questo scaturisce che il campo scuola non è un riempitivo né una parentesi,<br />

ma un’esperienza profonda di formazione e al contempo di programmazione<br />

che dovrà proseguire in modo più fluido, ma costante, durante l’anno.<br />

Giancarlo D’Ercole<br />

Animatore gruppo Giovani Ministranti


Lecce<br />

UN ORATORIO<br />

VIRTUALE PER TUTTI!!!<br />

Era un giorno qualsiasi, un giorno come tanti, nell’Oratorio salesiano “San Domenico<br />

Savio” di Lecce. Anzi, il giorno era già passato; una giornata piena di<br />

discussioni, di chiacchiere, di ripensamenti. Ma alla fine tutto andò per il verso<br />

giusto. Il progetto era finalmente andato in porto ed ora si poteva svilupparlo al<br />

meglio. Eh già, nacque proprio così la community, l’Oratorio virtuale dove chiunque<br />

può esprimersi, può dire la sua, può sentirsi libero di comunicare… tutto,<br />

senza dimenticare l’importanza del dialogo reale!<br />

Ma andiamo con ordine. Il forum è stato allestito da due ragazzi che frequentano<br />

l’Oratorio, classe 89 ed 88: sicuramente molto giovani, ma con tanta voglia<br />

di fare e di aiutare a far crescere e conoscere le possibilità di Internet collegate<br />

ad un Oratorio salesiano.<br />

Appena creato, il forum fu associato al sito ufficiale dei Salesiani di Lecce ed ebbe<br />

subito un grande successo, in barba alle più rosee aspettative. Gli utenti vedevano<br />

il forum come un posto accogliente e creato a misura di oratoriano e si<br />

è subito creata una comunità grande, aperta ed in continuo mutamento. La<br />

struttura del forum è semplice, ma efficace ed abbraccia a 360 gradi tutte le più<br />

grandi tematiche del mondo attuale: si spazia dalle tematiche religiose a quelle<br />

culturali, dall’attualità alle ultime notizie del forum e del sito.<br />

Dato l’interesse che questo forum ha suscitato, si sono dovuti fare dei cambiamenti,<br />

cambiamenti essenziali affinché la community potesse sopravvivere. E’<br />

stato creato un redirect, www.oratoriolecce.135.it, per rendere più facilmente<br />

accessibile il forum a chiunque, senza doversi ricordare indirizzi lunghi e scomodi;<br />

è stato nominato uno staff di moderatori e supermoderatori, chiamati<br />

“animatori-moderatori” per garantire sul forum la sicurezza ed il rispetto delle<br />

regole, ed è stato stilato un regolamento completo.<br />

Si hanno numerosi progetti per il futuro, per far crescere sempre di più questa<br />

community e per permetterne l’utilizzo a un numero sempre più ampio di utenti:<br />

ristrutturazione completa dell’home page, creando un portale interattivo per<br />

far sì che l’utente possa far completamente parte della comunità salesiana, cambio<br />

di dominio per poter trasferire il forum dall’hosting di forumgratis sul nostro<br />

spazio web e molto ancora.<br />

Penso di aver già parlato abbastanza: d’altronde queste cose si capiscono meglio<br />

andando su Internet!<br />

Visitate www.salesianilecce.it e www.oratoriolecce.135.it … e magari iscrivetevi<br />

al forum! Stay tuned!!!<br />

Gianluca Sabato<br />

Salesiani<br />

Italia<br />

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Salesiani<br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

Caserta<br />

“Tutti là siamo nati” (salmo 87,4)<br />

Pellegrini in Terra Santa da Caserta<br />

Un gruppo di 35 pellegrini – in gran parte alunni del seminario di ebraico o genitori<br />

degli alunni della scuola salesiana – ha avuto la possibilità, il privilegio di vivere<br />

un’occasione straordinaria di incontro con i Luoghi Santi di Dio tra gli uomini<br />

e con le radici della nostra fede e della nostra cultura occidentale.<br />

Con il supporto dell’Opera Napoletana Pellegrinaggi, che si è mostrata lodevole<br />

al di là di ogni aspettativa, per l’aspetto logistico e la cura spirituale, i 35 pellegrini,<br />

dal 21 al 27 luglio hanno, potuto vivere un’esperienza molto forte, coinvolgente,<br />

indimenticabile.<br />

Sono stati di grande aiuto gli organizzatori salesiani don franco Galeone, don<br />

Pasquale D’Angelo e Mons. Antonio Pasquariello, vicario generale della Diocesi.<br />

Preziosa e discreta è stata anche la presenza del Sig. Piergiorgio Ricca, che ha<br />

preso in consegna il gruppo dall’aeroporto di Napoli giorno 21 luglio, e lo ha<br />

seguito nelle difficoltà logistiche e doganali. Grande simpatia ha riscosso anche il<br />

biblista salesiano polacco don Enrico, apprezzato da tutti per la sua profonda<br />

cultura e la sua forte spiritualità.<br />

I 35 pellegrini hanno trascorso 3 giorni in Galilea e 3 giorni in Giudea. Ricordare<br />

tutte le emozionanti esperienze … ed avventure è impossibile. Voglio qui ricordare<br />

solo le più significative: il Monte Carmelo, Nazaret, Cafarnao, Tabga, Tabor,<br />

Tiberiade, Giordano, Gerico, Qumran, Gerusalemme dai mille volti …<br />

Momenti molto suggestivi sono stati il rinnovo delle promesse di battesimo al<br />

fiume Giordano, delle promesse di matrimonio a Cana, della fedeltà al papa a<br />

Tabga, la <strong>Via</strong> Crucis tra i vicoli dello “shuq” arabo…<br />

Unico momento critico: l’avaria al sistema frenante dell’aereo Alitalia, che ci ha<br />

costretti a trascorrere un’altra notte a Tell Aviv; tutto sommato l’incidente si è<br />

rivelato provvidenziale, perché il ritorno è avvenuto in maniera molto più confortevole<br />

su un jumbo 777 della El Al, compagnia di bandiera israeliana.<br />

Nel gruppo, giorno dopo giorno, sono cresciute simpatia, conoscenza, condivisione,<br />

fede, preghiera. Cosa augurarci allora? “Il prossimo anno a Gerusalemme<br />

… Le-shanàh a-baàh be-Ierushalàim”.<br />

Franco Galeone


Bova Marina<br />

UN CARNEVALE «da POLLI»<br />

Musica, maschere e carri per un "carnevale degli dei" Il Carnevale, periodo di<br />

festa e di licenza, d'allegria, gioia ma anche occasione di crescita soc iale e culturale,<br />

opportunità di vivere il territorio, di porre sotto le luci della ribalta il contesto<br />

sociale e culturale di un'area. Bova Marina, Condofuri e San Lorenzo Marina,<br />

un momento adatto per realizzare una collaborazione efficace e proficua; è<br />

stata l'occasione di dimostrare che in sinergia si può e si deve operare. Il carnevale<br />

"degli dei" si è concluso Bova Marina con il corteo dei carri, il ballo in maschera<br />

e la premiazione del carro più bello andato all'Oratorio Salesiano di Bova<br />

Marina.<br />

Il carro allegorico rappresentava un enorme pollo, costruito con maestria da<br />

Carmelenzo e Vittoria Labate, Claudia Iiriti, Alessandro,Annalisa e Bruna Vadalà,<br />

Maria Olimpia Squillaci,Giuseppe Autelitano Senior e Giuseppe Autelitano junior.<br />

L’attualità ha stabilito come tematica affrontata dal carnevale dell’oratorio<br />

salesiano l'”Influenza aviaria” . Argomento di attualità con un pizzico di sarcasmo<br />

che non manca mai tra gli ideatori e soprattutto personaggi di fantasia le<br />

cui peripezie appassionano una moltitudine di ragazzi.I ragazzi e le ragazze dell’Oratorio<br />

Salesiano “<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”di Bova Marina sono ormai diventati dei veri<br />

maestri della cartapesta e hanno lavorato a pieno ritmo fiduciosi del fatto che<br />

l’opera di quest’anno superava di gran lunga la bellezza di quella della sfilata<br />

2005. Al rientro dalla sfilata sono state distribuite tante dolci “chiacchere” nastri<br />

di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo.<br />

Enza Cavallaro<br />

Salesiani<br />

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Salesiani<br />

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Molfetta<br />

ALLENIAMO A CRESCERE!<br />

“…x un anno fruttuoso all’insegna della collaborazione. Buon lavoro, dunque, e<br />

ricordate: i ragazzi prima di tutto!”<br />

Sono queste le emblematiche parole con cui il presidente della PGS congeda i<br />

membri del consiglio direttivo e tutti gli allenatori al termine dell’incontro. E proprio<br />

questo augurio conclusivo sintetizza le basi della PGS, gli obiettivi verso cui<br />

ci si muoverà , le strategie adottate e gli impegni stabiliti.<br />

Analizzarne separatamente contenuti, metodologie, finalità, ecc, non è semplice<br />

perché necessariamente tutto è in funzione di tutto.<br />

Lo spirito con cui ci accingiamo ad affrontare i nostri allenamenti con i ragazzi<br />

è quello di proporre la competizione sportiva tramite uno sport che rispetti i valori<br />

fondamentali di amicizia,solidarietà, fair play,,,,Siamo convinti della necessità di<br />

iniziative sportive che abbiano obiettivi e finalità non solo sportive, ma anche e<br />

soprattutto educative, formative, culturali, assistenziali, seguendo l’esempio di<br />

don <strong>Bosco</strong> che, puntando proprio alla persona del giovane, voleva il suo inserimento<br />

nella società, per fare di lui un”onesto cittadino”. Ed è proprio quello a cui<br />

puntiamo noi alleducatori : far vivere al ragazzo un’esperienza di gruppo che lo<br />

aiuti nella ricerca e nella costruzione della propria identità, mediando tra l’altro<br />

l’esperienza di chiesa (“buoni cristiani”), aspetto decisivo secondo quello che è il<br />

nostro stile di vita. Fondamentale allora ci sembra l’ importanza del gruppo, dell’esperienza<br />

comunitaria, come in una grande famiglia. Il che ci pare ancor più proficuo<br />

dato il tema di quest’anno formativo: “una famiglia chiamata oratorio”. Da<br />

qui l’impegno a fare del nostro cortile, o comunque, dei nostri campi d’allenamento,<br />

il luogo privilegiato in cui coltivare una grande rete di rapporti.<br />

Tutto questo perché crediamo fermamente nelle potenzialità positive dello sport.<br />

Sappiamo che esso non è una realtà assoluta, essenziale alla vita del uomo, tuttavia<br />

vogliamo concentrare la nostra attenzione su quegli aspetti dell’attività sportiva<br />

che diventano fondamentali per la formazione del ragazzo nel suo modo di


esprimersi e relazionarsi con gli altri e per la sua crescita integrale.<br />

Lo sport è scontatamente legato alla dinamica del gioco. Ma nei nostri ambienti<br />

il gioco non ha carattere produttivo. Il bello, la soddisfazione stanno nell’essersi<br />

espressi al meglio. Certo vincere è gratificante, ma ha la sua parte di fatica e attesa,<br />

perché ciascuno ha i suoi limiti. Non puntiamo troppo in alto, piuttosto lo<br />

scopo è che ogni ragazzo possa dire “ho fatto del mio meglio”. E se poi si raggiunge<br />

il traguardo ambito, allora dobbiamo far capire che è esaltante celebrare<br />

non la vittoria, ma la gioia di avercela fatta, perché imparino a provare ancora, a<br />

non arrendersi,a voler ripetere l’esperienza.<br />

E’ il segreto della gioia che ci ha lasciato don <strong>Bosco</strong> come dono:”Siate allegri –<br />

diceva – non lasciatevi andare a malinconie. […]Saltate, giocate, divertitevi.”<br />

E’ lo sport che noi vogliamo per loro, per i nostri ragazzi: un momento di festa<br />

che esprime e regala la voglia di vivere, e di vivere insieme. Cito a proposito le<br />

parole di Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo internazionale degli sportivi:”<br />

Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato,<br />

oggi, dagli eccessi e dal tecnicismo e del professionismo mediante il recupero<br />

della sua gratuità,della sua capacità di stringere vincoli d’amicizia, di favorire il<br />

dialogo e l’apertura gli uni verso gli altri…”.<br />

I ragazzi hanno voglia e bisogno di gioia e di festa, di creatività e fantasia, di incontro<br />

con gli altri. Abbiamo pertanto ritenuto auspicabile “allargare gli orizzonti”<br />

inserendoci e collaborando con altri gruppi o associazioni sportive al di fuori<br />

del nostro ambiente salesiano. Non fosse altro per il fatto che la PGS( seguendo<br />

appunto l’esempio di don <strong>Bosco</strong>) prima che una struttura e un’associazione, è<br />

anche un’opera in dialogo con famiglie e territorio, e suo scopo è quindi anche<br />

quello di promuovere lo sport come partecipazione alla vita del territorio.<br />

Da tali attività ci aspettiamo proprio questo: che lo sport per i ragazzi abbia<br />

principalmente il significato di un’ occasione di incontro…anche quando non si<br />

ha un fisico particolare e doti eccezionali.<br />

D’altronde la PGS vuole e deve operare per uno sport per tutti.<br />

Guardando come vanno le cose, invece, ci si rende conto che il “protagonismo”<br />

assoluto spesso sembra inguaribile. E vicino a noi vediamo troppe volte ragazzi<br />

che vogliono prevalere. O ancora, quelli che dicono:”che noia, chi me lo fa fare…adesso<br />

non mi va!”. Ma siamo pronti a scommettere che nel loro cuore c’è<br />

voglia di fare il pieno, di fare centro.<br />

<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, pure lui, li aveva incontrati così i suoi ragazzi:discoli, un po’ ladri,<br />

sfaccendati per forza.<br />

Li aveva messi insieme e aveva scommesso che il tempo e il passatempo erano<br />

una strada per farli incontrare con le possibilità nascoste nel cuore.<br />

E noi? Qual è la nostra scommessa? Allenare, formare dei ragazzi che sappiano<br />

attrezzarsi in campo per giocare la partita più difficile, che è quella della vita. E’ il<br />

servizio più prezioso che possiamo e vogliamo rendere ai nostri ragazzi: che<br />

imparino a saper affrontare con coraggio la partita della vita!<br />

È la nostra scommessa. Da verificare tutti i giorni, un po’ per volta.<br />

Valentina de Tullio<br />

Salesiani<br />

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Bova Marina<br />

Oratorio: centro propulsore per<br />

nuove attività sociali e culturali<br />

L’Oratorio Salesiano di Bova Marina è un attivo centro propulsore e ancor più<br />

fervido punto di incontro di nuove attività apostoliche sociali e culturali.<br />

Occupando una vasta zona di Bova Marina l’Oratorio accoglie ragazzi e giovani<br />

offrendo campetti di calcio, basket, pallavolo, videoteche, biblioteche, sale<br />

riunioni, sala multimediale, teatro ed un ventaglio di attività in un territorio privo<br />

di altri centri ricreativi ed educativi . Domenica per fare memoria di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong><br />

e del suo Oratorio i ragazzi i giovani dopo la celebrazione eucaristica delle 9.30<br />

hanno giocato per l’intera mattinata e poi insieme ai loro genitori hanno consumato<br />

il pranzo. Fare memoria di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e del suo Oratorio significa pensare<br />

innanzi tutto a un ambiente educativo, cioè a una realtà identificabile come<br />

istituzione e organizzazione che ha un suo progetto: un edificio, sale, cortile,<br />

palestra, cinema-teatro, cappella, un gruppo animatore, orari, attività molteplici,<br />

risorse di vario genere. E poi si fa subito riferimento a un clima comunitario e a<br />

una metodologia educativa che hanno nel sistema preventivo la principale fonte<br />

di ispirazione. Questo il luogo di riferimento, il punto di approdo e di partenza,<br />

il “ponte tra la chiesa e la strada” come recita uno slogan ben conosciuto.<br />

Ma l’oratorio salesiano è soprattutto uno spazio di incontro e di prossimità relazionale.<br />

Si cita talvolta l’espressione cuore oratoriano per ricordare che c’è oratorio<br />

dove c’è un educatore appassionato, desideroso di testimoniare l’amore<br />

per la vita e il senso che giunge dalla fede. Questa realtà fa sì che l’azione educatrice<br />

e propositrice vada oltre l’istituzione oratoriana, e fa divenire l’ oratorio<br />

di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> un criterio educativo, oltre che un ambiente.<br />

L’oratorio è una palestra per la vita: ci si allena per essere buoni cristiani e onesti<br />

cittadini, anzi buoni cristiani perché onesti cittadini. Allenamenti particolari: l’onestà<br />

e la fortezza d’animo nel gioco, la immediatezza e il superamento dei timori<br />

nel fare teatro, l’accoglienza per chi è nuovo e forse anche straniero, la<br />

generosità e solidarietà fraterna per chi ha bisogno di un sostegno, una robusta<br />

coscienza morale che si ispira al Vangelo.<br />

Enza Cavallaro, Il Quotidiano della Calabria - 28 gennaio <strong>2006</strong>


Caserta<br />

Festa di <strong>Don</strong> Rua 2005<br />

In occasione della festa del Beato Michele Rua, sabato 29 ottobre, l’Opera salesiana<br />

di Caserta ha aperto ufficialmente il nuovo anno comunitario.<br />

Come di consueto per questa ricorrenza, al primo successore di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> viene<br />

tributato un evento particolarmente significativo, durante il quale viene consegnato<br />

il “mandato” per la missione educativa dell’incipiente anno pastorale a<br />

tutti coloro che, a vario titolo, promuovono e partecipano alla missione salesiana.<br />

Ciò come segno di riconoscenza verso colui che ha il merito di avere fondato<br />

l’Opera di Caserta, solida istituzione formativa che ormai da più di cento anni<br />

forgia ed ispira allievi ed oratoriani provenienti da tutta la provincia.<br />

Alla giornata hanno preso parte centinaia di operatori appartenenti alle varie<br />

componenti della Comunità Educativa Pastorale salesiana, dando testimonianza<br />

di impegno e responsabilità per la formazione integrale dei giovani, attraverso le<br />

varie espressioni associative presenti nella Casa e in stretta relazione con il tessuto<br />

socio-culturale della città.<br />

Durante la celebrazione eucaristica, il Direttore, <strong>Don</strong> Emidio Laterza, ha sottolineato<br />

infatti la contestualizzazione territoriale del Progetto Educativo Pastorale<br />

che la Comunità salesiana intende sviluppare nei prossimi anni (il “PEPS”) ed è<br />

tornato sugli obiettivi sfidanti che esso si pone nell’ambito della cultura, del disagio<br />

giovanile e della comunità educativa autentica.<br />

Ciò è espresso anche nel mandato consegnato alla comunità riunita nel giorno<br />

di <strong>Don</strong> Rua:<br />

.<br />

Ricevere questo mandato non rappresenta un riconoscimento per il lavoro svolto<br />

né un’attestazione di essere nel giusto: è piuttosto un fermo proposito, nella<br />

fedeltà all’insegnamento di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, per l’anno comunitario che è appena<br />

iniziato.<br />

Alla Messa, che si è svolta nella sala “Mamma Margherita”, di recente costruzione,<br />

ha fatto seguito un momento di convivialità, che ha accresciuto ulteriormente<br />

il clima di festa e di famiglia.<br />

Matteo Caracciolo<br />

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Foggia Parrocchia<br />

Grazie Dio per il dono della vocazione:<br />

il 25° di professione religiosa di don Giuseppe Ruppi.<br />

La comunità del Sacro Cuore di Gesù di Foggia è in festa per il 25° di professione<br />

religiosa del suo direttore-parroco don Pino Ruppi.<br />

Due sono stati gli appuntamenti principali della festa. Il primo e più importante<br />

appuntamento, si è svolto Martedì 12 settembre data dell’anniversario.<br />

Nel giubileo di questo giorno, la comunità si è riunita intorno all’altare<br />

per rendere con lui grazie al Signore, per la Sua fedeltà, vissuta da don<br />

Pino nel servizio alla Chiesa sull’esempio di San Giovanni <strong>Bosco</strong>.<br />

All’inizio della celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Francesco<br />

Pio Tamburrino Arcivescovo Metropolita di Foggia Bovino, alla presenza<br />

del primo cittadino di Foggia - Orazio Ciliberti, l’intera comunità,<br />

nella persona del segretario pastorale ha ringraziato il Signore per aver<br />

donato, al cammino umano e cristiano della comunità del Sacro Cuore di<br />

Gesù, la presenza di <strong>Don</strong> Pino; che attraverso la dedizione alla parrocchia,<br />

la fedeltà al ministero sacerdotale, l’impegno profuso per dare vita al<br />

sogno del nuovo oratorio a Foggia, ogni giorno, dà concretezza alle parole<br />

del Padre e Maestro della gioventù - “basta che siate giovani perché io<br />

vi ami assai”.<br />

<strong>Don</strong> Pino visibilmente commosso ha ringraziato il Signore per questi anni<br />

di fede, vissuti pienamente grazie al sostegno ricevuto dalla famiglia, dei<br />

suoi formatori, dalla comunità SdB e dai fedeli, ed ha salutato i presenti


invitando i parrocchiani a superare le difficoltà e le divisioni per camminare<br />

insieme in un cuor solo un’anima sola.<br />

La festa è proseguita in oratorio dove in un clima di festa e di allegria gli è<br />

stata consegnata una targa ricordo raffigurante don <strong>Bosco</strong> e Maria Ausiliatrice.<br />

I festeggiamenti sono poi continuati con le catechesi, tenute da don Pino<br />

Vivilecchia, salesiano e vice-parroco del “Sacro Cuore”, sulla vita religiosa<br />

che si sono tenute nel mese di ottobre nei giorni:<br />

giovedì 13 “l’Eucarestia e <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>”<br />

venerdì 14 “l’Eucarestia e la vita religiosa”<br />

sabato 15 “la vita religiosa salesiana”<br />

una tre giorni che ha visto la partecipazione di molti parrocchiani in prevalenza<br />

giovani.<br />

I festeggiamenti si sono conclusi domenica 16 ottobre con la seconda edizione<br />

della manifestazione Oratorio Day; dove in un clima di familiarità e<br />

di allegria, alla presenza dell’ispettore dei salesiani dell’Italia <strong>Meridionale</strong><br />

don Pasquale Martino, si è dato inizio al nuovo anno pastorale.<br />

Un intera giornata dedicata all’Oratorio, iniziata con la S. Messa alle ore<br />

9.30, e terminata alle 21.00 con uno spettacolo realizzato, durante la giornata,<br />

dai ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione.<br />

“È stata una giornata – a detta del salesiano Francesco Preite - nella quale i<br />

ragazzi hanno fatto esperienza dell’oratorio, espressione massima del carisma<br />

salesiano di San Giovanni <strong>Bosco</strong>”.<br />

Dopo la S. Messa nel cortile dell’oratorio, sono stati organizzati dagli animatori<br />

del Movimento Giovanile Salesiano dell’Oratorio, giochi a stand per<br />

i ragazzi delle scuole elementari e tornei per i ragazzi delle medie e superiori.<br />

Alle 12.15 tutti a cimentarsi nei vari laboratori di clownerie, traforo,<br />

Art Attack, canto, musica, teatro, giornalismo, mamma Margherita. Alle 1-<br />

3.30 il pranzo a sacco.<br />

Nel pomeriggio i ragazzi sono stati riuniti per gruppi (elementari, medie,<br />

biennio superiori, triennio e giovani); ed ogni gruppo ha preparato un piccolo<br />

numero per la serata. Subito dopo ancora giochi ed infine la serata di<br />

festa e di spettacolo.<br />

Il tutto si è concluso, come da tradizione salesiana, con le tre Ave Maria e<br />

il pensiero della buonanotte del direttore della casa salesiana, don Pino<br />

Ruppi.<br />

Una festa in cui tutti, bambini, ragazzi, famiglie, hanno dato vita a momenti<br />

di gioco, di formazione, di laboratori, di teatro; promuovendo nel quartiere<br />

“lo straordinario” quotidiano dei cortili salesiani.<br />

Le iscrizioni all’oratorio con tutte le sue attività sono ancora aperte… Venite<br />

e vedrete!<br />

Il segretario Pastorale del Consiglio C.E.P.<br />

Massimo Rosario Marino<br />

Salesiani<br />

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Foggia Emmaus<br />

IL VILLAGGIO DON BOSCO IN<br />

DIRITTURA D'ARRIVO<br />

Vorremmo aggiornarvi sulla situazione di questo grande progetto di accoglienza<br />

che don <strong>Bosco</strong> sta faticosamente realizzando in terra di Capitanata.<br />

L'impresa che costruisce il Villaggio D. <strong>Bosco</strong> dovrà consegnare la struttura entro<br />

il 31 dicembre 2005. Gli edifici sono completati: 24 appartamenti; il grande<br />

auditorium di 450 posti; l'edificio polifunzionale con aule, laboratori e biblioteca;<br />

la foresteria. Ma la sistemazione esterna è solo parziale. Manca del tutto il mobilio<br />

e le attrezzature. La consegna anticipata dello stabile, richiesta dal Ministero,<br />

ci ha obbligati ad accelerare l'iter di preparazione, che da tre anni stiamo realizzando<br />

con un gruppo di famiglie e singoli.<br />

Domenica 9 ottobre si è svolta a Emmaus un'importante riunione, nella quale si<br />

sono definiti due gruppi:<br />

1. II gruppo di chi è disposto ad iniziare la sua permanenza nel Villaggio già<br />

dalla prossima primavera <strong>2006</strong>: sono sei famiglie, che inizieranno a incontrarsi<br />

con frequenza e a preparare un proprio "documento sul da farsi<br />

concreto".<br />

2. Il gruppo che accompagna e dà la sua disponibilità per un sostegno esterno:<br />

sono 15 famiglie e 9 singoli<br />

Tutti si sono impegnati ad una attiva partecipazione in precisi ambiti d'intervento:<br />

• La formazione su problemi dell'adolescenza e progetto educativo<br />

di D. <strong>Bosco</strong>


• L'informazione capillare, sui servizi che offrirà il Villaggio attraverso tutti gli<br />

strumenti a disposizione, che raggiunga pubbliche amministrazioni e chiesa<br />

locale.<br />

• La campagna finanziamento mobilio contattando Banche, Fondazioni, Imprese,<br />

Associazioni, Privati ecc…<br />

Speriamo che questa notizia, arrivando a tutte le componenti della grande Famiglia<br />

<strong>Salesiana</strong>, susciti preghiere, collaborazione, gioia e...perché no?, anche vocazioni<br />

a consacrarsi al servizio dei minori, in questo grande progetto, che vorrà<br />

dare, nel nome di don <strong>Bosco</strong>, risposte educative a ragazzi stranieri, diversamente<br />

abili, vittime di maltrattamenti o abusi sessuali, con disturbi psichici, o abbandonati<br />

in genere; e offrire ad alcune famiglie l'esperienza concreta del "benessere" che<br />

si prova, aprendo le porte dei proprio cuore all'accoglienza di qualche fanciullo.<br />

All'ingresso dei Villaggio c'è il grande Cristo, con le braccia aperte e la scritta: "Chi<br />

accoglie un fanciullo nel mio nome, accoglie Me"<br />

Bova Marina<br />

QUANDO IL TAMBURO BATTE E IL CUORE<br />

SEGNA IL TEMPO<br />

Parlano Tony Cercola e <strong>Don</strong> Natalino Carandente<br />

ideatori del Cd "Inventa un'altra<br />

musica" i cui proventi saranno devoluti<br />

per la ricostruzione in Madagascar<br />

"Gli animi eletti si fortificano e migliorano nella<br />

estrinsecazione dell'arte quando questa viene<br />

degnamente applicata, poichè può essere il conforto,<br />

di soddisfazione o di ammonimento specialmente<br />

quando si esplica in manifestazioni<br />

atte ad elevare lo spirito dei sentimenti".<br />

E' così che ancora una volta Tony Cercola miscela cuore e fantasia in un percorso<br />

ultradecennale che vede il nostro percussautore, impegnato in un progetto di<br />

solidarietà (11 Pioppo, Nisida, "Insieme per l'Africa").<br />

Oggi Tony Cercola ci regala la direzione artistica, gli arrangiamenti e l'esecuzione<br />

(è anche coautore di 2 brani) del Cd "Inventa un'altra musica", 15 canzoni dal<br />

profilo rock e blues, ma con i tocchi classici dell'Oratorio, realizzato dai ragazzi<br />

del Centro Giovanile Salesiano di Bova Marina (Re). Il cd (10 curo) è in vendita<br />

a Napoli presso la Libreria Lcd di via Duomo e on line sul sito<br />

www.inventaunaltramusica.it<br />

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Gli utili saranno documentatamente devoluti alle Missioni Salesiane del Madagascar:<br />

"Pensa che una capanna lì costa appena 100 Euro, accoratamente riferisce<br />

Padre Natalino Carandente, educatore dei fanciulli dell'Oratorio di Bova Marina,<br />

curatore del progetto e autore dei testi e delle musiche del cd. "Vorremmo tanto<br />

contribuire alla ricostruzione, dopo la tremenda alluvione dell'anno scorso che<br />

ha messo il Madagascar in ginocchio".<br />

"Ogni rapporto lascia dentro qualcosa di importante e <strong>Don</strong> Natalino, che è di<br />

Marano di Napoli, ti graffia l'anima per la sua semplicità e per l'opera che quotidianamente<br />

svolge in favore del disagio sociale", continua Tony Cercola.<br />

"In questo cd ho rielaborato il sentimento che provo, trasformandolo in un bel<br />

ricordo e certe visioni, certi scritti, certa musica, possono ben considerarsi utili,<br />

preferibili e benemeriti". L'artista che ad ottobre ritirerà il Premio Piedigrottissima,<br />

è da 20 anni sulla scena musicale nazionale. Collaborazioni con grossi nomi<br />

tra i quali: Pino Daniele, Eduardo Bennato, Antonello Venditti, Enzo Gragnaniello,<br />

Roberto Murolo, Mia Martini, <strong>Don</strong> Cherry hanno caratterizzato il suo personalissimo<br />

sound, un viaggio senza frontiere tra suoni e voci. Tony nasce a Cercola,<br />

a due passi dalla Madonna dell'Arco, fa le sue "tammurriate le fronne, i canti a<br />

figliole, la musica del Vesuvio , dove il ritmo diventa rito amalgamandolo alLa<br />

musica del mondo e all'onda sonora metropolitana.<br />

Incide da solista: Sud “Brigamo” (1987), Tony Cercola (1990), Et Viola (1991),<br />

C'o sole e c'o l'acqua (2000), Nomade del Vesuvio (2004). Partecipa con successo<br />

al Festivalbar del 1990, scalando le classifiche europee con il 45 giri<br />

"Babbasone". Realizza per Rai 2 la sigla di Ghibli "Casbah". Per contatti: Salesiani<br />

di Bova Marina tel 0965.761128.<br />

Bruno Aymone , Il Quotidiano, NAPOLI 13 settembre 2005


Lecce<br />

La poesia di Carlo Blagho<br />

Caro Blagho,<br />

se il libro è resistito per quasi un anno sul mio tavolo senza che mai m'abbia sfiorato<br />

il pensiero di trasferirlo nella biblioteca dove oramai sono raccolte le prove<br />

dei poeti del mio tempo, significa che c'era qualcosa che m'impediva di sgombrare<br />

il tavolo. E questo qualcosa era la semplicità dell'amore che la sua opera<br />

trasmetteva ad ogni fugace occhiata. Cioè quei versi meritavano attenzione, erano<br />

degni d'una lettura. Oggi, [...], mi sono riposato in una lettura che si è rivelata<br />

subito ricostituente per me e obbiettivamente ricca di pensieri.<br />

La poesia aveva compiuto ancora una volta il miracolo.<br />

Questo significa che la sua poesia non è un semplice esercizio di sillabe più o<br />

meno coerenti e armonizzate, ma anzitutto un trasmettitore di energie spirituali<br />

che consolano l'animo e lo mettono in pace con se stesso e con l'umanità. Ciò<br />

significa che al suo posto c'è un valore che in un primo momento si identifica<br />

con la fede. E questa, a sua volta, non è astratta, intellettualistica, ma è concreta,<br />

esercitata, cioè, sulle gioie e sui dolori dell'umanità, alimentata dalla solidarietà<br />

di tutto ciò che ci circonda e che non ci è nemico, ma ha bisogno dei nostro<br />

amore. Queste cose sono espresse in un linguaggio tenue, affabile, luminoso,<br />

assai lontano dalle capriole virtuali alle quali ci ha abituato la poesia contemporanea.<br />

E' bello leggere e avvertire che ci è trasmessa una esperienza dello spirito,<br />

assai lontana dalla comunicazione mediatica che è sempre tecnica, esteriore,<br />

inquietante, irritante.<br />

S'anima, attraverso le sue parole, si arricchisce e trova l'oasi della pace cercata.<br />

Non è solo conquistata dalla bellezza del verso, ma dalla sua bontà perchè ci<br />

racconta della vita e di Dio, punti fissi del nostro desiderio e della nostra attesa.<br />

Grazie per questo dono.<br />

Napoli Vomero<br />

(testo tratto dall'originale lettera autografa)<br />

<strong>Don</strong>ato Valli<br />

In marcia per difendere i diritti della<br />

famiglia e del nucleo sociale<br />

Sono stati oltre mille gli studenti dell'Istituto Salesiano "Sacro Cuore" di via Scarlatti,<br />

che ieri. mattina hanno sfilato per le strade del Vomero, allo scopo di trasmettere<br />

ai cittadini un messaggio in positivo. Un grande striscione intitolata<br />

"Famiglia è..." ha aperto il corteo, che alle 9:30 è partito dall'Istituto per raggiungere<br />

le strade principali del quartiere, dove i cittadini sono rimasti sorpresi nel<br />

dover .assistere ad una marcia non di protesta, come di solito accade nella no-<br />

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stra città. La manifestazione è proseguita con canti; slogan sulla famiglia, e con<br />

la consegna ai passanti di alcuni volantini, sui quali gli studenti avevano scritto il<br />

messaggio sulla famiglia da loro ideato, dopo un confronto fra genitori e figli<br />

avvenuto lunedì pomeriggio nell'Auditorium "Salvo d'Acquisto" di via Morghen.<br />

Durante questo evento, sono state numerose le domande degli allievi rivolte a<br />

Maria Rosaria Lupo<br />

sul diritto della famiglia, ed in particolare è stato chiesto se i figli possono intervenire<br />

in maniera concreta a livello giuridico, per aiutare i propri genitori a risolvere<br />

le liti familiari. «La famiglia dovrebbe essere un gruppo di persone che si<br />

stima, si rispetta e supera ogni giorno le difficoltà della vita, curando la formazione<br />

del singolo individuo. - hanno dichiarato un gruppo di studenti - Noi giovani,<br />

a differenza di quanto indicano le statistiche, crediamo in un modello di famiglia<br />

tradizionale, dove sono importanti i valori come il rispetto, la fiducia; la comprensione».<br />

La marcia per la famiglia si è conclusa con la celebrazione della Messa nella<br />

chiesa dei Fiorentini in piazza degli Artisti, in vista dei festeggiamenti per celebrare<br />

San Giovanni <strong>Bosco</strong>, uno dei più grandi educatori.<br />

Dora Sorrentino, Roma Quotidiano d’Informazione 1 Febbraio <strong>2006</strong><br />

Portici<br />

I giovani e il futuro: dalla minaccia<br />

alla speranza<br />

di Tonino Palmese<br />

...testo tratto dalla prefazione del Libro di Luigi o Cascio<br />

…Continuamente si parla, in questo densissimo libro, di camminare, di correre<br />

insieme, di percorrere strade. E molto caro è sicuramente a Tonino è l'esempio<br />

di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. In questo senso, ogni intelaiatura concettuale rischia di mostrarsi<br />

attraversata da crepe e da abbondanti falle se non è a sua volta fondata sull'incontro<br />

concreto col volto dell'altro. L'educazione è una questione di cuore e<br />

deve contare su tre valori fondamentali, l'affettività, la partecipazione, la compassione.<br />

A non separare il politico dal religioso, a non scindere il pensare dall'agire,<br />

a tutto questo ci esorta Tonino. E la risolutezza con cui può permettersi di indicare<br />

un rimedio all'appiattimento dei giovani sul presente gli deriva dalla continua<br />

valutazione dei rilievi concettuali alla prova della strada. E lì che Tonino calibra<br />

i suoi strumenti diagnostici ed affina le indicazioni terapeutiche. Tonino, nel<br />

chiedermi di scrivere questa introduzione, è come se avesse voluto innalzarmi al<br />

livello morale dei personaggi che ho interpretato. E di questo non posso che<br />

ringraziarlo. Ma devo confessare che negli attori la relazione tra volto e maschera<br />

è misterioso e spesso contraddittorio.<br />

All'attore, nello spazio della finzione, spetta l'ecce persona più che l'ecce homo.<br />

L'attore, autenticando i tratti della maschera, rivela allo sguardo del pubblico il


volto dell'altro. La maschera, lungi dall'ingannare, è una<br />

forma definita, un volto delineato a partire dalla vera consistenza<br />

del personaggio da rappresentare. Mentre la fisionomia<br />

della maschera è certa, nella sua decisa frontalità, il<br />

viso dell'attore è spesso opaco. Nitida si mostra invece la<br />

consistenza del volto di Tonino, e senza strati. Un volto<br />

orientato verso gli altri, un volto che si moltiplica in fattezze<br />

sempre autentiche. Un volto che non si sottrae. Un volto<br />

che invita ad un'interna e profonda rivolta. Vorrei chiudere<br />

con gli ultimi versi della raccolta di poesie di Pasolini<br />

che ha per titolo 'La nuova gioventù': "e io camminerò leggero,<br />

andando avanti, scegliendo per sempre la vita, la<br />

gioventù".<br />

Con questo spirito Tonino avanza per le strade, col sorriso<br />

aperto in uno sguardo acceso, con la fermezza e la costanza<br />

del suo volto concreto.<br />

Luigi Lo Cascio<br />

attore interprete dei films “I cento passi” e “La meglio gioventù”<br />

Caserta<br />

Cultura ebraica<br />

di Franco Galeone<br />

Il già ampio curriculum editoriale del salesiano don Franco Galeone, Preside del<br />

Liceo classico e scientifico paritario di Caserta, si arricchisce di altre quattro opere<br />

di prossima pubblicazione. Ne parliamo direttamente con l'Autore.<br />

- Il primo libro riguarda le omelie dell'anno B, che così chiude il ciclo omiletico<br />

liturgico insieme all'anno A e C. Il secondo è una sorta di "santorale laico", e presenta<br />

riflessioni su giornate, ricorrenze, feste, personalità fortemente significative<br />

per il loro messaggio educativo. Ambedue questi libri sono pubblicati dalle Dehoniane<br />

di Bologna.<br />

Con la casa editrice Spring, poi, pubblica i primi due volumi di "Cultura ebraica";<br />

i volumi in cantiere sono otto in tutto.<br />

Di cosa tratta il primo e il secondo volume di questa Collana ebraica?<br />

- Il primo comprende cinquanta domande su ebrei ed ebrai-smo, domande che<br />

ricevono una risposta ricorrendo alla tecnica del collage di fonti disparate; il secondo<br />

presenta elementi di cultura ebraica in generale, descritti in ordine alfabetico,<br />

una sorta di dizionario dell'ebraismo.<br />

Brevemente ci può presentare il contenuto degli altri sei libri di questa Collana<br />

ebraica?<br />

- Il terzo: personaggi e località importanti dell'ebraismo, con apparato iconografi-<br />

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co. Il quarto: pagine famose di spiritualità ebraica, tratte dal chassidismo, dai<br />

martiri della Shoah, dalle feste ebraiche. Il quinto: breve storia del dialogo ebraicocristiano,<br />

le associazioni che portano avanti questo dialogo, i documenti magisteriali<br />

del Vaticano Il e degli ultimi due Pontefici. Il sesto: notizie sullo Stato d'Israele,<br />

oggi, sul sistema scolastico, sulla cultura, musica, letteratura. Il settimo:<br />

riflessioni e documenti sull'antigiudaismo e sull'antisemitismo, con maggiore attenzione<br />

all'affaire Dreyfus, i Protocolli dei savi di Sion, le leggi razziali, la Shoàh,<br />

il nazionalismo arabo. L'ottavo, infine, presenta interessanti e ... gustose ricette<br />

della cucina ebraica.<br />

Qual è la novità maggiore che riguarda i due libri pubblicati dalle Dehoniane<br />

di Bologna?<br />

- Le omelie, meglio, gli spunti omeletici dell'anno B, si succedono con libertà, e<br />

aiutano il credente impegnato, il giovane inquieto, il semplice lettore, a decifrare<br />

la presenza di Dio nel vivere quotidiano. Lo stile è agile, giovanile, graffiante a<br />

volte; certe vecchie forme di predicazione non trasmettono più la<br />

"rivoluzionaria rivelazione" del Vangelo; come si augurava Bonhoeffer,<br />

una "sana laicità" del linguaggio religioso non nuoce, anzi, facilita la riflessione<br />

della fede. Volutamente è stata evitata l'omelia "monotematica"; proprio<br />

per offrire maggiori stimoli alla riflessione, chi trovasse poco interessante<br />

la prima meditazione, passa alla seconda e così via, i brani non sono<br />

logicamente collegati né organicamente sviluppati; sono stati seminati,<br />

come racconta la parabola, molti semi; qualche seme troverà un buon terreno<br />

e porterà frutti.<br />

Il "Santorale laico"; si presenta come una silloge di tanti articoli, naturalmente<br />

diversi per stile, ampiezza, valore, ma da tutti è possibile ricavare un messaggio<br />

positivo per la mente e il cuore. Prendendo spunto dalle diverse occasioni della<br />

vita, io cerco di accendere una piccola luce, di suscitare una qualche speranza,<br />

di lanciare un buon seme. Il libro è dedicato soprattutto ai giovani, che hanno<br />

visto nascere il terzo millennio. l giovani, pur impegnati nella costruzione del<br />

loro futuro, avvertono un senso di smarrimento, a causa delle tante contraddizioni,<br />

dei tanti persuasori più o meno occulti. Pseudo-operatori culturali manipolano<br />

la nostra vita, e ci rovesciano addosso una cultura senza vita.<br />

Questi "idéologues" stanno deresponsabilizzando l'uomo. L'io: uno, nessuno,<br />

centomila. Grazie a queste pagine, lo spero, sarà possibile orientarsi nella giungla<br />

dei messaggi e delle ideologie. Il libro non va letto tutto d'un fiato, ma centellinato<br />

come l'acqua della borraccia, nel faticoso esodo esistenziale.<br />

Perché questo suo "amore" per l'ebraismo?<br />

- Sono stato a studiare teologia in Terra d'Israele, e in quegli anni ho scoperto le<br />

radici ebraiche del mio essere cristiano; sono stato confortato in questo mio<br />

"viaggio nella ebraicità" dalla testimonianza anche di Papa Giovanni, di Giovanni<br />

Paolo Il e dal magistero del Vaticano II. In quegli anni ho maturato la scelta di<br />

sfatare i luoghi comuni dell'ignoranza e dell'incomprensione (l'ebreo avaro, deicida,<br />

errante). Il mio atteggiamento potrebbe essere racchiuso in tre parole:<br />

"rinunciare" al nostro dogmatismo intollerante, "denunciare" i nostri errori storici,<br />

"annunciare" le ricchezze presenti nei nostri 'Fratelli maggiori': Devo qui ringraziare<br />

gli amici dell'Ambasciata d'Israele in Italia per l'abbondante materiale da<br />

consultare, messo a mia disposizione.<br />

In questo lavoro di riscoperta della dimensione ebraica - necessaria per ogni<br />

cristiano - si sente solo?<br />

- Non siamo in molti, devo riconoscerlo: è ancora diffuso, anche negli ambienti


eligiosi, un antigiudaismo morbido, difficile da comprendere dopo i tanti interventi<br />

degli ultimi Pontefici e i documenti del Vaticano II. E’ facile abbandonare<br />

un giudizio, ma è quasi impossibile liberarsi da un pregiudizio!<br />

Tirana<br />

Un giorno al centro don Bosko<br />

Il primo giorno nel Centro <strong>Don</strong> Bosko ti lascia esterrefatto. L’impressione è di essere<br />

per la prima volta in un vero centro, dove lo studio e la serietà, coniugato ad<br />

uno strano senso di famiglia ti fanno essere subito a tuo agio. Tutto quello che ti<br />

circonda è molto diverso da quello che abitualmente si vede nelle scuole statali.<br />

Appena arrivati nella grande hall del centro, siamo stati accolti nella sala del<br />

“Buongiorno” dal Direttore della Scuola Professionale <strong>Don</strong> Marek Gryn, dove<br />

dopo una breve presentazione ci ha illustrato il progetto del centro, presentando<br />

il regolamento della scuola e lo staff pedagogico formato dagli insegnanti. Dopo il<br />

saluto del direttore della casa don Domenik è stata la volta di un invitato davvero<br />

speciale, Monsignor Rrok Mirdita, Metropolita di Tirana - Durazzo il quale ha augurato<br />

a tutto lo staff pedagogico e gli alunni un buon inizio del nuovo anno scolastico.<br />

Quest’anno il Centro Professionale <strong>Don</strong> Bosko ha dato il benvenuto ai<br />

250 giovani nei corsi di: Animatori Sociali, Segretarie, Elettricisti, Idraulici, Impiantisti,<br />

Sarte, quasi 230 giovani nei corsi di qualificazione nel pomeriggio e 300 giovani<br />

che frequentano la scuola media <strong>Don</strong> Bosko.<br />

La qualificazione professionale di questi giovani si fa da uno staff pedagogico<br />

molto qualificato.<br />

Un ringraziamento speciale va verso queste istituzioni per la loro collaborazione<br />

e il sostegno che hanno dato nella realizzazione dei progetti del centro <strong>Don</strong> Bosko<br />

e allo scopo che questo centro ha per l’educazione dei giovani per fare di<br />

loro: buoni cristiani e onesti cittadini per integrarsi degnamente nella società del<br />

futuro.<br />

Bruna Nicka<br />

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NEL RICORDO<br />

DEI NOSTRI DEFUNTI<br />

<strong>Don</strong> Catello <strong>Don</strong>narumma<br />

<strong>Don</strong> Catello <strong>Don</strong>narumma nasce a Castellammare di Stabia (Na) il 10<br />

febbraio 1920 da Salvatore e Sabato Santo Camilla. L’esperienza oratoriana<br />

avviata sin da piccolo lo portò in Noviziato a Portici e il 16 agosto 1940<br />

emise i primi voti. Frequentò il Biennio Postnoviziato a Lanuvio e visse la<br />

sua esperienza di tirocinio a Venosa con dedizione e simpatia.<br />

Dopo aver condotto gli studi di teologia a Bagnolo (To) e Torre Annunziata<br />

fu ordinato sacerdote da mons. Emmanuel l’8 aprile 1950. Esercitò il servizio<br />

di Consigliere e Catechista a Torre Annunzuata, a Caserta, Soverato e a<br />

Brindisi; fu Direttore dal ‘67 per 6 anni a Torre Annunziata e Insegnante,<br />

Vicario e Confessore a Napoli Vomero.<br />

La sua vita è spesa tutta al servizio dei giovani nella scuola. Le Lettere classiche<br />

avevano influito sul suo carattere: delicato, accogliente, salesianamente<br />

giovane.<br />

<strong>Don</strong> Catello muore il 18 ottobre 2005 nella casa di Napoli Vomero dove<br />

ormai risiedeva dal 1973 all’età di 85 anni.<br />

<strong>Don</strong> Giuseppe Rossi<br />

<strong>Don</strong> Giuseppe Rossi nasce a Mombarcaro (Cn) il 1 dicembre 1908 da<br />

Luigi e da Panero Caterina.<br />

Entrato in Noviziato a Chieri all’età di 19 anni professa il 13 settembre 192-<br />

8. Seguono gli anni di tirocinio a Collaretto e Valsalice e la formazione teologica<br />

a Torino.<br />

Viene ordinato sacerdote dal Card. Fossati il 18 dicembre 1937. Abilitatosi<br />

nell’insegnamento, fin da subito si mise a servizio dei ragazzi di Lombriasco<br />

e Monterosa.<br />

Una vita salesiana che lo ha visto dai primi anni dell’Aspirantato fino al secondo<br />

anno di Sacerdozio nella ICP. Dal 1939 fino alla sua morte don Rossi<br />

è stato membro attivo dell’<strong>Ispettoria</strong> <strong>Salesiana</strong> <strong>Meridionale</strong> come Inse-<br />

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Salesiani<br />

gnate nella casa di Cisternino, Bari e dal 1950 come confessore<br />

ricercato ed amato a Vibo Valentia.<br />

Coltivò una spiccata passione per la musica: accompagnava<br />

i canti della liturgia o realizzava le tradizionali<br />

«operette» ed «Accademie» salesiane. Visse sempre la<br />

fraternità, stemperando anche situazioni un po’ difficili.<br />

Muore il 25 novembre 2005 a Castellammare di Stabia<br />

all’età di 97 anni.<br />

Ci uniamo in preghiera al dolore della famiglia di:<br />

D. DeMartino Benito per la morte della mamma Genovina, 5 agosto 2005<br />

D. Tobia Carotenuto per la morte della mamma Elvira, 5 settembre 2005<br />

D. Pasquale Cristiani per la morte della mamma Concetta, 26 settembre 2005<br />

D. Nicola Pecoraro per la morte del papà Bernardino, 27 settembre 2005<br />

S. Michele Matera per la morte della mamma Rosaria, 18 novembre 2005<br />

D. Salvatore Giuseppe per la morte del fratello Gaetano, 23 dicembre 2005<br />

D. Laocca Felice per la morte del fratello Giorgio, 5 febbraio <strong>2006</strong><br />

D. Cataldo Ferrarese per la morte della mamma Felicia Maria, 8 febbraio <strong>2006</strong><br />

D. Dino Petruzzi per la morte della mamma Graziella, 24 febbraio <strong>2006</strong><br />

Italia<br />

<strong>Meridionale</strong><br />

“La fede nel Cristo Risorto sostiene la nostra speranza<br />

e mantiene viva la comunione<br />

con i fratelli che riposano nella pace di Cristo.<br />

Uniti in uno scambio di beni spirituali offriamo<br />

con riconoscenza per loro i suffragi prescritti”<br />

(Cost. 95)

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