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La valorizzazione del Patrimonio Culturale del territorio attraverso il ...

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<strong>La</strong> <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>Patrimonio</strong> <strong>Culturale</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>attraverso</strong> <strong>il</strong><br />

“Sistema Bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco”: alcune<br />

proposte di intervento.<br />

Premessa<br />

INDICE<br />

1. Inquadramento storico-geografico <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in cui opera <strong>il</strong><br />

Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

2. Il Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

3. Per una definizione degli approcci metodologici: alcuni “case<br />

studies”<br />

4. <strong>La</strong> biblioteca protagonista <strong>del</strong> network turistico culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

Premessa<br />

Un mo<strong>del</strong>lo di valutazione dei siti web a carattere turistico culturale<br />

Applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />

Analisi dei siti internet a carattere turistico-culturale sulla Ciociaria.<br />

Una idea di revisione <strong>del</strong> portale <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

Gli itinerari turistici culturali<br />

Le risorse necessarie<br />

<strong>La</strong> digitalizzazione <strong>del</strong>le risorse documentarie<br />

Il ruolo <strong>del</strong>la Mediateca <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

<strong>La</strong> struttura <strong>del</strong> nuovo portale<br />

5. Gli attrattori culturali <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco: “Le principali emergenze”<br />

Per una definizione di “Attrattori culturali”<br />

Il possib<strong>il</strong>e ruolo <strong>del</strong> “Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong><br />

Sacco” nella <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>Patrimonio</strong> <strong>Culturale</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

Un esempio di possib<strong>il</strong>e sinergia<br />

Virtuosi e meno virtuosi esempi di promozione culturale<br />

6. Il sistema bibliotecario integrato: da rete di servizi a network<br />

culturale. Ruolo <strong>del</strong>le istituzioni e problemi di governance<br />

Premessa<br />

L’apporto <strong>del</strong>le Istituzioni Pubbliche<br />

Il mo<strong>del</strong>lo organizzativo <strong>del</strong>la rete.<br />

Alcune esperienze degli altri<br />

Il ruolo <strong>del</strong>l’Università di Cassino<br />

Le azioni di sistema<br />

Conclusioni<br />

Bibliografia<br />

1


Premessa<br />

Il presente lavoro è la riflessione conclusiva di un percorso di formazione, <strong>il</strong> Master<br />

“Sistema Cultura. Metodologie, strumenti, tecniche di <strong>valorizzazione</strong> e gestione dei beni<br />

culturali”, organizzato presso <strong>il</strong> Polo didattico di Frosinone dal Corso di <strong>La</strong>urea triennale<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi di Cassino in Valorizzazione e promozione dei beni culturali nel<br />

Museo e nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’Università degli Studi di Cassino, che ha avuto un significato<br />

particolare per chi, avendolo frequentato in qualità di responsab<strong>il</strong>e di biblioteche e di<br />

musei, è da anni quotidianamente impegnato su un <strong>territorio</strong>, quale quello <strong>del</strong>la Provincia<br />

frusinate, che solo negli ultimi decenni ha visto strutturarsi istituzioni culturali moderne e<br />

dotate di personale con la specifica professionalità. Le popolazioni <strong>del</strong>la Provincia di<br />

Frosinone, pur conservando sul proprio <strong>territorio</strong> un patrimonio di Beni Culturali di<br />

altissimo r<strong>il</strong>ievo e di primaria importanza per la civ<strong>il</strong>tà umana in generale e per quella<br />

italiana in particolare, hanno per lungo tempo vissuto una condizione di inferiorità rispetto<br />

ad altri territori per quanto riguarda tutti gli aspetti connessi all’organizzazione <strong>del</strong>l’offerta<br />

culturale. Se infatti si intende la Cultura come la più specifica manifestazione <strong>del</strong>l’umano,<br />

legata in maniera imprescindib<strong>il</strong>e alla socialità, possiamo dire che questa prerogativa è<br />

stata esercitata dalle popolazioni ciociare in maniera assolutamente parziale ancora fino ai<br />

giorni nostri. Certo, non sono mancati luoghi che hanno favorito un’abbondante e<br />

qualificata produzione culturale, come le abbazie, i collegi religiosi e civ<strong>il</strong>i, alcune casate<br />

nob<strong>il</strong>iari; nemmeno sono mancate personalità di primo piano provenienti da questa terra:<br />

bastino ad esempio i nomi di Giovenale, Tommaso d’Aquino, Tommaso <strong>La</strong>ndolfi ecc. In<br />

Ciociaria, inoltre, si è sedimentata un ricca e fiorente cultura popolare che ha prodotto e<br />

produce tuttora interessanti manifestazioni che hanno richiamato l’attenzione di importanti<br />

antropologi. In quest’ultimo caso, tuttavia, tale patrimonio immateriale di tradizioni e<br />

manifestazioni ha finora avuto poca visib<strong>il</strong>ità, soprattutto in quei pochi casi in cui insigni<br />

2


esponenti di una cultura che è stata definita “alta” si sono cimentati a tracciare i prof<strong>il</strong>i<br />

antropologici e ad interpretare i caratteri <strong>del</strong>la cultura popolare dei ciociari.<br />

<strong>La</strong> Ciociaria ha dunque sofferto di un evidente discrasia tra le fasi <strong>del</strong>la grande produzione<br />

culturale, avvenuta soprattutto nel passato, e quella di una efficace comunicazione e<br />

dunque <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> medesimo patrimonio non solo presso <strong>il</strong> grande pubblico ma<br />

anche presso le stesse comunità <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>. Uno dei motivi di questa incompiutezza è<br />

da ricercare nella posizione geografica <strong>del</strong>la provincia frusinate, estesa nel <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale, ma soprattutto “schiacciata” dalle metropoli di Roma e Napoli. Gli intellettuali<br />

di origine ciociara hanno infatti sempre guardato a queste due grandi città o al resto <strong>del</strong><br />

mondo, e solo di rado hanno analizzato e riflettuto sulle specificità culturali <strong>del</strong>la loro terra.<br />

Questo limite è oggi ravvisab<strong>il</strong>e nei momenti più importanti <strong>del</strong>la storia ciociara: a puro<br />

titolo esemplificativo, durante <strong>il</strong> processo di industrializzazione <strong>del</strong> secondo dopoguerra,<br />

risultò <strong>del</strong> tutto assente qualsiasi consapevolezza <strong>del</strong>la storia e <strong>del</strong>la cultura di questo<br />

lembo <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, in un momento in cui tale consapevolezza più sarebbe stata<br />

necessaria per mettere in guardia le popolazioni e i loro rappresentanti istituzionali sui<br />

possib<strong>il</strong>i esiti negativi di uno sv<strong>il</strong>uppo puntato unidirezionalmente su alcune attività<br />

produttive. Se infatti è vero che in quel particolare momento storico ancora non si poteva<br />

registrare la presenza attiva di una vera e propria “opinione pubblica” tranne che in alcuni<br />

centri maggiori, è altrettanto evidente che la carenza più avvertib<strong>il</strong>e fu non tanto quella<br />

degli intelletti, ma soprattutto quella di strutture che fungessero da strumenti mediante i<br />

quali formare e veicolare analisi, opinioni e progetti alternativi.<br />

A differenza che nel recente passato, nella provincia di Frosinone sono attive diverse<br />

importanti istituzioni culturali (Università, Accademia <strong>del</strong>le Belle arti, Conservatorio ecc.),<br />

vari network informativi che coprono l’intero <strong>territorio</strong> provinciale <strong>attraverso</strong> i vari media<br />

(carta stampata, radio, televisione, siti internet ecc.) e due Sistemi bibliotecari che<br />

riuniscono circa quaranta biblioteche: questi ultimi, in particolare, costituiscono un indubbio<br />

3


esempio di buone pratiche in un settore strategico per la moderna società evoluta, quale<br />

quello <strong>del</strong> trasferimento <strong>del</strong>la conoscenza, <strong>del</strong>la promozione <strong>del</strong>la lettura, <strong>del</strong>la diffusione<br />

democratica <strong>del</strong>l’informazione, <strong>del</strong>la conservazione e <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong>le identità culturali<br />

territoriali. <strong>La</strong> creazione di tante strutture impegnate nel mondo <strong>del</strong>la cultura o comunque<br />

<strong>del</strong>la trasmissione <strong>del</strong>le informazioni può dunque essere interpretata come <strong>il</strong> risultato di<br />

un’azione, purtuttavia non sempre consapevole e comunque parzialmente reindirizzata “a<br />

posteriori”, indirizzata a colmare <strong>il</strong> sopra richiamato gap tra le due dimensioni (quella <strong>del</strong>la<br />

produzione e quella <strong>del</strong>la trasmissione/<strong>valorizzazione</strong>) <strong>del</strong>la cultura che abbiamo definito<br />

come finora slegate nel <strong>territorio</strong> ciociaro.<br />

Tra gli estensori di questo elaborato, quelli appartenenti al Sistema bibliotecario <strong>del</strong>la Valle<br />

<strong>del</strong> Sacco stanno meditando da tempo, insieme a tutti gli altri colleghi, una riflessione sul<br />

contributo che le Biblioteche possono offrire per un miglioramento <strong>del</strong>l’economia, e per lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo e l’innovazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> di riferimento. L’individuazione di una nuova<br />

“mission” per le Biblioteche renderebbe infatti queste strutture sicuramente più stab<strong>il</strong>i,<br />

anche in considerazione <strong>del</strong> loro ruolo istituzionale all’interno degli Enti Locali di<br />

appartenenza, che oggi vivono in maniera drammatica la crisi <strong>del</strong>le finanze pubbliche, con<br />

la continua necessità di tagliare i servizi.<br />

Per questi e per molti altri motivi (che non è possib<strong>il</strong>e analizzare dettagliatamente in<br />

questa sede) l’Associazione <strong>del</strong>le Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco ha assunto un nuovo<br />

assetto, che si è programmaticamente inteso rendere visib<strong>il</strong>e già nella nuova<br />

denominazione di “Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco”. Le<br />

Biblioteche che hanno aderito a tale sistema documentario integrato stanno infatti<br />

lavorando per la definizione di un mo<strong>del</strong>lo organizzativo che sia in grado di stab<strong>il</strong>ire reti di<br />

collaborazioni con gli altri istituti culturali e formativi <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, anche di differente<br />

tipologia funzionale e appartenenza amministrativa (archivi, musei, biblioteche scolastiche,<br />

università, centri di documentazione pubblici e privati etc.). In questa direzione, pur<br />

4


convinti che opportune future analisi di marketing potranno agevolare l’individuazione di<br />

ulteriori ambiti di intervento e di eventuali nuovi strumenti e/o servizi da erogare, in questa<br />

sede ci è sembrato tuttavia ut<strong>il</strong>e proporre quale settore priv<strong>il</strong>egiato di intervento per le<br />

biblioteche quello <strong>del</strong> turismo culturale e <strong>del</strong>la conoscenza. Già da qualche anno è stato<br />

proposto a livello ministeriale <strong>il</strong> progetto "<strong>La</strong> Biblioteca digitale italiana ed <strong>il</strong> Network<br />

turistico culturale" da cui si potrà partire per progettare tutta una serie di relazioni tra<br />

strutture culturali (anche private) presenti sul comprensorio di riferimento, esaltando la<br />

specificità di quest’ultimo e contribuendo in tal modo alla creazione di un “brand”, cioè di<br />

un marchio qualificante <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, che possa renderlo inconfondib<strong>il</strong>e e ben<br />

caratterizzato, e in definitiva costituendone un vero e proprio valore aggiunto.<br />

Le Biblioteche tornerebbero allora ad assumere una nuova centralità pur mantenendo<br />

sempre ferma la vocazione originaria <strong>del</strong> loro ruolo ispirato ai concetti di Creatività,<br />

Innovazione e Identità, ma contribuendo in maniera ancora più fattiva alla salvaguardia<br />

<strong>del</strong>le specificità <strong>del</strong> proprio <strong>territorio</strong> e al rafforzamento <strong>del</strong>le identità <strong>del</strong>le persone<br />

<strong>attraverso</strong> un’efficace mediazione <strong>del</strong>la conoscenza e gestione democratica<br />

<strong>del</strong>l’informazione.<br />

5


1. Inquadramento storico-geografico <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in cui opera <strong>il</strong><br />

Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

Il sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, che occupa la parte centro-<br />

settentrionale <strong>del</strong>la Provincia di Frosinone, opera in stretta collaborazione con altri sistemi<br />

bibliotecari quali quello <strong>del</strong>la Valle dei Santi e <strong>del</strong>l’Ateneo di Cassino al Sud <strong>del</strong>la provincia, e<br />

quello <strong>del</strong> Sud Pontino in Provincia di <strong>La</strong>tina. Tutte queste strutture organizzative insistono<br />

infatti su una parte <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> regionale, <strong>il</strong> cosiddetto <strong>La</strong>zio Meridionale, che presenta diversi<br />

caratteri storico-culturali comuni a cui bisogna necessariamente riferirsi se si vuole analizzare<br />

<strong>il</strong> potenziale <strong>del</strong>l’offerta turistica da elaborare.<br />

Il primo dato storico comune è quindi la lunga vicenda di conquista e di riconquista da parte di<br />

Roma verso la sua ricca adiacenza meridionale da dove trasse risorse importanti che<br />

contribuirono alla sua potenza.<br />

I confini geografici di questa sub-regione, che anticamente veniva identificata come <strong>La</strong>tium<br />

Adiecutm (e solo parzialmente nel <strong>La</strong>tium Vetus, a cui si possono riferire i territori dei Colli<br />

Albani e <strong>del</strong>la pianura pontina settentrionale), sono: a Nord i Colli <strong>La</strong>ziali, ad Est i Monti<br />

Simbruini ed Ernici, ad Ovest <strong>il</strong> mare Tirreno e a Sud <strong>il</strong> fiume Garigliano. Tale comprensorio,<br />

che attualmente coincide con <strong>il</strong> Sud <strong>del</strong>la Provincia di Roma e con le Province di Frosinone e<br />

<strong>La</strong>tina, fu definito come “Campagna di Roma” già nel medioevo, quando si perse la nozione di<br />

“<strong>La</strong>zio”; per essere poi diviso, durante la dominazione pontificia, nella “Provincia di Marittima”<br />

(la parte verso <strong>il</strong> mare) e nella “Provincia di Campagna” (la parte interna). Con <strong>il</strong> termine<br />

“Ciociaria” si indica attualmente quell’area <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale gravitante sulle valli dei fiumi<br />

Sacco e Liri, che costituisce un <strong>territorio</strong> geograficamente vario la cui differenziazione<br />

morfologica ha influito anche sulle vicende storiche che lo hanno interessato.<br />

6


Una prima evidente differenza è la distinzione tra la pianura costiera pianeggiante e<br />

la parte interna segnata da valli e r<strong>il</strong>ievi, dove, da Nord a Sud, scorrono i principali corsi<br />

d’acqua <strong>del</strong>l’Aniene, <strong>del</strong> Sacco, <strong>del</strong> Liri e <strong>del</strong> Garigliano. Proprio la presenza <strong>del</strong>le vallate<br />

fluviali, che in passato costituivano i migliori e più agevoli percorsi di attraversamento per<br />

le antiche popolazioni, deve aver caratterizzato <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale come un <strong>territorio</strong><br />

particolarmente accogliente nei confronti <strong>del</strong> genere umano, come sembrano confermare<br />

diversi recenti ritrovamenti archeologici. Ad esempio, a poca distanza dal fiume Sacco, nel<br />

<strong>territorio</strong> <strong>del</strong> comune di Ceprano, sono state recentemente rinvenute quelle che da diversi<br />

studiosi vengono considerate come le prime testimonianze in assoluto <strong>del</strong>la presenza<br />

umana nell’Europa Occidentale: si tratta in particolare di un foss<strong>il</strong>e osteologico (i<br />

frammenti <strong>del</strong>la calotta cranica) riferib<strong>il</strong>e ad un ominide di circa 1 m<strong>il</strong>ione di anni orsono.<br />

Altre tracce di popolamento <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale risalgono al periodo <strong>del</strong>l’uomo di<br />

“Neanderthal”, mentre i pochi utens<strong>il</strong>i di pietra finora ritrovati attestano gli sporadici<br />

insediamenti umani che interessarono la Valle <strong>del</strong> Sacco e <strong>del</strong> Liri durante l’ultima<br />

glaciazione, e che possono essere riferiti a gruppi che preferivano cacciare nelle zone<br />

pianeggianti <strong>del</strong>l’Agro Pontino.<br />

<strong>La</strong> diversità morfologica di questa regione è poi forse ravvisab<strong>il</strong>e anche negli etimi<br />

conservatici dalle fonti storiche per alcune <strong>del</strong>le popolazioni che la occupavano in età<br />

preromana: Ernico (già per gli antichi da Herna = sasso) era definito <strong>il</strong> popolo che abitava<br />

le propaggini appenniniche rappresentate da Monti che ancora oggi ne perpetuano <strong>il</strong><br />

nome, mentre le genti <strong>del</strong>le terre <strong>del</strong> Garigliano e <strong>del</strong> Volturno erano chiamati Ausoni<br />

forse da Ausa = la fonte.<br />

Geograficamente è quindi possib<strong>il</strong>e suddividere ulteriormente <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale in<br />

tre settori longitudinali: la zona costiera, con l’agro pontino e la piana di Fondi fino al fiume<br />

Garigliano, chiusa dai monti Lepini a nord-est e dai monti Ausoni ed Aurunci a sud-est; al<br />

centro la Valle <strong>del</strong> fiume Sacco e <strong>del</strong> Liri, e più ad est, la valle <strong>del</strong> fiume Aniene con la<br />

7


quasi ininterrotta catena appenninica dei Monti Ernici e dei Simbruini, fino ai monti <strong>del</strong>la<br />

Meta, dove spiccano vette che superano i duem<strong>il</strong>a di altezza (Viglio 2156 m., Pizzo Deta<br />

2037 m., Meta 2241 m., Mainarde 2070 m.). Proprio questi r<strong>il</strong>ievi trattengono e generano<br />

l’abbondante massa di acque che rende la regione come un enorme serbatoio che<br />

alimenta varie sorgenti tra le più grandi d’Europa, come quelle <strong>del</strong> Simbrivio e <strong>del</strong>l’Aniene<br />

(che dissetano la Capitale) e quella <strong>del</strong> Gari più a sud.<br />

<strong>La</strong> disomogenea geomorfologia <strong>del</strong>l’area influisce anche sugli aspetti climatici, che<br />

variano notevolmente proprio a seconda dei diversi fattori ambientali che entrano in gioco:<br />

la centralità rispetto alla Penisola, l’ampia fascia costiera, la distribuzione dei r<strong>il</strong>ievi e <strong>del</strong>le<br />

aree pianeggianti ed infine l’altimetria. Più ci si addentra verso l’interno e più si attenua<br />

l’azione mitigatrice <strong>del</strong> Tirreno, tanto che è possib<strong>il</strong>e avvertire contrasti termici molto<br />

sensib<strong>il</strong>i soprattutto nei fondivalle e nelle depressioni intermontane. <strong>La</strong> dorsale<br />

appenninica limita invece gli effetti dei venti freddi di Nord-Est e <strong>il</strong> libero accesso <strong>del</strong>le<br />

correnti umide occidentali. Se dunque sulla fascia costiera vi sono limitate escursioni<br />

termiche e moderata piovosità, con <strong>il</strong> procedere verso la zona collinare <strong>del</strong>l’interno gli<br />

inverni cominciano ad esser più marcati, mentre nel settore subappenninico e<br />

appenninico, troviamo forti escursioni termiche ed elevate precipitazioni. Anche la<br />

latitudine influisce sulle differenze climatiche: infatti mentre a nord <strong>del</strong>la foce <strong>del</strong> Tevere<br />

prevalgono i venti di nord-est che riescono a scavalcare l’Appennino, a sud predominano i<br />

venti caldi e umidi. L’andamento termico nel <strong>La</strong>zio è piuttosto uniforme; l’isotermia annuale<br />

di 17 °C interessa soltanto la parte costiera <strong>del</strong> s ettore meridionale, quella dei 15 °C corre<br />

lungo le pendici <strong>del</strong>l’Appennino. <strong>La</strong> distanza dal mare condiziona quindi fortemente i climi<br />

locali: ad esempio, tra Velletri e Casamari (la prima a 25 e la seconda a 45 Km dal mare),<br />

vi è una differenza di ben due gradi in quanto la media di gennaio a Velletri è di 7 °C<br />

mentre a Casamari si mantiene intorno ai 5 °C. Rela tivamente alle precipitazioni, la zona<br />

litoranea riceve mediamente meno di 750 mm di pioggia annua. Nelle isole la piovosità è<br />

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particolarmente ridotta (Ponza 648,6 mm). Tutto <strong>il</strong> settore pianeggiante alle spalle <strong>del</strong>la<br />

fascia litoranea riceve tra 750 e 1000 mm di precipitazione. Sulle pendici dei Colli <strong>La</strong>ziali,<br />

dei Lepini, degli Ausoni e degli Aurunci si superano invece i 1250 mm fino a punte di 2000<br />

mm.<br />

Come già accennato, agli albori <strong>del</strong>l’età storica (VIII sec. a.C.) diversi popoli che definiamo<br />

preromani risultavano già stanziati nel <strong>La</strong>zio Meridionale: i <strong>La</strong>tini, gli Equi, gli Ernici, i<br />

Volsci, gli Ausoni, fino agli Etruschi <strong>del</strong>la Campania, che costituivano la potenza<br />

politicamente ed economicamente dominante; all’età monarchica, tuttavia, si possono far<br />

risalire i primi tentativi di penetrazione romana (con le colonie di Segni, Cori, Norba sui<br />

Monti Lepini, o la città di Satricum nella piana costiera).<br />

Già ad età arcaica si può dunque far risalire <strong>il</strong> primo evidente processo di<br />

antropizzazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>la nostra regione: è probab<strong>il</strong>e che in quest’epoca<br />

compaiano i primi insediamenti urbani muniti di possenti fortificazioni murarie ancora oggi<br />

visib<strong>il</strong>i, e vengano definiti alcuni tra i percorsi stradali che verranno poi sfruttati fino ai<br />

giorni nostri.<br />

Tra questi, ad esempio, <strong>il</strong> tracciato che in età romana fu definito come Via <strong>La</strong>tina<br />

sfruttò fin dall’inizio la naturale vocazione <strong>del</strong> settore centrale <strong>del</strong> basso <strong>La</strong>zio (<strong>attraverso</strong><br />

le valli <strong>del</strong> Sacco e <strong>del</strong> Liri) come collegamento tra i territori etruschi (a Nord di Roma) e<br />

latini (<strong>il</strong> <strong>La</strong>tium Vetus) e quelli <strong>del</strong>l’Etruria campana nonché <strong>del</strong>la Magna Grecia. Tale<br />

percorso stradale, oggi sostanzialmente ricalcato dalla Via Cas<strong>il</strong>ina, scavalcando i Colli<br />

Albani al passo <strong>del</strong>l’Algido, collegava Roma con Segni, per poi attraversare la valle <strong>del</strong><br />

Sacco e la media valle <strong>del</strong> Liri, raggiungendo Teano, Cales, Cas<strong>il</strong>inum e Capua. Più tardi,<br />

la costruzione <strong>del</strong>la Via Appia (nel 312 a.C.), la Regina Viarum, determinò <strong>il</strong> parziale<br />

abbandono <strong>del</strong>l’antica via <strong>La</strong>tina, che tuttavia tornerà ad acquisire importanza alla fine<br />

<strong>del</strong>l’impero romano, quando i territori pontini si fecero più insicuri per i viaggiatori. In questi<br />

secoli a cavallo tra l’inizio <strong>del</strong>l’espansione verso Sud e <strong>il</strong> completamento <strong>del</strong>la conquista<br />

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da parte di Roma, vengono realizzate anche le mura megalitiche dei principali centri <strong>del</strong><br />

<strong>La</strong>zio Meridionale: quelle <strong>del</strong>le città erniche di Anagni, Alatri, Ferentino, Veroli; quelle<br />

Volsche di Arpino, Sora, Cassino, Roccadarce, Aquino, Terracina, Atina, Artena e quelle di<br />

chiara origine romana (Segni, Norba, Cori, Sezze).<br />

I Romani nella loro prima fase di espansione si trovarono davanti un’agguerrita e<br />

ostinata popolazione <strong>del</strong>le montagne e <strong>del</strong>le pianure, i Volsci che abitavano la zona<br />

interna <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, dai Monti <strong>del</strong>la Meta agli Ausoni e da Frosinone a Cassino,<br />

e la fascia costiera nell’area pontina, occupando l’area <strong>del</strong>l’attuale provincia di <strong>La</strong>tina fino<br />

a Terracina.<br />

Secondo le poche notizie finora disponib<strong>il</strong>i, i Volsci, provenendo dalla stessa area<br />

centro-appenninica da cui sarebbero giunti gli Ernici (le cui antiche città di Anagni, Alatri,<br />

Ferentino, Veroli non contesero mai a Roma la supremazia nel <strong>La</strong>zio, schierandosi anzi<br />

nella Lega <strong>La</strong>tina proprio per difendersi dagli Equi e dai Volsci), si sarebbero stanziati<br />

nell’attuale Ciociaria nel corso <strong>del</strong> VI sec. a.C. e quindi si sarebbero spinti a Ovest fino ad<br />

occupare, nel V sec. a.C., la pianura pontina.<br />

Tuttavia, diverse ricerche attualmente in corso hanno individuato come tipici di un<br />

ambito culturale comune, definito come “cultura <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Liri” – caratterizzata da<br />

stretti rapporti con la Campania settentrionale, l’Abruzzo meridionale e <strong>il</strong> Molise – alcuni<br />

reperti datab<strong>il</strong>i ancora al VIII-VI sec. a.C.: tali reperti, dunque, più che rappresentare gli<br />

indizi di contatti con aree esterne o segni di inf<strong>il</strong>trazioni di genti italiche, devono essere<br />

oggi identificati come le prime espressioni di una vera e propria cultura regionale. Inoltre, è<br />

stata notata una chiara omogeneità sostanziale tra i materiali archeologici attribuib<strong>il</strong>i alla<br />

“cultura <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Liri” e quelli relativi con certezza agli stanziamenti dei Volsci in<br />

piena epoca storica (VI-V sec. a.C.). queste osservazioni, basate su scavi e studi<br />

recentissimi, forniscono nuovi spunti per avvicinarsi alla soluzione <strong>del</strong> “problema volsco” e<br />

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permettono dunque di identificare la terra ciociara come una regione che, pur accogliendo<br />

elementi ed influssi provenienti da altri ambiti geografici, risulta fortemente caratterizzata<br />

da una specifica connotazione culturale già almeno dall’VIII sec. a.C.<br />

Quando nel V sec. a.C. cominciò la fase acuta <strong>del</strong>lo scontro con la potenza romana,<br />

erano dunque Volsci i centri più importanti <strong>del</strong>le Valli <strong>del</strong> Liri e <strong>del</strong> Sacco (Frusino,<br />

Arpinum, Sora, Cominum, Atina), quelli ubicati lungo la costa tirrenica pontina (Anxur-<br />

Tarracina, Formiae, Satricum, Antium), e le città sui versanti occidentale ed interno dei<br />

monti Lepini (Norba, Cora, Privernum, Velitrae). Le lotte proseguirono furibonde e<br />

sanguinose fino alla fine <strong>del</strong> IV sec. a.C., e portarono alla sconfitta e alla presa di centri<br />

quali Frusino, l’Arx Fregellana, Casinum, Aquinum, Interamna Lirenas, finchè, agli inizi <strong>del</strong><br />

III sec.a.C., successivamente alla definitiva capitolazione dei Volsci (tra 306 e 303 a.C.), e<br />

alla pace conclusa nel 304 a.C. con i Sanniti, <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale può considerarsi ormai<br />

pienamente inserito nell’orbita romana.<br />

Durante le guerre sannitiche, infatti, questo comprensorio costituì l’importante<br />

retrovia di diverse operazioni m<strong>il</strong>itari, anche costituendo <strong>il</strong> teatro di vari episodi di<br />

sanguinose battaglie e distruzioni, come l’assedio di Fregellae nel 321 a.C., quando i suoi<br />

difensori furono arsi vivi. Un ulteriore tributo di sangue e di solidarietà fu dimostrato da<br />

questo <strong>territorio</strong> durante la seconda guerra punica, quando le truppe cartaginesi<br />

devastarono Casinum, Interamna, Aquinum e Fregellae, fino a che Annibale nel 211 a.C.<br />

non arrivò a minacciare direttamente Roma. Ciò nonostante, Roma non corrispose ai suoi<br />

alleati sottomessi alcuna concessione in fatto di partecipazione alla vita politica <strong>del</strong>la<br />

repubblica, limitandosi a non inviare colonie nelle città più fe<strong>del</strong>i (quali ad esempio le città<br />

erniche di Anagni, Alatri, Ferentino, Veroli) e riconoscendo loro lo status di municipia con<br />

la possib<strong>il</strong>ità di gestirsi con proprie leggi e propri diritti, ed attribuendo loro la cittadinanza<br />

romana “sine suffragio”. Solo nell’88 a.C., a seguito <strong>del</strong>la cosiddetta Guerra Sociale ed ad<br />

avvenuta unificazione e pacificazione <strong>del</strong>l’intera penisola, Roma concesse i diritti politici a<br />

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tutti gli italici, consentendo loro di partecipare alla vita politica e di ricoprire le più alte<br />

magistrature <strong>del</strong>lo stato. È in questo periodo che salirono in auge diversi Homines novi,<br />

cioè figure non legate a famiglie aristocratiche o con tradizioni di comando nell’esercito o<br />

nella burocrazia statale. Due fra tutti spiccano per <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale: Gaio Mario, <strong>il</strong><br />

trionfatore di Giugurta nel 104 a.C., proveniente da Cereatae, in seguito ribattezzata<br />

Cereatae Marianae in suo onore (l’odierna Casamari), e Marco Tullio Cicerone, <strong>il</strong> grande<br />

oratore di Arpino che si scontrò con personaggi <strong>del</strong> calibro di Giulio Cesare, Pompeo<br />

Magno, Cat<strong>il</strong>ina, Lucullo, Crasso, Marco Antonio, tutti provenienti da affermate famiglie<br />

patrizie. Questo gigante <strong>del</strong>la cultura occidentale, a cui si deve la teorizzazione <strong>del</strong>la<br />

“Concordia ordinum” in un tempo in cui la lotta fratricida dei partigiani di Cesare e Pompeo<br />

lasciava poco spazio all’accordo, morì a Formia nel 43 a.C. assassinato da un uomo di<br />

Marco Antonio. Da Arpino proveniva pure Marco Vipsanio Agrippa, ammiraglio e stratega<br />

nella battaglia di Azio, dominatore <strong>del</strong>le Gallie ribelli e architetto <strong>del</strong> Pantheon, e<br />

soprattutto <strong>il</strong> più stretto collaboratore di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, fondatore<br />

<strong>del</strong>l’impero romano e anch’egli originario <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, essendo nato a Velletri nel<br />

63 a.C.<br />

A quest’epoca così florida per <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale risalgono dunque non solo le<br />

mura a cui si è già accennato, ma anche diversi templi (le cui vestigia sono note ad<br />

Aquino, Alatri, Norba, Segni, Anagni, Palestrina, Ferentino, Cori, Priverno, Terracina; le<br />

grandi v<strong>il</strong>le di epoca repubblicana (come quella di Varrone presso Cassino) ed imperiale<br />

(quella presso Anagni, frequentata da Marco Aurelio; quelle di Tiberio a Sperlonga, di<br />

Adriano a Tivoli e Palestrina, di Nerone presso Subiaco); gli acquedotti presso Subiaco,<br />

Cassino, Atina, Alatri; i teatri ed anfiteatri a Cassino, Aquino, Ferentino; gli edifici termali<br />

pubblici e privati presso Cassino (v<strong>il</strong>la di Varrone), Aquino, Fregellae, Fabrateria Nova,<br />

Interamna Lirenas, Supino, Anagni, Priverno, Frosinone; le tombe ad Anagni, Cassino,<br />

Ferentino; e poi ritratti marmorei da Cassino, la statua di Tiberio da Priverno (ora nei<br />

12


Musei Vaticani), l’arco di trionfo di Aquino, lapidi ed iscrizioni come i fasti di Veroli e <strong>il</strong><br />

testamento di Aulo Quint<strong>il</strong>io a Ferentino.<br />

Inoltre, le fonti antiche ci conservano <strong>il</strong> ricordo di insigni artisti che fiorirono in età<br />

ellenistica, quando anche a Roma cominciò a penetrare la cultura greca: tra questi, <strong>il</strong><br />

creatore <strong>del</strong> genere satirico G. Luc<strong>il</strong>io di Sessa Aurunca (180 a.C.), aperto oppositore dei<br />

costumi <strong>del</strong>la capitale, escluso dalle cariche pubbliche in quanto italico; Titinio di Sezze, <strong>il</strong><br />

più antico scrittore di commedie togate (cioè di ambiente e di costume italici). E poi, nel<br />

solco di Cicerone, un gran numero di oratori, molti dei quali di Arpino (G. Visellio Aculeione<br />

e <strong>il</strong> figlio D. Visellio Varrone, M. Pontidio, M. Gratidio e suo figlio M. Mario Gratidiano), o<br />

<strong>del</strong>la vicina Sora (D. Valerio e Quinto Valerio), o di Fregellae (Lucio Porfirio), secondo<br />

alcuni patria originaria <strong>del</strong>la stessa famiglia di Cicerone. Altri personaggi che svolgero <strong>il</strong><br />

ruolo di “benefattori” <strong>del</strong>le loro città furono Aulo Irzio da Ferentino e Bet<strong>il</strong><strong>il</strong>ieno Varo da<br />

Alatri, mentre a vanto degli abitanti di Segni, che producevano un vino rinomato<br />

nell’antichità, si può segnalare “l’invenzione” <strong>del</strong> famoso opus signino, ut<strong>il</strong>izzato per<br />

l’impermeab<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong> fondo dei pozzi e <strong>del</strong>le cisterne.<br />

In età imperiale, a seguito <strong>del</strong>la ripartizione augustea <strong>del</strong>la penisola in regioni, <strong>il</strong><br />

<strong>La</strong>zio meridionale venne unito alla Campania, ma non cessò di fornire a Roma talenti<br />

come <strong>il</strong> poeta satirico Decimo Giunio Giovenale, nato ad Aquino nel 96 d.C., che, con la<br />

sua opera, sferzò <strong>il</strong> degrado morale raggiunto nella sua epoca, o come <strong>il</strong> letterato di Sezze<br />

G. Valerio Flacco, autore <strong>del</strong>le Argonautiche.<br />

Quando nell’Italia pacificata e cosmopolita <strong>del</strong>l’impero romano cominciarono a diffondersi<br />

le nuove credenze religiose orientali, la via <strong>La</strong>tina e la via Appia, oltre a convogliare merci<br />

ed eserciti, favorirono l’irradiamento <strong>del</strong> Cristianesimo da Roma nel <strong>La</strong>zio Meridionale.<br />

Secondo la tradizione, infatti, oltre a vantare <strong>il</strong> maggior numero di martiri dopo<br />

Roma, tutte le comunità cristiane <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale fanno risalire la loro fondazione<br />

direttamente all’azione degli Apostoli Pietro e Paolo. In ogni caso, notizie molto antiche<br />

13


sull’esistenza di comunità cristiane fin da circa <strong>il</strong> 250 d.C. si possiedono per Fondi,<br />

Terracina, Ferentino e per le città più importanti, dove sicuramente si radicarono<br />

maggiormente dopo la pace di Costantino nel 313. Le prime notizie di vescovi <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale possono essere riferite invece al conc<strong>il</strong>io in S. Maria Maggiore <strong>del</strong> 19<br />

novembre 465 a cui appunto parteciparono i vescovi Costantino di Aquino e Gaudenzio di<br />

Anzio. Con <strong>il</strong> decadere <strong>del</strong>la autorità imperiale, l’inizialmente embrionale organizzazione<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong> per diocesi andò poi progressivamente sv<strong>il</strong>uppandosi fino a costituire la<br />

naturale forma di governo di tutto <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio. Il potere <strong>del</strong>la Chiesa andò infatti sempre più<br />

affermandosi dapprima quasi in simbiosi con <strong>il</strong> potere bizantino (dal 475 fino al 751, anno<br />

<strong>del</strong>la caduta di Ravenna), e non senza qualche problema (come dimostra la storia dei<br />

pontefici frusinati S. Orsmida e S. S<strong>il</strong>verio), e poi in un ab<strong>il</strong>e gioco di equ<strong>il</strong>ibrio tra le<br />

popolazioni barbariche che via via arrivavano sul suolo italico e le famiglie aristocratiche<br />

romane che mantenevano i loro domini nel <strong>La</strong>zio Meridionale (concessi perlopiù in<br />

enfiteusi alla terza o quarta generazione dai pontefici), con i vari signorotti locali.<br />

All’affermazione di un tale sistema di potere non fu estraneo <strong>il</strong> monachesimo che,<br />

<strong>attraverso</strong> i suoi cap<strong>il</strong>lari insediamenti votati ad un'opera di massiccia depaganizzazione<br />

<strong>del</strong>le campagne, creò formidab<strong>il</strong>i centri di interessi e di potere attorno a cui gravitarono<br />

estesi territori e popolazioni. Per questi motivi, si può dire che <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale continuò<br />

a fornire alla Roma ormai papale, uomini e territori sui quali edificare una potenza non solo<br />

spirituale, ma anche con indubbie ripercussioni sulle vicende temporali. Dalla metà <strong>del</strong> VI<br />

secolo <strong>il</strong> monachesimo si diffuse in tutta Italia nella sua duplice impostazione di vita<br />

cenobitica ed eremitica. L’opera di Benedetto da Norcia fece tuttavia propendere per<br />

l’impostazione cenobitica, per l’attuazione cioè di una vita comunitaria regolata e basata<br />

sul lavoro e la preghiera. Il primo nucleo fondato a Subiaco da Benedetto fu organizzato<br />

suddividendo i numerosi discepoli in dodici monasteri di altrettanti monaci. Al 529 risale la<br />

fondazione <strong>del</strong> monastero di Montecassino a cui seguirono quello femmin<strong>il</strong>e in contrada<br />

14


Primarola (dove risiedette S. Scolastica), quello di S. Sebastiano di Alatri, quello di S.<br />

Erasmo a Veroli. Ai Monasteri fondati nell’Alto Medioevo dai Benedettini si aggiunsero<br />

successivamente, a partire dal XII secolo, le abbazie Cistercensi di Casamari (1203),<br />

Fossanova (1208), Valvisciolo (1240), quella dei Certosini a Trisulti (1204), quella dei<br />

Florensi ad Anagni (1226). Questo lento sostituirsi <strong>del</strong> patrimonio ecclesiastico al<br />

precedente patrimonio imperiale può dunque essere interpretato come una riconquista da<br />

parte di Roma <strong>del</strong>la sua antica provincia meridionale di volta in volta minacciata da nuovi<br />

invasori: Vandali (455), Goti (489), Bizantini (535), Longobardi (568), Franchi (774)<br />

Saraceni, Normanni (1053), Tedeschi.<br />

Tali continui sommovimenti portarono alla formazione di varie signorie fam<strong>il</strong>iari con<br />

base a Roma, e dunque con uno stretto legame con la corte papale (a cui fornirono servigi<br />

e molte volte preti, cardinali e papi), ma che estesero progressivamente i loro domini nei<br />

territori circostanti, e in particolare nel <strong>La</strong>zio Meridionale, come ad esempio i Tuscolani e i<br />

Crescenzi, e poi, in epoca bassomedievale, i de Ceccano, i Conti, i Colonna, i Caetani.<br />

Queste famiglie furono protagoniste <strong>del</strong>l’altro processo di formazione <strong>del</strong>le strutture di<br />

controllo territoriali conosciuto come “incastellamento”, che si accompagnò alla creazione<br />

di nuove diocesi, domuscultae, domini monastici, <strong>del</strong>le autonomie comunali nascenti, <strong>del</strong>le<br />

roccaforti m<strong>il</strong>itari, <strong>del</strong>le città di fondazione papale. Ad esempio, ad Adriano IV, morto ad<br />

Anagni nel 1159, si deve l’acquisto di roccaforti come Fumone e la loro costituzione in<br />

“Castra specialia” alle dirette dipendenze <strong>del</strong>la Chiesa, che ne affidò la custodia ai<br />

precedenti proprietari, ma con un rinnovato e più forte patto di obbedienza. Tali castelli,<br />

situati in punti strategici, costituirono un formidab<strong>il</strong>e sistema di difesa dei territori pontifici:<br />

nel <strong>La</strong>zio Meridionale i principali furono quelli di <strong>La</strong>bico, Castro dei Volsci, Paliano, e<br />

appunto Fumone. Proprio in quest’epoca, dunque, a fronte di una forte iniziativa da parte<br />

<strong>del</strong>l’autorità imperiale di Federico Barbarossa nonché <strong>del</strong>l’emergente autorità laica <strong>del</strong><br />

Comune di Roma, <strong>il</strong> papato, partendo dalle precedenti posizioni di estrema debolezza,<br />

15


seppe affermare, <strong>attraverso</strong> memorab<strong>il</strong>i figure di pontefici, la propria supremazia su Roma<br />

ed <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio nel corso <strong>del</strong>l’XI e fino alla fine <strong>del</strong> XIII secolo. È sempre su questo scenario<br />

che si staglia la figura di uno dei papi più importanti <strong>del</strong>la Chiesa, Innocenzo III, <strong>il</strong> quale,<br />

con la sua teoria <strong>del</strong>la Plenitudo potestatis, e con la sua accorta politica internazionale e<br />

interna, può essere considerato uno dei maggiori costruttori <strong>del</strong>lo Stato <strong>del</strong>la Chiesa e di<br />

cui rese duraturo <strong>il</strong> dominio temporale.<br />

Eletto nel 1198, egli ottenne nel 1200 a Neuss, da parte <strong>del</strong>l’imperatore Ottone di<br />

Brunswick, la solenne promessa <strong>del</strong> riconoscimento <strong>del</strong>l’autorità <strong>del</strong> pontefice sui territori<br />

compresi tra Radicofani e Ceprano, sull’esarcato di Ravenna, la Pentapoli, la marca di<br />

Ancona, <strong>il</strong> ducato di Spoleto, le terre <strong>del</strong>la contessa Mat<strong>il</strong>de, la contea di Bertinoro.<br />

Nell’epoca di Innocenzo III si andò sempre più definendo la figura <strong>del</strong> rettore <strong>del</strong>le<br />

province pontificie, che veniva nominato dal Papa e decadeva, in genere, alla sua morte.<br />

Sede <strong>del</strong> rettore di Campagna e di Marittima furono Ferentino, ma anche Anagni e Ninfa.<br />

Con <strong>il</strong> secondo pontefice legato alla storia di Anagni, Gregorio IX (1227-1241), la<br />

sistemazione <strong>del</strong>lo stato pontificio venne ulteriormente perfezionata sia con misure<br />

legislative che con azioni amministrative. Importantissima fu la regolamentazione dei<br />

Castra Specialia, che, dichiarati demanio speciale <strong>del</strong>la Chiesa, furono posti sotto la<br />

gestione diretta di rappresentanti <strong>del</strong> papa, diventando pertanto inalienab<strong>il</strong>i senza specifica<br />

autorizzazione da parte <strong>del</strong> Collegio cardinalizio. Castra specialia nel <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

furono: Fumone, Paliano, Serrone, e <strong>La</strong>riano in Campagna, nonchè Ninfa, Giuliano, Cori,<br />

Cisterna, Terracina in Marittima. In questo periodo rimaneva quindi prerogativa<br />

<strong>del</strong>l’autorità ecclesiastica la decisione in merito alla costituzione di un nuovo castrum, al<br />

ripopolamento di un sito abbandonato o alla fortificazione di un insediamento già esistente.<br />

Dalla metà <strong>del</strong> XII sec. e per tutto <strong>il</strong> duecento andò accentuandosi la tendenza <strong>del</strong>la corte<br />

papale a trascorrere lunghi periodi di permanenza fuori da Roma, sia per ovvi motivi di<br />

esercizio di un maggior controllo sulle province, sia per ragioni di sicurezza e insalubrità<br />

16


<strong>del</strong>l’Urbe. Questo avvenne in parte già nell’XI sec., con la presenza nella città di Anagni di<br />

papi quali Gregorio VII allora in fuga verso Salerno, e che fu amico <strong>del</strong> vescovo Pietro<br />

(costruttore <strong>del</strong>la cattedrale di Anagni); oppure Vittore III (già abate di Montecassino) e<br />

Urbano II (<strong>il</strong> primo pontefice eletto fuori di Roma, segnatamente a Terracina, e che fu<br />

l’ideatore <strong>del</strong>la prima crociata).<br />

Alla fine <strong>del</strong> XIII secolo questa tendenza ebbe <strong>il</strong> suo culmine con la vicenda legata<br />

alla figura di papa Bonifacio VIII, l’anagnino Benedetto Caetani, che fu elevato al soglio di<br />

Pietro nel 1294. Nato nel seno <strong>del</strong>l’antica famiglia dei Caetani (che dal nome e da altri<br />

indizi, come lo stemma con le onde, si suppone originaria di Gaeta), già presente ad<br />

Anagni almeno dalla metà <strong>del</strong> XII secolo (quando Orso Castani pagò a Giacomo da Iseo<br />

l’ultima rata per la edificazione <strong>del</strong> palazzo comunale Anagnino), <strong>il</strong> Cardinale Benedetto,<br />

ben munito di dottrina giuridica e teologica nonché di visione dei problemi politici <strong>del</strong><br />

momento, allorché si trattò di eleggere <strong>il</strong> successore di Nicolò IV, si trovò ad affrontare uno<br />

dei periodi di crisi ricorrenti nella curia pontificia. <strong>La</strong> situazione interna a quest’ultima era di<br />

estrema rissosità tra i vari rappresentanti <strong>del</strong>le più potenti famiglie gent<strong>il</strong>izie romane: gli<br />

Annibaldi, i Savelli, i Conti, ma soprattutto dei Colonna contro gli Orsini. Inoltre, <strong>il</strong> re Carlo<br />

II lo zoppo di Sic<strong>il</strong>ia, espressione <strong>del</strong> nuovo incalzante potere angioino, tentò addirittura<br />

una plateale intromissione nel conclave di Perugia che, dopo due anni, portò all’elezione<br />

con <strong>il</strong> nome di Celestino V <strong>del</strong> debole monaco eremita Pietro da Morrone. Al ben noto ed<br />

unico “gran rifiuto” nella storia <strong>del</strong> papato da parte di quest’ultimo, nel successivo conclave<br />

di Napoli, fu appunto eletto papa con <strong>il</strong> nome di Bonifacio VIII <strong>il</strong> cardinale Benedetto<br />

Castani, che, come primo atto, isolò nel castello di Fumone <strong>il</strong> suo predecessore Celestino<br />

V. Bonifacio VIII procedette quindi nel solco <strong>del</strong>la tradizione dei pontefici più forti<br />

(Gregorio VII, Innocenzo III, Gregorio IX), riaffermando la preminenza papale su tutti i<br />

poteri terreni, e riportando così <strong>il</strong> ruolo <strong>del</strong>la Chiesa ad un prestigio che andava svanendo<br />

dopo le lotte contro l’impero. Nel febbraio <strong>del</strong> 1300, all’apice <strong>del</strong> suo pontificato, Bonifacio<br />

17


VIII proclamò dalla loggia <strong>del</strong> <strong>La</strong>terano <strong>il</strong> primo Giub<strong>il</strong>eo <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la cristianità. Dopo<br />

questo momento di grande popolarità e consenso, tuttavia, sul suo pontificato si<br />

addensarono ombre minacciose: in particolare, la prima fu direttamente causata dalla<br />

politica di accrescimento dei domini territoriali che condusse a vantaggio <strong>del</strong>la propria<br />

famiglia e a discapito di altri potentati e soprattutto dei Colonna; la seconda derivava dal<br />

progressivo aspro conflitto determinatosi con la monarchia francese a proposito <strong>del</strong>la<br />

tassazione <strong>del</strong> clero. Il contrasto con i Colonna ebbe momenti drammatici con la Crociata<br />

scatenata nel 1297 da Bonifacio contro <strong>il</strong> cuore <strong>del</strong>la Signoria avversaria: in<br />

quell’occasione Palestrina fu rasa al suolo e sul suo terreno fu cosparso <strong>il</strong> sale. L’alleanza<br />

fra <strong>il</strong> re francese F<strong>il</strong>ippo IV <strong>il</strong> Bello ed i Colonna portò invece all’episodio <strong>del</strong>l’insulto di<br />

Anagni <strong>del</strong> settembre 1303. All’alba <strong>del</strong> 9 settembre truppe fe<strong>del</strong>i al re di Francia e m<strong>il</strong>izie<br />

dei Colonna e di altri signori <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale (come i Conti di Ceccano e di Supino)<br />

ormai esasperati dalla egemonia dei Caetani, penetrarono in Anagni, nel cuore dei domini<br />

di Bonifacio, e lo fecero prigioniero nei suoi palazzi situati sull’acropoli <strong>del</strong>l’antica città<br />

ernica. Da questa vicenda nacque la leggenda <strong>del</strong> famoso “schiaffo” che Sciarra Colonna<br />

avrebbe dato al Pontefice che, da parte sua, si fece trovare assiso nella sua imponenza<br />

sul trono papale e munito di tutte le insegne <strong>del</strong>la sua dignità (le chiavi, la pianeta ed <strong>il</strong><br />

Triregno). L’insulto di Anagni, oltre a segnare la fine <strong>del</strong>l’egemonia dei Caetani, costituì <strong>il</strong><br />

sintomo <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>la modernità, con <strong>il</strong> manifestarsi, al tramonto <strong>del</strong>la supremazia<br />

imperiale, <strong>del</strong>la sovranità dei primi stati nazionali.<br />

E’ proprio in dipendenza <strong>del</strong>la vicenda bonifaciana che <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale assunse<br />

quasi una sua autonoma fisionomia politica; tale fu <strong>il</strong> senso <strong>del</strong> tentativo da parte <strong>del</strong><br />

Pontefice di costituire, a favore <strong>del</strong>la sua famiglia, un’estesa signoria sulla Marittima e<br />

sulla Campagna, <strong>attraverso</strong> un’ab<strong>il</strong>e politica di annessione e di acquisti di territori che<br />

portarono i Caetani ad assumere una posizione egemonica rispetto a tutte le altre schiatte<br />

nob<strong>il</strong>iari <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale ed a raccogliere sotto <strong>il</strong> proprio controllo una vasta area<br />

18


geografica che andava da Fondi a Sermoneta, da Ninfa a Torre Caetani, con centro ad<br />

Anagni. Proprio nelle sale <strong>del</strong> Palazzo di Bonifacio VIII in Anagni, uno dei più appassionati<br />

studiosi <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, <strong>il</strong> Prof. Giuseppe Marchetti Longhi, allestì un’esposizione<br />

grafica-fotografica permanente che documenta <strong>il</strong> pontificato e l’azione politica di Papa<br />

Caetani. Vengono mostrati i luoghi dove si svolse tutta la vicenda, mettendo in risalto<br />

come, <strong>attraverso</strong> la realizzazione <strong>del</strong> sogno di dominio di Papa Bonifacio VIII e <strong>del</strong>la sua<br />

famiglia, si sarebbero ricondotti ad unità i tre settori geografici <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale sopra<br />

citati: la pianura pontina, la valle <strong>del</strong> Sacco e la valle <strong>del</strong>l’Aniene.<br />

In effetti, dopo Papa Caetani, ebbe inizio uno dei periodi più diffic<strong>il</strong>i nella storia<br />

<strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong> suo dominio temporale. Il trasferimento <strong>del</strong>la corte papale ad Avignone<br />

(nel 1305) lasciò di nuovo Roma e tutto <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio in balia <strong>del</strong>le lotte fra le varie fazioni locali<br />

ed i signori feudali, e i legati pontifici tentarono invano di riportare ordine nel <strong>territorio</strong>.<br />

Sempre in questo periodo si sv<strong>il</strong>uppò l’avventura antiaristocratica di Cola di Rienzo,<br />

anagnino di adozione, mentre <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale rimaneva sotto <strong>il</strong> dominio di alcune<br />

potenti famiglie romane: Genazzano, Gallicano, Palestrina, Frascati, Zagarolo,<br />

Montecompatri, Marino, Rocca di Papa ai Colonna; Valmontone, Montefortino,<br />

Montelanico ai Conti; Giuliano, Norma, Ninfa, Sermoneta ai Caetani; Albano, Ariccia,<br />

Genzano, Rocca Priora, Castel Gandolfo ai Savelli. A partire dalla metà <strong>del</strong> XIV secolo, in<br />

coincidenza con l’operato <strong>del</strong> Cardinale Egidio di Albornoz, <strong>il</strong> papato condusse un’azione<br />

di contenimento <strong>del</strong> potere <strong>del</strong>le famiglie aristocratiche; soprattutto dalla fine <strong>del</strong>la “cattività<br />

avignonese” (1377) e fino a tutto <strong>il</strong> cinquecento, ridusse all’obbedienza i potentati ribelli<br />

arrivando a confiscarne i beni per incamerarli o rivenderli. Proprio alle “Constitutiones<br />

Aegidianae” <strong>del</strong>l’ Albornoz si deve l’organizzazione regionale <strong>del</strong>lo Stato Pontificio che<br />

sancì la divisione <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale nella Campagna e nella Marittima, con una più<br />

rigorosa demarcazione <strong>del</strong> confine con <strong>il</strong> Regno di Napoli. Tale confine meridionale,<br />

partendo dal litorale di Terracina, risaliva all’interno toccando Ceprano ed arrivando fino ai<br />

19


Monti Ernici nei pressi di Collepardo, da dove piegava verso nord-est sul crinale dei<br />

Simbruini. Rimanevano dunque in <strong>territorio</strong> napoletano città come Gaeta, Formia, Fondi,<br />

Arce, Isola <strong>del</strong> Liri, Sora, Cassino con la sua abbazia. Pontecorvo, invece, pur essendo nel<br />

<strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Regno di Napoli, era soggetta allo Stato Pontificio. Questa linea <strong>del</strong> confine<br />

meridionale rimarrà inalterata fino all’istituzione <strong>del</strong>le Province di Frosinone nel 1927 e di<br />

Littoria nel 1934.<br />

Il tentativo di costituire domini autonomi nello Stato <strong>del</strong>la Chiesa fu tuttavia<br />

riproposto ancora nei secoli successivi. Famoso è quello di papa Alessandro VI Borgia in<br />

favore <strong>del</strong> figlio Cesare in Romagna. Nel <strong>La</strong>zio Meridionale, invece, nel 1556 Paolo IV<br />

creò a beneficio <strong>del</strong> nipote Giovanni Carafa <strong>il</strong> Ducato di Paliano comprendente i territori<br />

confiscati ai Colonna. Tutte queste vicende comunque non si risolsero mai nella creazione<br />

di una signoria egemonica permanente di una famiglia sulle altre, proprio per la particolare<br />

forma amministrativa <strong>del</strong>lo Stato <strong>del</strong>la Chiesa, retto mediante una monarchia elettiva che<br />

diffic<strong>il</strong>mente consentiva la rielezione al soglio di Pietro di più rappresentanti di una<br />

medesima famiglia.<br />

In età moderna andò sempre di più emergendo la tendenza <strong>del</strong>lo Stato <strong>del</strong>la Chiesa<br />

alla centralizzazione, che si realizzò dapprima <strong>attraverso</strong> l’ esautoramento <strong>del</strong>le autonomie<br />

comunali (fra <strong>il</strong> XV ed <strong>il</strong> XVII sec.) e, successivamente, con <strong>il</strong> contenimento dei poteri<br />

feudali e <strong>del</strong>le sovranità signor<strong>il</strong>i (XVI – XVIII sec.). Non mancarono tuttavia vistosi<br />

fenomeni involutivi come quello noto sotto <strong>il</strong> nome di “nepotismo” che, tra Cinquecento e<br />

Seicento, rinvigorì <strong>il</strong> sistema baronale finchè, a partire dal 1692, Innocenzo XII, non proibì,<br />

con apposita bolla, l’arricchimento dei parenti <strong>del</strong> Papa. Nei secoli a venire <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale condivide appieno la poca sistematicità <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>lo Stato<br />

Pontificio nel suo complesso, con l’affastellamento di autorità (le province, i ducati, gli stati,<br />

le legazioni, le <strong>del</strong>egazioni) che si era precedentemente determinato ed in cui l’autorità<br />

papale non era stata mai veramente in grado di mettere ordine. Una sia pur velleitaria<br />

20


iorganizzazione di questa farraginosa compagine statale si ebbe con la frattura<br />

rivoluzionaria <strong>del</strong>la Repubblica Romana <strong>del</strong> 1798-99, che decretò la suddivisione <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong> in otto dipartimenti, articolati in cantoni e municipalità. Il Dipartimento <strong>del</strong> Circeo<br />

con capoluogo Anagni coprì gran parte <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale.<br />

I successivi tentativi di riforma di Pio VI e di Pio VII (quest’ultimo legato<br />

all’impostazione <strong>del</strong> Cardinal Consalvi), furono poi interrotti dal dominio napoleonico che,<br />

dal 1809 al 1814, incorporò <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale nel Dipartimento di Roma nei circondari di<br />

Frosinone, Tivoli e Velletri. Tutte queste esperienze costituirono tuttavia un punto di<br />

partenza per un graduale, sebbene lentissimo, processo di laicizzazione <strong>del</strong>le strutture di<br />

potere <strong>del</strong>lo Stato Pontificio e quindi per la progressiva configurazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> laziale<br />

in una regione.<br />

In questi anni ebbe inizio nel <strong>La</strong>zio Meridionale <strong>il</strong> triste fenomeno <strong>del</strong> brigantaggio<br />

che, sv<strong>il</strong>uppatosi anche contro la Repubblica Romana e l’occupazione napoleonica, si<br />

protrasse poi per gran parte <strong>del</strong>l’ottocento rivolgendosi perlopiù contro i ceti possidenti e<br />

costituendo un grave turbamento <strong>del</strong>l’ordine pubblico nel Regno Borbonico, nello Stato<br />

Pontificio e, successivamente, nel nuovo Regno d’Italia. Protagonisti di efferati episodi di<br />

violenza furono personaggi anche pittoreschi come Alessandro Massarone da Vallecorsa,<br />

Antonio Gasbarrone da Sonnino, Luigi Alonzi detto Chiavone da Veroli.<br />

L’anelito alla modernizzazione <strong>del</strong>le strutture socio-politiche si andò comunque<br />

sempre più diffondendo nel corso <strong>del</strong>l’800 in larghi strati <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong>lo Stato<br />

Pontificio; si caratterizzò nell’aspirazione da parte dei ceti economici emergenti, borghesi<br />

e possidenti, ad una più diretta partecipazione negli organismi decisionali <strong>del</strong>lo Stato,<br />

mirata ad arginare lo strapotere <strong>del</strong>le classi ecclesiastiche e baronali. Tali aspirazioni si<br />

manifestarono in successione nei moti <strong>del</strong> 1831, nella repubblica romana <strong>del</strong> 1849 sotto <strong>il</strong><br />

pontificato di Pio IX e nelle fasi che precedettero e prepararono <strong>il</strong> completamento <strong>del</strong>l’unità<br />

d’Italia, fino all’annessione di Roma nel settembre <strong>del</strong> 1870.<br />

21


Le popolazioni <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale rimasero tuttavia abbastanza estranee ai moti<br />

risorgimentali, condividendo perlopiù soltanto gli entusiasmi suscitati dal primo periodo <strong>del</strong><br />

pontificato di Pio IX, che si manifestarono soprattutto negli episodi di partecipazione legati<br />

all’istituzione <strong>del</strong>la Guardia Civica e, nel 1848, nella partenza di diversi volontari alla volta<br />

<strong>del</strong> Nord Italia per associarsi alla lotta contro gli austriaci. Un coinvolgimento maggiore si<br />

ebbe durante <strong>il</strong> periodo <strong>del</strong>la Repubblica Romana, nel1849, quando, soprattutto da parte<br />

dei ceti borghesi ed artigiani, vi fu una convinta adesione al nuovo stato, e molti presero le<br />

armi per difenderlo dai nemici. Emersero allora notevoli personalità di patrioti come <strong>il</strong><br />

medico Pietro Sterbini nativo di Sgurgola, uno dei personaggi più rappresentativi <strong>del</strong>la<br />

Repubblica Romana; i mazziniani Sisto Vinciguerra di Alatri, Giustiniano Nicolucci di Isola<br />

Liri, Giacinto Visocchi di Atina, Nicola Ricciotti di Frosinone, quest’ultimo giustiziato con i<br />

fratelli Bandiera. Si creò in quest’epoca un nucleo di classe dirigente che emergerà<br />

completamente solo dopo <strong>il</strong> 1870.<br />

Nel biennio 1858-60 è invece nulla la partecipazione <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale al primo<br />

grande compimento <strong>del</strong>l’Unità Nazionale. Ancora troppo recente e doloroso era <strong>il</strong> ricordo<br />

dei fatti <strong>del</strong> ’49 e <strong>del</strong>la successiva repressione che aveva soprattutto indotto all’es<strong>il</strong>io molti<br />

tra i patrioti, divisi tra moderati e repubblicani.<br />

Nel 1867 Frosinone, Velletri e Tivoli furono occupate dai garibaldini, ma anche<br />

questa avventura finì miseramente con la disfatta di Mentana, tra l’indifferenza dei romani<br />

e nonostante che le popolazioni laziali avessero accolto e soccorso con entusiasmo le<br />

colonne dei seguaci <strong>del</strong>l’eroe dei due mondi. Da ricordare, durante questi moti, l’episodio<br />

<strong>del</strong> sacrificio in Roma di Giuditta Tavani Arquati la cui famiglia era originaria di F<strong>il</strong>ettino,<br />

dove si rifugiò <strong>il</strong> figlio primogenito ricercato dalla polizia pontificia.<br />

Nel 1870 la partecipazione fu scarsa, anche per l’intervento diretto <strong>del</strong>l’esercito<br />

regolare <strong>del</strong>lo Stato italiano a risolvere la questione romana. In quell’occasione, tuttavia, si<br />

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egistrò <strong>il</strong> ritorno degli esuli già protagonisti <strong>del</strong>la Repubblica Romana, che diventarono<br />

allora figure di primo piano nella nuova vita politica cittadina.<br />

Il <strong>La</strong>zio che entrò a far parte <strong>del</strong> nuovo Regno era una regione economicamente<br />

depressa: poche le manifatture, concentrate soprattutto a Roma; preminente invece la<br />

produzione agricola, condotta con tecniche e strumenti ancora medievali.<br />

Se nell’Agro Romano era predominante <strong>il</strong> grande latifondo, nei circondari di Velletri<br />

e Frosinone vi era un’estrema frammentazione <strong>del</strong>la proprietà agricola che non consentiva<br />

la sopravvivenza <strong>del</strong> proprietario e <strong>del</strong> suo nucleo fam<strong>il</strong>iare. Questi agricoltori erano perciò<br />

spinti a coltivare, con contratto di mezzadria, i pochi grandi fondi esistenti nel proprio<br />

<strong>territorio</strong> e, quando impossib<strong>il</strong>itati a farlo, dovevano affrontare la dura prova <strong>del</strong> lavoro<br />

nell’Agro Romano. Ad attenderli in queste zone vi erano i cosiddetti “Caporali” che, per<br />

conto <strong>del</strong> gestore <strong>del</strong> latifondo, reclutavano la mano d’opera al costo più basso. Il<br />

soggiorno nelle pianure acquitrinose e malsane durava circa nove mesi e le condizioni di<br />

vita erano a dir poco terrificanti: i contadini abitavano ammassati in grotte o capanne di<br />

paglia e canne di granoturco; in queste precarie abitazioni arrivavano a vivere circa 10-15<br />

famiglie per un totale che superava i 150 individui. <strong>La</strong> malaria era la più grande nemica di<br />

questi uomini la cui alimentazione era basata sulla farina di granturco, erbe e carni di<br />

animali non di rado infette.<br />

In definitiva, l’unificazione <strong>del</strong>lo Stato non portò affatto a un rapido miglioramento<br />

<strong>del</strong>le condizioni di esistenza <strong>del</strong>le masse contadine; al contrario, alcune misure <strong>del</strong>l’Italia<br />

unita, come l’abolizione degli usi civici in seguito all’incameramento ed alla vendita dei<br />

beni ecclesiastici, l’abolizione dei Monti Frumentari, la creazione di un mercato unico<br />

nazionale soggetto alla concorrenza di merci estere, la nuova ed asfissiante fiscalità, <strong>il</strong><br />

servizio di leva obbligatorio, determinarono un peggioramento <strong>del</strong>le già precarie condizioni<br />

di sussistenza <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, che provocò o comunque favorì <strong>il</strong><br />

massiccio flusso migratorio di fine secolo.<br />

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Tali condizioni socio – economiche rimasero pressoché inalterate fino alla tragedia<br />

<strong>del</strong> primo conflitto mondiale, quando <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, insieme al resto d’Italia, divenne<br />

un’unica grande retrovia <strong>del</strong> fronte, partecipando all’immenso sforzo bellico sia in termini<br />

economici e produttivi e sia, in modo ben più pesante, con <strong>il</strong> tributo di sangue dei suoi figli:<br />

solo nei circondari di Frosinone e di Sora vi furono 4.600 caduti e 1.800 mut<strong>il</strong>ati sui 14.000<br />

ciociari partiti per <strong>il</strong> fronte.<br />

<strong>La</strong> Grande Guerra fece inoltre riesplodere in maniera ancora più grave la questione<br />

sociale venuta alla luce con l’Unità d’Italia. Durante <strong>il</strong> periodo bellico si determinò infatti<br />

una grave mancanza di mano d’opera masch<strong>il</strong>e, solo in parte rimpiazzata da donne e<br />

bambini, nei settori produttivi <strong>del</strong>la campagna e dei pochi nuclei industriali nati soprattutto<br />

nell’area <strong>del</strong> sorano e <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Liri e costituiti da cartiere, fabbriche tess<strong>il</strong>i, lanifici e<br />

dal Regio Polverificio di Fontana Liri. Alla fine <strong>del</strong>la guerra i reduci, tornati nei loro luoghi di<br />

origine, trovarono una situazione ancora peggiore di quella anteguerra, con una economia<br />

ormai al collasso, contratti agrari immutati, disoccupazione nelle aree urbane, aumento<br />

indiscriminato dei viveri e dei generi di prima necessità, con l’aggravante di aver vissuto gli<br />

ultimi mesi di guerra con in mente la promessa, fatta dai capi m<strong>il</strong>itari e politici dopo la<br />

ritirata di Caporetto, di nuove assegnazioni di terra ai contadini o di una immediata<br />

reintegrazione nella vita sociale e produttiva <strong>del</strong>la nazione, una volta conseguita la vittoria.<br />

Non vi era neppure più la possib<strong>il</strong>ità di emigrare poiché gli stati americani avevano chiuso<br />

le frontiere.<br />

Il conflitto sociale, già presente nella zona industrializzata <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

negli ultimi anni di guerra, esplose vigoroso nell’immediato dopoguerra in tutti i maggiori<br />

centri rurali e industriali, proprio con l’obiettivo di ribaltare i rapporti di forza cristallizzati in<br />

secoli di sfruttamento <strong>del</strong>le classi contadine ed operaie. Vi furono manifestazioni di piazza,<br />

scioperi ed occupazione di terre incolte che durarono per tutto <strong>il</strong> biennio 1919-20, fino alla<br />

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iorganizzazione, da parte dei ceti dominanti, <strong>del</strong>la repressione anche ad opera dei<br />

fascisti.<br />

Dopo <strong>il</strong> 1870, e fino al 1926, l’assetto regionale rimase fissato dalla riforma di Pio IX<br />

che, venti anni prima, aveva riunito tutto <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio nell’unica provincia di Roma con i<br />

circondari di Civitavecchia, Viterbo, Velletri e Frosinone. Alla fine degli anni venti <strong>del</strong> XX<br />

secolo, nella regione <strong>La</strong>zio poi vennero create tre nuove province tra cui quella di<br />

Frosinone (nel 1927).<br />

Nei primi anni trenta, in piena epoca fascista, la fascia litoranea compresa tra <strong>il</strong><br />

Tevere ed <strong>il</strong> Garigliano fu interessata da una gigantesca opera di bonifica che portò,<br />

soprattutto nell’area pontina, alla fondazione di nuove città: Littoria, l’odierna <strong>La</strong>tina (1932),<br />

Sabaudia (1933), Pontinia (1935), Apr<strong>il</strong>ia (1936), Pomezia (1938). Nel 1934 Littoria fu<br />

elevata a provincia e le vennero assegnati, oltre ai molti comuni di recente formazione,<br />

anche altri centri di antica fondazione compresi nelle aree <strong>del</strong>l’agro pontino, dei monti<br />

Lepini, degli Aurunci, nella piana di Fondi fino al litorale di Gaeta, con le isole pontine tolte<br />

alla provincia di Napoli.<br />

Durante <strong>il</strong> secondo conflitto mondiale, tra <strong>il</strong> 1943 ed <strong>il</strong> 1944, <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

divenne <strong>il</strong> campo di battaglia dove si affrontarono per lunghi mesi l’esercito anglo-<br />

americano, che risaliva la penisola, e le truppe tedesche <strong>del</strong> Terzo Reich. Due furono i<br />

luoghi principali di quest’ultimo calvario nella storia <strong>del</strong> Basso <strong>La</strong>zio: la città di Cassino con<br />

la sua Abbazia e <strong>il</strong> litorale di Anzio. A Cassino passava la Linea Gustav, apprestata dai<br />

tedeschi da Gaeta fino alla foce <strong>del</strong> fiume Sangro in Abruzzo per bloccare l’avanzata<br />

alleata. I due eserciti nemici si batterono in questi luoghi dall’autunno <strong>del</strong> ’43 alla<br />

primavera <strong>del</strong> ’44. L’epicentro dei combattimenti fu proprio l’Abbazia di Montecassino che<br />

nel 1944 fu sottoposta da parte degli Alleati ad un rovinoso quanto strategicamente inut<strong>il</strong>e<br />

bombardamento che la distrusse completamente, e da cui si salvarono soltanto i<br />

documenti <strong>del</strong>l'archivio, i libri <strong>del</strong>la biblioteca e poche pitture precedentemente trasportate<br />

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in altra località. Lo sbarco degli alleati ad Anzio, avvenuto <strong>il</strong> 22 gennaio 1944 con lo scopo<br />

di aggirare l’imprendib<strong>il</strong>e linea Gustav, si risolse in un insuccesso e costrinse gli anglo-<br />

americani a resistere su una striscia <strong>del</strong> litorale romano fino alla fine di maggio <strong>del</strong> 1944,<br />

pochi giorni prima <strong>del</strong>la liberazione di Roma dai tedeschi.<br />

Il movimento resistenziale nel <strong>La</strong>zio Meridionale non ebbe caratteristiche di massa,<br />

purtuttavia le retrovie tedesche furono continuamente disturbate da atti di sabotaggio alle<br />

linee di comunicazione e, non di rado, vi furono anche cruenti scontri a fuoco tra bande<br />

partigiane e nazifascisti. <strong>La</strong> popolazione non mancò di fornire assistenza ai ribelli ed ai<br />

prigionieri anglo-americani fuggitivi.<br />

Nel corso <strong>del</strong> ‘900, dunque, notevoli sono stati i cambiamenti apportati dall’uomo al<br />

<strong>territorio</strong> <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale. Alle due vie principali di comunicazione tra <strong>La</strong>zio e<br />

Campania attestate nell’antichità (la via <strong>La</strong>tina e l’Appia), se ne sono infatti aggiunte altre<br />

con <strong>il</strong> progressivo passaggio <strong>del</strong>l’economia da rurale ad industriale. Gli stessi massicci<br />

insediamenti industriali hanno cambiato l’aspetto <strong>del</strong> paesaggio. Nel <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

risultano concentrati soprattutto nella zona pontina, nella valle <strong>del</strong> Sacco e nella piana di<br />

Cassino, gli impianti di diverse fabbriche chimiche e farmaceutiche, meccaniche e<br />

metallurgiche, alimentari, tess<strong>il</strong>i e <strong>del</strong>l’abbigliamento, mentre si vanno diffondendo anche<br />

le fabbriche a tecnologia avanzata e <strong>del</strong>l’industria aerospaziale. In una regione ricca di<br />

acque, l’apparato industriale ha potuto beneficiare <strong>del</strong>l’energia prodotta da un’ottantina di<br />

centrali idroelettriche presenti in tutto <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio, che hanno costituito a loro volta un notevole<br />

elemento di cambiamento <strong>del</strong>l’assetto <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, con la lunga teoria di elettrodotti che<br />

attraversano pianure e colline, boschi e campagne.<br />

Anche l’agricoltura, fino agli inizi <strong>del</strong> XX secolo quasi l’unico fattore economico per<br />

le popolazioni laziali, è andata sempre più assumendo connotazioni industriali, specie<br />

nell’agro pontino, dove sono diffuse, accanto alla tradizionale e preponderante coltivazione<br />

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<strong>del</strong> frumento, anche coltivazioni di ortaggi, frutta, vigneti specializzati. Le superfici<br />

boschive, che risultano assai depauperate nelle zone al di sotto dei 600 mt., soprattutto a<br />

causa <strong>del</strong>la più forte densità abitativa, rimangono ancora notevoli nei tratti montuosi più<br />

elevati degli Ernici, dei Simbruini e dei Lepini. L’allevamento, altro settore produttivo<br />

tradizionale, si pratica ormai a livello industriale per la produzione <strong>del</strong> latte nelle moderne<br />

aziende <strong>del</strong>l’agro pontino.<br />

Settore caratteristico <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale è l’allevamento dei bufali presente sia<br />

nelle province di <strong>La</strong>tina che di Frosinone, soprattutto lungo la valle <strong>del</strong>l’Amaseno; risulta<br />

invece essere in regresso la pastorizia transumante, anche se <strong>il</strong> pascolo allo stato brado<br />

occupa molti degli spazi ormai spopolati <strong>del</strong>le zone montuose. Di modesta entità è <strong>il</strong><br />

settore <strong>del</strong>la pesca, praticato soprattutto nei porti pescherecci principali <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale, quali quelli di Anzio, Terracina, Gaeta e Ponza.<br />

A supporto di tutto <strong>il</strong> tessuto produttivo e commerciale finora brevemente descritto<br />

sono state realizzate colossali opere di comunicazione come l’autostrada <strong>del</strong> Sole nella<br />

zona interna, mentre nella zona costiera la via Pontina, a scorrimento veloce, ha<br />

raddoppiato la via Appia. Al primitivo troncone ferroviario che da Roma portava a Frascati,<br />

inaugurato <strong>il</strong> 7 luglio 1856, si sono aggiunte due linee di collegamento tra la capitale e<br />

Napoli: una interna <strong>attraverso</strong> Cassino (nel 1862-63) ed una litoranea, costruita nel 1927,<br />

la cosiddetta direttissima Roma – Napoli (<strong>attraverso</strong> Formia). Negli ultimi anni è stata<br />

realizzata la tratta <strong>del</strong> Treno ad Alta Velocità (TAV), che affianca la linea ferroviaria<br />

interna. Molte altre opere viarie sono da anni in costruzione con l’intento di rendere più<br />

funzionali le comunicazioni trasversali tra la parte costiera e la parte interna <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale, sovvertendo in tal modo la tradizionale f<strong>il</strong>osofia <strong>del</strong>l’irraggiamento da Roma<br />

<strong>del</strong>le principali vie di comunicazione. <strong>La</strong> stessa revisione <strong>del</strong>la ripartizione <strong>del</strong>la Regione<br />

<strong>La</strong>zio in cinque province, determinando una più cap<strong>il</strong>lare canalizzazione <strong>del</strong> flusso <strong>del</strong>la<br />

spesa pubblica sul <strong>territorio</strong>, ha in qualche modo tentato di favorire la realizzazione di<br />

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opere pubbliche e apparati industriali che hanno contribuito alla creazione di poli di<br />

attrazione alternativi a Roma. Tuttavia, nel complesso, <strong>il</strong> rapporto tra <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale e<br />

Roma rimane ancora squ<strong>il</strong>ibrato a favore di quest’ultima che, proprio nel ‘900, ha visto<br />

crescere in maniera abnorme i suoi abitanti (di cui molti risultano emigrati proprio dal <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale), tanto che i 2/3 <strong>del</strong>l’intera popolazione laziale risiedono a Roma e nella sua<br />

provincia. Le nuove realtà provinciali non sono quindi finora riuscite a vincere la sfida di<br />

offrire opportunità di lavoro, rapporti sociali ed economici, servizi, suggestioni culturali più<br />

invitanti rispetto alla capitale che, seppur congestionata, all’inizio <strong>del</strong> terzo m<strong>il</strong>lennio<br />

rimane ancora un formidab<strong>il</strong>e polo di attrazione anche oltre i confini regionali e nazionali.<br />

In questo quadro di riferimento, proprio la parte di più recente urbanizzazione, e cioè la<br />

pianura pontina, si presenta con quelle caratteristiche di sv<strong>il</strong>uppo economico e molteplicità<br />

di servizi che la rendono un potenziale polo alternativo alla metropoli romana. Per la parte<br />

interna <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale si prospetta invece, dopo una tumultuosa crescita industriale,<br />

avvenuta negli anni Sessanta e Settanta <strong>del</strong> XX secolo, un accentuato declino socio-<br />

economico che attualmente sembra lasciare inevitab<strong>il</strong>mente compromessi quegli aspetti<br />

che tradizionalmente ne hanno costituito la ricchezza: <strong>il</strong> patrimonio naturale e quello<br />

storico – culturale. Se si pensa alla situazione in essere fino ai primi decenni <strong>del</strong> XX<br />

secolo, l’industrializzazione sembra essere passata come un rullo compressore sulle genti<br />

<strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale interno, spazzando via anche interi settori economici di antica e<br />

consolidata sapienza come l’artigianato. Del resto, oggi conosciamo molte <strong>del</strong>le tradizioni<br />

popolari soltanto grazie agli scritti di quei ricercatori che, colpiti dall’ambiente rurale ancora<br />

non toccato dalla modernità, ne <strong>il</strong>lustrarono gli usi ed i costumi con particolare riferimento<br />

alla quotidianità <strong>del</strong> lavoro nei campi ed al ciclo <strong>del</strong>la vita, come ad esempio la descrizione<br />

dei riti nuziali e di quelli funebri. Già nel 1830 l’archeologo Pietro Ettore Visconti aveva<br />

pubblicato un “Saggio dei canti popolari <strong>del</strong>la provincia di Marittima e Campagna”. Così<br />

pure fece Alessandro Mars<strong>il</strong>iani che nel 1888 pubblicò i “Canti popolari dei dintorni <strong>del</strong><br />

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lago di Bolsena, di Orvieto e <strong>del</strong>la Campagna <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio” dove sono raccolti anche molti<br />

canti <strong>del</strong> frusinate. Giovanni Targioni Tozzetti, autore <strong>del</strong> libretto <strong>del</strong>la “Cavalleria<br />

rusticana”, quando giunse a Ceccano nel 1887 quale professore di prima nomina nel<br />

locale liceo, si impegnò a raccogliere i racconti <strong>del</strong>la vita quotidiana direttamente dalla<br />

narrazione dei nativi e li pubblicò nel 1891. Nel 1934 Luigi Colacicchi presentò, nel 3°<br />

congresso nazionale di Arti e Tradizioni popolari tenutosi a Trento, una corposa relazione<br />

sui “Canti popolari Ciociari” che, <strong>attraverso</strong> l’essenziale concretezza <strong>del</strong> verso,<br />

rappresentano al meglio <strong>il</strong> carattere <strong>del</strong> contadino ciociaro. Sul versante <strong>del</strong>la pietà<br />

popolare sono ancora molto sentite e ben vive le feste religiose legate al culto dei santi: S.<br />

Sisto ad Alatri si festeggia <strong>il</strong> mercoledì dopo Pasqua, S. Benedetto a Subiaco <strong>il</strong> 21 marzo,<br />

S. Ambrogio a Ferentino <strong>il</strong> 1° maggio, S. Cataldo a Supino <strong>il</strong> 10 maggio, S. Magno ad<br />

Anagni <strong>il</strong> 19 agosto. Caratteristica è poi l’infiorata che viene realizzata in onore <strong>del</strong> Corpus<br />

Domini per le vie di molte città laziali, ma <strong>il</strong> cui marchio di origine appartiene a Genzano fin<br />

dal 1756. Da non dimenticare neanche le processioni <strong>del</strong> venerdì santo che rievocano la<br />

passione di Cristo ad Alatri e Sezze Romano. Tra le feste laiche, sono da menzionare le<br />

manifestazioni carnevalesche che si svolgono in diverse città, ma che a Frosinone<br />

assumono un autentico valore antropologico con la festa <strong>del</strong>la “radeca”, probab<strong>il</strong>e<br />

sopravvivenza degli arcaici riti <strong>del</strong>la fert<strong>il</strong>ità che si svolgevano all’inizio di ogni anno nel<br />

mondo antico.<br />

Veramente impressionante per l’autentica partecipazione di consistenti masse di<br />

pellegrini è la manifestazione di religiosità popolare che si svolge due volte l’anno nel<br />

Santuario <strong>del</strong>la Santissima Trinità di Vallepietra, e che appare come la più complessa che<br />

attualmente si tenga nel <strong>La</strong>zio Meridionale: essa interessa un santuario posto al di sotto di<br />

una gigantesca rupe, su cui convergono, dopo molte giornate di cammino, migliaia di<br />

pellegrini penitenti provenienti da diverse zone <strong>del</strong>l’Italia centrale. Molti studiosi hanno<br />

analizzato lo svolgimento <strong>del</strong> pellegrinaggio in tutte le sue fasi: <strong>il</strong> cammino a piedi nudi per<br />

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interi giorni e notti <strong>attraverso</strong> impervi sentieri di montagna, l’intonazione <strong>del</strong> “canto” con la<br />

vicenda <strong>del</strong> miracolo dei buoi e <strong>del</strong>l’aratro, l’avvicinarsi in ginocchio al santuario, <strong>il</strong><br />

tradizionale “pianto <strong>del</strong>le zitelle”, <strong>il</strong> gettare nel ruscello le pietruzze simbolo dei peccati tolti;<br />

pur tuttavia, rimane ancora qualcosa di misterioso in questa manifestazione di pietà che<br />

per la maggior parte proviene dai ceti più um<strong>il</strong>i e che talvolta non distingue in modo<br />

dottrinalmente corretto l’oggetto di tanta devozione: non è raro infatti ascoltare <strong>il</strong> fe<strong>del</strong>e<br />

che narra <strong>del</strong> suo pellegrinaggio al Santuario definendolo erroneamente come intestato<br />

alla “Madonna <strong>del</strong>la Santissima Trinità”. In effetti, <strong>il</strong> culto cristiano, incentrato su uno dei<br />

più raffinati dogmi teologici <strong>del</strong> cattolicesimo, si è innestato in un luogo così arcaico dove <strong>il</strong><br />

sentimento religioso pare non abbia mai avuto contaminazioni con alcun sapere f<strong>il</strong>osofico,<br />

scientifico o tecnologico, ma sembra essere rimasto ad uno stato di purezza tale che solo<br />

chi ha fisicamente visitato <strong>il</strong> luogo selvaggio dove esso si svolge, può comprenderne<br />

appieno <strong>il</strong> motivo: nell’incombente pericolosità <strong>del</strong>la natura, l’uomo si affida<br />

esclusivamente al divino.<br />

Come quelle appena descritte appaiono come le schegge di un passato<br />

preindustriale, così, in maniera analoga, sul versante ambientale, in un <strong>territorio</strong> sottoposto<br />

ad una massiccia cementificazione emergono tuttora intatte alcune zone di fondovalle o di<br />

montagna. Tra le prime ricordiamo le gole <strong>del</strong> fiume Melfa, <strong>il</strong> fondovalle <strong>del</strong>l’Aniene, <strong>il</strong> lago<br />

di Posta Fibreno; tra le seconde l’Ouso di Pozzo Comune e l’abisso Consolini sui Monti<br />

Lepini, la grotta <strong>del</strong> Vermicano ed <strong>il</strong> famoso pozzo d’Antullo sui Monti Ernici a Collepardo;<br />

poi ancora le grotte di Pastena, le grotte di Zi Checca e <strong>del</strong>la Ciauchella (nei Monti Ausoni<br />

– Aurunci) . Nonostante l’incessante attività edificatoria sv<strong>il</strong>uppatasi dopo gli anni ’60 <strong>del</strong><br />

XX secolo, anche sulla costa vi sono luoghi dalla intatta integrità naturalistica, dove è<br />

ancora ben visib<strong>il</strong>e la macchia mediterranea (timo, lentisco, mirto): si tratta dei laghi di<br />

Fondi, quelli <strong>del</strong> Circeo, le riserve naturali di Monte d’Orlando e di Torre Gianola e, più<br />

all’interno, l’oasi di Ninfa. Le zone più intatte appartengono inoltre ai più importanti r<strong>il</strong>ievi<br />

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montuosi. I Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci, più prossimi alla costa tirrenica, di natura<br />

calcarea e con consistenti fenomeni carsici, hanno una vegetazione varia con ampi tratti<br />

boscosi di lecceta nei versanti disposti verso <strong>il</strong> mare, di faggete nei tratti esposti a nord e<br />

boschi misti nelle zone più basse e umide. Su queste cime volteggiano la poiana e <strong>il</strong><br />

greppio; <strong>il</strong> passero solitario nidifica tra le fessure <strong>del</strong>le rocce. A terra vivono la martora, <strong>il</strong><br />

tasso, la lepre e lo scoiattolo. Interessanti sono le diverse varietà di orchidee spontanee.<br />

Altro lunghissimo sistema montuoso è quello dei Simbruini e degli Ernici che fa parte <strong>del</strong>la<br />

dorsale appenninica propriamente detta. Anche questi sono r<strong>il</strong>ievi calcarei con consistenti<br />

fenomeni carsici, dove la flora è sim<strong>il</strong>e a quella dei Lepini, ma le vette sono molto più<br />

elevate. Oltre <strong>il</strong> limite dei 1700 m., lasciati i boschi di faggi, inizia un <strong>territorio</strong> brullo ma<br />

che, a primavera, offre lo spettacolo <strong>del</strong>la fioritura <strong>del</strong>la cosiddetta flora orof<strong>il</strong>a composta<br />

da un iride di colori: dal giallo dei ranuncoli, al blu <strong>del</strong>le genziane, al celeste dei<br />

nontiscordardimé, alle inconfondib<strong>il</strong>i viole fino al bianco degli anemoni. Anche qui si<br />

ammirano diverse specie di orchidee spontanee. L’aqu<strong>il</strong>a reale nidificava sui Simbruini. In<br />

inverno poi sono funzionanti le stazioni sciistiche di Campo Staffi e Campo Catino.<br />

Collepardo e Trisulti sono invece mete obbligate per chi si occupa di erboristeria, in quanto<br />

vi è una lunga tradizione, da parte dei monaci, nella conoscenza <strong>del</strong>le piante officinali.<br />

Vera e propria caratteristica ambientale <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, quasi unica in Italia, è<br />

quella di avere sul suo <strong>territorio</strong> ben due parchi nazionali. Il primo, <strong>il</strong> Parco Nazionale<br />

d’Abruzzo, istituito nel 1922, estese fin dall’anno successivo i suoi confini a comprendere i<br />

comuni laziali di Settefrati, Campoli Appennino, Alvito, Picinisco, S. Biagio Saracinisco, S.<br />

Donato Valle di Comino con la Val Canneto, <strong>il</strong> gruppo <strong>del</strong>la Meta e le Mainarde. Del 1934<br />

è invece l’istituzione <strong>del</strong> Parco <strong>del</strong> Circeo: proprio nel momento di massimo sforzo di<br />

bonifica <strong>del</strong>l’agro pontino, l’Azienda di Stato per le foreste demaniali acquistò 3200 ettari di<br />

bosco salvaguardando così negli anni successivi fino a circa 7500 ettari di <strong>territorio</strong> che<br />

comprendono, oltre la foresta, <strong>il</strong> promontorio <strong>del</strong> Circeo, i sopra citati laghi costieri, l’isola<br />

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di Zannone ed una striscia di litorale. Dal 1970 si vanno programmando diverse altre aree<br />

da salvaguardare con l’istituzione di parchi regionali nelle zone montane. Nel 1982 la<br />

Regione <strong>La</strong>zio ha approvato l’istituzione <strong>del</strong> parco dei Simbruini che, una volta realizzato,<br />

con la sua estensione di oltre 40.000 ettari e la prospettiva <strong>del</strong>l’inclusione dei Monti Ernici,<br />

costituirebbe una <strong>del</strong>le zone protette più grandi d’Europa, che unirebbe, senza soluzione<br />

di continuità, un <strong>territorio</strong> che va dalle porte di Roma fino al Parco Nazionale d’Abruzzo.<br />

Nonostante le continue modificazioni subite dal suo <strong>territorio</strong> <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

presenta quindi un notevole patrimonio storico, monumentale e naturalistico. Molti hanno<br />

una cognizione solo parziale di questa prestigiosa ricchezza, conoscenza che deriva<br />

perlopiù dalla presenza di monumenti che campeggiano nei paesi e nelle città, ma che<br />

spesso vengono considerati come motivo di fastidio e di intralcio al mantenimento di uno<br />

standard di vita sempre più proiettato verso la postmodernità. Tali edifici furono costruiti e<br />

abitati da uomini di ingegno che hanno contribuito non poco alla definizione <strong>del</strong> patrimonio<br />

culturale italiano: molti di loro ci rimangono anonimi, come le schiere di monaci di cui<br />

ancora ammiriamo le opere come i monasteri o le cattedrali dei centri storici, nonché quei<br />

veri e propri documentari <strong>del</strong> Medio Evo che sono i dipinti <strong>del</strong>la Cripta <strong>del</strong> Duomo di<br />

Anagni, di Ferentino, <strong>del</strong> Sacro Speco di Subiaco, i cui autori sono identificati da nomi<br />

generici (Frater Romanus, <strong>il</strong> terzo Maestro, etc.); altri ci sono ben noti come i pontefici di<br />

Santa Romana Chiesa o singole grandi individualità che si trovarono ad operare nel basso<br />

<strong>La</strong>zio, come lo storico Paolo Diacono, monaco presso l’abbazia di Montecassino, o <strong>il</strong><br />

Dottor Angelico Tommaso d’Aquino, nato a Roccasecca. In epoca moderna, con la<br />

divisione <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, le due corti si<br />

contesero gli intellettuali più prestigiosi. In ambito romano fiorirono così circoli umanistici<br />

come quello di Pomponio Leto, a cui parteciparono, dopo <strong>il</strong> 1466, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>ologo verolano<br />

Giovanni Antonio Sulpizio, i poeti Ambrogio Novidio Fracco da Ferentino e Domizio<br />

Palladio di Sora. Vi furono anche positive ricadute sul <strong>territorio</strong> quando nel 1483 a<br />

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Ferentino fu aperta da Martino F<strong>il</strong>etico di F<strong>il</strong>ettino e dalla moglie una scuola pubblica<br />

destinata ai giovani più bisognosi. A Bassiano, sui monti Lepini, nacque nel 1449 <strong>il</strong> più<br />

famoso tipografo italiano, quell’Aldo Manuzio che, emigrato a Venezia, con la sua<br />

instancab<strong>il</strong>e attività di editore dei classici greci e latini diede un poderoso impulso<br />

all’umanesimo fino alla grande stagione <strong>del</strong> Rinascimento. Sullo scorcio <strong>del</strong> ‘400 troviamo<br />

<strong>il</strong> primo scrittore in volgare <strong>del</strong>la Ciociaria, l’alvitano Mario Equicola (1470-1525) che con <strong>il</strong><br />

“De natura de amore” ed “Il nuovo Cortegiano” anticipa temi di polemica verso<br />

l’organizzazione ecclesiastica, in seguito sv<strong>il</strong>uppati dalla riforma, <strong>il</strong> cui massimo esponente<br />

in Ciociaria, nonché uno dei più importanti in Italia, fu <strong>il</strong> verolano Aonio Paleario (1503-<br />

1570), vittima <strong>del</strong>l’intolleranza dei tempi e giustiziato a Roma come eretico. In questo<br />

periodo di anelito al rinnovamento <strong>del</strong>la Chiesa Romana risaltano altri due personaggi<br />

provenienti dal <strong>La</strong>zio Meridionale: lo storico Cesare Baronio (1538-1607) di Sora, che<br />

collaborò con S. F<strong>il</strong>ippo Neri e produsse un’immensa opera di storia <strong>del</strong>la Chiesa, e<br />

Pierluigi da Palestrina (1525-1594), <strong>il</strong> poeta <strong>del</strong>la musica sacra nell’età <strong>del</strong>la<br />

Controriforma. Sempre in quest’epoca, ma sul versante <strong>del</strong>le arti visive, troviamo <strong>il</strong> pittore<br />

arpinate Giuseppe Cesari (1568–1640), meglio noto come Cavalier D’Arpino,<br />

celebratissimo nel suo secolo e specchio <strong>del</strong> gusto <strong>del</strong>l’epoca, oltre che maestro di<br />

Michelangelo Merisi, <strong>il</strong> grande Caravaggio. Nel settecento è attiva a Veroli l’Accademia<br />

degli Elisi, ispirata all’Arcadia romana, di cui fecero parte Vittorio Giovardi (1699-1786) e<br />

S<strong>il</strong>vio De’ Cavalieri (1641-1717), mentre un altro poeta ciociaro, Desiderio De Angelis<br />

(1670-1731) di Bov<strong>il</strong>le Ernica, appartenne all’Accademia veneziana degli Indefessi. Inizia<br />

dalla fine <strong>del</strong> settecento la lunga lista dei riformatori e patrioti: Clinio Roselli ( 1752-1799),<br />

barone di Esperia, che partecipò alla sfortunata repubblica partenopea <strong>del</strong> 1799,<br />

seguendo la triste sorte degli altri rivoluzionari vinti dai Sanfedisti e dall’ammiraglio Nelson;<br />

lo sgurgolano Pietro Sterbini (1793-1863), attivo nella repubblica romana; i già citati<br />

mazziniani Sisto Vinciguerra di Alatri, Giustiniano Nicolucci di Isola Liri, Nicola Ricciotti di<br />

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Frosinone; Giacinto Visocchi di Atina, che fu non solo fervente patriota, ma anche<br />

valentissimo letterato, amico, tra gli altri, di Francesco De Sanctis. Nell’ottocento, infine,<br />

proprio nel secolo in cui emerse prepotentemente la questione sociale, <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

diede i natali al teorico <strong>del</strong> Socialismo Antonio <strong>La</strong>briola di Cassino (1843-1905) e a<br />

Gioacchino Pecci (1810-1903) di Carpineto Romano che, divenuto papa nel 1878 con <strong>il</strong><br />

nome di Leone XIII, durante <strong>il</strong> suo pontificato consentì le prime caute aperture <strong>del</strong> mondo<br />

cattolico all’impegno civ<strong>il</strong>e nel nuovo stato unitario e che, promulgando l’enciclica “Rerum<br />

novarum”, stab<strong>il</strong>ì una pietra m<strong>il</strong>iare nella moderna definizione <strong>del</strong>la dottrina sociale <strong>del</strong>la<br />

Chiesa.<br />

Come dunque abbiamo finora constatato, la subregione <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, pur<br />

presentandosi con una storia molto legata a quella di Roma, ha, in qualche modo, e per<br />

alcuni periodi, assunto caratteristiche sue proprie. Non le sono mancati personaggi di<br />

spicco ed anche aneliti ad una più marcata autonomia politica. Alcune tendenze furono<br />

elaborate localmente e non costituiscono affatto l’assorbimento di mo<strong>del</strong>li tipicamente<br />

romani. Alcuni esempi provengono dal versante artistico, dove st<strong>il</strong>i molto ricorrenti nel<br />

<strong>La</strong>zio Meridionale, quali <strong>il</strong> romanico lombardo o <strong>il</strong> gotico, sono poco presenti a Roma,<br />

oppure dove <strong>il</strong> vistoso Barocco <strong>del</strong>la capitale trova un’applicazione ben più sobria nelle<br />

città <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in questione.<br />

Nonostante <strong>il</strong> basso <strong>La</strong>zio sia stata terra di contadini e di emigranti, non vi è stato<br />

un isolamento assoluto dal resto <strong>del</strong> mondo, come dimostrano le personalità espresse da<br />

questa terra anche negli anni più recenti: lo scrittore Tommaso <strong>La</strong>ndolfi, <strong>il</strong> regista Carlo<br />

Ludovico Bragaglia, gli attori Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni e Nino Manfredi, <strong>il</strong><br />

musicista Severino Gazzelloni in campo artistico; l’ex governatore <strong>del</strong>la Banca d’Italia<br />

Antonio Fazio in campo civ<strong>il</strong>e e, più recentemente, l’astronauta Enrico Guidoni da Acuto.<br />

Quindi, pur nella varietà degli eventi e degli ambienti geografici, si afferma sempre<br />

più l’esigenza, da parte soprattutto <strong>del</strong>le forze produttive e dirigenti, di riconoscere ed<br />

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affermare una identità comune che marchi una più netta distinzione dalla megalopoli<br />

romana, portando finalmente alla conquista di una matura emancipazione dalla sua storica<br />

ingombrante tutela. E’ sicuramente un’interessante sfida per <strong>il</strong> futuro che tutto <strong>il</strong> sistema<br />

<strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale potrà tentare di vincere, non, come in passato, con eserciti, potentati<br />

laici o ecclesiastici, rivoluzioni o dominazioni straniere, ma solo “gareggiando” in un campo<br />

ben più complesso, di cui <strong>il</strong> mondo attuale, con la sua sofisticata tecnologia, può<br />

determinare la riuscita o la definitiva caduta, e che possiamo definire “qualità <strong>del</strong>la vita”.<br />

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2. Il Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

Il Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco conta attualmente 20<br />

biblioteche comunali <strong>del</strong>la Provincia di Frosinone e le biblioteche <strong>del</strong>l'Istituto di Storia e<br />

Arte <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale (con sede ad Anagni), <strong>del</strong>l’Associazione “Colli” di Monte<br />

S.Giovanni Campano, e <strong>del</strong>l’Associazione “Oltre l’Occidente” di Frosinone. Attualmente<br />

copre un bacino di utenza di circa 300.000 abitanti, oltre <strong>il</strong> 50% <strong>del</strong>l'intero <strong>territorio</strong><br />

provinciale. Il patrimonio complessivo ammonta a oltre 400.000 documenti tra libri e<br />

audiovisivi.<br />

Ricca e articolata è la storia <strong>del</strong>la formazione di questa rete di biblioteche che, oltre ad<br />

essere una <strong>del</strong>le più antiche a livello regionale, raccoglie attualmente anche <strong>il</strong> maggior<br />

numero di strutture, dopo l’Istituzione sistema centri culturali di Roma.<br />

Il Sistema è nato nel 1987 nella Biblioteca <strong>del</strong> Comune di Ceccano, dall’origine ad oggi<br />

capof<strong>il</strong>a <strong>del</strong> progetto, con le iniziali adesioni <strong>del</strong>le Biblioteche di piccoli Comuni: Patrica,<br />

Vallecorsa, Ceprano, Giuliano di Roma, Pofi, Supino e Sgurgola. <strong>La</strong> sua genesi derivò<br />

dalla volontà di rispondere a domande concrete di organizzazione culturale,<br />

scommettendo su un’azione di cooperazione che potesse garantire una spesa<br />

sopportab<strong>il</strong>e anche per i Comuni più piccoli, e affidab<strong>il</strong>ità organizzativa. Quest’ultima fu<br />

allora garantita da personalità <strong>del</strong> calibro <strong>del</strong> Prof. Gioacchino Giammaria (primo<br />

Presidente <strong>del</strong> sistema), dal Dott. Benedetto Volpe (bibliotecario di Patrica e attuale<br />

responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>l’Ufficio Beni e Servizi Culturali <strong>del</strong>la Provincia di Frosinone) e da Luigi<br />

Alviti, Bibliotecario di Ceccano.<br />

<strong>La</strong> creazione <strong>del</strong> Sistema segna dunque uno spartiacque fondamentale, collocandosi in un<br />

momento in cui, se in altre zone d’Italia e <strong>del</strong>la stessa regione <strong>La</strong>zio le strutture<br />

bibliotecarie erano oggetti non <strong>del</strong> tutto “alieni”, per la provincia di Frosinone era quasi<br />

utopistico pensare non solo alle singole strutture, ma addirittura all’agglomerazione di<br />

servizi culturali di base come le biblioteche, i musei o gli archivi storici. Eppure <strong>il</strong> panorama<br />

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ciociaro era da tempo caratterizzato dalla presenza sul <strong>territorio</strong> provinciale di diverse e<br />

importanti biblioteche: basti pensare che su undici biblioteche italiane annesse a<br />

monumenti nazionali, ben tre sono ubicate in Ciociaria: a Casamari, a Trisulti, e a<br />

Montecassino. Ecco l’elenco <strong>del</strong>le altre più importanti biblioteche <strong>del</strong>la provincia di<br />

Frosinone:<br />

4 Anagni, Biblioteca Capitolare – Archivio Capitolare<br />

4 Anagni, Biblioteca Claudiana<br />

4 Anagni, Biblioteca Mariana <strong>del</strong> Seminario Vescov<strong>il</strong>e<br />

4 Anagni, Biblioteca <strong>del</strong> Pontificio Collegio Leoniano<br />

4 Ceccano, Biblioteca <strong>del</strong> Ritiro di S. Maria di Coniano<br />

4 Falvaterra, Biblioteca <strong>del</strong> Ritiro S. Sosio martire<br />

4 Ferentino, Biblioteca Alfonso Giorgi<br />

4 Ferentino, Archivio comunale storico e notar<strong>il</strong>e<br />

4 Paliano, Biblioteca <strong>del</strong> Ritiro S. Maria di Pugliano<br />

4 Sora, Biblioteca <strong>del</strong> Ritiro S. Maria degli Angeli<br />

4 Veroli, Biblioteca Giovardiana<br />

Nel 1987, al momento <strong>del</strong>la sua costituzione formale, l’Associazione intercomunale <strong>del</strong>le<br />

Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco riunì dunque otto strutture, di cui in realtà solo la metà<br />

era già funzionante (con locali e attrezzature completamente inadeguati), solo due erano<br />

dirette da bibliotecari di ruolo, e che avevano un patrimonio minimo (di circa 16 m<strong>il</strong>a<br />

volumi), con pochissimi utenti iscritti al prestito (circa 2000), che veniva allora effettuato<br />

solo dalle biblioteche di Ceccano e Patrica (per un totale di 1.139 prestiti).<br />

Nel breve giro di pochi anni, tuttavia, <strong>il</strong> sistema, <strong>attraverso</strong> una intensa attività di diffusione<br />

dei propri servizi e di promozione <strong>del</strong>la lettura, anche grazie alle risorse messe a<br />

disposizione dalla Regione <strong>La</strong>zio, dalla Provincia di Frosinone, da sponsor e dagli Enti<br />

locali, ha saputo consolidare una forte presenza sul <strong>territorio</strong>. <strong>La</strong> forma organizzativa<br />

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assunta dall’associazione, che è stata poi di esempio per altre iniziative sim<strong>il</strong>i nel settore<br />

socio – culturale, è risultata molto semplice fin dall’inizio, ed è stata successivamente<br />

adeguata, nel 1995, ai dettami <strong>del</strong>la riforma degli Enti locali che, con la L. 142/90,<br />

prevedeva la stipula di una convenzione tra Enti. Gli organi decisionali erano <strong>il</strong> Presidente<br />

e l’assemblea dei Sindaci, ma già allora assunsero un ruolo importante l’organo tecnico<br />

dei bibliotecari e la figura <strong>del</strong> coordinatore. In tal modo, è stato sempre salvaguardato <strong>il</strong><br />

principio <strong>del</strong>la separazione tra rappresentanza politica, che ha <strong>il</strong> ruolo di programmazione,<br />

indirizzo e controllo, e l’organo tecnico a cui è affidata l’attuazione dei programmi.<br />

<strong>La</strong> Regione <strong>La</strong>zio, soprattutto, ha accompagnato fin dall’inizio la nascita <strong>del</strong> nostro<br />

sistema, contribuendo con risorse cospicue e costanti alla creazione di sedi degne <strong>del</strong>le<br />

biblioteche aderenti, con la ristrutturazione di palazzi storici o la realizzazione di nuovi<br />

edifici, arredandoli e dotandoli <strong>del</strong>le attrezzature tecnologicamente aggiornate ai tempi. Ai<br />

sensi <strong>del</strong>la fondamentale legge 30 <strong>del</strong> 1975 sono stati dunque elaborati diversi piani<br />

triennali, e <strong>il</strong> sistema, a sua volta, ha programmato la propria crescita definendo i “suoi”<br />

piani triennali di sv<strong>il</strong>uppo.<br />

Con <strong>il</strong> primo piano, relativo al triennio 1989-1991, furono individuati uno standard comune<br />

per gli impianti, gli arredi e le attrezzature, una maggiore omogeneità nelle procedure<br />

biblioteconomiche, l’impostazione <strong>del</strong>le attività culturali e promozionali con una<br />

pianificazione centralizzata.<br />

Nel secondo triennale (anni 1992-1994) fu impostato <strong>il</strong> vero e proprio sistema bibliotecario.<br />

Fu incrementato <strong>il</strong> patrimonio librario e audiovisivo; sia le procedure catalografiche che i<br />

servizi all’utenza furono notevolmente automatizzati: si ut<strong>il</strong>izzava ancora <strong>il</strong> programma Isis,<br />

ma si era ormai alla vig<strong>il</strong>ia <strong>del</strong>la rivoluzione prodotta dalla diffusione di Internet. Inoltre,<br />

molti edifici furono ristrutturati e ampliati: dalla loro media iniziale di circa 100 mq, le<br />

biblioteche di Ceccano, Anagni, Supino e Pofi sono passate, nel 1995, rispettivamente a<br />

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400, 700, 400 e 300 mq. Infine, fu data al personale l’opportunità di una forte<br />

professionalizzazione mediante la partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento.<br />

Il terzo triennale (1995-1998), in piena rivoluzione digitale, vide un’ulteriore e imponente<br />

crescita <strong>del</strong> patrimonio librario e audiovisivo, e l’adesione al progetto SBN, con l’avvio <strong>del</strong><br />

catalogo on-line. Questo triennio appare oggi veramente cruciale, perché le Biblioteche<br />

hanno contribuito all’alfabetizzazione informatica <strong>del</strong>la propria utenza, divenendo esse<br />

stesse dei canali informativi alternativi, avvalendosi <strong>del</strong> nuovo e indipendente flusso<br />

informativo di internet.<br />

Fin dall’inizio si è quindi progressivamente affermata la necessità di pensare allo sv<strong>il</strong>uppo<br />

non <strong>del</strong>la singola struttura culturale, ma di un sistema che ha le sue f<strong>il</strong>iali, le biblioteche<br />

appunto, sparse su un <strong>territorio</strong> molto vasto a servizio <strong>del</strong>l’intera popolazione provinciale e<br />

non solo. Il lavoro in cooperazione ha spinto <strong>il</strong> bibliotecario a superare uno degli approcci<br />

tipici dei dipendenti comunali, che potremmo definire “isolazionismo campan<strong>il</strong>ista”, per<br />

sforzarsi di pensare allo sv<strong>il</strong>uppo di un intero comprensorio a partire dalle sue particolari<br />

risorse e caratteristiche storiche. Partendo da tali presupposti, furono individuate diverse<br />

specificità per le singole strutture bibliotecarie <strong>del</strong>l’Associazione Intercomunale <strong>del</strong>le<br />

Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco (AIBVDS), in modo da indirizzare al meglio la<br />

formazione <strong>del</strong>le varie raccolte librarie: così, ad esempio, ad Anagni, città ricca di storia<br />

nel Medio Evo, fu assegnata la storia per quel periodo; a Ceprano, nel cui <strong>territorio</strong> erano<br />

in corso gli scavi di Fregellae, fu affidata l’archeologia e la Storia antica; a Patrica le<br />

scienze naturali; a Ceccano l’Età evolutiva, e successivamente anche le Scienze<br />

<strong>del</strong>l'educazione e didattica <strong>del</strong>le discipline e sport; a Pofi <strong>il</strong> Teatro; a Supino <strong>il</strong> Cinema e lo<br />

spettacolo; a Vallecorsa le Arti visive; ad Alatri la Storia; a Ferentino la musica, <strong>il</strong> fumetto,<br />

la grafica e <strong>il</strong> design; a Morolo le Comunicazioni di massa,<br />

In quel triennio sono stati dunque progettati ed avviati servizi che oggi mettono <strong>il</strong> sistema<br />

bibliotecario all’avanguardia in Italia. In particolare, durante una conferenza di<br />

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organizzazione tenutasi nel salone di rappresentanza <strong>del</strong>l’Amministrazione Provinciale di<br />

Frosinone <strong>il</strong> 15 marzo <strong>del</strong> 1996, fu lanciato <strong>il</strong> progetto di realizzazione di una banca dati<br />

condivisa dei libri catalogati posseduti dalle biblioteche <strong>del</strong>l’AIBVDS e, conseguentemente,<br />

<strong>il</strong> servizio <strong>del</strong> prestito interbibliotecario. Aderendo allo scambio di libri con gli altri Enti<br />

cooperanti, ogni Biblioteca soddisfa in maniera eccellente le esigenze dei propri utenti che,<br />

non trovando nella struttura <strong>del</strong>la loro città <strong>il</strong> libro desiderato, possono individuare tramite <strong>il</strong><br />

catalogo collettivo on-line la biblioteca che lo possiede, ottenendolo in prestito in pochi<br />

giorni. Tale cooperazione innesta inoltre altri processi che hanno benefiche ricadute sulle<br />

Istituzioni aderenti al prestito interbibliotecario, in quanto tutti gli operatori culturali possono<br />

conoscere tempestivamente le attività che ogni Biblioteca va realizzando, e tutti gli addetti<br />

vengono sottoposti ad un continuo aggiornamento sul lavoro di promozione culturale che<br />

devono svolgere.<br />

Fin dall’inizio, per ottimizzare l’organizzazione e seguendo i criteri <strong>del</strong> decentramento e<br />

<strong>del</strong>la specializzazione, furono individuati dei centri-rete intercomunali. A Ceccano, fulcro<br />

amministrativo <strong>del</strong>l’associazione, risiedeva anche <strong>il</strong> Centro Video dove venivano raccolti i<br />

materiali audiovisivi patrimonio comune; a Ceprano e in seguito a Pofi <strong>il</strong> centro audio, con<br />

la collezione di CD musicali di vario genere. A Patrica <strong>il</strong> centro stampa e <strong>il</strong> centro<br />

catalografico. Ad Anagni <strong>il</strong> centro redazionale <strong>del</strong> bollettino informativo <strong>del</strong> Sistema. Con<br />

l’ulteriore evoluzione dei servizi, a Ceccano è stata istituita una vera e propria Mediateca<br />

in un ex opificio, mentre ad Anagni l’iniziale bollettino informativo si è trasformato in una<br />

vera e propria rivista di letture e letterature per ragazzi: Il Pepeverde.<br />

Riflettendo sui dati inerenti l’attività dei primi anni, che indicavano come la maggior parte<br />

degli utenti <strong>del</strong>le biblioteche fossero giovani frequentanti la scuola <strong>del</strong>l’obbligo, si aprì un<br />

altro settore di intervento. Si elaborarono infatti strategie efficaci per avvicinare i ragazzi ai<br />

libri, precostituendo loro dei percorsi di lettura che potessero riguardare interessi più vasti<br />

rispetto alle proposte scolastiche o televisive. Un crisma di ufficialità a questi propositi fu<br />

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dato dalla pubblicazione <strong>del</strong>la famosa circolare <strong>del</strong> Ministero P.I. n. 105 <strong>del</strong> '95 sulla<br />

promozione <strong>del</strong>la lettura: quel documento fu in effetti <strong>il</strong> riconoscimento <strong>del</strong>l’esistenza di<br />

una vera e propria emergenza nazionale, quella <strong>del</strong>la scarsa propensione alla lettura, e<br />

<strong>del</strong>la necessità di riflettere sugli approcci a tali tematiche, per farli diventare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />

accattivanti e contribuire alla formazione <strong>del</strong> mitico “lettore forte”. Fin dall’inizio si<br />

convenne allora sulla necessità di investire di più sul settore ragazzi, decidendo di trovare<br />

un locale o uno spazio separato per la sezione loro dedicata, ma non lontano dagli altri<br />

settori <strong>del</strong>la biblioteca comunale, e in cui i ragazzi potessero immediatamente riconoscere<br />

un luogo proprio e adeguato alle loro esigenze di lettura; fare un censimento <strong>del</strong>le case<br />

editrici per ragazzi richiedendone i cataloghi; cominciare a stab<strong>il</strong>ire con gli insegnanti,<br />

prima <strong>del</strong>l’anno scolastico, dei percorsi di lettura riguardanti argomenti particolarmente<br />

sentiti dai ragazzi; programmare gli acquisti dei libri sulla base dei percorsi di lettura.<br />

Dal punto di vista metodologico, la promozione <strong>del</strong>la lettura prevede un procedimento<br />

molto semplice, ma impegnativo per i molti soggetti che coinvolge: dato un testo, lo si<br />

legge, lo si commenta, lo si drammatizza, lo si grafizza e lo si trasforma in qualcosa di<br />

diverso, costruendo dunque un’altra storia, e non è dunque un caso se molto spesso dai<br />

percorsi di lettura siano nate <strong>del</strong>le vere pubblicazioni.<br />

L’approccio finora descritto ha cambiato anche <strong>il</strong> rapporto con le istituzioni scolastiche, nel<br />

senso che ormai la biblioteca non “subisce” la richiesta <strong>del</strong>l’utenza, ma è in grado di<br />

indirizzarla. Come nel caso <strong>del</strong>le ricerche di storia locale dove in genere si assiste a dei<br />

veri psicodrammi con <strong>il</strong> disperato pellegrinaggio di mamme e figli nevrotizzati dalla ricerca<br />

<strong>del</strong>la fotocopia di un documento, una f<strong>il</strong>astrocca, una fotografia <strong>del</strong> monumento da<br />

studiare sotto minaccia di adeguate ritorsioni da parte <strong>del</strong>l’insegnante. Con la promozione<br />

<strong>del</strong>la lettura si è potuto anche programmare corsi per guide turistiche “in erba”, con<br />

l'insegnamento e approfondimento di lingue straniere. Si è così ampliata la possib<strong>il</strong>ità di<br />

socializzazione da parte dei ragazzi che, scrivendo ai coetanei <strong>del</strong>le varie scuole d’Italia, li<br />

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invitano a visitare la propria città, offrendo loro una guida sicura e competente e, per<br />

giunta, gratis.<br />

Tutto ciò presuppone <strong>del</strong>le specializzazioni da parte degli operatori impegnati in questi<br />

progetti, ed infatti molte risorse vengono necessariamente destinate ai corsi<br />

d’aggiornamento, soprattutto per gli insegnanti. Le biblioteche hanno svolto un vero ruolo<br />

di agenzia di promozione <strong>del</strong>la lettura, veramente attrezzata per proporre libri e tematiche<br />

ai ragazzi.<br />

Parallelamente, si è riusciti a recuperare molti lettori che da “grandi” si erano allontanati<br />

da quelle stesse biblioteche dove vengono ora accompagnati dai figli. Tutto ciò ha<br />

comportato un riequ<strong>il</strong>ibrio <strong>del</strong> rapporto <strong>del</strong> fondo per ragazzi rispetto al patrimonio librario<br />

<strong>del</strong>la biblioteca, ed ha fruttato un forte incremento dei prestiti librari agli utenti.<br />

Proprio alla luce di queste verifiche di efficacia, l'Associazione Intercomunale <strong>del</strong>le<br />

biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco ha confermato l’inserimento nei propri piani annuali <strong>del</strong><br />

progetto di promozione <strong>del</strong>la lettura.<br />

Nella biblioteca di base si va quindi per cercare un libro segnalato durante<br />

l’apprendimento scolastico, ma se ne trovano anche molti altri appena prodotti<br />

dall’attivissima editoria per ragazzi. L'enorme mole di esperienze, di relazioni con i più<br />

impegnati autori e ricercatori italiani <strong>del</strong> settore, accumulata in questi anni di attività <strong>del</strong><br />

progetto di promozione <strong>del</strong>la lettura, ha pertanto indotto l'Amministrazione Comunale di<br />

Anagni, d’intesa con l’Associazione Intercomunale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, a ricercare un<br />

ulteriore stadio di sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong> progetto. Nella consapevolezza che tutto quanto già<br />

realizzato era comunque di livello eccellente e valido per essere trasmesso ad un pubblico<br />

più vasto, è stata allora progettata e realizzata un'iniziativa editoriale specifica per <strong>il</strong> mondo<br />

<strong>del</strong>le letture e letterature per ragazzi: la sopra citata rivista "Il Pepeverde", diretta dal Prof.<br />

Ermanno Detti, editore, autore di narrativa per ragazzi e saggista<br />

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Il primo numero <strong>del</strong>la rivista, ormai giunta al decimo anno di attività, uscì appunto nel<br />

settembre <strong>del</strong> 1999, dopo un periodo preparatorio di circa un anno in cui furono contattati<br />

docenti, studiosi, esperti <strong>del</strong>la letteratura e <strong>del</strong>l’editoria per ragazzi, i quali hanno dato un<br />

contributo determinante alla definizione <strong>del</strong> progetto editoriale. <strong>La</strong> rivista si rivolge agli<br />

educatori (genitori, insegnanti, bibliotecari), alle istituzioni culturali (scuole, biblioteche<br />

ecc.), agli editori, ai librai, ai pubblici amministratori e a tutti coloro che si occupano dei<br />

temi connessi alla lettura e alla sua promozione, nonché alle culture giovan<strong>il</strong>i. "Il<br />

Pepeverde", che ha cadenza trimestrale, viene stampato in circa 4.000 copie e inviato ad<br />

oltre 3000 persone ed Enti in Italia e all'estero e, nei primi mesi di vita, è stata presentata<br />

ufficialmente nelle biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, a Frosinone, a Roma presso la<br />

Biblioteca Centrale per Ragazzi e a Napoli durante la fiera <strong>del</strong> libro “Galassia Gutenberg”.<br />

“Il Pepeverde” è dunque <strong>il</strong> frutto di un’esperienza che ha priv<strong>il</strong>egiato fin dall’inizio <strong>il</strong> lavoro<br />

in rete, innanzitutto <strong>attraverso</strong> la collaborazione tra le Biblioteche <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Intercomunale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco e, come detto, grazie al rapporto continuo e costante<br />

con le scuole, mediato dall’esperienza pluriennale <strong>del</strong>la Biblioteca Comunale di Anagni in<br />

materia di promozione <strong>del</strong>la lettura. Oltre alle motivazioni d’ordine locale, alla base <strong>del</strong>la<br />

nascita <strong>del</strong>la rivista, vi furono però anche <strong>del</strong>le considerazioni più generali. Proprio negli<br />

anni novanta si verifica infatti una crescita sostanziosa <strong>del</strong>l’offerta editoriale per bambini e<br />

ragazzi, nell’ottica di promuovere la lettura presso una più ampia fascia di età, che<br />

abbraccia tutto l’arco <strong>del</strong>l’infanzia fino alla prima adolescenza. Il traino è dato dalle<br />

innovazioni apportate dalle case editrici specializzate (E.Elle, Salani, Mondadori, Piemme,<br />

Giunti, Nuove Edizioni Romane, Bompiani, Franco Cosimo Panini, C’era una volta,<br />

Coccinella, Editoriale Scienza ecc.), che cominciano a curare particolarmente la parte<br />

grafica dei loro libri, con una forte innovazione nelle tecniche di scrittura e nelle tematiche ,<br />

non più improntate a obiettivi immediatamente educativi o moralistici, ma ad una maggiore<br />

aderenza ai gusti, ai temi e alle aspettative di ogni fascia di età giovan<strong>il</strong>e. Sempre in questi<br />

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anni emerge poi <strong>il</strong> diverso atteggiamento da parte <strong>del</strong>la scuola, in particolare quella<br />

<strong>del</strong>l’obbligo, sempre più orientato ad assecondare nei ragazzi la ricerca di maggiore libertà<br />

di scelta dei testi e, quindi, la ricerca <strong>del</strong> piacere <strong>del</strong>la lettura. Il Pepeverde, che è la rivista<br />

per ragazzi più a Sud d’Italia, nasce dunque in questo contesto, e si inserisce pienamente<br />

nel dibattito su quella che è stata definita come l’emergenza nazionale <strong>del</strong> libro e <strong>del</strong>la<br />

lettura, con l’intento di fornire metodologie efficaci per contribuire alla formazione <strong>del</strong><br />

“lettore forte”. Visto poi che è stata progettata e realizzata in un momento di tumultuoso<br />

sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>la produzione editoriale per ragazzi, ha l’obiettivo di dare un’informazione <strong>il</strong><br />

più possib<strong>il</strong>e puntuale, indicando i prodotti migliori sul mercato. Per questo motivo, una<br />

parte consistente di ogni numero viene dedicata alle recensioni dei libri presentati<br />

singolarmente o in collana, con un particolare riguardo alla letteratura professionale, gli<br />

strumenti, per gli educatori. Al fine di offrire un panorama completo degli attori che<br />

popolano la scena <strong>del</strong>l’editoria per ragazzi, in ogni numero viene presentata una casa<br />

editrice, un autore ed un <strong>il</strong>lustratore. Una parte consistente è dedicata alla riflessione<br />

teorica sulle metodologie <strong>del</strong>la promozione <strong>del</strong>la lettura, non trascurando però tutte le<br />

numerose esperienze pratiche “inventate” in questi anni da insegnanti, bibliotecari ed<br />

educatori in tutta Italia. Non manca neanche la giusta considerazione <strong>del</strong> rapporto che la<br />

lettura ha nella nostra epoca con gli altri media, soprattutto con quelli che si presentano<br />

come apparati multimediali (televisione, cinema, computer ecc.), nel tentativo non di<br />

opporsi - peraltro inut<strong>il</strong>mente - ad essi, ma perseguendo l’obiettivo di una loro ragionevole<br />

integrazione, nella convinzione che la lettura possa comunque conservare un suo fascino<br />

ed una sua attrattiva, anche agli occhi <strong>del</strong> più “cibernetico” dei ragazzi.<br />

<strong>La</strong> fine dei piani triennali ha coinciso con un’ulteriore crescita <strong>del</strong>l’Associazione<br />

interbibliotecaria. Al nucleo iniziale di biblioteche se ne sono aggiunte altre pertinenti a<br />

grossi centri: Ferentino, Alatri, Frosinone, Veroli. Si è proceduto soprattutto per piani di<br />

sv<strong>il</strong>uppo annuali, e si è cominciato a ripensare la forma istituzionale <strong>del</strong>l’Associazione,<br />

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anche alla luce <strong>del</strong>la nuova legge regionale 42 <strong>del</strong> 1997. Nell’autunno <strong>del</strong> 2002 anche<br />

l’Associazione Intercomunale <strong>del</strong>le Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco “approda”<br />

ufficialmente nel mondo virtuale, con l’inaugurazione presso la mediateca di Ceccano <strong>del</strong><br />

sito internet associativo www.bibliotechevalle<strong>del</strong>sacco.it.<br />

Un forte impulso hanno avuto le attività culturali promosse, che hanno visto rassegne di<br />

incontri con gli autori più letti, rivolte sia ai ragazzi (“Letti da vicino”) che al pubblico più<br />

adulto (“Scritture dal vivo”), nonché mostre di libri e <strong>il</strong>lustratori, come quella svolta nella<br />

Biblioteca Comunale di Ceccano nell’ottobre <strong>del</strong> 2002 (“Un librino piccino picciò”), con<br />

l’intervento <strong>del</strong>la Prof.ssa Gianna Marrone, docente di Letteratura per l’infanzia alla terza<br />

Università di Roma, e di S<strong>il</strong>via Blezza Picherle <strong>del</strong>l’Università di Verona.<br />

Il 29 e 30 maggio <strong>del</strong> 2003, ad Anagni, a cura <strong>del</strong>l’Ufficio Biblioteche regionale e <strong>del</strong><br />

Sistema bibliotecario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, si tenne un importante convegno sulla<br />

promozione <strong>del</strong>la lettura nel <strong>La</strong>zio. Il programma si articolò con analisi e riflessioni sulle<br />

esperienze regionali realizzate e sulle prospettive di sv<strong>il</strong>uppo di un’efficace azione per <strong>il</strong><br />

futuro. Nella prima giornata fu presentata una panoramica sulle strutture e le offerte di<br />

lettura <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> insieme a nuove ipotesi progettuali. Vennero poi direttamente<br />

raccontate dai bibliotecari <strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio le esperienze realizzate negli anni sulle<br />

tematiche in questione. Vi furono quindi altre tre sezioni in cui esperti e studiosi<br />

tracciarono un quadro aggiornato sui tre ingredienti fondamentali che danno impulso ad un<br />

progetto efficace di promozione <strong>del</strong>la lettura: la formazione degli operatori, gli spazi<br />

dedicati alla biblioteca per ragazzi ed i libri per ragazzi. L’obiettivo ambizioso di quel<br />

Convegno era di impostare una nuova fase <strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le biblioteche su<br />

base regionale, una fase in cui la promozione <strong>del</strong>la lettura cessasse di essere<br />

appannaggio soltanto <strong>del</strong>le biblioteche più fornite di mezzi economici da destinare anche<br />

alla propria utenza più giovane, per diventare uno standard fisso per ogni struttura<br />

bibliotecaria di Ente locale, recuperando nello stesso tempo la centralità di quell’oggetto a<br />

45


cui dedichiamo gran parte <strong>del</strong> nostro lavoro: <strong>il</strong> libro cartaceo, sempre più minacciato di<br />

estinzione per la diffusione di quello elettronico. Il convegno, che colse appieno gli obiettivi<br />

che si era prefisso (come documentato nella pubblicazione degli atti), permise inoltre ai<br />

bibliotecari di esprimere un disagio, più che mai attuale, per la situazione di isolamento in<br />

cui operano a fronte di un’utenza giustamente sempre più esigente e numerosa. Il<br />

ritrovarsi finalmente insieme a discutere di questi temi, confrontandosi con i vari<br />

protagonisti <strong>del</strong> mondo dei libri per ragazzi, creò allora un clima di grande entusiasmo,<br />

cosicché al termine <strong>del</strong> Convegno fu sentita la necessità di rivolgere un appello alle<br />

autorità competenti “affinché la promozione <strong>del</strong>la lettura diventi uno degli obiettivi strategici<br />

<strong>del</strong>le scelte di programmazione culturale <strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio”, auspicando quindi che<br />

questa “si doti di tutti gli strumenti necessari (legislativi, finanziari e di risorse umane) che<br />

possano consentire l’attivazione dei progetti di promozione <strong>del</strong>la lettura in tutte le realtà<br />

bibliotecarie regionali”.<br />

Una folla di personaggi in questi anni è entrata nelle nostre biblioteche, ognuno con vissuti<br />

e storie da raccontare, analisi e riflessioni da proporre: i ragazzi hanno incontrato tra gli<br />

altri Agostino Traini, Stefano Bordiglioni, Gloria Francella, Guido Quarzo, Antonella<br />

Ossorio, Sebastiano Ruiz Mignone, S<strong>il</strong>via Roncaglia, Cecco Mariniello, Angela Nanetti,<br />

Loredana Frescura, Licia Troisi, Pietro Formentini, Lia Levi, Luciano Comida, Marco<br />

Lodoli…Gli adulti invece hanno incontrato tra gli altri Corrado Augias, Teresa Ciabatti,<br />

Evelina Santangelo e Caterina Bonvicini, Cinzia Tani, Teresa De Sio e Antonio Pascale,<br />

Diego De S<strong>il</strong>va, Clemente Tafuri, Giulio Albanese, Marcello D’Orta, Giorgio Dell’Arti,<br />

Agostino Paravicini Bagliani, Antonio Spinosa, Paolo Crepet…<br />

Negli incontri con gli autori conta ovviamente molto <strong>il</strong> fattore preparazione: anche se i<br />

relatori hanno ormai sv<strong>il</strong>uppato apprezzab<strong>il</strong>i qualità “attoriali” tali da mantenere <strong>il</strong> più<br />

possib<strong>il</strong>e alta l’attenzione <strong>del</strong>l’uditorio, l’incontro tra scrittori e lettori riesce pienamente<br />

solo se <strong>il</strong> pubblico conosce a fondo l’opera <strong>del</strong>l’autore da incontrare. I bibliotecari e gli<br />

46


insegnanti coinvolti in tali progetti svolgono dunque un ulteriore lavoro per la preparazione<br />

di questi incontri, e gli utenti, soprattutto i ragazzi <strong>del</strong>le scuole di ogni ordine e grado,<br />

hanno sempre dimostrato grande entusiasmo e curiosità nel parlare proprio con gli autori<br />

<strong>del</strong>le opere che loro hanno letto. <strong>La</strong> misura di questo successo non è data tanto dal tifo da<br />

stadio che a volte accoglie l’autore o dalla corsa all’autografo, quanto da un piccolo<br />

particolare che balza agli occhi e che fa comprendere quando si è superata la fase<br />

meramente didattica <strong>del</strong>l’incontro per raggiungere una dimensione di piena soddisfazione<br />

di curiosità culturali provocate dall’evento. E’ fac<strong>il</strong>e notare infatti come l’avvio di ogni<br />

incontro sia sempre molto formale, con richieste all’autore mandate a memoria o<br />

addirittura annotate su fogliettini volanti; quando tuttavia le domande non rispettano più<br />

l’etichetta e si fanno sempre più incalzanti e dirette, allora significa che l’incontro ha<br />

raggiunto l’obiettivo ed ha innescato quella curiosità che <strong>il</strong> lettore manterrà anche in<br />

seguito.<br />

Questo lavoro ha prodotto una grande promozione <strong>del</strong> sistema bibliotecario sia <strong>attraverso</strong> i<br />

media sia nel “passaparola” sv<strong>il</strong>uppatosi tra gli utenti e le loro famiglie. Tutte queste attività<br />

sono mirate a qualificare la biblioteca come un luogo dove è possib<strong>il</strong>e fare incontri<br />

interessanti, con persone in grado di trasmettere visioni <strong>del</strong> mondo e <strong>del</strong>la conoscenza<br />

<strong>attraverso</strong> un linguaggio non impoverito dalla banalità mediatica <strong>del</strong> nostro tempo. Tale<br />

proposta culturale dovrebbe essere fatta propria, in maniera sempre più decisa, dagli Enti<br />

Locali, in modo che, <strong>attraverso</strong> rassegne teatrali di qualità e promozione dei libri e <strong>del</strong>la<br />

lettura, possano essere mantenute in vita e conservate per i posteri preziose fonti culturali<br />

altrimenti schiacciate dalla predominante industria televisiva. Da tutte le esperienze finora<br />

citate è nato anche <strong>il</strong> primo Festival letterario <strong>del</strong>la Provincia di Frosinone: i Boschi<br />

Letterari <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale.<br />

Inoltre, non sono mancate in questi anni iniziative incentrate su altri linguaggi, come ad<br />

esempio le mostre di fumetti e <strong>il</strong> concorso sull’<strong>il</strong>lustrazione satirica (L’Ortica) a Ferentino,<br />

47


la rassegna di Corti a Castro dei Volsci, <strong>il</strong> Meraviglioso … volare e gli inverni e le<br />

primavere culturali a Bov<strong>il</strong>le Ernica, la settimana sugli archivi storici e le risorse<br />

documentarie sul <strong>territorio</strong> a Ceccano.<br />

Con la firma <strong>del</strong>la nuova convenzione, elaborata in conformità alla legge <strong>del</strong>la Regione<br />

<strong>La</strong>zio n. 42 <strong>del</strong> 1997, che avvenne nell’Assemblea degli Enti <strong>il</strong> giorno 3 apr<strong>il</strong>e 2008,<br />

l’Associazione <strong>del</strong>le Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco ha assunto la nuova denominazione<br />

di Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco. Emerge così ancora di più<br />

la funzione fondamentale <strong>del</strong>la biblioteca quale centro di organizzazione e mediazione, a<br />

livello locale, <strong>del</strong> vasto universo informativo globale. Per svolgere sempre meglio questo<br />

ruolo, le Biblioteche <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> hanno creato un mo<strong>del</strong>lo di sistema documentario<br />

integrato, in grado di stab<strong>il</strong>ire reti di collaborazioni con gli altri istituti culturali e formativi <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>, anche di differente tipologia funzionale e appartenenza amministrativa (archivi,<br />

musei, biblioteche scolastiche, università, centri di documentazione pubblici e privati etc.).<br />

Le novità più significative <strong>del</strong>la nuova convenzione sono dunque le seguenti:<br />

- <strong>La</strong> denominazione <strong>del</strong>l’Associazione diventa “Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> Sacco”, in quanto, come detto, l’obiettivo è promuovere forme di interazione tra<br />

sistemi diversi (bibliotecario/documentario; museale, archivistico);<br />

- Sono introdotti criteri di misurazione e valutazione degli standard di funzionamento <strong>del</strong>le<br />

singole biblioteche, allo scopo di offrire un livello di servizi uniforme e destinare nel miglior<br />

modo possib<strong>il</strong>e le risorse economiche sulla base <strong>del</strong>l’effettivo rendimento dei servizi<br />

culturali;<br />

- Viene definito <strong>il</strong> concetto di proprietà dei beni acquisiti dal Sistema che verranno revocati<br />

alla biblioteca assegnataria in caso di sospensione, inadempienze e recessione dal<br />

sistema stesso.<br />

48


- Viene istituita un’ area di cooperazione in cui verranno collocati tutti quegli Enti che non<br />

rispondono agli standard di funzionamento stab<strong>il</strong>iti dalla Regione <strong>La</strong>zio nei piani settoriali<br />

triennali, ma che comunque possono usufruire dei servizi forniti dal Sistema;<br />

- <strong>La</strong> durata <strong>del</strong>la convenzione è stab<strong>il</strong>ita in 10 anni;<br />

- Gli organi <strong>del</strong> Sistema sono: <strong>il</strong> Presidente, l’Assemblea degli Enti, <strong>il</strong> comitato tecnico (dei<br />

bibliotecari) e <strong>il</strong> coordinatore (scelto tra i bibliotecari).<br />

In questo nuovo assetto istituzionale, al cui interno <strong>il</strong> lavoro di cooperazione sta<br />

confermando i risultati finora raggiunti, testimoniati dai dati numerici (da otto biblioteche<br />

iniziali si è arrivati alle attuali ventitré; i prestiti sono saliti dai 1.139 iniziali ai circa 70.000<br />

attuali), anche i Centri-rete sono stati ridefiniti, attribuendo alla Biblioteca di Ceccano la<br />

funzione di Centro sistema amministrativo e centro catalografico, alla Biblioteca di<br />

Ferentino la gestione <strong>del</strong> prestito interbibliotecario, alla Biblioteca di Bov<strong>il</strong>le Ernica la<br />

gestione <strong>del</strong> sito web e alla Biblioteca di Frosinone la gestione <strong>del</strong>le attività culturali e di<br />

promozione <strong>del</strong>la lettura. Il bibliotecario di Anagni, Dott. Alessandro Compagno (tra gli<br />

estensori <strong>del</strong> presente elaborato) è l’attuale coordinatore <strong>del</strong> sistema.<br />

49


3. Per una definizione degli approcci metodologici: alcuni “case<br />

studies”<br />

L’elaborazione di una riflessione sul possib<strong>il</strong>e sv<strong>il</strong>uppo di itinerari turistico-culturali<br />

all’interno <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, non può prescindere da quanto<br />

già detto circa la collocazione <strong>del</strong>l’area geografica di riferimento tra due dei principali poli<br />

turistici nazionali, Roma e Napoli, che determina un posizionamento residuale <strong>del</strong> flusso<br />

turistico che interessa <strong>il</strong> <strong>territorio</strong> in questione. Tale residualità è evidente sia per quanto<br />

riguarda le priorità di scelta degli utenti, sia in riferimento ai tempi di stazionamento<br />

all’interno <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>la provincia frusinate. Si determina così un flusso turistico atipico<br />

che supera le tradizionali distinzioni tra turisti ed escursionisti. In effetti, con esclusione di<br />

Fiuggi, nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco non esiste una struttura ricettiva alberghiera tale<br />

da consentire una consistente offerta di posti letto per i turisti propriamente detti. Di contro,<br />

proprio in quanto <strong>territorio</strong> di attraversamento negli spostamenti da Roma a Napoli e<br />

viceversa, i flussi di visitatori puntano per lo più a qualche ben selezionato obiettivo nella<br />

Valle <strong>del</strong> Sacco, per brevi soste nei principali attrattori <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> (cattedrale di Anagni,<br />

mura di Alatri, abbazia di Casamari ecc.).<br />

Dal quadro storico e strutturale <strong>del</strong>ineato in precedenza emergono le forti potenzialità<br />

culturali e di qualità <strong>del</strong>la vita esistenti sul nostro <strong>territorio</strong>. Come vedremo, anche le<br />

diverse istituzioni pubbliche a vario titolo demandate alla gestione <strong>del</strong> comprensorio<br />

provinciale di Frosinone si stanno impegnando a riqualificare la domanda e l’offerta nel<br />

settore turistico, ma questo sforzo risulterà tanto più efficace quanto più potranno essere<br />

modificate le coordinate spazio-temporali entro cui si è svolto finora <strong>il</strong> movimento turistico,<br />

quanto più, cioè, all’aumento numerico dei visitatori potrà corrispondere un incremento <strong>del</strong><br />

periodo di effettiva permanenza e di più estesa fruizione <strong>del</strong> patrimonio storico – culturale<br />

presente sul <strong>territorio</strong>, incremento da perseguire anche mediante una ottimizzazione <strong>del</strong>la<br />

50


programmazione <strong>del</strong>le attività culturali. Un aiuto ulteriore a tale prospettiva di sv<strong>il</strong>uppo<br />

potrebbe provenire anche da interventi strutturali: importanti in tal senso sarebbero la<br />

realizzazione di un centro congressuale a Fiuggi (dove esiste la maggiore disponib<strong>il</strong>ità di<br />

posti letto), o di strutture teatrali in quei luoghi dove già sono consolidate rassegne di<br />

spettacoli (quali ad esempio la stagione teatrale di Frosinone o <strong>il</strong> Festival <strong>del</strong> Teatro<br />

Medievale di Anagni). Un impegno ancor maggiore richiederebbe la conservazione <strong>del</strong><br />

patrimonio urbanistico e architettonico dei centri storici che subiscono un progressivo<br />

spopolamento. I grandi palazzi signor<strong>il</strong>i, come <strong>del</strong> resto le unità abitative minori, sono<br />

perlopiù disabitate e, quindi, soggette a mancanza di manutenzione continua che<br />

comporterà un’irreversib<strong>il</strong>e obsolescenza. Recuperare <strong>il</strong> patrimonio ed<strong>il</strong>izio dei centri<br />

storici significa anche renderlo fruib<strong>il</strong>e come albergo diffuso, riequ<strong>il</strong>ibrando così la rete<br />

alberghiera nell’intero <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Sacco. Inoltre, se si riuscisse ad invertire<br />

l’attuale tendenza al degrado <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco e a innestare un processo<br />

virtuoso che vada nel senso <strong>del</strong> risanamento e <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>l’ambiente naturalistico; se si<br />

riuscisse a fornire una qualità dei servizi superiore a quella <strong>del</strong>le metropoli vicine; se si<br />

riuscisse a puntare ad un’offerta di qualità <strong>del</strong>la vita talmente elevata da parte <strong>del</strong>le città<br />

<strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco da riuscire ad attirare consistenti gruppi di persone di solida<br />

sensib<strong>il</strong>ità culturale, che nello scegliere questi centri come proprio domic<strong>il</strong>io, permanente o<br />

temporaneo, decidano di investire nel restauro conservativo, a fine abitativo, <strong>del</strong>l’ingente e<br />

inestimab<strong>il</strong>e patrimonio ed<strong>il</strong>izio storico; se si verificasse tutto ciò, si diceva, si creerebbe<br />

allora un vero processo di <strong>valorizzazione</strong> dei centri storici, ovviamente scrupolosamente<br />

attento alla loro integrità e salvaguardia.<br />

In questo particolare momento, si assiste ad un mutamento degli atteggiamenti di chi<br />

intraprende un viaggio. Il desiderio sempre più vero di concretizzare nelle mete turistiche <strong>il</strong><br />

sospirato luogo <strong>del</strong>l’anima esclude infatti la rincorsa alla ricerca di un flusso turistico di<br />

51


massa, priv<strong>il</strong>egiando invece un approccio individuale o di piccoli gruppi che desiderano<br />

confrontarsi con i territori, le popolazioni che vi abitano e la loro cultura.<br />

Le tendenze attuali indicano quindi uno spostamento <strong>del</strong>l’attenzione dalle mete turistiche<br />

più conosciute a quelle ancora tutte da scoprire. Meglio poi se queste città d’arte sono<br />

centri minori inseriti in contesti di particolare pregio ambientale, e dotati <strong>del</strong>la possib<strong>il</strong>ità di<br />

erogare servizi accurati e dedicati alle diverse tipologie di turismo.<br />

È pertanto in questo contesto che andrebbe ad inserirsi la progettazione di un impegno da<br />

parte <strong>del</strong> Sistema bibliotecario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco per lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>l’accoglienza di<br />

particolari flussi di visitatori nel <strong>territorio</strong> di riferimento, progettazione che potrebbe essere<br />

già da sola un’operazione di marketing.<br />

Tale impegno potrebbe prendere spunto da quanto già definito a livello istituzionale: le<br />

biblioteche possono ad esempio fare riferimento al progetto nazionale "<strong>La</strong> Biblioteca<br />

digitale italiana ed <strong>il</strong> Network turistico culturale", presentato dal Ministero per i Beni e le<br />

Attività Culturali al Comitato dei Ministri per la Società <strong>del</strong>l'Informazione, presieduto dal<br />

Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, e approvato da quest'ultimo nella seduta <strong>del</strong> 18<br />

marzo 2003. Si tratta di un ambizioso progetto che esalta e istituzionalizza la<br />

cooperazione di tutte le Biblioteche italiane, in collegamento con altre istituzioni culturali<br />

come i musei e gli archivi. L’obiettivo, prendendo le mosse dalla rete SBN, è di prevederne<br />

l’evoluzione “al fine di far confluire in un'unica architettura le biblioteche ed i loro cataloghi<br />

e le nascenti biblioteche digitali (Digital Library) nonché i centri specialistici di gestione<br />

<strong>del</strong>la conoscenza, centri di Knowledge Management (KM) e che prevede la realizzazione<br />

di un network di digital library coerente con le strutture di SBN, la possib<strong>il</strong>ità di interfaccia<br />

con partner ancora non aderenti a SBN, l'ampliamento <strong>del</strong>lo spettro di tipologie di<br />

materiale documentale trattato e lo sv<strong>il</strong>uppo di metodologie, strutture e tecniche<br />

52


organizzative che realizzino, nel tempo, la transizione di SBN dall'attuale rete di<br />

informazioni ad una più efficace rete <strong>del</strong>la conoscenza.” 1<br />

Si prevede dunque la realizzazione di una struttura nazionale, con articolazioni operative a<br />

livello territoriale, “mirata al potenziamento <strong>del</strong>l'attrattività <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, con <strong>il</strong><br />

trattamento di materiale documentario che valorizzi la storia e l'identità locale, per<br />

supportare <strong>il</strong> settore <strong>del</strong> turismo culturale”, e viene fatto esplicito riferimento alla<br />

gestione dei servizi bibliotecari o culturali degli enti locali, i quali, sempre più spesso, si<br />

trovano a ricevere notevoli benefici e maggiori risorse dall’essere inseriti in progetti politici<br />

più ampi di <strong>valorizzazione</strong> e di marketing <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

“I servizi al cittadino consistono concretamente nella realizzazione di un portale<br />

dedicato alla cultura e alla <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, nella predisposizione di un<br />

centro di "governo <strong>del</strong>la conoscenza" per la creazione di percorsi turistico-culturali<br />

e nel rafforzamento <strong>del</strong>le attività di coordinamento dei progetti di digitalizzazione”:<br />

proprio <strong>il</strong> portale Internet <strong>Culturale</strong> (www.internetculturale.sbn.it) permette di verificare lo<br />

stato di attuazione <strong>del</strong> progetto. Esso presenta, oltre ai servizi di ricerca bibliografica, di<br />

ricerca di contenuti e collezioni digitali, di informazioni sul pianeta <strong>del</strong> libro e dei Beni<br />

Culturali, anche una sezione dedicata ai percorsi culturali, in cui si trova <strong>il</strong> collegamento a<br />

“Mostre virtuali, ipertesti, itinerari turistico-culturali e percorsi 3D”. Il tutto viene presentato<br />

come “ un viaggio tra testi, immagini, personaggi e luoghi <strong>del</strong>la cultura”. Attualmente sono<br />

presenti le seguenti proposte di itinerari: percorsi enogastronomici; Il novecento italiano –<br />

itinerari storico-culturali nel <strong>La</strong>zio; Itinerari <strong>del</strong>la scienza in Toscana; PiemonteFeel;<br />

Viaggio in Toscana. Si tratta ovviamente di un progetto ancora in fase di avvio, ma di cui è<br />

possib<strong>il</strong>e condividere l’impianto teorico e per <strong>il</strong> quale chi scrive si sta già preparando per<br />

offrire <strong>il</strong> proprio contributo quando sarà <strong>il</strong> momento di realizzarlo anche per <strong>il</strong> comprensorio<br />

in questione, nella convinzione che qualsiasi proposta di itinerario turistico-culturale non<br />

1 cfr. C. Leombroni, Appunti per un'ontologia <strong>del</strong>le biblioteche digitali: considerazioni sulla Biblioteca digitale<br />

italiana<br />

53


può prescindere dalla documentazione che supporta la conoscenza <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, sia essa<br />

di carattere bibliografico, archivistico e museale.<br />

Il dibattito è molto vivo anche a livello nazionale, tanto che la recente V a Conferenza<br />

Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo tenutasi a Torino sul tema<br />

“TERRITORI, RETI E INNOVAZIONE PER LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA” è stata<br />

dedicata a focalizzare <strong>il</strong> ruolo che la cultura e <strong>il</strong> turismo possono svolgere nella ripresa<br />

<strong>del</strong>la competitività <strong>del</strong> nostro Paese. In tale occasione è stata ulteriormente sottolineata<br />

l’importanza <strong>del</strong>l’integrazione dei servizi culturali, evidenziando <strong>il</strong> caso <strong>del</strong>la Città<br />

ospitante, che ha registrato, per ogni euro speso in investimenti culturali e turistici, <strong>il</strong> ritorno<br />

in cassa di ben ventuno euro. 2<br />

Per quanto ci riguarda più da vicino, la Ciociaria ha numerose possib<strong>il</strong>ità di offerte di<br />

turismo culturale che possono essere variate e rinnovate considerando le seguenti<br />

principali tematiche:<br />

• Turismo Storico – Religioso (Montecassino – Trisulti – Calamari, etc.);<br />

• Turismo scolastico – didattico (con visita a siti e ai musei <strong>del</strong>la cultura materiale);<br />

• Turismo archeologico (tra le tante emergenze, spiccano <strong>il</strong> ritrovamento <strong>del</strong> foss<strong>il</strong>e di<br />

ominide più antico d’Europa, o <strong>il</strong> sito di Fregellae, caso unico di città fondata e<br />

distrutta da Roma).<br />

L’individuazione di percorsi turistico–culturali in provincia di Frosinone sembra essere oggi<br />

un punto di convergenza degli sforzi di tutte le istituzioni che hanno la responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>la<br />

pianificazione <strong>del</strong>la promozione turistica, sia pubbliche che private. Diversi tentativi sono<br />

stati fatti nel passato più o meno recente per dare attuazione a questi intendimenti.<br />

Possiamo ricordare a questo proposito i vari sistemi museali ricadenti nei piani di sv<strong>il</strong>uppo<br />

<strong>del</strong>la legge <strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio 42/97. Anche i percorsi elaborati in previsione <strong>del</strong> Giub<strong>il</strong>eo<br />

<strong>del</strong> 2000 dall’agenzia privata Ciociaria Turismo, sebbene più mirati sul turismo religioso,<br />

2 cfr. http://www.lecitta<strong>del</strong>lacultura.it/info-generali.php<br />

54


possono ricadere in questa fattispecie. Interessante a tal proposito è <strong>il</strong> caso di questa<br />

agenzia che, unica nella provincia, da dieci anni esercita l’attività di promozione turistica<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, iniziata con la pubblicazione di una corposa guida che, oltre a presentare tutti<br />

i novantuno comuni ciociari, presenta degli itinerari tematici d’ordine geofisico-ambientale,<br />

enogastronomico, religioso e storico-culturale. Molto suggestivo è l’itinerario che si snoda<br />

lungo l’antico confine tra Stato Pontificio e Regno <strong>del</strong>le Due Sic<strong>il</strong>ie, mirato alla ricerca degli<br />

antichi cippi confinari, ma che attraversa ambienti diversi e incontaminati dove non è raro<br />

imbattersi in poco noti monumenti o testimonianze archeologiche.<br />

Uno dei primi tentativi di elaborazione di percorsi turistico-culturali fu progettato dai<br />

Comuni di Anagni, Alatri, Ferentino e Veroli, nel cuore ernico <strong>del</strong>la Ciociaria, che nel 1996<br />

si unirono nel Consorzio <strong>del</strong>le Città fortificate. Si provò allora a creare un’organizzazione<br />

istituzionale per la promozione di alcune <strong>del</strong>le città più importanti <strong>del</strong>la Provincia di<br />

Frosinone <strong>attraverso</strong> la <strong>valorizzazione</strong>, in primo luogo, <strong>del</strong>le imponenti fortificazioni sia<br />

antiche, che medievali e rinascimentali, che rappresentano la parte più monumentale <strong>del</strong><br />

patrimonio culturale di queste antichissime città. Il Consorzio ha funzionato per alcuni anni<br />

producendo soprattutto depliantistica e partecipando alla principale Fiera <strong>del</strong> Turismo in<br />

Italia, la BIT di M<strong>il</strong>ano. Non risulta tuttavia che siano stati elaborati particolari itinerari<br />

turistici e neanche pacchetti da commercializzare <strong>attraverso</strong> la f<strong>il</strong>iera dei tour operator e le<br />

agenzie di viaggio. Dopo qualche anno questa unione dei comuni ernici ha cessato<br />

l’attività, ma recentemente si è registrato l'impegno ai massimi livelli regionali per una sua<br />

ricostituzione come Consorzio <strong>del</strong>le "Città Fortificate”.<br />

In anni più recenti la Regione <strong>La</strong>zio si è dotata di uno strumento legislativo più funzionale<br />

per incentivare la cooperazione tra enti ed elaborare strategie ottimali di sv<strong>il</strong>uppo turistico<br />

dei territori, disegnando aree integrate omogenee, con la legge 40 <strong>del</strong> 1999. <strong>La</strong> Provincia<br />

di Frosinone, in base a questa legge, sta attualmente promuovendo l’Area “Territori<br />

55


Ciociari” che rappresenta la Ciociaria storica, in quanto raggruppa una trentina di Comuni,<br />

dislocati tra la catena dei Monti Ernici e quella dei Monti Lepini, <strong>il</strong> cui baricentro è proprio <strong>il</strong><br />

bacino <strong>del</strong> fiume Sacco. E’ questa un’area che presenta una omogenea identità sia storica<br />

che culturale e, in larga parte, coincide con i territori di pertinenza <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario<br />

e Documentario <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale, comprendendo i seguenti Comuni: Acuto,<br />

Amaseno, Anagni, Alatri, Arnara, Ceccano, Bov<strong>il</strong>le Ernica, Collepardo, Ferentino,<br />

F<strong>il</strong>ettino, Fiuggi, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Monte S. Giovanni<br />

Campano, Morolo, Patrica, Ripi, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torre Cajetani, Torrice,<br />

Trevi nel <strong>La</strong>zio, Trivigliano, Veroli, Vico nel <strong>La</strong>zio, V<strong>il</strong>la s. Stefano.<br />

Recentemente sta prendendo forma un Piano operativo d’area che prevede, su direttiva<br />

<strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio, la <strong>valorizzazione</strong> di un particolare itinerario storico–religioso<br />

denominato “Le vie <strong>del</strong> Sacro” <strong>attraverso</strong> un progetto di marketing territoriale. Questo tema<br />

è stato sv<strong>il</strong>uppato nell’Area Territori Ciociari con l’obiettivo di riscoprire la Via Francigena,<br />

individuando i punti di sosta <strong>del</strong> pellegrino, borghi medioevali, feste tradizionali in costume,<br />

feste di devozione.<br />

<strong>La</strong> maggioranza dei Comuni sopra citati è attraversata o lambita dalla proposta di<br />

tracciato <strong>del</strong>la Via Francigena, che sarà funzionale al passaggio di un consistente flusso di<br />

turismo religioso, caratterizzato da non grosse capacità di spesa, in quanto coinvolge<br />

persone, provenienti da Santiago di Compostela, che percorrono a piedi oltre dieci km al<br />

giorno, a differenza di altri pellegrini che in autobus attraversano velocemente <strong>il</strong> <strong>territorio</strong><br />

nazionale. Il percorso ipotizzato per la via Francigena nella Provincia di Frosinone è di<br />

circa 170 km, attraversa strade e fiumi e passa per Acuto, Anagni, Ferentino, Frosinone,<br />

Castelliri, Isola Liri, <strong>La</strong>go di Posta Fibreno e Valcomino. A sud di Frosinone passa a<br />

Torrice, Arnara, Pofi, Ceprano. In linea di massima, <strong>il</strong> percorso segue a distanza l’attuale<br />

Via Cas<strong>il</strong>ina attraversando soprattutto zone non antropizzate, anche se a volte incrocia la<br />

strada moderna in zone fortemente urbanizzate. <strong>La</strong> prima rata dei fondi stanziati dalla<br />

56


legge 40/99 verrà ut<strong>il</strong>izzata per la messa in sicurezza di alcuni punti critici <strong>del</strong> percorso,<br />

per attrezzare <strong>del</strong>le aree e installare la cartellonistica. Con la seconda rata si procederà<br />

alla <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong>l’itinerario.<br />

Ad ulteriore riprova <strong>del</strong>l’abbondanza di spunti che possono emergere dalla ricca<br />

sedimentazione storica in Ciociaria, insieme al Piano Operativo d’Area, sono stati<br />

individuati anche altri itinerari: le vie d’acqua, le itineranze papali, le vie <strong>del</strong>la transumanza.<br />

Tale ultimo itinerario, che si snoda lungo le vie dei tratturi, permette ad esempio un<br />

collegamento trasversale da F<strong>il</strong>ettino a Vallecorsa fino ad arrivare alla pianura pontina e<br />

infine a Roma.<br />

Il presupposto per ogni intervento di <strong>valorizzazione</strong> è quindi la considerazione che <strong>il</strong><br />

patrimonio artistico di una città e di un <strong>territorio</strong> non è solo un insieme di beni materiali<br />

collocati in luoghi geografici definiti, ma è un elemento capace di attirare visitatori, per un<br />

consumo di beni anche immateriali e unici, che si ricollegano al brand <strong>del</strong>la città d’arte e<br />

<strong>del</strong> suo comprensorio e che hanno un valore aggiunto nella conoscenza di cui ci si<br />

arricchisce. In questa direzione, e coerentemente con <strong>il</strong> progetto <strong>del</strong>la biblioteca digitale,<br />

possiamo considerare esemplare <strong>il</strong> progetto promosso dalla Biblioteca Nazionale Centrale<br />

di Firenze sul tema <strong>del</strong> “Grand Tour: <strong>il</strong> viaggio in Toscana dei viaggiatori inglesi e francesi<br />

dalla fine <strong>del</strong> XVII agli inizi <strong>del</strong> XIX secolo”, nell’ambito <strong>del</strong>l’iniziativa internazionale<br />

Bibliotheca Universalis. E’ questo uno dei già menzionati itinerari proposti nel portale<br />

Internet “www.internetculturale.sbn.it” nella sezione dedicata a ”Mostre virtuali, ipertesti,<br />

itinerari turistico-culturali e percorsi 3D”, di cui abbiamo già parlato. “Il progetto ha previsto<br />

la realizzazione di circa 320.000 digitalizzazioni di volumi antichi e manoscritti relativi a<br />

temi di viaggio e altre fonti documentarie”. 3 Tutto <strong>il</strong> materiale raccolto è stato ottimizzato<br />

per renderlo fruib<strong>il</strong>e e comunicab<strong>il</strong>e <strong>attraverso</strong> quattro livelli informativi:<br />

3 cfr. http://grandtour.bncf.firenze.sbn.it:9080/nazionale/credits/credits<br />

57


1. quello <strong>del</strong> racconto, in cui l’intero fenomeno e la sua declinazione toscana vengono<br />

raccontati con le parole di oggi;<br />

2. quello <strong>del</strong>l’accesso diretto alle fonti, che assume la dimensione <strong>del</strong>la<br />

contemporaneità e consente di rivivere contesti, epoche e costumi <strong>attraverso</strong> la<br />

voce e le esperienze dei protagonisti stessi;<br />

3. quello <strong>del</strong>la virtualità <strong>del</strong>la navigazione geografica e <strong>del</strong>l’impatto iconografico, che<br />

permette al viaggiatore di oggi di immergersi nei percorsi e negli itinerari <strong>del</strong><br />

passato;<br />

4. quello degli indici, ovvero <strong>il</strong> piano <strong>del</strong>l’approfondimento, <strong>attraverso</strong> elenchi di<br />

viaggiatori, personaggi o altre fonti letterarie citate.<br />

Il Grand Tour è stato indubbiamente uno dei primi e formidab<strong>il</strong>i veicoli di propaganda<br />

turistica per l’Italia. Fra la fine <strong>del</strong> Cinquecento e l’Ottocento non c’è intellettuale europeo,<br />

specie anglosassone, che non abbia compiuto in un modo o nell’altro <strong>il</strong> proprio<br />

pellegrinaggio nella penisola, tanto che <strong>il</strong> viaggio <strong>attraverso</strong> i paesi europei e l’Italia<br />

diventa, con varianti minime, <strong>il</strong> titolo di un numero incredib<strong>il</strong>mente vasto di guide,<br />

vademecum, diari, saggi, cronache, relazioni, epistolari veri o simulati. Dall’inizio di questa<br />

consuetudine, ogni giovane rampollo <strong>del</strong>le famiglie europee più agiate intraprendeva <strong>il</strong><br />

viaggio in Italia alla ricerca <strong>del</strong>le forme artistiche classiche e anche per scoprire le<br />

differenti forme organizzative dei popoli europei.<br />

Vi è quindi una ricca letteratura di genere periegetico che è nata da questi viaggi e, specie<br />

tra otto e novecento, intere comunità di stranieri si stab<strong>il</strong>irono nelle principali città italiane<br />

(M<strong>il</strong>ano, Firenze, Roma, Napoli). Da queste esperienze sono nati diversi romanzi (Corinna<br />

o l’Italia nel 1807 di M.me de Staël, <strong>La</strong> Chartreuse di Stendhal, etc.), tra cui si può<br />

annoverare un reperto poco noto, ma che segna l’esordio di un narratore d’eccezione: ci si<br />

riferisce a “L’improvvisatore” di H.C. Andersen. Alla medesima comunità di stranieri <strong>del</strong><br />

58


nord-europa frequentata da Andersen a Roma, appartenne anche un altro personaggio<br />

che, pur essendo un luterano, decise di stab<strong>il</strong>irsi in Ciociaria e, più precisamente ad<br />

Anagni, cioè nella città papale per eccellenza. Il personaggio di cui parliamo, e che è fonte<br />

di ispirazione per un interessante itinerario turistico-culturale, è <strong>il</strong> Barone svedese Alberto<br />

di Barnekow, Ussaro di Scania di sua Maestà di Svezia (1822-1899). Come molti suoi<br />

connazionali mossi da interessi artistici, anche lui giunse a Roma durante <strong>il</strong> suo “Tour de<br />

l’Italie”, e qui, a piazza di Spagna, tra le procaci mo<strong>del</strong>le indigene, incontra la donna <strong>del</strong>la<br />

sua vita, la giovanissima anagnina Carolina Ascenzi. Alberto se ne innamora a tal punto<br />

da decidere di seguirla nella sua città natale per sposarla secondo <strong>il</strong> rito di Santa Madre<br />

Chiesa. Così <strong>il</strong> luterano Barnekow diventa cattolico romano, “annunziato e consacrato” da<br />

Dio e dalla Madonna e, per questo, diseredato dal nob<strong>il</strong>e Cristoforo suo padre con gran<br />

pena <strong>del</strong>la madre, Eurosina, ed inizia la sua vita italiana fatta di integrazione e stranezze.<br />

Come <strong>il</strong> Federigo di Andersen, anche <strong>il</strong> Barnekow è innamorato <strong>del</strong>l’Italia e non solo <strong>del</strong>la<br />

sua donna italiana, anche a dispetto <strong>del</strong> suo carattere un po’ ombroso e bizzarro, spesso<br />

oggetto di derisione da parte dei giovani anagnini suoi contemporanei. A partire dal 1856,<br />

Alberto trovò dunque ad Anagni, oltre che l’amore ed una famiglia con dei figli, anche una<br />

sicura risorsa di sostentamento, fornitagli direttamente da Santa Madre Chiesa, che ripagò<br />

con un sostanzioso vitalizio l’abbandono <strong>del</strong>la sua fede luterana.<br />

Sappiamo che Alberto si integrò abbastanza nella città di Anagni, abitando ed arricchendo<br />

con misteriosi dipinti e lapidi la sua dimora, che attualmente è uno dei più importanti<br />

monumenti locali: Casa Barnekow, originariamente nota come Casa Tomasi o Gigli. Una<br />

di quelle lapidi, dalle quali risulta tutta la devozione nei confronti di Alberto Magno,<br />

omonimo e santo protettore <strong>del</strong>lo scandinavo, risulta davvero molto originale, presentando<br />

una sorta di decalogo scritto in svedese, latino e francese per esaltare la gloria di Dio, la<br />

salvezza <strong>del</strong>l’anima e la sconfitta <strong>del</strong> demonio, a cui si affiancano altri messaggi augurali<br />

mescolati a misticismo, magia e superstizione.<br />

59


Attraverso gli occhi di Alberto, è dunque possib<strong>il</strong>e vedere Anagni <strong>attraverso</strong> una<br />

prospettiva insolita, lontana dall’attuale descritta nelle immagini, tutto sommato<br />

oleografiche, <strong>del</strong>le guide turistiche. Certo, <strong>il</strong> suo giudizio non poteva granché discostarsi<br />

da quanto dice Federico, <strong>il</strong> nordico pittore de “L’improvvisatore”, sull’Italia: “Tu non ci<br />

crederai, Antonio, ma nel Nord, dove le strade sono così terrib<strong>il</strong>mente pulite, così regolari<br />

e squadrate, sentivo una grande nostalgia d’una città italiana con la sua sporcizia: sono<br />

così caratteristiche, sembrano proprio fatte per un pittore! Queste strade strette e sporche,<br />

con i balconi di pietra grigia mal tenuti, piene di calze e sottane stese ad asciugare, quelle<br />

finestre disposte senza nessun ordine, una più su e una più giù, di tutte le grandezze!<br />

Guarda quella scala di quattro o cinque metri per raggiungere la porta di entrata, guarda<br />

quella vecchia seduta lì con <strong>il</strong> suo fuso, quell’albero con i grandi limoni gialli…:questo sì<br />

che è da dipingere! Da quelle nostre strade civ<strong>il</strong>i invece, con le case allineate come<br />

soldati, non si potrà cavare mai nulla!” 4<br />

Insomma, anche Alberto di Barnekow dovette rimanere affascinato da questa pittoresca<br />

nuova patria ernica, se battezzò con <strong>il</strong> nome di Ernicola una <strong>del</strong>le figlie. L’itinerario<br />

potrebbe allora partire proprio da Casa Barnekow, che un altro viaggiatore d’eccezione,<br />

Ferdinand Gregorovius, nella sua passeggiata ad Anagni, anch’essa <strong>del</strong> 1856, così<br />

descrive: “Essa è quadrata con un tetto piatto, con un portico composto di due arcate<br />

rotonde sostenute nel punto ove si riuniscono da una sola colonna. Sotto di questa sorge<br />

una scala di pietra che conduce all’interno...”<br />

Proprio lì di fronte è collocato un altro notevole monumento, la Chiesa di S. Andrea con la<br />

Cripta di S. Vito, di origine medievale, ma che per Alberto era la casa di quel canonico che<br />

periodicamente inviava rapporti alla Santa Sede per informare dei comportamenti <strong>del</strong><br />

pittore svedese, che, di tanto in tanto, specie se <strong>il</strong> vitalizio non era puntuale, si dava a<br />

“luteraneggiare”, pur sempre tornando ad essere un devoto <strong>del</strong>lo Spirito santo e<br />

4 Hans Christian Andersen, L' improvvisatore, a cura di Alda Castagnoli Manghi, M<strong>il</strong>ano 1974, pag. 180.<br />

60


<strong>del</strong>l'Immacolata concezione di Maria SS. una volta superate queste crisi. Si arriva quindi<br />

all’antico palazzo comunale che ospita ancora la Sala <strong>del</strong>la Ragione (così detta perché<br />

una volta vi si celebrava la giustizia), ma che per <strong>il</strong> Barnekow rappresentava oltre che la<br />

sede <strong>del</strong>l’autorità cittadina, anche <strong>il</strong> luogo dove era solito organizzare <strong>del</strong>le feste per i<br />

notab<strong>il</strong>i. Si arriva quindi nella zona sacra <strong>del</strong>la città, con la Cattedrale e <strong>il</strong> Palazzo di<br />

Bonifacio VIII. Si potranno poi allestire anche itinerari minori mediante i quali far conoscere<br />

la cultura materiale di quel periodo, ben visib<strong>il</strong>e all’interno di diversi vicoli.<br />

<strong>La</strong> documentazione raccolta intorno a questa vicenda potrà infine essere organizzata<br />

secondo l’impostazione citata a proposito <strong>del</strong> progetto promosso dalla Biblioteca<br />

Nazionale Centrale di Firenze sul tema <strong>del</strong> Grand Tour in Toscana.<br />

Un’altra proposta di itinerario è stata suggerita dalla presentazione nello scorso dicembre<br />

presso la Biblioteca comunale di Alatri, <strong>del</strong> libro “Viaggiatori nel <strong>La</strong>zio” di Vincenzo De<br />

Caprio, che costituisce una sistemazione <strong>del</strong>le fonti che riguardano i personaggi che<br />

visitarono <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio dal 1800 al 1920, e che rappresenta un importante strumento<br />

bibliografico per individuare i punti di maggiore attrattività per la creazione di percorsi<br />

turistico-culturali, enfatizzando la suggestione dei luoghi proposti per la visita già in sede di<br />

lancio promozionale. Si deve suscitare <strong>il</strong> bisogno di visitare un determinato luogo almeno<br />

una volta nella vita, di farlo inserire nell’agenda dei viaggi possib<strong>il</strong>i e necessari in modo da<br />

convincere <strong>il</strong> potenziale viaggiatore <strong>del</strong>l’opportunità di compiere la stessa esperienza già<br />

vissuta da altri: a questo obiettivo è quindi mirata la creazione di itinerari ispirati ai testi dei<br />

primi viaggiatori italiani e stranieri che visitarono tante località ove regnava uno<br />

“struggente vuoto malinconicamente costellato di rovine” 5 . Proprio la presenza <strong>del</strong>le<br />

rovine disseminate in un paesaggio lunare “assume una valenza fortemente suggestiva ed<br />

evocativa, sia sul piano <strong>del</strong>le proiezioni simboliche, sia sul piano di quelle immaginative,<br />

______________________<br />

5 Vincenzo De Caprio, Viaggiatori nel <strong>La</strong>zio : fonti italiane 1800-1920, Roma 2007, pag.30<br />

61


sia infine sul piano <strong>del</strong> valore pittorico e paesaggistico.” 6<br />

Nel medesimo libro viene presentato in particolare <strong>il</strong> viaggio che Marianna Candidi Dionigi<br />

intraprende nella prima decade <strong>del</strong>l’800 alla ricerca dei resti di arcaiche città preromane<br />

“dette per tradizione Città di Saturno”, collocate soprattutto in Ciociaria. Marianna è una<br />

gent<strong>il</strong>donna romana che, con molto coraggio per i tempi, compie escursioni nei dintorni<br />

<strong>del</strong>la città eterna. “Un resoconto <strong>il</strong>lustrato di queste spedizioni paesaggistico–<br />

archeologiche, steso in forma epistolare, viene pubblicato in una sorta di voyage<br />

pittoresque edito negli anni 1809-1812. <strong>La</strong> scrittura in quest’opera evita <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />

settecentesco ed <strong>il</strong>luministico di racconto <strong>del</strong> viaggio. Essa infatti ha un carattere<br />

fortemente soggettivo ed anche sentimentale: la viaggiatrice presenta se stessa non solo<br />

come spettatrice, ma anche come parte integrante <strong>del</strong>la scena narrata, ponendosi in prima<br />

persona come centro di sensazioni e sorgente di emozioni di fronte all’ambiente” 7 . <strong>La</strong><br />

definizione di un itinerario <strong>del</strong>le Città Fortificate, che interesserebbe alcune <strong>del</strong>le città<br />

maggiori <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco (Alatri, Anagni,<br />

Ferentino ecc.), darebbe allora la possib<strong>il</strong>ità di una organizzazione sistemica di un’offerta<br />

turistico-culturale finalmente appetib<strong>il</strong>e ad un pubblico più ampio rispetto a quello che pure<br />

già frequenta e visita questi siti.<br />

Per gestire tutto ciò occorrerebbe tuttavia una diversa organizzazione istituzionale <strong>del</strong><br />

Sistema Bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, che possa permettergli una<br />

reale autonomia sia da un punto di vista finanziario che per la gestione <strong>del</strong>le risorse<br />

umane.<br />

______________________<br />

6 ibidem<br />

7 ivi pag. 55<br />

62


4. <strong>La</strong> biblioteca protagonista <strong>del</strong> network turistico culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

-Premessa<br />

<strong>La</strong> presente sezione parte dalla premessa, semplice eppure di fondamentale importanza,<br />

che la biblioteca, soprattutto nelle piccole comunità, è <strong>il</strong> luogo per eccellenza e spesso<br />

l’unico, <strong>del</strong>l’accesso libero e democratico dei cittadini alla informazione e alla conoscenza.<br />

In diretta correlazione con altri due istituti che per istituzione sono conservatori e allo<br />

stesso tempo mediatori di cultura, gli archivi e i musei, nella creazione di una rete integrata<br />

che costituisce un unico, articolato e complesso, sguardo sul mondo e sulla cultura.<br />

Allo stesso tempo contenitori e custodi organizzati di conoscenza e procacciatori di una<br />

conoscenza ancora più ampia, infinita, che nel processo di mediazione e di<br />

organizzazione <strong>del</strong>l’informazione trae <strong>il</strong> suo più prezioso compito di reale possib<strong>il</strong>ità di<br />

accesso e comprensione.<br />

E’ evidente quanto le nuove, o meglio “sempre nuove” tecnologie siano state e<br />

continueranno ad essere lo strumento <strong>del</strong>la infinita estensione di potenza <strong>del</strong>la capacità<br />

informativa <strong>del</strong>la Biblioteca.<br />

Sempre più <strong>il</strong> mondo viene rappresentato, a volte trasfigurato, da una immagine virtuale e<br />

organizzata di se in un crescendo di immagini elaborate <strong>del</strong>la realtà, di cui a volte è diffic<strong>il</strong>e<br />

cogliere l’immediata relazione con la realtà stessa.<br />

Siti internet, blog, forum, senza arrivare al fin troppo dibattuto caso di face book, una<br />

serie infinita ed in arrestab<strong>il</strong>e crescita di rappresentazioni di se che a volte disorienta e<br />

smarrisce.<br />

<strong>La</strong> Biblioteca, nella sua primigenia missione, acquista in tutto ciò un ruolo essenziale di<br />

organizzatore <strong>del</strong>la conoscenza.<br />

L’organizzazione <strong>del</strong>la conoscenza è selezione, valutazione, giudizio critico,<br />

inevitab<strong>il</strong>mente discrezionale. L’antidoto necessario al <strong>del</strong>irio <strong>del</strong>l’ informazione che<br />

63


iporta al centro <strong>del</strong>l’universo <strong>il</strong> fattore umano, l’acume intellettuale e libero di chi quella<br />

informazione selezione e media, <strong>il</strong> bibliotecario ideale.<br />

E la Biblioteca è anche <strong>il</strong> luogo fisico e non virtuale, <strong>del</strong>l’incontro, <strong>del</strong>la relazione, <strong>del</strong>la<br />

comunicazione e <strong>del</strong>lo scambio libero di idee e di opinioni, un luogo ove oltre al<br />

metalinguaggio codificato <strong>del</strong>le ma<strong>il</strong>, puoi ancora contare sul più genuino, personale e<br />

spontaneo linguaggio <strong>del</strong> corpo.<br />

E ancora di più la Biblioteca, come servizio informativo di base, deve oggi rientrare a pieno<br />

diritto nel network turistico culturale locale. Nella duplice funzione di erogatore di<br />

servizi, centro culturale di aggregazione sociale, deve, sulla base dei principi fondanti la<br />

sua mission, […] garantire l'accesso ai cittadini a ogni tipo di informazione di comunità […]<br />

( Manifesto <strong>del</strong>le Biblioteche pubbliche Unesco).<br />

Deve costituire cioè la porta di ingresso organizzata al complesso <strong>del</strong> patrimonio culturale<br />

<strong>del</strong> proprio <strong>territorio</strong>, inteso sia come patrimonio documentario integrato (sezione di fonte<br />

locale) sia come complesso di informazioni su luoghi, siti ed oggetti rappresentativi di una<br />

identità e tappe di un percorso culturale e turistico.<br />

Tendenze <strong>del</strong> resto raccolte e promosse a livello ministeriale dal progetto Internet<br />

culturale (Ministero dei Beni culturali – Iccu) che, in sinergia con <strong>il</strong> progetto Biblioteca<br />

Digitale […] propone un sistema di accesso integrato alle risorse digitali e tradizionali di<br />

biblioteche, archivi e altre istituzioni culturali italiane, in vista di promuovere e valorizzare<br />

la conoscenza e la fruib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> patrimonio turistico-culturale nazionale.<br />

Gli utenti <strong>del</strong>la rete possono fruire nel Portale di un insieme di informazioni di natura<br />

didattica, professionale e istituzionale riguardanti i beni culturali italiani e svolgere ricerche,<br />

accedendo sia alle informazioni bibliografiche sia ai contenuti digitali provenienti da<br />

diverse sorgenti informative.” […] (note tratte dal sito internet www. Internetculturale.it)<br />

Sulla base di queste premesse teoriche, che a loro volta si fondano sui principi essenziali<br />

<strong>del</strong> servizio biblioteca e sulla scia dei progetti ministeriali sopra citati, molte biblioteche o<br />

64


meglio sistemi bibliotecari, cavalcando l’onda <strong>del</strong>le infinite possib<strong>il</strong>ità offerte dagli strumenti<br />

multimediali, hanno elaborato servizi, progetti o portali che si configurano come veri e<br />

propri servizi di informazione a carattere turistico culturale, ricchi di notizie organizzate<br />

sull’intero pacchetto <strong>del</strong>l’offerta culturale e turistica <strong>del</strong> loro <strong>territorio</strong>.<br />

Per fare degli esempi virtuosi e appunto “esemplari” di questa tendenza, facciamo<br />

riferimento al sito <strong>del</strong> Consorzio <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani<br />

(http://www.consorziosbcr.net/prtCastelliRomani), sito strutturato come un eterogeneo ma<br />

ben organizzato collettore di iniziative ed informazioni turistiche e culturali, appunto,<br />

<strong>del</strong>l’area di riferimento.<br />

Nel bacino territoriale <strong>del</strong> nostro Sistema documentario integrato, <strong>del</strong>imitato nell’area <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> Sacco, abbiamo voluto, in questa sezione, analizzare e valutare <strong>il</strong> panorama<br />

<strong>del</strong>le risorse informative multimediali presenti (in particolare siti e portali) a carattere<br />

turistico culturale, con la prospettiva di definire criteri ragionati per l’elaborazione di un<br />

progetto di portale “confezionato” dal Sistema Bibliotecario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, che<br />

raccolga ed elabori gli obiettivi culturali sopra esposti.<br />

Portale che possa configurarsi come primo strumento di orientamento per chi, viaggiatore<br />

o abitante curioso e partecipe <strong>del</strong>la vita culturale <strong>del</strong>la sua terra, voglia avere una<br />

immediata idea <strong>del</strong> patrimonio culturale, dei principali percorsi turistico- culturali ciociari e<br />

dei servizi culturali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

- Un mo<strong>del</strong>lo di valutazione dei siti web a carattere turistico culturale<br />

<strong>La</strong> valutazione di questa tipologia di siti web presuppone l’applicazione di principi<br />

fondamentali di marketing culturale riferiti a questo particolare settore di mercato.<br />

Nello specifico la nostra analisi si basa sull’ut<strong>il</strong>izzo di un “mo<strong>del</strong>lo di valutazione dei siti<br />

web a carattere turistico culturale” elaborato dal Dipartimento di Informatica e Studi<br />

Aziendali <strong>del</strong>l’Università di Trento<br />

65


(http://www.cs.unitn.it/Internet_turismo/mo<strong>del</strong>lo2qcv2q.pdf) che ci pare molto interessante,<br />

in quanto si basa sulla applicazione di alcuni principi <strong>del</strong>la retorica classica, i cosiddetti<br />

“loci” ciceroniani, introdotti da Cicerone nel De Invenzione e successivamente ridefiniti nei<br />

trattati medievali.<br />

In realtà i “loci” ciceroniani corrispondono ai processi di apprendimento e di esposizione di<br />

derivazione aristotelica che comunque sono alla base di ogni moderna teoria di marketing.<br />

Il mo<strong>del</strong>lo teorico di riferimento parte dal presupposto che lo sv<strong>il</strong>uppo di un sito richiede<br />

professionalità di tipo diverso, dall’informatico, all’esperto di marketing, agli esperti <strong>del</strong>le<br />

“materie” oggetto <strong>del</strong> sito, ai grafici, che debbono sapere condividere un obiettivo finale e<br />

sintetizzare esigenze diverse all’interno di un sostrato logico di organizzazione ed<br />

esposizione dei contenuti che corrisponda alle aspettative di richiesta e di informazione da<br />

parte <strong>del</strong>l’utente cui si riferisce.<br />

Il mo<strong>del</strong>lo di valutazione cui si fa riferimento è denominato 2QCV2Q, dalle iniziali dei loci<br />

ciceroniani<br />

Riportiamo per intero la tabella 1 dei “loci” così come strutturata nello mo<strong>del</strong>lo di<br />

valutazione proposto, nella quale ogni “loco” è suddiviso in altrettante sottocategorie.<br />

Tabella 1. I Loci ciceroniani<br />

CICERONIAN LOCI ATTRIBUTES<br />

QVIS<br />

(Persona: Who?)<br />

IDENTITY<br />

Identification<br />

Brand<br />

(organisation or company); Charisma (individual)<br />

Image<br />

Characterisation<br />

Design<br />

Personalization<br />

QVID<br />

(Factum: What?)<br />

CONTENT<br />

Coverage<br />

Domain<br />

referred to owner’s and users’ goals<br />

Value<br />

of information and links<br />

Accuracy<br />

66


Quality<br />

of information<br />

Source(s),<br />

author(s)<br />

CVR<br />

(Causa: Why?)<br />

SERVICES<br />

Functionalities<br />

Adequacy<br />

to owner’s goals<br />

Adequacy<br />

to users’ goals<br />

Control<br />

Correctness<br />

Security,<br />

ethics and privacy<br />

VBI<br />

(Locus: Where?)<br />

INDIVIDUATION<br />

Location<br />

Intuitive<br />

URL<br />

Retrieval<br />

Interactivity<br />

Contact<br />

information<br />

Community<br />

bu<strong>il</strong>ding<br />

QVANDO<br />

(Quando: When?)<br />

MANAGEMENT<br />

Currency<br />

Update<br />

Dates<br />

Maintenance<br />

Check-up<br />

Tools<br />

QVOMODO<br />

(Modus: How?)<br />

USABILITY<br />

Accessib<strong>il</strong>ity<br />

Hardware<br />

and Software requirements<br />

People<br />

with disab<strong>il</strong>ities<br />

Navigation<br />

Structure,<br />

Orientation<br />

Download<br />

times<br />

Comprehensib<strong>il</strong>ity<br />

<strong>La</strong>nguages<br />

Level<br />

of terminology<br />

Una progettazione che rispetti i principi ciceroniani sopra citati consente di organizzare sia<br />

<strong>il</strong> contenuto che gli strumenti necessari ad una corretta ed agevole fruizione<br />

<strong>del</strong>l’informazione stessa, oltre che prevedere le scelte <strong>del</strong>l’utente. In altri termini, si può<br />

67


individuare già nella fase di progettazione <strong>del</strong> sito <strong>il</strong> percorso ideale <strong>del</strong>l’utente e creare<br />

documenti ipertestuali collegati tra loro in modo tale da fac<strong>il</strong>itarne la consultazione e<br />

ridurre i problemi di disorientamento.<br />

-Applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />

Sulla base dei criteri di valutazione dei “loci”, riportati nella tabella 2., partendo dalla chiara<br />

definizione degli obiettivi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito, vengono attribuiti pesi ai diversi sotto<br />

attributi dei loci.<br />

Per fac<strong>il</strong>itare e schematizzare l’analisi sono definite alcune domande fondamentali per<br />

ciascuna dimensione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo. Ad ognuna di esse, vengono appunto attributi dei pesi,<br />

sulla base <strong>del</strong>la analisi degli obiettivi individuati.<br />

In seguito ad una attenta analisi <strong>del</strong> sito, vengono dati voti da 0 a 4 ad indicare differenti<br />

livelli di realizzazione <strong>del</strong>le categorie individuate.<br />

(0 = assente; 1 = scarso; 2 =sufficiente; 3 = buono; 4 = ottimo.<br />

Tabella 2. Criteri di valutazione dei “loci”<br />

Identity (Quis?) Un sito con una forte brand identity rimane impresso in chi lo visita ed è<br />

all’altezza <strong>del</strong>la immagine <strong>del</strong>la azienda. Si veda ad esempio, <strong>il</strong> sito <strong>del</strong>la Ferrari, con lo<br />

sfondo quasi completamente rosso o <strong>il</strong> sito <strong>del</strong>la rivista Colors Magazine di Benetton. Nel<br />

caso di un sito personale, l’identificazione si basa su carisma ed autorevolezza. <strong>La</strong><br />

caratterizzazione (characterisation) <strong>del</strong> sito si può valutare in termini di design <strong>del</strong> sito,<br />

inteso come approccio al design industriale, <strong>il</strong> cui obiettivo è quello di coniugare aspetti<br />

artistici e grafici con la funzionalità dei prodotti. Per cui si considera sia la grafica, che l’uso<br />

di altri elementi, che rendono <strong>il</strong> sito attraente per chi lo visita. Un altro aspetto importante<br />

riguarda la capacità <strong>del</strong> sito di adattare la propria identità all’utente, personalizzando <strong>il</strong><br />

linguaggio o le funzioni. L’obiettivo finale è quello di fare in modo che aumenti la fiducia<br />

<strong>del</strong>l’utente verso <strong>il</strong> proprietario <strong>del</strong> sito.<br />

Content (Quid?) Per quanto riguarda <strong>il</strong> contenuto, si valuta la copertura (coverage) <strong>del</strong><br />

dominio oggetto <strong>del</strong> sito in funzione degli obiettivi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito e <strong>del</strong>l’utente. Ad<br />

esempio, se lo scopo <strong>del</strong> sito è quello di offrire un servizio di vendita on-line, esso deve<br />

contenere tutte quelle informazione di cui l’utente ha bisogno per concludere l’acquisto, e<br />

quindi informazioni sul prodotto, sulle modalità di pagamento, ecc. Occorre poi valutare <strong>il</strong><br />

valore e l’originalità e <strong>del</strong>l’informazione. A questo proposito è necessario esaminare anche<br />

i link presenti, che devono rimandare a pagine che trattino argomenti ut<strong>il</strong>i per l’utente.<br />

Bisogna inoltre prestare attenzione ai link che conducono <strong>il</strong> navigatore a risorse esterne al<br />

sito esaminato, in quanto potrebbero portare l’utente ad abbandonare <strong>il</strong> sito Web. Poiché <strong>il</strong><br />

valore <strong>del</strong>l’informazione è strettamente legato alla sua qualità, accuratezza, si deve<br />

68


esaminare anche la correttezza, l’accuratezza e l’affidab<strong>il</strong>ità, che a sua volta è legata alla<br />

sorgente <strong>del</strong>l’informazione stessa.<br />

Services (Cur?) Le funzionalità offerte dal sito devono essere valutate sia dal punto di<br />

vista <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito, che dal punto di vista <strong>del</strong>l’utente. Il proprietario <strong>del</strong> sito<br />

inserirà quelle funzioni che più lo aiutano a raggiungere gli obiettivi prefissati. Gli utenti<br />

finali, accederanno al sito per visitarlo e, a seconda <strong>del</strong> tipo di sito al quale si collegano, si<br />

aspetteranno di trovare <strong>del</strong>le funzionalità che li aiutino a realizzare i loro propositi, ad<br />

esempio, per informarsi, divertirsi, ecc.<br />

Oltre all’adeguatezza <strong>del</strong>le funzioni offerte, si deve valutare la loro correttezza e sicurezza,<br />

e un uso corretto dei dati personali. Ad esempio, la prenotazione di un volo on-line deve<br />

offrire le stesse garanzie <strong>del</strong>l’acquisto presso un’agenzia.<br />

Individuation (Ubi?) Questa dimensione è legata sia alla reachib<strong>il</strong>ity <strong>del</strong> sito che alla<br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>l’utente di interagire con <strong>il</strong> proprietario <strong>del</strong> sito o con altri utenti. Un sito è<br />

fac<strong>il</strong>mente individuab<strong>il</strong>e se ha un indirizzo intuitivo, legato ad esempio al nome<br />

<strong>del</strong>l’azienda o <strong>del</strong>l’organizzazione, oppure alla sua attività. Oppure, <strong>il</strong> sito può essere<br />

localizzato grazie ai search engines, per cui è importante che siano adottati tutti quelli<br />

accorgimenti che consentono di migliorare <strong>il</strong> ranking <strong>del</strong> sito. Per quanto riguarda<br />

l’interattività <strong>del</strong> sito, essa può essere supportata dalla presenza di un indirizzo di e-ma<strong>il</strong><br />

<strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>del</strong> webmaster, <strong>del</strong>l’indirizzo postale, di un numero di telefono o<br />

di fax. Ad un altro livello abbiamo funzioni che consentono di creare attorno al sito <strong>del</strong>le<br />

comunità virtuali, quali ad esempio, newsletters, ma<strong>il</strong>ing lists, memberships plans,<br />

guestbooks.<br />

Management (Quando?) <strong>La</strong> gestione <strong>del</strong> sito comprende l’aggiornamento <strong>del</strong>le<br />

informazioni presenti nel sito. Si pensi ad esempio ai prezzi o agli orari per un sito come<br />

quello <strong>del</strong>la Greyhound, che per essere ut<strong>il</strong>i devono essere sempre aggiornati. Indicatori<br />

ut<strong>il</strong>i per valutarla sono anche la presenza <strong>del</strong>le date di edizione (establishment) e di ultima<br />

revisione (last revision) <strong>del</strong> sito. <strong>La</strong> mauntenzione vera e propria riguarda aspetti correttivi,<br />

che garantiscono la stab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> sito in modo che l’utente non abbia problemi a collegarsi a<br />

causa di crash <strong>del</strong> server, e anche <strong>il</strong> controllo <strong>del</strong> funzionamento <strong>del</strong> sito, per evitare ad<br />

esempio la presenza di broken links. Ci sono poi necessità di interventi di adattamento e di<br />

miglioramento (adaptive e perfective), per fare in modo che <strong>il</strong> sito sia aggiornato anche per<br />

le tecnologie e gli strumenti adottati.<br />

Usab<strong>il</strong>ity (Quomodo?) L’ultima dimensione prevista <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo riguarda tutti quelli<br />

aspetti che consentono all’utente di fruire <strong>del</strong> sito senza comportare per lui uno sforzo<br />

eccessivo, né in termini economici, né temporali, né cognitivi. In primo luogo si valutano i<br />

requisiti hardware e software per poter accedere al sito. E’ importante, ad esempio, che<br />

l’accesso al sito sia possib<strong>il</strong>e indipendentemente dal browser e che non richieda plugs-in,<br />

se non quando effettivamente necessario. Un’attenzione particolare deve essere posta per<br />

fare in modo che l’accessib<strong>il</strong>ità sia garantita anche a disab<strong>il</strong>i. Un altro problema che può<br />

presentarsi per l’utente è quello <strong>del</strong> disorientamento, che può essere limitato sia con l’uso<br />

di mappe che di un help-on-line, ma soprattutto con una progettazione adeguata <strong>del</strong>la<br />

struttura <strong>del</strong> sito, in modo da fac<strong>il</strong>itare la navigazione <strong>del</strong>l’utente. Non meno importante è<br />

la valutazione dei tempi di scaricamento (download) <strong>del</strong>le pagine <strong>del</strong> siti, che devono<br />

essere ragionevoli anche per chi non disponga dicollegamenti molto veloci. Infine, la<br />

fruizione <strong>del</strong> sito richiede la possib<strong>il</strong>ità di scegliere fra più lingue e l’uso di termini e simboli<br />

fac<strong>il</strong>mente comprensib<strong>il</strong>i.<br />

69


- Analisi dei siti internet a carattere turistico-culturale sulla Ciociaria.<br />

Da una accurata ricerca sulla rete sono stati selezionati alcuni siti internet, ritenuti<br />

maggiormente rappresentativi di questo specifico settore, gestiti da enti pubblici o<br />

associazioni, con lo scopo dichiarato di promuovere <strong>il</strong> patrimonio, i servizi e le attività<br />

cultural <strong>del</strong>la Ciociaria e con fini dichiaratamente turistico- culturali.<br />

L’analisi di ognuno dei siti, secondo <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo sopra esposto, è preceduta da una breve<br />

descrizione dei soggetti “proprietari” e degli obiettivi dichiarati o desunti, in base ai quali<br />

viene applicato <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo di analisi proposto.<br />

Il grafico, sv<strong>il</strong>uppato dalla analisi, da una immediata immagine <strong>del</strong>la diversa realizzazione<br />

<strong>del</strong>le categorie. Mettendo in relazione obiettivi e risultati <strong>del</strong>la analisi, si ha una chiara<br />

visualizzazione <strong>del</strong> livello di realizzazione <strong>del</strong> progetto, degli eventuali punti critici o degli<br />

elementi di forza.<br />

Portale <strong>del</strong>l’Azienda di promozione turistica di Frosinone<br />

http://www.apt.frosinone.it/<br />

Proprietario: Azienda Promozione turistica di Frosinone.<br />

Obiettivi:<br />

L’Apt non esplicita nel sito ruolo <strong>del</strong>l’Ente ed obiettivi <strong>del</strong> sito.<br />

Desumiamo gli obiettivi dalla funzione istituzionale <strong>del</strong>l’Ente.<br />

- promozione <strong>del</strong>l’intero panorama <strong>del</strong>le risorse culturali e turistiche <strong>del</strong>la Provincia di<br />

Frosinone<br />

- promozione degli operatori commerciali (ricezione, ristorazione) che operano nel<br />

settore<br />

- predisposizione di itinerari turistici<br />

- promozione di pacchetti turistici culturali<br />

Identity peso voto 1,2<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,3 0<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,3 0<br />

70


Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,2 3<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,2 3<br />

Content 2,25<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 3<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,25 3<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 3<br />

informazioni 0,25 0<br />

Services 2,55<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,3 3<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,25 3<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,25 2<br />

transazioni e la privacy 0,2 2<br />

Individuation 1,5<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,25 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,25 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,25 0<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,25 0<br />

Management 1,6<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,4 2<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,2 1<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 1<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 2<br />

Usab<strong>il</strong>ità 1,1<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

0,2 2<br />

disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

0,2 0<br />

sono adeguati 0,2 2<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste 0,1 2<br />

71


una mappa o un help on-line<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

diverse 0,2 0<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 1<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

promozione turistica FR<br />

identity<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione:<br />

Il sito non è abbastanza rappresentativo <strong>del</strong>l’ente proprietario, anche rispetto al suo ruolo<br />

e alle sue funzioni istituzionali.<br />

Il sito propone diversi itinerari turistico culturali, sistematizzati per categorie.<br />

L’informazione presente è schematica e di primo orientamento.<br />

Non vi sono cenni ai servizi culturali e turistici <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>: musei, biblioteche, pro-loco<br />

Sporadica la possib<strong>il</strong>ità di traduzione in inglese.<br />

Pochissimi e poco aggiornati i prodotti turistici (offerte, pacchetti speciali ed altro)<br />

Il sito nel complesso risulta abbastanza statico e di non agevole consultazione.<br />

Il portale principale fa rinvio ad un altro portale http://www.viaggioinciociaria.it/ di cui risulta<br />

di diffic<strong>il</strong>e comprensione <strong>il</strong> legame con <strong>il</strong> portale principale.<br />

Sembra volersi caratterizzare per una impostazione più commerciale, ma è comunque<br />

parzialmente sv<strong>il</strong>uppato ed aggiornato.<br />

TURISMO IN CIOCIARIA.<br />

http://www.turismoinciociaria.it/<br />

Proprietario: Camera di Commercio di Frosinone<br />

Obiettivi:<br />

72


- sv<strong>il</strong>uppo e potenziamento <strong>del</strong> Marchio Ciociaria<br />

- promuovere coordinamento stab<strong>il</strong>e fra istituzioni ed operatori <strong>del</strong> settore per la<br />

gestione di piano di interventi turistici<br />

- garantire l’offerta di servizi strategici nel settore <strong>del</strong>la <strong>valorizzazione</strong> turistico culturale<br />

Identity peso voto 1,8<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,3 1<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,3 1<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,2 3<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,2 3<br />

Content 1,75<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 2<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,25 3<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 2<br />

informazioni 0,25 0<br />

Services 2<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,3 2<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,3 2<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,3 2<br />

transazioni e la privacy 0,1 2<br />

Individuation 2,4<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,3 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,3 2<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,3 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,1 0<br />

73


Management 2<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,4 2<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,2 1<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 2<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity 2,4<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

0,2 3<br />

disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

0,1 0<br />

sono adeguati<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

0,2 3<br />

una mappa o un help on-line<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

0,3 3<br />

diverse<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

0,2 0<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

turismo in ciociaria<br />

identity<br />

2,5<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione<br />

Il sito non è adeguatamente rappresentativo <strong>del</strong>l’Ente proprietario, nel suo ruolo<br />

istituzionale e nelle sue funzioni.<br />

Pur avendo un buona organizzazione grafica funzionale, non presenta una sufficiente<br />

copertura <strong>del</strong> panorama <strong>del</strong>le risorse cui si riferisce.<br />

I diversi itinerari proposti sono sv<strong>il</strong>uppati in maniera alquanto sintetica ed eccessivamente<br />

didattica, pressoché senza alcun supporto <strong>del</strong>le immagini.<br />

Non aggiornato <strong>il</strong> calendario degli eventi culturali e turistici.<br />

74


Più curato <strong>il</strong> settore <strong>del</strong>la enogastronomia, più consono alle finalità <strong>del</strong>l’ente, meno <strong>il</strong><br />

settore turistico culturale cui è dato pari r<strong>il</strong>ievo grafico.<br />

Poco sv<strong>il</strong>uppato <strong>il</strong> settore relativo ai soggetti produttori nel settore commerciale che ci si<br />

aspetterebbe dalla mission <strong>del</strong>l’ente ed <strong>il</strong> panorama dei progetti e dei piani di sv<strong>il</strong>uppo di<br />

settore.<br />

Ancora poco evidente la stretta relazione tra pubblico e privato nella gestione <strong>del</strong>l’offerta<br />

turistica, <strong>del</strong>la Ciociaria, che è l’obiettivo fondamentale dichiarato <strong>del</strong> sito.<br />

CIOCIARIA TURISMO: <strong>il</strong> portale turistico ufficiale <strong>del</strong>la Ciociaria<br />

http://www.ciociariaturismo.it/<br />

Proprietario: Società Gruppo Sistema Italia, società cooperativa con sede in Arpino<br />

(Frosinone)<br />

Obiettivi:<br />

- Rappresentare un punto di incontro tra l’offerta turistica e i servizi turistici selezionati<br />

e <strong>il</strong> potenziale turista<br />

- Offrire una possib<strong>il</strong>ità di promozione a tutte le organizzazioni (aziende o enti) che<br />

operano nel settore turistico e vogliano pubblicizzare le loro strutture <strong>attraverso</strong> <strong>il</strong> sito.<br />

- <strong>il</strong> proprietario non ha l’obiettivo di promuovere la sua immagine<br />

Identity peso voto 2,4<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,1 0<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,1 0<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,4 3<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,4 3<br />

Content 2,7<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,3 3<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,3 3<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,3 3<br />

informazioni 0,1 0<br />

Services 2,3<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,3 2<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,3 3<br />

Le funzioni sono esenti da errori 0,2 1<br />

75


Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

transazioni e la privacy 0,2 3<br />

Individuation 2,6<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,3 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,3 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong> proprietario<br />

<strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,2 2<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,2 2<br />

Management 2,6<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,4 3<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,2 2<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 2<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity 2,2<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

0,2 3<br />

disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine sono<br />

0,1 0<br />

adeguati<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

0,2 2<br />

una mappa o un help on-line<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

0,2 3<br />

diverse<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

0,2 2<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 2<br />

76


Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

ciociaria turismo<br />

identity<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione:<br />

Rispetto agli obiettivi dichiarati non appare particolarmente organizzato <strong>il</strong> panorama <strong>del</strong>le<br />

risorse turistico culturali <strong>del</strong> nostro <strong>territorio</strong>.<br />

Non vi è riferimento a strutture e servizi culturali (musei, biblioteche, archivi, istituti<br />

culturali), non è sv<strong>il</strong>uppato un panorama dei principali siti e monumenti.<br />

<strong>La</strong> vetrina degli eventi è aggiornata, ma incrementata in modo alquanto estemporaneo e<br />

privo di classificazioni di orientamento.<br />

Il sito nel suo complesso appare ricco, ma di non fac<strong>il</strong>e e lineare fruizione e di fac<strong>il</strong>e<br />

disorientamento<br />

Molti link, nelle diverse sezioni, non sono attivati.<br />

MENTE ANTICA<br />

tradizioni, eventi e turismo in Ciociaria ...cultura, tradizioni, eventi e turismo in Ciociaria ..<br />

http://www.menteantica.it/<br />

Proprietario: Associazione culturale Antiqua Mens<br />

Obiettivi: L’Associazione proprietaria <strong>del</strong> sito, che ha come fine statutario la promozione<br />

<strong>del</strong> patrimonio storico culturale <strong>del</strong>la Ciociaria, con particolare riferimento al vasto<br />

patrimonio <strong>del</strong>le tradizioni popolari e degli usi e costumi locali, definisce con chiarezza gli<br />

obiettivi <strong>del</strong> sito, che sono quelli di promuovere e sostenere:<br />

. la cultura, come testimonianza di quanto la civ<strong>il</strong>tà, la storia e la natura <strong>del</strong>la terra<br />

ciociara<br />

· i rapporti sociali tra le genti, anche e soprattutto per quelle che, per motivo di lavoro,<br />

hanno dovuto abbandonare la nostra terra e vivere in paesi lontani;<br />

· le risorse dei territori in tutte le sue peculiarità (culturali, artistiche, economiche,<br />

turistiche, ambientalistiche ecc.).<br />

77


Identity peso voto 2,034722<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,25 3,0<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,25 3,0<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,25 2,0<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,02 2,0<br />

Content 1,75<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 3,0<br />

sono ut<strong>il</strong>i<br />

L'informazione presente è<br />

0,25 2,0<br />

accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 2,0<br />

informazioni 0,25 0,0<br />

Services 2<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,30 2,0<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,25 2,0<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,25 2,0<br />

transazioni e la privacy 0,20 2,0<br />

Individuation 2,25<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e<br />

da ricordare<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

0,25 3,0<br />

con i motori di ricerca<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

0,25 3,0<br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

0,25 2,0<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,25 1,0<br />

Management 2,2<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,40 3,0<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,20 1,0<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,20 2,0<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,20 2,0<br />

Usab<strong>il</strong>ity 0,8<br />

78


<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media 0,10 2,0<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

disab<strong>il</strong>i 0,20 0,0<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

sono adeguati 0,10 2,0<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

una mappa o un help on-line 0,30 1,0<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

diverse 0,20 0,0<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,10 1,0<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

mente antica<br />

identity<br />

2,5<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione:<br />

Il sito presenta una organizzazione grafica ed organizzativa piuttosto complessa.<br />

Le informazioni sono sovrabbondanti ed è curata in maniera eterogenea e poco uniforme<br />

la descrizione dei diversi contenuti.<br />

Alcuni link non sono attivi. <strong>La</strong> grafica appare poco curata e non abbastanza agevole la<br />

consultazione <strong>del</strong>le pagine.<br />

Sono elencati e descritti alcuni dei più r<strong>il</strong>evanti servizi culturali, quali biblioteche e musei,<br />

con indicazioni pratiche quali orari di apertura e costo dei biglietti.<br />

Aggiornato è <strong>il</strong> calendario degli eventi culturali.<br />

Nel complesso <strong>il</strong> sito appare ricco ma fac<strong>il</strong>mente disorientante.<br />

79


LATIUM ADIECTUM<br />

Archelogia e storia <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale<br />

http://www.latiumadiectum.it/<br />

Proprietario: Associazione culturale <strong>La</strong>tium Adiectum.<br />

Obiettivi: Il sito nasce per iniziativa di un gruppo di archeologi e storici <strong>del</strong>l’arte con<br />

l’obiettivo di promuovere e valorizzare <strong>il</strong> patrimonio archeologico e storico artistico <strong>del</strong><br />

<strong>La</strong>zio Meridionale.<br />

Allo stesso tempo, <strong>il</strong> sito, intende configurarsi come uno spazio virtuale di incontro e<br />

discussione tra gli esperti <strong>del</strong> settore, ma anche tra appassionati e studiosi <strong>del</strong>la materia.<br />

Identity peso voto 3,6<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,3 3<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,3 3<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,3 3<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,3 3<br />

Content 2,5<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 3<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,25 3<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 4<br />

informazioni 0,25 0<br />

Services 3<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,25 3<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,25 3<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,3 3<br />

transazioni e la privacy 0,2 3<br />

Individuation 2,5<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,25 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,25 2<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,25 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,25 2<br />

80


Management 2,8<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,4 3<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,2 2<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 3<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity 1,8<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

0,1 3<br />

disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

0,2 0<br />

sono adeguati<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

0,2 3<br />

una mappa o un help on-line<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

0,2 3<br />

diverse<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

0,2 0<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

<strong>La</strong>tium adietctum<br />

identity<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione.<br />

Il sito da un forte immagine <strong>del</strong>l’Associazione ed è ben rappresentativo <strong>del</strong>le finalità e degli<br />

obiettivi dichiarati.<br />

Accattivante la grafica e ben organizzate le sezioni.<br />

I contenuti sono sv<strong>il</strong>uppati in modo curato, pur senza la citazione <strong>del</strong>le fonti, ed omogeneo.<br />

Aggiornato e curato <strong>il</strong> calendario degli eventi. Non vi sono riferimenti ai servizi culturali di<br />

settore, musei, biblioteche.<br />

81


LA CIOCIARIA.IT<br />

http://www.laciociaria.it/<br />

Il sito è prodotto e curato dalla Associazione <strong>Culturale</strong> ArceNews.<br />

Obiettivi: l’obiettivo, piuttosto generale, è quello di voler essere un sito di arte, storia e<br />

cultura <strong>del</strong>la Ciociaria.<br />

Identity peso<br />

voto 0,6<br />

Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma?<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

0,2 0<br />

aziendale?<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

0,2 0<br />

funzionale<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

0,3 1<br />

all'utente 0,3 1<br />

Content 1<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 1<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,25 1<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 2<br />

informazioni 0,25 0<br />

Services 1,5<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,25 2<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,25 2<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,25 1<br />

transazioni e la privacy 0,25 1<br />

Individuation 1,6<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,3 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,3 2<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,3 0<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,1 1<br />

82


Management 0,8<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,4 1<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,2 1<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 0<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 1<br />

Usab<strong>il</strong>ity 0,9<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media<br />

Sono presenti accorgimenti per i<br />

0,2 1<br />

disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

0,2 0<br />

sono adeguati<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

0,2 2<br />

una mappa o un help on-line<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

0,1 2<br />

diverse<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

0,2 0<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 1<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

ciociaria.it<br />

identity<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

Sintesi di valutazione:<br />

L’organizzazione funzionale <strong>del</strong> sito appare poco organizzata, la grafica poco<br />

accattivante.<br />

Le informazioni, poche rispetto alla generalità <strong>del</strong>l’ambito di copertura dichiarato, sono<br />

sv<strong>il</strong>uppate in maniera assai disomogenea e poco aggiornate.<br />

L’impressione generale è di un sito in via di elaborazione e costruzione.<br />

83


Una idea di revisione <strong>del</strong> portale <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario Valle <strong>del</strong> Sacco.<br />

Le analisi condotte sui principali siti a carattere turistico culturale <strong>del</strong>la Ciociaria sopra<br />

esposta, oltre a voler rappresentare <strong>il</strong> panorama <strong>del</strong>le offerte e dei servizi web in questo<br />

settore, vuole stimolare alcuni spunti di riflessione per un progetto di revisione <strong>del</strong> portale<br />

<strong>del</strong> nostro Sistema Bibliotecario Valle <strong>del</strong> Sacco, come conseguenza ed immagine di una<br />

ridefinizione ed ampliamento <strong>del</strong> ruolo dei nostri servizi culturali, nella direzione di una<br />

decisa affermazione di network turistico-culturali.<br />

Il portale di un sistema di biblioteche ed istituti culturali quali è <strong>il</strong> nostro, deve innanzitutto<br />

dare una chiara ed efficiente rappresentazione dei servizi e <strong>del</strong>le attività proposte,<br />

fornendo, <strong>attraverso</strong> la rete, un più rapido accesso ad essi.<br />

Deve favorire una forte interazione con l’utente, stimolando la creazione di comunità<br />

virtuali e gruppi di discussione.<br />

Il primo passo quindi è, senza dubbio, ridefinire ed ampliare <strong>il</strong> panorama dei servizi e <strong>del</strong>le<br />

attività culturali proposte dalle nostre strutture avendo ben chiaro <strong>il</strong> nuovo volto che le<br />

nostre biblioteche debbono assumere.<br />

Percorso che, per quanto riguarda <strong>il</strong> nostro sistema, è già stato segnato con la recente<br />

evoluzione verso un sistema documentario integrato, che si pone come obiettivo<br />

fondamentale, appunto, l’integrazione, dal punto di vista <strong>del</strong>la informazione, <strong>del</strong>l’accesso e<br />

<strong>del</strong>la progettazione, con gli archivi storici, i musei, gli istituti culturali.<br />

<strong>La</strong> Biblioteca, come prima porta di accesso <strong>del</strong> cittadino alla informazione di base e alla<br />

totalità <strong>del</strong>la “informazione di comunità”, può sv<strong>il</strong>uppare servizi specifici che segnino le<br />

tappe di un percorso verso la definizione di un suo ruolo forte nel panorama degli attori<br />

<strong>del</strong>la offerta turistica e culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> di riferimento.<br />

84


Proponiamo, di seguito, alcune proposte di non complessa realizzazione, che si<br />

collocano nella direzione proposta e che, la comunicazione virtuale <strong>attraverso</strong> un nuovo<br />

sito, può contribuire a potenziare e valorizzare.<br />

Le Biblioteche comunali hanno, come uno dei punti qualificanti la propria missione, la<br />

funzione di raccogliere, organizzare e promuovere la documentazione di fonte locale,<br />

nelle sue diverse forme, bibliografiche, fotografiche, archivistiche,<br />

Una documentazione preziosa ed originale, che non viaggia <strong>attraverso</strong> i tradizionali canali<br />

commerciali e che segna <strong>il</strong> polso <strong>del</strong> percorso di elaborazione culturale, artistica, sociale<br />

di un <strong>territorio</strong> e ne è fortemente identificativa.<br />

<strong>La</strong> sezione di fonte locale nella nostra ipotesi progettuale dovrebbe ampliarsi fino ad<br />

assumere, in un aspetto <strong>del</strong>la sua dimensione, un prof<strong>il</strong>o chiaramente turistico.culturale.<br />

Gli itinerari turistici culturali.<br />

<strong>La</strong> Biblioteca, facendo leva sulle risorse umane e professionali esperte nel settore, in una<br />

logica di rete di collaborazione orizzontale con i diversi soggetti che operano nel <strong>territorio</strong><br />

nel medesimo ambito e sulla base <strong>del</strong>la ingente documentazione raccolta, dovrebbe<br />

“confezionare” degli itinerari, su supporto cartaceo e/o multimediale, che diano una<br />

immediata, chiara ed esaustiva idea <strong>del</strong> patrimonio cultuale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> di riferimento<br />

Gli itinerari elaborati dalla Biblioteca, dovranno avere però un valore aggiunto ed<br />

altamente identificativo degli enti che rappresentano, dovranno essere corredati dalla<br />

chiara indicazione <strong>del</strong>le fonti, da una ricca bibliografia di approfondimento, che deve<br />

essere materialmente disponib<strong>il</strong>e nella sezione di fonte locale e di tutte le informazioni<br />

relative alle modalità di accesso a siti, monumenti, e servizi culturali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

<strong>La</strong> Biblioteca deve saper orientare, predisponendo gli appositi strumenti, <strong>il</strong> potenziale<br />

visitatore verso enti ed operatori commerciali <strong>del</strong> settore (pro-loco, ristoranti, alberghi,<br />

trasporti) <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

85


Deve riportare <strong>il</strong> calendario di tutti gli eventi culturali e turistici in agenda.<br />

Ciò deve aggiungersi, come prodotto qualificante, a tutta la documentazione di<br />

promozione turistica, prodotta da altri enti, raccolta e selezionata ed organizzata in<br />

Biblioteca.<br />

Il percorso <strong>del</strong> visitatore deve, dunque, iniziare anche dalla Biblioteca dove può acquisire<br />

le informazioni preliminari per organizzare <strong>il</strong> suo itinerario, in tutti i suoi aspetti, e dove può<br />

reperire la documentazione per approfondire, elaborare, curiosità e conoscenze.<br />

Gli itinerari dovranno, dunque, avere un ruolo importante nella organizzazione <strong>del</strong> sito, al<br />

pari <strong>del</strong> resto <strong>del</strong>le risorse informative cui si accede <strong>attraverso</strong> la Biblioteca.<br />

-Le risorse necessarie.<br />

<strong>La</strong> realizzazione <strong>del</strong> servizio proposto rende necessario un adeguato incremento <strong>del</strong>le<br />

risorse umane dedicate, un forte capacità di collaborazione con tutti i soggetti, pubblici e<br />

privati, che a diverso livello operano nel settore, una revisione anche <strong>del</strong>la organizzazione<br />

degli orari di apertura <strong>del</strong>la biblioteca, più consono alle esigenze dei potenziali nuovi<br />

utenti.<br />

<strong>La</strong> digitalizzazione <strong>del</strong>le risorse documentarie.<br />

Le nostre biblioteche ed i nostri archivi storici, conservano documenti di grande valore,<br />

bibliografici, archivistici ed anche fotografici, testimonianze a volte uniche, di un complesso<br />

e lungo percorso storico, documenti spesso sepolti in archivi diffic<strong>il</strong>mente accessib<strong>il</strong>i, o in<br />

biblioteche poco organizzate per la loro <strong>valorizzazione</strong>.<br />

Una proposta progettuale interessante sarebbe la elaborazione di un piano di<br />

digitalizzazione <strong>del</strong>la documentazione più r<strong>il</strong>evante finalizzata ad una più ampia fruizione,<br />

anche, appunto, <strong>attraverso</strong> <strong>il</strong> sito web <strong>del</strong> sistema.<br />

86


<strong>La</strong> collaborazione con l’Istituto di Storia e Arte Meridionale di Anagni, associato al<br />

Sistema, che rappresenta senz’altro un punto di riferimento scientifico, per lo studio e la<br />

ricerca <strong>del</strong>la documentazione locale, potrebbe fornire <strong>il</strong> know how e le competenze<br />

necessarie alla elaborazione <strong>del</strong> piano di azione.<br />

Naturalmente in sinergia con l’Università di Cassino ed altri istituti ed istituzioni culturali<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

- Il ruolo <strong>del</strong>la Mediateca <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

Questo progetto deve avere la sua collocazione, dal punto di vista <strong>del</strong>la elaborazione<br />

tecnica e <strong>del</strong>la realizzazione, nella Mediateca <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco.<br />

<strong>La</strong> Mediateca, nata nel 2006 nell’ambito <strong>del</strong> Piano di Azione Mediateca 2000, promosso<br />

dal Ministero dei Beni culturali e dalla Regione <strong>La</strong>zio, ha funzioni di coordinamento,<br />

informazione e promozione relativamente a tutte le tematiche inerenti la documentazione<br />

multimediale per le biblioteche <strong>del</strong> sistema.<br />

Opera nel contesto territoriale provinciale con iniziative rivolte allo sv<strong>il</strong>uppo dei linguaggi<br />

cinematografico, audiovisivo, multimediale.<br />

Le attività ed i servizi in essa attivati sono basati sul concetto <strong>del</strong>l’integrazione <strong>del</strong>le fonti<br />

documentarie cartacee e multimediali e sono sostenuti dall’obiettivo di accompagnare<br />

l’offerta di prodotti multimediali ad azioni di formazione e divulgazione <strong>del</strong>le conoscenze<br />

ut<strong>il</strong>i alla loro piena comprensione e divulgazione.<br />

Inoltre, per le finalità relative al nostro progetto di digitalizzazione, la Mediateca è dal 2008<br />

sede di realizzazione <strong>del</strong> progetto Rete <strong>del</strong>le Biblioteche <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, elaborato<br />

in collaborazione con la Provincia di Frosinone nell’ambito <strong>del</strong> piano SemplificAzione <strong>del</strong>la<br />

Regione <strong>La</strong>zio.<br />

Il progetto, da sv<strong>il</strong>upparsi in due successive fasi di attuazione (2007-2008; 2008-2009),<br />

prevede quanto segue:<br />

87


1. potenziamento <strong>del</strong>la infrastruttura informatica <strong>del</strong>la Mediateca e <strong>del</strong> server centrale.<br />

2. Interconnessione in rete geografica <strong>del</strong>le sedi <strong>del</strong>le biblioteche aderenti all’associazione,<br />

onde migliorare qualità e rapidità <strong>del</strong>l’accesso alle informazioni condivise.<br />

Nello specifico tecnico, la rete <strong>del</strong> sistema bibliotecario sarà una rete di tipo geografico,<br />

magliata “any to any”. Il substrato fisico di trasporto sarà costituito da connessioni a banda<br />

larga di tipo xDSL. L’esatta tecnologia ut<strong>il</strong>izzata dipenderà dalle tipologie di connessione<br />

rese disponib<strong>il</strong>i dagli operatori nazionali di telecomunicazioni sugli specifici ambiti<br />

territoriali. la maggior parte dei servizi sarà ospitata su server dedicati dislocati presso la<br />

sede <strong>del</strong>la Mediateca di Ceccano. <strong>La</strong> sicurezza <strong>del</strong>le comunicazioni sarà garantita dalla<br />

costituzione di una VPN IPSEC che interconnetterà tutti i nodi. <strong>La</strong> sicurezza perimetrale<br />

sarà garantita dall’implementazione di firewall a f<strong>il</strong>traggio di pacchetti su ciascun nodo. <strong>La</strong><br />

sicurezza interna sarà garantita da un sistema anti-virus di rete e da un IDS che agisce<br />

sulla rete interna. Il sistema di autenticazione <strong>del</strong>l’utenza sarà <strong>del</strong> tipo “single sign on”,<br />

interoperante con una serie di application proxy. Per tutti i servizi interni alla rete sarà<br />

ut<strong>il</strong>izzato, ove possib<strong>il</strong>e, software open source, e tutto <strong>il</strong> software che sarà sv<strong>il</strong>uppato<br />

nell’ambito <strong>del</strong> progetto disporrà di interfaccia “web based”, aderente agli standard<br />

internazionali.<br />

L’infrastruttura tecnica ed informatica <strong>del</strong>la Mediateca ed <strong>il</strong> ruolo funzionale che va<br />

assumendo nell’ambito <strong>del</strong> Sistema Bibliotecario, ne fanno la sede ideale per la piena<br />

realizzazione <strong>del</strong> progetto di digat<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong> patrimonio documentario <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

<strong>La</strong> rete di interconnessione tra le Biblioteche associate, lo strumento di divulgazione ed<br />

accesso ai prodotti digitalizzati.<br />

88


<strong>La</strong> struttura <strong>del</strong> nuovo portale<br />

L’attuale sito <strong>del</strong> sistema valle <strong>del</strong> sacco è attualmente ben rappresentativo dei servizi,<br />

<strong>del</strong>le attività e <strong>del</strong>le informazioni che ci si aspetta tradizionalmente dalle biblioteche:<br />

localizzazioni, orari, descrizioni dei patrimoni, informazioni sulle attività e soprattutto<br />

accesso al catalogo ed al servizio di prenotazione e prestito dei documenti.<br />

Un ampliamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>le biblioteche, nella direzione che abbiamo sopra indicato,<br />

dovrebbe avere un immediato riflesso sul sito web.<br />

Innanzitutto deve risultare immediatamente evidente <strong>il</strong> nesso strutturale tra le biblioteche, i<br />

musei, gli archivi storici, ed altri istituti culturali di r<strong>il</strong>ievo nel <strong>territorio</strong>, in un panorama<br />

integrato di risorse ed informazioni.<br />

Inoltre chiara la definizione <strong>del</strong>la biblioteca, come prima porta di ingresso ed orientamento<br />

verso <strong>il</strong> resto <strong>del</strong> patrimonio turistico culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Volendo schematizzare una griglia di contenuti cardine <strong>attraverso</strong> i quali organizzare <strong>il</strong><br />

nuovo sito <strong>del</strong> sistema, come conseguenza <strong>del</strong>la piena realizzazione <strong>del</strong> sistema integrato<br />

e <strong>del</strong>la nuova funzione culturale che vogliamo attribuire ai nostri servizi, potremmo<br />

proporre quanto segue:<br />

ENTI<br />

ADERENTI<br />

SISTEMA DOCUMENTARIO INTEGRATO DELLA VALLE DEL SACCO<br />

Biblioteche<br />

Archivi storici<br />

Musei<br />

Istituti<br />

culturali<br />

Enti associati<br />

Localizzazioni - sedi –orari –contatti – descrizione <strong>del</strong><br />

patrimonio - servizi<br />

89


SERVIZI E RISORSE ON LINE<br />

Catalogo collettivo <strong>del</strong>le biblioteche - polo Rms- Regione <strong>La</strong>zio (http://opac.uniroma1.it/<br />

Catalogo collettivo Università di Cassino (www.unicas.it)<br />

Inventari archivi on line. Con riferimento al progetto Archivi in rete Rinasco Regione<br />

<strong>La</strong>zio (http://213.199.9.13/ProgettoRinasco/default.html)<br />

Risorse full text. Documenti digitalizzati consultab<strong>il</strong>i <strong>attraverso</strong> la rete <strong>del</strong>le<br />

Biblioteche ed enti associati.<br />

GLI ITINERARI TURISTICO CULTURALI DEL TERRITORIO<br />

Percorsi strutturati, relativi al <strong>territorio</strong> di riferimento <strong>del</strong> sistema, immediatamente<br />

consultab<strong>il</strong>i dalla rete e scaricab<strong>il</strong>i sotto forma di ag<strong>il</strong>i brochure costruite con le<br />

caratteristiche descritte, corredate <strong>del</strong>le informazioni di orientamento fondamentali.<br />

IL CALENDARIO DEGLI EVENTI<br />

Gli eventi e le attività degli enti associati<br />

I principali avvenimenti culturali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

CONTATTI.<br />

FORUM. I forum dovrebbero essere sudditi in forum di addetti ai lavori e forum di<br />

utenti <strong>del</strong> sito<br />

A questo punto, come supporto operativo alla fase di progettazione <strong>del</strong> sito , arricchito<br />

<strong>del</strong>le risorse e <strong>del</strong>le funzioni proposte, siamo in grado di definire una griglia di valutazione,<br />

analogamente a come è stato fatto con i siti analizzati in precedenza, in cui è importante<br />

focalizzare l’attenzione sui pesi attributi alle diverse categorie, più che ad una ideale<br />

valutazione dei risultati, possib<strong>il</strong>e solo in seguito alla reale costruzione <strong>del</strong> sito che, in<br />

questa sede, presupponiamo riuscire ad attuare con piena realizzazione degli obiettivi, in<br />

quanto la diversa suddivisione dei pesi rappresenta un ulteriore elemento ut<strong>il</strong>e nella fase<br />

<strong>del</strong>la progettazione <strong>del</strong>lo stesso.<br />

identity 3,6<br />

90


Il sito ha una forte Brand Identityor<br />

Charisma? 0,3 4<br />

Il sito dà una adeguata immagine<br />

aziendale? 0,3 4<br />

Il sito ha una buona<br />

caratterizzazione grafica e<br />

funzionale 0,2 3<br />

Il sito ha la capacità di adattarsi<br />

all'utente 0,2 3<br />

Content 3,25<br />

L'informazione è completa in<br />

relazione agli scopi <strong>del</strong> sito<br />

L'informazione e i links presenti<br />

0,25 3<br />

sono ut<strong>il</strong>i 0,25 3<br />

L'informazione presente è accurata<br />

Sono indicate le fonti <strong>del</strong>le<br />

0,25 4<br />

informazioni 0,25 3<br />

Services 3<br />

Le funzioni sono adeguate agli<br />

scopi <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> sito<br />

Le funzioni sono adeguate rispetto<br />

0,25 3<br />

agli scopi <strong>del</strong>l'utente finale 0,25 3<br />

Le funzioni sono esenti da errori<br />

Sono garantiti la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

0,25 3<br />

transazioni e la privacy 0,25 3<br />

Individuation 3<br />

L'URL <strong>del</strong> sito è intuitivo e fac<strong>il</strong>e da<br />

ricordare 0,3 3<br />

Il sito è visib<strong>il</strong>e, si trova fac<strong>il</strong>mente<br />

con i motori di ricerca 0,3 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e contattare <strong>il</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> sito o <strong>il</strong> webmaster 0,3 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e interagire con gli altri<br />

utenti <strong>del</strong> sito 0,1 3<br />

Management 3<br />

Le informazioni sono aggiornate 0,3 3<br />

Compare la data <strong>del</strong>l'ultimo<br />

aggiornamento e di creazione 0,3 3<br />

<strong>La</strong> manutenzione <strong>del</strong> sito è buona 0,2 3<br />

Il sito usa tecnologie adeguate 0,2 3<br />

Usab<strong>il</strong>ity 3<br />

<strong>La</strong> fruizione <strong>del</strong> sito richiede HW e<br />

SW nella media 0,2 3<br />

Sono presenti accorgimenti per i 0,2 3<br />

91


disab<strong>il</strong>i<br />

I tempi per scaricare le pagine<br />

sono adeguati 0,2 3<br />

E' fac<strong>il</strong>e navigare nel sito? Esiste<br />

una mappa o un help on-line 0,1 3<br />

E' possib<strong>il</strong>e scegliere fra lingue<br />

diverse 0,2 3<br />

I termini e i simboli usati sono<br />

accessib<strong>il</strong>i 0,1 3<br />

Il nostro sito, come si evince dal grafico, così costruito, si presenta molto ben b<strong>il</strong>anciato in<br />

tutte le sue componenti.<br />

In particolare, appare fortemente rappresentativo <strong>del</strong> sistema degli enti e dei servizi che ne<br />

sono promotori.<br />

Ha una buona copertura degli ambiti di intervento, cura la informazione con indicazione<br />

<strong>del</strong>le fonti e dei tempi di aggiornamento<br />

Sv<strong>il</strong>uppa in particolare <strong>il</strong> panorama dei servizi accessib<strong>il</strong>i dalla rete e favorisce l’interazione<br />

con l’utente e tra gli utenti.<br />

sistema documentario integrato <strong>del</strong>la vale <strong>del</strong> sacco<br />

Usab<strong>il</strong>ity<br />

Management<br />

identity<br />

4<br />

E’ fac<strong>il</strong>mente navigab<strong>il</strong>e, con un buon livello di accessib<strong>il</strong>ità.<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Individuation<br />

Content<br />

Services<br />

92


5. Gli attrattori culturali <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco: le principali emergenze<br />

Prima di addentrarsi nell’analisi <strong>del</strong> recente concetto normativo di “attrattori culturali”, non<br />

sarà forse inut<strong>il</strong>e individuare e descrivere brevemente le principali strutture culturali <strong>del</strong>la<br />

provincia di Frosinone che, interagendo con agli attrattori propriamente definiti, possano<br />

diventare soggetti attivi di una concreta strategia tesa a valorizzare <strong>il</strong> <strong>territorio</strong>, con<br />

particolare attenzione a quelle impegnate nel settore dei beni storico-archeologici.<br />

Infine, si tenterà di <strong>del</strong>ineare una possib<strong>il</strong>e finalità per <strong>il</strong> Sistema Documentario e<br />

Bibliotecario <strong>del</strong>la “Valle <strong>del</strong> Sacco” nell’ambito di una definita politica di <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong><br />

patrimonio culturale, che possa davvero assicurarne le migliori condizioni di ut<strong>il</strong>izzazione e<br />

pubblica fruizione.<br />

Il network culturale esistente<br />

Innanzitutto, non si può segnalare come sul <strong>territorio</strong> di un questione non esista un unico<br />

“network” formato dalle varie strutture espositive, siano esse Aree o Parchi Archeologici o<br />

tematici, Musei, Antiquaria, Raccolte pubbliche o private, Centri di documentazione, etc.,<br />

anche se, come si è visto per le Città Saturnie per quanto riguarda l’Associazione tra Enti<br />

Locali finalizzata alla promozione e <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, non sono mancati tentativi<br />

in tal senso. Il primo e finora unico di tali tentativi che abbia dato risultati in qualche modo<br />

tuttora apprezzab<strong>il</strong>i ha portato alla creazione <strong>del</strong> “Sistema Museale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Liri”,<br />

che in effetti rappresentò, sia pure soltanto nel dicembre 1998, la logica conclusione di<br />

una coralità di importanti iniziative assunte, a partire dagli anni ’60 <strong>del</strong> XX secolo, da<br />

diverse Amministrazioni Comunali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in questione. Il sistema fu dunque voluto<br />

poco più di 10 anni orsono dai Comuni di Aquino, Arce, Arpino, Castro dei Volsci,<br />

Ceprano, Pastena, Pofi e Sora, con l’intenzione di ridare vita, <strong>attraverso</strong> <strong>il</strong> lavoro <strong>del</strong>le<br />

proprie strutture museali, alle antiche tribù volsche, alle mitiche popolazioni “saturnie”, alla<br />

ritrovata città romana di Fregellae, alle grandi personalità <strong>del</strong> passato (come i già citato<br />

93


Caio Mario, Cicerone, Giovenale, S. Tommaso d’ Aquino, etc.), facendo dunque riaffiorare<br />

la terra <strong>del</strong>le città dei Papi e degli splendidi eremi Benedettini. Il Sistema Museale <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> Liri riunisce dunque diversi Enti nelle cui strutture espositive <strong>il</strong> visitatore può<br />

ammirare autentici tesori di un passato che si dipana dalla più antica presenza preistorica<br />

<strong>del</strong>l’uomo non solo in Italia ma probab<strong>il</strong>mente in tutta Europa, fino all’archeologia<br />

industriale alle soglie <strong>del</strong> XX secolo. Ad esempio, nel Museo di Pofi si conserva un<br />

autentico patrimonio di reperti risalenti al Paleolitico e ad altre epoche preistoriche, tra cui<br />

br<strong>il</strong>la di luce propria <strong>il</strong> cranio <strong>del</strong>l’Uomo di Ceprano, a cui è stato dato <strong>il</strong> nome di “Arg<strong>il</strong>”, che<br />

come già accennato in altri passaggi di questo elaborato, rappresenta <strong>il</strong> foss<strong>il</strong>e di ominide<br />

più antico d’Europa, essendo collocab<strong>il</strong>e tra gli 800.000 e <strong>il</strong> m<strong>il</strong>ione di anni orsono. Il<br />

Museo Archeologico di Fregellae, con sede nella città di Ceprano, espone una ricca<br />

collezione dei materiali restituiti da questa colonia latina, che rappresenta un “caso” unico<br />

nella storia <strong>del</strong> mondo romano. I resti tuttora in corso di scavo, che hanno iniziato a venire<br />

alla luce nel 1978 ad opera <strong>del</strong> Prof. F<strong>il</strong>ippo Coarelli (docente <strong>del</strong>l’Università di Perugia e<br />

grande conoscitore <strong>del</strong>la storia e <strong>del</strong>l’archeologia <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale), e che sono<br />

visitab<strong>il</strong>i all’interno di un Parco (anch’esso inserito nel Sistema <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Liri, e che<br />

oggi ricade soprattutto nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Comune di Arce) appartengono infatti alla sola città<br />

per la quale le fonti antiche ci facciano conoscere con precisione sia la data di fondazione<br />

nel 328 a.C., che quella di distruzione nel 125 a.C. Proprio questa particolarità, che dal<br />

punto di vista scientifico ha permesso di definire per diversi materiali e/o soluzioni<br />

architettoniche una seriazione cronologica ben precisa (perché appunto perfettamente<br />

datata nei suoi estremi iniziale e finale), ut<strong>il</strong>izzata per chiarire tantissimi aspetti<br />

<strong>del</strong>l’archeologia <strong>del</strong>la fase romana medio-repubblicana in tutto <strong>il</strong> mondo antico, potrebbe<br />

diventare uno degli elementi più importanti da valorizzare mediante l’elaborazione di un<br />

altro itinerario turistico-culturale. Tale percorso di visita potrebbe essere allora mirato a<br />

promuovere la conoscenza non solo <strong>del</strong>la città di Fregellae, fondata sulla riva sinistra <strong>del</strong><br />

94


fiume Liri dai Romani, che vollero conservare <strong>il</strong> nome di un centro precedentemente<br />

abitato dai Volsci, precedentemente distrutto dai Sanniti e la cui arx è identificab<strong>il</strong>e con la<br />

cima <strong>del</strong>la collina che ospita la moderna Rocca d’Arce (città che dunque conserverebbe<br />

nel nome <strong>il</strong> ricordo di tale antichissima presenza), ma anche <strong>del</strong>lo stesso Museo di<br />

Ceprano, e <strong>del</strong>la vicina area archeologica di Fabrateria Nova, attualmente in corso di<br />

scavo nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Comune di S. Giovanni Incarico da parte <strong>del</strong>l’Università degli Studi<br />

<strong>del</strong> Salento, <strong>del</strong>l’Università degli Studi di Cassino, e <strong>del</strong>l’Istituto Germanico di Roma. Tali<br />

indagini, iniziate soltanto nel 2007 in località “<strong>La</strong> Civita” (ancora una volta un toponimo<br />

“parlante”) stanno infatti iniziando a riportare alla luce i resti di questa città costruita dai<br />

cittadini fregellani f<strong>il</strong>oromani (mentre quelli contrari a Roma furono deportati), nel 124 a.C.:<br />

quando l’Urbe consentì a questi superstiti fe<strong>del</strong>i di ricostruire l’insediamento, seppur non<br />

sullo stesso sito, né con lo stesso nome <strong>del</strong> precedente, la città fu dunque rifondata poco<br />

più a Sud, in un’ansa <strong>del</strong> fiume Liri subito dopo la confluenza con <strong>il</strong> Sacco, ed ebbe<br />

appunto <strong>il</strong> nome di Fabrateria Nova, per distinguerla dalla Vetus, per lo più riconosciuta<br />

nella moderna Ceccano, ma recentemente convincentemente identificata con<br />

l’insediamento preromano, circondato da mura poligonali ma ancora non indagato<br />

mediante scavi archeologici, <strong>del</strong> sito di Montenero, nel <strong>territorio</strong> <strong>del</strong> Comune di Castro dei<br />

Volsci, e che dunque potrebbe rappresentare un altro dei punti nodali di un nuovo<br />

possib<strong>il</strong>e itinerario legato alla colonizzazione romana nel basso <strong>La</strong>zio. Proprio quest’ultimo<br />

Comune di Castro dei Volsci conserva poi un’altra interessantissima emergenza nell’area<br />

archeologica di Madonna <strong>del</strong> Piano, ove sono visib<strong>il</strong>i i resti di una grande V<strong>il</strong>la di epoca<br />

romana. <strong>La</strong> prima fase di questo insediamento risale ad un impianto di tipo rustico datab<strong>il</strong>e<br />

ancora in età repubblicana, ma <strong>il</strong> cui nucleo abitativo viene spostato all’inizio <strong>del</strong>l’Età<br />

imperiale romana, quando viene realizzato <strong>il</strong> nuovo complesso, che poi, tra II e III sec. d.C.<br />

diventerà la fastosa residenza di una famiglia probab<strong>il</strong>mente di rango senatorio, per<br />

trasformarsi nuovamente, nel corso <strong>del</strong> successivo IV sec. d.C., in un insediamento<br />

95


produttivo: è in quest’epoca, che corrisponde al periodo dioclezianeo, che in uno dei cort<strong>il</strong>i<br />

<strong>del</strong>la V<strong>il</strong>la si impianta un edificio di culto, che ha restituito materiali che ne attestano la<br />

frequentazione anche <strong>attraverso</strong> tutto <strong>il</strong> V e VI sec. e fino all’VIII-IX sec. d.C. Proprio<br />

nell’alto medioevo la v<strong>il</strong>la è ormai occupata da una comunità che risulta essere composta<br />

da romani, goti e longobardi, come testimonia la necropoli con sepolture plurime<br />

anch’essa datab<strong>il</strong>e al VI-VII sec., e nei cui corredi si esprimono le caratteristiche e le<br />

tradizioni di questi tre popoli. I più interessanti tra i materiali restituiti dalla V<strong>il</strong>la di Madonna<br />

<strong>del</strong> Piano, insieme ad altri più antichi (anche preistorici) provenienti da diverse località <strong>del</strong><br />

medesimo <strong>territorio</strong>, costituiscono la collezione <strong>del</strong> Museo Archeologico di Castro dei<br />

Volsci, istituito nel 1994 ed oggi articolato in otto sezioni, che costituisce un altro dei punti<br />

di interesse da inserire in un processo virtuoso di <strong>valorizzazione</strong>. A tal proposito, non si<br />

può non segnalare come dopo <strong>il</strong> primo quadriennio di vita <strong>del</strong> Museo, si siano succeduti<br />

alla sua Direzione ben 4 archeologi, fino alla nomina <strong>del</strong>l’attuale Direttore (che peraltro è<br />

anche responsab<strong>il</strong>e scientifico <strong>del</strong> Museo di Aquino), che dunque risulta essere <strong>il</strong> sesto<br />

<strong>del</strong>la serie: tale puntualizzazione risulta necessaria per comprendere come questa<br />

struttura museale, che pure espone una collezione di indiscutib<strong>il</strong>e interesse e ha<br />

organizzato nel tempo corsi di ceramica e di restauro, cicli di conferenze, attività didattica<br />

per le cuole, anche partecipando alle altre manifestazioni organizzate dall’Amministrazione<br />

Comunale, possa essere tuttora poco nota anche alle popolazioni <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, pagando<br />

un pesante dazio alla mancanza di una programmazione e di una visione realmente<br />

“politica” <strong>del</strong>l’apporto che una sim<strong>il</strong>e struttura può offrire al miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />

<strong>del</strong>la vita <strong>del</strong> proprio comprensorio geografico.<br />

Al contrario, e comunque a dimostrazione <strong>del</strong>la correttezza di quanto appena detto, <strong>il</strong><br />

Museo di Aquino, aperto nel dicembre 2000, ha potuto giovarsi <strong>del</strong>l’apporto di un unico<br />

responsab<strong>il</strong>e scientifico, <strong>il</strong> Dott. Angelo Nicosia (come sopra ricordato, recentemente<br />

nominato Direttore anche <strong>del</strong> Museo di Castro dei Volsci), che ha aperto a tante<br />

96


collaborazioni, in particolar modo con le Università degli Studi <strong>del</strong> Salento e di Cassino (e<br />

non è dunque un caso se anche la struttura aquinate partecipa agli scavi a Frabrateria<br />

Nova), quella che può essere considerata come una <strong>del</strong>le principali sedi espositive <strong>del</strong><br />

<strong>La</strong>zio Meridionale. Il Museo <strong>del</strong>la Città e <strong>del</strong> Territorio di Aquino, realizzato recuperando la<br />

vecchia struttura di un mattatoio abbandonato, collocato nel mezzo <strong>del</strong> ricco comprensorio<br />

storico-archeologico, romano e medievale <strong>del</strong> comprensorio di riferimento, documenta ed<br />

<strong>il</strong>lustra le fasi storiche e le relative trasformazioni topografiche <strong>del</strong> centro antico e <strong>del</strong> suo<br />

antico <strong>territorio</strong>, corrispondente all’area <strong>del</strong>la media valle <strong>del</strong> fiumi Liri-Garigliano. Tale<br />

<strong>territorio</strong> ricade oggi nei confini dei moderni Comuni di Aquino, Castrocielo, Colle S.<br />

Magno, Piedimonte S. Germano, Pontecorvo, Roccasecca e V<strong>il</strong>la S. Lucia; ancora più<br />

estesa fu la diocesi storica di Aquinum che in età medievale arrivò ad includere anche i<br />

comuni di Arce, Roccadarce, Colfelice, Esperia, Pico, Santopadrer e S. Giovanni Incarico.<br />

Il Museo gestisce anche <strong>il</strong> tratto basolato <strong>del</strong>la Via <strong>La</strong>tina e la monumentale chiesa di S.<br />

Maria <strong>del</strong>la Libera con <strong>il</strong> contiguo arco onorario romano, rappresentando dunque <strong>il</strong> fulcro di<br />

un interessante itinerario esterno che comprenda i ruderi <strong>del</strong>la città romana, i monumenti<br />

di quella medievale e <strong>il</strong> paese moderno.<br />

Al Sistema Museale appartiene anche <strong>il</strong> Museo Civico <strong>del</strong>la Media Valle <strong>del</strong> Liri con sede a<br />

Sora che, istituito nel lontano 1979, è in realtà stato parzialmente realizzato soltanto nel<br />

2004 e ufficialmente aperto al pubblico soltanto nell’apr<strong>il</strong>e <strong>del</strong> 2005: anche in questo caso,<br />

si tratta di una struttura (peraltro ospitata in un palazzo storico che, insieme al più antico<br />

impianto trecentesco di un convento francescano, ne conserva l’ampliamento successivo<br />

al terremoto <strong>del</strong> 1654) che, oltre ad essere attualmente priva di Direzione scientifica, non<br />

corrisponde ad alcuni dei requisiti richiesti dalla L.R. 42/97 (come ad esempio l’apertura al<br />

pubblico concentrata per almeno <strong>il</strong> 50% <strong>del</strong> totale nei fine settimana), e che dunque, pur<br />

essendo parte integrante e r<strong>il</strong>evante <strong>del</strong> Sistema <strong>del</strong> “Consorzio Museale”, non può<br />

assolvere appieno al proprio obiettivo di valorizzare le testimonianze storico-archeologiche<br />

97


(che vanno dall’età protostorica a quella romana) di un settore così ampio <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale quale quello <strong>del</strong>la Media Valle <strong>del</strong> Liri.<br />

Del “consorzio” fanne parte altre strutture culturali rivolte all’<strong>il</strong>lustrazione <strong>del</strong> patrimonio<br />

demoantropologico e naturalistico di quest’area: tra queste citiamo <strong>il</strong> Museo <strong>del</strong>la Civ<strong>il</strong>tà<br />

Contadina e <strong>del</strong>l’Ulivo e quello <strong>del</strong>le Grotte di Pastena (quest’ultimo direttamente in<br />

connessione con tale splendido “monumento” naturale), che offrono ai visitatori un<br />

suggestivo spaccato relativo a quelle vocazioni più note <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, che venivano dagli<br />

antichi metodi e strumenti <strong>del</strong> lavoro nei campi alle tradizionali pigiature <strong>del</strong>l’olio d’ulivo<br />

(vero e proprio “oro ciociaro”); oppure i Musei <strong>del</strong>la Liuteria, <strong>del</strong>le Arti <strong>del</strong>la <strong>La</strong>na e di<br />

quelle Tipografiche, tutti ad Arpino, al cui interno straordinari strumenti musicali ed antiche<br />

macchine rappresentano gli ultimi elementi di uno splendore sociale ed economico che<br />

proiettò la Ciociaria all’avanguardia dei fenomeni di sv<strong>il</strong>uppo sociale e tecnologico che<br />

caratterizzarono <strong>il</strong> secolo <strong>del</strong>la civ<strong>il</strong>tà <strong>del</strong>le macchine.<br />

Oltre a quelle partecipanti al “Sistema Museale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Liri”, altre strutture culturali<br />

dedicate al patrimonio demoantropoligico sono ubicate ad Ausonia, a Vallecorsa, a<br />

Trivigliano, e ad Arce: qui, in particolare, sorge <strong>il</strong> Museo Antropologico “Gente di Ciociaria”<br />

che, ospitato in un mercato coperto opportunamente ristrutturato e risalente al secondo<br />

dopoguerra, intende <strong>del</strong>ineare e documentare, a seguito <strong>del</strong>la raccolta, catalogazione,<br />

studio e musealizzazione di tante testimonianze orali, sonore e materiali, i tratti essenziali<br />

<strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>la gente ciociara negli ultimi secoli e fino all’ultimo conflitto mondiale, per<br />

dimostrare come le popolazioni di questa regione, soprattutto quelle <strong>del</strong>le classi subalterne<br />

(e perciò particolarmente deboli e quindi per natura sottomesse), non vissero mai in<br />

maniera appartata ed isolata rispetto alle grandi direttrici culturali e commerciali, essendo<br />

attratte da secoli da quei medesimi due grandi poli <strong>del</strong>la vita italiana, Roma e Napoli, che<br />

invece abbiamo visto essere attualmente gli elementi più determinanti per <strong>il</strong> mancato<br />

98


decollo socio-economico <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale nella seconda metà <strong>del</strong> secolo<br />

scorso.<br />

Per quanto riguarda le strutture che espongono <strong>il</strong> patrimonio archeologico <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio<br />

Meridionale, accanto a quelli di cui sì è già trattato, si segnalano brevemente <strong>il</strong> Museo<br />

Archeologico Nazionale di Cassino (l’unico sotto la gestione statale nella Provincia di<br />

Frosinone, mentre nella Provincia di <strong>La</strong>tina esistono anche quelli di Sperlonga e Minturno)<br />

e <strong>il</strong> Museo <strong>del</strong>l’Abbazia di Montecassino; <strong>il</strong> Museo <strong>del</strong>l’Abbazia di Casamari, che è aperto<br />

al pubblico nella sua attuale sistemazione dal luglio 2003 (e sul quale si potrebbero<br />

spendere fiumi di inchiostro, soprattutto per <strong>il</strong>lustrare come la sua pur notevolissima<br />

importanza per la conoscenza <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>l’antica Cereatae Marianae, luogo natale di<br />

Caio Mario, sia attualmente <strong>del</strong> tutto soverchiata dallo “strapotere” nel campo <strong>del</strong> turismo<br />

culturale e religioso, nonché di conseguenza, in quello mediatico, di quello stesso<br />

contenitore in cui ha sede, cioè l’Abbazia medesima); i vari Musei ubicati ad Anagni<br />

(quello <strong>del</strong> Tesoro <strong>del</strong> Duomo, quello Storico Bonifaciano a cui si è già accennato, etc.).<br />

Una breve digressione meritano, infine, alcune strutture espositive che potrebbero<br />

costituire i punti di partenza per diversi itinerari turistico-culturali a carattere tematico in cui<br />

inserire anche tutte le altre istituzioni finora esaminate. Ci riferiamo ai Musei di Atina, di<br />

Frosinone e di Alatri. In maniera analoga a quello di Sora, <strong>il</strong> primo di questi fu istituito nel<br />

lontano 1978, ma ricevette un forte impulso solo nel 1999-2000 quando l’Amministrazione<br />

Comunale finanziò un primo allestimento didattico dopo <strong>il</strong> restauro di alcuni materiali, e<br />

rappresenta oggi una tappa imprescindib<strong>il</strong>e da visitare per tutti coloro che volessero<br />

mettere al fuoco le problematiche <strong>del</strong> popolamento <strong>del</strong> settore più meridionale ed interno<br />

<strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> Sacco-Liri sia in età arcaica che nel periodo <strong>del</strong>la conquista romana.<br />

Il <strong>territorio</strong> di Atina fu infatti anticamente abitato dai Volsci, probab<strong>il</strong>mente già dalla fine<br />

<strong>del</strong>l’VIII e sicuramente nel VII sec. a.C, e ci ha restituito diverse tracce di quei rapporti col<br />

mondo appenninico <strong>del</strong>l’interno e con la Campania settentrionale a cui si è già accennato<br />

99


nel primo capitolo (quando si trattato <strong>del</strong> “problema volsco” e <strong>del</strong>la “cultura <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong><br />

Liri”); successivamente, tutta l’area fu occupata, a partire dalla metà <strong>del</strong> IV sec. a.C., dai<br />

Sanniti (a cui si riferiscono alcuni dei materiali esposti nel locale museo), e diventò quindi <strong>il</strong><br />

teatro di tutta una serie di scontri tra questo popolo e la potenza romana in espansione<br />

(scontri che pure trovano una loro <strong>il</strong>lustrazione all’interno <strong>del</strong> Museo, mediante una serie di<br />

carte tematiche e di riproduzioni mo<strong>del</strong>listiche di diversi campi di battaglia o comunque dei<br />

costumi dei combattenti di entrambe le parti), per essere poi definitivamente inserita<br />

nell’orbita romana a partire dall’inizio <strong>del</strong> III sec. a.C.<br />

Se <strong>il</strong> Museo di Atina rende conto in maniera assolutamente br<strong>il</strong>lante e chiara, con<br />

particolare attenzione agli aspetti didattico-divulgativi, <strong>del</strong>la successione <strong>del</strong>la varie<br />

popolazioni sul <strong>territorio</strong>, e <strong>del</strong>le trasformazioni che esso subì nell’antichità, <strong>il</strong><br />

raggiungimento di tali obiettivi scientifici e di un ottimo livello di comunicazione dei risultati<br />

<strong>del</strong>le più recenti indagini sui Volsci (anche grazie alla recentissima pubblicazione <strong>del</strong><br />

catalogo dal titolo “Atina. Il Museo Archeologico. L’epoca preromana”, presentato alla<br />

comunità cittadina l’8 luglio 2008) si deve esclusivamente all’impegno più che decennale<br />

<strong>del</strong> Dott. Pier Carlo Innico, autore non solo <strong>del</strong> catalogo citato ma anche di altri contributi a<br />

stampa nonché di tutta una serie di studi, di scoperte e di “riscoperte” negli archivi e nei<br />

magazzini, che hanno appunto consentito di impostare su nuove e più corrette ed<br />

aggiornate basi l’analisi <strong>del</strong> “problema volsco”. Pertanto, senza voler entrare nel merito<br />

<strong>del</strong>l’autonomia decisionale <strong>del</strong>le proprie linee di indirizzo politico di ciascuna<br />

amministrazione, risulta oggi poco comprensib<strong>il</strong>e (soprattutto per quanto riguarda le<br />

implicazioni connesse alla continuità scientifica <strong>del</strong> lavoro finora svolto e alle strategie di<br />

<strong>valorizzazione</strong> di una patrimonio archeologico così ben caratterizzato) la scelta <strong>del</strong><br />

Comune di Atina, che ha recentemente affidato la Direzione scientifica <strong>del</strong> proprio Museo<br />

ad un altro professionista, individuandolo con un apposito bando che ha visto <strong>il</strong> proprio<br />

periodo di pubblica evidenza (peraltro quasi esclusivamente limitata alla sola presenza in<br />

100


Intenet) “circoscritto” a sole due settimane, e a cui ha risposto dunque un unico<br />

archeologo che ha poi effettivamente ricevuto l’incarico. Tale considerazione viene<br />

esposta in questa sede a dimostrazione di quanto possa essere complesso <strong>il</strong> lavoro di un<br />

operatore di altissime capacità professionali e scientifiche, quale appunto l’ex Direttore <strong>del</strong><br />

Museo di Atina, in assenza di una vera e propria programmazione culturale, e soprattutto<br />

come non si possa pensare alla creazione di un network di istituzioni e strutture dedicate<br />

alla <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> patrimonio storico-archeologico, se prima non si procede a dare<br />

continuità al lavoro (reso ancor più diffic<strong>il</strong>e dalla cronica mancanza non solo di risorse<br />

economiche ma ancor più appunto dalla carenza di una visione a lungo termine<br />

<strong>del</strong>l’apporto da esse fornito all’intera collettività) che quelle medesime istituzioni e strutture<br />

svolgono quotidianamente sul proprio <strong>territorio</strong>.<br />

Un ragionamento analogo può essere fatto per <strong>il</strong> Museo Civico di Alatri, istituito già nella<br />

prima metà <strong>del</strong> XX secolo, e attualmente ospitato nelle sale di proprietà comunale<br />

all’interno di un edificio storico definito come “Palazzo Gottifredo”, per l’attribuzione <strong>del</strong>la<br />

sua costruzione, intorno alla metà <strong>del</strong> secolo XIII, al Cardinale Gottifredo Raynaldi, ricco<br />

feudatario alatrense e dotto diplomatico pontificio durante gli anni <strong>del</strong>la lotta antimperiale.<br />

Inizialmente creato per riunire un nutrito gruppo di iscrizioni latine, questo Museo, dopo <strong>il</strong><br />

trasferimento nell’attuale sede, fu destinato a mostrare al pubblico alcuni tra gli<br />

interessanti reperti archeologici rinvenuti nel comprensorio comunale: in particolare, le<br />

sezioni finora allestite forniscono preziose testimonianze <strong>del</strong>la protostoria, e <strong>del</strong> periodo<br />

ernico e romano <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> alatrense, mentre un piccolo nucleo di oggetti (lapidario e<br />

pinacoteca) documenta la fase medioevale e moderna.<br />

Il terzo piano <strong>del</strong> Museo, inoltre, ospita un’interessante sezione demoantropologica che,<br />

creata negli anni ’80 <strong>del</strong> XX secolo a partire da un nucleo originario di strumenti e materiali<br />

legati alla cultura agro-pastorale, è stata recentemente incrementata in seguito<br />

all’acquisizione di una collezione di arti e mestieri. Se infatti l’allestimento iniziale, aperto al<br />

101


pubblico nel 1993, fu dedicato all’ambiente domestico, a cui erano riferib<strong>il</strong>i i primi oggetti<br />

raccolti, soltanto nel 2000, grazie alla donazione di una collezione privata è stato possib<strong>il</strong>e<br />

arricchire la sezione etnografica, che consiste oggi in circa m<strong>il</strong>le oggetti, con una ricca<br />

serie di utens<strong>il</strong>i ormai in disuso connessi all’artigianato minore, oppure tradizionalmente<br />

impiegati nelle attività legate all’allevamento o in quelle agricole relative alla coltivazione<br />

<strong>del</strong>l’olivo, <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> grano.<br />

Anche in questo caso, al responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong> riallestimento <strong>del</strong>le collezioni archeologica e<br />

demoantropologica (mentre quella epigrafica, esposta al primo piano, ha ricevuto nel 2005<br />

una ulteriore seppur parziale risistemazione ad opera di uno degli autori <strong>del</strong> presente<br />

elaborato) si sono succeduti tre Direttori scientifici, l’ultimo dei quali, nominato nel<br />

novembre 2008 alla notevole distanza di 20 mesi (dunque ben più di un anno e mezzo)<br />

dalla scadenza, nel febbraio <strong>del</strong> 2007 <strong>del</strong>l’incarico <strong>del</strong> precedente Direttore, è stato<br />

individuato mediante un avviso pubblico che, nello specificare come per l’incarico in<br />

questione non si prevedesse alcun tipo di orario predefinito, richiedeva tra l’altro come<br />

prerequisito un’assunzione in corso a tempo indeterminato presso un’altra struttura<br />

museale pubblica. In tal modo, nel cercare aprioristicamente un professionista già<br />

stab<strong>il</strong>mente impegnato presso un altro Ente Locale (e ciò spiega la mancata previsione di<br />

qualsiasi tipo di orario per l’incarico da svolgersi presso <strong>il</strong> Museo di Alatri), e ovviamente<br />

senza che tale considerazione implichi qualsiasi valutazione di merito sulla preparazione,<br />

sull’impegno e sulla capacità <strong>del</strong> professionista medesimo, l’Amministrazione in questione<br />

in un certo qual modo sembra indirettamente ed implicitamente attribuire una ridotta<br />

r<strong>il</strong>evanza ad una struttura che invece attualmente presenta l’assoluta necessità non<br />

soltanto di essere valorizzata presso un pubblico più ampio di quello <strong>del</strong> bacino di<br />

pertinenza (come pure si è recentemente cominciato a fare con una serie di iniziative<br />

divulgative, e con altre non sempre di taglio puramente archeologico), ma soprattutto di<br />

essere riallestita nelle collezioni, di cui bisogna completare l’inventariazione, la<br />

102


catalogazione e infine lo studio, nonchè corredata da un opportuno apparato didattico.<br />

Mentre infatti <strong>il</strong> ruolo primario e fondamentale di ogni museo civico è quello di <strong>il</strong>lustrare e<br />

far conoscere ai proprio visitatori <strong>il</strong> patrimonio archeologico di una città e <strong>del</strong> suo <strong>territorio</strong>,<br />

ad Alatri tale patrimonio appare oggi sconosciuto alla maggior parte dei cittadini (e non<br />

solo), e paradossalmente riceve oggi (non ultimo dai media, come testimoniato dalle<br />

recentissime incursioni di un programma “sensazionalista”, benché attualmente<br />

patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quale “Voyager”) un’attenzione<br />

<strong>del</strong> tutto secondaria rispetto ad altre tematiche legate esclusivamente alle mura poligonali<br />

<strong>del</strong>la città e <strong>del</strong>l’Acropoli, quando non rivolte a presunti orientamenti stellari, a fantasiose<br />

ascendenze da popolazioni mesopotamiche, o da mitologiche popolazioni mediterranee.<br />

In tal senso, si può solo auspicare che l’inserimento <strong>del</strong>le mura poligonali di Alatri nel<br />

novero di quelle individuate quali “Grandi Attrattori Culturali” <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio Meridionale possa<br />

portare ad una ripresa degli studi scientifici sul suo sv<strong>il</strong>uppo nell’antichità e sul patrimonio<br />

archeologico ed artistico giunto fino a noi, e a un definitivo superamento di una visione<br />

eccessivamente “mitostorica” <strong>del</strong>le vicende di tale città, che peraltro si concentra quasi<br />

esclusivamente sulle ipotetiche e “leggendarie” fasi iniziali <strong>del</strong>la sua vita.<br />

Per concludere, non si può tralasciare un cenno al Museo Archeologico Comunale di<br />

Frosinone, aperto al pubblico dal 1994 nel cuore <strong>del</strong> centro storico, all’interno di un piccolo<br />

palazzo facente parte di un più vasto complesso ed<strong>il</strong>izio che, ai tempi <strong>del</strong>lo Stato<br />

Pontificio, doveva ospitare <strong>il</strong> Governo cittadino. <strong>La</strong> collezione esposta, composta da<br />

oggetti recuperati mediante un’intensa attività di ricerca che ha permesso di individuarne<br />

le precedenti collocazioni, e che provengono in prevalenza dalla città e dal <strong>territorio</strong><br />

immediatamente circostante, coprendo un ampio arco cronologico che va dall’età<br />

preistorica fino all’epoca romana imperiale, è stata ulteriormente arricchita, nel corso degli<br />

anni, grazie all’acquisizione di altri materiali da parte di privati, a rinvenimenti fortuiti, ma<br />

anche e soprattutto in seguito alla realizzazione di ulteriori recenti ricerche sistematiche in<br />

103


un <strong>territorio</strong> che, se correttamente indagato, è ancora in grado di svelare le tracce <strong>del</strong>le<br />

proprie vicende storiche più antiche.<br />

L’interesse scientifico <strong>del</strong>le sue raccolte, che si auspica possano essere ancora<br />

incrementate con l’affidamento dei reperti rinvenuti nel corso di recentissime indagini (quali<br />

quelle sull’insediamento Neolitico scoperto con i lavori <strong>del</strong>la nuova questura in Via Vado<br />

<strong>del</strong> Tufo, quelle nel v<strong>il</strong>laggio Eneolitico identificato a Selva dei Muli durante la<br />

realizzazione <strong>del</strong> costruendo Interporto, quelle nel sito arcaico di Loc. Fontanelle, quelle<br />

<strong>del</strong>le necropoli volsche di Piazza De Mattheis e presso <strong>il</strong> fiume Cosa, quelle sull’impianto<br />

termale di età romana imperiale individuato presso la V<strong>il</strong>la Comunale, etc.) e la sua attività<br />

didattico-divulgativa e di ricerca, qualificano dunque <strong>il</strong> Museo di Frosinone come<br />

fondamentale punto di riferimento per lo studio e la documentazione <strong>del</strong>l’intero<br />

comprensorio storico-geografico <strong>del</strong>la provincia ciociara nonché come importantissimo<br />

centro di promozione culturale al servizio <strong>del</strong> pubblico. Tali considerazioni inducono altresì<br />

a valutare come non più rimandab<strong>il</strong>e la ripresa di una riflessione sia sulla necessità di<br />

nuovi spazi espositivi per questo Museo (che oggi appare effettivamente troppo<br />

sottodimensionato per la grande mole di reperti tornati alla luce nel corso <strong>del</strong> decennio alle<br />

nostre spalle e soprattutto negli ultimi 5 anni), sia su un diverso coinvolgimento degli altri<br />

Enti Locali, quali la Regione <strong>La</strong>zio e soprattutto la Provincia di Frosinone, per quanto<br />

riguarda <strong>il</strong> reperimento e <strong>il</strong> trasferimento <strong>del</strong>le ingenti risorse economiche necessarie al<br />

restauro di tutti i materiali di recente rinvenimento, non solo ai fini <strong>del</strong>la <strong>valorizzazione</strong> e<br />

pubblica fruizione, ma anche a quelli <strong>del</strong>la vera e propria conservazione e salvaguardia a<br />

vantaggio <strong>del</strong>le nuove generazioni.<br />

104


Per una definizione di “Attrattori culturali”<br />

Se dunque la Valle <strong>del</strong> Sacco presenta già un cospicuo numero di emergenze, tra strutture<br />

espositive e Aree o Parchi Archeologici o tematici, quali quelle finora descritte, che<br />

potrebbero essere messe “a sistema” o in rete (<strong>il</strong> “network” <strong>del</strong> gergo tecnico <strong>del</strong>le<br />

discipline sul turismo e/o sul marketing e sulla gestione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>) per valorizzarle<br />

ulteriormente e per favorirne la promozione e la pubblica fruizione a vantaggio <strong>del</strong>l’intera<br />

collettività provinciale (e comunque almeno per garantirne la sopravvivenza, tenuto conto<br />

<strong>del</strong>le difficoltà non solo economiche in cui versano), un recentissimo intervento normativo<br />

ha introdotto un “nuovo” concetto di attrattore culturale.<br />

Non molto tempo fa, infatti, la Regione <strong>La</strong>zio, in accordo con <strong>il</strong> Ministero per i Beni e le<br />

Attività Culturali, a seguito <strong>del</strong>la L.R. n. 4/2006, ha individuato alcune aree, ovvero luoghi<br />

di eccellenza, di riconosciuto r<strong>il</strong>ievo nazionale e internazionale dal punto di vista<br />

archeologico, architettonico o paesaggistico, su cui concentrare le risorse comunitarie,<br />

statali e regionali.<br />

Nel 2007, ad integrazione <strong>del</strong>la precedente normativa, sono state identificate cinque aree<br />

di intervento, una per provincia, nelle seguenti emergenze culturali:<br />

- i siti UNESCO di V<strong>il</strong>la Adriana e V<strong>il</strong>la d'Este di Tivoli – Roma;<br />

- <strong>il</strong> parco Archeologico di Vulci e gli Etruschi – Viterbo;<br />

- l'Abbazia di Fossanova – <strong>La</strong>tina;<br />

- le Mura poligonali – Frosinone;<br />

- <strong>La</strong> Via <strong>del</strong> Sale – Rieti;<br />

Per meglio intendere cosa si intende effettivamente per “attrattori”, e per quale scopo essi<br />

vengono individuati, sarà ut<strong>il</strong>e richiamare, sinteticamente, uno stralcio <strong>del</strong>la citata<br />

normativa:<br />

105


1. <strong>La</strong> Regione, al fine di sostenere e valorizzare la storia e l’identità <strong>del</strong> patrimonio<br />

culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> regionale, nonché di promuovere le opportunità rappresentate<br />

dall’immenso giacimento paesaggistico, artistico, monumentale e dalle tradizioni locali<br />

presenti sul <strong>territorio</strong> regionale, identifica un numero limitato di grandi attrattori culturali<br />

nelle province <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio.<br />

2. Gli attrattori culturali sono costituiti dalle aree e dai sistemi architettonici, archeologici e<br />

paesistici di riconosciuto r<strong>il</strong>ievo nazionale e internazionale, che possono diventare motore<br />

primario per lo sv<strong>il</strong>uppo locale ed emblema <strong>del</strong>la identità e dei grandi valori culturali <strong>del</strong><br />

<strong>La</strong>zio.<br />

3. A decorrere dall’anno 2006, la Giunta regionale, su proposta <strong>del</strong>l’assessore competente<br />

in materia di cultura, formulata in collaborazione con <strong>il</strong> Ministero dei beni culturali e sentiti<br />

gli enti locali interessati, individua gli attrattori culturali, tenendo conto:<br />

a) <strong>del</strong> valore intrinseco e conclamato <strong>del</strong> patrimonio storico, architettonico, archeologico,<br />

paesaggistico e artistico;<br />

b) <strong>del</strong> numero effettivo e potenziale dei visitatori;<br />

c) <strong>del</strong>le potenzialità di sv<strong>il</strong>uppo ancora inespresse.<br />

4. Gli attrattori culturali entrano a far parte e si integrano con <strong>il</strong> sistema dei percorsi e degli<br />

itinerari culturali previsti dalle attuali normative.<br />

5. Gli attrattori culturali costituiscono punto di riferimento per la definizione <strong>del</strong>le priorità<br />

nell’uso <strong>del</strong>le risorse comunitarie, nazionali e regionali relative alla <strong>valorizzazione</strong> e alla<br />

promozione dei beni culturali, riconducendole in un quadro unitario di programmazione.<br />

L'idea che sottende a tale provvedimento normativo è dunque quella di puntare sui beni<br />

culturali come elementi fondamentali <strong>del</strong>la crescita civ<strong>il</strong>e, sociale ed economica dei nostri<br />

territori, identificando alcune eccellenze che possano fungere da volano economico e<br />

culturale per tutto <strong>il</strong> <strong>La</strong>zio.<br />

106


In Provincia di Frosinone, l’attrattore culturale, individuato mediante un processo<br />

apparentemente non condiviso con <strong>il</strong> <strong>territorio</strong> destinatario <strong>del</strong> provvedimento medesimo,<br />

è rappresentato dall’insieme <strong>del</strong>le Mura Poligonali, presenti in diverse città <strong>del</strong><br />

comprensorio in questione (ma non in tutte), e riconosciute tra i maggiori esempi in Italia di<br />

cinte murarie difensive, per la loro grandiosità, lo stato di conservazione e l’ampiezza <strong>del</strong><br />

circuito superstite, talora conservato nella sua integrità. Già agli antichi, queste mura<br />

apparivano come qualcosa di sovrannaturale, tanto che la loro costruzione veniva<br />

attribuita ora ai Ciclopi ora alla mitica popolazione dei Pelasgi. Anche gli studiosi moderni<br />

osc<strong>il</strong>lano nella loro datazione, attribuendole per lo più all'età arcaica (VII-V secolo a.C.), o<br />

all'epoca <strong>del</strong>la conquista romana dei territori dei Volsci e degli Ernici (IV-III secolo a.C.). In<br />

ogni caso, le mura poligonali <strong>del</strong> Frusinate (così chiamate per la loro tecnica di<br />

costruzione, che prevede l'ut<strong>il</strong>izzo di enormi massi di forma irregolare sovrapposti a secco)<br />

costituiscono un eccezionale esempio di continuità storica, essendo state ut<strong>il</strong>izzate, nella<br />

maggior parte dei casi, anche in età romana e medioevale, sia pure con qualche<br />

adattamento e ampliamento. Ciò conferisce a centri come Alatri, Veroli, Anagni o Arpino<br />

un fascino particolare, raggiungendo nel caso di Ferentino una sintesi altissima tra storia,<br />

civ<strong>il</strong>tà architettonica, fede e paesaggio.<br />

Per quanto attiene al circoscritto <strong>territorio</strong> oggetto <strong>del</strong>la nostra indagine, la “Valle <strong>del</strong><br />

Sacco”, soprattutto grazie ai centri di Alatri, Anagni, Ferentino, Veroli, rappresenta senza<br />

dubbio, nell’ambito <strong>del</strong>l’intera Provincia, quello con <strong>il</strong> maggior numero di grandi cinte<br />

urbane in opera poligonale ancora visib<strong>il</strong>i.<br />

Risulta evidente che una indagine pertinente alla <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> patrimonio culturale<br />

<strong>del</strong>la “Valle <strong>del</strong> Sacco” non può prescindere da queste località che si caratterizzano fin<br />

d’ora come i futuri poli catalizzatori <strong>del</strong>le principali risorse economiche.<br />

È altresì ut<strong>il</strong>e valutare rapidamente le altre emergenze culturali e di interesse diffuso che,<br />

insieme alle strutture ed istituzioni museali ed espositive già descritte, e agli “attrattori”<br />

107


individuati dalla Regione, potranno rappresentare i veri punti di forza e di sv<strong>il</strong>uppo sui quali<br />

ancorare una rete di strategiche programmazioni culturali, volte alla crescita sociale e<br />

civ<strong>il</strong>e <strong>del</strong> nostro <strong>territorio</strong>.<br />

Possiamo rapidamente elencare le principali risorse presenti nella Valle <strong>del</strong> Sacco, senza<br />

voler essere analiticamente esaustivi, ma raggruppandole secondo diverse tipologie, dai<br />

patrimoni culturali alle istituzioni già impegnate sul <strong>territorio</strong>, alle manifestazioni che per<br />

spessore, tradizione ed importanza, possono fin d’ora essere definiti come concreti<br />

attrattori turistico-culturali.<br />

Alle sopra citate città di Alatri, Anagni, Ferentino, Veroli, identificate nel ruolo guida di<br />

attrattori culturali perché sedi <strong>del</strong>le mura poligonali (ma che comunque conservano anche<br />

la maggior parte <strong>del</strong> patrimonio storico-artistico e archeologico esistente nel <strong>territorio</strong>),<br />

occorre infatti aggiungere i comuni di Amaseno, Bov<strong>il</strong>le Ernica, Fumone, Monte S.<br />

Giovanni Campano, Paliano Pofi, che rappresentano luoghi di grande interesse per i beni<br />

culturali materiali che custodiscono all’interno <strong>del</strong>le loro, chiese, aree archeologiche,<br />

piccoli musei e raccolte (anche ecclesiastiche), etc. Tale sistema di centri così ben<br />

caratterizzati dalla presenza di importanti beni architettonici e storico-artistici è poi<br />

completato dall’Abbazia di Casamari e dalla Certosa di Trisulti.<br />

A Frosinone, Capoluogo <strong>del</strong>la Provincia, hanno sede alcune fondamentali istituzioni<br />

culturali, a cui in parte si è già accennato, quali <strong>il</strong> Conservatorio di Musica, <strong>il</strong> Polo Didattico<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi di Cassino con <strong>il</strong> corso di <strong>La</strong>urea in “Valorizzazione e<br />

promozione dei beni culturali nel Museo e nel <strong>territorio</strong>”, l’Accademia di Belli Arti, <strong>il</strong> Museo<br />

Archeologico, mentre a Ceccano è presente l’unica mediateca istituita nel <strong>La</strong>zio<br />

meridionale.<br />

Tra le altre eccellenze che formano la degna cornice per gli altri attrattori culturali come fin<br />

qui individuati, non si può non segnalare brevemente alcune aree la cui importanza sotto<br />

l’aspetto naturalistico è già da tempo ampiamente riconosciuta, quali <strong>il</strong> Parco dei Monti<br />

108


Simbruini (con Campo Staffi e gli Altipiani di Arcinazzo), <strong>il</strong> comprensorio dei Monti Ernici<br />

(che comprende le Grotte di Collepardo, <strong>il</strong> Pozzo D’Antullo, Campo Catino, Prato di<br />

Campoli e l’Oasi faunistica di Canterno), la catena montuosa dei Lepini, ricca di fenomeni<br />

carsici, e infine le importanti terme di Fiuggi e Ferentino.<br />

Infine, molto interessanti, e definib<strong>il</strong>i come dei veri e propri “beni culturali immateriali”,<br />

appaiono alcuni eventi turistico-culturali particolarmente sentiti presso le popolazioni locali:<br />

oltre alle numerose manifestazioni religiose, ovviamente preponderanti in un <strong>territorio</strong> che<br />

abbiamo visto appartenere allo Stato Pontificio prima <strong>del</strong>l’unità d’Italia, ci sembra che <strong>il</strong><br />

miglior potenziale di attrazione, anche per la creazione di futuri itinerari di visita e di una<br />

più variegata offerta turistica, sia attualmente contenuto nel festival <strong>del</strong> teatro medievale e<br />

rinascimentale di Anagni e nel Carnevale di Frosinone.<br />

Il possib<strong>il</strong>e ruolo <strong>del</strong> “Sistema bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco”<br />

nella <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>Patrimonio</strong> <strong>Culturale</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Dopo aver definito l’importanza degli attrattori culturali (più genericamente intesi come<br />

“punti di forza” <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>), sarà ut<strong>il</strong>e analizzare <strong>il</strong> ruolo strategico che <strong>il</strong> “Sistema<br />

bibliotecario e documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco” potrà svolgere per fungere da volano<br />

ad un organico sv<strong>il</strong>uppo turistico-culturale <strong>del</strong>l’area in questione.<br />

Si è già esaminata la difficoltà per questo <strong>territorio</strong>, attualmente soffocato dai due<br />

importanti poli di Roma e Napoli, di <strong>del</strong>ineare un proprio autonomo sv<strong>il</strong>uppo culturale, e<br />

sono stati proposti i possib<strong>il</strong>i sv<strong>il</strong>uppi che potranno avere le biblioteche di base se inserite<br />

all’interno di una rete nazionale ed integrate in una grande architettura digitale nella quale<br />

andranno a confluire informazioni e conoscenze sui singoli territori, e che potrebbe dunque<br />

costituire, a tutti gli effetti, una vasta operazione di marketing culturale.<br />

A questo punto, è interessante verificare “sul campo” quanto <strong>il</strong> “Sistema” Valle <strong>del</strong> Sacco<br />

può concretamente incidere sul suo <strong>territorio</strong>, partecipando ad una più ampia operazione<br />

di marketing turistico-culturale di respiro nazionale. In altri termini, cosa è possib<strong>il</strong>e fare<br />

109


affinché ad un progetto informatico finora ancora virtuale possa corrispondere nel tempo<br />

un risultato reale e concreto in termini di <strong>valorizzazione</strong> e successivo sv<strong>il</strong>uppo di itinerari<br />

turistico-culturali?<br />

Prima di esaminare le reali potenzialità <strong>del</strong> “Sistema” Valle <strong>del</strong> Sacco in tale direzione,<br />

non si può non sottolineare una realtà che, pur essendo ampiamente riconosciuta da molti,<br />

è tuttavia tenuta ancora in poca considerazione nell’elaborazione di processi virtuosi di<br />

<strong>valorizzazione</strong> dei patrimoni culturali ed ambientali.<br />

In particolare, ci sembra che venga troppo spesso dimenticato come qualunque strategia<br />

mirata a promuovere <strong>il</strong> patrimonio culturale di un <strong>territorio</strong> non possa prescindere, fin dalle<br />

sue fasi iniziali, da una profonda attività educativa ed informativa che riconosca <strong>il</strong> cittadino<br />

quale soggetto ed attore principale di ogni processo di <strong>valorizzazione</strong>, che dovrà allora<br />

trasformarlo pienamente nel vero custode consapevole <strong>del</strong>la propria eredità culturale.<br />

Soltanto da tale consapevolezza, infatti, potrà nascere una radicata e condivisa cultura<br />

<strong>del</strong>la <strong>valorizzazione</strong>. È altresì evidente che, in un dato contesto socio–territoriale, una vera<br />

consapevolezza <strong>del</strong> proprio patrimonio culturale non potrà mai consolidarsi, senza un sia<br />

pur lento, ma comunque inevitab<strong>il</strong>e processo conoscitivo <strong>del</strong>lo stesso, ed è quindi sotto<br />

questo aspetto che le biblioteche possono rivelarsi certamente ut<strong>il</strong>i, corrispondendo così<br />

ad una <strong>del</strong>le loro missioni specifiche, esplicata dallo stesso Manifesto Unesco laddove si<br />

dichiara che: …le biblioteche pubbliche devono promuovere la consapevolezza <strong>del</strong>l’eredità<br />

culturale….<br />

In questi anni Il Sistema Valle <strong>del</strong> Sacco ha cercato di svolgere questo ruolo, non solo<br />

impegnandosi nella cap<strong>il</strong>lare raccolta documentaria, ma anche collegandosi con l’attività<br />

didattica dei musei, istituendo a volte rassegne programmatiche di incontri sulla cultura e<br />

la storia locale (come, per esempio, gli incontri dal titolo Riflessi di queste terre, o<br />

L’Archivio <strong>del</strong>la Memoria). Molto spesso, tuttavia, si è trattato di tentativi sporadici ed<br />

isolati, lontani da un concreto agire “a sistema” insieme ad altre realtà culturali che fosse<br />

110


ealmente propulsivo e propositivo. In effetti, soprattutto nel settore specifico <strong>del</strong>l’attività<br />

finalizzata alla conoscenza e divulgazione <strong>del</strong> patrimonio culturale locale, si è spesso<br />

ravvisato, in tutte le istituzioni ed associazioni operanti, una sorta di auto–referenzialità o<br />

piccolo protagonismo, che ha prodotto pochi risultati nella direzione <strong>del</strong>la formazione di<br />

una conoscenza collettiva e di una vera consapevolezza <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Pertanto, bisogna fin d’ora mettere in conto che tutte le eventuali strategie di lunga durata,<br />

volte alla <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> patrimonio culturale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, dovranno affrontare<br />

ancora a lungo una (purtroppo) maggioritaria insensib<strong>il</strong>ità collettiva in riferimento alla tutela<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

Senza dubbio, però, nel faticoso cammino che dalla tutela sfocia nella <strong>valorizzazione</strong>, sino<br />

alla realizzazione di vere e proprie strategie di marketing turistico-culturale, <strong>il</strong> “Sistema<br />

bibliotecario e documentario Valle <strong>del</strong> Sacco” potrà svolgere un ruolo importantissimo, dal<br />

momento che rappresenta attualmente l’unica rete informativa concretamente esistente ed<br />

operante sul <strong>territorio</strong>. Inoltre, a seguito di una recente evoluzione <strong>del</strong> proprio ordinamento<br />

interno, <strong>il</strong> Sistema è chiamato, nel prossimo futuro, ad una diffic<strong>il</strong>e sfida: organizzare una<br />

rete che comprenda non solo le biblioteche, ma anche tutte le istituzione culturali<br />

pubbliche o private operanti nel comprensorio (musei, archivi, centri di cultura,<br />

associazioni, ecc..). Si può quindi già configurare un insieme molto articolato di<br />

competenze e, soprattutto, di sportelli informativi, sparsi cap<strong>il</strong>larmente sul <strong>territorio</strong> e<br />

sinergicamente collegati tra loro. Il Sistema <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco potrà dunque diventare<br />

una grande associazione intercomunale, predisposta per sua naturale evoluzione ad<br />

allargare progressivamente i propri orizzonti tematici, e che potrebbe fungere<br />

naturalmente da catalizzatore dei flussi informativi <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> e da propulsore di strategie<br />

di marketing turistico-culturale.<br />

111


Tuttavia, allo stato attuale bisogna riconoscere che, pur essendo già stata faticosamente<br />

creata in questi anni un’ottima cornice, un’intelaiatura ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e anche per <strong>il</strong> futuro, nel<br />

presente ancora mancano le strategie affinché tale costruzione funzioni realmente.<br />

Infatti, per la natura stessa <strong>del</strong>le strutture culturali in questione (per la quasi totalità<br />

pertinenti a Pubbliche Amministrazioni), le strategie programmatiche di fondo dovrebbero<br />

partire essere decise e indicate in primo luogo dai vari Enti preposti alla gestione <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>, quali Regione, Provincia, Comuni, e solo successivamente da istituzioni culturali<br />

ed associazioni. <strong>La</strong> situazione attuale è dunque quella di un agire disarticolato e poco<br />

omogeneo: se, da un lato, Associazioni Culturali benemerite sembrano voler sostituire<br />

l’azione propulsiva <strong>del</strong>le Pubbliche Istituzioni, dall’altro si ha l’impressione che queste<br />

abbiano abdicato al loro ruolo, in funzione di politiche e conseguentemente di<br />

finanziamenti spesso concettualmente incoerenti. Ad esempio, risulta poco comprensib<strong>il</strong>e<br />

l’approccio <strong>del</strong>l’Amministrazione regionale: dopo aver dato in passato notevole impulso e<br />

risorse alle biblioteche e ai musei locali, proprio ora che tali realtà paiono in grado di poter<br />

svolgere, <strong>attraverso</strong> la costituzione di una rete, un ruolo centrale nella <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>, la Regione <strong>La</strong>zio sembra accontentarsi di un semplice mantenimento <strong>del</strong>la loro<br />

specifica attività. Al contrario, affinché possa svolgere un’azione realmente propositiva, <strong>il</strong><br />

sistema bibliotecario (e, insieme ad esso, tutto <strong>il</strong> complesso <strong>del</strong>le strutture espositive come<br />

sopra descritte) andrebbe potenziato con nuove e maggiori competenze, anche<br />

affidandogli importanti progetti per lo sv<strong>il</strong>uppo turistico-culturale, in considerazione <strong>del</strong>la<br />

sua prerogativa di essere attualmente l’unica struttura informativa cap<strong>il</strong>larmente<br />

organizzata sull’intero bacino territoriale. Solamente un sistema già strutturato può, ad<br />

esempio, riuscire a coordinare appuntamenti tradizionali, momenti rappresentativi,<br />

iniziative e manifestazioni di grande interesse e richiamo, <strong>attraverso</strong> le proprie funzioni di<br />

documentazione, progettazione e diffusione nel contesto di riferimento. Attualmente,<br />

proprio le biblioteche sembrano dunque essere i referenti più attivi e le strutture più idonee<br />

112


per promuovere attività anche all’esterno <strong>del</strong> loro immediato comprensorio, secondo un<br />

metodo già proficuamente sperimentato da diversi anni, come dimostra <strong>il</strong> fatto che venti<br />

biblioteche di altrettanti comuni organizzano e coordinano non solo servizi, ma anche<br />

attività culturali e di promozione <strong>del</strong>la lettura, e che potrebbe essere applicato anche per<br />

l’organizzazione di flussi turistico-culturali.<br />

Solo per fare un esempio, mutuando l’esperienza dai parchi letterari, le biblioteche<br />

potrebbero essere i referenti, gli attivi gestori di parchi dedicati ad importanti artisti o<br />

studiosi <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, promuovendo quegli spazi fisici o mentali (ruderi, case, interi centri<br />

storici, sentieri, vecchie strade all’interno o all’esterno degli agglomerati abitativi, etc.) che<br />

hanno ispirato le opere di grandi personalità o studiosi <strong>del</strong> passato, ed effettuando quindi<br />

tutti gli interventi necessari a riattivarne <strong>il</strong> ricordo e l’ispirazione, partendo dall'ambiente,<br />

dalla storia e dalle tradizioni di chi ancora vive nel luogo.<br />

Secondo questa proposta, e rimanendo all’interno <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, potrebbero allora<br />

sorgere fac<strong>il</strong>mente parchi dedicati al poeta Libero De Libero a Patrica, al critico letterario<br />

Luigi Pietrobono ad Alatri, allo scultore Ernesto Biondi a Morolo, al musicista Daniele Paris<br />

a Frosinone.<br />

Un esempio di possib<strong>il</strong>e sinergia.<br />

Si è già detto altrove <strong>del</strong> lavoro svolto dall’agenzia privata “Ciociaria Turismo”, impegnata<br />

nella promozione turistica <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, e che, oltre ad aver prodotto una ut<strong>il</strong>e guida,<br />

esercita la propria attività soprattutto <strong>attraverso</strong> <strong>il</strong> sito ciociariaturismo.it, nel quale vengono<br />

proposte non solo le necessarie informazioni di base sul comprensorio, ma anche diversi<br />

itinerari tematici, da quelli storico-culturali, a quelli religiosi, naturalistici, enogastronomici.<br />

Potrebbe quindi essere ut<strong>il</strong>e la definizione di una comune linea di sv<strong>il</strong>uppo ed integrazione<br />

tra quest’agenzia e le biblioteche <strong>del</strong> Sistema, a partire dall’identificazione di queste ultime<br />

quali strategici sportelli informativi dove <strong>il</strong> turista può approfondire, <strong>attraverso</strong> apposita<br />

113


documentazione o funzionali proiezioni, le informazioni relative all’itinerario turistico<br />

prescelto.<br />

Valga come esempio l’itinerario proposto da quel sito internet sul tema <strong>del</strong>le città<br />

fortificate, che, nell’ambito <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, propone, come già detto, la visita alle<br />

quattro città Erniche più importanti di Anagni, Ferentino, Alatri e Veroli, dal momento che i<br />

centri, pur importanti, di Atina ed Arpino esulano dalla nostra circoscrizione territoriale.<br />

Molto fac<strong>il</strong>mente, allora, le biblioteche dei centri sopra nominati potrebbero fungere da<br />

luoghi di approfondimento per i turisti che, sostando presso di esse, avrebbero accesso a<br />

materiale informativo, potrebbero visionare video divulgativi ed esplicativi, e magari<br />

potrebbero persino richiedere l’ut<strong>il</strong>izzo di guide turistiche, che partendo proprio dalla<br />

biblioteca stessa potrebbero condurre i visitatori presso i luoghi e i monumenti più<br />

significativi <strong>del</strong> comune. Inoltre, <strong>attraverso</strong> un buon coordinamento, che solo un’attività<br />

sistemica può dare, sarebbe possib<strong>il</strong>e collegare ed armonizzare eventi diversi all’interno<br />

<strong>del</strong>lo stesso itinerario.<br />

Sim<strong>il</strong>i sinergie sono dunque realmente possib<strong>il</strong>i e realizzab<strong>il</strong>i, ma necessiterebbero a<br />

monte di un potenziamento ed un ripensamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>le biblioteche, che dovrebbe<br />

superare gli steccati definiti dalla L.R. 42/97, sempre tenendo ben presente alla luce <strong>del</strong>la<br />

considerazione che l’obiettivo specifico <strong>del</strong>la biblioteca pubblica non è solo quello di<br />

divulgare cultura, ma soprattutto quello di fornire informazioni.<br />

Sempre a puro titolo esemplificativo, l’itinerario citato, proposto da Ciociaria Turismo,<br />

potrebbe essere allora integrato come segue:<br />

LE CITTA' FORTIFICATE. DALLA MITOLOGIA ALLA STORIA<br />

Come già più volte richiamato, i centri urbani difesi da possenti circuiti murari ed arroccati<br />

sulle alture in posizione strategica sono uno dei segni distintivi <strong>del</strong>l’antico popolamento<br />

<strong>del</strong>la Ciociaria. Quasi tutte queste città hanno origini remote (tanto che anche per gli<br />

114


antichi alcune furono fondate dal dio Saturno), e mentre diverse tra esse si sv<strong>il</strong>upparono<br />

già a partire dall’epoca preromana, come centri ernici e volsci, quasi tutte divennero poi<br />

città romane, abbellite da sontuosi edifici.<br />

Anagni, la città sacra degli Ernici, è cinta da mura in opera quadrata datate al IV-III sec.<br />

a.C., che sostruiscono anche lo sperone <strong>del</strong>l’acropoli, sulla cui spianata sorse, nel<br />

medioevo, la Cattedrale, costruita sulle strutture di un tempio pagano. Le mura<br />

comprendono gli straordinari “Arcazzi”, una serie di p<strong>il</strong>astri ed archi, direttamente derivata<br />

da mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong>la Grecia orientale ellenistica. <strong>La</strong> città antica fu famosa per la quantità e<br />

l’importanza dei suoi santuari, ma con l’avvento <strong>del</strong> Cristianesimo le chiese si sostituirono<br />

ai luoghi di culto pagani, caratterizzandola come la “città dei Papi”.<br />

Dalle ore 10.00 alle ore 19.00 è possib<strong>il</strong>e, presso la biblioteca comunale, chiedere<br />

informazioni sui principali itinerari suggeriti in Città, visionare un video <strong>del</strong>la durata di 1 h.<br />

sulla storia e la cultura di Anagni, e sarà inoltre possib<strong>il</strong>e prenotare una guida per la visita<br />

nei siti di maggiore interesse. Alle ore 21 <strong>del</strong> giorno…….. sarà possib<strong>il</strong>e assistere allo<br />

spettacolo …..in programmazione nell’ambito <strong>del</strong> Festival <strong>del</strong> Teatro medievale e<br />

rinascimentale.<br />

Ferentino è tra gli esempi più significativi <strong>del</strong>le città fortificate, perché le sue mura<br />

mostrano, con la sovrapposizione <strong>del</strong>le diverse tecniche costruttive, <strong>il</strong> succedersi nel<br />

tempo dei vari interventi: esse furono infatti realizzate in opera poligonale, furono poi<br />

rialzate in opera quadrata ed infine restaurate nel medioevo. <strong>La</strong> sua Acropoli, capolavoro<br />

di ingegneria civ<strong>il</strong>e, è sostenuta da un potente avancorpo che conserva l’iscrizione con i<br />

nomi dei magistrati locali che ne curarono la costruzione alla fine <strong>del</strong> II sec. a.C., quando<br />

fu realizzato anche <strong>il</strong> grande mercato coperto. Nella città fu poi edificato nel II sec. d.C. <strong>il</strong><br />

teatro, ancora visib<strong>il</strong>e nei pressi di Porta Sanguinaria.<br />

Dalle ore 10.00 alle ore 19.00 è possib<strong>il</strong>e, presso la biblioteca comunale, chiedere<br />

informazioni sui principali itinerari suggeriti in Città, visionare un video <strong>del</strong>la durata di 1 h.<br />

115


sulla storia e la cultura di Ferentino, e sarà inoltre possib<strong>il</strong>e prenotare una guida per la<br />

visita nei siti di maggiore interesse. Alle ore 18 <strong>del</strong> giorno…….. sarà possib<strong>il</strong>e assistere<br />

alla presentazione …..<strong>del</strong> volume …………….<br />

Alatri, altro centro <strong>del</strong>la confederazione ernica, è cinta da uno spettacolare circuito<br />

murario in opera poligonale, lungo circa 2300 metri. L’Acropoli è uno dei monumenti più<br />

grandiosi <strong>del</strong>la Ciociaria. Di forma trapezoidale, si erge al centro <strong>del</strong>la città, ed è sostenuta<br />

da mura poligonali alte da 6 a 17 metri, che <strong>del</strong>imitano una spianata sulla quale si eleva la<br />

Cattedrale, costruita sulle rovine di un tempio romano.<br />

Dalle ore 10.00 alle ore 19.00 è possib<strong>il</strong>e, presso la biblioteca comunale, chiedere<br />

informazioni sui principali itinerari suggeriti in Città, visionare un video <strong>del</strong>la durata di 1 h.<br />

sulla storia e la cultura di Alatri, e sarà inoltre possib<strong>il</strong>e prenotare una guida per la visita<br />

nei siti di maggiore interesse. Alle ore 15 <strong>del</strong> giorno…….. sarà possib<strong>il</strong>e assistere alla<br />

conferenza <strong>del</strong> prof. ……. sui restauri in corso <strong>del</strong>la Badia di S. Sebastiano/sulle indagini<br />

di scavo in loc….<br />

Veroli, anch’essa appartenente alla confederazione ernica, conserva nei pressi <strong>del</strong>la<br />

rocca di S. Leucio, l’antica Acropoli, i resti <strong>del</strong>le possenti mura in opera poligonale, in cui si<br />

aprono numerose porte principali e secondarie. Al centro <strong>del</strong>la città, nel cort<strong>il</strong>e <strong>del</strong>la casa<br />

Reali, risalente ad epoca medievale, sono visib<strong>il</strong>i i Fasti Verulani (I sec. d.C.), una lunga<br />

iscrizione latina che riporta <strong>il</strong> calendario <strong>del</strong>le feste civ<strong>il</strong>i e religiose e dei mercati periodici<br />

<strong>del</strong>la città, che rappresenta un eccezionale documento <strong>del</strong>la vita pubblica di Veroli all’inizio<br />

<strong>del</strong>l’età imperiale.<br />

Dalle ore 10.00 alle ore 19.00 è possib<strong>il</strong>e, presso la biblioteca comunale, chiedere<br />

informazioni sui principali itinerari suggeriti in Città, visionare un video <strong>del</strong>la durata di 1 h.<br />

sulla storia e la cultura di Veroli, e sarà inoltre possib<strong>il</strong>e prenotare una guida per la visita<br />

nei siti di maggiore interesse. Alle ore 12 <strong>del</strong> giorno…….. sarà possib<strong>il</strong>e assistere alla<br />

presentazione, a cura <strong>del</strong> CAI di Veroli, <strong>del</strong>la guida escursionistica dei Monti Ernici.<br />

116


Virtuosi e meno virtuosi esempi di promozione culturale<br />

È già stato affermato quanto sia importante considerare come attrattori culturali anche<br />

eventi e manifestazioni stab<strong>il</strong>i nel tempo, che per <strong>il</strong> loro spessore e tradizione racchiudono<br />

grandi potenzialità. Vorremmo quindi, in conclusione, analizzarne due ed individuare se, e<br />

come, tali potenzialità vengono espresse: tali iniziative sono <strong>il</strong> Festival <strong>del</strong> Teatro<br />

Medievale e Rinascimentale di Anagni, ed <strong>il</strong> Carnevale di Frosinone.<br />

In base a quanto si è detto finora, <strong>il</strong> Festival <strong>del</strong> Teatro Medievale e Rinascimentale di<br />

Anagni appare subito come un virtuoso esempio di attrattore culturale, non solo per<br />

l’indubbio ed elevato livello artistico e culturale <strong>del</strong>le rappresentazioni, siano esse coeve ai<br />

due periodi storici ovvero solamente ispirati a quelli, ma anche perché, vista la<br />

provenienza da diverse nazionalità degli spettacoli proposti, la manifestazione si<br />

caratterizza come un appuntamento cosmopolita dal respiro internazionale, sempre<br />

arricchito da molteplici e diversi apporti e influenze in ogni edizione; infine, l’ultima e forse<br />

più importante caratteristica di questa rassegna è rappresentata dai luoghi suggestivi che<br />

fungono da teatro per tutte le rappresentazioni.<br />

L’alto standard qualitativo e la programmazione a lungo termine hanno dunque<br />

trasformato nel tempo <strong>il</strong> Festival <strong>del</strong> Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni in un<br />

importante attrattore culturale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, capace di coinvolgere cospicui e costanti flussi<br />

turistici. <strong>La</strong> manifestazione nasce, infatti, fin dall’inizio con la dichiarata intenzione di<br />

individuare e valorizzare la specificità <strong>del</strong> patrimonio culturale ed architettonico locale, per<br />

esaltarlo, renderlo fruib<strong>il</strong>e e conseguentemente tutelarlo.<br />

Per <strong>il</strong> Carnevale di Frosinone può invece essere proposta una riflessione <strong>del</strong> tutto diversa,<br />

per meglio dire totalmente opposta. Sono già state ricordate le potenzialità strategico-<br />

culturali <strong>del</strong> capoluogo di provincia, <strong>il</strong> quale pur non ospitando emergenze architettoniche<br />

di particolare pregio artistico o st<strong>il</strong>istico, è comunque sede di importanti istituzioni:<br />

l’Università, <strong>il</strong> Conservatorio di musica, l’Accademia di belle arti, <strong>il</strong> Museo Archeologico<br />

117


possono dunque diventare, e in parte già rappresentano, i veri attrattori ed organizzatori<br />

culturali <strong>del</strong>la città.<br />

Senza d<strong>il</strong>ungarsi sulla descrizione <strong>del</strong> carnevale storico di Frosinone, occorre comunque<br />

sottolineare come per originalità e tradizione, tuttora viva e ben conservata, esso<br />

rappresenti senza dubbio una <strong>del</strong>le manifestazioni più rappresentative <strong>del</strong> suo genere nel<br />

nostro paese, collocata ancora “in b<strong>il</strong>ico” tra metastoria e ritualità, come spesso segnalato<br />

da diverse testimonianze “colte” ravvisab<strong>il</strong>i negli scritti di studiosi di etnologia e tradizioni<br />

popolari. 1<br />

Si tratta quindi <strong>del</strong>la manifestazione più sentita e partecipata dai cittadini di Frosinone, e<br />

certamente contiene in sé grandi potenzialità, in termini di attrattiva turistica.<br />

Tuttavia, da sempre la festa rimane tale per la sola città e, pur essendo gestita in<br />

ortodossia con la tradizione, rimane purtroppo priva di qualsiasi possib<strong>il</strong>e “sbocco”, o<br />

meglio apertura, all’esterno. Le sopra citate istituzioni culturali cittadine non sono mai state<br />

coinvolte nell’elaborazione <strong>del</strong> programma di una manifestazione al fine di valorizzarla e<br />

renderla spendib<strong>il</strong>e per intelligenti flussi turistici, mantenendo comunque <strong>il</strong> dovuto rispetto<br />

per <strong>il</strong> suo specifico e caratteristico rituale. Organizzata da sempre dallo storico quartiere<br />

cittadino denominato “<strong>il</strong> Giardino”, da tutti considerato come l’unico depositario <strong>del</strong>la<br />

verace tradizione locale, quella <strong>del</strong>la Radeca rimane dunque una festa popolare di<br />

Frosinone ma rivolta ai soli frusinati, e rappresenta finora una <strong>del</strong>le tante occasioni perse<br />

per sv<strong>il</strong>uppare un economia turistica, nonché un poco virtuoso esempio di <strong>valorizzazione</strong><br />

<strong>del</strong> patrimonio culturale, in questo caso immateriale, <strong>del</strong>la città.<br />

-------------------------------------<br />

1<br />

Targioni-Tozzetti, G. (1891) – Saggio di novelline, canti ed usanze popolari <strong>del</strong>la Ciociaria. 108 pp.,<br />

Clausen, Palermo<br />

Frazer, J. G. (1912) – The Golden Bough. A study in Magic and Religion. The Dying God, 305 pp.,<br />

Macm<strong>il</strong>lian, London.<br />

Sergio A. (1976) – <strong>La</strong> Radeca. Una tradizione <strong>del</strong>la Ciociaria. 240 pp. Editrice Meridionale, Roma<br />

Migliorini E., Rossano S. (2008) – <strong>La</strong> Radeca: voci suoni gesti <strong>del</strong> carnevale di Frosinone. Nota geos book.<br />

CNR.<br />

118


6. Il sistema bibliotecario integrato: da rete di servizi a network<br />

culturale. Ruolo <strong>del</strong>le istituzioni e problemi di governance<br />

Premessa<br />

In una riflessione già avviata nel 2005 (1) erano stati individuati gli snodi fondamentali da<br />

cui partire per un nuovo sv<strong>il</strong>uppo dei servizi culturali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> provinciale, ed in<br />

particolare per <strong>il</strong> Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco. Questi<br />

elementi erano stati individuati nella realizzazione <strong>del</strong> sistema documentario integrato, da<br />

costruire <strong>attraverso</strong> la trasformazione <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong> sistema medesimo; nella rinnovata<br />

centralità <strong>del</strong> problema <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le risorse umane; in un nuovo patto, una nuova<br />

concertazione tra le varie istituzioni pubbliche coinvolte a vario titolo nella organizzazione<br />

e gestione dei servizi culturali. Tuttavia, tale riflessione derivò da un’ambizione già<br />

precedentemente espressa (2), quale quella di elevare la “mission” dei servizi culturali<br />

anche alla promozione culturale e turistica <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> di riferimento, in sintonia con<br />

quanto previsto dalla normativa regionale in materia (L.R. 40/99 – “Programmazione<br />

integrata per la <strong>valorizzazione</strong> ambientale, culturale e turistica <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>”). In<br />

particolare, ci si riferisce all’art. 2 comma 2) di questa legge, che sottolinea come nelle<br />

aree che si vogliono candidare per gli interventi progettuali, nel valutare <strong>il</strong> possesso dei<br />

requisiti di omogeneità si dovrà tener conto, tra l’altro, <strong>del</strong>la “consistenza e qualità dei<br />

servizi culturali esistenti”.<br />

Nei punti nodali sopra citati, si può dunque individuare non solo la chiave per l’evoluzione<br />

<strong>del</strong>le biblioteche come servizi culturali di eccellenza, ma anche la possib<strong>il</strong>ità che una rete<br />

strutturata con le caratteristiche di “network culturale” possa divenire motore propulsivo<br />

per la diffusione <strong>del</strong>la cultura e per la promozione turistica <strong>del</strong> comprensorio di riferimento,<br />

e di conseguenza vero e proprio fattore di sv<strong>il</strong>uppo economico, anche alla luce di quanto<br />

già espresso nella vasta letteratura sulla materia, in cui è stato evidenziato come tra le<br />

119


specificità <strong>del</strong> settore culturale sia contemplato anche <strong>il</strong> contributo alla crescita socio-<br />

economica dei territori organizzati (3).<br />

Occorre tenere in considerazione, altresì, che nella attuale concezione <strong>del</strong>la promozione<br />

turistica si deve, necessariamente, tenere in stretta correlazione i concetti di ambiente,<br />

cultura e turismo, che rappresentano aspetti <strong>del</strong>lo stesso problema. (4)<br />

Come già accennato, le istituzioni appartenenti al sistema <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, unico<br />

network esistente strutturato nell’attuale assetto <strong>del</strong>la rete culturale provinciale, possono<br />

rappresentare <strong>il</strong> perno di un nuovo sv<strong>il</strong>uppo, a cui può contribuire anche e soprattutto per<br />

evitare un ulteriore impoverimento e decrescita <strong>del</strong>l’economia tradizionale. <strong>La</strong> crisi che<br />

attraversa <strong>il</strong> nostro sistema industriale, esplosa tra <strong>il</strong> 2008 ed <strong>il</strong> 2009, non ha certo<br />

risparmiato <strong>il</strong> polo <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco, aggredito purtroppo anche da una vistosa e<br />

pericolosa emergenza ambientale, che condiziona e minaccia l’esistenza stessa dei<br />

cittadini residenti nell’area.<br />

Per ribaltare la situazione sono dunque necessari un cambio di mentalità ed un nuovo<br />

patto tra Enti locali, Provincia e Regione, affinché accanto agli strumenti operativi vengano<br />

individuate le politiche più adatte a favorire lo sv<strong>il</strong>uppo armonizzato dei settori ambientale,<br />

turistico e culturale, settori che finora non sono mai riusciti a coordinare e concertare le<br />

progettualità messe in atto, con conseguente perdita di efficacia nelle azioni intraprese e<br />

scarso rendimento <strong>del</strong>le risorse economiche investite. L’auspicio è che venga a<br />

compimento quanto già progettato nella convenzione stipulata tra i soggetti aderenti<br />

all’area a programmazione integrata denominata “Territori Ciociari”, in particolare per<br />

quanto riguarda i segmenti <strong>del</strong> turismo culturale, artistico e religioso, <strong>del</strong> turismo termale e<br />

<strong>del</strong>la salute, <strong>del</strong> turismo congressuale ed enogastronomico. Non meno importanti saranno<br />

le politiche di <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> turismo montano, proprio in considerazione <strong>del</strong> fatto che<br />

molti comuni <strong>del</strong>la sopra citata area integrata, oltre ad essere di piccole dimensioni e<br />

quindi a rischio di ulteriore impoverimento e decrescita demografica, ricadono in aree<br />

120


montuose con interessanti potenzialità turistiche, viste <strong>il</strong> numero e l’importanza di molte<br />

<strong>del</strong>le risorse ambientali presenti. Inoltre, a proposito di investimenti nel settore turistico ed<br />

in tutta la f<strong>il</strong>iera cultura-ambiente-turismo, non si potrà prescindere dalla programmazione<br />

che la Regione <strong>La</strong>zio sta iniziando a realizzare in attuazione <strong>del</strong> POR FESR <strong>La</strong>zio 2007-<br />

2013, con particolare riferimento agli interventi per la <strong>valorizzazione</strong> e la promozione dei<br />

Grandi Attrattori Culturali, nel cui ambito, tuttavia, non tutti gli Enti locali sono stati chiamati<br />

ad una partecipazione progettuale che pure è stata ritenuta fondamentale per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong> provinciale.<br />

Un’ulteriore riflessione dovrà nascere in merito alla strutturale carenza di risorse umane<br />

qualificate, che rappresenta un problema oggi ancor più amplificato dalla situazione dei<br />

b<strong>il</strong>anci pubblici: soltanto risolvendo anche tale problema, si potrà tentare di ottenere i più<br />

ambiziosi obiettivi che in questo particolare momento storico si stanno dando tutti gli<br />

operatori di servizi culturali che nutrano un senso di ottimismo verso <strong>il</strong> futuro proprio<br />

perché animati da una particolare sensib<strong>il</strong>ità verso le tematiche finora affrontate.<br />

L’apporto <strong>del</strong>le Istituzioni Pubbliche<br />

In effetti, dei tre snodi principali (enumerati all’inizio di questa sezione) da cui procedere<br />

per mirare ad un nuovo sv<strong>il</strong>uppo dei servizi culturali <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in questione, l’unico finora<br />

realmente portato a compimento è rappresentato dall’adeguamento <strong>del</strong>lo Statuto <strong>del</strong><br />

Sistema nella direzione <strong>del</strong>l’integrazione tra servizi culturali di varia natura e tipologia.<br />

Naturalmente, lo strumento da solo non potrà risolvere i problemi sul tappeto, né definire<br />

le linee di sv<strong>il</strong>uppo dei servizi e <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> nel suo complesso: è infatti assolutamente<br />

necessario che i soggetti coinvolti nel processo decisionale stab<strong>il</strong>iscano dei punti fermi da<br />

cui partire.<br />

Così, ad esempio, nella stesura <strong>del</strong> nuovo Piano settoriale per i beni ed i servizi culturali,<br />

che rappresenta lo strumento principe <strong>del</strong>la programmazione regionale in materia, la<br />

121


Regione <strong>La</strong>zio dovrà focalizzare l’attenzione sul potenziamento dei servizi culturali per farli<br />

diventare volano di sv<strong>il</strong>uppo e di crescita <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>. Non si tratta solo di intervenire con<br />

nuove risorse finanziarie, o di evitare ulteriori tagli agli specifici capitoli di spesa, ma<br />

soprattutto di consentire agli Enti locali di poter operare nella certezza dei tempi in<br />

relazione all’erogazione <strong>del</strong>le risorse finanziarie stesse. Inoltre, i piani di sv<strong>il</strong>uppo dovranno<br />

essere attivati con un cronoprogramma che definisca in maniera chiara le modalità<br />

previste per la crescita e <strong>il</strong> rafforzamento dei servizi. Soltanto partendo da tali presupposti,<br />

dunque, la tempestiva erogazione <strong>del</strong>le risorse consentirà l’attuazione <strong>del</strong>la<br />

programmazione e la stesura di progetti futuri, anche sulla base di una precisa cognizione<br />

di quanto si sta attuando e, di conseguenza, di quali siano le proposte realmente ed<br />

ut<strong>il</strong>mente realizzab<strong>il</strong>i.<br />

Inoltre, si propone che la Regione <strong>La</strong>zio intervenga per revisionare la legge regionale<br />

42/97, nell’ottica di procedere al decentramento amministrativo di nuove funzioni, allo<br />

scopo di snellire le varie procedure burocratiche, investendo quindi le province <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio di<br />

ulteriori competenze e responsab<strong>il</strong>ità in termini di coordinamento <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, gestione e<br />

controllo <strong>del</strong>la spesa, rigore nell’attuazione dei piani di sv<strong>il</strong>uppo.<br />

Ancora, la Regione potrebbe farsi promotrice di un apposito tavolo di concertazione a più<br />

livelli, rinnovando così l’abitudine, già consolidata nel recente passato, di convocare i<br />

sistemi in riunioni tecniche (da tenersi almeno annualmente nella sede regionale)<br />

propedeutiche all’approvazione <strong>del</strong>la legge finanziaria; a livello provinciale, <strong>il</strong> tavolo di<br />

concertazione potrebbe invece operare a cadenza trimestrale, con finalità di verifica<br />

puntuale <strong>del</strong>la programmazione e <strong>del</strong>le progettualità messe in campo.<br />

<strong>La</strong> Regione <strong>La</strong>zio, infine, potrebbe predisporre, nel proprio b<strong>il</strong>ancio, una voce di spesa<br />

straordinaria sull’obiettivo <strong>del</strong>le “risorse umane”, finalizzandola all’ut<strong>il</strong>izzo di figure<br />

estremamente qualificate per l’attuazione di progetti specifici che vadano nella direzione<br />

<strong>del</strong> potenziamento <strong>del</strong>le reti e dei sistemi dei servizi culturali esistenti.<br />

122


Dal canto suo, la Provincia potrebbe assumere la cabina di regia <strong>del</strong> tavolo di<br />

concertazione locale qui sopra proposto, anch’essa intervenendo con proprie risorse<br />

economiche per l’attuazione di progetti specifici programmati e condivisi con gli Enti<br />

coinvolti, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di un portale dei servizi<br />

culturali (da intendere come un vero strumento di una politica promozionale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in<br />

ambito turistico), nonché di azioni mirate di marketing territoriale, comunque legate alla<br />

programmazione già in atto in riferimento alla destinazione <strong>del</strong>le risorse economiche <strong>del</strong>la<br />

Comunità Europea.<br />

<strong>La</strong> Provincia di Frosinone dovrebbe poi potenziare <strong>il</strong> Settore dei Beni e Servizi Culturali<br />

con nuove unità lavorative altamente qualificate che sostengano gli Enti Locali nelle<br />

incombenze gestionali, che verifichino l’attuazione <strong>del</strong>la programmazione e l’effettivo<br />

ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>le risorse economiche per gli obiettivi prefissati, e che si facciano carico <strong>del</strong>la<br />

progettazione <strong>del</strong> futuro <strong>del</strong>la rete.<br />

Infine, non va sottaciuto l’importante ruolo che devono esercitare gli Enti locali proprietari<br />

e/o gestori dei beni monumentali, ambientali e dei servizi culturali già esistenti. Ad essi è<br />

infatti demandata la funzione gestionale ordinaria dei servizi di base, che deve essere<br />

garantita con personale stab<strong>il</strong>mente assegnato e soprattutto in possesso <strong>del</strong>la corretta<br />

formazione universitaria e/o professionale nel settore. Gli Enti locali dovranno quindi<br />

abbandonare la logica campan<strong>il</strong>istica ed allargare <strong>il</strong> loro orizzonte in termini di<br />

investimento di risorse umane ed economiche nel potenziamento <strong>del</strong>la rete, unica<br />

soluzione per aggredire <strong>il</strong> presente e conquistare <strong>il</strong> futuro.<br />

Ridisegnato come fin qui proposto <strong>il</strong> ruolo e le funzioni <strong>del</strong>le istituzioni pubbliche coinvolte<br />

nel processo di crescita, la fase successiva potrà essere dedicata allo studio e<br />

all’approfondimento <strong>del</strong>le azioni da intraprendere per concretizzare le potenzialità in una<br />

crescita effettiva e tangib<strong>il</strong>e, ossia per trasformare <strong>il</strong> Sistema Bibliotecario e Documentario<br />

<strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco in un polo di eccellenza, qualificandolo come una rete di servizi che<br />

123


diventi un unico grande attrattore, capace di convogliare su di sé l’attenzione dei flussi di<br />

visitatori interessati ad approfondire la conoscenza <strong>del</strong> nostro <strong>territorio</strong>.<br />

Il mo<strong>del</strong>lo organizzativo <strong>del</strong>la rete.<br />

Come più volte ricordato, <strong>il</strong> <strong>territorio</strong> provinciale possiede una rete di beni, servizi culturali<br />

e siti monumentali di tutto rispetto ed importanza storica, costituita da siti archeologici ed<br />

ambientali, biblioteche, musei, archivi storici, mediateche, etc., che possiedono e<br />

rappresentano un patrimonio documentario straordinario.<br />

<strong>La</strong> Regione <strong>La</strong>zio, come già abbiamo avuto modo di accennare, ha individuato sull’intero<br />

<strong>territorio</strong> regionale un complesso di attrattori culturali e paesaggistici, nonché una serie di<br />

tematismi: per la provincia di Frosinone è dunque stato prescelto <strong>il</strong> sistema <strong>del</strong>le mura in<br />

opera poligonale, la cui grandiosità rappresenta un elemento distintivo ed esemplare (non<br />

solo a livello regionale) che conferisce ai centri storici <strong>del</strong> frusinate un potenziale ancora<br />

tutto da sv<strong>il</strong>uppare.<br />

Accanto alle mura poligonali, nonché al circuito <strong>del</strong>le abbazie, la Regione <strong>La</strong>zio ha inoltre<br />

selezionato 9 tematismi strettamente connaturati con gli attrattori culturali principali, e che<br />

coinvolgono altre aree interessate allo sv<strong>il</strong>uppo turistico. In sostanza, è oggi possib<strong>il</strong>e<br />

identificare tantissimi siti che, se adeguatamente promossi (ma non prima di aver<br />

affrontato altre complesse problematiche, quali quelle <strong>del</strong>la mob<strong>il</strong>ità e <strong>del</strong>la ricettività in<br />

primis) possono far decollare la Ciociaria, generando impatti significativi anche sulle<br />

attività economico-produttive.<br />

Per fare in modo che tale auspicio si concretizzi, l’intera Ciociaria dovrebbe diventare un<br />

“sistema culturale integrato”, all’interno di un assetto istituzionale ben definito, e dopo aver<br />

esaminato e risolto tutti i problemi di governance propedeuticamente ad ogni tentativo o<br />

processo di sv<strong>il</strong>uppo dei beni e servizi culturali. In tal senso, per prendere spunti di<br />

riflessione per un “r<strong>il</strong>ancio organizzativo” <strong>del</strong>la nostra rete e per redigere un mo<strong>del</strong>lo ut<strong>il</strong>e<br />

124


alla crescita <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> provinciale, si potrà guardare a diverse esperienze già realizzate<br />

con successo, sia in Italia che all’estero.<br />

Infine, bisognerà essere ben consapevoli che per realizzare un progetto così ambizioso<br />

sarà necessaria la collaborazione di tutti i portatori di interesse a vario titolo coinvolti nelle<br />

tematiche in corso di trattazione, compresi i privati, che potranno rivestire un ruolo<br />

determinante.<br />

Alcune esperienze degli altri<br />

Non è mai fac<strong>il</strong>e applicare ad un determinato <strong>territorio</strong> un mo<strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppato in un altro<br />

contesto geografico e socio-culturale, a causa <strong>del</strong>le spesso numerose caratteristiche<br />

peculiari che differenziano tra loro le varie realtà, ma non è mai <strong>del</strong> tutto inut<strong>il</strong>e analizzare<br />

quanto di buono è stato già fatto da altri al fine di trarne suggerimenti, intuizioni e<br />

conoscenze metodologiche che potranno solo portare giovamento a agli operatori meno<br />

“esperenziati”.<br />

Ad esempio, quando nella seconda metà degli anni novanta <strong>del</strong> secolo scorso i bibliotecari<br />

dibattevano sulla necessità di potenziare la rete dei servizi offerti dalle biblioteche di base<br />

<strong>del</strong>la Ciociaria, fu presa a mo<strong>del</strong>lo l’esperienza organizzativa e gestionale <strong>del</strong> sistema<br />

bibliotecario <strong>del</strong>la Val Seriana. Inoltre, sono stati invitati sul <strong>territorio</strong> di riferimento i<br />

referenti di varie eccellenze a livello nazionale (quali quelle di Prato, Empoli, Ferrara) e di<br />

altre realtà operanti in Lombardia. Allo stesso modo, i bibliotecari medesimi hanno<br />

partecipato a diversi percorsi formativi organizzati da Regione e Provincia su varie<br />

tematiche (mercato editoriale, nuove tecnologie, Internet, organizzazione dei sistemi). A<br />

distanza di oltre dieci anni, possiamo oggi affermare con certezza che, nonostante i<br />

numerosi problemi ancora esistenti (a cui si è parzialmente già fatto riferimento), le<br />

biblioteche sono diventate <strong>del</strong>le realtà culturali straordinarie, dove i cittadini possono<br />

usufruire di servizi adeguati ai tempi che viviamo ed alle proprie esigenze, come<br />

125


immediatamente confermato da qualsiasi paragone tra la situazione odierna e quella in cui<br />

operavano i bibliotecari fino alla prima metà degli anni novanta, caratterizzata da uno<br />

stretto isolamento <strong>del</strong>le singole istituzioni e da tante altre difficoltà.<br />

Tra le esperienze virtuose che è possib<strong>il</strong>e segnalare in questa sede, quella <strong>del</strong> Sistema<br />

Museale <strong>del</strong>la Provincia di Ravenna si riferisce ad una realtà molto vivace, nata per<br />

promuovere la rete dei musei <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> provinciale, con particolare attenzione alle<br />

piccole strutture espositive che da sole non hanno la capacità e le risorse per svolgere<br />

incisive azioni di promozione. In questo caso, tuttavia, non si può non considerare come la<br />

Regione Em<strong>il</strong>ia Romagna sia oggi all’avanguardia nel settore dei beni e servizi culturali e<br />

<strong>del</strong>la promozione turistica, come si può evincere da qualsiasi esplorazione <strong>del</strong> portale<br />

<strong>del</strong>la biblioteca <strong>del</strong>la Università Alma Mater di Bologna.<br />

Inoltre, <strong>il</strong> sistema museale ravennate è una <strong>del</strong>le “punte di diamante” <strong>del</strong> Settore Beni e<br />

Attività Culturali <strong>del</strong>la Provincia di Ravenna, da cui è direttamente coordinato. Le risorse<br />

economiche ed umane di tale sistema sono infatti inserite nel PEG di settore <strong>del</strong>la<br />

Provincia, e gli strumenti applicativi ut<strong>il</strong>izzati per la sua gestione generale, e per quella dei<br />

musei in particolare, sono forniti dalle convenzioni con gli enti proprietari, sia pubblici che<br />

privati (5). Le principali attività realizzate riguardano la comunicazione e promozione,<br />

l’informatizzazione, la formazione degli operatori, vari studi e ricerche, e la didattica<br />

museale. Tutte le scelte e le singole azioni da intraprendere vengono concordate nella<br />

“Conferenza dei Direttori”, e la parte politica approva gli stanziamenti economici che<br />

occorrono per l’attuazione dei progetti. Si tratta dunque di un mo<strong>del</strong>lo organizzativo in cui<br />

la Provincia gioca un ruolo determinante, e che auspichiamo possa applicato anche in<br />

Ciociaria.<br />

Anche <strong>il</strong> Sistema <strong>Culturale</strong> <strong>del</strong>la Valle Camonica (6) rappresenta un’esperienza<br />

interessante da analizzare. Qui, i Comuni aderenti hanno perfezionato la realizzazione di<br />

126


eti culturali già in parte consolidate sul <strong>territorio</strong>. In breve, gli obiettivi di questo sistema<br />

sono stati individuati come segue:<br />

- Rafforzare e integrare le f<strong>il</strong>iere culturali esistenti o in fase di avvio (sistema<br />

bibliotecario, sistema museale, etc);<br />

- Istituire un centro coordinatore <strong>del</strong> Sistema per l’erogazione dei servizi culturali<br />

essenziali per la promozione di iniziative di interesse comprensoriale;<br />

- Attuare alcune azioni di sistema volte a promuovere la partecipazione <strong>del</strong>la<br />

comunità locale alle azioni di <strong>valorizzazione</strong>;<br />

- Attuare un piano di identità visiva e di comunicazione a livello sistemico (logo,<br />

campagne di promozione, etc.).<br />

Senza entrare nel merito <strong>del</strong>le singole azioni previste dal piano di sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong> Sistema<br />

<strong>Culturale</strong> <strong>del</strong>la Valle Camonica, bisogna comunque sottolineare, tra le peculiarità più<br />

significative di questa esperienza, la partecipazione di un partner privato (la Fondazione<br />

CARIPLO) al finanziamento <strong>del</strong> progetto stesso.<br />

Un’altra realtà ancora in fase di organizzazione è quella <strong>del</strong> Sistema <strong>Culturale</strong> Integrato<br />

<strong>del</strong> Nord M<strong>il</strong>ano (comprendente i comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese,<br />

Cormano, Cusano M<strong>il</strong>anino, Paterno Dugnano e Sesto San Giovanni) che si è dato<br />

l’obiettivo di stimolare la domanda potenziale per <strong>il</strong> <strong>territorio</strong> di riferimento, in modo da<br />

ritagliare per l’area a Nord <strong>del</strong>la metropoli un ruolo più significativo nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

fruizione culturale.<br />

Il Sistema Integrato dei Beni Culturali e Ambientali <strong>del</strong>la Valle Trompia (anch’esso<br />

finanziato dalla Fondazione CARIPLO) è stato invece creato per valorizzare gli aspetti<br />

peculiari <strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong>le identità locali, per perseguire uno sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong> e promuovere, <strong>attraverso</strong> i musei, le biblioteche, gli archivi storici, i teatri e tutti gli<br />

eventi culturali, l’intero patrimonio culturale <strong>del</strong> comprensorio di riferimento.<br />

127


Andando all’estero, la rete museale <strong>del</strong>la Città di Strasburgo (7), che, con i suoi 430.000<br />

abitanti (comprese le periferie), presenta una densità demografica molto sim<strong>il</strong>e a quella<br />

<strong>del</strong>la Provincia di Frosinone, sia pure con le evidenti differenze territoriali e di collocazione<br />

geografica, è gestita da quattro attori fondamentali: i responsab<strong>il</strong>i politici <strong>del</strong> comune con<br />

<strong>del</strong>ega per le attività culturali, <strong>il</strong> Direttore <strong>del</strong>la rete, i dirigenti amministrativi (<strong>il</strong> Segretario<br />

generale e <strong>il</strong> Responsab<strong>il</strong>e Amministrativo dei Musei) ed i Conservatori di ogni singolo<br />

museo, ad ognuno dei quali attiene una funzione specifica in base al ruolo svolto. Gli<br />

obiettivi perseguiti sono stati <strong>il</strong> miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la visita (con la<br />

ristrutturazione degli accessi per rendere più agevole l’ingresso dei visitatori), <strong>il</strong><br />

miglioramento <strong>del</strong>la sicurezza, <strong>il</strong> rinnovamento <strong>del</strong>la grafica e <strong>del</strong>la segnaletica, l’intervento<br />

sui servizi di accoglienza e di accompagnamento dei visitatori, ed <strong>il</strong> potenziamento dei<br />

servizi educativi. A tutto ciò sono stati poi affiancati una nuova politica nella<br />

programmazione e gestione <strong>del</strong>le esposizioni temporanee, un potenziamento <strong>del</strong>la<br />

comunicazione sia verso i cittadini di Strasburgo che per i turisti, la partecipazione ad<br />

accordi per l’offerta di pacchetti turistici, ed una nuova politica tariffaria. Proprio<br />

quest’ultima azione appare molto interessante, in quanto ha portato alla creazione, in<br />

collaborazione con <strong>il</strong> Comune, l’Università, i gestori <strong>del</strong>le sale cinematografiche, la<br />

Direzione degli Affari Culturali <strong>del</strong>la Regione Alsazia ed una associazione di imprenditori,<br />

di varie Cards che consentono l’accesso a tariffa ridotta a tutta l’offerta culturale <strong>del</strong>la Città<br />

(musei, servizi universitari, cinema, concerti, etc.). Il risultato finale di tutta l’operazione è<br />

stato che la trasformazione <strong>del</strong>l’offerta museale ha successivamente condizionato<br />

positivamente l’intera offerta culturale e turistica locale, con un aumento significativo <strong>del</strong>le<br />

performance di tutti gli attori coinvolti.<br />

In questa veloce e sicuramente non esaustiva carrellata di esperienze “altrui”, si dunque<br />

individuare diversi elementi positivi da porre su un tavolo di concertazione provinciale per<br />

una riorganizzazione <strong>del</strong> nostro <strong>territorio</strong>, nella convinzione che proprio l’Amministrazione<br />

128


Provinciale di Frosinone dovrà giocare un ruolo nuovo e determinante per <strong>il</strong> futuro <strong>del</strong>la<br />

rete.<br />

Il ruolo <strong>del</strong>l’Università di Cassino<br />

Tuttavia, molto importante potrebbe essere anche l’apporto fornito dall’Università degli<br />

Studi di Cassino, che, come più volte detto, costituisce un patrimonio di risorse umane,<br />

scientifiche e professionali ormai acquisite dal <strong>territorio</strong> provinciale. In particolare, <strong>il</strong> Corso<br />

di <strong>La</strong>urea triennale in Valorizzazione e promozione dei beni culturali nel Museo e nel<br />

<strong>territorio</strong>, istituito presso <strong>il</strong> Polo didattico di Frosinone, potrà costituire uno degli elementi a<br />

sostegno <strong>del</strong> progetto di sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>la rete dei beni e servizi culturali, come ha in parte già<br />

confermato <strong>il</strong> <strong>il</strong> Master “Sistema Cultura. Metodologie, strumenti, tecniche di <strong>valorizzazione</strong><br />

e gestione dei beni culturali” (di cui <strong>il</strong> presente elaborato costituisce uno dei momenti di<br />

sintesi conclusiva), che ha costituito uno stimolante momento di confronto e di crescita per<br />

diverse figure professionali.<br />

Il citato corso di laurea, oltre a rappresentare un laboratorio importante per le nuove<br />

generazioni di operatori culturali, potrà inoltre fornire varie occasioni di aggiornamento<br />

professionale per tutti gli addetti impegnati nei servizi e nelle istituzioni aperti al pubblico. È<br />

peraltro auspicab<strong>il</strong>e che tali attività formative possano essere programmate almeno a<br />

cadenza biennale, parallelamente al medesimo corso di laurea, e che siano<br />

particolarmente mirate al miglioramento <strong>del</strong>le capacità <strong>del</strong>le varie figure professionali di<br />

relazionarsi con le istituzioni scolastiche, per riuscire a coinvolgere sempre di più le nuove<br />

generazioni nella conoscenza e nella fruizione <strong>del</strong>l’immenso patrimonio culturale<br />

disponib<strong>il</strong>e. Il lavoro degli operatori culturali nei confronti <strong>del</strong>la popolazione studentesca<br />

potrà peraltro inserirsi all’interno <strong>del</strong>le linee di intervento definite mediante l’accordo<br />

quadro sull’educazione al patrimonio culturale stipulato tra <strong>il</strong> Ministero per i Beni e le<br />

Attività Culturali e quello <strong>del</strong>l’Istruzione, Università e Ricerca. (8) In particolare, si potrà<br />

129


fare riferimento alla Circolare 30 settembre 1998 che individua tutta una serie di azioni da<br />

mettere in atto “al fine di favorire una maggiore diffusione <strong>del</strong>la conoscenza <strong>del</strong>le<br />

testimonianze storiche e <strong>del</strong> patrimonio artistico nazionale, sv<strong>il</strong>uppando nei cittadini –<br />

soprattutto i più giovani – <strong>il</strong> sentimento di appartenenza ad una tradizione culturale<br />

comune e di corresponsab<strong>il</strong>ità nella tutela….”<br />

In effetti, solo educando le nuove generazioni alla comprensione e fruizione <strong>del</strong>le<br />

testimonianze a noi pervenute dal passato si potrà garantire una salvaguardia assoluta <strong>del</strong><br />

patrimonio storico-artistico italiano. In questo quadro, dunque, l’Università in genere, e<br />

quella di Cassino per <strong>il</strong> nostro comprensorio, può e deve svolgere un compito di primaria<br />

importanza, soprattutto perché, ancor prima di elaborare progetti e strategie per favorire<br />

l’aumento dei flussi turistici verso i nostri luoghi, è necessario agire per consentire al<br />

<strong>territorio</strong> medesimo di conoscere la propria storia, crescere nel presente ed educarsi al<br />

futuro.<br />

Le azioni di sistema<br />

Nel corso degli ultimi anni si è comunque verificato un sostanziale miglioramento <strong>del</strong>la<br />

qualità <strong>del</strong>le strutture bibliotecarie, museali ed archivistiche. Ad esempio, con<br />

l’organizzazione di manifestazioni culturali e laboratori didattici si è cercato di far crescere<br />

l’interesse attorno alle biblioteche, mirando ad un significativo ampliamento <strong>del</strong>le fasce di<br />

utenza a cui rivolgere i servizi. È stata poi avviata (ed è attualmente a buon punto) la<br />

catalogazione <strong>del</strong>la cospicua dotazione documentaria, mentre sono stati potenziati i servizi<br />

di rete (prestito interbibliotecario e intersistemico, document <strong>del</strong>ivery, etc.). Il passaggio<br />

successivo dovrà essere allora rappresentato dalla capacità di mettere in campo azioni<br />

che consentano al “sistema” di essere identificato nel <strong>territorio</strong> e immediatamente<br />

riconosciuto come partner <strong>del</strong>la propria vita. Dopo aver precedentemente proposto di<br />

avviare una riflessione (<strong>del</strong> resto parzialmente già in atto) su un possib<strong>il</strong>e nuovo assetto<br />

130


istituzionale, che veda la Provincia come protagonista e gli altri Enti locali pronti a dare <strong>il</strong><br />

loro apporto in termini di attenzione ed investimenti sul fronte <strong>del</strong>le risorse umane (anche<br />

con l’auspicab<strong>il</strong>e aus<strong>il</strong>io <strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio), è forse possib<strong>il</strong>e suggerire fin d’ora alcune<br />

azioni da progettare per consolidare l’esistenza <strong>del</strong>la rete, per renderla adeguata al mondo<br />

in continua evoluzione e realmente efficace per raggiungere gli obiettivi sopra descritti,<br />

anche in considerazione <strong>del</strong> fatto che <strong>il</strong> Sistema Bibliotecario e Documentario <strong>del</strong>la Valle<br />

<strong>del</strong> Sacco si è recentemente dotato di un progetto di comunicazione coordinata da<br />

realizzare in più annualità e che vedrà i primi esiti a cavallo tra <strong>il</strong> 2009 ed <strong>il</strong> 2010.<br />

Tra i diversi punti nodali da affrontare e su cui investire, si propongono i seguenti:<br />

Azioni di sistema (in sinergia con la Provincia)<br />

- Riallestimento <strong>del</strong>le collezioni museali nell’ottica di una forte azione didattica<br />

indirizzata alle nuove generazioni;<br />

- Stipula di una convenzione con l’Università di Cassino per la formazione ed<br />

aggiornamento professionale <strong>del</strong> personale addetto;<br />

- Realizzazione di un punto informativo sulla rete in un luogo strategico <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

provinciale;<br />

- Realizzazione di una pubblicazione periodica sulla rete <strong>il</strong> cui comitato di redazione<br />

sia costituito dai direttori dei servizi culturali;<br />

- Trasformazione <strong>del</strong> sito <strong>del</strong> sistema nel portale <strong>del</strong>la rete;<br />

- Stesura di un piano di marketing.<br />

Queste azioni di sistema dovranno essere necessariamente precedute da una<br />

propedeutica attività di individuazione e censimento <strong>del</strong>l’intero patrimonio culturale <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>, di cui si potrà fare promotrice la Provincia di Frosinone, allo scopo di avere a<br />

disposizione tutti i dati concreti necessari per l’elaborazione <strong>del</strong> progetto definitivo di tutti<br />

gli interventi.<br />

131


Conclusioni<br />

Tirando le f<strong>il</strong>a di tutto quanto si è detto finora, e con l’intenzione di provare a tracciare<br />

alcune nuove linee di sv<strong>il</strong>uppo per trasformare i servizi culturali <strong>del</strong>la provincia di<br />

Frosinone, si possono proporre alcune considerazioni conclusive.<br />

Innanzitutto, per poter individuare al meglio una serie di azioni finalizzate allo sv<strong>il</strong>uppo<br />

turistico, non si potrà prescindere dallo stato di attuazione <strong>del</strong>la programmazione regionale<br />

in materia. Ciò che i comuni e le province andranno a realizzare dovrà quindi essere<br />

armonizzato con le strategie <strong>del</strong>la Regione <strong>La</strong>zio mirate alla <strong>valorizzazione</strong> dei Grandi<br />

Attrattori Culturali e dei tematismi, <strong>attraverso</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo dei finanziamenti europei POR<br />

FESR 2007-2013. A tal proposito, la Regione <strong>La</strong>zio ha <strong>del</strong>iberato le proprie linee guida,<br />

sottolineando che: “..si prevede la realizzazione di programmi e progetti che sappiano<br />

integrare strategie di tutela e conservazione, strategie di fruizione e strategie di sv<strong>il</strong>uppo<br />

per <strong>il</strong> restauro, la messa in sicurezza, <strong>il</strong> miglioramento <strong>del</strong>l’accessib<strong>il</strong>ità al patrimonio<br />

culturale, la messa in rete dei beni culturali al fine di garantire una migliore fruizione degli<br />

interventi oggetto di investimento”. L’intenzione dichiarata è dunque quella di riconoscere<br />

la priorità nella concessione dei finanziamenti a quei progetti che terranno in stretta<br />

considerazione la diffusione <strong>del</strong>le nuove tecnologie informatiche e <strong>del</strong>la comunicazione, la<br />

capacità di aggregazione dei soggetti proponenti, e a quelle iniziative che favoriranno<br />

maggiormente l’integrazione territoriale <strong>del</strong>le comunità coinvolte. Nel solco di queste<br />

valutazioni, non si può quindi non segnalare come già attualmente i servizi culturali <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> Sacco operino in una situazione di rete ed integrazione territoriale, nonché di<br />

grande propensione all’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>le tecnologie informatiche e <strong>del</strong>la comunicazione. In<br />

questo clima positivo, gli Enti locali e la Provincia dovranno allora sfruttare l’importante<br />

risorsa rappresentata dal sistema, frutto di un duro lavoro ormai ventennale.<br />

In secondo luogo, <strong>il</strong> sistema medesimo potrà evolvere e crescere soltanto in presenza di<br />

un patrimonio di risorse umane adeguatamente preparato per raggiungere agli obiettivi<br />

132


prefissati. Tra le diverse figure professionali, non si potranno allora dimenticare le guide<br />

turistiche e gli operatori che “accompagnano” i visitatori nei musei, e nei siti monumentali e<br />

archeologici, e che si occupano <strong>del</strong>la didattica dei beni culturali. “Le guide turistiche sono<br />

figure fondamentali per <strong>il</strong> ruolo di mediazione e di divulgazione che svolgono…spesso<br />

relegate ai margini <strong>del</strong>le attività di promozione dei beni culturali (9): questa affermazione è<br />

davvero adatta a definire <strong>il</strong> ruolo svolto da questi operatori che ogni Ente dovrebbe poter<br />

avere a disposizione. In un Paese ricco di beni culturali quale <strong>il</strong> nostro, la funzione di guida<br />

turistica dovrebbe essere di preminenza assoluta e adeguatamente contemplata nei vari<br />

curricula formativi <strong>del</strong> sistema scolastico ed universitario, ma, nonostante i progressi<br />

compiuti soprattutto a livello normativo, restano tuttora evidenti carenze nel settore <strong>del</strong>la<br />

formazione di tali figure professionali, che dunque non sempre riescono a soddisfare<br />

appieno le diverse esigenze <strong>del</strong> settore turistico-culturale. <strong>La</strong> rete <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Sacco , in<br />

sinergia con l’Università, che anche in questo caso potrà svolgere un ruolo di assoluto<br />

r<strong>il</strong>ievo, potrà allora mettere a disposizione <strong>il</strong> proprio patrimonio documentario e di<br />

conoscenze anche per migliorare la preparazione di quelle risorse umane che si<br />

dedicheranno alla divulgazione e comunicazione sul <strong>territorio</strong>.<br />

Poiché anche gli aspetti <strong>del</strong>la comunicazione rientrano a pieno titolo nella sfera <strong>del</strong>la<br />

promozione <strong>del</strong> patrimonio culturale, per conseguire obiettivi davvero importanti sarà<br />

inoltre necessario incentivare l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>le nuove tecnologie e <strong>del</strong>la realtà virtuale,<br />

soprattutto all’interno <strong>del</strong>le strutture espositive.<br />

Se infatti i musei <strong>del</strong> comprensorio fanno molta fatica anche a svolgere la propria funzione<br />

primaria <strong>del</strong>la conservazione e <strong>del</strong>lo studio <strong>del</strong>le loro collezioni (per tutta una serie di<br />

motivi che sarebbe troppo lungo e diffic<strong>il</strong>e analizzare in questa sede), bisogna riconoscere<br />

che un’attenzione ancora troppo limitata viene dedicata all’aspetto <strong>del</strong>la comunicazione.<br />

Tuttavia, se davvero si vorranno raggiungere obiettivi significativi in tal senso, per <strong>il</strong> futuro<br />

non si potrà più non considerare che “se l’opera d’arte non svolge la sua funzione<br />

133


comunicativa essa cessa ipso facto di essere un’opera d’arte e passa nella categoria degli<br />

oggetti d’uso…..<strong>La</strong> comunicazione è intrinseca all’opera d’arte; quest’ultima si realizza,<br />

infatti, in modo proprio e cioè secondo la natura <strong>del</strong>l’atto che l’ha generata, solo quando<br />

l’atto comunicativo viene completato, e cioè raggiunge con successo i suoi destinatari. In<br />

questo senso, essa è come un libro: se non siamo in grado di leggerlo, cessa di essere un<br />

libro e diventa un blocco di carta”(10).<br />

Solo svolgendo al meglio la <strong>del</strong>icata funzione <strong>del</strong>la comunicazione, secondo Antinucci, si<br />

può dunque esercitare l’attività didattica nel settore dei beni culturali. In questo campo, la<br />

realtà virtuale, offrendo la possib<strong>il</strong>ità di ricostruire e mostrare i siti ed i monumenti così<br />

come erano visib<strong>il</strong>i nel passato, rappresenta uno strumento potente di divulgazione e di<br />

comunicazione.<br />

I musei <strong>del</strong> <strong>territorio</strong>, che, come detto, versano in una situazione di profonda ed oggettiva<br />

difficoltà (sia per l’esiguità dei finanziamenti a loro destinate, ma ancor più per la<br />

mancanza di reali e chiare linee di indirizzo, per le quali la citata L.R. 42/97 appare ormai<br />

come un punto di riferimento assolutamente generico e pertanto notevolmente superato),<br />

appaiono attualmente carenti particolarmente sotto questo aspetto, che richiederà<br />

l’investimento di imponenti risorse economiche per recuperare <strong>il</strong> gap accumulato rispetto<br />

ad altri luoghi di cultura. Alcune di tali risorse potranno forse essere reperite tra quelle<br />

stanziate dalla Regione <strong>La</strong>zio all’interno <strong>del</strong> quadro progettuale <strong>del</strong>l’e-goverment, alle quali<br />

si propone e si auspica che gli Enti locali possano avere accesso per poter promuovere <strong>il</strong><br />

patrimonio culturale anche con l’aus<strong>il</strong>io <strong>del</strong>le nuove tecnologie.<br />

Infine, non si può non ritornare brevemente sull’importanza <strong>del</strong> web nelle politiche di<br />

marketing turistico, soprattutto per quanto riguarda le strategie legate al cosiddetto<br />

“marketing <strong>del</strong>le destinazioni”, da sv<strong>il</strong>uppare mediante la realizzazione di siti internet<br />

dedicati a tali tematiche (11). In un mondo ormai diventato un’unica grande comunità<br />

globale, Internet condiziona e condizionerà sempre più imponenti masse di turisti, per cui<br />

134


la creazione di un sito web secondo i più aggiornati criteri <strong>del</strong>la comunicazione on-line<br />

sarà dunque fondamentale per promuovere la conoscenza <strong>del</strong>le varie destinazioni<br />

turistiche. Tali criteri dovranno essere necessariamente condivisi da tutti gli operatori che<br />

ut<strong>il</strong>izzeranno <strong>il</strong> sito per veicolare <strong>il</strong> proprio patrimonio culturale, ma in ogni caso esso dovrà<br />

contenere tutte le informazioni e le immagini ut<strong>il</strong>i a conoscere <strong>il</strong> <strong>territorio</strong> ed attirare ed<br />

indirizzare i potenziali fruitori; inoltre, sarà necessario renderlo fac<strong>il</strong>mente accessib<strong>il</strong>e<br />

<strong>attraverso</strong> i motori di ricerca, aggiornandone costantemente i dati e rispondendo alle<br />

domande in tempi rapidissimi.<br />

135


Note al sesto capitolo<br />

1. Biblioattivamente : 2005 : resoconto <strong>del</strong>le attività culturali e di promozione <strong>del</strong>la lettura <strong>del</strong>le biblioteche <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> Sacco / Associazione Intercomunale Biblioteche Valle <strong>del</strong> Sacco, Ceccano, 2005.<br />

2. A.I.B. notizie, ottobre 2002<br />

3. Agostini A. – Di Mauro F. “Si pensa con sempre maggiore decisione all’evoluzione verso un sistema<br />

documentario integrato in sintonia con quanto auspicato negli ultimi piani settoriali regionali e in linea<br />

con la recente legislazione in materia (legge regionale 40/99 sulle aree a programmazione<br />

integrata)”.<br />

4. S. Solima, L’impresa culturale: processi e strumenti di gestione, Roma, Carocci, 2004<br />

“Si è fatta strada….la consapevolezza che <strong>il</strong> settore artistico e culturale esprime un sempre<br />

maggiore fabbisogno di <strong>valorizzazione</strong>, per <strong>il</strong> fondamentale contributo che esso può offrire alla<br />

crescita economica e sociale <strong>del</strong>la collettività. Anche solo considerando lo straordinario<br />

patrimonio artistico e culturale italiano, frutto di una stratificazione plurisecolare che connota <strong>il</strong><br />

nostro Paese in maniera unica a livello mondiale, appare infatti evidente la necessità di<br />

sv<strong>il</strong>uppare una logica non solo attenta ai problemi <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>le testimonianze<br />

materiali esistenti, ma anche – e soprattutto – allo sv<strong>il</strong>uppo di un processo di generazione di<br />

ricchezza e di valore culturale di cui…possano beneficiare non solo le generazioni future ma<br />

anche quelle attuali”.<br />

5. R. Ruozi C. Sassoon Italia per tutti : turismo, ambiente e cultura per r<strong>il</strong>anciare l'Italia che vale,<br />

M<strong>il</strong>ano, Università Bocconi : EGEA, 2005 “In questo senso non deve stupire se ambiente, cultura e<br />

turismo vengono qui considerati congiuntamente. Si tratta, in effetti, di tre aspetti <strong>del</strong>lo stesso<br />

problema, che devono essere affrontati e risolti insieme se si vogliono ottenere i risultati che tutti<br />

auspicano e che, purtroppo sono ancora lontani”.<br />

6. Vedasi l’intervento di G. Casadio (Dirigente <strong>del</strong> Settore Cultura <strong>del</strong>la Provincia di Ravenna) nel sito<br />

www.ibc.regione.em<strong>il</strong>ia-romagna.it.<br />

7. vedasi <strong>il</strong> sito web www.vallecamonicacultura.it.<br />

8. A. Baroncelli “<strong>La</strong> rete dei musei di Strasburgo: strutture e modalità di governo” in “Conservazione e<br />

innovazione nei musei italiani. Management e processi di cambiamento”, M<strong>il</strong>ano, ETAS, 1999<br />

9. A questo proposito vedasi l’appendice documenti al volume “Apprendere con <strong>il</strong> museo” a cura di<br />

Claudia Gabrielli, M<strong>il</strong>ano, Franco Angeli, 2001<br />

10. F. Negri Arnoldi – B. Tagliolini <strong>La</strong> guida al turismo culturale. Dalla formazione alla attività<br />

professionale, Roma, Carocci, 2003<br />

11. F. Antinucci Comunicare nel Museo, Roma, Bari, <strong>La</strong>terza, 2004 con dvd allegato<br />

12. P. Kotler-J. Bowen-J. Makens Marketing <strong>del</strong> turismo. Edizione italiana a cura di Paolo Bertozzi.<br />

M<strong>il</strong>ano, McGraw-H<strong>il</strong>l, 2007<br />

136


BIBLIOGRAFIA<br />

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- H. C. Andersen, L'improvvisatore : romanzo; a cura di Alda Castagnoli Manghi. - M<strong>il</strong>ano : Bompiani,<br />

1974. - XXV, 362 p. : <strong>il</strong>l. ; 22 cm. (Trad. di A. Castagnoli Manghi).<br />

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- Alatri : Ars graphica Tofani, 2006. - 95 p. : in gran parte <strong>il</strong>l. ; 18x25 cm + 1 DVD.<br />

- Guida turistica gastronomica <strong>del</strong>la Ciociaria. - 3. ed. - Arpino : Edizioni Telinform, stampa 2000. -<br />

479 p. : in gran parte <strong>il</strong>l. ; 21 cm. ((Sulla cop.: Guida ai 91 comuni <strong>del</strong>la provincia di Frosinone. - Sul<br />

front.: Benvenuti in Ciociaria, Welcome to Ciociaria.<br />

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((Ripr. facs. <strong>del</strong>l'ed.: Orvieto : tip. Mars<strong>il</strong>i, 1866.<br />

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al.]. - Roma : Editalia, 1972. - 229 p. : tav. ; 31 cm.<br />

- L. Colacicchi, Canti popolari di Ciociaria, 1936<br />

- L. Colacicchi ,Il pianto <strong>del</strong>le zitelle, 1936.<br />

- V. De Caprio , Viaggiatori nel <strong>La</strong>zio : fonti italiane 1800-1920. - Roma : Istituto Nazionale di Studi<br />

Romani, 2007. - 536 p. ; 24 cm. (Segue: Repertorio, a cura di V. De Caprio, <strong>La</strong>ura Bertolaccini<br />

Romito).<br />

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cura di Piergiorgio Vallorosi ; collaborazione tecnica Nello Rinaldi.<br />

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Tipografia Salviucci 1830. – 32 p.<br />

- G. Falco, I comuni <strong>del</strong>la Campagna e <strong>del</strong>la Marittima nel Medioevo. - Roma : R. Societa romana di<br />

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- F. Gregorovius Passeggiate per l'Italia; versione dal tedesco [di Mario Corsi]. - Roma : U. Carboni. -<br />

v. ; 19 cm.<br />

- <strong>La</strong>zio. - Novara : Istituto geografico De Agostini, [1979]. - 396 p. : <strong>il</strong>l. ; 30 cm<br />

137


- Il *<strong>La</strong>zio / a cura di A. Caracciolo. - Torino : G. Einaudi, ©1991. - XVIII, 674 p., [36] c. di tav. : <strong>il</strong>l. ; 22<br />

cm.<br />

- C. Leombroni , Appunti per un'ontologia <strong>del</strong>le biblioteche digitali: considerazioni sulla Biblioteca<br />

digitale italiana, Fa parte di: Bollettino AIB, Giugno 2004 (Vol. 44, n. 2), p. 115-131<br />

(http://www.aib.it/aib/boll/2004/0402115.htm)<br />

- Madame De Stael, Corinna o l'Italia; traduzione di L. Pomp<strong>il</strong>j. - <strong>La</strong> Spezia : Fratelli Melita, 1987. -<br />

586 p. ; 21 cm. ((Tit. orig.: Corinne ou l'Italie<br />

- <strong>La</strong> maravigliosa invenzione : strade ferrate nel <strong>La</strong>zio : 1846-1930 / a cura di M. G. Branchetti e D.<br />

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- G. Marchetti Longhi, Il <strong>La</strong>zio meridionale triplice via di espansione <strong>del</strong>la civ<strong>il</strong>tà latina : (sintesi<br />

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<strong>del</strong>l'Istituto di storia e di arte <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio meridionale, 4 (1966)<br />

- A. Mozz<strong>il</strong>lo , <strong>La</strong> frontiera <strong>del</strong> Grand Tour : viaggi e viaggiatori nel Mezzogiorno borbonico. - Napoli :<br />

Liguori, 1992. - 470 p., \13! c. di tav. : <strong>il</strong>l. ; 22 cm.<br />

- A. Parisella, Vita culturale e organizzazione <strong>del</strong>la cultura nel <strong>La</strong>zio (1946-1986),<br />

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- A. Pollarini, Tutti i colori <strong>del</strong> verde, Franco Angeli (Turismo vocazionale)<br />

- Stendhal, <strong>La</strong> Certosa di Parma; [traduzione di Cam<strong>il</strong>lo Sbarbaro]. - Torino : Einaudi, stampa 1975. -<br />

442 p. ; 22 cm.<br />

- G. Targioni Tozzetti, In Ciociarìa : ricordi di usanze popolari. - Livorno : R. Giusti, 1891. - 62 p. ; 19<br />

cm.<br />

- P. Zappasodi, Anagni <strong>attraverso</strong> i secoli. - Rist. anast. - Roma : Istituto poligrafico e Zecca <strong>del</strong>lo<br />

Stato, 1985. - 2 v. : <strong>il</strong>l., 1 ritr. ; 24 cm.<br />

RIFERIMENTI NORMATIVI<br />

- D. Lgs. n. 42/2004 e s.m.i. – Codice dei Beni Culturali e <strong>del</strong> paesaggio;<br />

- L.R. n. 4/2006 Legge finanziaria regionale – che all’art. 56 comma 5 definisce gli attrattori culturali<br />

come punto di riferimento per la definizione <strong>del</strong>le priorità nell’uso <strong>del</strong>le risorse comunitarie, nazionali e<br />

regionali relative alla <strong>valorizzazione</strong> e alla promozione dei beni culturali, riconducendole in un quadro<br />

unitario di programmazione;;<br />

- L.R. n. 19/2006 Disposizioni per la <strong>valorizzazione</strong> culturale, turistica e ambientale <strong>del</strong>la Via<br />

Francigena e degli altri itinerari culturali regionali riconosciuti da parte <strong>del</strong> Consiglio d’Europa;<br />

- DGR n. 662/2006 – III Accordo Integrativo all’Accordo di Programma Quadro in material di beni ed<br />

attività culturali tra la Regione <strong>La</strong>zio ed <strong>il</strong> Ministero per i Beni e le Attività Culturali – APQ1 – che<br />

individua i GAC <strong>del</strong>le province di Viterbo, <strong>La</strong>tina e Roma;<br />

- DGR n. 984/2007 – IV Accordo Integrativo all’Accordo di Programma Quadro in material di beni ed<br />

attività culturali tra la Regione <strong>La</strong>zio ed <strong>il</strong> Ministero per i Beni e le Attività Culturali – APQ1 – che<br />

individua i GAC <strong>del</strong>le province di Rieti e Frosinone;<br />

- DGR n. 717/2006 – Approvazione criteri di priorità per l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>le risorse riguardanti l’offerta e la<br />

promozione culturale, ambientale e turistica - che approva i tematismi territoriali integrati per la<br />

promozione culturale;<br />

138


- L.R. n. 40/99 – Programmazione integrata per la <strong>valorizzazione</strong> ambientale, culturale e turistica <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>;<br />

- L.R. n. 42/97 - Norme in materia di beni e servizi culturali <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio;<br />

- L.R. 27/2006 – Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2007 – art. 57<br />

- POR FESR <strong>La</strong>zio 2007-2013 approvato dal Consiglio regionale <strong>del</strong> <strong>La</strong>zio con DCR n. 39 <strong>del</strong><br />

03.04.2007 e adottato nella versione definitiva con Decisione <strong>del</strong>la Commissione competente n. C(2007)<br />

4584 <strong>del</strong> 02.10.2007<br />

SITI INTERNET<br />

http://www.baicr.it/site/it-IT/<br />

http://www.bibliotechevalle<strong>del</strong>sacco.it<br />

http://www.culturalazio.it/<br />

http://grandtour.bncf.firenze.sbn.it:9080/nazionale<br />

http://www.<strong>il</strong>turismoculturale.it/<br />

http://www.internetculturale.it/<br />

http://www.lecitta<strong>del</strong>lacultura.it/<br />

http://www.sitiunesco.it/<br />

139

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