scuola secondaria di primo grado “san giuseppe” - Istituto ...
scuola secondaria di primo grado “san giuseppe” - Istituto ...
scuola secondaria di primo grado “san giuseppe” - Istituto ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO<br />
“SAN GIUSEPPE”<br />
Piazza Marsala, 4 - Lugo (RA)<br />
Tel. 0545 23207<br />
Fax: 0545 23207<br />
E-mail: <strong>scuola</strong>sgiuseppe@racine.ra.it<br />
www.sangiuseppelugo.it<br />
PER DIPINGERE LA VITA DI ALUNNI E DOCENTI<br />
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA<br />
Anno scolastico 2008-2009<br />
“Dietro <strong>di</strong> noi una<br />
Storia <strong>di</strong> educazione<br />
alla conoscenza,<br />
davanti a noi la<br />
possibilità <strong>di</strong><br />
insegnare ai Giovani<br />
come conoscere e<br />
gestire i cambiamenti<br />
del nostro tempo …”
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
“Il futuro dell’umanità<br />
è posto nelle mani<br />
<strong>di</strong> coloro che sono<br />
capaci <strong>di</strong> trasmettere<br />
alle generazioni <strong>di</strong> domani<br />
ragioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> speranza”<br />
(GS. 31)<br />
2
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
INDICE<br />
PREMESSA................................................................................................... » 3<br />
Sulle orme <strong>di</strong> Don Cavina … per una <strong>scuola</strong> in cammino.............................. » 4<br />
Contesto socio-economico e culturale del territorio ....................................... » 6<br />
Il Piano dell’Offerta Formativa ..................................................................... » 8<br />
Principi fondamentali...................................................................................... » 9<br />
- Fedeltà al Vangelo ............................................................................... » 9<br />
- Centralità dell’alunno ........................................................................... » 10<br />
- Rapporti <strong>scuola</strong>-famiglia ...................................................................... » 12<br />
- Formazione dell’uomo e del citta<strong>di</strong>no .................................................. » 13<br />
- Comunità educante .............................................................................. » 14<br />
Finalità educativo-formative........................................................................... » 15<br />
Co<strong>di</strong>ce deontologico......................................................................................... » 17<br />
DAL SEGNO ALLA MENTE.................................................................... » 22<br />
Metodologia .................................................................................................... » 23<br />
- Dall’esperienza all’appren<strong>di</strong>mento ....................................................... » 23<br />
- Didattica .............................................................................................. » 24<br />
- Progetto ............................................................................................... » 24<br />
- Trasparenza metodologica .................................................................... » 25<br />
- Programmazione .................................................................................. » 25<br />
- Recupero e potenziamento .................................................................... » 27<br />
- Valutazione .......................................................................................... » 27<br />
Criteri generali <strong>di</strong> valutazione ..................................................... » 28<br />
Criteri <strong>di</strong> valutazione per l’organizzazione del lavoro scolastico ...... » 29<br />
Obiettivi trasversali .......................................................................................... » 30<br />
Prove <strong>di</strong> verifica................................................................................................. » 32<br />
Integrazione <strong>di</strong> alunni in situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio ................................................. » 33<br />
“Educati ad essere”: il PECUP ........................................................................... » 35<br />
I Progetti ........................................................................................................... » 38<br />
1
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA ....................................................... pag. 43<br />
Organigramma .................................................................................................. » 44<br />
Quadro delle responsabilità ............................................................................. » 45<br />
Valutazione della qualità .................................................................................. » 47<br />
Piano curricolare .............................................................................................. » 48<br />
Docenti .............................................................................................................. » 49<br />
Dopo<strong>scuola</strong> ........................................................................................................ » 50<br />
Orario delle lezioni ........................................................................................... » 50<br />
Laboratori <strong>di</strong>dattici........................................................................................... » 50<br />
Spazi attrezzati ................................................................................................. » 51<br />
Regolamento degli alunni ................................................................................. » 52<br />
2
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
PREMESSA<br />
3
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
SULLE ORME DI DON CAVINA … PER UNA SCUOLA IN CAMMINO<br />
L’<strong>Istituto</strong> “San Giuseppe” nasce dal coraggio e dalla fermezza <strong>di</strong> un religioso lughese,<br />
Don Carlo Cavina, sullo sfondo dell’anticlericalismo che caratterizzò anche la Lugo della<br />
seconda metà dell’Ottocento.<br />
In questo panorama operò la figura <strong>di</strong> Don Carlo Cavina che, in opposizione alla propa-<br />
ganda del momento, decise <strong>di</strong> creare una “Piccola Casa” con lo scopo primario<br />
dell’istruzione. Nasce così nel 1869 una <strong>scuola</strong> femminile, in Via Fermini, grazie al soste-<br />
gno del Vescovo e all’aiuto <strong>di</strong> alcune suore della Carità <strong>di</strong> S. Antida Thouret. Don Cavina<br />
aveva ben chiaro il suo <strong>di</strong>segno: una <strong>scuola</strong> che sapesse fornire un livello <strong>di</strong> istruzione e-<br />
lementare ma che si fondasse sui principi del lavoro, del catechismo e dell’accoglienza.<br />
Si poté assistere così alla creazione <strong>di</strong> un’opera cattolica in un territorio altamente anticle-<br />
ricale, opera che crebbe ad un punto tale che Don Cavina decise <strong>di</strong> affiancare ad essa an-<br />
che una <strong>scuola</strong> maschile, progetto che non fu mai pienamente realizzato, tuttavia, per<br />
mancanza <strong>di</strong> collaboratori che aiutassero il Fondatore.<br />
Così la “Piccola Casa” rimase solo <strong>scuola</strong> e istituto collegiale femminile, ma ormai insuf-<br />
ficiente per accogliere tutte le richieste e fu inevitabile un trasferimento.<br />
Nel 1884 la <strong>scuola</strong> si trasferì allora in Via Emal<strong>di</strong>, sede attuale dell’<strong>Istituto</strong> “San Giusep-<br />
pe”. Da allora nello stesso e<strong>di</strong>ficio coesistevano le Scuole Normali (per l’istruzione ele-<br />
mentare e me<strong>di</strong>a) e quelle Complementari (per l’istruzione superiore).<br />
Don Cavina aveva così creato non solo una grande <strong>scuola</strong> ma una nuova Congregazione,<br />
con finalità educative, che attingeva la propria spiritualità a quella <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sa-<br />
les.<br />
Le suore dell’<strong>Istituto</strong> facevano così parte <strong>di</strong> una nuova famiglia religiosa: le “Figlie <strong>di</strong> San<br />
Francesco <strong>di</strong> Sales”.<br />
E proprio secondo l’insegnamento <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales, la formazione doveva segui-<br />
re tre vie: la prima intellettiva, la seconda affettiva, la terza operativa.<br />
La prima è luce, la seconda fervore, la terza azione. La prima è fatta d’amore, la seconda<br />
<strong>di</strong> devozione, la terza <strong>di</strong> opere.<br />
La <strong>scuola</strong> procedette secondo questa linea, anche se in seguito alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
fu costretta a chiudere. Fu la riforma Gentile del 1923 che ri<strong>di</strong>ede vita all’<strong>Istituto</strong>. Secon-<br />
do questo nuovo programma si privilegiavano le <strong>di</strong>scipline classiche e la filosofia e lo stu-<br />
<strong>di</strong>o del latino <strong>di</strong>venne un vero e proprio strumento culturale. Fu proprio in questo momen-<br />
to <strong>di</strong> trasformazione per la <strong>di</strong>dattica che la Superiora Generale, Madre Anna Ricci Minga-<br />
ni, il 14 maggio 1926 chiese l’autorizzazione per aprire il <strong>primo</strong> <strong>Istituto</strong> Magistrale della<br />
città. E così fu. Divenne un’opera sempre più grande che neanche le bombe del secondo<br />
conflitto mon<strong>di</strong>ale riuscirono a <strong>di</strong>struggere.<br />
La Scuola Inferiore si trasformò in Scuola Me<strong>di</strong>a, mentre l’<strong>Istituto</strong> Magistrale si propone-<br />
va <strong>di</strong> formare nuove insegnanti, nuove mogli e nuove mamme.<br />
4
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Dunque una <strong>scuola</strong> che avesse come obiettivo primario l’istruzione, ma che, sulle orme <strong>di</strong><br />
Don Carlo Cavina, preparasse anche per l’educazione domestica e religiosa, nei valori del<br />
lavoro e della spiritualità. In seguito le “Figlie <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales” aprirono anche<br />
la Scuola Magistrale, una <strong>scuola</strong> che, oltre a rilasciare il titolo <strong>di</strong> maestra <strong>di</strong> <strong>scuola</strong> mater-<br />
na, permettesse anche l’accesso agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> assistente sociale e infermiera professionale.<br />
Ottenne il riconoscimento legale l’8 maggio 1961. Il suo tramonto avvenne nel 1990,<br />
quando cambiò la legislazione scolastica.<br />
Nel 1980 nacque il Liceo Linguistico “San Giuseppe” che nel 1997 si trasformò in Liceo<br />
Linguistico Europeo.<br />
La peculiarità consisteva nell’essere un Liceo che permettesse l’insegnamento <strong>di</strong> più lin-<br />
gue e che fosse riconosciuto a livello europeo. Garantiva infatti un percorso scolastico che<br />
faceva percepire l’universalità della cultura dei popoli e dava agli studenti una sensibilità<br />
interculturale e una visione del mondo ampia e articolata.<br />
La nascita tuttavia in questi ultimi anni <strong>di</strong> corsi sperimentali linguistici nelle scuole statali<br />
ha portato alla chiusura, nell’anno 2000-2001, del Liceo, nonostante le pressioni e la co-<br />
raggiosa speranza <strong>di</strong> molti genitori.<br />
Oggi l’<strong>Istituto</strong> “San Giuseppe”, composto dalla Sezione Primavera, dalla Scuola<br />
dell’Infanzia, dalla Scuola Primaria e Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado, ha ottenuto la parità<br />
scolastica. Nel giugno del 2002 alla Scuola Primaria è stata concessa anche la parifica.<br />
Le orme <strong>di</strong> Don Carlo Cavina sono ripercorse ogni anno scolastico dai docenti e dagli stu-<br />
denti dell’<strong>Istituto</strong>, impegnati in una progressiva crescita culturale, spirituale e morale.<br />
5
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
CONTESTO SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE<br />
DEL TERRITORIO IN CUI OPERA LA SCUOLA<br />
«In campo rosso la croce d’argento ritrinciata e pomata nel capo e dai lati. Accantonata<br />
alla destra del capo da una colomba dello stesso metallo, volante verso il fianco destro<br />
dello scudo, con ramoscello d’ulivo verde nel becco»<br />
Venne così descritto lo stemma <strong>di</strong> Lugo che ancora oggi si innalza sulla Rocca Estense.<br />
Rimane la testimonianza storica del dominio ravennate sulla città: infatti lo stesso stemma<br />
apparteneva precedentemente alla Chiesa <strong>di</strong> Ravenna.<br />
Se entrassimo a Lugo per la prima volta, non potremmo non notare l’imponente fortifica-<br />
zione che nel ’400 <strong>di</strong>venne una vera e propria cittadella.<br />
La Rocca Estense è oggi sede dell’Amministrazione comunale ed una parte <strong>di</strong> essa è a<strong>di</strong>-<br />
bita a mostre documentarie e artistiche.<br />
Altrettanto imponente è il Pavaglione, una lunga passeggiata sotto loggiati che ospitano,<br />
oltre a negozi <strong>di</strong> ogni genere, parte del mercato del mercoledì, illustre per i suoi seicento<br />
anni <strong>di</strong> storia, un tempo sede <strong>di</strong> commercio <strong>di</strong> bestiame e opere <strong>di</strong> artigianato, ancora oggi<br />
appuntamento quasi obbligato per i lughesi e non solo. Da settembre a giugno, ogni se-<br />
conda domenica del mese, il Pavaglione ospita il Mercatino dell’antiquariato,<br />
dell’artigianato artistico e del collezionismo.<br />
Nella piazza attigua al Pavaglione si innalza il monumento a Francesco Baracca, uno degli<br />
eroi dell’aviazione italiana della prima guerra mon<strong>di</strong>ale: una statua <strong>di</strong> bronzo su un grande<br />
pie<strong>di</strong>stallo, sormontata da un’ala in pietra <strong>di</strong> ben 27 metri con il simbolo del cavallino<br />
rampante.<br />
Il Museo de<strong>di</strong>cato a Francesco Baracca ospita l’aereo sul quale Baracca conseguì una del-<br />
le sue trentaquattro vittorie e numerosi documenti storici dell’epoca.<br />
Più recente, poiché venne costruito nella seconda metà del settecento, è il Palazzo Trisi,<br />
noto più che per la sua struttura architettonica, per essere <strong>di</strong>ventato la sede della biblioteca<br />
comunale. Esso ospita anche lo sportello “Informagiovani” che offre un valido servizio<br />
per l’orientamento.<br />
Il gemellaggio <strong>di</strong> Lugo con Nervesa della Battaglia (TV); Choisy le Roi (Francia); Kul-<br />
mbach (Germania); Augustin Codazzi (Colombia) permette al territorio, come alla nostra<br />
<strong>scuola</strong>, <strong>di</strong> creare la possibilità <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> “intercultura”.<br />
Ma se passiamo per il centro <strong>di</strong> Lugo non possiamo tralasciare il Teatro Rossini, nobile<br />
per la sua struttura interna e conosciuto per le stagioni liriche, per i concerti musicali e,<br />
ovviamente, per le rappresentazioni teatrali.<br />
Accanto a questi, spicca anche un luogo che testimonia concretamente la presenza a Lugo <strong>di</strong><br />
una comunità ebraica sulla quale ancora oggi si orientano molti stu<strong>di</strong> a testimonianza <strong>di</strong><br />
un’epoca che desta tuttora notevole interesse: l’ottocentesco Cimitero Ebraico.<br />
Molte poi le chiese che narrano la storia della religiosità lughese. Ancora oggi, esse rac-<br />
colgono <strong>di</strong>versi e numerosi gruppi giovanili, spesso attivi in opere <strong>di</strong> volontariato.<br />
6
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Sono vivi inoltre istituti religiosi, taluni che hanno avuto origine con finalità educative<br />
proprio nella città <strong>di</strong> Lugo.<br />
Per bambini e ragazzi poi non mancano spazi per il <strong>di</strong>vertimento: ai centri ricreativi si af-<br />
fiancano campi da calcio e la piscina comunale.<br />
Da settembre bambini, ragazzi e adulti (questi ultimi con “l’Università per Adulti”) sono<br />
impegnati nella <strong>scuola</strong>: dagli asili nido alle scuole dell’infanzia, dalle primarie alle secon-<br />
darie <strong>di</strong> <strong>primo</strong> e secondo <strong>grado</strong>, alle scuole <strong>di</strong> musica (da ricordare la <strong>scuola</strong> “Malerbi”)<br />
sia statali che paritarie.<br />
Anche da questi brevi cenni emerge, in definitiva, l’immagine <strong>di</strong> una località <strong>di</strong> rilevante<br />
interesse culturale e artistico, e <strong>di</strong> tranquilla vita quoti<strong>di</strong>ana per le contenute <strong>di</strong>mensioni<br />
urbane.<br />
Non dobbiamo infine <strong>di</strong>menticare come Lugo rivesta un importante ruolo economico per<br />
gli scambi commerciali agricoli e industriali della Romagna.<br />
La Scuola “San Giuseppe” si integra con l’ambiente della città <strong>di</strong> Lugo. La città, con tutti i<br />
suoi spazi e con l’unicità del patrimonio culturale, offre alla <strong>scuola</strong> un soffio <strong>di</strong> vita nel<br />
quoti<strong>di</strong>ano. Così l’aula <strong>di</strong>viene uno spazio alternativo in cui l’ambiente sociale (e cioè la<br />
vita <strong>di</strong> ognuno tra le strade e gli e<strong>di</strong>fici della città) e l’ambiente naturale si fondono in<br />
progetti <strong>di</strong>dattici finalizzati ad una formazione integrale dell’alunno.<br />
L’obiettivo è quello, ancora una volta, <strong>di</strong> non separare la <strong>scuola</strong> dalla vita.<br />
7
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA<br />
Lo Stato Italiano con la legge 241/90 ha <strong>di</strong>sposto che gli Enti pubblici fornissero ai citta<strong>di</strong>ni<br />
un servizio all’insegna della trasparenza, cioè ha voluto che dessero all’utenza<br />
informazioni concrete sul loro funzionamento.<br />
È in questo contesto che ogni <strong>scuola</strong> in forza del DPR 275/99 è chiamata a re<strong>di</strong>gere il<br />
Piano dell’Offerta Formativa che è il documento fondamentale costitutivo<br />
dell’identità culturale e progettuale dell’istituzione scolastica in quanto esplicita la<br />
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che la <strong>scuola</strong><br />
adotta nell’ambito dell’autonomia.<br />
Con il Piano dell’Offerta Formativa la <strong>scuola</strong> stabilisce con la propria utenza un accordo<br />
che deve essere con<strong>di</strong>viso, esplicito, flessibile, realizzabile e verificabile.<br />
Il Collegio dei Docenti nella costruzione del P.O.F. deve fare delle scelte che tengano<br />
conto delle aspettative e dei bisogni del territorio. Ciò significa che la nostra <strong>scuola</strong> ha<br />
sì una autonomia, ma con essa anche responsabilità, e non è autoreferenziale, ma soggetta<br />
a verifiche.<br />
Il Piano dell’Offerta Formativa è un progetto strutturato in un’ottica <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong>namico<br />
e si connota attraverso le seguenti finalità:<br />
articolare la progettazione nel rispetto della specifica identità del nostro <strong>Istituto</strong><br />
documentare gli obiettivi e gli esiti del processo educativo perché tutte le componenti<br />
e la realtà territoriale conoscano l’intera azione educativa della <strong>scuola</strong><br />
innalzare il livello <strong>di</strong> scolarità nella qualità e il tasso <strong>di</strong> successo scolastico.<br />
All’interno <strong>di</strong> questo progetto vengono definiti gli in<strong>di</strong>rizzi generali per le attività della<br />
<strong>scuola</strong> e le scelte generali <strong>di</strong> gestione e <strong>di</strong> amministrazione sulla base della con<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> una comune piattaforma culturale ed operativa che valorizzi ciò che già esiste alle<br />
ra<strong>di</strong>ci del nostro <strong>Istituto</strong>.<br />
8
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
FEDELTÀ AL VANGELO<br />
PRINCIPI FONDAMENTALI<br />
AI QUALI L’ISTITUZIONE SCOLASTICA<br />
ISPIRA LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />
PRIMA PENSACI<br />
Non <strong>di</strong>re Padre se ogni giorno non ti comporti da figlio.<br />
Non <strong>di</strong>re Nostro se vivi isolato nel tuo egoismo.<br />
Non <strong>di</strong>re Che sei nei cieli, se pensi solo alle cose terrene.<br />
Non <strong>di</strong>re Sia santificato il tuo nome, se non lo onori.<br />
Non <strong>di</strong>re Venga il tuo regno, se lo confon<strong>di</strong> con il successo materiale.<br />
Non <strong>di</strong>re Sia fatta la tua volontà, se non l’accetti quando è dolorosa.<br />
Non <strong>di</strong>re Donaci oggi il nostro pane, se non ti preoccupi della gente che ha fame, è senza<br />
cultura e senza mezzi per vivere.<br />
Non <strong>di</strong>re Perdona i nostri debiti, se conservi un rancore verso tuo fratello.<br />
Non <strong>di</strong>re Non lasciarci cadere nella tentazione, se hai intenzione <strong>di</strong> continuare a peccare.<br />
Non <strong>di</strong>re Liberaci dal male, se non pren<strong>di</strong> posizione contro il male.<br />
Non <strong>di</strong>re Amen, se non pren<strong>di</strong> sul serio le parole del Padre Nostro.<br />
La nostra <strong>scuola</strong> si propone <strong>di</strong> condurre per mano lo studente secondo l’insegnamento che<br />
Cristo ci ha dato: ognuno <strong>di</strong> noi ha un appuntamento nella vita dei ragazzi e questo ce lo<br />
ha fissato Dio. Il docente quin<strong>di</strong> si impegna nel comunicare allo studente un principio <strong>di</strong><br />
generosità e amore verso il prossimo. Educare <strong>di</strong>venta un processo <strong>di</strong> costruzione della<br />
persona secondo l’insegnamento trasmesso dal Vangelo. Anche l’istruzione è un’arte e<br />
come tutte le arti si propone come fine ultimo il raggiungimento della bellezza, una bel-<br />
lezza interiore che si cerca <strong>di</strong> scoprire in ogni persona. E solo se il docente ama Cristo e<br />
vuol bene all’alunno, troverà i mezzi più efficaci per portarlo a Lui. In realtà c’è un biso-<br />
gno <strong>di</strong> vita che Dio ha messo nel cuore <strong>di</strong> ogni ragazzo (anche il più <strong>di</strong>sinteressato o il più<br />
incredulo) e che è legato alla sua necessità <strong>di</strong> essere stimato, <strong>di</strong> avere fiducia in se stesso,<br />
<strong>di</strong> essere amato e <strong>di</strong> amare. È un bisogno <strong>di</strong> conoscere, <strong>di</strong> capire, <strong>di</strong> essere felice per <strong>di</strong>-<br />
ventare protagonista della propria vita. L’obiettivo della nostra <strong>scuola</strong> è <strong>di</strong> permettere<br />
all’alunno <strong>di</strong> crescere in questo cammino, sorretto e supportato dai principi cristiani. Di<br />
conseguenza l’ora <strong>di</strong> religione si propone due scopi: quello principale <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la<br />
conoscenza del Vangelo e quello non meno importante del <strong>di</strong>alogo. Non è quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>-<br />
sciplina isolata, ma una “ricchezza” che sappia spiegare e personalizzare alcuni valori che<br />
ritroviamo nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />
9
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
CENTRALITÀ DELL’ALUNNO<br />
I BAMBINI IMPARANO QUELLO CHE VIVONO<br />
Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare<br />
Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere<br />
Se i bambini vivono con la paura, imparano ad essere apprensivi<br />
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi<br />
Se i bambini vivono con il ri<strong>di</strong>colo, imparano ad essere timi<strong>di</strong><br />
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invi<strong>di</strong>a<br />
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli<br />
Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano a essere sicuri <strong>di</strong> sé<br />
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano ad essere pazienti<br />
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare<br />
Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano ad amare<br />
Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi<br />
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo<br />
Se i bambini vivono con la con<strong>di</strong>visione, imparano ad essere generosi<br />
Se i bambini vivono con l’onestà, imparano ad essere sinceri<br />
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos’è la giustizia<br />
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto<br />
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in se stessi e nel prossimo<br />
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui si vive<br />
Solitamente la <strong>scuola</strong> si propone che lo studente al termine del percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
sappia leggere, scrivere, calcolare, osservare, <strong>di</strong>segnare ecc., ma non sempre si<br />
preoccupa <strong>di</strong> come, in questo cammino, si sia sentito o sia cresciuto. L’errore più frequente<br />
che si compie in campo educativo è tralasciare la personalità e l’esperienza <strong>di</strong><br />
crescita degli studenti. Questo significa <strong>di</strong>menticare che ognuno è <strong>di</strong>verso dall’altro e<br />
che sono tante le componenti che ci caratterizzano. Sarebbe molto facile fare <strong>scuola</strong><br />
senza pensare al singolo in<strong>di</strong>viduo, credendo <strong>di</strong> avere <strong>di</strong> fronte una classe sempre omogenea<br />
e uguale. La vera sfida consiste proprio nel non cadere in questo errore.<br />
Non bisognerebbe mai <strong>di</strong>menticare che l’educazione è soprattutto un viaggio interiore,<br />
le cui tappe corrispondono alla <strong>di</strong>versa maturazione interna dello studente. È naturale<br />
che le capacità <strong>di</strong> base siano essenziali, ma bisognerebbe incoraggiare anche la creatività<br />
e l’estro del ragazzo stesso. Se tutti gli alunni fossero uguali sarebbe come guardare<br />
una realtà con gli stessi occhiali; invece sono tanti i punti <strong>di</strong> vista quanti gli aspetti<br />
caratterizzanti <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> loro. La <strong>scuola</strong> non esisterebbe senza i bambini: proprio per<br />
questo dobbiamo considerarli i primi attori nel grande palcoscenico dell’educazione. Ma<br />
10
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
cosa significa in concreto “centralità dell’alunno”? Prima <strong>di</strong> tutto significa considerare<br />
le sue debolezze e i suoi punti forti. Questo servirà al docente sia per una valorizzazione<br />
dell’operato, sia per evitare una frustrazione <strong>di</strong> fronte ad un insuccesso scolastico.<br />
Di conseguenza sarà più facile stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere, quegli<br />
obiettivi verso i quali un giorno potranno venire orientate le abilità dello studente.<br />
In secondo luogo sarà bene cercare <strong>di</strong> motivare l’alunno <strong>di</strong> fronte ad ogni progetto,<br />
<strong>di</strong>mostrando che raramente esiste un solo modo per fare le cose e che inevitabilmente<br />
una scelta comporta vantaggi e svantaggi. In terzo luogo si dovrà intendere come e<br />
quando l’alunno apprende: l’esperienza personale quasi sempre influisce sul processo<br />
<strong>di</strong> crescita. Infine, ma non meno importante, bisognerà cercare <strong>di</strong> non rifiutare l’idea,<br />
né tra<strong>di</strong>re l’aspettativa dello studente. Il <strong>di</strong>alogo tra le due parti (docente e <strong>di</strong>scente)<br />
<strong>di</strong>viene dunque una componente fondamentale del processo educativo. Talvolta educa<br />
più una <strong>di</strong>scussione che un’imposizione: infatti lo studente dovrebbe sentire e vivere le<br />
ore <strong>di</strong> lezione come un piacere e non come un dovere. Per fare questo l’insegnante deve<br />
trovare le strategie per interessarlo e per far comprendere che ognuno possiede una<br />
personale ricchezza che gli altri non hanno.<br />
I ragazzi hanno bisogno <strong>di</strong> sentire <strong>di</strong> valere, <strong>di</strong> essere stimati, <strong>di</strong> avere fiducia in se<br />
stessi. E noi docenti dobbiamo proporci <strong>di</strong> escogitare meto<strong>di</strong> efficaci per ottenere ciò,<br />
ricordando ai nostri alunni che la prima lotta per riuscire parte da se stessi ed è con se<br />
stessi. Pensare ai ragazzi significa non cercare un applauso per un nostro successo, ma<br />
credere in loro, cercare <strong>di</strong> essere bravi osservatori e trovare le potenzialità che sono<br />
nascoste dentro <strong>di</strong> loro. È stato detto che “Chi educa dovrebbe accendere la lampada<br />
che è dentro ogni alunno, senza <strong>di</strong>menticare che i ragazzi «tirano fuori» il meglio <strong>di</strong><br />
noi e talvolta grazie a loro noi siamo migliori”.<br />
11
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA<br />
“L’Europa religiosa e cristiana ha davanti a sé un grande compito: restituire importanza,<br />
<strong>di</strong>gnità e grandezza al nucleo fondamentale della società. La salvezza<br />
dell’umanità <strong>di</strong>pende dalla consistenza della famiglia, dalla forza che questa ha <strong>di</strong><br />
trasmettere al bambino i valori, il senso della libertà, la gioiosa importanza della<br />
cultura.”<br />
Talvolta la <strong>scuola</strong> viene vista come una grande famiglia. Forse non è una visione del<br />
tutto <strong>di</strong>storta. I rapporti che si instaurano tra i genitori e i docenti sono in verità fondamentali<br />
per la crescita dello studente. L’educazione infatti contribuisce allo sviluppo<br />
totale <strong>di</strong> ciascun in<strong>di</strong>viduo, sia per quanto concerne l’intelligenza, il senso critico, la<br />
responsabilità, che nel consolidamento <strong>di</strong> alcuni valori basilari, in<strong>di</strong>spensabili nella vita<br />
<strong>di</strong> ognuno. La <strong>scuola</strong> <strong>di</strong>venta una seconda guida nell’orizzonte <strong>di</strong> crescita del bambino,<br />
che vive la sua prima esperienza formativa all’interno della famiglia. Ecco perché<br />
è importante che le due istituzioni procedano con spirito <strong>di</strong> collaborazione, riscoprendo<br />
in ogni momento <strong>di</strong> avere in comune la responsabilità <strong>di</strong> provvedere, in mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stinti ma convergenti, alla formazione dei giovani.<br />
Per facilitare questa in<strong>di</strong>spensabile collaborazione, esistono <strong>di</strong>verse occasioni.<br />
Innanzitutto, fin dall’inizio dell’anno scolastico, si stabilisce, per ogni docente,un orario<br />
settimanale per gli incontri con i genitori, al fine <strong>di</strong> informare sull’andamento scolastico<br />
del figlio (ren<strong>di</strong>mento, comportamento, impegno).<br />
Inoltre, attraverso il colloquio generale e la consegna <strong>di</strong> una pagellina, una volta a<br />
quadrimestre, si evidenziano i progressi o le <strong>di</strong>fficoltà che l’alunno incontra, per valutare<br />
insieme gli interventi più efficaci.<br />
Infine, la <strong>scuola</strong> si impegna ad organizzare incontri e corsi <strong>di</strong> formazione e orientamento<br />
rivolti a quanti partecipano alla vita della <strong>scuola</strong>.<br />
La famiglia è spesso il teatro <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni e decisioni, in cui si attuano i due gran<strong>di</strong><br />
principi dell’ascolto e del <strong>di</strong>alogo, principi che anche la <strong>scuola</strong> considera fondamentali<br />
per la formazione in<strong>di</strong>viduale.<br />
Il nostro obiettivo è tenere sempre in considerazione che la famiglia è prima <strong>di</strong> tutto un<br />
dono, la testimonianza più evidente <strong>di</strong> amore verso l’altro. Questo è il <strong>primo</strong> messaggio<br />
che ogni <strong>scuola</strong> dovrebbe comunicare. Tutti noi impariamo meglio e più in fretta<br />
cose nuove se queste sono subito messe in contatto con quello che già conosciamo,<br />
con la nostra vita <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />
12
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
FORMAZIONE DELL’UOMO E DEL CITTADINO<br />
“L’uomo si forma solo se è protagonista consapevole ed attivo della sua formazione,<br />
se è responsabile della propria crescita culturale, religiosa, sociale, cioè del proprio<br />
umanizzarsi”.<br />
Parlare <strong>di</strong> formazione a <strong>scuola</strong> significa prima <strong>di</strong> tutto volontà <strong>di</strong> creare nel ragazzo<br />
una identità personale. Quelli che sono gli alunni <strong>di</strong> oggi saranno uomini e citta<strong>di</strong>ni del<br />
domani. Abbiamo già accennato all’importanza nel processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento che<br />
dovrebbe essere attribuita all’esperienza del quoti<strong>di</strong>ano. Quest’ultima è senza dubbio<br />
prima <strong>di</strong> tutto esperienza personale <strong>di</strong> vita, ma anche integrazione con ciò che ci circonda<br />
e con il nostro territorio. Se facessimo lezione solo per insegnare delle nozioni,<br />
considereremmo i nostri studenti unicamente come contenitori <strong>di</strong> dati. In realtà il nostro<br />
obiettivo è fornire loro gli strumenti con i quali siano in <strong>grado</strong> <strong>di</strong> operare scelte<br />
nella vita <strong>di</strong> ogni giorno e che li rendano consapevoli del contesto culturale e sociale in<br />
cui agiranno. Senza limitare unicamente ad alcune <strong>di</strong>scipline lo sviluppo <strong>di</strong> questo<br />
progetto, questa <strong>scuola</strong> si propone ogni anno <strong>di</strong> analizzare, con interventi pluri<strong>di</strong>sciplinari<br />
e con osservazioni <strong>di</strong>rette, il territorio e lo Stato in cui ognuno <strong>di</strong> noi è citta<strong>di</strong>no.<br />
Ciò permette anche <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care tempo ed energie per ore <strong>di</strong> lezione che esulano dal<br />
consueto e che per gli studenti sono un <strong>di</strong>vertimento. Partendo da una definizione dei<br />
ruoli e delle responsabilità che ognuno <strong>di</strong> loro ha all’interno della classe (capoclasse,<br />
capogruppo, segretario, …) si potrebbe, ad esempio, parlare anche <strong>di</strong> ruoli politici, delineando<br />
quello che è il quadro dell’attuale società italiana. Inoltre non si dovrà mai<br />
<strong>di</strong>menticare <strong>di</strong> essere citta<strong>di</strong>ni europei: pertanto sarà interessante e utile una riflessione<br />
sull’Europa, che coinvolga aspetti economici, sociali e civili.<br />
Ed è piacevole notare lo stupore che i ragazzi provano quando incontrano nella realtà<br />
quoti<strong>di</strong>ana ciò che hanno imparato sui banchi <strong>di</strong> <strong>scuola</strong>.<br />
13
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
COMUNITÀ EDUCANTE<br />
“La <strong>scuola</strong> cattolica, più <strong>di</strong> ogni altra, deve costituirsi in comunità finalizzata alla<br />
trasmissione dei valori <strong>di</strong> vita”.<br />
Quando si parla <strong>di</strong> comunità si vuole intendere un gruppo <strong>di</strong> persone che lavorano insieme<br />
per lo stesso obiettivo, sostenute da uno spirito <strong>di</strong> collaborazione gratuita, con il<br />
fine ultimo non solamente <strong>di</strong> realizzare un positivo risultato, ma anche <strong>di</strong> saperlo tradurre<br />
in una esperienza <strong>di</strong> crescita reciproca.<br />
Quale organo più della <strong>scuola</strong> è impegnato in questo?<br />
Alunni, genitori, docenti, personale amministrativo e ex alunni rappresentano le membra<br />
<strong>di</strong> un unico corpo. Senza uno <strong>di</strong> essi l’intera comunità non potrebbe esistere. Nella<br />
<strong>scuola</strong> cattolica questo è ancora più vero.<br />
Prima <strong>di</strong> tutto gli alunni che non dovrebbero mai essere visti e considerati come destinatari<br />
dell’educazione, bensì come i protagonisti del processo educativo. Il loro impegno<br />
consiste nell’applicarsi allo stu<strong>di</strong>o e alla ricerca costante <strong>di</strong> risposte culturali, morali<br />
e spirituali. Al termine dell’iter scolastico l’alunno dovrebbe sentirsi padrone <strong>di</strong><br />
una capacità logica e critica e dovrebbe avere sviluppato una propria personalità. Coraggioso,<br />
autentico, preparato e altruista potrebbero essere alcuni degli aggettivi che lo<br />
caratterizzano.<br />
Accanto al suo percorso, come paletti segnaletici, dovrebbero essere sempre presenti i<br />
genitori, altra componente fondamentale della comunità educante, che nello spirito <strong>di</strong><br />
collaborazione e <strong>di</strong>sponibilità offrono al figlio una vera e responsabile opportunità <strong>di</strong><br />
crescita.<br />
I docenti, invece, sono gli educatori, cioè quelle persone che sentono vivo il battito<br />
della <strong>scuola</strong>. Pronti ad un costante aggiornamento e rinnovamento si sentono investiti<br />
<strong>di</strong> una grande responsabilità: prima <strong>di</strong> tutto quella <strong>di</strong> insegnare ad amare la vita, fatta<br />
<strong>di</strong> tanti interrogativi, gioie e dolori, poi <strong>di</strong> cedere il testimone della cultura. Tra alunno<br />
e insegnante si deve così instaurare un <strong>di</strong>alogo costruttivo e intelligente, che faccia capire<br />
ai ragazzi che essere studente significa essere capace <strong>di</strong> un ruolo sociale, culturale<br />
e morale.<br />
Il personale non docente, poi, segreteria e collaboratori ausiliari, rappresenta un sostegno<br />
in<strong>di</strong>spensabile per la <strong>scuola</strong>.<br />
Ma l’intero corpo scolastico ha bisogno <strong>di</strong> un abito: questo è rappresentato dagli ex alunni.<br />
Essi ricreano il calore della <strong>scuola</strong> ogni volta in cui ritornano ad essa: sono la testimonianza<br />
più viva dei gran<strong>di</strong> valori che hanno imparato, amicizia e collaborazione.<br />
Tutte queste componenti sono come i tasselli <strong>di</strong> un mosaico: ognuno è in<strong>di</strong>spensabile<br />
all’altro per creare un’immagine <strong>di</strong> armonia, equilibrio e completezza.<br />
14
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
FINALITÀ EDUCATIVO-FORMATIVE<br />
Quando si parla <strong>di</strong> educazione non occorrerebbero troppe spiegazioni se a tutti fosse<br />
ben chiaro il significato originario da cui questa termine prende vita.<br />
Educare può significare due azioni: la prima è quella del condurre per mano l’alunno<br />
lungo un percorso che, nel nostro caso, riguarda l’appren<strong>di</strong>mento. La seconda è quella<br />
dell’“estrarre da”, del far emergere cioè quelle capacità e quelle potenzialità che si nascondano<br />
nell’interiorità <strong>di</strong> ciascuno dei nostri alunni.<br />
Si possono avere mille mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> educare i ragazzi ed ogni modo potrebbe essere preferibile<br />
all’altro a seconda del ragazzo che abbiamo <strong>di</strong> fronte.<br />
L’educazione che si propone la nostra <strong>scuola</strong> è del tipo salesiano, che, attraverso<br />
l’espressione “fortiter ac suaviter” riassume con semplicità e trasparenza lo stile <strong>di</strong><br />
San Francesco <strong>di</strong> Sales.<br />
Fortiter (che significa “fortemente, con decisione”) in<strong>di</strong>ca la regola che deve essere<br />
applicata con fermezza.<br />
Suaviter (che significa “dolcemente”) in<strong>di</strong>ca che la stessa regola così in<strong>di</strong>spensabile<br />
deve essere sentita come bisogno unico per l’educazione del ragazzo.<br />
“Con<strong>di</strong>videre” nel senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre insieme, “compatire” nel senso <strong>di</strong> soffrire o gioire<br />
insieme”, “relazionarsi”, nel senso <strong>di</strong> riflettere se stessi negli altri, “amare” (con tutta<br />
la vastità <strong>di</strong> significati che questo termine offre) sono alcuni degli obiettivi che questa<br />
<strong>scuola</strong> si propone.<br />
Ciò non significa solo imporre regole, ma responsabilizzare l’alunno. Non significa<br />
nemmeno cercare <strong>di</strong> risolvere i suoi problemi o <strong>di</strong> prendere decisioni al suo posto. Significa<br />
invece fornire un insieme <strong>di</strong> linee-guida all’interno del quale scegliere, insegnando<br />
però ai ragazzi a pensare con la propria testa e a prendere decisioni.<br />
L’insegnante corregge, ma con attenzione: non è arrogante né supponente, ma con<br />
calma e precisione non solo mostra ciò che non è andato, ma anche l’alternativa. Non<br />
solo rimprovera, ma soprattutto valorizza e <strong>di</strong>ce quando l’alunno fa bene. In una parola<br />
sola insegna al ragazzo ad avere fiducia nelle sue possibilità.<br />
Il percorso scolastico include due aspetti fondamentali: la socializzazione e la formazione<br />
della persona umana.<br />
Socializzazione significa principalmente accettare e rispettare le regole, partecipare attivamente<br />
al lavoro, aiutare i compagni nella consapevolezza delle capacità e dei limiti<br />
<strong>di</strong> ognuno. Socializzare non significa, come spesso erroneamente si pensa, esclusivamente<br />
stare con i compagni. Il processo <strong>di</strong> socializzazione parte proprio da se stessi:<br />
l’alunno prima impara a vivere bene la <strong>scuola</strong> dentro <strong>di</strong> sé, poi ad aprirsi agli altri.<br />
Riuscire a formare una persona matura al termine del ciclo dei tre anni, invece, significa<br />
per prima cosa capire che la <strong>scuola</strong> è una grande risorsa <strong>di</strong> vita. Entrare in classe<br />
ogni mattina non dovrebbe mai in<strong>di</strong>care un gesto obbligato, ma il fare un gra<strong>di</strong>no alla<br />
15
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
volta nella lunga scala della vita. Andare a <strong>scuola</strong> <strong>di</strong>venta così un momento non solo <strong>di</strong><br />
arricchimento culturale, ma anche un imparare a conoscersi meglio, nei propri punti<br />
forti e deboli, nel vivere un rapporto autentico e libero con compagni e adulti.<br />
L’insegnante ha il compito <strong>di</strong> amare i suoi alunni, un amore leale in cui il docente per<br />
<strong>primo</strong> vive il proprio insegnamento.<br />
Un amore che rispetti la libertà vera del ragazzo, un amore pieno <strong>di</strong> bontà, indulgenza,<br />
un amore paziente.<br />
Con quali mezzi un docente può insegnare all’alunno ad amare? Prima <strong>di</strong> tutto con pazienza<br />
e perseveranza, insegnando cosa significhi “essere coraggiosi” per saper trovare<br />
la forza <strong>di</strong> riprovare e poi provare ancora per raggiungere la vetta più alta o anche solo<br />
per <strong>di</strong>mostrare a se stessi <strong>di</strong> potercela fare.<br />
Inoltre con ottimismo: l’ottimismo ci fa guardare le cose dal lato migliore. “Se<br />
un’azione ha cento facce, guardala sempre dalla più bella; anche <strong>di</strong> fronte alla gravità<br />
del male trova sempre la via per scusare chi lo ha commesso” (S. Francesco <strong>di</strong> Sales).<br />
Senza dubbio l’opera dell’educare è <strong>di</strong>fficile, delicata, complessa; non richiede soltanto<br />
la messa in pratica <strong>di</strong> alcune ricette e prescrizioni, <strong>di</strong> alcuni espe<strong>di</strong>enti; esige molto<br />
<strong>di</strong> più: un atteggiamento <strong>di</strong> vita.<br />
Non bastano le parole per educare, occorre qualche cosa <strong>di</strong> più: un modo <strong>di</strong> vivere;<br />
non si può chiedere nessuna cosa che non si viva.<br />
16
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
CODICE DEONTOLOGICO<br />
Criteri <strong>di</strong> comportamento professionale per la tutela dello studente<br />
(approvato dal Collegio Docenti con delibera n. 3 del 13 novembre 2008)<br />
Nella consapevolezza che non esiste e non può esistere un para<strong>di</strong>gma assoluto e definitivo<br />
per regolamentare il comportamento dei docenti, ma solo un insieme <strong>di</strong> punti elaborati<br />
e <strong>di</strong>scussi in ambito collegiale e soggetti al cambiamento e al miglioramento, si<br />
ritiene necessario trovare delle regole con<strong>di</strong>vise cui tutti i docenti dell’istituto dovrebbero<br />
attenersi al fine <strong>di</strong> innalzare la qualità della loro professione e dell’istituto stesso;<br />
dove per “qualità della professione” non s’intende solo un continuo aggiornamento<br />
delle conoscenze e dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>dattici della singola <strong>di</strong>sciplina – compito questo che<br />
spetta alla serietà in<strong>di</strong>viduale –, ma anche un miglioramento del rapporto con gli studenti.<br />
Per raggiungere questo obiettivo, ogni docente dovrà tenere come punto <strong>di</strong> riferimento,<br />
in qualsiasi momento della sua professione che lo vede impegnato nella delicata<br />
e complessa relazione con gli alunni, i seguenti punti.<br />
1. E’ necessario che i docenti accertino la situazione <strong>di</strong> partenza della classe (in<br />
particolare delle classi prime) me<strong>di</strong>ante prove <strong>di</strong> ingresso e colloqui, anche informali,<br />
volti a capire gli interessi e i livelli cognitivi e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento degli<br />
alunni, in base alle quali poter adottare delle scelte <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong>dattica<br />
che abbiano obiettivi concreti e metodologie adatte.<br />
2. Il docente dovrà programmare a inizio anno percorsi <strong>di</strong> allineamento e <strong>di</strong> recupero<br />
per gli alunni che manifestano maggiori <strong>di</strong>fficoltà, per permettere loro <strong>di</strong><br />
acquisire nuovo sapere e per evitare un’incontrollata <strong>di</strong>varicazione e frattura<br />
con gli alunni più autonomi nello stu<strong>di</strong>o e quin<strong>di</strong> più capaci <strong>di</strong> superare le sfide<br />
<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento che la <strong>scuola</strong> presenta.<br />
3. Al fine <strong>di</strong> evitare il fenomeno descritto al punto precedente, ogni docente dovrà<br />
accertare costantemente il livello dell’appren<strong>di</strong>mento della classe, tenendo<br />
sempre sotto controllo gli alunni che partono da prerequisiti insufficienti e che<br />
solitamente presentano maggiori <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.<br />
A questo scopo, deve servirsi delle verifiche formative, che non valutano tanto<br />
il livello delle conoscenze e delle abilità raggiunte (a questo sono finalizzate le<br />
verifiche sommative), ma il processo cognitivo che l’alunno percorre nella<br />
comprensione dell’argomento o nella risoluzione del problema sottopostogli dal<br />
docente. Ecco perché è assolutamente necessario che il docente lasci il tempo<br />
all’alunno <strong>di</strong> elaborare la risposta, lo gui<strong>di</strong> nella comprensione senza ostacolarlo<br />
e sappia contemporaneamente gestire i compagni, che con le mani alzate potrebbero<br />
inibire l’alunno interrogato. Questo non significa, ovviamente, che non<br />
si possa chiedere agli altri nel caso che l’interrogato non riesca nel compito assegnatogli.<br />
17
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
4. I docenti dovranno definire a inizio anno, insieme ai colleghi della medesima<br />
<strong>di</strong>sciplina (Collegio <strong>di</strong> Dipartimento), la programmazione dei contenuti, gli obiettivi<br />
minimi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, le metodologie, i criteri <strong>di</strong> valutazione e le tipologie<br />
<strong>di</strong> verifiche, pur nella libertà delle scelte <strong>di</strong>dattiche e nel rispetto della<br />
<strong>di</strong>mensione creativa della propria professione. Il docente è tenuto a <strong>di</strong>chiarare al<br />
Collegio <strong>di</strong> Dipartimento le proprie scelte là dove si <strong>di</strong>scostino dalla programmazione<br />
comune.<br />
5. A inizio anno, e una volta che l’istituto ha definito l’orario, i docenti devono<br />
dettare ad ogni classe la ripartizione interna alla propria <strong>di</strong>sciplina, spiegando<br />
con chiarezza quali libri o strumenti sono da portare in corrispondenza <strong>di</strong> ciascuna<br />
sotto-<strong>di</strong>sciplina. Dovranno poi cercare <strong>di</strong> rispettare, nel limite del possibile,<br />
questa ripartizione interna senza mo<strong>di</strong>ficarla: se il docente pretende or<strong>di</strong>ne e<br />
puntualità nella gestione del lavoro scolastico e del materiale da parte<br />
dell’alunno, lui per <strong>primo</strong> deve dare l’esempio. Tuttavia, in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica<br />
modulare o per ottenere continuità <strong>di</strong>dattica al fine <strong>di</strong> rendere più chiara la spiegazione<br />
<strong>di</strong> certi argomenti, i docenti <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong>scipline possono avere la necessità<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’orario interno. Il docente ha comunque il dovere <strong>di</strong> comunicare<br />
ogni cambiamento con largo anticipo e <strong>di</strong> spiegarne le motivazioni.<br />
6. La progettazione dovrà essere presentata alla classe a inizio anno – cercando <strong>di</strong> ipotizzare<br />
anche i perio<strong>di</strong> in cui ciascun argomento verrà affrontato e ciascuna attività<br />
verrà svolta – ed eventualmente mo<strong>di</strong>ficarla in rapporto alle esigenze ed agli<br />
interessi da essa manifestati. Ovviamente, ogni mo<strong>di</strong>fica in questa <strong>di</strong>rezione dovrà<br />
tenere in considerazione gli obiettivi iniziali, viceversa non negoziabili.<br />
7. Insieme alla progettazione, dovranno essere esplicitati gli obiettivi che sono alla<br />
base dei vari argomenti ed attività, poiché progettare significa porsi degli obiettivi.<br />
Rendere trasparenti gli obiettivi ha una forte funzione <strong>di</strong> motivazione per<br />
gli studenti che non capiscono il senso e l’utilità nella loro vita degli stessi argomenti<br />
ed attività proposti dai docenti.<br />
8. I docenti dovranno presentare, a inizio anno, un calendario approssimativo (ma<br />
da rispettare) delle verifiche scritte e orali, spiegando con chiarezza le eventuali<br />
<strong>di</strong>fferenze delle verifiche che intendono somministrare agli alunni, senza <strong>di</strong>menticare<br />
<strong>di</strong> esplicitare gli obiettivi che ogni verifica intende accertare.<br />
A questo proposito è necessario che ogni docente spieghi la <strong>di</strong>fferenza tra verifica<br />
formativa e sommativa.<br />
9. I criteri <strong>di</strong> valutazione generali per le prove scritte e orali devono essere esplicitamente<br />
comunicati agli allievi – e corrispondere, ovviamente, agli stessi criteri<br />
consegnati al Collegio Docenti e firmati – durante la presentazione della progettazione<br />
<strong>di</strong>sciplinare. La trasparenza nella valutazione è spesso il fattore principale<br />
della fiducia che l’alunno ha nei confronti dell’insegnante e, <strong>di</strong> conseguen-<br />
18
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
za, nei confronti del mondo degli adulti.<br />
10. Criteri specifici relativi a singole prove devono essere comunicati prima dello<br />
svolgimento delle stesse.<br />
11. A inizio anno, il docente deve anche esplicitare il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare<br />
che prenderà quando, durante le prove (in particolare quelle scritte), sorprenderà<br />
gli alunni copiare da libri e bigliettini o suggerirsi delle risposte. Qualora<br />
questo accada, ha il dovere <strong>di</strong> ritirare imme<strong>di</strong>atamente la verifica e <strong>di</strong> assegnare<br />
voto 2. Il docente deve inoltre far capire agli alunni che questa severità non è il<br />
frutto della sua cattiveria e che <strong>di</strong>etro non c’è nessun tipo <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazione, ma<br />
che è segno <strong>di</strong> giustizia sociale e <strong>di</strong> imparzialità, così come permettere <strong>di</strong> copiare<br />
è segno <strong>di</strong> lassismo e <strong>di</strong> ingiustizia. La fiducia nei confronti del docente e del<br />
mondo degli adulti passa anche da questi momenti apparentemente banali, ma<br />
fondamentali nella vita scolastica <strong>di</strong> ciascun ragazzo.<br />
12. La consegna alla classe delle prove corrette e valutate, con relativa motivazione<br />
del voto, deve avvenire entro 15 giorni successivi all’effettuazione delle stesse.<br />
13. L’esito delle prove orali, il voto e la relativa motivazione devono essere comunicati<br />
imme<strong>di</strong>atamente all’alunno. Bisogna inoltre controllare che il voto venga<br />
subito riportato sul libretto <strong>scuola</strong>-famiglia.<br />
14. A inizio anno, ogni docente è tenuto a dettare, sul libretto <strong>scuola</strong>-famiglia, i<br />
“criteri delle verifiche”, cosicché i genitori possano capire con chiarezza a quale<br />
tipo <strong>di</strong> verifica corrisponde un determinato voto.<br />
15. E’ necessario controllare almeno una volta al mese che i voti riportati sul libretto<br />
<strong>scuola</strong>-famiglia siano stati firmati dai genitori, per evitare che ai colloqui o<br />
alla consegna delle pagelline e pagelle essi non siano preparati sull’andamento<br />
scolastico del figlio.<br />
16. Non si possono sottoporre gli alunni a più <strong>di</strong> una prova scritta nella stessa giornata.<br />
17. Nella valutazione finale il docente, nella sua proposta al Consiglio <strong>di</strong> Classe,<br />
dovrà tener conto sia della me<strong>di</strong>a delle prove relative all’intero quadrimestre,<br />
che degli aspetti non <strong>di</strong>sciplinari (interesse, impegno, partecipazione, progresso,<br />
organizzazione del lavoro scolastico, rispetto delle consegne, or<strong>di</strong>ne e completezza<br />
del quaderno). Il docente deve assumersi la responsabilità delle scelte che<br />
prende in Consiglio <strong>di</strong> Classe, nella libertà <strong>di</strong> poter alzare o abbassare anche <strong>di</strong><br />
un intero punto quelle valutazioni finali in cui gli aspetti non <strong>di</strong>sciplinari hanno<br />
un peso determinante.<br />
18. Il docente non deve mai <strong>di</strong>menticarsi la finalità fondamentale <strong>di</strong> motivare gli<br />
alunni e <strong>di</strong> collaborare nella loro <strong>di</strong>fficile costruzione della personalità. Tenendo<br />
presente che nella pre-adolescenza, così come nell’adolescenza, l’autostima<br />
è un tassello fondamentale per questo e<strong>di</strong>ficio, e che tutti gli alunni tendono,<br />
19
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
nella dura ricerca ed affermazione della propria identità, a identificarsi con il<br />
voto, il docente deve avere la sensibilità <strong>di</strong> osservare, in base alla conoscenza<br />
della classe e dei singoli ed alla relazione <strong>di</strong> inizio anno del coor<strong>di</strong>natore, le seguenti<br />
linee guida generali:<br />
a. evitare <strong>di</strong> mettere a confronto i voti ottenuti dagli alunni nella stessa verifica;<br />
b. evitare <strong>di</strong> fare confronti tra classi;<br />
c. motivare, senza giu<strong>di</strong>zi alla persona ma esclusivamente alla prestazione<br />
scolastica, ogni valutazione negativa e contestualizzarla all’interno del<br />
percorso formativo (ad es., se l’alunno non è sufficiente ma ha migliorato<br />
alcune competenze in confronto alle verifiche passate), cercando <strong>di</strong><br />
stimolarlo allo stu<strong>di</strong>o a all’impegno e <strong>di</strong> dargli fiducia per le verifiche future,<br />
invece <strong>di</strong> farlo sentire incapace <strong>di</strong> raggiungere quel determinato risultato;<br />
d. non esaltare, davanti agli altri, chi ottiene valutazioni positive, senza per<br />
questo non riconoscergli il merito dell’esito ottenuto e senza mostrare<br />
in<strong>di</strong>fferenza per aver superato la prova richiesta.<br />
Il docente deve avere la consapevolezza della responsabilità sociale che riveste<br />
in quanto modello <strong>di</strong> comportamento e rappresentante del mondo adulto. Ogni<br />
sua frase o gesto ha negli alunni effetti <strong>di</strong>fficilmente controllabili e osservabili<br />
in un breve periodo: spesso, senza saperlo, il docente aiuta a costruire identità<br />
esaltate della propria bravura e allo stesso tempo può produrre, in altri, mortificazione<br />
e <strong>di</strong>sistima in se stessi, effetti che potrebbero perdurare a lungo e segnare<br />
il destino dei ragazzi.<br />
19. A questo proposito, il docente non deve mai giu<strong>di</strong>care <strong>di</strong>rettamente l’alunno,<br />
ma solo la sua prestazione scolastica. Ogni appellativo in<strong>di</strong>rizzato all’alunno,<br />
anche se pronunciato come monito e non come semplice offesa o sfogo da parte<br />
dell’insegnante, rischia <strong>di</strong> ledere, a volte nel profondo, il <strong>di</strong>retto interessato, che<br />
può ritrovarsi etichettato dai suoi compagni con lo stesso appellativo. Ad esempio,<br />
le espressioni “hai svolto un lavoro <strong>di</strong>sastroso” e “sei un <strong>di</strong>sastro” hanno un<br />
senso ed un effetto completamente <strong>di</strong>verso: oltre al ruolo sociale, anche la motivazione<br />
e l’autostima – presenti e future – potrebbero essere con<strong>di</strong>zionate.<br />
20. A inizio anno, il docente deve esplicitare le regole <strong>di</strong>sciplinari che intende far<br />
rispettare, sia quelle dettate dal regolamento d’istituto che quelle stabilite da lui<br />
stesso, negoziandole eventualmente con gli alunni o comunque motivandole.<br />
21. Nel momento in cui entra in classe, il docente è imme<strong>di</strong>atamente impegnato e a<br />
volte immerso nella complessa rete relazionale propria <strong>di</strong> ogni classe, con tutte<br />
le sue conflittualità, tensioni, delusioni, attriti, ma anche euforie, entusiasmi e<br />
passioni. Il docente deve saper gestire, grazie alla sua maturità e agli strumenti<br />
20
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
che la sua formazione dovrebbe avergli fornito, questa rete con responsabilità,<br />
applicando le regole <strong>di</strong>sciplinari in modo imparziale, sia quelle stabilite dal regolamento<br />
d’istituto, sia quelle stabilite da lui stesso in piena libertà <strong>di</strong> coscienza,<br />
premesso che una pluralità <strong>di</strong> modelli morali è meglio <strong>di</strong> un muro comportamentale<br />
monolitico e a volte impenetrabile per la sensibilità degli alunni.<br />
L’imparzialità, tuttavia, non corrisponde sempre alla giustizia, ed è proprio<br />
nell’interpretazione <strong>di</strong> ciò che avviene in classe, considerando il contesto irripetibile<br />
<strong>di</strong> ogni momento e <strong>di</strong> ogni gruppo <strong>di</strong> persone, che l’intervento in<strong>di</strong>viduale<br />
del docente assume pieno valore.<br />
22. Il docente deve comunque far rispettare le regole e poter far lezione. Quando<br />
non riesce a gestire il comportamento <strong>di</strong> uno o più alunni, deve applicare in<br />
modo rigoroso quelle sanzioni che gli alunni già conoscono (cfr. punto 20) e a<br />
cui vanno liberamente incontro infrangendo le regole. Qualora neanche le sanzioni<br />
siano sufficienti, deve saper mantenere la calma e non commettere gesti<br />
irrazionali, come ad esempio mandare fuori dalla porta, che è un’inadempienza<br />
professionale se la si guarda dal punto <strong>di</strong> vista della responsabilità giuri<strong>di</strong>ca durante<br />
l’ora <strong>di</strong> lezione. In quel caso è meglio portare l’alunno o gli alunni dal <strong>di</strong>rigente<br />
scolastico o da chi ne fa le veci nel caso il <strong>primo</strong> sia assente o impegnato<br />
in un compito ancora più importante.<br />
21
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
DAL SEGNO ALLA MENTE<br />
(dalle “conoscenze” alle “competenze”)<br />
22
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Dall’esperienza all’appren<strong>di</strong>mento<br />
METODOLOGIA<br />
Potremmo definire “esperienza” ciò che mo<strong>di</strong>fica una personalità, e quel tipo particolare<br />
<strong>di</strong> esperienza che, nel tempo, la trasforma dal punto <strong>di</strong> vista della qualità (e quin<strong>di</strong><br />
migliora la personalità stessa, le conoscenze e le competenze <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo) si potrebbe<br />
definire “appren<strong>di</strong>mento”.<br />
La personalità viene migliorata proprio perché si presuppone che un’informazione si<br />
aggiunga a quelle già esistenti, aderendo ad esse o fondendosi, stabilendo collegamenti<br />
che ad<strong>di</strong>rittura possono accrescere la funzionalità e l’efficacia del sapere già acquisito.<br />
Ma perché un sapere venga recepito in modo adeguato, è necessario che scaturisca dai<br />
bisogni-interessi degli allievi, dalla cultura e dai valori della società cui appartengono.<br />
Solo affrontando i problemi socio-culturali del contesto <strong>di</strong> vita dei ragazzi è possibile<br />
rendere “presa <strong>di</strong> coscienza” l’istruzione scolastica e “vita” l’educazione.<br />
La <strong>scuola</strong> si impegna quin<strong>di</strong> a costruire dei percorsi formativi corrispondenti ai bisogni<br />
<strong>di</strong> quanti <strong>di</strong> essa fruiscono, ad offrire agli alunni strumenti e con<strong>di</strong>zioni che consentano<br />
<strong>di</strong> affrontare i problemi che emergono dalla società, partendo sempre dall’analisi delle<br />
situazioni esistenziali dei ragazzi.<br />
Apprendere, dunque non significa soltanto, per usare una eloquente immagine, avere a<br />
<strong>di</strong>sposizione un foglio e una penna, ma scrivere con la seconda sul <strong>primo</strong>, cioè creare<br />
una relazione tra le due parti, una relazione che le mo<strong>di</strong>fica entrambe (la penna cede<br />
inchiostro, il foglio ne è colorato e inciso).<br />
Non ci può essere inoltre la risposta a uno stimolo se esso non è percepito, non si può<br />
sapere se il semaforo in<strong>di</strong>chi il rosso, il giallo o verde se si tengono gli occhi chiusi.<br />
Ma non basta tenere gli occhi aperti per percepire lo stimolo. Quest’ultimo ha bisogno<br />
<strong>di</strong> essere messo in comunicazione con il patrimonio <strong>di</strong> conoscenze già consolidato<br />
nell’alunno. Apprendere è infatti una sorta <strong>di</strong> incastro, <strong>di</strong> inserimento del nuovo nel<br />
sapere preesistente, una <strong>di</strong>pendenza del nuovo dal “già noto”.<br />
La percezione poi è soltanto il punto <strong>di</strong> partenza dell’appren<strong>di</strong>mento. I passaggi successivi<br />
sono quelli dell’attenzione, dell’elaborazione e del ricordo. Non si può parlare<br />
<strong>di</strong> “appren<strong>di</strong>mento” se lo stimolo – dopo essere stato percepito – non riceve una sufficiente<br />
quota <strong>di</strong> attenzione: l’alunno potrebbe non conservare lo stimolo, sterilizzando<br />
così la sua conoscenza. Il preadolescente infatti assai spesso salva i messaggi che gli<br />
vengono offerti nella sua memoria a breve termine, quin<strong>di</strong> è compito dell’insegnante<br />
aiutare il ragazzo a mettere in relazione il dato ricevuto con quelli già acquisiti.<br />
A questo punto, dunque, si potrà parlare <strong>di</strong> “appren<strong>di</strong>mento” se lo stimolo si se<strong>di</strong>menta<br />
in un ricordo. Ciò è possibile solo se l’informazione è per l’alunno interessante o attuale.<br />
È interessante se esprime novità o vantaggio oppure se promuove una partecipazione,<br />
un movimento emozionale. È attuale invece se una situazione <strong>di</strong> oggi – per analo-<br />
23
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
gia o per contrasto – richiamerà proprio questa informazione.<br />
Ora lo stimolo è ospitato nella memoria a lungo termine.<br />
I docenti hanno dunque il compito <strong>di</strong> selezionare i “saperi irrinunciabili”, consapevoli<br />
che le informazioni delle quali oggi ogni persona può fruire sono tanto numerose che è<br />
impossibile apprenderle tutte e che <strong>di</strong>ventano spesso obsolete da un giorno all’altro.<br />
Didattica<br />
La <strong>di</strong>dattica è una scienza senza certezze, ove più che <strong>di</strong> regole sarebbe meglio parlare<br />
<strong>di</strong> consigli. Questi ultimi, tuttavia, possono rivelarsi molto opportuni in certi casi, ma<br />
talora controproducenti in situazioni anche solo leggermente <strong>di</strong>verse. È quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile<br />
parlare <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica flessibile in quanto la <strong>scuola</strong> affronta i problemi della<br />
persona umana in tutta la sua complessità, e conoscere l’alunno non significa soffermarsi<br />
su un aspetto soltanto, ma considerarne il “visibile” e “l’invisibile”.<br />
L’attività <strong>di</strong>dattica scaturisce dall’analisi dei bisogni e dalla conseguente scelta degli<br />
obiettivi. Un noto pedagogista fa porre ad una maestra tre domande cruciali: Dove voglio<br />
arrivare? Come ci arrivo? Come posso valutare <strong>di</strong> esserci arrivata?<br />
L’impegno degli insegnanti è volto a dare risposte funzionali, a mettere in moto ciò<br />
che il ragazzo sa e a conoscere quello che non sa, affinché la <strong>scuola</strong> possa insegnarglielo.<br />
“Imparare ad imparare”: ecco uno degli scopi principali dell’azione <strong>di</strong>dattica. Far nascere<br />
nell’alunno la voglia <strong>di</strong> impegnarsi, la curiosità <strong>di</strong> scoprire cose nuove per se<strong>di</strong>mentarle<br />
in sé, il gusto <strong>di</strong> amare la vita.<br />
Al docente è quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile uno “spirito sperimentale”, cioè l’atteggiamento <strong>di</strong><br />
chi, dopo aver tanto lavorato e faticato, è pronto, con un processo <strong>di</strong> auto-analisi<br />
nell’iter del suo lavoro, a rimettere in <strong>di</strong>scussione tutto, a ricominciare.<br />
Progetto<br />
La <strong>di</strong>dattica non può camminare a caso: il docente, come il bravo scrittore, deve sempre<br />
avere ben chiaro fin dal principio il finale della sua opera. Ma per fare questo ha<br />
anche bisogno <strong>di</strong> una buona lente <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento, che <strong>di</strong>stingua le maiuscole dalle<br />
minuscole e che lo conduca con precisione al compimento del suo lavoro. Tutto questo<br />
lo chiamiamo progetto: un progetto <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>dattico ogni volta che propone “una scelta<br />
che verte sul che cosa e sul come insegnare; riscoprendo ogni volta che non v’è il<br />
<strong>primo</strong> termine senza il secondo, come la materia senza la forma dei vecchi filosofi, e<br />
viceversa” (M. Laeng).<br />
Un progetto efficace ed efficiente è tale quando è idoneo, valido e sicuro.<br />
È idoneo quando tiene conto delle capacità dell’alunno <strong>di</strong> comprendere quanto gli viene<br />
insegnato.<br />
24
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
È valido quando crea un <strong>di</strong>alogo tra docente e <strong>di</strong>scente, una comunicazione non a senso<br />
unico. La vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un progetto si misura anche da quanta consapevolezza ci sia<br />
che non tutti gli allievi hanno la medesima capacità <strong>di</strong> rispondere agli stimoli<br />
dell’insegnante. Questo presuppone una qualità plastica del progetto: si deve infatti,<br />
prima <strong>di</strong> tutto, stimare quanto sia alto l’obiettivo che si può raggiungere (una stima che<br />
viene fatta dall’inizio, valutando la risposta dei <strong>di</strong>scenti ai primi stimoli).<br />
Il progetto, infine, è sicuro quando ha subito un filtro tecnico, ha eliminato le proprie<br />
scorie, ha smussato gli angoli più acuti. È l’ultimo sta<strong>di</strong>o della programmazione, in cui si<br />
passa dalla strategia alla creazione, dall’ideazione alla realizzazione, dall’esperimento al<br />
controllo.<br />
Ma la molteplicità dei progetti della <strong>scuola</strong> perde significato se non fa parte <strong>di</strong> un<br />
“progetto educativo” in senso ampio, un progetto che ha dei valori <strong>di</strong> riferimento, dei<br />
modelli culturali.<br />
Trasparenza metodologica<br />
Un potenziale elemento <strong>di</strong> successo per l’insegnamento è la trasparenza metodologica.<br />
Con ciò si intende la <strong>di</strong>sponibilità dell’insegnante a esporre, chiarire e <strong>di</strong>scutere (anche<br />
con gli studenti) il suo programma. In questo modo l’insegnamento <strong>di</strong>venta un gioco a<br />
carte scoperte, in cui si accorcia (ma non si annulla) la <strong>di</strong>stanza tra docente e <strong>di</strong>scente.<br />
Entrambi vengono responsabilizzati, e l’allievo si sente più protagonista, meno oggetto<br />
e più soggetto, e può così partecipare più attivamente all’attività <strong>di</strong>dattica.<br />
Programmazione<br />
Come insegnare, quin<strong>di</strong>? È impossibile rispondere in maniera esauriente a questa domanda.<br />
Persino la <strong>scuola</strong> sembra spesso non possedere una risposta, tuttavia alcuni elementi<br />
essenziali possono essere proposti.<br />
Il <strong>primo</strong> è la coerenza. Essa esprime la <strong>di</strong>mensione fisica e architettonica della programmazione<br />
e la sua presenza impe<strong>di</strong>sce che i concetti si muovano in <strong>di</strong>rezioni non<br />
volute e che i rapporti tra <strong>di</strong> essi non rispettino le griglie mentali dell’insegnamento. In<br />
sintesi la coerenza funge da collante per tutti gli elementi del programma.<br />
Simile e complementare alla precedente è la con<strong>di</strong>zione della coesione, che consiste<br />
nell’insieme delle strategie formali che tengono insieme una programmazione.<br />
Per quanto riguarda il rapporto che si instaura tra docente e alunno abbiamo la informatività,<br />
cioè quel criterio in base al quale il contenuto passa dall’insegnante al ragazzo.<br />
Nella <strong>scuola</strong> il docente verifica come tale requisito sia stato sod<strong>di</strong>sfatto dallo studente analizzando<br />
quante e quali idee siano state strasmesse e come infine siano state <strong>di</strong>sposte.<br />
Una quarta con<strong>di</strong>zione è quella della intenzionalità. Essa definisce se quello che<br />
l’insegnante deve trasmettere è effettivamente comunicato.<br />
Se nel precedente criterio protagonista è la figura del docente, nella accettabilità inve-<br />
25
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
ce emerge quella dell’alunno. Infatti qui la domanda che l’insegnante dovrebbe porsi<br />
è: è stata sod<strong>di</strong>sfatta l’aspettativa <strong>di</strong> chi è sui banchi <strong>di</strong> <strong>scuola</strong>? Uno dei consigli che il<br />
docente dovrebbe ripetere agli studenti è che, per imparare bene, non bisognerebbe dare<br />
nulla per scontato e soprattutto non vergognarsi <strong>di</strong> fare domande su ciò che è stato<br />
spiegato.<br />
Il penultimo requisito è chiamato situazionalità e comprende le coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> tempo e<br />
spazio. Bisognerebbe cioè sempre tenere presente l’ambiente in cui si insegna e considerare<br />
i tempi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento che la classe impiega.<br />
Infine, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>sciplinarità. Essa consiste nel rapporto tra le varie materie.<br />
Quest’ultimo requisito è fondamentale affinché nella mente dello studente le varie<br />
<strong>di</strong>scipline non occupino uno scaffale separato l’uno dall’altro, ma si riesca ad ottenere<br />
una cultura unitaria. Gli insegnanti propongono un’immagine personale del sapere:<br />
solo stabilendo modalità <strong>di</strong> cooperazione tra i <strong>di</strong>versi docenti, evitando accostamenti<br />
forzati, si può raggiungere una unitarietà del sapere. Dunque è utile programmare<br />
progetti inter<strong>di</strong>sciplinari, che potrebbero essere definiti moduli. Ad ogni modulo parteciperanno<br />
più <strong>di</strong>scipline. Al termine della realizzazione del progetto si verificherà che<br />
gli studenti abbiano raggiunto gli obiettivi precedentemente fissati.<br />
Per sod<strong>di</strong>sfare questi sette requisiti lo studente dovrebbe essere stimolato a riflettere<br />
sempre sul proprio operato.<br />
Inoltre egli andrebbe costantemente motivato, facendogli capire che il sapere non conta<br />
soltanto a <strong>scuola</strong>, per ottenere un bel voto. Piuttosto bisogna convincerlo che saper<br />
pensare, saper scrivere, saper organizzare, saper contare… aiuta a conoscere meglio sé e<br />
il mondo. E un simile talento può essere utile in qualsiasi settore della vita e del lavoro.<br />
In secondo luogo è importante comunicare agli allievi le tecniche e le regole per imparare<br />
in modo corretto.<br />
È cruciale che l’insegnante non <strong>di</strong>a per scontato il lavoro fatto dall’alunno alle Elementari.<br />
Non è pensabile che il docente insegni solo quello che il programma gli impone:<br />
sarebbe come costruire una casa senza conoscerne le fondamenta. Se non si<br />
colmano prima le lacune, non solo si perde del tempo, ma lo studente rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>simparare<br />
quello che già sa.<br />
È inoltre prezioso riflettere sugli errori: l’errore non dovrebbe <strong>di</strong>ventare mai<br />
l’emblema <strong>di</strong> un insuccesso ma il trampolino <strong>di</strong> lancio per un miglioramento.<br />
Va inoltre tenuto presente che il tipo <strong>di</strong> programmazione non potrà essere unico, ma<br />
varia a seconda degli argomenti da trattare. Ad esempio la programmazione modulare<br />
è una programmazione per obiettivi, <strong>di</strong> tipo lineare, sequenziale e non vale per tutti i<br />
contenuti da trasmettere.<br />
Gli insegnanti della <strong>scuola</strong> devono quin<strong>di</strong> programmare il loro insegnamento con i criteri<br />
dell’elasticità e della flessibilità, senza però assumere un modello o l’altro in maniera<br />
incon<strong>di</strong>zionata.<br />
26
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Recupero e potenziamento<br />
Per sod<strong>di</strong>sfare questa esigenza, la nostra <strong>scuola</strong> programma delle attività <strong>di</strong> recupero e<br />
<strong>di</strong> potenziamento.<br />
Al termine del <strong>primo</strong> quadrimestre la programmazione viene sospesa per attuare una<br />
serie <strong>di</strong> lezioni incentrate sul ripasso degli argomenti trattati. In questo modo gli alunni<br />
in <strong>di</strong>fficoltà avranno la possibilità <strong>di</strong> colmare le lacune precedenti, mentre gli alunni<br />
senza particolari <strong>di</strong>fficoltà utilizzeranno questo momento come approfon<strong>di</strong>mento o<br />
consolidamento <strong>di</strong> ciò che hanno già appreso.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Classe si riunisce prima dell’inizio della settimana dei recuperi per decidere<br />
gli obiettivi che dovranno essere raggiunti. A questo scopo si dovrebbero in<strong>di</strong>viduare<br />
gli interessi e le potenzialità <strong>di</strong> ogni alunno e, partendo da questi, verranno<br />
strutturate le attività operative funzionali al conseguimento <strong>di</strong> una positiva immagine<br />
<strong>di</strong> sé. Nel momento del recupero si intenderà valorizzare l’alunno per i progressi anche<br />
minimi: gli studenti devono imparare cosa significa essere sod<strong>di</strong>sfatti del proprio lavoro.<br />
Questo è realizzabile solo se l’alunno ha la possibilità <strong>di</strong> “riprovare” ciò che ha fatto<br />
e se la fatica dell’elaborazione viene poi ricompensata con l’orgoglio del successo.<br />
Valutazione<br />
Anche la valutazione è intesa come rapporto tra studente e docente che aiuta a crescere.<br />
Dare un voto non significa inserire il ragazzo in una categoria, ma aiutarlo perché<br />
capisca quanto e come ha appreso.<br />
Al momento della valutazione si associa quello della riflessione sull’errore: l’alunno<br />
deve avere ben chiaro dove e perché ha sbagliato e che l’importante è impegnarsi per<br />
non commettere l’errore una seconda volta. Riprovare è segno non solo <strong>di</strong> determinazione,<br />
ma soprattutto <strong>di</strong> grande coraggio.<br />
La valutazione procederà in itinere, <strong>di</strong>stinguendo in valutazioni formative e sommative.<br />
Le prime prevedono una verifica <strong>di</strong> pochi elementi e sono finalizzate a tenere monitorate<br />
le conoscenze e le capacità dell’alunno. Le verifiche sommative invece saranno<br />
quelle che chiuderanno una unità <strong>di</strong> spiegazione, che può essere un capitolo intero o<br />
un argomento.<br />
Le valutazioni inoltre saranno orali o scritte a seconda delle esigenze <strong>di</strong> verifica: se si<br />
vuole valutare una capacità espressiva o un lessico specifico, l’interrogazione orali sarà<br />
il mezzo più efficace. Se si vogliono verificare conoscenze <strong>di</strong> contenuti o abilità ad<br />
esempio logico-matematiche, si può ricorrere alla prova scritta.<br />
27
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
CRITERI GENERALI DI VALUTAZIONE<br />
- approvati dal Collegio Docenti il 13 novembre 2008 -<br />
Valutazione Parametri<br />
10<br />
9<br />
8<br />
7<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
L’allievo sa e sa fare, è in <strong>grado</strong> <strong>di</strong> spiegare come ha proceduto e perché ha<br />
scelto un determinato percorso, valutando e verificando il proprio operato.<br />
Sa collegare con prontezza gli argomenti dei <strong>di</strong>versi ambiti <strong>di</strong>sciplinari e<br />
comunicare con proprietà terminologica, rielaborando criticamente.<br />
L’allievo <strong>di</strong>mostra conoscenze, competenze e capacità grazie alle quali sa<br />
affrontare situazioni nuove.<br />
Sa illustrare con linguaggio appropriato il processo ed il prodotto<br />
dell’appren<strong>di</strong>mento.<br />
L’allievo espone in modo puntuale quanto appreso e sa spiegare e rivedere il<br />
proprio percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento impiegando un linguaggio appropriato e<br />
<strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> conoscere ed impiegare gli strumenti <strong>di</strong>sciplinari.<br />
L’allievo espone le conoscenze in modo adeguato e sa applicarle a contesti<br />
parzialmente noti. Procede con sufficiente autonomia nell’organizzazione<br />
dello stu<strong>di</strong>o e riconosce ed applica i linguaggi fondamentali delle varie <strong>di</strong>scipline.<br />
L’allievo possiede conoscenze e competenze in<strong>di</strong>spensabili a raggiungere<br />
l’obiettivo. Si muove solo in contesti noti, necessita <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni per affrontare<br />
situazioni parzialmente variate. Espone quanto apprende in modo<br />
semplice, ma con un linguaggio corretto e comprensibile.<br />
L’allievo espone le conoscenze in modo impreciso, necessita <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni e<br />
sollecitazioni per applicare procedure e termini appresi. Comunica i risultati<br />
dell’appren<strong>di</strong>mento con scarsa proprietà ed autonomia.<br />
L’allievo mostra <strong>di</strong> possedere conoscenza frammentarie e molto superficiali<br />
e <strong>di</strong> applicarle in modo confuso. Non organizza i dati e non è in <strong>grado</strong> <strong>di</strong> usare<br />
e riconoscere i linguaggi e gli strumenti specifici delle <strong>di</strong>scipline.<br />
L’allievo non è in <strong>grado</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare alcuna conoscenza. Non da risposta<br />
ad alcun quesito e non impiega, neppure se guidato, i termini e gli strumenti<br />
specifici delle <strong>di</strong>scipline.<br />
I docenti si riservano <strong>di</strong> variare la valutazione da assegnare tenendo conto anche <strong>di</strong> fattori<br />
non attinenti all’appren<strong>di</strong>mento delle varie <strong>di</strong>scipline, ma inerenti alla gestione del materiale<br />
e al comportamento scolastico<br />
(I criteri <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>sciplinari e del comportamento sono in fase <strong>di</strong> elaborazione)<br />
28
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
CRITERI DI VALUTAZIONE PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SCOLASTICO<br />
(approvato dal Collegio Docenti il 13 novembre 2008)<br />
Se, per 3 volte a quadrimestre nella stessa <strong>di</strong>sciplina, l’alunno non porta il materiale<br />
scolastico (libro, quaderno, pastelli, cambio per educazione fisica, ecc.) o non<br />
svolge le consegne a casa o si sbaglia a svolgere le consegne giuste prende voto 4.<br />
Questo avviene anche se, ad esempio, per 2 volte non ha portato il materiale e per<br />
una non ha svolto il compito.<br />
Il quaderno va controllato 2 volte a quadrimestre e si assegna un voto che valuti:<br />
or<strong>di</strong>ne, completezza, svolgimento delle consegne (esercizi, ecc.), continuità e aggiornamento<br />
degli appunti.<br />
Le interrogazioni formative, che valutano il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento dell’alunno<br />
e che hanno il fine <strong>di</strong> assicurarsi che gli argomenti affrontati siano <strong>di</strong> volta in volta<br />
compresi, devono essere condotte in modo che tutti siano costantemente preparati.<br />
Tuttavia, spesso, non sono sufficienti per assegnare una valutazione completa, perciò<br />
è consigliato assegnare un voto che abbia più che altro la funzione <strong>di</strong> stimolo o<br />
<strong>di</strong> monito: +(0,5); (0,5); +/(=non si toglie e non si aggiunge nulla). Questi punteggi<br />
vanno calcolati nella me<strong>di</strong>a finale.<br />
Le verifiche scritte e orali a sorpresa, assegnate per verificare la continuità<br />
dell’impegno scolastico o come provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare ad un alunno, un gruppo<br />
<strong>di</strong> alunni o tutta la classe, seguono criteri <strong>di</strong> valutazione scelti a <strong>di</strong>screzione<br />
dell’insegnante.<br />
L’insegnante può annullare delle verifiche in caso <strong>di</strong> voto generale molto negativo.<br />
Tuttavia, se egli è sicuro che la verifica non è al <strong>di</strong> sopra delle competenze acquisite<br />
dagli alunni e tratta argomenti affrontati in classe, ha il dovere <strong>di</strong> non annullarle<br />
e valutarle secondo i criteri or<strong>di</strong>nari.<br />
29
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
OBIETTIVI TRASVERSALI<br />
A. Obiettivi trasversali affettivo comportamentali<br />
Socializzazione: processo <strong>di</strong> acquisizione delle capacità relazionali<br />
Accettare e rispettare le regole:<br />
rimanere nella situazione <strong>di</strong> ascolto<br />
rispettare le in<strong>di</strong>cazioni dell’insegnante per svolgere la consegna<br />
accettare le osservazioni dei compagni e dell’insegnante<br />
accettare le decisioni della maggioranza<br />
usare e rispettare il materiale proprio e comune<br />
usare e rispettare gli spazi e gli arre<strong>di</strong> scolastici<br />
Partecipare attivamente al lavoro:<br />
accettare la collaborazione con tutti<br />
intervenire tenendo conto delle opinioni altrui<br />
valutare le opinioni espresse prima <strong>di</strong> trarre delle conclusioni<br />
mantenere l’attenzione per il tempo richiesto<br />
saper rispettare il proprio turno per parlare<br />
Aiutare i compagni nella consapevolezza delle capacità e dei limiti <strong>di</strong> ciascuno:<br />
riconoscere i propri limiti e le proprie risorse<br />
riconoscere e rispettare i bisogni e i tempi degli altri<br />
rispettare un compagno in <strong>di</strong>fficoltà<br />
incoraggiare i compagni in <strong>di</strong>fficoltà<br />
dare suggerimenti utili ai compagni per superare le <strong>di</strong>fficoltà<br />
relazionarsi con i compagni in modo <strong>di</strong>sinteressato e senza pregiu<strong>di</strong>zi sulla<br />
provenienza culturale e sociale<br />
Formazione integrale della persona umana:<br />
acquisire la consapevolezza che la <strong>scuola</strong> è luogo <strong>di</strong> formazione della persona,<br />
del bene comune, della solidarietà<br />
<strong>di</strong>ventare capace <strong>di</strong> un agire libero e consapevole nel contesto socioculturale<br />
in cui si vive<br />
vivere la responsabilità non solo come capacità <strong>di</strong> compiere i propri doveri,<br />
ma soprattutto come sentirsi partecipi dei problemi del mondo<br />
vivere rapporti autentici con se stesso e con gli altri<br />
vivere relazioni positive con gli adulti<br />
imparare a conoscersi meglio, in<strong>di</strong>viduando i propri limiti e le proprie potenzialità<br />
sviluppare armonicamente le proprie capacità spirituali, morali, intellettuali,<br />
fisiche<br />
30
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
ricercare la verità, non solo in campo scientifico e umano, ma anche la<br />
Verità che dà un significato più vero e profondo alla vita<br />
valorizzare e rispettare la vita umana in tutti i suoi aspetti<br />
valorizzare e rispettare l’ambiente nella consapevolezza profonda che la<br />
sopravvivenza della terra <strong>di</strong>pende prima <strong>di</strong> tutto da se stessi.<br />
B. Obiettivi trasversali <strong>di</strong>sciplinari<br />
Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro:<br />
lavorare perseguendo un obiettivo specifico<br />
portare il materiale richiesto<br />
selezionare il materiale necessario al lavoro<br />
rispettare i tempi richiesti<br />
portare a compimento il lavoro in modo autonomo, arricchendolo con contributi<br />
personali<br />
seguire un percorso <strong>di</strong> lavoro consapevolmente, apportando contributi personali<br />
ipotizzare autonomamente un percorso <strong>di</strong> lavoro<br />
ricostruire a posteriori l’iter <strong>di</strong> lavoro<br />
valutare il proprio lavoro<br />
Sviluppo delle abilità cognitive:<br />
Conoscere<br />
riconoscere e ricordare le materie e/o le attività svolte<br />
prendere appunti e riorganizzarli<br />
Comprendere<br />
comprendere termini specifici, linguaggi e contenuti <strong>di</strong>sciplinari<br />
cogliere gli aspetti essenziali <strong>di</strong> un problema<br />
Applicare<br />
utilizzare funzionalmente linguaggi e contenuti<br />
analizzare<br />
scomporre un contenuto o un oggetto nelle sue singole parti<br />
sintetizzare<br />
tradurre le conoscenze in schemi funzionali e in soluzione <strong>di</strong> problemi<br />
comunicare<br />
esporre in modo chiaro i risultati delle attività in<strong>di</strong>viduali o <strong>di</strong> gruppo<br />
esprimersi e comunicare nei linguaggi specifici <strong>di</strong>sciplinari<br />
valutare<br />
confrontare dati, contenuti e operare scelte<br />
31
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
C. Obiettivi <strong>di</strong>dattici<br />
Utilizzare i concetti fondamentali collegandoli con le nuove conoscenze acquisite:<br />
compiere rilevazioni attraverso ricerche, interviste, questionari ecc.<br />
tradurre in linguaggio sintetico le conoscenze acquisite<br />
collegare in modo pertinente e critico le nuove conoscenze con quelle acquisite<br />
in altre <strong>di</strong>scipline, nella costruzione <strong>di</strong> un sapere inter<strong>di</strong>sciplinare<br />
che non sia mera nozione.<br />
Pianificare un percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e produrre uno schema <strong>di</strong> lavoro:<br />
in<strong>di</strong>viduare le tappe e le conoscenze necessarie alla realizzazione del percorso<br />
stabilito<br />
acquisire padronanza <strong>di</strong> contenuti essenziali specifici <strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong>sciplina<br />
lavorare per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dai docenti, dopo essersi<br />
interrogati sul senso <strong>di</strong> tali obiettivi.<br />
PROVE DI VERIFICA<br />
Il Collegio Docenti ritiene in<strong>di</strong>spensabile valutare assiduamente la preparazione degli<br />
studenti con:<br />
almeno 3 prove <strong>di</strong> italiano scritto a quadrimestre<br />
almeno 3 prove inglese scritto a quadrimestre<br />
almeno 3 prove <strong>di</strong> francese scritto a quadrimestre<br />
almeno 3 prove <strong>di</strong> matematica scritta a quadrimestre<br />
almeno 3 valutazioni a quadrimestre per l’orale.<br />
Sono previste inoltre continue valutazioni formative.<br />
Le famiglie potranno verificare gli esiti <strong>di</strong> ciascuna prova sul libretto comunicazioni<br />
<strong>scuola</strong>-famiglia del quale è dotato ogni studente.<br />
Sarà cura della <strong>scuola</strong> verificare la perfetta corrispondenza <strong>di</strong> quanto riportato in esso<br />
con i singoli registri dei docenti, ma anche la presenza <strong>di</strong> una firma da parte della famiglia<br />
per ognuna delle comunicazioni.<br />
Tale strumento consentirà scambiarsi anche altre informazioni <strong>di</strong> varia natura.<br />
32
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
INTEGRAZIONE DI ALUNNI IN SITUAZIONE DI DISAGIO<br />
Chiunque può aver bisogno <strong>di</strong> aiuto durante l’iter scolastico, e la regola <strong>di</strong> base dovrà<br />
essere proprio quella <strong>di</strong> non fare mai sentire l’alunno <strong>di</strong>verso, nel senso <strong>di</strong> inferiore.<br />
Educare vuole anche <strong>di</strong>re aiutare, porgere una mano affinché le potenzialità che sono<br />
nascoste dentro gli alunni possano <strong>di</strong>venire atto. Il docente, per fare questo, dovrà ascoltare,<br />
osservare e conoscere l’alunno per poterlo poi guidare: la prima tappa sarà<br />
proprio la conoscenza del suo ambiente, delle sue abitu<strong>di</strong>ni, dei suoi punti forti e punti<br />
deboli.<br />
Il percorso <strong>di</strong> integrazione è quin<strong>di</strong> rivolto non solo agli alunni <strong>di</strong>sabili, ma anche a<br />
tutti quei ragazzi che presentano <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> relazione e situazioni<br />
<strong>di</strong> svantaggio.<br />
La responsabilità dell’azione formativa appartiene all’intero Consiglio <strong>di</strong> Classe che la<br />
esercita, dal momento della programmazione alla valutazione finale, tramite i docenti<br />
curricolari e l’eventuale docente <strong>di</strong> sostegno, il quale è contitolare del processo formativo<br />
dell’intera classe, anche prevedendo, per gli alunni in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap o <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio, obiettivi <strong>di</strong>dattici, strategie e contenuti culturali specifici e particolari.<br />
Gli alunni <strong>di</strong>sabili operano, per il maggior tempo possibile, all’interno della classe,<br />
partecipano con specifici compiti ai gruppi <strong>di</strong> lavoro, sono sottoposti, alle stesse scadenze,<br />
a prove <strong>di</strong> verifica e <strong>di</strong> valutazione.<br />
Il ragazzo portatore <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap è oggetto <strong>di</strong> attenzione da parte <strong>di</strong> tutta la <strong>scuola</strong>, e<br />
tutta la comunità educativa si fa carico della sua integrazione, secondo un criterio <strong>di</strong><br />
flessibilità che, fatti salvi alcuni fondamentali punti <strong>di</strong> riferimento, utilizza tutte le risorse<br />
offerte dall’ambiente scolastico, in modo mirato al piano educativo in<strong>di</strong>vidualizzato.<br />
La valutazione dell’integrazione va rapportata alle potenzialità del soggetto ed ai suoi<br />
ritmi <strong>di</strong> crescita, nonché agli obiettivi, stabiliti <strong>di</strong> comune accordo fra <strong>scuola</strong>, famiglia,<br />
operatori <strong>di</strong> servizi territoriali, evidenziati nel piano educativo in<strong>di</strong>vidualizzato.<br />
La <strong>scuola</strong> non è alla ricerca <strong>di</strong> una generica socializzazione ma persegue, per tutti i ragazzi<br />
che le sono affidati, i fondamentali obiettivi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> comunicazione<br />
– relazione.<br />
L’integrazione degli alunni portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap è oggetto <strong>di</strong> perio<strong>di</strong>che verifiche nel<br />
Consiglio <strong>di</strong> Classe, nel Collegio dei Docenti, secondo le modalità che <strong>di</strong> comune accordo<br />
sono definite.<br />
I processi <strong>di</strong> integrazione sono garantiti attraverso un’organizzazione flessibile delle<br />
attività <strong>di</strong>dattiche: lavoro a gruppi, lavoro cooperativo, attività <strong>di</strong> mutuo aiuto, tutoraggio,<br />
tecniche imitative, insegnamento in<strong>di</strong>vidualizzato.<br />
33
Obiettivi<br />
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Gli obiettivi per gli alunni in situazione <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap sono formulati in <strong>di</strong>fferenti aree <strong>di</strong> lavoro:<br />
Area linguistico-espressiva<br />
- comprendere semplici messaggi trasmessi oralmente<br />
- possedere accettabili capacità <strong>di</strong> lettura meccanica<br />
- comprendere un breve testo scritto dal contenuto semplice e dal lessico standard<br />
- produrre messaggi comprensibili utilizzando il linguaggio verbale<br />
- esporre il proprio vissuto per iscritto in modo comprensibile e nel rispetto delle<br />
elementari norme ortografiche e sintattiche<br />
- comprendere i linguaggi non verbali e utilizzarne i co<strong>di</strong>ci meno complessi<br />
Area logico-formativa<br />
- acquisire alcuni semplici concetti-guida per la comprensione del reale (spazio e<br />
tempo- riferiti al proprio vissuto)<br />
- cogliere con la guida dell’insegnante gli elementi essenziali <strong>di</strong> fatti e fenomeni<br />
<strong>di</strong> non elevata complessità<br />
- operare seguendo semplici percorsi logici<br />
Area cognitiva<br />
- acquisire le competenze <strong>di</strong> base nelle varie aree <strong>di</strong>sciplinari<br />
Area operativa<br />
- acquisire le capacità operative essenziali nelle <strong>di</strong>scipline dell’area tecnicooperativa<br />
Comportamento <strong>di</strong> lavoro<br />
- accettare la funzione <strong>di</strong> guida dell’insegnante<br />
- utilizzare, almeno ai livelli essenziali, testi, materiali, sussi<strong>di</strong><br />
- rispettare consegne semplici corredate da una traccia chiara<br />
Area comportamentale<br />
- essere capace <strong>di</strong> un comportamento corretto, almeno in situazioni non conflittuali<br />
- rispettare i turni <strong>di</strong> intervento all’interno <strong>di</strong> una conversazione.<br />
34
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Quali sono gli orizzonti del tuo futuro?<br />
EDUCATI AD ESSERE: Il PECUP<br />
Il PECUP, il Profilo Educativo, Culturale e Professionale, in uscita dalla <strong>scuola</strong> <strong>secondaria</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>primo</strong> <strong>grado</strong>, che emerge dagli obiettivi formativi con<strong>di</strong>visi dal Collegio Docenti<br />
ed esplicitati nel POF della <strong>scuola</strong>, presenta i comportamenti sociali, le conoscenze<br />
<strong>di</strong>sciplinari ed inter<strong>di</strong>sciplinari, le abilità operative che dovrebbero essere apprese al<br />
termine <strong>di</strong> questo ciclo scolastico. Attraverso <strong>di</strong> esso si intende, in <strong>primo</strong> luogo, mettere<br />
in luce che l’appren<strong>di</strong>mento educativo che si compie durante la <strong>scuola</strong> me<strong>di</strong>a costituisce<br />
una tappa importante nella maturazione della personalità. Si sente, inoltre, la necessità<br />
<strong>di</strong> sottolineare che tale appren<strong>di</strong>mento, che rappresenta un trampolino <strong>di</strong> lancio<br />
verso una potenziale <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> conquiste da parte del ragazzo, si rivela fondamentale<br />
per favorire uno sviluppo armonico, integrale ed integrato <strong>di</strong> tutte le sfaccettature<br />
della persona umana.<br />
Educati ad essere<br />
Ogni istituto ripropone ad inizio <strong>di</strong> ogni anno scolastico una serie <strong>di</strong> obiettivi che lo<br />
studente deve raggiungere. Se ne facessimo una sintesi per i tre anni della <strong>scuola</strong> <strong>secondaria</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>primo</strong> <strong>grado</strong>, ne uscirebbe un profilo che attesta la formazione dell’alunno<br />
durante il periodo scolastico. Tutto ciò rappresenta uno strumento in<strong>di</strong>spensabile per<br />
gli insegnanti; uno strumento <strong>di</strong> informazione in progresso, <strong>di</strong> scambio con le famiglie<br />
e soprattutto con l’esterno, <strong>di</strong> cui l’alunno <strong>di</strong> oggi <strong>di</strong>verrà citta<strong>di</strong>no.<br />
Cre<strong>di</strong>amo che delineare un profilo in uscita rappresenti un punto d’arrivo a cui ogni<br />
alunno dovrebbe giungere, non solo come traguardo del suo percorso scolastico, ma<br />
anche della sua crescita personale.<br />
Tale lavoro intende in sostanza assicurare maggiore qualità scolastica, senza limitare la<br />
creatività dell’insegnante e guardando da angolazioni <strong>di</strong>verse il cammino dell’alunno.<br />
La <strong>scuola</strong> me<strong>di</strong>a è sì <strong>scuola</strong> <strong>secondaria</strong> nell’ambito dell’istruzione obbligatoria, ma anche<br />
e soprattutto <strong>scuola</strong> che colloca nel mondo, <strong>scuola</strong> orientativa che forma l’uomo<br />
fino al suo essere citta<strong>di</strong>no. Deve prima <strong>di</strong> tutto fornire le con<strong>di</strong>zioni che permettano<br />
un pieno sviluppo delle potenzialità formative del ragazzo, che esprimerà in <strong>di</strong>verse<br />
forme <strong>di</strong> sviluppo personale. Quin<strong>di</strong> si propone da un lato, come <strong>scuola</strong> paritaria, <strong>di</strong><br />
aderire alle domande delle istituzioni e della società, e contemporaneamente <strong>di</strong> rivelare<br />
la specificità della <strong>scuola</strong>.<br />
Saper essere<br />
Per “ Saper essere” si intende prima <strong>di</strong> tutto avere una idea precisa, chiara e reale della<br />
persona. La nostra <strong>scuola</strong> si ispira all’umanesimo cristiano <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales:<br />
35
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
fede nella vita, concezione dell’insegnamento come vita, come ricerca e promozione<br />
dei valori umani (verità, libertà, giustizia, solidarietà, pace, amore, bellezza) come visione<br />
della realtà, come scoperta del vero, del bello, del bene.<br />
La <strong>scuola</strong> cattolica deve promuovere una “ educazione ad essere” orientata ad alimentare<br />
la crescita integrale della persona; deve fare in modo che le conoscenze e le competenze<br />
non siano fini a se stesse: la maturità umana e spirituale ha valore prioritario.<br />
Le conoscenze, le competenze strumentali, il fare, il possedere devono essere manifestazioni<br />
<strong>di</strong> sé, devono concorrere al saper essere. Se la <strong>scuola</strong> avesse come unica finalità<br />
quella <strong>di</strong> creare prodotti dell’ingegno, avrebbe già perso la sua sfida in partenza.<br />
L’educazione è un’impresa <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>mensioni che impegna alla ra<strong>di</strong>ce il destino<br />
dell’uomo e non può essere circoscritta. L’imparare a vivere insieme e l’imparare ad<br />
essere implicano attenzioni e attività che hanno a che fare <strong>di</strong>rettamente con<br />
l’interiorità, con i sentimenti, con le relazioni, con la vita sociale, con i valori.<br />
Uno per tutti, tutti per uno: il valore della socializzazione come convivenza civile<br />
“Socializzare” <strong>di</strong> solito viene inteso come la capacità <strong>di</strong> stare in mezzo agli altri, forse<br />
tralasciando un aspetto più maturo del termine. L’alunno che ha davvero socializzato è<br />
capace <strong>di</strong> mostrare anche responsabilità nei vari momenti <strong>di</strong> vita scolastica. Ciò che lui<br />
farà sarà importante per sé, ma altrettanto <strong>di</strong> rilievo per i compagni. Inoltre per essere<br />
integrati nel gruppo classe è necessario saper accettare le norme della comunità scolastica,<br />
collaborando con gli altri per portare a termine un lavoro o per realizzare un progetto.<br />
L’io preso singolarmente non porta frutti se non per sé. Ciò risulterebbe piuttosto<br />
sterile per chi con<strong>di</strong>vide ben tre anni della stessa vita e attività. Per fare tutto ciò,<br />
però, bisogna essere capaci <strong>di</strong> scambio e confronto: accettare l’altro come persona, rispettandolo<br />
nella sua fisicità, identità sociale e culturale è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> comprensione e<br />
collaborazione in una prospettiva <strong>di</strong> arricchimento collettivo. Ecco perché <strong>di</strong>viene<br />
simbolo <strong>di</strong> maturità riconoscere i propri errori e partire da quelli per migliorare il proprio<br />
atteggiamento.<br />
Osservo, analizzo e penso: lo sviluppo delle capacità logico deduttive<br />
Sfogliando questo POF, ci si rende conto che l’atteggiamento che la nostra <strong>scuola</strong> vuole<br />
evitare è quello della lezione-informazione-ripetizione: l’alunno è un fuoco che deve essere<br />
acceso e solo la luce da lui prodotta illuminerà il successo scolastico. L’alunno deve<br />
quin<strong>di</strong> essere capace <strong>di</strong> atteggiamento riflessivo e problematico, critico nei confronti del<br />
messaggio e capace <strong>di</strong> comunicare le opinioni personali in proposito.<br />
Mi conosco<br />
È importante che al termine del triennio l’alunno compia scelte consapevoli ai fini<br />
36
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
dell’orientamento e sappia riconoscere i propri limiti e i personali punti <strong>di</strong> forza.<br />
È un obiettivo alto, ma senza dubbio il <strong>primo</strong> che gli permetterà <strong>di</strong> scegliere in modo<br />
adeguato il proprio futuro. All’interno <strong>di</strong> questo progetto non può mancare la fiducia <strong>di</strong><br />
sé e delle proprie possibilità, nonché la stima del proprio lavoro in cui lo studente deve<br />
credere in quanto frutto delle propria mente. Scoprire la propria identità significa anche<br />
imparare ad agire con rispetto <strong>di</strong> sé <strong>di</strong>mostrando coerenza tra l’essere, il pensare e<br />
il fare.<br />
Sapere e saper fare<br />
L’alunno, al termine del triennio, deve <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> aver raggiunto gli obiettivi che il<br />
Consiglio <strong>di</strong> Classe si era proposto. “Scuola” non è solo un lavoro tra le mura <strong>di</strong><br />
un’aula, ma è anche consapevolezza, scoperta e stu<strong>di</strong>o del territorio e dell’ambiente<br />
che ci circonda. L’alunno deve saper interagire col territorio e usufruire degli strumenti<br />
che questo gli offre. Naturalmente l’intervento sull’ambiente deve <strong>di</strong>mostrare maturità<br />
e consapevolezza.<br />
L’alunno competente è colui che è capace <strong>di</strong> un uso personale, rielaborato e critico <strong>di</strong><br />
quanto appreso. Collegare gli argomenti stu<strong>di</strong>ati fa sì che le conoscenze non siano isolate,<br />
ma utili per i <strong>di</strong>versi contesti della vita quoti<strong>di</strong>ana. La <strong>scuola</strong> seguirà le in<strong>di</strong>cazioni<br />
nazionali per quanto riguarda i contenuti delle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline. Il corpo docente<br />
preparerà il piano <strong>di</strong> lavoro in<strong>di</strong>vidualizzato che ha lo scopo <strong>di</strong> trasmettere cultura a<br />
tutti secondo i bisogni e le necessità <strong>di</strong> ciascuno.<br />
So parlare…<br />
Un buon uso del lessico specifico è sempre una ricchezza, sia per chi parla che per chi<br />
ascolta. Ogni <strong>di</strong>sciplina fonda la propria essenza in una serie <strong>di</strong> parole che non possono<br />
essere sostituite e che <strong>di</strong>ventano pian piano bagaglio <strong>di</strong> chi li usa.<br />
…so stu<strong>di</strong>are<br />
Possedere un metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o efficace e proficuo fa sì che lo studente apprenda non<br />
solo con più facilità, ma anche più consapevolmente. Infatti un lavoro prodotto con<br />
metodo dà vita a conoscenze solide e stratificate, ben ra<strong>di</strong>cate nella mente. Un buon<br />
metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o non può viaggiare separato da una autonoma gestione del materiale<br />
scolastico e da un rispetto per le consegne assegnate in orario scolastico.<br />
37
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
I PROGETTI<br />
Durante l’anno scolastico saranno realizzati i seguenti progetti, che si propongono<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> costruire nelle menti dello studente un sapere globale e non frammentario.<br />
Si è cercato, nella definizione <strong>di</strong> quanto segue, <strong>di</strong> includere tutte le <strong>di</strong>scipline che<br />
appartenessero all’area specifica in questione, in modo che gli studenti acquisiscano<br />
sempre più l’idea <strong>di</strong> cultura in senso ampio e facciano della comunicazione l’obiettivo<br />
primario del loro sapere.<br />
ACCOGLIENZA<br />
Obiettivo primario è il sentirsi bene a <strong>scuola</strong> con gli altri. Oltre alla socializzazione, le<br />
giornate dell’accoglienza sono un corridoio introduttivo al mondo della <strong>scuola</strong> e della<br />
società. Permettono all’alunno <strong>di</strong> sentirsi “giocatore <strong>di</strong> una squadra” e introducono alla<br />
bellezza delle parole “impariamo insieme”.<br />
LABORATORIO TEATRALE<br />
Il laboratorio teatrale si propone <strong>di</strong> educare i ragazzi alla “conoscenza <strong>di</strong> sé” e <strong>di</strong> offrire<br />
loro un’opportunità in più per imparare ad esprimersi, attraverso l’esperienza del<br />
palcoscenico. Ciò investe molti degli aspetti della persona a partire dalla padronanza<br />
del proprio corpo e della propria voce, fino ad arrivare all’approfon<strong>di</strong>mento della psicologia<br />
del personaggio e alla sua messa in scena. Il laboratorio è finalizzato alla realizzazione<br />
<strong>di</strong> uno spettacolo finale, obiettivo importantissimo che rappresenta una forte<br />
motivazione allo stu<strong>di</strong>o per i ragazzi.<br />
CINEMA TRA I BANCHI<br />
Il progetto, che vedrà impegnate tutte e tre le classi, prevede la visione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />
film legati ad altrettanti temi e argomenti in<strong>di</strong>cati dai ragazzi stessi, cui seguirà una <strong>di</strong>scussione<br />
orale e riflessioni scritte da parte degli alunni. A questo lavoro è affiancata<br />
la lettura <strong>di</strong> un brano, tratto da romanzi <strong>di</strong> autori, che parli del medesimo argomento,<br />
allo scopo <strong>di</strong> presentare ai ragazzi un <strong>di</strong>verso punto <strong>di</strong> vista, nonché avvicinarli alla<br />
lettura <strong>di</strong> un buon libro.<br />
UN ANGOLO TUTTO PER NOI<br />
Il progetto, che è in<strong>di</strong>rizzato a tutte e tre le classi, si svolgerà per tutto l’anno scolastico e<br />
prevede una serie <strong>di</strong> incontri con una suora laureata in psicologia. I ragazzi avranno a <strong>di</strong>sposizione<br />
alcuni momenti in cui potranno parlare in<strong>di</strong>vidualmente con l’educatrice per<br />
migliorare il proprio processo <strong>di</strong> crescita attraverso un <strong>di</strong>alogo spontaneo e sincero in cui<br />
emergano problematiche adolescenziali. La responsabile del progetto, Suor Miriam Ancarani,<br />
sarà coa<strong>di</strong>uvata dagli insegnanti tutor, in modo che ci sia collaborazione <strong>di</strong> fronte alle<br />
esigenze e ai bisogni degli alunni. L’intero progetto si inserisce nel più ampio orientamen-<br />
38
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
to che la <strong>scuola</strong> svolge nella formazione umana e spirituale dell’in<strong>di</strong>viduo.<br />
SBAGLIANDO SI IMPARA… AD IMPARARE: UNA SCUOLA PER TUTTI<br />
Il progetto si propone <strong>di</strong> evitare la <strong>di</strong>spersione scolastica e <strong>di</strong> aiutare con interventi mirati<br />
chi incontra, durante il percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e concentrazione.<br />
L’affiancamento e la <strong>di</strong>sponibilità in orario extrascolastico <strong>di</strong> personalità qualificate permetterà<br />
agli alunni che ancora non hanno acquisito un metodo <strong>di</strong> lavoro autonomo ed efficace,<br />
<strong>di</strong> trovare quelle strategie che abbassino il margine <strong>di</strong> insuccesso. Il progetto ha come<br />
scopo quello <strong>di</strong> promuovere una <strong>scuola</strong> <strong>di</strong> tutti e per tutti, con l’obiettivo <strong>di</strong> uniformare<br />
gli stili <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> vedere alunni felici <strong>di</strong> venire a <strong>scuola</strong>.<br />
EDUCAZIONE STRADALE: A PIEDI, IN BICI, IN MOTO E IN AUTO<br />
Il progetto si sviluppa nell’anno scolastico ed è rivolto alle tre classi. Ha il compito <strong>di</strong><br />
far conoscere ai ragazzi la segnaletica stradale e le norme <strong>di</strong> comportamento rivolte al<br />
pedone, al ciclista, al ciclomotorista, all’automobilista, col fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare più consapevoli<br />
<strong>di</strong> un corretto modo <strong>di</strong> muoversi.<br />
GIOCHI DELLA GIOVENTÙ e TROFEO DEGGIOVANNI<br />
La partecipazione ai Giochi della Gioventù e al Trofeo Deggiovanni favorisce la conoscenza<br />
e l’amicizia degli alunni della nostra <strong>scuola</strong> con quelli delle altre istituzioni del<br />
Comune e della Provincia. Offre al ragazzo l’opportunità <strong>di</strong> conoscere se stesso, <strong>di</strong> esprimersi<br />
e <strong>di</strong> acquisire competenze e capacità tecniche particolari, <strong>di</strong> interagire socialmente<br />
e <strong>di</strong> assumersi responsabilità.<br />
Il coinvolgimento in attività specifiche permette <strong>di</strong> ottenere successi personali e sod<strong>di</strong>sfazioni,<br />
ma anche <strong>di</strong> riconoscere ed accettare i propri limiti.<br />
RECUPERO E POTENZIAMENTO<br />
Già da <strong>di</strong>versi anni all’interno della nostra <strong>scuola</strong> in orario extracurricolare vengono<br />
attivati sportelli <strong>di</strong> recupero e potenziamento. Ciò consiste in momenti stabiliti dai docenti<br />
delle singole <strong>di</strong>scipline per recuperare argomenti non compresi a fondo o per potenziare<br />
quanto già appreso.<br />
Gli alunni sono <strong>di</strong>visi in gruppi e vengono proposte spiegazioni <strong>di</strong> quanto già fatto in<br />
classe ed esercizi sia <strong>di</strong> recupero che <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, per stimolare anche chi ha<br />
già ottenuto un buon risultato a consolidare e “giocare” con quanto ha imparato.<br />
METODI DI STUDIO<br />
Il progetto ha lo scopo <strong>di</strong> accompagnare i ragazzi nel passaggio importante dalla Scuola<br />
Primaria a quella Secondaria, incoraggiandoli a rendersi responsabili del proprio<br />
processo d'appren<strong>di</strong>mento. Gli insegnanti, consapevoli che il metodo dovrà affinarsi<br />
nell'arco dell'intera formazione, concentreranno, nei primi mesi della classe I, sei le-<br />
39
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
zioni de<strong>di</strong>cate specificamente ad esso. In questi momenti ai ragazzi saranno presentate<br />
strategie <strong>di</strong> attenzione, quali appunti e domande mirate, <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, quali lettura<br />
selettiva, sottolineatura, creazione <strong>di</strong> mappe e tabelle, e suggerimenti per la gestione<br />
del tempo e dei materiali. Si rifletterà inoltre sull'atteggiamento nei confronti delle<br />
prove, dei rapporti interpersonali e si cercherà <strong>di</strong> sostenerli e motivarli.<br />
ESPRIMERSI<br />
Ogni <strong>di</strong>sciplina scolastica ha simboli e linguaggi propri. I ragazzi della I A e della I B<br />
nel passaggio dalla Scuola Primaria a quella Secondaria si confronteranno con termini<br />
e modalità espressive nuove; appropriarsene significherà per loro acquisire un nuovo<br />
modo per esprimere loro stessi comunicando in modo più consapevole e conferendo al<br />
messaggio caratteristiche legate alla loro irripetibile personalità.<br />
“IL LIBRO DELLA NATURA”<br />
“Il libro della natura” è un progetto inter<strong>di</strong>sciplinare che oltre a mostrare le mille sfaccettature<br />
con cui la natura è vista nelle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline, mira a stimolare negli studenti<br />
la curiosità verso la realtà che li circonda, indagando e cogliendo le relazioni reciproche<br />
che intercorrono tra organismi viventi e ambiente abiotico, tenendo conto della<br />
complessità dei fenomeni, della varietà dei meto<strong>di</strong> con cui la scienza procede e delle<br />
possibili applicazioni delle sue scoperte. L’ambiente naturale è fonte <strong>di</strong> numerose sollecitazioni<br />
fisiologiche, psicologiche e culturali che concorrono alla formazione integrale<br />
della persona. L’attività ginnica, svolta in ambiente naturale, rafforza anche le<br />
potenzialità culturali della persona.<br />
FRICCÀNDÓ. AL CIÀCAR DLA SCÖLA. – GIORNALINO DELLE CLASSI I E II<br />
Nato da un’idea <strong>di</strong> alcuni ragazzi <strong>di</strong> seconda, il giornalino si propone <strong>di</strong> raccogliere<br />
con programmatico <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne i prodotti testuali (verbali, ma non solo) che gli alunni<br />
delle classi I e II elaborano in piena libertà: dai racconti alle poesie, dalle recensioni <strong>di</strong><br />
libri e film ai fumetti, ecc. Il titolo del giornale vuole in<strong>di</strong>care proprio lo scompaginato<br />
zibaldone che prende vita spontaneamente dalla creatività dei ragazzi. Una redazione<br />
<strong>di</strong> 5 alunni ha il compito <strong>di</strong> raccogliere tutto il materiale per posta elettronica, <strong>di</strong> selezionarlo<br />
(attenta, oltre alla qualità, ad alternare gli autori da un numero all’altro) e <strong>di</strong><br />
impaginarlo, sotto la guida <strong>di</strong> alcuni insegnanti. L’uscita è bimestrale.<br />
TEATRO IN LINGUA (INGLESE E FRANCESE)<br />
Attraverso questo progetto, che coinvolge tutte le classi, si intende promuovere la lettura<br />
e la comprensione <strong>di</strong> un testo teatrale in lingua straniera e approfon<strong>di</strong>re la conoscenza<br />
<strong>di</strong> un particolare periodo storico della vita culturale del Paese <strong>di</strong> cui si stu<strong>di</strong>a la<br />
lingua, con la presentazione <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o semplificate delle biografie degli autori<br />
presi in considerazione, del periodo storico – letterario <strong>di</strong> appartenenza, nonché<br />
40
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
dell’opera stessa. Al termine del progetto i ragazzi assisteranno alla rappresentazione<br />
teatrale dell’opera stu<strong>di</strong>ata che verrà realizzata da attori <strong>di</strong> lingua madre presso il teatro<br />
T. Fossolo <strong>di</strong> Bologna, il 25 febbraio 2009 (spettacolo in lingua francese) e il 24 o 25<br />
marzo 2009 (spettacolo in lingua inglese).<br />
Per quanto riguarda la lingua inglese, quest’anno è stato scelto “Jeckyll & Hyde the<br />
Musical”, una rappresentazione teatrale musicata tratta dal celebre romanzo <strong>di</strong> R. L.<br />
Stevenson “The Strange Case of Dr Jeckyll and Mr Hyde”.<br />
Per la lingua francese, la rappresentazione teatrale è tratta dalla celebre fiaba rivisitata<br />
da M.me Leprince Beaumont, “La Belle et la Bête”.<br />
GREASE - Progetto Musical in lingua inglese<br />
I ragazzi della Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado (IIIA e IIIB), affiancati dagli alunni<br />
delle classi quinte della Scuola Primaria, si trasformano in una compagnia teatrale impegnata<br />
nella preparazione e realizzazione <strong>di</strong> due spettacoli musicali in inglese. Questa<br />
esperienza ha come obiettivo quello <strong>di</strong> aiutare gli allievi a migliorare la comprensione<br />
della lingua stu<strong>di</strong>ata attraverso l’approfon<strong>di</strong>mento e l’arricchimento delle conoscenze<br />
lessicali e grammaticali e, in particolare, <strong>di</strong> far loro curare la pronuncia e <strong>di</strong> acquisire<br />
l’intonazione appropriata per esprimere particolari stati d’animo (sorpresa, entusiasmo,<br />
rabbia, felicità…).<br />
IL MOVIMENTO<br />
Il movimento caratterizza in modo significativo la realtà in cui viviamo.<br />
Il progetto coinvolge varie <strong>di</strong>scipline: Scienze, Scienze Motorie, Arte e Immagine,<br />
Tecnologia, Italiano, Storia e Geografia, attraverso le quali agli studenti sarà data la<br />
possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re alcuni aspetti fondamentali legati a questa tematica che si<br />
<strong>di</strong>fferenzia a seconda dei settori <strong>di</strong> appartenenza ma che in molti casi, presenta collegamenti<br />
e elementi comuni. Di grande interesse è osservare ciò che ci circonda anche<br />
con criteri scientifici e obiettivi mirati, tesi a cogliere l’essenzialità del fenomeno,<br />
giungendo ad un capitolo basilare delle scienze: la <strong>di</strong>namica.<br />
Spazio, <strong>di</strong>rezione e tempo sono i fattori che determinano il movimento: nell’arco della<br />
giornata il corpo umano assume posture <strong>di</strong>fferenti muovendosi con ritmi <strong>di</strong>versi a seconda<br />
della situazione. Sono note testimonianze della ricerca <strong>di</strong> effetti <strong>di</strong>namici in pittura<br />
a partire dall’arte rupestre e in seguito anche in scultura fino ad arrivare alle sperimentazioni<br />
d’arte moderna e contemporanea.<br />
Alla fine dell’ottocento, grazie allo sviluppo della fotografia, <strong>di</strong>venne possibile la riproduzione<br />
delle varie fasi dell’azione successivamente rielaborate grazie all’avvento<br />
del cinema anche attraverso il movimento <strong>di</strong> macchina. Altri spunti interessanti ci<br />
vengono offerti dallo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> alcuni sno<strong>di</strong> cronologici importanti per la storia dei<br />
flussi migratori e dalle caratteristiche e risorse <strong>di</strong> alcuni paesi.<br />
41
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
L’ osservazione della realtà , lo stu<strong>di</strong>o dei fenomeni fisici, l’evoluzione della tecnica e<br />
della ricerca artistica , l’espressività dell’immagine e le migrazioni dei popoli concorrono<br />
alla fruizione <strong>di</strong> una visuale complessiva dell’argomento in questione volta a stimolare<br />
ed aiutare gli studenti ad una prospettiva più ampia rispetto al ragionamento ed<br />
allo stu<strong>di</strong>o delle singole <strong>di</strong>scipline, utile per una progressiva maturazione cognitiva .<br />
SCINTILLE DI CREATIVITÀ - RAGAZZI FELICI<br />
Finalità del progetto è promuovere il benessere in<strong>di</strong>viduale, la crescita cognitiva, affettiva<br />
e sociale dell’alunno, sviluppare la consapevolezza delle proprie risorse e dei propri<br />
limiti, facilitare la personale capacità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento per un migliore risultato<br />
scolastico. L’adolescente viene accompagnato nel suo cammino <strong>di</strong> maturità affettiva e<br />
relazionale attraverso momenti <strong>di</strong> gioia con<strong>di</strong>visi dai ragazzi delle nostre scuole. Occasioni<br />
fondamentali per sviluppare l’autostima e la creatività dei ragazzi sono le “Scintille<br />
<strong>di</strong> creatività” e “Ragazzi felici” – concerto musicale <strong>di</strong> fine anno.<br />
42
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA<br />
43
Commissione finanziaria<br />
Direttrice della Scuola<br />
dell’Infanzia e Primaria<br />
responsabilità <strong>di</strong>dattica<br />
Volontari<br />
Consiglio<br />
<strong>di</strong> Classe (I)<br />
Collegio Docenti<br />
Scuola<br />
dell’Infanzia<br />
Assemblea<br />
dei<br />
Genitori<br />
Consiglio<br />
<strong>di</strong> Classe (II)<br />
Insegnanti del<br />
dopo<strong>scuola</strong><br />
GESTORE<br />
responsabilità amministrativa<br />
Consiglio<br />
d’<strong>Istituto</strong><br />
Organo <strong>di</strong> Garanzia<br />
Collegio Docenti<br />
verticalizzato<br />
Collegio Docenti<br />
Scuola Secondaria <strong>di</strong><br />
Primo Grado<br />
Consiglio<br />
<strong>di</strong> Classe (III)<br />
Personale <strong>di</strong><br />
segreteria<br />
Personale addetto<br />
alle pulizie<br />
Preside della Scuola Secondaria<br />
<strong>di</strong> Primo Grado<br />
responsabilità <strong>di</strong>dattica<br />
Collegio Docenti<br />
Scuola Primaria<br />
Personale<br />
ausiliario<br />
Vicepreside - Commissioni<br />
Coor<strong>di</strong>natore Tutor <strong>di</strong> Classe<br />
Segretario del Consiglio<br />
44<br />
Rappresentanti dei genitori
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
QUADRO DELLE RESPONSABILITÀ<br />
Gli organi <strong>di</strong> partecipazione mirano a creare le con<strong>di</strong>zioni ideali per una sempre maggiore<br />
corresponsabilità nella vita scolastica, incrementando la collaborazione tra docenti,<br />
alunni, genitori che hanno a cuore la formazione culturale, umana e religiosa degli<br />
allievi.<br />
Ente Gestore<br />
L’Ente Gestore della <strong>scuola</strong> è il Rappresentante Legale della Congregazione delle Suore<br />
“Figlie <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales”.<br />
Ufficio <strong>di</strong> presidenza:<br />
Preside: Prof.ssa Dal Borgo Marisa (Suor Giancarla)<br />
Vice Preside: Prof. Liverani Enrico<br />
Uffici <strong>di</strong> Segreteria<br />
segreteria <strong>di</strong>dattica<br />
segreteria amministrativa<br />
Consiglio d’<strong>Istituto</strong> Verticalizzato<br />
Il Consiglio d’<strong>Istituto</strong> Verticalizzato è composto da rappresentanti del personale docente<br />
e dei genitori delle scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado.<br />
Esprime i criteri generali riguardo la programmazione delle attività formative,<br />
l’organizzazione interna della <strong>scuola</strong>, verifica il bilancio.<br />
Il Collegio Docenti<br />
Il Collegio Docenti in<strong>di</strong>vidua gli obiettivi educativi, i suggerimenti generali sulle attività<br />
<strong>di</strong>dattiche, gli strumenti per la verifica dell'appren<strong>di</strong>mento e le modalità <strong>di</strong> misurazione<br />
delle prestazioni, gli elementi che concorrono alla valutazione perio<strong>di</strong>ca, gli<br />
strumenti <strong>di</strong> comunicazione <strong>scuola</strong>-famiglia, le attività integrative da realizzare, le attività<br />
<strong>di</strong> sostegno e recupero, il calendario delle riunioni, le modalità <strong>di</strong> valutazione perio<strong>di</strong>ca<br />
dell'azione educativa.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Classe<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Classe definisce gli obiettivi da perseguire nell'anno scolastico, meto<strong>di</strong><br />
e strumenti per il loro conseguimento, in<strong>di</strong>ca i contenuti inter<strong>di</strong>sciplinari, in<strong>di</strong>vidua gli<br />
strumenti <strong>di</strong> verifica e <strong>di</strong> misurazione dell'appren<strong>di</strong>mento, prende decisioni rispetto all'attività<br />
<strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> recupero.<br />
Il Coor<strong>di</strong>namento Disciplinare<br />
Il Coor<strong>di</strong>namento Disciplinare è costituito dai docenti che definiscono gli obiettivi <strong>di</strong>-<br />
45
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
dattici, gli obiettivi minimi per conseguire una valutazione sufficiente, i contenuti <strong>di</strong>sciplinari<br />
minimi in funzione degli obiettivi <strong>di</strong>dattici, la struttura e il contenuto delle<br />
prove <strong>di</strong> verifica, la proposta <strong>di</strong> adozione dei libri <strong>di</strong> testo.<br />
L’organo <strong>di</strong> garanzia<br />
L’organo <strong>di</strong> garanzia decide sui conflitti che sorgono all’interno della <strong>scuola</strong> in merito<br />
all’applicazione dello Statuto degli studenti.<br />
Il Docente Coor<strong>di</strong>natore e le sue competenze<br />
“L'organizzazione delle attività educative e <strong>di</strong>dattiche rientra nell'autonomia e nella responsabilità<br />
delle istituzioni scolastiche, fermo restando che il perseguimento delle finalità<br />
<strong>di</strong> cui all'articolo 5, assicurato dalla personalizzazione dei piani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, è affidato<br />
ai docenti responsabili delle attività educative e <strong>di</strong>dattiche, previste dai medesimi<br />
piani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. A tale fine concorre prioritariamente, fatta salva la contitolarità <strong>di</strong>dattica<br />
dei docenti, per l'intera durata del corso, il docente in possesso <strong>di</strong> specifica formazione<br />
che, in costante rapporto con le famiglie e con il territorio, svolge funzioni <strong>di</strong> orientamento<br />
in or<strong>di</strong>ne alla scelta delle attività <strong>di</strong> cui al comma 2, <strong>di</strong> tutorato degli allievi,<br />
<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento delle attività educative e <strong>di</strong>dattiche, <strong>di</strong> cura delle relazioni con le<br />
famiglie e <strong>di</strong> cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall'allievo,<br />
con l'apporto degli altri docenti”.<br />
Il Coor<strong>di</strong>natore:<br />
(Dal Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004)<br />
1. rende consapevoli gli allievi <strong>di</strong> ciò che il PECUP domanda loro per la fine del ciclo<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
2. orienta gli allievi circa i laboratori da frequentare e il corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> secondo<br />
<strong>grado</strong> da intraprendere<br />
3. in<strong>di</strong>vidua le potenzialità dell’allievo e ne facilita il riconoscimento da parte dello<br />
stesso e dei colleghi<br />
4. illustra ad allievi e famiglie i traguar<strong>di</strong> che si è chiamati a raggiungere<br />
5. colloquia perio<strong>di</strong>camente con i ragazzi ascoltandoli, rassicurandoli, me<strong>di</strong>ando e<br />
contenendo emozioni e tensioni<br />
6. sostiene affettivamente gli allievi accogliendoli nella <strong>scuola</strong>, incoraggiandoli,<br />
aiutandoli nel percorso formativo<br />
7. adatta in itinere, intensificando o rallentando, i percorsi formativi<br />
46
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
8. organizza unitariamente e coor<strong>di</strong>na i percorsi formativi per gli studenti<br />
9. favorisce la comunicazione e l’integrazione tra colleghi mettendo in circolo, per<br />
esempio, le programmazioni, promovendo gli incontri e le collaborazioni inter<strong>di</strong>sciplinari<br />
VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ<br />
“Verso l'autocertificazione <strong>di</strong> qualità”<br />
A partire dall’anno scolastico 2007-08, la nostra <strong>scuola</strong> ha deciso <strong>di</strong> cominciare a creare<br />
una autovalutazione dell'<strong>Istituto</strong>, avvalendosi anche <strong>di</strong> alcune in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> base<br />
fornite dall' IRRE dell'Emilia Romagna.<br />
Fare una mappa della qualità della propria <strong>scuola</strong> consiste nel voler analizzare i punti<br />
forti e i punti deboli della organizzazione scolastica, dei rapporti con l'ambiente, della<br />
vita stessa della <strong>scuola</strong>. Un focus group, composto da una componente insegnanti, da<br />
una componente genitori, una alunni e una personale ATA, si riunisce per riflettere ed<br />
in<strong>di</strong>viduare i fattori che fanno <strong>di</strong> un istituto una "<strong>scuola</strong> <strong>di</strong> qualità".<br />
Grazie al lavoro <strong>di</strong> riflessione e confronto si giunge ad in<strong>di</strong>viduare gli elementi su cui<br />
si caratterizza il lavoro <strong>di</strong> miglioramento della <strong>scuola</strong>.<br />
47
DISCIPLINA<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
OBBLIGATORIE<br />
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
PIANO CURRICOLARE<br />
Anno scolastico 2008-09<br />
CLASSE I CLASSE II CLASSE III<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
FACOLTATIVE<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
OBBLIGATORIE<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
FACOLTATIVE<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
OBBLIGATORIE<br />
Religione 1 1 1<br />
Italiano 6 6 6<br />
Storia 2 2 2<br />
Geografia 2 2 2<br />
Inglese 3 3 3<br />
Francese 2 2 2<br />
Matematica 4 4 4<br />
Numero ore<br />
settimanali<br />
FACOLTATIVE<br />
Scienze 1 1 (laboratorio) 1 1 (laboratorio) 1 1 (laboratorio)<br />
Tecnologia e informatica 2 1 (laboratorio) 2 1 (laboratorio) 2 1 (laboratorio)<br />
Arte e immagine 2 2 2<br />
Musica 2 2 2<br />
Scienze motorie e sportive<br />
2 2 2<br />
Laboratorio Modulare / 1 / 1 / /<br />
Latino (livello A e livello B) / / / / 1<br />
TOTALE 29 3 29 3 29 3<br />
TOTALE 29+3 = 32 TOTALE 29+3 = 32 TOTALE 29+3 = 32<br />
48
Materie<br />
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
DOCENTI<br />
CLASSE IA CLASSE IB CLASSE IIA CLASSE IIB CLASSE IIIA CLASSE IIIB<br />
Religione Suor Piera Sala Suor Piera Sala Don Gabriele Ton<strong>di</strong>ni Don Gabriele Ton<strong>di</strong>ni Don Gabriele Ton<strong>di</strong>ni Don Gabriele Ton<strong>di</strong>ni<br />
Italiano Prof. Santolini Barbara Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia Prof. Liverani Enrico Prof. Liverani Enrico Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia Prof. Liverani Enrico<br />
Inglese Prof. Buldrini Manuela Prof. Buldrini Manuela Prof. D’Alessandro A. Prof. D’Alessandro A. Prof. D’Alessandro A. Prof. D’Alessandro A.<br />
Francese Prof. Collina Silvia Prof. Collina Silvia Prof. Collina Silvia Prof. Collina Silvia Prof. Collina Silvia Prof. Collina Silvia<br />
Storia Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia Prof. Nigro Margherita Prof. Nigro Margherita Prof. Santolini Barbara Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia<br />
Geografia Prof. Nigro Margherita Prof. Nigro Margherita Prof. Nigro Margherita Prof. Nigro Margherita Prof. Santolini Barbara Prof. Santolini Barbara<br />
Matematica Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa<br />
Scienze Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa Sr Giancarla Dal Borgo Prof. Ronchi Annalisa<br />
Tecnologia Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco<br />
Informatica Prof. Bettoli Marco (*) Prof. Bettoli Marco (*) Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco Prof. Bettoli Marco<br />
Musica Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria Prof. Ran<strong>di</strong> Gian Maria<br />
Arte e Imm. Prof. Bar<strong>di</strong> Serena Prof. Bar<strong>di</strong> Serena Prof. Bar<strong>di</strong> Serena Prof. Bar<strong>di</strong> Serena Prof. Bar<strong>di</strong> Serena Prof. Bar<strong>di</strong> Serena<br />
Scienze<br />
mot.<br />
Latino<br />
Prof. Minghetti Ester Prof. Minghetti Ester Prof. Minghetti Ester Prof. Minghetti Ester Prof. Minghetti Ester Prof. Minghetti Ester<br />
Livello A: Prof. Faccani Nives<br />
Livello B: Suor Piera Sala<br />
49
I Coor<strong>di</strong>natori<br />
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Classe I A Prof.ssa Santolini Barbara<br />
Classe I B Prof. Bianche<strong>di</strong> Mattia<br />
Classe II A Prof.ssa Collina Silvia<br />
Classe II B Prof. Liverani Enrico<br />
Classe IIIA Prof.ssa D’Alessandro Anna<br />
Classe IIIB Prof.ssa Ronchi Annalisa<br />
DOPOSCUOLA<br />
Dal lunedì al venerdì gli alunni possono avvalersi della mensa interna all’<strong>Istituto</strong> e del<br />
dopo<strong>scuola</strong>:<br />
pranzo comunitario (servizio <strong>di</strong> mensa interno all’<strong>Istituto</strong>)<br />
socializzazione (attraverso giochi all’aperto o nelle sale <strong>di</strong> ricreazione della<br />
<strong>scuola</strong>)<br />
presenza <strong>di</strong> tutor qualificati <strong>di</strong>sponibili ad eventuali ulteriori spiegazioni relative<br />
agli argomenti trattati in classe<br />
gruppi <strong>di</strong> lavoro finalizzati allo svolgimento dei compiti assegnati<br />
sala video<br />
biblioteca scolastica con numerosi testi <strong>di</strong> consultazione<br />
ORARIO DELLE LEZIONI<br />
Le lezioni iniziano tutti i giorni, dal lunedì al sabato, alle ore 7.55 e terminano alle ore<br />
13.00.<br />
LABORATORI DIDATTICI<br />
Solitamente, quando si parla <strong>di</strong> laboratorio la nostra mente raccoglie informazioni <strong>di</strong><br />
uno spazio in cui agire. Non è esattamente ciò che chiede la riforma. Obiettivo principale<br />
del laboratorio è non solo e non tanto imparare, ma imparare a saper fare.<br />
Dal sapere al sapere fare, per poi essere in <strong>grado</strong> <strong>di</strong> produrre elaborati in modo autonomo<br />
e personale. Pertanto la pratica del laboratorio è soprattutto un metodo <strong>di</strong> lavoro.<br />
Ciò non sostituisce il manuale, ma <strong>di</strong>venta la sua appen<strong>di</strong>ce. In tutto ciò l’alunno è al<br />
50
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
centro della scena, vero e unico protagonista del proprio sapere. L’insegnante in questo<br />
contesto sarà colui che offre quegli stimoli per ricercare la risposta, che propone le variabili<br />
da considerare, che si occupa della regia.<br />
SPAZI ATTREZZATI<br />
aula multime<strong>di</strong>ale<br />
laboratorio <strong>di</strong> scienze<br />
laboratorio <strong>di</strong> fisica<br />
laboratorio <strong>di</strong> musica<br />
laboratorio tecnologia-arte<br />
sala au<strong>di</strong>ovisivi<br />
sala conferenze<br />
sala genitori<br />
sala insegnanti<br />
teatro<br />
biblioteca<br />
palestra<br />
ampio cortile<br />
sala <strong>di</strong> ricreazione<br />
mensa scolastica<br />
ascensore e attrezzature per <strong>di</strong>sabili<br />
scala esterna antincen<strong>di</strong>o e uscite <strong>di</strong> sicurezza antipanico segnalate<br />
51
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
REGOLAMENTO DEGLI ALUNNI<br />
1. Gli alunni devono essere puntuali alle lezioni.<br />
2. Gli alunni in ritardo sono accolti in classe nei primi quin<strong>di</strong>ci minuti, con<br />
l’autorizzazione della Preside; gli alunni ammessi alle lezioni con un ritardo superiore<br />
ai quin<strong>di</strong>ci minuti entrano in aula all’inizio dell’ora successiva.<br />
3. I genitori devono giustificare le assenze per iscritto sull’apposito libretto. Le giustificazioni<br />
controfirmate dalla Preside o da un suo Collaboratore devono essere presentate<br />
all’Insegnante della prima ora <strong>di</strong> lezione che le annota sul registro <strong>di</strong> classe.<br />
4. Se il periodo <strong>di</strong> assenza per malattia supera i cinque giorni, al rientro a <strong>scuola</strong> deve<br />
essere presentato il certificato me<strong>di</strong>co accompagnato dalla giustificazione scritta<br />
dei genitori.<br />
5. Qualora un alunno debba uscire da <strong>scuola</strong> prima dell’orario stabilito, dovrà essere<br />
accompagnato dal genitore o da chi ne fa le veci, consegnando la giustificazione<br />
scritta al Docente presente in classe. Il permesso d’uscita anticipata deve essere approvato<br />
dalla Preside prima dell’inizio delle lezioni.<br />
6. I libri vanno contrad<strong>di</strong>stinti con un’etichetta che riporti il nome e il cognome<br />
dell’alunno.<br />
7. Gli spazi negli arma<strong>di</strong>etti, riservati agli alunni che frequentano il dopo<strong>scuola</strong>, si<br />
tengono in or<strong>di</strong>ne.<br />
8. I libri devono essere presi dall’arma<strong>di</strong>etto prima dell’inizio delle lezioni.<br />
9. Non è permesso l’uso del telefono senza l’autorizzazione della Preside o <strong>di</strong> un Insegnante.<br />
10. Non si usano i cellulari in nessuna occasione durante l’orario scolastico.<br />
11. La classe è una stanza preziosa: si deve mantenere pulita e in or<strong>di</strong>ne.<br />
12. Le cartelle e gli zaini devono essere posti in or<strong>di</strong>ne a lato del banco o in fondo<br />
all’aula.<br />
13. Dopo l’ora <strong>di</strong> Scienze Motorie non è consentito rientrare in classe con gli stessi<br />
indumenti indossati in palestra ed è inoltre vietato lasciare a <strong>scuola</strong> tale materiale.<br />
14. Durante gli spostamenti all’interno dell’istituto bisogna muoversi or<strong>di</strong>natamente,<br />
senza alzare la voce o correre.<br />
15. Al cambio dell’Insegnante gli alunni devono rimanere in aula.<br />
16. L’alunno deve relazionarsi con gli altri usando sempre un linguaggio corretto e un<br />
comportamento educato.<br />
17. Eventuali comportamenti scorretti sono segnalati dai Docenti alla Preside, annotati<br />
sul registro <strong>di</strong> classe e sul libretto “<strong>scuola</strong>-famiglia” per la firma dei genitori.<br />
18. Il <strong>di</strong>ario ed il libretto <strong>scuola</strong>-famiglia devono essere sempre portati a <strong>scuola</strong>, regolarmente<br />
compilati, or<strong>di</strong>nati ed aggiornati.<br />
19. Gli alunni devono portare a <strong>scuola</strong> il materiale scolastico e rispettare le consegne.<br />
20. Gli avvisi alle famiglie e le comunicazioni devono essere consegnati firmati entro<br />
la scadenza fissata.<br />
52
POF - Scuola Secondaria <strong>di</strong> Primo Grado “San Giuseppe” - Lugo (RA)<br />
Approvato dal Collegio Docenti<br />
il 13 novembre 2008<br />
53