You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
D’AVANGEM PREZIOSI<br />
SPECIALISTI IN DIAMANTI<br />
NOLA - INFO: 081.512 9162<br />
IL<br />
VALLO Storia, cultura e voci di una terra di confine<br />
Anno 2 - Numero 2 Periodico di informazione del <strong>Vallo</strong> di Lauro - Ass.ne Culturale “Pro Marzano” CF: 92077060645 - Distribuzione gratuita <strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
Solo una lettera...<br />
...d’amore<br />
Giacomo Corbisiero<br />
Da tempo mi diletto a scrivere, senza<br />
successo , su politica, etica dell'impegno,<br />
moralità. Rare volte ho scritto, condiviso<br />
con gli altri, anche con i lettori,<br />
sul lato privato, quello degli affetti,delle<br />
debolezze, delle fragilità. Ecco, le fragilità.<br />
Viviamo in una zona, dove questi<br />
aspetti sono sopiti, messi in un angolo<br />
perché vige ancora l'idea che l'uomo<br />
debba essere virile altrimenti non è, è<br />
radicata ancora la convinzione che commuoversi,<br />
amare, essere fragile sia cosa<br />
da femminuccia. Per anni anch’io ho convissuto<br />
con questa banale convinzione.<br />
Oggi decido di scrivere questa lettera,<br />
lettera sulla mia fragilità, perché come<br />
diceva un leader politico "Siamo belli<br />
perché siamo pieni di difetti, non perché<br />
siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili,<br />
perché ci tremano le gambe, perché<br />
siamo goffi, perché abbiamo paura, perché<br />
abbiamo bisogno di amore, per questo<br />
siamo belli!". “Hanno cercato di convincermi<br />
in tanti, per prima la vita, che<br />
bisogna attrezzarsi per essere sempre<br />
pronti alla difesa in quella posa tutta<br />
innaturale dove le spiegazioni sono sempre<br />
pronte in un vasetto nel frigorifero<br />
per giustificarsi: spiegare le azioni prima<br />
che succedano, perché la vita pubblica è<br />
un gioco di misure che premia gli<br />
ammennicoli e conviene fare così, con le<br />
fragilità ben nascoste dentro le mutande<br />
e nel portamonete. Pensavo qualche<br />
giorno fa, perso in un parcheggio sotterraneo<br />
come un lombrico, che nella vita<br />
ho fatto le mie cose migliori quando non<br />
ho avuto modo o tempo di imbavagliare<br />
Continua a pag. 2<br />
I limiti del nuovo Piano Territoriale Provinciale<br />
<strong>Il</strong> futuro della Valle di Lauro tra eccessiva burocrazia e grave miopia politica<br />
Arturo Graziano<br />
Ci riallacciamo al pregevole articolo<br />
del collega Mercolino che da queste<br />
colonne ha risollevato una vecchia questione<br />
che da lungo tempo rimane<br />
silente tra i dibattiti che animano la<br />
vita culturale e politica della nostra<br />
valle, anche e soprattutto in questo<br />
scorcio di campagna elettorale. Ovvero<br />
la questione del presente che ci circonda<br />
e del futuro che vogliamo immaginare<br />
per noi stessi e per quelli che verranno,<br />
in termini di assetto del territorio.<br />
Parliamo di urbanistica, insomma,<br />
o, con una accezione più moderna, di<br />
governo del territorio. Che poi più in<br />
generale è una questione che attanaglia<br />
l'intera regione e, con diverse sfumature,<br />
l'Italia, tutti accomunati da<br />
una deregolamentazione selvaggia<br />
mascherata da una iper produzione<br />
legislativa utile solo a rendere farraginosa<br />
la concreta applicazione della<br />
tutela del paesaggio rurale ed urbano.<br />
Ed è con queste premesse che vogliamo<br />
ricordare che non più di due mesi fa, la<br />
provincia di Avellino, che solo da poco<br />
tempo, al pari di altre provincie italiane,<br />
pareva destinata a scomparire, ha<br />
approvato il Piano Territoriale di Coordinamento<br />
Provinciale, o PTCP. Cosa è?<br />
Una specie di linee guida per i comuni<br />
chiamati a fare i Piani Regolatori, o<br />
PRG, ed oggi denominati PUC, e previsto<br />
dalla legislazione italiana fin dal<br />
1942, ripreso da altre leggi successive,<br />
ed infine disciplinato dalla più volte<br />
rimaneggiata Legge Regionale 16 del<br />
2004. Nasce questo piano, mai prima<br />
realizzato quando effettivamente era<br />
indispensabile, nel momento più basso<br />
Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo”<br />
<strong>Il</strong> decreto Gelmini taglia la scuola di Quindici<br />
Tommaso Scibelli<br />
L’Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo”<br />
di Quindici e Moschiano perderà l’autonomia<br />
l’1 Settembre <strong>2013</strong>. Data che<br />
coinciderà con la cessazione dell’attività<br />
lavorativa del preside Prof. Bruno<br />
Donnarumma. Classe 1947, laureato in<br />
Lettere Classiche all’Università di<br />
Napoli, ci parla del suo dispiacere e<br />
dei suoi tentativi per conservare l’Ufficio<br />
di Presidenza in un’istituzione di<br />
formazione, cultura e legalità in una<br />
zona “difficile”. “Con la fine di questo<br />
anno scolastico coincidente, peraltro,<br />
con l’inizio della mia quiescenza<br />
Continua a pag. 5<br />
La foto del mese<br />
<strong>Il</strong> Vesuvio e l'Agro nolano dall'altopiano "Pasteno" (Taurano)<br />
(Foto di Salvatore Maffettone)<br />
del dibattito politico attorno al futuro<br />
delle nostre città e dei nostri territori,<br />
ed i contenuti e la qualità del piano<br />
stesso paiono fortemente risentirne.<br />
Dovrebbe questo PTCP dettare le<br />
norme cogenti per la tutela del paesaggio<br />
rurale, fornire il quadro delle quote<br />
edificatorie disponibili per i comuni<br />
(ovvero quanto può consentire di far<br />
costruire un comune nell'ambito del<br />
proprio PUC), dettagliare le cosiddette<br />
zone rosse, fornire strumenti per la<br />
corretta gestione dell'ambiente, indicare<br />
le strategie di crescita e la distribuzione<br />
delle attrezzature sul territorio,<br />
eccetera. Non volendo entrare nel<br />
merito dell'intero piano, a causa dei<br />
limiti di un articolo, osserviamo come<br />
il Piano Provinciale, al pari del suo fratello<br />
maggiore Regionale, riserva alla<br />
nostra Valle il solito ruolo marginale, di<br />
confine, di periferia, o al più di "cusci-<br />
D’AVANGEM PREZIOSI<br />
SPECIALISTI IN DIAMANTI<br />
NOLA - INFO: 081.512 9162<br />
netto". Ricordammo già in un nostro<br />
intervento di qualche tempo fa, come<br />
il Piano Regionale aveva ampiamente<br />
analizzato la Valle di Lauro nell'ambito<br />
delle più ampie problematiche dell'area<br />
nolano-vesuviano, di cui ovviamente<br />
subisce la pressione, salvo poi<br />
relegarne le ipotesi di sviluppo in una<br />
fumosa formula denominata "rurale<br />
culturale", unitamente al Baianese, ed<br />
al pari delle aree poste ai confini della<br />
nostra regione. Per il resto, infrastrutture<br />
zero, insediamenti zero, investimenti<br />
per la nostra agricoltura iper<br />
specializzata zero, investimenti "culturali"<br />
zero, investimenti per l'ambiente<br />
zero. E quindi per non essere da meno<br />
il nuovo piano provinciale, il futuro<br />
dell'assetto territoriale, sociale, culturale,<br />
ambientale della Valle e della<br />
provincia, prende atto, ovviamente,<br />
Carmine S. Mercolino<br />
Continua a pag. 3<br />
Fonti rinnovabili: a che punto siamo<br />
Eolico e solare, l’energia pulita alla portata di tutti<br />
La quadratura del cerchio, che permette<br />
la massima sedentarietà degli<br />
individui in una società caratterizzata<br />
dalla presenza di ineguagliabili moti<br />
cinematici, è raggiunta rendendo<br />
energivoro l’intero contesto in cui<br />
viviamo. Ovvio che la sedentarietà di<br />
cui si fa cenno è intesa come novero di<br />
azioni in senso fisico dei singoli. Difatti<br />
noi tutti (pur stando comodamente<br />
seduti, camminando meno delle generazioni<br />
che ci hanno preceduto) ci<br />
muoviamo da un posto all’altro del<br />
mondo come nessun altro prima.<br />
Continua a pag. 4
2 VALLO IL<br />
Voci<br />
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
Nola, il Piano traffico della discordia divide il paese<br />
Cortei di protesta e petizioni, la nuova viabilità non piace ai commercianti<br />
Clima rovente a Nola per l’applicazione<br />
del Piano Traffico. Proteste e malcontento,<br />
una petizione con circa duemila<br />
firme, stanno accompagnando la scelta<br />
non facile, ma obbligatoria, dell’amministrazione<br />
comunale guidata dal sindaco<br />
Biancardi. Un provvedimento che<br />
naturalmente ha riflessi non solo sui<br />
cittadini nolani, ma anche su quelli dei<br />
comuni vicini, costretti a stravolgere le<br />
proprie abitudini. <strong>Il</strong> Piano Urbano Traffico<br />
(Put) è previsto dal nuovo Codice<br />
della Strada (art. 36, Dl. 30/ 04/1992<br />
n° 285) per i comuni che contano una<br />
popolazione che supera i trentamila<br />
abitanti per arginare problemi di traffico,<br />
inquinamento, e più in generale i<br />
disagi che derivano da una circolazione<br />
senza regole. <strong>Il</strong> “Put” nolano ha origini<br />
lontane. Progettato nel ’98, durante<br />
l’amministrazione Ambrosio (oggi leader<br />
dell’opposizione), dal professore<br />
Marino De Luca, docente di Ingegneria<br />
alla facoltà di Napoli Federico II, è<br />
stato poi ripreso dall’amministrazione<br />
Biancardi con gli opportuni aggiornamenti<br />
redatti dallo stesso De Luca. <strong>Il</strong><br />
provvedimento “approdato” in Consiglio<br />
comunale è stato approvato<br />
all’unanimità e dal 6 agosto 2012 è<br />
entrato in vigore in via sperimentale.<br />
Dopo una dura fase di contestazioni,<br />
sono stati attivati numerosi tavoli di<br />
confronto con le associazioni cittadine<br />
per superare le criticità emerse. <strong>Il</strong> principio<br />
del Piano si basa sull’ anello a<br />
senso unico che ruotando intorno alla<br />
città dovrebbe consentire maggiore<br />
scorrevolezza, dando a regime anche la<br />
possibilità di ricavare lo spazio necessario<br />
per la pista ciclabile. Alcune associazioni<br />
nolane, in particolare l’ACCAN,<br />
hanno sin da subito osteggiato il provvedimento<br />
che non farebbe altro che<br />
acuire la crisi economica, scoraggiando<br />
le persone a raggiungere la città. Altre,<br />
invece, si sono mostrate favorevoli<br />
anche se chiedono delle modifiche ritenute<br />
necessarie. Tra i punti critici, via<br />
del Riposo, di cui in un primo momento<br />
è stato invertito il senso di marcia. Una<br />
decisione che ha penalizzato, in particolare<br />
gli automobilisti del <strong>Vallo</strong>,<br />
costretti ad un giro tortuoso per ritornare<br />
a casa. L’amministrazione comunale,<br />
ad onor del vero, si è mostrata sin<br />
da subito disposta al dialogo ed in alcuni<br />
casi anche a tornare sui propri passi.<br />
Ed è stato così che via del Riposo, la<br />
stradina che percorre le spalle del cimitero<br />
nolano e che si immette su via San<br />
Paolo, è tornata al suo originario senso<br />
di marcia. I tavoli istituzionali promossi<br />
dall’amministrazione comunale, anche<br />
con la presenza del professore De Luca<br />
sono stati già diversi. In queste occasioni,<br />
la parte più critica delle associazioni<br />
ha espresso grande perplessità sulla<br />
valenza del provvedimento “ <strong>Il</strong> piano<br />
traffico – ha dichiarato Mariafranca Tripaldi<br />
- crea innumerevoli disagi alla<br />
popolazione e alla viabilità ed è per<br />
questo che ne chiediamo la sospensione”.<br />
Dai banchi dell’opposizione sono<br />
arrivate già disponibilità a modifiche<br />
necessarie. “ “In consiglio comunale –<br />
ha dichiarato Salvatore Maffettone consigliere<br />
comunale del Pd - abbiamo<br />
votato il provvedimento, valutando che<br />
fosse una cosa positiva per la città. Certamente<br />
adesso non abbiamo nessuna<br />
difficoltà a dire che è necessario apportare<br />
dei correttivi anche alla luce delle<br />
problematiche emerse nel corso dell’applicazione”.<br />
Nell’ultimo tavolo tecnico,<br />
svoltosi alcuni giorni fa, alla presenza<br />
del professor De Luca si è addivenuti<br />
alla proposta di alcune ipotesi di<br />
lavoro che potrebbero rappresentare<br />
elementi migliorativi del Piano. In particolare<br />
l’Ascom - Confcommercio ha<br />
presentato i risultati di un questionario<br />
compilato dagli associati, sintetizzati in<br />
dieci punti, alcuni dei quali già previsti<br />
ma non ancora attuati. Segnatamente si<br />
chiede l’ inversione senso di marcia ex<br />
Slargo Travaglia e Via Camillo de Notaris;<br />
divieto di accesso in piazza Principe<br />
Umberto verso il corso Tommaso Vitale;<br />
apertura al doppio senso di marcia da<br />
Solo una lettera... d’amore<br />
dalla prima pagina<br />
le mie fragilità: mi sono sentito un<br />
uomo buono mentre mi commuovevo<br />
sull’orlo della favola, sono stato un<br />
buon figlio quando non sono riuscito<br />
a trattenere la gratitudine e sono un<br />
amico sincero quando confesso di<br />
non riuscire. E’ un peccato mortale<br />
essere umano, in pubblico poi, mi<br />
dicono, sia un peccato mortale non<br />
seguire il copione che dovresti imparare<br />
per essere confortante senza<br />
preoccuparsi di essere credibile. E’<br />
successo che mi sono innamorato:<br />
innamorato dell’ebrezza di essere<br />
almeno un secondo all’altezza delle<br />
parole che scrivo, innamorato di<br />
spiegare le idee come una tovaglia<br />
aperta per una tavolata con le persone<br />
più vicine senza preoccuparsi<br />
della spendibilità pubblica, innamorato<br />
della mia incoscienza dei sogni<br />
che mi è stata sempre così fedele da<br />
volerla come compagna di vita, innamorato<br />
del profumo delle terre in cui<br />
mi sento a casa senza architettare<br />
come travestirle. Hanno cercato di<br />
convincermi in tanti, per prima la<br />
vita, che dovrei avere la grana fotografica<br />
dei film, che riguardi cento<br />
volte di seguito per com’è e come te<br />
lo aspetti. Ho finto in politica di<br />
provare un certo misurato sdegno<br />
per personaggi che sono un conato di<br />
disgusto, ho perso tempo a nascondere<br />
la mia paura, una paura fottuta,<br />
ho perso tempo ad ascoltare<br />
lezioni di anaffettività, ho creduto<br />
per qualche anno che la misura giusta<br />
fosse un compromesso tra le<br />
linee che mi disegnavano altri. Pensavo<br />
di avere perso la fantasia di<br />
pensarmi leggero o di credere davvero<br />
che gli affetti siano i nodi che non<br />
stringono ma sciolgono tutto il resto.<br />
Ho creduto esaurita l’immaginazione<br />
di portarmi la verità come unica<br />
spiegazione possibile e non conta se<br />
qualche volta sai per certo che sarà<br />
perdente: giochiamo a un altro<br />
gioco, e ci invidiano così. Ho perso le<br />
mie ore migliori ad ascoltare chi mi<br />
voleva convincere che il cinismo è<br />
una buona armatura e adesso mi<br />
prendo i miei anni con le mie rughe<br />
e la mia penna fragile. Non ci può<br />
essere arte dove va di moda vergognarsi<br />
della felicità. Non importa che<br />
capelli ha, come si chiama, da dove<br />
viene e dove vogliamo andare. Sono<br />
fiero di essermi innamorato dei miei<br />
sogni più imprudenti.<br />
Giacomo Corbisiero<br />
Via Fonseca fino all’incrocio con Via<br />
Seminario; nuova segnaletica orizzontale<br />
e verticale; aumento di posti auto<br />
per parcheggio e forte rafforzamento<br />
dei controlli da parte della Polizia Municipale<br />
per scoraggiare il fenomeno dei<br />
parcheggiatori abusivi e sensibilizzare<br />
maggiormente al rispetto del codice<br />
della strada. Tra le richieste anche<br />
l’istituzione di un servizio navetta che<br />
colleghi i parcheggi cittadini con il centro<br />
storico. L’ACCAN ha invece richiesto,<br />
per la temporanea attuazione, sino<br />
alla definizione completa della sperimentazione<br />
del Put, oltre ad una maggiore<br />
presenza della Polizia Municipale<br />
e di segnaletica orizzontale e verticale,<br />
il parcheggio gratuito con disco orario<br />
di 30 minuti in Via Ottaviano Augusto,<br />
Via Giacomo Imbroda, Via San Paolo<br />
B.to, Piazza Paolo Maggio, Piazza S.<br />
Antonio Abate, Piazza Collegio (previa<br />
rimozione delle panchine) e Piazza Principe<br />
Umberto (previa rimozione delle<br />
fioriere). <strong>Il</strong> rappresentante di Legambiente<br />
ha consegnato, invece, una rela-<br />
V<br />
www.ilvallo.it<br />
ALLO IL<br />
Storia, cultura e voci di una terra di confine<br />
zione-dossier, mentre quello di Unimprese<br />
e del Consorzio Infiniti si è detto<br />
d’accordo su tutti i punti evidenziati<br />
nel questionario Ascom, tranne che per<br />
la riapertura delle piazze alla sosta<br />
delle auto. Una nuova riunione, infine,<br />
è prevista nel giro di un paio di settimane<br />
mentre per il 12 marzo è stata calendarizzata<br />
una nuova riunione sul Put<br />
della Commissione consiliare Annona,<br />
presieduta dal consigliere Franco<br />
Nappi. “La fase di confronto e verifica –<br />
ha dichiarato il sindaco Geremia Biancardi<br />
- prosegue alacremente, nel solco<br />
tracciato nel corso delle precedenti riunioni,<br />
ovvero, massima disponibilità da<br />
parte dell’amministrazione comunale a<br />
recepire tutte le indicazioni da parte<br />
delle associazioni di commercianti e<br />
cittadini, che stanno collaborando in<br />
questa fase, che saranno poi vagliate,<br />
ovviamente, dal Professore De Luca,<br />
che ha redatto il Piano Urbano Traffico,<br />
per valutare fattibilità ed impatto delle<br />
eventuali modifiche da apportare”.<br />
Associazione culturale - “Pro Marzano”<br />
Codice Fiscale: 92077060645<br />
Via San Trifone - Palazzo Simonelli s.n.<br />
83020 - Marzano di Nola (Av)<br />
Redazione<br />
Direttore Responsabile: Domenico Menna<br />
Redattore Capo: Giuseppe Fenga<br />
Segretaria di Redazione: Maria Addeo<br />
Responsabile marketing: Antonio Ariano<br />
E-mail: redazione.ilvallo@virgilio.it<br />
Maria Magistro<br />
Aut. Trib. Avellino 1/12 R. Stampa dell’08/02/2012<br />
Stampa: Centro Stampa Ferrara srl - Via G. Anisio, 49 - Domicella (AV)
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
VALLO IL<br />
Politica 3<br />
Elezioni politiche <strong>2013</strong> - quali gli esiti nei nostri territori<br />
La sinistra non stravince, la destra non perde, l’antipolitica non vince: è la politica che perde!<br />
<strong>Il</strong> <strong>Vallo</strong> di Lauro va a destra in uno scenario<br />
post-elettorale con risultato confuso,<br />
scisso, non preciso. Bersani vince a livello<br />
nazionale, Berlusconi vince in Campania,<br />
Bersani vince in Irpinia mentre Berlusconi<br />
ottiene la maggioranza relativa al<br />
Senato e alla Camera in 6 comuni su 7 del<br />
<strong>Vallo</strong>. Grillo si impone come il punto di<br />
demarcazione tra le due coalizioni maggiori<br />
(Bersani e Berlusconi) e le due coalizioni<br />
minori (Monti e Ingroia) ma in Irpinia<br />
e nel <strong>Vallo</strong> viene sorpassato alla<br />
Camera da Monti. <strong>Il</strong> risultato della consultazione<br />
nazionale ci pone davanti al<br />
rischio dell’ingovernabilità dato che la<br />
coalizione guidata da Bersani non ha la<br />
maggioranza al Senato. Nei “nostri”<br />
paesi la coalizione berlusconiana ha la<br />
maggioranza relativa (e in alcuni casi<br />
assoluta) dappertutto tranne che a Marzano<br />
di Nola dove al Senato prevale la<br />
coalizione bersaniana e alla Camera<br />
quella montiana. A Taurano, invece, alla<br />
Camera il primo partito è il Pd ma la<br />
prima coalizione è berlusconiana mentre<br />
al Senato è solo ridotto il distacco tra i<br />
vincenti berlusconiani e i secondi bersaniani<br />
rispetto a quanto accade in altri<br />
Comuni del <strong>Vallo</strong> (Pago, Lauro, Quindici e<br />
Moschiano). In questi paesi, infatti, stravince<br />
la coalizione berlusconiana addirittura<br />
con maggioranza assoluta nei comuni<br />
di Quindici e Moschiano (con picco del<br />
63,1 % per il Senato a Quindici). È difficile<br />
dare un quadro unitario ma in sintesi il<br />
risultato potrebbe essere schematizzato<br />
con una vittoria netta del centrodestra<br />
nei paesi “centrali del <strong>Vallo</strong>” (Pago,<br />
Lauro ma soprattutto Quindici e Moschiano)<br />
e con un risultato decisamente meno<br />
pendente a destra nei comuni di Marzano<br />
e Taurano. Peculiari i risultati di Domicella<br />
in cui la coalizione vincente è pur sem-<br />
pre quella berlusconiana (con circa 5<br />
punti percentuali di distacco dalla coalizione<br />
bersaniana) ma con “spazio” agli<br />
innovativi Grillo (18,4 %) e Ingroia (2,5 %)<br />
decisamente sopra la “media della<br />
zona”. Dai risultati emerge come vi fossero<br />
due zone nel nostro <strong>Vallo</strong>: una più di<br />
centrosinistra (o forse meno di centrodestra)<br />
rappresentata da paesi più aperti<br />
grazie alle vie di comunicazione con<br />
l’esterno (Marzano di Nola, Domicella,<br />
Taurano) e una zona più di centrodestra<br />
e conservatrice rappresentata da paesi<br />
“meno comunicanti” (Pago, Lauro,<br />
Moschiano e Quindici). <strong>Il</strong> tasso di partecipazione<br />
alle consultazioni nel <strong>Vallo</strong> è del<br />
73,8 % (leggermente più basso di quello<br />
registrato nel 2008) con picco di astensionismo<br />
a Pago (vota il 68,7 % circa degli<br />
aventi diritto contro una media locale<br />
del 72,3 %) e picco di voti bianchi a Marzano<br />
di Nola (4-5 % circa contro una<br />
media del 2-3 %). <strong>Il</strong> voto nullo è, invece,<br />
“di moda” a Moschiano (quasi un punto<br />
al di sopra della media locale del 2 %<br />
circa). Bene vanno tutti i candidati<br />
“locali” anche se nessuno di loro prende<br />
la leadership, spiazzati prevalentemente<br />
dall’onda di berlusconismo consistente<br />
nella mole di voti della sola lista Pdl sia<br />
alla Camera (2021 voti ovvero 24,9 %) sia<br />
al Senato (2209 voti ovvero 31,1 %). <strong>Il</strong><br />
dato dimostra (in virtù del 26,6 % della<br />
sola lista Pd al Senato contro un 23,7 %<br />
alla Camera) quanto i partiti maggiori<br />
abbiano avuto la meglio nella competizione<br />
del Senato che è, per legge, riservata<br />
a un pubblico più maturo. Anche se<br />
è difficile attribuire il voto politico a un<br />
candidato specifico, data la mole di assegnati<br />
a ciascuna lista, i cinque locali confermano<br />
i voti o iniziano la carriera politica<br />
con risultato tutt’altro che insignificante.<br />
Così la lista alla Camera del Pd, in<br />
cui figurava anche il nome dell’ingegnere<br />
Roberta Santaniello prende 1912 voti<br />
nei 7 Comuni (23,6 %), la lista MIR, in cui<br />
compariva il nome di Giuseppe Rubinaccio<br />
si afferma come movimento civico<br />
dalla portata di 532 voti (6,6 %), mentre<br />
la lista di Intesa Popolare, con Anna<br />
Buonfiglio, ottiene 334 voti (4,1 %). Al<br />
Senato, invece, i due candidati Andrea<br />
Viscardi e Pietro Iannuzzi di Intesa Popolare<br />
ottengono 363 voti (5,1 %) nei 7<br />
Comuni del <strong>Vallo</strong>. Rispetto alla media<br />
nazionale Berlusconi va sopra, Bersani va<br />
sotto anche quella provinciale ma rispetta<br />
quella regionale, Grillo, Ingroia e<br />
Giannino sono notevolmente sotto, Monti<br />
è in linea al Senato ma sopra alla Camera,<br />
gli altri candidati premier conservano,<br />
grossomodo, la bassa percentuale<br />
nazionale. Erra chi crede che queste elezioni<br />
politiche siano il banco di misurazione<br />
per le prossime elezioni amministrative.<br />
I candidati che scenderanno in<br />
campo e l’onda della protesta incarnata<br />
da Grillo potrebbero modificare notevolmente<br />
i flussi elettorali creando impreviste<br />
sorprese. Ancora una volta il <strong>Vallo</strong>,<br />
con agghiacciante obiettività, si dimostra,<br />
dato il risultato elettorale e l’appartenenza<br />
alle file degli elettori berlusconiani,<br />
una zona di imprenditori, benestanti<br />
e “casalinghe di Voghera”. Pur in<br />
un paese del profondo Sud.<br />
Tommaso Scibelli<br />
I limiti del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale<br />
dalla prima pagina<br />
delle pressioni socio economiche ed<br />
urbanistiche dell'area nolano vesuviano,<br />
per poi concludere il tutto in un "fermo<br />
immagine": tra vincoli esistenti - le zone<br />
rosse, i Siti di Importanza Comunitaria,<br />
le fasce fluviali, eccetera - e nuovi - fantomatici<br />
corridoi ecologici, strane fasce<br />
boschive che calano fin giù nei paesi,<br />
pretenziosi divieti di saldatura urbana<br />
tra paesi, divieti di programmare aree<br />
industriali nuove - la sensazione è che<br />
questo piano provinciale sia vissuto solo<br />
ed esclusivamente come il Piano dei vincoli,<br />
il Piano del "non fare". A questo, in<br />
verità, bastavano già il Piano Stralcio per<br />
l'Assetto Idrogeologico, i SIC, e quant'altro.<br />
<strong>Il</strong> risultato è che il PTCP stabilisce a<br />
priori quali aree poter utilizzare per<br />
l'edilizia e quant'altro, e quali invece<br />
preservare, senza stabilire alcuna strategia<br />
di sviluppo, legando le mani alle<br />
amministrazioni locali che con i loro<br />
Camera:<br />
26,3%<br />
Senato:<br />
31,6%<br />
Camera:<br />
17,5%<br />
Senato:<br />
8,2%<br />
piani regolatori potranno ben poco,<br />
anche nella paventata ipotesi che finalmente<br />
si mettesse mano ad un piano<br />
regolatore unico della Valle di Lauro. Sia<br />
chiaro, non paventiamo qui un maggiore<br />
'laissez faire', ma non si possono imporre<br />
vincoli e stabilire dove orientare lo sviluppo<br />
urbano e sociale senza un importante<br />
corredo di studi e analisi adeguati<br />
al grado di importanza del livello di pianificazione.<br />
Vogliamo far notare, per<br />
esempio, come da una banale serie storica<br />
di dati ISTAT su popolazione, famiglie<br />
e abitazioni, il Piano estrapola una<br />
previsione di fabbisogno di abitazioni nei<br />
prossimi 10 anni per tutta la valle. Come<br />
un qualunque piccolo comune fa per il<br />
proprio piccolo piano regolatore. Siamo,<br />
cioè, alla 'banalizzazione' dell'urbanistica<br />
anche a livello di area vasta, come<br />
può esserlo una provincia. Non c'è traccia<br />
di un programmazione paesaggistica,<br />
come non c'è traccia di studi più approfonditi<br />
di assetto idrogeologico, condannando<br />
così, per esempio, Moschiano alla<br />
Camera:<br />
40,9%<br />
Senato:<br />
44,9%<br />
Camera:<br />
1,1%<br />
Senato:<br />
1,2%<br />
Camera:<br />
12,2%<br />
Senato:<br />
11,7%<br />
Camera:<br />
0,3%<br />
Senato:<br />
0,3%<br />
I risultati delle votazioni nel collegio ipotetico dei 7 comuni del <strong>Vallo</strong><br />
(percentuali approssimative - calcolo effettuato sulla base di dati ufficiali)<br />
morte sociale, senza alcuna possibilità di<br />
sviluppo ed in attesa che qualcuno dica<br />
ai cittadino se evacuare o meno il paese;<br />
stessa sorte per Migliano e Pignano, e ci<br />
fermiamo qui. Ancora, il Piano chiama il<br />
nostro vallo "città del vallo di Lauro" ma<br />
poi condanna il tentativo di saldatura tra<br />
i paesi. Ma come! Si ha in mente forse<br />
una città policentrica? <strong>Il</strong> modello è forse<br />
la valle della Ruhr tedesca? Ma una volta<br />
l'urbanistica non governava i processi,<br />
invece che limitarli e basta? Per non<br />
dilungarci in inutili tecnicismi, il succo<br />
sta in un invito ai pubblici amministratori,<br />
ai tecnici dei comuni ed i professionisti<br />
del governo del territorio, ad una<br />
maggiore vigilanza ed interventismo,<br />
quando si tratta del futuro della nostra<br />
valle. E questo è il momento, ora che<br />
diversi comuni della valle erano già<br />
impegnati nella redazione e rielaborazione<br />
dei propri piani regolatori o PUC.<br />
Ora che appare quanto mai opportuno<br />
vigilare ed avversare questo PTCP nelle<br />
forme attuali, ed avviare finalmente una<br />
vera proposta, questa si, rivoluzionaria:<br />
la nostra valle ha bisogno di un progetto<br />
di sviluppo unitario, e quale migliore<br />
occasione per avviare la redazione di un<br />
Piano Urbanistico unico per la Città della<br />
Valle? Arturo Graziano
4 <strong>Febbraio</strong><br />
VALLO IL<br />
Attualità<br />
<strong>2013</strong><br />
Fonti rinnovabili: l’energia pulita è alla portata di tutti<br />
Eolico e solare potrebbero salvarci da una dipendenza dall’estero sempre più gravosa<br />
dalla prima pagina<br />
Pur essendo meno avvezzi ai rigori climatici,<br />
indossiamo abiti tessuti, e non già<br />
pelli sgrossate d’inverno, né tantomeno<br />
giriamo seminudi d’estate. Ciò chiaramente<br />
comporta un dispendio unico di<br />
energia, sia per rendere semplice e più di<br />
tutto, rapido, il movimento da un posto<br />
all’altro del globo, sia per creare quelle<br />
condizioni climatiche che ci consentano<br />
di percepire una situazione di benessere<br />
psico-fisico, ivi compresa la produzione<br />
di strumenti atti a raggiungere tali scopi.<br />
Tale stato di cose (apparentemente alla<br />
portata e tale da non destare preoccupazione<br />
di alcun tipo) ha subito un brusco<br />
impatto, cozzando contro certezze intoccabili<br />
fino a un momento prima, con la<br />
prima crisi energetica degli anni ‘70. <strong>Il</strong><br />
settantatré e il settantanove rappresentano<br />
senza dubbio delle date limite, la<br />
crisi energetica (in realtà del petrolio)<br />
legata a problemi di approvvigionamento<br />
dell’oro nero in seguito alle crisi politicomilitari<br />
che investirono il Medio Oriente,<br />
ha fatto si che le vie energetiche alternative<br />
ai combustibili fossili fossero percorse<br />
man mano con maggiore consapevolezza.<br />
Da dire che il petrolio, ai tempi<br />
era inteso come una sorta di prodotto<br />
universale, di cui si faceva (in parte succede<br />
ancora) un uso disparato e versatile.<br />
Infatti esso prestandosi ad un utilizzo<br />
poliedrico veniva usato come base non<br />
Installazione di pannelli solari<br />
solo per autotrazione. A petrolio erano<br />
molte centrali per la produzione di energia<br />
elettrica. Dal petrolio si ricava,<br />
mediante trasformazione, la plastica che<br />
quasi sommerge la nostra quotidianità.<br />
Sono derivati del petrolio i bitumi che<br />
compongono le pavimentazioni stradali<br />
su cui ossessivamente ci muoviamo,<br />
meglio muoviamo i nostri veicoli. La crisi<br />
petrolifera di allora e le crisi energetiche<br />
(vere o minacciate) successive, come<br />
detto, hanno aperto scenari nuovi in termini<br />
di ricerca. Difatti come è vero che il<br />
generatore di tali nuove visioni sia stata<br />
la crisi energetica, il combustibile che ha<br />
dato propulsione a ciò è senz’altro l’investimento<br />
in ricerca. Ci si proietta verso<br />
altre fonti energetiche (alternative e rinnovabili)<br />
e si approfondiscono caratteristiche<br />
e tecniche di approvvigionamento<br />
che erano state nel limbo per decenni.<br />
Molte delle applicazioni odierne, infatti,<br />
sono figlie di visioni passate. Alcune sono<br />
frutto di ricerche più recenti. In un primo<br />
momento l’approccio ha avuto fondamento<br />
solo in funzione delle alternative<br />
al petrolio (energia atomica e gas in<br />
genere), a partire dal recente passato<br />
ma, soprattutto, oggi – avendo acquisito<br />
una maggiore sensibilità verso temi legati<br />
all’ambiente – l’incipit e il corpo dello<br />
sviluppo presenta una forte caratterizzazione<br />
soprattutto in termini di sostenibilità<br />
energetica. La differenza è che le<br />
fonti legate al primo approccio utilizzano<br />
energie non inesauribili e onerose in termini<br />
di sicurezza e distribuzione. Si parla<br />
in tal caso di fonti energetiche alternative<br />
[al petrolio]. <strong>Il</strong> secondo approccio<br />
mira a tenere in conto le potenzialità che<br />
la Terra (in qualche caso lo spazio, come<br />
si avrà modo di approfondire) offre, cercando<br />
di creare un impatto basso, tale da<br />
permettere all’ecosistema di ricomporre<br />
una sorta di equilibrio naturale. Si parla<br />
in questo caso di fonti rinnovabili. A tale<br />
tipologia sono da ascrivere le fonti energetiche<br />
che – utilizzando come base<br />
quanto esiste in natura – tendono a trasformare<br />
(catturandone il potenziale<br />
energetico) le azioni cicliche che l’ambiente<br />
offre. Su tutte, sostanzialmente<br />
quelle offerte dalla presenza di sole, di<br />
acqua (fiumi, cascate), di vento. Accanto<br />
ad esse le risorse di natura geotermica, il<br />
riutilizzo di prodotti secondari di produzione,<br />
oltre al più recente utilizzo delle<br />
azioni di moto ondoso e maree. Un terzo<br />
approccio – non sottovalutabile – tiene<br />
conto della ottimizzazione dei consumi,<br />
basando la tecnologia sull’utilizzo sia di<br />
fonti energetiche tradizionali che di fonti<br />
alternative e rinnovabili. A tale approccio<br />
sono da ascrivere l’utilizzo della cogenerazione,<br />
del teleriscaldamento, etc.<br />
Sistemi che non sono per forza basati<br />
sulla novità di prodotto ma senza dubbio<br />
sulla innovazione di processo. Dell’uso di<br />
prodotti alternativi al petrolio molto si<br />
sa. Molto si sa anche dei problemi –di<br />
natura differente a seconda della fonte –<br />
che ad essi sono legati. Relativamente ai<br />
gas combustibili, abbiamo avuto già una<br />
serie di avvisaglie sui possibili scenari<br />
legati a problemi di approvvigionamento<br />
che possono nascere. Freschi sono i ricordi<br />
legati agli aumenti di prezzi del meta-<br />
Un parco eolico può contenere torri alte fino a 100-130 metri<br />
no causati da divergenze politico-diplomatiche<br />
tra Russia e Ucraina, per le crisi<br />
avutesi in Algeria. Difatti Russia e Algeria<br />
rappresentano i nostri maggiori fornitori<br />
(uno dei metanodotti più importanti,<br />
partendo dall’Algeria, attraversa parte<br />
della dorsale collinare a nord della nostra<br />
Vallata). Per quanto attiene l’energia<br />
atomica, nonostante la decantata sicurezza<br />
degli impianti, nella memoria di<br />
tutti rimangono le catastrofi che hanno<br />
investito Chernobyl e, più recentemente,<br />
Fukushima. Senza contare poi il problema<br />
più grosso – sottaciuto per ovvie<br />
ragioni di convenienza speculativa – lo<br />
smaltimento delle scorie nucleari. Nocciolo<br />
reale del problema. Meno familiarità<br />
invece – specie nel <strong>Vallo</strong> di Lauro, ma<br />
nel sud Italia in genere – abbiamo, non<br />
tanto con le fonti energetiche rinnovabili,<br />
quanto con sperimentazione, ricerca e<br />
applicazione diffusa e consapevole di tali<br />
fonti energetiche. Fonti che, a differenza<br />
di quelle prima descritte, possono<br />
essere generate in home (by-passando<br />
quindi il problema dell’approvvigionamento<br />
dall’estero), possono essere fonte<br />
di risparmio – garantendo una forte riduzione<br />
di CO2 in atmosfera – in termini di<br />
benessere ambientale (e conseguentemente<br />
umano), in termini economici e<br />
possono essere ritenute inesauribili. Tra<br />
le fonti energetiche rinnovabili con maggiore<br />
evoluzione in termini di ricerca e di<br />
utilizzo sono da annoverare quelle di<br />
natura eolica e di natura solare. Cominciamo<br />
l’excursus parlando della tecnologia<br />
che occupa, la metà (o poco più) dell’universo<br />
energetico rinnovabile, ossia<br />
la produzione energetica che ha alla base<br />
lo sfruttamento della fonte primaria del<br />
nostro sistema planetario, il sole. I sistemi<br />
che ricavano energia sfruttando la<br />
trasformazione delle radiazioni solari si<br />
suddividono in due filoni, spesso erroneamente<br />
confusi, molto diversi per finalità<br />
e tipo di processo. <strong>Il</strong> primo caratterizzato<br />
dalla produzione di energia solare termica,<br />
il secondo nella trasformazione di<br />
energia solare mediante l’uso di sistemi<br />
di celle che, con processo fotovoltaico,<br />
mutano il calore in energia elettrica.<br />
Mentre il sistema legato alla produzione<br />
di energia solare termica tende a fornire<br />
acqua calda da riscaldamento, per cui si<br />
utilizza una tecnologia meno complessa e<br />
meno onerosa. Di maggiore complessità<br />
risulta essere il sistema di produzione di<br />
energia elettrica mediante sistemi fotovoltaici.<br />
Più complessi, infatti, sono i<br />
pannelli dove, accoppiati agli ‘specchi’<br />
atti a catturare le radiazioni solari, debbono<br />
essere posti materiali atti a formare<br />
circuiti tali da generare e condurre<br />
energia elettrica. Pannelli poi che debbono<br />
essere accoppiati a dei trasformatori,<br />
gli inverter (la corrente prodotta dalle<br />
celle è continua, le reti elettriche funzionano<br />
a corrente alternata), e integrati<br />
alla rete di distribuzione per la fornitura<br />
di energia elettrica. Elemento principe<br />
dei pannelli fotovoltaici è il silicio,<br />
che essendo un semiconduttore rappresenta<br />
il fulcro della realizzazione del<br />
generatore atto a produrre energia da<br />
immettere nel circuito elettrico. <strong>Il</strong> silicio<br />
è ridotto in forma di lamina posta alla<br />
base della cella fotovoltaica. L’insieme di<br />
celle di tale guisa, poste una accanto<br />
all’altra, formano i pannelli fotovoltaici<br />
Fotovoltaico Solare Termico Mini Eolico Scooter Elettrico<br />
Show Room ed Uffici – S.S. 7 bis, Km50, 32 – 80035 NOLA (NA)<br />
Tel. +39 081.5125559 - Fax. +39 081.8233221 - www.energydrive.it - info@energydrive.it
VALLO IL<br />
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong> Attualità 5<br />
Fonti rinnovabili: Eolico e Solare<br />
l’energia pulita è alla portata di tutti<br />
segue dalla pagina 4<br />
in commercio. Pannelli fotovoltaici che<br />
nell’ultimo periodo stanno trasformando<br />
il paesaggio italiano al pari, se non<br />
più, dei parchi eolici. Difatti l’Italia,<br />
partita in ritardo nella applicazione di<br />
tale tecnologia, sta recuperando rapidamente<br />
nella realizzazione di parchi<br />
energetici con tecnologia fotovoltaica.<br />
Nel 2011, tale tecnologia, in termini di<br />
potenza installata, ha superato l’eolico,<br />
giungendo a circa 12 GW (si può già<br />
supporre che il dato 2012, una volta<br />
ufficializzato, darà esiti ancora maggiori).<br />
D’altra parte sarebbe stato un<br />
controsenso forte che il ‘Paese del<br />
sole’ non fosse in grado di mettersi al<br />
passo con le nazioni che sono più avanti<br />
in tale campo. Nazioni capofila che –<br />
sempre rimanendo nel paradosso – sono<br />
ben più a nord della nostra amata Italia<br />
(Germania e Svezia). Paradosso visibile<br />
anche nella distribuzione nazionale,<br />
le regioni con maggiori dotazioni<br />
Parliamo con l’architetto Raffaele De<br />
Maro, Direttore Tecnico della Energy<br />
Drive - Dovendo spiegare in maniera<br />
molto semplificata e diretta, affinché<br />
arrivi a tutti, cosa si intende per efficientamento<br />
energetico? “L’efficientamento<br />
energetico essenzialmente<br />
rappresenta l’adozione di metodi e<br />
procedure messe a disposizione dalla<br />
tecnica atte a ridurre i consumi d’energia<br />
necessaria allo svolgimento delle<br />
varie attività umane. Nel caso di un<br />
edificio significa intervenire sull’involucro<br />
edilizio per migliorarne sia la<br />
resistenza termica che l’apporto di<br />
luce naturale e quindi limitare il consumo<br />
di energia per il riscaldamento, raffrescamento<br />
e illuminazione (efficienza<br />
passiva), contemporaneamente consiste<br />
nell’adottare un sistema impiantistico<br />
che richieda meno consumo di<br />
energia e nel ricorrere a tecnologie in<br />
grado di trasformare l’energia da una<br />
forma all’altra in modo più efficiente<br />
(efficienza attiva). Più in generale dunque,<br />
per efficientamento energetico si<br />
intende, in modo intuitivo, la possibilità<br />
di utilizzare l’energia nel modo<br />
migliore.” - Perché l’utilizzo di energie<br />
rinnovabili è in percentuale minore<br />
al Sud rispetto alle altre regioni<br />
Italiane? “A mio avviso è essenzialmente<br />
un problema di natura culturale. Esiste<br />
una reale difficoltà di informazione<br />
sull’offerta di energie rinnovabili che<br />
nell’immaginario collettivo è comunque<br />
sempre collegata alla possibilità di<br />
accesso agli incentivi. <strong>Il</strong> diffuso scetticismo<br />
derivante da una eccessiva burocratizzazione<br />
dei rapporti con le istituzioni,<br />
un apparato normativo non sempre<br />
semplice unitamente ad uno sfruttamento<br />
del territorio messo in atto in<br />
maniera non sempre programmata e<br />
organica ha reso nelle regioni del sud<br />
più difficile lo sviluppo delle FER.<br />
Ovviamente sarebbe un errore generalizzare.<br />
Tutti conoscono infatti l’esempio<br />
della Puglia che ha superato i problemi<br />
descritti dotandosi di un sistema<br />
normativo più snello ed efficace che a<br />
partire dal 2006 ha portato a 33.000 gli<br />
impianti connessi alla rete elettrica<br />
gestita da Enel per una potenza com-<br />
non sono a sud (eccezion fatta per la<br />
Puglia, caso esemplare), caratterizzate<br />
dal maggiore irraggiamento, ma sono le<br />
regioni settentrionali. Nell’ottica di<br />
raggiungere posizioni tali da garantire,<br />
se non l’autosufficienza energetica<br />
(utopia non troppo utopica), quantomeno,<br />
l’attingimento di una soglia di<br />
produzione energetica tale da svincolarci<br />
da taluni fonti tradizionali, l’Italia<br />
– così come altre nazioni – ha posto in<br />
essere un sistema di incentivi (frutto<br />
anche delle considerazioni scaturite in<br />
termini di salvaguardia ambientale<br />
contenute nel Protocollo di Kyoto) tali<br />
da favorire sempre più l’utilizzo di<br />
fonti energetiche alternative. Del<br />
sistema di incentivi e degli altri sistemi<br />
di approvvigionamento mediante fonti<br />
energetiche rinnovabili – stante la<br />
vastità della materia – continuiamo a<br />
parlare nei prossimi numeri de “<strong>Il</strong><br />
<strong>Vallo</strong>”. [Continua]<br />
Carmine S. Mercolino<br />
I n t e r v i s t a a E n e r g y D r i v e<br />
leader nel settore delle fonti rinnovabili<br />
plessiva che sale a 3.250 MW. In particolare<br />
gli allacciamenti riguardano per<br />
il 99% impianti fotovoltaici». A denotare<br />
l’attenzione sempre crescente dei<br />
cittadini verso questa forma di energia<br />
c’è il fatto – segnala sempre Enel – che<br />
si è registrata un’inversione di tendenza<br />
che vede preferiti impianti di piccola<br />
taglia per lo più installati sui tetti di<br />
edifici civili. Altro caso emblematico è<br />
quello della Sicilia che ad oggi è la<br />
regione italiana più vicina alla cosiddetta<br />
grid parity, tant’è che non sembra<br />
azzardato pensare che presto sarà<br />
possibile pianificare un progetto per<br />
ottenere energia da fonti rinnovabili,<br />
senza l’esigenza di disporre di incentivi.”<br />
– In breve quindi, qual è la “Mission”<br />
della vostra Azienda? “è quella<br />
di contribuire alla salvaguardia degli<br />
equilibri climatici del pianeta ed al<br />
miglioramento della qualità della vita<br />
attraverso l’individuazione e l’applicazione<br />
della miglior soluzione eco-compatibile<br />
al fabbisogno di produzione e<br />
risparmio energetico, per famiglie,<br />
imprese ed enti pubblici.” – Quali sono<br />
i servizi offerti alla vostra clientela e<br />
quali i processi messi in atto? “<strong>Il</strong> Team<br />
di Energy Drive gestisce direttamente<br />
tutti i servizi integrati di analisi, diagnosi,<br />
progettazione e realizzazione di<br />
impianti per la produzione di energia<br />
da fonti rinnovabili, ponendo massima<br />
attenzione alla qualità, efficienza ed<br />
integrazione ambientale. Si propone<br />
quindi come partner attivo di famiglie<br />
ed aziende che credono nelle fonti di<br />
energia rinnovabile, nelle loro applicazioni<br />
e nella loro diffusione.”<br />
Lo Staff di Energy Drive:<br />
Dott. Giampaolo Pavone<br />
(Direttore Generale);<br />
Arch. Raffaele De Maro<br />
(Direttore Tecnico);<br />
Ing. Diego De Rosa<br />
(Sales and Technical Area Manager);<br />
Ing. Apostolos Paipais<br />
(Corporate Relationship Manager);<br />
Dott. Vincenza Romano<br />
(Assistant Manager).<br />
La Redazione<br />
Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo”<br />
<strong>Il</strong> decreto Gelmini taglia la scuola di Quindici<br />
dalla prima pagina<br />
la scuola di Quindici perderà la possibilità<br />
di avere un dirigente in loco” dice<br />
nella nostra intervista il preside. “Nessun<br />
motivo personale o utilitaristico mi<br />
ha spinto in questa battaglia. Tra poco<br />
sarò in pensione. Le famiglie del mio<br />
paese, però, perderanno la possibilità di<br />
far crescere e studiare i loro figli sotto<br />
l’occhio vigile di un preside che abbia<br />
quivi sede amministrativa” sostiene<br />
Donnarumma e aggiunge “il tasso di professionalità<br />
del nostro paese è difficile<br />
da trovare in giro. Molti di questi professionisti<br />
sono stati alunni in questo istituto,<br />
segno del buon lavoro fatto. Ora,<br />
però, in aggiunta a un calo delle natalità,<br />
si verifica una situazione che crea<br />
qualche perplessità: alcuni alunni, precisamente<br />
quattro, della scuola primaria<br />
di Quindici, si sono iscritti per il<br />
prossimo anno alla scuola media di Nola,<br />
mettendo in discussione questa che è<br />
l’unica istituzione formativa del loro<br />
paese, la palestra per far acculturare e<br />
crescere i loro figli”. Di fatti il decreto<br />
a firma del ministro Mariastella Gelmini<br />
approvato nella XVI legislatura “taglia”<br />
l’autonomia scolastica a istituti che<br />
abbiano meno di 900 alunni iscritti.<br />
“Tale provvedimento però” precisa il<br />
preside “viene modellato da ciascuna<br />
singola provincia che conserva un margine<br />
di libertà nella scelta dei criteri.<br />
Così, nella nostra provincia, era stato<br />
stabilito che fossero accorpate le presidenze<br />
di scuole con meno di 600 iscritti.<br />
Norma legittima per il risparmio dei<br />
fondi ma” aggiunge “tutto ciò non tiene<br />
conto del fatto che in alcuni paesi la<br />
scuola rappresenta l’unica istituzione<br />
formativa presente. <strong>Il</strong> nostro paese possiede<br />
storia, cronaca e costumi totalmente<br />
diversi da quelli degli altri comuni<br />
irpini. Così, ed in virtù di un elevato<br />
tasso di criminalità, il nostro paese<br />
avrebbe potuto conservare l’autonomia<br />
come accaduto nei comuni di Gesualdo<br />
(410 alunni), Guardia dei Lombardi<br />
(308), Castel Baronia (214), San Sossio<br />
Baronia (222), Montefalcione (368) e<br />
Paternopoli (384) nei quali evidentemente<br />
l’impegno degli enti locali è<br />
stato più incisivo nonostante, in alcuni<br />
casi, la presenza di un numero di alluni<br />
inferiore al nostro attuale (324). Ed è<br />
cosi che il decreto di Giunta Regionale<br />
dell’8 <strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong> accorpa le scuole<br />
di Quindici e Moschiano sotto la presidenza<br />
dell’Istituto “B. Croce” di Lauro e<br />
<strong>Il</strong> Preside Bruno Donnarumma<br />
Taurano, comuni eterogenei per diversi<br />
aspetti. Aggiunge poi “nonostante siamo<br />
una scuola ormai razionalizzata, quest’anno<br />
sono stati rinnovati molti progetti<br />
per i quali si è lavorato con molta<br />
determinazione e professionalità. Così<br />
la scuola di Quindici, in rete con le altre<br />
scuole del <strong>Vallo</strong>, prevede di chiudere in<br />
bellezza con il progetto Vivere nella<br />
strada del quale è capofila unico nella<br />
Provincia di Avellino ormai da 5 anni.<br />
L’impegno spesa per tal progetto è di<br />
17.500 €. Ancora più imponente (impegno<br />
spesa 40.000 €) è il progetto Area a<br />
rischio, in vigore nell’istituto ininterrottamente<br />
dal 1995 e che coinvolgerà la<br />
popolazione scolastica delle elementari<br />
e delle medie di Quindici e Moschiano<br />
insieme al personale docente e ATA<br />
(assistente-tecnico-amministrativo).<br />
Last but not the least, a breve si completerà<br />
il progetto PON FESR misura E1<br />
(Piano dell’Offerta Nazionale – Fondi<br />
Europei di Sviluppo Regionale) con<br />
importo complessivo di 15.000 € destinati<br />
a completare l’informatizzazione<br />
dei plessi di Quindici e Moschiano”. <strong>Il</strong><br />
preside conclude così “Ho lavorato con<br />
abnegazione e professionalità per 28<br />
anni in questa scuola, tenendo alto il<br />
suo nome su tutto il territorio. Sono<br />
stato fortunato perché ho potuto contare<br />
su una squadra sempre validissima<br />
alla quale va il mio ringraziamento. Ho<br />
cercato e sempre trovato collaborazione<br />
in tutte le istituzioni che avevano a<br />
cuore la crescita degli alunni e del territorio.<br />
Lascio una struttura altamente<br />
informatizzata con un patrimonio di<br />
laboratori notevole. Un unico rammarico”<br />
sottolinea il preside ”non per me,<br />
ma per il paese nel quale ho scelto di<br />
vivere e lavorare.”<br />
Tommaso Scibelli
6 <strong>Febbraio</strong><br />
VALLO IL<br />
Sport<br />
<strong>2013</strong><br />
Lazio - Napoli: cronaca di una trasferta<br />
<strong>Il</strong> racconto di una giornata al seguito della nostra squadra del cuore<br />
Sabato 9 febbraio <strong>2013</strong>, ore 14:30 circa.<br />
E’ una giornata di febbraio velata, l’aria<br />
è gelida. D’altronde, le previsioni meteo<br />
erano state chiare ed inequivocabili:<br />
“Questo che verrà, sarà il week-end più<br />
freddo dell’inverno”. Previsioni azzeccate.<br />
Per capirci meglio: è una di quelle<br />
giornate fatte apposta per starsene al<br />
chiuso, davanti a un bel caminetto acceso,<br />
ma… il dovere chiama: c’è Lazio –<br />
Napoli! Mancano ancora sei ore al fischio<br />
di inizio dell’arbitro, ma l’attesa spasmodica<br />
e l’ansia per un risultato positivo<br />
contro un avversario che ci segue in<br />
classifica da vicino fanno sì che la tensione<br />
prevalga sull’emozione e sulla felicità<br />
di seguire il Napoli lontano dalle<br />
mura amiche del San Paolo. D’alta<br />
parte, sono fatto così; appartenendo<br />
alla categoria del “tifoso napoletano<br />
eternamente pessimista”, mi passano<br />
per la mente tutte le delusioni sportive<br />
passate e, in particolar modo, le immagini<br />
di un’altra trasferta: quella, sfortunata,<br />
di quattro mesi fa a Torino, contro<br />
la squadra a strisce nere e bianche.<br />
Novecentocinquanta (950) chilometri di<br />
illusoria speranza (viaggio di andata) e<br />
novecentocinquanta (950) chilometri di<br />
cocente delusione (viaggio di ritorno)<br />
nell’arco di 30 ore. Rabbrividisco al solo<br />
pensiero (oltre che per il freddo pungente).<br />
Meglio pensare a oggi: scurdammoce<br />
‘o passato! La trasferta romana è il<br />
mio “originale” regalo di San Valentino<br />
per Carmela. Quando si dice: unire l’utile<br />
al dilettevole! <strong>Il</strong> viaggio verso la capitale<br />
scorre via in modo sereno e spensierato.<br />
Le chiacchiere e le trasmissioni<br />
radiofoniche fanno sì che le prime due<br />
ore filino via velocemente. L’autostrada<br />
del Sole è una lunga carovana azzurra.<br />
Sembra di essere tornati agli anni ’80,<br />
agli anni d’oro: bus, furgoni, auto private<br />
di tutte le marche e dimensioni<br />
imbandierate fino all’inverosimile, tutte<br />
dirette verso un luogo fisico, lo stadio<br />
Olimpico di Roma, e verso un luogo<br />
metafisico, un sogno, il cui nome resterà<br />
impronunciabile fino alla fine del<br />
campionato. Intanto, il cartello “Roma<br />
Sud” ci coglie quasi di sorpresa. <strong>Il</strong> punto<br />
di incontro per i tifosi azzurri è a Tor<br />
l<br />
l<br />
l<br />
Vergata, in Viale Luigi Schiavonetti,<br />
dove è stata organizzata «l’area collettore»,<br />
che rientra tra i dispositivi pianificati<br />
per l’accoglienza degli aficionados<br />
ospiti da parte della Questura capitolina.<br />
L’area parcheggio è e sarà presidiata<br />
dal personale delle forze di polizia<br />
anche durante lo svolgimento dell’incontro,<br />
fino al deflusso completo della<br />
tifoseria ospite. Meglio così. <strong>Il</strong> tempo di<br />
scendere dalla Panda rossa “Natural<br />
Power” ed il freddo pungente ci impone<br />
subito di montare su uno dei tantissimi<br />
torpedoni essi a disposizione dall’Atac<br />
adibito, per l’occasione, a covo ultras. <strong>Il</strong><br />
clima goliardico da “Bar dello Sport”<br />
subisce, però, un brusco stop alle ore<br />
18:00 in punto. <strong>Il</strong> motivo è presto detto:<br />
comincia Juventus - Fiorentina. Silenzio<br />
assoluto, clima da messa solenne, Radio<br />
Rai 1 “a palla” e tutti (lo ammetto) a<br />
gufare contro la Vecchia Signora. Le<br />
nostre speranze, però, svaniscono presto.<br />
Le notizie che arrivano da Torino,<br />
purtroppo, non sono delle migliori: Vucinic<br />
e Matri chiudono la pratica viola nel<br />
giro dei primi 45 minuti di gioco. Noi,<br />
intanto, quasi senza accorgercene, arriviamo<br />
all’esterno del “settore ospiti“<br />
dello stadio. Le operazioni di prefiltraggio<br />
sono lunghe e caotiche, ma, una<br />
volta superato il tornello e dopo aver<br />
valicato una rampa di scale, entriamo<br />
nell’impianto capitolino. Lo stadio, seppur<br />
ancora semivuoto, è splendido,<br />
maestoso. <strong>Il</strong> settore ospiti, invece, già<br />
trabocca di passione: “DEVI VINCERE”.<br />
Siamo tanti, siamo rumorosi, siamo colorati.<br />
Manca un quarto d’ora al fischio di<br />
inizio ed il colpo d’occhio del lo spicchio<br />
di stadio azzurro è da favola: siamo<br />
circa 6mila unità, altri 4mila hanno trovato<br />
posto in tribuna Montemario. Sembra<br />
di giocare in casa! <strong>Il</strong> count-down è<br />
interminabile, i minuti passano lentissimi,<br />
l’aquila “Olimpia” plana sul manto<br />
erboso, forse ci siamo… eccoli! I calciatori<br />
fanno capolino dalle scale degli spogliatoi<br />
e si schierano a metà campo per<br />
i saluti di rito e per lo scambio di<br />
gagliardetti. Le note dell’inno della<br />
Lazio vengono coperte dai nostri cori.<br />
L’adrenalina e l’eccitazione raggiungono<br />
Lo spettacolare tiro “al volo” di Campagnaro al 42° della ripresa<br />
picchi altissimi. L’arbitro Orsato si guarda<br />
intorno, controlla l’orologio e… via,<br />
si parte! Ma i nostri beniamini sembrano<br />
non essersene accorti: imbambolati,<br />
impacciati, disordinati tatticamente,<br />
tanto che il vantaggio laziale firmato da<br />
Floccari dopo appena 10 minuti di gioco<br />
non coglie di sorpresa nessuno. Troppo<br />
brutti per essere veri, penso. <strong>Il</strong> primo<br />
tempo è un monologo bianco-celeste,<br />
interrotto solo per un istante dalla<br />
capocciata del Matador Cavani che si<br />
stampa sulla traversa. E’ l’unico bagliore<br />
azzurro dei primi 45 minuti. L’arbitro<br />
manda tutti a bere un tè caldo ed io non<br />
so se essere arrabbiato per la prestazione<br />
opaca degli azzurri o essere contento<br />
per aver subito solo una rete. <strong>Il</strong> quarto<br />
d’ora di intervallo fila via tra commenti<br />
e discussioni tra tifosi e spuntini con<br />
livelli calorici tali da far impallidire<br />
qualsiasi nutrizionista. Tutti sperano in<br />
una ripresa all’assalto, in una inversione<br />
di rotta, ed è così. Mazzarri inserisce<br />
tutte le punte ed i centrocampisti offensivi<br />
che ha a disposizione; ora la Lazio<br />
inizia a perdere metri. <strong>Il</strong> Napoli, finalmente,<br />
si ricorda di essere la seconda<br />
forza del campionato. Assalti all’arma<br />
bianca misti ad amnesie difensive<br />
rischiano di far saltare le coronarie ai<br />
10mila tifosi ormai congelati, ma la<br />
svolta è vicina. Minuto 87: Gokhan Inler<br />
ci prova col pezzo forte del suo repertorio,<br />
il tiro da fuori. La frustata di destro<br />
dello svizzero prende una traiettoria<br />
diabolica, sembra fatta, ma Marchetti<br />
dimostra di essere il portiere più in<br />
forma del momento e salva in calcio<br />
d’angolo. L’Olimpico è ormai una bolgia,<br />
il nostro tifo è infernale. Sulla lunetta<br />
del corner va il talentuoso El Kaddouri.<br />
L’area di rigore laziale, manco a dirlo, è<br />
una tonnara. <strong>Il</strong> destro dell’ex Brescia è<br />
teso e liftato, sembra pennellato. Trattengo<br />
il fiato. Appostato, appena dentro<br />
l’area di rigore, c’è Hugo Campagnaro,<br />
maglia numero 14, professione difensore.<br />
La palla arriva al “toro di Moron”,<br />
che si inventa una giocata straordinaria:<br />
una sforbiciata da urlo, tanto potente<br />
quanto precisa, che si insacca all’incrocio<br />
dei pali alla sinistra dell’impietrito<br />
Marchetti. Pareggiamo. L’urlo che squarcia<br />
il cielo di Roma alle 22:30 è disumano,<br />
appassionato, tellurico. Abbraccio<br />
Carmela, abbraccio perfetti sconosciuti,<br />
è tutto straordinariamente caotico. Primavera<br />
in pieno febbraio. E ora all’arrembaggio,<br />
vittoria o morte. I nostri cori<br />
sfondano il muro del suono, i nostri<br />
cuori sono già andati a farsi benedire: i<br />
cardiologi avranno parecchio lavoro.<br />
Mancano ancora cinque minuti, sufficienti<br />
per vincere, ma sufficienti pure<br />
per perdere. E infatti la traversa in<br />
pieno recupero di Floccari ci fa capire<br />
che l’antico adagio “chi s’accontenta,<br />
gode” non è privo di fondamento. Di l’ a<br />
poco, l’arbitro mette fine alla contesa.<br />
Capitan Cannavaro e De Sanctis vengono<br />
a salutarci, noi li applaudiamo. E poi<br />
aspettiamo di uscire per raggiungere i<br />
torpedoni. Attesa lunga. Come ingannarla?<br />
Semplice, organizzando sugli spalti<br />
un’estemporanea puntata della “Domenica<br />
Sportiva”. Improvvisati opinionisti<br />
ed esperti del mondo del pallone si confrontano<br />
sul match appena concluso.<br />
C’è chi se la prende con Mazzarri, chi<br />
con la scarsa vena di alcuni calciatori;<br />
chi, ancora, si tiene il punto stretto<br />
stretto. Finalmente, a mezzanotte, vengono<br />
aperti i cancelli e facciamo ritorno<br />
negli autobus. <strong>Il</strong> lungo serpentone di<br />
mezzi pubblici (saranno stati più di<br />
venti) che attraversa la città eterna,<br />
impiega quasi un’ora per fare ritorno a<br />
Tor Vergata. Accendo l’auto e, quasi<br />
contemporaneamente, il climatizzatore.<br />
<strong>Il</strong> display segna -2, la classifica, ahimè,<br />
-5. Vorrei dormire, ma non posso. In<br />
compenso, lo fa Carmela per me. Le<br />
prime case moschianesi ci accolgono<br />
intorno alle 5:00. Carmela ed io siamo<br />
stanchi e sfiniti. Ma ne è valsa la pena.<br />
Forza Napoli, sempre!<br />
Francesco Vona<br />
TRUOIOLO COSTRUZIONI<br />
IMPRESA EDILE STRADALE MOVIMENTO TERRA<br />
IMPIANTI DI RECUPERO RIFIUTI INERTI<br />
AUTORIZZAZIONE REGIONE CAMPANIA N. 1012/2010<br />
l<br />
l<br />
l<br />
CAMPAGNE MOBILI ATTIVITA’ RECUPERI RIPRISTINO<br />
BONIFICHE AMBIENTALI<br />
VENDITA MATERIALI INERTI<br />
Via San Sebastiano n.15 - Quindici (Av) - Tel/Fax 081/8240540
VALLO IL<br />
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong> Arte 7<br />
<strong>Vallo</strong> di Lauro, quali prospettive per i Murales<br />
<strong>Il</strong> progetto, nato negli anni 70, potrebbe essere la chiave per il rilancio turistico del territorio<br />
Mariateresa Buonfiglio<br />
“Muri come grandi tele, straordinari<br />
musei a cielo aperto, luogo di confronto<br />
tra arte e vissuti quotidiani, tra artisti e<br />
gente comune, tra fantasia e realtà”<br />
(Qui Touring, 01 Dicembre 2001).<br />
Questa rassegna pittorica, nata a Lauro<br />
nel 1976, si è sviluppata anche nei comuni<br />
di Domicella, Marzano di Nola,<br />
Moschiano, Quindici e Taurano. Per capire<br />
questa iniziativa artistica abbiamo<br />
intervistato il prof. Giuseppe Buonfiglio,<br />
che come giornalista, l’ha seguita fin dall’estate<br />
1976.<br />
La rassegna naïve, nata a Lauro nel lontano<br />
1976 e concretizzatasi, anno dopo<br />
anno, oggi è praticamente dimenticata.<br />
Chi o in cosa si è sbagliato?<br />
“La rassegna naïve, nata nel lontano<br />
1976, ha trasformato la cittadina di<br />
Lauro in un museo a cielo aperto, coinvolgendo<br />
artisti italiani come Mora, Galli,<br />
Alcaini, Guastalla, Crisafulli, Credentino,<br />
e stranieri come le ungheresi Edith Brenner<br />
e Marinka Dallos, la russa Ludmilla<br />
Vouch etc; questi artisti, nel corso degli<br />
<strong>Il</strong> Prof. Giuseppe Buonfiglio<br />
(Foto di Antonio Buonfiglio)<br />
anni, hanno lasciato sulle vecchie mura<br />
del centro storico di Lauro, un centinaio<br />
di murales, dalle tinte vivaci e dai sentimenti<br />
delicati, che riescono, ancora oggi<br />
nonostante i guasti causati dagli elementi<br />
atmosferici e dall’incuria umana, ad<br />
essere toccanti nella loro profonda ingenuità<br />
e a proiettare i passanti in una suggestiva<br />
atmosfera fiabesca. Scorci<br />
ambientali rasserenanti, mongolfiere<br />
colorate che si liberano nel cielo azzurro,<br />
bizzarri motivi naturalistici, animali,<br />
spesso grotteschi e fantastici, volti allegri<br />
e sorridenti, ma spesso pensosi e tristi,<br />
di uomini e donne, raffigurati mentre<br />
lavorano, ballano, sognano; le figure<br />
semplici ed ingenue di bambini che giocano<br />
sull’aia al tramonto ect. L’idea di<br />
questa originale manifestazione venne<br />
nel lontano 1976 ad Antonio Casalino,<br />
editore-gallerista, lauretano, residente a<br />
Como e fu attuata con la fattiva collaborazione<br />
della Amministrazione comunale<br />
di Lauro (i più entusiasti, il sindaco Ottavio<br />
Colucci e l’assessore al turismo, prof.<br />
Pasquale Moschiano) e della Pro Loco –<br />
Lauro, il cui presidente era il principe<br />
don Pietro Lancellotti, coadiuvato dal<br />
vice-presidente, Guido Sperandeo. Ad<br />
integrare questa iniziativa, nel 1995 fu<br />
allestita presso il Palazzo Pignatelli<br />
anche una singolare pinacoteca naive,<br />
oggi in fase di rimodulazione. Ma col passare<br />
degli anni, per la costante diminuzione<br />
delle risorse finanziarie e soprattutto<br />
dell’entusiasmo, questa rassegna<br />
artistica è calata progressivamente, riducendosi<br />
ad una ripetitiva ritualità.<br />
Comunque, non sono mancati altri<br />
momenti esaltanti come nel 2003 quando<br />
a ridare uno spessore culturale internazionale<br />
alla rassegna naive hanno contribuito<br />
cinque artisti haitiani (Duffau,<br />
Mompremier, Reginald, Saint-Fleurant e<br />
Sain-Surin). Le colpe? Non mi sembra corretto<br />
attribuire colpe a qualcuno per la<br />
graduale decadenza di questa iniziativa;<br />
la cosa certa, comunque, è che quando<br />
non si è più convinti o ancora si rema<br />
contro, ogni iniziativa è costretta a finire<br />
nel dimenticatoio.”<br />
C’è qualche ricordo della rassegna naïve<br />
lauretana, che ti è rimasto particolarmente<br />
impresso e che vuoi raccontarci?<br />
“Tanti sono i ricordi che mi legano a questa<br />
iniziativa, alla quale mi sono avvicinato<br />
nella lontana estate del 1976, quando<br />
nelle mie vesti di corrispondente del<br />
Mattino, su sollecitazione del sindaco di<br />
Lauro, Ottavio Colucci, incominciai a<br />
seguire la manifestazione; i primi anni<br />
furono davvero esaltanti. I pittori, accolti<br />
con particolare calore, venivano seguiti<br />
per tutto l’arco della giornata, dai lauretani<br />
e non; consigli, suggerimenti ma<br />
anche un bicchiere di vino bevuto insieme<br />
per essere immortalati nei murales.<br />
Nei ritagli di tempo, tra una pennellata e<br />
l’altra, si sviluppava anche un improvvisato<br />
e simpatico<br />
mercatino dell’arte,<br />
dove si comprava<br />
o si commissionava<br />
un dipinto<br />
contattando direttamente<br />
l’artista.<br />
Tante e variegate<br />
anche le iniziative<br />
in onore degli ospiti<br />
al castello o tra<br />
gli slarghi del centro<br />
storico o nella<br />
piazza nuova Lancellotti.<br />
E la serata<br />
si chiudeva, a tarda<br />
ora, sulle scalinate<br />
della chiesa del<br />
Lauro 1995 - Museo naive - Foto di Antonio Buonfiglio<br />
Carmine o davanti al bar Castello di<br />
Michele per il drink della buona notte.”<br />
Taurano, nell’estate 2012 ha accolto i<br />
primi due pittori naifs. Raccontaci<br />
come è nata questa iniziativa naïve.<br />
“L’idea dei naifs a Taurano, nata alla fine<br />
degli anni ‘90, è stata ripresa nel 2003,<br />
quando al sottoscritto, fresco dell’entusiasmante<br />
esperienza vissuta, in prima<br />
persona, a Lauro, insieme al prof. Angelo<br />
Calabrese, nell’allestimento della mostra<br />
sulla pittura naïve haitiana, fu chiesto<br />
dall’allora sindaco Scibelli di elaborare<br />
un progetto naif per Taurano. <strong>Il</strong> sottoscritto<br />
propose allora agli amministratori<br />
di istoriare le pareti dei portici e delle<br />
scuole con storie, avvenimenti e tradizioni<br />
popolari; cambiavano le dimensioni<br />
rispetto ai murales di Lauro e cambiavano<br />
soprattutto le motivazioni di base:<br />
recuperare i portici, luoghi, dove, una<br />
volta, pulsava la vita tauranese, recuperare<br />
la memoria storica e popolare di<br />
Taurano. Non se ne fece, comunque,<br />
niente. Questa idea è stata ripresa per<br />
caso da Buonfiglio Tommaso, consigliere<br />
delegato ai Beni Culturali, che, stregato<br />
da una pubblicazione del pittore Franco<br />
La preparazione del Portico - Foto di S.Maffettone<br />
Mora, si è convinto a riprendere il discorso<br />
dei naifs a Taurano, coinvolgendomi in<br />
questa iniziativa; sono stati così contattati<br />
gli artisti Franco Mora e Carmen Crisafulli,<br />
che ci hanno regalato i primi due<br />
murales; quest’anno, ci saranno, Luigi<br />
Credentini (originario di Taurano), Franco<br />
Mora, Mirko Bajsic e alcuni pittori locali…<br />
Accanto ai pittori naifs e non, un nutrito<br />
gruppo di Maestri ceramisti della Scuola<br />
d’arte “Palizzi” di Napoli hanno iniziato<br />
l’anno scorso e, continueranno quest’anno,<br />
a trasferire su piastrelle il senso dei<br />
nostri motti, cari alla religione del lavoro<br />
e della vita quotidiana dei padri dei<br />
nostri padri, rivisti attraverso il loro originale<br />
immaginario. I Maestri ceramisti,<br />
ospiti quest’anno, sono stati: Brancaccio<br />
Renato, Castiello Sonya, Distefano<br />
Pasquale, Infante Guido, Lonardo Rita,<br />
Mate, Ruggiero Anna, Salier Renato. I<br />
murales e le “piastrelle d’autore” sono<br />
parte integrante del tessuto urbano che<br />
li ospita. Tessuto che valorizzano e dal<br />
quale sono valorizzati.”<br />
E negli altri comuni del <strong>Vallo</strong>, come procede<br />
l’iniziativa naïve ?<br />
“Negli anni ’90, le amministrazioni<br />
comunali di Domicella, Marzano di Nola,<br />
Moschiano, Quindici, su sollecitazione<br />
delle locali associazioni turistiche,<br />
hanno cominciato a coprire gli antichi<br />
muri del centro storico di affreschi raffiguranti<br />
temi religiosi, momenti di vita<br />
agreste, antichi mestieri, realizzati da<br />
maestri famosi o meno conosciuti, italiani<br />
o stranieri. Oggi, anche in questi<br />
comuni, passato l’entusiamo iniziale, i<br />
murales, versano in uno stato di semiabbandono.<br />
Speriamo che questi comuni<br />
recuperino questa iniziativa con più<br />
entusiasmo per continuare la loro graduale<br />
trasformazione in musei all’aperto,<br />
dove le strade sono i percorsi espositivi<br />
e le case diventano grandi quadri da<br />
ammirare, gratuitamente.”<br />
Ristorante Poseidone<br />
... il cibo degli Dei<br />
Pesce fresco - Cruditè di mare<br />
Cucina casareccia<br />
Via Nazionale Torre, 7 Bis<br />
83020 - Marzano di Nola (Av)<br />
Info e prenotazioni:<br />
Tel. 366.45.61.878<br />
anche pranzi da asporto
8 <strong>Febbraio</strong><br />
VALLO IL<br />
Cultura<br />
<strong>2013</strong><br />
Alla riscoperta delle nostre radici: la Chiesa di Fontenovella<br />
Una inconsueta iconografia distingue il tema dell’Annunciazione nel dipinto del Tramontano<br />
Giuseppe Scafuro<br />
La Chiesa della Santissima Annunziata di<br />
Fontenovella svetta, dall’alto di una<br />
monumentale scalea, sulla piazzetta che<br />
si trova sul lato settentrionale della Strada<br />
Provinciale per Lauro. La piazza, intitolata<br />
ai Santi Francesco e Chiara, è<br />
ombreggiata da due alti platani e, sul<br />
lato occidentale, occupata da un palazzo<br />
ottocentesco (di ex proprietà Trione) con<br />
un bel portale in pietra; su quello orientale<br />
c’è, invece, una piccola Cappella del<br />
Calvario. Sul lato nord della piazzetta si<br />
possono ammirare i resti di un’antica<br />
fontana pubblica, in pietra scolpita, che<br />
la Soprintendenza di Salerno e Avellino ha<br />
giudicato manufatto del XVI secolo: si<br />
potrebbe trattare della fonte da cui<br />
prende il nome la località. Addossata alla<br />
parete di contenimento di un giardino<br />
soprastante, esposta a mezzogiorno, essa<br />
è costituita da una vasca rettangolare,<br />
con rientranza centrale concava, ampie<br />
lesene laterali piatte e frontone, innestato<br />
su un cornicione aggettante, a volute.<br />
Queste ultime terminano, alle estremità,<br />
con dischi marmorei su cui sono scolpiti<br />
dei fiori;nella parte interna, si diramano<br />
una sorta di rametti; la cornice curvilinea<br />
del timpano presenta larghe scanalature<br />
verticali; l’insieme è sormontato, al centro,<br />
da una cornice rettilinea sulla quale<br />
è posto un vaso a tuttotondo. La fontana,<br />
dalle caratteristiche tipicamente popolari<br />
e ascrivibile ad un buon artigiano<br />
Decio Tramontano - Olio su tavola<br />
tardo- manierista, è piuttosto malandata,<br />
quasi un deposito di rifiuti, condividendo<br />
la sorte di altri manufatti artistici<br />
della nostra terra. A destra della fontana<br />
comincia la gradinata che precede la<br />
Chiesa, composta da quattro ordini di<br />
rampe (la prima di cinque scalini,tutte le<br />
altre di sette), intervallate da quattro<br />
pianerottoli, e delimitata, su entrambi i<br />
lati, da un muretto che segue l’andamento<br />
delle scale, lasciando spazio, sulla<br />
sinistra, ad una ripida stradina che conduce<br />
alla “ Montagnola”. La fondazione<br />
della Chiesa risale alla seconda metà del<br />
Cinquecento, come dimostrano le notizie<br />
in nostro possesso sull’istituzione, nel<br />
1589, della Confraternita laicale della SS.<br />
Annunziata e le relazioni delle Sante Visite<br />
dei Vescovi di Nola, in cui si fa cenno<br />
ad essa già nei primi anni del XVII sec.<br />
(ma per la questione, si rimanda all’esauriente<br />
opuscolo “ Visita ai quartieri- Fontenovella”,<br />
Pro Lauro 2005, a cura del<br />
prof. Pasquale Moschiano). L’origine<br />
tardo-cinquecentesca è confermata<br />
anche dalla struttura architettonica e da<br />
alcuni particolari, come la data (1583)<br />
della tavola del Tramontano e quella incisa<br />
sull’edicola del portale d’ingresso<br />
(1601), evidentemente relativa ai lavori<br />
di ultimazione. <strong>Il</strong> sacro tempio è, però,<br />
caratterizzato dagli evidenti segni di una<br />
ristrutturazione avvenuta nel corso del<br />
Settecento. La facciata, rivolta a mezzogiorno,<br />
è di chiara impronta barocca. <strong>Il</strong><br />
portale, in tufo grigio,è fiancheggiato da<br />
due lesene e sormontato da un architrave<br />
decorato con cinque triglifi alternati a<br />
motivi floreali e teste di serafini; alle due<br />
estremità sinistra e destra, si notano<br />
rispettivamente una croce e due leoni<br />
rampanti, divisi da un tronco di alloro. Al<br />
di sopra del portale, un timpano curvilineo<br />
spezzato contiene al centro un’ edicola<br />
quadrata, conclusa, a sua volta, da<br />
un timpano triangolare, in cui è affrescata<br />
la scena dell’Annunciazione: la Vergine,<br />
inginocchiata, riceve la visita dell’Arcangelo<br />
Gabriele che le porge un giglio;<br />
sullo sfondo, si intravedono architetture<br />
classicheggianti, allusione all’Antica<br />
Legge sostituita dalla Nuova della quale è<br />
recato l’Annuncio. <strong>Il</strong> prospetto fu sicuramente<br />
rifatto nel XVIII secolo, quando<br />
furono aperte le due eleganti finestre<br />
mistilinee, con un motivo decorativo a<br />
conchiglia nella parte inferiore delle cornici<br />
in stucco, e aggiunti altri elementi<br />
decorativi, sempre in stucco: le due lesene<br />
laterali con capitelli recanti festoni; il<br />
fiore centrale di forme circolari a mo’ di<br />
rosone, sovrastato da un cartiglio; la<br />
mensola sull’oculo. A sinistra della Chiesa,<br />
si erge uno snello campanile, diviso in<br />
tre piani: il primo, decorato da un’arcata<br />
cieca; il secondo, delimitato da paraste<br />
doriche e con al centro una finestra ad<br />
arco; l’ultimo, a pianta esagonale, che<br />
presenta finestre vere che si alternano<br />
con finestre cieche (al di sopra di quella<br />
centrale, c’è un orologio, qui collocato<br />
dopo il restauro risalente all’inizio degli<br />
anni ’80 del Novecento); la guglia, divisa<br />
in spicchi triangolari, rivestita da mattonelle<br />
maiolicate a forma di piccoli rombi.<br />
A destra, invece, una voluta curvilinea<br />
collega la parte superiore della Chiesa<br />
con lo spazio occupato dalle sottostanti<br />
cappelle laterali. L’interno, caratterizzato<br />
da una maggiore sobrietà di linee e<br />
decorazioni probabilmente perché conserva<br />
ancora l’impianto cinquecentesco,<br />
è a navata unica con due cappelle per<br />
lato, separate da una coppia di lesene<br />
con capitelli dorici; un cornicione fortemente<br />
aggettante divide la zona bassa<br />
della Chiesa da quella superiore dove si<br />
aprono due finestre rettangolari per lato;<br />
un arco trionfale (su cui si legge l’indeci-<br />
frabile scritta D. ANC.VEN.<br />
THESAU. F. E. F.) divide la<br />
navata dal presbiterio, più<br />
ricco di decorazioni rispetto<br />
alla navata e coperto da<br />
una volta a vela al centro<br />
della quale, tra cornici in<br />
stucco dall’andamento<br />
curvilineo, è dipinta una<br />
colomba, simbolo dello<br />
Spirito Santo. La prima<br />
cappella a destra di chi<br />
entra è occupata da un<br />
tabernacolo marmoreo in<br />
cui è collocato il gruppo<br />
dell’Annunciata e dell’Arcangelo<br />
Gabriele, opera di<br />
cui manca qualsiasi documentazione<br />
ma che, per il<br />
materiale di cui è fatta<br />
(volti, braccia, gambe dell’Angelo<br />
e libro della Vergine<br />
in legno, il resto rivestito<br />
di stoffe), può essere<br />
ascrivibile al Settecento<br />
(l’Angelo originale è stato,<br />
però, trafugato e sostituito<br />
da un altro, per la verità<br />
piuttosto goffo). Nella seconda cappella<br />
destra è una tela, in precario stato di<br />
conservazione, raffigurante “ Madonna<br />
del Carmelo tra i Santi Francesco e Girolamo”<br />
(quest’ultimo, che occupa lo spazio<br />
in primo piano a destra, avvolto da un<br />
drappo rosso fiammeggiante, è riconoscibile<br />
dal leone, suo tradizionale attributo,<br />
che si può scorgere dietro): si tratta di un<br />
dipinto di fine 1500 - inizio ‘600 di discreta<br />
levatura. Tra queste due cappelle si<br />
trova, in una nicchia, la statua lignea di<br />
Sant’Antonio da Padova, opera di artigianato<br />
locale che riprende una iconografia<br />
comune nella seconda metà del XIX secolo.<br />
Nella seconda cappella a sinistra è<br />
un’altra tela raffigurante i “Santi Gioacchino<br />
e Anna, la Madonna e due Santi<br />
Vescovi”; in basso è rappresentato un<br />
putto che reca in mano una mitria vescovile;<br />
l’opera è databile alla seconda metà<br />
del 1700 e collocabile nell’ambito della<br />
bottega del Mozzillo. Nella nicchia tra la<br />
prima e la seconda cappella sinistra è la<br />
statua dell’Immacolata, orante in piedi<br />
su di una nuvola: la tipologia induce a<br />
datarla ai primi del Novecento, anche se<br />
l’abito presenta ricami in oro di fattura<br />
ancora ottocentesca. <strong>Il</strong> soffitto è coperto<br />
da una tavola a olio dipinta con finte<br />
architetture, angeli, telamoni e motivi<br />
naturalistici; al centro, una tela datata<br />
1714 e firmata dal pittore Giovanni Mottola,<br />
che rappresenta, in alto, l’Eterno<br />
Padre e, nella parte inferiore, l’Arcangelo<br />
Gabriele, ancora librato in volo, che<br />
reca l’annuncio a Maria, inginocchiata<br />
davanti al leggio che poggia su una base<br />
preceduta da tre gradini; ai quattro<br />
angoli della tavola si leggono le lettere<br />
A.G.P. (che stanno per Ave, Gratia Plena).<br />
L’altare maggiore, in marmi policromi a<br />
commessi, è di tipo tradizionale, con<br />
mensolone ai lati e decorazione baroccheggiante,<br />
al centro, caratterizzata da<br />
Chiesa della SS.Annunziata - Fontenovella (Lauro)<br />
due artistiche teste d’angelo e una<br />
colomba; esso è sovrastato dalla monumentale<br />
tavola dell’Annunciazione che<br />
reca, in basso, la seguente iscrizione :<br />
Anno D. 1583 Detius Tramontanus faciebat<br />
Joan Mottola refecit A. D. 1721. <strong>Il</strong><br />
dipinto è racchiuso entro una cornice<br />
lignea dorata, fiancheggiata da due paraste<br />
con capitello ionico e che termina, in<br />
alto, con un timpano curvilineo spezzato:<br />
in seguito ad un furto avvenuto nel 1998,<br />
sono stati asportati i due dipinti inseriti<br />
nelle volute del timpano, che raffiguravano<br />
l’Adorazione dei Pastori e la Circoncisione,<br />
attribuibili al Mottola; sono<br />
state, inoltre, asportate la decorazione<br />
delle paraste e anche la base della croce<br />
che si erge al centro del timpano. La<br />
scena dell’Annunciazione è rappresentata<br />
secondo i canoni tradizionali, anche se<br />
presenta una novità iconografica degna<br />
di essere segnalata. In basso, a destra,<br />
campeggia la figura dell’Arcangelo<br />
Gabriele, cinto da una corona d’alloro,<br />
con ali e vesti dagli eccentrici colori, che<br />
con una mano indica la colomba e con<br />
l’altra porge il giglio alla Vergine, la<br />
quale, rivestita da una tunica rossa e<br />
avvolta dal tradizionale manto azzurro,<br />
occupa la parte sinistra del dipinto. La<br />
Madonna, con le braccia piegate sul<br />
petto a formare una croce (allusione al<br />
destino del nascituro? Ombra di morte<br />
sulla vita che sta per nascere, ma anche<br />
rimando alla Resurrezione?), è seduta<br />
davanti a un tavolino di legno, ricoperto<br />
da una tovaglia bianca i cui lembi arrivano<br />
fino al pavimento e su cui è poggiato<br />
un libro aperto; ai piedi della Vergine, un<br />
vaso di fiori. L’Annunciata di Fontenovella<br />
ha un volto caratterizzato da un’estrema<br />
delicatezza di lineamenti che, insieme<br />
al particolare dello sguardo rivolto in<br />
basso, mettono in risalto l’umiltà con cui<br />
l’annuncio è accolto. La parte centrale<br />
Filiale di Lauro (AV)<br />
Via P. Lancellotti n° 6<br />
Tel. e Fax.<br />
081.824 57 29<br />
e-mail:<br />
lauro@capitalhouse.it<br />
www.lauro.capitalhouse.it
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
Alla riscoperta delle nostre radici:<br />
La Chiesa di Fontenovella<br />
segue dalla pagina 8<br />
della tavola è occupata da un’ampia<br />
finestra che dà su un arioso paesaggio,<br />
al quale conferisce ancora più luminosità<br />
l’alone che circonda la colomba al<br />
centro. Nella parte superiore, a sinistra,<br />
l’Eterno Padre, raffigurato con le fattezze<br />
di un vecchio barbuto, con aureola<br />
triangolare e avvolto da uno svolazzante<br />
mantello arancio, irrompe nella scena<br />
poggiando il piede su una nuvola di concreta<br />
evidenza. Tutt’intorno è un tripudio<br />
di angeli, tra i quali se ne distingue<br />
uno che reca in mano un curioso oggetto:<br />
una sfera trasparente dai bordi dorati.<br />
E’ questa la novità di cui si parlava<br />
prima: cosa potrebbe essere e, soprattutto,<br />
cosa simboleggia? Difficile dirlo<br />
con sicurezza, al massimo si può avanzare<br />
qualche proposta interpretativa.<br />
Cantoria del XVIII secolo<br />
Potrebbe trattarsi di una sfera armillare,<br />
tradizionale allegoria dell’universo: l’artista<br />
ha voluto probabilmente significare<br />
che il mondo intero è interessato dal<br />
mistero dell’Incarnazione, cioè del Cristo<br />
allo stesso tempo Dio e Uomo.<br />
Siamo, tuttavia, nel campo delle ipotesi,<br />
rese ancora più ardue dal fatto che<br />
sull’opera, restaurata dalla Soprintendenza<br />
alle Belle Arti di Napoli, presso la<br />
Reggia di Capodimonte, nel periodo<br />
compreso tra il 1970 e il 1982 (quando<br />
venne riportata nella sua sede originaria<br />
grazie all’interessamento di padre Giuseppe<br />
Falzarano), non esiste, in loco,<br />
alcuna scheda o relazione. Infine, qualche<br />
notizia sull’autore. Decio Tramontano,<br />
pittore attivo nella seconda metà<br />
del Cinquecento e, più precisamente,<br />
nel terzo quarto del secolo e oltre, in<br />
Napoli e provincia, fu influenzato, spe-<br />
cie nello scorcio degli angeli, dallo stile<br />
di Marco Pino. <strong>Il</strong> Tramontano firmò<br />
anche l’olio su tavola “ <strong>Il</strong> Sangue del<br />
Redentore” per la Chiesa di San Giovanni<br />
ad Avella, datato 1581 di due anni<br />
precedente, quindi, alla tavola di Fontenovella,<br />
alla quale è strettamente legato<br />
dal particolare dell’angelo a sinistra<br />
che indica Cristo: il gesto e la figura dell’angelo<br />
che sovrasta la figura di Gabriele<br />
sembrano a tal punto ricalcati su<br />
quello di Avella da essere sovrapponibili.<br />
<strong>Il</strong> dipinto fu poi ripreso, nella prima<br />
metà del Settecento, da Giovanni Mottola,<br />
un pittore di cui, però, non abbiamo<br />
notizie (pare che operasse soprattutto<br />
come restauratore) e che l’arricchì con<br />
le due scene del timpano, realizzando<br />
anche la tela del soffitto. Altra pregevole<br />
opera artistica, ascrivibile a maestranze<br />
vicine allo stile di Angelo Mozzillo,<br />
è la cantoria del XVIII secolo, in legno<br />
policromo, divisa in pannelli decorati<br />
con motivi fitomorfi (i tre centrali, trafugati,<br />
sono stati rifatti), che, nella<br />
parte sottostante, presenta tre paffuti<br />
angeli in volo: il primo, al centro, in<br />
basso, con una cesta da cui estrae dei<br />
fiori; gli altri due, in alto, avvolti rispettivamente<br />
con un drappo bianco e rosso,<br />
che recano un catino e un aspersori. A<br />
destra del presbiterio, una porta conduce<br />
in sacrestia, un ambiente quadrato,<br />
illuminato da due finestre sul lato orientale<br />
e coperto da una volta a crociera<br />
lunettata; qui è conservato un lavabo<br />
datato 1730, incastonato nel muro e<br />
costituito da una vaschetta rettangolare<br />
e da una lapide con iscrizione in latino.<br />
Nonostante i furti subiti (tra i quali non<br />
è da dimenticare quello di un’acquasantiera<br />
in marmo del XVI sec.)e i deterioramenti<br />
dovuti al trascorrere del tempo<br />
(i pezzi di intonaco staccatisi dalla facciata<br />
e i vistosi fori della tela del soffitto),<br />
la Chiesa dell’Annunziata rimane<br />
uno degli angoli più suggestivi della<br />
nostra terra che attende, dopo oltre<br />
trent’anni, un intervento necessario a<br />
restituire l’antica dignità a un monumento<br />
che la piccola, ma fervida comunità<br />
dei fedeli di Fontenovella ha sem-<br />
pre avuto a cuore.<br />
VALLO IL<br />
Cultura 9<br />
L i v e r i # v o t a p e r i b a m b i n i<br />
La Civitas Mariae guarda al futuro!<br />
Nell'arroventato clima politico di questo<br />
mese, ha pensato bene l'Unicef Italia di<br />
indire l'iniziativa ''#votaperibambini -<br />
Diritti in parlamento''. Si tratta di vere<br />
e proprie votazioni, su scala nazionale,<br />
iniziate lo scorso 10 febbraio, in occasione<br />
della giornata mondiale dei diritti<br />
dell'infanzia, e durate per l'intero mese<br />
fino al termine di quelle politiche. L'iniziativa<br />
si è svolta in molteplici piazze<br />
d'Italia, dove gazebi hanno dato ospitalità<br />
a quanti vogliono ancora garantire<br />
un futuro a questo paese. I votanti sono<br />
stati portati a scegliere tre temi, tra<br />
dieci, risultati essere i più importanti:<br />
dalla povertà alla scuola, dalla formazione<br />
alla giustizia, dall'ascolto allo sviluppo,<br />
fino al diritto di cittadinanza per<br />
i nati in Italia; temi attualissimi, di cui,<br />
ancora oggi, lo stato italiano non se ne<br />
fa ampiamente garante. In virtù di ciò<br />
tale "manifesto per l'infanzia" sarà presentato<br />
ai leader candidati premier per<br />
farlo sottoscrivere, come impegno a<br />
trattare le proposte scrutinate nella<br />
prossima agenda di governo, al fine di<br />
realizzare la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia.<br />
Nel nostro piccolo quando<br />
sentiamo parlare di Unicef è inevitabile<br />
non pensare alla "Civitas Mariae", il<br />
comune di Liveri che da molto tempo si<br />
prodiga nella lotta per il rispetto dei<br />
diritti dell'infazia, tanto da divenire, in<br />
questo senso, uno dei comuni capofila<br />
in Campania per le numerose iniziative<br />
qui svoltesi. Dalla "Marcia della Pace"<br />
degli anni scorsi, fino alle recenti votazioni-Unicef,<br />
ha sempre dato il contributo<br />
alla nobile causa, non solo attraverso<br />
la straordinaria collaborazione<br />
Forum Giovani - Amministrazione Comunale,<br />
ma anche con l'indispensabile partecipazione<br />
degli stessi liveresi, adulti e<br />
bambini, che si sono visti protagonisti<br />
assoluti nelle molteplici iniziative,<br />
come è successo il 10 <strong>Febbraio</strong>, in occasione<br />
delle suddette votazioni, coincise<br />
con l'inizio del Carnevale: le musiche<br />
delle quadriglie, le grida spensierate<br />
dei bambini, una pioggia di coriandoli,<br />
la mano tremante di una mascherina<br />
che gioiosa traccia tre segni sulle casel-<br />
le indicatele dal padre, consapevole<br />
solo di aiutare tanti piccoli suoi coetanei<br />
nell'avere un futuro migliore. Un<br />
ulteriore successo quello di Liveri, sempre<br />
in contatto con l'Unicef anche grazie<br />
alla lodevole collaborazione della<br />
prof.ssa Maria Nappi, da sempre con i<br />
giovani e da sempre conscia delle loro<br />
esigenze e delle loro difficoltà. #Votaperibambini<br />
è stata una delle iniziative<br />
più importanti dei nostri tempi, non<br />
solo per il fine nobile di conseguire una<br />
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, ma<br />
perchè ha accostato migliaia di persone<br />
a problemi che finora sono stati sconosciuti<br />
ai più, ha contribuito a mettere sù<br />
una coscienza collettiva che inquadri il<br />
fanciullo come il futuro di questo paese,<br />
di questo mondo, e non solo come un<br />
piccolo schizzinoso che non sa cosa<br />
fare, nè cosa volere. Viviamo in tempi<br />
difficili, siamo alla vigilia di un repentino<br />
cambiamento politico che potrebbe<br />
rovesciare le sorti della nostra penisola,<br />
viviamo una crisi di cui i bambini e i giovani<br />
sono vittime senza aver preso parte<br />
allo scontro, ma che nonostante ciò si<br />
fanno forza, hanno ancora una speranza<br />
e, a differenza degli uomini, "trovano<br />
nel nulla il tutto"!<br />
Giuseppe Scafuro Michele Pandico<br />
Filiale di Lauro (AV)<br />
Via P. Lancellotti n° 6<br />
Tel. e Fax.<br />
081.824 57 29<br />
e-mail:<br />
lauro@capitalhouse.it<br />
www.lauro.capitalhouse.it
10<br />
Lo spazio di questa rubrica riprende gli<br />
avvenimenti relativi a quel fenomeno<br />
complesso ed ambiguo che fu il brigantaggio<br />
postunitario. <strong>Il</strong> <strong>Vallo</strong> di Lauro,<br />
nella sua caratteristica morfologia a<br />
imbuto, con le asperità naturali, la folta<br />
vegetazione, la posizione a cavaliere di<br />
ben tre province, la relativa prossimità<br />
alla città di Napoli, fu, dopo il 1860,<br />
un’area politicamente delicata e strategicamente<br />
importante. Caratteristica<br />
saliente del brigantaggio laurense fu<br />
quella della sua precocità e, allo stesso<br />
tempo, del suo rapido declino: pericoloso<br />
ed aggressivo nell’estate del 1861, alla<br />
fine dell’anno poteva considerarsi esaurito<br />
come fenomeno di massa. Sorto essenzialmente<br />
come fenomeno di reazione<br />
politica, filoborbonica ed antiunitaria,<br />
esso risultò però sin dagli inizi saldamente<br />
inquadrato ed egemonizzato da elementi<br />
spiccatamente criminali, come i<br />
fratelli La Gala, più o meno organicamente<br />
legati alle organizzazioni camorristiche.<br />
Tale carattere ne costituì prima la<br />
forza, poi ne rappresentò alla fine il vero<br />
elemento di debolezza strutturale. Quando,<br />
nell’autunno-inverno del 1861, le<br />
forze armate dello Stato italiano passarono<br />
ad una repressione dura cominciando<br />
col colpire i favoreggiatori ed i manutengoli<br />
nei paesi prima ancora che i briganti<br />
sui monti, la struttura del potere criminale<br />
dei La Gala rapidamente si sfaldò.<br />
Tramontato il grande brigantaggio politico<br />
ne rimasero gli inevitabili strascichi,<br />
eminentemente legati a fenomeni di criminalità<br />
comune. Centinaia i personaggi<br />
protagonisti di decine di processi e notizie<br />
varie sul brigantaggio attinenti a cittadini<br />
del <strong>Vallo</strong>, con gli stessi nomi e<br />
cognomi portati ancora dai loro discendenti.<br />
I Dalia, i Ferraro, i Pacia, Bossone,<br />
Graziano, Santaniello e tanti altri bisavoli<br />
e prozii dei loro omonimi viventi ed<br />
operanti oggi. Divisi per casato, i borbonici<br />
da una parte, i liberali dall’altra. In<br />
quel periodo, il <strong>Vallo</strong> di Lauro comprende<br />
sette Comuni: Lauro, capoluogo mandamentale<br />
(con le frazioni di Ima, Migliano,<br />
Pignano e Fontenovella), Moschiano,<br />
Quindici (con Beato e Bosagro),Taurano,<br />
Pago (con Pernosano e Sopravia), Domicella<br />
(con Casola), Marzano; tutti appartenenti,<br />
precedentemente all’Unità<br />
d’Italia, alla provincia di Terra di Lavoro<br />
ed aggregati poi a quella di Avellino con<br />
Real Decreto del 17 <strong>Febbraio</strong> 1861. In<br />
questi comuni, fin dal primo esplodere<br />
del brigantaggio, si ebbero varie forme<br />
reazionarie contro lo Stato unitario. Si<br />
configurarono una serie di tipici crimini<br />
briganteschi che vanno dalle semplici<br />
parole ai più gravi fatti di sangue. Sequestri<br />
di persona a scopo ricattatorio si verificarono<br />
in più di un comune; soggetti<br />
datisi alla macchia assunsero vero e pro-<br />
prio ruolo di briganti commettendo rapine<br />
e reati di sangue; popolazioni le quali<br />
o per paura di rappresaglie o perché conniventi<br />
coi fuori legge facevano pervenire<br />
ad essi vettovaglie ed armi; non mancarono<br />
infine clamorosi episodi di invasione<br />
di comuni con saccheggio, violenza<br />
e strage. Soldati sbandati e contadini<br />
andarono ad ingrossare le fila della banda<br />
di Crescenzo Gravina di Carbonara; altri<br />
gruppi indipendenti, anche di limitatissimo<br />
numero di componenti, scorrevano le<br />
montagne perpetrando grassazioni a<br />
danno dei pastori, estorsioni ai coloni.<br />
All’atto di associazione alla banda il<br />
nuovo adepto contribuiva versando<br />
somme in ducati, al capo, per sostenere<br />
la guerriglia. <strong>Il</strong> brigantaggio coinvolse<br />
anche donne dei nostri paesi che esercitarono<br />
mediazioni tra briganti e famiglie<br />
di persone sequestrate; furono associate<br />
e somministratrici di cibo alle bande.<br />
Qualcuna partecipò alle invasioni con la<br />
comitiva armata facendo anche uso di<br />
armi; ed infine le immancabili amanti dei<br />
briganti, compromesse per il proprio<br />
ruolo e quindi tratte anch’esse in arresto<br />
e processate. Ma al brigantaggio si era<br />
spinti anche per bisogno: se lo Stato non<br />
provvedeva al miglioramento delle condizioni<br />
di vita o se il Capitano della G.N.<br />
locale non arruolava il richiedente nella<br />
guardia mobilizzata, servizio pur compensato<br />
di una paga, non rimaneva altra<br />
scelta che associarsi alla comitiva armata.<br />
Ma se si sostiene che le condizioni<br />
d’indigenza nel Mezzogiorno abbiano<br />
spinto quelle popolazioni al brigantaggio<br />
bisogna pur considerare che questo motivo<br />
non fu né il solo e nemmeno il principale;<br />
certo il nuovo governo non fece<br />
grandi cose ma le condizioni socio-economiche<br />
antiunitarie nel Sud non erano poi<br />
troppo fiorenti da indurre a recriminare<br />
tanto. Insomma, per i suddetti motivi,<br />
fare il brigante fu anche un pretesto più<br />
che una ragione. Va osservato inoltre che<br />
con l’Unità d’Italia lo squilibrio tra il<br />
Nord e il Sud fu reso più evidente pur se<br />
in realtà le differenze socio –economiche<br />
tra le popolazioni del Regno borbonico e<br />
quelle degli Stati d’Italia del Nord preesistevano<br />
all’Unità. Non pochi tra le nostre<br />
popolazioni contestavano lo stato unitario<br />
anche perché predisposti all’assolutismo<br />
borbonico. C’era alla base di tutto<br />
ciò anche del lealismo, quella fedeltà<br />
alla corona all’ombra della quale le<br />
popolazioni meridionali erano cresciute<br />
in condizione di servile vassallaggio.<br />
Avverso alla Repubblica Partenopea del<br />
’99 sorse l’esercito sanfedista il cui spirito<br />
ora rinasce anche quando, ormai, per<br />
il Regno borbonico è finita. Questo spirito<br />
che colpisce l’istituzione unitaria, l’indipendenza,<br />
la libertà, denota una mentalità<br />
immatura, chiusa ed intollerante ai<br />
nuovi mutamenti politici. Le condizioni di<br />
sicurezza di vita nel <strong>Vallo</strong> di Lauro, dive-<br />
VALLO Storia<br />
<strong>Il</strong> Brigantaggio postunitario nel <strong>Vallo</strong>, fenomeno filoborbonico<br />
Le ragioni storiche, sociali e culturali di una resistenza sanguinaria e criminale, romantica e leggendaria<br />
Pasquale Moschiano<br />
Ristorante - Pizzeria - Bar<br />
_t exz|Çt<br />
Sala Eventi<br />
8 marzo alle ore 20.30 Festa della Donna<br />
cena a soli 25 euro<br />
il menù comprende: antipasto,due primi piatti,<br />
un secondo con contorno, dolce e bevande.<br />
la serata sara'accompagnata da musica live,<br />
spettacolo e sorpresa finale...<br />
Via Circumvallazione, 41<br />
80030 - San Paolo Bel Sito (Na)<br />
IL<br />
Tel.: 081 829 51 08<br />
Cell.: 338 11 27 434<br />
nute abbastanza difficili già sul finire del<br />
1860,si aggravarono l’anno successivo<br />
che per questi paesi fu l’anno più caldo<br />
del brigantaggio. I più gravi episodi si<br />
registrano nel mese di luglio con l’invasione<br />
del Comune di Migliano da parte<br />
della banda La Gala e qualche giorno<br />
dopo, il 17, la medesima assalta Moschiano<br />
con sanguinose conseguenze: il bilancio<br />
fu di sette morti tra guardie, briganti<br />
e Capitano Belgieri. Non tutti gli aderenti<br />
al fenomeno del brigantaggio furono<br />
dei violenti o dei profittatori dell’eccezionale<br />
momento; vi presero parte delinquenti<br />
comuni, chi tramava vendette e<br />
masse di contadini strumentalizzate di<br />
proposito. Ma tra questi militava anche<br />
chi in buona fede riteneva di servire con<br />
la lotta la monarchia borbonica secondo<br />
le proprie convinzioni ideologiche. La<br />
Chiesa, fatta eccezione di alcune sue<br />
frange, era ufficialmente ostile al nuovo<br />
Stato per diversi e noti motivi, primo fra<br />
tutti quello inteso a determinare il crollo<br />
definitivo del potere temporale; non<br />
mancarono sacerdoti imputati di reati di<br />
connivenza coi briganti pur se non fu<br />
fatta piena luce su alcuni casi. Imputati<br />
furono Don Giuseppe Dalia di Moschiano,<br />
Don Pasquale Crisci di Marzano, Don Antonio<br />
e Don Domenico Peluso (fratelli) di<br />
Domicella. <strong>Il</strong> nuovo Stato si sentiva bersagliato<br />
da vari settori: nemica la Chiesa,<br />
nemici i contadini, avversa, in parte, la<br />
burocrazia meridionale legata alla<br />
monarchia borbonica sotto la quale aveva<br />
fatto carriera. Per tutto ciò, diffidare era<br />
quasi d’obbligo per lo Stato il quale sentendosi<br />
moralmente sconfitto e ferito<br />
nella sua dignità attuò una repressione<br />
più che dura e sproporzionata per affrontare<br />
la situazione. Vennero applicate la<br />
fucilazione con rapidissima procedura,<br />
condanne ai lavori forzati e istituiti tribunali<br />
militari. Non meno aspre furono la<br />
“Legge Pica” del 1863 con le altre successive.<br />
Lo Stato liberale, per quanto grave<br />
fosse la situazione del momento, non può<br />
essere assolto per la violenza con la quale<br />
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
intervenne contro quelle bande equipaggiate<br />
alla buona e composte per la maggior<br />
parte da popolani e contadini già<br />
afflitti da altre miserie. Non con le fucilazioni<br />
o con i lavori forzati avrebbe lo<br />
Stato piegato alla causa unitaria le popolazioni<br />
del Sud, alle quali sarebbe occorso<br />
ben altro; come essere sollevate il più<br />
possibile dalle precarie condizioni socioeconomiche<br />
in cui versavano intere<br />
nostre regioni. E questo sarebbe stato<br />
oltre che un dovere per il nuovo governo<br />
anche un mezzo mediante il quale avrebbe<br />
potuto attrarre a sé tanta parte della<br />
popolazione. Questo inopportuno comportamento<br />
credo sia stato il motivo di<br />
fondo che rese impopolare il nuovo Regno<br />
d’Italia alle popolazioni meridionali che<br />
si videro piegare con la forza da truppe<br />
venute dal Nord, come straniere. Così i<br />
meridionali diffidando del nuovo governo<br />
rimpiangevano il passato. I nuovi arrivati<br />
sono considerati usurpatori che ingiustamente<br />
occupano territori che non li<br />
riguardano e che sono venuti ad imporsi<br />
con la violenza detronizzando il Re nel<br />
quale il suo popolo credeva, alla cui dinastia<br />
era legato da più di un secolo. <strong>Il</strong> brigantaggio,<br />
contrapposizione ideologica<br />
all’idea di Unità, si manifesta fra tante<br />
contraddizioni: forza partigiana, legittimista<br />
in difesa della dinastia borbonica,<br />
saccheggiatore, sanguinario, incendiario.<br />
Le stesse contraddizioni caratterizzarono<br />
il brigantaggio nel <strong>Vallo</strong> dove, fra l’altro,<br />
molti briganti furono circonfusi di un<br />
alone leggendario dall’opinione popolare.<br />
Si fece su di essi del facile Romanticismo<br />
come se nella loro azione contro lo<br />
Stato fossero stati mossi da nobili ideali;<br />
un ritorno al “passator cortese”, al bandito<br />
sociale, giustiziere delle ingiustizie<br />
commesse dal potere. Nei prossimi numeri<br />
racconteremo i fatti che ebbero per<br />
teatro i paesi del circondario di Lauro e<br />
soprattutto i loro monti. Questi monti<br />
che furono anche rifugio e scampo in<br />
tempi di invasioni, hanno sempre vissuto<br />
la nostra storia insieme alla nostra gente.<br />
CREMERIA ALIMENTARI GIAGNUOLO<br />
Via Nazionale, 93<br />
80030 - Liveri (Na)<br />
Tel.081.8256155<br />
Cell. 339.6022723<br />
consegna a domicilio
<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
Un encomio all’ispettore Pietoso<br />
Da 38 anni in prima linea ora va in pensione<br />
<strong>Il</strong> Sindaco Graziano e l’ispettore<br />
Sono passati quasi quaranta anni, da<br />
quando, l’agente di pubblica sicurezza<br />
Ciro Pietoso, oggi ispettore capo, è<br />
arrivato a pattugliare il vallo di Lauro.<br />
Cresciuto alla corte della “vecchia<br />
scuola” dei marescialli del commissariato<br />
di Lauro, quello di piazza Municipio,<br />
Ciro Pietoso è diventato nel corso<br />
del tempo un punto di riferimento per<br />
tantissimi cittadini. Chi può dimenticare<br />
i suo inseguimenti con l’auto civetta<br />
della polizia o le paternali ai giovani di<br />
turno che avevano commesso un errore.<br />
E via discorrendo non si possono<br />
lasciare all’oblio, le inchieste, gli arre-<br />
Ferramenta<br />
Barlati<br />
Aulicino Luigi<br />
Ceo<br />
Mobile 0039 348 23 11 564<br />
IL<br />
sti, i blitz, le minacce ricevute e le partenze<br />
alle tre di mattina per sorprendere<br />
i criminali. Nel corso di questi<br />
anni quasi è diventato un lauretano<br />
doc, con sincere e forti amicizie, nate<br />
sotto il segno del buon senso che l’ha<br />
contraddistinto nell’espletare il suo<br />
ruolo di ufficiale di polizia giudiziaria.<br />
Avrà sicuramente trascurato la sua<br />
amata famiglia, che l’ha sempre sostenuto<br />
nel suo “amore infinito” verso<br />
quella divisa che non poche soddisfazioni<br />
gli ha dato. A fine gennaio, il suo<br />
pensionamento ha destato clamore tra<br />
i suoi beniamini, ma lo Stato ha così<br />
deciso: è tempo per l’ispettore Pietoso<br />
di dedicarsi ai nipotini e fare il nonno.<br />
<strong>Il</strong> comune di Taurano, unico paese del<br />
vallo di Lauro, ha pensato bene di salutarlo<br />
ufficialmente con un’onorificenza<br />
consegnata nel corso del consiglio<br />
comunale, mostrando il volto umano di<br />
un vero servitore dello Stato. Ma il suo<br />
esempio è stato preso in considerazione<br />
anche da tanti suoi amici, come Pietro<br />
Iannuzzi, in questo periodo candidato<br />
al Senato per “Intesa Popolare”,<br />
che ha parlato delle sue qualità umane<br />
e professionali in un incontro politico.<br />
Buono e meritato riposo Ispettò.<br />
Giovanni Sperandeo<br />
Ditta LA CERRA SALVATORE ARNESTRO<br />
Impianti Termoidraulici<br />
Autorizzata L. 46/90<br />
Via T.C. Angelini, 11<br />
83023 – Lauro (Av)<br />
Tel.081 824 95 12<br />
Via Seminario, 7 - Casamarciano (Na)<br />
Tel. 081 823 63 78 - 368 22 85 89<br />
A.L. Watch s.r.l.<br />
Import - Export<br />
Centro orafo “<strong>Il</strong> Tarì”<br />
Modulo n. 9 - c.a.p. 81025<br />
Marcianise (Ce) Italy<br />
Tel. 0039 0823.513295<br />
Fax.0039 0823.514895<br />
E-Mail laulic@tin.it<br />
VALLO Persone 11<br />
Le dimissioni di Papa Benedetto XVI<br />
Quali reazioni tra i fedeli dei nostri paesi<br />
Le dimissioni di Benedetto XVI, giunte<br />
improvvise lo scorso 11 febbraio, hanno<br />
scosso il mondo cristiano e non. Questa<br />
decisione, che ha lasciato di stucco perfino<br />
i più stretti collaboratori del pontefice,<br />
ha gettato anche le piccole<br />
comunità del <strong>Vallo</strong> nello stupore e nello<br />
sconforto. Quante perplessità, quanti<br />
dubbi sono balenati nelle nostre menti<br />
e nei nostri cuori? Ogni parroco della<br />
nostra zona si è visto avvicinato da<br />
fedeli, o semplici curiosi, desiderosi di<br />
avere qualche notizia in più: perché il<br />
Papa si è dimesso? Cosa c’è dietro questo<br />
gesto? Cosa nascondono gli alti vertici<br />
del Vaticano? Queste sono solo alcune<br />
delle domande che si sono sollevate<br />
insieme al polverone mediatico. È normale<br />
che risulti strano doversi confrontare<br />
con una notizia del genere: il Papa,<br />
dopo ben 700 anni, fa valere un suo<br />
diritto, rinunciare liberamente al suo<br />
ufficio (Canone 332 del Codice di Diritto<br />
Canonico). <strong>Il</strong> Papa lascia il suo ministero<br />
per umiltà, perché ha riconosciuto<br />
la sua debolezza fisica, perché conscio<br />
dell’età che avanza, e soprattutto<br />
consapevole dei continui sforzi che l’attendevano<br />
per condurre bene la barca<br />
di Pietro. Così si è espresso davanti ai<br />
cardinali riuniti in Concistoro: «In un<br />
mondo, soggetto a rapidi mutamenti e<br />
agitato da questioni di grande rilevanza<br />
per la vita della fede, per governare la<br />
barca di san Pietro e annunciare il Vangelo,<br />
è necessario anche il vigore sia<br />
del corpo, sia del’animo, vigore che,<br />
negli ultimi mesi, in me è diminiuto in<br />
modo tale da dover riconoscere la mia<br />
incapacità di amministrare bene il ministero<br />
a me affidato». I fedeli del nostro<br />
<strong>Vallo</strong>, il più delle volte “fantasiosi” e<br />
“melodrammatici” nei loro giudizi, non<br />
devono stavolta lasciarsi influenzare da<br />
teorie strambe o supposizioni azzardate;<br />
devono fidarsi della parola del Papa.<br />
<strong>Il</strong> vicario di Cristo non poteva celare<br />
dietro le sue dimissioni altre motivazioni.<br />
Anche il direttore della sala stampa<br />
vaticana, padre Lombarto, insiste su<br />
questo punto: «<strong>Il</strong> Papa non è assolutamente<br />
depresso, anzi è sereno e ha<br />
letto l’annuncio senza inciampi, in un<br />
latino comprensibilissimo. Non risulta<br />
neanche nessuna malattia in corso che<br />
abbia influito su questa decisione. Le<br />
difficili vicende vissute dalla chiesa<br />
negli ultimi tempi hanno toccato l’animo<br />
di Papa Ratzinger ma non si può dire<br />
che lo abbiano indotto alla rinuncia”.<br />
Anche io ne ho sentite tante. Sono stati<br />
i problemi finanziari dello IOR? Ci sono<br />
stati scontri politici, rivalità e problemi<br />
interni al Vaticano? È stato il dispiacere<br />
causato dal gesto del maggiordomo? <strong>Il</strong><br />
problema dei preti pedofili? I continui<br />
attacchi mediatici o le varie critiche<br />
del mondo d’oggi? Nulla di tutto ciò ha<br />
spinto il Pontefice a dimettersi. Al giornalista<br />
tedesco Peter Sewald, autore<br />
del libro Luce del mondo, che lo intervistò<br />
nel 2010, mentre esplodeva in<br />
varie parti del mondo lo scandalo dei<br />
preti pedofili – e non dimentichiamoci<br />
quanto ha fatto il nostro pontefice perché<br />
tutti i colpevoli fossero messi in<br />
carcere – Benedetto XVI rispose: «Quando<br />
il pericolo è grande non si può scappare.<br />
Ecco perché non è il momento di<br />
dimettersi. Ci si può dimettere in un<br />
momento di serenità o semplicemente<br />
quando non ce la si fa più. Ma non ci si<br />
può tirare indietro e dire “ci pensi un<br />
altro”». E ancora «Quando giunge alla<br />
chiara consapevolezza di non essere in<br />
grado di continuare, in questo caso il<br />
Papa ha il diritto e in alcune circostanze<br />
anche il dovere di dimettersi». <strong>Il</strong><br />
Papa lascia per il bene della Chiesa, è<br />
questa l’unica motivazione che deve<br />
stamparsi nel cuore e nella mente dei<br />
nostri parrocchiani. In un mondo che<br />
cambia vertiginosamente, in una Chiesa<br />
sempre più pressata dalla necessità di<br />
essere faro luminoso per l’umanità,<br />
Benedetto XVI riconosce di non avere<br />
più le forze. Ha avuto umiltà e coraggio:<br />
l’umiltà di riconoscersi creatura<br />
fragile e piena di limiti, il coraggio di<br />
dirlo apertamente; l’umiltà di ammettere<br />
di non aver più il vigore necessario<br />
per svolgere il suo grande ministero, il<br />
coraggio di attuare questa rinuncia per<br />
il bene della Chiesa. Riconoscersi creature<br />
piene di limiti è il primo presupposto<br />
della fede, anche per un Papa.<br />
Attendiamo con trepidazione il Conclave,<br />
che dovrebbe essere convocato nei<br />
primi quindici giorni di marzo. Lo Spirito<br />
Santo ci consenta presto una guida<br />
santa e sapiente, attento a leggere i<br />
segni dei tempi, e capace di comunicare<br />
il Vangelo anche con linguaggi nuovi!<br />
Don Vito Cucca
12 <strong>Febbraio</strong><br />
“Non c’è uomo che non possa bere o<br />
mangiare, ma sono in pochi in grado<br />
di capire che cosa abbia sapore."<br />
(Confucio).<br />
Siamo convinti di poter asserire che non<br />
esista circostanza, nella vita di ciascuno<br />
di noi, esente dall’imbattersi nella perturbante<br />
esperienza del primo passo nel<br />
percorso verso cui, ad un certo punto,<br />
ci si incammina. Che sia lungo e articolato,<br />
che sia breve e lineare, l’incipit,<br />
l’esordio, l’approccio iniziale, la prima<br />
volta costituisce, da sempre, la parte<br />
più complessa (e forse determinante) di<br />
quanto viviamo. Certo nulla è granitico,<br />
tutto – anzi! – è perfettibile, ma principiare<br />
bene (di qualunque argomento si<br />
tratti) è sicuramente un buon modo per<br />
partire con vantaggio sul destino dei<br />
giorni, evitandoci difficoltose (quantunque<br />
non sempre sufficienti) rincorse in<br />
extremis. Sicché la scelta del locale con<br />
cui inaugurare questa rubrica è stata<br />
operazione ragionata (lungamente!) ed<br />
accurata (profondamente!), non affidata<br />
al caso né ad alcun tipo di amichevole<br />
sondaggio casalingo. Abbiamo chiuso<br />
l’udito a meri (e talvolta fuorvianti)<br />
dettami sentimentali (ci si affeziona a<br />
persone, animali, oggetti, ricordi… non<br />
crei stupore, quindi, che si finisca col<br />
voler bene anche ad un luogo) e ad ogni<br />
altro tipo di considerazione che fosse<br />
esente da una valutazione squisitamen-<br />
IL<br />
te (è d’uopo qui una riflessione sulla<br />
semantica avverbiale) qualitativa, ed<br />
abbiamo scelto quello che, secondo noi,<br />
sarebbe stato il migliore degli inizi possibili:<br />
il BIXELLE. Come sia diventato un<br />
luogo del cuore (oltre che di un appetito<br />
sempre deliziosamente soddisfatto)<br />
non è difficile da comprendere. Ad<br />
accoglierti, varcata la massiccia porta<br />
in vetro e ferro battuto, è il raffinato<br />
gioco di luci soffuse e dei colori caldi e<br />
rassicuranti di arredamento e illuminazione<br />
che, mescolati insieme, ricreano<br />
un’atmosfera rilassante, raccolta e<br />
senza tempo. A conquistarti, poi, concorre<br />
il sorriso bonario e contagioso di<br />
Luigi, giovane e pervicace proprietario<br />
del Bixelle, che ha saputo infondere in<br />
ogni particolare del suo locale la passione<br />
per i dettagli eleganti e signorili,<br />
ereditati anche da pregressi studi e<br />
competenze trasmesse, di generazione<br />
in generazione, nel settore edile. Luigi<br />
è un osservatore discreto ma costantemente<br />
accorto nel recepire la minima<br />
esigenza dell’ospite, e coniuga sapientemente<br />
le abilità di selezione e manipolazione<br />
di prodotti eccellenti con le<br />
sue capacità di perfetto padrone di<br />
casa. L’assortimento di pizze è molto<br />
vario e interessante: l’impasto della<br />
pasta è squisito, i condimenti saporiti e<br />
di ottima qualità. Si segnala un eccezionale<br />
kebab di carne bovina italiana trat-<br />
VALLO Eventi<br />
Praegustator - <strong>Il</strong> Bixelle<br />
tata secondo la migliore tradizione culinaria,<br />
insaporito da spezie e aromi delicati<br />
e leggeri, per quanto estremamente<br />
sapidi; ideale sulla pizza, si sposa<br />
perfettamente con una particolare ed<br />
esclusiva focaccia (il pagnottiello),<br />
dalla sfoglia friabile e saporita. La porchetta,<br />
di provenienza locale, è gustosissima.<br />
L’antipasto misto si differenzia<br />
da quelli soliti, convenzionali, soprattutto<br />
quando si riesce a trovare in<br />
disponibilità una loro salsa base artigianale,<br />
che vale assolutamente la pena<br />
d’assaggiare. Le sperimentazioni in<br />
cucina sono frequenti, e la creatività<br />
ben si declina, nei diversi approcci innovativi,<br />
con la tradizione gastronomica<br />
più classica. Per concludere in bellezza<br />
– anzi, in bontà! – la nostra cena al<br />
Bixelle, si consiglia vivamente di assaggiare<br />
la speciale miscela di caffè Brasile<br />
(parola che non indica una provenienza<br />
bensì il cognome dei proprietari della<br />
torrefazione), il cui processo di tostatura<br />
è direttamente affidato alle sapienti<br />
mani del buon Luigi. Ecco: ora che il<br />
primo dei passi di questa rubrica è stato<br />
mosso – speriamo sempre in direzione<br />
giusta – possiamo dirci soddisfatti<br />
d’aver reso questo locale, indicatovi<br />
come destinazione, il nostro punto di<br />
partenza tra i percorsi del gusto. Le<br />
buone intenzioni: ritorneremo sicuramente<br />
al Bixelle.<br />
<strong>2013</strong><br />
La scheda<br />
Indirizzo:<br />
Via Polveriera n.131, Nola<br />
On line:<br />
www.bixelle.it<br />
Contatti:<br />
081 8235620 - 329 20 74 207<br />
Chiuso:<br />
il martedì<br />
Giorno consigliato:<br />
il mercoledì si trasforma<br />
in una suggestiva milonga<br />
Per parcheggiare:<br />
c’è un’area parcheggio<br />
ampia e gratuita<br />
Per pagare:<br />
si accettano tutte le principali<br />
carte di credito<br />
Rapporto qualità-prezzo:<br />
ottimo<br />
Pollice verso:<br />
il sito, poco aggiornato, non<br />
rende giustizia<br />
Celeste Napolitano