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Controllo biologico della Metcalfa pruinosa - Regione Lazio

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REGIONE LAZIO PHYTOLAB S.r.l.<br />

Programma triennale di ricerca agricola, agroambientale, agroindustriale e<br />

agroalimentare del <strong>Lazio</strong> (PRAL)<br />

CONTROLLO BIOLOGICO DELLA <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> CON<br />

L’IMPIEGO DEL PARASSITA Neodryinus typhlocybae E<br />

PROVE CON PRODOTTI A BASSO IMPATTO<br />

AMBIENTALE SU ACTINIDIA NELL’AGROPONTINO<br />

RISULTATI II a ANNUALITA’<br />

RAPPORTO FINALE<br />

PROGETTO N. 2003/123<br />

STRATEGIE DI DIFESA, CON PRODOTTI A BASSO IMPATTO<br />

AMBIENTALE, PER LA SALVAGUARDIA DELLE<br />

COLTIVAZIONI DI ACTINIDIA NEL LAZIO<br />

DALLE INFESTAZIONI DI METCALFA PRUINOSA<br />

1


INTRODUZIONE<br />

La <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> (Omottero Rincote – Famiglia : Flatidae), è una cicalina dal<br />

comportamento estremamente polifago, che suscita allarme tra gli imprenditori agricoli<br />

laziali, in particolare sulle coltivazioni di Actinidia (Actinidia deliciosa var. deliziosa,<br />

famiglia Actinidiaceae ) dell’Agropontino.<br />

Nel contesto <strong>della</strong> produzione di Actinidia, l’ Italia attualmente occupa il primo posto a<br />

livello mondiale. Nel nostro Paese, e il <strong>Lazio</strong> é la regione che detiene, a livello nazionale, il<br />

primato sia in termini di superficie attualmente coltivata ad Actinidia ( circa 8.000 ettari),<br />

che in termini di produttività (1.400.000 q.li).<br />

In Italia, l’introduzione dell’Actinidia risale agli inizi del 1900, ma i primi impianti veri e<br />

propri sono apparsi tra il 1971 ed il 1974 in Emilia Romagna prima e successivamente<br />

nelle altre zone produttive italiane (Veneto, Piemonte, Trentino, Friuli, Marche e <strong>Lazio</strong>).<br />

In Italia l’introduzione dell’Actinidia ha avuto un rapido ed intenso sviluppo. Basti pensare<br />

che nell’arco di tredici anni (1978 – 1991) la superficie coltivata ad Actinidia è passata da<br />

700 a 19.000 ettari, con una produzione di oltre 2.550.000 di q.li.*<br />

* Fonte : Dati Belrose Kiwi Review - 2003 Edition<br />

La <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> (Say), originaria dal Nord America, è stato segnalata per la prima<br />

volta in Italia nei dintorni di Treviso (Zangheri e Donadini, 1980) nel 1979, e si ritiene che<br />

sia stato introdotto nel nostro Paese a seguito dell’importazione di tronchi d’albero di<br />

provenienza Nord Americana, infestati di uova di questo insetto.<br />

A distanza di 28 anni dalla prima segnalazione, ossia in un arco breve di tempo, la<br />

<strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> si é diffusa su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, isole comprese.<br />

Risulta, inoltre, presente nella Francia meridionale e Corsica, in Svizzera, Slovenia, Croazia<br />

e Austria (Girolami et al., 2002).<br />

Fig. 1 – Attuale distribuzione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> in Europa<br />

2


La rapida diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> in In Italia ed in Europa é molto probabilmente dovuta:<br />

alla scarsa presenza di antagonisti naturali e quindi scarsa pressione biotica. Nei<br />

nostri ambienti, infatti, la M. <strong>pruinosa</strong> si sviluppa quasi indisturbata e solo in rare<br />

circostanze é stata osservata la sporadica presenza di larve di Crisopidi, la cui attività<br />

predatoria é tuttavia di trascurabile interesse. Sono stati, inoltre segnalati parassiti di<br />

uova di questo flatide, identificati come Centrodora livens (Walzer) (Hymenoptera :<br />

Aphelinidae) (Raspi e Canovai – Informatore Fitopatologico 2003, nn. 7 – 8). Nei nostri<br />

ambienti spesso si assiste ad improvvise ondate di grosse popolazioni che nel volgere di<br />

pochi anni si espandono su tutta la vegetazione disponibile, con avanzamenti di decine di<br />

chilometri all’anno.<br />

In Nord America questo insetto non è dannoso, in quanto è tenuto sotto controllo da<br />

diversi nemici naturali e quindi sottoposto ad un’elevata pressione biotica.<br />

alla sua capacità di attaccare numerose specie vegetali (erbacee, arbustive e arboree)<br />

di interesse agrario, ornamentale e forestale, nonché diverse specie arbustive ed erbacee<br />

spontanee. Questo insetto è stato segnalato su oltre 330 specie appartenenti a 78 famiglie<br />

diverse evidenziando senza mezzi termini l’elevato grado di polifagia.<br />

Per quanto riguarda il ciclo <strong>biologico</strong>, la M. <strong>pruinosa</strong> compie una sola generazione<br />

annuale e sverna allo stadio di uovo. Dalle uova, che schiudono in modo scalare, da metà<br />

maggio a fine giugno, emergono le neanidi, le quali migrano velocemente sulla pagina<br />

inferiore delle foglie, dove iniziano a nutrirsi a carico delle nervature delle foglie delle<br />

piante ospiti, rivestendosi nel contempo di formazioni cerose. Le tre età neanidali, se non<br />

vengono disturbate, sono poco mobili e rimangono fissate alla nervatura delle foglie. Lo<br />

spostamento avviene in corrispondenza del cambio <strong>della</strong> muta, fino al completamento degli<br />

stadi neanidali. A partire dal quarto stadio (I° stadio ninfale), si assiste allo spostamento sui<br />

rametti, per poi ritornare sulla pagina inferiore delle foglie in corrispondenza del quinto<br />

stadio (II° stadio ninfale), dove si completa lo sviluppo, con la formazione dell’adulto. Dalla<br />

comparsa delle neanidi di prima età fino alla comparsa degli adulti occorrono circa 45/50 gg<br />

I primi adulti compaiono a partire dalla seconda decade di Giugno, raggiungendo l’apice<br />

verso la metà di Luglio, con una riduzione <strong>della</strong> densità a partire dal mese di Agosto. Gli<br />

adulti di <strong>Metcalfa</strong> si accoppiano tra Agosto e Settembre e le femmine, dopo pochi giorni<br />

dalla copula, iniziano a deporre le uova e il periodo di ovideposizione si protrae per un<br />

periodo di 10 – 15 gg, durante il quale ogni femmina può deporre fino a 90 uova (Santini e<br />

Lucchi, 2002). Le uova, deposte nei mesi di Settembre e Ottobre, nelle screpolature e fra le<br />

perule delle gemme delle diverse piante ospiti, rimangono in questa fase per tutto l’inverno<br />

schiudendo nella primavera dell’anno successivo.<br />

Per quanto riguarda i danni causati dalla <strong>Metcalfa</strong>, questo insetto risulta dannoso sia in<br />

agricoltura che nel settore del verde pubblico. In particolare, oltre all’Actinidia, la <strong>Metcalfa</strong><br />

attacca altre colture industriali di importanza economica, quali la vite, melo, pero, albicocco,<br />

susino, kaki, olivo, agrumi e girasole.<br />

I danni causati da parte <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> sono costituiti da sottrazione di linfa e imbrattamento<br />

degli organi vegetali con le abbondanti secrezioni cerose prodotte dagli stadi giovanili e<br />

l’emissione di melata escrementizia su cui si ha successivamente sviluppo di fumaggini.<br />

La presenza di fumaggini sulla parte vegetativa riduce l’attività fotosintetica , causando<br />

filloptosi anticipate, mentre sui frutti causa un ritardo nei riguardi <strong>della</strong> maturazione.<br />

I frutti (Actinidia, Pesche, Mele, Uva etc.) attaccati da <strong>Metcalfa</strong> risultano affetti da vistose<br />

macchie di fumaggini, sviluppatesi in presenza di melata prodotta da questo insetto; ciò<br />

3


provoca un deprezzamento commerciale delle produzioni con conseguenti riflessi negativi<br />

sotto l’aspetto economico per gli operatori dei diversi settori di produzione.<br />

Fig.. 2 – Attacco di M. <strong>pruinosa</strong> su Actinidia Fig. 3 – Frutti di kiwi macchiati di melata e successivo<br />

sviluppo di fumaggine<br />

Fig.. 2A – Attacco di M. <strong>pruinosa</strong> su Olivo Fig.. 3A – Attacco di M. <strong>pruinosa</strong> su Vite<br />

4


Un aspetto di grande interesse, in relazione alla preoccupante diffusione <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong><br />

in Italia, é rappresentato dal ruolo che potrebbe assumere questo flatide nel veicolare virus<br />

e fitoplasmi alle piante coltivate.<br />

Per quanto attiene i virus, prove di laboratorio hanno dimostrato che ninfe e adulti di M.<br />

<strong>pruinosa</strong> si possono infettare con i seguenti agenti virali: Grapevine Fanleaf Virus, GFLV;<br />

Grapevine Leafroll-associated Virus 3, GLRaV-3, ma nessuno dei due virus é stato<br />

trasmesso sperimentalmente dalle ninfe e adulti del flatide alle viti sottoposte alla prova.<br />

Per quanto riguarda i fitoplasmi, adulti di M. <strong>pruinosa</strong> catturati in vigneti del Veneto, con<br />

elevata percentuale di viti affette da giallumi, sono risultati positivi per:<br />

Chrysanthemum yellows (CY, gruppo 16Sr – IB)<br />

Clover phyllody (Cph, gruppo 16Sr – IC)<br />

Flavescenza dorata (EY, gruppo 16Sr – V)<br />

Stolbur (STOL, gruppo 16Sr – XIIA).<br />

Anche se gli adulti di M. <strong>pruinosa</strong> sono risultati infetti, tutte le prove di trasmissione fin’ora<br />

condotte su vite e altre piante indicatrici hanno fornito esito negativo.<br />

Studi sperimentali (Guadagnini et al., 2000) hanno evidenziato la possibilità che adulti di<br />

<strong>Metcalfa</strong>, prelevati da viti sintomatiche, possano trasmettere un fitoplasma, identificato<br />

come 16 Sr-IC, a soggetti sani ottenuti per micropropagazione.<br />

Fig.. 4 – Adulti di <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> su Robinia Fig. 5 – Uovo di <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong><br />

Fig. 6 - Adulti di <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> in accoppiamento (Foto A. Lucchi)<br />

5


PRIMA ANNUALITA’ 2003<br />

Nel corso del 2003, da maggio a settembre, il progetto in questione è stato sviluppato nelle<br />

seguenti direzioni:<br />

La costituzione mappa territoriale sullo stato di diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel<br />

<strong>Lazio</strong> su piante coltivate e spontanee con la segnalazione delle diverse aree infestate dal<br />

flatide.<br />

Biologia <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nell’Agropontino.<br />

<strong>Controllo</strong> <strong>biologico</strong> <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> sulla vegetazione spontanea attraverso<br />

l’impiego del driinide, Neodryinus typhlocybae.<br />

Prove con prodotti a basso impatto ambientale per la riduzione delle popolazioni di<br />

<strong>Metcalfa</strong>.<br />

Costituzione mappa territoriale sullo stato di diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> . Questi<br />

dati sono stati raccolti sia da personale partecipante al progetto (Tabella n. 1), sia attraverso<br />

dati ricevuti da aziende agricole e vivai (Tabella n. 2).<br />

Tabella n. 1 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti dal personale partecipante al progetto<br />

Periodo raccolta dati : maggio/giugno 2003<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Borgo Piave (LT) Robinia Velletri Rovo e Vite<br />

Borgo Podgora (LT) Rovo, Olmo e Sambuco Cisterna Actinidia, Rovo e<br />

Robinia<br />

Borgo Flora (LT) Actinidia e Rovo Borgo Piave (LT) Actinidia, Rovo e Olmo<br />

Le Castella - Cisterna Robinia, Rovo e Olmo Borgo Grappa (LT) Ortica, Silene, Rumex<br />

Borgo Carso (LT) Olmo, Actinidia e Ortica Borgo S. Donato (LT) Rovo<br />

Via Artemide – Borgo Flora Actinidia e Olmo Bolsena (VT) Actinidia, Rovo e<br />

(LT)<br />

Platano<br />

Doganella di Ninfa Rovo e Robinia Madonna <strong>della</strong> Salute Platano, Olmo e Ortica<br />

Borgo Carso (LT) Olmo, Actinidia e Ortica Gradoli (VT) Actinidia, Rovo e Olmo<br />

Tor tre Ponti (LT) Olmo e Rovo Borgo Isonzo (LT) Rovo e Olmo<br />

Borgo Faiti (LT) Actinidia e Olmo Canale Rio Martino Rovo<br />

Prato Cesarino (LT) Robinia e Olmo Acciarella - Nettuno Robinia e Rovo<br />

Campoleone Actinidia, Olmo e Rovo Tre Cancelli - Nettuno Robinia e Rovo<br />

Borgo Sabotino (LT) Actinidia e Olmo Borgo S. Maria (LT) Robinia<br />

Borgo Bainsizza (LT) Rovo, Olmo e Ortica Via Apriliana Rovo e Olmo<br />

Cisterna (LT) Actinidia, Rovo, Olmo e Via di Fossignano (S.S Actinidia, Rovo e Olmo<br />

Ortica<br />

Sabaudia (LT) Robinia Isola Bella - Cisterna Rovo, Olmo e Robinia<br />

Borgo Isonzo (LT) Vite Viterbo Prunus, Acero e<br />

Nocciolo<br />

(VT)<br />

148)<br />

6


Tabella n. 2 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti attraverso invio questionari ad Aziende agricole e Vivai<br />

Periodo raccolta dati : giugno 2003<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Roma Gelso, Agrumi, Ciliegio Sabaudia (LT) Equiseto, Melograno,<br />

Bosso, Agrumi,<br />

Pittosporo e Lauro<br />

Latina Vite, Agrumi, Acero,<br />

Lauro e Fico<br />

Cisterna (LT) Actinidia, Ortica e Vite<br />

Montelibretti (RM) Tiglio, Bosso e Ligustro Sutri (VT) Geranio, Cotoneaster e<br />

Pyracantha<br />

Alatri (FR) Geranio, Olivo e Ligustro Bolsena (VT) Bosso, Acero, Geranio,<br />

Lauro, Ligustro<br />

S. Marinella (RM) Mirto, Ligustro,<br />

Fiuggi (FR) Bosso, Acero,<br />

Pittosporo<br />

Pittosporo, Prunus<br />

Ceccano (FR) Pittosporo e Platano Valentano (VT) Actinidia<br />

Atina (FR) Acero e Bosso Borgo Carso (LT) Actinidia, Rovo,<br />

Robinia e Olmo,<br />

Quercia, Lauroceraso,<br />

Mirto, Ligustro e<br />

Platano<br />

Capranica Olivo e Acero Velletri (RM) Actinidia<br />

Roma Acero, Nocciolo, Geranio, Montefiascone (VT) Actinidia, Rovo, Olmo<br />

Fico, Platano<br />

e Nocciolo<br />

Aranova F. (RM) Geranio, Olivo, Quercia Bolsena (VT) Actinidia<br />

Frascati Geranio Aprilia (LT) Actinidia, Vite e Susino<br />

Nettuno (RM) Agrumi, Geranio e<br />

Campoverde Actinidia, Olmo e<br />

Solanum<br />

Ortica<br />

Bella Farnia (LT) Gelso, Lauro, Pittosporo,<br />

Olivo e Vinca<br />

Borgo Flora (LT) Actinidia<br />

Terracina (LT) Ligustro, Geranio,<br />

Melograno<br />

Ardea (RM) Vite<br />

Cori (LT) Geranio, Olivo e Vite Sabaudia Equiseto, Melograno,<br />

Bosso, Agrumi,<br />

Pittosporo e Lauro<br />

Vetralla (VT) Olivo, Prunus, Mirto, S. Cesareo (RM) Tiglio, Olmo, Lunaria,<br />

Pittosporo, Plantago,<br />

Platano, Acero e Vinca<br />

Gelso e Olivo<br />

Monterotondo - Roma Vite, Albicocco, Pesco Borgo Grappa (LT) Geranio, Mirto,<br />

Ciliegio, e Euphorbia<br />

Pittosporo, Solanum,<br />

Acero, Actinidia e Vite<br />

Ardea (RM) Acero e Bosso Cisterna (LT) Lunaria, Fico, Albizzia,<br />

Ligustro, Melograno,<br />

Cotoneaster e Tiglio,<br />

Prunus, Actinidia e Vite<br />

Terracina (LT) Pyracantha, Rubus, Sabaudia (LT) Lauro, Pittosporo e<br />

Cotoneaster, Tiglio,<br />

Prunus e Bosso<br />

Bosso<br />

Rieti Pittosporo, Acero, Bosso, Pontinia (LT) Olivo Cotoneaster e<br />

Lauro, Mirto e Nocciolo<br />

Pyracantha<br />

Sono stati raccolti dati di 74 località distribuite nel <strong>Lazio</strong>, rilevando popolazioni di M. <strong>pruinosa</strong><br />

(neanidi, ninfe e adulti) su 34 essenze diverse, sia erbacee che arboree.<br />

7


Biologia <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong>. Nel corso delle ispezioni in campo, effettuate<br />

nel corso del 2003, sono state eseguite delle osservazioni relativamente alla comparsa delle<br />

prime neanidi e dei primi adulti, sull’andamento sia delle forme giovanili che degli adulti,<br />

nonché indagare sul periodo di ovideposizione di questo insetto.<br />

Le prime neanidi di <strong>Metcalfa</strong> sono state osservate su Robinia nella seconda decade di<br />

Maggio, mentre i primi adulti sono stati trovati su Olmo nella seconda decade di Giugno.<br />

Le forme giovanili, neanidi e ninfe, raggiungono la massima densità a fine Giugno, primi di<br />

Luglio, mentre a fine Luglio gli stadi preimmaginali si riducono notevolmente. Per gli adulti<br />

il periodo di massima densità coincide con il mese di Luglio e i primi di Agosto, mentre a<br />

fine Agosto la densità si riduce a livello significativo.<br />

Per quanto riguarda l’ovideposizione, ispezioni condotte nella seconda e terza decade di<br />

Agosto hanno dato esito negativo e su 20 femmine sezionate soltanto una evidenziava gli<br />

ovarioli con presenza di uova.<br />

Nell’ispezione del 15 Settembre sono stati trovati uova su Olmo e su Vite e su 20 femmine<br />

sezionate, tutte evidenziavano ovaioli sviluppati e presenza di uova.<br />

<strong>Controllo</strong> Biolologico <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong>. Per quanto riguarda il controllo <strong>biologico</strong>,<br />

bisogna dire che in Italia l’azione di controllo di predatori generici non è in grado di<br />

contenere la diffusione delle popolazioni di M. <strong>pruinosa</strong>, mentre nell’area di origine (Stati<br />

Uniti) questo insetto é tenuto sotto controllo da una serie di nemici naturali: il lepidottero<br />

epipiropide, Epypiros barberiana, e gli imenotteri driinidi Thaumatodrynus danieli e<br />

Neodryinus typhlocybae.<br />

Nel 1987 l’Istituto di Entomologia dell’Università di Padova ha introdotto in Italia, dagli<br />

Stati Uniti, il driinide N. typhlocybae per mezzo di bozzoli contenenti larve svernanti.<br />

Questo parassita, anfigonico, a sessi separati, è capace di riprodursi anche per partenogenesi<br />

arrenotoca facoltativa. Infatti le femmine non fecondate danno luogo a maschi apolidi<br />

(Girolami V., Camporese, 1994). Il maschio è glicifago e vive due/tre giorni, mentre la<br />

femmina, che si nutre di melata e preda gli stadi giovanili <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> vive circa tre<br />

settimane ( Girolami, Conte, 1999).<br />

Le femmine di N. typhlocybae predano gli stadi giovanili di <strong>Metcalfa</strong>; una femmina di<br />

questo parassita preda in media due stadi giovanili al giorno con punte di quattro e nel corso<br />

<strong>della</strong> sua vita, che dura mediamente 20 giorni, con punte di quaranta, può e predare fino a<br />

circa cinquanta individui.<br />

Le femmine depongono le uova su individui di III, IV e V età e all’atto dell’ovideposizione,<br />

afferrano l’ospite mediante le chele e infiggono l’uovo all’inserzione plurale dell’abbozzo<br />

alare mesotoracico o piu’ raramente metatoracico.<br />

Gli individui di <strong>Metcalfa</strong> parassitizzati sono facilmente identificabili poiché, a distanza di<br />

giorni dalla deposizione dell’uovo, sotto l’inserzione degli abbozzi alari diventa visibile una<br />

sorta di ciste, denominata comunemente bubbone, o cisti. La larva del parassita, raggiunto<br />

l’ultimo stadio di sviluppo, uccide la forma giovanile di <strong>Metcalfa</strong>, divorandone<br />

completamente gli organi e i tessuti interni, per poi costruire al di sotto <strong>della</strong> spoglia <strong>della</strong><br />

vittima un bozzolo di natura sericea. N. typhlocybae sverna come larva matura diapausante<br />

all’interno del bozzolo, formando la pupa e lo sfarfallamento degli adulti la primavera<br />

successiva, in perfetta sincronizzazione con la presenza delle forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong><br />

(Mazzon e Girolami, 2002).<br />

Una femmina di di N. typhlocybae è pertanto in grado di eliminare potenzialmente, con la<br />

predazione e la parassitizzazione, un centinaio di stadi giovanili di M. <strong>pruinosa</strong>.<br />

Questa valutazione è molto prudenziale, in quanto in questa fase non vengono considerati le<br />

forme giovanili predati e parassitizzati dagli adulti <strong>della</strong> seconda generazione sfarfallati nei<br />

8


mesi di Luglio e Agosto.Nel 1987 sono stati effettuati i primi lanci di N. typhlocybae in<br />

Veneto e Friuli Venezia Giulia e successivamente in Piemonte,Lombardia e altre regioni. I<br />

risultati di questi lanci sono promettenti, in quanto il parassita in questione si é acclimatato<br />

con facilità e svolge un’interessante attività di parassitizzazione, riducendo in modo<br />

significativo le popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> in determinate aree. L’introduzione del N.<br />

typhlocybae come agente di controllo <strong>biologico</strong> è considerato il progetto di lotta biologica<br />

coi driinidi meglio riuscito (Olmi, 2000).<br />

Nel 2000 nel <strong>Lazio</strong> sono stati effettuati cinque lanci di N. typhlocybae nelle seguenti aree:<br />

Aprilia, Borgo Flora (Cisterna), Borgo Grappa (Latina), Bella Farnia (Sabaudia) e Fondi<br />

(Cacioppo 2001).<br />

Fig. 7 – Femmina di N. typhlocybae (lunghezza 4 mm)<br />

(Foto P. Giannotti<br />

Fig..8 – Ninfa di <strong>Metcalfa</strong> con<br />

tipica cisti di N. typhlocybae tra i<br />

due abbozzi alari<br />

Nell’ambito del presente progetto, per l’introduzione del N. typhlocybae, finalizzato al<br />

controllo <strong>biologico</strong> delle popolazioni di M. <strong>pruinosa</strong> sulla vegetazione spontanea a ridosso<br />

delle coltivazioni di Actinidia si è proceduto, innanzitutto alla selezione di dieci siti, tenendo<br />

presente i seguenti criteri:<br />

minimo disturbo <strong>della</strong> vegetazione spontanea, dove il parassita una volta introdotto possa<br />

svolgere la propria azione;<br />

presenza di una popolazione stabile di <strong>Metcalfa</strong>;<br />

possibilità di garantire un’area di rispetto intorno alla zona di lancio;<br />

facile accesso per poter condurre le osservazioni necessarie.<br />

I dieci siti sono stati scelti nelle seguenti aree:<br />

Un sito su Via Apriliana nel territorio del Comune di Aprilia;<br />

Un sito nella zona di Carano nel territorio del Comune di Aprilia;<br />

Due siti su Via di Nettuno nel territorio del Comune di Velletri;<br />

Tre siti nella zona di Borgo Montello nel territorio del Comune di Latina;<br />

Un sito nella zona di Borgo Flora nel territorio del Comune di Cisterna;<br />

Un sito nel territorio del Comune di Cisterna;<br />

Un sito nel territorio del Comune di Nettuno.<br />

9


Prima del lancio del parassita nei siti prescelti sono stati rilevati i seguenti parametri:<br />

Lunghezza del sito;<br />

Rilevamento delle specie di piante attaccate da parte <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong>;<br />

Rilevamento <strong>della</strong> densità di popolazione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> con l’esecuzione di campionature<br />

in ogni sito, consistenti nella scelta di sei piante tra alberi e arbusti e su ciascuna pianta sono<br />

stati esaminati 10 germogli presi a caso sulla chioma per una lunghezza di 30 cm., fino<br />

all’altezza di due metri dal suolo. Per ogni germoglio è stato rilevato il numero di <strong>Metcalfa</strong><br />

presenti, distinguendo: forme giovanili e adulti.<br />

I siti selezionati avevano una lunghezza tra i 200 e i 300 m; la vegetazione in prevalenza era<br />

composta da rovi, ortica, robinia, olmo e acero. Solo in un caso è stata Per quanto riguarda la<br />

densità delle popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> nei siti prescelti per l’introduzione del parassita, questa<br />

è stata valutata attraverso i dati raccolti prima del lancio riportati nella tabella n. 3.<br />

Sito<br />

n.<br />

Tabella n. 3 – Neanidi e ninfe di <strong>Metcalfa</strong> rilevate prima del lancio del Neodryinus<br />

Ubicazione<br />

sito<br />

1 Via Apriliana - Aprilia<br />

(LT)<br />

2 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

4 Via Crocetta di<br />

Carano-Aprilia (LT)<br />

12,3 ± 12,5<br />

100%<br />

Rovo 1<br />

11,5 ± 8,6<br />

80%<br />

Rovo 1<br />

6,4 ± 4,8<br />

90%<br />

Olmo 1<br />

9,1± 11,4<br />

60%<br />

Olmo 1<br />

5 Via Campovivo 9,5±10,6<br />

80%<br />

Olmo 1<br />

6 Borgo Montello (LT) 8,6 ± 12,1<br />

70%<br />

7 Chimentu<br />

Borgo Montello (LT)<br />

8 Acciarella<br />

Nettuno (RM)<br />

Olmo 1<br />

2,7 ± 3,6<br />

60%<br />

Olmo 1<br />

30,9 ± 16,3<br />

100%<br />

Rovo 1<br />

9 Via Ninfina II 13,9 ± 11,8<br />

100%<br />

10 Via Reynolds<br />

Cisterna (LT)<br />

Olmo 1<br />

2,6 ± 3,4<br />

60%<br />

Sambuco 1<br />

11,5 ± 17,5<br />

70%<br />

Rovo 2<br />

6,1 ± 3,87<br />

80%<br />

Rovo 2<br />

5,5 ± 5,1<br />

80%<br />

Olmo 2<br />

7,2 ± 7,3<br />

80%<br />

Olmo 2<br />

4,9 ± 4,6<br />

90%<br />

Olmo 2<br />

48,5 ± 25,2<br />

100%<br />

Rovo 1<br />

7,5 ± 8,4<br />

70%<br />

Olmo 2<br />

54,5 ± 15,4<br />

100%<br />

Rovo 2<br />

4,1 ± 5,6<br />

70%<br />

Olmo 2<br />

3,4 ± 3,6<br />

70%<br />

Olmo 1<br />

N. neanidi e ninfe<br />

(% germogli con <strong>Metcalfa</strong>)<br />

Piante ispezionate<br />

Data ispezione : 15/06/2003<br />

7,6 ± 9,9<br />

60%<br />

Rovo 3<br />

6,4 ± 4,69<br />

90%<br />

Rovo 3<br />

6,6 ± 3,7<br />

100%<br />

Olmo 3<br />

3,7 ± 3,4<br />

90%<br />

Olmo 3<br />

4,2 ± 6,8<br />

60%<br />

Olmo 3<br />

28,2 ± 11,4<br />

100%<br />

Fico 1<br />

2,8 ± 4,8<br />

40%<br />

Olmo 3<br />

34,5 ± 20,9<br />

100%<br />

Rovo 3<br />

5,7 ± 6,8<br />

60%<br />

Olmo 3<br />

5,7 ± 6,1<br />

70%<br />

Acero 1<br />

13,3 ± 13,8<br />

90%<br />

Olmo 1<br />

12,4 ± 14,5<br />

100%<br />

Rovo 4<br />

11,7 ± 9,0<br />

80%<br />

Olmo 4<br />

55,2 ± 32,4<br />

100%<br />

Fico 1<br />

2,8 ± 4,4<br />

50%<br />

Robinia 1<br />

5,8 ± 7,5<br />

70%<br />

Vite 1<br />

31,1 ± 28,9<br />

70%<br />

Robinia 1<br />

34,5 ± 24,4<br />

100%<br />

Robinia 1<br />

,0 ± 9,2<br />

70%<br />

Rovo 1<br />

16,3 ± 18,2<br />

80%<br />

Robinia 1<br />

1,0 ± 1,8<br />

50%<br />

Olmo 2<br />

27,6 ± 12,1<br />

100%<br />

Rovo 5<br />

7,3 ± 8,9<br />

80%<br />

Olmo 5<br />

15,6 ± 11,6<br />

70%<br />

Fico 2<br />

14,2 ± 15,6<br />

100%<br />

Robinia 2<br />

15,2 ± 15,4<br />

100%<br />

Vite 2<br />

38,2 ± 27,6<br />

100%<br />

Robinia 2<br />

18,6 ± 23,6<br />

60%<br />

Robinia 2<br />

19,8 ± 12,1<br />

100%<br />

Rovo 2<br />

5,6 ± 6,3<br />

70%<br />

Rovo 1<br />

2,8 ± 4,1<br />

50%<br />

Olmo 3<br />

0,6 ± 1,3<br />

30%<br />

Olmo 1<br />

10,3 ± 7,5<br />

90%<br />

Vite<br />

2,5 ± 3,2<br />

50%<br />

Quercia 1<br />

1,1 ± 2,8<br />

40%<br />

Rovo 1<br />

10,9 ± 5,9<br />

100%<br />

Crataegus 1<br />

8,7 ± 6,2<br />

70%<br />

Robinia 3<br />

15,4 ± 11,6<br />

90%<br />

Robinia 3<br />

21,3 ± 13,2<br />

100%<br />

Rovo 3<br />

10,2 ± 8,1<br />

90%<br />

Rovo 2<br />

10


I dati <strong>della</strong> tabella n. 3 evidenziano una notevole variabilità, sia in termini di percentuale di<br />

germogli attaccati (range : 50 – 100%), sia in termini di densità di neanidi di <strong>Metcalfa</strong> sui<br />

germogli esaminati. Le piante di Rovo, Robinia e Fico hanno evidenziato un’elevata densità<br />

di forme giovanili di questo flatide, mentre sull’Olmo la densità è risultata meno elevata e<br />

più uniforme, rispetto alle specie sopra indicate. Ad ogni modo, la densità <strong>della</strong> popolazione<br />

di <strong>Metcalfa</strong> sui dei germogli esaminati è risultata sostanzialmente idonea in tutti i siti<br />

prescelti per l’introduzione del parassita Neodryinus typhlocybae.<br />

Dal 18 al 20 giugno 2003 in ogni sito è stata posizionata, ad un’altezza di m. 1,50 – 2,00 dal<br />

suolo, una confezione di bozzoli contenenti larve mature e pupe del parassita Neodryinus<br />

typhlocybae. Le confezioni, contenenti ognuna mediamente 50 femmine e 100 maschi di<br />

Neodryinus, sono state fornite da Bioplanet di Cesena, unico produttore in Italia di bozzoli<br />

di Neodryinus.<br />

Risultati<br />

Da metà Luglio a fine Settembre i dieci siti sono stati monitorati ogni 15/20 gg. sia per<br />

verificare la presenza di nuovi bozzoli di Neodryinus, sia per valutare l’andamento delle<br />

forme giovanili e adulti delle popolazioni <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong>. I dati raccolti a seguito delle<br />

ispezioni effettuate sono riportati nella tabella n. 4.<br />

Tabella n. 4 - Bozzoli di N. typhlocybae ritrovati nei siti d’introduzione nel 2003<br />

Sito<br />

n.<br />

Ubicazione Sito 20/07/03<br />

1 Via Apriliana<br />

(LT)<br />

Aprilia<br />

2 Via Nettuno Velletri<br />

N. bozzoli/sito<br />

25<br />

Olmo e Rovo<br />

(RM) -<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

4 Via Crocetta di Carano<br />

Aprilia (LT)<br />

5 Via Campovivo -<br />

Cisterna<br />

6 Borgo Montello (LT)<br />

7 Borgo Montello (LT)<br />

8 Acciarella – Nettuno<br />

(RM)<br />

20<br />

Olmo e Rovo<br />

3<br />

Fico e Olmo<br />

9 Via Ninfina II 5<br />

Olmo<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

05/08/03*<br />

N. bozzoli/sito<br />

63<br />

Olmo e Rovo<br />

05/08/03<br />

N. Larve di<br />

<strong>Metcalfa</strong> con<br />

“bubbone”<br />

80<br />

Olmo e Rovo 9<br />

55<br />

Olmo, Rovo 4<br />

e Vite<br />

9<br />

Olmo -<br />

25<br />

Olmo -<br />

95<br />

Vite, Crataegus<br />

e<br />

Actinidia<br />

58<br />

Olmo<br />

15/09/03**<br />

N. bozzoli/sito<br />

10 52<br />

Olmo e Rovo<br />

65<br />

Olmo e Rovo<br />

45<br />

Olmo e Rovo<br />

6<br />

Olmo<br />

8<br />

Olmo<br />

15 64<br />

Vite e Crataegus<br />

- 40<br />

Olmo<br />

6<br />

4<br />

Rovo e Robinia -<br />

Rovo e Robinia<br />

118<br />

Olmo e Rovo<br />

10 Via Reynolds- Cisterna - 75<br />

Olmo e Rovo<br />

15 90<br />

Olmo e Rovo<br />

17 62<br />

Olmo e Rovo<br />

Distanza<br />

massima dal<br />

punto di<br />

lancio ml<br />

* bozzoli <strong>della</strong> prima generazione di N. typhlocybae; ** bozzoli <strong>della</strong> prima e seconda generazione di N.<br />

typhlocybae<br />

20<br />

30<br />

30<br />

30<br />

15<br />

40<br />

20<br />

20<br />

50<br />

40<br />

11


Durante le ispezioni in campo è stato osservato per esempio che gli individui di <strong>Metcalfa</strong><br />

parassitizzati non perdono all’inizio la loro vitalità, ma continuano a nutrirsi e a spostarsi<br />

attivamente nella vegetazione. Gli individui di <strong>Metcalfa</strong> parassitizzati si riconoscono allorché<br />

sotto l’inserzione degli abbozzi alari diventa visibile una sorta di cisti, chiamata comunemente<br />

“bubbone” che contiene la larva del parassita nei primi stadi di sviluppo. Quando la larva del<br />

N. typhlocybae raggiunge l’ultima stadio di sviluppo, uccide l’ospite, divorandone gli organi e<br />

i tessuti interni., costruendo successivamente sotto i resti <strong>della</strong> vittima un bozzolo di natura<br />

sericea. E’ stato osservato che il N. typhlocybae sverna come larva matura all’interno del<br />

bozzolo, per riprendere il proprio sviluppo nella primavera successiva, sino alla formazione<br />

<strong>della</strong> pupa e allo farfallamento dell’adulto nella seconda metà di giugno. La maggioranza degli<br />

individui di questo parassita sono monovoltini. Tuttavia una parte delle larve può impuparsi<br />

nel corso <strong>della</strong> stessa estate dando luogo a una seconda generazione prevalentemente in agosto<br />

e con meno frequenza a settembre.<br />

Come riportato nella tabella n. 4, i primi bozzoli sono stati trovati a metà il 20Luglio in quattro<br />

siti, con una media di circa 14 bozzoli per sito (range : 3 – 25) . Nell’ ispezione di del 5<br />

Agosto in tutti i siti sono stati trovati bozzoli di Neodryinus, con una media di 45,9 bozzoli per<br />

sito (range : 6 – 118). In due siti sono stati trovati meno di 10 bozzoli/sito. La scarsa presenza<br />

di bozzoli riscontrata in questi siti era probabilmente dovuta all’abbondanza <strong>della</strong> vegetazione<br />

e quindi all’impossibilità di ispezionare tutta la massa vegetativa di ogni sito.<br />

Nell’ispezione Del 15 Settembre sono stati trovati nuovi bozzoli di Neodryinus, appartenenti<br />

alla seconda generazione; questi bozzoli sono stati prodotti dagli adulti di Neodryinus,<br />

sfarfallati nel periodo Luglio/Agosto.I bozzoli di Neodryinus sono stati trovati a partire dal<br />

punto di posizionamento <strong>della</strong> confezione del parassita fino ad una distanza variante tra i 15 e i<br />

50 metri. Questi primi dati indicano chiaramente che il Neodryinus è riuscito a stabilizzarsi nei<br />

vari siti, spostandosi a distanze significative rispetto al punto di lancio. Per quanto riguarda la<br />

diffusione naturale del Neodryinus, in base a precedenti esperienze in altre Regioni, si è potuto<br />

osservare che generalmente che nei primi due anni dall’introduzione la diffusione attiva del<br />

parassita é poche decine di metri e ritrovamenti più distanti sono da attribuire generalmente a<br />

fattori casuali. Solo successivamente, a partire dal terzo anno, la popolazione in crescita tende<br />

a distribuirsi nell’ambiente e a controllare in modo significativo le popolazioni di <strong>Metcalfa</strong><br />

(Sala e Foschi, 2002).<br />

Fig. 9 - Confezione di bozzoli di N. typhlocybae pronti a sfarfallare<br />

12


Fig. – 10 Bozzoli di Neodrynus su Acero Fig. – 11 Bozzoli di Neodrynus su Edera<br />

Ispezioni eseguite a metà Ottobre del 2003 dal Prof. Olmi dell’Università <strong>della</strong> Tuscia sui 10<br />

siti d’introduzione del parassita per il controllo <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong>, per verificare se all’interno<br />

dei bozzoli le prepupe di N. typhlocybae fossero o meno attaccate da iperparassitoidi hanno<br />

dato esito negativo (Rif. Relazione Prof. Olmi allegata).<br />

Fig. 12 – Femmina di N. typhlocybae mentre parassitizza un individuo di <strong>Metcalfa</strong><br />

13


La lotta chimica con prodotti a basso impatto ambientale. Poiché il presente progetto ha<br />

finalità di divulgazione e non di ricerca pura, è stato previsto l’utilizzo di principi attivi<br />

registrati su Actinidia che attualmente sono:<br />

Azadiractina (Registrazione n. 10305 del 03/02/2000 del Ministero <strong>della</strong> Sanità<br />

(SIPCAM); classe tossicologica : Attenzione manipolare con prudenza (ex III<br />

classe). Intervallo di sicurezza su Actinidia: 3 gg.<br />

Suddetto principio attivo é una sostanza naturale estratta dai semi <strong>della</strong> pianta del<br />

Neem, la quale appartiene alla famiglia delle Miliaceae e risulta originaria del Nord-<br />

Est dell’India. Si tratta di un prodotto assolutamente innocuo per l’uomo e non<br />

risulta tossico per le api e per molti ausiliari e viene impiegato nell’Agricoltura<br />

Biologica.<br />

L’Azadiractina ha diverse modalità di azione : blocco dell’attività trofica<br />

dell’insetto, con riduzione sensibile dell’attività e collassamento <strong>della</strong> popolazione;<br />

azione sugli stadi giovanili come regolatore di crescita, provocando il blocco<br />

dell’attività trofica e <strong>della</strong> muta, con conseguente mortalità.<br />

Lambda-Cyhalothrin (Registrazione n. 8259 del 04/05/1993 del Ministero <strong>della</strong><br />

Sanità (SYNGENTA – ex SOLPLANT); classe tossicologica : irritante (ex III<br />

classe). Intervallo di sicurezza su Actinidia : 7 gg.<br />

Suddetto principio attivo é un piretroide di sintesi che agisce per contatto ed<br />

ingestione; si caratterizza per un rapido potere abbattente ed una persistente capacità<br />

protettiva; possiede un effetto repellente ed evidenzia la propria attività anche con<br />

piccole quantità di principio attivo.<br />

Etofenprox (Registrazione n. 8735 del 23/03/1995 del Ministero <strong>della</strong> Sanità<br />

(SIPCAM); classe tossicologica : irritante (ex III classe). Intervallo di sicurezza su<br />

Actinidia : 7 gg.<br />

L’etofenprox é un fenossiderivato che agisce per contatto ed ingestione; interferisce,<br />

inoltre, sul sistema nervoso degli insetti mediante inibizione del trasporto degli ioni<br />

Sodio lungo le terminazioni nervose. La molecola dell’etofenprox é costituita<br />

unicamente da Carbonio, Idrogeno e Ossigeno; ha una bassissima tossicità acuta nei<br />

confronti dell’uomo e dei mammiferi.<br />

Nell’ambito <strong>della</strong> lotta chimica sono stati effettuate le seguenti prove:<br />

Prove di laboratorio : infestazione artificiale di giovani piante di Actinidia con forme<br />

giovanili di <strong>Metcalfa</strong> in gabbie delle seguenti dimensioni: m. 1,20 x 1,20 x 1,80. – Prova<br />

effettuata in data 26/06/03.<br />

Principi attivi testati:<br />

Etofenprox (dose: 50 ml/hl); Lambda-Cyhalothrin (dose: 100 g/hl); Olio di Neem (dose: 150<br />

ml/hl + Bagnante alla dose di 100 g/hl) ; Testimone ( impiego di acqua).<br />

Insetti testati : Ottanta – 120 forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> per ogni gabbia.<br />

Replicazioni : Tre per ogni principio attivo e per il testimone. Una gabbia<br />

rappresenta unreplicazione.<br />

Monitoraggio : Registrazione individui morti dopo 24, 48 e 72 ore dal trattamento.<br />

15


Risultati<br />

I risultati ottenuti con questa prova indicano:<br />

Sul testimone, la mortalità delle forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> si è attestata intorno al 10%.<br />

Elevata efficacia dell’etofenprox, dove la mortalità delle forme giovanili di<br />

<strong>Metcalfa</strong> si è attestata tra il 95 e il 98%.<br />

Elevata efficacia <strong>della</strong> lambda-cyhalothrin, dove la mortalità delle forme<br />

giovanili di <strong>Metcalfa</strong> si è attestata tra il 97 e il 99%.<br />

Efficacia medio-alta dell’ olio di neem, dove la mortalità delle forme<br />

giovanili di <strong>Metcalfa</strong> si è attestata tra il 41 e il 78%.<br />

Prove di campo in condizioni seminaturali : con infestazione naturale di piante adulte di<br />

Actinidia con adulti di <strong>Metcalfa</strong>; gli adulti presenti sui rami e sui frutti di Actinidia sono<br />

stati intrappolati in manicotti di tulle <strong>della</strong> larghezza di 30 cm e lunghezza 80 cm. – Prova<br />

effettuata in data 17/07/03.<br />

Principi attivi testati:<br />

Etofenprox (dose: 50 ml/hl); Lambda-Cyhalothrin (dose: 100 g/hl); Olio di<br />

Neem (dose: 150 ml/hl + Bagnante alla dose di 100 g/hl) ; Testimone (acqua).<br />

Insetti testati : Ottanta – 120 forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> per ogni gabbia. Una<br />

gabbia rappresenta una replicazione.<br />

Replicazioni : Tre per ogni principio attivo e per il testimone.<br />

Monitoraggio : Registrazione individui morti dopo 24, 48 e 72 ore dal trattamento.<br />

Risultati<br />

I risultati ottenuti con questa prova indicano:<br />

Sul testimone, la mortalità degli di <strong>Metcalfa</strong> è stata inferiore del 5%.<br />

Elevata efficacia dell’etofenprox, dove la mortalità degli adulti di <strong>Metcalfa</strong> è stata del<br />

100%.<br />

Elevata efficacia <strong>della</strong> lambda-cyhalothrin, dove la mortalità degli adulti di <strong>Metcalfa</strong> è stata<br />

del 100%.<br />

Efficacia medio-alta dell’ olio di neem, dove la mortalità delle forme<br />

giovanili di <strong>Metcalfa</strong> si è attestata tra il 47 e il 72%.<br />

Prove in pieno campo :<br />

I trattamenti con i principi attivi sopra indicati sono stati effettuati in pieno campo in tre<br />

aziende:<br />

Trattamento con Etofenprox ( dose: 50 ml/hl), in una situazione di elevata presenza di<br />

adulti e forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> sia su Actinidia, lungo la fila esterna, sia sulla<br />

vegetazione spontanea costituita da Rovi, Urtica, Cotonaster e Vite selvatica.<br />

Trattamento effettuato, in data 07/07/03, soltanto lungo la fila esterna infestata dalflatide in<br />

questione;<br />

Osservazioni: per i primi tre giorni dal trattamento le piante di Actinidia trattate non<br />

presentavano né forme giovanili, né adulti di <strong>Metcalfa</strong>, mentre a distanza di 8/10 gg. dal<br />

trattamento, le piante di Actinidia, sempre <strong>della</strong> fila esterna, in precedenza infestate,<br />

risultavano di nuovo infestate in modo significativo. In questa situazione è risultato evidente<br />

il passaggio di nuova ondata di <strong>Metcalfa</strong> proveniente dalla vegetazione spontanea<br />

circostante, considerando che la prima infestazione era stata eliminata dall’intervento con<br />

Etofenprox. Vista la situazione l’agricoltore ha deciso di sospendere qualsiasi tipo di<br />

trattamento contro la <strong>Metcalfa</strong>, anche perché l’infestazione pesante di questo insetto era<br />

concentrata comunque in un’area limitata.<br />

16


Trattamento con Lambda-Cyhalothrin (dose: 100 ml/hl), in una situazione presenza<br />

medio-bassa di adulti e forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> sia su Actinidia, lungo la fila esterna, sia<br />

sulla vegetazione spontanea costituita da Rovi e Olmo.<br />

Trattamento effettuato, in data 15/07/03, soltanto lungo la fila esterna infestata dal flatide;<br />

Osservazioni: a distanza di tre giorni dal trattamento le piante di Actinidia trattate non<br />

presentavano né forme giovanili, né adulti di <strong>Metcalfa</strong>; la medesima situazione si presentava<br />

a distanza di 15/20 gg. dal trattamento. In questa situazione non si è verificato nessun<br />

ulteriore passaggio di <strong>Metcalfa</strong> proveniente dalla vegetazione spontanea circostante,<br />

considerando che la prima infestazione era stata eliminata dall’intervento con Lambda-<br />

Cyhalothrin. In questa situazione l’agricoltore ha deciso di non effettuare altri trattamenti,<br />

in quanto sulla vegetazione spontanea si notavano pochi adulti e qualche forma giovanile di<br />

<strong>Metcalfa</strong> e quindi non c’era motivo di intervenire ulteriormente con prodotti chimici.<br />

Trattamento con Olio di Neem (dose: 150 ml/hl + Bagnante alla dose di 100 g/hl) in una<br />

situazione di presenza medio-bassa di adulti e forme giovanili di <strong>Metcalfa</strong> sia su Actinidia,<br />

lungo la fila esterna, sia sulla vegetazione spontanea costituita da Rovi, Olmo e Vite<br />

selvatica.<br />

Trattamento effettuato, in data 25/07/03, soltanto lungo la fila esterna infestata dal flatide in<br />

questione;<br />

Osservazioni: a distanza di due giorni dal trattamento le piante di Actinidia trattate non<br />

presentavano né forme giovanili, né adulti di <strong>Metcalfa</strong>; la medesima<br />

situazione si presentava a distanza di 20/25 gg. dal trattamento. In questa situazione<br />

l’agricoltore ha deciso di non trattare ulteriormente, in quanto la presenza di Metcafa era<br />

confinata soltanto sulla vegetazione spontanea e quindi non c’era motivo di intervenire con<br />

trattamenti aggiuntivi.<br />

Fig. 14 – Principi attivi testati nella lotta chimica contro la <strong>Metcalfa</strong>. (Diversi autori)<br />

17


SECONDA ANNUALITA’ 2007<br />

Tenendo presente che la seconda annualità del progetto in questione doveva svolgersi, sotto<br />

l’aspetto strettamente tecnico, nel corso del 2004, il coordinatore del progetto<br />

indipendentemente dai fondi <strong>della</strong> <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> ha continuato con:<br />

l’integrazione dei dati per il completamento <strong>della</strong> mappa territoriale nel corso del<br />

2004, 2005 e 2007;<br />

l’integrazione di dati sulla biologia <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> nel 2004, 2005 e 2007 ;<br />

monitoraggio siti d’introduzione del N. tiphlocybae nel 2004, 2005 e 2007.<br />

prove con prodotti a basso impatto ambientale nel 2005.<br />

Costituzione mappa territoriale sullo stato di diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> . Questi<br />

ulteriori dati sono stati raccolti sia da personale partecipante al progetto (Tabella n. 5), sia<br />

attraverso dati ricevuti da aziende agricole e vivai (Tabella n. 6) nel corso del 2004, 2005 e<br />

2007.<br />

Tabella n. 5 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti dal personale partecipante al progetto<br />

Periodo raccolta dati : maggio/giugno 2004, 2005 e 2007<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Terracina (LT) Robinia Casale delle Palme (LT) Rovo e Actinidia<br />

Sperlonga (LT) Agrumi Borgo Podgora (LT) Actinidia, e Robinia<br />

Fondi (LT) Agrumi Tor S. Lorenzo (RM) Rovo e Olmo<br />

Minturno (LT) Pomodoro Lavinio (RM) Rovo e Olmo<br />

Bella Farnia (LT) Olmo e Ortica Campo di Carne (RM) Rovo<br />

Borgo Sabotino (LT) Olmo Fico e Ortica Pomezia(RM) Actinidia<br />

Doganella di Ninfa Rovo e Robinia Frascati (RM) Vite<br />

Lanuvio (RM) Olivo, Vite Cerveteri (RM) Actinidia, Rovo e Olmo<br />

Tor tre Ponti (LT) Olmo e Rovo Albano (RM) Platano<br />

Borgo Faiti (LT) Actinidia e Olmo Palestrina (RM) Platano<br />

Sezze Scalo (LT) Platano Tolfa (RM) Rovo e Ortica<br />

Campoleone Actinidia, Olmo e Rovo S. Marinella (RM) Robinia e Platano<br />

Borgo Sabotino (LT) Actinidia e Olmo Rocca Priora (RM) Platano<br />

Borgo Bainsizza (LT) Rovo, Olmo e Ortica Lariano (RM) Platano e Olmo<br />

Campoverde (LT) Actinidia, , Olmo e Ortica Castel Romano (RM) Rovo<br />

Sacramento (LT) Robinia Castel Porziano (RM) Rovo, Olmo e Robinia<br />

Bosco del Padiglione (LT) Olmo, Acero Villa Borghese (RM) Acero e Platano<br />

18


Tabella n. 6 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti attraverso invio questionari inviati ad Aziende agricole e Vivai<br />

Periodo raccolta dati : giugno 2004 e 2005<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Roma Cotoneaster, Ciliegio e Sabaudia Equiseto, Melograno,<br />

Prunus<br />

Bosso, Agrumi,<br />

Manziana Acero, Lauroceraso Cisterna (LT) Actinidia e Vite<br />

Sezze (LT) Olivo Sutri (VT) Geranio, Cotoneaster e<br />

Pyracantha<br />

Isola Farnese Geranio e Ligustro Bolsena (VT) Bosso, Acero, Geranio,<br />

Lauro, Ligustro<br />

Monte Muscolo (RM) Rovo e Pittosporo Fiuggi (FR) Bosso, Acero,<br />

Pittosporo, Prunus<br />

Grottaferrata (RM) Platano Valentano (VT) Actinidia<br />

Borgo Carso (LT) Actinidia, Rovo,<br />

Civitavecchia (RM) Platano, Ortica<br />

Robinia e Olmo,<br />

Quercia, Lauroceraso,<br />

Castelgandolfo Acero, Vite Velletri (RM) Actinidia<br />

Roma Acero, Nocciolo, Geranio, Montefiascone (VT) Actinidia, Rovo, Olmo,<br />

Fico, Platano, Albicocco<br />

Mirto e Nocciolo<br />

Montalto di Castro (VT) Olivo Bolsena (VT) Actinidia<br />

Frascati Geranio Aprilia (LT) Actinidia, Vite e Susino<br />

Nettuno (RM) Agrumi, Geranio e<br />

Solanum<br />

Campoverde Actinidia, Tiglio<br />

Bella Farnia (LT) Gelso, Lauro, Pittosporo,<br />

Olivo e Vinca<br />

Borgo Flora (LT) Actinidia<br />

Terracina (LT) Ligustro, Geranio,<br />

Melograno, Sambuco<br />

Ardea (RM) Vite<br />

Cori (LT) Geranio, Olivo e Vite Sabaudia Equiseto, Melograno,<br />

Bosso, Agrumi,<br />

Pittosporo e Lauro<br />

Vetralla (VT) Olivo, Prunus, Mirto, S. Cesareo (RM) Tiglio, Olmo, Lunaria,<br />

Pittosporo, Plantago,<br />

Platano, Acero e Vinca<br />

Gelso e Olivo<br />

Monterotondo - Roma Vite, Albicocco, Pesco e Borgo Grappa (LT) Geranio, Mirto,<br />

Ciliegio<br />

Pittosporo, Solanum,<br />

Acero, Actinidia e Vite<br />

Ardea (RM) Agrumi, Mirto, Albizzia, Cisterna (LT) Lunaria, Fico, Albizzia,<br />

Pittosporo, Acero e<br />

Ligustro, Melograno,<br />

Bosso<br />

Cotoneaster e Tiglio,<br />

Prunus, Actinidia e Vite<br />

Terracina (LT) Pyracantha, Rubus, Sabaudia (LT) Lauro, Pittosporo e<br />

Cotoneaster, Tiglio,<br />

Prunus e Bosso<br />

Bosso<br />

Rieti Pittosporo, Acero, Bosso, Pontinia (LT) Olivo Cotoneaster e<br />

Lauro, Mirto e Nocciolo<br />

Pyracantha<br />

Sono stati raccolti dati di 76 località distribuite nel <strong>Lazio</strong>, rilevando popolazioni di <strong>Metcalfa</strong><br />

(neanidi, ninfe e adulti) su 30 essenze diverse, sia erbacee che arboree.<br />

19


Biologia <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong>.<br />

Morfologia<br />

Adulto : lunghezza 7 – 8 mm; allo sfarfallamento presentano una livrea bianco candida che<br />

virerà, nell’arco di uno/due giorni, verso il definitivo colore grigio brunastro; ali tenute a<br />

tetto ai lati del corpo. La femmina è provvista di un ovopositore quasi rudimentale, collocato<br />

in un’apposita scanalatura del nono urosternite e costituito da tre paia di valve oblunghe. Nel<br />

maschio le gonapofisi sono associate al margine del nono urosternite e comprendono un<br />

organo intromettente, il fallo, ed un paio di stili genitali che emergono tra gli sterniti del<br />

nono e decimo segmento addominale (L. Santini e A. Lucchi, 2000).<br />

Figura n. 15 – <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> – Disegni semischematici<br />

illustranti, sopra, la tipica posizione assunta dal maschio e dalla<br />

femmina durante l’accoppiamento e, sotto, la peculiare posizione<br />

delle gonapofisi, durante l’atto medesimo (F, fallo; SG stili genitali;<br />

TAf, tubo anale <strong>della</strong> femmina; TAm, tubo anale del maschio; VA,<br />

valvole anteriori; VP valvole posteriori (Disegno L. Santini)<br />

Figura 16 – Adulti di M. <strong>pruinosa</strong> nella classica disposizione<br />

lineare<br />

Gli adulti, dotati di spiccato gregarismo, si ritrovano spesso riuniti in gruppi, sui rami più<br />

giovani delle piante, disposti in lunghe file, quasi immobili. A circa 25/30 giorni dallo<br />

farfallamento, gli adulti raggiungono la maturità sessuale, dando inizio agli accoppiamenti<br />

che di norma avvengono nelle ore notturne. Dopo l’accoppiamento ciascuna femmina<br />

depone mediamente 60 uova, inserendole singolarmente, attraverso il robusto ovopositore,<br />

in vari punti <strong>della</strong> corteccia delle piante ospiti.<br />

Uovo – L’uovo di <strong>Metcalfa</strong>, di colore bianco lattiginoso, lungo circa 1 mm e a sezione<br />

ellittica, è dotato di un corion spesso a trama sub-esagonale per quasi tutta la superficie.<br />

20


Nella parte ventrale si presenta liscio e risulta dotato di due scanalature divergenti ( L.<br />

Santini e A. Lucchi 2000).<br />

Fig. 17 – Uova di <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong><br />

Stadi giovanili – Lo sviluppo preimmaginale <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> comprende cinque stadi di<br />

cui tre di neanide e due di ninfa. Nel <strong>Lazio</strong>, in base alle osservazioni condotte dal 2003 al<br />

2007, le prime neanidi compaiono nella prima metà di maggio e proseguono scalarmene fino<br />

alla fine di giugno. Appena sgusciata dall’uovo, la neanide di primo stadio migra<br />

rapidamente su una foglia, collocandosi sulla pagina inferiore, in corrispondenza delle<br />

nervature ed inizia subito a nutrirsi, ad eliminare la melata dall’ano e a rivestirsi di<br />

abbondanti secrezioni cerose prodotte dalle ghiandole ciripare distribuite su tutto il corpo ed<br />

in particolare in corrispondenza dell’estremità addominale (8, 15). Un carattere morfologico<br />

distintivo per la determinazione delle diverse età giovanili è rappresentato dal numero delle<br />

tipiche spine, brevi e con punta di colore nero, presenti sui segmenti tibio-tarsiali <strong>della</strong><br />

zampa metatoracica. (Figura n. 12). Nelle ultime fasi dello sviluppo preimmaginale la<br />

seconda ninfa (ultimo stadio giovanile) cessa di nutrirsi e si sposta sulla pagina inferiore di<br />

una foglia per compiere la ninfosi. Il neo adulto fuoriesce attraverso una fenditura<br />

longitudinale <strong>della</strong> parte tergale <strong>della</strong> cuticola toracica. ( L. Santini e A. Lucchi 2000).<br />

Fig. 18 – Neanide di <strong>Metcalfa</strong> Fig. 19 – Ninfe di <strong>Metcalfa</strong><br />

21


ETA’ MTL MTV MTR1 MTR2<br />

I 0 4 4 0<br />

II 1 5 5 0<br />

III 1 - 2 6 6 0<br />

IV 3 6 - 7 7 1<br />

V 3 7 7 2<br />

Figura n. 20 – <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong>. A sinistra disegno raffigurante il profilo <strong>della</strong> zampa metatoracica di una<br />

seconda ninfa (V a età) con la dislocazione delle spine metatibiali laterali (MTL), delle spine metatibiali<br />

ventrali (MTV), di quelle del primo (MTR1) e del secondo metatarso (MTR2). A destra tabella con il<br />

numero di spine per ciascuna delle età preimmaginali. (Disegno L. Santini)<br />

Figura n. 21 – Visione dorsale delle cinque età<br />

giovanili, rispettivamente di prima (A), seconda (B),<br />

terza (C), quarta (D) e quinta (E) – (Foto Lucchi)<br />

Figura n. 22 – Secrezioni cerose prodotte da<br />

neanidi di M. <strong>pruinosa</strong><br />

22


BIOLOGIA<br />

La M. <strong>pruinosa</strong>, insetto estremamente polifago, attualmente segnalato su circa 330 specie<br />

appartenenti a 78 famiglie botaniche, compie un'unica generazione annuale e sverna allo<br />

stadio di uovo deposto tra le anfrattuosità <strong>della</strong> corteccia e tra le perule delle gemme delle<br />

piante ospiti.<br />

Nel <strong>Lazio</strong>, in base alle osservazioni effettuate in campo nel corso del 2003, 2004, 2005 e<br />

2007, la schiusura delle uova iniziava nella prima metà di maggio e raggiungeva il valore<br />

massimo tra la fine dello stesso mese e la prima decade di giugno, per poi decrescere<br />

gradualmente fino alla fine del medesimo mese. Le prime neanidi sono comparse entro la<br />

metà di maggio, mentre a giugno erano solitamente presenti tutti gli stadi giovanili del<br />

flatide. Le neanidi appena nate si spostavano rapidamente sulla pagina inferiore delle foglie<br />

e si fissavano in corrispondenza di una nervatura secondaria, dove iniziavano a nutrirsi.<br />

Durante le età neanidali, le neanidi risultavano poco mobili e si spostavano soltanto in<br />

occasione del cambio <strong>della</strong> muta. Nella fase degli stadi ninfali, questo insetto aveva la<br />

tendenza di spostarsi dalle foglie ai giovani rametti dell’anno, per ritornare sulle foglie al<br />

momento <strong>della</strong> muta. Dalla neanide di primo stadio alla formazione e comparsa dell’adulto,<br />

di solito è intercorso un periodo di 40 – 45 giorni. I primi adulti sono solitamente comparsi<br />

tra il 15 ed il 25 giugno. Gli adulti una volta sfarfallati e assunta la colorazione definitiva,<br />

grigio brunastro, si portavano sui rametti dove si disponevano allineati, per spostarsi intorno<br />

al ramo oppure compiere rapidi voli ogni qualvolta che venivano disturbati.<br />

Per individuare il periodo dell’ovideposizione <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong>, in tre siti diversi,<br />

nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre del 2003,2004, 2005 e 2007, sono stati:<br />

catturati venti femmine di <strong>Metcalfa</strong>/sito, per valutare in laboratorio, attraverso il<br />

sezionamento dell’apparato genitale, il numero di uova pronte ad essere deposte;<br />

prelevati 10 rami/matrice vegetale di specie diverse <strong>della</strong> lunghezza di 50 cm<br />

(actinidia, vite, olmo, rovo)/sito ed esaminati in laboratorio per accertarsi<br />

sull’eventuale presenza di uova di <strong>Metcalfa</strong>.<br />

Tabella n. 7 – Ritrovamento di uova negli ovarioli delle femmine di M. <strong>pruinosa</strong><br />

N. Uova/femmina<br />

N. Uova/femmina<br />

N. Uova/femmina<br />

negli ovarioli<br />

negli ovarioli<br />

negli ovarioli<br />

X±SD (n = 20) X±SD (n = 20) X±SD (n = 20)<br />

Sito n. 1 - 2003 Sito n. 2 - 2003 Sito n. 3 - 2003<br />

20/07/03 20/08/03 21/09/03 21/07/03 20/08/03 21/09/03 20/07/0<br />

3<br />

20/08/03 21/09/03<br />

- 1,4 ± 3,6 20,6 ± 12,9 - - 14,1± 11,2 - 3,6 ± 5,7 27,0 ± 19,3<br />

Sito n. 1 - 2004 Sito n. 2 - 2004 Sito n. 3 - 2004<br />

15/07/04 26/08/04 30/09/04 15/07/04 26/08/04 30/09/04 15/07/04 26/08/04 30/09/04<br />

- 3,6 ± 6,8 16,3±11,2 - 1.6 ± 3,2 17,6 ± 15,3 - - 20,7 ±16,7<br />

Sito n. 1 - 2005 Sito n. 2 - 2005 Sito n. 3 - 2005<br />

22/07/05 20/08/04 23/09/04 22/07/05 20/08/04 23/09/04 22/07/05 20/08/04 23/09/04<br />

- 3,1±5,7 32,4±19,2 - - 22,3 ± 14,6 - 2,6 ± 6,8 16,9 ± 18,2<br />

23


Tabella n. 8 – Periodo dell’ovideposizione <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> (1)<br />

Sito n. 1 - 2003<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Sito n. 2 - 2003<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Sito n. 3 - 2003<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Date prelievo campioni<br />

20/08/03 21/09/03 20/08/03 21/09/03 20/08/03 21/09/03<br />

Olmo 2,0 ± 3,4 9,7 ± 9,9 7,3 ± 7,1 14,7 ± 14,3 1,2 ± 3,2 20,1 ± 14,2<br />

Vite 2,3 ± 2,7 9,1 ± 8,6 - - 3,5 ± 5,2 10,7 ± 11,4<br />

Rovo - - 2,5 ± 3,3 14,5 ± 11,7 - -<br />

Actinidia 0,9 ± 1,5 5,8 ± 6,9 1,1 ± 1,5 8,5 ± 11,5 2,5 ± 37 6,5 ± 7,8<br />

Sito n. 1 - 2004<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Sito n. 2 - 2004<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Sito n. 3 - 2004<br />

N. uova/ramo<br />

X ± SD (n = 10)<br />

Date prelievo campioni<br />

26/08/04 30/09/04 26/08/04 30/09/04 26/08/04 30/09/04<br />

Olmo 2,5 ± 5,4 17,3 ± 16,2 5,2 ± 7,1 11,3 ± 10,4 1,2 ± 3,2 20,1 ± 14,2<br />

Vite 5,1 ± 7,4 14,3 ± 16,3 - - 3,1 ± 5,3 7,4 ± 7,2<br />

Rovo - - 3,2 ± 5,4 7,2 ± 7,8 - -<br />

Actinidia 2,5 ± 4,1 4,5 ± 7,6 2,0 ± 3,4 6,7 ± 11,3 1,3 ± 2,6 4.0 ± 4,1<br />

(1) Prelevati 10 rami/matrice vegetale di specie diverse <strong>della</strong> lunghezza di 50 cm (actinidia, vite, olmo,<br />

rovo)/sito ed esaminati in laboratorio per accertarsi sull’eventuale presenza di uova di <strong>Metcalfa</strong>.<br />

In base ai dati ottenuti nell’Agropontino, riportati nelle tabelle 7 e 8, la M. <strong>pruinosa</strong> inizia a<br />

deporre le uova a partire dalla terza decade di Agosto, per aumentare a livello significativo<br />

nel mese di Settembre e terminare verso la fine dello stesso mese, oppure i primi giorni di<br />

ottobre. nel mese di Ottobre. Sia nel 2004 che nel 2005, nel mese di Luglio, non sono state<br />

trovate femmine, tra quelle sezionate in laboratorio, con ovarioli con presenza di uova.<br />

L’olmo, la vite e il rovo si sono mostrate piante ospiti particolarmente gradite per la<br />

<strong>Metcalfa</strong> durante l’ovideposizione, mentre sui campioni di rami di Actinidia, la quantità di<br />

uova trovate è risultata sensibilmente inferiore rispetto a quella delle altre specie esaminate.<br />

Le uova sono state trovate sia sulle creste tuberose che si sviluppano su alcune varietà di<br />

Olmo, che nel nel ritidoma delle piante di viti ed in alcune parti del fusto dei rovi, mentre<br />

sull’actinidia sono state trovate nelle anfrattuosità <strong>della</strong> corteccia del fusto oppure dei rami<br />

più vecchi.I dati raccolti nel 2007 tendenzialmente rispecchiano i dati raccolti negli anni<br />

precedenti(2003, 2004 e 2005).<br />

24


Figura n. 15 – Biologia <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong><br />

Figura n. 16 – Attacco di <strong>Metcalfa</strong> su Acero Figura n. 17 – Attacco di <strong>Metcalfa</strong> su Melo<br />

Figura n. 18 – Attacco di <strong>Metcalfa</strong> su Pesco<br />

<strong>Controllo</strong> Biologico <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong>.<br />

25


I siti dov’è avvenuta l’introduzione del parassita N. tiphlocybae, oltre al monitoraggio<br />

riportato nella prima annualità del progetto medesimo, ulteriori controlli sono stati eseguiti<br />

negli anni 2004, 2005 e 2007, riportando per ogni sito il numero di bozzoli ritrovati nei mesi<br />

di Luglio, Agosto e Settembre, nonché le relative piante ospiti. Inoltre, nel mese di agosto, è<br />

stata prestata attenzione per ricercare le neanidi di terza età, nonché le ninfe di prima e<br />

seconda età con la presenza del cosiddetto “bubbone” (cisti), sotto l’inserzione degli abbozzi<br />

alari, segno evidente <strong>della</strong> fase iniziale <strong>della</strong> parassitizzazione degli individui di <strong>Metcalfa</strong> ad<br />

opera del N. tiphlocybae. Sono state rilevate, infine, le distanze del ritrovamento dei bozzoli,<br />

rispetto al punto d’introduzione del parassita. I dati raccolti dal 2004 al 2007 sono riportati<br />

nella sotto indicata tabella n. 9.<br />

Sito<br />

n.<br />

Tabella n. 9 - Bozzoli di N. typhlocybae ritrovati nei siti d’introduzione nel 2004<br />

Ubicazione<br />

Azienda<br />

1 Via Apriliana<br />

(LT)<br />

Aprilia<br />

2 Via Nettuno<br />

(RM)<br />

Velletri<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

25/07/04<br />

N. bozzoli/sito<br />

86<br />

Olmo e Rovo<br />

35<br />

Olmo e Rovo<br />

22<br />

Olmo e Rovo<br />

10/08/04<br />

N. bozzoli/sito<br />

10/08/04<br />

N. Larve di<br />

<strong>Metcalfa</strong> con<br />

“bubbone”<br />

135<br />

Olmo e Rovo 10<br />

115<br />

Olmo, Rovo 15<br />

Actinidia<br />

93<br />

Olmo, Rovo<br />

e Vite<br />

5<br />

18/09/04<br />

N. bozzoli/sito<br />

Distanza<br />

massima dal<br />

punto di<br />

lancio<br />

ml<br />

72<br />

35<br />

Olmo e Rovo<br />

82<br />

Olmo e Rovo 42<br />

45<br />

Olmo e Rovo<br />

4 Via Crocetta di Carano<br />

Aprilia (LT) - - - - -<br />

5 Martin – Via<br />

Campovivo - Cisterna - - - - -<br />

6 Borgo Montello (LT) 56<br />

Vite e Crataegus<br />

7 Borgo Montello (LT)<br />

-<br />

175<br />

Vite, Crataegus e<br />

Actinidia<br />

28<br />

60<br />

Olmo -<br />

88<br />

Vite e Crataegus<br />

32<br />

Olmo<br />

8 Acciarella – Nettuno<br />

(RM) - - - - -<br />

9 Via Ninfina II 45<br />

Olmo e Rovo<br />

10 Via Reynolds -<br />

Cisterna<br />

30<br />

Olmo e Rovo<br />

178<br />

Olmo e Rovo<br />

129<br />

Olmo e Rovo<br />

18 93<br />

Olmo e Rovo<br />

48<br />

60<br />

30<br />

65<br />

17 56<br />

Olmo e Rovo 60<br />

Tabella n. 10 - Bozzoli di N. typhlocybae ritrovati nei siti d’introduzione nel 2005<br />

26


Sito<br />

n.<br />

Ubicazione<br />

Azienda<br />

1 Via Apriliana<br />

(LT)<br />

Aprilia<br />

2 Via Nettuno<br />

(RM)<br />

Velletri<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

22/07/05<br />

N. bozzoli/sito<br />

58<br />

Olmo e Rovo<br />

37<br />

Olmo e Rovo<br />

50<br />

Olmo e Rovo<br />

13/08/05<br />

N. bozzoli/sito<br />

325<br />

Olmo e Rovo<br />

270<br />

Olmo, Rovo<br />

Actinidia<br />

119<br />

Olmo, Rovo<br />

e Vite<br />

13/08/05<br />

N. Larve di<br />

<strong>Metcalfa</strong> con<br />

“bubbone”<br />

23/09/05<br />

N. bozzoli/sito<br />

12 72<br />

Olmo e Rovo<br />

Distanza<br />

massima dal<br />

punto di<br />

lancio<br />

ml<br />

45<br />

18 158<br />

Olmo e Rovo 58<br />

10 60<br />

Olmo e Rovo<br />

4 Via Crocetta di Carano<br />

Aprilia (LT) - - - - -<br />

5 Martin – Via<br />

Campovivo - Cistern - - - - -<br />

6 Borgo Montello (LT) 72<br />

Vite e Crataegus<br />

7 Borgo Montello (LT) 20<br />

Olmo<br />

508<br />

Vite, Crataegus e<br />

Actinidia<br />

43<br />

95<br />

Olmo e Rovo -<br />

354<br />

Vite e Crataegus<br />

52<br />

Olmo e Rovo<br />

8 Acciarella – Nettuno<br />

(RM) - - - - -<br />

9 Via Ninfina II 93<br />

Olmo e Rovo<br />

10 Via Reynolds -<br />

Cisterna<br />

Sito<br />

n.<br />

385<br />

Olmo e Rovo<br />

- 242<br />

Olmo e Rovo<br />

64<br />

85<br />

40<br />

30 209<br />

Olmo e Rovo<br />

120<br />

25 156<br />

Olmo e Rovo 85<br />

Tabella n. 11 - Bozzoli di N. typhlocybae ritrovati nei siti d’introduzione nel 2007<br />

Ubicazione<br />

Azienda<br />

1 Via Apriliana<br />

(LT)<br />

Aprilia<br />

2 Via Nettuno<br />

(RM)<br />

Velletri<br />

20/07/07<br />

N. bozzoli/sito<br />

25<br />

Olmo e Rovo<br />

20<br />

Olmo e Rovo<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM) -<br />

18/08/07<br />

N. bozzoli/sito<br />

205<br />

Olmo e Rovo<br />

147<br />

Olmo, Rovo<br />

Actinidia<br />

119<br />

Olmo e Rovo<br />

18/08/07<br />

N. Larve di<br />

<strong>Metcalfa</strong> con<br />

“bubbone”<br />

27/09/07<br />

N. bozzoli/sito<br />

7 122<br />

Olmo e Rovo<br />

10 95<br />

Olmo e Rovo<br />

10 70<br />

Olmo e Rovo<br />

Distanza<br />

massima dal<br />

punto di<br />

lancio ml<br />

4 Via Crocetta di Carano<br />

Aprilia (LT) - - - - -<br />

5 Martin – Via<br />

Campovivo - Cisterna - - - - -<br />

6 Borgo Montello (LT) 50<br />

210<br />

23 112 110<br />

Vite e Crataegus Vite e Crataegus<br />

Vite e Crataegus<br />

7 Borgo Montello (LT) 10<br />

85<br />

5 70<br />

60<br />

Olmo e Rovo Olmo e Rovo<br />

Olmo e Rovo<br />

8 Acciarella<br />

(RM)<br />

– Nettuno<br />

- - - - -<br />

9 Via Ninfina II 61<br />

Olmo e Rovo<br />

10 Via Reynolds -<br />

Cisterna<br />

15<br />

Olmo e Rovo<br />

211<br />

Olmo e Rovo<br />

192<br />

Olmo e Rovo<br />

60<br />

70<br />

78<br />

8 145<br />

Olmo e Rovo<br />

140<br />

6 110<br />

Olmo e Rovo 85<br />

27


Figura 18 - Epoche di farfallamento di N. typhlocybae in relazione alla presenza dei diversi stadi preimmaginali di M.<br />

<strong>pruinosa</strong><br />

Nel 2004, nella seconda decade di Luglio, al momento dell’ispezione dei siti d’introduzione<br />

del parassita è stato constato che tre di questi siti (nn. 4, 5 e 8) erano da scartare perché non<br />

presentavano bozzoli di Neodryinus e la popolazione di <strong>Metcalfa</strong> si era drasticamente<br />

ridotta. In effetti nel 2003, in questi siti è stato trovato un basso numero di bozzoli del<br />

parassita in questione, segno evidente che qualche fattore ha giocato negativamente<br />

sfavorendo l’insediamento del N. typhlocybae. In particolare nel sito n. 8, dove prima<br />

dell’introduzione del parassita, (seconda decade di giugno 2003) era stata osservata<br />

un’elevata popolazione di neanidi e ninfe di <strong>Metcalfa</strong>. Sebbene le condizioni<br />

apparentemente sembravano ideali, ma sia nell’ispezione di Luglio che in quella di Agosto<br />

sono stati trovati pochi bozzoli di Neodryinus (< 10). La cosa ancora più strana di questo sito<br />

era che l’abbondante popolazione di neanidi e ninfe di <strong>Metcalfa</strong> era scomparsa nella misura<br />

del 70% circa. Ciò potrebbe significare che il sito sia stato disturbato per qualche motivo,<br />

oppure è stato effettuato qualche trattamento con agrofarmaci senza essere informati. Altra<br />

ipotesi sulla scarsa presenza di bozzoli riscontrata nel sito n. 8 potrebbe dovuta<br />

all’abbondanza <strong>della</strong> vegetazione e quindi all’impossibilità tecnica di ispezionare tutta la<br />

massa vegetativa del sito in questione.<br />

Sui siti nn. 4 e 5 abbiamo rilevato un livello di popolazione intermedio di <strong>Metcalfa</strong>, ma<br />

anche qui i bozzoli del parassita erano poco frequenti, soprattutto nelle ispezioni di Agosto<br />

e Settembre, con la conseguente conferma nel 2004 circa dell’assenza completa di bozzoli di<br />

N. typhlocybae in questi siti.<br />

Negli altri sette siti il N. typhlocybae si é insediato con successo, in grado di svernare<br />

nell’Agropontino e di mantenere il sincronismo con suo ospite, la M. <strong>pruinosa</strong>. I dati<br />

raccolti nel 2004, 2005 e 2007 sono una chiara conferma, dove come indicato nelle tabelle<br />

nn. 9 – 10 e 11, il numero di bozzoli è sensibilmente cresciuto negli anni 2004 e 2005,<br />

mentre nel 2007 il numero di bozzoli rilevato è sensibilmente diminuito. La diminuzione<br />

delle popolazioni di N. typhlocybae è coinciso con la diminuzione delle popolazioni di<br />

<strong>Metcalfa</strong>, probabilmente dovuto al fatto che durante i mesi invernali del 2007, le<br />

temperature si sono mantenute significativamente al di sopra delle medie stagionali e quindi<br />

mancanza delle ore di freddo necessarie per le uova di <strong>Metcalfa</strong> per il completamento <strong>della</strong><br />

diapausa. Per quanto riguarda le uova diapausanti, la letteratura riporta il caso <strong>della</strong> zanzara<br />

tigre (Aedes albopictus), dove viene riferito che la temperatura gioca un ruolo importante<br />

nell’induzione <strong>della</strong> diapausa, lo stesso meccanismo molto probabilmente si verifica per le<br />

uova svernanti di <strong>Metcalfa</strong>.<br />

Un importante questione sulla limitazione dell’attività del driinide negli areali del <strong>Lazio</strong> va<br />

individuata nel ritrovamento di iperparassiti del N. typhlocybae, a seguito dell’ispezione<br />

28


condotta a Ottobre del 2007 da parte del Prof. Olmi dell’Università <strong>della</strong> Tuscia, dove circa<br />

il 25 % dei bozzoli raccolti evidenziava, la presenza dell’iperparassita Cheiloneurus<br />

boldyrevi .<br />

L’attività di sperimentazione condotta nel <strong>Lazio</strong> con N. typhlocybae ha fornito risultati<br />

positivi e senza dubbio incoraggianti. Questo parassita ha mostrato complessivamente una<br />

buona plasticità di adattamento alle differenti condizioni ambientali delle diverse località<br />

d’introduzione, però la riduzione delle infestazioni delle popolazioni del flatide non è ancora<br />

apprezzabile a livello territoriale. Il fatto importante è quello dell’avvenuto insediamento,<br />

perché i programmi di controllo si inquadrano nel contesto del lungo periodo.<br />

L’insediamento stabile del driinide in una nuova area implica necessariamente sia<br />

l’ottimizzazione di diversi fattori quali la qualità e il numero degli individui introdotti, la<br />

disponibilità dell’ospite, la tecnica di lancio, sia l’individuazione di eventuali fattori<br />

depressivi che possono interferire sull’esito positivo dell’insediamento, senza comunque<br />

trascurare la protezione delle aree d’introduzione.<br />

La lotta chimica con prodotti a basso impatto ambientale. Poiché il presente progetto ha<br />

finalità di divulgazione e non di ricerca pura, è stato previsto l’utilizzo di principi attivi<br />

registrati su Actinidia che attualmente sono:<br />

Azadiractina (Registrazione n. 10305 del 03/02/2000 del Ministero <strong>della</strong> Sanità<br />

(SIPCAM); classe tossicologica : Attenzione manipolare con prudenza (ex III<br />

classe). Intervallo di sicurezza su Actinidia: 3 gg.<br />

Suddetto principio attivo é una sostanza naturale estratta dai semi <strong>della</strong> pianta del<br />

Neem, la quale appartiene alla famiglia delle Miliaceae e risulta originaria del Nord-<br />

Est dell’India. Si tratta di un prodotto assolutamente innocuo per l’uomo e non<br />

risulta tossico per le api e per molti ausiliari e viene impiegato nell’Agricoltura<br />

Biologica.<br />

L’Azadiractina ha diverse modalità di azione : blocco dell’attività<br />

troficadell’insetto, con riduzione sensibile dell’attività e collassamento <strong>della</strong><br />

popolazione; azione sugli stadi giovanili come regolatore di crescita, provocando il<br />

blocco dell’attività trofica e <strong>della</strong> muta, con conseguente mortalità.<br />

Lambda-Cyhalothrin (Registrazione n. 8259 del 04/05/1993 del Ministero <strong>della</strong><br />

Sanità (SYNGENTA – ex SOLPLANT); classe tossicologica : irritante (ex III<br />

classe). Intervallo di sicurezza su Actinidia : 7 gg.<br />

Suddetto principio attivo é un piretroide di sintesi che agisce per contatto ed<br />

ingestione; si caratterizza per un rapido potere abbattente ed una persistente capacità<br />

protettiva; possiede un effetto repellente ed evidenzia la propria attività anche con<br />

piccole quantità di principio attivo.<br />

Etofenprox (Registrazione n. 8735 del 23/03/1995 del Ministero <strong>della</strong> Sanità<br />

(SIPCAM); classe tossicologica : irritante (ex III classe). Intervallo di sicurezza su<br />

Actinidia : 7 gg.<br />

L’etofenprox é un fenossiderivato che agisce per contatto ed ingestione; interferisce,<br />

inoltre, sul sistema nervoso degli insetti mediante inibizione del trasporto degli ioni<br />

Sodio lungo le terminazioni nervose. La molecola dell’etofenprox é costituita<br />

unicamente da Carbonio, Idrogeno e Ossigeno; ha una bassissima tossicità acuta nei<br />

confronti dell’uomo e dei mammiferi.<br />

29


Nel 2007 sono testati nuovamente gli stessi principi attivi utilizzati nel 2003 con<br />

infestazioni artificiali di giovani piante di Actinidia in gabbie preparate in laboratorio<br />

seguendo le procedure utilizzate nel 2003.<br />

I risultati, sostanzialmente similari a quelli del 2003, mostrano un’elevata efficacia, però la<br />

lotta chimica contro la <strong>Metcalfa</strong> risulta difficile come di seguito spiegato in dettaglio. La<br />

lotta chimica, indipendentemente dal tipo di principio attivo impiegato risulta in diversi<br />

casi poco agevole per i seguenti motivi:<br />

la scalarità <strong>della</strong> schiusura delle uova che si protrae, a seconda delle zone, per circa due<br />

mesi, Maggio e Giugno, ed in alcuni casi anche nella prima metà di Luglio, per cui si rende<br />

necessario effettuare più trattamenti per contenere le forme giovanili;<br />

la capacità dell’insetto di infeudarsi su un numero elevato di specie vegetali;<br />

la mobilità degli adulti;<br />

la tendenza da parte <strong>della</strong> M. <strong>pruinosa</strong> di colonizzare la pagina inferiore delle foglie vicinoal<br />

terreno, per cui i trattamenti risultano poco efficaci;<br />

la protezione che la cera, prodotta dagli stadi giovanili, offre contro l’applicazione di<br />

alcunifitofarmaci;<br />

il trattamento con insetticidi può causare un notevole danno agli antagonisti naturali e agli<br />

insetti impollinatori attirati dalla melata.<br />

Per ridurre le popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> si può intervenire, se necessario, con 1 - 2 trattamenti<br />

utilizzando i principi attivi sopra indicati in situazioni dove l’infestazione è tendenzialmente<br />

bassa. In situazioni di infestazioni elevate, dopo aver effettuato il primo trattamento e quindi<br />

ridotta e/o eliminata la popolazione di <strong>Metcalfa</strong> presente su Actinidia, interventi successivi<br />

devono essere eseguiti solo nei casi in cui si ripresenta una nuova infestazione proveniente<br />

dalla vegetazione spontanea circostante. Talvolta interventi successivi non sono necessari<br />

perché la popolazione di <strong>Metcalfa</strong> rimane legata esclusivamente alla vegetazione spontanea<br />

e non si sposta su Actinidia.<br />

Allorché si presenta un’infestazione di <strong>Metcalfa</strong> su Actinidia, si consiglia di limitare il<br />

trattamento soltanto nelle zone dell’impianto dove si osservano infestazioni di questo<br />

insetto. Con tale accortezza si ottengono due importanti obiettivi:<br />

impiego inferiori di quantità di prodotto e quindi minore esborso di danaro;<br />

inferiori quantità di prodotto distribuiti nell’ambiente significa minor tasso<br />

di inquinamento ambientale, da tenere costantemente presente se si vuole<br />

conservare un ambiente sano per noi e per le generazioni future.<br />

Sarebbe consigliabile non trattare le aree con la vegetazione spontanea, oppure se necessario<br />

effettuare i trattamenti nelle zone dove risultano presenti le popolazioni di <strong>Metcalfa</strong>, perché<br />

queste microzone rappresentano il rifugio di diverse specie di insetti, compreso quelli utili.<br />

Le monocolture, infatti, non proteggono le diverse specie legate alla flora e alla fauna. Il<br />

Professor Silvestri, eminente Professore di Entomologia dell’Università degli Studi di<br />

Napoli - Facoltà di Agraria di Portici - profondo conoscitore delle problematiche legate al<br />

controllo <strong>biologico</strong> degli insetti dannosi all’agricoltura, negli anni trenta/quaranta suggeriva<br />

di proteggere la vegetazione delle ripe e dei fossi in quanto tutelano e conservano i valori<br />

<strong>della</strong> biodiversità.<br />

30


ATTIVITA’ SVOLTA NEL 2008<br />

Poiché il progetto <strong>Metcalfa</strong> ha una durata di 18 mesi e tenendo presente che è iniziato i primi di<br />

aprile del 2007, l’attività di sperimentazione e raccolta dati si è prolungata fino alla fine di ottobre<br />

del 2008, momento di chiusura del ciclo <strong>biologico</strong> <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> per l’anno in corso, che<br />

si è realizzato con l’ovideposizione delle uova svernanti che schiuderanno a partire dal mese di<br />

maggio 2009.<br />

Costituzione mappa territoriale sullo stato di diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> . Per il 2008,<br />

questi ulteriori dati sono stati raccolti sia da personale partecipante al progetto (Tabella n. 12), sia<br />

attraverso dati ricevuti da aziende agricole e vivai (Tabella n. 13).<br />

Tabella n. 12 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti dal personale partecipante al progetto: maggio/giugno 2008<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Viterbo Robinia, Acero e Platano Vetralla (VT) Rovo, Olmo e Olivo<br />

Allumiere (VT) Pomodoro Bracciano (RM) Pittosporo e Robinia<br />

Pescia Romana (VT) Pomodoro e Acero I Terzi (RM) Acero e Lauroceraso<br />

Montefiascone (VT) Pomodoro Lavinio (RM) Rovo e Olmo<br />

Attigliano (VT) Olmo e Acero Cerveteri (RM) Zinnia e Rovo<br />

Tarquinia (VT) Ortica, Olmo e Vite Canino (RM) Olivo<br />

Civitavecchia (RM) Rovo e Robinia Frascati (RM) Vite<br />

S. Marinella (RM) Olivo, Vite Maccarese (RM) Robinia<br />

Tabella n. 13 - Diffusione <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong> e piante ospiti<br />

Dati raccolti attraverso invio questionari inviati ad Aziende agricole e Vivai : giugno 2008<br />

Località Piante ospiti Località Piante ospiti<br />

Vetralla Rovo e Pittosporo Velletri (RM) Actinidia e Vite<br />

Civitavecchia Agrumi, Geranio,<br />

Solanum e Acero Cisterna (LT) Actinidia, Vite e Olivo<br />

Minturno (LT) Olivo Geranio e Ligustro Sutri (VT) Geranio, Cotoneaster e<br />

Pyracantha<br />

Bolsena (VT) Rovo, Olmo, Mirto e Montelibretti (RM) Bosso, Acero, Geranio,<br />

Nocciolo<br />

Lauro, Ligustro<br />

Frascati Geranio, Olivo e Vite Monterotondo (RM) Bosso e Acero,<br />

Terracina (LT) Platano Moricone (RM) Pittosporo, Prunus<br />

Civitavecchia (RM) Cotoneaster,<br />

Prunus<br />

Ciliegio e Nettuno (RM) Quercia e Lauroceraso,<br />

Aprilia (LT) Acero, Vite, Actinidia Velletri (RM) Actinidia<br />

Roma Acero, Nocciolo, Geranio,<br />

Fico, Platano, Albicocco<br />

Montefiascone (VT) Rovo, Olmo, e Mirto<br />

31


Per il 2008 sono stati raccolti dati di 34 località distribuite nel <strong>Lazio</strong>, rilevando popolazioni di<br />

<strong>Metcalfa</strong> (neanidi, ninfe e adulti) su 27 essenze diverse, sia erbacee che arboree.<br />

Biologia <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> nel <strong>Lazio</strong>. – Osservazioni condotte nel 2008<br />

Nel 2008 in base alle osservazioni effettuate in campo nelle aree in provincia di Latina, dove è stato<br />

introdotto il parassita Neodrynus typhlocybae, la schiusura delle uova è iniziata nella prima<br />

settimana di maggio, mentre le prime neanidi sono state osservate a distanza di sette/dieci giorni.<br />

All’inizio del mese di giugno è stata osservata la presenza di tutti gli stadi giovanili del flatide. Le<br />

neanidi appena nate si spostavano rapidamente sulla pagina inferiore delle foglie e si fissavano in<br />

corrispondenza di una nervatura secondaria, dove iniziavano a nutrirsi. Durante le età neanidali, le<br />

neanidi risultavano poco mobili e si spostavano soltanto in occasione del cambio <strong>della</strong> muta. Nella<br />

fase degli stadi ninfali, questo insetto aveva la tendenza di spostarsi dalle foglie ai giovani rametti<br />

dell’anno, per ritornare sulle foglie al momento <strong>della</strong> muta. Dalla neanide di primo stadio alla<br />

formazione e comparsa dell’adulto, è intercorso mediamente un periodo medio di 45 giorni. I primi<br />

adulti sono comparsi tra il 10 ed il 20 giugno. Gli adulti una volta sfarfallati e assunta la colorazione<br />

definitiva, grigio brunastro, si portavano sui rametti dove si disponevano allineati, per spostarsi<br />

intorno al ramo oppure compiere rapidi voli ogni qualvolta che venivano disturbati. Nel 2008 le<br />

prime ovideposizioni di <strong>Metcalfa</strong> sono state ritrovate a fine agosto su piante di vite ed olmo.<br />

<strong>Controllo</strong> Biologico <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong><br />

Nel 2008, nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre, sono stati monitorati i siti d’’introduzione del<br />

parassita N. tiphlocybae, oltre al monitoraggio riportato nella prima annualità del progetto<br />

medesimo, ulteriori controlli sono stati eseguiti negli anni 2004, 2005 e 2007, riportando per ogni<br />

sito il numero di bozzoli ritrovati nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre, nonché le relative piante<br />

ospiti. Inoltre, nel mese di agosto, è stata prestata attenzione per ricercare le neanidi di terza età,<br />

nonché le ninfe di prima e seconda età con la presenza del cosiddetto “bubbone” (cisti), sotto<br />

l’inserzione degli abbozzi alari, segno evidente <strong>della</strong> fase iniziale <strong>della</strong> parassitizzazione degli<br />

individui di <strong>Metcalfa</strong> ad opera del N. tiphlocybae. Sono state rilevate, infine, le distanze del<br />

ritrovamento dei bozzoli, rispetto al punto d’introduzione del parassita. I dati raccolti nel 2008 sono<br />

riportati nella sotto indicata tabella n. 14.<br />

A fine ottobre del 2008, il Prof. Olmi dell’Università degli Studi <strong>della</strong> Tuscia ha condotto<br />

un’ispezione sui siti dove erano presenti i bozzoli di Neodriynus, prelevando per ogni sito un<br />

campione di venti bozzoli per un totale di sette siti. Questi bozzoli sono stati esaminati in<br />

laboratorio, evidenziando la presenza dell’iperparassita Cheiloneurus boldyrevi. Il 28% dei bozzoli<br />

esaminati risultava attaccato da questo iperparassita.<br />

32


Sito<br />

n.<br />

Tabella n. 14 - Bozzoli di N. typhlocybae ritrovati nei siti d’introduzione nel 2008<br />

Ubicazione<br />

Azienda<br />

1 Via Apriliana<br />

(LT)<br />

Aprilia<br />

2 Via Nettuno<br />

(RM)<br />

Velletri<br />

3 Via di Nettuno<br />

Velletri (RM)<br />

28/07/08<br />

N. bozzoli/sito<br />

32<br />

Olmo e Rovo<br />

6<br />

Olmo e Rovo<br />

7<br />

Olmo e Rovo<br />

19/08/08<br />

N. bozzoli/sito<br />

45<br />

Olmo e Rovo<br />

29<br />

Olmo, Rovo<br />

Actinidia<br />

45<br />

Olmo, Rovo<br />

e Vite<br />

19/08/08<br />

N. Larve di<br />

<strong>Metcalfa</strong> con<br />

“bubbone”<br />

26/09/08<br />

N. bozzoli/sito<br />

Distanza<br />

massima dal<br />

punto di<br />

lancio<br />

ml<br />

5 18<br />

Olmo e Rovo<br />

41<br />

10 23<br />

Olmo e Rovo 36<br />

12 30<br />

Olmo e Rovo<br />

4 Via Crocetta di Carano<br />

Aprilia (LT) - - - - -<br />

5 Martin – Via<br />

Campovivo - Cisterna - - - - -<br />

6 Borgo Montello (LT) 5<br />

Vite e Crataegus<br />

79<br />

Vite, Crataegus e<br />

Actinidia<br />

7 Borgo Montello (LT) 31 44<br />

Olmo<br />

19<br />

61<br />

Vite e Crataegus<br />

5 16<br />

Olmo<br />

8 Acciarella – Nettuno<br />

(RM) - - - - -<br />

9 Via Ninfina II 31<br />

Olmo e Rovo<br />

10 Via Reynolds -<br />

Cisterna<br />

35<br />

Olmo e Rovo<br />

105<br />

Olmo e Rovo<br />

81<br />

Olmo e Rovo<br />

24 78<br />

Olmo e Rovo<br />

20 61<br />

Olmo e Rovo<br />

Rispetto agli anni precedenti nei diversi siti d’introduzione del parassita, nel 2008 è stata osservata<br />

sia una significativa riduzione delle popolazioni di <strong>Metcalfa</strong>, sia un inferiore numero di bozzoli,<br />

dovuto molto probabilmente ad una minore disponibilità di “pabulum” per il Neodriynus<br />

typhlocybae.<br />

Prove con prodotti a basso impatto ambientale contro la <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong><br />

Nel 2008 non sono state effettuate prove con prodotti a basso impatto ambientale, in quanto i<br />

risultati acquisiti negli anni precedenti erano sufficienti e validi per impostare un eventuale<br />

programma di lotta, qualora risultasse necessario.<br />

CONCLUSIONI<br />

I risultati del presente progetto mettono in condizione le aziende laziali produttrici di frutti di<br />

Actinidia di applicare le medesime metodologie di controllo <strong>della</strong> <strong>Metcalfa</strong> già utilizzate in altre<br />

Regioni d’Italia, dove la <strong>Metcalfa</strong> ha fatto la sua comparsa da più tempo. I beneficiari sono<br />

41<br />

75<br />

35<br />

75<br />

80<br />

33


innanzitutto i circa 2.000 agricoltori dell’Agro Pontino che coltivano circa 8.000 ettari di Actinidia,<br />

con una produzione annua di circa 1.300.000 q.li di frutti.<br />

Anche se negli ultimi due anni (2007 e 2008), la densità delle popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> si è<br />

notevolmente ridotta nel <strong>Lazio</strong> e gli attuali livelli d’infestazione sono meno preoccupanti rispetto a<br />

qualche anno fà, non bisogna dimenticarsi del problema, ma piuttosto approfondirlo<br />

scientificamente per meglio comprendere le possibili cause di tale fenomeno.<br />

La riduzione di densità delle popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> potrebbe essere dovuta all’azione svolta da<br />

parte Neodriynus, che in base ai nostri dati si era ampiamente diffuso e moltiplicato nei diversi siti<br />

d’introduzione, ma per ben inquadrare l’effettiva azione dell’agente <strong>biologico</strong> introdotto sarebbe<br />

opportuno approfondire gli aspetti di seguito indicati :<br />

1. verificare se, oltre al parassita introdotto, Neodrynus typhlocybae, parassiti e/o predatori<br />

endogeni attaccano i diversi stadi di questo flatide;<br />

2. verificare attraverso analisi di finger printing, se il ceppo di provenienza è uno solo, con<br />

l’individuazione <strong>della</strong> relativa area di provenienza, oppure si tratta di introduzioni multiple<br />

con l’accertamento delle possibili diverse aree di provenienza.<br />

Negli Stati Uniti la <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> é diffusa sia in zone fredde che in zone calde, come per<br />

esempio il Texas.<br />

Se la <strong>Metcalfa</strong> introdotta in Italia, dovesse provenire da zone fredde, si potrebbe ipotizzare la<br />

possibilità negli ultimi due anni, in presenza di inverni miti, una scarsa chiusura delle uova, dovuta<br />

al mancato accumulo delle necessarie ore di freddo, che molto probabilmente non hanno consentito<br />

il corretto svolgimento del processo di diapausa.<br />

Se fosse vera tale ipotesi significherebbe che nel <strong>Lazio</strong>, il ceppo di <strong>Metcalfa</strong> <strong>pruinosa</strong> presente nel<br />

<strong>Lazio</strong> proviene da zone fredde, il quale dapprima è esploso in condizioni ambientali favorevoli e<br />

che successivamente si è bloccato in presenza di condizioni ambientali avverse, oppure per<br />

l’interferenza di nemici naturali.<br />

In linea generale un organismo esotico, introdotto in un nuovo areale, dapprima in condizioni<br />

climatiche favorevoli ed in assenza di nemici naturali, sviluppa delle sovra popolazioni e soltanto<br />

nel tempo, nel momento in cui predatori e/o parassiti endogeni, si adattano ad attaccare questa<br />

nuova entità la densità delle popolazioni dell’organismo target si riduce. Altra soluzione per ridurre<br />

l’impatto delle popolazioni dell’organismo target è quella dell’introduzione di parassiti, provenienti<br />

dalle aree dell’organismo esotico. In tal modo ristabilisce, anche se non in modo completo, il<br />

bilancio dell’equilibrio naturale.<br />

I primi risultati dell’insediamento del Neodryinus nell’area dell’Agropontino sono un esempio di<br />

sana e corretta gestione del territorio e dal momento in cui il parassita sarà in grado effettivamente<br />

di controllare una percentuale significativa delle popolazioni di <strong>Metcalfa</strong> si avrà una ricaduta<br />

positiva non solo nell’ambito dei coltivatori di Actinidia, ma anche su altre colture, come per<br />

esempio la vite e l’olivo, nonché nelle aree destinate a verde pubblico, dove ci sarà meno disagio<br />

per i cittadini sia per effetto <strong>della</strong> riduzione di melata su manufatti vari, sia perché, in presenza del<br />

parassitoide, N. typhlocybae, non é necessario intervenire con mezzi chimici.<br />

34


L’approccio del controllo <strong>biologico</strong>, rispetto ad altri mezzi di lotta, anche se all’inizio risulta più<br />

lento, in quanto il parassita introdotto richiede un certo periodo di tempo per acclimatarsi,<br />

stabilizzarsi e diffondersi sul territorio, ma superati queste fasi il parassita controlla il suo<br />

antagonista, riducendo in molti casi, la densità di popolazione dell’insetto target al di sotto <strong>della</strong><br />

soglia economica, rendendo stabili e duraturi i risultati ottenuti. Con il controllo <strong>biologico</strong> non si<br />

eradicano del tutto gli insetti dannosi, ma si riesce spesso a portare la loro densità al di sotto <strong>della</strong><br />

soglia economica e quindi ottenere risultati ecologicamente puliti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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<strong>Metcalfa</strong> negli ecosistemi italiani, ARSIA <strong>Regione</strong> Toscana, pp.29-46.<br />

35


RELAZIONE<br />

PROF. MASSIMO OLMI<br />

UNIVERSITA’ DELLA TUSCIA<br />

36

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