65-27VG - Commissione Grotte Eugenio Boegan
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L'ingresso della Grotta Marza - 27 VG (Foto E. Polli)<br />
mantiene in buone condizioni vegetative,<br />
con qualche nuova stazione venutasi ad<br />
insediare proprio negli ultimi tempi. Viva-<br />
ce e caratteristica è quella situata nella<br />
marcata nicchia che si apre proprio alla<br />
destra dell'ingresso della cavità.<br />
Oltre a Phyllitis scolopendrium, nel<br />
baratro colonizza la Felce maschio (Dryop-<br />
teris filix-mas), presente in un'unica sta-<br />
zione (tuttavia con varie fronde) sulla bas-<br />
sa parete, pochi metri a destra<br />
dell'ingresso. Del tutto sporadico, sia sul-<br />
le pareti del baratro che sopra il portale<br />
d'accesso alla cavità, risulta il Polipodio<br />
sottile (Polypodium interjectum).<br />
Ancora fra le Filicales, non manca per<br />
contro l'Erba rugginina (Asplenium tricho-<br />
manes), diffusa abbastanza bene in tutto<br />
l'ambiente. La Ruta di muro (Asplenium<br />
Ruta-muraria) rimane invece all'esterno, su<br />
qualche emersione rocciosa soleggiata a<br />
settentrione del baratro.<br />
Si possono ancora aggiungere, fra le<br />
Briofite, la comune Neckera crispa, I'ele-<br />
gante Mnium in alcune sue specie, il fre-<br />
quente Thamnium alopecurum ed il Co-<br />
nocephalum conicum, in folta colonia<br />
soprattutto nella caratteristica nicchia ac-<br />
canto all'ingresso della cavità. Lunghi fe-<br />
stoni pendenti di Edera (Hedera helix)<br />
conferiscono all'ambiente una pittoresca<br />
scenografia e tendono ad infondere nel<br />
visitatore arcane speleosensazioni.<br />
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />
Dall'esame della vegetazione presen-<br />
te sia nella dolina baratroide sia all'ingres-<br />
so della cavità, si nota come essa risulti<br />
piuttosto rigogliosa, anche se non molto<br />
differenziata nelle specie. Prevalgono di<br />
gran lunga le effimere entità dolinari, ap-<br />
partenenti sia al Carpineto di dolina (Asa-<br />
ro-Carpinetum betuli) sia al Corileto a Bu-<br />
caneve (Galantho-Coryletum).<br />
Sotto il profilo puramente speleobota-<br />
nico, si possono evidenziare sia la buona<br />
presenza sia il mantenimento, relativamen-<br />
te costante nel tempo, della Lingua di<br />
cervo (Phyllitis scolopendrium). Ciò è do-<br />
vuto alle condizioni topoclimatiche e, in<br />
modo specifico, all'elevato valore dell'umi-<br />
dità che tende a favorire il rigoglioso svi-<br />
luppo della felce stessa, che invece ap-<br />
pare in via di rarefazione o di scomparsa<br />
da diverse altre cavità dell'altipiano, sog-<br />
gette evidentemente a climi sempre meno<br />
freschi ed umidi e progressivamente più<br />
secchi. Per la particolareggiata diffusione<br />
di Phyllitis scolopendrium nelle cavità del<br />
Carso triestino si rimanda a "Progressio-<br />
ne 33" (1 995).<br />
Con l'analisi degli aspetti botanico-<br />
speleovegetazionali della Grotta presso<br />
Trebiciano (27 VG) si è così compiuto un<br />
ulteriore e significativo passo verso una<br />
più ampia, articolata ed il più possibile<br />
completa conoscenza dell'ambiente caver-<br />
nicolo carsico che così mirabilmente con-<br />
traddistingue l'altipiano triestino.