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Gioi Cilento - genius loci - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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I PERCORSI DI<br />

GE NI US LO CI<br />

CAMPANILI. PAESAGGIO – AMBIENTE – ARCHITETTURA PER CONOSCERE E VALORIZZARE IL TERRITORIO<br />

CITTÀ: GIOI Prov.: SA<br />

I N Q U A D R A M E N T O G E N E R A L E<br />

I TOPONIMI<br />

OPUSCOLO REALIZZATO<br />

DAGLI ALUNNI DELLA<br />

SCUOLA MEDIA DI GIOI<br />

I vari nomi di <strong>Gioi</strong> con i quali se<br />

ne ha notizia nei<br />

documenti:Ioe,Johae,Ioa,Yoy,<br />

Yoye,Yoya,Yoyo,Joio,Ioio,li Joi<br />

denotano il passaggio nel<br />

territorio di popolazioni diverse.<br />

<strong>Gioi</strong> visibi<strong>le</strong> da E<strong>le</strong>a,fortezza<br />

imprendibi<strong>le</strong> <strong>per</strong> i Lucani,ebbe<br />

la gloria nel nome del sommo<br />

Giove.Ad E<strong>le</strong>a nei recenti scavi<br />

è stata rivenuta solo una semplice ara dedicata a Zeus.<br />

Probabilmente,quindi,sorgeva a <strong>Gioi</strong> un vero e proprio tempio dedicato al<br />

dio.Zeus,dal sommo collina gioiese,manda la pioggia,protegge <strong>le</strong> fortificazioni,è<br />

difesa e sicurezza di E<strong>le</strong>a.Altra particolarità della collina gioiese è la presenza quasi<br />

costante,in tutti i <strong>per</strong>iodi dell’anno,di una fitta nebbia che nasconde ai mortali il<br />

dio del fulmine.<br />

Il nome Cardi<strong>le</strong> deriverebbe da un antico arnese impiegato nel processo della<br />

lavorazione del lino:il cardo.Cardi<strong>le</strong> era rinomato anche <strong>per</strong> la produzione della<br />

polvere da sparo,detta pure polvere nera o pirica.Questo prodotto si otteneva<br />

triturando,in appositi mortai in pietra arenaria,rinvenuti in zone remote e im<strong>per</strong>vie,<br />

una mistura formata da<br />

carbone,zolfo e salnitro,nella cui<br />

lavorazione i Cardi<strong>le</strong>si avevano<br />

acquisito speciali tecniche.<br />

A.


Le schede sono state rielaborate dal volume “Paesaggio Ambie nte ” curato dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> e <strong>le</strong> <strong>Attività</strong> <strong>Culturali</strong> nel1999<br />

I PERCORSI DI<br />

GE NI US LO CI<br />

CAMPANILI. PAESAGGIO – AMBIENTE – ARCHITETTURA PER CONOSCERE E VALORIZZARE IL TERRITORIO<br />

CITTÀ: GIOI Prov.:SA I N Q U A D R A M<br />

VICENDE STORICHE<br />

<strong>Gioi</strong>, <strong>le</strong> cui origini risalgono al VII secolo,<br />

è un paese antichissimo del <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>, che ha<br />

avuto nel corso dei secoli un’importanza di<br />

primo ordine sia <strong>per</strong> <strong>le</strong> vicende storiche che<br />

l’hanno attraversato, sia <strong>per</strong> la posizione<br />

geografica in cui si trova, a cavallo tra la<br />

montagna, indice di sicurezza nei secoli scorsi e la pianura, segno di fertilità. <strong>Gioi</strong><br />

siede sul vertice di una amena e deliziosa collina isolata, alta 684m. sul livello del<br />

mare, in luogo bellissimo ma freddo, esposta all’impeto dei venti. Libeccio e Greco.<br />

Levante. <strong>Gioi</strong>, comune del<br />

<strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>, è situato sulla sponda<br />

sinistra dell’A<strong>le</strong>nto, (da cui<br />

<strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>) ad un’altitudine di 684m.<br />

è posto al vertice di una collina<br />

che si affaccia sulla ferti<strong>le</strong> piana di<br />

Casalvelino, nel<strong>le</strong> limpide giornate<br />

si gode la veduta di Capri e<br />

l’arcipelago del<strong>le</strong> Eolie. Nel<strong>le</strong><br />

diverse epoche storiche fu<br />

denominata:johae, ioa, ioio, li jioi<br />

e <strong>per</strong> ultimo <strong>Gioi</strong>.Il nome <strong>Gioi</strong>,<br />

giunge con trasformazione fino<br />

all’attua<strong>le</strong> toponimo <strong>Gioi</strong>, in onore<br />

del dio Giove che protegge la<br />

collina avvolgendola in tutti i<br />

<strong>per</strong>iodi dell’anno di una fitta nebbia <strong>per</strong> nasconderla da eventuali assalti.Da accertate<br />

ricerche, risulta che la costruzione più antica fosse il castello edificato dagli Enotri, <strong>le</strong><br />

cui rovine ancor oggi sono visibili. Da esso era possibi<strong>le</strong> tenere sott’occhio la pianura<br />

sottostante e parte della collina difronte, in modo da poter scorgere chi si avvicinasse<br />

all’abitato <strong>per</strong> potersi eventualmente difendere. In età greca questo presidio venne<br />

rafforzato da Velia a salvaguardia della via fluvia<strong>le</strong> dell’A<strong>le</strong>nto, e nell’età normanna<br />

addirittura divenne il terzo baluardo difensivo della rocca di Novi. Mentre <strong>le</strong> origini<br />

antiche non sono supportate se non da re<strong>per</strong>ti archeologici ritrovati nella piccola<br />

A.<br />

2


pianura antistante l’abitato di <strong>Gioi</strong><br />

oggi denominata “sterza”, più certe<br />

sono <strong>le</strong> notizie storiche a partire<br />

dall’anno1034, che ci <strong>per</strong>mettono di<br />

ricostruire <strong>le</strong> vicende della città e dei<br />

passaggi di proprietà di quello che fu<br />

un feudo nel Regno di Napoli.Solo il<br />

2 agosto 1806, con l’occupazione<br />

francese del Regno di Napoli ad<br />

o<strong>per</strong>a di G. Bonaparte finisce l’era<br />

del feuda<strong>le</strong>simo e con esso<br />

l’egemonia dei baroni lasciando<br />

spazio alla crescita della classe borghese. La popolazione di <strong>Gioi</strong> in quanto a numero<br />

di residenti ha avuto un andamento alta<strong>le</strong>nante.Dai 1446 abitanti del 1532, a causa di<br />

un’epidemia maligna di difterite e ancora ,poi, della peste(1656) si determinò un forte<br />

calo della popolazione che solo nella prima decade dell’800 crebbe fino a raggiungere<br />

i 1789 abitanti. Diverse erano <strong>le</strong> picco<strong>le</strong> industrie a livello familiare nate durante il<br />

Regno di Federico 2° <strong>per</strong> la lavorazione dei pannilani, dei cuoi, della coltura del baco da<br />

seta, che vedevano scambi commerciali dal<strong>le</strong> fiere che si tenevano d’estate.(Fiera di<br />

San Giacomo, fiera di Santa Maria della Croce).<br />

Per quanto riguarda l’aspetto artistico <strong>Gioi</strong> ha avuto importanti esponenti nella<br />

scultura del <strong>le</strong>gno (Ennio Salati, Vincenzo De Marco),nella pittura (Fr. Salati, E.<br />

Infante, M. Romano).<br />

<strong>Gioi</strong> insieme ad altri paesi del<br />

<strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>,oltre ai moti del 1828 e<br />

ai moti che portarono al<strong>le</strong><br />

guerre d’indipendenza diedero<br />

alla società uomini che<br />

alimentarono quel famoso<br />

fenomeno denominato<br />

“BRIGANTAGGIO”. <strong>Gioi</strong><br />

rimase il<strong>le</strong>sa durante <strong>le</strong> 2 guerre<br />

mondiali,soprattutto durante la<br />

2 guerra mondia<strong>le</strong> quando,dal<br />

racconto di alcuni anziani,i<br />

tedeschi,ormai in ritirata,dopo<br />

lo sbarco degli americani nel<br />

golfo di Sa<strong>le</strong>rno;cercarono una<br />

via di scampo e quindi arrivarono in una piazza oggi chiamata Piazza S.<br />

Maria,cercarono,di trovare un’altra via che non fosse quella <strong>per</strong> Omignano,ma <strong>Gioi</strong><br />

non è un paese di passaggio,ma una cittadina arroccata su una collina,<strong>per</strong> cui i tedeschi<br />

furono costretti a tornare indietro. Dopo la 2 guerra mondia<strong>le</strong>,come tutta l’Italia,<strong>Gioi</strong><br />

risorge a poco a poco fino a risentire dei benefici degli anni 60. Oggi <strong>Gioi</strong> conta<br />

all’incirca 2000 abitanti,ancora quasi tutti artigiani,commercianti e agricoltori.


CARDILE<br />

Su una montagna tra <strong>Gioi</strong> e Cardi<strong>le</strong>,<br />

tra l’VIII e il X sec., venne<br />

probabilmente costruita una laura<br />

basiliana ad o<strong>per</strong>a dei monaci italogreci,<br />

chiamata, ancora oggi, “la<br />

Laura”, in riferimento proprio<br />

all’antico villaggio. “La Laura” (dal<br />

greco laur a, quartiere) era solitamente<br />

un luogo ameno su cui i monaci<br />

costruivano del<strong>le</strong> capanne di <strong>le</strong>gno,<br />

dove si appartavano dal mondo, rifugiandosi nella preghiera e nella meditazione.<br />

Verso la metà del sec. XVI scomparvero alcuni casali, tra cui quello di Teano e<br />

Casalicchio a causa del<strong>le</strong> scorribande compiute da Barbarossa, capo dei Saraceni, che<br />

dai lidi tirreni si spostava con rapace vio<strong>le</strong>nza verso <strong>le</strong> zone interne del <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>. Si<br />

suppone che proprio gli abitanti di questi casali, costretti a riparare altrove, costruirono<br />

un nuovo nuc<strong>le</strong>o abitativo: Cardi<strong>le</strong>.Nel 1552 la Baronia si frantumò in tanti piccoli<br />

feudi governati dai baroni, i quali vantavano sugli stessi diritti illimitati. Anche a<br />

Cardi<strong>le</strong> i baroni Siniscalchi fecero va<strong>le</strong>re sulla popolazione i cosiddetti “iura<br />

francorum”, tra i quali il diritto di prima notte abolito, di poi, <strong>per</strong> mano di un antenato<br />

della famiglia D’Elia con l’uccisione del loca<strong>le</strong> barone. Il Seicento fu caratterizzato da<br />

maggiori oneri a carico dei contadini, costretti a lavorare in condizioni disumane a<br />

servizio dei signori locali e a pagare tasse di ogni genere.In aggiunta, gravava su di<br />

loro anche il tempo inc<strong>le</strong>mente: numerose furono infatti <strong>le</strong> carestie determinate da<br />

inverni rigidi ed estati piovose. Al<strong>le</strong> carestie<br />

si aggiunse poi<br />

la peste del 1656. La popolazione venne<br />

ulteriormente decimata: Cardi<strong>le</strong>, a differenza<br />

di altri centri, ebbe un numero di vittime<br />

inferiori alla media; infatti. la popolazione,<br />

che nel 1648 era composta da 51 fuochi<br />

(circa 357 abitanti), dopo il 1656 passò a 30<br />

fuochi (circa 210 abitanti), mentre nella<br />

vicina <strong>Gioi</strong>, gli abitanti si ridussero di oltre<br />

2/3. Di.qui la forte devozione dei Cardi<strong>le</strong>si a<br />

5. Rocco, protettore degli appestati.<br />

Si racconta che in passato,


in località “Visciglina”, vennero alla luce del<strong>le</strong> strutture tombali costruite dagli<br />

appestati stessi, i quali, al fine di non restare insepolti, ai primi sintomi del ma<strong>le</strong>, si<br />

adagiavano in tali strutture in attesa della morte. La carestia, la peste, i soprusi dei<br />

signorotti gettarono nello sconforto il popolo ci<strong>le</strong>ntano che avendo smarrito i valori<br />

della fede cristiana, finì <strong>per</strong> accettare ogni forma di su<strong>per</strong>stizione e di riti magici come<br />

toccasana ai propri mali. Nacquero così nella tradizione popolare cardi<strong>le</strong>se <strong>le</strong> figure di<br />

fattucchiera e “ianara” (strega) che svolgevano i loro rituali in un luogo, nei pressi di<br />

Cardi<strong>le</strong>, che tutt’oggi conserva il nome di ianara.La pressione fisca<strong>le</strong> e feuda<strong>le</strong>, agli<br />

inizi del 700, divenne intol<strong>le</strong>rabi<strong>le</strong> a tal punto che tra feudatari e università si aprirono<br />

controversie e liti al fine di garantire al popolo i pochi diritti di cui era titolare. Nel<br />

1720, dinanzi alla corte barona<strong>le</strong> del casa<strong>le</strong> di Cardi<strong>le</strong>, numerosi cittadini<br />

rivendicarono il diritto agli usi civici sul<strong>le</strong> foreste dette la “Visciglina” e “Li Spagari”<br />

nei confronti dei Baroni di Cardi<strong>le</strong>, possidenti usurpatori.Solo nel 1754, a causa del<strong>le</strong><br />

pessime condizioni economiche in cui versava il Regno, venne redatto a Cardi<strong>le</strong>, come<br />

in altri paesi del <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>, il catasto onciario in modo da ripartire con equità il peso di<br />

tasse, gabel<strong>le</strong> ed altri dazi imposti.Finalmente il <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong> sembrò rinascere sotto il<br />

governo francese (1808-1815) che abolì la feudalità o<strong>per</strong>ando una serie di riforme, tra<br />

cui l’accorpamento del<strong>le</strong> università <strong>per</strong> ragioni economiche e geografiche. Cardi<strong>le</strong><br />

<strong>per</strong>se la sua autonomia e venne unita a <strong>Gioi</strong>. Con il ritorno dei Borboni nel 1815 si aprì<br />

un <strong>per</strong>iodo di rivolte nel <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong>: nel 1820 la Carboneria, nel<strong>le</strong> cui fi<strong>le</strong> erano iscritti<br />

anche Davide, A<strong>le</strong>ssandro e Licurgo Riccio di Cardi<strong>le</strong>, riuscì ad ottenere il<br />

riconoscimento della costituzione. Nel 1828 un’altra<br />

rivolta organizzata dall’associazione dei filadelfi fu<br />

repressa nel sangue dalla dinastia borbonica. Così <strong>le</strong> teste<br />

di A<strong>le</strong>ssandro e Davide Riccio, recise dai corpi, vennero<br />

rinchiuse in gabbie di ferro ed esposte nella piazza di<br />

Cardi<strong>le</strong> come pubblico monito. Il nome di Cardi<strong>le</strong> doveva<br />

ancora una volta entrare nella storia con la rivolta del<br />

1848, capeggiata da Costabi<strong>le</strong> Carducci, che vide come<br />

cospiratore del governo borbonico Catone Riccio, figlio di<br />

Davide, che, rinchiuso in carcere, venne liberato pochi anni<br />

prima dell’Unità d’Italia...<br />

Le schede sono state rielaborate dal volume “Paesaggio Ambie nte ” curato dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> e <strong>le</strong> <strong>Attività</strong> <strong>Culturali</strong> nel1999


I PERCORSI DI<br />

GE NI US LO CI A . 3<br />

CAMPANILI. PAESAGGIO – AMBIENTE – ARCHITETTURA PER CONOSCERE E VALORIZZARE IL<br />

TERRITORIO<br />

CITTÀ: GIOI-CARDILE Prov.: SA<br />

I N Q U A D R A M E N T O G E N E R A L E<br />

MITI E LEGGENDE<br />

La baronessa di <strong>Gioi</strong><br />

Fin da piccola fu tenuta, <strong>per</strong> l’enorme gelosia del fratello, barone di <strong>Gioi</strong>, in<br />

segregazione.<br />

Il barone, uomo crude<strong>le</strong>, mal sopportava la sorella, Maria Teresa, <strong>per</strong>ché sospettava<br />

ch’ella avesse rapporti d’amore col giovane e bello servo Fernando. Accecato<br />

dall’odio il conte architettò di uccidere la sorella e far ricadere la colpa sul servo.<br />

Quando Fernando, un giorno era in dispensa a prendere il prosciutto, egli di nascosto<br />

andò in camera di M. Teresa e con grande crudeltà l’accolte llò estraendo dal petto<br />

della giovane il cuore. Distrattamente, <strong>per</strong>ò, appoggio la mano, sporca di san gue ad<br />

una parete. Tornò, come se niente fosse accaduto, nel proprio studio e prese a<br />

<strong>le</strong>ggere. Fernando, intanto, dopo aver preparato la tavola si apprestò prima a chiamare il<br />

padrone e poi la contessina. Costei giaceva morta ed il povero servo cercò di<br />

soccorrerla e s’ imbrattò tutto di sangue. Il barone accorso al<strong>le</strong> grida non esitò<br />

d’incolparlo e farlo tradurre nel<strong>le</strong> carceri, dove fu condannato con una del <strong>le</strong> peggiori<br />

pene: morte <strong>per</strong> scottatura di lardo. Tutti gli abitanti di <strong>Gioi</strong> dovettero fornire una<br />

razione di lardo. Di buon mattino il giovane fu condannato in piazza e subito<br />

iniziarono <strong>le</strong> torture stabilite; il lardo fatto sciogliere in un calderone gli veniva<br />

versato, bol<strong>le</strong>nte,addosso e tra stazionati grida, egli veniva spellato tutto. Divenne un<br />

mostro irriconoscibi<strong>le</strong>, ma fino alla fine non esitò di urlare la propria innocenza. Ancor<br />

oggi l’ impronta della mano rossa di sangue, del barone, è impressa sulla parete ed<br />

ancor oggi l’ultima frase gridata dal giovane “Sono innocente” è impressa nella<br />

memoria dei Gioesi.<br />

Le schede sono state rielaborate dal volume “Paesaggio Ambie nte ” curato dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> e <strong>le</strong> <strong>Attività</strong> <strong>Culturali</strong> nel1999


IN QU ADR AM EN TO GE NE RA LE<br />

MITI E LEGGENDE<br />

Frate Ludovico<br />

Nel convento francescano di <strong>Gioi</strong> molto tempo fa viveva un giovane frate,<br />

Ludovico, da tutti considerato un Santo. Un giorno fu chiamato dal frate<br />

addetto alla cucina, che era dis<strong>per</strong>ato <strong>per</strong>ché la chiave della dispensa gli era<br />

caduta nel pozzo e non poteva preparare il pranzo <strong>per</strong> il giorno. Frate<br />

Ludovico pre<strong>le</strong>vò,nella cappella del convento, il bambinello che Santo<br />

Antonio teneva tra <strong>le</strong> braccia e disse al cuoco di calarlo nel pozzo. Grande<br />

fu la meraviglia quando tirato su il bambinello si vide che tra <strong>le</strong> dita teneva la<br />

chiave. Tutti gridarono al miracolo e da allora chiunque aveva prob<strong>le</strong>mi da<br />

risolvere si rivolgeva al fraticello.<br />

Le schede sono state rielaborate dal volume “Paesaggio Ambie nte ” curato dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> e <strong>le</strong> <strong>Attività</strong> <strong>Culturali</strong> nel 1999<br />

A<br />

.<br />

4


I N Q U A D R A M E N T O G E N E R A L E<br />

TRA DIZIO NI POP OLA RI E FES TE RELIG IOS E<br />

Tradizioni e costumi<br />

Il nome Cardi<strong>le</strong> deriverebbe da un antico arnese impiegato nel processo della<br />

lavorazione del lino: il cardo. Ta<strong>le</strong> strumento è costituito da una tavo<strong>le</strong>tta di<br />

<strong>le</strong>gno nella qua<strong>le</strong> sono infissi, secondo circonferenze concentriche, una serie di<br />

chiodi tra <strong>le</strong> cui punte, un tempo, si sfilacciavano <strong>le</strong> fibre grezze del lino:<br />

o<strong>per</strong>azione detta appunto cardatura. Questa interpretazione assume credibilità,<br />

in quanto la coltivazione e la lavorazione del lino erano attività fiorenti ed<br />

economicamente redditizie <strong>per</strong> i suoi abitanti. Oltre a ciò, Cardi<strong>le</strong> era rinomato<br />

anche <strong>per</strong> la produzione della polvere da sparo, detta pure polvere nera o pirica.<br />

Questo prodotto si otteneva triturando, in appositi mortai in pietra arenaria,<br />

rinvenuti in zone remote e im<strong>per</strong>vie, una mistura formata da carbone, zolfo e<br />

salnitro, nella cui lavorazione i Cardi<strong>le</strong>si avevano acquisito speciali tecniche. La<br />

polvere pirica trovava largo impiego nel corso del<strong>le</strong> battute di caccia, <strong>per</strong> difesa<br />

o <strong>per</strong> offesa, e nei fuochi artificiali che, fatti brillare in occasione del<strong>le</strong> ricorrenze<br />

patronali o di altre festose manifestazioni, rappresentavano un lieto spettacolo<br />

<strong>per</strong> la popolazione. A proposito di eventi gioiosi non si può fare a meno di citare<br />

famosi Clavoni o Chiavoni in gergo dia<strong>le</strong>tta<strong>le</strong>, che erano (e sono) cerimonie che<br />

si svolgevano l ’ ultimo giorno di Carneva<strong>le</strong> e consistevano nel declamare<br />

divertenti “ filastrocche ” dinanzi l ’ uscio di casa di coloro che, durante l ’ anno da<br />

poco trascorso, avessero commesso rid ico<strong>le</strong> “ imprudenze ” . L ’ azione prendeva<br />

l ’ avvio dal centro del paese, da cui una moltitudine festante, tra schiamazzi e<br />

fragori di petardi e schioppi si muoveva <strong>per</strong> portarsi davanti all ’ abitazione dello<br />

sventurato, il qua<strong>le</strong> veniva invitato ad uscire bussando alla sua porta con<br />

l ’ apposita clava: la piroccola. Subito dopo si dava inizio alla “ specia<strong>le</strong> serenata ”<br />

che terminava a tarda notte in un contorno scenografico ricco di suoni, danze e<br />

… libagioni.<br />

Feste e ricorrenze CARDILE<br />

x 13 maggio inaugurazione cappella Madonna del Carmine<br />

x 13 giugno S. Antonio<br />

x 24 giugno S. Giovanni Battista<br />

x 16 luglio Madonna del Carmine<br />

x 16 agosto S. Rocco<br />

x prima domenica di ottobre Madonna del Rosario<br />

x 29 dicembre S. Rocco (festa votiva)


I PER COR SI DI<br />

GE NI US LO CI A.<br />

CAMPANILI. PAESAGGIO – AMBIENTE – ARCHITETTURA PER CONOSCERE E VALORIZZARE IL TERRITORIO 5<br />

CIT TÀ: GIO I Pro v.: SA<br />

I N Q U A D R A M E N T O G E N E R A L E<br />

ATT IVI TÀ E MES TIE RI<br />

al<strong>le</strong>vamento x Bov ino<br />

sui no<br />

fa<strong>le</strong>gname x<br />

a<br />

pit tor e. x ricamatrice x<br />

t<br />

tiv ità rur ali att ivi tà art igi ane<br />

fabbro x<br />

trasformazione prodotti x Sal sa di intagliatore x<br />

agricoli pom odo ro<br />

Ort agg i<br />

sot t’o lio<br />

trasformazione prodotti ~ Cac io - sarto x<br />

lattiero-caseari cav alli


I N Q U A D R A M E N T O G E N E R A L E<br />

PRODOTTI TIPICI PIATTI TIPICI<br />

<strong>Gioi</strong>: fusilli (uova- farina-acqua);millimbanti (pasta di casa a mò di riso);<br />

cicci maritat i (piatto vegetal e assortit o).<br />

Cardi<strong>le</strong> : cavati (acqua bol<strong>le</strong>nt e- farina) ;<br />

fusilli- tagliat el<strong>le</strong>.<br />

DOLCI<br />

<strong>Gioi</strong> : ”struff oli”-“scaura tieddi” -“pizza chiena” -“tortan o”-“raffai uoli”-<br />

“angine tti”.<br />

Cardi<strong>le</strong> : ”nocche ”- “castag nacci”-“scaura tielli” -“zeppol e di San Giusepp e”-<br />

“struff oli”.<br />

PRODOTT I TIPICI<br />

<strong>Gioi</strong>-Cardi<strong>le</strong> :<br />

Vino- olio di oliva-castagne- fichi secchi.<br />

Salumi : capicol lo -soppres sata-salsicc ecervell<br />

ata-<br />

“nnogli a”-pancett a-prosciu tto


LE FESTE<br />

<strong>Gioi</strong>:<br />

“festa della Madonna dello Schito”,prima domenica di giugno (festa<br />

propiziatoria).<br />

“Madonna del Carmine”,16 luglio.<br />

“San Nicola”,18-19 agosto (festa patrona<strong>le</strong>).<br />

“Madonna del Rosario”,prima domenica di ottobre,con la presentazione<br />

sacra del volo dell’angelo e l’incendio della torre campanaria.<br />

Cardi<strong>le</strong>:<br />

“San Giovanni”,24 giugno (festa patrona<strong>le</strong>- col tradiziona<strong>le</strong> sorteggio del<br />

“pecurieddo”.<br />

“San Rocco”,16 agosto.<br />

“Madonna del Rosario”,prima domenica di ottobre.<br />

“Sant’Antonio”, 13 giugno<br />

SAGRA DEL FUSILLO –<br />

<strong>Gioi</strong>:dal1970 si svolge dal 10 al 17 agosto,si avva<strong>le</strong> del patrocinio di enti<br />

sovracomunali (Regione Campania,provincia di Sa<strong>le</strong>rno,Ente Parco<br />

Naziona<strong>le</strong> del <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong> e Vallo del Diano,Comune di <strong>Gioi</strong> ed è organizzata<br />

dall’ Associazione Cultura<strong>le</strong> l’Atomo.<br />

PER ARCHI E VUTTARI<br />

Cardi<strong>le</strong>: ”Archi e Vuttari”,7-8-9 agosto:assaggi dei piatti tipici e visita dei<br />

caratteristici telai <strong>per</strong> la lavorazione del lino;mostra dei lavori in <strong>le</strong>gno dagli<br />

artigiani locali ed esposizione di testi antichi provenienti da famiglie nobili<br />

locali.<br />

“Festa della castagna”(ottobre- novembre),preparazione ed degustazione<br />

dei dolci tipici.<br />

Tiro a segno(maggio): gara con l’arco con premio fina<strong>le</strong>.<br />

Torneo di briscola(agosto),premi finali: prosciutto- coniglio- caciocavalli


Per quel che riguarda l’al<strong>le</strong>vamento, bisogna dire che oggi sono poche <strong>le</strong><br />

famiglie che ancora ammazzano a gennaio il maia<strong>le</strong>, <strong>per</strong>ò nel paese c’è<br />

un’importante azienda agricola che continua la tradizione “L’Aria del<br />

Campo”. I titolari hanno avuto sempre come obbiettivo la valorizzazione di<br />

questi prodotti. Forse ci sono riusciti. Infatti la soppressata sta avendo un<br />

enorme successo ed è ormai richiesta da tutti. Quando viene assaggiata<br />

entra poi prepotentemente in tutti i menù. Si può mangiare sia come<br />

antipasto che come conclusione del pasto. L’azienda di picco<strong>le</strong> dimensioni,<br />

oltre ad un al<strong>le</strong>vamento di bufa<strong>le</strong> (circa 160) di alcuni capi di cavalli e di<br />

picco<strong>le</strong> quantità di animali di ogni genere, conta,anche di circa 100 capi di<br />

maiali. Le razze di maiali sono miste, recu<strong>per</strong>ate dal<strong>le</strong> montagne, cioè quelli<br />

originariamente esistenti da loco. Gli animali sono di colore nero, bianconero,<br />

rosso pezzato e bianchi. L’alimentazione è di tipo strettamente<br />

biologico con prodotti fatti in azienda (zucche, barbabieto<strong>le</strong>, ghiande,<br />

castagne, granone, mais e comunque tutto ciò che rigidamente si produce<br />

nei terreni di propriètà. Oltre alla soppressata si producono altri salumi<br />

quali: salsicce capicolli, pancette, caciocavalli con e senza soppressata e<br />

salamini tipici del luogo. Tutti i tipi di salami vengono fatti a mano<br />

artigianalmente così come avveniva nei tempi antichi da mano es<strong>per</strong>te di<br />

uomini e donne. L’azienda produce anche olio d’olivo. La soppressata di<br />

<strong>Gioi</strong> è ormai famosa in tutto il <strong>Ci<strong>le</strong>nto</strong> ed anche fuori. Si prepara utilizzando<br />

la carne di prima scelta del cuore del prosciutto, vengono eliminati anche i<br />

nervetti <strong>le</strong> carni sono tagliate a mano a punta di coltello, condite con sa<strong>le</strong> e<br />

pepe e ripassate a mano più volte <strong>per</strong> fare amalgamare bene gli ingredienti.<br />

L’impasto viene lasciato riposare <strong>per</strong> una decina d’ore e poi insaccato in<br />

budella naturali. Il <strong>per</strong>iodo di stagionatura varia da 30 a 35 giorni in un<br />

ambiente non molto areato e talvolta affumicato con fuoco a <strong>le</strong>gna. Quando<br />

il prodotto stagionato, se non vieni consumato subito, viene conservato<br />

sott’olio d’oliva o sotto strutto mantenendovi fresco tutto l’anno.


ANALI SI DEL TERRI TORIO<br />

ELEMENTI CARATTERIZZANTI LA MORFOLOGIA DEL TERRITORIO<br />

Pro v.: SA<br />

prato X cascata Corso d’acquaX X pascolo X<br />

Finocchio<br />

selvatico,<br />

lavanda,<br />

origano,<br />

asparagi,<br />

salvia.<br />

Fichi,<br />

colture arboree X castagne,<br />

olive, viti,<br />

e prodotti del bosco<br />

bosco X<br />

seminativo X<br />

Essen ze


I PERCORSI DI GENIUS LOCI<br />

CIT TÀ: GIO I Pro v.: SA<br />

AN AL IS I DE L TE RR IT OR IO<br />

EM ERGE NZE CARA TTE RIZZ ANTI IL TERRIT ORI O<br />

e<strong>le</strong>me nt i na tur ali<br />

albe ro<br />

grotta<br />

monte<br />

collina<br />

fiume<br />

…………… ……… ……<br />

…………… ……… ……<br />

…………… ……… ……<br />

…………… ……… ……<br />

…………… ……… ……<br />

…………… ……… ……<br />

nome<br />

x Que rcia<br />

…………… ……… ……… .<br />

x Serra Ami gno sa<br />

…………… ……… ……… .<br />

x Selva de i Sant i<br />

lago<br />

…………… ……… ……… .<br />

bosco …………… ……… ……… .<br />

…………… ……… ……… .<br />

…………… ……… ……… .<br />

…………… ……… ……… .<br />

…………… ……………… .<br />

…………… ……… ……… .<br />

…………… ……… ……… .<br />

LE EM ER GENZE PIÙ SIG NIFICAT IVE (ri li evo foto grafico)<br />

e<strong>le</strong>me nt i ant ropi ci<br />

castello<br />

torre Int orno al 1500<br />

mura di cinta Int orno al 1500<br />

evidenze archeologiche<br />

…………… ……… ……… .<br />

chiesa<br />

San Franc esco<br />

convento<br />

1466 Ini zi o<br />

lavatoio pubblico<br />

1900<br />

frantoio<br />

masseria<br />

<br />

mulino<br />

XX SEC.<br />

…………… ……… ……… .<br />

<br />

autostrada<br />

XIX-XX SEC.<br />

<br />

strada<br />

…………… ……… ……… .<br />

ferrovia<br />

XX SEC.<br />

ponte<br />

…………… ……… ……… .<br />

diga<br />

XX SEC.<br />

…………… ……… …….<br />

epo ca<br />

Int orno al 1500<br />

San ta Mar ia de ll a Po rt a<br />

XI SEC.<br />

…………… ……… ……… .<br />

…………… ……… ……… .


I PERCORSI DI GENIUS LOCI<br />

DATI DIMENSIONALI DEL CENTRO ABITATO<br />

altezza media s.l.m. mt.676<br />

punto più alto Campani<strong>le</strong> mt.685<br />

punto più basso San Paolo mt.630<br />

arroccato x scacchiera ~ a macchia d’olio ~<br />

concentrico ~ altro ~<br />

DATI DEL CENTRO ABITATO:<br />

impianto originario 1034 epoca medieva<strong>le</strong><br />

Successive trasformazioni epoca attua<strong>le</strong><br />

EM ERGE NZE CARA TTE RIZZ ANTI IL TERRIT ORI O<br />

edi fici o epo ca luo go epo ca<br />

chiesa x<br />

teatro ~<br />

palazzo x<br />

museo ~<br />

castello ~<br />

torre x<br />

evidenze archeologiche ~<br />

XI SEC.<br />

…………… ……… ……. ..<br />

Palazzo Rei ell i 1700<br />

1800<br />

…………… ……… ……. ..<br />

…………… ……… ……. ..<br />

1500<br />

piazza ~<br />

via<strong>le</strong> ~<br />

parco ~<br />

ponte x<br />

quartiere ~<br />

…………… …………. .. ~<br />

…………………………...……………………….. .~<br />

…………………………………<br />

…………… ……… ……… ……<br />

…………… ……… ……… ……<br />

…………… ……… ……… ……<br />

XX SEC.<br />

………………………………<br />

…<br />

………………………………<br />


I PERCORSI DI GENIUS LOCI<br />

La città oggi:<br />

zona commercia<strong>le</strong> centro storico verde pubblico<br />

C E N T R O


I PERCORSI DI GENIUS LOCI<br />

L’ARREDO URBANO<br />

pavimentazioni panchine<br />

Descrizione Descrizione<br />

Cubetti di mattoni In <strong>le</strong>gno di castagno e<br />

rossi. ferro.<br />

aiuo<strong>le</strong> efioriere edico<strong>le</strong> votive<br />

Descrizione Foto Descrizione<br />

Blocchi di cemento di Cappella votiva<br />

forma ova<strong>le</strong> e dedicata alla<br />

rettangolare. Madonna<br />

del Carmine


I PERCORSI DI GENIUS LOCI


I PERCORSI DI GENIUS LOCI<br />

IND ICE DEL LE SCH EDE<br />

Sezione A - Inquadramento genera<strong>le</strong><br />

A. 1 - I toponimi<br />

A.2 - Vicende storiche<br />

A.3 - Miti e <strong>le</strong>ggende<br />

A.4 - Tradizioni popolari<br />

A.5 - <strong>Attività</strong> e mestieri<br />

A.6 - Prodotti tipici<br />

Sezione B - Analisi del territorio<br />

B. 1 - Dati dimensionali e planimetria del territorio<br />

B.2 - E<strong>le</strong>menti caratterizzanti la morfologia del territorio<br />

B.3 - Emergenze caratterizzanti il territorio<br />

B.4 - L’arredo extra-urbano: descrizione e rilievo fotografico<br />

Sezione C - Centro abitato<br />

C. 1 - Dati dimensionali del centro abitato<br />

C.2 - Il terreno: dati dimensionali, sezioni o profili<br />

C.3 - Il costruito<br />

C.4 - Emergenze caratterizzanti il territorio del centro abitato<br />

C.5 - La città oggi: zonizzazione e rilievo fotografico<br />

C.6 - L’arredo urbano: descrizione e rilievo fotografico<br />

C.7 - La tipologia edilizia: descrizione e rilievo fotografico<br />

C.8 - Individuazione degli e<strong>le</strong>menti di disturbo

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