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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA<br />
FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA<br />
Corso di Laurea in Fisioterapia<br />
Sede di Arezzo<br />
“Il trattamento riabilitativo dell’instabilità<br />
cronica di caviglia: il ruolo del taping”<br />
Relatore: Candidata:<br />
Dott.ssa Patrizia De Palma Elena <strong>Mazzieri</strong><br />
Anno Accademico 2009/2010<br />
1
..La Medicina è un’arte che<br />
esercitiamo in attesa di scoprirla..<br />
Émile Deschamps<br />
2
INDICE<br />
PREMESSA ……………………………………………………………………… 5<br />
INTRODUZIONE ...………………………………………………………………5<br />
BACKGROUND ………………………………………………………………….6<br />
CAPITOLO I – CONTESTO ANATOMO FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA<br />
1.1 .OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA ………………………….7<br />
1.2 MUSCOLI DELLA CAVIGLIA …...……………………………………10<br />
1.3 VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………..10<br />
1.4 INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………………..11<br />
1.5 STATICA DEL PIEDE ...……………………………………………….. 12<br />
1.6 BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA ……………………………….16<br />
CAPITOLO II – LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA<br />
2.1 MECCANISMI TRAUMATICI ………………………………………..22<br />
2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI ………………………...23<br />
2.3 EZIOPATOGENESI ……………………………………………………26<br />
2.4 FATTORI DI RISCHIO ………………………………………………...27<br />
2.5 EPIDEMIOLOGIA ……………………………………………………..28<br />
2.6 SEGNI E SINTOMI …………………………………………………….29<br />
CAPITOLO III – QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE<br />
3.1 ESAME SOGGETTIVO ………………………………………………..32<br />
3.2 ESAME OGGETTIVO (FISICO) ………………………………………34<br />
3.3 TEST DI STABILITÀ …………………………………………………. 37<br />
3.4 SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI ………………………...39<br />
CAPITOLO IV – TRATTAMENTO<br />
4.1 OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE ………………..40<br />
3
4.2 OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE TERAPEUTICHE …………40<br />
4.3 PRIMO INTERVENTO ………………………………………………..41<br />
4.4 FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI LESIONE ……….43<br />
4.5 STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO ……………….45<br />
CAPITOLO V – IL BENDAGGIO<br />
5.1 PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO …………………………………..48<br />
5.2 EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO …………………………………..49<br />
5.3 BENDAGGIO FUNZIONALE ………………………………………...51<br />
CAPITOLO VI – L‟EVIDENCE<br />
6.1 L‟IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA<br />
SULL‟EVIDENCE …………………………………………………………62<br />
6.2 CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE ……………………………64<br />
6.3 METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA ………………..72<br />
6.4 CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA BIBLIOGRAFICA………...74<br />
RISULTATI ……………………………………………………………………. 75<br />
DISCUSSIONE DEI RISULTATI ……………………………………………...80<br />
CONCLUSIONI ………………………………………………………………...85<br />
BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………..86<br />
ALLEGATI ……………………………………………………………………..92<br />
RINGRAZIAMENTI ………………………………………………………….125<br />
4
PREMESSA<br />
Sono circa dieci anni che gioco a pallavolo e una tra le cose che<br />
purtroppo capita più spesso è quella di vedere una giocatrice che<br />
subisce un trauma. Nella pallavolo il trauma più frequente è la<br />
distorsione di caviglia. È capitato anche a me e ad alcune delle mie<br />
compagne di squadra, durante gli anni di gioco, di andare incontro a<br />
lesioni recidive.<br />
Dato che frequento il Corso di Laurea in Fisioterapia, alcune di loro<br />
mi chiedono spesso di applicare un bendaggio funzionale<br />
all‟articolazione prima di un allenamento o di una partita.<br />
Proprio per questo motivo ho deciso di approfondire l‟argomento, di<br />
verificare l‟efficacia del bendaggio sperando inoltre di poter essere<br />
d‟aiuto alle mie compagne, ed è così che questa idea si è poi<br />
trasformata nella scelta della mia tesi.<br />
INTRODUZIONE<br />
Il proposito di questa tesi, è definire, attraverso una revisione degli<br />
studi recenti, l‟efficacia del taping nell‟instabilità cronica della<br />
caviglia. La tecnica del bendaggio ha riscosso, infatti, interesse e<br />
consensi sempre maggiori nel mondo della fisioterapia. Tecniche,<br />
materiali e metodi si sono sempre più evoluti nel corso degli anni,<br />
grazie soprattutto all‟uso che nello sport si è sempre più fatto di tale<br />
5
metodica, allo scopo di incrementare e supportare al massimo la<br />
performance degli atleti, riducendo i tempi di recupero e cercando di<br />
accelerare il ritorno all‟attività dopo un infortunio.<br />
BACKGROUND<br />
La distorsione della caviglia rappresenta il trauma sportivo più diffuso<br />
(circa il 25% di tutti gli infortuni da sport) e colpisce soprattutto<br />
coloro che praticano attività di salto. Le discipline più a rischio sono:<br />
pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica leggera, ginnastica.<br />
Le ricadute dall'alto (soprattutto quando c'è contatto con l'avversario),<br />
gli arresti improvvisi su terreni veloci (come i campi sintetici del<br />
calcetto) e l'appoggio a terra scorretto (nelle corse campestri)<br />
rappresentano situazioni a forte rischio. Esistono poi dei fattori<br />
predisponenti, cioè ci sono sportivi che più facilmente vanno incontro<br />
a questo tipo di trauma a causa di disturbi nell'appoggio del piede a<br />
terra (come avviene nel piede piatto o nel piede cavo) o di distorsioni<br />
precedenti mal curate. (1)<br />
6
CAPITOLO PRIMO<br />
CONTESTO ANATOMO-FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA<br />
1.1. OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA<br />
L‟articolazione della caviglia è una troclea a ginglimo angolare<br />
composta dall‟estremità distale della tibia e del perone e<br />
dall‟astragalo. Sul versante della gamba, la tibia e il perone (fibula)<br />
formano un mortaio, con i rispettivi malleoli che ne costituiscono le<br />
pareti laterali. Il mortaio tibiofibulare si articola con l‟astragalo, che<br />
presenta una troclea convessa dall‟avanti all‟indietro, più larga di<br />
5mm anteriormente. (1)<br />
Quest‟articolazione è dotata di un solo tipo di movimento sul piano<br />
sagittale: la flesso-estensione; anche se, in realtà, l‟articolazione<br />
tibiotarsica e il complesso angolare del retro piede (soprattutto<br />
l‟articolazione sottoastragalica tra astragalo e calcagno) permettono di<br />
orientare la volta plantare in tutte le direzioni in modo da adattarla a<br />
tutti i tipi di terreno su cui deve appoggiare (2). La flessione della<br />
caviglia si definisce come il movimento che ravvicina il dorso del<br />
piede alla faccia anteriore della gamba; inversamente, l‟estensione<br />
della tibiotarsica allontana il dorso del piede dalla faccia anteriore<br />
della gamba, mentre il piede tende a disporsi nel prolungamento della<br />
gamba.<br />
7
L‟articolazione tibiotarsica oltre che alla presenza di una capsula<br />
articolare di rivestimento presenta un apparato legamentoso esterno<br />
composto da tre legamenti (che in alcuni casi vengono considerati<br />
fasci di un unico legamento più strutturato che prende il nome di<br />
legamento collaterale esterno):<br />
Peroneo-astragalico anteriore, fissato al margine anteriore<br />
del malleolo peroneale, si dirige obliquamente in basso e in<br />
avanti per fissarsi sull‟astragalo fra la fascia esterna e<br />
l‟apertura del seno del tarso;<br />
8
Peroneo-calcaneare, partendo presso l‟apice del malleolo e<br />
dirigendosi in basso ed in dietro si fissa sulla faccia esterna del<br />
calcagno;<br />
Peroneo-astragalico posteriore, prende origine dalla faccia<br />
interna del malleolo dietro la faccetta articolare, si dirige<br />
orizzontalmente e leggermente in dietro per fissarsi sul<br />
tubercolo posteriore esterno dell‟astragalo.<br />
L‟apparato legamentoso interno è composto dal legamento collaterale<br />
interno che si divide in due fasci:<br />
profondo, suddiviso a sua volta nel tirante tibioastragalico<br />
anteriore e in quello posteriore;<br />
superficiale, espanso a forma triangolare che forma il<br />
legamento deltoideo.<br />
La dinamica articolare del passo prevede che nelle fasi di appoggio il<br />
compartimento legamentoso laterale sia maggiormente sollecitato<br />
(soprattutto in trazione) rispetto al compartimento mediale e quindi<br />
più a rischio per eventuali fenomeni distorsivi-distrattivi.<br />
Esistono poi il legamento anteriore e il legamento posteriore che, pur<br />
rappresentando ispessimenti capsulari, sul piano articolare sagittale<br />
non hanno una funzione stabilizzatrice così rilevante come i legamenti<br />
dei comparti mediale e laterale. (2)<br />
9
1.2. MUSCOLI DELLA CAVIGLIA<br />
I muscoli che determinano i movimenti della caviglia originano nella<br />
gamba e sono divisi in tre logge:<br />
Loggia anteriore: tibiale anteriore (TA), dorsiflessore della<br />
caviglia e inversore del piede.<br />
Loggia posteriore: tricipite surale (gastrocnemio e soleo),<br />
flessore plantare della caviglia; tibiale posteriore (TP), inversore<br />
del piede.<br />
Loggia laterale: peroniero lungo (PL), eversore del piede e<br />
flessore plantare della caviglia; peroniero breve (PB), eversore<br />
del piede.<br />
Inoltre, la caviglia, non offrendo inserzioni tendinee muscolari, risente<br />
passivamente dell‟azione dei muscoli, sfruttandone la loro presenza<br />
per la propria stabilità: così i muscoli flessori delle dita, che decorrono<br />
dietro l‟astragalo, evitano le lussazioni posteriori della caviglia e lo<br />
stesso avviene con il tendine di Achille attraverso il suo decorso. (3)<br />
1.3. VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA<br />
L‟arteria poplitea dà origine all‟arteria tibiale anteriore inferiormente<br />
al ginocchio e poi si continua come arteria tibiale posteriore.<br />
L‟arteria tibiale anteriore diviene l‟arteria dorsale del piede. L‟arteria<br />
10
tibiale posteriore dà origine all‟arteria fibulare, o peroniera, e, poi,<br />
alle arterie plantare mediale e laterale, che a loro volta, danno origine<br />
ai rami digitali per le dita del piede. (3)<br />
1.4. INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA<br />
Nervi Periferici<br />
Il nervo peroniero profondo decorre lateralmente al muscolo TA. Il<br />
nervo peroniero superficiale decorre lateralmente al muscolo<br />
estensore breve delle dita e va ad innervare la cute dorsale del piede.<br />
Il nervo tibiale scende nella doccia mediale del calcagno, dietro ai<br />
tendini del TP e del flessore lungo delle dita e medialmente al tendine<br />
flessore lungo dell‟alluce e ramifica dietro al malleolo tibiale come<br />
ramo calcaneare mediale. (3)<br />
Innervazione Radicolare<br />
I dermatomeri sono territori cutanei innervati dalle fibre sensitive di<br />
singole radici midollari; in particolare S1 innerva quasi tutto il tallone<br />
e il margine laterale del piede; L5 solo in minima parte il tallone nel<br />
margine mediale, poi la volta plantare; L4 innerva il margine mediale<br />
della gamba.<br />
11
I miotomi sono i muscoli innervati dalle fibre motorie di singole radici<br />
midollari. I singoli muscoli sono sempre innervati da più radici, si<br />
identificano dei gruppi muscolari di riferimento, i dorsi-flessori del<br />
piede per L4, gli eversori del piede per S1.<br />
I riflessi tendinei profondi verificano l‟integrità dell‟arco riflesso<br />
spinale, e verificano le singole radici nervose; alla radice S1<br />
corrisponde il riflesso del tendine di Achille.<br />
1.5. STATICA DEL PIEDE<br />
Archi Plantari<br />
L‟architettura della pianta del piede si può definire come una volta<br />
sostenuta da tre archi, con tre pilastri o punti di appoggio al suolo,<br />
corrispondenti alle teste di 1° e 5° metatarso ed alle tuberosità<br />
posteriori del calcagno. Ogni punto d‟appoggio è comune a due archi<br />
contigui.<br />
Archi longitudinali: interno ed esterno<br />
Arco interno o mediale (calcagno mediale – scafoide - 1° cuneiforme<br />
- 1° metatarso)<br />
12
È più lungo e più alto, e il più importante sia sul piano statico che<br />
dinamico. Poggia sulla testa del 1° metatarso e sulla tuberosità<br />
mediale del calcagno.<br />
Viene stabilizzato dai legamenti calcaneo-scafoideo plantare e<br />
astragalo-calcaneare. È tenuto in tensione dai muscoli tibiale<br />
posteriore, peroneo lungo, flessore lungo dell‟alluce e adduttore<br />
dell‟alluce.<br />
Arco esterno o laterale (calcagno laterale–cuboide - 5° metatarso)<br />
Di lunghezza e altezza intermedi, poggia sul processo laterale del<br />
calcagno e le teste di 4° e 5° metatarso.<br />
Viene stabilizzato dal legamento calcaneo-cuboideo plantare. È tenuto<br />
in tensione dai muscoli peronei e abduttori del 5°dito.<br />
Arco trasversale o anteriore<br />
È il più corto e basso degli archi, disposto su due file di ossa. La lieve<br />
concavità permette all‟arco, mantenuto in tensione dal muscolo<br />
abduttore dell‟alluce, di appoggiare al suolo attraverso i tessuti molli.<br />
Arco trasversale, avampiede (teste dei cinque metatarsi)<br />
I pilastri sono il 1° e 5° metatarso con i relativi cuscinetti adiposi,<br />
mentre il 2° è più distante dal suolo.<br />
È sostenuto dai legamenti intermetatarsali e dal muscolo abduttore<br />
dell‟alluce.<br />
Arco trasversale, mediopiede (1° - 2° - 3° cuneiforme – cuboide)<br />
Tocca a terra solo lateralmente, tramite cuboide e tessuti molli<br />
sottostanti.<br />
È sostenuto dal tendine del muscolo peroneo lungo.<br />
13
Coppia scafoide-cuboide posteriormente, il cuboide è l‟unico scarico<br />
a terra. Sostenuta dalle espansioni plantari del muscolo tibiale<br />
posteriore.<br />
Statica del piede<br />
Diagramma dei carichi: ripartizione del peso corporeo misurata con<br />
una piattaforma munita di sensori; normalmente è il 60% sul tallone,<br />
l‟8% sul mediopiede e il 32% sull‟avampiede. A livello di<br />
distribuzione dei carichi della volta, l‟astragalo per ogni 6 kg di peso<br />
ne scarica 1 sulla testa del 5° metatarso, 2 sula testa del 1° e 3 sul<br />
calcagno.<br />
Podogramma: rappresentazione grafica del carico, l‟intensità del<br />
colore è proporzionale al carico applicato; si confrontano la larghezza<br />
dell‟impronta del tallone, dell‟istmo (punto di carico più esiguo) e<br />
dell‟avampiede.<br />
Proiezione del baricentro: in posizione eretta, cade in mezzo ai due<br />
piedi, 1-2 cm davanti all‟osso navicolare; le oscillazioni avvengono in<br />
tutte le direzioni nell‟ambito di 4 mm intorno. La sua posizione<br />
influenza l‟attività muscolare di equilibrio.<br />
14
Funzione degli archi plantari nel cammino<br />
Gli archi con la loro struttura elastica e resistente consentono di<br />
assorbire e dissipare lo stress del carico e aumentano velocità e agilità<br />
nel cammino.<br />
Durante il carico, le forze si trasmettono attraverso il talo alla regione<br />
mediale del piede e alla talo-navicolare nell‟articolazione trasversa<br />
tarsale, provocando la pronazione del retropiede. Il peso del corpo<br />
spinge in basso la testa del talo, questa forza è contrastata dallo spring<br />
legament (calcaneo-navicolare), il calcagno va in eversione<br />
sottoastragalica e lo scafoide si abbassa leggermente.<br />
Il contatto al suolo della parte laterale dell‟arco mediale, offre un<br />
supporto addizionale al piede oltre all‟assorbimento delle forze sulle<br />
teste dei metatarsi.<br />
Nel piede propriamente allineato, l‟asse del calcagno è perpendicolare<br />
al piano delle teste dei metatarsi a contatto col suolo, ed è la fascia<br />
plantare che mantiene le posizioni relative di calcagno e il profilo<br />
dell‟arco, assorbendo circa il 60% delle forze d‟impatto.<br />
Durante la fase di propulsione o push-off, le dita si estendono e<br />
l‟aumento di tensione nella fascia innalza l‟arco mediale facilitando la<br />
supinazione (meccanismo o effetto argano).<br />
La pronazione immediata alla ripresa del carico appiattisce l‟arco<br />
mediale e favorisce l‟assorbimento dello shock.<br />
15
1.6. BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA<br />
Il complesso articolare del retro piede, coadiuvato dalla rotazione<br />
assiale del ginocchio, realizza l‟equivalente di una sola articolazione<br />
con tre gradi di libertà che permette di orientare la volta plantare in<br />
tutte le direzioni.<br />
I tre assi principali di questo complesso articolare si incontrano<br />
approssimativamente a livello del retro piede. Quando il piede è in<br />
posizione di riferimento (quando il piano della pianta del piede è<br />
perpendicolare all‟asse della gamba) i tre assi sono perpendicolari fra<br />
loro.<br />
L’asse trasversale passa per i due malleoli e corrisponde<br />
all‟asse della tibio-tarsica. E‟ compreso nel piano frontale e<br />
condiziona i movimenti di flesso-estensione del piede che si<br />
effettuano nel piano sagittale.<br />
L’asse longitudinale della gamba è verticale e condiziona i<br />
movimenti di adduzione-abduzione del piede, che si effettuano<br />
nel piano trasversale. Questi movimenti sono possibili grazie<br />
alla rotazione assiale del ginocchio flesso. In piccola misura<br />
questi movimenti di adduzione-abduzione rilevano articolazioni<br />
della parte posteriore del tarso.<br />
L’asse longitudinale del piede è orizzontale e contenuto in un<br />
piano sagittale. Condiziona l‟orientamento della pianta del<br />
piede permettendole di “guardare” sia direttamente in basso, sia<br />
16
in fuori, sia in dentro. Questi movimenti vengono<br />
rispettivamente chiamati di pronazione e supinazione. (4)<br />
I movimenti di flessione e di estensione<br />
La posizione di riferimento per la flesso -<br />
estensione del piede, come già detto, si realizza<br />
quando il piano plantare è perpendicolare all'asse<br />
longitudinale della gamba. Partendo da questa<br />
posizione, la flessione del piede (che può essere attribuita alla<br />
caviglia), è il movimento che avvicina il dorso del piede alla faccia<br />
anteriore della gamba, mentre l'estensione del piede allontana il dorso<br />
dello stesso dalla faccia anteriore della gamba e lo porta a disporsi sul<br />
prolungamento della stessa. L'angolo di flesso-estensione del piede<br />
viene misurato come l'angolo che la pianta del piede forma con l'asse<br />
verticale della gamba. In flessione questo angolo ha valori massimi<br />
tipici che variano da 20° a 30°, mentre in estensione la sua ampiezza<br />
varia da 30° a 50°.<br />
I movimenti di abduzione-adduzione<br />
La posizione di riferimento è con il piede sul piano orizzontale, in<br />
queste condizioni si ha un movimento di abduzione quando la punta<br />
del piede si porta in dentro, verso il piano di simmetria del corpo,<br />
mentre si ha un movimento di adduzione quando la punta del piede<br />
gira all'esterno e sì allontana dal piano di simmetria. L'ampiezza dei<br />
movimenti di adduzione-abduzione eseguiti unicamente nel piede<br />
17
varia dai 35° ai 45°. Va tenuto presente che il movimento del piede sul<br />
piano orizzontale può essere aumentato grazie alla somma delle<br />
rotazioni esterne - interne del ginocchio e dell'anca che possono<br />
portare il piede ad abduzioni di 90°.<br />
I movimenti di rotazione interna-esterna<br />
La posizione di riferimento è quella definita per il movimento di<br />
flesso - estensione.<br />
La rotazione interna è il movimento che orienta la pianta del piede<br />
verso l'interno, questo movimento viene indicato come supinazione.<br />
L'ampiezza di questo movimento è di circa 50°.<br />
La rotazione esterna è il movimento che orienta la pianta del piede<br />
verso l'esterno, viene indicato come movimento di pronazione.<br />
L'ampiezza di questo movimento è circa la metà di quello di<br />
supinazione e varia dai 20° ai 25°.<br />
Le superfici della tibio-tarsica<br />
La tibio-tarsica, paragonata ad un modello meccanico può essere<br />
descritta così:<br />
Una parte inferiore, l‟astragalo, a superficie cilindrica a grande<br />
asse trasversale;<br />
Una parte superiore, l‟estremità inferiore della tibia e del<br />
perone, che formano un blocco, la cui faccia inferiore è scavata<br />
da un segmento di cilindro complementare al precedente.<br />
18
Il cilindro pieno (puleggia astragalica), incastrato nel segmento di<br />
cilindro cavo, mantenuto lateralmente fra i due fianchi della parte<br />
superiore, può effettuare dei movimenti di flessione ed estensione<br />
attorno all‟asse trasversale.<br />
La puleggia astragalica è costituita da tre parti: una faccia superiore e<br />
due laterali.<br />
La faccia superiore, convessa dall‟avanti all‟indietro, è solcata<br />
longitudinalmente da una depressione assiale, verso la quale<br />
convergono il versante interno ed esterno della troclea.<br />
La faccia interna è piana e sagittale, entra in contatto con la<br />
faccetta articolare della faccia esterna del malleolo interno,<br />
ricoperta dalla cartilagine che continua quella della faccia<br />
inferiore del mortaio tibiale.<br />
La faccia esterna, è fortemente inclinata in fuori, concava<br />
dall‟alto in basso ed anche dall‟avanti in dietro; entra in contatto<br />
con la faccetta articolare della faccia interna del malleolo<br />
peroneale. (4)<br />
19
CAPITOLO SECONDO<br />
LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA<br />
Con il termine distorsione si indica il complesso delle lesioni causate<br />
da un trauma che sollecita un‟articolazione al di là dei gradi fisiologici<br />
del movimento. (2)<br />
Le distorsioni di caviglia rappresentano le lesioni più frequenti in<br />
traumatologia dello sport.<br />
L‟articolazione tibio-tarsica e il piede rappresentano le strutture che<br />
ricevono il carico di tutto il corpo in posizione antigravitaria sia statica<br />
che dinamica e posseggono una conformazione anatomica ben<br />
adeguata a questa funzione. Lo spesso cuscinetto calcaneare e del<br />
polpastrello delle dita ha la funzione di assorbire l‟urto nelle varie fasi<br />
del cammino e della corsa e le articolazioni sono capaci degli<br />
adattamenti necessari al miglior equilibrio su una grande varietà di<br />
terreni. A causa di queste concentrazioni di forze, il piede e la<br />
tibiotarsica sono frequentemente interessati da deformità e insulti che<br />
di solito non colpiscono altri segmenti del corpo. Poiché<br />
l‟articolazione tibiotarsica è sottoposta al carico ed è importante per la<br />
deambulazione, essa deve essere sia stabile che mobile. (5)<br />
La stabilità di un‟articolazione dipende dai vincoli intrinseci costituiti<br />
dalla configurazione ossea e dal contenimento attivo e passivo dei<br />
tessuti molli. La caviglia, in posizione neutra, è un‟articolazione<br />
20
abbastanza stabile perché la porzione anteriore della troclea<br />
dell‟astragalo, che è più ampia, è stretta nel mortaio tibioperoneale.<br />
Durante la flessione plantare, nella cavità articolare tibioperoneale<br />
viene a trovarsi la parte posteriore della troclea dell‟astragalo, che<br />
essendo più stretta ha maggiore spazio a disposizione; ciò consente<br />
movimenti di lateralità e in particolare di supinazione. Il contenimento<br />
attivo dei tessuti molli dipende dall‟unità muscolo-tendinea coinvolta<br />
nel movimento e nel sostegno dell‟articolazione. Tuttavia, l‟astragalo,<br />
non avendo inserzioni tendinee, deve far affidamento, in modo<br />
indiretto, sull‟azione muscolare che agisce sulle ossa adiacenti. Il<br />
sostegno passivo è garantito dai legamenti mediale, laterale e<br />
posteriore e della sindesmosi. Il complesso legamentoso laterale è la<br />
struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni di caviglia. (6)<br />
Traumi in inversione o in eversione possono stirare o lacerare i<br />
legamenti di supporto dell‟articolazione e creare un‟instabilità.<br />
21
2.1. MECCANISMI TRAUMATICI<br />
I meccanismi traumatici della distorsione sono principalmente due, in<br />
inversione e in eversione.<br />
Distorsione in inversione: prevalentemente in associazione a<br />
flessione plantare genera uno stress laterale con interessamento<br />
del legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA) e comparsa<br />
del cassetto anteriore. Se la distorsione è grave può interessare<br />
anche il peroneo-calcaneare e in rare circostanze anche il<br />
legamento peroneo-astragalico posteriore (PAP). Se associata<br />
invece alla dorsi-flessione può ledere dapprima il legamento<br />
peroneo-calcaneare (PC) e poi il peroneo-astragalico anteriore.<br />
Distorsione in eversione: è interessato il legamento deltoideo.<br />
(2)<br />
22
2.2. CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI<br />
Esistono due diverse classificazioni delle distorsioni. La prima divide<br />
la gravità della distorsione in tre gradi, mentre la seconda le classifica<br />
in quattro gradi.<br />
Secondo la prima classificazione la distorsione della caviglia può<br />
essere di 1º, 2º, o 3º grado secondo la gravità della lesione:<br />
Grado 1º: stiramento del legamento senza lacerazione<br />
microscopica, lieve gonfiore e dolore alla palpazione sulle<br />
strutture interessate, piccola perdita di funzionalità, assenza di<br />
instabilità articolare.<br />
23
Grado 2º: microscopica lacerazione parziale del legamento con<br />
moderato dolore spontaneo, gonfiore e dolore alla palpazione<br />
sulle strutture interessate, piccola perdita di funzionalità e<br />
un‟instabilità articolare da lieve a moderata.<br />
Grado 3º: rottura completa del legamento con accentuato<br />
gonfiore, versamento ematico e dolore alla palpazione. Sono<br />
presenti perdita funzionale e una grave instabilità articolare. I<br />
pazienti non riescono a caricare il peso corporeo<br />
sull‟articolazione. (2)<br />
24
La seconda classificazione prevede quattro gradi diversi:<br />
Grado 0º : non vi è rottura dei legamenti, presente modesta<br />
tumefazione, talvolta piccolo ematoma laterale, dolenzia<br />
premalleolare laterale.<br />
Grado 1º : rottura isolata del peroneo-astragalico anteriore,<br />
tumefazione laterale crepitante con ematoma, dolore all‟angolo<br />
peroneo-tibiale, carico con dolore.<br />
Grado 2º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del<br />
peroneo-calcaneare e dell‟astragalo-calcaneare. É presente<br />
ematoma laterale-mediale, dolore sotto e premalleolare esterno,<br />
aumento della mobilità laterale e zoppia.<br />
Grado 3º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del<br />
peroneo-calcaneare, dell‟astragalo-calcaneare e dell‟interosseo.<br />
Nell‟angolo tibio-peroneale anteriore è presente edema ed<br />
ematoma. Il test del cassetto risulta positivo; i pazienti non<br />
riescono a caricare sull‟arto.<br />
25
2.3. EZIOPATOGENESI<br />
Il meccanismo eziopatogenetico è estremamente importante, perché<br />
permette di capire quali strutture anatomiche siano interessate dalla<br />
distorsione di caviglia. Il trauma è quasi sempre indiretto, è può<br />
avvenire in uno dei seguenti modi:<br />
con l‟arto in appoggio, un trauma in inversione della caviglia,<br />
interessa la capsula laterale, i legamenti peroneo-astragalico<br />
anteriore, peroneo-calcaneare o peroneo-astragalico posteriore,<br />
26
la sindesmosi tibio-peroneale e i legamenti del compartimento<br />
mediale.<br />
con arto in appoggio, un trauma in eversione della caviglia,<br />
interessa la capsula mediale, il legamento deltoideo, la<br />
sindesmosi tibio-peroneale, e i legamenti del compartimento<br />
laterale. (7)<br />
2.4. FATTORI DI RISCHIO<br />
Fattoti anatomici:<br />
piede cavo; piede piatto<br />
dismetria degli arti inferiori<br />
difetti di assialità<br />
sovrappeso<br />
Fattori funzionali:<br />
squilibri muscolari<br />
Errori di allenamento:<br />
gesto atletico non fisiologico<br />
allenamento non corretto<br />
Biomeccanica della corsa:<br />
appoggio con pronazione o supinazione accentuata<br />
Tipi di scarpa:<br />
calzature inadatte, scarpe usurate<br />
Terreni di allenamento:<br />
irregolari, superfici dure<br />
27
2.5. EPIDEMIOLOGIA<br />
Nel mondo dello sport, tutti gli atleti, almeno una volta, hanno avuto<br />
un problema alla caviglia. Grande o piccolo che sia, il trauma alla<br />
caviglia lascia sempre qualche strascico come dolore, gonfiore o<br />
incapacità di ripetere i gesti atletici in modo corretto.<br />
Nell‟esame della letteratura recente troviamo studi epidemiologici<br />
che hanno preso in considerazione sport con cambi di direzione<br />
(pivoting) e di lateralità (cutting) in cui sono in gioco intense forze<br />
rotatorie e traslatorie a carico dell‟arto inferiore. E‟ emerso che<br />
durante l‟attività in catena cinetica chiusa i traumi distorsivi<br />
dell‟articolazione tibio-tarsica rappresentano l‟evento traumatologico<br />
principale (40% nel volley, 13,6% nel calcio, 50% nella pallacanestro<br />
e 22% nel football) e che il meccanismo di lesione è ricollegabile per<br />
il 90% a traumi in inversione, ovvero: flessione plantare della<br />
tibiotarsica, varismo sottoastragalico, flessione interna mediotarsica.<br />
Purtroppo le lesioni distorsive di caviglia sono solite e recidive se non<br />
vengono trattate correttamente. Anche dopo che il trauma è stato<br />
curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al<br />
30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da<br />
sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed<br />
insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del<br />
piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi<br />
distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto.<br />
Anche nella popolazione non sportiva, la distorsione della tibiotarsica<br />
costituisce un evento abbastanza frequente, correlato spesso a percorsi<br />
su terreni sconnessi, ostacoli e l‟utilizzo di calzature non idonee. Per<br />
28
quanto riguarda la terapia, le lesioni di 1º e 2º grado richiedono un<br />
trattamento conservativo, mentre le lesioni di 3º grado, cioè le più<br />
gravi, qualche volta richiedono un trattamento chirurgico. (2)<br />
2.6. SEGNI E SINTOMI<br />
Da un punto di vista obiettivo, si può osservare, in fase acuta, la<br />
presenza di una tumefazione anteperimalleolare, frequente e<br />
caratteristica, perché alla distorsione si associa anche la rottura di un<br />
piccolo vaso arterioso presente lungo il decorso del legamento<br />
peroneo-astragalico anteriore. È presente dolorabilità alla palpazione<br />
dei legamenti nelle sedi interessate e durante le mobilizzazioni dei<br />
legamenti lesionati lungo i piani articolari di competenza. (1)<br />
Ispezione<br />
Obiettivamente, la caviglia appare ecchimotica e tumefatta, nella<br />
regione maggiormente interessata dal trauma: lateralmente nei traumi<br />
in inversione, medialmente nei traumi in eversione, bilateralmente nei<br />
traumi di media entità o gravi. (7)<br />
Palpazione<br />
Alla palpazione, devono essere palpati i malleoli ed i legamenti del<br />
compartimento laterale, mediale e la sindesmosi tibio-peroneale. È<br />
29
importante ricercare i punti dolenti lungo il percorso dei legamenti<br />
peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare, peroneo-astragalico<br />
posteriore, sindesmosi tibio-peroneale e deltoideo. In questo modo è<br />
possibile rendersi conto se si tratta di una distorsione lieve, ad<br />
interessamento prevalentemente monocompartimentale, media, per<br />
l‟interessamento di più legamenti o grave, per la rottura di vari<br />
legamenti. È importante nei traumi in inversione palpare anche il 5º<br />
metatarsale, in quanto si associa spesso la frattura della base del 5º<br />
metatarsale, per trauma diretto. (7)<br />
Dolore<br />
Il dolore si avverte nella zona superiore esterna del piede ed<br />
eventualmente nella regione interna, coincide infatti con i legamenti<br />
lesionati.<br />
Insufficienza Funzionale<br />
Il paziente non riesce a caricare il peso del corpo sull‟arto colpito.<br />
30
CAPITOLO TERZO<br />
QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE<br />
In letteratura si trovano numerosi casi relativamente alla Distorsione<br />
di Caviglia, ma non esiste un percorso valutativo standard<br />
univocamente riconosciuto e applicato in ambito clinico. Ciò<br />
nonostante esistono aspetti della patologia che vengono comunemente<br />
ricercati da tutti, seppur con modalità diverse. Secondo tutti gli autori<br />
presi in considerazione la diagnosi della Distorsione di Caviglia si<br />
raggiunge principalmente con un esame clinico anche se, in alcuni<br />
casi, trovano indicazioni la RMN per indagare lo stato dei tessuti molli<br />
e la radiografia per escludere la presenza di eventuali fratture.<br />
Spesso però la preoccupazione di ricorrere a mezzi diagnostici<br />
strumentali per dimostare la causa di un dolore e la disabitudine alla<br />
diagnosi clinica fanno trascurare la reale causa dei sintomi. Questo<br />
comporta uno spreco enorme di risorse economiche e di tempo così<br />
che, per indagini diagnostiche inutili e trattamenti riabilitativi<br />
inconcludenti, la distorsione può diventare così invalidante da<br />
impedire lo svolgimento dei compiti lavorativi e sportivi e, nei casi<br />
più gravi, limitare le normali attività della vita quotidiana.<br />
31
3.1. ESAME SOGGETTIVO<br />
Durante l‟esame soggettivo vengono ricavate dal colloquio con il<br />
paziente e dalle indagini mediche numerose informazioni per poter<br />
identificare e inquadrare meglio il problema.<br />
Si registra la localizzazione dei sintomi (area dei sintomi correnti) che<br />
il paziente riferisce su un grafico del corpo; occorre essere precisi<br />
poiché non sempre l‟area dei sintomi corrisponde poi alla struttura<br />
responsabile (dolore proiettato).<br />
Le aree asintomatiche ma pertinenti vanno comunque spuntate sul<br />
grafico, per essere sicuri di avere interrogato il paziente anche su<br />
queste.<br />
L‟esame continua indagando le caratteristiche del dolore: la qualità<br />
(sordo, lancinante, bruciante, superficiale, profondo o altro);<br />
l‟intensità, utilizzando ad esempio la scala analogico-visiva o VAS<br />
che permette di quantificare il dolore e di seguirne l‟andamento nel<br />
tempo; la relazione tra i sintomi.<br />
È necessario capire se ci sono fattori aggravanti, movimenti o<br />
posizioni che intensificano i sintomi, e indagare sulle abitudini di vita<br />
e sulle attività lavorative e sportive del paziente, per identificare<br />
eventuali condizioni sfavorevoli. Altrettanto importanti sono eventuali<br />
fattori allevianti, sapere cosa fa il paziente per diminuire la<br />
sintomatologia e i movimenti o posizioni di maggior comfort.<br />
32
L‟andamento dei sintomi nell‟arco delle 24 ore ci dà informazioni<br />
importanti sul sintomo per comprenderne la gravità (grado di<br />
limitazione del movimento/funzione), irritabilità (se e quanto aumenta<br />
su provocazione, e quanto tempo impiega a scomparire) e la natura.<br />
Va indagata la sintomatologia notturna (difficoltà ad addormentarsi o<br />
risveglio a causa del dolore) e modifiche che possono aver influito<br />
sulla sintomatologia. La sintomatologia al mattino è altrettanto<br />
importante, il dolore prolungato e la rigidità che si allevia col<br />
movimento suggerisce una natura infiammatoria , mentre una forte<br />
rigidità mattutina associata o meno a minimo dolore indirizza verso la<br />
natura degenerativa.<br />
Concludendo nel colloquio facciamo riferimento alla condizione<br />
presente (storia delle aree sintomatiche , come e quando è iniziato il<br />
sintomo, come si è modificato), alla storia medica passata per avere<br />
dettagli su qualunque precedente attinente al problema (episodi<br />
trascorsi trattamenti in passato) e a domande speciali per determinare<br />
la salute generale del paziente e la natura della sue condizioni (se<br />
prende dei farmaci, ecc) e individuare precauzioni e controindicazioni<br />
al trattamento.<br />
33
3.2. ESAME OGGETTIVO (FISICO)<br />
Durante l‟esame fisico lo scopo del clinico è quello di “osservare” e di<br />
trovare test fisici che possano riprodurre il sintomo. Ogni test è usato<br />
per valutare l‟efficacia del trattamento, sia nella sessione che tra una<br />
seduta e l‟altra.<br />
La prima parte dell‟esame si basa esclusivamente sull‟osservazione. In<br />
un primo momento l‟osservazione è informale, mentre il paziente è in<br />
situazioni statiche e dinamiche, si notano la qualità dei movimenti, le<br />
caratteristiche posturali e l‟espressione della faccia, e proseguirà fino<br />
alla fine dell‟esame fisico.<br />
Si passa all‟osservazione formale, più dettagliata, dove il terapista<br />
controlla la postura del paziente a livello della colonna vertebrale e<br />
degli arti inferiori, nel profilo anteriore, laterale e posteriore mentre<br />
sta in piedi, notando la posizione assunta nei piani frontale, sagittale, e<br />
orizzontale. Il clinico deve correggere passivamente qualunque<br />
asimmetria. L‟esame continua osservando la massa e il tono<br />
muscolare, confrontando i due lati, ponendo attenzione anche sulla<br />
qualità e il colore della pelle e la presenza di gonfiori o cicatrici. La<br />
palpazione della parte ci può dare informazioni utili sulla temperatura,<br />
il gonfiore, la presenza di edemi e versamenti, la dolorabilità dei<br />
tessuti superficiali e le alterazioni della sensibilità.<br />
In ultima istanza il clinico valuta l‟andatura, da davanti, dietro e di<br />
lato, guardando bacino, anche, ginocchia, caviglia e piedi.<br />
34
Durante l‟esame è sempre necessario osservare l‟atteggiamento del<br />
paziente (età, sesso, etnia, ambiente sociale, ecc.) in modo da<br />
rapportarsi in maniera adeguata e costruire una relazione di fiducia per<br />
accrescere la disponibilità verso il trattamento.<br />
La seconda parte dell‟esame clinico si basa sulla valutazione dei<br />
movimenti fisiologici attivi (effettuati dal paziente) e passivi<br />
(effettuati dal terapista) in modo da verificare la qualità del<br />
movimento, la portata, la presenza di resistenze e l‟andamento del<br />
dolore (locale e proiettato).<br />
Successivamente si valuta anche la forza muscolare. L‟operatore pone<br />
resistenza manuale durante lo svolgimento da parte del paziente di un<br />
determinato movimento (flessione, estensione, adduzione, abduzione,<br />
pronazione e supinazione) in modo da valutare la forza del muscolo<br />
singolo o del gruppo muscolare.<br />
Si nota anche la capacità di carico sul piede, da senza a carico<br />
completo.<br />
Infine vengono applicati al paziente dei test, speciali e differenziali,<br />
che saranno di notevole aiuto per meglio identificare la zona di origine<br />
dei sintomi. I test speciali sono altamente significativi e vengono<br />
applicati per confermare il pensiero che la sintomatologia possa essere<br />
determinata da una certa struttura. Quelli differenziali servono invece<br />
per escludere altre zone come possibili cause del dolore.<br />
Durante la stazione eretta possiamo anche osservare alcune alterazioni<br />
posturali.<br />
Si osserva la morfologia del piede e l‟allineamento della gamba con il<br />
piede su tutti i piani.<br />
35
Si ispezionano entrambe le scarpe per avere indicazioni sulla<br />
distribuzione dei carichi e sul tipo di appoggio abituale del paziente<br />
durante il cammino, notando le zone di differente consunzione ed<br />
eventuali asimmetrie tra destra e sinistra.<br />
36
3.3. TEST DI STABILITÀ<br />
Per effettuare un esame fisico accurato è sempre necessario valutare,<br />
oltre la zona ipotizzata come centrale del dolore, anche altre strutture<br />
che possono essere identificate come la causa della sintomatologia<br />
avvertita dal paziente.<br />
Per individuare segni di instabilità articolare vengono di solito<br />
utilizzati il test del cassetto anteriore e il test di inclinazione<br />
dell’astragalo.<br />
Test del cassetto anteriore<br />
Viene effettuato stabilizzando con una mano anteriormente la parte<br />
distale della tibia e tirando in avanti con l‟altra mano, posta dietro il<br />
tallone, il piede in leggera flessione plantare. Un risultato positivo, >5<br />
mm di traslazione anteriore, indica una rottura del PAA.<br />
37
Test di inclinazione dell‟astragalo<br />
Viene eseguito stabilizzando con una mano la porzione distale della<br />
tibia e supinando contemporaneamente astragalo e calcagno con l‟altra<br />
mano. Un risultato positivo, >5 mm con un limite finale elastico,<br />
indica una lesione combinata del PAA e del PC.<br />
È importante confrontare sempre la caviglia affetta con quella<br />
controlaterale perché alcuni pazienti sono per natura più flessibili<br />
(lassità legamentosa generalizzata) e questo potrebbe portare a un test<br />
falso positivo. (6)<br />
38
3.4. SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI<br />
Anche se la diagnosi di distorsione di caviglia si può raggiungere<br />
attraverso l‟esame clinico, in alcuni casi trovano indicazione l‟utilizzo<br />
degli esami strumentali.<br />
La valutazione radiografica è utile per evidenziare o escludere<br />
eventuali lesioni ossee come le fratture malleolari e della base del 5°<br />
metatarso.<br />
Esami più specifici come la RMN o la TAC mettono in luce<br />
alterazioni dei tessuti molli oltre che l‟ispessimento e la presenza di<br />
edema.<br />
39
CAPITOLO QUARTO<br />
TRATTAMENTO<br />
4.1. OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE<br />
Recupero del ROM<br />
Recupero della forza muscolare<br />
Recupero di propriocettività e stabilità articolare<br />
Recupero della funzionalità all‟interno del proprio stile di vita<br />
4.2. OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE<br />
TERAPEUTICHE<br />
Controllo delle turbe trofiche: benda elestica, FANS,<br />
crioterapia, massaggio di drenaggio, bagni alternati (ginnastica<br />
vascolare)<br />
Controllo del dolore: correnti antalgiche (TENS), ultrasuoni,<br />
MTP, infiltrazione di anestetici locali<br />
Recupero articolare selettivo attraverso una mobilizzazione<br />
inizialmente passiva, poi attiva e resistita con esercizi eseguiti<br />
fuori carico (flessione, estensione, inversione, eversione),<br />
posture, manipolazioni<br />
40
Recupero stabilità attraverso utilizzo di tavolette propriocettive<br />
instabili per recuperare la capacità di reazione della caviglia<br />
alle destabilizzazioni<br />
Recupero forza muscolare: rinforzo dei muscoli peronieri,<br />
tibiali, tricipite, estensore lungo dell‟alluce ed estensore lungo<br />
delle dita, prima contro resistenza manuale poi con bande<br />
elastiche; rinforzo dei muscoli flessori delle dita<br />
Esercizi in carico eseguiti in punta di piedi in appoggio<br />
bipodalico, aumento progressivo dell‟intensità degli esercizi e<br />
del carico con abbandono progressivo delle canadesi<br />
Esercizi in CCA<br />
Esercizi in CCC che reintegrano il piede nella funzione dell‟arto<br />
inferiore<br />
Rinforzo isocinetico per riequilibrare la coppia<br />
inversori/eversori<br />
Riprogrammazione neuromotoria (propriocettiva)<br />
Recupero del gesto funzionale: inserimento di eserizi specifici<br />
che richiamino il gesto atletico proprio dello sport praticato.<br />
4.3. PRIMO INTERVENTO<br />
Nelle distorsioni è importantissimo il primo intervento cioè quello in<br />
campo. Nel caso non fosse presente un medico al momento del<br />
trauma, l‟atleta dovrebbe essere in grado di adottare i comportamenti<br />
più appropriati.<br />
41
Il trattamento di una distorsione richiede per prima cosa l‟applicazione<br />
di ghiaccio e l‟elevazione dell‟arto. Dopo aver tolto calza e scarpa, la<br />
caviglia deve essere fasciata con un bendaggio compressivo e non<br />
bisogna caricare il peso corporeo sull‟arto. Dopo circa cinque minuti il<br />
dolore in genere diminuisce, la fasciatura viene rimossa e la caviglia<br />
può essere esaminata accuratamente. In questa fase è importante che<br />
la caviglia venga valutata da personale medico che eseguendo test<br />
specifici effettuerà la diagnosi del grado di lesione, per la scelta del<br />
trattamento più appropriato.<br />
Se si sospetta una distorsione grave (2° o 3° grado) si deve applicare<br />
una fasciatura semirigida mantenendo l‟arto in scarico fino<br />
all‟effettuazione di un esame radiografico, che escluda la presenza di<br />
una frattura.<br />
Tuttavia dovrebbe essere applicato un taping di protezione per evitare<br />
ulteriori stress alle strutture interessate dal trauma.<br />
La caviglia andrà nuovamente controllata per essere trattata secondo<br />
le necessità.<br />
42
4.4. FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI<br />
LESIONE<br />
La letteratura attuale sostiene come metodo preferito di trattamento<br />
per le distorsioni della caviglia la riabilitazione funzionale, che<br />
permette, rispetto all‟immobilizzazione con gesso, un più precoce<br />
ritorno al lavoro e all‟attività fisica senza determinare un tasso più alto<br />
di sintomi tardivi (instabilità di caviglia, dolore, rigidità e ipostenia<br />
muscolare). (6)<br />
Immediatamente dopo la lesione nella fase acuta ( -Lesione-<br />
prevalgono la sintomatologia algica, i segni infiammatori e<br />
l‟insufficienza funzionale) viene seguito il principio RICE (Rest, Ice,<br />
Compression, Elevation)<br />
Rest (riposo): può essere un‟immobilizzazione totale nei casi<br />
più gravi, oppure un‟immobilizzazione “funzionale” nei casi di<br />
minore gravità. Spesso si utilizzano antibrachiali per qualche<br />
giorno.<br />
Ice (ghiaccio): fondamentale agente fisico con importante<br />
azione antalgica e di arresto dell‟emorragia tissutale, contrasta<br />
la formazione di ematomi che possano poi interferire con il<br />
processo di riparazione tissutale.<br />
Compression (compressione): attraverso una benda elastica si<br />
effettua un bendaggio compressivo con lo scopo di contrastare<br />
ancora il travaso ematico e la conseguente formazione di<br />
ematoma e stasi periferica.<br />
43
Elevation (elevazione): l‟arto deve essere posto in elevazione<br />
per ridurre la pressione di scarico dei capillari e contrastare<br />
ancora una volta il travaso ematico post-traumatico.<br />
L‟obiettivo è ridurre l‟eventuale ematoma, la tumefazione,<br />
l‟infiammazione e il dolore. In funzione della gravità della lesione si<br />
consiglia un periodo di immobilizzazione.<br />
Negli stiramenti di grado 1 e 2, come immobilizzazione viene<br />
utilizzato un tutore per la caviglia. Negli stiramenti di grado 3 uno<br />
stivale gessato amovibile offre maggiore stabilità e protezione e<br />
permette un carico precoce meno doloroso. L‟immobilizzazione<br />
continua per qualche giorno negli stiramenti lievi e fino a 3 settimane<br />
negli stiramenti di 3° grado. Quando gli stiramenti di 3° grado<br />
migliorano, lo stivale gessato viene sostituito con un tutore di caviglia.<br />
(6)<br />
Nella fase subacuta (-Riparazione-Guarigione- diminuzione della<br />
sintomatologia algica, dei segni infiammatori e inizio del ripristino<br />
funzionale) , gli obiettivi includono una riduzione continua della<br />
tumefazione, dell‟infiammazione e del dolore mentre si dà inizio ad<br />
alcuni movimenti, esercizi di rinforzo e appropriati esercizi di carico.<br />
In questo periodo vi è la proliferazione delle fibre collagene e stress<br />
eccessivi sui legamenti possono indebolire i tessuti. (6)<br />
L‟ultima fase (-Rimodellamento- scomparsa dell‟infiammazione,<br />
controllo completo del dolore e ripresa funzionale sempre maggiore)<br />
si concentra sull‟aumento della forza, della resistenza, dell‟equilibrio e<br />
della propriocezione in carico. Durante questa fase di maturazione<br />
44
della cicatrizzazione del legamento, circa 3 settimane dopo la lesione,<br />
uno stretching controllato dei muscoli e dei movimenti<br />
dell‟articolazione favorisce un orientamento più normale delle fibre<br />
collagene, parallelo alle linee di tensione. È stato provato che esercizi<br />
ripetuti durante questa fase aumentano la forza meccanica e strutturale<br />
del legamento. (6)<br />
4.5. STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO<br />
1. Strategie per il recupero del ROM<br />
Al fine di ristabilire la normale meccanica e cinematica articolare il<br />
lavoro di articolarità deve essere iniziato il più precocemente<br />
possibile, compatibilmente con le indicazioni mediche, e a seconda<br />
dello scopo prefissato possono essere utilizzate varie tecniche di<br />
mobilizzazione. Si inizia con dei movimenti passivi, per poi passare a<br />
quelli attivi, aumentando i gradi di articolarità progressivamente.<br />
Dorsiflessione<br />
Supinazione<br />
Circonduzione del piede<br />
Flessione plantare<br />
Pronazione<br />
45
2. Strategie per il recupero della forza muscolare<br />
Isometria nel raggio indolore<br />
Flessione ed estensione le dita<br />
Afferramento di oggetti con le dita<br />
Esercizi con Theraband e cavigliere con pesi<br />
(eccentrici/concentrici e isotonici)<br />
Esercizi in carico<br />
a) Sollevare i talloni<br />
b) Sollevare le punte<br />
c) Mettere un piede su un gradino<br />
d) Accovacciarsi (6)<br />
3. Riabilitazione propriocettiva<br />
Metodica riabilitativa di riattivazione dei riflessi propriocettivi<br />
(articolari e muscolari) ponendo l‟arto inferiore in condizioni di<br />
equilibrio precario in modo che il paziente comprenda l‟instabilità<br />
conseguente all‟evento distorsivo, la controlli e la elimini attraverso<br />
un perfetto coordinamento neuromuscolare.<br />
Il soggetto progressivamente impara a resistere a situazioni<br />
d‟instabilità sempre crescenti creandodei riflessi condizionati che<br />
sostituiscono quelli perduti con il trauma e contemporaneamente<br />
potenzia i muscoli stabilizzatori del complesso articolare leso. (2)<br />
a) Criteri<br />
Iniziare la rieducazione il più precocemente possibile (anche<br />
nella fase di non carico) con movimenti non dolenti<br />
46
(prevalentemente flesso-estensione) per poi proseguirla e<br />
intensificarla (in carico parziale e poi totale in appoggio<br />
monopodalico) con i movimenti maggiormente difficili da<br />
controllare (prono-supinazione, eversione-inversione)<br />
Necessaria la piena partecipazione attiva del paziente che deve<br />
essere dapprima concentrato sull‟esecuzione dei movimenti da<br />
compiere per poi riuscire ad attivare il controllo neuromotorio<br />
di stabilizzazione anche di fronte a stimolazioni esterne di<br />
“disturbo”<br />
b) Tecniche<br />
Tavolette (possibilmente di Freeman a uno o due punti di<br />
appoggio) con superficie d‟appoggio zigrinata per attivare i<br />
recettori della pianta del piede e della sensibilità tattile<br />
superficiale<br />
Piede assolutamente “nudo”, ben fisso e “grippante” sulla<br />
tavoletta<br />
Durante il movimento i bordi anteriore e posteriore della tavola<br />
non devono mai toccare il pavimento, ma solo sfiorarlo<br />
Eseguire gli esercizi per almeno 20 minuti tutti i giorni fino alla<br />
totale ripresa funzionale del complesso articolare e poi<br />
proseguirli 2-3 volte alla settimana come mezzo di prevenzione<br />
di recidive. (2)<br />
47
CAPITOLO QUINTO<br />
IL BENDAGGIO<br />
La tecnica del bendaggio ha riscosso interesse e consenso sempre più<br />
crescenti nel mondo della fisioterapia. Tecniche, materiali e metodi si<br />
sono sempre più evoluti nel corso degli anni, grazie soprattutto all‟uso<br />
che nello sport si è sempre più fatto di tale metodica, allo scopo di<br />
incrementare a supportare al massimo la performance degli atleti,<br />
riducendo i tempi di recupero e cercando di accelerare il ritorno<br />
all‟attività dopo un infortunio. (20)<br />
5.1. PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO<br />
La tecnica del bendaggio nasce dalla volontà di trattare una parte del<br />
corpo danneggiata, soprattutto in corrispondenza di parti molli,<br />
mediante un‟immobilizzazione parziale e una detensione del tessuto<br />
leso, possibilmente mantenendo la funzione dell‟apparato di sostegno<br />
e quello motorio, evitando così i danni conseguenti<br />
all‟immobilizzazione dovuta alle fasciature rigide.<br />
Con la completa immobilizzazione, la capsula articolare si retrae<br />
molto velocemente, la secrezione del liquido sinoviale diminuisce e,<br />
quindi, la cartilagine articolare risulta mal nutrita. (20)<br />
Per di più, la muscolatura si atrofizza, aumenta il rischio di retrazioni<br />
muscolo-tendinee e infine il deflusso venoso è disturbato; con l‟atrofia<br />
muscolare crescente si giunge all‟insufficienza della valvola venosa<br />
con conseguente comparsa di stasi. Questa, a sua volta, provoca, oltre<br />
48
la tanto incresciosa predisposizione all‟edema, una rapida atrofia da<br />
inattività ed una decalcificazione dell‟osso. (20)<br />
Se durante la guarigione il tessuto viene tenuto assolutamente<br />
immobile, la riparazione fibrosa risultante è debole. Quando non ci<br />
sono forze che agiscono sul tessuto in via di guarigione il collagene<br />
viene strutturato a caso.(21) Può essere abbondante ma è scarsamente<br />
strutturato. La guarigione fibrosa è più forte se vengono incoraggiati<br />
movimenti naturali, che forniscano ai fibroblasti le corrette indicazioni<br />
per le direzioni in cui stendere le loro fibre di collagene.<br />
Movimenti normali e cauti forniscono una naturale tensione nel<br />
tessuto in via di guarigione e la guarigione risultante è molto più forte.<br />
(21)<br />
5.2. EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO<br />
Già nel XIX secolo incontriamo, come testimoniano alcune tavole<br />
illustrate, i primi tentativi di codifica delle tecniche di bendaggio<br />
specifiche per diversi distretti anatomici con utilizzo di bende in<br />
tessuto associate a materiali rigidi (prime forme di tutore rigido o<br />
gesso) mentre nella prima metà del novecento si confezionavano, nelle<br />
semplici realtà rurali, dei bendaggi con tessuto (sostituiva le moderne<br />
bende), albume d‟uovo (rapprendendosi l‟albume conferiva al<br />
bendaggio maggiore consistenza e stabilità) e una moneta da una lira<br />
49
( la lira era costituita in gran parte da zinco che ossidandosi produceva<br />
l‟ossido di zinco le cui proprietà antiedemigene sono ben note). (28)<br />
Negli anni 50 negli USA i trainers americani utilizzavano delle bende<br />
adesive anelastiche, prodotte dalla tecnologia del dopoguerra per<br />
conferire una maggiore stabilità meccanica soprattutto ad alcune<br />
articolazioni come caviglia, ginocchio, dita e polsi: questo tipo di<br />
materiale viene utilizzato anche oggi con il nome di “tape”, mentre la<br />
tecnica che lo vede protagonista è definita “taping”. Il tape presenta<br />
fin da subito assieme alla sua vasta diffusione sul mercato anche i suoi<br />
limiti: infatti, essendo costituito da materiale anelastico, risulta poco<br />
adattabile alle svariate forme del nostro corpo e crea facilmente delle<br />
lesioni cutanee in assenza di materiali interposti tra la benda adesiva e<br />
la cute. Per risolvere questi problemi negli ultimi anni la ricerca<br />
scientifica ha messo a disposizione una grande varietà di bende e di<br />
nuovi materiali che hanno permesso di creare un‟innovativa e più<br />
efficace tecnica di bendaggio chiamata “bendaggio funzionale”.<br />
La grande innovazione del bendaggio funzionale consiste nell‟utilizzo<br />
associato del vecchio tape con le più moderne bende elastiche adesive<br />
o coesive che permette una maggior compliance da parte del paziente<br />
ed una maggiore efficacia del bendaggio che risulta così in grado di<br />
proteggere l‟articolazione o l‟unità muscolare lesionata<br />
salvaguardando la libertà funzionale dei distretti anatomici vicini. Il<br />
bendaggio funzionale permette di adattarci alla fisiologia delle<br />
strutture anatomiche da bendare in relazione alla diagnosi medica.<br />
Come dall‟evoluzione del concetto di taping (bendaggio realizzato con<br />
materiale anelastico adesivo) si è passati a quello di bendaggio<br />
funzionale (tecnica mista che prevede l‟utilizzo di materiale anelastico<br />
50
adesivo associato a una struttura portante fatta di materiale elastico<br />
adesivo o coesivo) così dal bendaggio funzionale si è passati al<br />
concetto di “strapping” una tecnica di bendaggio che prevede nella sua<br />
realizzazione l‟utilizzo esclusivo di bende elastiche adesive o coesive.<br />
Risulta così evidente come il bendaggio funzionale si collochi, per la<br />
sue caratteristiche tecniche ed i materiali che utilizza, tra lo strapping<br />
ed il taping ed è proprio per questo che ha riscosso un così grande<br />
consenso nel mondo della fisioterapia sportiva soprattutto ad alto<br />
livello. (28)<br />
5.3. BENDAGGIO FUNZIONALE<br />
Per bendaggio funzionale si intende una metodica che, utilizzando<br />
bende adesive estensibili ed inestensibili opportunamente combinate,<br />
si propone di ottenere la prevenzione di singole strutture muscolo-<br />
tendinee e capsulo-legamentose da agenti patomeccanici o<br />
potenzialmente tali senza limitare la fisiologica articolarità su<br />
qualsiasi piano essa si sviluppi.<br />
Tipologia<br />
- articolari<br />
- muscolo-tendinei<br />
51
Ruolo<br />
- preventivo<br />
- terapeutico<br />
- riabilitativo<br />
Funzioni<br />
- scarico<br />
- stabilizzazione<br />
- supporto psicologico<br />
- compressione<br />
- sostegno<br />
- antalgico (24)<br />
TIPI DI BENDAGGI<br />
Bendaggi articolari<br />
Sono utilizzati a prevenzione delle strutture capsulo-legamentose<br />
stabilizzatrici passive delle articolazioni. I materiali si usano<br />
combinati in vario modo sia in rapporto al fine, sia in rapporto alla<br />
morfologia del distretto articolare da trattare.<br />
Bendaggi muscolo-tendinei<br />
Sono utilizzati a difesa delle strutture muscolari e/o tendinee.<br />
52
Bendaggi preventivi<br />
Vengono utilizzati normalmente per la gara e l‟allenamento e hanno la<br />
precisa finalità di proteggere le strutture potenzialmente più<br />
vulnerabili da specifiche sollecitazioni patomeccaniche negli sport<br />
(25)<br />
per:<br />
- difetti somatici congeniti o acquisiti<br />
- difetti di portamento<br />
- instabilità croniche secondarie a pregressi eventi traumatici<br />
- carichi iterativi submassimali cronici ad effetto lesivo cumulativo.<br />
I bendaggi preventivi devono sempre essere rimossi dopo la gara o<br />
l‟allenamento.<br />
Bendaggi terapeutici<br />
Vengono usati nel trattamento di lesioni traumatiche acute o<br />
microtraumatiche croniche in cui il danno anatomo-patologico è<br />
contenuto o assente, con il fine di ottenere la guarigione clinica della<br />
lesione evitando l‟immobilizzazione totale. (25)<br />
Bendaggi riabilitativi<br />
Vengono usati nella fase di recupero dell‟atleta, quando cioè, ottenuta<br />
la guarigione della lesione (indipendentemente dalla gravità e dal tipo<br />
di trattamento) ci si propone di ottenere un precoce ripristino della<br />
53
completa articolarità, della vigilanza propriocettiva e della<br />
coordinazione motoria, indispensabile per riportare l‟atleta nella<br />
migliore condizione di forma: le funzioni meccaniche sono di<br />
sostegno, scarico, stabilizzazione, compressione. (25)<br />
- Sostegno<br />
Articolare realizzato con cerotto da taping; ha il compito di proteggere<br />
singole strutture capsulo-legamentose da insulti patomeccanici.<br />
- Scarico<br />
Funzionale realizzato con bende estensibili nei vari piani; ha la sua<br />
applicazione ottimale sulle strutture muscolo-tendinee e ha il compito<br />
di ammortizzare sollecitazioni distrattive agenti sulle unità motorie.<br />
La tecnica prevede ancoraggi muscolari per ridurre l‟intensità della<br />
contrazione muscolare e ancoraggi tendinei che agendo sulle leve<br />
scheletriche inserzionali pongono in detensione la struttura tendinea.<br />
L‟uso della benda estensibile è preferibile al fine di evitare stop<br />
bruschi che mal si conciliano con gli automatismi neurofisiologici di<br />
queste strutture.<br />
- Stabilizzazione<br />
Articolare: con combinazione di bende estensibili e inestensibili; ha il<br />
compito di potenziare la funzione di contenzione di legamenti<br />
ipovalidi, insufficienti o comunque vulnerabili sotto lo stress del<br />
carico sportivo. La stabilità attiva è condizionata dall‟esigenza tecnica<br />
di preservare il movimento fisiologico e quindi di mantenere attiva la<br />
propriocettività. La tecnica prevede il posizionamento di nastri<br />
54
stabilizzanti lungo gli assi neutri delle articolazioni da proteggere con<br />
conseguente minor uso di materiale.<br />
- Compressione<br />
Articolare e muscolare realizzata con bende estensibili; ha il compito<br />
di esercitare un‟azione pressoria che si oppone in termini fisici alla<br />
formazione di eventuali versamenti articolari o di ematomi muscolari.<br />
Le funzioni generiche sono di supporto psicologico e antalgico-<br />
antiflogistica. (25)<br />
Supporto psicologico<br />
L‟atleta protetto dal bendaggio ritrova più rapidamente quel senso di<br />
sicurezza indispensabile per una maggiore vigilanza soggettiva ed un<br />
migliore rendimento atletico. (25)<br />
Antalgico - antiflogistica<br />
Legata al relativo riposo funzionale prodotto dal bendaggio sulla<br />
struttura lesa. Viene molto apprezzata dall‟atleta e dal tecnico poiché<br />
favorisce un rapido reinserimento dell‟atleta nell‟attività sportiva. (25)<br />
TECNICA<br />
Lo studio e lo sviluppo del bendaggio funzionale hanno permesso di<br />
codificare alcuni principi basilari che devono essere sempre tenuti<br />
presenti dai cultori della materia per evitare di incorrere in errori di<br />
indicazione che potrebbero essere altamente dannosi. E‟ opportuno<br />
55
pertanto:<br />
- fare una diagnosi utilizzando tutti i supporti clinici e strumentali<br />
necessari<br />
- analizzare la fisiopatologia del movimento traumatico<br />
- conoscere le tecniche di applicazione del taping (a palizzata,<br />
intrecciato, a farfalla, a ventaglio, ecc.) e la loro funzione<br />
- scegliere i materiali le cui proprietà strutturali risultino le più efficaci<br />
per le finalità previste dal bendaggio<br />
- evitare che il bendaggio rimanga oltre i dieci giorni per non creare<br />
fenomeni irritativi cutanei<br />
- preparare adeguatamente la cute con la depilazione e migliorare<br />
l‟adesività con l‟uso di sostanze sgrassanti e benzoino. (26)<br />
MATERIALI<br />
Un bendaggio funzionale eseguito correttamente richiede l‟uso di<br />
materiali combinati e utilizzati in modo diversificato:<br />
- bende adesive estensibili o distensibili<br />
- bende adesive inestensibili (cerotto da taping)<br />
- compresse di gomma schiuma di diverse forme e dimensioni<br />
- salvapelle il cui uso è però riservato solo a quei rari casi in cui è<br />
accertata un‟intolleranza cutanea da contatto o da allergia ai materiali<br />
adesivi o ai tessuti che compongono la trama di base delle bende<br />
- maglia tubulare distensibile di rifinitura. (27)<br />
56
Le bende adesive sono il materiale di base che costituisce il supporto<br />
fondamentale di ogni bendaggio e le loro proprietà sono legate al<br />
tessuto di supporto ed al materiale adesivo (a base di lattice o acrilica)<br />
che devono avere caratteristiche ben precise. (27)<br />
Il tessuto deve essere:<br />
- poroso per permettere la traspirazione cutanea al fine di evitare<br />
ristagni di sudore che potrebbero diminuire la tenuta del bendaggio<br />
- resistente per poter assorbire in modo soddisfacente le sollecitazioni<br />
patomeccaniche che si scaricano su di esso<br />
- di facile rottura (cerotto da taping) per permettere all‟operatore di<br />
romperlo con estrema facilità nella fase di confezione del bendaggio.<br />
Il materiale adesivo deve essere:<br />
- ipoallergenico per evitare reazioni cutanee locali che possono<br />
controindicare l‟uso di tale metodica e per la traspirazione cutanea<br />
- con buona adesività in quanto lo stretto rapporto fra cute e benda è<br />
fondamentale per la validità e la tenuta del bendaggio nel tempo. A<br />
questo proposito è bene ricordare che la cute deve essere<br />
adeguatamente preparata con accurata depilazione ed impacco con<br />
etere o sostanze simili per sgrassare e ripulire la cute stessa da<br />
eventuali residui inerti, a beneficio della tenuta del bendaggio; la<br />
benda adesiva deve inoltre essere di facile ed uniforme srotolamento<br />
per evitare tensioni involontarie nella confezione dell‟impianto di<br />
contenzione. (28)<br />
57
Le bende distensibili sono principalmente utilizzate per la loro<br />
proprietà compressiva, anche se limitatamente possono svolgere una<br />
funzione di scarico e di stabilizzazione.<br />
Le bende inestensibili hanno una peculiare funzione di sostegno, di<br />
stabilizzazione e di scarico.<br />
Il bendaggio funzionale nasce da una differente combinazione di due<br />
tipi di bende e la prevalenza di un tipo sull‟altro è in rapporto alla<br />
funzione che il bendaggio deve espletare dando priorità alla<br />
componente inestensibile se si vuole privilegiare la contrazione e la<br />
tenuta.<br />
Le compresse in gomma schiuma hanno utilizzo limitato a quei casi in<br />
cui può essere necessario rendere più efficace un‟azione compressiva<br />
locale ( lesioni muscolari acute), un‟azione di sostento (ad esempio,<br />
volta longitudinale o trasversa anteriore del piede), un‟azione di<br />
scarico (ad es. per sollevare l‟appoggio calcaneare).<br />
La maglia tubulare ha un uso facoltativo di rifinitura estetica e di<br />
maggiore stabilità dell‟impianto. (28)<br />
58
Si utilizza una benda elastica da 8 cm con partenza alla base del piede e si effettua un<br />
bendaggio a 8 base eventualmente con staffe contro laterali in TAPE o cerotto anelastico<br />
La prima staffa in TAPE viene applicata passando sotto al calcagno e sormontando<br />
successivamente i malleoli. Dopo aver fissato il lato mediale si eserciterà una forte<br />
trazione. (28)<br />
59
INDICAZIONI<br />
Le indicazioni all‟uso del bendaggio funzionale sono molteplici e si<br />
diversificano in base alla loro tipologia:<br />
- nella prevenzione: si usa in alternativa al “taping americano” e ha<br />
un‟ampia applicazione; in esso deve prevalere la componente<br />
distensibile in quanto deve essere il più dinamico possibile per potersi<br />
conciliare nel modo migliore con le necessità del “gesto atletico”. Il<br />
bendaggio preventivo non deve mai essere usato su distretti articolari<br />
“sani” dal punto di vista morfologico, statico e dinamico.<br />
- nel trattamento: si usa come presidio integrativo ma non sostitutivo<br />
dell‟apparecchio gessato; in esso sarà prevalente la componente<br />
inestensibile in quanto si deve ottenere una contenzione più rigida ed<br />
una maggiore tenuta. (28)<br />
La staffa verrà fissata in alto posteriormente, per non creare ostacolo alla circolazione e<br />
verrà centrata sui malleoli con trazione verso l‟alto. La trazione sarà applicata contro<br />
lateralmente alla lesione.<br />
60
La seconda staffa si applica col passaggio a „8‟. Si parte dal terzo distale di gamba,<br />
posteriormente e si fissa, rispettivamente, sul 4° e sul 1°metatarsale.<br />
61
CAPITOLO SESTO<br />
L’EVIDENCE<br />
6.1. L’IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA<br />
SULL’EVIDENCE<br />
La fisioterapia, come qualsiasi disciplina in ambito scientifico, deve<br />
scostarsi dalla visione della pratica professionale come applicazione<br />
della “razionalità tecnica”, un modello impregnato di Positivismo che<br />
vede la pratica come rigorosa applicazione di teorie generali e<br />
tecniche a base scientifica. In questo modo la pratica perde<br />
importanza, risultando, gerarchicamente subordinata alla teoria<br />
scientifica. (18)<br />
Le continue scoperte in ambito scientifico rendono rapidamente<br />
obsolete le pratiche e le procedure, inoltre, la grande variabilità degli<br />
scenari clinici rende difficile ricondurre a principi e regole generali<br />
ogni singola pratica professionale. Questi fattori hanno posto in rilievo<br />
la necessità di sovvertire l‟ordine di relazione tra teoria e pratica.<br />
Sulla scia di questo pensiero è nata l‟EBM (Evidence-Based<br />
Medicine), un movimento culturale che ha come fine quello che ogni<br />
operatore possa fornire al paziente la migliore assistenza, tramite<br />
l‟unione delle proprie conoscenze e della propria esperienza clinica,<br />
integrate con le ultime evidenze scientifiche presenti in letteratura.<br />
L‟agire sulla base dell‟evidence permette di costruire un modello di<br />
operatività condivisa fra tanti, riconducendosi a una generalizzazione<br />
62
non statica (cioè basata su applicazione di principi esterni all‟agire),<br />
ma derivata dall‟efficacia della pratica documentata rigorosamente.<br />
Questa nuovo approccio metodologico volto a orientare la pratica<br />
lavorativa porta il professionista a dover effettuare una costante<br />
formazione professionale (Dlgs 229/99) ed una continua ricerca di<br />
evidenze in letteratura, per rimanere sempre aggiornato con le prassi e<br />
colmare i gap nelle conoscenze. Fine ultimo di ciò è avere l‟uniformità<br />
e la flessibilità nelle buone pratiche cliniche, nei sistemi di misura e<br />
poter disporre di un vocabolario condiviso dagli operatori che<br />
dovranno lavorare insieme e confrontarsi.<br />
Per portare nella pratica clinica le evidenze scientifiche in merito<br />
all‟efficacia di un determinato trattamento, si attua un processo che<br />
partendo dalla ricerca bibliografica, porta attraverso varie fasi alla<br />
compilazione di linee guida e, infine, a protocolli operativi.<br />
Le linee guida sono “raccomandazioni di comportamento clinico,<br />
prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere<br />
operatori sanitari e pazienti nel decidere quali siano le modalità di<br />
assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche” (Institute<br />
of Medicine 1992). Nell‟usarle l‟operatore dovrà tenere presente il<br />
grado di raccomandazione indicato, e coniugare in ogni caso l‟EBP<br />
alla propria esperienza professionale.<br />
Infine il protocollo di lavoro del professionista si configura come<br />
insieme di procedure sistematizzate che trovano appoggio anche nelle<br />
evidenze ricavate dalla letteratura e che guidano la pratica.<br />
63
6.2. CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE<br />
Le evidence sono dei risultati ottenuti tramite studi condotti nei vari<br />
campi biomedici, e rappresentano la prova che un determinato atto o<br />
pratica terapeutica possa indurre o meno, un cambiamento positivo, o<br />
negativo, dopo la sua applicazione.<br />
Per essere pubblicato, il risultato di uno studio deve essere raccolto in<br />
un articolo e deve seguire un processo editoriale standard, al fine di<br />
garantire al lettore l‟affidabilità di quanto è stato pubblicato. In genere<br />
gli autori inviano le proprie produzioni al direttore scientifico (Chief<br />
Editor) e al vice-direttore (Assistant Editor), che le inviano a due<br />
componenti di un comitato editoriale che ne operano una prima<br />
selezione. Qualora ci fosse discordanza di opinioni tra i due revisori, il<br />
direttore può inviarlo ad un terzo arbitro per la revisione o effettuarla<br />
lui stesso.<br />
Le riviste scientifiche internazionali rappresentano il più autorevole e<br />
attendibile servizio di divulgazione per l‟aggiornamento professionale.<br />
Non tutte le riviste godono dello stesso valore scientifico; in genere si<br />
consiglia di scegliere quelle dotate di “peer review”, cioè quelle<br />
revisionata da un gruppo di professionisti della specifica area di cui<br />
parla l‟articolo, o più semplicemente di leggere le riviste indicizzate,<br />
ovvero inserite nelle banche dati internazionali.<br />
Le banche dati sono uno strumento efficace, sicuro e veloce di<br />
selezione, raccolta e catalogazione dei dati bibliografici. All‟interno si<br />
trovano gli abstracts e i dati bibliografici degli articoli scientifici<br />
pubblicati su riviste dotate di “peer review”. Le banche dati sono<br />
64
diverse tra loro, alcune sono gratuite (Medline), altre a pagamento<br />
(Current Contents), altre contengono solo revisioni sistematiche<br />
(Cochrane), e altre sono specifiche per alcuni rami biomedici<br />
(PEDro). Tra le varie banche dati sicuramente la più importante in<br />
campo biomedico è la National Library of Medicine, che seleziona<br />
periodicamente il materiale da censire, lo elabora e lo commercializza<br />
tramite i volumi dell‟Index Medicus ed il corrispondente database<br />
Medline.<br />
Per essere pubblicati in una rivista, gli articoli inviati dagli autori<br />
devono essere strutturati come una delle tipologie previste, per la<br />
necessità di standardizzare e ordinare la trattazione degli argomenti, in<br />
modo da semplificare la comprensione e la ricerca del lettore.<br />
Tra le varie tipologie troviamo:<br />
o Rassegna: è una revisione della letteratura riguardo ad uno<br />
specifico argomento, e rappresenta lo stato attuale delle<br />
conoscenze. In genere molto utile per il lettore perché trova in<br />
un solo articolo un‟esauriente ed aggiornata trattazione.<br />
o Articolo originale: è uno studio sperimentale che ha come<br />
scopo quello di verificare gli effetti di un particolare<br />
trattamento. Deve essere obbligatoriamente impostato in<br />
sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione,<br />
bibliografia.<br />
o Caso clinico: è la descrizione di un singolo caso<br />
particolarmente interessante, deve essere strutturato come<br />
l‟articolo originale.<br />
o Nota tecnica: è una breve ma dettagliata descrizione di<br />
particolari accorgimenti, modifiche ad apparecchiature,<br />
65
innovazioni e idee che l‟autore vuole portare all‟attenzione dei<br />
colleghi.<br />
o Editoriale: è un commento su temi attuali in genere a cura<br />
della Direzione.<br />
o Lettera al direttore: contiene critiche ed osservazioni di articoli<br />
precedentemente pubblicati, viene inviata direttamente<br />
all‟autore dell‟articolo, che può a sua volta rispondere.<br />
Un altro metodo per la catalogazione degli studi scientifici è<br />
distinguere tra studi sperimentali, quando c‟è la manipolazione della<br />
realtà e l‟osservazione degli effetti prodotti, e studi osservazionali,<br />
dove vengono solo osservate le variazioni.<br />
Gli studi sperimentali servono per analizzare gli effetti di un<br />
intervento su un gruppo di pazienti, e possono essere: controllati,<br />
randomizzati, a singolo, doppio o triplo cieco, placebo e cross-over.<br />
Gli studi osservazionali, sono i classici studi epidemiologici, e<br />
possono essere: descrittivi o analitici, prospettici o retrospettivi,<br />
trasversali, di coorte, caso-controllo.<br />
In aggiunta in riabilitazione, diversamente da quanto accade nelle altre<br />
branche della medicina, è difficile trovare un campione ampio ed<br />
omogeneo. Per questo motivo, spesso, gli esperimenti vengono fatti su<br />
un unico gruppo di pazienti, che vengono sottoposti preventivamente a<br />
varie misurazioni per dimostrare la stabilità o cronicità del loro stato<br />
clinico. Questo tipo di studio è definito semi-sperimentale,<br />
caratterizzato cioè dall‟assenza di un gruppo di controllo e dalla<br />
presenza di misurazioni ripetute prima dell‟inizio dell‟esperimento.<br />
66
Infine spesso si trovano dei Pilot Study, ovvero degli studi pilota che<br />
vengono fatti quando si ha una casistica ridotta per poter fare un<br />
articolo originale; in genere a fine articolo si trova un invito a svolgere<br />
lo stesso studio con una casistica più ampia.<br />
Risulta evidente che, vista la varietà di tipologia delle pubblicazioni,<br />
non tutte avranno lo stesso valore scientifico. Per una classificazione<br />
omogenea, sono state create delle tabelle che ci aiutano a ricollegare<br />
ogni articolo a un livello di evidenza.<br />
Di seguito inserisco i tipi di classificazione adottati da autorevoli<br />
associazioni internazionali.<br />
TABELLA 1: livelli di evidenza 19<br />
Scottish<br />
Intercollegiate<br />
Guidelines Network.<br />
Methodology Review<br />
Group<br />
www.sign.ac.uk<br />
Livelli di evidenza<br />
Studi di riferimento<br />
1++<br />
- Metanalisi di alta<br />
qualità<br />
- Revisione sistematica<br />
di RCT<br />
- RCT con bassissima<br />
probabilità di bias<br />
Institute for clinical<br />
system improvement<br />
www.icsi.org<br />
Livelli di evidenza<br />
Studi di riferimento<br />
M<br />
- Metanalisi<br />
- Revisione<br />
sistematica<br />
- Analisi decisionale<br />
- Analisi di costeffectiveness<br />
National Institute for<br />
Clinical Excellence<br />
http://www.nice.org.uk<br />
Livelli di evidenza<br />
(per studi di terapia)<br />
Studi di riferimento<br />
I<br />
- Revisione sistematica di<br />
RCT<br />
67
Scottish<br />
Intercollegiate<br />
Guidelines Network.<br />
Methodology Review<br />
Group<br />
www.sign.ac.uk<br />
1+<br />
- Metanalisi ben<br />
condotta<br />
- Revisione sistematica<br />
di RCT<br />
- RCT con bassa<br />
probabilità di bias<br />
1-<br />
- Metanalisi<br />
- Revisione sistematica<br />
di RCT<br />
- RCT con alta<br />
probabilità di bias<br />
2++<br />
- Revisione sistematica<br />
di studi caso-controllo<br />
o di coorte<br />
- Studi caso-controllo<br />
o di coorte di alta<br />
qualità con bassissima<br />
probabilità di bias o<br />
fattori confondenti e<br />
alta probabilità di<br />
relazione casuale<br />
2+<br />
- Studi ben condotti<br />
caso-controllo o di<br />
coorte con basso<br />
rischio di fattori<br />
confondenti e bias e<br />
moderata probabilità di<br />
relazione casuale<br />
2-<br />
- Studi caso-controllo<br />
o di coorte con alto<br />
rischio di fattori<br />
confondenti e bias con<br />
Institute for clinical<br />
system improvement<br />
www.icsi.org<br />
A<br />
- RCT<br />
B<br />
- Studio di coorte<br />
C<br />
- Trial non<br />
randomizzato<br />
controllato (anche con<br />
controllo storico)<br />
- Caso controllo<br />
- Studio di sensibilità<br />
e specificità di test<br />
diagnostico<br />
- Studio descrittivo di<br />
popolazione<br />
D<br />
- Studio crosssectional<br />
- Serie di casi<br />
- Case report<br />
R<br />
- Decisione basata sul<br />
consenso<br />
- Revisione narrativa<br />
National Institute for<br />
Clinical Excellence<br />
http://www.nice.org.uk<br />
II<br />
- RCT<br />
III<br />
- Revisione sistematica di<br />
non-RCT<br />
IV<br />
- Studi quasi -<br />
sperimentali (studi<br />
sperimentali con<br />
randomizzazione non<br />
casuale)<br />
V<br />
- Studi osservazionali<br />
controllati:<br />
Coorte<br />
Caso-controllo<br />
VI<br />
- Studio osservazionale<br />
senza controllo<br />
68
ischio significativo di<br />
relazione non casuale<br />
3<br />
- Studi non analitici,<br />
serie di casi o case<br />
report<br />
4<br />
- Opinione di esperti<br />
X<br />
- Opinione di esperti<br />
TABELLA 1 (continua): livelli di evidenza 19<br />
VII<br />
- Opinione di esperti<br />
Individuato il livello di ogni evidenza raccolta, si passa a catalogare<br />
l‟intervento rispetto ad un grado di raccomandazione.<br />
TABELLA 2: gradi di raccomandazione 19<br />
Scottish<br />
Intercollegiate<br />
Guidelines Network.<br />
Methodology Review<br />
Group<br />
www.sign.ac.uk<br />
Gradi di<br />
raccomandazione<br />
A<br />
- Almeno una<br />
metanalisi, revisione<br />
sistematica o un RCT<br />
con livello di evidenza<br />
almeno 1++,<br />
direttamente<br />
applicabile alla<br />
popolazione di<br />
riferimento<br />
- Almeno una<br />
revisione sistematica<br />
di RCT o evidenze di<br />
livello 1+ direttamente<br />
applicabile alla<br />
popolazione di<br />
riferimento e<br />
dimostranti una<br />
complessiva<br />
consistenza dei<br />
Institute for clinical<br />
system improvement<br />
www.icsi.org<br />
Gradi di<br />
raccomandazione<br />
I<br />
- Evidenze consistenti<br />
in risultati derivanti da<br />
studi con disegno forte<br />
per rispondere al<br />
quesito considerato. I<br />
risultati sono sia<br />
clinicamente<br />
importanti sia<br />
consistenti con poche<br />
eccezioni. Non<br />
esistono dubbi che i<br />
risultati siano<br />
generalizzabili o<br />
presentino bias o limiti<br />
nel disegno della<br />
ricerca. Gli studi con<br />
risultato negativo<br />
hanno un campione<br />
sufficientemente largo<br />
National Institute for<br />
Clinical Excellence<br />
http://www.nice.org.uk<br />
Gradi di<br />
raccomandazione<br />
I<br />
- Intervento con evidenze<br />
che ne dimostrano<br />
l‟efficacia<br />
- Generale accordo circa<br />
l‟utilità e l‟efficacia<br />
dell‟intervento<br />
69
isultati da consentire<br />
un‟adeguata potenza<br />
B<br />
- Presenza di studi con<br />
livello di evidenza 2++<br />
direttamente<br />
applicabile alla<br />
popolazione di<br />
riferimento e<br />
dimostranti una<br />
complessiva<br />
consistenza dei<br />
risultati<br />
- Presenza di studi con<br />
livello 1++ o 1+<br />
C<br />
- Studi con livello di<br />
evidenza 2+<br />
direttamente<br />
applicabile alla<br />
popolazione di<br />
riferimento e<br />
dimostranti una<br />
complessiva<br />
consistenza dei<br />
risultati<br />
- Studi con livello di<br />
evidenza 2++<br />
statistica<br />
II<br />
- Evidenze consistenti<br />
in risultati derivanti da<br />
studi con disegno forte<br />
per rispondere al<br />
quesito considerato,<br />
ma con dubbi sulle<br />
conclusioni perché i<br />
risultati di diversi studi<br />
risultano inconsistenti<br />
o perché ci sono dubbi<br />
minori circa la<br />
generalizzabilità e la<br />
presenza di bias nel<br />
disegno della ricerca o<br />
nell‟adeguatezza del<br />
campione. In<br />
alternativa le evidenze<br />
derivano solamente da<br />
risultati di studio con<br />
disegno debole per<br />
rispondere al quesito<br />
considerato ma con<br />
risultati confermati in<br />
studi differenti che<br />
risultano consistenti<br />
con poche eccezioni<br />
III<br />
- Evidenze consistenti<br />
in risultati derivanti da<br />
studi con disegno forte<br />
per rispondere al<br />
quesito considerato,<br />
ma c‟è una sostanziale<br />
incertezza circa le<br />
conclusioni per<br />
l‟inconsistenza dei<br />
risultati fra gli studi o<br />
perché esistono seri<br />
dubbi circa la<br />
IIa<br />
- Intervento con evidenze<br />
conflittuali o opinioni<br />
divergenti circa la sua<br />
utilità e l‟efficacia: peso<br />
delle evidenze o delle<br />
opinioni comunque a<br />
favore dell‟utilità e<br />
dell‟efficacia<br />
IIb<br />
- Intervento con evidenze<br />
conflittuali o opinioni<br />
divergenti circa la sua<br />
utilità e l‟efficacia: peso<br />
delle evidenze o delle<br />
opinioni meno ben<br />
stabilite<br />
70
D<br />
- Studi con livello di<br />
evidenza 3 o 4<br />
- Studi con livello di<br />
evidenza 2+<br />
generalizzabilità,<br />
presenza di bias nel<br />
disegno della ricerca e<br />
nell‟adeguatezza delle<br />
dimensioni<br />
campionarie. In<br />
alternativa le evidenze<br />
consistono solamente<br />
in risultati di un<br />
limitato numero di<br />
studi con disegno<br />
debole per rispondere<br />
al quesito considerato<br />
Grado non<br />
assegnabile<br />
- Non ci sono evidenza<br />
che supportano<br />
direttamente o<br />
respingono le<br />
conclusioni<br />
TABELLA 2 (continua): gradi di raccomandazione 19<br />
III<br />
- Intervento con evidenze<br />
o opinioni generali che<br />
dimostrano la sua NON<br />
utilità e in alcuni casi la<br />
sua pericolosità<br />
71
LA RICERCA IN LETTERATURA<br />
6.3. METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA<br />
Per fare una buona ricerca in letteratura bisogna seguire un<br />
procedimento standard: formulare il quesito, trovare i termini,<br />
combinare i termini tra loro.<br />
1. formulare il quesito: è uno step importante, con l‟elaborazione<br />
di un‟unica domanda, bisogna chiarire bene il problema su cui<br />
vogliamo avere una risposta; deve essere una breve frase, ma<br />
contenere allo stesso tempo tutte gli indizi fondamentali. I<br />
quesiti possono essere di background quando il ricercatore ha<br />
scarse o nulle conoscenze sull‟argomento, o di foreground, cioè<br />
quesiti molto specifici in genere espressi da un esperto. Per<br />
formulare la domanda in maniera precisa si può utilizzare il<br />
metodo PICO: Patient (tipologia del paziente o del problema),<br />
Intervention (una causa, un fattore prognostico, un trattamento),<br />
Comparison (un eventuale Intervento di controllo), Outcome<br />
(l‟esito che si vorrebbe ottenere o evitare con l‟intervento).<br />
2. trovare i termini: dobbiamo cioè capire quali sono le parole<br />
chiave da utilizzare nella ricerca. Trovati questi termini li<br />
possiamo utilizzare sia come parole libere nel testo, sia come<br />
termini indicizzati. L‟indicizzazione è un‟operazione svolta da<br />
esperti che attribuiscono ad ogni articolo una serie di parole<br />
chiave che ne descrivono il contenuto. Le Key Word sono<br />
72
contenute nel Medical Subject Heandings (MeSH) Thesaurus,<br />
un vocabolario controllato e aggiornato annualmente.<br />
3. combinare i termini tra loro: questa operazione viene eseguita<br />
con l‟aiuto degli operatori Booleani AND, OR, NOT. Con AND<br />
vengono selezionati tutti gli articoli che contengono tutti i<br />
termini, con OR quelli che contengono almeno uno dei termini,<br />
con NOT si escludono gli articoli che contengono termini<br />
indesiderati.<br />
Al termine di questa procedura, si otterrà un elenco degli abstract<br />
degli articoli. Se questi risultano numericamente eccessivi si può<br />
effettuare una nuova ricerca con dei limiti in più, o utilizzando termini<br />
MeSH più specifici, o utilizzando i Major Topics (trova solamente gli<br />
articoli che contengono la parola chiave come principale), o<br />
utilizzando i limiti per tipologia, periodo di pubblicazione, lingua.<br />
73
MATERIALE E METODI<br />
6.4. CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA<br />
BIBLIOGRAFICA<br />
La ricerca è stata effettuata tramite letteratura indicizzata nelle banche<br />
dati di Medline, Cochrane, Pedro, e mediante letteratura non<br />
indicizzata e inoltre tramite appositi “hand searching”.<br />
Le banche dati che mi hanno fornito maggiori elementi sono state<br />
Medline e Pedro, sia per la facile accessibilità e gratuità di entrambe,<br />
sia per lo specifico indirizzo fisioterapico di Pedro.<br />
Su Pedro, ho svolto una ricerca con la modalità “Simple Search” ,<br />
utilizzando come Key Word “tape ankle sport”, sono stati trovati 20<br />
articoli, tra cui ne sono stati selezionati 2.<br />
Su Medline ho svolto la mia indagine attraverso due ricerche tramite<br />
parole libere. Per la prima ricerca sono entrata nella Home di Pubmed<br />
e ho digitato le mie parole chiave:<br />
1) “ankle sprain tape” ottenendo 56 articoli e selezionando solo 8<br />
articoli, quelli che più si avvicinavano alla mia ricerca.<br />
2) “ankle tape after sprain” ho ottenuto come risultato 20 articoli,<br />
di cui ne ho selezionati 5 inerenti al mio studio.<br />
3) “ankle sprain tape chronic” ho ottenuto 10 articoli e ne ho<br />
selezionati 9.<br />
74
RISULTATI<br />
Di seguito, nella tabella 3, sono sintetizzati i dati degli articoli.<br />
Autori Anno Obiettivo Approccio Pz Outcame:<br />
misure e<br />
Karlsson J,<br />
Andreasson<br />
GO<br />
Karlsson J,<br />
Swärd L,<br />
Andréasson<br />
GO<br />
Robbins S,<br />
Waked E,<br />
Rappel R<br />
Leanderson<br />
J,<br />
Ekstam S,<br />
Salomonsso<br />
n C<br />
Verbrugge<br />
JD<br />
Manfroy PP,<br />
Ashton-<br />
1992 Esaminare<br />
l'effetto<br />
del taping<br />
sulla<br />
stabilità<br />
articolare<br />
della<br />
caviglia<br />
1993 Valutare<br />
l'effetto del<br />
nastro<br />
adesivo<br />
sulla<br />
stabilità<br />
della<br />
caviglia<br />
1995 Valutare se<br />
il taping<br />
alla<br />
caviglia<br />
migliora la<br />
propriocezi<br />
one<br />
1996 Valutare<br />
l'effetto del<br />
taping sulle<br />
oscillazioni<br />
posturali<br />
1996 Confrontar<br />
e il rinforzo<br />
semirigido<br />
Air-Stirrup<br />
e il taping<br />
1997 L'effetto<br />
dell‟eserciz<br />
io e del<br />
Training con<br />
segnale<br />
elettromiogra<br />
fico<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Studio di<br />
coorte<br />
Trattamento<br />
con<br />
stabilometria<br />
Programma di<br />
esercizi<br />
Programma di<br />
esercizi<br />
20<br />
pz<br />
9<br />
pz<br />
26<br />
pz<br />
20<br />
pz<br />
tempi<br />
Rom in<br />
pronazione,<br />
supinazione,<br />
plantaflessione<br />
e<br />
dorsiflessione<br />
Analisi delle<br />
oscillazioni<br />
pre e post<br />
trattamento<br />
Uno sprint di<br />
quasi 40 metri,<br />
e un salto in<br />
verticale<br />
Carico<br />
monopodalico<br />
con e senza<br />
Risultati<br />
Con il taping, il<br />
tempo di<br />
reazione è stato<br />
significativamen<br />
te ridotto<br />
Maggiore stabilità<br />
meccanica,<br />
diminuzione del<br />
range di<br />
movimento della<br />
caviglia e<br />
miglioramento<br />
della funzione<br />
propriocettiva dei<br />
legamenti<br />
Migliora la<br />
propriocezione,<br />
prima e dopo<br />
l'esercizio.<br />
L'effetto<br />
profilattico del<br />
taping è più<br />
importante<br />
durante la prima<br />
parte di una<br />
sessione di pratica<br />
o di gioco.<br />
I soggetti erano<br />
più a loro agio<br />
con una procedura<br />
standard di taping<br />
alla caviglia<br />
L'uso del taping<br />
migliora la<br />
resistenza<br />
75
Miller JA,<br />
Wojtys EM<br />
Callaghan<br />
MJ.<br />
Vaes P,<br />
Duquet W,<br />
Handelberg<br />
F, Casteleyn<br />
PP, Van<br />
Tiggelen R,<br />
Opdecam P<br />
Lynch SA,<br />
Renström<br />
PA<br />
Thacker SB,<br />
Stroup DF,<br />
Branche<br />
CM,<br />
Gilchrist J,<br />
Goodman<br />
RA,<br />
Weitman<br />
EA<br />
Cordova<br />
ML,<br />
Ingersoll<br />
CD,<br />
LeBlanc MJ<br />
taping sulla<br />
massima<br />
resistenza<br />
della<br />
caviglia in<br />
inversione<br />
1997 Valutare il<br />
ruolo del<br />
taping alla<br />
caviglia e il<br />
rinforzo<br />
nell'atleta<br />
1998 Valutare<br />
l'influenza<br />
di<br />
cavigliere<br />
su una<br />
mobilità<br />
articolare<br />
patologica<br />
1999 Confrontar<br />
e il<br />
trattamento<br />
conservativ<br />
o con il<br />
chirurgico<br />
1999 Valutare<br />
l'efficacia<br />
di vari<br />
approcci<br />
per la<br />
prevenzion<br />
e delle<br />
distorsioni<br />
di caviglia<br />
negli atleti<br />
2000 Valutare<br />
gli effetti<br />
sulla<br />
motilità<br />
articolare<br />
dei diversi<br />
tipi di<br />
supporto<br />
alla<br />
caviglia<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Training 220<br />
pz<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
253<br />
pz<br />
taping massima in<br />
inversione di oltre<br />
il 10%<br />
EMG<br />
senza supporto<br />
e con<br />
bendaggio<br />
Rom in<br />
inversione,<br />
eversione,<br />
dorsiflessione<br />
e flessione<br />
plantare<br />
L‟uso del taping<br />
aumenta la<br />
propriocezione, la<br />
stabilità<br />
meccanica e<br />
funzionale<br />
Questi supporti<br />
sono efficaci per<br />
la protezione<br />
durante il<br />
trattamento<br />
funzionale<br />
Il trattamento<br />
funzionale<br />
precoce fornisce il<br />
più veloce<br />
recupero della<br />
mobilità della<br />
caviglia<br />
Gli atleti che<br />
soffrono di una<br />
distorsione<br />
moderata o grave<br />
devono indossare<br />
un‟ortesi adeguata<br />
per almeno 6 mesi<br />
Limitazione di<br />
movimento sul<br />
piano frontale è<br />
stata offerta dal<br />
supporto<br />
semirigido,<br />
mentre il taping<br />
ha offerto di più il<br />
supporto per<br />
limitare il<br />
76
Verhagen<br />
EA, van<br />
Mechelen<br />
W, de Vente<br />
W<br />
Matsusaka<br />
N,<br />
Yokoyama<br />
S, Tsurusaki<br />
T, Inokuchi<br />
S, Okita M<br />
Arnold BL,<br />
Docherty<br />
CL<br />
Forestier N,<br />
Toschi P<br />
Marshall<br />
SW,<br />
Covassin T,<br />
Dick R,<br />
Nassar LG,<br />
Agel J<br />
2000 Valutare<br />
l'efficacia<br />
delle<br />
misure di<br />
prevenzion<br />
e<br />
2001 Valutare<br />
l‟efficacia<br />
dell‟allena<br />
mento sul<br />
disco alla<br />
caviglia,<br />
combinata<br />
con la<br />
stimolazion<br />
e tattile<br />
2004 Valutare le<br />
nuove<br />
proposte<br />
sul rinforzo<br />
e sulla<br />
riabilitazio<br />
ne<br />
2005 Valutare<br />
gli effetti di<br />
un<br />
dispositivo<br />
sull‟attività<br />
muscolare<br />
durante il<br />
cammino<br />
2007 Esaminare<br />
i dati degli<br />
infortuni e<br />
individuare<br />
potenziali<br />
prevenzioni<br />
degli<br />
infortuni.<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Sessioni di<br />
formazione<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Training<br />
motorio<br />
Revisione<br />
della leteratura<br />
22<br />
pz<br />
9<br />
pz<br />
1550<br />
pz<br />
10 minuti al<br />
giorno, cinque<br />
volte alla<br />
settimana, per<br />
un periodo di<br />
10 settimane<br />
EMG dei<br />
muscoli<br />
durante la<br />
stabilizzazione<br />
in inversione<br />
movimento di<br />
flessione dorsale<br />
L'uso del taping o<br />
del sostegno<br />
riduce l'incidenza<br />
di distorsioni<br />
della caviglia<br />
La correzione<br />
delle oscillazioni<br />
posturali è dovuta<br />
ad un maggiore<br />
utilizzo dei<br />
recettori afferenti<br />
della pelle,<br />
stimolati dalla<br />
trazione del<br />
taping adesivo<br />
La correzione e la<br />
riabilitazione<br />
precoce sono<br />
importanti per<br />
prevenire i<br />
sintomi residui<br />
alla caviglia<br />
I risultati<br />
suggeriscono che<br />
il dispositivo di<br />
destabilizzazione<br />
della caviglia può<br />
essere utile per<br />
programmi di<br />
riabilitazione<br />
A soggetti con<br />
una precedente<br />
distorsione della<br />
caviglia si<br />
consiglia di<br />
portare un tutore<br />
o di fare uso del<br />
taping per<br />
diminuire il<br />
rischio di lesioni<br />
77
Refshauge<br />
KM,<br />
Raymond J,<br />
Kilbreath<br />
SL, Pengel<br />
L, Heijnen I<br />
Ozer D,<br />
Senbursa G,<br />
Baltaci G,<br />
Hayran M<br />
Dizon JM,<br />
Reyes JJ<br />
Hubbard TJ,<br />
Cordova M<br />
Seah R,<br />
Mani-Babu<br />
S<br />
2009 Valutare<br />
l'efficacia<br />
del taping<br />
sulla<br />
rilevazione<br />
dei<br />
movimenti<br />
in<br />
inversione-<br />
eversione<br />
2009 Valutare<br />
gli effetti<br />
del taping e<br />
del rinforzo<br />
preventivo<br />
nell‟equilib<br />
rio<br />
funzionale<br />
2010 Valutare<br />
l'efficacia<br />
dei<br />
supporti<br />
esterni alla<br />
caviglia<br />
nella<br />
prevenzion<br />
e delle<br />
distorsioni<br />
2010 Studiare<br />
l‟efficacia<br />
del taping<br />
alla<br />
caviglia<br />
sulla lassità<br />
meccanica<br />
in soggetti<br />
con CAI<br />
2010 Valutare<br />
quale sia la<br />
pratica<br />
migliore<br />
nelle<br />
distorsioni<br />
di caviglia<br />
Training 16<br />
pz<br />
Training 20<br />
pz<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
Training<br />
motorio<br />
Revisione<br />
della<br />
letteratura<br />
20<br />
pz<br />
Esperimento<br />
con test<br />
variabili<br />
indipendenti in<br />
3 prove<br />
ricorrenti<br />
Con il taping alla<br />
caviglia è<br />
diminuita la<br />
capacità di<br />
rilevare il<br />
movimento nel<br />
piano inversioneeversione<br />
Il rinforzo e il<br />
taping possono<br />
svolgere un ruolo<br />
importante nella<br />
prevenzione delle<br />
lesioni o nella<br />
riabilitazione<br />
della caviglia lesa<br />
Nessun tipo di<br />
supporto caviglia<br />
risultata essere<br />
superiore rispetto<br />
agli altri<br />
La lassità<br />
meccanica è<br />
notevolmente<br />
diminuita nei<br />
soggetti con CAI<br />
dopo<br />
l'applicazione del<br />
nastro<br />
Per le distorsioni<br />
della caviglia di<br />
grado lievemoderato,<br />
le<br />
opzioni di<br />
trattamento<br />
funzionale<br />
sono risultate<br />
statisticamente<br />
migliori di<br />
78
Delahunt E,<br />
McGrath A,<br />
Doran N,<br />
Coughlan<br />
GF<br />
2010 Verificare<br />
se due<br />
diversi<br />
meccanism<br />
i di taping<br />
possono<br />
migliorare<br />
la stabilità<br />
dinamica<br />
posturale<br />
in soggetti<br />
con<br />
instabilità<br />
cronica<br />
della<br />
caviglia<br />
Training<br />
motorio<br />
16<br />
pz<br />
Star Excursion<br />
Balance Test<br />
(Sebt) in 3<br />
diverse<br />
condizioni<br />
immobilizzazione<br />
Dopo<br />
l'applicazione del<br />
taping la<br />
percezione dei<br />
partecipanti di<br />
sicurezza, di<br />
stabilità e di<br />
rassicurazione è<br />
sensibilmente<br />
migliorata<br />
79
DISCUSSIONE DEI RISULTATI<br />
Le pubblicazioni prese in esame, sono state raggruppate in tre categorie, in base<br />
ai risultati ottenuti dallo studio effettuato sul campione:<br />
Efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo<br />
Prevenzione di lesioni recidive<br />
Miglioramento della propriocezione<br />
Risultato Articoli selezionati<br />
Efficacia sul controllo dell‟articolarità<br />
durante il trattamento riabilitativo<br />
12<br />
Prevenzione di lesioni recidive 7<br />
Miglioramento della propriocezione 5<br />
Tabella 4: numero articoli per ogni risultato<br />
In TABELLA 5 sono riportate le pubblicazioni che hanno dimostrato come<br />
risultato l‟efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento<br />
riabilitativo.<br />
Autori Tipologia<br />
articolo<br />
Karlsson J,<br />
Andreasson GO<br />
Leanderson J,<br />
Ekstam S,<br />
Salomonsson C<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Risultati Livello Evidence<br />
(National Institute<br />
for Clinical<br />
excellence)<br />
Raccomandazione<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Miglioramento<br />
percettivo<br />
IV IIa<br />
80
Verbrugge JD<br />
Manfroy PP,<br />
Ashton-Miller<br />
JA, Wojtys EM<br />
Vaes P, Duquet<br />
W, Handelberg<br />
F, Casteleyn PP,<br />
Van Tiggelen R,<br />
Opdecam P<br />
Lynch SA,<br />
Renström PA<br />
Cordova ML,<br />
Ingersoll CD,<br />
LeBlanc MJ<br />
Forestier N,<br />
Toschi P<br />
Refshauge KM,<br />
Raymond J,<br />
Kilbreath SL,<br />
Pengel L,<br />
Heijnen I.<br />
Seah R, Mani-<br />
Babu S<br />
Arnold BL,<br />
Docherty CL<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Revisione<br />
sistematica con<br />
metanalisi<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio<br />
osservazionale<br />
controllato<br />
Revisione<br />
sistematica con<br />
metanalisi<br />
Studio semisperimentale<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Utilità IV IIa<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Miglioramento I I<br />
Utilità IV IIa<br />
Diminuita<br />
capacità di<br />
rilevare<br />
movimento<br />
V IIb<br />
Miglioramento I I<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Callaghan MJ Revisione<br />
sistematica<br />
TABELLA 5: pubblicazioni sull‟efficacia dei supporti durante il trattamento funzionale<br />
Miglioramento I I<br />
Tutte le pubblicazioni hanno evidenziato l‟efficacia del taping sul controllo<br />
dell‟articolarità, risaltano anche le tre revisioni sistematiche di I livello di<br />
evidenza. Per la presenza di numerosi studi, anche se con disegni di<br />
strutturazione diversa, il grado di raccomandazione assegnato all‟efficacia del<br />
taping durante il trattamento riabilitativo nel controllo dell‟articolarità è<br />
81
identificabile nel livello I, poiché pur in presenza di evidenze di vario grado<br />
esiste un generale accordo sull‟efficacia.<br />
Oltre a quest‟analisi più generale è interessante approfondire meglio le<br />
pubblicazioni, in particolare gli articoli sostengono che:<br />
il taping limita gli estremi di movimento, soprattutto sul piano frontale<br />
(flessione dorsale), ed aiuta ad abbreviare il tempo di reazione,<br />
modificando la funzione propriocettiva (58)<br />
il taping fornisce un risultato positivo sulle oscillazioni posturali, e ha un<br />
effetto profilattico (42)<br />
migliora la prestazione atletica (52)<br />
aumenta del 10% la resistenza in inversione (50)<br />
i supporti rigidi sono efficaci per la protezione durante il trattamento<br />
funzionale (56)<br />
il trattamento funzionale precoce fornisce il più veloce recupero della<br />
mobilità della caviglia (55)<br />
il taping diminuisce la capacità di rilevare movimento in inversione-<br />
eversione (40)<br />
le ortesi semi-rigide e il rinforzo forniscono beneficio e supporto alla<br />
caviglia (53)<br />
il dispositivo di destabilizzazione della caviglia potrebbe essere utile per<br />
programmi di riabilitazione durante il training di cammino (54)<br />
il taping aumenta sia la stabilità meccanica sia la stabilità funzionale della<br />
caviglia (57)<br />
82
In TABELLA 6, invece, sono raggruppate le pubblicazioni che hanno<br />
dimostrato l‟efficacia del taping nella prevenzione di lesioni recidive.<br />
Autori Tipologia<br />
articolo<br />
Thacker SB,<br />
Stroup DF,<br />
Branche CM,<br />
Gilchrist J,<br />
Goodman RA,<br />
Weitman EA<br />
Verhagen EA,<br />
van Mechelen W,<br />
de Vente W<br />
Marshall SW,<br />
Covassin T, Dick<br />
R, Nassar LG,<br />
Agel J<br />
Ozer D, Senbursa<br />
G, Baltaci G,<br />
Hayran M<br />
Hubbard TJ,<br />
Cordova M<br />
Dizon JM, Reyes<br />
JJ<br />
Revisione<br />
sistematica con<br />
metanalisi<br />
Risultati Livello Evidence<br />
(National<br />
Institute for<br />
Clinical<br />
excellence)<br />
Raccomandazione<br />
Miglioramento I I<br />
Revisione critica Miglioramento I I<br />
Studio (coorte)<br />
osservazionale<br />
controllato<br />
Studio semisperimentale<br />
Utilità V IIa<br />
RTC Miglioramento II IIa<br />
Revisione<br />
sistematica con<br />
metanalisi<br />
IV<br />
Miglioramento I I<br />
Callaghan MJ Revisione<br />
sistematica<br />
TABELLA 6: pubblicazioni sull‟efficacia del taping nella prevenzione di recidive<br />
Miglioramento I I<br />
I risultati di questi studi sono incoraggianti, poiché, quattro dei sei studi presi in<br />
esame, sono revisioni sistematiche, con livello I di evidenza, e quindi con un<br />
elevato grado di raccomandazione.<br />
Quindi, in definitiva, può essere consigliabile l‟utilizzo del taping nella<br />
prevenzione di lesioni recidive.<br />
Gli articoli evidenziano che:<br />
è utile l‟uso del taping o di supporti rigidi per almeno 6 mesi dopo<br />
l‟evento distorsivo (49)<br />
83
c‟è una diminuzione significativa dell‟incidenza di distorsioni (47) (44)<br />
l‟uso del taping o del tutore è utile per diminuire le recidive (45) (57)<br />
il taping è utile nelle prestazioni di salto in verticale, nella prevenzione di<br />
recidive e migliora il coordinamento (43)<br />
il taping migliora la stabilità meccanica in soggetto con instabilità cronica<br />
di caviglia (39)<br />
Sotto, nella TABELLA 7, sono elencate le pubblicazioni che provano l‟efficacia<br />
del taping sul miglioramento della propriocezione.<br />
Autori Tipologia<br />
articolo<br />
Robbins S,<br />
Waked E, Rappel<br />
R<br />
Matsusaka N,<br />
Yokoyama S,<br />
Tsurusaki T,<br />
Inokuchi S, Okita<br />
M<br />
Delahunt E,<br />
McGrath A,<br />
Doran N,<br />
Coughlan GF<br />
Karlsson J, Swärd<br />
L, Andréasson<br />
GO<br />
Revisione<br />
sistematica<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Studio semisperimentale<br />
Risultati Livello Evidence<br />
(National<br />
Institute for<br />
Clinical<br />
excellence)<br />
Raccomandazione<br />
Miglioramento I I<br />
No miglioramento<br />
significativo<br />
No miglioramenti<br />
oggettivi,<br />
Miglioramenti<br />
percettivi<br />
Callaghan MJ Revisione<br />
sistematica<br />
TABELLA 7: pubblicazioni sul miglioramento della propriocezione<br />
IV IIb<br />
IV IIa<br />
Miglioramento IV IIa<br />
Miglioramento I I<br />
84
L‟omogeneità dei risultati, unita anche all‟eterogeneità del livello di evidence<br />
delle pubblicazioni, porta un grado di raccomandazione I.<br />
Gli studi presi in considerazione dimostrano che:<br />
il taping migliora la consapevolezza della posizione del piede, prima e<br />
dopo l‟esercizio (48)<br />
i recettori afferenti della pelle sono stimolati dalla trazione del taping (51)<br />
la percezione dei pazienti sulla propriocezione è migliorata (38)<br />
il taping fornisce una maggiore stabilità meccanica, una diminuzione del<br />
range di movimento e un miglioramento delle funzioni propriocettive<br />
(59) (57)<br />
CONCLUSIONI<br />
Dallo studio della letteratura presa in esame si può confermare l‟utilità dell‟uso<br />
del taping funzionale nella distorsione di caviglia sia per quanto riguarda la sua<br />
efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo, sia per<br />
la prevenzione di lesioni recidive e sia per il miglioramento della<br />
propriocezione.<br />
85
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91
ALLEGATI<br />
Effect of taping on actual and perceived<br />
dynamic postural stability in persons<br />
with chronic ankle instability<br />
OBJECTIVE: To investigate whether 2<br />
different mechanisms of ankle joint taping<br />
([1] lateral subtalar sling or [2] fibular<br />
repositioning) can enhance actual and<br />
perceived dynamic postural stability in<br />
participants with chronic ankle instability<br />
(CAI).<br />
DESIGN: Laboratory-based repeatedmeasures<br />
study.<br />
SETTING: University biomechanics<br />
laboratory.<br />
PARTICIPANTS: Participants (n=16) with<br />
CAI.<br />
Delahunt E, McGrath A, Doran N, Coughlan GF.<br />
INTERVENTIONS: Participants<br />
performed the Star Excursion Balance Test<br />
(SEBT) under 3 different conditions: (1)<br />
no tape, (2) lateral subtalar sling taping and<br />
(3) fibular repositioning taping.<br />
MAIN OUTCOME MEASURES: Reach<br />
distances in the anterior, posteromedial,<br />
and posterolateral directions on the SEBT.<br />
Participants' perceptions of stability,<br />
confidence, and reassurance when<br />
performing the SEBT under 2 different<br />
taping conditions.<br />
RESULTS: Taping did not improve reach<br />
distance on the SEBT (P>.05). Feelings of<br />
confidence increased for 56% of<br />
participants (P=.002) under both tape<br />
conditions. Feelings of stability increased<br />
for 87.5% of participants (P<br />
.05). Si hanno sensazioni di una maggiore<br />
sicurezza per il 56% dei partecipanti (P =.<br />
002) in entrambe le condizioni con il<br />
taping. Sensazioni di maggiore stabilità<br />
per 87,5% dei partecipanti (P
Feelings of reassurance increased for<br />
68.75% of participants (P=.001) using<br />
condition 2 (lateral subtalar sling taping)<br />
and 50% of participants (P=.005) using<br />
condition 3 (fibular repositioning taping).<br />
CONCLUSIONS: No significant change in<br />
dynamic postural stability was observed<br />
after application of either taping<br />
mechanism; however, participants'<br />
perceptions of confidence, stability, and<br />
reassurance were significantly improved.<br />
Further research is necessary to fully<br />
elucidate the exact mechanisms by which<br />
taping may help reduce the incidence of<br />
repeated injury in subjects with CAI.<br />
(P =. 001) utilizzando la condizione 3<br />
(taping di riposizionamento del perone).<br />
Sensazioni di rassicurazione aumentate<br />
per 68,75% dei partecipanti (P =. 001)<br />
utilizzando la condizione 2 (taping laterale<br />
sottoastragalico) e il 50% dei partecipanti<br />
(P =. 005) utilizzando condizione 3 (taping<br />
di riposizionamento del perone).<br />
CONCLUSIONI: Nessun cambiamento<br />
significativo è stato osservato nella<br />
stabilità posturale dopo l'applicazione del<br />
meccanismo di taping, tuttavia, la<br />
percezione dei partecipanti 'di sicurezza,<br />
stabilità e rassicurazione sono<br />
sensibilmente migliorati. Sono necessarie<br />
ulteriori ricerche per chiarire<br />
completamente l'esatto meccanismo<br />
attraverso il quale taping può contribuire<br />
a ridurre l'incidenza di lesioni ripetute in<br />
soggetti con CAI.<br />
93
Effect of ankle taping on mechanical<br />
laxity in chronic ankle instability<br />
BACKGROUND: The high percentage of<br />
re-injury after an initial ankle sprain<br />
necessitates examination of preventative<br />
methods. The purpose of this project was<br />
to investigate the effect ankle tape has on<br />
mechanical laxity in subjects with CAI.<br />
MATERIALS AND METHODS: Twenty<br />
subjects with unilateral CAI (seven males<br />
and 13 females; age, 20.6 +/- 1.8 years;<br />
mass, 69.9 +/- 13.7 kg; height, 172.3 +/-<br />
9.3 cm) and 20 healthy subjects (seven<br />
males and 13 females; age, 21.9 +/- 4.3<br />
years; mass, 72.0 +/- 14.6 kg; height,<br />
171.1 +/- 6.7 cm) participated in the<br />
study. Both ankles of each subject were<br />
tested under two conditions: 1) before the<br />
application of tape; and 2) immediately<br />
after 30 minutes of exercise with the ankle<br />
taped. Mechanical laxity was measured<br />
with an instrumented ankle arthrometer.<br />
RESULTS: There were significant group<br />
by time interactions (p = 0.014) for<br />
anterior displacement with significantly<br />
increased anterior displacement in the<br />
involved ankle of the CAI group relative<br />
to the matched control limb both before<br />
and after tape application. Similarly, there<br />
were significant time main effects for<br />
posterior displacement (p = 0.004),<br />
inversion (p = 0.001) and eversion (p =<br />
0.043) rotation. Specifically, tape<br />
application decreased posterior<br />
displacement, inversion and eversion<br />
rotation only in the CAI group.<br />
Additionally, a significant group main<br />
effect for inversion rotation (p = 0.001)<br />
was also noted. Followup testing indicated<br />
significantly greater inversion rotation for<br />
the CAI ankle compared to the matched<br />
healthy ankle before tape application.<br />
CONCLUSION: Mechanical laxity<br />
Hubbard TJ, Cordova M.<br />
Efficacia del taping sulla lassità<br />
meccanica nell’instabilità cronica della<br />
caviglia.<br />
BACKGROUND: L'elevata percentuale di<br />
un re-infortunio dopo una distorsione alla<br />
caviglia richiede un esame dei metodi di<br />
prevenzione. Lo scopo di questo progetto<br />
era di studiare l’efficacia del taping alla<br />
caviglia sulla lassità meccanica in<br />
soggetti con CAI.<br />
MATERIALI E METODI: Venti pazienti<br />
con CAI unilaterale (7 maschi e 13<br />
femmine, di età, 20,6 / - 1,8 anni, di<br />
massa, 69,9 / - 13,7 kg, altezza, 172,3 / -<br />
9,3 cm) e 20 soggetti sani (7 maschi e 13<br />
femmine , l'età, il 21,9 / - 4,3 anni; di<br />
massa, 72,0 / - 14,6 kg, altezza, 171,1 / -<br />
6,7 cm) hanno partecipato allo studio.<br />
Entrambe le caviglie di ogni soggetto<br />
sono state testate in due condizioni: 1)<br />
prima dell'applicazione del taping e 2)<br />
subito dopo 30 minuti di esercizio con il<br />
taping alle caviglie. La lassità meccanica<br />
è stata misurata con un artrometro.<br />
RISULTATI: Ci sono stati gruppi<br />
significativi da interazioni di tempo (p =<br />
0,014) per la dislocazione anteriore con<br />
un aumento significativo dello<br />
spostamento anteriore della caviglia del<br />
gruppo con CAI relativo al ramo di<br />
controllo, abbinati sia prima che dopo<br />
l'applicazione del taping. Allo stesso<br />
modo, ci sono stati significativi effetti per<br />
lo spostamento posteriore (p = 0,004),<br />
inversione (p = 0,001) ed eversione (p =<br />
0,043). In particolare, l'applicazione del<br />
taping ha diminuito lo spostamento<br />
posteriore, l'inversione e la rotazione in<br />
eversione solo nel gruppo con CAI.<br />
Inoltre, nel gruppo principale è stato<br />
osservato un effetto significativo per la<br />
rotazione in inversione (p = 0,001). Il test<br />
di Followup ha indicato una rotazione in<br />
inversione significativamente maggiore<br />
94
significantly decreased in CAI subjects<br />
after tape application. Laxity decreased in<br />
the CAI ankle after the application of<br />
tape.<br />
CLINICAL RELEVANCE: Ankle taping<br />
may be able to improve mechanical<br />
instability in those with CAI.<br />
per la caviglia con CAI rispetto alla<br />
caviglia sana prima dell'applicazione del<br />
taping.<br />
CONCLUSIONE: La lassità meccanica è<br />
notevolmente diminuita nei soggetti con<br />
CAI dopo l'applicazione del taping. La<br />
lassità è diminuita nella caviglia con CAI<br />
dopo l'applicazione del taping.<br />
SIGNIFICATO CLINICO: Il taping della<br />
caviglia può essere in grado di migliorare<br />
l'instabilità meccanica in soggetti con<br />
CAI.<br />
95
Refshauge KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I.<br />
The effect of ankle taping on detection<br />
of inversion-eversion movements in<br />
participants with recurrent ankle<br />
sprain<br />
BACKGROUND: Taping is often used to<br />
counter the proprioceptive deficit after<br />
joint injury such as ankle sprain.<br />
However, the effect of taping on<br />
proprioceptive acuity at the ankle is<br />
unclear, with conflicting findings.<br />
HYPOTHESIS: Application of tape<br />
improves detection of inversion and<br />
eversion movements at the ankle.<br />
STUDY DESIGN: Controlled laboratory<br />
study.<br />
METHODS: The 70% threshold for<br />
movement detection was measured in 16<br />
participants with recurrent ankle sprain<br />
under 2 conditions: with the ankle taped<br />
or untaped. The threshold for movement<br />
detection was examined at 3 velocities<br />
(0.1 deg/s, 0.5 deg/s, and 2.5 deg/s) and in<br />
2 directions (inversion and eversion).<br />
RESULTS: Application of tape<br />
significantly decreased the ability to<br />
detect movements at the ankle (P < .023).<br />
For example, at 0.5 deg/s, the 70%<br />
detection threshold was 3.40 degrees +/-<br />
1.05 degrees in inversion and 3.49 degrees<br />
+/- 1.15 degrees in eversion at the untaped<br />
ankle, and 4.02 degrees +/- 0.86 degrees<br />
in inversion and 4.04 degrees +/- 0.89<br />
degrees in eversion at the taped ankle.<br />
CONCLUSION: Taping the ankle<br />
decreased the ability to detect movement<br />
in the inversion-eversion plane in<br />
participants with recurrent ankle sprain.<br />
CLINICAL RELEVANCE: The findings<br />
suggest that the efficacy of taping is<br />
unlikely to be explained by an enhanced<br />
ability to detect inversion or eversion<br />
movements. However, because it has been<br />
L'efficacia del taping sulla rilevazione<br />
dei movimenti in inversione-eversione<br />
nei partecipanti con distorsione<br />
ricorrente alla caviglia<br />
BACKGROUND: Il taping viene spesso<br />
utilizzato per contrastare il deficit<br />
propriocettivo dopo un infortunio, come<br />
la distorsione alla caviglia. Tuttavia,<br />
l'effetto del taping sull'acutezza<br />
propriocettiva alla caviglia non è chiaro,<br />
con risultati contrastanti.<br />
IPOTESI: Applicazione del taping<br />
migliora il rilevamento dei movimenti di<br />
inversione ed eversione alla caviglia.<br />
DISEGNO DI STUDIO: studio<br />
controllato di laboratorio.<br />
METODI: La soglia del 70% per il<br />
rilevamento del movimento è stata<br />
misurata in 16 partecipanti con ricorrenti<br />
distorsioni alla caviglia in 2 condizioni:<br />
con la caviglia fasciata o non fasciata. La<br />
soglia per il rilevamento del movimento è<br />
stata esaminata a 3 velocità (0,1 ° / s, 0,5<br />
° / s, e 2,5 ° / s) e in 2 direzioni<br />
(inversione ed eversione).<br />
RISULTATI: L’applicazione del taping ha<br />
significativamente diminuito la capacità<br />
di rilevare i movimenti a livello della<br />
caviglia (P
found effective in reducing the incidence<br />
of ankle sprain, clinicians should continue<br />
taping to reduce the likelihood of resprain.<br />
suggeriscono che l'efficacia del taping è<br />
improbabile che si spiega con una<br />
maggiore capacità di rilevare movimenti<br />
di inversione o eversione. Tuttavia, poiché<br />
è stato trovato efficace nel ridurre<br />
l'incidenza della distorsione alla caviglia,<br />
i medici dovrebbero continuare la<br />
fasciatura per ridurre la probabilità di<br />
recidive.<br />
97
Influence of ankle support on joint<br />
range of motion before and after<br />
exercise: a meta-analysis<br />
OBJECTIVE: To evaluate the effects of<br />
different types of ankle support on ankle<br />
and foot joint range of motion before and<br />
after activity using meta-analysis<br />
procedures.<br />
BACKGROUND: The effects of ankle<br />
support on joint range of motion before<br />
and after exercise has been extensively<br />
studied, but the results among studies are<br />
not consistent. Obtaining knowledge from<br />
synthesizing the available literature with a<br />
meta-analysis can provide a greater<br />
understanding of these effects.<br />
METHODS AND MEASURES: A total<br />
of 253 cases from 19 studies were<br />
examined and included in this analysis.<br />
The treatment variables were ankle<br />
support with 3 levels (tape, lace-up, and<br />
semirigid) and time with 2 levels (before<br />
exercise and after exercise). Standardized<br />
effect sizes were computed for inversion,<br />
eversion, dorsiflexion, and plantar flexion<br />
range of motion to measure the difference<br />
between control and treatment groups at<br />
each point in time. Effect sizes were<br />
analyzed using a mixed-model factorial<br />
analysis of variance.<br />
RESULTS: Before exercise, the semirigid<br />
condition (-2.97 +/- 0.63) demonstrated<br />
greater restriction compared with the tape<br />
(-2.33 +/- 0.38) and lace-up conditions (-<br />
2.18 +/- 0.86) for inversion range of<br />
motion. After exercise, the semirigid<br />
condition (-3.85 +/- 0.64) restricted<br />
inversion range of motion more than the<br />
tape (-1.07 +/- 0.20) and lace-up (-1.56 +/-<br />
0.29) conditions. No differences were<br />
found between the mean effect sizes for<br />
the tape and lace-up conditions before and<br />
after exercise. With respect to eversion<br />
range of motion, the semirigid support (-<br />
2.69 +/- 0.43) provided greater restraint<br />
Cordova ML, Ingersoll CD, LeBlanc MJ.<br />
Influenza di un supporto alla caviglia<br />
sulla motilità articolare, prima e dopo<br />
l'esercizio fisico: una meta-analisi<br />
OBIETTIVO: Valutare gli effetti sulla<br />
motilità articolare dei diversi tipi di<br />
supporto alla caviglia e al piede, prima e<br />
dopo l'attività utilizzando una metaanalisi<br />
come procedura.<br />
BACKGROUND: Gli effetti del supporto<br />
alla caviglia sulla motilità articolare,<br />
prima e dopo l'esercizio fisico sono stati<br />
ampiamente studiati, ma i risultati tra gli<br />
studi non sono coerenti. Si vuole ottenere<br />
la conoscenza di sintesi della letteratura<br />
disponibile con una meta-analisi in grado<br />
di fornire una maggiore comprensione di<br />
questi effetti.<br />
METODI E MISURE: Un totale di 253<br />
casi da 19 studi sono stati esaminati e<br />
inclusi in questa analisi. Le variabili di<br />
trattamento per il supporto alla caviglia<br />
sono state di 3 livelli (taping, lace-up, e<br />
semirigido) e con 2 livelli di tempo (prima<br />
dell'allenamento e dopo l'esercizio).<br />
L’entità degli effetti standardizzati è stata<br />
calcolata per l'inversione, l’eversione, la<br />
dorsiflessione e la flessione plantare per<br />
misurare la differenza tra i gruppi di<br />
controllo e di trattamento in ogni<br />
momento. L’entità degli effetti è stata<br />
analizzata utilizzando un modello misto di<br />
analisi fattoriale della varianza.<br />
RISULTATI: Prima dell’esercizio, la<br />
condizione con semirigido (-2,97 / - 0,63)<br />
ha dimostrato maggiori restrizioni<br />
rispetto al taping (-2,33 / - 0,38) e le<br />
condizioni di lace-up (-2,18 / - 0,86) per il<br />
movimento di inversione. Dopo<br />
l'esercizio, la condizione con il semirigido<br />
(-3,85 / - 0,64) ha limitato il movimento di<br />
inversione più che il taping (-1,07 / - 0,20)<br />
e il lace-up (-1,56 / 0,29). Non sono state<br />
riscontrate differenze tra gli effetti del<br />
taping e del lace-up, prima e dopo<br />
l'esercizio. Per quanto riguarda il<br />
movimento di eversione, il supporto<br />
98
compared with the tape (-1.00 +/- 0.21)<br />
and lace-up (-1.40 +/- 0.47) conditions.<br />
The lace-up condition also displayed<br />
greater support compared with tape alone.<br />
For dorsiflexion range of motion, greatest<br />
overall support was provided by the tape<br />
condition (-0.94 +/- 0.06) compared with<br />
the lace-up condition (-0.51 +/- 0.06).<br />
CONCLUSIONS: The greatest restriction<br />
of motion in the frontal plane was offered<br />
by the semirigid support condition,<br />
whereas taping offered the most support<br />
for limiting dorsiflexion range of motion.<br />
The results of this study may help<br />
clinicians make rational decisions<br />
concerning the selection of ankle<br />
appliances for preventing acute or chronic<br />
reinjury.<br />
semirigido (-2,69 / - 0,43) ha fornito una<br />
maggiore moderazione rispetto al taping<br />
(-1,00 / - 0,21) e al lace-up (-1,40 / 0,47).<br />
Il lace-up dimostra maggiore sostegno<br />
rispetto a taping da solo. Per il<br />
movimento di dorsiflessione, il più grande<br />
sostegno complessivo è stato fornito dal<br />
taping (-0,94 / - 0,06) rispetto al lace-up<br />
(-0,51 / - 0,06).<br />
CONCLUSIONI: La più grande<br />
limitazione di movimento sul piano<br />
frontale è stata offerta dal supporto<br />
semirigido, mentre il taping ha offerto di<br />
più il supporto per limitare il movimento<br />
di flessione dorsale. I risultati di questo<br />
studio possono aiutare i medici a<br />
prendere decisioni razionali relative alla<br />
scelta delle applicazioni alla caviglia per<br />
prevenire altri danni acuti o cronici.<br />
99
Taping of the ankle--the effect on<br />
postural sway, before and after a<br />
training session<br />
The application of adhesive tape to the<br />
ankle prevents sprains and is therefore<br />
frequently used by athletes with functional<br />
instability of that joint. The purpose of the<br />
study was to investigate the effect of<br />
taping on postural sway during a sudden<br />
perturbation in subjects with unilateral<br />
functional instability of the ankle joint.<br />
Nine Swedish male elite soccer players<br />
with unilateral functional instability of the<br />
ankle joint after a sprain participated in<br />
the study. Their mean age was 25 years.<br />
All but one had sustained an ankle sprain<br />
during the last 1-12 months, and they<br />
applied adhesive tape on one ankle at<br />
every practice session and game. Eight<br />
moderately active male subjects served as<br />
controls (mean age 32 years). Recording<br />
and analysis of postural sway was<br />
performed by the use of stabilometry. We<br />
used a device previously tested for<br />
reliability and added a perturbation<br />
device. The perturbation device was an<br />
ankle disc standing on four bars on top of<br />
the force plate. At the start of each<br />
recording, the ankle disc was stable. The<br />
bars could be removed simultaneously by<br />
the test leader. The following parameters<br />
were analysed: (1) max sway, the<br />
maximal sway amplitude upon<br />
perturbation in mediolateral and<br />
anteroposterior directions; (2) mean sway,<br />
the mean sway during the recording in<br />
mediolateral and anteroposterior<br />
directions. There was no difference<br />
between the right and left ankles before<br />
the practice session. The postural sway<br />
during perturbation (max sway) decreased<br />
when the ankle was taped before the<br />
exercise. After the exercise there was no<br />
difference between the taped and untaped<br />
ankles. The maximum and mean<br />
amplitude of sway without tape were<br />
smaller after exercise than before<br />
exercise. The results in the present study<br />
Leanderson J, Ekstam S, Salomonsson C.<br />
Taping della caviglia - l'effetto sulle<br />
oscillazioni posturali, prima e dopo una<br />
sessione di allenamento<br />
L'applicazione del taping per evitare<br />
distorsioni alla caviglia è spesso usata<br />
dagli atleti con instabilità funzionale di<br />
quest’articolazione. Lo scopo dello studio<br />
era di esaminare l'effetto di un taping<br />
adesivo sulle oscillazioni posturali<br />
durante una perturbazione improvvisa in<br />
soggetti con instabilità funzionale<br />
unilaterale della caviglia. Nove giocatori<br />
di sesso maschile di calcio svedese con<br />
instabilità funzionale unilaterale della<br />
caviglia dopo una distorsione hanno<br />
partecipato allo studio. La loro età media<br />
era di 25 anni. Tutti tranne uno avevano<br />
subito una distorsione alla caviglia nel<br />
corso degli ultimi 1-12 mesi, e hanno<br />
applicato un taping adesivo sulla caviglia<br />
ad ogni sessione di pratica e di gioco.<br />
Otto soggetti maschi moderatamente attivi<br />
sono serviti come controllo (età media 32<br />
anni). La registrazione e l'analisi delle<br />
oscillazioni posturali sono state effettuate<br />
mediante l'uso di stabilometria. Abbiamo<br />
utilizzato un dispositivo precedentemente<br />
testato per l’affidabilità e abbiamo<br />
aggiunto un dispositivo di perturbazione.<br />
Il dispositivo di perturbazione era un<br />
disco per caviglia su quattro barre sulla<br />
parte superiore della piastra di forza.<br />
All'inizio di ogni registrazione, il disco<br />
per caviglia è stabile. Le barre possono<br />
essere rimosse simultaneamente dalla<br />
prova. Sono stati analizzati i seguenti<br />
parametri: (1) ondeggiamento max,<br />
l'ampiezza di oscillazione massima su<br />
perturbazione in direzione medio-laterale<br />
e antero-posteriore, (2) significativa<br />
oscillazione, durante la registrazione in<br />
senso medio-laterale e antero-posteriore.<br />
Non c'era alcuna differenza tra le caviglie<br />
a destra e sinistra prima della sessione di<br />
prove libere. Le oscillazioni posturali<br />
durante la perturbazione (Sway max) sono<br />
diminuite quando la caviglia è stata<br />
fasciata prima dell'esercizio. Dopo<br />
100
indicate a positive effect of tape on<br />
postural sway during perturbation before a<br />
practice session. The decreased sway with<br />
an untaped ankle after the practice session<br />
could mean that the prophylactic effect of<br />
taping is most important during the first<br />
part of a practice session or a game.<br />
l'esercizio non vi era alcuna differenza tra<br />
le caviglie fasciate e non fasciate.<br />
L'ampiezza massima e media delle<br />
oscillazioni senza taping erano più<br />
piccole dopo l'esercizio che prima<br />
dell'allenamento. I risultati di questo<br />
studio indicano un effetto positivo del<br />
taping adesivo sulle oscillazioni posturali<br />
durante una perturbazione prima di una<br />
sessione di pratica. L'influenza è<br />
diminuita con una caviglia non fasciata<br />
dopo la sessione di pratica, ciò potrebbe<br />
significare che l'effetto profilattico del<br />
taping è più importante durante la prima<br />
parte di una sessione di pratica o di<br />
gioco.<br />
101
The effect on neuromuscular stability,<br />
performance, multi-joint coordination<br />
and proprioception of barefoot, taping<br />
or preventative bracing<br />
OBJECTIVE: The objective of this study<br />
was to assess the effects of taping and<br />
preventive bracing on functional balance,<br />
jumping performance, multi-joint<br />
coordination and proprioception on<br />
comparison to barefoot and each other.<br />
DESIGN: Controlled trial as an<br />
experiment with the independent variable<br />
testing in 3 trials: control (barefooted),<br />
preventive bracing, and taping.<br />
SETTING: The sports physiotherapy,<br />
research laboratory.<br />
PARTICIPANTS: Twenty physically<br />
active male university students aged<br />
between 20 and 28 who had been free<br />
from lower extremity pathology for 12<br />
months and had no previous history of<br />
ankle sprain served as participants.<br />
MAIN OUTCOME MEASURES: Single<br />
leg balance (s), jumping performance<br />
(cm), coordination and proprioception<br />
assessments by the Functional Squat<br />
System. The software automatically<br />
calculated the absolute average error (cm)<br />
and the standard deviation (SD) of the<br />
average error. Average errors were<br />
independently quantified as a function of<br />
the action mode (concentric versus<br />
eccentric) and of the lower limb<br />
(dominant versus non-dominant).<br />
RESULTS: There was no significant<br />
difference among the groups for balance<br />
tests (p>0.05). For vertical jump<br />
performance of bilateral and the dominant<br />
leg there were significant differences that<br />
the barefoot group had better results<br />
compared to the other groups (p=0.059;<br />
0.017). According to the coordination<br />
results of Functional Squat System<br />
Ozer D, Senbursa G, Baltaci G, Hayran M.<br />
L'effetto sulla stabilità neuromuscolare,<br />
la performance, il coordinamento multiarticolare<br />
e la propriocezione a piedi<br />
nudi, taping o rinforzo preventivo<br />
OBIETTIVO: L'obiettivo di questo studio<br />
era di valutare gli effetti del taping e del<br />
rinforzo preventivo nell’equilibrio<br />
funzionale, in prestazioni di salto, il<br />
coordinamento multi-articolare e la<br />
propriocezione a confronto con piedi nudi<br />
e altro.<br />
DESIGN: studio controllato come un<br />
esperimento con test variabili<br />
indipendenti in 3 prove: controllo (a piedi<br />
nudi), rinforzo preventivo e taping.<br />
REGOLAZIONE: La fisioterapia sportiva,<br />
laboratorio di ricerca.<br />
PARTECIPANTI: Venti studenti maschi<br />
universitari attivi fisicamente di età<br />
compresa tra i 20 ei 28 anni esenti da<br />
patologia agli arti inferiori da 12 mesi e<br />
che non avevano una storia precedente di<br />
distorsione della caviglia.<br />
MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO:<br />
Equilibrio a una sola gamba (s),<br />
prestazioni salto (cm), valutazioni di<br />
coordinamento e propriocezione con il<br />
FSS. Il software ha automaticamente<br />
calcolato l'errore assoluto medio (cm) e<br />
la deviazione standard (SD) dell'errore<br />
medio. Gli errori medi sono stati<br />
quantificati in modo indipendente in<br />
funzione della modalità di azione<br />
(concentrica vs eccentrica) e degli arti<br />
inferiori (dominante rispetto a nondominante).<br />
RISULTATI: Non vi era alcuna differenza<br />
significativa tra i gruppi per le prove di<br />
equilibrio (p> 0,05). Per la prestazione di<br />
salto in verticale bilaterale e per la<br />
gamba dominante vi erano differenze<br />
significative: il gruppo che era a piedi<br />
nudi ha ottenuto risultati migliori rispetto<br />
102
participants were better in brace and tape<br />
situations since the deviations were less<br />
for all concentric and eccentric positions.<br />
Deviation results for the proprioception<br />
test were different for first visual and nonvisual<br />
deviations for dominant leg<br />
(p
A systematic review on the effectiveness<br />
of external ankle supports in the<br />
prevention of inversion ankle sprains<br />
among elite and recreational players<br />
Epidemiological studies have shown that<br />
10-28% of all sports injuries are ankle<br />
sprains, leading to the longest absence<br />
from athletic activity compared to other<br />
types of injuries. This study was<br />
conducted to evaluate the effectiveness of<br />
external ankle supports in the prevention<br />
of inversion ankle sprains and identify<br />
which type of ankle support was superior<br />
to the other. A search strategy was<br />
developed, using the keywords, ankle<br />
supports, ankle brace, ankle tapes, ankle<br />
sprains and athletes, to identify available<br />
literature in the databases (MEDLINE,<br />
PubMed, CINAHL, EMBASE, etc.),<br />
libraries and unpublished papers. Trials<br />
which consider adolescents and adults,<br />
elite and recreational players as<br />
participants were the study of choice.<br />
External ankle supports comprise ankle<br />
tape, brace or orthosis applied to the ankle<br />
to prevent ankle sprains. The main<br />
outcome measures were frequency of<br />
ankle sprains. Two reviewers assessed the<br />
quality of the studies included using the<br />
Joanna Briggs Institute (JBI Appraisal<br />
tool). Whenever possible, results were<br />
statistically pooled and interpreted. A total<br />
of seven trials were finally included in this<br />
study. The studies included were of<br />
moderate quality. The main significant<br />
finding was the reduction of ankle sprain<br />
by 69% (OR 0.31, 95% CI 0.18-0.51) with<br />
the use of ankle brace and reduction of<br />
ankle sprain by 71% (OR 0.29, 95% CI<br />
0.14-0.57) with the use of ankle tape<br />
among previously injured athletes. No<br />
type of ankle support was found to be<br />
superior than the other<br />
Dizon JM, Reyes JJ.<br />
Una revisione sistematica sull'efficacia<br />
dei supporti esterni per la prevenzione<br />
delle distorsioni di caviglia in inversione<br />
tra i giocatori esperti e dilettanti<br />
Studi epidemiologici hanno dimostrato<br />
che il 10-28% di tutte le lesioni sportive<br />
sono distorsioni della caviglia, ciò porta<br />
ad una lunga assenza dall’attività atletica<br />
rispetto ad altri tipi di lesioni. Questo<br />
studio è stato condotto per valutare<br />
l'efficacia dei supporti esterni alla<br />
caviglia nella prevenzione delle<br />
distorsioni della caviglia in inversione e<br />
di identificare quale tipo di supporto era<br />
migliore degli altri. Una strategia di<br />
ricerca è stata sviluppata, usando le<br />
parole chiave, supporti caviglia, tutori<br />
caviglia, taping caviglia, distorsioni della<br />
caviglia e atleti, per individuare la<br />
letteratura disponibile nel database<br />
(MEDLINE, PubMed, CINAHL,<br />
EMBASE, ecc), le biblioteche e gli articoli<br />
inediti. Prove che considerano gli<br />
adolescenti e adulti, giocatori esperti e<br />
dilettanti come partecipanti sono stati la<br />
scelta dello studio. Le cavigliere esterne<br />
comprendono taping alla caviglia, tutore<br />
o ortesi applicata alla caviglia per evitare<br />
distorsioni. La principale misura di<br />
outcome era la frequenza di distorsioni<br />
della caviglia. Due revisori hanno<br />
valutato la qualità degli studi inclusi con<br />
il Joanna Briggs Institute (JBI). Quando<br />
possibile, i risultati sono stati<br />
statisticamente raggruppati e interpretati.<br />
Sette studi sono stati inclusi in totale. Gli<br />
studi inclusi erano di qualità moderata. Il<br />
risultato principale più significativo è<br />
stato la riduzione della distorsione alla<br />
caviglia del 69% (OR 0,31, 95% CI 0,18-<br />
0,51), con l'uso del tutore alla caviglia e<br />
la riduzione della distorsione alla caviglia<br />
del 71% (OR 0.29, 95% CI 0,14-0,57),<br />
con l'uso del taping fra gli atleti<br />
precedentemente lesionati. Nessun tipo di<br />
supporto alla caviglia risultata essere<br />
superiore rispetto agli altri.<br />
104
Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J.<br />
Descriptive epidemiology of collegiate<br />
women's gymnastics injuries: National<br />
Collegiate Athletic Association Injury<br />
Surveillance System, 1988-1989<br />
through 2003-2004<br />
OBJECTIVE: To review 16 years of<br />
National Collegiate Athletic Association<br />
(NCAA) injury surveillance data for<br />
women's gymnastics and identify potential<br />
areas for injury prevention initiatives.<br />
BACKGROUND: In the 1988-1989<br />
academic year, 112 schools were<br />
sponsoring varsity women's gymnastics<br />
teams, with approximately 1550<br />
participants. By 2003-2004, the number of<br />
varsity teams had decreased 23% to 86,<br />
involving 1380 participants. Significant<br />
participation reductions during this time<br />
were particularly apparent in Divisions II<br />
and III.<br />
MAIN RESULTS: A significant annual<br />
average decrease was noted in<br />
competition (-4.0%, P < .01) but not in<br />
practice (-1.0%, P = .35) injury rates<br />
during the sample period. Over the 16<br />
years, the rate of injury in competition<br />
was more than 2 times higher than in<br />
practice (15.19 versus 6.07 injuries per<br />
1000 athlete-exposures; rate ratio = 2.5,<br />
95% confidence interval [CI] = 2.3, 2.8).<br />
A total of 53% of all competition and 69%<br />
of all practice injuries were to the lower<br />
extremity. A participant was almost 6<br />
times more likely to sustain a knee<br />
internal derangement injury in<br />
competition than in practice (rate ratio =<br />
5.7, 95% CI = 4.5, 7.3) and almost 3 times<br />
more likely to sustain an ankle ligament<br />
sprain (rate ratio = 2.7, 95% CI = 2.1,<br />
3.4). The majority of competition injuries<br />
(approximately 70%) resulted from either<br />
landings in floor exercises or dismounts.<br />
RECOMMENDATIONS: Gymnasts with<br />
a previous history of ankle sprain should<br />
either wear an ankle brace or use<br />
Epidemiologia descrittiva delle lesioni<br />
nella ginnastica di ragazze collegiali:<br />
National Collegiate Athletic Association<br />
Injury Surveillance System,dal 1988-<br />
1989 al 2003-2004<br />
OBIETTIVO: Per esaminare nei 16 anni<br />
di National Collegiate Athletic<br />
Association (NCAA) i dati di sorveglianza<br />
degli infortuni per la ginnastica femminile<br />
e individuare potenziali aree per le<br />
iniziative di prevenzione degli infortuni.<br />
BACKGROUND: Durante l'anno<br />
accademico 1988-1989, in 112 scuole<br />
sono state sponsorizzate squadre di<br />
ginnastica femminile, con circa 1.550<br />
partecipanti. Dal 2003-2004, il numero<br />
delle squadre era diminuito del 23% a 86,<br />
e hanno coinvolto 1380 partecipanti. La<br />
riduzione significativa di partecipanti in<br />
questo periodo è stata particolarmente<br />
evidente nelle divisioni II e III.<br />
RISULTATI PRINCIPALI: Una<br />
significativa diminuzione media annua è<br />
stata notata nella competizione (-4,0%, P<br />
prophylactic tape on their ankles to<br />
decrease the risk of recurrent injury.<br />
Preventive efforts may incorporate more<br />
neuromuscular training and core stability<br />
programs in the off-season and preseason<br />
conditioning to enhance proper landing<br />
and skill mechanics. Equipment<br />
manufacturers are encouraged to<br />
reevaluate the design of the landing mats<br />
to allow for better absorption of forces.<br />
una precedente storia di distorsione della<br />
caviglia si consiglia di portare un tutore<br />
alla caviglia o di fare uso del taping per<br />
diminuire il rischio di lesioni ricorrenti.<br />
Un’attività di prevenzione può includere<br />
degli allenamenti neuromuscolari e dei<br />
programmi di stabilità, per migliorare<br />
l’atterraggio e la meccanica di abilità. I<br />
produttori di apparecchiature sono<br />
invitati a rivalutare la progettazione delle<br />
stuoie di atterraggio per consentire un<br />
migliore assorbimento delle forze.<br />
106
Bracing and rehabilitation--what's new<br />
Based on the recent evidence, ankle<br />
bracing and taping do appear to have<br />
positive effects on ankle support. For<br />
example, both bracing and taping restrict<br />
inversion range of motion, with tape and<br />
stirrup-style braces providing the best<br />
support. Although exercise reduces this<br />
restriction, the range remains consistent<br />
with levels considered to be within the<br />
normal range. Ankle supports also appear<br />
to improve the strength of the muscular<br />
response to perturbation, potentially<br />
providing a stronger muscular contraction.<br />
In contrast, ankle supports fail to improve<br />
the neuromuscular response time to<br />
unexpected perturbations. Thus, it appears<br />
that the stronger response may occur too<br />
slowly to protect the joint. This slowness<br />
of the neuromuscular response, however,<br />
may be offset by the support's ability to<br />
slow the inversion motion. The slowing of<br />
inversion appears to allow the<br />
neuromuscular system to respond at or<br />
before the point of ligament damage.<br />
Finally, ankle supports appear to improve<br />
balance only in individuals with<br />
previously injured ankles. This suggests<br />
that supports may have a selective effect<br />
in protecting injured but not uninjured<br />
individuals. Despite these positive effects,<br />
some cautions should be emphasized.<br />
First, most of the studies cited have been<br />
performed in the laboratory setting with<br />
joint velocities and loads much below<br />
what are encountered in the athletic and<br />
daily activities. Whether tape and braces<br />
can maintain their effectiveness under the<br />
more extreme conditions of functional<br />
activities remains unclear. Additionally,<br />
some evidence suggests that ankle<br />
supports may transfer loads to other joints<br />
putting them at risk for injury. Thus,<br />
further study is needed to determine the<br />
risk-to-benefit ratio of ankle supports.<br />
Finally, much of the research presented<br />
has been done only on uninjured ankles.<br />
Based on the current evidence, it seems<br />
Arnold BL, Docherty CL<br />
Rinforzo e riabilitazione - cosa c'è di<br />
nuovo<br />
Sulla base delle recenti prove, il rinforzo<br />
e il taping sembrano avere effetti positivi<br />
sulla caviglia. Ad esempio, il taping per la<br />
restrizione del movimento in inversione e<br />
lo styrrup-style taping forniscono il<br />
miglior supporto. Anche se l'esercizio<br />
riduce questa restrizione, il movimento è<br />
in linea con i livelli considerati entro il<br />
normale range. La caviglia supportata<br />
inoltre sembra migliorare la forza della<br />
risposta muscolare alla perturbazione e<br />
potenzialmente fornisce una più forte<br />
contrazione muscolare. Al contrario, i<br />
sostegni alla caviglia non riescono a<br />
migliorare il tempo di risposta<br />
neuromuscolare a perturbazioni inattese.<br />
Così, sembra che la risposta più forte può<br />
verificarsi troppo lentamente per<br />
proteggere l'articolazione. Questa<br />
lentezza della risposta neuromuscolare,<br />
tuttavia, può essere compensata con la<br />
capacità del supporto di rallentare il<br />
movimento di inversione. Il rallentamento<br />
dell’inversione sembra consentire al<br />
sistema neuromuscolare di rispondere<br />
prima del danno ai legamenti. Infine, il<br />
supporto alla caviglia sembra migliorare<br />
l'equilibrio solo negli individui con le<br />
caviglie precedentemente lesionate. Ciò<br />
suggerisce che il supporto può avere un<br />
effetto selettivo nel proteggere gli<br />
individui lesionati, ma non illesi.<br />
Nonostante questi effetti positivi, alcune<br />
cautele devono essere valorizzate. In<br />
primo luogo, la maggior parte degli studi<br />
citati è stata condotta nei laboratori<br />
congiunti con velocità e carichi molto al<br />
di sotto di quelli che si incontrano nelle<br />
attività sportive e quotidiane. Rimane<br />
poco chiaro se il taping e il sostegno sono<br />
in grado di mantenere la loro efficacia<br />
nelle condizioni più estreme di attività<br />
funzionali. Inoltre, alcune evidenze<br />
suggeriscono che il supporto alla caviglia<br />
possa trasferire i carichi in altre<br />
articolazioni mettendole a rischio di<br />
107
possible that the effectiveness of ankle<br />
supports may differ depending on the<br />
population, and it seems clinically<br />
important to know whether we can expect<br />
the same results for injured and uninjured<br />
ankles. Proper and early rehabilitation is<br />
important in preventing residual ankle<br />
symptoms. Reports indicate that up to<br />
73% of people who sustain a lateral ankle<br />
sprain have recurrent sprains, but it is<br />
unknown how many of these participants<br />
partake in rehabilitation. Proper<br />
immobilization and acute care of the<br />
injured ankle is imperative. An<br />
immobilization boot or strapping that can<br />
be removed during early non-weight<br />
bearing exercises seems to be most<br />
effective. Strength and balance training of<br />
the uninjured contralateral limb can be<br />
used to assist reaching full recovery in a<br />
shorter period of time. Functional<br />
exercises can also be performed earlier in<br />
the rehabilitation process by reducing the<br />
gravitational forces so patients can<br />
perform in a pain-free range and still<br />
receive the benefits of early activity.<br />
lesioni. Pertanto, sono necessari ulteriori<br />
studi per determinare il rapporto rischiobeneficio<br />
dei supporti della caviglia.<br />
Infine, gran parte della ricerca presentata<br />
è stata effettuata solo su caviglie illese.<br />
Sulla base dei dati attualmente<br />
disponibili, sembra possibile che<br />
l'efficacia dei supporti della caviglia<br />
possa variare a seconda della<br />
popolazione, e sembra clinicamente<br />
importante sapere se possiamo aspettarci<br />
gli stessi risultati per le caviglie lesionate<br />
e illese. La correzione e la riabilitazione<br />
precoce sono importanti per prevenire i<br />
sintomi residui alla caviglia. I rapporti<br />
indicano che il 73% delle persone che<br />
hanno avuto una distorsione laterale della<br />
caviglia sono distorsioni recidive, ma non<br />
è noto quanti di questi partecipanti hanno<br />
effettuato la riabilitazione.<br />
L’immobilizzazione e la cura della<br />
caviglia lesa sono imperative. Un avvio di<br />
immobilizzazione o fasciatura che può<br />
essere rimossa durante le prime<br />
esercitazioni, sembra essere più efficace.<br />
L'allenamento della forza e l'equilibrio<br />
dell'arto controlaterale indenne possono<br />
essere utilizzati per assistere e<br />
raggiungere il pieno recupero in un<br />
periodo di tempo più breve. Gli esercizi<br />
funzionali possono essere eseguiti anche<br />
in precedenza nel processo di<br />
risanamento, riducendo le forze<br />
gravitazionali, così i pazienti li possono<br />
eseguire senza dolore e continuare a<br />
ricevere i benefici dell'attività precoce.<br />
108
The effect of preventive measures on<br />
the incidence of ankle sprains<br />
OBJECTIVE: To critically review the<br />
current data concerning the efficacy of<br />
preventive measures described in the<br />
literature, on the incidence of lateral ankle<br />
ligament injuries.<br />
DATA SOURCES: MEDLINE,<br />
Sportdiscus, and EMBASE were searched<br />
for papers published between 1980 and<br />
December 1998. Keywords used in the<br />
search were "prevention" in combination<br />
with "ankle," "ankle taping," "ankle<br />
bracing," "orthosis," "shoes," and<br />
"proprioception." Additional references<br />
were reviewed from the bibliographies of<br />
the retrieved articles.<br />
STUDY SELECTION: A study was<br />
included if: 1) the study contained<br />
research questions regarding the<br />
prevention of lateral ankle ligament<br />
injuries; 2) the study was a randomized<br />
controlled trial, a controlled trail, or a time<br />
intervention; 3) the results of the study<br />
contained incidence rates of lateral ankle<br />
ligament injuries as study outcome; and 4)<br />
the study met the cut-off score set for<br />
quality.<br />
DATA EXTRACTION AND<br />
SYNTHESIS: Two reviewers reviewed<br />
relevant studies for strengths and<br />
weaknesses in design and methodology,<br />
according to a standardized set of<br />
predefined criteria. Eight relevant studies<br />
met the criteria for inclusion and were<br />
analyzed.<br />
MAIN RESULTS: Overall, all studies<br />
reported a significant decrease in<br />
incidence of ankle sprains using the<br />
studied preventive measure. There was a<br />
great variety in methodology and study<br />
design between the eight analyzed studies,<br />
and every study had one or more<br />
drawbacks. Therefore, between studies<br />
Verhagen EA, van Mechelen W, de Vente W.<br />
L'efficacia delle misure di prevenzione<br />
nell'incidenza di distorsioni della<br />
caviglia<br />
OBIETTIVO: Revisione critica dei dati<br />
correnti riguardanti l'efficacia delle<br />
misure di prevenzione descritte in<br />
letteratura, sull'incidenza delle lesioni del<br />
legamento laterale della caviglia.<br />
FONTE DEI DATI: MEDLINE,<br />
Sportdiscus, EMBASE e sono stati<br />
ricercati per articoli pubblicati tra il 1980<br />
e il dicembre 1998. Le parole chiave<br />
utilizzate nella ricerca sono state<br />
"prevenzione" in combinazione con la<br />
"caviglia", "taping caviglia", "sostegno<br />
caviglia", "ortesi", "scarpe" e<br />
"propriocezione". Ulteriori riferimenti<br />
sono stati esaminati dalla bibliografie<br />
degli articoli recuperati.<br />
SELEZIONE DI STUDIO: Uno studio è<br />
stato incluso se: 1) lo studio conteneva<br />
domande di ricerca in materia di<br />
prevenzione degli infortuni ai legamenti<br />
laterali della caviglia; 2) lo studio è un<br />
trial randomizzato e controllato, un trial<br />
controllato, o un intervento tempo, 3) i<br />
risultati dello studio contengono tassi di<br />
incidenza di infortuni ai legamenti laterali<br />
della caviglia; 4) Lo studio ha raggiunto<br />
il punteggio di cut-off fissato per la<br />
qualità.<br />
ESTRAZIONE DEI DATI E SINTESI: Due<br />
revisori hanno esaminato gli studi con i<br />
relativi punti di forza e di debolezza nella<br />
progettazione e nella metodologia, in base<br />
a una serie standardizzata di criteri<br />
predefiniti. Otto studi rilevanti hanno<br />
incontrato i criteri di inclusione e sono<br />
stati analizzati.<br />
PRINCIPALI RISULTATI: In generale,<br />
tutti gli studi hanno riportato una<br />
diminuzione significativa dell'incidenza di<br />
distorsioni della caviglia con la misura di<br />
prevenzione studiata. C’è stata una<br />
109
only general results could be compared.<br />
CONCLUSIONS: The use of either tape<br />
or braces reduces the incidence of ankle<br />
sprains. Next to this preventive effect, the<br />
use of tape or braces results in less severe<br />
ankle sprains. However, braces seem to be<br />
more effective in preventing ankle sprains<br />
than tape. It is not clear which athletes are<br />
to benefit more from the use of preventive<br />
measures: those with or those without<br />
previous ankle sprains. The efficacy of<br />
shoes in preventing ankle sprains is<br />
unclear.<br />
grande varietà nel design e nella<br />
metodologia di studio tra gli otto studi<br />
analizzati, e ogni studio ha avuto uno o<br />
più svantaggi. Pertanto, tra gli studi solo i<br />
risultati generali possono essere<br />
confrontati.<br />
CONCLUSIONI: L'uso del taping o del<br />
sostegno riduce l'incidenza di distorsioni<br />
della caviglia. Accanto a questo effetto<br />
preventivo, l'uso del taping o del sostegno<br />
danno come risultato la diminuzione<br />
distorsioni gravi di caviglia. Tuttavia, il<br />
sostegno sembra essere più efficace del<br />
taping nel prevenire distorsioni della<br />
caviglia. Non è chiaro quali sono gli atleti<br />
a trarre maggiori benefici dall'uso di<br />
misure di prevenzione: quelli con o quelli<br />
senza precedenti distorsioni della<br />
caviglia. L'efficacia di scarpe nel<br />
prevenire distorsioni non è chiara.<br />
110
Ankle taping improves proprioception<br />
before and after exercise in young men<br />
Ankle sprains are common sports injuries.<br />
Inadequate foot position awareness is<br />
thought to be the fundamental cause of<br />
these injuries. Ankle taping may decrease<br />
risk of injury through improving foot<br />
position awareness. The benefit of taping<br />
is thought to decrease with duration of<br />
exercise because of poor tape adherence<br />
to human skin. This study was a<br />
randomized, crossover, controlled<br />
comparison experiment that tested the<br />
hypothesis that ankle taping improves foot<br />
position awareness before and after<br />
exercise. A sample of 24 healthy young<br />
blindfolded volunteers, wearing their own<br />
athletic shoes, indicated perceived slope<br />
direction and estimated slope amplitude<br />
when bearing full body weight and<br />
standing on a series of blocks. The top<br />
slope of the blocks varied between 0<br />
degree and 25 degrees, in 2.5 degrees<br />
increments, to orient the plantar surface<br />
with respect to the leg toward pronation,<br />
supination, plantarflexion, and<br />
dorsiflexion, relative to its position on a<br />
flat surface. Foot position awareness,<br />
which was considered the reciprocal of<br />
surface slope estimate error, varied with<br />
testing condition, particularly when<br />
surface slope was greater than 10 degrees,<br />
presumably the most important range<br />
considering ankle injuries. In this higher<br />
range absolute position error was 4.23<br />
degrees taped, and 5.53 degrees untaped<br />
(P < 0.001). These data support the<br />
hypothesis that ankle taping improves<br />
proprioception before and after exercise.<br />
Robbins S, Waked E, Rappel R<br />
Il taping alla caviglia migliora la<br />
propriocezione, prima e dopo l'esercizio<br />
fisico in giovani uomini<br />
Le distorsioni della caviglia sono le più<br />
comuni lesioni sportive. L’inadeguata<br />
posizione del piede è considerata la causa<br />
principale di queste lesioni. Il taping alla<br />
caviglia può diminuire il rischio di<br />
lesioni, migliorando la consapevolezza<br />
della posizione del piede. Il vantaggio del<br />
taping si pensa che diminuisca con la<br />
durata degli esercizi a causa della scarsa<br />
aderenza del nastro alla pelle umana.<br />
Questo studio era randomizzato, un<br />
crossover, un esperimento di confronto<br />
controllato che ha valutato l'ipotesi che il<br />
taping alla caviglia potesse migliorare la<br />
consapevolezza della posizione del piede<br />
prima e dopo l'esercizio. Un campione di<br />
24 volontari sani giovani, in cieco,<br />
indossando le loro scarpe atletiche,hanno<br />
indicato di percepire la direzione e<br />
l'ampiezza della pendenza prevista al<br />
momento della sopportazione del peso a<br />
corpo pieno e in piedi su una serie di<br />
blocchi. La pendenza superiore dei<br />
blocchi varia tra 0 gradi e 25 gradi, in<br />
incrementi di 2,5 gradi, per orientare la<br />
superficie plantare per quanto riguarda la<br />
gamba verso la pronazione, la<br />
supinazione, la plantarflessione, e la<br />
dorsiflessione, relativa alla sua posizione<br />
su una superficie piana. La<br />
consapevolezza della posizione del piede,<br />
che è stato considerato il reciproco della<br />
pendenza della superficie di errore stima,<br />
varia con le condizioni di prova,<br />
soprattutto quando pendenza della<br />
superficie è superiore a 10 gradi;<br />
probabilmente la serie più importante se<br />
si considera gli infortuni alla caviglia. In<br />
questo range l’errore di posizione<br />
assoluta è stato registrato a 4,23 gradi, e<br />
5,53 gradi (P
Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA<br />
The prevention of ankle sprains in<br />
sports. A systematic review of the<br />
literature<br />
To assess the published evidence on the<br />
effectiveness of various approaches to the<br />
prevention of ankle sprains in athletes, we<br />
used textbooks, journals, and experts in<br />
the field of sports medicine to identify<br />
citations. We identified 113 studies<br />
reporting the risk of ankle sprains in<br />
sports, methods to provide support, the<br />
effect of these interventions on<br />
performance, and comparison of<br />
prevention efforts. The most common risk<br />
factor for ankle sprain in sports is history<br />
of a previous sprain. Ten citations of<br />
studies involving athletes in basketball,<br />
football, soccer, or volleyball compared<br />
alternative methods of prevention.<br />
Methods tested included wrapping the<br />
ankle with tape or cloth, orthoses, hightop<br />
shoes, or some combination of these<br />
methods. Most studies indicate that<br />
appropriately applied braces, tape, or<br />
orthoses do not adversely affect<br />
performance. Based on our review, we<br />
recommend that athletes with a sprained<br />
ankle complete supervised rehabilitation<br />
before returning to practice or<br />
competition, and those athletes suffering a<br />
moderate or severe sprain should wear an<br />
appropriate orthosis for at least 6 months.<br />
Both coaches and players must assume<br />
responsibility for prevention of injuries in<br />
sports.<br />
La prevenzione delle distorsioni della<br />
caviglia nello sport. Una revisione<br />
sistematica della letteratura<br />
Per valutare gli elementi di prova<br />
pubblicati sull'efficacia di vari approcci<br />
per la prevenzione delle distorsioni di<br />
caviglia negli atleti, abbiamo usato libri<br />
di testo, riviste specializzate, e gli esperti<br />
nel campo della medicina dello sport per<br />
identificare le citazioni. Abbiamo<br />
identificato 113 studi che riportano il<br />
rischio di distorsioni della caviglia nello<br />
sport, i metodi per fornire il supporto,<br />
l'effetto di questi interventi sulle<br />
prestazioni, e il confronto di interventi di<br />
prevenzione. Il fattore di rischio più<br />
comune per la distorsione alla caviglia<br />
nello sport è la storia di una distorsione<br />
precedente. Dieci citazioni di studi che<br />
hanno coinvolto atleti di basket, calcio,<br />
calcetto, pallavolo, hanno comparato i<br />
metodi alternativi di prevenzione. Metodi<br />
di prova hanno incluso l’avvolgimento<br />
della caviglia con del taping adesivo o<br />
una fasciatura, ortesi, scarpe high-top, o<br />
una combinazione di questi metodi. La<br />
maggior parte degli studi indicano che i<br />
supporti opportunamente applicati, nastro<br />
o ortesi, non influiscono negativamente<br />
sulle prestazioni. Sulla base della nostra<br />
recensione, è consigliabile che gli atleti<br />
con una distorsione alla caviglia<br />
eseguano una riabilitazione completa con<br />
supervisione, prima di tornare a praticare<br />
l’attività, e gli atleti che soffrono di una<br />
distorsione moderata o grave devono<br />
indossare un’ortesi adeguata per almeno<br />
6 mesi. Gli allenatori ed i giocatori<br />
devono assumersi la responsabilità per la<br />
prevenzione degli infortuni nello sport.<br />
112
The effect of exercise and athletic tape<br />
on the maximal active and passive<br />
ankle resistance to ankle inversion<br />
This investigation explored alternatives:<br />
1) the use of prophylactic adhesive<br />
athletic tape, 2) the use of nonadhesive<br />
prewrap (underwrap), or 3) 40 minutes of<br />
vigorous exercise. Ten healthy men and<br />
10 healthy women (mean age, 25 +/- 3<br />
years) with no recent ankle injuries<br />
underwent testing to determine maximal<br />
ankle resistance to inversion under<br />
unipedal, weightbearing conditions. Tests<br />
were performed with and without the<br />
support of athletic tape, and before and<br />
after 40 minutes of exercise. Half the<br />
testing sessions were performed with<br />
prewrap under the tape. At 15 degrees of<br />
inversion, without any external ankle<br />
support, healthy young men and women<br />
could maximally resist a mean (SD)<br />
inversion moment of 52.9 (6.4) N-m and<br />
28.3 (5.8) N-m, respectively. Although<br />
use of ankle tape provided a 10% increase<br />
in maximal resistance to inversion<br />
moments, this increase diminished to<br />
insignificant levels after 40 minutes of<br />
vigorous exercise. Use of prewrap<br />
improved maximal resistance to inversion<br />
by more than 10%.<br />
Manfroy PP, Ashton-Miller JA, Wojtys EM<br />
L'effetto dell’esercizio e del taping sulla<br />
massima resistenza attiva e passiva della<br />
caviglia in inversione<br />
L'indagine ha esplorato le ipotesi:<br />
1) l'uso del taping adesivo, 2) l'uso di<br />
prewrap non adesivo (underwrap), o 3) 40<br />
minuti di esercizio vigoroso. Dieci uomini<br />
sani e dieci donne sane (età media 25 + /<br />
- 3 anni) senza lesioni alla caviglia<br />
recente, sono stati sottoposti a test per<br />
determinare la massima resistenza alla<br />
caviglia in inversione sotto carico<br />
monopodalico. Le prove sono state<br />
effettuate con e senza il supporto del<br />
taping, e prima e dopo 40 minuti di<br />
esercizio. La metà delle sessioni di test<br />
sono state eseguite con prewrap sotto il<br />
nastro. A 15 gradi di inversione, senza<br />
alcun sostegno esterno della caviglia, gli<br />
uomini e le donne, al massimo potrebbero<br />
resistere a una media (DS) momento di<br />
inversione del 52.9 (6.4) e 28,3 Nm (5,8)<br />
Nm rispettivamente. Sebbene l'uso del<br />
taping alla caviglia abbia previsto un<br />
aumento del 10% della resistenza<br />
massima a movimenti in inversione,<br />
questo aumento è diminuito a livelli<br />
insignificanti dopo 40 minuti di esercizio<br />
fisico vigoroso. L'uso di prewrap migliora<br />
la resistenza massima in inversione di<br />
oltre il 10%.<br />
113
Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M<br />
Effect of ankle disk training combined<br />
with tactile stimulation to the leg and<br />
foot on functional instability of the<br />
ankle<br />
Twenty-two university students with<br />
unilateral functional instability of the<br />
ankle participated in this study. They were<br />
randomly assigned to one of two<br />
experimental groups. Subjects in both<br />
groups were trained to stand on the<br />
affected limb on an ankle disk. In group 1,<br />
two pieces of 1-cm wide nonelastic<br />
adhesive tape were applied to the skin<br />
around the lateral malleolus from the<br />
distal third of the lower leg to the sole of<br />
the foot before the training sessions.<br />
Subjects in group 2 participated in the<br />
training sessions without the application<br />
of the adhesive tape. Training was<br />
performed for 10 minutes a day, five<br />
times per week, for a period of 10 weeks.<br />
Subjects were tested for postural sway<br />
while standing on the affected limb<br />
before, during, and after the training<br />
period. In group 1, postural sway values<br />
decreased significantly after 4 weeks<br />
compared with the pretraining<br />
performance, and they were within the<br />
normal range after not more than 6 weeks<br />
of training. In group 2, the values did not<br />
improve significantly compared with the<br />
pretraining performance, and they were<br />
not within the normal range until after 8<br />
weeks of training. The findings suggest<br />
that the 2-week earlier correction of<br />
postural sway in group 1 was due to an<br />
increased afferent input from skin<br />
receptors that were stimulated by the<br />
traction of the adhesive tape.<br />
Efficacia dell’allenamento sul disco alla<br />
caviglia, combinata con la stimolazione<br />
tattile alla gamba e al piede sulla<br />
instabilità funzionale della caviglia<br />
Ventidue studenti universitari con<br />
instabilità unilaterale funzionale della<br />
caviglia hanno partecipato a questo<br />
studio. Sono stati assegnati in modo<br />
random ad uno dei due gruppi<br />
sperimentali. I soggetti di entrambi i<br />
gruppi sono stati addestrati a stare<br />
sull'arto interessato in un disco per<br />
caviglia. Nel gruppo 1, due pezzi di 1 cm<br />
di larghezza di taping adesivo non<br />
elastico, sono stati applicati intorno al<br />
malleolo laterale del terzo distale della<br />
gamba fino alla pianta del piede prima<br />
delle sedute di allenamento. I soggetti nel<br />
gruppo 2 hanno partecipato alle sessioni<br />
di formazione, senza l'applicazione del<br />
taping adesivo. La formazione è stata<br />
effettuata per 10 minuti al giorno, cinque<br />
volte alla settimana, per un periodo di 10<br />
settimane. I soggetti sono stati testati per<br />
l'ondeggiamento posturale, prima in piedi<br />
su l'arto colpito, poi durante e dopo il<br />
periodo di formazione. Nel gruppo 1, i<br />
valori di oscillazione posturale erano<br />
diminuiti significativamente dopo 4<br />
settimane rispetto alla performance preallenamento,<br />
ed erano all'interno della<br />
gamma normale dopo non più di 6<br />
settimane di addestramento. Nel gruppo 2,<br />
i valori non sono migliorati in misura<br />
significativa rispetto alle prestazioni preallenamento,<br />
e non erano nella norma<br />
fino a dopo 8 settimane di allenamento. I<br />
risultati suggeriscono che la correzione di<br />
2 settimane prima delle oscillazioni<br />
posturali nel gruppo 1 è dovuto ad un<br />
maggiore utilizzo dai recettori afferenti<br />
della pelle che sono stati stimolati dalla<br />
trazione del taping adesivo.<br />
114
The effects of semirigid Air-Stirrup<br />
bracing versus adhesive ankle taping on<br />
motor performance<br />
The impact on athletic performance is a<br />
critical consideration when choosing<br />
ankle support devices for competitive<br />
athletes. The purpose of this study was to<br />
determine if Air-Stirrup ankle bracing and<br />
adhesive ankle taping differed in their<br />
effects on motor performance. An<br />
additional purpose was to determine if<br />
there was a subjective preference toward<br />
the use of one support method over the<br />
other. Twenty-six male athletes performed<br />
an agility run, a 40-yard sprint, and a<br />
vertical jump while wearing: 1) adhesive<br />
tape, 2) Air-Stirrup brace, and 3) no<br />
support (control). Observed data suggest<br />
that both taping and bracing have no<br />
substantial effect on agility, sprinting<br />
speed, or vertical jumping ability. The<br />
difference in perceived comfort ratings<br />
reported by subjects with respect to<br />
support system shows that subjects were<br />
more comfortable using the brace over a<br />
standard ankle taping procedure. These<br />
results suggest that both the Air-Stirrup<br />
brace and conventional tape do not<br />
impede athletic performance. This study<br />
may assist athletes and clinicians in<br />
making a more informed selection of a<br />
prophylactic ankle support device when<br />
considering the effect on performance and<br />
comfort.<br />
Verbrugge JD<br />
Gli effetti del rinforzo semirigido Air-<br />
Stirrup contro il taping adesivo alla<br />
caviglia sulle prestazioni motorie<br />
L'impatto sulle prestazioni atletiche è<br />
una considerazione critica soprattutto<br />
quando si scelgono i dispositivi di<br />
supporto alla caviglia per atleti<br />
agonisti. Lo scopo di questo studio era<br />
di determinare se il rinforzo Air-<br />
Stirrup e il taping adesivo per la<br />
caviglia differivano nei loro effetti<br />
sulle prestazioni motorie. Un ulteriore<br />
obiettivo era di determinare se ci fosse<br />
una preferenza soggettiva verso l'uso<br />
di un metodo di supporto sull'altro.<br />
Ventisei atleti hanno svolto una corsa,<br />
uno sprint di quasi 40 metri, e un salto<br />
in verticale mentre indossavano: 1) il<br />
taping adesivo, 2) tutore Air-Stirrup, e<br />
3) senza supporto (controllo). I dati<br />
osservati suggeriscono che sia il<br />
taping e il tutore non hanno alcun<br />
effetto sostanziale sull’agilità, sullo<br />
sprint di velocità, o sulla capacità di<br />
salto in verticale. La differenza di voti<br />
riportati sul comfort percepito dai<br />
soggetti in relazione al sostegno del<br />
sistema indica che i soggetti erano più<br />
a loro agio con una procedura<br />
standard di taping alla caviglia.<br />
Questi risultati suggeriscono che sia il<br />
tutore Air-Stirrup e il taping<br />
convenzionale non ostacolino la<br />
prestazione atletica. Questo studio<br />
potrebbe aiutare gli atleti e i medici a<br />
fare una selezione più consapevole di<br />
un dispositivo di supporto alla<br />
caviglia profilattico se si considera<br />
l'effetto sulle prestazioni e sul comfort.<br />
115
Managing ankle sprains in primary<br />
care: what is best practice? A<br />
systematic review of the last 10 years of<br />
evidence<br />
To summarize the best available evidence<br />
in the last decade for managing ankle<br />
sprains in the community, data were<br />
collected using MEDLINE database from<br />
January 2000 to December 2009. Terms<br />
utilized: 'ankle injury primary care' (102<br />
articles were found), 'ankle sprain primary<br />
care' (34 articles), 'ankle guidelines<br />
primary care' (25 articles), 'ankle<br />
pathways primary care' (2 articles), 'ankle<br />
sprain community' (18 articles), 'ankle<br />
sprain general practice' (22 articles),<br />
'Cochrane review ankle' (58 articles). Of<br />
these, only 33 satisfied the inclusion<br />
criteria. The search terms identified many<br />
of the same studies. Two independent<br />
reviewers reviewed the articles. The study<br />
results and generated conclusions were<br />
extracted, discussed and finally agreed on.<br />
Ankle sprains occur commonly but their<br />
management is not always readily agreed.<br />
The Ottawa Ankle Rules are ubiquitous in<br />
the clinical pathway and can be reliably<br />
applied by emergency care physicians,<br />
primary care physicians and triage nurses.<br />
For mild-to-moderate ankle sprains,<br />
functional treatment options (which can<br />
consist of elastic bandaging, soft casting,<br />
taping or orthoses with associated<br />
coordination training) were found to be<br />
statistically better than immobilization for<br />
multiple outcome measures. For severe<br />
ankle sprains, a short period of<br />
immobilization in a below-knee cast or<br />
pneumatic brace results in a quicker<br />
recovery than tubular compression<br />
bandage alone. Lace-up supports are a<br />
more effective functional treatment than<br />
elastic bandaging and result in less<br />
persistent swelling in the short term when<br />
compared with semi-rigid ankle supports,<br />
elastic bandaging and tape. Semi-rigid<br />
orthoses and pneumatic braces provide<br />
Seah R, Mani-Babu S<br />
Gestione delle distorsioni della caviglia<br />
nelle cure primarie: qual è la pratica<br />
migliore? Una revisione sistematica degli<br />
ultimi 10 anni di prove<br />
Per riassumere le migliori evidenze<br />
disponibili nel corso dell'ultimo decennio<br />
per la gestione delle distorsioni della<br />
caviglia nella comunità, i dati sono stati<br />
raccolti utilizzando database MEDLINE<br />
dal gennaio 2000 al dicembre 2009.<br />
Termini utilizzati: 'caviglia cura lesione<br />
primaria' (102 articoli sono stati trovati),<br />
'distorsione alla caviglia cura primaria'<br />
(34 articoli), 'le linee guida caviglia cure<br />
primarie' (25 articoli), 'percorsi caviglia<br />
cure primarie' (2 articoli), ' distorsione<br />
alla caviglia comunità '(18 articoli),'<br />
distorsione alla caviglia pratica generale<br />
'(22 articoli),' caviglia revisione<br />
Cochrane '(58 articoli). Di questi, solo 33<br />
soddisfacevano i criteri di inclusione.<br />
Molti termini di ricerca individuavano gli<br />
stessi studi. Due revisori indipendenti<br />
hanno esaminato gli articoli. I risultati<br />
dello studio e le conclusioni generate<br />
sono stati estratti, discussi e infine<br />
approvati. Le distorsioni della caviglia si<br />
verificano comunemente, ma la loro<br />
gestione non sempre è prontamente<br />
accettata. L’Ottawa Ankle Rules è<br />
onnipresente nel percorso clinico e può<br />
essere affidabilmente applicata dai medici<br />
di pronto soccorso, dai medici e dagli<br />
infermieri di triage. Per le distorsioni<br />
della caviglia di grado lieve-moderato, le<br />
opzioni di trattamento funzionale (che può<br />
essere costituito da bendaggio elastico,<br />
morbido casting, nastratura o ortesi con il<br />
coordinamento della formazione<br />
associata) sono risultati statisticamente<br />
migliori dell’immobilizzazione. Per le<br />
gravi distorsioni della caviglia, un breve<br />
periodo di immobilizzazione in un gesso<br />
sotto il ginocchio o un sostegno si traduce<br />
in un recupero più veloce rispetto al<br />
bendaggio compressivo tubolare da solo.<br />
Il supporto Lace-up è un trattamento più<br />
116
eneficial ankle support and may prevent<br />
subsequent sprains during high-risk<br />
sporting activity. Rehabilitation in<br />
combination with conventional treatment<br />
for acute lateral ankle sprains can be<br />
beneficial, although some of the studies<br />
reviewed gave conflicting outcomes.<br />
Therapeutic hyaluronic acid injections in<br />
the ankle are a relatively novel nonsurgical<br />
treatment but may have a role in<br />
expediting return to sport after ankle<br />
sprain. There is a role for surgical<br />
intervention in severe acute and chronic<br />
ankle injuries, but the evidence is limited.<br />
efficace del bendaggio funzionale elastico<br />
e dà come risultato meno gonfiore<br />
persistente nel breve termine se<br />
confrontato con cavigliere semirigide,<br />
bendaggio elastico e taping. Le ortesi<br />
semi-rigide e il rinforzo forniscono<br />
beneficio e supporto alla caviglia e<br />
possono prevenire distorsioni successive<br />
durante l'attività sportiva ad alto rischio.<br />
La riabilitazione in combinazione con la<br />
terapia convenzionale per distorsioni<br />
laterali della caviglia può essere utile,<br />
anche se alcuni degli studi esaminati<br />
hanno dato risultati contrastanti. Le<br />
iniezioni terapeutiche di acido ialuronico<br />
nella caviglia sono un trattamento<br />
relativamente nuovo non-chirurgico, ma<br />
possono avere un ruolo nell’accelerare il<br />
ritorno allo sport dopo la distorsione alla<br />
caviglia. C'è un ruolo per l'intervento<br />
chirurgico in gravi lesioni acute e<br />
croniche della caviglia, ma l'evidenza è<br />
limitata.<br />
117
The effects of an ankle destabilization<br />
device on muscular activity while<br />
walking<br />
Chronic Ankle Instability sprain causes<br />
are unclear and many factors or<br />
mechanisms may contribute to recurrence<br />
of this injury. The aim of the study was to<br />
investigate how an ankle destabilization<br />
device affects the EMG patterns of the<br />
ankle muscles during ankle stabilization<br />
against inversion. The left foot was<br />
equipped with a mechanical device<br />
mounted under the heel of the shoe. This<br />
mechanical device induces subtalar joint<br />
destabilization necessitating the control of<br />
ankle muscles. Surface electrodes were<br />
placed over the tibialis anterior, the<br />
peroneus longus, the peroneus brevis, the<br />
gastrocnemius lateral, and the<br />
gastrocnemius medial. Nine healthy<br />
subjects (mean age 37+/-12 yr; mean mass<br />
68+/-17 kg; mean height 1.73+/-0.7 m)<br />
were instructed to walk normally along a<br />
tape fixed on the floor. The ankle<br />
destabilization device altered the walking<br />
pattern of all subjects. More specifically,<br />
the walking pattern is disturbed resulting<br />
in higher amplitude of the EMG activity<br />
of the peroneal muscles and the Tibialis<br />
Anterior and anticipatory reactions in the<br />
peroneal muscles. The results suggest that<br />
the ankle destabilization device could be<br />
beneficial for rehabilitation programs<br />
especially during the training of walking.<br />
Using this material may help to a specific<br />
reinforcement of muscles involved in antiinversion<br />
ankle movement.<br />
Forestier N, Toschi P<br />
Gli effetti di un dispositivo sull’attività<br />
muscolare durante il cammino in una<br />
caviglia destabilizzata<br />
Le cause di instabilità cronica di caviglia<br />
sono poco chiare e molti fattori o<br />
meccanismi possono contribuire al<br />
ripetersi di tale danno. Lo scopo dello<br />
studio è stato quello di indagare come un<br />
dispositivo di destabilizzazione alla<br />
caviglia colpisce i modelli EMG dei<br />
muscoli durante la stabilizzazione in<br />
inversione. Il piede sinistro è stato dotato<br />
di un dispositivo meccanico montato sotto<br />
il tacco della scarpa. Questo dispositivo<br />
meccanico induce la sottoastragalica a<br />
destabilizzazioni comuni che richiedono il<br />
controllo dei muscoli della caviglia.<br />
Elettrodi di superficie sono stati collocati<br />
sopra il tibiale anteriore, il peroneo<br />
lungo, il peroneo breve e il gastrocnemio.<br />
Nove soggetti sani (età media 37+ / -12<br />
anni; massa media 68+ / -17 kg, altezza<br />
media 1,73+ / -0,7 m) sono stati istruiti a<br />
camminare normalmente lungo un nastro<br />
fissato sul pavimento. Il dispositivo di<br />
destabilizzazione della caviglia ha<br />
alterato il pattern del cammino di tutti i<br />
soggetti. Più specificamente, il pattern del<br />
cammino è disturbato con conseguente<br />
maggiore ampiezza dell'attività EMG dei<br />
muscoli peronei e del tibiale anteriore e<br />
crea reazioni anticipatrici nei muscoli<br />
peronei. I risultati suggeriscono che il<br />
dispositivo di destabilizzazione della<br />
caviglia potrebbe essere utile per<br />
programmi di riabilitazione particolare<br />
durante il training del cammino. L'utilizzo<br />
di questo materiale può contribuire a un<br />
rafforzamento specifico dei muscoli<br />
coinvolti nella caviglia nel movimento di<br />
anti-inversione.<br />
118
Treatment of acute lateral ankle<br />
ligament rupture in the athlete.<br />
Conservative versus surgical treatment<br />
Acute lateral ankle ligament sprains are<br />
common in young athletes (15 to 35 years<br />
of age). Diagnostic and treatment<br />
protocols vary. Therapies range from cast<br />
immobilisation or acute surgical repair to<br />
functional rehabilitation. The lateral<br />
ligament complex includes 3 capsular<br />
ligaments: the anterior tibiofibular<br />
(ATFL), calcaneofibular (CFL) and<br />
posterior talofibular (PTFL) ligaments.<br />
Injuries typically occur during plantar<br />
flexion and inversion; the ATFL is most<br />
commonly torn. The CFL and the PTFL<br />
can also be injured and, after severe<br />
inversion, subtalar joint ligaments are also<br />
affected. Commonly, an athlete with a<br />
lateral ankle ligament sprain reports<br />
having 'rolled over' the outside of their<br />
ankle. The entire ankle and foot must be<br />
examined to ensure there are no other<br />
injuries. Clinical stability tests for<br />
ligamentous disruption include the<br />
anterior drawer test of ATFL function and<br />
inversion tilt test of both ATFL and CFL<br />
function. Radiographs may rule out<br />
treatable fractures in severe injuries or<br />
when pain or tenderness are not associated<br />
with lateral ligaments. Stress radiographs<br />
do not affect treatment. Ankle sprains are<br />
classified from grades I to III (mild,<br />
moderate or severe). Grade I and II<br />
injuries recover quickly with nonoperative<br />
management. A non-operative 'functional<br />
treatment' programme includes immediate<br />
use of RICE (rest, ice, compression,<br />
elevation), a short period of<br />
immobilisation and protection with a tape<br />
or bandage, and early range of motion and<br />
neuromuscular training exercises.<br />
Proprioceptive training on a tilt board<br />
after 3 to 4 weeks helps improve balance<br />
and neuromuscular control of the ankle.<br />
Treatment for grade III injuries is more<br />
controversial. A comprehensive literature<br />
evaluation and meta-analysis showed that<br />
Lynch SA, Renström PA<br />
Trattamento per la rottura del<br />
legamento laterale della caviglia in<br />
un atleta. Il trattamento conservativo<br />
vs chirurgico<br />
Le distorsioni del legamento laterale della<br />
caviglia sono comuni nei giovani atleti<br />
(dai 15 ai 35 anni di età). I protocolli<br />
diagnostici e di trattamento sono diversi.<br />
Le terapie vanno dall’immobilizzazione o<br />
dalla riparazione chirurgica alla<br />
riabilitazione funzionale. Il complesso del<br />
legamento laterale include 3 legamenti<br />
capsulari: il tibiofibulare anteriore<br />
(ATFL), calcaneale (CFL) e il<br />
tibiofibulare posteriore (PTFL). Le lesioni<br />
si verificano in genere durante la<br />
flessione plantare e inversione; il ATFL è<br />
il più comunemente lesionato. Il CFL e la<br />
PTFL possono anche essere lesionati,<br />
dopo un inversione grave, insieme agli<br />
altri legamenti. Comunemente, un atleta<br />
con una distorsione laterale della caviglia<br />
ha un’instabilità dell’articolazione. La<br />
caviglia e il piede intero devono essere<br />
esaminati per verificare che non vi siano<br />
altre lesioni. Le prove di stabilità clinica<br />
per la rottura dei legamenti comprendono<br />
il test del cassetto anteriore (funzione<br />
ATFL) e tilt test in inversione di entrambi<br />
ATFL e CFL. Le radiografie possono<br />
escludere fratture nelle lesioni gravi o<br />
quando il dolore o la fragilità non sono<br />
associati con i legamenti laterali. Le<br />
radiografie sotto stress non influenzano il<br />
trattamento. Le distorsioni della caviglia<br />
sono classificate dai gradi da I a III<br />
(lieve, moderata o grave). Le lesioni di<br />
grado I e II si recuperano rapidamente<br />
con la gestione incruenta. Il programma<br />
di 'trattamento funzionale' prevede l'uso<br />
immediato di RICE (riposo, ghiaccio,<br />
compressione, elevazione), un breve<br />
periodo di immobilizzazione e protezione<br />
con un taping o una fasciatura, e i range<br />
iniziali di movimento e esercizi<br />
neuromuscolari. L’allenamento<br />
propriocettivo su una tavoletta oscillante<br />
dopo 3 o 4 settimane aiuta a migliorare<br />
119
early functional treatment provided the<br />
fastest recovery of ankle mobility and<br />
earliest return to work and physical<br />
activity without affecting late mechanical<br />
stability. Functional treatment was<br />
complication-free, whereas surgery had<br />
serious, though infrequent, complications.<br />
Secondary surgical repair, even years after<br />
an injury, has results comparable to those<br />
of primary repair, so even competitive<br />
athletes can receive initial conservative<br />
treatment. Sequelae of lateral ligament<br />
injuries are common. After conservative<br />
or surgical treatment, 10 to 30% of<br />
patients have chronic symptoms,<br />
including persistent synovitis or tendinitis,<br />
ankle stiffness, swelling, pain, muscle<br />
weakness and 'giving-way'. Well-designed<br />
physical therapy programmes usually<br />
reduce instability. For individuals with<br />
chronic instability refractory to<br />
conservative measures, surgery may be<br />
needed. Subtalar instability should be<br />
carefully evaluated when considering<br />
surgery.<br />
l'equilibrio e il controllo neuromuscolare<br />
della caviglia. Il trattamento per le lesioni<br />
di grado III è più controverso. Una<br />
valutazione completa della letteratura e<br />
una meta-analisi hanno mostrato che il<br />
trattamento precoce funzionale forniscono<br />
un più veloce recupero della mobilità<br />
della caviglia e un veloce ritorno al<br />
lavoro e all'attività fisica senza influire<br />
sulla stabilità meccanica. Il trattamento<br />
funzionale è stato privo di complicanze,<br />
considerando che la chirurgia ha avuto<br />
complicanze gravi, anche se poco<br />
frequenti. Secondariamente alla<br />
riparazione chirurgica, anche anni dopo<br />
un infortunio, i risultati sono paragonabili<br />
a quelli di una riparazione primaria,<br />
quindi, anche gli atleti possono ricevere<br />
un iniziale trattamento conservativo. Gli<br />
esiti di lesioni legamentose laterali sono<br />
più comuni. Dopo il trattamento<br />
conservativo o chirurgico, dal 10 al 30%<br />
dei pazienti hanno avuto sintomi cronici,<br />
compresi sinovite persistente o tendiniti,<br />
rigidità della caviglia, gonfiore, dolore,<br />
debolezza muscolare e 'ceduta del passo'.<br />
Alcuni programmi ben progettati di<br />
terapia fisica in genere riducono<br />
l'instabilità. Per i soggetti con instabilità<br />
cronica recidiva dalle misure<br />
conservative può essere necessaria la<br />
chirurgia. Un’instabilità della<br />
sottoastragalica deve essere attentamente<br />
valutata quando si considera l'intervento<br />
chirurgico.<br />
120
Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P<br />
Objective roentgenologic measurements<br />
of the influence of ankle braces on<br />
pathologic joint mobility. A comparison<br />
of 9 braces<br />
The stabilizing effect of external support<br />
(taping and nine different ankle braces)<br />
was tested in a total of 220 functionally<br />
unstable ankles. A standard surface EMG<br />
controlled stress Roentgen test protocol<br />
was used, measuring talar tilt (TT)<br />
without support and with tape bandage or<br />
brace. Different levels of TT restraining<br />
by external support could be identified.<br />
Tape bandage and two braces had a highly<br />
significant influence on the talar tilt. The<br />
mean TT without support was decreased<br />
by using from 13.4 degrees to 4.9 degrees,<br />
by using one brace to 4.8 degrees and by<br />
using another brace to 5.9 degrees. These<br />
two braces are effective for protection<br />
during functional treatment. A<br />
classification into three grades of<br />
effectiveness is proposed. It is concluded<br />
that the stabilizing influence offered by<br />
bandages and braces should be measured<br />
before using the external support as a<br />
treatment device for acute ankle sprain<br />
and as a reliable protection against sprain<br />
injuries in daily living and sports.<br />
Obiettiva misurazione dell'influenza di<br />
cavigliere su una mobilità articolare<br />
patologica. Un confronto di 9 sostegni<br />
L'effetto stabilizzante del supporto esterno<br />
(taping adesivo e nove suppoti diversi di<br />
caviglia) è stato testato in un totale di 220<br />
caviglie funzionalmente instabili. È stato<br />
utilizzato uno standard di superficie EMG<br />
controllato dallo stress test Roentgen, la<br />
misura di inclinazione dell'astragalo (TT)<br />
senza supporto e con bendaggio, taping o<br />
tutore. Diversi livelli di contenimento<br />
della TT da supporto esterno potevano<br />
essere identificati. La fasciatura del<br />
taping e due supporti hanno avuto<br />
un'influenza molto significativa sul tilt<br />
astragalico. La TT media senza il<br />
supporto è stata ridotta utilizzando da<br />
13,4 gradi a 4,9 gradi, utilizzando un<br />
sostegno di 4,8 gradi e con un altro<br />
rinforzo a 5,9 gradi. Questi due supporti<br />
sono efficaci per la protezione durante il<br />
trattamento funzionale. Una<br />
classificazione in tre gradi di efficacia<br />
viene proposta. Si è concluso che<br />
l'influenza stabilizzante offerta da bende e<br />
supporti deve essere misurata prima di<br />
usare il supporto esterno come un<br />
dispositivo di trattamento per la<br />
distorsione alla caviglia e a come una<br />
protezione affidabile contro gli infortuni<br />
di distorsione nella vita quotidiana e<br />
sportiva.<br />
121
Role of ankle taping and bracing in the<br />
athlete<br />
Adhesive tape is often used to help<br />
athletes recover from ligament sprains of<br />
the ankle or to prevent further injury. The<br />
choice of taping technique or material is<br />
often decided by personal preference,<br />
superstition, or anecdote. More recently,<br />
the use of ankle braces has become more<br />
prevalent, but reasons for their use are<br />
similarly variable. As ankle sprains are a<br />
major cause of an athlete's disability and<br />
time off sport, the choice of the method of<br />
support should be more scientifically<br />
reasoned. This paper attempts to review<br />
the literature concerning the effects of<br />
various methods of ankle support on<br />
swelling, stability, range of movement,<br />
proprioception, muscle function, gait, and<br />
performance tests. There is still some<br />
contradiction in the literature about the<br />
effects of taping and braces in both the<br />
acute and chronic phases of ligament<br />
sprains of the ankle.<br />
Callaghan MJ.<br />
Il ruolo del taping alla caviglia e il<br />
rinforzo nell'atleta<br />
Il taping adesivo è spesso usato per<br />
aiutare gli atleti a riprendersi da<br />
distorsioni ai legamenti della caviglia o<br />
per prevenire ulteriori lesioni. La scelta<br />
della tecnica del taping o il materiale è<br />
spesso deciso da preferenze personali,<br />
superstizione, o aneddoti. Più<br />
recentemente, l'uso di cavigliere è<br />
diventato più prevalente, ma i motivi della<br />
loro utilizzazione sono altrettanto<br />
variabili. Dato che le distorsioni della<br />
caviglia sono una delle principali cause di<br />
disabilità di un atleta nel tempo libero e<br />
nello sport, la scelta del metodo di<br />
sostegno dovrebbe essere più<br />
scientificamente motivata. Questo<br />
documento cerca di passare in rassegna<br />
la letteratura sugli effetti delle diverse<br />
modalità di supporto alla caviglia, sul<br />
gonfiore, sulla stabilità, sul range di<br />
movimento, sulla propriocezione, sulla<br />
funzione muscolare, sull’andatura e sulle<br />
prove di funzionamento. C'è ancora<br />
qualche contraddizione in letteratura<br />
sugli effetti del taping e dei supporti sia<br />
nella fase acuta che cronica di distorsioni<br />
dei legamenti della caviglia.<br />
122
The effect of external ankle support in<br />
chronic lateral ankle joint instability.<br />
An electromyographic study.<br />
We examined the effect of ankle taping on<br />
ankle joint stability by measuring<br />
mechanical stability using standardized<br />
stress radiographs. Anterior talar<br />
translation and talar tilt, both with and<br />
without ankle tape, were examined. The<br />
reduction of anterior talar translation and<br />
talar tilt with tape as compared to without<br />
tape was insignificant. The reaction time<br />
of the peroneus muscles was measured by<br />
electromyographic signal after a simulated<br />
ankle sprain on a tilting trapdoor. The<br />
reaction time was significantly slower in<br />
the unstable ankles of 20 athletes with<br />
unilateral ankle instability than in the<br />
stable contralateral ankles. With tape, the<br />
reaction time was significantly shortened,<br />
although not back to normal. The greatest<br />
improvement in reaction time was<br />
achieved in ankles with the highest degree<br />
of mechanical instability. Thus, the<br />
mechanism behind the function of ankle<br />
tape may be to restrict the extremes of<br />
ankle motion and to help shorten the<br />
reaction time of the peroneus muscles by<br />
affecting the proprioceptive function of<br />
the ankle.<br />
Karlsson J, Andreasson GO<br />
L'efficacia di un supporto esterno per la<br />
caviglia con instabilità cronica laterale.<br />
Uno studio elettromiografico.<br />
Abbiamo esaminato l'effetto del taping<br />
sulla stabilità articolare della caviglia,<br />
misurando la stabilità meccanica usando<br />
le radiografie con stress standardizzati.<br />
Sono state esaminate la traslazione<br />
anteriore e l’inclinazione dell'astragalo,<br />
con e senza taping alla caviglia. La<br />
riduzione di traslazione anteriore e<br />
l'inclinazione dell'astragalo con il taping<br />
rispetto ai senza taping sono state<br />
insignificanti. Il tempo di reazione dei<br />
muscoli peronei è stato misurato dal<br />
segnale elettromiografico dopo una<br />
distorsione alla caviglia simulato su una<br />
botola basculante. Il tempo di reazione è<br />
stato significativamente più lento nelle<br />
caviglie instabili di 20 atleti con<br />
instabilità unilaterale di caviglia rispetto<br />
alla caviglia controlaterale stabile. Con il<br />
taping, il tempo di reazione è stato<br />
significativamente ridotto, anche se non<br />
torna alla normalità. Il più grande<br />
miglioramento nel tempo di reazione è<br />
stato ottenuto nelle caviglie con il più alto<br />
grado di instabilità meccanica. Così, il<br />
meccanismo di base del funzionamento<br />
del taping alla caviglia può essere quello<br />
di limitare gli estremi di movimento e di<br />
aiutarli ad abbreviare il tempo di<br />
reazione dei muscoli peronei modificando<br />
la funzione propriocettiva della caviglia.<br />
123
The effect of taping on ankle stability.<br />
Practical implications<br />
Ankle ligamentous injuries are very<br />
common in sports. One of the most<br />
popular methods of supporting the<br />
weakened ankle is external support with<br />
ankle tape. The tape can be used to<br />
prevent ankle injuries, to stabilise the<br />
injured ankle to prevent further injury, and<br />
as a stabiliser during the rehabilitation<br />
phase. Of the various taping methods,<br />
basket weaves (combined with stirrup and<br />
a heel-lock) are the most effective for<br />
increasing the mechanical stability of the<br />
ankle, especially in the frontal plane (talar<br />
tilt). A combination of increased<br />
mechanical stability, decreased range of<br />
ankle motion and an improvement in the<br />
proprioceptive function of the ankle<br />
ligaments are factors associated with<br />
effectiveness of ankle taping. The major<br />
drawbacks of ankle taping are the high<br />
costs and decreased support after exercise.<br />
Karlsson J, Swärd L, Andréasson GO<br />
L'effetto del nastro adesivo sulla stabilità<br />
della caviglia. Implicazioni pratiche.<br />
Le lesioni legamentose della caviglia sono<br />
molto comuni nello sport. Uno dei metodi<br />
più diffusi per sostenere la caviglia debole<br />
è il supporto esterno con taping alla<br />
caviglia. Il nastro può essere usato per<br />
prevenire le lesioni, per stabilizzare la<br />
caviglia lesa per evitare un’ulteriore<br />
lesione e come stabilizzatore durante la<br />
fase di riabilitazione. Tra i vari metodi di<br />
taping, i basket weaves (in combinazione<br />
con supporto e un heel-lock) sono i più<br />
efficaci per aumentare la stabilità<br />
meccanica della caviglia, soprattutto sul<br />
piano frontale (inclinazione<br />
dell'astragalo). Una combinazione di una<br />
maggiore stabilità meccanica, una<br />
diminuzione del range di movimento della<br />
caviglia e un miglioramento della<br />
funzione propriocettiva dei legamenti<br />
della caviglia sono i fattori associati con<br />
l'efficacia del taping alla caviglia. Gli<br />
svantaggi principali del taping sono i<br />
costi elevati e una diminuzione di<br />
sostegno dopo l'esercizio.<br />
124
RINGRAZIAMENTI<br />
Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia.<br />
Grazie alla mamma e al babbo, per essere stati sempre presenti, per avermi<br />
incoraggiata e sostenuta in ogni mia scelta, per quell'aiuto silenzioso o esplicito<br />
che tante volte è venuto dal loro cuore. È a loro che devo tutto.<br />
Un grazie a mia sorella Giulia, che rende ogni giorno un pò speciale.<br />
Grazie ad Alessio, che in questo periodo un pò particolare, ha sopportato con<br />
estrema pazienza i miei sbalzi d‟umore e le mie paranoie, grazie per essermi<br />
sempre stato vicino, per tutti i giorni passati insieme e per quelli che verranno.<br />
Un grazie ai miei amici e alle mie amiche, in particolare Alice, che pur non<br />
avendo vissuto questi anni universitari con me, mi ha sempre aiutata, non<br />
negandomi mai un consiglio o un favore, grazie per essere stata come una<br />
sorella.<br />
Grazie a Patrizia, la mia relatrice, che oltre alla sua professionalità, mi ha<br />
dimostrato e insegnato l‟umanità di questa professione.<br />
Un grazie a tutti i miei tutor, per la loro pazienza e per tutto quello che ho potuto<br />
apprendere da loro.<br />
Grazie ad Alice, Claudio, David, Elena, Elisa, Francesco e Gabriele, i miei<br />
compagni di corso, con loro ho trascorso tre anni di studi e di amicizia.<br />
Un particolare grazie va infine al mio allenatore e alle mie compagne di squadra,<br />
soprattutto a quelle che “purtroppo” hanno ispirato la mia tesi.<br />
125