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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA<br />

FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA<br />

Corso di Laurea in Fisioterapia<br />

Sede di Arezzo<br />

“Il trattamento riabilitativo dell’instabilità<br />

cronica di caviglia: il ruolo del taping”<br />

Relatore: Candidata:<br />

Dott.ssa Patrizia De Palma Elena <strong>Mazzieri</strong><br />

Anno Accademico 2009/2010<br />

1


..La Medicina è un’arte che<br />

esercitiamo in attesa di scoprirla..<br />

Émile Deschamps<br />

2


INDICE<br />

PREMESSA ……………………………………………………………………… 5<br />

INTRODUZIONE ...………………………………………………………………5<br />

BACKGROUND ………………………………………………………………….6<br />

CAPITOLO I – CONTESTO ANATOMO FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA<br />

1.1 .OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA ………………………….7<br />

1.2 MUSCOLI DELLA CAVIGLIA …...……………………………………10<br />

1.3 VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………..10<br />

1.4 INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………………..11<br />

1.5 STATICA DEL PIEDE ...……………………………………………….. 12<br />

1.6 BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA ……………………………….16<br />

CAPITOLO II – LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA<br />

2.1 MECCANISMI TRAUMATICI ………………………………………..22<br />

2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI ………………………...23<br />

2.3 EZIOPATOGENESI ……………………………………………………26<br />

2.4 FATTORI DI RISCHIO ………………………………………………...27<br />

2.5 EPIDEMIOLOGIA ……………………………………………………..28<br />

2.6 SEGNI E SINTOMI …………………………………………………….29<br />

CAPITOLO III – QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE<br />

3.1 ESAME SOGGETTIVO ………………………………………………..32<br />

3.2 ESAME OGGETTIVO (FISICO) ………………………………………34<br />

3.3 TEST DI STABILITÀ …………………………………………………. 37<br />

3.4 SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI ………………………...39<br />

CAPITOLO IV – TRATTAMENTO<br />

4.1 OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE ………………..40<br />

3


4.2 OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE TERAPEUTICHE …………40<br />

4.3 PRIMO INTERVENTO ………………………………………………..41<br />

4.4 FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI LESIONE ……….43<br />

4.5 STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO ……………….45<br />

CAPITOLO V – IL BENDAGGIO<br />

5.1 PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO …………………………………..48<br />

5.2 EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO …………………………………..49<br />

5.3 BENDAGGIO FUNZIONALE ………………………………………...51<br />

CAPITOLO VI – L‟EVIDENCE<br />

6.1 L‟IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA<br />

SULL‟EVIDENCE …………………………………………………………62<br />

6.2 CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE ……………………………64<br />

6.3 METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA ………………..72<br />

6.4 CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA BIBLIOGRAFICA………...74<br />

RISULTATI ……………………………………………………………………. 75<br />

DISCUSSIONE DEI RISULTATI ……………………………………………...80<br />

CONCLUSIONI ………………………………………………………………...85<br />

BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………..86<br />

ALLEGATI ……………………………………………………………………..92<br />

RINGRAZIAMENTI ………………………………………………………….125<br />

4


PREMESSA<br />

Sono circa dieci anni che gioco a pallavolo e una tra le cose che<br />

purtroppo capita più spesso è quella di vedere una giocatrice che<br />

subisce un trauma. Nella pallavolo il trauma più frequente è la<br />

distorsione di caviglia. È capitato anche a me e ad alcune delle mie<br />

compagne di squadra, durante gli anni di gioco, di andare incontro a<br />

lesioni recidive.<br />

Dato che frequento il Corso di Laurea in Fisioterapia, alcune di loro<br />

mi chiedono spesso di applicare un bendaggio funzionale<br />

all‟articolazione prima di un allenamento o di una partita.<br />

Proprio per questo motivo ho deciso di approfondire l‟argomento, di<br />

verificare l‟efficacia del bendaggio sperando inoltre di poter essere<br />

d‟aiuto alle mie compagne, ed è così che questa idea si è poi<br />

trasformata nella scelta della mia tesi.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il proposito di questa tesi, è definire, attraverso una revisione degli<br />

studi recenti, l‟efficacia del taping nell‟instabilità cronica della<br />

caviglia. La tecnica del bendaggio ha riscosso, infatti, interesse e<br />

consensi sempre maggiori nel mondo della fisioterapia. Tecniche,<br />

materiali e metodi si sono sempre più evoluti nel corso degli anni,<br />

grazie soprattutto all‟uso che nello sport si è sempre più fatto di tale<br />

5


metodica, allo scopo di incrementare e supportare al massimo la<br />

performance degli atleti, riducendo i tempi di recupero e cercando di<br />

accelerare il ritorno all‟attività dopo un infortunio.<br />

BACKGROUND<br />

La distorsione della caviglia rappresenta il trauma sportivo più diffuso<br />

(circa il 25% di tutti gli infortuni da sport) e colpisce soprattutto<br />

coloro che praticano attività di salto. Le discipline più a rischio sono:<br />

pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica leggera, ginnastica.<br />

Le ricadute dall'alto (soprattutto quando c'è contatto con l'avversario),<br />

gli arresti improvvisi su terreni veloci (come i campi sintetici del<br />

calcetto) e l'appoggio a terra scorretto (nelle corse campestri)<br />

rappresentano situazioni a forte rischio. Esistono poi dei fattori<br />

predisponenti, cioè ci sono sportivi che più facilmente vanno incontro<br />

a questo tipo di trauma a causa di disturbi nell'appoggio del piede a<br />

terra (come avviene nel piede piatto o nel piede cavo) o di distorsioni<br />

precedenti mal curate. (1)<br />

6


CAPITOLO PRIMO<br />

CONTESTO ANATOMO-FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA<br />

1.1. OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA<br />

L‟articolazione della caviglia è una troclea a ginglimo angolare<br />

composta dall‟estremità distale della tibia e del perone e<br />

dall‟astragalo. Sul versante della gamba, la tibia e il perone (fibula)<br />

formano un mortaio, con i rispettivi malleoli che ne costituiscono le<br />

pareti laterali. Il mortaio tibiofibulare si articola con l‟astragalo, che<br />

presenta una troclea convessa dall‟avanti all‟indietro, più larga di<br />

5mm anteriormente. (1)<br />

Quest‟articolazione è dotata di un solo tipo di movimento sul piano<br />

sagittale: la flesso-estensione; anche se, in realtà, l‟articolazione<br />

tibiotarsica e il complesso angolare del retro piede (soprattutto<br />

l‟articolazione sottoastragalica tra astragalo e calcagno) permettono di<br />

orientare la volta plantare in tutte le direzioni in modo da adattarla a<br />

tutti i tipi di terreno su cui deve appoggiare (2). La flessione della<br />

caviglia si definisce come il movimento che ravvicina il dorso del<br />

piede alla faccia anteriore della gamba; inversamente, l‟estensione<br />

della tibiotarsica allontana il dorso del piede dalla faccia anteriore<br />

della gamba, mentre il piede tende a disporsi nel prolungamento della<br />

gamba.<br />

7


L‟articolazione tibiotarsica oltre che alla presenza di una capsula<br />

articolare di rivestimento presenta un apparato legamentoso esterno<br />

composto da tre legamenti (che in alcuni casi vengono considerati<br />

fasci di un unico legamento più strutturato che prende il nome di<br />

legamento collaterale esterno):<br />

Peroneo-astragalico anteriore, fissato al margine anteriore<br />

del malleolo peroneale, si dirige obliquamente in basso e in<br />

avanti per fissarsi sull‟astragalo fra la fascia esterna e<br />

l‟apertura del seno del tarso;<br />

8


Peroneo-calcaneare, partendo presso l‟apice del malleolo e<br />

dirigendosi in basso ed in dietro si fissa sulla faccia esterna del<br />

calcagno;<br />

Peroneo-astragalico posteriore, prende origine dalla faccia<br />

interna del malleolo dietro la faccetta articolare, si dirige<br />

orizzontalmente e leggermente in dietro per fissarsi sul<br />

tubercolo posteriore esterno dell‟astragalo.<br />

L‟apparato legamentoso interno è composto dal legamento collaterale<br />

interno che si divide in due fasci:<br />

profondo, suddiviso a sua volta nel tirante tibioastragalico<br />

anteriore e in quello posteriore;<br />

superficiale, espanso a forma triangolare che forma il<br />

legamento deltoideo.<br />

La dinamica articolare del passo prevede che nelle fasi di appoggio il<br />

compartimento legamentoso laterale sia maggiormente sollecitato<br />

(soprattutto in trazione) rispetto al compartimento mediale e quindi<br />

più a rischio per eventuali fenomeni distorsivi-distrattivi.<br />

Esistono poi il legamento anteriore e il legamento posteriore che, pur<br />

rappresentando ispessimenti capsulari, sul piano articolare sagittale<br />

non hanno una funzione stabilizzatrice così rilevante come i legamenti<br />

dei comparti mediale e laterale. (2)<br />

9


1.2. MUSCOLI DELLA CAVIGLIA<br />

I muscoli che determinano i movimenti della caviglia originano nella<br />

gamba e sono divisi in tre logge:<br />

Loggia anteriore: tibiale anteriore (TA), dorsiflessore della<br />

caviglia e inversore del piede.<br />

Loggia posteriore: tricipite surale (gastrocnemio e soleo),<br />

flessore plantare della caviglia; tibiale posteriore (TP), inversore<br />

del piede.<br />

Loggia laterale: peroniero lungo (PL), eversore del piede e<br />

flessore plantare della caviglia; peroniero breve (PB), eversore<br />

del piede.<br />

Inoltre, la caviglia, non offrendo inserzioni tendinee muscolari, risente<br />

passivamente dell‟azione dei muscoli, sfruttandone la loro presenza<br />

per la propria stabilità: così i muscoli flessori delle dita, che decorrono<br />

dietro l‟astragalo, evitano le lussazioni posteriori della caviglia e lo<br />

stesso avviene con il tendine di Achille attraverso il suo decorso. (3)<br />

1.3. VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA<br />

L‟arteria poplitea dà origine all‟arteria tibiale anteriore inferiormente<br />

al ginocchio e poi si continua come arteria tibiale posteriore.<br />

L‟arteria tibiale anteriore diviene l‟arteria dorsale del piede. L‟arteria<br />

10


tibiale posteriore dà origine all‟arteria fibulare, o peroniera, e, poi,<br />

alle arterie plantare mediale e laterale, che a loro volta, danno origine<br />

ai rami digitali per le dita del piede. (3)<br />

1.4. INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA<br />

Nervi Periferici<br />

Il nervo peroniero profondo decorre lateralmente al muscolo TA. Il<br />

nervo peroniero superficiale decorre lateralmente al muscolo<br />

estensore breve delle dita e va ad innervare la cute dorsale del piede.<br />

Il nervo tibiale scende nella doccia mediale del calcagno, dietro ai<br />

tendini del TP e del flessore lungo delle dita e medialmente al tendine<br />

flessore lungo dell‟alluce e ramifica dietro al malleolo tibiale come<br />

ramo calcaneare mediale. (3)<br />

Innervazione Radicolare<br />

I dermatomeri sono territori cutanei innervati dalle fibre sensitive di<br />

singole radici midollari; in particolare S1 innerva quasi tutto il tallone<br />

e il margine laterale del piede; L5 solo in minima parte il tallone nel<br />

margine mediale, poi la volta plantare; L4 innerva il margine mediale<br />

della gamba.<br />

11


I miotomi sono i muscoli innervati dalle fibre motorie di singole radici<br />

midollari. I singoli muscoli sono sempre innervati da più radici, si<br />

identificano dei gruppi muscolari di riferimento, i dorsi-flessori del<br />

piede per L4, gli eversori del piede per S1.<br />

I riflessi tendinei profondi verificano l‟integrità dell‟arco riflesso<br />

spinale, e verificano le singole radici nervose; alla radice S1<br />

corrisponde il riflesso del tendine di Achille.<br />

1.5. STATICA DEL PIEDE<br />

Archi Plantari<br />

L‟architettura della pianta del piede si può definire come una volta<br />

sostenuta da tre archi, con tre pilastri o punti di appoggio al suolo,<br />

corrispondenti alle teste di 1° e 5° metatarso ed alle tuberosità<br />

posteriori del calcagno. Ogni punto d‟appoggio è comune a due archi<br />

contigui.<br />

Archi longitudinali: interno ed esterno<br />

Arco interno o mediale (calcagno mediale – scafoide - 1° cuneiforme<br />

- 1° metatarso)<br />

12


È più lungo e più alto, e il più importante sia sul piano statico che<br />

dinamico. Poggia sulla testa del 1° metatarso e sulla tuberosità<br />

mediale del calcagno.<br />

Viene stabilizzato dai legamenti calcaneo-scafoideo plantare e<br />

astragalo-calcaneare. È tenuto in tensione dai muscoli tibiale<br />

posteriore, peroneo lungo, flessore lungo dell‟alluce e adduttore<br />

dell‟alluce.<br />

Arco esterno o laterale (calcagno laterale–cuboide - 5° metatarso)<br />

Di lunghezza e altezza intermedi, poggia sul processo laterale del<br />

calcagno e le teste di 4° e 5° metatarso.<br />

Viene stabilizzato dal legamento calcaneo-cuboideo plantare. È tenuto<br />

in tensione dai muscoli peronei e abduttori del 5°dito.<br />

Arco trasversale o anteriore<br />

È il più corto e basso degli archi, disposto su due file di ossa. La lieve<br />

concavità permette all‟arco, mantenuto in tensione dal muscolo<br />

abduttore dell‟alluce, di appoggiare al suolo attraverso i tessuti molli.<br />

Arco trasversale, avampiede (teste dei cinque metatarsi)<br />

I pilastri sono il 1° e 5° metatarso con i relativi cuscinetti adiposi,<br />

mentre il 2° è più distante dal suolo.<br />

È sostenuto dai legamenti intermetatarsali e dal muscolo abduttore<br />

dell‟alluce.<br />

Arco trasversale, mediopiede (1° - 2° - 3° cuneiforme – cuboide)<br />

Tocca a terra solo lateralmente, tramite cuboide e tessuti molli<br />

sottostanti.<br />

È sostenuto dal tendine del muscolo peroneo lungo.<br />

13


Coppia scafoide-cuboide posteriormente, il cuboide è l‟unico scarico<br />

a terra. Sostenuta dalle espansioni plantari del muscolo tibiale<br />

posteriore.<br />

Statica del piede<br />

Diagramma dei carichi: ripartizione del peso corporeo misurata con<br />

una piattaforma munita di sensori; normalmente è il 60% sul tallone,<br />

l‟8% sul mediopiede e il 32% sull‟avampiede. A livello di<br />

distribuzione dei carichi della volta, l‟astragalo per ogni 6 kg di peso<br />

ne scarica 1 sulla testa del 5° metatarso, 2 sula testa del 1° e 3 sul<br />

calcagno.<br />

Podogramma: rappresentazione grafica del carico, l‟intensità del<br />

colore è proporzionale al carico applicato; si confrontano la larghezza<br />

dell‟impronta del tallone, dell‟istmo (punto di carico più esiguo) e<br />

dell‟avampiede.<br />

Proiezione del baricentro: in posizione eretta, cade in mezzo ai due<br />

piedi, 1-2 cm davanti all‟osso navicolare; le oscillazioni avvengono in<br />

tutte le direzioni nell‟ambito di 4 mm intorno. La sua posizione<br />

influenza l‟attività muscolare di equilibrio.<br />

14


Funzione degli archi plantari nel cammino<br />

Gli archi con la loro struttura elastica e resistente consentono di<br />

assorbire e dissipare lo stress del carico e aumentano velocità e agilità<br />

nel cammino.<br />

Durante il carico, le forze si trasmettono attraverso il talo alla regione<br />

mediale del piede e alla talo-navicolare nell‟articolazione trasversa<br />

tarsale, provocando la pronazione del retropiede. Il peso del corpo<br />

spinge in basso la testa del talo, questa forza è contrastata dallo spring<br />

legament (calcaneo-navicolare), il calcagno va in eversione<br />

sottoastragalica e lo scafoide si abbassa leggermente.<br />

Il contatto al suolo della parte laterale dell‟arco mediale, offre un<br />

supporto addizionale al piede oltre all‟assorbimento delle forze sulle<br />

teste dei metatarsi.<br />

Nel piede propriamente allineato, l‟asse del calcagno è perpendicolare<br />

al piano delle teste dei metatarsi a contatto col suolo, ed è la fascia<br />

plantare che mantiene le posizioni relative di calcagno e il profilo<br />

dell‟arco, assorbendo circa il 60% delle forze d‟impatto.<br />

Durante la fase di propulsione o push-off, le dita si estendono e<br />

l‟aumento di tensione nella fascia innalza l‟arco mediale facilitando la<br />

supinazione (meccanismo o effetto argano).<br />

La pronazione immediata alla ripresa del carico appiattisce l‟arco<br />

mediale e favorisce l‟assorbimento dello shock.<br />

15


1.6. BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA<br />

Il complesso articolare del retro piede, coadiuvato dalla rotazione<br />

assiale del ginocchio, realizza l‟equivalente di una sola articolazione<br />

con tre gradi di libertà che permette di orientare la volta plantare in<br />

tutte le direzioni.<br />

I tre assi principali di questo complesso articolare si incontrano<br />

approssimativamente a livello del retro piede. Quando il piede è in<br />

posizione di riferimento (quando il piano della pianta del piede è<br />

perpendicolare all‟asse della gamba) i tre assi sono perpendicolari fra<br />

loro.<br />

L’asse trasversale passa per i due malleoli e corrisponde<br />

all‟asse della tibio-tarsica. E‟ compreso nel piano frontale e<br />

condiziona i movimenti di flesso-estensione del piede che si<br />

effettuano nel piano sagittale.<br />

L’asse longitudinale della gamba è verticale e condiziona i<br />

movimenti di adduzione-abduzione del piede, che si effettuano<br />

nel piano trasversale. Questi movimenti sono possibili grazie<br />

alla rotazione assiale del ginocchio flesso. In piccola misura<br />

questi movimenti di adduzione-abduzione rilevano articolazioni<br />

della parte posteriore del tarso.<br />

L’asse longitudinale del piede è orizzontale e contenuto in un<br />

piano sagittale. Condiziona l‟orientamento della pianta del<br />

piede permettendole di “guardare” sia direttamente in basso, sia<br />

16


in fuori, sia in dentro. Questi movimenti vengono<br />

rispettivamente chiamati di pronazione e supinazione. (4)<br />

I movimenti di flessione e di estensione<br />

La posizione di riferimento per la flesso -<br />

estensione del piede, come già detto, si realizza<br />

quando il piano plantare è perpendicolare all'asse<br />

longitudinale della gamba. Partendo da questa<br />

posizione, la flessione del piede (che può essere attribuita alla<br />

caviglia), è il movimento che avvicina il dorso del piede alla faccia<br />

anteriore della gamba, mentre l'estensione del piede allontana il dorso<br />

dello stesso dalla faccia anteriore della gamba e lo porta a disporsi sul<br />

prolungamento della stessa. L'angolo di flesso-estensione del piede<br />

viene misurato come l'angolo che la pianta del piede forma con l'asse<br />

verticale della gamba. In flessione questo angolo ha valori massimi<br />

tipici che variano da 20° a 30°, mentre in estensione la sua ampiezza<br />

varia da 30° a 50°.<br />

I movimenti di abduzione-adduzione<br />

La posizione di riferimento è con il piede sul piano orizzontale, in<br />

queste condizioni si ha un movimento di abduzione quando la punta<br />

del piede si porta in dentro, verso il piano di simmetria del corpo,<br />

mentre si ha un movimento di adduzione quando la punta del piede<br />

gira all'esterno e sì allontana dal piano di simmetria. L'ampiezza dei<br />

movimenti di adduzione-abduzione eseguiti unicamente nel piede<br />

17


varia dai 35° ai 45°. Va tenuto presente che il movimento del piede sul<br />

piano orizzontale può essere aumentato grazie alla somma delle<br />

rotazioni esterne - interne del ginocchio e dell'anca che possono<br />

portare il piede ad abduzioni di 90°.<br />

I movimenti di rotazione interna-esterna<br />

La posizione di riferimento è quella definita per il movimento di<br />

flesso - estensione.<br />

La rotazione interna è il movimento che orienta la pianta del piede<br />

verso l'interno, questo movimento viene indicato come supinazione.<br />

L'ampiezza di questo movimento è di circa 50°.<br />

La rotazione esterna è il movimento che orienta la pianta del piede<br />

verso l'esterno, viene indicato come movimento di pronazione.<br />

L'ampiezza di questo movimento è circa la metà di quello di<br />

supinazione e varia dai 20° ai 25°.<br />

Le superfici della tibio-tarsica<br />

La tibio-tarsica, paragonata ad un modello meccanico può essere<br />

descritta così:<br />

Una parte inferiore, l‟astragalo, a superficie cilindrica a grande<br />

asse trasversale;<br />

Una parte superiore, l‟estremità inferiore della tibia e del<br />

perone, che formano un blocco, la cui faccia inferiore è scavata<br />

da un segmento di cilindro complementare al precedente.<br />

18


Il cilindro pieno (puleggia astragalica), incastrato nel segmento di<br />

cilindro cavo, mantenuto lateralmente fra i due fianchi della parte<br />

superiore, può effettuare dei movimenti di flessione ed estensione<br />

attorno all‟asse trasversale.<br />

La puleggia astragalica è costituita da tre parti: una faccia superiore e<br />

due laterali.<br />

La faccia superiore, convessa dall‟avanti all‟indietro, è solcata<br />

longitudinalmente da una depressione assiale, verso la quale<br />

convergono il versante interno ed esterno della troclea.<br />

La faccia interna è piana e sagittale, entra in contatto con la<br />

faccetta articolare della faccia esterna del malleolo interno,<br />

ricoperta dalla cartilagine che continua quella della faccia<br />

inferiore del mortaio tibiale.<br />

La faccia esterna, è fortemente inclinata in fuori, concava<br />

dall‟alto in basso ed anche dall‟avanti in dietro; entra in contatto<br />

con la faccetta articolare della faccia interna del malleolo<br />

peroneale. (4)<br />

19


CAPITOLO SECONDO<br />

LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA<br />

Con il termine distorsione si indica il complesso delle lesioni causate<br />

da un trauma che sollecita un‟articolazione al di là dei gradi fisiologici<br />

del movimento. (2)<br />

Le distorsioni di caviglia rappresentano le lesioni più frequenti in<br />

traumatologia dello sport.<br />

L‟articolazione tibio-tarsica e il piede rappresentano le strutture che<br />

ricevono il carico di tutto il corpo in posizione antigravitaria sia statica<br />

che dinamica e posseggono una conformazione anatomica ben<br />

adeguata a questa funzione. Lo spesso cuscinetto calcaneare e del<br />

polpastrello delle dita ha la funzione di assorbire l‟urto nelle varie fasi<br />

del cammino e della corsa e le articolazioni sono capaci degli<br />

adattamenti necessari al miglior equilibrio su una grande varietà di<br />

terreni. A causa di queste concentrazioni di forze, il piede e la<br />

tibiotarsica sono frequentemente interessati da deformità e insulti che<br />

di solito non colpiscono altri segmenti del corpo. Poiché<br />

l‟articolazione tibiotarsica è sottoposta al carico ed è importante per la<br />

deambulazione, essa deve essere sia stabile che mobile. (5)<br />

La stabilità di un‟articolazione dipende dai vincoli intrinseci costituiti<br />

dalla configurazione ossea e dal contenimento attivo e passivo dei<br />

tessuti molli. La caviglia, in posizione neutra, è un‟articolazione<br />

20


abbastanza stabile perché la porzione anteriore della troclea<br />

dell‟astragalo, che è più ampia, è stretta nel mortaio tibioperoneale.<br />

Durante la flessione plantare, nella cavità articolare tibioperoneale<br />

viene a trovarsi la parte posteriore della troclea dell‟astragalo, che<br />

essendo più stretta ha maggiore spazio a disposizione; ciò consente<br />

movimenti di lateralità e in particolare di supinazione. Il contenimento<br />

attivo dei tessuti molli dipende dall‟unità muscolo-tendinea coinvolta<br />

nel movimento e nel sostegno dell‟articolazione. Tuttavia, l‟astragalo,<br />

non avendo inserzioni tendinee, deve far affidamento, in modo<br />

indiretto, sull‟azione muscolare che agisce sulle ossa adiacenti. Il<br />

sostegno passivo è garantito dai legamenti mediale, laterale e<br />

posteriore e della sindesmosi. Il complesso legamentoso laterale è la<br />

struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni di caviglia. (6)<br />

Traumi in inversione o in eversione possono stirare o lacerare i<br />

legamenti di supporto dell‟articolazione e creare un‟instabilità.<br />

21


2.1. MECCANISMI TRAUMATICI<br />

I meccanismi traumatici della distorsione sono principalmente due, in<br />

inversione e in eversione.<br />

Distorsione in inversione: prevalentemente in associazione a<br />

flessione plantare genera uno stress laterale con interessamento<br />

del legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA) e comparsa<br />

del cassetto anteriore. Se la distorsione è grave può interessare<br />

anche il peroneo-calcaneare e in rare circostanze anche il<br />

legamento peroneo-astragalico posteriore (PAP). Se associata<br />

invece alla dorsi-flessione può ledere dapprima il legamento<br />

peroneo-calcaneare (PC) e poi il peroneo-astragalico anteriore.<br />

Distorsione in eversione: è interessato il legamento deltoideo.<br />

(2)<br />

22


2.2. CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI<br />

Esistono due diverse classificazioni delle distorsioni. La prima divide<br />

la gravità della distorsione in tre gradi, mentre la seconda le classifica<br />

in quattro gradi.<br />

Secondo la prima classificazione la distorsione della caviglia può<br />

essere di 1º, 2º, o 3º grado secondo la gravità della lesione:<br />

Grado 1º: stiramento del legamento senza lacerazione<br />

microscopica, lieve gonfiore e dolore alla palpazione sulle<br />

strutture interessate, piccola perdita di funzionalità, assenza di<br />

instabilità articolare.<br />

23


Grado 2º: microscopica lacerazione parziale del legamento con<br />

moderato dolore spontaneo, gonfiore e dolore alla palpazione<br />

sulle strutture interessate, piccola perdita di funzionalità e<br />

un‟instabilità articolare da lieve a moderata.<br />

Grado 3º: rottura completa del legamento con accentuato<br />

gonfiore, versamento ematico e dolore alla palpazione. Sono<br />

presenti perdita funzionale e una grave instabilità articolare. I<br />

pazienti non riescono a caricare il peso corporeo<br />

sull‟articolazione. (2)<br />

24


La seconda classificazione prevede quattro gradi diversi:<br />

Grado 0º : non vi è rottura dei legamenti, presente modesta<br />

tumefazione, talvolta piccolo ematoma laterale, dolenzia<br />

premalleolare laterale.<br />

Grado 1º : rottura isolata del peroneo-astragalico anteriore,<br />

tumefazione laterale crepitante con ematoma, dolore all‟angolo<br />

peroneo-tibiale, carico con dolore.<br />

Grado 2º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del<br />

peroneo-calcaneare e dell‟astragalo-calcaneare. É presente<br />

ematoma laterale-mediale, dolore sotto e premalleolare esterno,<br />

aumento della mobilità laterale e zoppia.<br />

Grado 3º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del<br />

peroneo-calcaneare, dell‟astragalo-calcaneare e dell‟interosseo.<br />

Nell‟angolo tibio-peroneale anteriore è presente edema ed<br />

ematoma. Il test del cassetto risulta positivo; i pazienti non<br />

riescono a caricare sull‟arto.<br />

25


2.3. EZIOPATOGENESI<br />

Il meccanismo eziopatogenetico è estremamente importante, perché<br />

permette di capire quali strutture anatomiche siano interessate dalla<br />

distorsione di caviglia. Il trauma è quasi sempre indiretto, è può<br />

avvenire in uno dei seguenti modi:<br />

con l‟arto in appoggio, un trauma in inversione della caviglia,<br />

interessa la capsula laterale, i legamenti peroneo-astragalico<br />

anteriore, peroneo-calcaneare o peroneo-astragalico posteriore,<br />

26


la sindesmosi tibio-peroneale e i legamenti del compartimento<br />

mediale.<br />

con arto in appoggio, un trauma in eversione della caviglia,<br />

interessa la capsula mediale, il legamento deltoideo, la<br />

sindesmosi tibio-peroneale, e i legamenti del compartimento<br />

laterale. (7)<br />

2.4. FATTORI DI RISCHIO<br />

Fattoti anatomici:<br />

piede cavo; piede piatto<br />

dismetria degli arti inferiori<br />

difetti di assialità<br />

sovrappeso<br />

Fattori funzionali:<br />

squilibri muscolari<br />

Errori di allenamento:<br />

gesto atletico non fisiologico<br />

allenamento non corretto<br />

Biomeccanica della corsa:<br />

appoggio con pronazione o supinazione accentuata<br />

Tipi di scarpa:<br />

calzature inadatte, scarpe usurate<br />

Terreni di allenamento:<br />

irregolari, superfici dure<br />

27


2.5. EPIDEMIOLOGIA<br />

Nel mondo dello sport, tutti gli atleti, almeno una volta, hanno avuto<br />

un problema alla caviglia. Grande o piccolo che sia, il trauma alla<br />

caviglia lascia sempre qualche strascico come dolore, gonfiore o<br />

incapacità di ripetere i gesti atletici in modo corretto.<br />

Nell‟esame della letteratura recente troviamo studi epidemiologici<br />

che hanno preso in considerazione sport con cambi di direzione<br />

(pivoting) e di lateralità (cutting) in cui sono in gioco intense forze<br />

rotatorie e traslatorie a carico dell‟arto inferiore. E‟ emerso che<br />

durante l‟attività in catena cinetica chiusa i traumi distorsivi<br />

dell‟articolazione tibio-tarsica rappresentano l‟evento traumatologico<br />

principale (40% nel volley, 13,6% nel calcio, 50% nella pallacanestro<br />

e 22% nel football) e che il meccanismo di lesione è ricollegabile per<br />

il 90% a traumi in inversione, ovvero: flessione plantare della<br />

tibiotarsica, varismo sottoastragalico, flessione interna mediotarsica.<br />

Purtroppo le lesioni distorsive di caviglia sono solite e recidive se non<br />

vengono trattate correttamente. Anche dopo che il trauma è stato<br />

curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al<br />

30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da<br />

sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed<br />

insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del<br />

piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi<br />

distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto.<br />

Anche nella popolazione non sportiva, la distorsione della tibiotarsica<br />

costituisce un evento abbastanza frequente, correlato spesso a percorsi<br />

su terreni sconnessi, ostacoli e l‟utilizzo di calzature non idonee. Per<br />

28


quanto riguarda la terapia, le lesioni di 1º e 2º grado richiedono un<br />

trattamento conservativo, mentre le lesioni di 3º grado, cioè le più<br />

gravi, qualche volta richiedono un trattamento chirurgico. (2)<br />

2.6. SEGNI E SINTOMI<br />

Da un punto di vista obiettivo, si può osservare, in fase acuta, la<br />

presenza di una tumefazione anteperimalleolare, frequente e<br />

caratteristica, perché alla distorsione si associa anche la rottura di un<br />

piccolo vaso arterioso presente lungo il decorso del legamento<br />

peroneo-astragalico anteriore. È presente dolorabilità alla palpazione<br />

dei legamenti nelle sedi interessate e durante le mobilizzazioni dei<br />

legamenti lesionati lungo i piani articolari di competenza. (1)<br />

Ispezione<br />

Obiettivamente, la caviglia appare ecchimotica e tumefatta, nella<br />

regione maggiormente interessata dal trauma: lateralmente nei traumi<br />

in inversione, medialmente nei traumi in eversione, bilateralmente nei<br />

traumi di media entità o gravi. (7)<br />

Palpazione<br />

Alla palpazione, devono essere palpati i malleoli ed i legamenti del<br />

compartimento laterale, mediale e la sindesmosi tibio-peroneale. È<br />

29


importante ricercare i punti dolenti lungo il percorso dei legamenti<br />

peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare, peroneo-astragalico<br />

posteriore, sindesmosi tibio-peroneale e deltoideo. In questo modo è<br />

possibile rendersi conto se si tratta di una distorsione lieve, ad<br />

interessamento prevalentemente monocompartimentale, media, per<br />

l‟interessamento di più legamenti o grave, per la rottura di vari<br />

legamenti. È importante nei traumi in inversione palpare anche il 5º<br />

metatarsale, in quanto si associa spesso la frattura della base del 5º<br />

metatarsale, per trauma diretto. (7)<br />

Dolore<br />

Il dolore si avverte nella zona superiore esterna del piede ed<br />

eventualmente nella regione interna, coincide infatti con i legamenti<br />

lesionati.<br />

Insufficienza Funzionale<br />

Il paziente non riesce a caricare il peso del corpo sull‟arto colpito.<br />

30


CAPITOLO TERZO<br />

QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE<br />

In letteratura si trovano numerosi casi relativamente alla Distorsione<br />

di Caviglia, ma non esiste un percorso valutativo standard<br />

univocamente riconosciuto e applicato in ambito clinico. Ciò<br />

nonostante esistono aspetti della patologia che vengono comunemente<br />

ricercati da tutti, seppur con modalità diverse. Secondo tutti gli autori<br />

presi in considerazione la diagnosi della Distorsione di Caviglia si<br />

raggiunge principalmente con un esame clinico anche se, in alcuni<br />

casi, trovano indicazioni la RMN per indagare lo stato dei tessuti molli<br />

e la radiografia per escludere la presenza di eventuali fratture.<br />

Spesso però la preoccupazione di ricorrere a mezzi diagnostici<br />

strumentali per dimostare la causa di un dolore e la disabitudine alla<br />

diagnosi clinica fanno trascurare la reale causa dei sintomi. Questo<br />

comporta uno spreco enorme di risorse economiche e di tempo così<br />

che, per indagini diagnostiche inutili e trattamenti riabilitativi<br />

inconcludenti, la distorsione può diventare così invalidante da<br />

impedire lo svolgimento dei compiti lavorativi e sportivi e, nei casi<br />

più gravi, limitare le normali attività della vita quotidiana.<br />

31


3.1. ESAME SOGGETTIVO<br />

Durante l‟esame soggettivo vengono ricavate dal colloquio con il<br />

paziente e dalle indagini mediche numerose informazioni per poter<br />

identificare e inquadrare meglio il problema.<br />

Si registra la localizzazione dei sintomi (area dei sintomi correnti) che<br />

il paziente riferisce su un grafico del corpo; occorre essere precisi<br />

poiché non sempre l‟area dei sintomi corrisponde poi alla struttura<br />

responsabile (dolore proiettato).<br />

Le aree asintomatiche ma pertinenti vanno comunque spuntate sul<br />

grafico, per essere sicuri di avere interrogato il paziente anche su<br />

queste.<br />

L‟esame continua indagando le caratteristiche del dolore: la qualità<br />

(sordo, lancinante, bruciante, superficiale, profondo o altro);<br />

l‟intensità, utilizzando ad esempio la scala analogico-visiva o VAS<br />

che permette di quantificare il dolore e di seguirne l‟andamento nel<br />

tempo; la relazione tra i sintomi.<br />

È necessario capire se ci sono fattori aggravanti, movimenti o<br />

posizioni che intensificano i sintomi, e indagare sulle abitudini di vita<br />

e sulle attività lavorative e sportive del paziente, per identificare<br />

eventuali condizioni sfavorevoli. Altrettanto importanti sono eventuali<br />

fattori allevianti, sapere cosa fa il paziente per diminuire la<br />

sintomatologia e i movimenti o posizioni di maggior comfort.<br />

32


L‟andamento dei sintomi nell‟arco delle 24 ore ci dà informazioni<br />

importanti sul sintomo per comprenderne la gravità (grado di<br />

limitazione del movimento/funzione), irritabilità (se e quanto aumenta<br />

su provocazione, e quanto tempo impiega a scomparire) e la natura.<br />

Va indagata la sintomatologia notturna (difficoltà ad addormentarsi o<br />

risveglio a causa del dolore) e modifiche che possono aver influito<br />

sulla sintomatologia. La sintomatologia al mattino è altrettanto<br />

importante, il dolore prolungato e la rigidità che si allevia col<br />

movimento suggerisce una natura infiammatoria , mentre una forte<br />

rigidità mattutina associata o meno a minimo dolore indirizza verso la<br />

natura degenerativa.<br />

Concludendo nel colloquio facciamo riferimento alla condizione<br />

presente (storia delle aree sintomatiche , come e quando è iniziato il<br />

sintomo, come si è modificato), alla storia medica passata per avere<br />

dettagli su qualunque precedente attinente al problema (episodi<br />

trascorsi trattamenti in passato) e a domande speciali per determinare<br />

la salute generale del paziente e la natura della sue condizioni (se<br />

prende dei farmaci, ecc) e individuare precauzioni e controindicazioni<br />

al trattamento.<br />

33


3.2. ESAME OGGETTIVO (FISICO)<br />

Durante l‟esame fisico lo scopo del clinico è quello di “osservare” e di<br />

trovare test fisici che possano riprodurre il sintomo. Ogni test è usato<br />

per valutare l‟efficacia del trattamento, sia nella sessione che tra una<br />

seduta e l‟altra.<br />

La prima parte dell‟esame si basa esclusivamente sull‟osservazione. In<br />

un primo momento l‟osservazione è informale, mentre il paziente è in<br />

situazioni statiche e dinamiche, si notano la qualità dei movimenti, le<br />

caratteristiche posturali e l‟espressione della faccia, e proseguirà fino<br />

alla fine dell‟esame fisico.<br />

Si passa all‟osservazione formale, più dettagliata, dove il terapista<br />

controlla la postura del paziente a livello della colonna vertebrale e<br />

degli arti inferiori, nel profilo anteriore, laterale e posteriore mentre<br />

sta in piedi, notando la posizione assunta nei piani frontale, sagittale, e<br />

orizzontale. Il clinico deve correggere passivamente qualunque<br />

asimmetria. L‟esame continua osservando la massa e il tono<br />

muscolare, confrontando i due lati, ponendo attenzione anche sulla<br />

qualità e il colore della pelle e la presenza di gonfiori o cicatrici. La<br />

palpazione della parte ci può dare informazioni utili sulla temperatura,<br />

il gonfiore, la presenza di edemi e versamenti, la dolorabilità dei<br />

tessuti superficiali e le alterazioni della sensibilità.<br />

In ultima istanza il clinico valuta l‟andatura, da davanti, dietro e di<br />

lato, guardando bacino, anche, ginocchia, caviglia e piedi.<br />

34


Durante l‟esame è sempre necessario osservare l‟atteggiamento del<br />

paziente (età, sesso, etnia, ambiente sociale, ecc.) in modo da<br />

rapportarsi in maniera adeguata e costruire una relazione di fiducia per<br />

accrescere la disponibilità verso il trattamento.<br />

La seconda parte dell‟esame clinico si basa sulla valutazione dei<br />

movimenti fisiologici attivi (effettuati dal paziente) e passivi<br />

(effettuati dal terapista) in modo da verificare la qualità del<br />

movimento, la portata, la presenza di resistenze e l‟andamento del<br />

dolore (locale e proiettato).<br />

Successivamente si valuta anche la forza muscolare. L‟operatore pone<br />

resistenza manuale durante lo svolgimento da parte del paziente di un<br />

determinato movimento (flessione, estensione, adduzione, abduzione,<br />

pronazione e supinazione) in modo da valutare la forza del muscolo<br />

singolo o del gruppo muscolare.<br />

Si nota anche la capacità di carico sul piede, da senza a carico<br />

completo.<br />

Infine vengono applicati al paziente dei test, speciali e differenziali,<br />

che saranno di notevole aiuto per meglio identificare la zona di origine<br />

dei sintomi. I test speciali sono altamente significativi e vengono<br />

applicati per confermare il pensiero che la sintomatologia possa essere<br />

determinata da una certa struttura. Quelli differenziali servono invece<br />

per escludere altre zone come possibili cause del dolore.<br />

Durante la stazione eretta possiamo anche osservare alcune alterazioni<br />

posturali.<br />

Si osserva la morfologia del piede e l‟allineamento della gamba con il<br />

piede su tutti i piani.<br />

35


Si ispezionano entrambe le scarpe per avere indicazioni sulla<br />

distribuzione dei carichi e sul tipo di appoggio abituale del paziente<br />

durante il cammino, notando le zone di differente consunzione ed<br />

eventuali asimmetrie tra destra e sinistra.<br />

36


3.3. TEST DI STABILITÀ<br />

Per effettuare un esame fisico accurato è sempre necessario valutare,<br />

oltre la zona ipotizzata come centrale del dolore, anche altre strutture<br />

che possono essere identificate come la causa della sintomatologia<br />

avvertita dal paziente.<br />

Per individuare segni di instabilità articolare vengono di solito<br />

utilizzati il test del cassetto anteriore e il test di inclinazione<br />

dell’astragalo.<br />

Test del cassetto anteriore<br />

Viene effettuato stabilizzando con una mano anteriormente la parte<br />

distale della tibia e tirando in avanti con l‟altra mano, posta dietro il<br />

tallone, il piede in leggera flessione plantare. Un risultato positivo, >5<br />

mm di traslazione anteriore, indica una rottura del PAA.<br />

37


Test di inclinazione dell‟astragalo<br />

Viene eseguito stabilizzando con una mano la porzione distale della<br />

tibia e supinando contemporaneamente astragalo e calcagno con l‟altra<br />

mano. Un risultato positivo, >5 mm con un limite finale elastico,<br />

indica una lesione combinata del PAA e del PC.<br />

È importante confrontare sempre la caviglia affetta con quella<br />

controlaterale perché alcuni pazienti sono per natura più flessibili<br />

(lassità legamentosa generalizzata) e questo potrebbe portare a un test<br />

falso positivo. (6)<br />

38


3.4. SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI<br />

Anche se la diagnosi di distorsione di caviglia si può raggiungere<br />

attraverso l‟esame clinico, in alcuni casi trovano indicazione l‟utilizzo<br />

degli esami strumentali.<br />

La valutazione radiografica è utile per evidenziare o escludere<br />

eventuali lesioni ossee come le fratture malleolari e della base del 5°<br />

metatarso.<br />

Esami più specifici come la RMN o la TAC mettono in luce<br />

alterazioni dei tessuti molli oltre che l‟ispessimento e la presenza di<br />

edema.<br />

39


CAPITOLO QUARTO<br />

TRATTAMENTO<br />

4.1. OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE<br />

Recupero del ROM<br />

Recupero della forza muscolare<br />

Recupero di propriocettività e stabilità articolare<br />

Recupero della funzionalità all‟interno del proprio stile di vita<br />

4.2. OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE<br />

TERAPEUTICHE<br />

Controllo delle turbe trofiche: benda elestica, FANS,<br />

crioterapia, massaggio di drenaggio, bagni alternati (ginnastica<br />

vascolare)<br />

Controllo del dolore: correnti antalgiche (TENS), ultrasuoni,<br />

MTP, infiltrazione di anestetici locali<br />

Recupero articolare selettivo attraverso una mobilizzazione<br />

inizialmente passiva, poi attiva e resistita con esercizi eseguiti<br />

fuori carico (flessione, estensione, inversione, eversione),<br />

posture, manipolazioni<br />

40


Recupero stabilità attraverso utilizzo di tavolette propriocettive<br />

instabili per recuperare la capacità di reazione della caviglia<br />

alle destabilizzazioni<br />

Recupero forza muscolare: rinforzo dei muscoli peronieri,<br />

tibiali, tricipite, estensore lungo dell‟alluce ed estensore lungo<br />

delle dita, prima contro resistenza manuale poi con bande<br />

elastiche; rinforzo dei muscoli flessori delle dita<br />

Esercizi in carico eseguiti in punta di piedi in appoggio<br />

bipodalico, aumento progressivo dell‟intensità degli esercizi e<br />

del carico con abbandono progressivo delle canadesi<br />

Esercizi in CCA<br />

Esercizi in CCC che reintegrano il piede nella funzione dell‟arto<br />

inferiore<br />

Rinforzo isocinetico per riequilibrare la coppia<br />

inversori/eversori<br />

Riprogrammazione neuromotoria (propriocettiva)<br />

Recupero del gesto funzionale: inserimento di eserizi specifici<br />

che richiamino il gesto atletico proprio dello sport praticato.<br />

4.3. PRIMO INTERVENTO<br />

Nelle distorsioni è importantissimo il primo intervento cioè quello in<br />

campo. Nel caso non fosse presente un medico al momento del<br />

trauma, l‟atleta dovrebbe essere in grado di adottare i comportamenti<br />

più appropriati.<br />

41


Il trattamento di una distorsione richiede per prima cosa l‟applicazione<br />

di ghiaccio e l‟elevazione dell‟arto. Dopo aver tolto calza e scarpa, la<br />

caviglia deve essere fasciata con un bendaggio compressivo e non<br />

bisogna caricare il peso corporeo sull‟arto. Dopo circa cinque minuti il<br />

dolore in genere diminuisce, la fasciatura viene rimossa e la caviglia<br />

può essere esaminata accuratamente. In questa fase è importante che<br />

la caviglia venga valutata da personale medico che eseguendo test<br />

specifici effettuerà la diagnosi del grado di lesione, per la scelta del<br />

trattamento più appropriato.<br />

Se si sospetta una distorsione grave (2° o 3° grado) si deve applicare<br />

una fasciatura semirigida mantenendo l‟arto in scarico fino<br />

all‟effettuazione di un esame radiografico, che escluda la presenza di<br />

una frattura.<br />

Tuttavia dovrebbe essere applicato un taping di protezione per evitare<br />

ulteriori stress alle strutture interessate dal trauma.<br />

La caviglia andrà nuovamente controllata per essere trattata secondo<br />

le necessità.<br />

42


4.4. FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI<br />

LESIONE<br />

La letteratura attuale sostiene come metodo preferito di trattamento<br />

per le distorsioni della caviglia la riabilitazione funzionale, che<br />

permette, rispetto all‟immobilizzazione con gesso, un più precoce<br />

ritorno al lavoro e all‟attività fisica senza determinare un tasso più alto<br />

di sintomi tardivi (instabilità di caviglia, dolore, rigidità e ipostenia<br />

muscolare). (6)<br />

Immediatamente dopo la lesione nella fase acuta ( -Lesione-<br />

prevalgono la sintomatologia algica, i segni infiammatori e<br />

l‟insufficienza funzionale) viene seguito il principio RICE (Rest, Ice,<br />

Compression, Elevation)<br />

Rest (riposo): può essere un‟immobilizzazione totale nei casi<br />

più gravi, oppure un‟immobilizzazione “funzionale” nei casi di<br />

minore gravità. Spesso si utilizzano antibrachiali per qualche<br />

giorno.<br />

Ice (ghiaccio): fondamentale agente fisico con importante<br />

azione antalgica e di arresto dell‟emorragia tissutale, contrasta<br />

la formazione di ematomi che possano poi interferire con il<br />

processo di riparazione tissutale.<br />

Compression (compressione): attraverso una benda elastica si<br />

effettua un bendaggio compressivo con lo scopo di contrastare<br />

ancora il travaso ematico e la conseguente formazione di<br />

ematoma e stasi periferica.<br />

43


Elevation (elevazione): l‟arto deve essere posto in elevazione<br />

per ridurre la pressione di scarico dei capillari e contrastare<br />

ancora una volta il travaso ematico post-traumatico.<br />

L‟obiettivo è ridurre l‟eventuale ematoma, la tumefazione,<br />

l‟infiammazione e il dolore. In funzione della gravità della lesione si<br />

consiglia un periodo di immobilizzazione.<br />

Negli stiramenti di grado 1 e 2, come immobilizzazione viene<br />

utilizzato un tutore per la caviglia. Negli stiramenti di grado 3 uno<br />

stivale gessato amovibile offre maggiore stabilità e protezione e<br />

permette un carico precoce meno doloroso. L‟immobilizzazione<br />

continua per qualche giorno negli stiramenti lievi e fino a 3 settimane<br />

negli stiramenti di 3° grado. Quando gli stiramenti di 3° grado<br />

migliorano, lo stivale gessato viene sostituito con un tutore di caviglia.<br />

(6)<br />

Nella fase subacuta (-Riparazione-Guarigione- diminuzione della<br />

sintomatologia algica, dei segni infiammatori e inizio del ripristino<br />

funzionale) , gli obiettivi includono una riduzione continua della<br />

tumefazione, dell‟infiammazione e del dolore mentre si dà inizio ad<br />

alcuni movimenti, esercizi di rinforzo e appropriati esercizi di carico.<br />

In questo periodo vi è la proliferazione delle fibre collagene e stress<br />

eccessivi sui legamenti possono indebolire i tessuti. (6)<br />

L‟ultima fase (-Rimodellamento- scomparsa dell‟infiammazione,<br />

controllo completo del dolore e ripresa funzionale sempre maggiore)<br />

si concentra sull‟aumento della forza, della resistenza, dell‟equilibrio e<br />

della propriocezione in carico. Durante questa fase di maturazione<br />

44


della cicatrizzazione del legamento, circa 3 settimane dopo la lesione,<br />

uno stretching controllato dei muscoli e dei movimenti<br />

dell‟articolazione favorisce un orientamento più normale delle fibre<br />

collagene, parallelo alle linee di tensione. È stato provato che esercizi<br />

ripetuti durante questa fase aumentano la forza meccanica e strutturale<br />

del legamento. (6)<br />

4.5. STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO<br />

1. Strategie per il recupero del ROM<br />

Al fine di ristabilire la normale meccanica e cinematica articolare il<br />

lavoro di articolarità deve essere iniziato il più precocemente<br />

possibile, compatibilmente con le indicazioni mediche, e a seconda<br />

dello scopo prefissato possono essere utilizzate varie tecniche di<br />

mobilizzazione. Si inizia con dei movimenti passivi, per poi passare a<br />

quelli attivi, aumentando i gradi di articolarità progressivamente.<br />

Dorsiflessione<br />

Supinazione<br />

Circonduzione del piede<br />

Flessione plantare<br />

Pronazione<br />

45


2. Strategie per il recupero della forza muscolare<br />

Isometria nel raggio indolore<br />

Flessione ed estensione le dita<br />

Afferramento di oggetti con le dita<br />

Esercizi con Theraband e cavigliere con pesi<br />

(eccentrici/concentrici e isotonici)<br />

Esercizi in carico<br />

a) Sollevare i talloni<br />

b) Sollevare le punte<br />

c) Mettere un piede su un gradino<br />

d) Accovacciarsi (6)<br />

3. Riabilitazione propriocettiva<br />

Metodica riabilitativa di riattivazione dei riflessi propriocettivi<br />

(articolari e muscolari) ponendo l‟arto inferiore in condizioni di<br />

equilibrio precario in modo che il paziente comprenda l‟instabilità<br />

conseguente all‟evento distorsivo, la controlli e la elimini attraverso<br />

un perfetto coordinamento neuromuscolare.<br />

Il soggetto progressivamente impara a resistere a situazioni<br />

d‟instabilità sempre crescenti creandodei riflessi condizionati che<br />

sostituiscono quelli perduti con il trauma e contemporaneamente<br />

potenzia i muscoli stabilizzatori del complesso articolare leso. (2)<br />

a) Criteri<br />

Iniziare la rieducazione il più precocemente possibile (anche<br />

nella fase di non carico) con movimenti non dolenti<br />

46


(prevalentemente flesso-estensione) per poi proseguirla e<br />

intensificarla (in carico parziale e poi totale in appoggio<br />

monopodalico) con i movimenti maggiormente difficili da<br />

controllare (prono-supinazione, eversione-inversione)<br />

Necessaria la piena partecipazione attiva del paziente che deve<br />

essere dapprima concentrato sull‟esecuzione dei movimenti da<br />

compiere per poi riuscire ad attivare il controllo neuromotorio<br />

di stabilizzazione anche di fronte a stimolazioni esterne di<br />

“disturbo”<br />

b) Tecniche<br />

Tavolette (possibilmente di Freeman a uno o due punti di<br />

appoggio) con superficie d‟appoggio zigrinata per attivare i<br />

recettori della pianta del piede e della sensibilità tattile<br />

superficiale<br />

Piede assolutamente “nudo”, ben fisso e “grippante” sulla<br />

tavoletta<br />

Durante il movimento i bordi anteriore e posteriore della tavola<br />

non devono mai toccare il pavimento, ma solo sfiorarlo<br />

Eseguire gli esercizi per almeno 20 minuti tutti i giorni fino alla<br />

totale ripresa funzionale del complesso articolare e poi<br />

proseguirli 2-3 volte alla settimana come mezzo di prevenzione<br />

di recidive. (2)<br />

47


CAPITOLO QUINTO<br />

IL BENDAGGIO<br />

La tecnica del bendaggio ha riscosso interesse e consenso sempre più<br />

crescenti nel mondo della fisioterapia. Tecniche, materiali e metodi si<br />

sono sempre più evoluti nel corso degli anni, grazie soprattutto all‟uso<br />

che nello sport si è sempre più fatto di tale metodica, allo scopo di<br />

incrementare a supportare al massimo la performance degli atleti,<br />

riducendo i tempi di recupero e cercando di accelerare il ritorno<br />

all‟attività dopo un infortunio. (20)<br />

5.1. PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO<br />

La tecnica del bendaggio nasce dalla volontà di trattare una parte del<br />

corpo danneggiata, soprattutto in corrispondenza di parti molli,<br />

mediante un‟immobilizzazione parziale e una detensione del tessuto<br />

leso, possibilmente mantenendo la funzione dell‟apparato di sostegno<br />

e quello motorio, evitando così i danni conseguenti<br />

all‟immobilizzazione dovuta alle fasciature rigide.<br />

Con la completa immobilizzazione, la capsula articolare si retrae<br />

molto velocemente, la secrezione del liquido sinoviale diminuisce e,<br />

quindi, la cartilagine articolare risulta mal nutrita. (20)<br />

Per di più, la muscolatura si atrofizza, aumenta il rischio di retrazioni<br />

muscolo-tendinee e infine il deflusso venoso è disturbato; con l‟atrofia<br />

muscolare crescente si giunge all‟insufficienza della valvola venosa<br />

con conseguente comparsa di stasi. Questa, a sua volta, provoca, oltre<br />

48


la tanto incresciosa predisposizione all‟edema, una rapida atrofia da<br />

inattività ed una decalcificazione dell‟osso. (20)<br />

Se durante la guarigione il tessuto viene tenuto assolutamente<br />

immobile, la riparazione fibrosa risultante è debole. Quando non ci<br />

sono forze che agiscono sul tessuto in via di guarigione il collagene<br />

viene strutturato a caso.(21) Può essere abbondante ma è scarsamente<br />

strutturato. La guarigione fibrosa è più forte se vengono incoraggiati<br />

movimenti naturali, che forniscano ai fibroblasti le corrette indicazioni<br />

per le direzioni in cui stendere le loro fibre di collagene.<br />

Movimenti normali e cauti forniscono una naturale tensione nel<br />

tessuto in via di guarigione e la guarigione risultante è molto più forte.<br />

(21)<br />

5.2. EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO<br />

Già nel XIX secolo incontriamo, come testimoniano alcune tavole<br />

illustrate, i primi tentativi di codifica delle tecniche di bendaggio<br />

specifiche per diversi distretti anatomici con utilizzo di bende in<br />

tessuto associate a materiali rigidi (prime forme di tutore rigido o<br />

gesso) mentre nella prima metà del novecento si confezionavano, nelle<br />

semplici realtà rurali, dei bendaggi con tessuto (sostituiva le moderne<br />

bende), albume d‟uovo (rapprendendosi l‟albume conferiva al<br />

bendaggio maggiore consistenza e stabilità) e una moneta da una lira<br />

49


( la lira era costituita in gran parte da zinco che ossidandosi produceva<br />

l‟ossido di zinco le cui proprietà antiedemigene sono ben note). (28)<br />

Negli anni 50 negli USA i trainers americani utilizzavano delle bende<br />

adesive anelastiche, prodotte dalla tecnologia del dopoguerra per<br />

conferire una maggiore stabilità meccanica soprattutto ad alcune<br />

articolazioni come caviglia, ginocchio, dita e polsi: questo tipo di<br />

materiale viene utilizzato anche oggi con il nome di “tape”, mentre la<br />

tecnica che lo vede protagonista è definita “taping”. Il tape presenta<br />

fin da subito assieme alla sua vasta diffusione sul mercato anche i suoi<br />

limiti: infatti, essendo costituito da materiale anelastico, risulta poco<br />

adattabile alle svariate forme del nostro corpo e crea facilmente delle<br />

lesioni cutanee in assenza di materiali interposti tra la benda adesiva e<br />

la cute. Per risolvere questi problemi negli ultimi anni la ricerca<br />

scientifica ha messo a disposizione una grande varietà di bende e di<br />

nuovi materiali che hanno permesso di creare un‟innovativa e più<br />

efficace tecnica di bendaggio chiamata “bendaggio funzionale”.<br />

La grande innovazione del bendaggio funzionale consiste nell‟utilizzo<br />

associato del vecchio tape con le più moderne bende elastiche adesive<br />

o coesive che permette una maggior compliance da parte del paziente<br />

ed una maggiore efficacia del bendaggio che risulta così in grado di<br />

proteggere l‟articolazione o l‟unità muscolare lesionata<br />

salvaguardando la libertà funzionale dei distretti anatomici vicini. Il<br />

bendaggio funzionale permette di adattarci alla fisiologia delle<br />

strutture anatomiche da bendare in relazione alla diagnosi medica.<br />

Come dall‟evoluzione del concetto di taping (bendaggio realizzato con<br />

materiale anelastico adesivo) si è passati a quello di bendaggio<br />

funzionale (tecnica mista che prevede l‟utilizzo di materiale anelastico<br />

50


adesivo associato a una struttura portante fatta di materiale elastico<br />

adesivo o coesivo) così dal bendaggio funzionale si è passati al<br />

concetto di “strapping” una tecnica di bendaggio che prevede nella sua<br />

realizzazione l‟utilizzo esclusivo di bende elastiche adesive o coesive.<br />

Risulta così evidente come il bendaggio funzionale si collochi, per la<br />

sue caratteristiche tecniche ed i materiali che utilizza, tra lo strapping<br />

ed il taping ed è proprio per questo che ha riscosso un così grande<br />

consenso nel mondo della fisioterapia sportiva soprattutto ad alto<br />

livello. (28)<br />

5.3. BENDAGGIO FUNZIONALE<br />

Per bendaggio funzionale si intende una metodica che, utilizzando<br />

bende adesive estensibili ed inestensibili opportunamente combinate,<br />

si propone di ottenere la prevenzione di singole strutture muscolo-<br />

tendinee e capsulo-legamentose da agenti patomeccanici o<br />

potenzialmente tali senza limitare la fisiologica articolarità su<br />

qualsiasi piano essa si sviluppi.<br />

Tipologia<br />

- articolari<br />

- muscolo-tendinei<br />

51


Ruolo<br />

- preventivo<br />

- terapeutico<br />

- riabilitativo<br />

Funzioni<br />

- scarico<br />

- stabilizzazione<br />

- supporto psicologico<br />

- compressione<br />

- sostegno<br />

- antalgico (24)<br />

TIPI DI BENDAGGI<br />

Bendaggi articolari<br />

Sono utilizzati a prevenzione delle strutture capsulo-legamentose<br />

stabilizzatrici passive delle articolazioni. I materiali si usano<br />

combinati in vario modo sia in rapporto al fine, sia in rapporto alla<br />

morfologia del distretto articolare da trattare.<br />

Bendaggi muscolo-tendinei<br />

Sono utilizzati a difesa delle strutture muscolari e/o tendinee.<br />

52


Bendaggi preventivi<br />

Vengono utilizzati normalmente per la gara e l‟allenamento e hanno la<br />

precisa finalità di proteggere le strutture potenzialmente più<br />

vulnerabili da specifiche sollecitazioni patomeccaniche negli sport<br />

(25)<br />

per:<br />

- difetti somatici congeniti o acquisiti<br />

- difetti di portamento<br />

- instabilità croniche secondarie a pregressi eventi traumatici<br />

- carichi iterativi submassimali cronici ad effetto lesivo cumulativo.<br />

I bendaggi preventivi devono sempre essere rimossi dopo la gara o<br />

l‟allenamento.<br />

Bendaggi terapeutici<br />

Vengono usati nel trattamento di lesioni traumatiche acute o<br />

microtraumatiche croniche in cui il danno anatomo-patologico è<br />

contenuto o assente, con il fine di ottenere la guarigione clinica della<br />

lesione evitando l‟immobilizzazione totale. (25)<br />

Bendaggi riabilitativi<br />

Vengono usati nella fase di recupero dell‟atleta, quando cioè, ottenuta<br />

la guarigione della lesione (indipendentemente dalla gravità e dal tipo<br />

di trattamento) ci si propone di ottenere un precoce ripristino della<br />

53


completa articolarità, della vigilanza propriocettiva e della<br />

coordinazione motoria, indispensabile per riportare l‟atleta nella<br />

migliore condizione di forma: le funzioni meccaniche sono di<br />

sostegno, scarico, stabilizzazione, compressione. (25)<br />

- Sostegno<br />

Articolare realizzato con cerotto da taping; ha il compito di proteggere<br />

singole strutture capsulo-legamentose da insulti patomeccanici.<br />

- Scarico<br />

Funzionale realizzato con bende estensibili nei vari piani; ha la sua<br />

applicazione ottimale sulle strutture muscolo-tendinee e ha il compito<br />

di ammortizzare sollecitazioni distrattive agenti sulle unità motorie.<br />

La tecnica prevede ancoraggi muscolari per ridurre l‟intensità della<br />

contrazione muscolare e ancoraggi tendinei che agendo sulle leve<br />

scheletriche inserzionali pongono in detensione la struttura tendinea.<br />

L‟uso della benda estensibile è preferibile al fine di evitare stop<br />

bruschi che mal si conciliano con gli automatismi neurofisiologici di<br />

queste strutture.<br />

- Stabilizzazione<br />

Articolare: con combinazione di bende estensibili e inestensibili; ha il<br />

compito di potenziare la funzione di contenzione di legamenti<br />

ipovalidi, insufficienti o comunque vulnerabili sotto lo stress del<br />

carico sportivo. La stabilità attiva è condizionata dall‟esigenza tecnica<br />

di preservare il movimento fisiologico e quindi di mantenere attiva la<br />

propriocettività. La tecnica prevede il posizionamento di nastri<br />

54


stabilizzanti lungo gli assi neutri delle articolazioni da proteggere con<br />

conseguente minor uso di materiale.<br />

- Compressione<br />

Articolare e muscolare realizzata con bende estensibili; ha il compito<br />

di esercitare un‟azione pressoria che si oppone in termini fisici alla<br />

formazione di eventuali versamenti articolari o di ematomi muscolari.<br />

Le funzioni generiche sono di supporto psicologico e antalgico-<br />

antiflogistica. (25)<br />

Supporto psicologico<br />

L‟atleta protetto dal bendaggio ritrova più rapidamente quel senso di<br />

sicurezza indispensabile per una maggiore vigilanza soggettiva ed un<br />

migliore rendimento atletico. (25)<br />

Antalgico - antiflogistica<br />

Legata al relativo riposo funzionale prodotto dal bendaggio sulla<br />

struttura lesa. Viene molto apprezzata dall‟atleta e dal tecnico poiché<br />

favorisce un rapido reinserimento dell‟atleta nell‟attività sportiva. (25)<br />

TECNICA<br />

Lo studio e lo sviluppo del bendaggio funzionale hanno permesso di<br />

codificare alcuni principi basilari che devono essere sempre tenuti<br />

presenti dai cultori della materia per evitare di incorrere in errori di<br />

indicazione che potrebbero essere altamente dannosi. E‟ opportuno<br />

55


pertanto:<br />

- fare una diagnosi utilizzando tutti i supporti clinici e strumentali<br />

necessari<br />

- analizzare la fisiopatologia del movimento traumatico<br />

- conoscere le tecniche di applicazione del taping (a palizzata,<br />

intrecciato, a farfalla, a ventaglio, ecc.) e la loro funzione<br />

- scegliere i materiali le cui proprietà strutturali risultino le più efficaci<br />

per le finalità previste dal bendaggio<br />

- evitare che il bendaggio rimanga oltre i dieci giorni per non creare<br />

fenomeni irritativi cutanei<br />

- preparare adeguatamente la cute con la depilazione e migliorare<br />

l‟adesività con l‟uso di sostanze sgrassanti e benzoino. (26)<br />

MATERIALI<br />

Un bendaggio funzionale eseguito correttamente richiede l‟uso di<br />

materiali combinati e utilizzati in modo diversificato:<br />

- bende adesive estensibili o distensibili<br />

- bende adesive inestensibili (cerotto da taping)<br />

- compresse di gomma schiuma di diverse forme e dimensioni<br />

- salvapelle il cui uso è però riservato solo a quei rari casi in cui è<br />

accertata un‟intolleranza cutanea da contatto o da allergia ai materiali<br />

adesivi o ai tessuti che compongono la trama di base delle bende<br />

- maglia tubulare distensibile di rifinitura. (27)<br />

56


Le bende adesive sono il materiale di base che costituisce il supporto<br />

fondamentale di ogni bendaggio e le loro proprietà sono legate al<br />

tessuto di supporto ed al materiale adesivo (a base di lattice o acrilica)<br />

che devono avere caratteristiche ben precise. (27)<br />

Il tessuto deve essere:<br />

- poroso per permettere la traspirazione cutanea al fine di evitare<br />

ristagni di sudore che potrebbero diminuire la tenuta del bendaggio<br />

- resistente per poter assorbire in modo soddisfacente le sollecitazioni<br />

patomeccaniche che si scaricano su di esso<br />

- di facile rottura (cerotto da taping) per permettere all‟operatore di<br />

romperlo con estrema facilità nella fase di confezione del bendaggio.<br />

Il materiale adesivo deve essere:<br />

- ipoallergenico per evitare reazioni cutanee locali che possono<br />

controindicare l‟uso di tale metodica e per la traspirazione cutanea<br />

- con buona adesività in quanto lo stretto rapporto fra cute e benda è<br />

fondamentale per la validità e la tenuta del bendaggio nel tempo. A<br />

questo proposito è bene ricordare che la cute deve essere<br />

adeguatamente preparata con accurata depilazione ed impacco con<br />

etere o sostanze simili per sgrassare e ripulire la cute stessa da<br />

eventuali residui inerti, a beneficio della tenuta del bendaggio; la<br />

benda adesiva deve inoltre essere di facile ed uniforme srotolamento<br />

per evitare tensioni involontarie nella confezione dell‟impianto di<br />

contenzione. (28)<br />

57


Le bende distensibili sono principalmente utilizzate per la loro<br />

proprietà compressiva, anche se limitatamente possono svolgere una<br />

funzione di scarico e di stabilizzazione.<br />

Le bende inestensibili hanno una peculiare funzione di sostegno, di<br />

stabilizzazione e di scarico.<br />

Il bendaggio funzionale nasce da una differente combinazione di due<br />

tipi di bende e la prevalenza di un tipo sull‟altro è in rapporto alla<br />

funzione che il bendaggio deve espletare dando priorità alla<br />

componente inestensibile se si vuole privilegiare la contrazione e la<br />

tenuta.<br />

Le compresse in gomma schiuma hanno utilizzo limitato a quei casi in<br />

cui può essere necessario rendere più efficace un‟azione compressiva<br />

locale ( lesioni muscolari acute), un‟azione di sostento (ad esempio,<br />

volta longitudinale o trasversa anteriore del piede), un‟azione di<br />

scarico (ad es. per sollevare l‟appoggio calcaneare).<br />

La maglia tubulare ha un uso facoltativo di rifinitura estetica e di<br />

maggiore stabilità dell‟impianto. (28)<br />

58


Si utilizza una benda elastica da 8 cm con partenza alla base del piede e si effettua un<br />

bendaggio a 8 base eventualmente con staffe contro laterali in TAPE o cerotto anelastico<br />

La prima staffa in TAPE viene applicata passando sotto al calcagno e sormontando<br />

successivamente i malleoli. Dopo aver fissato il lato mediale si eserciterà una forte<br />

trazione. (28)<br />

59


INDICAZIONI<br />

Le indicazioni all‟uso del bendaggio funzionale sono molteplici e si<br />

diversificano in base alla loro tipologia:<br />

- nella prevenzione: si usa in alternativa al “taping americano” e ha<br />

un‟ampia applicazione; in esso deve prevalere la componente<br />

distensibile in quanto deve essere il più dinamico possibile per potersi<br />

conciliare nel modo migliore con le necessità del “gesto atletico”. Il<br />

bendaggio preventivo non deve mai essere usato su distretti articolari<br />

“sani” dal punto di vista morfologico, statico e dinamico.<br />

- nel trattamento: si usa come presidio integrativo ma non sostitutivo<br />

dell‟apparecchio gessato; in esso sarà prevalente la componente<br />

inestensibile in quanto si deve ottenere una contenzione più rigida ed<br />

una maggiore tenuta. (28)<br />

La staffa verrà fissata in alto posteriormente, per non creare ostacolo alla circolazione e<br />

verrà centrata sui malleoli con trazione verso l‟alto. La trazione sarà applicata contro<br />

lateralmente alla lesione.<br />

60


La seconda staffa si applica col passaggio a „8‟. Si parte dal terzo distale di gamba,<br />

posteriormente e si fissa, rispettivamente, sul 4° e sul 1°metatarsale.<br />

61


CAPITOLO SESTO<br />

L’EVIDENCE<br />

6.1. L’IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA<br />

SULL’EVIDENCE<br />

La fisioterapia, come qualsiasi disciplina in ambito scientifico, deve<br />

scostarsi dalla visione della pratica professionale come applicazione<br />

della “razionalità tecnica”, un modello impregnato di Positivismo che<br />

vede la pratica come rigorosa applicazione di teorie generali e<br />

tecniche a base scientifica. In questo modo la pratica perde<br />

importanza, risultando, gerarchicamente subordinata alla teoria<br />

scientifica. (18)<br />

Le continue scoperte in ambito scientifico rendono rapidamente<br />

obsolete le pratiche e le procedure, inoltre, la grande variabilità degli<br />

scenari clinici rende difficile ricondurre a principi e regole generali<br />

ogni singola pratica professionale. Questi fattori hanno posto in rilievo<br />

la necessità di sovvertire l‟ordine di relazione tra teoria e pratica.<br />

Sulla scia di questo pensiero è nata l‟EBM (Evidence-Based<br />

Medicine), un movimento culturale che ha come fine quello che ogni<br />

operatore possa fornire al paziente la migliore assistenza, tramite<br />

l‟unione delle proprie conoscenze e della propria esperienza clinica,<br />

integrate con le ultime evidenze scientifiche presenti in letteratura.<br />

L‟agire sulla base dell‟evidence permette di costruire un modello di<br />

operatività condivisa fra tanti, riconducendosi a una generalizzazione<br />

62


non statica (cioè basata su applicazione di principi esterni all‟agire),<br />

ma derivata dall‟efficacia della pratica documentata rigorosamente.<br />

Questa nuovo approccio metodologico volto a orientare la pratica<br />

lavorativa porta il professionista a dover effettuare una costante<br />

formazione professionale (Dlgs 229/99) ed una continua ricerca di<br />

evidenze in letteratura, per rimanere sempre aggiornato con le prassi e<br />

colmare i gap nelle conoscenze. Fine ultimo di ciò è avere l‟uniformità<br />

e la flessibilità nelle buone pratiche cliniche, nei sistemi di misura e<br />

poter disporre di un vocabolario condiviso dagli operatori che<br />

dovranno lavorare insieme e confrontarsi.<br />

Per portare nella pratica clinica le evidenze scientifiche in merito<br />

all‟efficacia di un determinato trattamento, si attua un processo che<br />

partendo dalla ricerca bibliografica, porta attraverso varie fasi alla<br />

compilazione di linee guida e, infine, a protocolli operativi.<br />

Le linee guida sono “raccomandazioni di comportamento clinico,<br />

prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere<br />

operatori sanitari e pazienti nel decidere quali siano le modalità di<br />

assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche” (Institute<br />

of Medicine 1992). Nell‟usarle l‟operatore dovrà tenere presente il<br />

grado di raccomandazione indicato, e coniugare in ogni caso l‟EBP<br />

alla propria esperienza professionale.<br />

Infine il protocollo di lavoro del professionista si configura come<br />

insieme di procedure sistematizzate che trovano appoggio anche nelle<br />

evidenze ricavate dalla letteratura e che guidano la pratica.<br />

63


6.2. CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE<br />

Le evidence sono dei risultati ottenuti tramite studi condotti nei vari<br />

campi biomedici, e rappresentano la prova che un determinato atto o<br />

pratica terapeutica possa indurre o meno, un cambiamento positivo, o<br />

negativo, dopo la sua applicazione.<br />

Per essere pubblicato, il risultato di uno studio deve essere raccolto in<br />

un articolo e deve seguire un processo editoriale standard, al fine di<br />

garantire al lettore l‟affidabilità di quanto è stato pubblicato. In genere<br />

gli autori inviano le proprie produzioni al direttore scientifico (Chief<br />

Editor) e al vice-direttore (Assistant Editor), che le inviano a due<br />

componenti di un comitato editoriale che ne operano una prima<br />

selezione. Qualora ci fosse discordanza di opinioni tra i due revisori, il<br />

direttore può inviarlo ad un terzo arbitro per la revisione o effettuarla<br />

lui stesso.<br />

Le riviste scientifiche internazionali rappresentano il più autorevole e<br />

attendibile servizio di divulgazione per l‟aggiornamento professionale.<br />

Non tutte le riviste godono dello stesso valore scientifico; in genere si<br />

consiglia di scegliere quelle dotate di “peer review”, cioè quelle<br />

revisionata da un gruppo di professionisti della specifica area di cui<br />

parla l‟articolo, o più semplicemente di leggere le riviste indicizzate,<br />

ovvero inserite nelle banche dati internazionali.<br />

Le banche dati sono uno strumento efficace, sicuro e veloce di<br />

selezione, raccolta e catalogazione dei dati bibliografici. All‟interno si<br />

trovano gli abstracts e i dati bibliografici degli articoli scientifici<br />

pubblicati su riviste dotate di “peer review”. Le banche dati sono<br />

64


diverse tra loro, alcune sono gratuite (Medline), altre a pagamento<br />

(Current Contents), altre contengono solo revisioni sistematiche<br />

(Cochrane), e altre sono specifiche per alcuni rami biomedici<br />

(PEDro). Tra le varie banche dati sicuramente la più importante in<br />

campo biomedico è la National Library of Medicine, che seleziona<br />

periodicamente il materiale da censire, lo elabora e lo commercializza<br />

tramite i volumi dell‟Index Medicus ed il corrispondente database<br />

Medline.<br />

Per essere pubblicati in una rivista, gli articoli inviati dagli autori<br />

devono essere strutturati come una delle tipologie previste, per la<br />

necessità di standardizzare e ordinare la trattazione degli argomenti, in<br />

modo da semplificare la comprensione e la ricerca del lettore.<br />

Tra le varie tipologie troviamo:<br />

o Rassegna: è una revisione della letteratura riguardo ad uno<br />

specifico argomento, e rappresenta lo stato attuale delle<br />

conoscenze. In genere molto utile per il lettore perché trova in<br />

un solo articolo un‟esauriente ed aggiornata trattazione.<br />

o Articolo originale: è uno studio sperimentale che ha come<br />

scopo quello di verificare gli effetti di un particolare<br />

trattamento. Deve essere obbligatoriamente impostato in<br />

sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione,<br />

bibliografia.<br />

o Caso clinico: è la descrizione di un singolo caso<br />

particolarmente interessante, deve essere strutturato come<br />

l‟articolo originale.<br />

o Nota tecnica: è una breve ma dettagliata descrizione di<br />

particolari accorgimenti, modifiche ad apparecchiature,<br />

65


innovazioni e idee che l‟autore vuole portare all‟attenzione dei<br />

colleghi.<br />

o Editoriale: è un commento su temi attuali in genere a cura<br />

della Direzione.<br />

o Lettera al direttore: contiene critiche ed osservazioni di articoli<br />

precedentemente pubblicati, viene inviata direttamente<br />

all‟autore dell‟articolo, che può a sua volta rispondere.<br />

Un altro metodo per la catalogazione degli studi scientifici è<br />

distinguere tra studi sperimentali, quando c‟è la manipolazione della<br />

realtà e l‟osservazione degli effetti prodotti, e studi osservazionali,<br />

dove vengono solo osservate le variazioni.<br />

Gli studi sperimentali servono per analizzare gli effetti di un<br />

intervento su un gruppo di pazienti, e possono essere: controllati,<br />

randomizzati, a singolo, doppio o triplo cieco, placebo e cross-over.<br />

Gli studi osservazionali, sono i classici studi epidemiologici, e<br />

possono essere: descrittivi o analitici, prospettici o retrospettivi,<br />

trasversali, di coorte, caso-controllo.<br />

In aggiunta in riabilitazione, diversamente da quanto accade nelle altre<br />

branche della medicina, è difficile trovare un campione ampio ed<br />

omogeneo. Per questo motivo, spesso, gli esperimenti vengono fatti su<br />

un unico gruppo di pazienti, che vengono sottoposti preventivamente a<br />

varie misurazioni per dimostrare la stabilità o cronicità del loro stato<br />

clinico. Questo tipo di studio è definito semi-sperimentale,<br />

caratterizzato cioè dall‟assenza di un gruppo di controllo e dalla<br />

presenza di misurazioni ripetute prima dell‟inizio dell‟esperimento.<br />

66


Infine spesso si trovano dei Pilot Study, ovvero degli studi pilota che<br />

vengono fatti quando si ha una casistica ridotta per poter fare un<br />

articolo originale; in genere a fine articolo si trova un invito a svolgere<br />

lo stesso studio con una casistica più ampia.<br />

Risulta evidente che, vista la varietà di tipologia delle pubblicazioni,<br />

non tutte avranno lo stesso valore scientifico. Per una classificazione<br />

omogenea, sono state create delle tabelle che ci aiutano a ricollegare<br />

ogni articolo a un livello di evidenza.<br />

Di seguito inserisco i tipi di classificazione adottati da autorevoli<br />

associazioni internazionali.<br />

TABELLA 1: livelli di evidenza 19<br />

Scottish<br />

Intercollegiate<br />

Guidelines Network.<br />

Methodology Review<br />

Group<br />

www.sign.ac.uk<br />

Livelli di evidenza<br />

Studi di riferimento<br />

1++<br />

- Metanalisi di alta<br />

qualità<br />

- Revisione sistematica<br />

di RCT<br />

- RCT con bassissima<br />

probabilità di bias<br />

Institute for clinical<br />

system improvement<br />

www.icsi.org<br />

Livelli di evidenza<br />

Studi di riferimento<br />

M<br />

- Metanalisi<br />

- Revisione<br />

sistematica<br />

- Analisi decisionale<br />

- Analisi di costeffectiveness<br />

National Institute for<br />

Clinical Excellence<br />

http://www.nice.org.uk<br />

Livelli di evidenza<br />

(per studi di terapia)<br />

Studi di riferimento<br />

I<br />

- Revisione sistematica di<br />

RCT<br />

67


Scottish<br />

Intercollegiate<br />

Guidelines Network.<br />

Methodology Review<br />

Group<br />

www.sign.ac.uk<br />

1+<br />

- Metanalisi ben<br />

condotta<br />

- Revisione sistematica<br />

di RCT<br />

- RCT con bassa<br />

probabilità di bias<br />

1-<br />

- Metanalisi<br />

- Revisione sistematica<br />

di RCT<br />

- RCT con alta<br />

probabilità di bias<br />

2++<br />

- Revisione sistematica<br />

di studi caso-controllo<br />

o di coorte<br />

- Studi caso-controllo<br />

o di coorte di alta<br />

qualità con bassissima<br />

probabilità di bias o<br />

fattori confondenti e<br />

alta probabilità di<br />

relazione casuale<br />

2+<br />

- Studi ben condotti<br />

caso-controllo o di<br />

coorte con basso<br />

rischio di fattori<br />

confondenti e bias e<br />

moderata probabilità di<br />

relazione casuale<br />

2-<br />

- Studi caso-controllo<br />

o di coorte con alto<br />

rischio di fattori<br />

confondenti e bias con<br />

Institute for clinical<br />

system improvement<br />

www.icsi.org<br />

A<br />

- RCT<br />

B<br />

- Studio di coorte<br />

C<br />

- Trial non<br />

randomizzato<br />

controllato (anche con<br />

controllo storico)<br />

- Caso controllo<br />

- Studio di sensibilità<br />

e specificità di test<br />

diagnostico<br />

- Studio descrittivo di<br />

popolazione<br />

D<br />

- Studio crosssectional<br />

- Serie di casi<br />

- Case report<br />

R<br />

- Decisione basata sul<br />

consenso<br />

- Revisione narrativa<br />

National Institute for<br />

Clinical Excellence<br />

http://www.nice.org.uk<br />

II<br />

- RCT<br />

III<br />

- Revisione sistematica di<br />

non-RCT<br />

IV<br />

- Studi quasi -<br />

sperimentali (studi<br />

sperimentali con<br />

randomizzazione non<br />

casuale)<br />

V<br />

- Studi osservazionali<br />

controllati:<br />

Coorte<br />

Caso-controllo<br />

VI<br />

- Studio osservazionale<br />

senza controllo<br />

68


ischio significativo di<br />

relazione non casuale<br />

3<br />

- Studi non analitici,<br />

serie di casi o case<br />

report<br />

4<br />

- Opinione di esperti<br />

X<br />

- Opinione di esperti<br />

TABELLA 1 (continua): livelli di evidenza 19<br />

VII<br />

- Opinione di esperti<br />

Individuato il livello di ogni evidenza raccolta, si passa a catalogare<br />

l‟intervento rispetto ad un grado di raccomandazione.<br />

TABELLA 2: gradi di raccomandazione 19<br />

Scottish<br />

Intercollegiate<br />

Guidelines Network.<br />

Methodology Review<br />

Group<br />

www.sign.ac.uk<br />

Gradi di<br />

raccomandazione<br />

A<br />

- Almeno una<br />

metanalisi, revisione<br />

sistematica o un RCT<br />

con livello di evidenza<br />

almeno 1++,<br />

direttamente<br />

applicabile alla<br />

popolazione di<br />

riferimento<br />

- Almeno una<br />

revisione sistematica<br />

di RCT o evidenze di<br />

livello 1+ direttamente<br />

applicabile alla<br />

popolazione di<br />

riferimento e<br />

dimostranti una<br />

complessiva<br />

consistenza dei<br />

Institute for clinical<br />

system improvement<br />

www.icsi.org<br />

Gradi di<br />

raccomandazione<br />

I<br />

- Evidenze consistenti<br />

in risultati derivanti da<br />

studi con disegno forte<br />

per rispondere al<br />

quesito considerato. I<br />

risultati sono sia<br />

clinicamente<br />

importanti sia<br />

consistenti con poche<br />

eccezioni. Non<br />

esistono dubbi che i<br />

risultati siano<br />

generalizzabili o<br />

presentino bias o limiti<br />

nel disegno della<br />

ricerca. Gli studi con<br />

risultato negativo<br />

hanno un campione<br />

sufficientemente largo<br />

National Institute for<br />

Clinical Excellence<br />

http://www.nice.org.uk<br />

Gradi di<br />

raccomandazione<br />

I<br />

- Intervento con evidenze<br />

che ne dimostrano<br />

l‟efficacia<br />

- Generale accordo circa<br />

l‟utilità e l‟efficacia<br />

dell‟intervento<br />

69


isultati da consentire<br />

un‟adeguata potenza<br />

B<br />

- Presenza di studi con<br />

livello di evidenza 2++<br />

direttamente<br />

applicabile alla<br />

popolazione di<br />

riferimento e<br />

dimostranti una<br />

complessiva<br />

consistenza dei<br />

risultati<br />

- Presenza di studi con<br />

livello 1++ o 1+<br />

C<br />

- Studi con livello di<br />

evidenza 2+<br />

direttamente<br />

applicabile alla<br />

popolazione di<br />

riferimento e<br />

dimostranti una<br />

complessiva<br />

consistenza dei<br />

risultati<br />

- Studi con livello di<br />

evidenza 2++<br />

statistica<br />

II<br />

- Evidenze consistenti<br />

in risultati derivanti da<br />

studi con disegno forte<br />

per rispondere al<br />

quesito considerato,<br />

ma con dubbi sulle<br />

conclusioni perché i<br />

risultati di diversi studi<br />

risultano inconsistenti<br />

o perché ci sono dubbi<br />

minori circa la<br />

generalizzabilità e la<br />

presenza di bias nel<br />

disegno della ricerca o<br />

nell‟adeguatezza del<br />

campione. In<br />

alternativa le evidenze<br />

derivano solamente da<br />

risultati di studio con<br />

disegno debole per<br />

rispondere al quesito<br />

considerato ma con<br />

risultati confermati in<br />

studi differenti che<br />

risultano consistenti<br />

con poche eccezioni<br />

III<br />

- Evidenze consistenti<br />

in risultati derivanti da<br />

studi con disegno forte<br />

per rispondere al<br />

quesito considerato,<br />

ma c‟è una sostanziale<br />

incertezza circa le<br />

conclusioni per<br />

l‟inconsistenza dei<br />

risultati fra gli studi o<br />

perché esistono seri<br />

dubbi circa la<br />

IIa<br />

- Intervento con evidenze<br />

conflittuali o opinioni<br />

divergenti circa la sua<br />

utilità e l‟efficacia: peso<br />

delle evidenze o delle<br />

opinioni comunque a<br />

favore dell‟utilità e<br />

dell‟efficacia<br />

IIb<br />

- Intervento con evidenze<br />

conflittuali o opinioni<br />

divergenti circa la sua<br />

utilità e l‟efficacia: peso<br />

delle evidenze o delle<br />

opinioni meno ben<br />

stabilite<br />

70


D<br />

- Studi con livello di<br />

evidenza 3 o 4<br />

- Studi con livello di<br />

evidenza 2+<br />

generalizzabilità,<br />

presenza di bias nel<br />

disegno della ricerca e<br />

nell‟adeguatezza delle<br />

dimensioni<br />

campionarie. In<br />

alternativa le evidenze<br />

consistono solamente<br />

in risultati di un<br />

limitato numero di<br />

studi con disegno<br />

debole per rispondere<br />

al quesito considerato<br />

Grado non<br />

assegnabile<br />

- Non ci sono evidenza<br />

che supportano<br />

direttamente o<br />

respingono le<br />

conclusioni<br />

TABELLA 2 (continua): gradi di raccomandazione 19<br />

III<br />

- Intervento con evidenze<br />

o opinioni generali che<br />

dimostrano la sua NON<br />

utilità e in alcuni casi la<br />

sua pericolosità<br />

71


LA RICERCA IN LETTERATURA<br />

6.3. METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA<br />

Per fare una buona ricerca in letteratura bisogna seguire un<br />

procedimento standard: formulare il quesito, trovare i termini,<br />

combinare i termini tra loro.<br />

1. formulare il quesito: è uno step importante, con l‟elaborazione<br />

di un‟unica domanda, bisogna chiarire bene il problema su cui<br />

vogliamo avere una risposta; deve essere una breve frase, ma<br />

contenere allo stesso tempo tutte gli indizi fondamentali. I<br />

quesiti possono essere di background quando il ricercatore ha<br />

scarse o nulle conoscenze sull‟argomento, o di foreground, cioè<br />

quesiti molto specifici in genere espressi da un esperto. Per<br />

formulare la domanda in maniera precisa si può utilizzare il<br />

metodo PICO: Patient (tipologia del paziente o del problema),<br />

Intervention (una causa, un fattore prognostico, un trattamento),<br />

Comparison (un eventuale Intervento di controllo), Outcome<br />

(l‟esito che si vorrebbe ottenere o evitare con l‟intervento).<br />

2. trovare i termini: dobbiamo cioè capire quali sono le parole<br />

chiave da utilizzare nella ricerca. Trovati questi termini li<br />

possiamo utilizzare sia come parole libere nel testo, sia come<br />

termini indicizzati. L‟indicizzazione è un‟operazione svolta da<br />

esperti che attribuiscono ad ogni articolo una serie di parole<br />

chiave che ne descrivono il contenuto. Le Key Word sono<br />

72


contenute nel Medical Subject Heandings (MeSH) Thesaurus,<br />

un vocabolario controllato e aggiornato annualmente.<br />

3. combinare i termini tra loro: questa operazione viene eseguita<br />

con l‟aiuto degli operatori Booleani AND, OR, NOT. Con AND<br />

vengono selezionati tutti gli articoli che contengono tutti i<br />

termini, con OR quelli che contengono almeno uno dei termini,<br />

con NOT si escludono gli articoli che contengono termini<br />

indesiderati.<br />

Al termine di questa procedura, si otterrà un elenco degli abstract<br />

degli articoli. Se questi risultano numericamente eccessivi si può<br />

effettuare una nuova ricerca con dei limiti in più, o utilizzando termini<br />

MeSH più specifici, o utilizzando i Major Topics (trova solamente gli<br />

articoli che contengono la parola chiave come principale), o<br />

utilizzando i limiti per tipologia, periodo di pubblicazione, lingua.<br />

73


MATERIALE E METODI<br />

6.4. CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA<br />

BIBLIOGRAFICA<br />

La ricerca è stata effettuata tramite letteratura indicizzata nelle banche<br />

dati di Medline, Cochrane, Pedro, e mediante letteratura non<br />

indicizzata e inoltre tramite appositi “hand searching”.<br />

Le banche dati che mi hanno fornito maggiori elementi sono state<br />

Medline e Pedro, sia per la facile accessibilità e gratuità di entrambe,<br />

sia per lo specifico indirizzo fisioterapico di Pedro.<br />

Su Pedro, ho svolto una ricerca con la modalità “Simple Search” ,<br />

utilizzando come Key Word “tape ankle sport”, sono stati trovati 20<br />

articoli, tra cui ne sono stati selezionati 2.<br />

Su Medline ho svolto la mia indagine attraverso due ricerche tramite<br />

parole libere. Per la prima ricerca sono entrata nella Home di Pubmed<br />

e ho digitato le mie parole chiave:<br />

1) “ankle sprain tape” ottenendo 56 articoli e selezionando solo 8<br />

articoli, quelli che più si avvicinavano alla mia ricerca.<br />

2) “ankle tape after sprain” ho ottenuto come risultato 20 articoli,<br />

di cui ne ho selezionati 5 inerenti al mio studio.<br />

3) “ankle sprain tape chronic” ho ottenuto 10 articoli e ne ho<br />

selezionati 9.<br />

74


RISULTATI<br />

Di seguito, nella tabella 3, sono sintetizzati i dati degli articoli.<br />

Autori Anno Obiettivo Approccio Pz Outcame:<br />

misure e<br />

Karlsson J,<br />

Andreasson<br />

GO<br />

Karlsson J,<br />

Swärd L,<br />

Andréasson<br />

GO<br />

Robbins S,<br />

Waked E,<br />

Rappel R<br />

Leanderson<br />

J,<br />

Ekstam S,<br />

Salomonsso<br />

n C<br />

Verbrugge<br />

JD<br />

Manfroy PP,<br />

Ashton-<br />

1992 Esaminare<br />

l'effetto<br />

del taping<br />

sulla<br />

stabilità<br />

articolare<br />

della<br />

caviglia<br />

1993 Valutare<br />

l'effetto del<br />

nastro<br />

adesivo<br />

sulla<br />

stabilità<br />

della<br />

caviglia<br />

1995 Valutare se<br />

il taping<br />

alla<br />

caviglia<br />

migliora la<br />

propriocezi<br />

one<br />

1996 Valutare<br />

l'effetto del<br />

taping sulle<br />

oscillazioni<br />

posturali<br />

1996 Confrontar<br />

e il rinforzo<br />

semirigido<br />

Air-Stirrup<br />

e il taping<br />

1997 L'effetto<br />

dell‟eserciz<br />

io e del<br />

Training con<br />

segnale<br />

elettromiogra<br />

fico<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Studio di<br />

coorte<br />

Trattamento<br />

con<br />

stabilometria<br />

Programma di<br />

esercizi<br />

Programma di<br />

esercizi<br />

20<br />

pz<br />

9<br />

pz<br />

26<br />

pz<br />

20<br />

pz<br />

tempi<br />

Rom in<br />

pronazione,<br />

supinazione,<br />

plantaflessione<br />

e<br />

dorsiflessione<br />

Analisi delle<br />

oscillazioni<br />

pre e post<br />

trattamento<br />

Uno sprint di<br />

quasi 40 metri,<br />

e un salto in<br />

verticale<br />

Carico<br />

monopodalico<br />

con e senza<br />

Risultati<br />

Con il taping, il<br />

tempo di<br />

reazione è stato<br />

significativamen<br />

te ridotto<br />

Maggiore stabilità<br />

meccanica,<br />

diminuzione del<br />

range di<br />

movimento della<br />

caviglia e<br />

miglioramento<br />

della funzione<br />

propriocettiva dei<br />

legamenti<br />

Migliora la<br />

propriocezione,<br />

prima e dopo<br />

l'esercizio.<br />

L'effetto<br />

profilattico del<br />

taping è più<br />

importante<br />

durante la prima<br />

parte di una<br />

sessione di pratica<br />

o di gioco.<br />

I soggetti erano<br />

più a loro agio<br />

con una procedura<br />

standard di taping<br />

alla caviglia<br />

L'uso del taping<br />

migliora la<br />

resistenza<br />

75


Miller JA,<br />

Wojtys EM<br />

Callaghan<br />

MJ.<br />

Vaes P,<br />

Duquet W,<br />

Handelberg<br />

F, Casteleyn<br />

PP, Van<br />

Tiggelen R,<br />

Opdecam P<br />

Lynch SA,<br />

Renström<br />

PA<br />

Thacker SB,<br />

Stroup DF,<br />

Branche<br />

CM,<br />

Gilchrist J,<br />

Goodman<br />

RA,<br />

Weitman<br />

EA<br />

Cordova<br />

ML,<br />

Ingersoll<br />

CD,<br />

LeBlanc MJ<br />

taping sulla<br />

massima<br />

resistenza<br />

della<br />

caviglia in<br />

inversione<br />

1997 Valutare il<br />

ruolo del<br />

taping alla<br />

caviglia e il<br />

rinforzo<br />

nell'atleta<br />

1998 Valutare<br />

l'influenza<br />

di<br />

cavigliere<br />

su una<br />

mobilità<br />

articolare<br />

patologica<br />

1999 Confrontar<br />

e il<br />

trattamento<br />

conservativ<br />

o con il<br />

chirurgico<br />

1999 Valutare<br />

l'efficacia<br />

di vari<br />

approcci<br />

per la<br />

prevenzion<br />

e delle<br />

distorsioni<br />

di caviglia<br />

negli atleti<br />

2000 Valutare<br />

gli effetti<br />

sulla<br />

motilità<br />

articolare<br />

dei diversi<br />

tipi di<br />

supporto<br />

alla<br />

caviglia<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Training 220<br />

pz<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

253<br />

pz<br />

taping massima in<br />

inversione di oltre<br />

il 10%<br />

EMG<br />

senza supporto<br />

e con<br />

bendaggio<br />

Rom in<br />

inversione,<br />

eversione,<br />

dorsiflessione<br />

e flessione<br />

plantare<br />

L‟uso del taping<br />

aumenta la<br />

propriocezione, la<br />

stabilità<br />

meccanica e<br />

funzionale<br />

Questi supporti<br />

sono efficaci per<br />

la protezione<br />

durante il<br />

trattamento<br />

funzionale<br />

Il trattamento<br />

funzionale<br />

precoce fornisce il<br />

più veloce<br />

recupero della<br />

mobilità della<br />

caviglia<br />

Gli atleti che<br />

soffrono di una<br />

distorsione<br />

moderata o grave<br />

devono indossare<br />

un‟ortesi adeguata<br />

per almeno 6 mesi<br />

Limitazione di<br />

movimento sul<br />

piano frontale è<br />

stata offerta dal<br />

supporto<br />

semirigido,<br />

mentre il taping<br />

ha offerto di più il<br />

supporto per<br />

limitare il<br />

76


Verhagen<br />

EA, van<br />

Mechelen<br />

W, de Vente<br />

W<br />

Matsusaka<br />

N,<br />

Yokoyama<br />

S, Tsurusaki<br />

T, Inokuchi<br />

S, Okita M<br />

Arnold BL,<br />

Docherty<br />

CL<br />

Forestier N,<br />

Toschi P<br />

Marshall<br />

SW,<br />

Covassin T,<br />

Dick R,<br />

Nassar LG,<br />

Agel J<br />

2000 Valutare<br />

l'efficacia<br />

delle<br />

misure di<br />

prevenzion<br />

e<br />

2001 Valutare<br />

l‟efficacia<br />

dell‟allena<br />

mento sul<br />

disco alla<br />

caviglia,<br />

combinata<br />

con la<br />

stimolazion<br />

e tattile<br />

2004 Valutare le<br />

nuove<br />

proposte<br />

sul rinforzo<br />

e sulla<br />

riabilitazio<br />

ne<br />

2005 Valutare<br />

gli effetti di<br />

un<br />

dispositivo<br />

sull‟attività<br />

muscolare<br />

durante il<br />

cammino<br />

2007 Esaminare<br />

i dati degli<br />

infortuni e<br />

individuare<br />

potenziali<br />

prevenzioni<br />

degli<br />

infortuni.<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Sessioni di<br />

formazione<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Training<br />

motorio<br />

Revisione<br />

della leteratura<br />

22<br />

pz<br />

9<br />

pz<br />

1550<br />

pz<br />

10 minuti al<br />

giorno, cinque<br />

volte alla<br />

settimana, per<br />

un periodo di<br />

10 settimane<br />

EMG dei<br />

muscoli<br />

durante la<br />

stabilizzazione<br />

in inversione<br />

movimento di<br />

flessione dorsale<br />

L'uso del taping o<br />

del sostegno<br />

riduce l'incidenza<br />

di distorsioni<br />

della caviglia<br />

La correzione<br />

delle oscillazioni<br />

posturali è dovuta<br />

ad un maggiore<br />

utilizzo dei<br />

recettori afferenti<br />

della pelle,<br />

stimolati dalla<br />

trazione del<br />

taping adesivo<br />

La correzione e la<br />

riabilitazione<br />

precoce sono<br />

importanti per<br />

prevenire i<br />

sintomi residui<br />

alla caviglia<br />

I risultati<br />

suggeriscono che<br />

il dispositivo di<br />

destabilizzazione<br />

della caviglia può<br />

essere utile per<br />

programmi di<br />

riabilitazione<br />

A soggetti con<br />

una precedente<br />

distorsione della<br />

caviglia si<br />

consiglia di<br />

portare un tutore<br />

o di fare uso del<br />

taping per<br />

diminuire il<br />

rischio di lesioni<br />

77


Refshauge<br />

KM,<br />

Raymond J,<br />

Kilbreath<br />

SL, Pengel<br />

L, Heijnen I<br />

Ozer D,<br />

Senbursa G,<br />

Baltaci G,<br />

Hayran M<br />

Dizon JM,<br />

Reyes JJ<br />

Hubbard TJ,<br />

Cordova M<br />

Seah R,<br />

Mani-Babu<br />

S<br />

2009 Valutare<br />

l'efficacia<br />

del taping<br />

sulla<br />

rilevazione<br />

dei<br />

movimenti<br />

in<br />

inversione-<br />

eversione<br />

2009 Valutare<br />

gli effetti<br />

del taping e<br />

del rinforzo<br />

preventivo<br />

nell‟equilib<br />

rio<br />

funzionale<br />

2010 Valutare<br />

l'efficacia<br />

dei<br />

supporti<br />

esterni alla<br />

caviglia<br />

nella<br />

prevenzion<br />

e delle<br />

distorsioni<br />

2010 Studiare<br />

l‟efficacia<br />

del taping<br />

alla<br />

caviglia<br />

sulla lassità<br />

meccanica<br />

in soggetti<br />

con CAI<br />

2010 Valutare<br />

quale sia la<br />

pratica<br />

migliore<br />

nelle<br />

distorsioni<br />

di caviglia<br />

Training 16<br />

pz<br />

Training 20<br />

pz<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

Training<br />

motorio<br />

Revisione<br />

della<br />

letteratura<br />

20<br />

pz<br />

Esperimento<br />

con test<br />

variabili<br />

indipendenti in<br />

3 prove<br />

ricorrenti<br />

Con il taping alla<br />

caviglia è<br />

diminuita la<br />

capacità di<br />

rilevare il<br />

movimento nel<br />

piano inversioneeversione<br />

Il rinforzo e il<br />

taping possono<br />

svolgere un ruolo<br />

importante nella<br />

prevenzione delle<br />

lesioni o nella<br />

riabilitazione<br />

della caviglia lesa<br />

Nessun tipo di<br />

supporto caviglia<br />

risultata essere<br />

superiore rispetto<br />

agli altri<br />

La lassità<br />

meccanica è<br />

notevolmente<br />

diminuita nei<br />

soggetti con CAI<br />

dopo<br />

l'applicazione del<br />

nastro<br />

Per le distorsioni<br />

della caviglia di<br />

grado lievemoderato,<br />

le<br />

opzioni di<br />

trattamento<br />

funzionale<br />

sono risultate<br />

statisticamente<br />

migliori di<br />

78


Delahunt E,<br />

McGrath A,<br />

Doran N,<br />

Coughlan<br />

GF<br />

2010 Verificare<br />

se due<br />

diversi<br />

meccanism<br />

i di taping<br />

possono<br />

migliorare<br />

la stabilità<br />

dinamica<br />

posturale<br />

in soggetti<br />

con<br />

instabilità<br />

cronica<br />

della<br />

caviglia<br />

Training<br />

motorio<br />

16<br />

pz<br />

Star Excursion<br />

Balance Test<br />

(Sebt) in 3<br />

diverse<br />

condizioni<br />

immobilizzazione<br />

Dopo<br />

l'applicazione del<br />

taping la<br />

percezione dei<br />

partecipanti di<br />

sicurezza, di<br />

stabilità e di<br />

rassicurazione è<br />

sensibilmente<br />

migliorata<br />

79


DISCUSSIONE DEI RISULTATI<br />

Le pubblicazioni prese in esame, sono state raggruppate in tre categorie, in base<br />

ai risultati ottenuti dallo studio effettuato sul campione:<br />

Efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo<br />

Prevenzione di lesioni recidive<br />

Miglioramento della propriocezione<br />

Risultato Articoli selezionati<br />

Efficacia sul controllo dell‟articolarità<br />

durante il trattamento riabilitativo<br />

12<br />

Prevenzione di lesioni recidive 7<br />

Miglioramento della propriocezione 5<br />

Tabella 4: numero articoli per ogni risultato<br />

In TABELLA 5 sono riportate le pubblicazioni che hanno dimostrato come<br />

risultato l‟efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento<br />

riabilitativo.<br />

Autori Tipologia<br />

articolo<br />

Karlsson J,<br />

Andreasson GO<br />

Leanderson J,<br />

Ekstam S,<br />

Salomonsson C<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Risultati Livello Evidence<br />

(National Institute<br />

for Clinical<br />

excellence)<br />

Raccomandazione<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Miglioramento<br />

percettivo<br />

IV IIa<br />

80


Verbrugge JD<br />

Manfroy PP,<br />

Ashton-Miller<br />

JA, Wojtys EM<br />

Vaes P, Duquet<br />

W, Handelberg<br />

F, Casteleyn PP,<br />

Van Tiggelen R,<br />

Opdecam P<br />

Lynch SA,<br />

Renström PA<br />

Cordova ML,<br />

Ingersoll CD,<br />

LeBlanc MJ<br />

Forestier N,<br />

Toschi P<br />

Refshauge KM,<br />

Raymond J,<br />

Kilbreath SL,<br />

Pengel L,<br />

Heijnen I.<br />

Seah R, Mani-<br />

Babu S<br />

Arnold BL,<br />

Docherty CL<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Revisione<br />

sistematica con<br />

metanalisi<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio<br />

osservazionale<br />

controllato<br />

Revisione<br />

sistematica con<br />

metanalisi<br />

Studio semisperimentale<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Utilità IV IIa<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Miglioramento I I<br />

Utilità IV IIa<br />

Diminuita<br />

capacità di<br />

rilevare<br />

movimento<br />

V IIb<br />

Miglioramento I I<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Callaghan MJ Revisione<br />

sistematica<br />

TABELLA 5: pubblicazioni sull‟efficacia dei supporti durante il trattamento funzionale<br />

Miglioramento I I<br />

Tutte le pubblicazioni hanno evidenziato l‟efficacia del taping sul controllo<br />

dell‟articolarità, risaltano anche le tre revisioni sistematiche di I livello di<br />

evidenza. Per la presenza di numerosi studi, anche se con disegni di<br />

strutturazione diversa, il grado di raccomandazione assegnato all‟efficacia del<br />

taping durante il trattamento riabilitativo nel controllo dell‟articolarità è<br />

81


identificabile nel livello I, poiché pur in presenza di evidenze di vario grado<br />

esiste un generale accordo sull‟efficacia.<br />

Oltre a quest‟analisi più generale è interessante approfondire meglio le<br />

pubblicazioni, in particolare gli articoli sostengono che:<br />

il taping limita gli estremi di movimento, soprattutto sul piano frontale<br />

(flessione dorsale), ed aiuta ad abbreviare il tempo di reazione,<br />

modificando la funzione propriocettiva (58)<br />

il taping fornisce un risultato positivo sulle oscillazioni posturali, e ha un<br />

effetto profilattico (42)<br />

migliora la prestazione atletica (52)<br />

aumenta del 10% la resistenza in inversione (50)<br />

i supporti rigidi sono efficaci per la protezione durante il trattamento<br />

funzionale (56)<br />

il trattamento funzionale precoce fornisce il più veloce recupero della<br />

mobilità della caviglia (55)<br />

il taping diminuisce la capacità di rilevare movimento in inversione-<br />

eversione (40)<br />

le ortesi semi-rigide e il rinforzo forniscono beneficio e supporto alla<br />

caviglia (53)<br />

il dispositivo di destabilizzazione della caviglia potrebbe essere utile per<br />

programmi di riabilitazione durante il training di cammino (54)<br />

il taping aumenta sia la stabilità meccanica sia la stabilità funzionale della<br />

caviglia (57)<br />

82


In TABELLA 6, invece, sono raggruppate le pubblicazioni che hanno<br />

dimostrato l‟efficacia del taping nella prevenzione di lesioni recidive.<br />

Autori Tipologia<br />

articolo<br />

Thacker SB,<br />

Stroup DF,<br />

Branche CM,<br />

Gilchrist J,<br />

Goodman RA,<br />

Weitman EA<br />

Verhagen EA,<br />

van Mechelen W,<br />

de Vente W<br />

Marshall SW,<br />

Covassin T, Dick<br />

R, Nassar LG,<br />

Agel J<br />

Ozer D, Senbursa<br />

G, Baltaci G,<br />

Hayran M<br />

Hubbard TJ,<br />

Cordova M<br />

Dizon JM, Reyes<br />

JJ<br />

Revisione<br />

sistematica con<br />

metanalisi<br />

Risultati Livello Evidence<br />

(National<br />

Institute for<br />

Clinical<br />

excellence)<br />

Raccomandazione<br />

Miglioramento I I<br />

Revisione critica Miglioramento I I<br />

Studio (coorte)<br />

osservazionale<br />

controllato<br />

Studio semisperimentale<br />

Utilità V IIa<br />

RTC Miglioramento II IIa<br />

Revisione<br />

sistematica con<br />

metanalisi<br />

IV<br />

Miglioramento I I<br />

Callaghan MJ Revisione<br />

sistematica<br />

TABELLA 6: pubblicazioni sull‟efficacia del taping nella prevenzione di recidive<br />

Miglioramento I I<br />

I risultati di questi studi sono incoraggianti, poiché, quattro dei sei studi presi in<br />

esame, sono revisioni sistematiche, con livello I di evidenza, e quindi con un<br />

elevato grado di raccomandazione.<br />

Quindi, in definitiva, può essere consigliabile l‟utilizzo del taping nella<br />

prevenzione di lesioni recidive.<br />

Gli articoli evidenziano che:<br />

è utile l‟uso del taping o di supporti rigidi per almeno 6 mesi dopo<br />

l‟evento distorsivo (49)<br />

83


c‟è una diminuzione significativa dell‟incidenza di distorsioni (47) (44)<br />

l‟uso del taping o del tutore è utile per diminuire le recidive (45) (57)<br />

il taping è utile nelle prestazioni di salto in verticale, nella prevenzione di<br />

recidive e migliora il coordinamento (43)<br />

il taping migliora la stabilità meccanica in soggetto con instabilità cronica<br />

di caviglia (39)<br />

Sotto, nella TABELLA 7, sono elencate le pubblicazioni che provano l‟efficacia<br />

del taping sul miglioramento della propriocezione.<br />

Autori Tipologia<br />

articolo<br />

Robbins S,<br />

Waked E, Rappel<br />

R<br />

Matsusaka N,<br />

Yokoyama S,<br />

Tsurusaki T,<br />

Inokuchi S, Okita<br />

M<br />

Delahunt E,<br />

McGrath A,<br />

Doran N,<br />

Coughlan GF<br />

Karlsson J, Swärd<br />

L, Andréasson<br />

GO<br />

Revisione<br />

sistematica<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Studio semisperimentale<br />

Risultati Livello Evidence<br />

(National<br />

Institute for<br />

Clinical<br />

excellence)<br />

Raccomandazione<br />

Miglioramento I I<br />

No miglioramento<br />

significativo<br />

No miglioramenti<br />

oggettivi,<br />

Miglioramenti<br />

percettivi<br />

Callaghan MJ Revisione<br />

sistematica<br />

TABELLA 7: pubblicazioni sul miglioramento della propriocezione<br />

IV IIb<br />

IV IIa<br />

Miglioramento IV IIa<br />

Miglioramento I I<br />

84


L‟omogeneità dei risultati, unita anche all‟eterogeneità del livello di evidence<br />

delle pubblicazioni, porta un grado di raccomandazione I.<br />

Gli studi presi in considerazione dimostrano che:<br />

il taping migliora la consapevolezza della posizione del piede, prima e<br />

dopo l‟esercizio (48)<br />

i recettori afferenti della pelle sono stimolati dalla trazione del taping (51)<br />

la percezione dei pazienti sulla propriocezione è migliorata (38)<br />

il taping fornisce una maggiore stabilità meccanica, una diminuzione del<br />

range di movimento e un miglioramento delle funzioni propriocettive<br />

(59) (57)<br />

CONCLUSIONI<br />

Dallo studio della letteratura presa in esame si può confermare l‟utilità dell‟uso<br />

del taping funzionale nella distorsione di caviglia sia per quanto riguarda la sua<br />

efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo, sia per<br />

la prevenzione di lesioni recidive e sia per il miglioramento della<br />

propriocezione.<br />

85


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90


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91


ALLEGATI<br />

Effect of taping on actual and perceived<br />

dynamic postural stability in persons<br />

with chronic ankle instability<br />

OBJECTIVE: To investigate whether 2<br />

different mechanisms of ankle joint taping<br />

([1] lateral subtalar sling or [2] fibular<br />

repositioning) can enhance actual and<br />

perceived dynamic postural stability in<br />

participants with chronic ankle instability<br />

(CAI).<br />

DESIGN: Laboratory-based repeatedmeasures<br />

study.<br />

SETTING: University biomechanics<br />

laboratory.<br />

PARTICIPANTS: Participants (n=16) with<br />

CAI.<br />

Delahunt E, McGrath A, Doran N, Coughlan GF.<br />

INTERVENTIONS: Participants<br />

performed the Star Excursion Balance Test<br />

(SEBT) under 3 different conditions: (1)<br />

no tape, (2) lateral subtalar sling taping and<br />

(3) fibular repositioning taping.<br />

MAIN OUTCOME MEASURES: Reach<br />

distances in the anterior, posteromedial,<br />

and posterolateral directions on the SEBT.<br />

Participants' perceptions of stability,<br />

confidence, and reassurance when<br />

performing the SEBT under 2 different<br />

taping conditions.<br />

RESULTS: Taping did not improve reach<br />

distance on the SEBT (P>.05). Feelings of<br />

confidence increased for 56% of<br />

participants (P=.002) under both tape<br />

conditions. Feelings of stability increased<br />

for 87.5% of participants (P<br />

.05). Si hanno sensazioni di una maggiore<br />

sicurezza per il 56% dei partecipanti (P =.<br />

002) in entrambe le condizioni con il<br />

taping. Sensazioni di maggiore stabilità<br />

per 87,5% dei partecipanti (P


Feelings of reassurance increased for<br />

68.75% of participants (P=.001) using<br />

condition 2 (lateral subtalar sling taping)<br />

and 50% of participants (P=.005) using<br />

condition 3 (fibular repositioning taping).<br />

CONCLUSIONS: No significant change in<br />

dynamic postural stability was observed<br />

after application of either taping<br />

mechanism; however, participants'<br />

perceptions of confidence, stability, and<br />

reassurance were significantly improved.<br />

Further research is necessary to fully<br />

elucidate the exact mechanisms by which<br />

taping may help reduce the incidence of<br />

repeated injury in subjects with CAI.<br />

(P =. 001) utilizzando la condizione 3<br />

(taping di riposizionamento del perone).<br />

Sensazioni di rassicurazione aumentate<br />

per 68,75% dei partecipanti (P =. 001)<br />

utilizzando la condizione 2 (taping laterale<br />

sottoastragalico) e il 50% dei partecipanti<br />

(P =. 005) utilizzando condizione 3 (taping<br />

di riposizionamento del perone).<br />

CONCLUSIONI: Nessun cambiamento<br />

significativo è stato osservato nella<br />

stabilità posturale dopo l'applicazione del<br />

meccanismo di taping, tuttavia, la<br />

percezione dei partecipanti 'di sicurezza,<br />

stabilità e rassicurazione sono<br />

sensibilmente migliorati. Sono necessarie<br />

ulteriori ricerche per chiarire<br />

completamente l'esatto meccanismo<br />

attraverso il quale taping può contribuire<br />

a ridurre l'incidenza di lesioni ripetute in<br />

soggetti con CAI.<br />

93


Effect of ankle taping on mechanical<br />

laxity in chronic ankle instability<br />

BACKGROUND: The high percentage of<br />

re-injury after an initial ankle sprain<br />

necessitates examination of preventative<br />

methods. The purpose of this project was<br />

to investigate the effect ankle tape has on<br />

mechanical laxity in subjects with CAI.<br />

MATERIALS AND METHODS: Twenty<br />

subjects with unilateral CAI (seven males<br />

and 13 females; age, 20.6 +/- 1.8 years;<br />

mass, 69.9 +/- 13.7 kg; height, 172.3 +/-<br />

9.3 cm) and 20 healthy subjects (seven<br />

males and 13 females; age, 21.9 +/- 4.3<br />

years; mass, 72.0 +/- 14.6 kg; height,<br />

171.1 +/- 6.7 cm) participated in the<br />

study. Both ankles of each subject were<br />

tested under two conditions: 1) before the<br />

application of tape; and 2) immediately<br />

after 30 minutes of exercise with the ankle<br />

taped. Mechanical laxity was measured<br />

with an instrumented ankle arthrometer.<br />

RESULTS: There were significant group<br />

by time interactions (p = 0.014) for<br />

anterior displacement with significantly<br />

increased anterior displacement in the<br />

involved ankle of the CAI group relative<br />

to the matched control limb both before<br />

and after tape application. Similarly, there<br />

were significant time main effects for<br />

posterior displacement (p = 0.004),<br />

inversion (p = 0.001) and eversion (p =<br />

0.043) rotation. Specifically, tape<br />

application decreased posterior<br />

displacement, inversion and eversion<br />

rotation only in the CAI group.<br />

Additionally, a significant group main<br />

effect for inversion rotation (p = 0.001)<br />

was also noted. Followup testing indicated<br />

significantly greater inversion rotation for<br />

the CAI ankle compared to the matched<br />

healthy ankle before tape application.<br />

CONCLUSION: Mechanical laxity<br />

Hubbard TJ, Cordova M.<br />

Efficacia del taping sulla lassità<br />

meccanica nell’instabilità cronica della<br />

caviglia.<br />

BACKGROUND: L'elevata percentuale di<br />

un re-infortunio dopo una distorsione alla<br />

caviglia richiede un esame dei metodi di<br />

prevenzione. Lo scopo di questo progetto<br />

era di studiare l’efficacia del taping alla<br />

caviglia sulla lassità meccanica in<br />

soggetti con CAI.<br />

MATERIALI E METODI: Venti pazienti<br />

con CAI unilaterale (7 maschi e 13<br />

femmine, di età, 20,6 / - 1,8 anni, di<br />

massa, 69,9 / - 13,7 kg, altezza, 172,3 / -<br />

9,3 cm) e 20 soggetti sani (7 maschi e 13<br />

femmine , l'età, il 21,9 / - 4,3 anni; di<br />

massa, 72,0 / - 14,6 kg, altezza, 171,1 / -<br />

6,7 cm) hanno partecipato allo studio.<br />

Entrambe le caviglie di ogni soggetto<br />

sono state testate in due condizioni: 1)<br />

prima dell'applicazione del taping e 2)<br />

subito dopo 30 minuti di esercizio con il<br />

taping alle caviglie. La lassità meccanica<br />

è stata misurata con un artrometro.<br />

RISULTATI: Ci sono stati gruppi<br />

significativi da interazioni di tempo (p =<br />

0,014) per la dislocazione anteriore con<br />

un aumento significativo dello<br />

spostamento anteriore della caviglia del<br />

gruppo con CAI relativo al ramo di<br />

controllo, abbinati sia prima che dopo<br />

l'applicazione del taping. Allo stesso<br />

modo, ci sono stati significativi effetti per<br />

lo spostamento posteriore (p = 0,004),<br />

inversione (p = 0,001) ed eversione (p =<br />

0,043). In particolare, l'applicazione del<br />

taping ha diminuito lo spostamento<br />

posteriore, l'inversione e la rotazione in<br />

eversione solo nel gruppo con CAI.<br />

Inoltre, nel gruppo principale è stato<br />

osservato un effetto significativo per la<br />

rotazione in inversione (p = 0,001). Il test<br />

di Followup ha indicato una rotazione in<br />

inversione significativamente maggiore<br />

94


significantly decreased in CAI subjects<br />

after tape application. Laxity decreased in<br />

the CAI ankle after the application of<br />

tape.<br />

CLINICAL RELEVANCE: Ankle taping<br />

may be able to improve mechanical<br />

instability in those with CAI.<br />

per la caviglia con CAI rispetto alla<br />

caviglia sana prima dell'applicazione del<br />

taping.<br />

CONCLUSIONE: La lassità meccanica è<br />

notevolmente diminuita nei soggetti con<br />

CAI dopo l'applicazione del taping. La<br />

lassità è diminuita nella caviglia con CAI<br />

dopo l'applicazione del taping.<br />

SIGNIFICATO CLINICO: Il taping della<br />

caviglia può essere in grado di migliorare<br />

l'instabilità meccanica in soggetti con<br />

CAI.<br />

95


Refshauge KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I.<br />

The effect of ankle taping on detection<br />

of inversion-eversion movements in<br />

participants with recurrent ankle<br />

sprain<br />

BACKGROUND: Taping is often used to<br />

counter the proprioceptive deficit after<br />

joint injury such as ankle sprain.<br />

However, the effect of taping on<br />

proprioceptive acuity at the ankle is<br />

unclear, with conflicting findings.<br />

HYPOTHESIS: Application of tape<br />

improves detection of inversion and<br />

eversion movements at the ankle.<br />

STUDY DESIGN: Controlled laboratory<br />

study.<br />

METHODS: The 70% threshold for<br />

movement detection was measured in 16<br />

participants with recurrent ankle sprain<br />

under 2 conditions: with the ankle taped<br />

or untaped. The threshold for movement<br />

detection was examined at 3 velocities<br />

(0.1 deg/s, 0.5 deg/s, and 2.5 deg/s) and in<br />

2 directions (inversion and eversion).<br />

RESULTS: Application of tape<br />

significantly decreased the ability to<br />

detect movements at the ankle (P < .023).<br />

For example, at 0.5 deg/s, the 70%<br />

detection threshold was 3.40 degrees +/-<br />

1.05 degrees in inversion and 3.49 degrees<br />

+/- 1.15 degrees in eversion at the untaped<br />

ankle, and 4.02 degrees +/- 0.86 degrees<br />

in inversion and 4.04 degrees +/- 0.89<br />

degrees in eversion at the taped ankle.<br />

CONCLUSION: Taping the ankle<br />

decreased the ability to detect movement<br />

in the inversion-eversion plane in<br />

participants with recurrent ankle sprain.<br />

CLINICAL RELEVANCE: The findings<br />

suggest that the efficacy of taping is<br />

unlikely to be explained by an enhanced<br />

ability to detect inversion or eversion<br />

movements. However, because it has been<br />

L'efficacia del taping sulla rilevazione<br />

dei movimenti in inversione-eversione<br />

nei partecipanti con distorsione<br />

ricorrente alla caviglia<br />

BACKGROUND: Il taping viene spesso<br />

utilizzato per contrastare il deficit<br />

propriocettivo dopo un infortunio, come<br />

la distorsione alla caviglia. Tuttavia,<br />

l'effetto del taping sull'acutezza<br />

propriocettiva alla caviglia non è chiaro,<br />

con risultati contrastanti.<br />

IPOTESI: Applicazione del taping<br />

migliora il rilevamento dei movimenti di<br />

inversione ed eversione alla caviglia.<br />

DISEGNO DI STUDIO: studio<br />

controllato di laboratorio.<br />

METODI: La soglia del 70% per il<br />

rilevamento del movimento è stata<br />

misurata in 16 partecipanti con ricorrenti<br />

distorsioni alla caviglia in 2 condizioni:<br />

con la caviglia fasciata o non fasciata. La<br />

soglia per il rilevamento del movimento è<br />

stata esaminata a 3 velocità (0,1 ° / s, 0,5<br />

° / s, e 2,5 ° / s) e in 2 direzioni<br />

(inversione ed eversione).<br />

RISULTATI: L’applicazione del taping ha<br />

significativamente diminuito la capacità<br />

di rilevare i movimenti a livello della<br />

caviglia (P


found effective in reducing the incidence<br />

of ankle sprain, clinicians should continue<br />

taping to reduce the likelihood of resprain.<br />

suggeriscono che l'efficacia del taping è<br />

improbabile che si spiega con una<br />

maggiore capacità di rilevare movimenti<br />

di inversione o eversione. Tuttavia, poiché<br />

è stato trovato efficace nel ridurre<br />

l'incidenza della distorsione alla caviglia,<br />

i medici dovrebbero continuare la<br />

fasciatura per ridurre la probabilità di<br />

recidive.<br />

97


Influence of ankle support on joint<br />

range of motion before and after<br />

exercise: a meta-analysis<br />

OBJECTIVE: To evaluate the effects of<br />

different types of ankle support on ankle<br />

and foot joint range of motion before and<br />

after activity using meta-analysis<br />

procedures.<br />

BACKGROUND: The effects of ankle<br />

support on joint range of motion before<br />

and after exercise has been extensively<br />

studied, but the results among studies are<br />

not consistent. Obtaining knowledge from<br />

synthesizing the available literature with a<br />

meta-analysis can provide a greater<br />

understanding of these effects.<br />

METHODS AND MEASURES: A total<br />

of 253 cases from 19 studies were<br />

examined and included in this analysis.<br />

The treatment variables were ankle<br />

support with 3 levels (tape, lace-up, and<br />

semirigid) and time with 2 levels (before<br />

exercise and after exercise). Standardized<br />

effect sizes were computed for inversion,<br />

eversion, dorsiflexion, and plantar flexion<br />

range of motion to measure the difference<br />

between control and treatment groups at<br />

each point in time. Effect sizes were<br />

analyzed using a mixed-model factorial<br />

analysis of variance.<br />

RESULTS: Before exercise, the semirigid<br />

condition (-2.97 +/- 0.63) demonstrated<br />

greater restriction compared with the tape<br />

(-2.33 +/- 0.38) and lace-up conditions (-<br />

2.18 +/- 0.86) for inversion range of<br />

motion. After exercise, the semirigid<br />

condition (-3.85 +/- 0.64) restricted<br />

inversion range of motion more than the<br />

tape (-1.07 +/- 0.20) and lace-up (-1.56 +/-<br />

0.29) conditions. No differences were<br />

found between the mean effect sizes for<br />

the tape and lace-up conditions before and<br />

after exercise. With respect to eversion<br />

range of motion, the semirigid support (-<br />

2.69 +/- 0.43) provided greater restraint<br />

Cordova ML, Ingersoll CD, LeBlanc MJ.<br />

Influenza di un supporto alla caviglia<br />

sulla motilità articolare, prima e dopo<br />

l'esercizio fisico: una meta-analisi<br />

OBIETTIVO: Valutare gli effetti sulla<br />

motilità articolare dei diversi tipi di<br />

supporto alla caviglia e al piede, prima e<br />

dopo l'attività utilizzando una metaanalisi<br />

come procedura.<br />

BACKGROUND: Gli effetti del supporto<br />

alla caviglia sulla motilità articolare,<br />

prima e dopo l'esercizio fisico sono stati<br />

ampiamente studiati, ma i risultati tra gli<br />

studi non sono coerenti. Si vuole ottenere<br />

la conoscenza di sintesi della letteratura<br />

disponibile con una meta-analisi in grado<br />

di fornire una maggiore comprensione di<br />

questi effetti.<br />

METODI E MISURE: Un totale di 253<br />

casi da 19 studi sono stati esaminati e<br />

inclusi in questa analisi. Le variabili di<br />

trattamento per il supporto alla caviglia<br />

sono state di 3 livelli (taping, lace-up, e<br />

semirigido) e con 2 livelli di tempo (prima<br />

dell'allenamento e dopo l'esercizio).<br />

L’entità degli effetti standardizzati è stata<br />

calcolata per l'inversione, l’eversione, la<br />

dorsiflessione e la flessione plantare per<br />

misurare la differenza tra i gruppi di<br />

controllo e di trattamento in ogni<br />

momento. L’entità degli effetti è stata<br />

analizzata utilizzando un modello misto di<br />

analisi fattoriale della varianza.<br />

RISULTATI: Prima dell’esercizio, la<br />

condizione con semirigido (-2,97 / - 0,63)<br />

ha dimostrato maggiori restrizioni<br />

rispetto al taping (-2,33 / - 0,38) e le<br />

condizioni di lace-up (-2,18 / - 0,86) per il<br />

movimento di inversione. Dopo<br />

l'esercizio, la condizione con il semirigido<br />

(-3,85 / - 0,64) ha limitato il movimento di<br />

inversione più che il taping (-1,07 / - 0,20)<br />

e il lace-up (-1,56 / 0,29). Non sono state<br />

riscontrate differenze tra gli effetti del<br />

taping e del lace-up, prima e dopo<br />

l'esercizio. Per quanto riguarda il<br />

movimento di eversione, il supporto<br />

98


compared with the tape (-1.00 +/- 0.21)<br />

and lace-up (-1.40 +/- 0.47) conditions.<br />

The lace-up condition also displayed<br />

greater support compared with tape alone.<br />

For dorsiflexion range of motion, greatest<br />

overall support was provided by the tape<br />

condition (-0.94 +/- 0.06) compared with<br />

the lace-up condition (-0.51 +/- 0.06).<br />

CONCLUSIONS: The greatest restriction<br />

of motion in the frontal plane was offered<br />

by the semirigid support condition,<br />

whereas taping offered the most support<br />

for limiting dorsiflexion range of motion.<br />

The results of this study may help<br />

clinicians make rational decisions<br />

concerning the selection of ankle<br />

appliances for preventing acute or chronic<br />

reinjury.<br />

semirigido (-2,69 / - 0,43) ha fornito una<br />

maggiore moderazione rispetto al taping<br />

(-1,00 / - 0,21) e al lace-up (-1,40 / 0,47).<br />

Il lace-up dimostra maggiore sostegno<br />

rispetto a taping da solo. Per il<br />

movimento di dorsiflessione, il più grande<br />

sostegno complessivo è stato fornito dal<br />

taping (-0,94 / - 0,06) rispetto al lace-up<br />

(-0,51 / - 0,06).<br />

CONCLUSIONI: La più grande<br />

limitazione di movimento sul piano<br />

frontale è stata offerta dal supporto<br />

semirigido, mentre il taping ha offerto di<br />

più il supporto per limitare il movimento<br />

di flessione dorsale. I risultati di questo<br />

studio possono aiutare i medici a<br />

prendere decisioni razionali relative alla<br />

scelta delle applicazioni alla caviglia per<br />

prevenire altri danni acuti o cronici.<br />

99


Taping of the ankle--the effect on<br />

postural sway, before and after a<br />

training session<br />

The application of adhesive tape to the<br />

ankle prevents sprains and is therefore<br />

frequently used by athletes with functional<br />

instability of that joint. The purpose of the<br />

study was to investigate the effect of<br />

taping on postural sway during a sudden<br />

perturbation in subjects with unilateral<br />

functional instability of the ankle joint.<br />

Nine Swedish male elite soccer players<br />

with unilateral functional instability of the<br />

ankle joint after a sprain participated in<br />

the study. Their mean age was 25 years.<br />

All but one had sustained an ankle sprain<br />

during the last 1-12 months, and they<br />

applied adhesive tape on one ankle at<br />

every practice session and game. Eight<br />

moderately active male subjects served as<br />

controls (mean age 32 years). Recording<br />

and analysis of postural sway was<br />

performed by the use of stabilometry. We<br />

used a device previously tested for<br />

reliability and added a perturbation<br />

device. The perturbation device was an<br />

ankle disc standing on four bars on top of<br />

the force plate. At the start of each<br />

recording, the ankle disc was stable. The<br />

bars could be removed simultaneously by<br />

the test leader. The following parameters<br />

were analysed: (1) max sway, the<br />

maximal sway amplitude upon<br />

perturbation in mediolateral and<br />

anteroposterior directions; (2) mean sway,<br />

the mean sway during the recording in<br />

mediolateral and anteroposterior<br />

directions. There was no difference<br />

between the right and left ankles before<br />

the practice session. The postural sway<br />

during perturbation (max sway) decreased<br />

when the ankle was taped before the<br />

exercise. After the exercise there was no<br />

difference between the taped and untaped<br />

ankles. The maximum and mean<br />

amplitude of sway without tape were<br />

smaller after exercise than before<br />

exercise. The results in the present study<br />

Leanderson J, Ekstam S, Salomonsson C.<br />

Taping della caviglia - l'effetto sulle<br />

oscillazioni posturali, prima e dopo una<br />

sessione di allenamento<br />

L'applicazione del taping per evitare<br />

distorsioni alla caviglia è spesso usata<br />

dagli atleti con instabilità funzionale di<br />

quest’articolazione. Lo scopo dello studio<br />

era di esaminare l'effetto di un taping<br />

adesivo sulle oscillazioni posturali<br />

durante una perturbazione improvvisa in<br />

soggetti con instabilità funzionale<br />

unilaterale della caviglia. Nove giocatori<br />

di sesso maschile di calcio svedese con<br />

instabilità funzionale unilaterale della<br />

caviglia dopo una distorsione hanno<br />

partecipato allo studio. La loro età media<br />

era di 25 anni. Tutti tranne uno avevano<br />

subito una distorsione alla caviglia nel<br />

corso degli ultimi 1-12 mesi, e hanno<br />

applicato un taping adesivo sulla caviglia<br />

ad ogni sessione di pratica e di gioco.<br />

Otto soggetti maschi moderatamente attivi<br />

sono serviti come controllo (età media 32<br />

anni). La registrazione e l'analisi delle<br />

oscillazioni posturali sono state effettuate<br />

mediante l'uso di stabilometria. Abbiamo<br />

utilizzato un dispositivo precedentemente<br />

testato per l’affidabilità e abbiamo<br />

aggiunto un dispositivo di perturbazione.<br />

Il dispositivo di perturbazione era un<br />

disco per caviglia su quattro barre sulla<br />

parte superiore della piastra di forza.<br />

All'inizio di ogni registrazione, il disco<br />

per caviglia è stabile. Le barre possono<br />

essere rimosse simultaneamente dalla<br />

prova. Sono stati analizzati i seguenti<br />

parametri: (1) ondeggiamento max,<br />

l'ampiezza di oscillazione massima su<br />

perturbazione in direzione medio-laterale<br />

e antero-posteriore, (2) significativa<br />

oscillazione, durante la registrazione in<br />

senso medio-laterale e antero-posteriore.<br />

Non c'era alcuna differenza tra le caviglie<br />

a destra e sinistra prima della sessione di<br />

prove libere. Le oscillazioni posturali<br />

durante la perturbazione (Sway max) sono<br />

diminuite quando la caviglia è stata<br />

fasciata prima dell'esercizio. Dopo<br />

100


indicate a positive effect of tape on<br />

postural sway during perturbation before a<br />

practice session. The decreased sway with<br />

an untaped ankle after the practice session<br />

could mean that the prophylactic effect of<br />

taping is most important during the first<br />

part of a practice session or a game.<br />

l'esercizio non vi era alcuna differenza tra<br />

le caviglie fasciate e non fasciate.<br />

L'ampiezza massima e media delle<br />

oscillazioni senza taping erano più<br />

piccole dopo l'esercizio che prima<br />

dell'allenamento. I risultati di questo<br />

studio indicano un effetto positivo del<br />

taping adesivo sulle oscillazioni posturali<br />

durante una perturbazione prima di una<br />

sessione di pratica. L'influenza è<br />

diminuita con una caviglia non fasciata<br />

dopo la sessione di pratica, ciò potrebbe<br />

significare che l'effetto profilattico del<br />

taping è più importante durante la prima<br />

parte di una sessione di pratica o di<br />

gioco.<br />

101


The effect on neuromuscular stability,<br />

performance, multi-joint coordination<br />

and proprioception of barefoot, taping<br />

or preventative bracing<br />

OBJECTIVE: The objective of this study<br />

was to assess the effects of taping and<br />

preventive bracing on functional balance,<br />

jumping performance, multi-joint<br />

coordination and proprioception on<br />

comparison to barefoot and each other.<br />

DESIGN: Controlled trial as an<br />

experiment with the independent variable<br />

testing in 3 trials: control (barefooted),<br />

preventive bracing, and taping.<br />

SETTING: The sports physiotherapy,<br />

research laboratory.<br />

PARTICIPANTS: Twenty physically<br />

active male university students aged<br />

between 20 and 28 who had been free<br />

from lower extremity pathology for 12<br />

months and had no previous history of<br />

ankle sprain served as participants.<br />

MAIN OUTCOME MEASURES: Single<br />

leg balance (s), jumping performance<br />

(cm), coordination and proprioception<br />

assessments by the Functional Squat<br />

System. The software automatically<br />

calculated the absolute average error (cm)<br />

and the standard deviation (SD) of the<br />

average error. Average errors were<br />

independently quantified as a function of<br />

the action mode (concentric versus<br />

eccentric) and of the lower limb<br />

(dominant versus non-dominant).<br />

RESULTS: There was no significant<br />

difference among the groups for balance<br />

tests (p>0.05). For vertical jump<br />

performance of bilateral and the dominant<br />

leg there were significant differences that<br />

the barefoot group had better results<br />

compared to the other groups (p=0.059;<br />

0.017). According to the coordination<br />

results of Functional Squat System<br />

Ozer D, Senbursa G, Baltaci G, Hayran M.<br />

L'effetto sulla stabilità neuromuscolare,<br />

la performance, il coordinamento multiarticolare<br />

e la propriocezione a piedi<br />

nudi, taping o rinforzo preventivo<br />

OBIETTIVO: L'obiettivo di questo studio<br />

era di valutare gli effetti del taping e del<br />

rinforzo preventivo nell’equilibrio<br />

funzionale, in prestazioni di salto, il<br />

coordinamento multi-articolare e la<br />

propriocezione a confronto con piedi nudi<br />

e altro.<br />

DESIGN: studio controllato come un<br />

esperimento con test variabili<br />

indipendenti in 3 prove: controllo (a piedi<br />

nudi), rinforzo preventivo e taping.<br />

REGOLAZIONE: La fisioterapia sportiva,<br />

laboratorio di ricerca.<br />

PARTECIPANTI: Venti studenti maschi<br />

universitari attivi fisicamente di età<br />

compresa tra i 20 ei 28 anni esenti da<br />

patologia agli arti inferiori da 12 mesi e<br />

che non avevano una storia precedente di<br />

distorsione della caviglia.<br />

MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO:<br />

Equilibrio a una sola gamba (s),<br />

prestazioni salto (cm), valutazioni di<br />

coordinamento e propriocezione con il<br />

FSS. Il software ha automaticamente<br />

calcolato l'errore assoluto medio (cm) e<br />

la deviazione standard (SD) dell'errore<br />

medio. Gli errori medi sono stati<br />

quantificati in modo indipendente in<br />

funzione della modalità di azione<br />

(concentrica vs eccentrica) e degli arti<br />

inferiori (dominante rispetto a nondominante).<br />

RISULTATI: Non vi era alcuna differenza<br />

significativa tra i gruppi per le prove di<br />

equilibrio (p> 0,05). Per la prestazione di<br />

salto in verticale bilaterale e per la<br />

gamba dominante vi erano differenze<br />

significative: il gruppo che era a piedi<br />

nudi ha ottenuto risultati migliori rispetto<br />

102


participants were better in brace and tape<br />

situations since the deviations were less<br />

for all concentric and eccentric positions.<br />

Deviation results for the proprioception<br />

test were different for first visual and nonvisual<br />

deviations for dominant leg<br />

(p


A systematic review on the effectiveness<br />

of external ankle supports in the<br />

prevention of inversion ankle sprains<br />

among elite and recreational players<br />

Epidemiological studies have shown that<br />

10-28% of all sports injuries are ankle<br />

sprains, leading to the longest absence<br />

from athletic activity compared to other<br />

types of injuries. This study was<br />

conducted to evaluate the effectiveness of<br />

external ankle supports in the prevention<br />

of inversion ankle sprains and identify<br />

which type of ankle support was superior<br />

to the other. A search strategy was<br />

developed, using the keywords, ankle<br />

supports, ankle brace, ankle tapes, ankle<br />

sprains and athletes, to identify available<br />

literature in the databases (MEDLINE,<br />

PubMed, CINAHL, EMBASE, etc.),<br />

libraries and unpublished papers. Trials<br />

which consider adolescents and adults,<br />

elite and recreational players as<br />

participants were the study of choice.<br />

External ankle supports comprise ankle<br />

tape, brace or orthosis applied to the ankle<br />

to prevent ankle sprains. The main<br />

outcome measures were frequency of<br />

ankle sprains. Two reviewers assessed the<br />

quality of the studies included using the<br />

Joanna Briggs Institute (JBI Appraisal<br />

tool). Whenever possible, results were<br />

statistically pooled and interpreted. A total<br />

of seven trials were finally included in this<br />

study. The studies included were of<br />

moderate quality. The main significant<br />

finding was the reduction of ankle sprain<br />

by 69% (OR 0.31, 95% CI 0.18-0.51) with<br />

the use of ankle brace and reduction of<br />

ankle sprain by 71% (OR 0.29, 95% CI<br />

0.14-0.57) with the use of ankle tape<br />

among previously injured athletes. No<br />

type of ankle support was found to be<br />

superior than the other<br />

Dizon JM, Reyes JJ.<br />

Una revisione sistematica sull'efficacia<br />

dei supporti esterni per la prevenzione<br />

delle distorsioni di caviglia in inversione<br />

tra i giocatori esperti e dilettanti<br />

Studi epidemiologici hanno dimostrato<br />

che il 10-28% di tutte le lesioni sportive<br />

sono distorsioni della caviglia, ciò porta<br />

ad una lunga assenza dall’attività atletica<br />

rispetto ad altri tipi di lesioni. Questo<br />

studio è stato condotto per valutare<br />

l'efficacia dei supporti esterni alla<br />

caviglia nella prevenzione delle<br />

distorsioni della caviglia in inversione e<br />

di identificare quale tipo di supporto era<br />

migliore degli altri. Una strategia di<br />

ricerca è stata sviluppata, usando le<br />

parole chiave, supporti caviglia, tutori<br />

caviglia, taping caviglia, distorsioni della<br />

caviglia e atleti, per individuare la<br />

letteratura disponibile nel database<br />

(MEDLINE, PubMed, CINAHL,<br />

EMBASE, ecc), le biblioteche e gli articoli<br />

inediti. Prove che considerano gli<br />

adolescenti e adulti, giocatori esperti e<br />

dilettanti come partecipanti sono stati la<br />

scelta dello studio. Le cavigliere esterne<br />

comprendono taping alla caviglia, tutore<br />

o ortesi applicata alla caviglia per evitare<br />

distorsioni. La principale misura di<br />

outcome era la frequenza di distorsioni<br />

della caviglia. Due revisori hanno<br />

valutato la qualità degli studi inclusi con<br />

il Joanna Briggs Institute (JBI). Quando<br />

possibile, i risultati sono stati<br />

statisticamente raggruppati e interpretati.<br />

Sette studi sono stati inclusi in totale. Gli<br />

studi inclusi erano di qualità moderata. Il<br />

risultato principale più significativo è<br />

stato la riduzione della distorsione alla<br />

caviglia del 69% (OR 0,31, 95% CI 0,18-<br />

0,51), con l'uso del tutore alla caviglia e<br />

la riduzione della distorsione alla caviglia<br />

del 71% (OR 0.29, 95% CI 0,14-0,57),<br />

con l'uso del taping fra gli atleti<br />

precedentemente lesionati. Nessun tipo di<br />

supporto alla caviglia risultata essere<br />

superiore rispetto agli altri.<br />

104


Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J.<br />

Descriptive epidemiology of collegiate<br />

women's gymnastics injuries: National<br />

Collegiate Athletic Association Injury<br />

Surveillance System, 1988-1989<br />

through 2003-2004<br />

OBJECTIVE: To review 16 years of<br />

National Collegiate Athletic Association<br />

(NCAA) injury surveillance data for<br />

women's gymnastics and identify potential<br />

areas for injury prevention initiatives.<br />

BACKGROUND: In the 1988-1989<br />

academic year, 112 schools were<br />

sponsoring varsity women's gymnastics<br />

teams, with approximately 1550<br />

participants. By 2003-2004, the number of<br />

varsity teams had decreased 23% to 86,<br />

involving 1380 participants. Significant<br />

participation reductions during this time<br />

were particularly apparent in Divisions II<br />

and III.<br />

MAIN RESULTS: A significant annual<br />

average decrease was noted in<br />

competition (-4.0%, P < .01) but not in<br />

practice (-1.0%, P = .35) injury rates<br />

during the sample period. Over the 16<br />

years, the rate of injury in competition<br />

was more than 2 times higher than in<br />

practice (15.19 versus 6.07 injuries per<br />

1000 athlete-exposures; rate ratio = 2.5,<br />

95% confidence interval [CI] = 2.3, 2.8).<br />

A total of 53% of all competition and 69%<br />

of all practice injuries were to the lower<br />

extremity. A participant was almost 6<br />

times more likely to sustain a knee<br />

internal derangement injury in<br />

competition than in practice (rate ratio =<br />

5.7, 95% CI = 4.5, 7.3) and almost 3 times<br />

more likely to sustain an ankle ligament<br />

sprain (rate ratio = 2.7, 95% CI = 2.1,<br />

3.4). The majority of competition injuries<br />

(approximately 70%) resulted from either<br />

landings in floor exercises or dismounts.<br />

RECOMMENDATIONS: Gymnasts with<br />

a previous history of ankle sprain should<br />

either wear an ankle brace or use<br />

Epidemiologia descrittiva delle lesioni<br />

nella ginnastica di ragazze collegiali:<br />

National Collegiate Athletic Association<br />

Injury Surveillance System,dal 1988-<br />

1989 al 2003-2004<br />

OBIETTIVO: Per esaminare nei 16 anni<br />

di National Collegiate Athletic<br />

Association (NCAA) i dati di sorveglianza<br />

degli infortuni per la ginnastica femminile<br />

e individuare potenziali aree per le<br />

iniziative di prevenzione degli infortuni.<br />

BACKGROUND: Durante l'anno<br />

accademico 1988-1989, in 112 scuole<br />

sono state sponsorizzate squadre di<br />

ginnastica femminile, con circa 1.550<br />

partecipanti. Dal 2003-2004, il numero<br />

delle squadre era diminuito del 23% a 86,<br />

e hanno coinvolto 1380 partecipanti. La<br />

riduzione significativa di partecipanti in<br />

questo periodo è stata particolarmente<br />

evidente nelle divisioni II e III.<br />

RISULTATI PRINCIPALI: Una<br />

significativa diminuzione media annua è<br />

stata notata nella competizione (-4,0%, P<br />


prophylactic tape on their ankles to<br />

decrease the risk of recurrent injury.<br />

Preventive efforts may incorporate more<br />

neuromuscular training and core stability<br />

programs in the off-season and preseason<br />

conditioning to enhance proper landing<br />

and skill mechanics. Equipment<br />

manufacturers are encouraged to<br />

reevaluate the design of the landing mats<br />

to allow for better absorption of forces.<br />

una precedente storia di distorsione della<br />

caviglia si consiglia di portare un tutore<br />

alla caviglia o di fare uso del taping per<br />

diminuire il rischio di lesioni ricorrenti.<br />

Un’attività di prevenzione può includere<br />

degli allenamenti neuromuscolari e dei<br />

programmi di stabilità, per migliorare<br />

l’atterraggio e la meccanica di abilità. I<br />

produttori di apparecchiature sono<br />

invitati a rivalutare la progettazione delle<br />

stuoie di atterraggio per consentire un<br />

migliore assorbimento delle forze.<br />

106


Bracing and rehabilitation--what's new<br />

Based on the recent evidence, ankle<br />

bracing and taping do appear to have<br />

positive effects on ankle support. For<br />

example, both bracing and taping restrict<br />

inversion range of motion, with tape and<br />

stirrup-style braces providing the best<br />

support. Although exercise reduces this<br />

restriction, the range remains consistent<br />

with levels considered to be within the<br />

normal range. Ankle supports also appear<br />

to improve the strength of the muscular<br />

response to perturbation, potentially<br />

providing a stronger muscular contraction.<br />

In contrast, ankle supports fail to improve<br />

the neuromuscular response time to<br />

unexpected perturbations. Thus, it appears<br />

that the stronger response may occur too<br />

slowly to protect the joint. This slowness<br />

of the neuromuscular response, however,<br />

may be offset by the support's ability to<br />

slow the inversion motion. The slowing of<br />

inversion appears to allow the<br />

neuromuscular system to respond at or<br />

before the point of ligament damage.<br />

Finally, ankle supports appear to improve<br />

balance only in individuals with<br />

previously injured ankles. This suggests<br />

that supports may have a selective effect<br />

in protecting injured but not uninjured<br />

individuals. Despite these positive effects,<br />

some cautions should be emphasized.<br />

First, most of the studies cited have been<br />

performed in the laboratory setting with<br />

joint velocities and loads much below<br />

what are encountered in the athletic and<br />

daily activities. Whether tape and braces<br />

can maintain their effectiveness under the<br />

more extreme conditions of functional<br />

activities remains unclear. Additionally,<br />

some evidence suggests that ankle<br />

supports may transfer loads to other joints<br />

putting them at risk for injury. Thus,<br />

further study is needed to determine the<br />

risk-to-benefit ratio of ankle supports.<br />

Finally, much of the research presented<br />

has been done only on uninjured ankles.<br />

Based on the current evidence, it seems<br />

Arnold BL, Docherty CL<br />

Rinforzo e riabilitazione - cosa c'è di<br />

nuovo<br />

Sulla base delle recenti prove, il rinforzo<br />

e il taping sembrano avere effetti positivi<br />

sulla caviglia. Ad esempio, il taping per la<br />

restrizione del movimento in inversione e<br />

lo styrrup-style taping forniscono il<br />

miglior supporto. Anche se l'esercizio<br />

riduce questa restrizione, il movimento è<br />

in linea con i livelli considerati entro il<br />

normale range. La caviglia supportata<br />

inoltre sembra migliorare la forza della<br />

risposta muscolare alla perturbazione e<br />

potenzialmente fornisce una più forte<br />

contrazione muscolare. Al contrario, i<br />

sostegni alla caviglia non riescono a<br />

migliorare il tempo di risposta<br />

neuromuscolare a perturbazioni inattese.<br />

Così, sembra che la risposta più forte può<br />

verificarsi troppo lentamente per<br />

proteggere l'articolazione. Questa<br />

lentezza della risposta neuromuscolare,<br />

tuttavia, può essere compensata con la<br />

capacità del supporto di rallentare il<br />

movimento di inversione. Il rallentamento<br />

dell’inversione sembra consentire al<br />

sistema neuromuscolare di rispondere<br />

prima del danno ai legamenti. Infine, il<br />

supporto alla caviglia sembra migliorare<br />

l'equilibrio solo negli individui con le<br />

caviglie precedentemente lesionate. Ciò<br />

suggerisce che il supporto può avere un<br />

effetto selettivo nel proteggere gli<br />

individui lesionati, ma non illesi.<br />

Nonostante questi effetti positivi, alcune<br />

cautele devono essere valorizzate. In<br />

primo luogo, la maggior parte degli studi<br />

citati è stata condotta nei laboratori<br />

congiunti con velocità e carichi molto al<br />

di sotto di quelli che si incontrano nelle<br />

attività sportive e quotidiane. Rimane<br />

poco chiaro se il taping e il sostegno sono<br />

in grado di mantenere la loro efficacia<br />

nelle condizioni più estreme di attività<br />

funzionali. Inoltre, alcune evidenze<br />

suggeriscono che il supporto alla caviglia<br />

possa trasferire i carichi in altre<br />

articolazioni mettendole a rischio di<br />

107


possible that the effectiveness of ankle<br />

supports may differ depending on the<br />

population, and it seems clinically<br />

important to know whether we can expect<br />

the same results for injured and uninjured<br />

ankles. Proper and early rehabilitation is<br />

important in preventing residual ankle<br />

symptoms. Reports indicate that up to<br />

73% of people who sustain a lateral ankle<br />

sprain have recurrent sprains, but it is<br />

unknown how many of these participants<br />

partake in rehabilitation. Proper<br />

immobilization and acute care of the<br />

injured ankle is imperative. An<br />

immobilization boot or strapping that can<br />

be removed during early non-weight<br />

bearing exercises seems to be most<br />

effective. Strength and balance training of<br />

the uninjured contralateral limb can be<br />

used to assist reaching full recovery in a<br />

shorter period of time. Functional<br />

exercises can also be performed earlier in<br />

the rehabilitation process by reducing the<br />

gravitational forces so patients can<br />

perform in a pain-free range and still<br />

receive the benefits of early activity.<br />

lesioni. Pertanto, sono necessari ulteriori<br />

studi per determinare il rapporto rischiobeneficio<br />

dei supporti della caviglia.<br />

Infine, gran parte della ricerca presentata<br />

è stata effettuata solo su caviglie illese.<br />

Sulla base dei dati attualmente<br />

disponibili, sembra possibile che<br />

l'efficacia dei supporti della caviglia<br />

possa variare a seconda della<br />

popolazione, e sembra clinicamente<br />

importante sapere se possiamo aspettarci<br />

gli stessi risultati per le caviglie lesionate<br />

e illese. La correzione e la riabilitazione<br />

precoce sono importanti per prevenire i<br />

sintomi residui alla caviglia. I rapporti<br />

indicano che il 73% delle persone che<br />

hanno avuto una distorsione laterale della<br />

caviglia sono distorsioni recidive, ma non<br />

è noto quanti di questi partecipanti hanno<br />

effettuato la riabilitazione.<br />

L’immobilizzazione e la cura della<br />

caviglia lesa sono imperative. Un avvio di<br />

immobilizzazione o fasciatura che può<br />

essere rimossa durante le prime<br />

esercitazioni, sembra essere più efficace.<br />

L'allenamento della forza e l'equilibrio<br />

dell'arto controlaterale indenne possono<br />

essere utilizzati per assistere e<br />

raggiungere il pieno recupero in un<br />

periodo di tempo più breve. Gli esercizi<br />

funzionali possono essere eseguiti anche<br />

in precedenza nel processo di<br />

risanamento, riducendo le forze<br />

gravitazionali, così i pazienti li possono<br />

eseguire senza dolore e continuare a<br />

ricevere i benefici dell'attività precoce.<br />

108


The effect of preventive measures on<br />

the incidence of ankle sprains<br />

OBJECTIVE: To critically review the<br />

current data concerning the efficacy of<br />

preventive measures described in the<br />

literature, on the incidence of lateral ankle<br />

ligament injuries.<br />

DATA SOURCES: MEDLINE,<br />

Sportdiscus, and EMBASE were searched<br />

for papers published between 1980 and<br />

December 1998. Keywords used in the<br />

search were "prevention" in combination<br />

with "ankle," "ankle taping," "ankle<br />

bracing," "orthosis," "shoes," and<br />

"proprioception." Additional references<br />

were reviewed from the bibliographies of<br />

the retrieved articles.<br />

STUDY SELECTION: A study was<br />

included if: 1) the study contained<br />

research questions regarding the<br />

prevention of lateral ankle ligament<br />

injuries; 2) the study was a randomized<br />

controlled trial, a controlled trail, or a time<br />

intervention; 3) the results of the study<br />

contained incidence rates of lateral ankle<br />

ligament injuries as study outcome; and 4)<br />

the study met the cut-off score set for<br />

quality.<br />

DATA EXTRACTION AND<br />

SYNTHESIS: Two reviewers reviewed<br />

relevant studies for strengths and<br />

weaknesses in design and methodology,<br />

according to a standardized set of<br />

predefined criteria. Eight relevant studies<br />

met the criteria for inclusion and were<br />

analyzed.<br />

MAIN RESULTS: Overall, all studies<br />

reported a significant decrease in<br />

incidence of ankle sprains using the<br />

studied preventive measure. There was a<br />

great variety in methodology and study<br />

design between the eight analyzed studies,<br />

and every study had one or more<br />

drawbacks. Therefore, between studies<br />

Verhagen EA, van Mechelen W, de Vente W.<br />

L'efficacia delle misure di prevenzione<br />

nell'incidenza di distorsioni della<br />

caviglia<br />

OBIETTIVO: Revisione critica dei dati<br />

correnti riguardanti l'efficacia delle<br />

misure di prevenzione descritte in<br />

letteratura, sull'incidenza delle lesioni del<br />

legamento laterale della caviglia.<br />

FONTE DEI DATI: MEDLINE,<br />

Sportdiscus, EMBASE e sono stati<br />

ricercati per articoli pubblicati tra il 1980<br />

e il dicembre 1998. Le parole chiave<br />

utilizzate nella ricerca sono state<br />

"prevenzione" in combinazione con la<br />

"caviglia", "taping caviglia", "sostegno<br />

caviglia", "ortesi", "scarpe" e<br />

"propriocezione". Ulteriori riferimenti<br />

sono stati esaminati dalla bibliografie<br />

degli articoli recuperati.<br />

SELEZIONE DI STUDIO: Uno studio è<br />

stato incluso se: 1) lo studio conteneva<br />

domande di ricerca in materia di<br />

prevenzione degli infortuni ai legamenti<br />

laterali della caviglia; 2) lo studio è un<br />

trial randomizzato e controllato, un trial<br />

controllato, o un intervento tempo, 3) i<br />

risultati dello studio contengono tassi di<br />

incidenza di infortuni ai legamenti laterali<br />

della caviglia; 4) Lo studio ha raggiunto<br />

il punteggio di cut-off fissato per la<br />

qualità.<br />

ESTRAZIONE DEI DATI E SINTESI: Due<br />

revisori hanno esaminato gli studi con i<br />

relativi punti di forza e di debolezza nella<br />

progettazione e nella metodologia, in base<br />

a una serie standardizzata di criteri<br />

predefiniti. Otto studi rilevanti hanno<br />

incontrato i criteri di inclusione e sono<br />

stati analizzati.<br />

PRINCIPALI RISULTATI: In generale,<br />

tutti gli studi hanno riportato una<br />

diminuzione significativa dell'incidenza di<br />

distorsioni della caviglia con la misura di<br />

prevenzione studiata. C’è stata una<br />

109


only general results could be compared.<br />

CONCLUSIONS: The use of either tape<br />

or braces reduces the incidence of ankle<br />

sprains. Next to this preventive effect, the<br />

use of tape or braces results in less severe<br />

ankle sprains. However, braces seem to be<br />

more effective in preventing ankle sprains<br />

than tape. It is not clear which athletes are<br />

to benefit more from the use of preventive<br />

measures: those with or those without<br />

previous ankle sprains. The efficacy of<br />

shoes in preventing ankle sprains is<br />

unclear.<br />

grande varietà nel design e nella<br />

metodologia di studio tra gli otto studi<br />

analizzati, e ogni studio ha avuto uno o<br />

più svantaggi. Pertanto, tra gli studi solo i<br />

risultati generali possono essere<br />

confrontati.<br />

CONCLUSIONI: L'uso del taping o del<br />

sostegno riduce l'incidenza di distorsioni<br />

della caviglia. Accanto a questo effetto<br />

preventivo, l'uso del taping o del sostegno<br />

danno come risultato la diminuzione<br />

distorsioni gravi di caviglia. Tuttavia, il<br />

sostegno sembra essere più efficace del<br />

taping nel prevenire distorsioni della<br />

caviglia. Non è chiaro quali sono gli atleti<br />

a trarre maggiori benefici dall'uso di<br />

misure di prevenzione: quelli con o quelli<br />

senza precedenti distorsioni della<br />

caviglia. L'efficacia di scarpe nel<br />

prevenire distorsioni non è chiara.<br />

110


Ankle taping improves proprioception<br />

before and after exercise in young men<br />

Ankle sprains are common sports injuries.<br />

Inadequate foot position awareness is<br />

thought to be the fundamental cause of<br />

these injuries. Ankle taping may decrease<br />

risk of injury through improving foot<br />

position awareness. The benefit of taping<br />

is thought to decrease with duration of<br />

exercise because of poor tape adherence<br />

to human skin. This study was a<br />

randomized, crossover, controlled<br />

comparison experiment that tested the<br />

hypothesis that ankle taping improves foot<br />

position awareness before and after<br />

exercise. A sample of 24 healthy young<br />

blindfolded volunteers, wearing their own<br />

athletic shoes, indicated perceived slope<br />

direction and estimated slope amplitude<br />

when bearing full body weight and<br />

standing on a series of blocks. The top<br />

slope of the blocks varied between 0<br />

degree and 25 degrees, in 2.5 degrees<br />

increments, to orient the plantar surface<br />

with respect to the leg toward pronation,<br />

supination, plantarflexion, and<br />

dorsiflexion, relative to its position on a<br />

flat surface. Foot position awareness,<br />

which was considered the reciprocal of<br />

surface slope estimate error, varied with<br />

testing condition, particularly when<br />

surface slope was greater than 10 degrees,<br />

presumably the most important range<br />

considering ankle injuries. In this higher<br />

range absolute position error was 4.23<br />

degrees taped, and 5.53 degrees untaped<br />

(P < 0.001). These data support the<br />

hypothesis that ankle taping improves<br />

proprioception before and after exercise.<br />

Robbins S, Waked E, Rappel R<br />

Il taping alla caviglia migliora la<br />

propriocezione, prima e dopo l'esercizio<br />

fisico in giovani uomini<br />

Le distorsioni della caviglia sono le più<br />

comuni lesioni sportive. L’inadeguata<br />

posizione del piede è considerata la causa<br />

principale di queste lesioni. Il taping alla<br />

caviglia può diminuire il rischio di<br />

lesioni, migliorando la consapevolezza<br />

della posizione del piede. Il vantaggio del<br />

taping si pensa che diminuisca con la<br />

durata degli esercizi a causa della scarsa<br />

aderenza del nastro alla pelle umana.<br />

Questo studio era randomizzato, un<br />

crossover, un esperimento di confronto<br />

controllato che ha valutato l'ipotesi che il<br />

taping alla caviglia potesse migliorare la<br />

consapevolezza della posizione del piede<br />

prima e dopo l'esercizio. Un campione di<br />

24 volontari sani giovani, in cieco,<br />

indossando le loro scarpe atletiche,hanno<br />

indicato di percepire la direzione e<br />

l'ampiezza della pendenza prevista al<br />

momento della sopportazione del peso a<br />

corpo pieno e in piedi su una serie di<br />

blocchi. La pendenza superiore dei<br />

blocchi varia tra 0 gradi e 25 gradi, in<br />

incrementi di 2,5 gradi, per orientare la<br />

superficie plantare per quanto riguarda la<br />

gamba verso la pronazione, la<br />

supinazione, la plantarflessione, e la<br />

dorsiflessione, relativa alla sua posizione<br />

su una superficie piana. La<br />

consapevolezza della posizione del piede,<br />

che è stato considerato il reciproco della<br />

pendenza della superficie di errore stima,<br />

varia con le condizioni di prova,<br />

soprattutto quando pendenza della<br />

superficie è superiore a 10 gradi;<br />

probabilmente la serie più importante se<br />

si considera gli infortuni alla caviglia. In<br />

questo range l’errore di posizione<br />

assoluta è stato registrato a 4,23 gradi, e<br />

5,53 gradi (P


Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA<br />

The prevention of ankle sprains in<br />

sports. A systematic review of the<br />

literature<br />

To assess the published evidence on the<br />

effectiveness of various approaches to the<br />

prevention of ankle sprains in athletes, we<br />

used textbooks, journals, and experts in<br />

the field of sports medicine to identify<br />

citations. We identified 113 studies<br />

reporting the risk of ankle sprains in<br />

sports, methods to provide support, the<br />

effect of these interventions on<br />

performance, and comparison of<br />

prevention efforts. The most common risk<br />

factor for ankle sprain in sports is history<br />

of a previous sprain. Ten citations of<br />

studies involving athletes in basketball,<br />

football, soccer, or volleyball compared<br />

alternative methods of prevention.<br />

Methods tested included wrapping the<br />

ankle with tape or cloth, orthoses, hightop<br />

shoes, or some combination of these<br />

methods. Most studies indicate that<br />

appropriately applied braces, tape, or<br />

orthoses do not adversely affect<br />

performance. Based on our review, we<br />

recommend that athletes with a sprained<br />

ankle complete supervised rehabilitation<br />

before returning to practice or<br />

competition, and those athletes suffering a<br />

moderate or severe sprain should wear an<br />

appropriate orthosis for at least 6 months.<br />

Both coaches and players must assume<br />

responsibility for prevention of injuries in<br />

sports.<br />

La prevenzione delle distorsioni della<br />

caviglia nello sport. Una revisione<br />

sistematica della letteratura<br />

Per valutare gli elementi di prova<br />

pubblicati sull'efficacia di vari approcci<br />

per la prevenzione delle distorsioni di<br />

caviglia negli atleti, abbiamo usato libri<br />

di testo, riviste specializzate, e gli esperti<br />

nel campo della medicina dello sport per<br />

identificare le citazioni. Abbiamo<br />

identificato 113 studi che riportano il<br />

rischio di distorsioni della caviglia nello<br />

sport, i metodi per fornire il supporto,<br />

l'effetto di questi interventi sulle<br />

prestazioni, e il confronto di interventi di<br />

prevenzione. Il fattore di rischio più<br />

comune per la distorsione alla caviglia<br />

nello sport è la storia di una distorsione<br />

precedente. Dieci citazioni di studi che<br />

hanno coinvolto atleti di basket, calcio,<br />

calcetto, pallavolo, hanno comparato i<br />

metodi alternativi di prevenzione. Metodi<br />

di prova hanno incluso l’avvolgimento<br />

della caviglia con del taping adesivo o<br />

una fasciatura, ortesi, scarpe high-top, o<br />

una combinazione di questi metodi. La<br />

maggior parte degli studi indicano che i<br />

supporti opportunamente applicati, nastro<br />

o ortesi, non influiscono negativamente<br />

sulle prestazioni. Sulla base della nostra<br />

recensione, è consigliabile che gli atleti<br />

con una distorsione alla caviglia<br />

eseguano una riabilitazione completa con<br />

supervisione, prima di tornare a praticare<br />

l’attività, e gli atleti che soffrono di una<br />

distorsione moderata o grave devono<br />

indossare un’ortesi adeguata per almeno<br />

6 mesi. Gli allenatori ed i giocatori<br />

devono assumersi la responsabilità per la<br />

prevenzione degli infortuni nello sport.<br />

112


The effect of exercise and athletic tape<br />

on the maximal active and passive<br />

ankle resistance to ankle inversion<br />

This investigation explored alternatives:<br />

1) the use of prophylactic adhesive<br />

athletic tape, 2) the use of nonadhesive<br />

prewrap (underwrap), or 3) 40 minutes of<br />

vigorous exercise. Ten healthy men and<br />

10 healthy women (mean age, 25 +/- 3<br />

years) with no recent ankle injuries<br />

underwent testing to determine maximal<br />

ankle resistance to inversion under<br />

unipedal, weightbearing conditions. Tests<br />

were performed with and without the<br />

support of athletic tape, and before and<br />

after 40 minutes of exercise. Half the<br />

testing sessions were performed with<br />

prewrap under the tape. At 15 degrees of<br />

inversion, without any external ankle<br />

support, healthy young men and women<br />

could maximally resist a mean (SD)<br />

inversion moment of 52.9 (6.4) N-m and<br />

28.3 (5.8) N-m, respectively. Although<br />

use of ankle tape provided a 10% increase<br />

in maximal resistance to inversion<br />

moments, this increase diminished to<br />

insignificant levels after 40 minutes of<br />

vigorous exercise. Use of prewrap<br />

improved maximal resistance to inversion<br />

by more than 10%.<br />

Manfroy PP, Ashton-Miller JA, Wojtys EM<br />

L'effetto dell’esercizio e del taping sulla<br />

massima resistenza attiva e passiva della<br />

caviglia in inversione<br />

L'indagine ha esplorato le ipotesi:<br />

1) l'uso del taping adesivo, 2) l'uso di<br />

prewrap non adesivo (underwrap), o 3) 40<br />

minuti di esercizio vigoroso. Dieci uomini<br />

sani e dieci donne sane (età media 25 + /<br />

- 3 anni) senza lesioni alla caviglia<br />

recente, sono stati sottoposti a test per<br />

determinare la massima resistenza alla<br />

caviglia in inversione sotto carico<br />

monopodalico. Le prove sono state<br />

effettuate con e senza il supporto del<br />

taping, e prima e dopo 40 minuti di<br />

esercizio. La metà delle sessioni di test<br />

sono state eseguite con prewrap sotto il<br />

nastro. A 15 gradi di inversione, senza<br />

alcun sostegno esterno della caviglia, gli<br />

uomini e le donne, al massimo potrebbero<br />

resistere a una media (DS) momento di<br />

inversione del 52.9 (6.4) e 28,3 Nm (5,8)<br />

Nm rispettivamente. Sebbene l'uso del<br />

taping alla caviglia abbia previsto un<br />

aumento del 10% della resistenza<br />

massima a movimenti in inversione,<br />

questo aumento è diminuito a livelli<br />

insignificanti dopo 40 minuti di esercizio<br />

fisico vigoroso. L'uso di prewrap migliora<br />

la resistenza massima in inversione di<br />

oltre il 10%.<br />

113


Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M<br />

Effect of ankle disk training combined<br />

with tactile stimulation to the leg and<br />

foot on functional instability of the<br />

ankle<br />

Twenty-two university students with<br />

unilateral functional instability of the<br />

ankle participated in this study. They were<br />

randomly assigned to one of two<br />

experimental groups. Subjects in both<br />

groups were trained to stand on the<br />

affected limb on an ankle disk. In group 1,<br />

two pieces of 1-cm wide nonelastic<br />

adhesive tape were applied to the skin<br />

around the lateral malleolus from the<br />

distal third of the lower leg to the sole of<br />

the foot before the training sessions.<br />

Subjects in group 2 participated in the<br />

training sessions without the application<br />

of the adhesive tape. Training was<br />

performed for 10 minutes a day, five<br />

times per week, for a period of 10 weeks.<br />

Subjects were tested for postural sway<br />

while standing on the affected limb<br />

before, during, and after the training<br />

period. In group 1, postural sway values<br />

decreased significantly after 4 weeks<br />

compared with the pretraining<br />

performance, and they were within the<br />

normal range after not more than 6 weeks<br />

of training. In group 2, the values did not<br />

improve significantly compared with the<br />

pretraining performance, and they were<br />

not within the normal range until after 8<br />

weeks of training. The findings suggest<br />

that the 2-week earlier correction of<br />

postural sway in group 1 was due to an<br />

increased afferent input from skin<br />

receptors that were stimulated by the<br />

traction of the adhesive tape.<br />

Efficacia dell’allenamento sul disco alla<br />

caviglia, combinata con la stimolazione<br />

tattile alla gamba e al piede sulla<br />

instabilità funzionale della caviglia<br />

Ventidue studenti universitari con<br />

instabilità unilaterale funzionale della<br />

caviglia hanno partecipato a questo<br />

studio. Sono stati assegnati in modo<br />

random ad uno dei due gruppi<br />

sperimentali. I soggetti di entrambi i<br />

gruppi sono stati addestrati a stare<br />

sull'arto interessato in un disco per<br />

caviglia. Nel gruppo 1, due pezzi di 1 cm<br />

di larghezza di taping adesivo non<br />

elastico, sono stati applicati intorno al<br />

malleolo laterale del terzo distale della<br />

gamba fino alla pianta del piede prima<br />

delle sedute di allenamento. I soggetti nel<br />

gruppo 2 hanno partecipato alle sessioni<br />

di formazione, senza l'applicazione del<br />

taping adesivo. La formazione è stata<br />

effettuata per 10 minuti al giorno, cinque<br />

volte alla settimana, per un periodo di 10<br />

settimane. I soggetti sono stati testati per<br />

l'ondeggiamento posturale, prima in piedi<br />

su l'arto colpito, poi durante e dopo il<br />

periodo di formazione. Nel gruppo 1, i<br />

valori di oscillazione posturale erano<br />

diminuiti significativamente dopo 4<br />

settimane rispetto alla performance preallenamento,<br />

ed erano all'interno della<br />

gamma normale dopo non più di 6<br />

settimane di addestramento. Nel gruppo 2,<br />

i valori non sono migliorati in misura<br />

significativa rispetto alle prestazioni preallenamento,<br />

e non erano nella norma<br />

fino a dopo 8 settimane di allenamento. I<br />

risultati suggeriscono che la correzione di<br />

2 settimane prima delle oscillazioni<br />

posturali nel gruppo 1 è dovuto ad un<br />

maggiore utilizzo dai recettori afferenti<br />

della pelle che sono stati stimolati dalla<br />

trazione del taping adesivo.<br />

114


The effects of semirigid Air-Stirrup<br />

bracing versus adhesive ankle taping on<br />

motor performance<br />

The impact on athletic performance is a<br />

critical consideration when choosing<br />

ankle support devices for competitive<br />

athletes. The purpose of this study was to<br />

determine if Air-Stirrup ankle bracing and<br />

adhesive ankle taping differed in their<br />

effects on motor performance. An<br />

additional purpose was to determine if<br />

there was a subjective preference toward<br />

the use of one support method over the<br />

other. Twenty-six male athletes performed<br />

an agility run, a 40-yard sprint, and a<br />

vertical jump while wearing: 1) adhesive<br />

tape, 2) Air-Stirrup brace, and 3) no<br />

support (control). Observed data suggest<br />

that both taping and bracing have no<br />

substantial effect on agility, sprinting<br />

speed, or vertical jumping ability. The<br />

difference in perceived comfort ratings<br />

reported by subjects with respect to<br />

support system shows that subjects were<br />

more comfortable using the brace over a<br />

standard ankle taping procedure. These<br />

results suggest that both the Air-Stirrup<br />

brace and conventional tape do not<br />

impede athletic performance. This study<br />

may assist athletes and clinicians in<br />

making a more informed selection of a<br />

prophylactic ankle support device when<br />

considering the effect on performance and<br />

comfort.<br />

Verbrugge JD<br />

Gli effetti del rinforzo semirigido Air-<br />

Stirrup contro il taping adesivo alla<br />

caviglia sulle prestazioni motorie<br />

L'impatto sulle prestazioni atletiche è<br />

una considerazione critica soprattutto<br />

quando si scelgono i dispositivi di<br />

supporto alla caviglia per atleti<br />

agonisti. Lo scopo di questo studio era<br />

di determinare se il rinforzo Air-<br />

Stirrup e il taping adesivo per la<br />

caviglia differivano nei loro effetti<br />

sulle prestazioni motorie. Un ulteriore<br />

obiettivo era di determinare se ci fosse<br />

una preferenza soggettiva verso l'uso<br />

di un metodo di supporto sull'altro.<br />

Ventisei atleti hanno svolto una corsa,<br />

uno sprint di quasi 40 metri, e un salto<br />

in verticale mentre indossavano: 1) il<br />

taping adesivo, 2) tutore Air-Stirrup, e<br />

3) senza supporto (controllo). I dati<br />

osservati suggeriscono che sia il<br />

taping e il tutore non hanno alcun<br />

effetto sostanziale sull’agilità, sullo<br />

sprint di velocità, o sulla capacità di<br />

salto in verticale. La differenza di voti<br />

riportati sul comfort percepito dai<br />

soggetti in relazione al sostegno del<br />

sistema indica che i soggetti erano più<br />

a loro agio con una procedura<br />

standard di taping alla caviglia.<br />

Questi risultati suggeriscono che sia il<br />

tutore Air-Stirrup e il taping<br />

convenzionale non ostacolino la<br />

prestazione atletica. Questo studio<br />

potrebbe aiutare gli atleti e i medici a<br />

fare una selezione più consapevole di<br />

un dispositivo di supporto alla<br />

caviglia profilattico se si considera<br />

l'effetto sulle prestazioni e sul comfort.<br />

115


Managing ankle sprains in primary<br />

care: what is best practice? A<br />

systematic review of the last 10 years of<br />

evidence<br />

To summarize the best available evidence<br />

in the last decade for managing ankle<br />

sprains in the community, data were<br />

collected using MEDLINE database from<br />

January 2000 to December 2009. Terms<br />

utilized: 'ankle injury primary care' (102<br />

articles were found), 'ankle sprain primary<br />

care' (34 articles), 'ankle guidelines<br />

primary care' (25 articles), 'ankle<br />

pathways primary care' (2 articles), 'ankle<br />

sprain community' (18 articles), 'ankle<br />

sprain general practice' (22 articles),<br />

'Cochrane review ankle' (58 articles). Of<br />

these, only 33 satisfied the inclusion<br />

criteria. The search terms identified many<br />

of the same studies. Two independent<br />

reviewers reviewed the articles. The study<br />

results and generated conclusions were<br />

extracted, discussed and finally agreed on.<br />

Ankle sprains occur commonly but their<br />

management is not always readily agreed.<br />

The Ottawa Ankle Rules are ubiquitous in<br />

the clinical pathway and can be reliably<br />

applied by emergency care physicians,<br />

primary care physicians and triage nurses.<br />

For mild-to-moderate ankle sprains,<br />

functional treatment options (which can<br />

consist of elastic bandaging, soft casting,<br />

taping or orthoses with associated<br />

coordination training) were found to be<br />

statistically better than immobilization for<br />

multiple outcome measures. For severe<br />

ankle sprains, a short period of<br />

immobilization in a below-knee cast or<br />

pneumatic brace results in a quicker<br />

recovery than tubular compression<br />

bandage alone. Lace-up supports are a<br />

more effective functional treatment than<br />

elastic bandaging and result in less<br />

persistent swelling in the short term when<br />

compared with semi-rigid ankle supports,<br />

elastic bandaging and tape. Semi-rigid<br />

orthoses and pneumatic braces provide<br />

Seah R, Mani-Babu S<br />

Gestione delle distorsioni della caviglia<br />

nelle cure primarie: qual è la pratica<br />

migliore? Una revisione sistematica degli<br />

ultimi 10 anni di prove<br />

Per riassumere le migliori evidenze<br />

disponibili nel corso dell'ultimo decennio<br />

per la gestione delle distorsioni della<br />

caviglia nella comunità, i dati sono stati<br />

raccolti utilizzando database MEDLINE<br />

dal gennaio 2000 al dicembre 2009.<br />

Termini utilizzati: 'caviglia cura lesione<br />

primaria' (102 articoli sono stati trovati),<br />

'distorsione alla caviglia cura primaria'<br />

(34 articoli), 'le linee guida caviglia cure<br />

primarie' (25 articoli), 'percorsi caviglia<br />

cure primarie' (2 articoli), ' distorsione<br />

alla caviglia comunità '(18 articoli),'<br />

distorsione alla caviglia pratica generale<br />

'(22 articoli),' caviglia revisione<br />

Cochrane '(58 articoli). Di questi, solo 33<br />

soddisfacevano i criteri di inclusione.<br />

Molti termini di ricerca individuavano gli<br />

stessi studi. Due revisori indipendenti<br />

hanno esaminato gli articoli. I risultati<br />

dello studio e le conclusioni generate<br />

sono stati estratti, discussi e infine<br />

approvati. Le distorsioni della caviglia si<br />

verificano comunemente, ma la loro<br />

gestione non sempre è prontamente<br />

accettata. L’Ottawa Ankle Rules è<br />

onnipresente nel percorso clinico e può<br />

essere affidabilmente applicata dai medici<br />

di pronto soccorso, dai medici e dagli<br />

infermieri di triage. Per le distorsioni<br />

della caviglia di grado lieve-moderato, le<br />

opzioni di trattamento funzionale (che può<br />

essere costituito da bendaggio elastico,<br />

morbido casting, nastratura o ortesi con il<br />

coordinamento della formazione<br />

associata) sono risultati statisticamente<br />

migliori dell’immobilizzazione. Per le<br />

gravi distorsioni della caviglia, un breve<br />

periodo di immobilizzazione in un gesso<br />

sotto il ginocchio o un sostegno si traduce<br />

in un recupero più veloce rispetto al<br />

bendaggio compressivo tubolare da solo.<br />

Il supporto Lace-up è un trattamento più<br />

116


eneficial ankle support and may prevent<br />

subsequent sprains during high-risk<br />

sporting activity. Rehabilitation in<br />

combination with conventional treatment<br />

for acute lateral ankle sprains can be<br />

beneficial, although some of the studies<br />

reviewed gave conflicting outcomes.<br />

Therapeutic hyaluronic acid injections in<br />

the ankle are a relatively novel nonsurgical<br />

treatment but may have a role in<br />

expediting return to sport after ankle<br />

sprain. There is a role for surgical<br />

intervention in severe acute and chronic<br />

ankle injuries, but the evidence is limited.<br />

efficace del bendaggio funzionale elastico<br />

e dà come risultato meno gonfiore<br />

persistente nel breve termine se<br />

confrontato con cavigliere semirigide,<br />

bendaggio elastico e taping. Le ortesi<br />

semi-rigide e il rinforzo forniscono<br />

beneficio e supporto alla caviglia e<br />

possono prevenire distorsioni successive<br />

durante l'attività sportiva ad alto rischio.<br />

La riabilitazione in combinazione con la<br />

terapia convenzionale per distorsioni<br />

laterali della caviglia può essere utile,<br />

anche se alcuni degli studi esaminati<br />

hanno dato risultati contrastanti. Le<br />

iniezioni terapeutiche di acido ialuronico<br />

nella caviglia sono un trattamento<br />

relativamente nuovo non-chirurgico, ma<br />

possono avere un ruolo nell’accelerare il<br />

ritorno allo sport dopo la distorsione alla<br />

caviglia. C'è un ruolo per l'intervento<br />

chirurgico in gravi lesioni acute e<br />

croniche della caviglia, ma l'evidenza è<br />

limitata.<br />

117


The effects of an ankle destabilization<br />

device on muscular activity while<br />

walking<br />

Chronic Ankle Instability sprain causes<br />

are unclear and many factors or<br />

mechanisms may contribute to recurrence<br />

of this injury. The aim of the study was to<br />

investigate how an ankle destabilization<br />

device affects the EMG patterns of the<br />

ankle muscles during ankle stabilization<br />

against inversion. The left foot was<br />

equipped with a mechanical device<br />

mounted under the heel of the shoe. This<br />

mechanical device induces subtalar joint<br />

destabilization necessitating the control of<br />

ankle muscles. Surface electrodes were<br />

placed over the tibialis anterior, the<br />

peroneus longus, the peroneus brevis, the<br />

gastrocnemius lateral, and the<br />

gastrocnemius medial. Nine healthy<br />

subjects (mean age 37+/-12 yr; mean mass<br />

68+/-17 kg; mean height 1.73+/-0.7 m)<br />

were instructed to walk normally along a<br />

tape fixed on the floor. The ankle<br />

destabilization device altered the walking<br />

pattern of all subjects. More specifically,<br />

the walking pattern is disturbed resulting<br />

in higher amplitude of the EMG activity<br />

of the peroneal muscles and the Tibialis<br />

Anterior and anticipatory reactions in the<br />

peroneal muscles. The results suggest that<br />

the ankle destabilization device could be<br />

beneficial for rehabilitation programs<br />

especially during the training of walking.<br />

Using this material may help to a specific<br />

reinforcement of muscles involved in antiinversion<br />

ankle movement.<br />

Forestier N, Toschi P<br />

Gli effetti di un dispositivo sull’attività<br />

muscolare durante il cammino in una<br />

caviglia destabilizzata<br />

Le cause di instabilità cronica di caviglia<br />

sono poco chiare e molti fattori o<br />

meccanismi possono contribuire al<br />

ripetersi di tale danno. Lo scopo dello<br />

studio è stato quello di indagare come un<br />

dispositivo di destabilizzazione alla<br />

caviglia colpisce i modelli EMG dei<br />

muscoli durante la stabilizzazione in<br />

inversione. Il piede sinistro è stato dotato<br />

di un dispositivo meccanico montato sotto<br />

il tacco della scarpa. Questo dispositivo<br />

meccanico induce la sottoastragalica a<br />

destabilizzazioni comuni che richiedono il<br />

controllo dei muscoli della caviglia.<br />

Elettrodi di superficie sono stati collocati<br />

sopra il tibiale anteriore, il peroneo<br />

lungo, il peroneo breve e il gastrocnemio.<br />

Nove soggetti sani (età media 37+ / -12<br />

anni; massa media 68+ / -17 kg, altezza<br />

media 1,73+ / -0,7 m) sono stati istruiti a<br />

camminare normalmente lungo un nastro<br />

fissato sul pavimento. Il dispositivo di<br />

destabilizzazione della caviglia ha<br />

alterato il pattern del cammino di tutti i<br />

soggetti. Più specificamente, il pattern del<br />

cammino è disturbato con conseguente<br />

maggiore ampiezza dell'attività EMG dei<br />

muscoli peronei e del tibiale anteriore e<br />

crea reazioni anticipatrici nei muscoli<br />

peronei. I risultati suggeriscono che il<br />

dispositivo di destabilizzazione della<br />

caviglia potrebbe essere utile per<br />

programmi di riabilitazione particolare<br />

durante il training del cammino. L'utilizzo<br />

di questo materiale può contribuire a un<br />

rafforzamento specifico dei muscoli<br />

coinvolti nella caviglia nel movimento di<br />

anti-inversione.<br />

118


Treatment of acute lateral ankle<br />

ligament rupture in the athlete.<br />

Conservative versus surgical treatment<br />

Acute lateral ankle ligament sprains are<br />

common in young athletes (15 to 35 years<br />

of age). Diagnostic and treatment<br />

protocols vary. Therapies range from cast<br />

immobilisation or acute surgical repair to<br />

functional rehabilitation. The lateral<br />

ligament complex includes 3 capsular<br />

ligaments: the anterior tibiofibular<br />

(ATFL), calcaneofibular (CFL) and<br />

posterior talofibular (PTFL) ligaments.<br />

Injuries typically occur during plantar<br />

flexion and inversion; the ATFL is most<br />

commonly torn. The CFL and the PTFL<br />

can also be injured and, after severe<br />

inversion, subtalar joint ligaments are also<br />

affected. Commonly, an athlete with a<br />

lateral ankle ligament sprain reports<br />

having 'rolled over' the outside of their<br />

ankle. The entire ankle and foot must be<br />

examined to ensure there are no other<br />

injuries. Clinical stability tests for<br />

ligamentous disruption include the<br />

anterior drawer test of ATFL function and<br />

inversion tilt test of both ATFL and CFL<br />

function. Radiographs may rule out<br />

treatable fractures in severe injuries or<br />

when pain or tenderness are not associated<br />

with lateral ligaments. Stress radiographs<br />

do not affect treatment. Ankle sprains are<br />

classified from grades I to III (mild,<br />

moderate or severe). Grade I and II<br />

injuries recover quickly with nonoperative<br />

management. A non-operative 'functional<br />

treatment' programme includes immediate<br />

use of RICE (rest, ice, compression,<br />

elevation), a short period of<br />

immobilisation and protection with a tape<br />

or bandage, and early range of motion and<br />

neuromuscular training exercises.<br />

Proprioceptive training on a tilt board<br />

after 3 to 4 weeks helps improve balance<br />

and neuromuscular control of the ankle.<br />

Treatment for grade III injuries is more<br />

controversial. A comprehensive literature<br />

evaluation and meta-analysis showed that<br />

Lynch SA, Renström PA<br />

Trattamento per la rottura del<br />

legamento laterale della caviglia in<br />

un atleta. Il trattamento conservativo<br />

vs chirurgico<br />

Le distorsioni del legamento laterale della<br />

caviglia sono comuni nei giovani atleti<br />

(dai 15 ai 35 anni di età). I protocolli<br />

diagnostici e di trattamento sono diversi.<br />

Le terapie vanno dall’immobilizzazione o<br />

dalla riparazione chirurgica alla<br />

riabilitazione funzionale. Il complesso del<br />

legamento laterale include 3 legamenti<br />

capsulari: il tibiofibulare anteriore<br />

(ATFL), calcaneale (CFL) e il<br />

tibiofibulare posteriore (PTFL). Le lesioni<br />

si verificano in genere durante la<br />

flessione plantare e inversione; il ATFL è<br />

il più comunemente lesionato. Il CFL e la<br />

PTFL possono anche essere lesionati,<br />

dopo un inversione grave, insieme agli<br />

altri legamenti. Comunemente, un atleta<br />

con una distorsione laterale della caviglia<br />

ha un’instabilità dell’articolazione. La<br />

caviglia e il piede intero devono essere<br />

esaminati per verificare che non vi siano<br />

altre lesioni. Le prove di stabilità clinica<br />

per la rottura dei legamenti comprendono<br />

il test del cassetto anteriore (funzione<br />

ATFL) e tilt test in inversione di entrambi<br />

ATFL e CFL. Le radiografie possono<br />

escludere fratture nelle lesioni gravi o<br />

quando il dolore o la fragilità non sono<br />

associati con i legamenti laterali. Le<br />

radiografie sotto stress non influenzano il<br />

trattamento. Le distorsioni della caviglia<br />

sono classificate dai gradi da I a III<br />

(lieve, moderata o grave). Le lesioni di<br />

grado I e II si recuperano rapidamente<br />

con la gestione incruenta. Il programma<br />

di 'trattamento funzionale' prevede l'uso<br />

immediato di RICE (riposo, ghiaccio,<br />

compressione, elevazione), un breve<br />

periodo di immobilizzazione e protezione<br />

con un taping o una fasciatura, e i range<br />

iniziali di movimento e esercizi<br />

neuromuscolari. L’allenamento<br />

propriocettivo su una tavoletta oscillante<br />

dopo 3 o 4 settimane aiuta a migliorare<br />

119


early functional treatment provided the<br />

fastest recovery of ankle mobility and<br />

earliest return to work and physical<br />

activity without affecting late mechanical<br />

stability. Functional treatment was<br />

complication-free, whereas surgery had<br />

serious, though infrequent, complications.<br />

Secondary surgical repair, even years after<br />

an injury, has results comparable to those<br />

of primary repair, so even competitive<br />

athletes can receive initial conservative<br />

treatment. Sequelae of lateral ligament<br />

injuries are common. After conservative<br />

or surgical treatment, 10 to 30% of<br />

patients have chronic symptoms,<br />

including persistent synovitis or tendinitis,<br />

ankle stiffness, swelling, pain, muscle<br />

weakness and 'giving-way'. Well-designed<br />

physical therapy programmes usually<br />

reduce instability. For individuals with<br />

chronic instability refractory to<br />

conservative measures, surgery may be<br />

needed. Subtalar instability should be<br />

carefully evaluated when considering<br />

surgery.<br />

l'equilibrio e il controllo neuromuscolare<br />

della caviglia. Il trattamento per le lesioni<br />

di grado III è più controverso. Una<br />

valutazione completa della letteratura e<br />

una meta-analisi hanno mostrato che il<br />

trattamento precoce funzionale forniscono<br />

un più veloce recupero della mobilità<br />

della caviglia e un veloce ritorno al<br />

lavoro e all'attività fisica senza influire<br />

sulla stabilità meccanica. Il trattamento<br />

funzionale è stato privo di complicanze,<br />

considerando che la chirurgia ha avuto<br />

complicanze gravi, anche se poco<br />

frequenti. Secondariamente alla<br />

riparazione chirurgica, anche anni dopo<br />

un infortunio, i risultati sono paragonabili<br />

a quelli di una riparazione primaria,<br />

quindi, anche gli atleti possono ricevere<br />

un iniziale trattamento conservativo. Gli<br />

esiti di lesioni legamentose laterali sono<br />

più comuni. Dopo il trattamento<br />

conservativo o chirurgico, dal 10 al 30%<br />

dei pazienti hanno avuto sintomi cronici,<br />

compresi sinovite persistente o tendiniti,<br />

rigidità della caviglia, gonfiore, dolore,<br />

debolezza muscolare e 'ceduta del passo'.<br />

Alcuni programmi ben progettati di<br />

terapia fisica in genere riducono<br />

l'instabilità. Per i soggetti con instabilità<br />

cronica recidiva dalle misure<br />

conservative può essere necessaria la<br />

chirurgia. Un’instabilità della<br />

sottoastragalica deve essere attentamente<br />

valutata quando si considera l'intervento<br />

chirurgico.<br />

120


Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P<br />

Objective roentgenologic measurements<br />

of the influence of ankle braces on<br />

pathologic joint mobility. A comparison<br />

of 9 braces<br />

The stabilizing effect of external support<br />

(taping and nine different ankle braces)<br />

was tested in a total of 220 functionally<br />

unstable ankles. A standard surface EMG<br />

controlled stress Roentgen test protocol<br />

was used, measuring talar tilt (TT)<br />

without support and with tape bandage or<br />

brace. Different levels of TT restraining<br />

by external support could be identified.<br />

Tape bandage and two braces had a highly<br />

significant influence on the talar tilt. The<br />

mean TT without support was decreased<br />

by using from 13.4 degrees to 4.9 degrees,<br />

by using one brace to 4.8 degrees and by<br />

using another brace to 5.9 degrees. These<br />

two braces are effective for protection<br />

during functional treatment. A<br />

classification into three grades of<br />

effectiveness is proposed. It is concluded<br />

that the stabilizing influence offered by<br />

bandages and braces should be measured<br />

before using the external support as a<br />

treatment device for acute ankle sprain<br />

and as a reliable protection against sprain<br />

injuries in daily living and sports.<br />

Obiettiva misurazione dell'influenza di<br />

cavigliere su una mobilità articolare<br />

patologica. Un confronto di 9 sostegni<br />

L'effetto stabilizzante del supporto esterno<br />

(taping adesivo e nove suppoti diversi di<br />

caviglia) è stato testato in un totale di 220<br />

caviglie funzionalmente instabili. È stato<br />

utilizzato uno standard di superficie EMG<br />

controllato dallo stress test Roentgen, la<br />

misura di inclinazione dell'astragalo (TT)<br />

senza supporto e con bendaggio, taping o<br />

tutore. Diversi livelli di contenimento<br />

della TT da supporto esterno potevano<br />

essere identificati. La fasciatura del<br />

taping e due supporti hanno avuto<br />

un'influenza molto significativa sul tilt<br />

astragalico. La TT media senza il<br />

supporto è stata ridotta utilizzando da<br />

13,4 gradi a 4,9 gradi, utilizzando un<br />

sostegno di 4,8 gradi e con un altro<br />

rinforzo a 5,9 gradi. Questi due supporti<br />

sono efficaci per la protezione durante il<br />

trattamento funzionale. Una<br />

classificazione in tre gradi di efficacia<br />

viene proposta. Si è concluso che<br />

l'influenza stabilizzante offerta da bende e<br />

supporti deve essere misurata prima di<br />

usare il supporto esterno come un<br />

dispositivo di trattamento per la<br />

distorsione alla caviglia e a come una<br />

protezione affidabile contro gli infortuni<br />

di distorsione nella vita quotidiana e<br />

sportiva.<br />

121


Role of ankle taping and bracing in the<br />

athlete<br />

Adhesive tape is often used to help<br />

athletes recover from ligament sprains of<br />

the ankle or to prevent further injury. The<br />

choice of taping technique or material is<br />

often decided by personal preference,<br />

superstition, or anecdote. More recently,<br />

the use of ankle braces has become more<br />

prevalent, but reasons for their use are<br />

similarly variable. As ankle sprains are a<br />

major cause of an athlete's disability and<br />

time off sport, the choice of the method of<br />

support should be more scientifically<br />

reasoned. This paper attempts to review<br />

the literature concerning the effects of<br />

various methods of ankle support on<br />

swelling, stability, range of movement,<br />

proprioception, muscle function, gait, and<br />

performance tests. There is still some<br />

contradiction in the literature about the<br />

effects of taping and braces in both the<br />

acute and chronic phases of ligament<br />

sprains of the ankle.<br />

Callaghan MJ.<br />

Il ruolo del taping alla caviglia e il<br />

rinforzo nell'atleta<br />

Il taping adesivo è spesso usato per<br />

aiutare gli atleti a riprendersi da<br />

distorsioni ai legamenti della caviglia o<br />

per prevenire ulteriori lesioni. La scelta<br />

della tecnica del taping o il materiale è<br />

spesso deciso da preferenze personali,<br />

superstizione, o aneddoti. Più<br />

recentemente, l'uso di cavigliere è<br />

diventato più prevalente, ma i motivi della<br />

loro utilizzazione sono altrettanto<br />

variabili. Dato che le distorsioni della<br />

caviglia sono una delle principali cause di<br />

disabilità di un atleta nel tempo libero e<br />

nello sport, la scelta del metodo di<br />

sostegno dovrebbe essere più<br />

scientificamente motivata. Questo<br />

documento cerca di passare in rassegna<br />

la letteratura sugli effetti delle diverse<br />

modalità di supporto alla caviglia, sul<br />

gonfiore, sulla stabilità, sul range di<br />

movimento, sulla propriocezione, sulla<br />

funzione muscolare, sull’andatura e sulle<br />

prove di funzionamento. C'è ancora<br />

qualche contraddizione in letteratura<br />

sugli effetti del taping e dei supporti sia<br />

nella fase acuta che cronica di distorsioni<br />

dei legamenti della caviglia.<br />

122


The effect of external ankle support in<br />

chronic lateral ankle joint instability.<br />

An electromyographic study.<br />

We examined the effect of ankle taping on<br />

ankle joint stability by measuring<br />

mechanical stability using standardized<br />

stress radiographs. Anterior talar<br />

translation and talar tilt, both with and<br />

without ankle tape, were examined. The<br />

reduction of anterior talar translation and<br />

talar tilt with tape as compared to without<br />

tape was insignificant. The reaction time<br />

of the peroneus muscles was measured by<br />

electromyographic signal after a simulated<br />

ankle sprain on a tilting trapdoor. The<br />

reaction time was significantly slower in<br />

the unstable ankles of 20 athletes with<br />

unilateral ankle instability than in the<br />

stable contralateral ankles. With tape, the<br />

reaction time was significantly shortened,<br />

although not back to normal. The greatest<br />

improvement in reaction time was<br />

achieved in ankles with the highest degree<br />

of mechanical instability. Thus, the<br />

mechanism behind the function of ankle<br />

tape may be to restrict the extremes of<br />

ankle motion and to help shorten the<br />

reaction time of the peroneus muscles by<br />

affecting the proprioceptive function of<br />

the ankle.<br />

Karlsson J, Andreasson GO<br />

L'efficacia di un supporto esterno per la<br />

caviglia con instabilità cronica laterale.<br />

Uno studio elettromiografico.<br />

Abbiamo esaminato l'effetto del taping<br />

sulla stabilità articolare della caviglia,<br />

misurando la stabilità meccanica usando<br />

le radiografie con stress standardizzati.<br />

Sono state esaminate la traslazione<br />

anteriore e l’inclinazione dell'astragalo,<br />

con e senza taping alla caviglia. La<br />

riduzione di traslazione anteriore e<br />

l'inclinazione dell'astragalo con il taping<br />

rispetto ai senza taping sono state<br />

insignificanti. Il tempo di reazione dei<br />

muscoli peronei è stato misurato dal<br />

segnale elettromiografico dopo una<br />

distorsione alla caviglia simulato su una<br />

botola basculante. Il tempo di reazione è<br />

stato significativamente più lento nelle<br />

caviglie instabili di 20 atleti con<br />

instabilità unilaterale di caviglia rispetto<br />

alla caviglia controlaterale stabile. Con il<br />

taping, il tempo di reazione è stato<br />

significativamente ridotto, anche se non<br />

torna alla normalità. Il più grande<br />

miglioramento nel tempo di reazione è<br />

stato ottenuto nelle caviglie con il più alto<br />

grado di instabilità meccanica. Così, il<br />

meccanismo di base del funzionamento<br />

del taping alla caviglia può essere quello<br />

di limitare gli estremi di movimento e di<br />

aiutarli ad abbreviare il tempo di<br />

reazione dei muscoli peronei modificando<br />

la funzione propriocettiva della caviglia.<br />

123


The effect of taping on ankle stability.<br />

Practical implications<br />

Ankle ligamentous injuries are very<br />

common in sports. One of the most<br />

popular methods of supporting the<br />

weakened ankle is external support with<br />

ankle tape. The tape can be used to<br />

prevent ankle injuries, to stabilise the<br />

injured ankle to prevent further injury, and<br />

as a stabiliser during the rehabilitation<br />

phase. Of the various taping methods,<br />

basket weaves (combined with stirrup and<br />

a heel-lock) are the most effective for<br />

increasing the mechanical stability of the<br />

ankle, especially in the frontal plane (talar<br />

tilt). A combination of increased<br />

mechanical stability, decreased range of<br />

ankle motion and an improvement in the<br />

proprioceptive function of the ankle<br />

ligaments are factors associated with<br />

effectiveness of ankle taping. The major<br />

drawbacks of ankle taping are the high<br />

costs and decreased support after exercise.<br />

Karlsson J, Swärd L, Andréasson GO<br />

L'effetto del nastro adesivo sulla stabilità<br />

della caviglia. Implicazioni pratiche.<br />

Le lesioni legamentose della caviglia sono<br />

molto comuni nello sport. Uno dei metodi<br />

più diffusi per sostenere la caviglia debole<br />

è il supporto esterno con taping alla<br />

caviglia. Il nastro può essere usato per<br />

prevenire le lesioni, per stabilizzare la<br />

caviglia lesa per evitare un’ulteriore<br />

lesione e come stabilizzatore durante la<br />

fase di riabilitazione. Tra i vari metodi di<br />

taping, i basket weaves (in combinazione<br />

con supporto e un heel-lock) sono i più<br />

efficaci per aumentare la stabilità<br />

meccanica della caviglia, soprattutto sul<br />

piano frontale (inclinazione<br />

dell'astragalo). Una combinazione di una<br />

maggiore stabilità meccanica, una<br />

diminuzione del range di movimento della<br />

caviglia e un miglioramento della<br />

funzione propriocettiva dei legamenti<br />

della caviglia sono i fattori associati con<br />

l'efficacia del taping alla caviglia. Gli<br />

svantaggi principali del taping sono i<br />

costi elevati e una diminuzione di<br />

sostegno dopo l'esercizio.<br />

124


RINGRAZIAMENTI<br />

Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia.<br />

Grazie alla mamma e al babbo, per essere stati sempre presenti, per avermi<br />

incoraggiata e sostenuta in ogni mia scelta, per quell'aiuto silenzioso o esplicito<br />

che tante volte è venuto dal loro cuore. È a loro che devo tutto.<br />

Un grazie a mia sorella Giulia, che rende ogni giorno un pò speciale.<br />

Grazie ad Alessio, che in questo periodo un pò particolare, ha sopportato con<br />

estrema pazienza i miei sbalzi d‟umore e le mie paranoie, grazie per essermi<br />

sempre stato vicino, per tutti i giorni passati insieme e per quelli che verranno.<br />

Un grazie ai miei amici e alle mie amiche, in particolare Alice, che pur non<br />

avendo vissuto questi anni universitari con me, mi ha sempre aiutata, non<br />

negandomi mai un consiglio o un favore, grazie per essere stata come una<br />

sorella.<br />

Grazie a Patrizia, la mia relatrice, che oltre alla sua professionalità, mi ha<br />

dimostrato e insegnato l‟umanità di questa professione.<br />

Un grazie a tutti i miei tutor, per la loro pazienza e per tutto quello che ho potuto<br />

apprendere da loro.<br />

Grazie ad Alice, Claudio, David, Elena, Elisa, Francesco e Gabriele, i miei<br />

compagni di corso, con loro ho trascorso tre anni di studi e di amicizia.<br />

Un particolare grazie va infine al mio allenatore e alle mie compagne di squadra,<br />

soprattutto a quelle che “purtroppo” hanno ispirato la mia tesi.<br />

125

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