LE PIANTE VASCOLARI - Sdasr.unict.it

LE PIANTE VASCOLARI
•Piante terrestri
•Piante a cormo (cormofite)
PTERIDOFITE
GIMNOSPERME
FOGLIE
FUSTO
ANGIOSPERME
RADICI

Le Angiosperme, con circa 250.000 specie,
costituiscono la grande maggioranza delle piante terrestri
e sono oggi le piante terrestri più evolute
Diffusione attuale: tutti gli habitat terrestri (escluso
tundra e taiga)
ANGIOSPERME = Piante con semi racchiusi in un
involucro (frutto) che deriva dall’ovario
ANGIOSPERME

LE FOGLIE
•Svolgono la fotosintesi e la traspirazione
Morfologia
•Picciolo (f. picciolata o sessile)
•Lamina (forma, base, margine, apice)
•Semplice o composta
•Nervatura (reticolata, parallela)

IL FUSTO
•Porta le foglie e i fiori
•Assicura il collegamento tra foglie e radici tramite i tessuti conduttori
Portamento
arboreo arbustivo erbaceo
eretto rampicante succulento
Modificazioni del fusto
stoloni: crescono sopra il terreno (es. fragola)
rizomi: crescono sotto il terreno (es. Iris)
tuberi: fusti sotterranei rotondeggianti e con gemme sulla
superficie (es. patata)
bulbi: fusti sotterranei con apici protetti da guaine fogliari
carnose (es. cipolla)
cladodi: fusti aerei che sembrano foglie (es. ficodindia,
pungitopo)

LA RADICE
•assorbe acqua e sali dal terreno
•fissa la pianta al terreno
•accumula materiale di riserva
L’insieme delle singole radici forma l’apparato
radicale, che può essere:
a fittone con una radice principale
accompagnata o meno da radici secondarie
si sviluppano più in profondità
PERICOLO PER I MANUFATTI
ARCHITETTONICI

fascicolato con radici tutte più o meno
della stessa entità
si sviluppano più in superficie
PERICOLOSE PER UN MANUFATTO SE
PIANTE ARBOREE
radici avventizie si originano dal fusto o
da altri organi anziché da radici
Radici avventizie
Es. edera

Fiore spiralato di Magnolia
ANGIOSPERME
IL FIORE

Impollinazione zoogama

Impollinazione
anemogama

Frutti carnosi (drupa, bacca)
Frutti secchi (achenio, noce, samara)

La classificazione delle Angiosperme
(indicate solo le principali famiglie) Moraceae Urticaceae
Dicotiledoni
Papaveraceae Capparidaceae
Cruciferae Fabaceae
Dialipetale Malvaceae Oxalidaceae
Geraniaceae Simaroubaceae
Umbelliferae Araliaceae
Convolvulaceae Solanaceae
Simpetale Scrophulariaceae Boraginaceae
Labiatae Compositae
Liliaceae
Monocotiledoni Cyperaceae
Graminaceae

GLI ADATTAMENTI
Sono molti i fattori ambientali biotici e abiotici che
agiscono sulle piante come FATTORI LIMITANTI, in
grado cioè di condizionarne la sopravvivenza e quindi la
presenza nel territorio.
Per convivere con il loro ambiente le piante mettono in atto
una serie di STRATEGIE ADATTATIVE, accorgimenti che
consistono soprattutto in variazioni del cormo di carattere
morfologico, anatomico-strutturale e /o fisiologico

ADATTAMENTI ALLA DISPONIBILITA’
DISPONIBILITA
D’ACQUA ACQUA
La disponibilità disponibilit di acqua è senz’altro senz altro uno dei principali fattori
ambientali che influenzano la distribuzione delle piante e il loro loro
comportamento adattativo. adattativo
In relazione al fabbisogno idrico e agli adattamenti che hanno
attuato le piante si distinguono in:
•IDROFITE: IDROFITE: adattate all’ambiente all ambiente acquatico
•IGROFITE: IGROFITE: richiedono marcata umidità umidit atmosferica
•MESOFITE: MESOFITE: vivono in ambienti mesici
(senza particolari problemi di bilancio idrico)
•XEROFITE: XEROFITE: adattate a condizioni di aridità aridit

FORMA BIOLOGICA
Tipo morfologico con carattere/i di rilevanza ecologica ecologic
Sistema di Raunkiaer: Raunkiaer Adattamenti delle piante per proteggere le
gemme durante la stagione avversa (posizione delle gemme)
O Terofite: Terofite:
piante annuali che superano la stagione avversa in stato
di seme
O Geofite: Geofite:
piante perenni con gemme sotterranee (bulbi o rizomi)
O Emicriptofite: Emicriptofite:
piante perenni con gemme a livello del terreno (a
rosetta o con fusto annuale)
O Camefite: Camefite:
piante perenni a base legnosa con gemme a 20-30 20 30 cm dal
suolo
O Fanerofite: Fanerofite:
piante legnose con gemme a più pi di 30 cm dal suolo
(alberi e arbusti)

L’insieme insieme delle percentuali con cui le diverse forme biologiche
concorrono a formare la flora di un territorio si dice SPETTRO
BIOLOGICO
Poiché Poich l’Italia Italia è compresa tra fascia arida subtropicale e la fascia
umida del clima temperato, si hanno diversi spettri a seconda dei de
territori
Le terofite, ad esempio, abbondano in Sicilia, Sardegna, Puglia,
nelle zone basse e aride, mentre diminuiscono in montagna dove
aumentano le emicriptofite, abbondanti nella Padania, Padania,
Alpi e
Appennini
Appennini Spettro Biologico
H
21%
Ch
5%
NP
2%
G
9%
P
9%
T
54%

VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ DI UNA SPECIE
NEI CONFRONTI DI BENI MONUMENTALI O
ARCHEOLOGICI
FORMA BIOLOGICA: esprime gli adattamenti della pianta
alle condizioni ambientali. Definisce la durata di vita della pianta
e il suo portamento
•INVASIVITÀ E VIGORE: indica la capacità e velocità di
diffusione della pianta
•APPARATO RADICALE: con o senza fittone, estensione
CALCOLO DELL’INDICE DI PERICOLOSITÀ (I.P.)
(Signorini, 1996)

Le dimensioni dell’apparato radicale di
una pianta sono molto variabili (possono
estendersi per decine di metri sia in
superficie che in profondità)
•In ambienti aridi l’apparato radicale è
più esteso di quello di piante che
crescono in ambienti umidi.
•La superficie degli apici
radicali è normalmente acida,
ciò può essere causa di
BIOCORROSIONE.

Forma biologica Invasività e vigore Apparato radicale
0 - Piante annue 0.0 - Non reptanti 0.0.0 - senza fittone
a sviluppo normale 0.0.1 - con fittone debole
0.0.2 - con fittone robusto
0. 1 - Reptanti 0.1.0 - senza fittone
a sviluppo normale 0.1.1 - con fittone debole
0.1.2 - con fittone robusto
0.2 - A sviluppo molto 0.2.0 - senza fittone
vigoroso 0.2.1 - con fittone debole
0.2.2 - con fittone robusto
1 - Piante bienni 1.0 - Non reptanti 1.0.0 - senza fittone
e reptanti 1.0. 1 - con fittone debole
1.0.2 - con fittone robusto

Forma biologica Invasività e vigore Apparato radicale
2 - Perenni erbacee 2.0 - Muschi e Licheni 2.0.0 - senza fittone
2.1 - Erbe a crescita 2. l.0 - senza fittone
non invadente, oppure 2.1.1 - con fittone debole
sviluppo gracile 2.1.2 - con fittone robusto
2.2 - Erbe a crescita 2.2.0 - senza fittone
invadente, oppure a 2.2.1 - con fittone debole
sviluppo molto vigoroso 2.2.2 - con fittone robusto

Forma biologica Invasività e vigore Apparato radicale
3 -4 - Arbustive 3.0 - Suffrutici 3.0.0 - poco invadente
3.0.1 - mediamente invadente
3.0.2 - molto invadente
4.0 - Arbusti non pollo- 4.0.0 - poco invadente
niferi o di piccola taglia 4.0.1 - mediamente invadente
4.0.2 - molto invadente
4.1 - Arbusti polloniferi 4.1.0 - poco invadente
4.1.1 -mediamente invadente
4.1.2 - molto invadente
4.2 - Arbusti 4.2.0 - poco invadente
con polloni radicanti 4.2.1 - mediamente invadente
4.2.2 - molto invadente

Forma biologica Invasività e vigore Apparato radicale
5 - Liane 5.0 - Non pollonifere 5.0.0 - poco invadente
5.0.1 - mediamente invadente
5.0.2 - molto invadente
5.1 - Pollonifere 5.1.0 - poco invadente
5.1.1 - mediamente invadente
5.1.2 - molto invadente
6 - Alberi 6.0 - Non polloniferi 6.0.0 - poco invadente
6.0.1 - mediamente invadente
6.0.2 - molto invadente
6.1 - Con polloni di 6.1.0 - poco invadente
ceppaia 6.1.1 -mediamente invadente
6.1.2 - molto invadente
6.2 - Anche con polloni 6.2.0 - poco invadente
radicali 6.2.1 - mediamente invadente
6.2.2 - molto invadente

L'Indice di Pericolosità (I.P.) si ottiene sommando i numeri
dell'ultima colonna e varia da 0 a 10.
IP fino a 3: specie poco pericolose
IP da 4 a 6: mediamente pericolose
IP 7 e oltre: molto pericolose

Metodi di studio
per Pteridofite e
Fanerogame
Raccolta campioni d’erbario
conservazione
Identificazione chiavi analitiche
flore del territorio
Analisi qualitativa forme biologiche
habitus
apparato radicale
indici di pericolosità
Analisi quantitativa frequenza
mappatura
Analisi ecologiche indici ecologici

INDICI ECOLOGICI
Ogni specie è caratterizzata da esigenze ecologiche
particolari che possono essere riferite a indici
Indice di Ellenberg (valori da 1 a 9)
Luminosità Temperatura Umidità
Nutrienti pH Continentalità
Indice di Landolt (valori da 1 a 5)
Humus Salinità
Granulosità e porosità del suolo

TIPI DI INTERVENTO
Disinfezione distruzione dei microrganismi (batteri,
alghe, funghi)
Sterilizzazione distruzione dei microrganismi, incluse
spore e altre forme di resistenza
Disinfestazione lotta contro organismi dannosi (Piante e
animali)
MODALITA’DI INTERVENTO
Metodi chimici PESTICIDI o BIOCIDI, sostanze
chimiche che impediscono la crescita
Metodi meccanici SFALCIO, DISERBO MANUALE

Quando si ricorre agli erbicidi?
La specie invasiva cresce direttamente sul manufatto
Prima di scavi archeologici
Le specie invasiva impedisce l’accesso
La rimozione meccanica non può essere completa
Quando non si ricorre agli erbicidi?
Le specie sono prevalentemente erbacee
Sono presenti specie di interesse naturalistico
Si deve evitare l’erosione del suolo

Cosa valutare prima di usare gli erbicidi?
Categoria sistematica delle specie da trattare (Monocotiledoni,
a foglia stretta; Dicotiledoni, a foglia larga)
Tempi di applicazione (trattamenti preventivi, successivi)
Modalità di assorbimento (foglie, radici)
Portamento della pianta
Modalità di azione (contatto, sistemici, residuali)
Meccanismo di azione
Come si opera?
Diserbo totale
Diserbo selettivo
Quando si opera?
Stagione
Clima
Condizioni meteo
Come si applicano?
Irrorazione
Iniezione
Impacco
Spargimento di granuli

REQUISITI DEI PRODOTTI
Elevata efficacia
Non interferenza con il substrato
Bassa tossicità per l’uomo
Basso rischio di inquinamento ambientale
ALCUNI PRODOTTI
Glyphosate: composto fosforganico ad assorbimento
fogliare / per muschi e vegetazione erbacea
Imazapyr: derivato dell’acido nicotinico: diserbo totale /
per piante legnose (Ficus, Ailanthus)
Ossalato di ammonio: in cristalli, sulle ceppaie /
interagisce con malte e metalli
Soluzioni ammoniacali: per ailanto / ancora pochi dati