Dizionario carpinese - Giordano

Il vocabolario del dialetto carpinese
Per iniziativa del sottoscritto e con la collaborazione di moltissime persone on line (Facebook) di cui il piu’
attivo e’ stato Pietro Menonna regalo questo lavoro (incompleto) a tutti i Carpinesi, affinche’ il nostro
dialetto non si dilegui nel tempo e che, invece, potra’ essere ampliato ed arricchito di nuove e vecchie
parole omesse o tralasciate.
PREMESSA (Di Gino Giordano)
L’intento è di proporre un vocabolario del carpinese, un dialetto parlato a Carpino, piccolo paese del
Gargano in provincia di Foggia, di circa 4.500 anime, adagiato vicino al lago di Varano e al mare. Molte
parole riportate (orali e scritte) sono frutto di ricerche amatoriali, principalmente testi scritti in vernacolo e
conversazioni con anziani e “puristi” del carpinese. Essenzialmente si tratta di un dialetto, derivato dalle
lingue neolatine, che fa parte dei dialetti meridionali e quindi garganici. (1) Il vocabolario raccoglie
parole e locuzioni del dialetto carpinese, una varietà linguistica non standard della lingua italiana che difetta
notevolmente. A volte, per rendere il concetto autentico di alcune parole o frasi bisogna addirittura
ricorrere ad altre parole. Nei casi dubbi o controversi, sia per la scrittura che per la lettura, si è fatto uso di
alcune convenzioni non tipicamente tradizionali. Anche per questo motivo il vocabolario è accompagnato
da suoni registrati dall’autore, che aiuta a leggere, capire e pronunciare correttamente diverse parole. Per
parlare bene il carpinese è necessario impararlo da altri, o essere nati e vissuti a Carpino. Paesi limitrofi
come Cagnano, Ischitella, Rodi, Vico ed altri, pur utilizzando tutti dialetti garganici, si distinguono non solo
per la diversa pronuncia (a volte tanto diversa da far pensare ad un altro gruppo linguistico), ma anche per
le stesse parole scritte che risultano del tutto differenti, come negli esempi: lucertola, in carpinese vusc’chr,
in rodiano calascert; testa, in carpinese cap, in cagnanese cocc’). Del dialetto carpinese antico restano
poche testimonianze; la tradizione orale ci ha consegnato oggi un dialetto profondamente modificato
dall’influenza della scuola e dei mass media. Appena cinquanta anni fa si parlava un dialetto molto diverso
da quello dei ragazzi di oggi; vocaboli comunemente usati si sono modificati (italianizzati, inglesizzati,
modernizzati), come ad esempio: cugino (cunzuprin,sostituito da cugin), sposarsi (nzurarc’, sostituito da
spusarc’), sottoveste (cumbnazion, sostituito da sottovest), farmacia (spziarij, sostituito da farmacij),
macelleria (uicciarij, sostituita da macellerij), ecc..In questo lavoro non c’è l’ambizione di consegnare un
prodotto completamente confezionato e definitivo, anzi sarà necessario e utile far tesoro del contributo di
eventuali collaboratori, ma di offrire uno strumento per il diletto della mente e per la conservazione della
parlata dei nostri nonni.
(1) All’interno delle lingue indoeuropee si distinguono le lingue neolatine, nate dopo la caduta dell’impero
romano. Delle lingue neolatine fanno parte i gruppi linguistici italiani, all’interno dei quali troviamo i dialetti
meridionali e quindi i dialetti garganici.
Lino Bramante 22/05/2013

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Carpinese Italiano
a’mmija mmija Subito, immediatamente;
a’rtùr aratura; l’a’rtur na vovt c facev pli vov (l’aratura una volta si faceva con i buoi)
abbajà abbaiare; lu can abbajav, lu can abbaj, lu can ja bbajat.
abbalcàt calmato,
abbalchà calmare, mitigare
abballà ballare; quann c’ mang la ghatt lu su’rc’ abball (quando manca il gatto il topo
balla)
abbasc’ laggiù
abbascià abbassare
abbinghijat saziato
abbrgugnà vergognare(si); t n’ha bbrugugnà! (devi vergognarti!)
abbrutà avvolgere ; abburrit lu ghjombr ( avvolgi il gomitolo)
abbrutat avvolto, infasciato
abbuccà abboccare; sì abbuccat accom nu pesch (sei abboccato come un pesce)
abburrit imperativo di avvolgere; abburrit stu gghjombr(avvolgi questo gomitolo)
àbt abito, vestito
ac’n acino, chicco
acc’n’càt tutto indaffarato, occupato; stevn tutt accncat a r’cogghj vuliv(erano tutte
occupate a raccogliere le olive)
accalannàrj specifica ragione; c’é miss a chiagn senza accalannarj(si émesso a piangere senza
alcun ragione)
accìd ammazzare; lu fum accid tanda gend (il fumo ammazza tanta gente)
accìs ucciso(a); chi fa ben mor accis (chi fa bene muore ammazzato) prov.
accost (a) affianco(a)
accrdenz a prestito quando si comprava senza soldi nella promessa di ripagare a tempo
accucchià unire, accoppiare; Dij li fa e lu diavl l’accocchj (Dio li fa e il diavolo li unisce) prov
accucciarc’ accucciarsi; lu can c’jé accucciat (il cane si e’ accucciato)
accuccularc’ accovacciarsi , accoccolarsi
acculazzà ribaltarsi , perdere l’equilibrio, spostarsi su di un lato
acculazzat ribaltato; lu sacc d farin c’jé cculazzat ( il sacco di farina si e ribaltato)
accumpagnà accompagnare –rsi; accumpagnt p chidd megghj d te(accompagnati con quelli
meglio di te)
accumpagnat accompagnato
accuppà scavalcare
accurdà accordare; c sim accurdat sop lu prezz(ci siamo messi d’accordo sul prezzo)
accurdarc’ accordarsi, mettersi d’accordo
accuscì cosi’; la vit jé ccuscì (la vita e’ cosi’)
acqu’ Acqua
acquaquagghijat una messa insieme di cose o liquidi di cattivo gusto
add’nd’cà Addentare
adda deve; adda jì (deve andare)
addret dietro, di dietro;
addrmut addormentato;
adducà portare, recare; po t’la ddùc li solt (dopo te li porto i soldi)
addunarc’ accorgersi; c’n’je’ addunat d lu trucc (se n’e’accorto del trucco)
addurà odorare;
addurend profumato;

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adurat Adorato
agghj (l’) aglio;
agghjiustà aggiustare; jeij agghijustat la seggia rott (ho aggiustato la sedia rotta)
aggrugnà abbronciarsi; quann Marz aggrogn t fa cadé l’ogn (quando Marzo si imbrongia to
fa cadere le unghia) prov.
aggrugnarc’ imbronciarsi, mettersi di mal umore.
agguattà coprire; la gatt prim cac’ e pò agguatt (il gatto prima defeca e poi copre)
agnjdd(l’) l’anguilla pescata al lago di Varano
Agnulitt Personaggio del periodo del brigandaggio che si aggirava nei paraggi carpinesi,
nel primo ventennio dell’800 seminando terrore e morte assieme ad un’altra
banda. Quando venne preso fu messo a morte con decapitazione, allora di moda
sotto il regno dei Borboni. La sua testa fu esposta per tre giorni ad un albero sulla
piazzetta di San Cirillo. Un termine carpinese e’: te fa fa’ la fin d’Agnulitt (ti faro’
fare la fine di Agnulitt)
ajn (l’) agnello (l’)
alla scurd buio; jè lla scurd (é buio)
allasckett preso di sorpresa
allassacrès di sorpresa
alluccà urlare, gridare; c’jé miss a lluccà (si mise a gridare)
allungà allungare; allung lu pass che la strad c’accurt (allunga il passo così la strada si
accorcia)
ammacarc’ sbrigarsi; ammacht che jé tard (sbrigati che siamo in ritardo)
ammannit a portata di mano
ammasciunarc’ appollaiarsi; li gaddin c’sonn ammasciunat indlu jusidd ( le galline si sono
appollaiate nel pollaio)
ammass ammasso di grano ecc. ; lu gran c’port all’ammass (il grano si porta all’ammasso)
ammodd ammollo; lu baccala’ c’mett ammodd p duj jurn(il baccala’ si mette a rammollire
per due giorni)
ammsckà mischiare(es. le carte); ‘mmisck li cart ! (mischia le carte!)
ammuccià nascondere
ammucciarc’ nascondersi
ammuddà rammollire; la past cchjù la cuc e cchjù c’ammodd (la pasta più la cuoci e più si
scotta)
ammuddà rammollire, mettere a bagno; mitt li fav ammodd (metti le fave a bagno)
ammuddat Rammollito
ammujnarc’ farsi venire la frenesia di fare qualcosa
ammunnà estirpare erbacce nei campi coltivati
ammurtà spegnere; ammurt la luc’ (spegni la luce)
andanzj’ somiglianza, aspetto; m’ n’ sò jut all’andanzj’ (ho giudicato dall’aspetto)
angòr ancora, anche;
annacquà innaffiare; annacqua’ la rasl (innaffiare i germogli)
annicchijà nitrire come un cavallo o fare un rumore simile con la bocca
annusulà ascoltare; I parl e nsciun m’annosl ( Io parlo e nessuno mi ascolta)
app’cc’cà appiccicare; jej appccjcat li manfest nfacc lu mur (ho appiccicato i manifesti sul
muro)
apparecchj aeroplano o apparecchio in generale;
appddàrc’ ubriacarsi (sch); c’ jé appddat ( si é preso una sbornia)
appujà appoggiare;
appujarc’ appoggiarsi: m song appujat allu mur (mi sono appoggiato al muro)
appujjt appoggiati!

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apputit appetito; a te l’apputit non t manch!( a te l’appetito non ti manca!)
appuzz’tà appuntire; appzzut lu lappz (appuntisci la matita)
arà arare; la terr c’ar indl’autunn (la terra si ara in autunno)
ardich ortica; l’ardich pong’c(l’ortica punge)
arj aia (aria); ndl’arj c trebbj lu gran (nell’aia si trebbia il grano)
arr’v’ngià indovinare
arraganat (all’)
arragghjià
modo di cucinare la grugnalett (pesciolini del lago piccolissimi o acquedelle)
funghi ecc. con pane sbriciolato, prezzemolo, aglio battuto, pomodorini e
formaggio con olio d’oliva, poi messi in forno.
ragliare; l’asn arragghj (l’asino raglia)
arraggiàt arrabbiato, pieno di furore; c n’ jé vnut tutt arraggiat (se ne é venuto tutto
arrabbiato)
arrannà andare in giro, percorrere : quann jev criatur jev semb arrannan li strad(quando
ero bambino andavo sempre in giro per le strade )
arrcogghj Raccogliere
arrcunàrc’ ripararsi; li pecr c sonn arrcunat indla stadd (le pecore si sono riparate nella stalla)
arrèt di nuovo, ancora;
arrfunnà toccare il fondo, asciugarsi ; la pgnat d fav c’è arrfunnat(la pignata con le fave si é
asciugata)
arrmunnà sbucciare; li ficdinj c magn’n arrmunnat (le fichidindie si mangiano sbucciate)
arroc’l (c’) si rotola; l’ov cott c’arroc’l da sul (l’uovo cotto rotola da se)
arrpzzà rattoppare; ten li cavz tutt arrpzzat (ha i pantaloni tutti rattoppati)
arrstùt arrostito; m’song arrstut nu pesc’ alla raticl(ho arrostito un pesce alla griglia)
arrubbà rubare; chi rrobb adda jess ngappat qualche vovt (chi ruba verrà pescato qualche
volta)
arruc’là rotolare ; c n stav arruc’lann sop li chianghett ccome nu ruc’l (si stava rotolando
sopra il selciato come una pietra rotonda)
arruc’lann rotolando
arruc’lann-arruc’lann rotolando continuamente
arruc’larc’ Rotolarsi
arrumunnà Sbucciare, prevede l’uso del coltello; arrmmunn li patan (sbuccia le patate)- vedi
la m raddoppia all’imper.-Vedi anche scurcià che significa togliere la corteccia a
mano non col coltello)
arrustì arrostire; mj song arrstut na bstecc dj carn (mi sono arrostito una bistecca di
carne)
arrzzàt irsuto; tnev lu pil tutt arrzzat (aveva il pelo tutto rizzato)
àrvl Albero
ascì Uscire
asciarrà litigare, bisticciare; na vovt li gend c sciarravn alli fundan( una volta la gente si
bisticciava alle fontane)
àsn asino, somaro; asn e mul tutt nu prezz (asini e muli valgono lo stesso)prov.
assum’gghjià Rassomigliare; t’assumigghj a na c’cal plu zippr ngul(rassomigli una cicala con uno
stecchino nel culo) – per dire che torci il sedere quando cammini!
assùtt asciutto; lu temb jé ssutt (il tempo é asciutto)
att’ndà toccare, tastare; attndà lu cul alli gaddin p’vdé se t’nevn l’ov ( tastare il sedere alle
galline per vedere se avevano l’uovo)
attegn attingere; attegn l’acqu’ alla fundan (attingere l’acqua alla fonte)
atturc’ngghjat attorcigliato come un serpente
attuzzà urtare, scontrarsi; li doj machn c sonn attuzzat l’un p’lavt (le due auto si sono

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attuzzàm
scontrate)
brindiamo; mé, attuzzam sti buccher! (dai brindiamo!)
avàn avano, colore avano.
avancàrc fucile antico da caricarsi anteriormente
avèn(l’) avena(l’);
àvt(l) altro(l’); p ll’un e p ll’avt c’jann fatt fuì li vov (per l’uno e per l’altro si sono lasciati
scappare i buoi)
avv’sà avvisare; l’omn avvsat je’ mezz salvat(l’uomo avvisato e’ mezzo salvato)
avvis avviso;
avvuc’nà avvicinarsi; la nav c’jév avvuc’nat allu port (la nave si era avvicinata al porto)
azzar Acciaio
azzumàt vestito a festa; sta tutt azzumat, che si d giacchett ? (sei tutto vestito a festa, stai
andando ad uno sposalizio?
azzuppa’ urtare contro qualcosa: m song azzuppat la cap contr lu trav(ho urtato la testa
contro la trave)
azzùrr azzurro; lu mar jé azzurr (il mare é azzurro)
b’llizz belezza-e
baff baffo(i); tin li baff ccome na puzzacan! (hai i baffi come una puzzola!)
banàn banana; song sciuvlat sop na scorc’ d’ banan (sono scivolato su una buccia di
banana)
bandistr (lu) musicante, membro della banda
basètt basette; quann va dallu varver fatt tagghià li basett (quando vai dal barbiere fatti
tagliare le basette)
bastunàk carota; alli lucc’ c’ piac’n li bastunak (ai conigli piacciono le carote)
battarìj fuochi pirotecnici per terra, batteria; a Sandrocc c’ spar la battarij (a San Rocco si
spara la batteria)
bballà Ballare
bbb’lùt avvelito; m send abblut plu cavd (mi sento avvilito dal caldo)
bbòn buono(a); tu si bbon a fa nend (tu sei un buono a nulla)
bell bello-a-e-i
bellmbust pupone da strada fig. Uno che fa solo il bello a vedersi
borz Borsa
brgànd brigante
brod brodo
buccarùcc’ bicchierino; facimc’ nu buccarucc’ ( facciamoci qualche bicchiere...)
bucchèr bicchiere; nu buccher d’vin (un bicchiere di vino)
bùckl Boccoli, riccioli; tnev duj buckl sop la frond ( aveva due boccoli sulla fronte)
buffttòl buffet; mitt li tazz sop la buffttol( metti le tazze sul buffet)
bughàtt o buàtt barattolo; nu bughatt d’savz (un barattolo di salsa)
bunfac’l antica pressa per estrarre l’olio
bùrl burla, scherzo;
burlà scherzare; ja burlà pli viv e nno pli mort (devi scherzare coi vivi e non coi
morti)prov.
burr burro; lu burr a Carpin c usav poch e nnend (il burro a Carpino si usava poco e
niente)
burracc’ borraccia
burzett borsetta
buscìj bugia(e); la buscij ten li gamm cort (la bugia ha le gambe corte)prov.
buttcèdd petardo; a capdann sparavemm li buttcedd ( a capodanno sparavamo i petardi)
buttgghjòn bottiglione; nu buttgghjon d’ vin rusc’ (un bottiglione di vino rosso)

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buttigghj bottiglia
c’ còtl che si muove; teng nu dend che c’ cotl (ho un dente che si muove)
c’c’rin colore immaginario
c’cat cieco; li solt fann candà li c’cat(i soldi fanno cantare i ciechi)
c’cciuwèdd civetta; la c’cciuwedd jé la wucedd dj malagurj (la civetta é l’uccelo di male
augurio)
c’cèrchj lenticchie; mj so magnat nu piatt dj c’cerchj (ho mangiato un piatto di lenticchie)
c’falòn uragano; quess nogné na tmbstat, jé nu cjfalon(questa non é una tempesta é un
uragano)
c’gghjà prurire; m cigghj ndla recchj ( mi prurisce nell’orecchio)
c’gna’ mettere la cintura all’animale (c’gna’ l’asn)
c’lèbr cervello(i) ant.; statt zitt! mj fann mal li c’lebr(stai zitto! mi fanno male le cervella)
c’mènd cemento; p fa na cas c vonn c’mend e matun (per fare una casa ci vogliono
cemente e mattoni)
c’mndùs attaccabrighe; jé proprj nu cc’mndus! (é proprio un attaccabrighe)
c’mòrj raffreddore; agguatt’t la cap p stu fridd, se ne vu pjà la c’morj ( copriti la testa con
questo freddo, se non vuoi prendere un raffreddore)
c’narìl camino; lu vern tnim semb lu c’naril appcciat (l’inverno teniamo sempre il camino
acceso)
c’ndrèdd chiodino a borchia; li c’ndredd fann sparagnà la sol dìlli scarp (le borchie
risparmiano la suola delle scarpe)
c’ngiàr straccivendolo; sta vstut com nu c’ngiar( stai vestito come uno straccivendolo)
c’ngòmm chewing gum, cigomma
c’pddùzz lampascioni; jam fatt nu bell rot dj patan e c’pdduzz (abbiamo cucinato una bella
teglia di patate e lampascioni)
c’pòdd cipolla; sfrij la c’podd (friggi la cipolla)
c’pòdda carrer bulbo selvatico paesano; sopa Pastrumel c stann na frech dj c’podd carrer (su
Pastromiele ci sono molte cipolle carrere)
c’puddàr uno che inciampa spesso(sch); c’ n va semb scapucciann, je nu c’puddar(casca
sempre é un c’puddar)
c’ràs ciliegia; nu panar dj c’ras ( un paniere di ciliegie)
c’ròc’l cero; lu prevt t’nev nu c’roc’l mman (il prete aveva un cero in mano)
c’rùm cerume degli orecchi; pulizzt li recchj che so cchin dj c’rum (pulisciti le orecchie
perché sono piene di cerume)
c’rvatur caricamento dei covoni sui cavalli per trasportarli attraverso s’ddun alla trebbia
c’rvèdd cervello(i-a); tu tin poch c’rvedd (tu hai poco cervello)
c’stùjn tartaruga; la c’stujn jè nu lepr a rallendator ( la tartaruga è una lepre al
rallentatore)
cacc’ caccia(la);
caccà escrementi di bambini.; jittla che jè caccà (buttala che è cacca)
caccadé invece, cosa successe...., un espressione antica
caccià cacciare
cacciun cagnolino
cacciun Pesce di mare che somiglia un piccolo squalo di colore grigio marrone che si
chiama cagnolo spinarolo
cachìll caki; li cachill maturn sott la pagghj ( i caki maturano sotto la paglia)
cack escremento(degli occhi); pulizzt chidd’occhj caccus (pulisciti quegli occhi pieni di
cacca)
cacrià verso di gallo o gallina; la gaddin quann ha fatt l’ov cj mett a cacrià( quando la
gallina ha fatto l’uovo si mette a cantare)

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càdd callo(i); mj dol lu cadd (mi fa male il callo)
cadé cadere; c n’jè cadut dalli scal (é caduto dalle scale)
café caffé
cafon contadino nel gergo carpinese
càgn(la) cagna, chiave di idraulico; passm la cagn che jé stregn lu tubb ( passami la cagna
che devo stringere il tubo)
cagnà cambiare; cagnt la camisc’ che jé sporch (cambiati la camicia ché é sporca)
cagnanès persona di Cagnano
caimm traditore (voce antica) che voleva significare Caino
cajnàt cognato(a); song jut a truvà li cainat (sono andato a visitare i cognati)
cajnat’t tuo cognato-a;
calunnià calunniare
calùnnj calunnia; questa jè na vera calunnj (é una vera calunnia)
cam’sc’ camice; da vestirsi come protezione
cambàn campana; la camban sunav a fest ( la campana suonava a festa)
cambasèdd cestino per formaggio appena fatto; purtm na cambasedd d casc’ (portami un
cestino di formaggio fresco)
cambiàl cambiale; jéj fjrmat doj cambial (ho firmato due cambiali)
cambsànd cimitero; sim jut a fa na vist allu cambsand (siamo andati a fare una visita al
cimitero)
cambsantàr becchino; lu cambsandar ja scavat la foss( il becchino ha scavato la fossa)
camisc’ camicia
camsciulìn camiciola (ant); c n’jé sciut p nu camsciulin e cavznett (é uscito con camiciola e
mutande)
càn cane(gna); lu can abbaj ( il cane abbaia)
càndr vaso settico; lu candr c’ jttav ndlu carr la matin prest( il candro si buttava nel carro
settico di buon mattino)
cangèdd cancello; chiud lu cangedd ( chiudi il cancello)
cangghjòl forfora; tnev la cap tutta chien dj cangghjol ( aveva la testa tutta piena di forfora)
canigghj crusca; la canigghj c’ da alli gaddin e lli porc’( la crusca si da da mangiare alle
galline ed ai maiali)
cannarùt goloso; tu si cuscì cannarut che t’à frcat dec’ past (sei così goloso che hai mangiato
dieci paste)
cannédd cannella; la port tnev na r’tin fatt dj cannedd (la porta aveva una retina fatta di
cannelle)
cannèl candela; jéj appcciat na cannel a Sand Rocc (ho acceso una candela a San Rocco)
cannéll cannella, spezia aromatica; zucchr e cannel fann li figghj bell( zucchero e cannella
fanno le figle belle)
cannulìcchj cannellino; alla foc’ c’ stavn li cannulicchj indla ren( alla foce c’erano i cannellini
nella sabbia)
capà sciegliere; mejj capat na bella m’gghjier(mi sono scelto una bella moglie)
càp-a testa; tin la capa tost come na pret (hai la testa dura come una pietra!)
capezz (la) redine per cavalli o asini; tir l’asn pla capezz(tira l’asino con la redine)
capì capire, intendere; l’ejj capit (l’ho capito)
capòn testone; si nu capon (sei un testone)
capòn cappone; a Natal jamm accis nu capon ( per Natale ammazzammo un cappone)
capp cappa, mantello; chi lass spad e capp guaj angapp(chi lascia spada e cappa
incontra guai)
cappédd cappello; jéjj lassat lu cappedd so’p la seggj (ho lasciato il cappello sulla sedia)
cappùcc’ cavolo; com so bbon cappucc’ e patan! (come sono buoni cavolo e patate!)

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cappùcc’ cappuccio; tnev nu cappucc’ ngap (aveva un cappuccio in testa)
capsciol nastro per sarti;
capsia’ calpestare; tejja capsia’ la tripp! (ti calpestero’ la pancia!)
càr caro(a); si bell e car (sei bello e caro)
car’vùn (li)(lu) I carboni, il carbone.
carastìj carestia; dopp la carastij ven la grasc’ (dopo la carestia viene l’abbondanza)
càrc’r carcere, galera; sta semb ‘ngarc’r(sta sempre in galera)
caròt carota rossa; la carota rosc’ c’ mttev sott la cit(la carota rossa si metteva sotto
aceto)
carpnès persona di Carpino
càrr carro (settico); sim jut a jttà allu carr (siamo andati a buttare -il candro- nel carro)
carrozz carrozza tirata da cavalli nel modo classico
cart (la) carta
cartùcc’ cartuccia; o jé la cartuccj che no vvà o jé la quagghj che non pass( o é la cartuccia
che non va o la quaglia che non passa)
cartuccèr cartucciera; jé la cind chien dj cartuccj ( é la cintura piena di cartucce)
cartuncìn(alli) gioco con figurine; jamma jucà alli cartuncin? (giochiamo a figurine?)
cartungìn figurine per giocare
carusidd salvadanaio
carvunàr carbonaio; jev nir com nu carvunar (era nero come un carbonaio)
carvunghj foruncolo o bolla andata settica, infezione cutanea severa
cas casa
càsc’ (lu) formaggio; c’jé magnat pan e casc’( ha mangiato pane e formaggio)
cas-cas casa per casa
casckavàdd (lu) caciocavallo; com jé bbon lu casckavadd pli puredd! (come é buono il caciocavallo
con le pere)
càst(a) a casa tua; vattinn a cast! (vattene a casa)
castagnol (li) le nacchere
cataratt(quataratt) botola nel pavimento
catarr chitarra o catarro;
caus-ng’mndìv ragion per cui (fig); tu si la caus-ng’mndiv d’sti guai ( tu sei la causa di questi guai)
cavàdd cavallo; jé nu cavadd d’razz (é un cavallo di razza)
cavadducc’ piccoli “tentacoli”sui tralci di vite selvatica filiforme che si mangiavano o
cavalluccio, piccolo cavallo, o cavallo marino (ippocampo)
càvc’ calcio(tirare un...); c’jé miss a mnà cavc’ ccom nu mul( si mise a tirar calci come un
mulo)
càvc’ calce (la); lu cavc’nar c fa pla cavc’ e la ren ( il calcinaccio si fa con calce e sabbia)
cavciòn(lu) pizza cava riempita con cipolle, uva passa ed alici; m’é magnat nu cavcion(ho
mangiato un c.)
cavdar calderone o caldaia
cavdedd pane arrostito alla bracia con olio di oliva(si suoleva farlo allu trappit)
cavut buco; la vusckr c’je’ fccat ‘ndlu cavut (la lucertola si e’ ficcata nel buco)
càvz pantaloni; javzt li cavz prim d ssttart(alzati i pantaloni prima di sederti)
cavznétt mutande, mutandoni (ant); c n’jé sciut sop lu balcòn ‘ngavznett e papalin(se n’é
uscito in mutandoni e papalina)
càvzungèdd dolci natalizi con ceci; a Natal c’ fann struffl e cavzungedd (a Natale si fanno
struffoli e calzoncelli)
cavzungìn (li) pantaloncini
càzz pene (vol.); ja rutt lu c. (hai rotto il c...)
cazzngùl furbacchione(sch); t crdev cchjù cazzngul invec si tutt fregn( ti credevo più scaltro

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cazzòn
invece sei tutto fesso)
ragazzone(sch); stu cazzon c’ vo mett p sti criatur!( questo bestione si vuol mettere
con questi bambini!)
cc’mndus Attaccabrighe; sti quatrar sonn proprj ‘cc’mndu’s (questi ragazzini sono proprio
attaccabrighe)
cc’ttat(na) un colpo di scure; c’je’ miss a m’na’ cc’ttat cco’m-e nu pazz (si mise a tirare colpi di
accetta come un pazzo)
cc’ttòn rozzo lavoratore; si nu cc’tton e sfascia-carrozz( sei un confusionario e sfascia
carrozze)
ccett(la) accetto, scure
cchiett sfregio sulla fronte dopo una caduta o una botta
cciaccapret (lu) spaccapietre, in assenza di frantoi le pietre venivano spaccate a mano
céfl cefalo; li cefl stann a pandan ( i cefali sono nel lago)
cègn mettere la sella , cegn l’asn(sellare l’asino)
cegn (la) cintura per la sella che andava intorno alla pancia dell’animale
celèst celeste; la Madonn t’nev nu bell mand celest(la Madonna aveva un bel manto
celeste)
cèn cena, pranzo serale;
Cend Cento
cendr cresta (del gallo) o centro
céng’ straccio, strofinaccio; damm na ceng’ che vojj pulzzà ( dammi uno straccio che
voglio pulire)
cequ’l inguine;
cern(la) cenere
cérn, c’rnenn, c’rnut vagliare; jé c’rnut la farin ( ho setacciato la farina)
céss gabinetto; va allu cess (vai al gabinetto)
cévz gelso(i); c’sonn li cevz ghiang e quiddi rusc’(ci sono i gelsi bianchi e rossi)
ch’ch’cciòl zucchina; quand so bbon li chchcciol fritt!(come sono buone le zucchine fritte!)
ch’còn collo di bottiglia; tin la cap ccom nu chcon!(hai la testa come un...)
ch’gghjùn coglione(i), persona difficile (vol.); m’sta rumbenn li chgghjun! (mi stai rompendo i
coglioni); si proprj chgghjun (sei proprio coglione)
ch’nzol portare da mangiare alla famiglia del defunto, consolo
ch’rnut cornuto, anche di chi ha le corna figurate! lu vov dic’ ch’rnut all’asn (il bue chiama
l’asino cornuto)
ch’tton cotone; na vovt allu chian c’chiandav pur chtton(una volta al piano di Carpino si
piantava anche cotone)
ch’tùgn cotogna; m’ piac’ la marmllat d’chtugn (mi piace la marmellata di cotogne)
chcòn collo di bottiglia o di cic’n
chcùl gufo; li chcul jesc’n la nott (i gufi escono di notte)
chèsc’ formaggio, cacio (ant); so bbon li maccarun plu chesc’!(son buoni i maccheroni col
cacio!)
chiajun lenzuolo (ant.); c’jej dat dui par d’chiajun e na mmuttit (le ho dato due paia di
lenzuola e una imbottita)
chian-chian pianissimo
chianghett selci o ciottoli per la pavimentazione fatti di pietre più o meno squadrate
chiappimm Birichino(voce antica)
chicchr Una specie di tazzina da caffé
chiss questi; chiss a quà (questi quà)
chjàgn piangere; c’é miss a chiagn ccome nu criatur(si é messo a piangere come un
bimbo)

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chjàn piano; vattinn chian chian (vattene piano piano)
chjàn (lu) pianura; indlu chian c sumend na frech d gran (nella piana-di Carpino-si semina
molto grano)
chjànd pianto; c’é fatt na cap d chiand a lagrm gross (si é fattouna testa di pianto a grosse
lacrime)
chjanedd pianelle, babbucce; mitt’t li chianedd e rpus’t (mettiti le babbucce e riposati)
chjangh (la, na) Macigno, grande pietra; lu foss jev chius da na chiangh(il fosso era chiuso con una
lastra di pietra)
chjanghett pietra levigata di selciato; la chiazz d Carpin jev fatt a chianghett (la piazza di
Carpino era pavimentata co pietre levigate)
chjànt pianta; ejja ccattat doj chiant d lacc’ (ho comperato due piante di sedano)
chjantà piantare; jamm chiantat doj v’rsur d’gammett (abbiamo piantato due ettari di
piantine di olive )
chjavà amare (volg); alli giovn c piac’ chiavà ( ai giovani piace chiavare)
chjavà tirare; se no’lla funisc te chiavà nu sckcaff( se non la smetti ti tirerò uno schiaffo)
chjav-ngles(la) chiave inglese; passm la c. che vojj stregn stu bullon(passami la chiave inglese che
voglio stringere questo bullone)
chjèn, piene
chjèr’ch chierico o la chierica;
chjès’j chiesa
chjett(na) spaccatura sulla fronte o in testa con cicatrice da seguire
chjin pieno
chjòv chiodo; ja fccat nu chiov plu martedd (ha conficcato un chiodo con il martello)
chjòv piove(re); sonn dec jurn che chiov! (sono dieci giorni che piove)
chjovt(lu) pioggia(la); dopp lu chiovt ven la secc’t (dopo la pioggia viene la siccità)
chjù più; chiù t’send e cchiù d’vind nzstus ( più ti sento e più diventi insistente)
chlùmbr fioroni; prim d’lli fic ven’n li clumbr (prima dei fighi vengono i fioroni)
chmmògghj fardello; c n’jé sciut p’ nna chmmogghia ‘ngap (se ne uscì con un fardello sulla
testa)
chmmùn limone; jamm che so bell li cchmmun, d cev lu rurian ( dai che sono belli i limoni,
diceva il venditore ambulante di Rodi)
chtugn cotogno
cià devi; cià perd li spes (devi perdere le spese)
ciacciacòl gazza; li ciacciacol fann li nid pli frasc (le gazze fanno i nidi con le frasche)
ciambàn zanzara; m’ha pung’cat na ciamban (mi ha punto una zanzara)
ciammarìch lumaca; camin lend lend com na ciammarich (cammini piano come una lumaca)
ciàmp zampa (e); ten doj gamm secc come cciamp d gaddin(ha due gambe secche come
zampe di gallina)
ciangius piagnucolone
ciapp si usa in sartoria fermaglio
ciardà bruciare; ciardà nu manocchj d fav p fa li fav arrstut(bruciare un covone di fave per
arrostirle)
ciavattìn ciabattino o lavoratore poco raffinato; si nu ciavattin (sei un ciabattino)
cic cic voce per chiamare il maiale
cìc’ ceci; cic pla past (ceci con pasta)
cìc’n giara di terracotta per acqua; l’acq’c’ tnev fresc’c indlu cic’n (lacqua si conservava
fresca nel...)
cicerchj lenticchie più grandi
cifr (lu) lucifero, il demonio
cigghj ciglia; m’ jé jut nu cigghj indl’occhj ( mi é andato un ciglio nell’occhio)

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cimaredd vegetali selvatici molto teneri e gustosi
cind cintura; mittàt na cind p’non t’fa cadé li cavz(mettiti una cintura per non farti
cascare i pantaloni)
Cing Cinque
ciomm (na) donna ridicola e senza gusto; si na ciomm (sei una donna ridicola)
ciopp(lu) zoppo (lo)
ciotta-ciott grassoccia
cirr tentacolo; cirr d secc’, d pulp e d calamar(tentacolo di seppia, polpo e calamaro)
cìt aceto; la ’nzalat c conz p’lloghj e cit (l’insalata si condisce con olio e aceto)
cìt (la) aceto
ciucclatèr caffettiera; sta semb pla ciucclatera mman! (sta sempre a fare caffe)
Ciunguand Cinquanta
ciutt, ciott ciotto, grassotto; na femna ciotta ciotta (una donna grassoccia), masch.ciutt
ciutt-ciutt grassoccio
cluchat coricato;
còc’ cucinare; vojj coc’ na vast d’ (voglio cucinare una fatta di fave); jé cott past e cic
(ho cotto pasta e ceci)
còcc’l cozza; li cocc’l so bbon plu such e spaghett (le cozze sono buone al sugo con gli
spaghetti)
còcchj coppia; li fregn vann a cocchj ( i fessi vanno a coppia)prov.
còdd collo; ten nu codd long com na g’raff (ha un collo lungo come una giraffa)
còdd colletto della camicia; lu codd d’lla camisc’ jev tutt mbusmat(il colletto della
camicia era tutto inamidato)
coddch cotenna di maiale
cod-d-cifr tromba d’aria; c stevn doj cod-d-cifr inda pandan (c’erano due trombe d’aria sul
lago Varano)
còffl buccia; l’uv ten lu coffl e la banan la scorc (l’uva ha il... e la banana la buccia)
còffl involucro; lu coffl d’penn, lu coffl d’gran-dinj(l’involucro della biro, l’involucro del
mais)
cogghj cogliere o colpire; jam a cogghj li c’ras; tir e cugghjc (andiamo a cogliere le ciliegie;
tira e colpisci)
colp-in-arj fuochi artificiali in aria; a Sandrocc c sparn li...( a San Rocco si sparano i colpi in
aria)
cong (la) recipiente per fare il bucato
còppl berretto; la coppl c la mttevn li cafun; li galandomn c mttevn lu cappedd (la c.
veniva messa dai contadini ed i galantuomi usavano un cappello)
còr cuore; cor d mamm accom t vojj bben!(cuore di mamma, quanto ti voglio bene!)
còrj cuoio; la pedd d vacc quann jè stat cungiat c chiam corj ( la pelle di vacca quando é
stata conciata si chiama cuoio)
còrj pelle (sch); sta bstecc jé tost accome lu corj (questa bistecca é dura come il cuoio)
corn corno
corp corpo; lu corp d’Fnanz, lu corp forestal, anm e corp (il corpo della Finanza, il corpo
fortestale, anima e corpo ecc)
corr correre; curr alla via nov che ce stat nu scondr (corri alla strada che c’e’ stato uno
scontro)
cors corso
cort corte
còs cosa;
còss coscia; coss d gaddin, coss d’agnell, belli coss (coscia di gallina, coscia d’agnello,
belle cosce ecc)

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còstl costole; li costl stann indlu pett (le costole stanno nel petto)
còtl (c’) muove (si); quistu tavulin c’ cotl, mittc na zeppl(questo tavolino si muove , mettici
una zeppa)
cott cucinato, cotto; lu ris c’é cott ma la carn jé angor crud ( il riso si é cotto ma la carne
é ancora cruda)
cozzch crosta che si forma dopo una ferita
cr’scend (lu) lievito di pane che si ottiene attraverso fermenti come il lievito di birra
crà domani; quanne cra jamm j allu vosch p’llen(domani andremo al bosco per legna)
cragn mucchio di roba; teng nu cragn d rrobb da lavà (ho un cumulo di roba da lavare)
cràp capra; salut e frasch ja ditt la crap( salute e frasca disse la capra)
crap (la) capra
crapar capraio
crapétt capretta(o); com jé saprit lu crapett allu rot pli tapan e c’pdduzz! ( quanto é
saporito il capretto al forno con patate e lampascioni!)
crèp capra(ant); che t’vù rraggià t’ha fr’chet na crep da sul! ( che ti prenda un malanno
ti sei mangiato una capra da solo!)
criatùr creatura (bambino); jé nu bell criatur ciutt ciutt! (é un bel bambino paffutello)
crsc’ndedd lievito di pane che si trasferisce di volta in volta conservando un po’ della massa
lievitata. A volte si scambia va fra vicini di casa per fare il pane.
cruedd cesta fatta di paglia
crusck crespo o di cattivo umore; c jé javzat crusck crusck (si é alzato di cattivo umore)
crusck-crusck indolenzito; c’je’ javzat crusck-crusck (si e’ alzato tutto indolenzito)
cucc’(la) cuccia; lu can c’é miss a cuccià ( il cane é andato a cuccia)
cucc’(lu) cavia, porcellino d’India anche chiamato surc’dìnj
cucchiàr(la) cazzuola; la cucchiar serv p’mett la cavc’ alli matun (la cazzuola serve per spalmare
la calce sui mattoni)
cucchjàr(la) mestolo (il); la cucchiar serv p’musc’tià la m’nestr(il mestolo serve per mescolare
la minestra).Dim. : cucchjaredd
cucchjarìn cucchiaio o cucchiaino; nu cucchiarin d’zuccr, nu cucchjarin d’m’nestr (un
cucchiaino di zucchero, un cucchiaio di minestra)
cuchigghj tellina(e); alla foc’ c’stevn na frec d’cuchigghj’ indla ren(alla foce di Varano c’erano
molte telline nella sabbia)
cucìn cucina; la cucin d’cas jé na zica stritt ma va bbon lu stess (la cucina di casa é un pò
stretta ma va bene lo stesso)
cudacchj rete per appendere le noci o altro dal soffitto
cugghj(la) ernia; a furj d’ sfurzarc’ c’jé sciut la cugghj (a furia di sforzarsi gli é uscito un ernia)
cugghjc’ colpisci; mir e cugghjc’(mira e colpiscici)
cugn’ndur congettura, apprezzo, opinione personale
cùl (ngul) culo(nel culo); se no’lla smitt t’é pjà a cavc’ ngul (se non la smetti ti prenderò a
calci nel c.)
culà colare;
culaziun colazione
culunnett (la) comodino ai lati del letto;
cumbitt confetto; va sficch lu cumbitt mmocc allu porc’(vai a togliere il confetto dalla bocca
del maiale)pr.vedi anche cunfitt
cumbnaziòn sottoveste; giacc, sciucc e cumbnazion jevn robb che li femn c’mttevn (giacca,
sciucca e sottoveste erano indumenti che le donne vestivano)
cuminz Comincia imp. di cumnzà (cominciare)
cummàtt avere a che fare; steng a cummatt pli criatur (ho a che fare con i bambini)
cummattenn (steng) facendo qualche cosa (sto);

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cumnzà cominciare
cumnzat cominciato(a)
cumpagn compagno-a
cumpanaj companatico; robb che c’ magn plu pan (cosa che si mangia col pane)
cumpari’ fare buona figura
cund Conto, per conto di( p’ccund d’)
cundandezz contentezza
cunfitt (lu) confetto si puo’ dire anche cumbitt (voce piu’ antica)
cung’-cung’ aggiustato per bene fig. ubriaco
cunsigghj consiglio(i); li bbon cunsigghj non c’paghn ( i buon consigli sono gratis)
cuntà contare
cunzà condire: cunz la nzalat (condisci l’insalata), tann cunzat? (Ti hanno dato una
lezione?)
cunzuprìn cugino(a); j t’ so cunzuprin! (ti sono cugino!)
cunzuprin’t tuo cugino
cuppìn mestolo per brodo; nu cuppin d’ brod e 30 ac’n d’past jev lu past d’lli carc’rat(un
mestolo di brodo con 30 chicchi di pasta era il pasto dei detenuti)
curàdd corallo; lu curadd po jess na pallin o na chianda marin( il corallo può essere una
pallina o una pianta marina)
curièr autobus(corriera); la sit, la c., la pustal, lu pulman sonn la stessa cos( sinonimi di
corriera)
curr corri!;
currev correva; currev a cul rapett (correva a più non posso)
curriv risentito, risentimento; C’je’ fatt curriv (ne ha risentito)
curt corto
curtédd coltello; lu curtedd ammulat tagghj megghj (il coltello affilato taglia meglio)
cuscì cucire; j cosc, tu ja csciut, jss jadda cuscì (io cucio, tu hai cucito, lui cucirà)
cutlà muovere(rsi); la terr c’jé miss a cutlà, jev nu tarramut ( la terra si mise a muoversi,
era un terremoto)
cutlàrc’ muoversi; sta segg c cotl! mbe, mittc na zeppl (questa sedia si muove! bene,
mettici una zeppola)
cuzzétt occipite; tin nu bell cuzzett tunn tunn(hai un bell’occipite tutto rotondo)
D’ciannov Diciannove
D’ciassett Diciasette
D’ciott Diciotto
d’jtal Uccellino che vive nelle siepi
d’jtal ditale
d’jun digiuno o chi é digiuno;
d’nd’kia’ morsicchiare; li surc’ jann d’nd’kiat lu casc’ (i topi hanno morsicchiato il cacio)
d’tàl ditale; li sart e li sartin usn lu dtal p no pung’càrc’(i sarti e le sartine usano il ditale
per non pungersi)
d’vndà diventare
da da, dare; jejja da na bott allu cerchj e n’avt alla vott (dovrò dare una botta al
cerchio ed un’altra alla botte)
dammaj danno
ddòr odore; send na ddor d’pesc’ mort (sento un odore di pesce morto)
ddurà odorare
dduràt olfatto, odorato; se tagghj li baff alla gatt, perd l’addurat(se tagli i baffi al gatto
perde l’odorato)
ddurmì dormire; jé bbon addurmirc’ prest e javzarc’ prest (é buono andare a dormire

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debbt (lu, li)
presto ed alzarsi presto)
debito(i) debiti; li debbt non c’n’ vann mai d’acìt(i debiti non vanno mai a male)
Dec’ Dieci
diàvl diavolo;
diavulìcchj peperoncino; si ccom nu diavlicchj indla cit( sei come un diavoletto nell’aceto)
dic’ dire
dintr dentro
dìt dito(a); ogne man ten cing dit (ogni mano ha cinque dita)
dnùcchj ginocchio(i); lu dnucchj sta fra la coss e la gamm (il ginocchio sta fra la coscia e la
gamba)
dopp dopo
dovc’ dolce
drèt dietro; dret jé lu cuntrarj d ‘nnanz(dietro é il contrario di avanti)
dsgraziàt sciagurato (fig); jé nu povr dsgraziat (é un povero disgraziato)
dsgràzj disgrazia; tu si na vera dsgrazj (sei una vera disgrazia)
dtalìn(fa nu) piccolo ditale o detto di masturbare di donna(fig);
dtòn alluce; jé lu dit gross d’llu pèd( é il dito grosso del piede)
Dudc’ Dodici
Duj Due
dulé dolere, far male
Duménch Domenica
dùr dura, dal verbo durare
durmì, dorm, drmut dormire, dorme, dormito
erpcià erpiciare (dopo arato); dopp sumndat c jerpceij(dopo la semina si passa l’erpice)
f’cetl Uccellino che si trovava nella zona di Carpino
f’ckà ficcare; ti si fccat a mezz ccome mrcludì (ti sei ficcato in mezzo come mercoledi)
f’nucchjdd finocchietto selvatico molto profumato e buono a mangiarsi cotto o crudo
f’rì, f’rut, ferire, ferito
f’rìt ferita; ten na f’rit sop la cap da na padd d sfruscett(ha una ferita sulla testa da una
pallottola di striscio)
f’rrétt piastre a mezzaluna per protezione di suole ;
f’ssarìj fesseria, stupidaggine ; tu dic na frec d fssarij (tu dici molte fesserie)
f’ssiat preso in giro;
f’ssiat na una preso in giro;
f’ssijà scherzare
f’ssjà scherzare
f’tà, fèt, f’tat fare l’uovo, dirsi di gallina; la gaddin sta f’tann (la gallina sta facendo l’uovo)
fa fare
fàcc’ faccia, viso; tin la faccia ndrcat e li recchj chjn d tunz (hai la faccia sporca e le
orecchie piene di sudiciume)
facciòml barbagianni; faccia brutta(sch); tin la facc d nu faccioml(sembri un b.)
facenn facendo
fajedd (la,li) favilla, scintilla;
falhunett falco
fàm fame; l’artist pla fam jà pers la vist (l’artista per la fame ha perso la vista)
fandàsm fantasma(donna strana); c’ muvev ccom na fandasm (si muoveva come un
fantasma)
fanòj falo’; alla Cuncett c’app’cciav la fanoj (alla festa dell’Immacolata Concezione si
accendeva il falò)
fàrf moccio; stujt lu farf dallu nas (pulisciti il moccio dal naso)

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farfùs moccioso, anche fig; jè nu farfus (é un moccioso)
farnar un setaccio a larghi buchi per scegliere le fave
farnat polenta
fascedd recipiente di vimini o paglia per la ricotta appena fatta;
fasin recipiente di terracotta per olive ma più piccolo del trmon
fasòl fagiolo-i
fasòl fagiolo; tropp fasol fann fa li pedt (troppi fagioli fanno fare le scorreggie)
fatghà faticare, lavorare
fatìgh fatica(lavoro); jè megghj fatghà d mend che d vrazz (é meglio lavorare di mente
che di braccia)
fatt fatto, accaduto;
fatt (nu) un racconto, una favola
fattaredd raccontino, favoletta
fatt-e-nnénd gioco con monete; quann javemm quatrar jucavemm a f.( quando eravamo
ragazzini giocavamo a f.)
faugn (lu) vento caldo del deserto che apporta siccita’ e caldo afoso
fàv fava-e
fàv fava(e); na bella pgnat d fav d Macchia r’tonn(una bella pignata di fave di Macchia
rotonda)
favc’(la) la falce
favurì favorire
favurisc’ favorisci!
fazzatòr madia(per impasto); lu mass d lu pan c ‘mbastav indla fazzator (la massa del pane
si impastava nella f.)
fazzlétt fazzoletto; plu fazzlett j m stoj lu nas(col fazzoletto io mi pulisco il naso)
fécht fegato; com jé bbon lu fecht d gaddin fritt plu vin e c’podd (come é buono il fegato
di gallina fritto con vino e cipolla)
fémn donne; tutt li femn d’llu pajes na vovt attgnevn l’acqu’ alli fundan (tutte le donne
del paese una volta attingevano l’acqua alle fonti)
fénz recinto; jè fatt na fenz atturn p fa sta li nmal ( ho fatto un recinto per gli animali)
ferr ferro;
ferv bollire ; la tiell ferv, mìn la past(la pentola bolle , butta la pasta)
fiaschett fiaschetta
fiaschett (la) tipico fiasco carpinese per bere il vino a volte si metteva uno stecchino di
amarena per darci un sapore particolare
fìch fighi; li fich c’ponn magnà matur e s’ccat ( i fighi si possono mangiare maturi e
secchi)
fìch (na) bella ragazza(sch); jè na bella fich(é una fica)
fichdìnj fighid’indie; li f. ten’n li spin e janna jess arrumnnat ( le f. hanno le spine e
debbono essere sbucciate)
fièn fieno; lu fien c’ da da magnà alli cavadd, asn e vacch(il fieno si da in pasto ai
cavalli, asini, e mucche)
figghj figlio-a-i-e
fin-fin molto sottile o buono
fìsckl dischi di corda per spremere olive; li vuliv macnat c spremn indli fisckl sott la press
( le olive macinate si spremono dentro i f. e sotto la pressa)
fitt fermo
fitt-fitt molto fermo
fòddch fologa(uccello); li foddch passavn p pantan na vovt all’ann e li pscatur li facevn la
mèn ( le fologhe passavano per il lago di Varano una volta all’anno ed i pescatori le

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fògghj
cacciavano)
verdura; pan’cott pli fogghj jev lu magnà d li puvrett(pan cotto con la verdura era
il pranzo dei poveri)
fòrfc’ forbici; pli forfc’ c’ tagghj la cart e la robb ( con le forbici si taglia la carta e la
stoffa)
fr’cà rubare, o mangiarsi qualcosa; m so fr’cat nu piatt d maccarun (ho mangiato un
piatto di maccheroni)
fr’cà fregare, avere il sopravvento su qualcuno
fr’gnàt stupidaggine(sch); quiss dic’ semb frgnat ( questo dice sempre fesserie)
fr’sckà fischiare; c n’ jev frsckann pla chiazz (se ne andava fischiando per la piazza)
fr’séll biscotto rot. picc.; a Pasquà c fann frsell e tarall (a Pasqua si fanno freselle e
taralli)
fr’vut bollito; sop lu cott l’acqua frvut (sopra la scottatura l’acqua bollita)
frabb’c costruzione edile
frabbcator muratore
frac’t guasto, marcio, anche di persone corrotte; tu tìn la capa frac’t( hai la testa marcia)
fràt fratello; frat e sor c’avrijna vulé bben (fratelli e sorelle si dovrebbero amare)
frat’t tuo fratello
fratt siepe
frcann-frcann sottraendo illegalmente, continuamente
frcatùr fregatura, guaio; sim ‘ngappat ind na bella frcatur (siamo incappati in una bella
fregatura)
frèca-frèch rubare continuo; inda stu cmun c sta nu freca-frech e nu magna -magn (in questo
comune c’é molta corruzione)
frecht! fregati!; frecht a tte padd’t quand si fregn!(fregati te e tuo padre quanto sei fesso!)
frègn vagina (vol);
frègn stolto, fesso (sch); sti fregn d quatrar stann semb a rromb la cap (questi fessi di
ragazzi stanno sempre a rompere la testa)
frèt fratello(ant); jé ccome frat (é come fratello)
frìdd freddo; fa fridd e c’ vò nu cappott p scì fòr ( fa freddo e ce bisogno di un cappotto
per uscire)
frisck fresco
frisck fischio
frisck (allu) al fresco
frònn foglia; sta ccome nu gridd sop la fronn (sta come un grillo sulla foglia)
frovl-frovl soffice come una focaccia
frowl-frowl soffice soffice come un buon panettone
frsckà fischiare
frunghl foruncolo, eczema
frùsc’ foglia secca di mais; tnev nu saccon chjn d frusc (aveva un materasso rustico pieno
di f.)
frustèr forestiero, di un altro paese; o anche ospite in termine figurato.
fuggiàn persona di Foggia
fùgn fungo (i); li fugn zappin sonn megghj d chidd d card(i funghi di pini sono migliori di
quelli di cardi)
fugnatùr fogna; a Carpin la fugnatur jé arruvat tropp tard (a C. la fogna é arrivata troppo
tardi)
fuìn faina; la fuin accid na frech d gaddin (la donnola ammazza molte galline)
fujì scappare, fuggire
fujienn e scappann correndo sempre

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fujienn-fujienn scappando continuamente
fulcàr felce; la fulcar che crescev indli vosc jev usat p mett alli murtorj (la felce che
cresceva nei boschi si usava per i funerali)
fulim fuliggine
funarigghj solidi mischiati con liquido dando un aspetto torbido
funì finire; jé megghj a funì che cumnzà (è meglio finire che incominciare)
funisc’ finisci!
furcédd forcella, anche una minaccia; teng post na furcedd p te( ho qualcosa da farti
scontare)
furcìn forchetta; na furc’nat d spaghett( una forchettata di spaghetti)
furmich formica
fus fuso per filare
g’dut Goduto
g’lat(lu) gelato
gabbà scherzare, gabbare, prendere in giro
gàdd gallo; lu gadd ten la cendr (il gallo ha la cresta)
gaddìn(la,li) gallina; la gaddin fa l’ov e llu l’ingenn,ngul ( la gallina fa l’uovo ed al gallo si irrita il
sedere)
gadducc’ (lu) Il galletto
gaggiòl gabbia, stia; la gaggiol pli gaddin (la gabbia per i polli)
gamasc’ protettori di gambe fatti di pelle di capra usate dai pastori
gàmm gamba; non fa lu pass chiù long d la gamm ( non fare il passo più lungo della
gamba)
gammaréll gambero; li gammarell p’ccnenn sonn bbon scorc e tutt(i gamberetti sono buoni
anche con tutta la corteccia)
gammétt piantine di olive; jamma chjantà li gammett (dobbiamo piantare le piantine di
olive)
gàtt gatto(a); la gatt ngapp lu surc’ (il gatto prende il topo)
gattammùcc’(alla) gioco a nascondino; jamm jucat alla g.( abbiamo giocato a nascondino)
gattarédd gattino; na gatta picc’nenn (una piccola gatta)
gazzàrr banchetto; prim d Natal li sart facevn la gazzarr (prima di Natale i sarti facevano la
g.)
gghjegghjr balbuziente
gghjèt bietola
gghjombr gomitolo; abburrit stu g. ( avvolgi questo gomitolo)
gghjtùn bietola selvaggia; nu pdalicchj d g. (una pianta di g.)
ghainédd carruba; li gainedd c ponn pur magnà ( le carrube si possono anche mangiare)
ghastma’ bestemmiare
ghav’tàrc’ evitarsi; ghavtàrc’ dalli pzzent arrccut(evitarsi dai mendicanti arricchiti)
ghavt o havt truogolo per maiali
ghavtà evitare; t’ha ghavtà dalli p’ricl d’lla strad( devi evitare i pericoli della strada)
ghjaccià ghiacciare
ghjàng bianco; jé ghiang come la nev (é bianca –o come la neve)
ghjanghià imbiancare a calce; jamm ghianghiat la cas (abbiamo imbiancato la casa)
ghjanghjator imbianchino, colui che imbiancava le case con calce disciolta in acqua
ghjànl ghianda(e); li ghianl fann ‘ngrassà li porc’(le ghiande fanno ingrassare i maiali)
giargianes uno che parla una lingua diversa da tutti gli altri; parla’ giargianes (parlare in
un’altro linguaggio)
giàrl giara; tnim na giarl chjen d vuliv salat(abbiamo una giara piena di olive salate)
Giuv’dì Giovedì

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gnaccà imbrattare, macchiare; li penn na vovt jevn a gnostr che gnaccav(le penne una
volta erano ad inchiostro che macchiava)
gnòstr inchiostro; lu gnostr c’ tnev indli calamar(l’inchiostro si teneva nei calamai)
gnott inghiottire; prim mascjc e pò gnutt! (prima mastica e dopo inghiotti)
god gode
gòmm gomma; la gomm serv pur p cang’llà( la gomma serve anche per cancellare)
gramègn gramigna (erbaccia); la gramegn indlu gran na vovt c’ammunnav( la gramigna nel
grano una volta si estirpava a mano)
gràn grano; lu gran c sumend a novembr(il grano si semina a novembre)
gran’dìnj mais, granturco; lu grandjnj serv p fà la pulent(il granturco serve per far polenta)
gràn’n grandine; la gran’n jé na ruvin pla frutt (la grandine é una rovina per la frutta)
gràsc’ abbondanza; dopp la grasc’ ven la carastij(dopo l’abbondanza viene la carestia)
gràst vaso; teng na grast pli geranj sop lu balcon(ho un vaso con gerani sul balcone)
grastat castrato, di agnello o capretto
grastàt castrato; lu grastat jé pur n’ajn p jess ngrassat(il castrato é anche chiamato un
agnello maschio per essere ingrassato)
gratta-casc’ grattuggia; passm la grattacascj (passami la g.)
graziun preghiere, orazioni
grest acerbo
grìdd grillo; sta trmann ccome nu gridd jlat( stai tremando come un grillo indirizzito)
grìn fianchi umani; m dol’n li grin plu tropp sforz(mi fanno male i fianchi per il troppo
sforzo)
grògn bernoccolo; t si fatt nu grogn ‘ngap( ti sei fatto un bernoccolo in testa)
grugnalétt alici piccole del lago; la grugnalett c’magn cap e tutt(la g. si mangia con tutte le
teste)
gruscìl stomaco di pollo; li gruscil sonn bbon fritt, pla c’podd e vin ghjangh( i g. sono buoni
fritti, con cipolla e vino bianco)
guadagnà guadagnare
guardamacchj pantalone fatto di pelle di capra
guarda-pass serpentello velenoso; lu g. addov t’ mocc’ch a ddà t’lass(il g. dove ti morde la ti
lascia)prov.
gudé godere
ha, ha voce per esortare l’asino o il cavallo
havt o ghavt truogolo per maiali
hazzign espressione per dire pieno di voglia di fare : ojj si’ hazzign (oggi stai in forma)
I , j io; i song (io sono)
J, I Io pronome personale, prima persona singolare
j’làt gelato; si ndscut com nu gridd j’lat (sei indirizzito come un grillo gelato)
j’lat (la) La gelata(brina)
j’ttà gettare, buttare; parol mij jttat allu vent(parole mie buttate al vento)
J’ttà allu tocc Tirare a sorte fra due o più persone conteggiando le dita di una mano che si
buttava simultaneamente (come alla morra). Si decideva prima da chi cominciare
la conta. Quello che vinceva era l’ultimo nel conteggio.
jamm-jà andiamo velocemente
javzà alzare; j m so’ javzat alli ott (io mi sono alzato alle 8)
jénr genero; lu jenr jé lu marit d’lla figghj ( il genero é il marito della figlia)
jèr ieri; a jer so’ stat a fatgà (ieri sono stato a lavorare)
jérv erba; la jerv c’la magn’n li pechr(l’erba se la mangiano le pecore)
jerva-jerv per i campi erbosi
jess essere o lei; jess jadda jess chiamat (lei deve essere chiamata)

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jett butta; non c’jett (non si butta)
jì andare; jejja ji a truvà la jerv plu presepj
presepe –muschio-)
(debbo andare a trovare l’erba per il
jiacc’(lu) ghiaccio
jii voce per fermare il cavallo o l’asino
jìss lui; jiss c’n jè jut priat priat (se ne andò tutto contento)
jitt butta!
jlus geloso
joch gioco
jott (la) La jott e’ l’acqua torbida da buttare via dopo aver fatto il bucato
jowl-jowl leggerissimo
jttà gettare; jittla che t fa mal alla salut !(buttala che ti fa male alla salute!)
jucà giocare; jamm a jucà alla pall(andiamo a giocare alla palla)
jumént cavalla per trasporto; la jument tnev nu vannin(la giumanta aveva un cavallino)
jurn (nu) un giorno
jùs scantinato;indlu jus tnevn li lucc(nello scantinato avevano i conigli)
jusìdd chiusino (per polli); indlu jusidd tnevn li gaddin(nel j. avevano le galline)
just-just quando basta
juva’ giovare
Jvzarc’ alzarsi
l’ggiùt letto(p.p.); jejja legg nu libr (debbo leggere un libro)
l’nd’rniànn (j) andare a zonzo; c n jev l. pla campagn(se ne andava a zonzo per i campi)
l’ttèr letto rustico riempito di foglie di mais (frusc’)
l’ttèr letto rustico; indlu pagghjar c’ stav na l’tter(nella capanna c’era un letto rustico)
l’ttùr lettura; lttur jè bbon plu c’rvedd(la l. è buona per il cervello)
l’utm l’ultimo
la la
làbbr labbri(i-a); tin dui labbr che par’n castagnol( hai due labbri che sembrano
nacchere)
lacc’ sedano; damm na gamm d laccj (dammi una pianta di sedano)
lacc’prevt arciprete; sbaglj pur l. sop la vutar!( sbaglia anche l.sull’altare!)prov
laghn tagliatelle,
lamb, lamp lampo; dopp lu lamb ven lu vumt(dopo il lampo viene il tuono)
lambasciùr abat-jour, paralume; lu l. stav sop la tavl (il p. stava sulla tavola)
làp ape; li lap fann lu mel e la cer(le api fanno il miele e la cera)
lapìj pentolone per bollire; je cott nu lapij d maccarun pla fest( ho cucinato un l. di
maccheroni per la festa)
lapòn calabrone; sta semb ndli recchj ccom nu lapon(sta sempre-a ronzare- nelle
orecchie come un calabrone)
làppz lapis, matita; appzzut lu lappz prim d scriv! (appuntisci la matita prima di scrivere)
lar’ghicchj (li) piano sopra Pastromiele dove si giocava al pallone
làrgh largo(a); la chiazz d Carpin no jé troppa larg(la piazza di Carpino non é troppo
larga)
lasc’(li) lacci per scarponi rustici fatti di fili di corij
lasciapénd oggetto misterioso sch.; ma che ma purtat? Na l. attaccat allu fil(mamma cosa mi
hai portato-chiede il bimbo-? Una l. attaccata ad un filo)
lass lascia!
lassà lasciare
lassat lasciata,
latrìn pozzo settico; indla latrin (o plon) c jttav la mmerd (nella l. anche chiamato plon, si

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lavaredd
buttava la merda)
Piante edibili che crescono vicino al lago e la sorgiva di Aderchio
lefànd elefante; la lefand ten doj zann long e na proposc’d(l’elefante ha due zanne lunghe
ed una proposcide)
légg’ leggere; m piac’ legg’ li libbr pulziesch(mi piace leggere i libri polizieschi)
légg’ (la) legge o gioco di carte; c’jam fatt na legg’ a birr(abbiamo fatto una legge a birra)
lémt confine (terriero); quiss jé lu lemt d’lla terra mia(questo é il confine del mio
terreno)
léng lingua; j non teng pil sop la lengh(non ho peli sulla lingua)
leng d pappagall cibo esotico (fig); che cc’jama magnà staser? leng d p.(cosa mangeremo stasera?
lingue di pappagallo)
li gli, le
lìc’ alice(i)
lìgg’ leggi (imp); ligg’ sta lettr(leggi questa lettera)
lìn’n uovo di pidocchio; tnev la cap tutta chjen d lin’n e pducchj(aveva la testa tutta
piena di l. e pidocchi)
liòn leone; li lion stann indli furest d’ll’ Afr’ch (i leoni stanno nelle foreste d’Africa)
livt Togliti; livt da mezz la strada (togliti dal mezzo della strada)
llgrezz allegria
llòrg’ orologio; lu llorg’ mij va semb ‘ndret(il mio orologio va sempre con ritardo)
lòr loro,essi; lor sonn na mass d strunz(loro sono una massa di stronzi)
lu il; lu nigghj port la mala nov(il nibbio porta la cattiva notizia)
lùcc’ coniglio; lu lucc’ c tnevn indli jusidd pla carn saprit (i conigli si tenevano nei chiusini
di cortile per la carne prelibata)
lucchnarij ghiottonerie; camb sol d lucchnarij! (vive solo di ghiottonerie!)
lucestr lucciola
Lun’dì Lunedì
lùp lupo; teng na fam da lup(ho una fame da lupo)
lup-sbulmnàr lupo mannaro;la nott d Natal jevn ‘ngir li l.(nella notte di Natale andavano in giro i
lupi s.))legg.
luva’ togliere
m’gghjer moglie;
m’gghjer’t tua moglie;
m’lòn melone (capelli rasati); ta fatt nu mlon (ti sei rasato i capelli)
m’lòn melone cocomero; mejj magnat nu bell mlon (mi sono mangiato un bel melone)
m’n’làin mandorla amara; pli mnlain c fann li marett (con le m. si fanno gli amaretti)
m’n’lajn Mandorle amare usate come base per amaretti (biscotti) o liquori amari come
làamaretto di Saronno.
m’n’strà minestrare; assttavt alla tavl che jejja mnstrà( sedetevi a tavola che servirò la
minestra)
m’nà tirare; te mnà nu sckaff se no lla fnisc (ti tirerò uno schiaffo se non la smetti)
m’nghiaril esile o fessacchiotto(sch.)
m’nnucc’ mammelle
m’sèrj miseria
maccarùn (li) maccheroni; quand so saprit li maccarun plu casc’!(come sono saporiti i
maccheroni col cacio)
màchn macchina o vettura; tnim na machn indlu garagg’(abbiamo una macchina nel
garage)
madunnedd madonnina o coccinella;
magghj maglia; fa tropp fridd, c’vonn doj magghj ‘ngodd(fa troppo freddo ci vogliono due

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magghjatedd
maglie addosso)
agnello castrato; li turcnedd d m. sonn na cosa spcial(i t. di m. sono una cosa
speciale)
magn mangia!
magnà mangiare; jammc’ a magnà pan e murtatell (andiamo a mangiare pane e
mortadella)
magna-magn mangione; jé nu magna-magn (é un mangione)
magnapan-a-
buono a nulla; un che fa lu bellmbust e che non vo fatgà(uno che fa il bello in
tradmend
piazza e che non vuole lavorare)
magnat mangiato o mangiata; na magnat ( una mangiata), jejj magnat (ho mangiato)
maj mai
màl male; m fa mal la cap(mi duole la testa)
malanov Cattiva notizia; la malanov la port lu nigghj(la cattiva notizia la porta il nibbio)
malvìzz tordo; lu malvizz jev cacciat pli carn saprit(il tordo veniva cacciato per le sue carni
prelibate)
mamm mamma; d mamm c n jé una sol(di mamma ce n’ é una sola)
mamm’t tua madre
mammàn ostetrica; la m. aiutav li femn a parturì indli cas(la m. aiutava le donne a partorire
nelle case)
mammarànn nonna; mammarann signifch mamma grande (m. significa mamma grande)
mammucc’ mammina; li criatur chiamavn la mmamm mammucc’(i bambini chiamavano la
mamma mummuccia)
màn mano(i); la mana dritt non sap quidd che fa la mancin(la mano destra non sa cosa
fa la sinistra)
manazzà minacciare;
mandarìn mandarino; li mandarin sonn dovc’ e ddurend(i mandarini sono dolci e profumati)
mandèch cibo prelibato; sta bstecch jé proprj na mandech(questa bistecca é proprio una
mandeca)
mandnut (la) mantenuta, colei che non é moglie e convive fuori del matrimonio (amante)
mangat mancato-a
mangh neanche; ma mang p sonn (neanche per sogno)
mangh ( c’) manca, ci manca
manghà mancare
mangiatòj mangiatoia; la mangiatoj pli cavadd sta indla stadd(la mangiatoia per i cavalli sta
nella stalla)
manigghj maniglia; la manigghj d’lla port(la maniglia della porta)
mannà mandare;
manocchj covone(i); li manocchj d gran (i covoni di grano)
manzgnòr vescovo; sta bbon ccom nu m. (sta bene come un m.)
mar mare; c’ sim fatt li bagn allu mar(ci siamo fatto i bagni al mare)
marase’ poverina!
marèn amarena; la maren jé na c’ras mariend(l’amarena é una ciliegia amara)
margarìt margherita; la m. jé nu sciur ghjangh (la m. é un fiore bianco)
mariend amaro(a); jé mariend ccom lu fèl (é amaro come il fiele)
marìt marito
marit’t tuo marito
mar-mar per mare, mare-mare
marpion furbo
marro’ marrone
marrùn ondata(e); li marrun c purtavn alla riv (le ondate ci portavano alla riva)

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Mart’dì Martedì
mart’llin (la) Il freno del carro chiamato traìn; strign la martllin (tira il freno)
martavidd trappola per pescare le anguille al lago di Varano
martddà martellare; c jé miss a martddà sop la ‘ngutn ( si mise a martellare sull’incudine)
martddàt martellata(e); mnav martddat ccom nu pazz(tirava martellate come un pazzo)
martédd martello;lu martedd serv p fccà li chjov (il martello serve per conficcare chiodi)
marzapàn marzipane; lu marzapan jé fatt pli ménl (il marzipane si fa con le mandorle)
mascijàr strega, donna che faceva sortilegi ; na masciar m’ha fatt na fattur (una strega mi
ha fatto una fattura)
masciòn pollaio o posto nel p.; li gaddin c n sonn jut allu mascion(i polli sono andati a
riposare)
masckétt lucchetto; tnev na cascj chjus plu masckett(aveva una cassa chiusa col lucchetto)
mass impasto per pane; la mass c’ fà p jacqu’ e farin(l’impasto si fa con acqua e farina)
massarìj fattoria; indla massarij c’ quagghj lu casc’(nella masseria si quaglia il formaggio)
mataràzz materasso; lu matarazz serv p clucarc’ ( il materasso serve per coricarsi)
matrej matrigna;
matt’l mazzo di spighe di grano raccolte dalla spigolatura (spclatur)
matùn mattone; p fa la cas c’ vonn matun e cavc’( per far casa servono mattoni e calce)
màzz (la) mazza; la mazz je nu baston o nu martedd gross(la mazza é un bastone o un
martello grande)
màzz (lu) mazzo (il ); nu mazz d sciur e nu mazz d lacc’(un mazzo di fiori ed un mazzo di
sedano)
mazzaccùrt(alli) gioco con due bastoncini; alli m. jucavemm da criatur( alle m. giacavamo da
bambini – negli anni 60 -)
mb’nna’ impennare, mettere penne
mb’zz’nut puzzolente
mbara’ imparare
mbaravìs in paradiso; steng mbaravis pla cundandezz (sto in paradiso per la contentezza)
mbastà imbastire; lu vstit jè stat mbastut (il vestito é stato imbastito)
mbastoravàcc verdone(serpe); na m. stav atturc’ngghjat alli gamm d na vacc (un verdone stava
attorcigliato alle gambe di una vacca)
mbcciùs ficcanaso; tu si tropp mbccius! (sei troppo ficcanaso!)
mbìs appeso, come un impiccato;
mbjccià impicciare, prenderti la tua parte
mbjcciart impicciarti
mbr’sta’ prestare
mbr’ttà sporcare; mbrttà lu mùr (sporcare il muro)
mbr’ttàt sporcato; tin la facc’ mbrttat d’sang (hai la faccia sporca di sangue)
mbràzz in braccio; jèj pijat lu ninn mbrazz (ho preso il bambino in braccia)
mbrjacarc’ ubriacarsi; m song mbrjacat d vin (mi sono ubriacato di vino)
mbrugghià imbrogliare; tu m vu mbrugghjà (tu mi vuoi imbrogliare)
mbù’ss bagnato(umido); sta mbuss ccom nu tiudd (stai bagnato come una gallinella
d’acqua)
mbus’mà Inamidare; t’nev lu codd tutt mbus’mat (aveva il colletto tutto inamidato)
mbuss bagnato-a, anche nfuss;
mbustà impostare; song jut a mbustà na lettr(sono andato a imbucare una lettera)
mbustà imboscare; c’je miss allu ‘mbust (si é messo in agguato)
megghj meglio; jè megghj l’ov ojj che la gaddin quanne cra(é meglio l’uovo oggi che la
gallina domani)

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mèl miele
mèn(la) caccia alle folaghe; a pandan c facev la men alli foddk (al lago si faceva la caccia
alle folaghe)
ménl mandorla; li menl att’rrat (le mandorle candite)
mérc’ mercanzia; vinn la merc’ allu mrcat (vendi la merce al mercato)
Mercludì Mercoledì
mèt mietere; quann maj li zingr a met(quando mai gli zingari a mietere) prov.
métt mettere; chi c’ la mett c’ la trov( chi se la mette se la trova)prov.
mettn mettono; li fess c’ mettn a pan e jacqu’ (i fessi si mettono a pane e acqua)
mévz milza; m dol la mevz (mi fa male la milza)
migghj miglio (a); lu migghj jè cchjù llong d nu klomtr( il m. é più lungo di un km)
min’t buttati ; mintn a basc’ (buttati giù)
miss messo; m sò miss a lluccà (mi misi ad urlare)
mitt metti!
mmàn in mano; tnev na serpa mman(aveva una serpe in mano)
mmann manda
mmérd merda; puzz pejj d la mmerd d li carbuner(puzzi peggio della m. dei carabinieri)
mmicchl lenticchie molto piccole
mmocch in bocca, dalla bocca
mmodd soffice, molle; ja miss li robb a mmodd (ha messo i panni ad ammollire)
mmuccià nascondere; t si mmucciat dret lu mur (ti sei nascosto dietro il muro)
mnà tirare, buttare
mò adesso
mòdd molle, tenero; ten la capa modd (ha la testa tenera)
mònch monaco, frate; l’abt non fa monc (l’abito non fa il monaco) prov.
mòp sciocca; sta mop, statt zitt! (sciocca stai zitta!)
morghl morchia o anche una pianta selvatica
morghl (la) Morchia: il liquido nerastro di scarto nelle spremitura delle olive
mòrgl morchia (liq. di scarto); la morgl jesc dalli vuliv prim d’llogghj(la morchia esce dalle
olive prima dell’olio)
mòrs(la) morsa(la); la mors serv p stregn( la morsa serve per stringere)
mort morto(il); lu mort stav indlu tavut (il defunto era nella bara)
mort (la) morte(la); la mort non docchj a nsciun(la morte non guarda a nessuno)
mosc mosca; par sti mosc!(allontana queste mosche!)
mòv muovere
mrciùn robaccia; che na fa d stu mrciun, jittl!(cosa ne fai di questa robaccia, buttale!)
mucc’kà mordere
mucc’karedd Prurito; teng la mucc’karedd sop lu nas e m’ rasck semb (ho il prurito sul naso e mi
gratto una continuazione)
muddìch mollica di pane; lu pan ten la scorc e la muddic(il pane ha la crosta e la mollica)
muddìcl o ombelico; lu muddicl sta a mezz la tripp(l’ombelico sta in mezzo alla pancia)
muddìqu’l ombelico; tutt tnim lu m. (tutti abbiamo l’o.) altro modo di pronunciare
mugnal terrazzino con o senza ringhiera situato al piano superiore
mugnàl poggiolo; li femn stavn allu frisc sop lu mugnal(le donne stavano al fresco sopra il
poggiolo)
mùl mulo; asn e mul tutt nu prezz(asini e muli tutti di un prezzo) prov.
mulagghj medaglia
mulagnàn melanzana; li mulagnan sonn bbon plu chjn (le melanzane sono buone ripiene)
mulajn Mele di tipo selvatico, verdi e aspre
mulanghn cetriolo

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mulazz (la) Il bianco dell’uovo, il tuorlo si chiama lu rusc’
mulédd mela; tnim nu pdal d muledd indlu jardin (abbiamo un albero di mele nel giardino)
muledd(lu) mela
mulidd contenitore di olio da mettere a tavola
mundanàr persona di Monte S. Angelo
mundanàr montanaro persona di montagna
mùnl scopa per il forno; lu munl c us prim d’nfurnà lu pan (il m. si usa prima di infornare
il pane)
munlià scopare il forno; jejj munliat prim d’nfurnà lu pan(ho scopato il forno prima di
infornare il pane)
munn mondo;
munnà togliere erbacce; lu gran c’mmunnav a man (il grano si pulive dalle erbacce a
mano)
mùp sciocco; stu mup non capisc nend(questo sciocco non capisce niente)
muparédd moscerino; c stavn na frec d muparedd ‘n gir (c’erano molti moscerini in giro)
muparédd sciocchina; na muparedd d quatrar (una sciocchina di ragazza)
mùr muro
murédd muretto; stavemm assttat sop lu muredd (stavamo seduti sul muretto)
murg’ masso, macigno; sopa Pastrumel c sta la murgia pzzut(sopra Pastromiele c’é la
murgia appuntita)
murghanàt melograna; li m. sonn bbon quann sonn rusc da indr(le m. sono buone quando
sono rosse di dentro)
murì morire
muricl(lu, li) mora, more
murréj ombra; la murrej t sta semb ddret (l’ombra ti sta sempre indietro)
murtòrj funerale; c po dic pur funaral (si può dire anche funerale)
musàl tovaglia da tavolo; mitt lu musal sop la tavl(metti la tovaglia sulla tavola)
musalìcch’ tovagliolo; ojj li musalicchj sonn d cart(oggi i tovaglioli sono di carta)
musc’- musc’ voce per chiamare il gatto o significa anche piano piano
musc’ddà voce per scacciare il gatto
musc’-musc’ soffice al massimo
musc’tià mescolare(ri); muscjtij la past p non farla appapplà(mescola la pasta per non farla
appiccicare)
musc’tja’ rimestolare, mischiare; musc’tijj lu suc indla ti’jedd(mischia il sugo nella pentola)
muscagghjòn moscone; m vin atturn atturn ccom nu muscagghjon( mi vieni intorno come un
moscone)
muscéll gattino (fam); che bella muscell che tin!(che bel gattino che hai!)
muschidd moscerino(diurno); c stann tropp muschidd sta stagion (ci sono troppi moscerini in
questa stagione)
musciscka-ngùl inelegante di sotto; pettla ngap e musciscka ngul (elegante sopra e mal acconciato
sotto) prov.
mùscl muscolo(i); tin li muscl ccom e Tarzan (hai i muscoli come Tarzan)
muslucchett golosa
muss muso;
mùst mosto; a San Martin ogne must jé fatt vin( a San Martino ogni mosto diventa vino)
mustacc’ baffoni; tnev dui mustacc alla Bismark (aveva due baffoni alla Bismark)
muzzarédd mozzarella; la muzzaredd jé nu casc tenr(la mozzarella é un formaggio tenero)
n’avt un’altro
n’dack spaccatura
n’drundlijann- dondolando continuamente

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n’drundlijann
n’gghjun alici adulte buone a raganate
n’nnell ragazzina
n’vajol colui o colei che durante l’inverno raccoglieva neve per i boschi di montagna, la
metteva dentro grotte profonde in modo che non si sciogliesse, la compattava fino
a formare ghiaccio, dopo la vendeva d’estate come ghiaccio. Ovviamente questo
mestiere finì coll’avvento dei frigoriferi e la manifattura industriale del ghiaccio.
na una; na cos da nend (una cosa da niente)
na zìc un poco; na zic d pan e parecchja cumpanaj (un po di pane e molto companatico)
nanghija torcere il sedere
nanghijannnanghijann
torcendo il sedere (ancheggiando)
nannavichl culla per bambini
nas naso; tin lu nas alla camus (hai il naso camuso)
nasc’ nascere
nat nato
natrédd anatroccolo; annat com na natredd (nuota come un’anatroccolo)
nazzchija’ cullare, dondolare
nazzchijannnazzchijann
dondolando la culla
nazzchijj il dondolare della culla
nd’s’cut indirizzito dal freddo; steng ndscut plu fridd (sono indirizzito dal freddo)
ndecchj (na) un poco; na ndecchj jev usat all’andic mo c us na zic (n. si usava all’antica ora si
usa na zic)
ndòn’ch intonaco; no battenn sop lu mur s nno c’adda scuzzcà la ndonch(non battere sul
muro o farai scrostare l’intonaco)
ndr’chat sporco, sporca(art.)
ndramend frattanto, nel mentre
ndrandl (li) bretelle o anche l’altalena: juca’ alli ndrandl(giocare all’altalena)
ndròcc’l fusilli; li ndrocc’l c chiamn pur maccarun a fus(i n. si chiamano anche maccheroni al
fuso)
ndrondl (nu) cosa pendente di poco valore anche in senso figurativo: t’e’ catta’ nu ndrondl(ti
comprero “niente”)
ndrunà rimbombare; lu vumt jà fatt ndrunà tutt la vadd(il tuono rimbombò per tutta la
valle)
ndruppcà(rc’) inciampare
ndrussa’rc’ quando il boccone si e’ fermato in gola e ci si puo’ soffocare
ndruzzulat sporco
ndumacà sfiancare (a pugni); ma ndumacat d punj (mi ha percosso di pugni)
ndurc’ngghjat attorcigliato; jé vist na serp andurc’ngghjat (ho visto una serpe attorcigliata)
nduscia’ disturbare qualc’uno o sentirsi interpellato: no jenn ndusciann all’avt(non andare
a infastidire gli altri)
né né
nègh neo, puntino epidermico
nénd niente; tné nend da fa (avere niente da fare)
nénn neonata; Ngiulin ja ccattat na nenn (Angelina ha partorito una bambina)
néspl nespola; li nespl sonn giall e matur (le nespole sono gialle e mature)
nèv neve; la nev cad sopa lu pajes e tutt dvend gghjang(la neve cade sul paese e tutto
diventa bianco)
nevajol chi stipava e compattava neve in grotte durante l’inverno, e poi venderla in

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nevvò-fa-nénd
estate come ghiaccio
sfatigato,fannullone;
nfàcc’ in faccia; m’hà sputat nfacc’ (mi ha sputato in faccia)
nfonn bagnare
nfrac’tà marcire, andare a male; lu debbt no ‘nfrac’t (il debito non va a male)
nfurnà infornare; lu pantter nforn e sforn pan (il fornaio inforna e sforna pane)
nfuss, mbuss, nfoss bagnato-a, anche mbuss; lu pan mbuss (zuppa di pan bagnato)
ng’gnà inaugurare; mejj ng’gnat lu vstit nov a Natal(ho inaugurato il nuovo vestito a
Natale)
ng’gnus ingegnoso, pieno di idee; jé na femn ng’gnus (é una donna geniale)
ngalèr galera (in); chi sgarr va ngaler( chi sbaglia va in galera)
ngandatòr parte dell’albume fertile ; l’ov pla ngandator dvend a pucin(l’uovo colla n. diventa
un pulcino)
ngànn gola(in); ma mmiss nu curtedd ngann (mi mise un coltello alla gola)
ngannà ingannare;
ngaplà cominciare a lavorare
ngapp acchiappa
ngappà prendere, acchiappare
ngappat acchiappato
ngarnà abituarsi a qualche leccornia; la gatt c’jé ngarnat allu lard(il gatto si é abituato a
mangiare il lardo)NB. Il gatto o la gatta si dice sempre la gatt
ngarnà incarnarsi come un unghia; teng n’ogn ngarnat (ho un unghia incarnata)
ngarrà riuscire (rci), indovinare; jejj ngarrat la strad just (ho indovinato la strada giusta)
ngavdà riscaldare
ngazzàt arrabbiato; steng ‘ngazzat ccome nu diavl (sto arrabbiato come un diavolo)
ngenn prurire, bruciare; la gaddin fa l’ov e ‘llu gadd l’ingenn ngul (la gallina fa l’uovo ed al
gallo prurisce il sedere)
nghjanà salire
nghjì riempire
nghjì riempire; jejj nghiut nu varril d’acqu’(ho riempito un barrile di acqua)
nghjianà salire
ngòdd addosso; c’é jittat la mnestra ngodd (si é buttato la minestra addosso)
ngr’ccàt eretto (pene o altro); tnev nu ciuff d capidd ngrccat allarj (aveva un ciuffo di
capelli ritto)
ngrassà ingrassare;
ngrugnàrc’ imbronciarsi, corrucciarsi; quann marz angrogn t fà cadé l’ogn (quando Marzo si
imbroncia to fa bruciare le unghie vicino al braciere)
ngrussà ingrossare
nguangulijà mangiare senza masticare bene (forse per mancanza di denti)
nguìll anguilla; quidd jé nu tip che t sfujj ccome na nguill (quello é un tipo che ti sfugge
come un’anguilla)
ngusìt inquisito, furibondo (fig.); parev nu ngusit ( sembrava sotto processo)
Ngusit(li) Nome dato ad una banda di briganti carpinesi del primo ottocento composto da
Lu Patretern, Agnulitt, Licchjtedd e Chiuridd. Finirono tutti ammazzati nel 1817
nigghj nibbio; nigghj nigghj chi lu trov c lu pigghj (filastrocca per dire: chi lo trova se lo
prenda)
ninn (lu) neonato; tné lu ninn mbrazz (avere il bambinello in braccia)
nir nero
nir nero; jé nir com lu carvun (é nero come il carbone)
nir-nir nerissimo

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njapugn scarabocchio, scrivere male
njapugnà fare scarabocchi sulla pagina
nmàl animale; li nmal sonn criatur d Ddij (gli animali sono creature di Dio)
nn’cchià urlare sbadigliando; nn’cchiav come nn’asn (n. come un asino)
nn’ttà pulire si dice di verdura; ann’ttà li fogghj (pulire la verdura)
nn’ttàt pulito; jéj annttat li rap (ho pulito le rape)
nnàngh’l corbezzoli, frutti rossi somiglianti a fragole che crescono su alberi
nnogghj salciccia secca di budelli; li wuccer facevn li nnogghj pli vdedd avvanzat (i macellai
facevano le n. con i budelli di scarto)
no no, negazione
no no; negazione
non non
nòr nuora
nòr’t tua nuora
Nov Nove
nov novità
nsòp al di sopra
nu uno; nu tip da spiagg (un tipo da spiaggia)
nucedd(la) nocciòla, nocellina americana o arachide
nud nudo
nud nodo
nuj noi; nuj sim jut a mar (siamo andati a mare)
nutìzj notizia; li bbon nutizj sonn semb carit(le buone notizie sono sempre gradite)
Nuvand Novanta
nùzzl sansa(nocciolo); la nuzzl d vuliv ven sprmut a cavd dopp la trapptur (la sansa viene
spremuta a caldo dopo la spremitura a freddo)
nuzzl (la) nocciolo di frutta o sansa: cio’ che resta dopo la spremitura delle olive in forma di
aggregato composto da bucce, noccioli e foglie. Puo’ esere usato per l’estrazione
di olio di secondo grado o come materiale da ardere
nvogghjasegg’ colui o colei che rifaceva il fondo alle sedie con fibre vegetali secche
nvugghjà rivestire le sedie con vogghj;
nzacchrjià Nel gioco della gattammuccia era quando uno che tu avevi scovato correva a
toccare il muro da dove tu ti eri appostato (e alla cieca e contavi fino a 100 prima
di andare alla ricerca delle persone nascoste).
nzagagghjà avvolgere la cordicella attorno alla trottola (curl)
nzalàt insalata; nu par d fronn d nzalat, pumador e pan frisck... ( un paio di foglie
d’insalata, pomodori e pane fresco...)
nzapunà insaponare; lu varver jha nzapunat la facc prim d fa la varv ( il barbiere ha
insaponato la faccia prima di fare la barba)
nzembr assieme
nzìn in grembo; la femn tnev nu criatur assttat ’nzin (la donna aveva un bambino
seduto sul grembo); cad da mmocch e va’ nzin (cade dalla bocca e cade n.)prov.
nzìrl sonaglio a rotella; prima di Pasqua sunavemm nzirl e tric trac ( prima di Pasqua
suonavamo nzirl e tric trac)
nzrrìm serratura; pass la nzrrim alla port prim d irtn a clucà (passa la serratura alla porta
prima di andartene a coricare)
nzstùs insistente; sì fregn e ’nzstus! (sei fesso ed insistente!)
nzuèl sollevato da terra; purtavemm lu criatur ‘nzuel (portavamo il bambino tirandolo
con le braccia, appena sollevato da terra)
nzuramént sposalizio; song jut allu nzurament d mba Mchèl (sono andato allo sposalizio di

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occhj
compar Michele)
occhio(i); la tumbanar ha fatt a cagn l’occhj pla cod(la talpa ha scambiato gli occhi
per la coda)
ogghj olio; l’ogghj d Carpin jè lu megghj che c sta ’ngir (l’olio di Carpino è il miglire che si
trova in giro)
ògn unghia (e); l’ogn d’llu ped , d’lli dit (l’unghia del piede , delle dita)
ògn ungere; non t’ ogn li man d’ grass (non ungerti le mani di grasso)
ogned’un ognuno
òjj oggi; ojj song jut a mar (oggi sono andato a mare)
òr’j orzo; l’or’j c’ po usà arrstut come café (l’orzo si può tostare come caffé)
òsm fiuto, buon senso; la gatt ten l’osm indli baff (il gatto ha il senso nei baffi)
oss osso(i-a); l’oss allu can e la spin alla gatt( l’osso al cane e la spina al gatto)
Ott
ov
Otto
òv uovo; la gaddin fa l’ov e lu gadd l’ingenn(la gallina fa l’uovo e il gallo ne risente)
p Per; p te (per te)
p’ per; p’ quiss e p’ quedd (per questo e per quella)
p’cc’ninn piccolino, piccolo
p’chrùcc’ pecorella; pecoruccia
p’dàl albero; nu pdal d fich (un albero di fighi)
p’dàt pedata (orma); c vdevn li pdat sop la terra fresch (si vedevano le orme sulla terra
fresca)
p’dcìn picciolo; li puredd e li muledd ten’n li pdcin(le pere e le mele hanno i piccioli)
p’dcòn tronco; nu pdcon d vuliv (un tronco di ulivo)
p’ddastr pollastro li pddastr sonn femmn
p’ddccion cappotto rustico fatto di pelle di pecora con la lana all’interno
p’dùcchj pidocchio; na vovt quann javemm criatur p ccid li pducchj usavn lu ptrolj ’ngap
(una volta quando eravamo piccoli per ammazzare i p. usavano il petrolio)
p’gghjà pigliare
p’gnat Recipiente di terracotta panciuto per cuocere fave, ceci, fagioli ecc.
p’gnat pignata
p’gnàt pignata, recipiente panciuto di terreacotta; na pgnat d fav o d cic (una pignata di
fave o ceci)
p’gnòn ammasso di regghj; lu pgnon d gran stav vucin alla trebbj (il pignone di grano stava
vicino alla trebbia)
p’lucch parrucca
p’nnavt per un’altra; p’llun , p’llavt e p’nnavt (per l’uno , per l’altro e per un’altro)
p’nzà pensare
p’nzat (na) pensata una; jejj fatt na p’nzat (ho fatto una pensata)
p’nzer pensiero
p’rchius lentigginoso; je na femmn rosc e prchius (é una donna rossa e lentigginosa)
p’richl pericolo
p’rùn prugna; li prun sonn frutt bluastr (le prugne sono frutte bluastre)
p’sà pesare; jejj psat la carn, pis la carn, jejja psà la carn (ho pesato la carne, pesa la
carne, debbo pesare la carne);
p’sà pestare le fave , grano etc.; la psatur dlli fav (la pestatura delle fave- per separarle
dalla paglia-)
p’sànd pesante; tu tin la mana psand (hai la mano pesante)
p’satùr pestatura del grano; dopp la psatur vnev la ventliatur(dopo la p. veniva la
ventilatura- per separare il grano dalla paglia-)

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p’scà pescare
p’scatrìc’ pescatrice; la pscatric’ jé nu pesc’ d mar (la pescatrice é un pesce di mare)
p’sch’ciàn persona di Peschici
p’scjatur(lu) vaso da notte per urinare
p’scrà dopodomani; p scra signifc dopp cra (pscra significa dopo cra -domani-)
p’scrìdd dopo-dopodomani, fra tre giorni; fra tre jurn c dic p scridd(fra tre giorni si dice p
scridd)
p’sìll pisello; paste e psill pli pumador ! (pasta e piselli coi pomodori!)
p’ttà pitturare; m piac pttà li quadr (mi piace pitturare i quadri)
p’ttèr reggiseno antico
p’ttèr reggiseno(ant); li femn all’antic c mttevn la ptter (le donna antiche usavano la p.)
p’ttnà pettinare
p’ttnà pettinare; chi non ten nend che fa va pttnann can(chi ha niente da fare va
pettinando cani) prov.
p’ttnà pettinare
p’ttnat pettinato-a
p’ttnéss pettine; la pttness serv p liscià li capidd (il pettine serve per lisciare i capelli)
p’ttrùsc’ pettirosso; lu p. jé na vuc’dduzz che c magn li verm (il pettirosso é un uccellino che
si nutre di vermi)
p’zz’cà pizzicare, pungere, beccare; na vuc’dduzz m’ha p’zzcat lu dit (un uccellino mi ha
beccato sul dito)
p’zz’ndarij pochezza, nullità
p’zzènd povero, pezzente;
p’zzndarij Povertà, miseria
p’zzut appuntito, col pizzo; la murgja p’zzut(la murgia appuntita che si trova sopra
Pastromiele)
pacc parte o parte dell’intero; na pacc d muledd, na pacc d cul(una parte di mela una
chiappa del culo)
pacienz pazienza
padd pallottola; c n’jé f’jut ccom na padd (se ne é scappato come una pallottola)
padd’t tuo padre
padda-cucc seme di cerro sferico; li criatur all’antic jucavn pur pli paddacucc(i bambini antichi
giocavano anche con le p.)
padija’ Digerire; non t pozz padija’(non ti posso digerire)
pagghiarìcc’ rozzo giaciglio, pagliariccio; indla pagghjar c stav nu pagghjaricc (nella capanna
c’era un pagliariccio)
pagghj paglia; sott la pagghj maturn li nespl(sotto la paglia maturano le nespole)
pagghjar capanna rustica; quann jev criatur jejj appcciat na pagghjar (quando ero bambino
ho appiccato fuoco ad una p.)
pal pala; pla pal c pigghj la terr o lu cavcnar (con la pala si prende la terra o la calcina )
palaìm(la) muffa che si forma in luoghi umidi
pall palla; jucam a pall! (giochiamo a palla!)
pallin (alli) gioco con le biglie; li criatur d na vovt jucavn alli pallin a mezz li strad(i bambini di
un tempo giocavano alle biglie per le strade)
palomm foglia di cactus o di fichidindie
pan pane; pan e casc e cor cundent (pane e cacio e cuore contento)
panàr paniere; nu panar d c’ras (un paniere di ciliegie)
pandan Il lago(di Varano) o pantano
pantasck zolla di terra; lu chiovt ammodd li pantasck (la pioggia ammorbidisce le zolle)
panz pancia; panz e prsenz (pancia e presenza)

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papétl palpebre; li papetl d’llocchj (le palpebre degli occhi)
papìl stoppino di fili di cotone che si metteva nelle lampade ad olio per tenere la
fiammella
papònn spauracchio(bam); madonn, madonn, madonn sott lu lett sta lu paponn...
(madonna, madonna, madonna, sotto il letto c’é il p.- favola per bambini-)
Pappa pappa cuc’nell Quando due o più persone organizzano tiri mancini contro un’altra persona
pàppl (lu) ragnatela; li mur stavn tutt chjn d pappl( i muri erano tutti cosparsi di ragnatele)
pàpr (la) papera; camin ccom na papra sparat! (cammini come una papera sparata!)
paprasciànn Goffo e disordinato (sch); sta vstut ccom nu paprasciann (sta vestito come un p.)
paprùsc’ peperone; paprusc’ sott la cit (peperoni sotto aceto)
paravis (lu) paradiso(il);
paré, par, parut sembrare, sembra, parso ; m par d jess chiar! (mi sembra di essere chiaro!)
pare’ sembrare, apparire; par che tu si na person nd’l’gend ( pare che tu sia una persona
intelligente)
parecchj parecchio; c vonn parecchj solt p campà (ci vogliono parecchi soldi per vivere)
parèr parere; vu sndì lu parer mij?Non c jenn(vuoi sentire il mio parere? Non andarci)
parlà parlare; m piac parlà chiar e tunn (mi piace parlare chiaro e tondo)
parlaménd discorso; dopp tutt stu parlamend capisch men d prim(dopo tutto questo discorso
capisco meno di prima)
parrocchj stormo, nugolo (di uccelli); na parrocchj d vucedd (uno stormo di uccelli)
pàrt partire; jejja part alli cing d matin pla pulmann(devo partire alle cinque di mattina
con l’autobus)
partùt partito; song partut pla Mèr’c quann tnev vind ann (sono partito per l’America
quando avevo venti anni)
pass’jà passeggiare; quann vulavemm passjà, passjavemm la chjazz sott e sop(quando
volevamo passeggiare passeggiavamo nella piazza sotto e sopra)
passéj(lu) passeggio; sim jut allu passej pla vianov d Mond (siamo andati al passeggio per la
via che porta a Monte)
pass-pass passo pass
pàssr passero; lu passr jé na vucdduzz cmun(il passero é un uccellino comune)
past pasta o pasticcino: la past jèv na canarutizj che c’accattavemm allu bar (la pasta
era una leccornia che compravamo al bar)
patàn patata; li patan li chiamavn pur li tapen (le patate le chiamavano anche le t.)
patì soffrire, patire
pàtn ciotola di legno per latte ecc. usata dai pastori e fatta a mano; ricavata da un
pezzo di legno mentre guardavano le pecore
pàtr padre; lu patr e la mamm sonn li cos cchju carit pli figghj (il padre e la madre sono
le cose più care per i figli)
patrun (lu) padrone il;
paùr paura;
pavòn pavone; lu pavon ten na cod d penn long e bell ( il pavone ha una coda di penne
lunga e bella)
pazz pazzo-a;
pcurar pecoraio, pastore
pécr pecora; li pecr e li crap sonn nmal che dann latt e casc’(le pecore e le capre sono
animali che danno latte e formaggio)
pèd piede; nui tnim dui ped dritt e mancin (abbiamo due piedi, destro e sinistro)
pédd pelle; li scarpun c facevn pla pedd d crap (le s. si facevano con la pelle di capra)
pédd sbornia sch.; c sim piat na pedd indla candin (ci siamo presi una sbornia
nell’osteria)

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pedd d diavl tessuto rozzo e impermeabile usato dai contadini per proteggersi dall’umidita’
pedovia-pedovia a piedi
pèd-pdùgn(a) gioco a contare i piedi; ped pdugn, lu mes da ggiugn, la catarnell quala jé, jè lu
ropp e la cucchjar, la cchjù bella( filastrocca con cui si contavano i piedi di ragazzini
allineati su un muretto usando un bastoncino e poi eliminare il piede su cui cadeva
l’ultima sillaba e così via . L’ultimo che rimaneva era il vincitore)
pèdt scorreggia sonora; ja fatt nu pedt a stracciacul (ha fatto una scorreggia molto
rumorosa)
pèn pane(ant); pan all’andich (pane detto in una forma antica)
pénn penna (uccelli e per scrivere); penn gnostr e calamar (penna inchiostro e calamaio)
perchj, p’rchiùs lentiggini, lentigginoso-a; na femn roscia e prchius (una donna rossa e
lentigginosa)
pérd, pers o p’rdut perdere, perso o perduto; jejj pers la l’bbrtà (ho perso la libertà)
pésc’ pesce; m piac lu pesc arrstut, plu cmmun (mi piace il pesce arrostito, col limone)
pesc’-candànn rana; a pandan, indli canal c stann li p.( al lago nei canali ci sono le rane)
pesch pesca ( pescare )
pètr padre(ant); patr all’andich (padre, forma antica)
péttl frittella gonfia; a Natal c fann pettl e scartllat (a Natale si fanno p. e s.)
pettla-ngàp elegante di sopra sch.; pettla ‘ngap e musciscka ngul (detto per dire uno è
elegante di sopra e mal conciato di sotto)
pèttn pettina
pézz toppa; tnev li cavz semb pli pezz ‘ngul (aveva i pantaloni sempre con le pezze nel
sedere)
pezz (na, la) toppa o straccio; damm na pezz p pulzzà (dammi uno straccio per pulire)
pezz(nu, lu) pezzo; je nu pezz d’omn, je nu pezz d fic(é un pezzo d’uomo, é un pezzo di ragazza)
picc poco; picc e nend ma cor cundend( poco e niente ma cuore contento)
pign (li) pinoli; li pign sonn frutt dlu pign (le pinole sono frutto del pino)
pign(lu) pino; lu pign fa li pign (il pino fa le pinole)
pijà prendere, pigliare
pijarc’ na pedd ubriacarsi
pijarc’ nu v’rdon prendersi una sbornia
pìl pelo(i); lu pil d varv, lu pil d can e lu pil mmers(il pelo di barba, il pelo di cane e il
pelo storto)
pil (lu, li) pelo, peli:
pìng’ tegola; sop la cas c stann li ping (sulla casa ci sono le tegole)
pinz pensa!
pinz pinze; la pinz, la tnagghj, e lu martedd sonn stigghj plu garagg( le pinze, le tenaglie
ed il martello sono attrezzi per il garage)
pird perdi
pisciacan Fiore che cresce nei paraggi di Carpino di colore azzurro appartenente alla
famiglia degli iris, a cui i cani(si suppone)piaceva farci la pipì sopra.
pizz angolo; Ppon jettav lu wann allu pizz d ogne strad( Peppone gettava il bando da
ogni angolo delle strade ‘ per informare la gente di qualche evento’)
pizz-pizz per angolo
plùn pozzo nero; indli plun c jttav... (nei p. si buttava....)
pòn conservare; mbar art e pon (impara l’arte e conservala)
pong (J) conservo(io )
porc’ maiale; a Natal c fann li prsutt d porc’( a Natale si fanno i prosciutti di maiale)
portagàll arancia; la portagall , li portagall (l’arancia, le arance)
pos deposito di liquidi o di caffe’

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posm amido
posm amido
post riposto, conservato; teng post na cos p’te (ho una cosa conservata per te)
pòvl polvere;
povr povero
pparecchj, l’appar. aeroplano o apparecchio; song jut alla’Amerc pla’pparecchj (sono andato in
America con l’aereo)
pr’ghà pregare
pr’senz presenza ; fa l’att d prsenz(fare l’atto di presenza)
pr’ssallà altra voce per scacciare il cane
pr’sùtt prosciutto; lu prsutt crud jè cchjù saprit d quidd cott(il prosciutto crudo é più
saporito di quello cotto)
pranz pranzo;
pregh chi chi prega
presch pesca; la presch jé nu frutt d statij (la pesca é un frutto estivo)
prevt prete; lu prevt dic la mess sop la vutar (il prete celebra la messa sull’altare)
priàt allegro; c njev priat e r’renn p mezz la chiazz (se ne andava allegro e sorridente in
mezzo alla piazza)
prièzz allegria, contentezza
prigh prega!
process (lu) processo (il);
proposc’t proboscide; la lefand ten la proposc’t e doi zann(l’elefante ha la proposcide e due
zanne)
pruc’nès persona di Apricena
prucès la pruces : pulitura di erbe per evitare lo spargersi del fuoco
prucès fa la fare la p.; tagliare l’erba in avanti per prevenire l’espandersi del fuoco
prucess processo
prupàjn frutto esotico sch.; che jamma jì a’ccogghj li prupajn?(cosa andremo a cogliere li
p.? -Per dire che non c’é niente da cogliere-)
psill pisello-i
ptòsc’n rozzo e fessacchiotto
pù puoi
pùc’(lu) pulce; sì ccom na puc’ che cigghj ndli recchj! (sei come una pulce che prurisce
dentro gli orecchi); pur lu puc’ ten la toss(anche la pulce ha la tosse)
pucc’latedd pasta lunga cucinata nel vincotto; mamm ja fatt li p. (mamma ha fatto le p.)
puccàt peccato; non’fa mal che jé puccat ma fa bbon jé pur spr’cat(non far male che é
peccato ma far bene é pur sprecato) prov.
puddìtr puledro; mnav cavc accom nu pudditr (tirava calci come un puledro)
pùjn pugno; nu pujn nfacc’ (un pugno sulla faccia)
pùlmann autobus; na vovt javemm a Rod plu pulmann p fà la scola medj (una volta, nel
58’59, andavamo a Rodi coll’autobus per fare le Medie)
pulmòn polmone(i); la furest jé lu pulmon d’lu munn (la foresta é il polmone della Terra)
pùlp polpo; quand jé bbon lu pulp cott ‘ndla pgnat ! (come é buono il polpo cotto nella
pignata)
pulp(allu) Gioco che si faceva con un fazzoletto che si rotolava fino a diventare una specie
di staffilo per picchiare sulle mani al perdente del tocco
pulzìj pulizia o polizia; la pulzij d’lla cas e la pulzija stradal son cos dvers!(la pulizia della
casa e la polizia stradale sono cose differenti!)
pulzzà pulire in generale; jam a pulzzà la stadd (andiamo a pulire la stalla)
pumadòr pomodoro; a Carpin tutt quand c facevn la savz d pumador (a Carpino tutti

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pùn
facevano la salsa di pomodoro)
conserva, metti da parte!
pundìn chiodino; li pundin c usavn pli scarp (i p. si usavano per fare le scarpe)
pung’cà punzecchiare, pungere; na lap m’à pung’cat sop lu nas (un’ape mi punse sul naso)
puntià mettere punti ; quann c mbaravemm sart c mttevn a puntià pezz d chtton(quando
facevamo l’apprentistato di sarto ci facevano mettere punti su pezze di cotone)
pùp bambola; sohrm tnev na pup d pezz(mia sorella aveva una bambola di stoffa)
puramend solamente, puramante (avv.)
purc’dduzz d S. Antonj porcellino di S. Antonio (farfalla notturna)
purcàstr cinghiale; ndla furesta Umbr ci stavn crapj e purcastr (nella foresta Umbra c’erano
caprioli e cinghiali)
purciarìj porcheria; sta fest sta dvnnann na purciarij (questa festa sta diventando una
porcheria)
purédd pera; li puredd ciccandonj sonn puramend d Carpin(le pere ciccantonio sono
esclusivamente della zona di Carpino)
puredd(lu) pera
purtà portare; purtm nu buccher d’acqu’(portami un bicchiere d’acqua)
purtà portare o guidare; c’jé miss a purtà la machn senza patend(si é messo a guidare la
macchina senza patente)
purtulàn portiere; p trascì ’nd stu palazz j’ha ddumannà prim allu purtulan(per entrare in
questo palazzo devi chiederlo prima al portiere)
pustàl autobus; la pustal, la sit, la pulmann, la currier ... sonn la stessa cos ( vari nomi per
descrivere l’autobus)
pusteghm piaga che si forma sulle gengive (sagnij) con pus
pustià pedinare; jejj pustiat nu lepr e l’ejj sparat (ho pedinato un lepre e l’ho sparato)
putà potare; jam putat li vuliv (abbiamo putato gli ulivi)
putcòl botteguzza
puté potere; puté jé vulé (potere é volere) prov.
putèch bottega, negozio
putèch negozio (bottega); tnavemm na putech sop lu cors(avevamo un negozio sul Corso)
putrusìn prezzemolo; quann fa lu brod, mittc na fronn d putrusin( quando fai il brodo
mettici un rametto di prezzemolo)
puttan puttana, anche detto dispregiativamente di donna;
puvrétt povero, poveretto; ja pers li solt e la cas, stu puvrett(ha perso soldi e casa , questo
poveretto)
puzz (la) puzza; c send na puzz d fumer a quàtturn (si sente un odore di letame qui intorno)
puzz(lu) pozzo; na vovt c’attgnev l’acqu’ dalli puzz (una volta si attingeva l’acqua dai pozzi)
puzzà puzzare
puzza fa potessi fare; puzza fa la fin d’ Agnulitt (potessi fare la fine del brigante Agnulitt)
puzzacan(la) puzzola
pzzent pezzente, povero mendicante
quàcq’l pentolone per cagliare; prpar li quacql p quagghjà (prepara il q. per cagliare)
quacq’rià bollire fortemente; lu lapij quacquarej (il pentolone sobbolle)
quacquarun bolle o lumacone;
quàdr quadro
quagghià cagliare; jama quagghjà lu latt (dobbiamo cagliare il latte)
quagghj quaglia o caglio;
quàndr vaso settico antico; lu quantr c jttav indlu carr la matina prest ( il q. si svuotava nel
carro settico la mattina presto)
quann quando

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Quarand Quaranta
quatràr bambino; sti quatrar stann facenn li lzion d’lla scol (questi bambini stanno facendo
i compiti scolastici)
quatrat quadrato
Quatt Quattro
Quattordc’ Quattordici
quatt-quatt Silenzioso come un gatto
quédd quella; quedda femn jé jut a fa spes alla chiazzett (quella donna é andata a far
spesa alla piazzetta)
queddaddà quella la’; queddaddà c’ jè mbazzut! (quella la é impazzita!)
quéss questa; quess e quedd (questa e quella)
quìdd quello; quidd jè nu tip stubbt e saluagg (quello é un tipo stupido e selvaggio)
quiddaddà quello la’; quiddaddà sta dcenn nu sacc d frgnat (quello la sta dicendo un sacco di
fesserie)
Quìnc’ Quindici
quìss , quissu, stu questo, questo ... ; quissu (stu) farabbutt sta dcenn buscij (questo farabutto sta
dicendo bugie -sta mentendo-)
quissi , sti, quisti questi(e); sti cos mo no’ mla dic! (queste cose adesso non me le devi dire!)
r’camà ricamare; li femn giovn na vovt passavn tanda temp a rcamà (le giovani donne,
una volta passavano molto tempo a ricamare)
r’cogghj raccogliere; a nuvembr c rcogghjn li vuliv (a novembre si raccolgono le olive)
r’còn riparo; c sim miss allu rcon indla grott (ci siamo messi al riparo nella grotta)
r’cuttàr uno che fa la ricotta o chi masturba di nascosto a vedere due che si amano;
r’ddutt rutto; facev li rddutt (ruttava)
r’ddutt’jà ruttare;rdduttiav ccome nu porc’ (ruttava come un maiale)
r’féll filo per cucire, refe; la rfell c us pli machn p cuscì (la refe si usa con le macchine per
cucire)
r’frsckà rinfrescare, rinfrancarsi; m voij rfrsckà li c’lebr (mi voglio rinfrescare il cervello)
r’frsckàt rinfrescata; na rfrsckat d cap fa semb bon (una rinfrescata di testa fa sempre bene)
r’frsckàt (alla) tramonto (fig), al tramonto; sim partut alla rfrsckat (siamo partiti verso il
tramonto
r’gncùs ringhioso; tnevn nu can rgncus dret lu cangedd (avevano un cane ringhioso dietro il
cancello)
r’gnùs rognoso; nu can rgnus (un cane rognoso)
r’mòr rumore; non facenn rmor che lu criatur dorm (non fare rumore che il bimbo
dorme)
r’p’ddòn stecchino flessibile che cresce in esuberanza ai piedi degli alberi
r’passà ripassare le lezioni; m song rpassat la poesij (mi sono ripassato la poesia)
r’sacchj rete da pesca a forma di imbuto
r’snà appagnottare la massa; jejj arrsnat la mass (ho appagnottato la massa)
r’tràtt fotografia o ritratto (ant.); ci sim jut a fa fa nu rtratt dallu fotogrf (siamo andati a
farci fare un ritratto dal fotografo)
ràcht flemma, sputo denso
ràcht ramarro; lu racht jé na vusckra verd e gross (il ramarro é una lucertola verde e
grande)
ragn ragno; li ragn fann li pappl sop li mur (i ragni fanno le ragnatele sui muri)
ragnapurcédd verdura selvaggia buona da cucinare -sembra quasi uno spinace- ;
rang’ granchio; lu rang’ camin d travers (il granchio cammina di traverso)
rang’tedd granchiolino; li rang’tedd c trovn indla riv d mar (i piccoli granchi si trovano in riva
al mare)

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rap apri!; rap la port (apri la porta)
ràp rapa(e); li rap e li cim d rap sonn bbon pli rcchjtell( le rape e le cime di rape sono
buone con le orecchiette)
rapabuàtt apriscatole; p rapì li buatt c vò lu rapabuatt (per aprire i barattoli ci vuole
l’apriscatole)
rapett aperto(a)
rapett aperto;
rapì aprire; sta chiav serv a rapì lu masckett (questa chiave serve ad aprire il lucchetto)
ràrch(la) radice di pianta
rartòr raschietto; la rartor d’lla mass (il raschietto per l’impasto del pane)
rartòr residuo di massa; pla rartor c facevn li panttedd (con i residui di massa si facevano
le pagnottelle )
ràsc’ razza; la rasc’ jè nu pesc’ chiatt (la razza é un pesce piatto)
Rasc’ (la ) Razza, pesce piatto
rascka’ Raschiare, grattare; teng la mucc’karedd e m’ rasck una c’ndinuazion(ho il prurito
e mi gratto continuamente)
rasl semi germogliati pronti per piantare
ràsp (la) raspa; la lim e la rasp sonn usat dalli falgnam (la lima e la raspa sono usati dai
falegnami)
ràsp (lu) grappolo; nu rasp d’uv (un grappolo d’uva)
ratìcl graticola, griglia
récchj orecchio(e); mi cigghjn li recchj (mi ronzano o mi pruriscono le orecchie )
regghj reste, covoni assemblati; li regghj sonn fatt d manocchj (le reste sono fatte di
covoni)
rejj erigere, innalzare
rèn arena; la ren d mar je fin (la sabbia di mare é fine – sottile-)
renajol scavatore di rena naturale da cave di tufo per la muratura
rézz membrana intestinale; la rezz sta atturn li pulmon ( la r. avvolge i polmoni)
rfell rocchetto contenente filo per cucire
rfrsckà rinfrescare, riposarsi; arrfrisckt la cap, vatt’ a clucà (riposati la testa vattene a
coricare)
rfrsckat (alla) al tramonto (quando si fa fresco); c’ sim fatt na camnat alla rfrsckat (abbiamo
fatto una passeggiata verso il tramonto)
ricc ricco; li ricc non credn alli puvrett (i ricchi non credono ai poveri)
ricc’ riccio (di capelli)o ricciolo; tin li capidd ricc’ ricc’(hai i capelli ricci ricci)
ricchjtedd orecchiette; li r. sonn fatt a man (le orecchiette sono fatte a mano)
ricchjtell orecchiette anche dette ricchjtedd;
righn (lu) origano; Pastrumel addor d righn (la collina Pastromiele odora di origano)
rir ridere; rir e chjagn la gatta musc’agn(ride e piange la gatta matta)
rizz riccio (porcospino); li rizz ten’n nu corj d spin(i ricci hanno la pelle coperta di
aculei)
robb roba, si dice anche di tessuto; ejja’ccattat duj metr d’robb p’fà na vest(ho
comprato due metri di stoffa per fare una veste)
ròc’l rotella, rocchetto di filo, ecc. la roc’l d rfell (il rocchetto della refe)
ròc’l rotula; la roc’l d’ lu dnucchj (la rotula del ginocchio)
ròmb, rumbenn, rutt rompere; jejja romb l’ov d Pasqu’(debbo rompere l’uovo di Pasqua)
rong roncola, attrezzo per tagliare erbacce; la rong jé na favc pla manjca long(la
roncola é una falce col lungo manico)
rononghj (la) rana, ranocchio
ròsp rospo; lu rosp jé cunzuprin alla ranogn (il rospo é cugino della rana)

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ròt teglia; nu rot d patan carn e cjpdduzz (una teglia di patate , carne e lampascioni)
rotl attrezzo per girare il grano ecc. Per smuoverlo ad asciugare
rròbb, robb roba; quess jé robb da jettà (questa é roba da buttare)
rruc’là, ruc’là, arruc’là rotolare(si); c sim arruc’lat p nderr (ci siamo rotolati per terra)
rubb’sciat depravato, debosciato; si dvndat nu rubbsciat e tla pass semb indla candin(sei
diventato un debosciato e te la passi sempre nell’osteria)
rùc’l pietra rotonda; si dvndat ccome nu ruc’l (ti sei fatto rotondo come un r.)
ruc’là rotolare
rucch piccione, che si allevava nelle case per mangiarli
rucchtedd piccioncini per mangiare, nu rucchtedd fatt a brod jev bon pli malat(un piccioncino
fatto a brodo era buono per i malati)
rumanì rimanere; song rumast ndret ndret come ll’asn dlli zingr(sono rimasto indietro
come l’asino degli zingari) prov.
rumast rimasto;
rumasugghj cio’ che rimane in un processo o di cose
rumunnà, arrmunnà sbucciare; arrmmunnm nu muledd plu curtedd (sbucciami una mela col coltello)
rungidd coltello a punta ricurva; plu rungidd c putev ’nztà (col r. si poteva putare)
ruriàn persona di Rodi garganico
rusc’ rosso; tnev lu nas rusc’ rusc’ (aveva il naso rosso rosso )
rusc’ (lu) Tuorlo dell’ouvo
rusc’malpìl rosso malpelo sch.; quidd jè nu rusc’malpil(é un rosso malpelo)
ruspgghjà svegliarsi; stamatin m song ruspgghjat tard (stamane mi son svegliato tardi)
rutcédd(li) tappi di birra e gioco; na vovt jucavemm alli rutcedd (una volta giocavamo ai r.)
rutédd rotella; la rutedd c po chiamà pur rocjl (la r. si può chiamare anche r.)
rutulicchj piccolo rotl
rùv rovo; sim a mezz a ruv e stracciagatt( stiamo in mezzo a rovi e spine) prov.
ruvàgn contenitore; purt’t nu ruvagn da nghj’ (portati un recipiente da riempire di...)
ruvin rovina
ruvnà rovinare
ruzzlijà razzolare come fanno i polli o i maiali
rzzétt ricetta; lu medch mhà scritt na rzzett (il medico mi ha scritto una ricetta)
s’ddun una specie di telaio rettangolare usato per il trasporto di covoni (manocchj) alla
trebbia (c’rvà)
s’ggiar chi riparava le sedie; la s’ggiar nvugghjav li seggj(la s. rivestiva le sedie)
s’ndì sentire
S’ssand Sessanta
s’tàcc’ setaccio; plu s’tacc c cern la farin( col setaccio si vaglia la farina)
s’taccià setacciare; prim d mbastà jhà s’taccià la farin(prima di impastare devi setacciare la
farina)
S’ttand Settanta
sabbiss vento forte, uragano
Sabbt Sabato
sacc’ so, dal sapere; j sacc’ chi jé stat (io so chi é stato)
sacc’ (j) io sò
sacch sacco
sacchétt (la) sacca rustica; li cafon c purtavn lu magnà indla sacchett(i contadini si portavano il
mangiare nella s.)
saccoccj tasca
saccòn materasso antico; indlu pagghjar c stav nu saccon chjn d frusc(nella capanna c’era
un saccone pieno di foglie secche di mais)

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sagghjiocc mazza per battere il grano a forma di cricket bat
sagn’nat sanguinaccio; lu s. c fà plu sang d porc’(il sanguinaccio si fa col sangue di maiale)
sagnij (li) gengive (le)
sammcalìcchj secco, mingherlino; jé nu povr s. (é un povero secco e malandato)
sanapiatt(lu, la) colui o colei che riparava piatti rotti o anche altri recipienti fatti di terracotta
sanapùn spinace(i); li sanapun sonn ricch d ferr (gli spinaci sono ricchi in ferro)
sanatùr(allu) gioco con trottole; quann javemm quatrar jucavemm allu sanatur(quando
eravamo giovanetti giocavamo al s.)
sànd santo(i); la s’ttmana sand (la settimana santa)
sandaggiùst rimedio sch.; sandaggiust facev li cerchj stort (s. fa i cerchi storti ) prov.
sàndl (lu) padrino; lu sandl mij c chiam Mchel (il mio padrino si chiama Michele)
sàndl(la) madrina; la sandla mia c chiam Marij (la mia madrina si chiama Maria)
sandlcandrès persona di Sannicandro
sandmarchès persona di San Marco in Lamis
sangiuvannàr persona di San Giovanni Rotondo
sanguétt sanguisuga; indla famigghja mia facevn li sanguittar ( nella mia famiglia facevano il
commercio delle sanguisughe -anche chiamate mignatte-)
sanguettar colui che faceva il commercio delle sanguisughe dette anche mignatte
Sanzvrès persona di San Severo
sapè sapere
sapòn sapone; na vovt a Carpin li femn c facevn lu sapon (una volta a Carpino le donne si
facevano il sapone- usando olio di scarto e soda-)
sapùt saggio, dotto; a Carpin c stavn na frec d saput che jev megghj a gavtà (a Carpino
c’erano molti saputi che era meglio evitarli)
saramént tralcio di vite; lu sarament jé come nu ram d vit (il s. é come un ramo di vite)
sardéll sardina; li sardell arrstut sop lu vrascer (le sardelle arrostite sopra il braciere)
sàrt sarto; li sart facevn li vstit pli fest (i sarti facevano i vestiti per le feste)
sartànij padella; indla sartanj c sfrij p ll’ogghj (nella padella si frigge con l’olio)
savzangòdd(a) gioco a saltare addosso; li criatur na vovt jucavn a s.(i bambini una volta giocavano
a s.)
savzìcchj salsiccia; a Natal c facevn li savzicchj d porc( a Natale si facevano le salcicce di
maiale)
sazij chi é sazio; lu sazij non cred allu dijun (il sazio non crede a chi ha fame)
sbadijà sbadigliare
sbalijà prendere fiato; famm sbaljà (fammi prendere fiato)
sbannmént fidanzamento; song jut allu s. d mbà Giuvann (sono andato al fidanzamento di
compar Giovanni)
sbarrun (lu) pesce di mare chiamati sarago fasciato
sbàtt, sbatten,-ttut sbattere; jev sbattenn la cap condr li mur (andava sbattendo la testa contro i muri)
sbavttùt sbigottito; sim rumast sbavttut (siamo rimasti sbigottiti)
sbrgugnà svergognare, rinfacciare qualcuno
sbrgugnat svergognato, senza pudore
sbruffann sbuffante; va semp sbruffann, funisc’la na bbona vovt( vai sempre sbuffando,
finiscila per una buona volta)
sbrusc’nì, -nut arrostire (appena); sta bstecc sta sol sbrusc’nut (questa bistecca é appena
bruciacchiata –non troppo cotta-)
sbuffà sbuffare
sbùrr spermatozoo; lu sburr d tor sumend li vacc (lo s. di toro feconda le vacche)
sburràin altro modo di dire spermatozoo,
sc’dd’kià muovere le ali o muovere le spalle per dolore o sollievo; sc’ddkiann (svolazzando)

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sc’quàttl papavero(i)
scacacciat roba di diarrea
scagnà Scambiare, cambiare eg soldi
scalcagnat malandato, trasandato
scàmb scampo; non c’ stà scamb (non c’é via d’uscita)
scamòrz scamorza
scandalzzà scandalizzare
scanigghjà cercare di estrarre notizie attraverso stratagemma
scànn sedile di legno
scannà scannare, sgozzare
scannator(la) posto per sgozzare
scanzà mettere da parte
scanzarc’ mettersi in disparte
scaplà smettere di lavorare
scapuccià cadere malamente
scarcha’varrìl fa a s. Passarsi la colpa dall’uno all’altro
scarcha-farìn delega fig.
scarfij (fa a ) rivaleggiare; facev’n a scarfij l’un’ p’ l’avt (facevano a gara l’uno con l’altro)
scarn’scjà schernire
scarnscijà schernire, deridere
scarpàr calzolaio
scarsijà scarseggiare
scartà scartare
scartafàcc’ manifesto disp.
scartllàt dolci natalizi frittelle
scasciat in modo sgraziato, senza stile; camnav tutt scasciat (camminava in modo
sgraziato)
scatnà scatenare
scavdà riscaldare
scavzà scalzare
scavzat senza calze, scalzo
scazzamurrédd folletto fam.
scazzcà smuovere
scazzcà (li porc’) stanare( i porci)
scazzcà(l’apputit) stuzzicare l’appetito
scazzettl berretta a papalina
scegghj setacciare nel farnar per scegliere le fave
scégn scendere
scesc’l frutti chiamati giuggiole
sch’nèr gambali di pelle di capra
schiapp(na) una persona inetta nello sport nel lavoro ecc.
schiarut schiarita o schiarito;
schizz scheccio, abbozzo
scì uscire
scì si, affermazione
sciacqu’jà sciacquare
sciacquìj rumore dell’acqua
sciaddèj sciatta trasandata
scialà soddisfarsi di qualcosa o di cibo
scialacquà sperperare (soldi o altro)

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scialàrc’ abbufarsi
sciar odore sgradevole; li ped sciariavn(i piedi puzzavano)
sciarett odorino sgradevole v. sciar
sciarr (la) lite degenerata fra due o piu’ persone manifestata al pubblico
sciarrabbà specie di carrozzetta tirata da un cavallo
sciàt fiato
sciatà fiatare
scign scendi
scign (la) scimmia;
sciogghj sciogliere
sciùcch veste (antica)
sciugghj sciogli!
sciugghjment diarrea
sciumàr fiumana
sciuppà togliere con violenza, scippare, tirare l’erba ecc.
sciùr (li,lu) fiore il; nu sciur addurend (un fiore profumato)
sciurtamend separazione dopo un matrimonio
sciurtarc’ separarsi; c’ sonn assciurtat (si sono separati)
sciurtat separato dal matrimonio
sciuscià soffiare
sciusciatùr soffietto (per il camino fatto di canna forata)
sciùt uscito
sciùt(la) uscita (l’)
sciuvl lo scivolo dove i ragazzini giocavano
sciuvlà scivolare
sck’t’ddàn persona di Ischitella
sckàff schiaffo;
sckaff’tijat(na) una schiaffeggiata
sckaffijà schiaffeggiare
sckamà protestare a viva voce, urlare di dolore
sckanatédd pagnotta
sckanatòr tavola per pasta
sckandìdd estremita’ di pagnotta
sckanij un poco di qual’cosa; steng pijann na sckanij d’ sol (sto prendendo un po’ di sole)
sckantà spaventare, spaventarsi; m so sckantat indlu sonn (mi sono spaventato nel sogno)
sckantus spaventoso o largamente inappropriato; tnev na sciucc pli clur sckantus (aveva
una veste di colori molto inappropriati)
sckapp una scheggia di legno
sckappun(li) rigatoni
sckarà risciacquare. Prim jeij lavat li lnzol e po’ l’eij sckarat(prima ho lavato le lenzuola e
dopo le ho risciacquate)
sckaratedd una piccola schiarita ; na sckaratedd d’sol (un piccolo raggio di sole)
sckaròl scarola, insalata
sckatl scatola
sckatlecchj scatoletta, astuccio
sckattà scoppiare, crepare
sckattaménd vanto, ostentazione
sckattamend (fà) ostentare, vantarsi; facev sckattament (si vantava -con un pò di ironia-)
sckattaocchj non sincero; Je’ nu s. (e’ un bugiardo)
sckattat scoppiato, crepato;

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sckattià appioppare, scagliare; vatt a fà sckattià nu cazz ngul! (va a fartelo mettere di
dietro!) Espressione prettamente del popolino carpinese.
sckattus arrogante, antipatico
sckett (alla) schietto, di sorpresa; m’ha pijat alla sckett (mi ha preso di sorpresa)
sckif spicchio; na sckifa d’agghj (uno spicco d’aglio)
sckìf schifo, ribrezzo; fa sckif (fai schifo)!
sckifgnus schizzinoso
sckind una goccia (d’acqua o altro liqiuido); li sckind d’ cavc’m’sonn jut nfacc’(le gocce di
calce viva mi sono andate in faccia)
sckintiator una piccola quantità distribuita, come : na sckintiator d’ vuliv(una piccola quantità
di olive sulla pianta)
sckintijà piovigginare
sckitt solamente; solo!
sckocc fiocco
sckopp lotta; facim alla sckopp(facciamo la lotta)
sckòv sta finendo di piovere; jha sckovt (ha smesso di piovere)
sckttìn susina
sckufij pulviscolo, o oggetto molto piccolo e insignificante (fig.) si na sckufij (sei
insignificante)
sckùm schiuma
sckumarol lumaca che emette schiuma
sckuppétt fucile anche da caccia
sckuppttat rumore di sparo da un fucile da caccia
scoll (la) cravatta
scong’ sconcio
scòp scopa
scorc’ corteccia o buccia
scotlapuc’ uno che si dimena spasmodicamante come un cane con le pulci; irrequieto sch.
scr’jiat (lu) frusta
scriat (lu) lo staffilo, o frusta
scrìm (la) partizione di capelli
scrìv scrivere
scruffgghjòn geco
scucunat come una bottiglia senza collo
sculà scolare;
sculat fortunato (sch);
sculat scolato;
scummett scommettere
scundndà scontentare
scungià guastare
scunjnut sconcertato, non giusto in modi e maniere
scupà scopare
scuppà diventere calvo
scuppàt calvo
scurcià sbucciare, togliere la corteccia manualmente. Scurcià la menl o la
portagall(sbucciare la mandorla o l’arancia). Vedi anche arrumunnà.
scurdà dimenticare
scurdà dimenticare
scurdarc’ scordarsi dimenticarsi
scurdt’n dimenticati

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scùrdt’n! Dimenticatene!
scurs scorso
scurs d mbis estrema fretta: che je’ scurs d mbis? (che hai il nodo scorsoio alla gola?)
scutlà togliersi di dosso qualcosa con una spazzola o dimenandosi come un cane;
scuzzéttl capelli tagliati corti
scuzzulun (nu) Grossa fichid’india
sd’rlambat Si dice di un indumento(maglione, gonna ecc.) che si e’ allargata in tutte le
direzioni per via di disfacimento delle maglie o dell’elastico.
sd’rlazz (la) Raschietto per pulire la zappa dalla terra appiccicata o il vomere dell’aratro
sdruc’là scivolare
sdrupà cadere
sdrupa’ Ruzzolare
sduvacà svuotare per esmpio una bottiglia dal liquido (vedi svacantì)
sèc sega
sèc (fa na) masturbare
sécc’ seppia
secc’(la) seppia
ségg’ sedia
Sej Sei
sémb sempre
senza senza
sérp serpe
séssl mestolo, paletta
Sett Sette
sfaccìmm sfacciato
sfascià sfasciare
sfascia-carròzz guastatore sch.
sfraghanà sframmentarsi, disgregarsi come un biscotto
sfraghanat sframmentato come un biscotto
sframcà sbriciolare
sframcat sbriciolato come il pane: pan sframcat (pane sbriciolato per fare l’arraganat)
sfraschigghj fruscio di foglie o di rami
sfridd Scarto, Cio’ che si butta accidentalmente; c’sta’ tropp sfridd (c’e’ troppo scarto)
sfrìj friggere
sfriscka-jacq’ spruzza acqua di canna rudimentale con cui i bambini giocavano anticamente
sfruscett (d’) di striscio, non in pieno
sfurf’cià sforbiciare
sgad’jat furi posto, tutto sgangherato: na segg’ sgad’jat (una sedia sgangherata)
sgaratedd capriole; fa s. (fa capriole)
sgardalan(lu) cardatore, colui che rendeva la lana pulita e soffice per poter essere filata a
mano
sgàrr mancanza, offesa
sgarrà mancare, offendere
sgarramlòn scarafaggio
sgav’zzat diffidente verso qualcosa per aver subito del male prima
sgr’ddà stridere, scricchiare
sgr’ddìj stridio
sgr’gnà sgridare a qualcuno, digrignare;
sgr’gnà ridacchiare, ghignare
sgrac’nà sbriciolare

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sgramdda’ slogare; m so’ sgramddat lu spuzzidd(mi sono slogato il malleolo)
sgramddarc’ slogarsi (un arto);
sgrassà sgrassare;
sgrugnà rosicchiarsi o spolparsi voracemente la carne dall’osso;
sgrussà sgrossare; sgrussà la mazza(sgrossare la mazza)
si sei, verbo ; tu si nu fregn(sei una persona poco intelligente)
Sidc’ Sedici
sìn’ch sindaco
sìt autobus (ant)
sògr suocero (a)
sogr’t tua suocera,
sòl sole
sòlt soldi
solt fàvz(alli) gioco con soldi antichi
sonn sonno o sogno
sòp sopra
sòr sorella
sòr’ch ratto
sòr’t tua sorella
sòrv (la, li ) Sorbo (frutto): plu temp e pla pagghj maturn li sorv (col tempo e colla paglia
maturano le sorbe)
sott sotto
sovraccigghj sopracciglia
sòzz pari(uguale)
sozz, una sozz uguale
sp’ccià sbrigare(rsi)
sp’clatur Spigolatura, il raccogliere delle spighe di grano dopo la mietitura con la falce
(favc’)
sp’dtjà fare scorregge;
sp’là spelare
sp’nnà spennare
sp’ziarìj farmacia (spezie)
spaccà spaccare
spàdd spalla-e
spàg spago
spagnulett cilindro di cartone contenente filo da cucire o ricamo
spalijà spargere, cospargere
spànn spandere il bucato
sparafucìl(nu) masturbatore(fig)
sparagn (lu) il risparmio
sparagnà risparmiare
sparapagghj persona inconcludente, sparapaglia
sparatrapp (lu) cerotto il
spàrj asparago(i)
sparpagghjiat sparpagliato
spàrt dividere(rsi)
spatazzà squartare
spatl’jà sparpagliare, spargere; spatl’jà la povl (spargere la polvere)
spatl’jà divulgare
spatr’jà disperdere; no spatr’jànn li gaddin! (non disperdere le galline)

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spatrijà far disperdere; li gaddin c’ sonn spatrijat (le galline si sono disperse)
spazzacamin colui che puliva i camini con una lunga scopa rotonda
sperchj specchio
spicc’t sbrigati !
spiccià sbrigare
spilaf’con sfaccendato
spìn spina (e)
spingl spillo, spilla; jev vnnenn spingl franges (andava vendendo spille francesi)
splàt spelato
splupà spolpare
splupà perdere i soldi a gioco fig. Vedi sp’nnà.
spnàl spina dorsale
spngulon spillone o persona molto alta e magra
spnna’ spennare
spnnàt spennato (come un pollo)
spnnàt perso i soldi a gioco fig. Vedi splupà.
spr’chà sprecare, spendere; m’sò sprchat tutt li solt (ho speso tutti i soldi)
spr’pìngwl pipistrello
sprèch consumo, spreco; chi sparagna sprech (chi risparmia spreca) prov.
spugghjà,(rc) spogliar-e,-rsi
spundà spuntare(rsi)
spùrc’t sporcaccione, mala bocca
spurc’tià disprezzare (es. cibo)
sputà sputare
sputacc’ (lu) la saliva, lo sputo
spuzzidd osso del piede che protude di lato; t’e frca’ na cavc’ sop lu spuzzidd (ti tirerò un
calcio sul s.)
squaccià schiacciare
squaccià schiacciare
squagghijà sciogliere
squagghjarc’ sciogliersi, sparire
squagghjdacquà (lu) Il diavolo
squàtr squadrato
st’rà stirare
sta questa
stà stare, stev (stava)
stàcch (la) puledra
stagiun stagione
stagnin colui che lavorava con stagno e zinco per fare contenitori per olio e simili
statìj estate
stenn Stendere anche i panni stenn li pann
sti questi
stis disteso
stoddch tipo irrequieto, che si muove ripetutamente; je’ stoddch(e’ irrequieto)
stòmch stomaco
stòzz Pezzo: nu stozz d’ pan (un tozzo di pane)
str’cchjun (nu) una sberla; te frcà nu str’cchjiun nfacc’ (ti tirerò una sberla sulla faccia)
str’gghjà strigliare (anche fig.)
str’ppòn bastoncino

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straccià strappare;
stracciagàtt spine(ant)
stracciat strappatoo straccione; allu stracciat corr lu can ( allo straccione va il cane)
stracq’ stanco; song stracq’ d’sndì sti storj(sono stanco di sentire questa storia)
stracquà stancarsi, stancare; m’ sò stracquat d’spttà lu tren(mi sono stancato di aspettare il
treno)
strapazzà strapazzare, t’é strapazzà la cap(ti strapazzerò la testa)
strasc’nà trascinare
strasc’nat cavatelli, pasta tirata a pizzelle;
stravìs ferita o residuo di ferita lasciata da un oggetto acuminato come ago o spina
strebbt Movimento(i) di carattere insolito, come di un bambino irrequieto; fa strebbt(fa
movimenti spasmodici)
stregn stringere
strgghijà strigliare
strind stretto
striqula’ grattare, frizionare; striqularc’ la tripp(grattarsi la pancia)
stritt stretto-a;
strùffl dolci natalizi rotondi ;
struij distruggere o consumare;
strùnz stronzo;
strup’zzà pulire con un cencio;
struppijà storpiare, fare male;
struppijat storpio;
strutt distrutto, consumato;
struzzulà togliere la sporcizia; steng semp a struzzulà la cas, come se c’ stessn li porc’(sto
sempre a pulire la casa come se ci fossero i porci)
struzzulat pulito
stu questo
stubbt stupido;
stuccà staccare, recidere;
stuijà asciugare; stujt la facc’(asciugati la faccia)
stuijà pulire, strofinare
stumacùs stomachevole;
stuzzaredd Piccolo pezzo di pane
suatt una cinghia di cuoio che poteva avere molti usi (anche per picchiare)
subbt subito;
sucà succhiare;
sucudagn cinghia che serviva per fissare la sella ed andava sopra la coda dell’animale (su
cudagn=sopra la coda)
suddcà inseguire
sugghj Lesina, oggetto acuminato del calzolaio per passare lo spago impeciato
sugghj lesina
sùl solo;
sul’ticchj (li) i soldini
sulch (lu) solco
sum’ndà seminare;
sumend seme, semenza
sunà suonare;
sunnà sognare;
sùrc’ topo;

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surc’dìnj cavia, porcellino d’India, anche chiamato cucc’
sùrv (lu) Il sughero
sùs solaio(sopra);
suscjatùr(lu) soffietto fatto di un tubo di canna per alimentare il fuoco nel camino
suspìr sospiro;
susprà sospirare;
suverchj in eccesso, di troppo; l’amicizj non gne’ maj suverchj (l’amicizia non e’ mai di
troppo)
sv’nì svenire;
svacandì svuotare come una casa dal contenuto o una melanzana dalla polpa(vedi
sduvacà)
svndracà sbudellare
svummtià tuonare dicesi del tempo o di persona ; c’nié jut svummtiann(se n’é andato
tuoneggiando)
t’gnùs tignoso;
t’jddùcc’ pentolina;
t’mbstàt tempesta;
t’nagghj Tenaglie
t’nagghj tenaglie;
t’né tenere;
t’nùt tenuta (terreni);
t’rron (lu) torrone
taccagghj legame, cordicella per legare
taccagghjon una fetta enorme di pane; nu taccagghjon d’pan
taccarat botte; mna’ taccarat (tirare botte)
tacchjà camminare , battere i tacchi
tacchr specie di manganello o randello nodoso
tacchrià tirare mazzate
tagghjià tagliare;
tagghjulin tagliolini;
talorn (nu) una continua lamentela; si nu talorn (sei una lagna)
tann espressione per dire “allora”; jiv fregn tann! a vdé mò(eri fesso allor devi vedere
adesso!)
tapèn patata(ant);
taragnòl Un tipo di uccello
taràll biscotto toroidale ;
tarallùcc’-e-vìn lieto fine;
taratùr tiretto;
tarijà toccare
tarijann-tarijann tastando
tattrann nonno (ant); letteralmente papa’ grande
tattròss nonno(ant); letteralmente papa’ grosso
tàvl tavolo;
tavùt bara;
temp-temp piano piano
tèn tiene;
téss tessere;
ti ti voce per chiamare le galline;
ti’jedd pentola;
tiddcà fare il solletico , solleticare

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tiédd pentola;
tìgr tigre;
tirab’sciò stappa bottiglie;
tìs inpiedi;
tiss tessi!
tìs-tìs teso al massimo
tiudd uccello palustre del lago di Varano
tmbstat tempesta, tempestata
tocc(lu) Tocco o anche un ichtus cerebrale
torc’ torcere(di bucato)
tort torto o torta: lu tort, la tort
tòrtr tortora;
tost duro-a; jé tost come na pret (é duro come una pietra)
tòtr torsolo di mais;
tòtr persona pigra (sch.);
tr’bbià trebbiare;
tr’mbà impastare il pane;
tr’mbat impasto per fare pane;
tr’mbùn trombone;
tr’ppòn trippone, panciuto;
tracca-tracc per tratturi o ferrovia
tradtùr traditore;
trafogghj trifoglio (foraggio);
trajn (lu) carro tirato da muli o cavalli per trasporto di cose o persone
trajnèr colui che guida lu trajn
tràmb storto;
trapazz (scarp da) scarponi di campagna con c’ntrell e frrett per proteggere la suola
trappit luogo dove si macinavano le olive; sim jut a caccia’ l’ogghj allu trappit(siamo
andati a produrre l’olio al frantoio)
trasc’ entra
trascì entrare;
trasciut (la) l’entrata, anche quando si faceva con una donna
trattà trattare avere a che fare;
trattùr viottolo
tràv trave;
Tre Tre
tregghj triglia;
Trend Trenta
trézz treccia di capelli ;
trézz treccia( mozzarella);
tric-trac sonaglio a tavoletta
Tridc’ Tredici
trign (lu , li) Mirtilli: tin li trign (hai i mirtilli) (hai qualche problema , non sei sincero)
tripp pancia, trippa di animale;
tripp-d’vacc verdura selvaggia;
trispt piedi di letto antico col saccone di frush a mo’ di materasso
trìspt sedile a tre piedi;
trmon recipiente di terracotta per olive
trozzl oggetto di poco valore, cosa inutile o sporco del naso; jitt stu trozzl , livt lu trozzl
dallu nas, si nu trozzl(butta questa porcheria, togliti il coso dal naso, sei un buono a

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trusc’
niente)
torsolo o persona poco attiva; t’si miss a mezz come nu trusc’(ti sei meso in mezzo
come un torsolo)
ttozzamùr(a) gioco con monete urtrando una moneta contro il muro che se cadeva vicino ad
un’altra ad una certa distanza si vinceva la posta in gioco
tu tu
tufajol (lu) fabbricatore di mattoni di tufo, ricavate da cave e segati a mano
tumbanell aratro rudimentale fatto di legno
tumpanar talpa
tunn rotondo
tunn-tunn tonteggiante
tunz (la) sporcizia la;
turc’nédd involtino (di interiora);
turnà ritornare
turn-turn tutto attorno
ugn, ogn, (ogn) Ungere (imp.), ungere (inf.), (unghia)
ùlm (fa) senza bere per gioco
Ùn Uno
Ùnc’ undici
und unto, olioso;
unor onore;
ustnedd triglie piccole di mare ed anche del lago piu grigie
Uttand Ottanta
v’cchjàj vecchiaia; quand jé brutt la v.!(quanta é brutta la vecchiaia)
v’chajòl persona di Vico
v’dé vedere; li solt fann vdé li cjcat !(i soldi danno la vista ai ciechi!)
v’dedd (lu, li) budello, budella; pli v’dedd c’ ienghjn li savzicchj(con le budella si riempiono le
salcicce)
v’lut voluto
V’nardì Venerdì
v’ndcédd venticello
v’ndljatur processo di separazione dell grano usando il vento per epurarlo dalla paglia per
gravita’
v’ndljià ventilare
v’nì venire
v’rdòn (nu) una sbornia sch.; c’ha pijat nu v’rdon (si è preso una sbornia)
v’rncòcc apricotta
v’rzòch bigotta
v’sàzz bisaccia
v’st’sàn persona di Vieste
v’stit(lu) il vestito
v’stut vestito (p.p. di vestire)
v’tacchj vitigni selvatici da cui si ricavavano i cavadducc’ per cuocerli
v’tarédd piccola vite (filettata)
v’ttùn(alli) gioco con bottoni
v’ttùr automobile
va va, vai
vàcc vacca mucca
vaccarédd mucca piccola
vàdd valle

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vallòn gallone
vammac’ bambagia, cotone idrofilo in fiocchi
vandagghj ventaglio
vandièr vassoio
vann (lu) Il bandire, colui che andava per le strade per invitare la gente a comprare
qualcosa che si vendeva al mercato era detto lu vannajol. J’ttà lu vann(bandire)
vannajol (lu) banditore, colui che andava strada per strada propagandando prodotti in vendita
vannìn cavallino
vard (la) sella rustica per cavalli asini ecc.
vardar colui che faceva selle tipiche di Carpino chiamate “varde”
varlis ferita infiammata
varluttar colui che faceva barili e botti
varrìl barile
vàrv barba
varvarij barberia, negozio del barbiere
varvèr barbiere
vasc’ bacio
vasch vasca
vascià baciare
vaslchòj basilico
vasscha’ rimestolare o assestare il sacco del contenuto per fare piu’ spazio; Vasschijj la
p’gnat (rimestola la pignata)
vatt’tur(lu) Il battipanni
vattìnn vattene(imp)
vàv bava; li culav la vav dalla vock (gli scolava la bava dalla bocca)
vavàcc’ gozzo di pollo o anche di persona
vavùs bavoso;
vecchj vecchio-a;
vèn viene;
vèn (la) vena;
vénd vento;
vérd verde;
verm verme;
verr porco maschio per riproduzione
vérz varieta’ di cavolo;
vest vestire, -rsi;
vest (la) la veste;
vèv bere;
vianòv strada principale non asfaltata per il transito delle macchine (voce antica);
vianov-vianov per la strada provinciale
viarédd sentiero;
vigliàck vile;
vìj (la) via;
vìn vino;
vìn vieni (imp);
vin’l Arcolaio per fare matasse
Vin-a-quà vieni qua’;
Vind Venti
vinghj steccchino flessibile spec. di alberi di ulivi, vimine
vìpr vipera;

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vìs’t visita;
vìst vista(senso);
vìt (la) vite(la) filettatura;
vìt (la) vita(la);
vìt (la) vite dell’uva;
vìz’j vizio
vò vuole
voc’ voce
vòcch bocca
vòch(alla) gioco con pietre ;
vogghj (la) fibra vegetale molto forte, a nastro, che seccata veniva usata per rivestire sedie;
voij voglio;
vòtt botte;
vòv bue;
vov(lu , li) Bue, boui
vovt (na) una volta;
vrascèr braciere;
vrazz braccio;
vràzz braccio(ia);
vrìcc’ brecciolina;
vrùsc’ morbillo;
vrusc’l piccola piaga contenente pus chiamata fistola
vuc’ddòn grosso pene(vol);
vuc’dduzz uccellino;
vucédd uccello
vùj voi;
vulé volere;
vulìv olive;
vumchà vomitare; Puh! Quand fa sckif, m fa v’n i’ da vum’ca’(puh quando fa schifo! Mi fa
venire il vomito)
vùmt tuono;
vùngl baccello di fava;
vurrajn Borragine, verdure allo stato selvatico
vurticchj Una specie di volano che dava piu’ impulso al fuso per filare
vuscìc vescica;
vusckarédd lucertolina;
vusckaron lucertolone;
vùsckr lucertola;
vuta’ voltare, virare la macchina
vutàr altare;
vutat (la) una svolta (come quando si vira la macchina)
vutta’ spingere
vuvtédd vitello;
waddòn torrente
wuàj guaio (i);
wuaj! guai!;
wuccer macellaio;
wucciarìj macelleria;
wuìcc’ tacchino;
wuicciòn tacchino (masc);

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2030.
z’cuddecchj un pochettino;
z’nàl grembiule;
z’rbnott zerbinotto, giovinastro;
zaccarìj(fa) scusa, trovare scuse;
zaccarùs polemico, trovascuse; fa semb zaccarij(trova sempre scuse)
zagagghj cordicella per far girare la trottola; nzagagghjà lu curl( avvolgere la z. attorno alla
trottola)
zah! voce per scacciare il cane;
zambitt scarpe di pelle di pecore o capre sotto, e di stoppa sopra usate dai pastori o
contadini
zanghétt piccolo pesce piatto;
zanzàn (lu) mediatore;
zàpp zappa;
zenn (la, na) un angolo o un luogo; sta segg’ mittla a na zenn(questa sedia mettila in un
angolo)
zenna-zenn per il margine della strada
zìc (na) un poco;
zic-a-zic poco a poco
zìppr stecchino, sterpo; chi vo fla’ fil allu zippr (chi vuol filare fila allo stecchino)
zitt silenzio! statt zitt! (fai silenzio);
zoccl zoccolo, calzatura estiva con la suola di legno ed una striscia di cuoio per tomaia
zoccl (na) passeggiatrice, puttana o donnaccia in senso figurato; si na zoccl !(sei una z)!
zòch(la) corda;
zodd Babucce, pianelle e simile di carattre pessimo: livt sti zodd dalli ped (togliti queste
z. dai piedi)
zombafoss Pantaloni alla z. pantaloni piu’ corti del solito sopra la caviglia
zttì stare zitto;
zucagn cordame
zucarédd cordicella;
zùccr zucchero;
zumbà saltare;
zumbià saltellare;
zumpitt alla pantaloni alla zumpitt o alla zombafos. Pantaloni corti
zunzunédd ugola o stalattite;
zuppe’r zuppiera;
zurbétt sorbetto di neve;
zuzzcacànn(a) gioco a salterello;