Scarica "Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone
Scarica "Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone
Scarica "Il Notiziario" in pdf - CAI - Sezione di Pordenone
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Il</strong> Campanile<br />
visto salendo a<br />
f.lla Montanaia.<br />
(foto <strong>di</strong> Franco<br />
Protani)<br />
nel 1911 l’<strong>in</strong>glese Beatrice Tomasson e le<br />
baroness<strong>in</strong>e ungheresi Rolanda e <strong>Il</strong>ona<br />
Eötvos, tutte tre già ben note per le loro<br />
<strong>in</strong>numerevoli imprese nelle Dolomiti; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />
l’<strong>in</strong>glese Costance Dechson (1912).<br />
Prendendo <strong>in</strong> esame l’elenco delle salite<br />
del primo decennio post-bellico 1921-1930,<br />
si nota un notevole aumento delle presenze<br />
<strong>di</strong> scalatori, dovuto ad una ripresa generale<br />
(con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, trasporti, ecc) ma anche<br />
al <strong>di</strong>ffondersi dell’<strong>in</strong>teresse per l’alp<strong>in</strong>ismo<br />
e per un nuovo e <strong>di</strong>verso atteggiamento e<br />
modo <strong>di</strong> vedere verso la montagna. I salitori<br />
ora sono dec<strong>in</strong>e ogni anno e gli italiani<br />
superano gli stranieri; predom<strong>in</strong>ano i triveneti,<br />
ma numerosi provengono anche da<br />
altre regioni d’Italia. Proporzionalmente<br />
aumentano moltissimo i senza guida, segno<br />
questo <strong>di</strong> un progresso delle capacità<br />
tecniche e dell’ar<strong>di</strong>re degli scalatori.<br />
Ma oltre queste considerazioni generali,<br />
storiche e statistiche, vorrei prendere <strong>in</strong> esame<br />
anche un altro aspetto <strong>di</strong> questo lungo<br />
elenco <strong>di</strong> salitori del Campanile, che<br />
può fornire preziose <strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni anche<br />
sulla storia dell’alp<strong>in</strong>ismo pordenonese<br />
durante quel decennio.<br />
È un periodo <strong>in</strong> cui l’<strong>in</strong>teresse per la montagna<br />
com<strong>in</strong>ciò ad affermarsi e <strong>di</strong>ffondersi<br />
anche nella nostra zona: sorse nel 1920 la<br />
prima associazione alp<strong>in</strong>istica nella nostra<br />
città, “La famiglia alp<strong>in</strong>a” <strong>di</strong> Pietro Tajariol,<br />
poi confluita nella neocostituita <strong>Sezione</strong> del<br />
C.A.I.; nel ‘25 fu costruito il Rif. Policreti <strong>in</strong><br />
Pian Cavallo, base storica dell’ alp<strong>in</strong>ismo<br />
pordenonese.<br />
Dopo i primi contatti con la montagna, anche<br />
per i pordenonesi la salita del Campanile<br />
venne a rappresentare la grande aspirazione,<br />
l’ambita prova, l’affermazione ufficiale<br />
a consacrare l’appartenenza ad una ristretta<br />
elite che allora, e ancora f<strong>in</strong>o ai primi<br />
anni ‘50, valeva quale riconoscimento solenne:<br />
“ha fatto il Campanile!” e noi ci segnavamo<br />
a <strong>di</strong>to, con ammirazione e rispetto,<br />
gli scalatori che ci avevano preceduto<br />
nell’agognata impresa.<br />
Per questo dall’elenco dei salitori e dalla<br />
storia del Campanile possiamo ricavare<br />
un’<strong>in</strong>teressante storia anche del nostro alp<strong>in</strong>ismo.<br />
Già nel 1921 il primo dei nostri a<br />
salire il Campanile non poteva essere che<br />
Vittorio Cesa De Marchi, allora 26enne,<br />
con precedenti esperienze dolomitiche già<br />
negli anni anteguerra, valoroso e decorato<br />
ufficiale degli alp<strong>in</strong>i, futuro fondatore della<br />
<strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> <strong>Pordenone</strong> e della Sottosezione<br />
<strong>di</strong> Sacile, autore della prima guida del M.<br />
Cavallo <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua italiana; trasferitosi a Ud<strong>in</strong>e<br />
e poi a Tor<strong>in</strong>o, fu anche socio del<br />
C.A.A.I..<br />
<strong>Il</strong> 19 settembre 1926, nel gruppo degli alp<strong>in</strong>isti<br />
che portarono <strong>in</strong> vetta la campana,<br />
c’era anche il nostro Renzo Granzotto, scalatore<br />
già affermato e, delle tre signore pre-<br />
19