Il giapponese a fumetti - Lezione 1 - Nipoweb
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Guillermo March<br />
b) Risate<br />
Mifu: Tatsu:<br />
ahahahahahahahahahahaha hehehehehehehehehehehehe<br />
(onomatopea di risata) (onomatopea di risata)<br />
Qui vediamo Tatsu e Mifu che fanno conoscenza. La loro reazione è tra le più curiose:<br />
cosa indicheranno esattamente queste risate scritte in hiragana?<br />
Si è soliti scrivere in hiragana le onomatopee dei suoni emessi da personaggi umani<br />
(risate, tentennamenti, grida, ecc.); al contrario, i suoni provocati da azioni, cose, animali<br />
(esplosioni, colpi, latrati, ecc.) sono generalmente scritti in katakana, come<br />
vedremo nella lezione 2.<br />
Ovviamente questa non è affatto una “norma» rigida: l’uso dei sillabari nei manga può<br />
variare a seconda dell’autore e dei suoi gusti.<br />
c) Particelle e desinenze<br />
Kazuhiro:<br />
boku ga kowashita!?<br />
io ps rompere!?<br />
In questo terzo esempio possiamo<br />
vedere uno degli usi più<br />
caratteristici del sillabario hiragana<br />
con il quale si scrivono le<br />
unità che formano l’autentico<br />
“scheletro» delle frasi: le particelle<br />
grammaticali, fondamentali<br />
nella grammatica <strong>giapponese</strong>,<br />
si scrivono sempre in hiragana,<br />
come vedremo nella l.16.<br />
L’ho rotto io!?<br />
In questo esempio ne troviamo<br />
una, (ga), che serve a marcare<br />
il soggetto della frase, cioè chi compie l’azione. In questo caso,<br />
agisce.<br />
boku (“io») è chi<br />
Si scrivono in hiragana anche le desinenze verbali, dalle quali vediamo se un verbo è<br />
coniugato al presente, al passato ecc. In questo caso, al kanji si aggiungono gli hiragana<br />
, che indicano il passato (l.20). Così kowashita significa “ho rotto».<br />
Hiragana 21<br />
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