Il giapponese a fumetti - Lezione 1 - Nipoweb
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11<br />
<strong>Il</strong> primo passo che realizzeremo in questo libro sarà quello di imparare<br />
qualcosa sulla scrittura <strong>giapponese</strong>: stiamo parlando, ovviamente, di<br />
quegli «scarabocchi» che intrigano più di una persona. In queste prime<br />
lezioni dovrete impegnarvi un po’ per memorizzare i due sillabari.<br />
I sillabari<br />
La scrittura è la base dell’apprendimento corretto del <strong>giapponese</strong>, in quanto i libri in<br />
rõmaji (cioè scritti in alfabeto occidentale) sono utili, ma alla lunga si rivelano insufficienti.<br />
Conoscere solo il <strong>giapponese</strong> parlato è come essere un analfabeta. Se quello che<br />
volete è imparare il <strong>giapponese</strong> a tutti i livelli, e soprattutto volete arrivare a leggere riviste<br />
o <strong>fumetti</strong>, dovete passare necessariamente per l’apprendimento della scrittura. E i due<br />
sillabari del <strong>giapponese</strong>, di cui in questa lezione studieremo lo hiragana, il più importante,<br />
sono il primo passo per un apprendimento solido della lingua. È bene abituarsi quanto<br />
prima alla scrittura <strong>giapponese</strong>, per questo inizieremo con le sue basi.<br />
Dovete sapere che in <strong>giapponese</strong> non esiste un alfabeto propriamente detto, come lo<br />
conosciamo noi. Al suo posto ci sono due sillabari chiamati hiragana e katakana. Un<br />
carattere <strong>giapponese</strong> equivale normalmente a una sillaba di due lettere nella nostra lingua<br />
(da qui il nome di “sillabari»). Così il carattere si legge ka. C’è una sola eccezione:<br />
il suono “n», l’unica consonante che può andare da sola.<br />
Sia lo hiragana che il katakana hanno 46 simboli sillabici, equivalenti tra loro per quel<br />
che riguarda la pronuncia, ma diversi nella scrittura. Per esempio, il carattere hiragana<br />
e il carattere katakana si leggono entrambi chi.<br />
Può sembrare strano, ma non lo è se si pensa che anche noi abbiamo un sistema simile:<br />
le minuscole e le maiuscole. Che somiglianza puramente formale hanno la “a» e<br />
la “A», o la “g» e la “G»? Sembrano uguali?<br />
Ci sono anche dei caratteri chiamati kanji, ideogrammi presi dal cinese tra i secoli iii<br />
e vi della nostra era che designano concetti invece che suoni. Esistono moltissimi kanji<br />
(si calcola più di 50000), però in realtà se ne utilizzano in forma frequente e abituale<br />
circa 3000; di questi 1945 sono considerati di uso comune (l.3) e li si deve studiare<br />
obbligatoriamente nelle scuole.<br />
L’argomento di questa prima lezione è il sillabario hiragana, il più indispensabile e<br />
basilare per imparare i fondamenti della lingua <strong>giapponese</strong>.<br />
16 1 <strong>Lezione</strong> 1<br />
<strong>Lezione</strong> 1: Hiragana
Sulla scrittura <strong>giapponese</strong><br />
Prima di entrare in argomento, vale la pena di conoscere alcuni aspetti basilari della<br />
scrittura <strong>giapponese</strong>. <strong>Il</strong> <strong>giapponese</strong> si può scrivere in stile tradizionale (in verticale, da<br />
destra a sinistra), ma anche in stile occidentale (in orizzontale, da sinistra a destra),<br />
come scriviamo noi. Nelle riviste e nei manga, per esempio, si tende a utilizzare lo stile<br />
tradizionale. Oggi in Giappone si utilizzano tutte e due le modalità, forse con un leggero<br />
predominio dello stile occidentale, però è fondamentale abituarsi a entrambe.<br />
Molti libri, riviste, <strong>fumetti</strong> si leggono al contrario rispetto ai nostri, pertanto nei libri<br />
giapponesi la copertina è quella che noi consideriamo il retro e il testo si legge da destra<br />
a sinistra, contrariamente ai nostri libri. Pensandoci bene, neanche questo è così strano:<br />
i libri arabi, senza andare troppo lontano, si aprono nello stesso modo.<br />
Anche la punteggiatura è diversa. <strong>Il</strong> punto si scrive con un cerchietto ( ) e la virgola<br />
è in direzione opposta rispetto a quella a cui siamo abituati ( ) . Ci sono poi parentesi<br />
di apertura ( ) e di chiusura ( ) (che, attenzione, si usano come le nostre virgolette);<br />
e versioni leggermente diverse dei segni di punteggiatura, come il punto interrogativo<br />
( ), il punto esclamativo ( ) , ecc.<br />
Lo hiragana<br />
Dopo l’introduzione generale alla scrittura <strong>giapponese</strong>, entriamo nel tema centrale di<br />
questa prima lezione: il sillabario hiragana. Fate attenzione al riquadro della pagina<br />
seguente, perché sarà necessario impararlo molto bene: è fondamentale apprendere a<br />
leggere e scrivere lo hiragana con scioltezza il prima possibile. Occorre tenere in conto<br />
che per scrivere ognuno dei caratteri si deve seguire un preciso ordine dei tratti (anche<br />
se non sembra, l’ordine dei tratti è molto importante). Alla fine di questa lezione troverete<br />
una guida per la scrittura di ognuno dei caratteri di base dello hiragana, nella<br />
quale si specifica l’ordine dei tratti.<br />
Questo sillabario, lo hiragana, è il più usato dei due esistenti, in quanto si utilizza per<br />
scrivere parole propriamente giapponesi, a differenza del katakana, che si usa principalmente<br />
per le parole straniere, come vedremo nella l.2. Una parola si scrive in hiragana<br />
quando non la si può scrivere in kanji, quando il kanji non appartiene alla lista dei<br />
“kanji di uso comune» o anche quando la persona che scrive non ricorda il kanji corrispondente<br />
a tale parola. Inoltre, anche le particelle grammaticali e le desinenze verbali<br />
si scrivono utilizzando i segni di questo sillabario.<br />
Lo hiragana è la prima cosa che imparano i bambini giapponesi quando studiano la<br />
scrittura; pertanto, tutti i libri di lettura per l’infanzia sono scritti interamente con<br />
questo sillabario. Più tardi, man mano che il bambino amplia le sue conoscenze, vengono<br />
introdotti il katakana e i kanji.<br />
Hiragana 17<br />
1
1<br />
a i u e o<br />
ka ki ku ke ko<br />
sa shi su se so<br />
ta chi tsu te to<br />
na ni nu ne no<br />
ha hi fu he ho<br />
ma mi mu me mo<br />
ya yu yo<br />
ra ri ru re ro<br />
wa (w)o<br />
n<br />
Descrizione del sillabario<br />
Esistono 46 suoni base, che sono quelli che potete vedere nella prima colonna della<br />
tabella che presentiamo. Bisogna imparare prima questi caratteri, perché dopo sarà<br />
infinitamente più facile memorizzare i suoni chiamati “impuri» o “derivati».<br />
Nota: Osservate che ci sono due hiragana che si pronunciano ji ( e ) e due hiragana<br />
zu ( e ). Effettivamente si pronunciano esattamente nello stesso modo, ma il<br />
loro uso è diverso. Per ora basti sapere che nella maggior parte dei casi si utilizzano<br />
e , gli altri due compaiono in rarissime occasioni.<br />
18 1 <strong>Lezione</strong> 1<br />
Lista completa dei caratteri dello hiragana<br />
Suoni puri Suoni impuri Dittonghi<br />
ga gi gu ge go<br />
za ji zu ze zo<br />
da ji zu de do<br />
ba bi bu be bo<br />
pa pi pu pe po<br />
kya kyu kyo<br />
gya gyu gyo<br />
sha shu sho<br />
ja ju jo<br />
cha chu cho<br />
nya nyu nyo<br />
hya hyu hyo<br />
bya byu byo<br />
pya pyu pyo<br />
mya myu myo<br />
rya ryu ryo
I suoni impuri (derivati da altri suoni) si trovano nella seconda colonna. Come<br />
vedete, la sillaba ka ( ) si rappresenta come ga ( ), solo che la seconda ha due trattini<br />
in più (il segno della sonorizzazione) nella parte superiore destra. Lo stesso accade<br />
quando passiamo dalla fila s alla z, dalla t alla d e dalla h alla b.<br />
Anche per ottenere i suoni “p» dobbiamo solo aggiungere un cerchietto (il segno<br />
della occlusione) nella parte superiore destra degli hiragana della fila h. Per esempio,<br />
(ha) (pa).<br />
Nella terza colonna, infine, vediamo i dittonghi, combinazioni dei caratteri della<br />
colonna “i» ( ki, shi, chi, ni, hi, mi) con quelli della fila “y» ( ya, yu,<br />
yo), questi ultimi scritti in piccolo. Queste combinazioni si usano per rappresentare<br />
suoni più complessi, come cha, hyo o gyu.<br />
<strong>Il</strong> suono “l» non esiste in <strong>giapponese</strong>, cosicché quando dobbiamo scrivere o pronunciare<br />
una parola straniera che contiene una “l», dovremo sostituirla con una “r». Per<br />
esempio, il nome Laura si pronuncierà Raura. No, non si tratta di un errore di stampa<br />
e non avete letto male: il <strong>giapponese</strong> non ha nulla a che vedere con il cinese (nel quale<br />
accade il contrario e le “r» ci sembrano “l» in bocca a un parlante cinese), il che provoca<br />
a volte malintesi piuttosto gravi. Quante volte avremo udito lo spiritoso di turno<br />
imitare un <strong>giapponese</strong> e parlare con la “l»?<br />
Non vi preoccupate di questo per il momento, perché non useremo mai lo hiragana<br />
per trascrivere i nostri nomi in <strong>giapponese</strong>: ma questo lo studieremo nelle lezioni 2 e 8.<br />
Pronuncia<br />
La pronuncia del <strong>giapponese</strong> è veramente semplice per un italiano, perché in generale<br />
possiamo imitare tutti i suoni con una certa disinvoltura. Alcuni di essi non esistono in<br />
italiano: daremo, in tal caso, esempi in inglese, perciò sarà necessaria una minima<br />
conoscenza di questa lingua per pronunciare bene il <strong>giapponese</strong>.<br />
La “sh» si pronuncia come in scena, lasciare.<br />
La “j» come la “g» di gioco, gelato.<br />
La “k» come la “c» di casa.<br />
La “ch» come la “c» di ciao, cena.<br />
La “h» si pronuncia leggermente aspirata, come nell’inglese hotel.<br />
La “y» si pronuncia come la “i» italiana.<br />
La “z» come in zone (inglese). È una “s» dolce (sonora), come in chiesa,<br />
non una “z» come in zucchero.<br />
<strong>Il</strong> resto è uguale all’italiano, incluse le stesse cinque vocali (a, e, i, o, u).<br />
Hiragana 19<br />
1
Ora vedremo alcuni esempi di uso dello hiragana. In questo corso<br />
troveremo sempre esempi originariamente tratti da autentici manga<br />
giapponesi, per illustrare quanto detto nelle parti teoriche. Un’immagine<br />
vale più di mille parole...<br />
Studio Kõsen<br />
Questo primo esempio ci mostra Katsuko mentre si alza dal letto e dice: fuwaa... <strong>Il</strong> disegno<br />
e la posa del personaggio rendono evidente il significato di quest’onomatopea,<br />
perciò non ci dilungheremo oltre su questo aspetto.<br />
Questo esempio dimostra quanto possa risultare utile esercitare la lettura dello hiragana<br />
con qualunque manga in <strong>giapponese</strong> si possa ottenere. Le onomatopee e gli effetti sonori<br />
scritti con questo sillabario nelle pagine dei <strong>fumetti</strong> sono abbondanti; riconoscerli e<br />
cominciare a leggerli, anche se non se ne capisce il significato con chiarezza, è già un<br />
primo passo molto soddisfacente e un buon motivo per continuare a studiare il <strong>giapponese</strong><br />
divertendosi. C’è un glossario di onomatopee nell’Appendice iii.<br />
Nota: Una cosa curiosa da osservare è il piccolo carattere tsu ( ) alla fine dell’esclamazione<br />
che sta a indicare che il suono precedente termina bruscamente, con un taglio<br />
netto. Si incontrerà frequentemente il piccolo tsu ( ), per indicare un suono finale<br />
brusco nei <strong>fumetti</strong>, in cui si utilizza con profusione. Senza dubbio, si troverà difficilmente<br />
questo “effetto sonoro» in altri tipi di testo.<br />
20 1 <strong>Lezione</strong> 1<br />
Katsuko:<br />
Esempi-manga<br />
a) Sbadiglio<br />
fuwaa...<br />
(onomatopea dello sbadiglio)
Guillermo March<br />
b) Risate<br />
Mifu: Tatsu:<br />
ahahahahahahahahahahaha hehehehehehehehehehehehe<br />
(onomatopea di risata) (onomatopea di risata)<br />
Qui vediamo Tatsu e Mifu che fanno conoscenza. La loro reazione è tra le più curiose:<br />
cosa indicheranno esattamente queste risate scritte in hiragana?<br />
Si è soliti scrivere in hiragana le onomatopee dei suoni emessi da personaggi umani<br />
(risate, tentennamenti, grida, ecc.); al contrario, i suoni provocati da azioni, cose, animali<br />
(esplosioni, colpi, latrati, ecc.) sono generalmente scritti in katakana, come<br />
vedremo nella lezione 2.<br />
Ovviamente questa non è affatto una “norma» rigida: l’uso dei sillabari nei manga può<br />
variare a seconda dell’autore e dei suoi gusti.<br />
c) Particelle e desinenze<br />
Kazuhiro:<br />
boku ga kowashita!?<br />
io ps rompere!?<br />
In questo terzo esempio possiamo<br />
vedere uno degli usi più<br />
caratteristici del sillabario hiragana<br />
con il quale si scrivono le<br />
unità che formano l’autentico<br />
“scheletro» delle frasi: le particelle<br />
grammaticali, fondamentali<br />
nella grammatica <strong>giapponese</strong>,<br />
si scrivono sempre in hiragana,<br />
come vedremo nella l.16.<br />
L’ho rotto io!?<br />
In questo esempio ne troviamo<br />
una, (ga), che serve a marcare<br />
il soggetto della frase, cioè chi compie l’azione. In questo caso,<br />
agisce.<br />
boku (“io») è chi<br />
Si scrivono in hiragana anche le desinenze verbali, dalle quali vediamo se un verbo è<br />
coniugato al presente, al passato ecc. In questo caso, al kanji si aggiungono gli hiragana<br />
, che indicano il passato (l.20). Così kowashita significa “ho rotto».<br />
Hiragana 21<br />
1
1<br />
22 1 <strong>Lezione</strong> 1<br />
d) La «compresenza» di hiragana, katakana e kanji<br />
J.M. Ken Niimura<br />
Tarõ: washi yori hansamu na no wa sugimoto akira dake da<br />
io più bello di Sugimoto Akira solo essere<br />
Solo Sugimoto Akira è più bello di me.<br />
Sugimoto: ...<br />
waai arigatõ he he he...<br />
wow!!! Grazie!!! Hehehe...<br />
Wow!!! Grazie!!! Hehehe...<br />
Quest’ultimo esempio ha pochissimo a che fare con il resto di questa prima lezione.<br />
Possiamo, infatti, segnalarvi una delle caratteristiche più curiose e allo stesso tempo<br />
rappresentative del <strong>giapponese</strong>: si tratta dell’uso, in una stessa frase, delle tre forme di<br />
scrittura della lingua nipponica: i due sillabari (hiragana e katakana) e i kanji.<br />
Osservate che tutto il testo è scritto in hiragana, il vero “scheletro» delle frasi, tranne le<br />
parole hansamu, che viene dall’inglese e che, pertanto, si scrive in katakana<br />
(l.2), e Sugimoto Akira, che è scritto in kanji con la lettura corrispondente vicino,<br />
in piccoli segni hiragana chiamati furigana. <strong>Il</strong> furigana si utilizza spesso nei testi per<br />
bambini o per ragazzi come i <strong>fumetti</strong> shõnen (per ragazzi) o shõjo (per ragazze) per<br />
dare ai giovani lettori che ancora non padroneggiano la lettura dei kanji un appoggio<br />
che permetta loro di leggere comodamente il testo. Per non parlare, poi, di quanto<br />
possa essere utile per uno studente di <strong>giapponese</strong> leggere <strong>fumetti</strong> di questo tipo per<br />
esercitare la lettura!<br />
Nota: Sulla maglietta di Sugimoto c’è scritto aho, una parola che significa “stupido» (l.23).<br />
Nota 2: I nomi propri in <strong>giapponese</strong> si scrivono sempre con prima il cognome e poi il<br />
nome, non come in italiano. In questo caso, Sugimoto è il cognome e Akira il<br />
nome, quindi noi lo chiameremmo “Akira Sugimoto».<br />
Vocabolario: Washi = “io» (lo usano le persone di una certa età, l.7) | yori = “più di /<br />
più che» | hansamu-na = “bello» (dall’inglese “handsome») | dake= “soltanto» | da =<br />
verbo “essere», forma semplice (l.7) | arigatõ = “grazie».
1<br />
3<br />
5<br />
7<br />
9<br />
<strong>Il</strong> <strong>giapponese</strong> utilizza un alfabeto propriamente<br />
detto? A quante lettere corrisponde<br />
di solito un carattere hiragana,<br />
quando lo trascriviamo in alfabeto?<br />
Qual è di norma la direzione di lettura del<br />
testo nei manga: in orizzontale da sinistra<br />
verso destra (occidentale) o in verticale da<br />
destra a sinistra (tradizionale)?<br />
Scrivi in <strong>giapponese</strong> le sillabe te, mu,<br />
i e sa.<br />
Scrivi in <strong>giapponese</strong> le sillabe impure de,<br />
pi, da e za.<br />
Come si formano suoni composti (dittonghi)<br />
del tipo cha, hyo e jo? Scrivi<br />
questi tre in <strong>giapponese</strong>.<br />
Che tipo di tratti si usano per scrivere in<br />
<strong>giapponese</strong> (3 tipi)?<br />
Per cosa si usa in genere lo hiragana?<br />
Trascrivi in italiano i seguenti segni hiragana:<br />
, , e .<br />
Trascrivi in italiano i seguenti hiragana:<br />
, , e .<br />
Come si pronuncia in <strong>giapponese</strong> la “j»<br />
della parola Kenji, come la “g» di “gioco»<br />
o come la “j» di “abat-jour»?<br />
2<br />
4<br />
6<br />
8<br />
10<br />
Hiragana 23<br />
Esercizi
1<br />
a<br />
i<br />
u<br />
e<br />
o<br />
ka<br />
ki<br />
ku<br />
ke<br />
ko<br />
sa<br />
shi<br />
!#$ su EF<br />
&($$ se GHI<br />
)*$$ so J<br />
+,$ ta KLMN<br />
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24 1 <strong>Lezione</strong> 1
no<br />
ha<br />
hi<br />
fu<br />
he<br />
ho<br />
ma<br />
mi<br />
mu<br />
me<br />
mo<br />
ya<br />
a yu ƒ„<br />
bcd$$ yo …†<br />
e$$ ra ‡ˆ<br />
fghi$ ri ‰Š<br />
j $ ru ‹<br />
klmn$ re “‘<br />
opq ro ’<br />
rs$$$ wa “”<br />
tuv$ wo •–—<br />
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|}‚$$<br />
Hiragana 25<br />
1