pianeta scuol - ic pietrelcina
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ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
ANNO I - NUMERO 2 - APRILE 2009 EURO 0,30<br />
UN NUOVO NUMERO<br />
DI “PIANETA SCUOL@”<br />
ENTUSIASMA I RAGAZZI<br />
• di MARIA GRAZIA D’APOLLONIO<br />
C ari lettori,<br />
siamo giunti con molto entusiasmo alla<br />
pubbl<strong>ic</strong>azione del secondo numero del giornale<br />
scolast<strong>ic</strong>o dell’I.C. di Pietrelcina, elaborato<br />
da noi ragazzi della Scuola Secondaria<br />
di Pesco Sannita nell’ambito del laboratorio<br />
pomeridiano.<br />
Siamo lieti che il primo numero abbia riscosso<br />
tanto successo e che sia stato apprezzato<br />
dai nostri compagni e dagli adulti.<br />
Ciò è stato un ulteriore stimolo a continuare<br />
e a migliorare il lavoro intrapreso. Non<br />
neghiamo che inizialmente i nostri timori<br />
erano tanti perché, dovendo creare un giornale<br />
tutto nostro per la prima volta, avevamo<br />
paura di non riuscire nell’impresa e di<br />
deludere così le aspettative del pubbl<strong>ic</strong>o.<br />
Ribadiamo che siamo solo dei giornalisti in<br />
erba, che abbiamo ancora tanto da imparare,<br />
ma ce la stiamo mettendo tutta per ottimizzare<br />
gradualmente il nostro lavoro.<br />
Ci siamo impegnati per questo secondo<br />
numero ancora con più passione, grazie<br />
all’interesse che voi avete dimostrato verso<br />
il nostro giornale. Ci auguriamo di colpire<br />
nel segno anche questa volta e vi invitiamo<br />
a farci conoscere le vostre opinioni che per<br />
noi saranno fondamentali e costruttive per<br />
progredire in questo settore. Buona lettura!<br />
IL COMMENTO<br />
ELUANA, UNA VITA NON VITA<br />
• di Maria Grazia D’Apollonio<br />
e n’è parlato tanto in tv. I giornali han-<br />
S no ded<strong>ic</strong>ato all’argomento centinaia<br />
di pagine. Oggetto di dibattito e di accese<br />
discussione tra persone determinate ad esprimere<br />
la propria opinione.<br />
Stiamo parlando di un dramma, di una sofferenza<br />
durata 17 lunghi anni che e’ stata<br />
bloccata con il cosiddetto “stacco della<br />
spina”. La protagonista è, o meglio era,<br />
una ragazza 37enne, Eluana Englaro, che<br />
come ogni ragazza aveva dei sogni nel cassetto<br />
che un giorno avrebbe voluto aprire e<br />
realizzare. Purtroppo la vita non ha voluto<br />
consentirglielo e ha spento le sue speranze.<br />
Un gravissimo incidente stradale, all’età di<br />
20 anni, ha costretto la povera ragazza a<br />
“vivere” in uno stato vegetativo, alimentata<br />
solo da un sondino...<br />
segue a pag.10<br />
CONCORSO “PINOCCHIO IN BICICLETTA”, PRIMO E<br />
SECONDO POSTO ALLA V ELEMENTARE E ALLA II<br />
MEDIA DI PESCO SANNITA.<br />
I<br />
l progetto Pinocchio in b<strong>ic</strong><strong>ic</strong>letta è<br />
iniziato per noi ragazzi di Pesco Sannita<br />
ad ottobre 2008, quando abbiamo<br />
partecipato alle gare di Montecatini<br />
Terme. L’avventura è proseguita con il<br />
concorso “Il mio sentiero”, promosso dal<br />
Comitato Provinciale della Federazione<br />
C<strong>ic</strong>list<strong>ic</strong>a Italiana di Benevento, in collaborazione<br />
con il Comitato Provinciale<br />
CONI, con il patrocinio dell’Uff<strong>ic</strong>io Scolast<strong>ic</strong>o<br />
Provinciale, del Comune e della<br />
Provincia di Benevento e dell’Università<br />
degli Studi del Sannio. L’iniziativa, aperta<br />
a tutte le <strong>scuol</strong>e della provincia, era<br />
finalizzata a sollecitare gli alunni “a osservare,<br />
esaminare e considerare il territorio<br />
in cui vivono ed operano, per scoprirne<br />
le bellezze paesaggist<strong>ic</strong>he, difendere il proprio<br />
ambiente, per creare uno spazio dove<br />
giocare e socializzare in libertà”. Il regolamento<br />
prevedeva la realizzazione di un cartellone<br />
nel quale fosse evidenziato, su mappa<br />
uff<strong>ic</strong>iale del Comune, un sentiero percorribile<br />
in b<strong>ic</strong><strong>ic</strong>letta o a piedi. Bisognava inoltre<br />
ind<strong>ic</strong>are l’inizio, i punti intermedi più interessanti<br />
(ponti, sorgenti, alberi secolari, casolari…)<br />
e la fine del percorso, descrivendo<br />
brevemente il sentiero e l’ambiente che at-<br />
27 GENNAIO<br />
L’I.C. DI PIETRELCINA CELEBRA<br />
LA GIORNATA DELLA MEMORIA<br />
Luigi Trusio, consigliere comunale, premia gli alunni della <strong>scuol</strong>a "F. S. Viglione" di Pesco Sannita<br />
In alto a dx il cartellone che ha vinto il secondo premio<br />
Gli alunni emozionati<br />
• a pagina 10<br />
dal film di<br />
Mark Herman<br />
traversava. Tutto doveva essere arr<strong>ic</strong>chito da<br />
racconti o leggende in riferimento ai luoghi<br />
rappresentati. I premi in palio erano diversi.<br />
Ai primi classif<strong>ic</strong>ati sarebbero state assegnate<br />
due b<strong>ic</strong>i, una per la classe ed una per l’insegnante<br />
che ha curato il progetto; ai secondi,<br />
invece, cinque caschi da distribuire agli<br />
alunni maggiormente meritevoli. La premiazione<br />
è avvenuta il giorno 13 gennaio 2009 a<br />
Benevento presso l’Auditorium Giovanni<br />
Paolo II del Seminario Arcivescovile, nel<br />
corso della Festa del C<strong>ic</strong>lismo “UNA BICI<br />
PER TE”. Le <strong>scuol</strong>e che hanno partecipato<br />
hanno realizzato lavori di grande interesse,<br />
ma la <strong>scuol</strong>a di Pesco Sannita si è part<strong>ic</strong>olarmente<br />
distinta per aver r<strong>ic</strong>evuto ben due<br />
premi. Al 1° posto, infatti, nell’ordine delle<br />
<strong>scuol</strong>e primarie si è qualif<strong>ic</strong>ata la classe 5^<br />
sez. A e al 2°, nell’ambito delle <strong>scuol</strong>e secondarie<br />
di primo grado, la classe 2^ media<br />
sez. A. La vittoria, anche se del secondo<br />
premio, ci ha resi orgogliosi e ci ha fatto<br />
credere fermamente nelle nostre capacità.<br />
Non avevamo mai r<strong>ic</strong>evuto nulla per la nostra<br />
creatività, per cui non credevamo minimamente<br />
in un tale risultato.<br />
Tra l’altro, il tempo a disposizione era veramente<br />
poco, ma non ci siamo scoraggiati,<br />
LEGALITA’<br />
La II media di pesco sannita<br />
realizza un cd multimediale sul<br />
bullismo<br />
Istituto Comprensivo “S. Pio da Pietrelcina”<br />
Scuola Secondaria di I grado di Pesco Sannita<br />
Classe II sez. A<br />
EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’<br />
Anno scolast<strong>ic</strong>o 2008/09<br />
• a pagina 2<br />
anzi ci siamo sentiti entusiasti, “car<strong>ic</strong>hi di<br />
energia” e pronti alla sfida. Ci siamo impegnati<br />
nell’impresa perché sapevamo di potercela<br />
fare e di dimostrare a tutti, come d<strong>ic</strong>ono<br />
spesso i nostri insegnanti, che “VOLERE è<br />
POTERE”, così con la nostra determinazione<br />
e con l’aiuto dei professori siamo riusciti<br />
a concludere nel tempo prestabilito un lavoro<br />
apprezzabile e originale. “Una corsa nel<br />
passato… immersi nel verde e nella natura”,<br />
questo il titolo della nostra laboriosa opera<br />
artist<strong>ic</strong>a, arr<strong>ic</strong>chita da leggende locali car<strong>ic</strong>he<br />
di storia e di valori. A premiarci è stata<br />
la giuria formata da alcuni esponenti del<br />
CONI, tra cui il presidente provinciale Mario<br />
Collarile. Le b<strong>ic</strong><strong>ic</strong>lette e i caschi sono stati<br />
offerti dalla ditta di Mario Scanio di Frattaminore.<br />
Ringraziamo fortemente chi ha saputo apprezzare<br />
il nostro lavoro e non possiamo<br />
negare che questo r<strong>ic</strong>onoscimento abbia stimolato<br />
in noi il senso della competizione,<br />
anche per il costruttivo confronto con studenti<br />
di altre realtà, per cui questa partecipazione<br />
s<strong>ic</strong>uramente non sarà l’ultima.<br />
Carmen De Simio, Maria Girardi,<br />
Francesca L’Altrelli, Linda Russo<br />
• a pagina 2 i vincitori del<br />
CULTURA<br />
“World in War”, un racconto<br />
scritto dagli alunni della<br />
III media di Pago Veiano<br />
• a pagina 6
PAGINA 2<br />
N<br />
oi alunni della 5 sez.A ci siamo<br />
classif<strong>ic</strong>ati al primo posto del concorso<br />
"Una b<strong>ic</strong>i per te".<br />
Sorpresa, gioia ed emozione sono queste le<br />
sensazioni che abbiamo provato tutti noi alunni di<br />
5^ A quando ci è stato comun<strong>ic</strong>ato che avevamo<br />
vinto, per il secondo anno consecutivo, il concorso<br />
promosso dalla Federc<strong>ic</strong>lismo avente come tema<br />
"Il sentiero ideale".<br />
L'elaborato raffigurava un sentiero del nostro<br />
paese, Pesco Sannita, da noi prima esplorato, poi<br />
riprodotto anche su una mappa per meglio mettere<br />
in evidenza la zona interessata e i nostri<br />
suggerimenti su come essa dovrebbe essere<br />
preservata e migliorata. Ognuno di noi si è dato da<br />
fare mettendo a disposizione tanto impegno e<br />
volontà per la buona riuscita del lavoro.<br />
I nostri commenti su questo risultato sono stati i<br />
seguenti:<br />
Francesco: “Non credevo di poter vincere ancora<br />
una volta”<br />
Tiziana Maio<br />
E’ PASQUA!<br />
I RAGAZZI DELLA SECONDA MEDIA DI PESCO SANNITA<br />
APPROFONDISCONO UN FENOMENO DIFFUSO NELLE SCUOLE:<br />
IL BULLISMO<br />
Riflessioni, documenti,slogan, poesie, racconti, immagini,disegni e sottofondi mus<strong>ic</strong>ali<br />
in tema arr<strong>ic</strong>chiscono il CD multimediale<br />
Il<br />
sue diverse tipologie ( dominante, gregario<br />
o appartenente a gruppi); la vitti-<br />
bullismo nelle <strong>scuol</strong>e è un ma, le sue caratterist<strong>ic</strong>he e le conse-<br />
fenomeno molto diffuso.<br />
guenze nel tempo di questi atteggia-<br />
Sempre più frequentemente i mass<br />
media riportano notizie di atti compiuti<br />
da gruppi di p<strong>ic</strong>coli bulli ai danni di<br />
vittime incapaci di reagire. Esiste una<br />
vera e propria emergenza bullismo e<br />
per questo motivo abbiamo sentito la<br />
necessità di approfondire l’argomento<br />
con la realizzazione di un cd multime-<br />
diale. Il nostro obiettivo è stato quello<br />
di responsabilizzare ragazzi e genitori<br />
affinchè potessero prevenire tali situa-<br />
zioni e intervenire secondo strategie<br />
utili ad arginare o a eliminare il feno-<br />
meno.<br />
Abbiamo messo in risalto, documen-<br />
tandoci opportunamente, che cos’è il<br />
bullismo, le sue forme, in che modo si<br />
manifesta e le conseguenze sui prota-<br />
gonisti.<br />
SCUOLA<br />
Ancora una volta vincitori!<br />
Serena: “Certo il lavoro era molto bello, ma la vincita è<br />
stata inaspettata”<br />
Fabiola: “Bisogna sempre partecipare per sperare poi di<br />
vincere”<br />
Elia: “In fondo me l'aspettavo perchè avevamo già vinto e<br />
questo ci dà tanta fiducia e ci sprona a partecipare sempre<br />
ai concorsi proposti”<br />
Maria Grazia: “Sono molto fel<strong>ic</strong>e perchè è sempre bello<br />
vincere”<br />
Marco R.: “Sono molto contento di questa vincita e penso<br />
che sia un risultato da noi meritato”<br />
Il giorno 13 gennaio ci siamo recati al Seminario<br />
Arcivescovile per ritirate il premio che consisteva in una<br />
b<strong>ic</strong>i per la classe partecipante e una anche per l'insegnante<br />
che aveva collaborato al lavoro.<br />
La cerimonia è stata molto bella; abbiamo r<strong>ic</strong>evuto tanti<br />
complimenti e tutto questo costituisce per noi motivo e<br />
stimolo a fare meglio e a partecipare sempre alle iniziative<br />
che verranno in futuro.<br />
Il nostro motto è: “Se i sogni vuoi realizzare, a tutte le<br />
iniziative devi partecipare."<br />
Abbiamo esaminato: “il bullo” nelle<br />
menti aggressivi subiti.<br />
Un’ulteriore sezione è ded<strong>ic</strong>ata alle<br />
possibili modalità di intervento da par-<br />
te sia dei genitori che dei ragazzi coin-<br />
volti e crediamo sia utile per evitare<br />
che anche nella nostra realtà il bulli-<br />
smo possa manifestarsi e per aiutare<br />
chi è coinvolto a denunciare in maniera<br />
decisa.<br />
Gli alunni della V A di Pesco Sannita, vincitori del primo premio<br />
In basso a dx il cartellone che ha vinto il primo premio<br />
La Redazione porge a tutti voi i migliori auguri di una fel<strong>ic</strong>e e serena Pasqua affinché questa festa santa porti amore e soprattutto pace a chi<br />
vive situazioni diff<strong>ic</strong>ili e dolorose. Un part<strong>ic</strong>olare augurio vogliamo rivolgerlo alla prof.ssa Amelia Scognamiglio, per essere diventata per la<br />
prima volta nonna, e alla prof.ssa Paola Zingone, per aver coronato il suo sogno d’amore, le quali s<strong>ic</strong>uramente sapranno apprezzare in questa<br />
occasione le gioie più care della vita.<br />
AUGURI!<br />
La Redazione<br />
PIANETA SCUOL@<br />
Period<strong>ic</strong>o dell’I.C. “S. Pio da Pietrelcina”<br />
Viale Cappuccini 114, 82020 Pietrelcina<br />
Tel.0824.991221 - fax 0824.99122148<br />
E-mail: <strong>ic</strong><strong>pietrelcina</strong>@virgilio.it<br />
www.istitutocomprensivo<strong>pietrelcina</strong>.it<br />
********************************************<br />
Aprile 2009 - n.2 - Anno I<br />
Realizzato dal Laboratorio di giornalismo della Scuola<br />
Secondaria di I grado di Pesco Sannita<br />
********************************************<br />
DOCENTI RESPONSABILI<br />
Rosa Iavarone, Francesca Maio, Amelia Scognamiglio<br />
DIRETTORE DI REDAZIONE<br />
Maria Grazia D’Apollonio<br />
Comitato di redazione<br />
Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza, Feder<strong>ic</strong>a<br />
Carpentieri, Giuseppe Caruso, Concetta D’Apollonio, Luigi<br />
Delle Serre, Carmen De Simio, Elisa De Tata, Johann Fregin,<br />
Antonio Fusco, Silvia Georgescu, Maria Girardi, Elena Iadanza,<br />
Luigi Iannelli, Alfonso Iannelli, Francesca L’Altrelli, Tiziana<br />
Maio, Giovanni Marrone,Valerio Meola, Feder<strong>ic</strong>o Mirra, Luigi<br />
N<strong>ic</strong>ola Pennucci, Aristotelis Pertsemlis, Mariarita Procino, Linda<br />
Russo, Chiara Salomone, Laura Sorrentino, Pietro Sorrentino,<br />
Silvia Sorrentino, Francesco Vetere, Raffaele Zenca.<br />
IMPAGINAZIONE E GRAFICA<br />
prof.ssa Rosa Iavarone<br />
COORDINAMENTO PLESSI SCOLASTICI<br />
prof.ssa Amelia Scognamiglio<br />
STAMPA<br />
PUBLI ART di Vincenzo Crovella - Pietrelcina<br />
L'ultima parte del lavoro è ded<strong>ic</strong>ata alle<br />
nostre originali e personali produzioni<br />
sull'argomento. Abbiamo trasformato<br />
favole note in episodi di bullismo, rea-<br />
lizzato acrost<strong>ic</strong>i, poesie, disegni sul<br />
bullismo e creato slogan che inneggia-<br />
no alla libertà individuale, al rispetto<br />
reciproco e al confronto pacif<strong>ic</strong>o. Il<br />
tutto è reso più piacevole e interessante<br />
dai sottofondi mus<strong>ic</strong>ali legati alla te-<br />
mat<strong>ic</strong>a in oggetto.<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
IL IL<br />
BULLISMO<br />
BULLISMO<br />
Il bullismo è un’oppressione ps<strong>ic</strong>olog<strong>ic</strong>a o<br />
fis<strong>ic</strong>a ripetuta e continuata nel tempo<br />
effettuata da una persona (bullo) o da un<br />
gruppo di persone più potenti nei<br />
confronti di un'altra considerata più<br />
debole (vittima).<br />
Che cos’è?<br />
Il bullo<br />
La vittima<br />
Come<br />
intervenire<br />
Bulli…News<br />
Bulli News<br />
Non tutto è<br />
bullismo<br />
Fattori<br />
caratterist<strong>ic</strong>i<br />
Come si<br />
r<strong>ic</strong>onosce<br />
Diverse forme I “generi”<br />
Segnali<br />
d’allarme<br />
Come si<br />
r<strong>ic</strong>onosce Conseguenze<br />
Genitori<br />
Ragazzi<br />
Comportamenti<br />
m<strong>ic</strong>rocriminali<br />
Prevenire è<br />
meglio che<br />
curare<br />
Come intervenire<br />
Noi e il bullismo<br />
I RAGAZZI<br />
I genitori Bulli … di<br />
Il bullismo<br />
Non chiudersi in se stessi, ma parlare con un<br />
(i Ascoltare nostri e lavori)<br />
dialogare con i figli. fantasia<br />
in versi<br />
adulto di fiducia di quello che sta succedendo.<br />
Intervenire al più presto per evitare l’instaurarsi<br />
Mettersi sempre dalla parte della vittima, non<br />
della relazione bullo-vittima.<br />
lasciarla sola e cercare di aiutarla a sottrarsi alla<br />
Spiegare al proprio figlio che chiedere aiuto non situazione diff<strong>ic</strong>ile.<br />
è mostrarsi deboli, ma un modo per potersi<br />
Far capire al bullo che i suoi atteggiamenti non<br />
difendere.<br />
lo rendono più stimato o rispettato.<br />
Osservare e controllare a distanza, senza farlo<br />
Sollecitare i compagni a non appoggiare il bullo.<br />
pesare ai ragazzi, i loro comportamenti. SE la cattiveria avesse un nome si<br />
Assumere un atteggiamento vincente: imparare a<br />
Favorire la socializzazione, anche attraverso chiamerebbe… “Pinocchio”<br />
valorizzare le proprie capacità e accettare i<br />
attività sportive.<br />
C’era una volta un luogo propri scuro limiti. dove tutti si odiavano e si facevano gli scherzi a<br />
v<strong>ic</strong>enda. Un signore buono e generoso, che non faceva male ad una mosca, di nome<br />
Consultare uno specialista per aiutare Geppetto, il proprio decise di costruirsi Se si un viene burattino. isolati Lavorò dal giorno gruppo, e notte, finchè mostrarsi la sua opera decisi e<br />
figlio.<br />
non fu completa. Quella sera una stella entrò nel laboratorio di Geppetto e fece un<br />
imporre la propria presenza, anche senza<br />
incantesimo. Il burattino prese vita e la stella, dopo aver fatto il suo dovere, tornò a<br />
brillare nel cielo. La mattina parlare. dopo, il povero falegname vide tutto il suo laboratorio<br />
distrutto e scorse che il suo burattino aveva una fionda e stava per lanciare un sasso<br />
contro la finestra del v<strong>ic</strong>ino. Rispondere Il falegname, “NO” avendo con visto che decisione Pinocchio era ai pronto soprusi a dei<br />
lanciarlo, urlò: - Pinocchio, bulli. noo!!- ma il burattino non lo ascoltò e tirò il sasso<br />
rompendo la finestra.<br />
Rispondere per le rime.<br />
Quando il v<strong>ic</strong>ino sentì il rumore dei vetri infrangersi, tuonò con una bella voce<br />
possente: - Chi è stato?- Geppetto cominciò a preoccuparsi, così studiò un sistema<br />
per farsi perdonare dall’uomo e cucì immediatamente un bel vestito da far indossare<br />
a Pinocchio per andare a chiedere scusa di quel gesto da “bullo”. Il burattino con<br />
disprezzo disse: -Puah! Che schifo, questo vestito e non ci penso proprio a chiedere<br />
scusa!”. Sbattè la porta di casa e se ne andò via, obbligando con la forza Geppetto a<br />
dargli pure del denaro. In giro, mostrò a tutti i bambini del quartiere quelle monete<br />
CAMPANELLI D’ALLARME<br />
che aveva estorto al suo genitore e formò una vera baby gang.Ad un tratto incontrò<br />
una volpe e un gatto. La volpe, l’un<strong>ic</strong>a a saper parlare, disse a Pinocchio: “ Ciao! Ti<br />
prego, puoi darci qualche soldino perché noi abbiamo fame e tanto freddo?”<br />
Esistono dei Pinocchio segnali scoppiò di allarme in una fragorosa per la risata vittima e rispose:” che Perché devono mai dovrei però aiutare uno<br />
indurre il storpio mondo e un muto?” degli E con adulti una spinta a li prestare fece cadere a maggiormente<br />
terra e tutti gli altri bambini<br />
ridevano e li prendevano in giro.<br />
attenzione a quello dei giovani, al fine di intervenire<br />
I due, intristiti, se ne tornarono a casa. Il burattino, che aveva ormai sperperato il<br />
tempestivamente. denaro estorto a Geppetto, non sapeva più come fare per vivere, così tornò a casa.<br />
Geppetto, nonostante tutto, lo riaccolse, ma a patto di un suo cambiamento.<br />
Questi sono: Pinocchio capì che aveva commesso degli errori, che gli altri vanno aiutati<br />
soprattutto nel momento del bisogno, e divenne buono con tutti.<br />
Non voler andare a <strong>scuol</strong>a<br />
In seguito ill gatto e la volpe andarono a bussare, senza saperlo, alla porta di<br />
Geppetto per chiedere l’elemosina. Pinocchio aprì. La volpe appena lo r<strong>ic</strong>onobbe si<br />
Tornare a casa frequentemente senza materiale scolast<strong>ic</strong>o<br />
spaventò, ma il burattino li accolse amorevolmente e disse che ormai era cambiato.<br />
personale Da quel giorno i tre formarono una compagnia…la compagnia della bontà.<br />
Caro diario,<br />
ho bisogno di sfogarmi, Trovare di parlarti abiti di un sporchi fenomeno, e molto rovinati diffuso tra noi adolescenti, che mi fa veramente<br />
rabbia: il bullismo.<br />
Il bullismo è un atto di Individuare violenza compiuto segni da un di ragazzo violenza più forte, fis<strong>ic</strong>a il bullo, nei confronti di uno più debole, la<br />
vittima.<br />
Questa è la definizione Non che si voler dà a quella parlare parola di che cosa in realtà è avvenuto nasconde molti a <strong>scuol</strong>a signif<strong>ic</strong>ati.<br />
Il bullo anche se può sembrare strano non se la prende con ragazzi del suo stesso livello, bensì con i<br />
ragazzini più p<strong>ic</strong>coli. Io Calo al posto del di rendimento un qualsiasi ragazzo scolast<strong>ic</strong>o cercherei di attirare l'attenzione degli am<strong>ic</strong>i non<br />
attraverso atti di violenza, ma dimostrando umiltà e generosità.<br />
In molti casi, il bullo ha Disturbi problemi a fis<strong>ic</strong>i volte gravi (scarso all'interno appetito, dell'ambito sonno familiare. disturbato…)<br />
Il bullo è accerchiato solo da<br />
ragazzi che fingono di aiutarti, ma in realtà puntano solo alla popolarità.<br />
Se poi parliamo del gruppo parliamo di tante pecore che vanno tutte in una direzione: VIOLENZA! Gli<br />
appartenenti al gruppo non hanno carattere, personalità e non si fanno amare. Riesco ad immaginare la<br />
povera vittima, attaccata da sette, otto…bulli, rann<strong>ic</strong>chiata in un angolo, senza parole, che trattiene il<br />
respiro e aspetta quello che ormai è la consuetudine: SUBIRE!. Il bullo che si impossessa con la forza della<br />
sua merenda o di altro; la vittima che non ha nessuno che l’appoggia, che non può ribellarsi, che torna a casa<br />
incappucciata per non far vedere i suoi lividi.<br />
E’ possibile che tra ragazzi si sviluppi così tanta cattiveria?<br />
Se un qualsiasi ragazzo si permette di toccare qualcuno solo per sfizio io mi infurio! Un consiglio che voglio<br />
dare a tutte le vittime è di non rimanere soli, di restare uniti per sconfiggere le avversità e con questo<br />
concludo le mie pagine di diario, speriamo che con le mie parole, con l'aiuto di tutti, il bullismo diventerà solo<br />
un r<strong>ic</strong>ordo lontano. A presto, caro diario, per pagine speriamo più liete!<br />
Francesca<br />
Alcune delle 50 diapositive del CD “Il bullismo”<br />
Dati
PICCOLI DONI PER UN SORRISO<br />
Il Consiglio Comunale Junior di Pesco Sannita offre<br />
peluches e giocattoli alla CRI.<br />
• di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco<br />
I<br />
l giorno 18 d<strong>ic</strong>embre il Consiglio Comunale Junior dell’Istituto scolast<strong>ic</strong>o<br />
di Pesco Sannita si è recato al Palazzo del Governo di Benevento<br />
per consegnare alla Croce Rossa Italiana i doni generosamente<br />
offerti dall’intera scolaresca per i bambini meno fortunati. Nella stanza in<br />
cui si è svolta la cerimonia di ringraziamento c’era un enorme renna finta,<br />
pronta ad accogliere tutti i regali che simbol<strong>ic</strong>amente avrebbe portato a<br />
destinazione. In quell’istante è scattato in<br />
noi un senso di solidarietà che ci ha spinti a<br />
riflettere molto su quello che inizialmente<br />
sembrava essere solo un’uscita scolast<strong>ic</strong>a.<br />
Hanno dato un contributo fondamentale a<br />
questa giornata anche le parole dette dal<br />
v<strong>ic</strong>e prefetto della Croce Rossa e da alcune<br />
sue colleghe che ci hanno invitato a considerare<br />
l’opportunità di aiutare chi più ha<br />
bisogno, rinunciando a qualcosa di cui tutti<br />
noi potremmo fare benissimo a meno. Nei<br />
Valerio Meola, il Sindaco junior di<br />
Pesco Sannita<br />
veri valori della vita c’è anche la grazia di saper donare un sorriso, un po’<br />
di serenità a chi purtroppo non ce l’ha. Tanti bambini con un sorriso stampato<br />
negli occhi danno una soddisfazione più grande di una sempl<strong>ic</strong>e offerta<br />
che regala solo la grazia di un attimo. Non diment<strong>ic</strong>hiamolo mai!<br />
La CRI protagonista da oltre 100 anni nell’aiuto e<br />
nel sostegno all’umanità<br />
NATI PER SOCCORRERE<br />
Migliaia di volontari sparsi nel mondo ded<strong>ic</strong>ano la loro<br />
vita a bambini indifesi e sfortunati<br />
• di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco<br />
L<br />
a Croce Rossa nacque più<br />
di cento anni fa per porsi al<br />
servizio dell’umanità.<br />
le sofferenze umane, senza distinzione<br />
di nazionalità, di razza, di<br />
religioni e di condizione sociale.<br />
Prima si offrì al soccorso Oggi la Croce Rossa ha saputo<br />
dei feriti in guerra, mentre attual- trasmettere questo spirito pionierimente<br />
è la più importante associast<strong>ic</strong>o a migliaia di volontari che<br />
zione umanitaria.<br />
concretizzano la loro vocazione<br />
La Croce Rossa aiuta e sostiene le umanitaria.<br />
persone portatr<strong>ic</strong>i di hand<strong>ic</strong>ap, In cento anni questa associazione è<br />
assiste le persone in fin di vita, diventata sia generalista che spe-<br />
spezza le grandi solitudini. Da più cialista, a seconda delle necessità<br />
di cento anni il suo solo pensiero è e si è portata v<strong>ic</strong>ino a coloro che il<br />
l’uomo. Il fedele fondatore della dolore non risparmia, in Italia e nel<br />
Croce Rossa è Henry Dunant che<br />
con il suo impegno ha placato tutte<br />
Mondo.<br />
SCUOLA<br />
31 GENNAIO, GIORNATA DELLA<br />
GIOVENTU’<br />
Le Suore del Sacro Cuore di Gesù sensibilizzano gli<br />
alunni di Pesco Sannita alla conoscenza del Santo<br />
am<strong>ic</strong>o dei giovani e fondatore dell’Oratorio<br />
I n occasione della festa di Don Bosco del 31 gennaio, la comunità<br />
delle figlie di Maria Ausiliatr<strong>ic</strong>e, l’ ex allieve, la comunità<br />
educante e i giovani dell’oratorio hanno indetto un concorso di<br />
disegni e di poesie su Don Bosco. Per preparare queste poesie le<br />
suore ci hanno fatto visita a <strong>scuol</strong>a e ci hanno mostrato un filmato<br />
che racchiudeva in breve tutta la vita del Santo. E’ stato tutto<br />
molto interessante e coinvolgente a tal punto che appena siamo<br />
tornati a casa abbiamo dato sfogo alla nostra ispirazione poet<strong>ic</strong>a.<br />
Vi presentiamo alcune delle tante composizioni che abbiamo realizzato<br />
e per non deludere nessuno abbiamo selezionato una per<br />
ogni classe.<br />
L’ORATORIO<br />
Don Bosco,<br />
padre d’amore<br />
che ha aperto il suo cuore.<br />
Un maestro solidale<br />
che ha sconfitto il male.<br />
Ha ospitato i bambini<br />
anche quelli più p<strong>ic</strong>cini.<br />
Una casa abbandonata<br />
e subito ristrutturata<br />
dai bambini venne usata,<br />
per passar lì la giornata.<br />
L’oratorio fu creato<br />
e da tutti frequentato.<br />
Chi parlava, chi studiava e chi giocava,<br />
ma a fin giornata insieme si pregava.<br />
Conserviamo con ardore l’amore<br />
di colui che entrò nel cuore<br />
di chi stava solo, senza gioia e nel dolore.<br />
D<br />
on Bosco nacque a Torino il 16<br />
agosto del 1815. Sua madre si<br />
chiamava Margherita, il padre<br />
Francesco e i due fratelli Antonio e Giuseppe.<br />
Quando Don Bosco aveva solo<br />
due anni, il padre morì lasciando tutto in<br />
mano alla moglie, aiutata nei vari lavori<br />
domest<strong>ic</strong>i dai suoi tre figli. Raggiunti<br />
nove anni, fece un sogno che gli cambiò<br />
la vita. V<strong>ic</strong>ino casa sua in un giardino<br />
alcuni bambini che giocavano iniziarono<br />
a bestemmiare, altri a p<strong>ic</strong>chiarsi e lui si<br />
arrabbiò dando anche lui pugni e calci.<br />
All’improvviso apparve un uomo, con<br />
un viso talmente luminoso da renderne<br />
fastidiosa addirittura la vista, che lo<br />
rimproverò d<strong>ic</strong>endo :"Non con le percosse,<br />
ma con la mansuetudine e con la<br />
carità dovrai conquistare questi tuoi<br />
am<strong>ic</strong>i. Mettiti dunque a parlare loro sulla<br />
bruttezza del peccato e sulla preziosità<br />
della virtù.” In quel momento i ragazzi<br />
si misero attorno allo strano uomo. Qua-<br />
Classe II media<br />
di Pesco Sannita<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
DON BOSCO, UN SOGNO<br />
CAMBIA LA SUA VITA<br />
PAGINA 3<br />
A TE DON BOSCO<br />
A Te Don Bosco,<br />
che aiuti i giovani<br />
meno fortunati<br />
a trovare la strada<br />
della vita;<br />
a Te che aiuti le persone<br />
che non sanno dove andare<br />
prendendole per mano<br />
e portandole con Te.<br />
A Te io rivolgo la<br />
mia umile preghiera:<br />
fa’ che il volto del<br />
Signore illumini<br />
tutti noi, aiutandoci<br />
a capire che la<br />
vita è festa, è canto,<br />
che la vita è importante,<br />
e che tutti i giovani<br />
possono trovare in te<br />
un am<strong>ic</strong>o su cui contare.<br />
PREGHIERA A DON BOSCO<br />
Tu che sai prenderci per mano e<br />
condurci sulla strada della bontà,<br />
della carità, del bene.<br />
Tu che ogni giorno sai parlarci,<br />
ascoltarci, consigliarci.<br />
Tu che, con il tuo esempio,<br />
hai saputo insegnarci<br />
ad amare il prossimo, a tendere<br />
la mano a chi ha bisogno,<br />
a volerci bene.<br />
Tu, Don Bosco, sarai per sempre<br />
nei nostri cuori.<br />
Classe I media<br />
di Pesco Sannita<br />
Classe III media<br />
di Pesco Sannita<br />
• di Carmen De Simio, Maria Girardi, Luigi Iannelli<br />
si senza sapere cosa stesse d<strong>ic</strong>endo,<br />
domandò: “ Chi siete voi che mi<br />
comandate cose impossibili?" e lui<br />
gli rispose: " Io sono figlio di colei<br />
che tua madre ti insegnò a salutare<br />
tre volte al giorno. Il mio nome domandalo<br />
a mia Madre”. Subito gli<br />
apparve una donna che, prendendo<br />
Giovanni per mano, gli disse:<br />
“Guarda!” e all’improvviso tutti i<br />
ragazzi sparirono e ai loro posti comparvero<br />
vari animali feroci e la donna<br />
continuò a dire: "Ecco il tuo campo,<br />
ecco dove dovrai lavorare. Renditi<br />
umile, forte e robusto: e ciò che in<br />
questo momento vedi succedere di<br />
questi animali, tu lo farai per i miei<br />
figli”. Finito di parlare tutti gli animali<br />
si trasformarono in docili agnelli.<br />
Dopo questo sogno Don Bosco<br />
scelse di seguire la sua vocazione<br />
religiosa e divenne prete il 5 giugno<br />
1841 a Torino dove nel 1846 costruì<br />
il primo oratorio. Non fu facile per<br />
lui trovare una casa dove accogliere<br />
tutti i bambini, finché un giorno un<br />
certo signor Pinardi gli offrì una<br />
vecchia tettoia dove voleva far trasmettere<br />
e insegnare ai bambini tutto<br />
quello che a lui aveva insegnato la<br />
madre, a cui era molto legato. Infatti<br />
la sua regola era : "Amare ciò<br />
che amano i giovani affinché essi<br />
amino ciò che ama l’educatore”. Il<br />
primo ragazzo dell’oratorio si chiamava<br />
Bartolomeo Farelli, questo<br />
era un orfano di quind<strong>ic</strong>i anni, che,<br />
po<strong>ic</strong>hé non sapeva né leggere né<br />
scrivere, chiese aiuto a Don Bosco.<br />
Si presentò nella sacrestia prima<br />
dell’inizio della messa, ma fu cacciato<br />
dal sacrestano po<strong>ic</strong>hé non<br />
serviva la messa. Don Bosco poi<br />
lo invitò ad andare da lui. Il ragazzo<br />
il giorno dopo si presentò nella<br />
vecchia tettoia insieme a tanti ragazzi<br />
come lui. L’oratorio è un<br />
luogo dove i ragazzi ancora oggi si<br />
riuniscono per giocare, per stare<br />
insieme ma il suo scopo principale<br />
era ed è quello di insegnare ai suoi<br />
ragazzi grandi valori: la famiglia,<br />
la carità, l’umiltà, l’amore per gli<br />
altri, il confrontarsi con le altre<br />
persone, la pazienza e avere fede<br />
in Dio. “V<strong>ic</strong>ino o lontano io penso<br />
sempre a voi.<br />
Uno solo è il mio desiderio: vedervi<br />
fel<strong>ic</strong>i nel tempo e nell’eternità”.
PAGINA 4<br />
Il<br />
30 marzo, presso la sala maggiore del ristorante “Il<br />
Sannio”, c’è stata la prima edizione del premio letterario<br />
“Anno della Parola”. All’avvenimento è intervenuto l’-<br />
Arcivescovo Mons. Andrea Mugione, il quale ha consegnato i<br />
premi ai vincitori. Il Concorso, voluto dal nostro parroco, Padre<br />
Giorgio, aveva una grande importanza: avv<strong>ic</strong>inare i giovani alla<br />
lettura di alcuni brani del Vangelo.<br />
E’ stata un’esperienza molto bella che ci ha spinti a riflettere su<br />
vari aspetti della vita. I lavori, che consistevano in disegni o<br />
temi a seconda della classe, sono stati analizzati e valutati da<br />
un’apposita commissione di esperti, i quali hanno d<strong>ic</strong>hiarato di<br />
essersi trovati, in alcuni momenti, addirittura in diff<strong>ic</strong>oltà per la<br />
scelta definitiva degli elaborati, po<strong>ic</strong>hé tutti erano molto interessanti.<br />
L’Arcivescovo si è recato all’edif<strong>ic</strong>io della <strong>scuol</strong>a primaria<br />
di Pietrelcina dove è stato accolto dalla Dirigente scolast<strong>ic</strong>a,<br />
dottoressa Anna Immacolata Colarusso, e dal Sindaco, ingegnere<br />
Gennaro Fusco. In seguito ha visitato la <strong>scuol</strong>a media e ci ha raggiunto<br />
al ristorante “Il Sannio”, dove si è svolta la cerimonia. L’-<br />
Arcivescovo è una persona di grande carisma religioso ed allo<br />
stesso tempo uomo di grande spirito umorist<strong>ic</strong>o, perché, dopo<br />
aver salutato tutti, ha intrattenuto la platea con battute e aneddoti<br />
molto divertenti. La Dirigente ha ringraziato tutti i presenti e<br />
ha dato la parola al nostro parroco, il quale ha apprezzato l’entusiasmo<br />
dimostrato dai giovani e ha illustrato ancora le motivazioni<br />
e le modalità di selezione del Concorso.<br />
Al termine, un membro della commissione, la dottoressa Maria<br />
Clorinda Mastronardi, ha chiamato i vincitori, lieti e orgogliosi<br />
di aver conseguito un tale r<strong>ic</strong>onoscimento.<br />
Gli alunni di Pietrelcina<br />
SCUOLA<br />
ANNO DELLA PAROLA<br />
L’I.C. e la Parrocchia Santa Maria degli Angeli di Pietrelcina, in occasione dell’anno della Parola,<br />
bandiscono un Concorso sulla lettura del Vangelo<br />
I VINCITORI<br />
I sezione, alunni delle classi prime, seconde e terze <strong>scuol</strong>a primaria, descrizione in forma graf<strong>ic</strong>a<br />
della parabola: “Il buon samaritano”<br />
GILDA FONTANAROSA (3^ A)<br />
II sezione, alunni delle classi 4^ e 5^ <strong>scuol</strong>a primaria, un saggio breve sulla parabola: “Il seminatore”<br />
ELENA CARUSO (5^ B)<br />
III sezione, alunni delle classi I e II <strong>scuol</strong>a secondaria di I grado, elaborazione di un cartellone<br />
con la tecn<strong>ic</strong>a del collage utilizzando art<strong>ic</strong>oli e immagini r<strong>ic</strong>avate dai mass-media, relativo<br />
alla parabola: “Il figliol prodigo”<br />
EMANUELE CARDONE (II B)<br />
IV sezione, alunni delle classi terze <strong>scuol</strong>a secondaria di I grado, saggio breve, con<br />
riflessioni personali sul cap. 25° del Vangelo secondo Matteo (v. 31-46)<br />
ANTONIO ROSELLA (III A - Sindaco junior)<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
Alcune esibizioni<br />
In basso a sinistra l’entusiasmo degli alunni dell’I.C. di Pietrelcina<br />
GREASE<br />
Uno spettacolo in lingua inglese<br />
• di Simona Avella, Mariapia Boffa,<br />
Giovanna Capozza, Luigi Iannelli,<br />
Luigi N<strong>ic</strong>ola Pennucci Chiara Salomone<br />
Il<br />
13 gennaio 2009 noi alunni dell’I.C. di Pietrelcina abbiamo<br />
assistito al mus<strong>ic</strong>al “ Grease”, tenutosi al teatro Massimo di<br />
Benevento. I protagonisti erano due adolescenti innamorati<br />
l’uno dell’altra che, alla fine dell’estate,<br />
dovevano separarsi. I due si rincontrano<br />
nella stessa <strong>scuol</strong>a, però lui non è affatto<br />
carino e gentile come lo è stato in estate.<br />
In realtà non è cambiato, vuole solo dimostrare<br />
ai suoi am<strong>ic</strong>i che è “un duro”.<br />
Questo succede a molti adolescenti che<br />
dentro sono fragili, ma che vogliono ap-<br />
Il<br />
giorno 18/03/09 i ragazzi dell’Istituto<br />
Comprensivo con molto entusiasmo hanno<br />
assistito allo spettacolo “Cristo si è fermato<br />
a Eboli” tratto dall’autobiografia di Carlo Levi.<br />
Il romanzo è ambientato in un borgo della Lucania,<br />
Gagliano, dove lo scrittore, nonché pittore, giornalista,<br />
med<strong>ic</strong>o, scontò un anno di confino, dal 1935<br />
al 1936, per la sua professione di antifascismo.<br />
Eravamo ansiosi perché avendone discusso in classe<br />
la trama ci aveva incuriosito molto.<br />
E’ un’opera di densa commozione poet<strong>ic</strong>a,<br />
perché rappresenta il mondo contadino della<br />
Basil<strong>ic</strong>ata, dove “Cristo non è mai arrivato, né vi è arrivato il tempo, né il<br />
legame tra causa ed effetto, la ragione<br />
e la storia” e dove “per i contadini lo<br />
Stato è più lontano del cielo e più<br />
maligno perché sta sempre dall’altra<br />
parte”.<br />
Con stupore abbiamo scoperto, appena<br />
iniziato lo spettacolo, che ad interpretare<br />
Carlo Levi era un attore molto famoso e<br />
conosciuto, che recita in molti programmi<br />
SCUOLA - SPETTACOLI<br />
MUSICANDO CON LE STELLE<br />
Uno spettacolo dell’Unitalsi per raccogliere fondi<br />
• di Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza,<br />
Luigi Iannelli, Luigi N<strong>ic</strong>ola Pennucci Chiara Salomone<br />
Il<br />
giorno 10 Gennaio 2009 il nostro Istituto,<br />
ci ha permesso di partecipare a una<br />
manifestazione al Palatedeschi di Benevento,<br />
organizzata dall’UNITALSI, un’associazione<br />
di volontariato nazionale, che assiste e<br />
aiuta le persone diversamente abili a integrarsi<br />
nella società e che trasporta gli ammalati nei<br />
santuari internazionali, affinché il sogno di un<br />
miracolo possa diventare magari realtà. L’inizio<br />
è stato pieno di suspence, perché c’è stata una<br />
lunga attesa, ma siamo stati intrattenuti da mus<strong>ic</strong>he<br />
allegre e attuali che ci hanno sin da subito<br />
coinvolti allegramente. Le esibizioni sono state<br />
numerose e molto spettacolari per i costumi, le<br />
luci e le coreografie preparate. Il momento che<br />
ha destato in noi un part<strong>ic</strong>olare interesse emotivo<br />
è stato l’arrivo e la testimonianza di Luigi,<br />
un uomo che sin da bambino è stato costretto a<br />
“vivere” su una sedia a rotelle, a causa di una<br />
grave malattia. Luigi vive la vita come tutti noi<br />
parire forti e invincibili. Il mus<strong>ic</strong>al era in lingua<br />
inglese, ma, nonostante alcune diff<strong>ic</strong>oltà, qualcosa<br />
siamo riusciti a capirla, anche perché avevamo<br />
visto a <strong>scuol</strong>a la versione italiana del film.<br />
Questo mus<strong>ic</strong>al è riuscito a coinvolgere tutta la<br />
platea, grazie agli attori, straordinariamente bravi,<br />
e ai pezzi mus<strong>ic</strong>ali molto ritmati. Tutti i ragazzi<br />
presenti si sono scatenati nel ballare il<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
Alcune scene dello spettacolo<br />
PAGINA 5<br />
e pubbl<strong>ic</strong>amente ha confidato che da p<strong>ic</strong>colo non<br />
veniva accettato dagli altri, e che anche lui non<br />
riusciva a sentirsi come tutti i suoi am<strong>ic</strong>i. Credeva<br />
che avrebbe trascorso la sua vita chiuso in una<br />
stanza, solo con i suoi genitori; invece non è stato<br />
così perché i ragazzi dell’UNITALSI l’hanno<br />
aiutato a integrarsi e a trasmettere a tutti il suo<br />
messaggio di vita. Durante la manifestazione diverse<br />
<strong>scuol</strong>e di danza della provincia, dirette dalla<br />
maestra Saveria Cotroneo, hanno dato prova della<br />
loro bravura e competenza. Allo spettacolo hanno<br />
assistito molte <strong>scuol</strong>e tra cui: l’Alberghiero, l’Agrario,<br />
lo Scientif<strong>ic</strong>o, il Ragioneria “Alberti”, il<br />
Marco Polo, la Pascoli e il nostro Istituto. Lo<br />
spettacolo ha riscosso grande entusiasmo da parte<br />
del pubbl<strong>ic</strong>o e anche noi siamo stati molto fel<strong>ic</strong>i<br />
di averlo visto perché, pagando il biglietto, abbiamo<br />
contribuito con l’UNITALSI ad aiutare le<br />
persone bisognose.<br />
Rock and Roll.<br />
Le pettinature e i costumi erano adeguati agli<br />
anni ’50: i ragazzi vestivano con pantaloni e<br />
giacche di pelle nera attillati e avevano il ciuffo<br />
brillantinato, mentre le ragazze indossavano<br />
gonne a ruota e calzettoni. Questo spettacolo è<br />
stato davvero meraviglioso e tutti sono rimasti<br />
a bocca aperta per la bravura degli attori.<br />
CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI<br />
Gli attori Gabriele Greco, Mario Merone e Alba Tamarazzo arrivano a Pietrelcina.<br />
televisivi: Gabriele<br />
Greco. E’ stato molto<br />
bravo e la sua interpretazione<br />
ci ha coinvolto<br />
tanto da farci<br />
rimanere concentrati<br />
ad ascoltarlo senza<br />
alcuna fat<strong>ic</strong>a. Alla fine<br />
dello spettacolo l’attore<br />
è sceso tra noi ragazzi<br />
per rispondere<br />
gentilmente alle nostre<br />
domande, soddisfacendo<br />
ogni più p<strong>ic</strong>cola<br />
curiosità. Anche gli altri attori, Mario Merone, che ha interpretato la parte del carabiniere,<br />
e Alba Tamarazzo, la governante, si sono dimostrati disponibili .<br />
Dopo aver finito di rispondere alle nostre domande gli attori ci hanno ded<strong>ic</strong>ato il<br />
loro tempo prezioso parlandoci della loro carriera e raccontandoci le loro origini.<br />
Il momento più bello è stato quando, dopo aver chiesto il permesso alle professoresse,<br />
siamo saliti sul palco per scattare le foto con gli attori e per farci firmare degli autografi.<br />
Che emozione!
PAGINA 6<br />
S<br />
ono stanco e non<br />
riesco a restare<br />
abbastanza sveglio<br />
per tenere a<br />
bada il nem<strong>ic</strong>o che incombe<br />
sulle nostre postazioni.<br />
Già due dei nostri<br />
sono andati al Creatore e<br />
credo che Willer li seguirà da qui a poco. Siamo sotto<br />
pesante attacco da più di due ore oramai e non riusciamo<br />
a trovare il modo di sfuggire ai nostri assalitori. Maled<strong>ic</strong>o<br />
il giorno in cui mi è stato affidato questo incar<strong>ic</strong>o.-Non vi<br />
preoccupate Comandante, sarà un lavoro davvero facile!-<br />
Così mi disse quella carogna del maggiore Patten ridacchiando<br />
sotto quei suoi baffi ispidi e disordinati.-Per ass<strong>ic</strong>urarti<br />
il buon esito della missione ti daremo il comando<br />
di un team altamente qualif<strong>ic</strong>ato-. Certo “altamente qualif<strong>ic</strong>ato”<br />
,infatti mi ritrovo a badare a quattro marmocchi<br />
che non sanno neppure pulirsi il naso, pensa imbracciare<br />
un fucile!Eccone un altro che cade sotto i miei colpi; già,<br />
non è la prima volta che uccido un uomo … Il primo uomo<br />
l’ho ucciso a sed<strong>ic</strong>i anni ed era mio padre.<br />
“Quella sera io ero a casa e mio padre era appena rientrato<br />
e come sempre ubriaco frad<strong>ic</strong>io, aveva incominciato a<br />
dire cose offensive e a p<strong>ic</strong>chiare mia madre. Erano settimane<br />
oramai che la storia andava avanti così ed io non ce<br />
la facevo più a restare a guardare. Così scesi in cucina e<br />
prendendo mio padre alla spalle lo spinsi contro il muro.<br />
Cadde a terra p<strong>ic</strong>chiando violentemente la nuca contro il<br />
caminetto poi morì sul colpo”. Da quel giorno decisi di<br />
arruolarmi nell’esercito, il motivo mi è ancora oscuro.<br />
Quello è uno dei giorni che ti rimangono impressi tutta la<br />
vita. Ma ora non è proprio il miglior momento per parlarne,<br />
visto che i nem<strong>ic</strong>i ci hanno quasi beccato.<br />
Si sentono spari provenienti da tutti i lati.-Diamine capitano,<br />
ci hanno accerchiati e stanno per farci la pelle!- -Ma<br />
dov’è il carro armato che ho chiesto tre ore fa?- -Non<br />
arriva signore- -Ah!Ci hanno abbandonato nel bel mezzo<br />
dell’operazione. Ma perché?- D’un tratto un grosso biplano<br />
mi passa sulla testa e lancia una granata che esplode<br />
sulle formazioni nem<strong>ic</strong>he ma anche a pochi metri da noi.<br />
SCUOLA E…FANTASIA<br />
INVITO ALLA LETTURA<br />
Un racconto originale degli alunni della classe terza della Scuola Secondaria di I grado di Pago Veiano<br />
-Ecco perché il carro non viene a salvarci noi siamo l’esca<br />
di questa sciagurata operazione organizzata per proteggere<br />
il c...o ai superiori e per levarmi di mezzo. Si perché<br />
io sono un peso, una palla tra i piedi, l’un<strong>ic</strong>o ad avere<br />
il coraggio di rispondere per le rime ai “superiori”. Ma<br />
superiori di cosa?<br />
Credono basti un r<strong>ic</strong>amino in più sulla divisa per fare un<br />
uomo? Giusto Vins?Vins?- Ma Vins non mi risponde o<br />
meglio non può più farlo visto che la granata lo ha steso.<br />
– Ecco, ora mi metto a parlare coi morti!- Prendo in braccio<br />
la salma e la uso come scudo contro i proiettili così<br />
potrò raggiungere gli uomini sopravvissuti. Scopro subito<br />
dopo che l’un<strong>ic</strong>o a sopravvivere è proprio Willer, anche<br />
se è stato colpito a morte sul fianco. Proprio la ferita lo ha<br />
salvato visto che non aveva possibilità di esporsi più al<br />
fuoco. Lo raccolgo come fosse un grosso sacco grondante<br />
di sangue e lo trascino con me al riparo nel tombino delle<br />
acque di scolo della fabbr<strong>ic</strong>a.- Resisti, resisti ce la puoi<br />
fare!- E’ la frase che mi ripetevano in Accademia quando<br />
dovevo fare l’allenamento o quando toccava a me pulire<br />
le latrine di quel bugigattolo di dormitorio. Ma il passato<br />
è passato ed ora devo pensare a portare me e il mio uomo<br />
fuori da questa brutta situazione. Mi car<strong>ic</strong>o Willer sulle<br />
spalle e incomincio a seguire l’acqua corrente che mi porterà<br />
alla fine del condotto v<strong>ic</strong>ino al rendez-vous dov’è<br />
attraccata la nostra imbarcazione. – Siamo arrivati sussurro<br />
a Willer uscendo dal canale.- Egli cerca disperatamente<br />
di farmi un cenno, non tanto per farmi arrivare il messaggio,<br />
ma più per ass<strong>ic</strong>urarsi che sia ancora padrone del<br />
suo corpo martirizzato. Sull’imbarcazione ritrovo il nostro<br />
accompagnatore, colui che ci aveva scortato sulla<br />
costa la mattina precedente. Appena deposito Willer sulla<br />
chiatta il mozzo imbraccia un fucile ad’avancar<strong>ic</strong>a e me<br />
lo punta in petto.<br />
Già, perché lui doveva ass<strong>ic</strong>urarsi del “buon esito” della<br />
missione, cioè che nessuno di noi rimanesse in vita per<br />
raccontare come veramente fossero accaduti i fatti. L’omino<br />
mi punta contro il fucile parlandomi della lauta r<strong>ic</strong>ompensa<br />
che avrebbe r<strong>ic</strong>evuto uccidendoci, ma non finisce<br />
neanche di parlare che un colpo alla tasta gli fa esalare<br />
l’ultimo respiro. Era stato quell’avveduto di Willer che<br />
con un colpo gli aveva fatto saltare le cervella. Metto il<br />
ragazzo comodo sul sedile sottocoperta e faccio rotta verso<br />
il campo base. Due ore dopo arrivo nella zona dove<br />
risiedeva una volta il campo, ma dove ora ci sono solo un<br />
mucchio di tracce dei tendoni. – Si sono dileguati e ci<br />
hanno lasciato in pasto a quei cani rognosi dei tedeschi!<br />
Dopotutto era proprio questo il loro piano!-<br />
- Po…potr…potremmo risalire il fiume e raggiungerli<br />
sulla sponda Ovest... – Poi il ragazzo si addormenta mentre<br />
io cerco di proseguire il viaggio su per il fiume. Il<br />
mattino seguente scorgo i primi camion del convoglio che<br />
tornano verso il molo dove li aspetta il battello per riportarli<br />
a casa.-Diamine dobbiamo prenderlo quel convoglio,<br />
altrimenti qui ci lasciamo le penne!-<br />
Cerco di accostare la barca alla, riva intanto noto che<br />
Willer inizia a rialzarsi da solo. Cavolo quel ragazzo ha<br />
una grande volontà, spero che ce la faccia a sopravvivere!<br />
Seguiamo il lento convoglio a piedi nascondendoci tra la<br />
boscaglia secca e bruciata come le vite di tutti quei ragazzi<br />
che mi hanno accompagnato e sono morti, usati come<br />
esche, come carne al macello sotto i colpi dei nem<strong>ic</strong>i.<br />
Ma mentre cammino e mi dispero, in cuor mio spira una<br />
rabbia vend<strong>ic</strong>ativa che mi sprona ad andare avanti. Se-<br />
guendo il convoglio arriviamo<br />
finalmente al molo<br />
dove potremo raggiungere<br />
i commilitoni.<br />
Confondendoci con l'ambiente<br />
prendiamo posto<br />
su un natante pronto a<br />
partire. -E’ fatta oramai!<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
Le navi hanno tutte preso il largo e stiamo per tornare a<br />
casa!- -Si signore, lo so signore.-<br />
-Avete cantato<br />
vittoria troppo<br />
presto.- Volto il<br />
capo verso il mio<br />
interlocutore che<br />
sta ind<strong>ic</strong>ando uno<br />
strano oggetto<br />
metall<strong>ic</strong>o che<br />
spunta a pelo d’acqua.-E’<br />
un U-<br />
Boot tedesco!- E’<br />
la prima volta che vedo una cosa del genere in vita mia.<br />
La balena metall<strong>ic</strong>a<br />
si allontana per poi<br />
virare e puntarci il<br />
muso contro. Terrorizzato<br />
osservo la<br />
scena tenendomi<br />
stretto all’inferriata<br />
della nave. Dal<br />
grosso mostro metall<strong>ic</strong>o<br />
vedo uscire un lungo tubo che sfreccia sott’acqua.<br />
Vedendo gli altri mi butto disperatamente a terra... poi<br />
un’ esplosione! Mi risveglio più tardi trasalendo come da<br />
un coma, mi giro con lo sguardo intorno, vedo un mucchio<br />
di letti come il mio e capisco che qualcuno ci aveva<br />
portati in salvo. Poi rammento l’accaduto e cerco dispera-<br />
tamente di ritrovare Willer.Mi scaravento giù dal letto e<br />
corro per quello che sembrava un ospedale di fortuna.<br />
Corro all’impazzata saltando i feriti che mi trovo davanti.<br />
Ma poi, scorgo un lenzuolo bianco da cui escono due<br />
scarponi da montagna sporchi di sangue. E’ Willer, non<br />
ce l’ha fatta! Mi ha lasciato! Sono lì per fargli una preghiera<br />
che alla spalle sento un voce che mi rincuora.-<br />
Capitano non sapevo che foste un tipo così sensibile e<br />
religioso-. Mi volto e vedo Willer... lo abbraccio come se<br />
fosse il fratello minore che non avevo mai avuto. -Siamo<br />
salvi Willer, vero?- -Si signore, siamo salvi, signore.-
Scuola secondaria di I grado<br />
di Pesco Sannita<br />
I l<br />
Classe I sez. A<br />
Storie ant<strong>ic</strong>he come il mondo, le favole<br />
ci divertono e ci fanno riflettere sulle<br />
v<strong>ic</strong>ende quotidiane, sui vizi e sulle virtù<br />
degli uomini di ogni epoca e di ogni<br />
luogo.<br />
termine favola deriva dal latino fabula<br />
e vuol dire narrazione, quindi la favola<br />
è un breve racconto fantast<strong>ic</strong>o di origine<br />
popolare, scritto in versi o in prosa, che<br />
ha come protagonisti gli animali e che racchiude<br />
in sé un insegnamento morale.<br />
La bontà e la crudeltà, la prepotenza e la<br />
generosità, l’astuzia, l’ingordigia, la saggezza,<br />
la fedeltà e l’am<strong>ic</strong>izia sono qualità degli<br />
uomini che si possono riscontrare nei racconti<br />
di ogni tempo. Pare che le favole risalgano<br />
all’ant<strong>ic</strong>o Egitto, infatti molte sono<br />
tramandate dai papiri, diverse appartengono<br />
alla tradizione assiro-babilonese e alcune<br />
compaiono anche nella Bibbia. Risale ad<br />
Esopo, uno scrittore greco vissuto nel VI<br />
secolo a.C., la più grande raccolta di favole<br />
del mondo occidentale: circa cinquecento,<br />
in seguito Fedro diffuse questo genere letterario<br />
nel mondo latino. Nei secoli successivi<br />
vi furono altri favolisti tra cui Jean de La<br />
Fontaine in Francia, Lev Tolstoj in Russia,<br />
Trilussa, Gianni Rodari in Italia.<br />
S<strong>ic</strong>uramente conoscete tante favole, ma<br />
ve ne proponiamo alcune realizzate da<br />
noi.<br />
TRA I DUE LITIGANTI<br />
IL TERZO GODE<br />
C’erano una volta due passerotti che andavano<br />
alla r<strong>ic</strong>erca di cibo. Dopo vari giri, si<br />
accorsero che un lombr<strong>ic</strong>o faceva capolino<br />
dal terreno. Allora si precipitarono per<br />
prenderlo, ma, tira di qua e tira di là, finirono<br />
per litigare:<br />
- É mio, lascialo andare! – No, l’ho visto<br />
prima io, lascialo tu! -<br />
e per beccarsi fecero cadere il lombr<strong>ic</strong>o. A<br />
questa scena aveva assistito un altro passerotto<br />
che, approfittando del litigio, volò e<br />
si mangiò il lombr<strong>ic</strong>o. Così i due passerotti<br />
smisero di litigare e, tristi e sconsolati, tornarono<br />
ognuno al proprio nido.<br />
Mariarita Procino<br />
LA VOLPE E LA CICOGNA<br />
Un giorno la c<strong>ic</strong>ogna propose una sfida alla<br />
volpe e le disse:<br />
- Proviamo a saltare dall’altro lato di una<br />
buca e vediamo chi vince? -<br />
La c<strong>ic</strong>ogna imbrogliona iniziò a volare e<br />
passò dall’ altro lato, mentre la volpe cadde<br />
nella fossa.<br />
La volpe delusa pensò di vend<strong>ic</strong>arsi e, per<br />
r<strong>ic</strong>ambiare, volle sfidare la c<strong>ic</strong>ogna e le<br />
propose:<br />
- Facciamo una corsa nel bosco e vediamo<br />
chi riesce a schivare gli alberi.-<br />
La c<strong>ic</strong>ogna si alzò in volo e andò a sbattere<br />
con la testa v<strong>ic</strong>ino all’ albero, mentre la<br />
volpe lesta lesta vinse la gara.<br />
MORALE: Chi la fa, l’aspetti.<br />
Giuseppe De Maria<br />
SCUOLA E…FANTASIA<br />
Scuola primaria<br />
di Pesco Sannita<br />
Classe V sez. B<br />
Poesia per la festa del papà<br />
Per il mio papà<br />
Mi piace stare con te papà<br />
Tra amore e gioia<br />
Tu mi dai tanta fel<strong>ic</strong>ità.<br />
Io sento sempre<br />
Come una stella luminosa<br />
Nel cielo schiarito di blu<br />
E come d’incanto ci sei tu.<br />
Io sento sempre<br />
Le tue mani calde<br />
Che fanno giocare me<br />
La tua bambina.<br />
Ogni mattina<br />
Guardando il tuo viso<br />
Mi fa sembrare più carina.<br />
Io penso sempre a te:<br />
Vado a <strong>scuol</strong>a e penso a te<br />
Vado alla lavagna e penso a te<br />
Torno a casa e rivedo te.<br />
Oggi è un giorno pieno di gioia<br />
E di fel<strong>ic</strong>ità perché è la tua festa papà.<br />
Sabrina, Maria Teresa e Lucrezia<br />
L<br />
a Convenzione sui diritti dell'infanzia,<br />
strumento di formazione<br />
e di protezione, ha introdotto per<br />
la prima volta l'idea del bambino soggetto<br />
dei diritti invece che mero oggetto di<br />
tutela e protezione<br />
da<br />
parte del<br />
mondo adulto.<br />
E' indispensabile,però,<br />
che si aiuti il<br />
bambino a<br />
r<strong>ic</strong>onoscere<br />
che la vita si<br />
rad<strong>ic</strong>a non solo sulla rivend<strong>ic</strong>azione dei<br />
diritti ma anche sull'esercizio dei doveri.<br />
Ci sono i diritti ma anche tanti doveri.<br />
Con questo progetto intendiamo prendere<br />
per mano ogni bambino e condurlo a<br />
poco a poco verso una crescita graduale,<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
PAGINA 7<br />
SCUOLE DELL’INFANZIA<br />
PAGO VEIANO - PESCO SANNITA - PIETRELCINA<br />
anno scolast<strong>ic</strong>o 2008/2009<br />
Progetto<br />
I protagonisti siamo noi<br />
che lo porti ad essere padrone delle proprie<br />
azioni e saper gestire la propria libertà<br />
nel rispetto degli altri, attraverso<br />
regole precise.<br />
Punto di partenza è l'art<strong>ic</strong>olo 29 che recita<br />
: "… l'educazione<br />
del bambino<br />
deve<br />
preparare il<br />
bambino ad<br />
andare d'accordo<br />
con<br />
tutti ; rispettare<br />
l'ambiente<br />
naturale".<br />
Ancora una volta usciremo allo scoperto,<br />
ci immergeremo nell'ambiente di vita dei<br />
nostri bambini per decifrare e comprendere<br />
insieme l'universo di cose e di valori<br />
in cui si r<strong>ic</strong>onoscono.
PAGINA 8<br />
LABORATORI<br />
DÉCOUPAGE<br />
Basta un po’ di colla, qualche goccia di colore, un cucchiaio di stucco, alcuni fogli di carta riso, tovaglioli<br />
decorati, una spolverata di polvere perlescente, tanta tanta fantasia e voilà, potrete diventare<br />
dei veri artisti...<br />
C<br />
on la tecn<strong>ic</strong>a del<br />
découpage si possono<br />
creare fantast<strong>ic</strong>i<br />
oggetti, perciò non<br />
gettate mai nulla, perché<br />
tutto potrebbe servirvi ed<br />
essere r<strong>ic</strong><strong>ic</strong>lato: un banale<br />
vaso di terracotta può arredare<br />
un angolo della casa,<br />
un vecchio piatto può diventare<br />
un simpat<strong>ic</strong>o vassoio,<br />
vecchie scatole possono<br />
tramutarsi in graziosi<br />
cofanetti da regalare alla<br />
mamma, in occasione della<br />
sua festa, persino dei cd<br />
difettosi possono essere<br />
r<strong>ic</strong><strong>ic</strong>lati e trasformati in<br />
decori natalizi o favolosi<br />
quadretti. Insomma, basta<br />
un po’ di fantasia, tanta<br />
buona volontà, un pizz<strong>ic</strong>o<br />
di precisione e creatività<br />
quanto basta, per scoprire<br />
l’artista che è in voi. A<br />
<strong>scuol</strong>a, durante il laboratorio<br />
di attività manual<strong>ic</strong>reative,<br />
abbiamo appreso<br />
la tecn<strong>ic</strong>a del découpage,<br />
che troviamo molto rilassante<br />
e divertente.<br />
CURIOSITA’- Il découpage<br />
ha origini ant<strong>ic</strong>he, ma è<br />
diventato famoso in tutta<br />
Europa, grazie a Maria Antonietta,<br />
regina di Francia,<br />
Il termine “découpage”<br />
infatti deriva dal francese<br />
“découper” che signif<strong>ic</strong>a<br />
ritagliare. La tecn<strong>ic</strong>a consiste<br />
nel ritagliare una o più<br />
figure di carta e di incollarle<br />
su un oggetto da decorare.<br />
Buon découpage a tutti!<br />
Gli alunni del<br />
laboratorio di découpage<br />
Alcuni dei lavori realizzati dagli alunni della <strong>scuol</strong>a secondaria di Pesco Sannita nel laboratorio di découpage<br />
Nel prossimo numero vi spiegheremo<br />
tutte le fasi per realizzare un oggetto.<br />
CERAMICA E CARTAPESTA<br />
Le alunne della <strong>scuol</strong>a media di Pesco Sannita esprimono tutta la loro fantasia artist<strong>ic</strong>a nel laboratorio<br />
del prof. Salvatore Iannella<br />
P <strong>ic</strong>asso,<br />
M<strong>ic</strong>helangelo,<br />
Leonardo, Raffaello,<br />
Van Ghogh, Giotto e<br />
poi... noi ragazze della 2° A<br />
insieme al prof. Salvatore Iannella.<br />
Prendendo ad esempio questi<br />
grandi artisti, abbiamo creato<br />
opere belle, vivaci e interessanti.<br />
Per realizzarle, il prof. ci<br />
ha dato tanti suggerimenti e consigli, proprio come<br />
Verrocchio faceva con Leonardo Da Vinci. Seguendo<br />
alla lettera le sue istruzioni, abbiamo imparato la tecn<strong>ic</strong>a<br />
della cartapesta e creato vari oggetti, ad esempio le<br />
maschere. Abbiamo disegnato paesaggi e motivi floreali<br />
su tegole o su pannelli.<br />
Per la cartapesta vi è un lungo processo di preparazione,<br />
ma come prima<br />
cosa abbiamo ridotto<br />
in pezzetti la<br />
carta di giornale,<br />
contribuendo così<br />
anche al r<strong>ic</strong><strong>ic</strong>laggio,<br />
per poi impastarla<br />
insieme a<br />
colla e acqua e<br />
ottenere un materiale<br />
leggero ma<br />
molto resistente e<br />
nel giro di due settimane<br />
compatto.<br />
Per le maschere ci<br />
siamo ispirati a<br />
modelli di tipo etn<strong>ic</strong>o e moderno.<br />
Abbiamo intrapreso la lavorazione<br />
di disegni sulle tegole,<br />
utilizzando tempere e creando<br />
sfumature tendenti al bianco<br />
per dare luce.<br />
Oltre a questi fantast<strong>ic</strong>i lavori,<br />
abbiamo dipinto tele con disegni<br />
astratti, dai colori vivaci e<br />
allegri, sui toni del rosso, giallo<br />
e arancione.<br />
E’ in fase di realizzazione una composizione di cartoni<br />
che, posizionati in un modo specif<strong>ic</strong>o, daranno vita alla<br />
sagoma di un violino che verrà colorato con tinte tenui<br />
come l'azzurro, il bianco e il verde.<br />
Altri lavori dovrebbero essere creati con l' argilla che<br />
noi aspettiamo ancora di r<strong>ic</strong>evere dalla <strong>scuol</strong>a.<br />
Tutte queste “opere<br />
d’arte” verranno<br />
esposte in una mostra<br />
a fine anno<br />
scolast<strong>ic</strong>o dove è un<br />
peccato mancare.<br />
Non perdete i lavori<br />
delle artiste<br />
del futuro!<br />
Maria Girardi<br />
Francesca L' Altrelli<br />
Carmen De Simio<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
Simona Avella<br />
RAGAZZI, MA COME PARLATE?<br />
Con le nuove tecnologie il linguaggio giovanile assomiglia ad un<br />
cod<strong>ic</strong>e segreto, tutto da scoprire e capire<br />
• di Giovanni Marrone, Feder<strong>ic</strong>o Mirra, Francesco Vetere<br />
I l linguaggio dei giovani<br />
sta cambiando con le<br />
nuove generazioni. Prendiamo<br />
per esempio il modo di parlare,<br />
le frasi e il modo di gest<strong>ic</strong>olare<br />
nei discorsi. A volte si capiscono<br />
solo loro. Negli sms poi i<br />
giovani d’oggi si sbizzarriscono<br />
con simboli e parole abbreviate<br />
come ad esempio<br />
“cmq” (comunque). Ovviamente<br />
questo tipo di linguaggi viene<br />
usato anche in internet nelle<br />
Chat. Nel mondo delle chat,<br />
dato che la comun<strong>ic</strong>azione si<br />
svolge soprattutto attraverso la<br />
parola scritta, si ha la necessità<br />
di abbreviare e sintetizzare i<br />
messaggi, senza che delle parole<br />
o intere frasi vengano<br />
fraintese o addirittura non capite.<br />
Nel paesi di lingua anglosassone<br />
il linguaggio delle chat, r<strong>ic</strong>chissimo<br />
di abbreviazioni, frasi<br />
e parole tip<strong>ic</strong>he, è diventato<br />
quasi una nuova lingua, a volte<br />
incomprensibile per chi non è<br />
abituato a utilizzarlo. I T.L.A<br />
(Three Letter Acronym), abbreviazioni<br />
(di tre o più lettere)<br />
di frasi o parole, permettono<br />
una digitazione più veloce e<br />
riducono i tempi di attesa nelle<br />
chat.<br />
Qui di seguito elenchiamo delle<br />
frasi che si d<strong>ic</strong>ono solitamente<br />
con gli sms:<br />
SS$ = Sono senza soldi<br />
GiàVi1Vo = Già visti una volta?<br />
Vbla = Vuoi parlare?<br />
X-( = Sei pazzo<br />
IP = Bleah<br />
Questi sono solo alcuni esempi<br />
di come i giovani parlano attraverso<br />
gli sms, po<strong>ic</strong>hé ce ne<br />
sono migliaia. Quelle che si<br />
usano su internet però si differenziano<br />
un po’ perché non<br />
sono lettere o simboli che esprimono<br />
pensieri, ma sono<br />
lettere o simboli che rappresentano<br />
emozioni. P<strong>ic</strong>coli esempi<br />
sono riportati qui sotto:<br />
XD = si mette quando qualcosa<br />
fa ridere<br />
lol = ha un signif<strong>ic</strong>ato simile a<br />
xD<br />
asd = si mette per confermare<br />
una cosa, sostituisce il class<strong>ic</strong>o<br />
sisi<br />
Gli “smyles” o “faccine” o<br />
“emot<strong>ic</strong>ons” sono invece p<strong>ic</strong>coli<br />
disegni ottenuti digitando<br />
soprattutto segni di interpunzione<br />
( ad esempio -_- oppure<br />
^^), parentesi, asterischi o segni<br />
matemat<strong>ic</strong>i che in genere<br />
rappresentano un volto<br />
(disposto per lo più in senso<br />
orizzontale) al quale si cerca di<br />
conferire un’espressione part<strong>ic</strong>olare<br />
che possa comun<strong>ic</strong>are<br />
all’interlocutore le nostre emozioni<br />
o chiarire il senso di frasi<br />
o parole. Gli smyles sono molto<br />
usati e di facile comprensione,<br />
infatti chi di noi non conosce<br />
ormai il famoso :-) ? Appartengono<br />
al linguaggio internazionale<br />
delle chat e sono<br />
ormai indispensabili per questo<br />
genere di comun<strong>ic</strong>azioni.<br />
Emot<strong>ic</strong>on deriva da una crasi,<br />
cioè da una fusione tra le parole<br />
“emotion” e “<strong>ic</strong>on”, le prime<br />
emot<strong>ic</strong>on sono state inventate<br />
nel 1981 da Scott Fahlam, r<strong>ic</strong>ercatore<br />
di informat<strong>ic</strong>a presso<br />
l’università di Pittsburgh.<br />
Se ci si fa caso il linguaggio è<br />
ancora in formazione e forse<br />
potrebbe trasformarsi in una<br />
nuova lingua un giorno. Farlo<br />
proprio o rifiutarlo è una questione<br />
di scelte, ma il futuro è<br />
lì, e quindi partecipare ci può<br />
aiutare a comprenderlo meglio<br />
e renderlo anche “nostro” attraverso<br />
il contributo individuale<br />
di ognuno.<br />
ADOLESCENZA<br />
UN’ETA’ DA SBALLO<br />
I giovani di oggi hanno tutto, ma non è abbastanza.<br />
Sono alla continua r<strong>ic</strong>erca di forti e trag<strong>ic</strong>he emozioni<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
PAGINA 9<br />
• di Concetta D’Apollonio, Maria Grazia D’Apollonio, Elisa De Tata, Elena Iadanza<br />
C<br />
rescere, come abbiamo<br />
più volte detto è diff<strong>ic</strong>ile e<br />
alcuni adolescenti, forse<br />
perché si ritengono incaghi<br />
per rispettare le persone ed un<br />
comportamento civile nei confronti<br />
degli altri, perché farlo? Anche noi<br />
rispetto ai nostri genitori e nonni<br />
st<strong>ic</strong>che, bere smodatamente o drogarsi<br />
virtualmente ascoltando mus<strong>ic</strong>he<br />
assordanti. Sono di moda le corse<br />
clandestine. Basta andare il sabato<br />
paci di superare le diff<strong>ic</strong>oltà che in- abbiamo molta più libertà, però la sera in posti conosciuti dove si scomcontrano,<br />
talvolta decidono di consideriamo una cosa scontata e mette su corse clandestine. Giovani e<br />
“gettare la spugna”, di arrendersi o nemmeno ci pensiamo. Il problema adolescenti corrono con auto e moto<br />
meglio di buttare via la vita. Alcuni nasce quando non la si riesce a gesti- truccate. A volte le gare sono orga-<br />
lo fanno in modo immediato, violenre, forse perché immaturi a controllanizzate con ant<strong>ic</strong>ipo e diventano veri<br />
to, altri invece gradualmente e assure le insidie della vita e per unifor- e propri raduni perché si sfidano i<br />
mono sostanze ( droghe, alcol, allumarci agli altri sembra ci si debba più bravi. Tipi che nel giro sono facinogeni,<br />
ad esempio) alla r<strong>ic</strong>erca ubriacare, fumare a tutti i costi altrimosi, conosciuti da tutti perché han-<br />
dello “sballo”. Lo sballo è quel qualmenti non ci si diverte. Per alcuni lo no il motorino più veloce o perché<br />
cosa che fa uscire dallo stato ordina-<br />
sono i più sper<strong>ic</strong>olati. Sono centinaia<br />
rio e le droghe, l’alcool e mille altri<br />
le persone che assistono alle gare.<br />
espedienti aiutano a procurarsi quel<br />
Vince chi arriva per primo alla fine<br />
momento di euforia, ma lo scotto da<br />
del rettilineo. Poi ci sono le sfide per<br />
pagare è troppo alto: perdere la vita<br />
chi resta di più impennato, gare di<br />
il sabato sera, dopo una nottata in<br />
velocità con le gambe piegate sotto<br />
discoteca a “sballarsi”. L’alcol, seb-<br />
la sella, in prat<strong>ic</strong>a si guida lo scooter<br />
bene sia una droga legale, costitui-<br />
in ginocchio, alcuni guidano con il<br />
sce una sostanza altamente dannosa<br />
casco, altri senza; spesso anche con i<br />
per la salute e la diffusione del suo<br />
fari spenti. L’obiettivo è quello di<br />
consumo ha raggiunto livelli di<br />
andare diritti senza cambiare la<br />
guardia. Gli alcolisti in Italia sono sballo è la forma di ribellione verso traiettoria per far spostare l’auto, ma<br />
oltre un milione e mezzo, molti dei il “sentirsi trattati da bambini” dai è molto diff<strong>ic</strong>ile. Quindi vince chi si<br />
quali giovanissimi.<br />
genitori. Il genitore per molti è visto scansa per ultimo. I carabinieri inter-<br />
Oggi un ragazzo a 18 anni ha tutto come un limite, una persona che ti vengono, ma loro non hanno paura<br />
dalla vita, soprattutto se vive in una d<strong>ic</strong>e cosa “devi fare” e cosa “non di essere fermati. Si sentono s<strong>ic</strong>uri<br />
famiglia benestante: automobile, devi fare”. Molti rispondono ai figli perché alcune compagnie li avvisano<br />
cellulari, soldi in tasca, libertà spro- “ribelli” con regole più severe, ma e allora tutti spengono il motorino e<br />
porzionata rispetto all’età. Va allora forse sarebbe più utile trovare un lo parcheggiano nel piazzale oppure<br />
alla r<strong>ic</strong>erca di cose nuove, di nuove punto d’incontro. I genitori dovreb- si scappa nelle stradine di campagna.<br />
emozioni. A 20 anni si può aver già bero mantenere un giusto equilibrio Noi pensiamo che questi ragazzi che<br />
provato tutto e in una realtà come la con i figli, ma questi dovrebbero rischiano la vita, perché poi credono<br />
nostra non resta molto da fare: sballo imparare che il rispetto del padre e di essere grandi, non sono altro che<br />
e trasgressione sembrano la soluzio- della madre è alla base dell’educa- degli illusi. C’è una poesia di Martin<br />
ne a tutto. Ognuno fa ciò che vuole. zione.<br />
Luther King che d<strong>ic</strong>e espl<strong>ic</strong>itamente<br />
Non solo non ci sono più i valori, ma Che cos’è lo sballo allora?<br />
che non bisogna essere a tutti i costi<br />
non ci sono nemmeno più le regole. Lo sballo è il vuoto. È andare a cen- grandi, ma nel nostro p<strong>ic</strong>colo dimo-<br />
Se non ci sono motivazioni né obblito all’ora a fari spenti, ingerire pastrare di essere grandi.<br />
Un’indagine sui bambini in rete<br />
CYBERBULLI A 7 ANNI, GRAZIE A CHAT E BLOG<br />
Già alle elementari usano internet per minacciare e impaurire<br />
• di Giovanni Marrone, Valerio Meola, Feder<strong>ic</strong>o Mirra, Francesco Vetere<br />
A<br />
sette anni chattano in rete con am<strong>ic</strong>i e sconosciuti.<br />
33 bambini delle elementari su<br />
100 già frequentano facebook, le communities<br />
e i blog. Usano il web per giochi di ruolo, per<br />
minacciare coetanei, come dei veri cyberbulli, pronti<br />
a insultare, impaurire, escludere usando la rete.<br />
Am<strong>ic</strong>izie e incontri, violenze e soprusi corrono oramai<br />
sul web oltre che in strada. Scontri e dissidi<br />
decisi con un sempl<strong>ic</strong>e “cl<strong>ic</strong>” e passa la paura del<br />
confronto. Perché a volte è più facile d<strong>ic</strong>hiararsi, deridere, accusare a chilometri<br />
di distanza, nascosti davanti ad un video, che affrontare il “rivale” in<br />
carne ed ossa. A raccontare i bambini è un’indagine di Eurispes e di Telefono<br />
Azzurro che è stata presentata martedì 10/02/09 in occasione del Safer<br />
Day, la giornata per la s<strong>ic</strong>urezza di Internet, quest’ anno ded<strong>ic</strong>ata ai social<br />
net-work. Dati che illustrano il mondo vissuto dai ragazzini dai 7 anni in poi<br />
su Internet con l’aiuto di esperti tra i quali Google, M<strong>ic</strong>rosoft, Facebook, Ebay.<br />
Nel dettaglio i numeri spiegano che, se nel 2005 vi era solo il 13% dei<br />
bambini tra i 7 e gli 11 anni che comun<strong>ic</strong>avano tramite chat, ora è il 33% di<br />
quelli che a casa hanno un computer che parlano con gli am<strong>ic</strong>i via rete. Il<br />
24% partecipa a giochi di ruolo sul web, il 56% fa videogiochi, il 49% scar<strong>ic</strong>a<br />
mus<strong>ic</strong>a, film, video, il 22% legge dei blog, il 45% cerca nei vari siti materiale<br />
utile allo studio e il 78% guarda abitualmente siti di informazione. Non<br />
solo vita di relazione virtuale trascorsa sullo schermo tra emot<strong>ic</strong>on e fotografie,<br />
ma anche p<strong>ic</strong>cole e grandi vedette, gelosie, rip<strong>ic</strong>che e minacce si consumano<br />
tramite il computer per gli adolescenti tra i 12 e i 19 anni. Il 13,1%<br />
infatti ammette di aver diffuso su internet false informazioni su coetanei,<br />
mentre è l’11% ha molestato, infastidito, minacciato altri adolescenti usando<br />
il web. E tornano alla memorie le tante storie di questi mesi che raccontano<br />
di ragazzine r<strong>ic</strong>attate da ex fidanzati pronti a mettere in rete alla portata di<br />
tutti, le loro foto ingenuamente private scattate col telefonino quando le amavano<br />
ancora. Il 5% racconta di aver diffuso messaggi, foto e video minacciosi<br />
e quasi l’11% ha utilizzato la rete per escludere volontariamente una persona<br />
dal gruppo. Il 7,7% ha detto di aver incrociato sul web dei molestatori<br />
troncando ogni rapporto, evitando di rispondere, 45% evitando quella chat<br />
(13%) o sempl<strong>ic</strong>emente invitando il molestatore a non dare più fastidio. Solo<br />
il 3% ne ha parlato con un adulto.<br />
Nuovi software,<br />
nuovi danni<br />
• di Simona Avella<br />
O<br />
ggi sono molti i ragazzi che passano<br />
il tempo, molte volte intere giornate,<br />
davanti al computer. Questo ha fatto<br />
sì che ai bambini non servisse più l’uso della<br />
class<strong>ic</strong>a scrittura. Alcuni bambini “nascono”<br />
con un mouse in mano, sapendolo usare senza<br />
leggere le istruzioni. I ragazzi pensano che il<br />
computer sia uno strumento che serve per<br />
crescere e per imparare ad usare le nuove<br />
tecnologie quando si troveranno ad essere<br />
adulti. Per questo cercano di avere il software<br />
più avanzato o di possedere più appl<strong>ic</strong>azioni.<br />
L’eccessivo uso di questa tecnologia, però,<br />
secondo alcuni esperti, può abbassare i livelli<br />
di cultura e cancellare le conoscenze definitivamente.<br />
La tastiera ha sostituito l’uso della scrittura<br />
manuale che venendo esercitata raramente<br />
diventa indecifrabile e scorretta.<br />
Un sempl<strong>ic</strong>e cl<strong>ic</strong> del mouse ha sostituito la<br />
capacità di cercare informazioni e dati, tanto<br />
che anche cercare un numero telefon<strong>ic</strong>o in un<br />
elenco tradizionale risulta diff<strong>ic</strong>ile e compl<strong>ic</strong>ato.<br />
Forse, uno degli aspetti positivi di questi<br />
mezzi è l’aver favorito, in un certo senso, la<br />
memoria con i loro pin e password. Questi<br />
cod<strong>ic</strong>i sono diventati le “chiavi della nostra<br />
vita”. E guai a perderli! Sarebbe un disastro!<br />
I giovani pensano che l’azione di questi nuovi<br />
e avanzati mezzi di comun<strong>ic</strong>azione sia completamente<br />
positiva, ma anche chattare su<br />
internet, il passatempo più frequente fra i<br />
ragazzi, può riservare brutte sorprese. Attenzione<br />
ai virus, a inviare foto, ad aprire siti non<br />
controllati… Quindi computer sì, ma non<br />
senza un minimo di prudenza e di equilibrio!
PAGINA 10<br />
PER NON DIMENTICARE<br />
27 GENNAIO, GIORNATA<br />
DELLA MEMORIA<br />
Gli alunni dell’I.C. assistono alla proiezione<br />
del film “Il bambino dal pigiama<br />
a righe”<br />
L<br />
a giornata della memoria fu istituita nel<br />
2000 dal Parlamento italiano, scegliendo<br />
il giorno, il 27 gennaio del 1945, in cui<br />
furono abbattuti i cancelli dei campi di<br />
sterminio di Aushwitz – Birkenau. E’ un motivo<br />
per non diment<strong>ic</strong>are le vittime dell’odio nazista e<br />
r<strong>ic</strong>ordare quanto l’uomo sia stato crudele verso i<br />
suoi simili, affinché quello che è accaduto nel<br />
passato non debba più ripetersi. Molte sono le<br />
testimonianze di chi ha vissuto l’esperienza dei<br />
campi di concentramento. In modo part<strong>ic</strong>olare<br />
siamo stati colpiti dalla storia, raccontata dai<br />
nostri professori, di un sopravvissuto che ha<br />
avuto il coraggio di narrare, nei minimi part<strong>ic</strong>olari<br />
quella brutta e orribile avventura. Attualmente<br />
dentro di lui non vivono solo r<strong>ic</strong>ordi, ma è ancora<br />
presente la paura e il terrore di quello che è<br />
stato. Alberto, questo il nome del testimone, non<br />
ha ancora la forza, il coraggio di prendere i bambini<br />
in braccio perché pensa a quando i tedeschi<br />
facevano il tiro al bersaglio con i neonati. Anche<br />
noi, con la nostra <strong>scuol</strong>a, abbiamo voluto partecipare<br />
alla giornata<br />
della memoria, e<br />
per provare a capire,<br />
certamente in<br />
p<strong>ic</strong>cola parte, cosa<br />
sia accaduto, siamo<br />
andati a vedere un<br />
film intitolato: “IL<br />
BAMBINO CON IL<br />
PIGIAMA A RI-<br />
GHE”. E’ la storia<br />
di un’am<strong>ic</strong>izia impossibile<br />
tra due<br />
Scene tratte dal film “Il<br />
bambino con il pigiama a<br />
righe”<br />
bambini innocenti e<br />
inconsapevoli della<br />
cattiveria umana. Li<br />
divide una rete che<br />
segna i limiti dei<br />
campi di concentra-<br />
mento. Il film si conclude in modo drammat<strong>ic</strong>o,<br />
perché il bambino che si trovava all’esterno del<br />
lager, ignaro del per<strong>ic</strong>olo, per dimostrare la sua<br />
fedeltà e aiutare l’am<strong>ic</strong>o a ritrovare il padre, scava<br />
una buca e entra nel campo. Per un errore del<br />
destino viene chiuso nelle camere a gas e ucciso.<br />
Questo film ha suscitato in noi tristezza e compassione.<br />
Le scene erano part<strong>ic</strong>olarmente coinvolgenti;<br />
sembrava come se ci fossimo stati noi<br />
al loro posto. Anche le mus<strong>ic</strong>he, i rumori erano<br />
come reali e sono riusciti a trascinarci nella storia.<br />
Quello che ci ha amareggiato di più è stato<br />
renderci conto che la cattiveria dei soldati nazisti,<br />
come traspare da questo film, non volle risparmiare<br />
neanche i bambini.<br />
Silvia Sorrentino e Linda Russo<br />
CAMBIA L’ESAME DI TERZA MEDIA<br />
Lode e percentuali per la valutazione.<br />
• di Linda Russo e Silvia Sorrentino<br />
a quest’anno, oltre ai voti, si useranno nella<br />
D <strong>scuol</strong>a secondaria di I grado percentuali per la<br />
valutazione degli esiti delle prove d’esame. Per<br />
essere ammessi a sostenere il cosiddetto esame di<br />
Stato occorreranno almeno 6/10 sia nel comportamento<br />
che in ciascuna disciplina di studio. La valutazione<br />
finale si esprimerà con un voto in decimi, a<br />
cui concorreranno le prove scritte d’istituto fino al<br />
35%, la prova nazionale alla quale potrà essere attribuito<br />
fino al 15%, il colloquio pluridisciplinare cui<br />
si potrà assegnare fino al 25%. Un ulteriore 25%<br />
potrà essere assegnato dalla sottocommissione sulla<br />
base del voto finale di ammissione all’esame e degli<br />
elementi valutativi complessivi relativi all’alunno<br />
(es. partecipazione a laboratori, a progetti, percorso<br />
di studio nel triennio…). Durante l’ultimo anno, ma<br />
anche in quelli precedenti, ogni ragazzo, quindi,<br />
dovrà impegnarsi per ottenere buoni voti e ottenere<br />
così all’esame una percentuale in più. Su proposta<br />
della sottocommissione, con decisione assunta a<br />
maggioranza da parte dei docenti, in casi part<strong>ic</strong>olari<br />
potrà essere attribuita anche la lode. L’esito dell’esame<br />
sarà poi illustrato con una certif<strong>ic</strong>azione analit<strong>ic</strong>a<br />
dei traguardi di competenza e del livello globale<br />
di maturazione raggiunti dallo studente.<br />
ATTUALITA’<br />
Un ignobile tentativo di cancellare la memoria dello sterminio nazista<br />
BASTA COL NEGAZIONISMO!<br />
Il vescovo lefebvriano Williamson sostiene che la Shoah non è mai esistita.<br />
• di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco<br />
E’<br />
assurdo pensare che la Shoah, lo sterminio di tanti<br />
ebrei e non solo, non abbia mai avuto luogo nella Storia.<br />
Eppure qualcuno ne è convinto e sostiene che<br />
“quello” che è accaduto ad Auschwitz, così come in altri campi è<br />
solo una “truffa”. Un noto vescovo lefebvriano Williamson, sostenitore<br />
del negazionismo, ha ultimamente ribadito che l’Olocausto è<br />
un mito, creato per favorire gli interessi degli ebrei nel mondo e<br />
giustif<strong>ic</strong>are la nascita e la difesa di Israele. E’ un’invenzione per<br />
screditare la Germania e il popolo tedesco.<br />
Il vescovo lefebvriano R. Williamson<br />
che recentemente ha<br />
chiesto scusa per le sue frasi<br />
“imprudenti” sull’Olocausto<br />
Le tesi negazioniste affermano<br />
che:<br />
• le camere a gas non servivano<br />
per uccidere gli ebrei, ma per<br />
sterminare pidocchi, di cui Auschwitz<br />
era infettata;<br />
• i nazisti non si preoccuparono<br />
di uccidere gli Ebrei, ma di rinchiuderli<br />
nei campi come prigionieri<br />
di guerra;<br />
• il numero degli Ebrei morti<br />
durante la seconda guerra mondiale<br />
è di gran lunga inferiore a<br />
DALLA PRIMA<br />
ELUANA, UNA VITA NON VITA<br />
… Suo padre ha<br />
lottato molto per<br />
far sì che le venisse<br />
staccata la spina,<br />
sostenendo e<br />
cercando di dimostrare<br />
che quella<br />
fosse l’effettiva<br />
volontà della ragazza, espressa quando era ancora<br />
in vita, dopo un incidente simile accaduto ad un suo<br />
am<strong>ic</strong>o. Il padre si è rivolto alla Magistratura per far<br />
sì che la volontà della figlia fosse rispettata e si<br />
mettesse termine a quella “vita, non vita”. E così è<br />
stato. La sera del 9 febbraio 2009 alle ore 20.10,<br />
alla clin<strong>ic</strong>a “La Quiete” di Udine, si è spenta per<br />
sempre la dolce Eluana Englaro. Tutti l’abbiamo<br />
sempre immaginata come nella foto, come una<br />
ragazza bellissima, sorridente, piena di vitalità.<br />
Ma Eluana non era più così da ben 17 anni. Lo<br />
ha confermato Marinella Chir<strong>ic</strong>o, la giornalista<br />
del TG regionale del Friuli Venezia Giulia, invitata<br />
dal professor Del Monte, il med<strong>ic</strong>o che ha<br />
accompagnato la ragazza nel suo ultimo viaggio,<br />
a entrare nella stanza dell’agonia, in modo da<br />
testimoniare successivamente la vera e straziante<br />
condizione di un giovane corpo provato da<br />
un’immobilità, da un’insensibilità e da un’assenza<br />
di coscienza durata tanti anni. Di quel<br />
sorriso, di quell’energia esistenziale, di quella<br />
voglia di vivere e di comun<strong>ic</strong>are col mondo non<br />
era rimasto nulla. C’era solo un corpo ormai<br />
spento, sfinito, “un fantoccio di gomma” adagiato<br />
in un letto d’ospedale. La giornalista ha d<strong>ic</strong>hiarato,<br />
infatti, che la povera ragazza era ormai<br />
irr<strong>ic</strong>onoscibile, era come una donna<br />
“uccisa” da anni di immobilità. Ha raccontato<br />
che gli occhi erano uno spasmo e la bava le<br />
scendeva dalla bocca. Ogni due ore la giravano<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
quanto si è sempre sostenuto.<br />
Secondo alcuni l’inesistenza delle camere a gas sarebbe provata<br />
dal fatto che non sono mai stati trovati residui di cianuri nei<br />
campi di concentramento. Secondo i negazionisti è inoltre<br />
impossibile credere che gli inservienti dei campi, anche se dotati<br />
di maschere, potessero entrare subito, come invece si racconta,<br />
nelle camere a gas dove giacevano fino a 1500 cadaveri,<br />
senza che venissero a loro volta uccisi dai “veleni letali”. Per<br />
quanto riguarda le immagini dei prigionieri scarnif<strong>ic</strong>ati, le loro<br />
misere condizioni di salute sarebbero dovute all’abbandono,<br />
alla mancanza di cibo e di med<strong>ic</strong>ine per giorni e giorni in seguito<br />
allo sfaldamento del fronte tedesco. Ci auguriamo che<br />
nessuno dia ascolto a queste tesi assurde e offensive per l’umanità<br />
intera. Non capiamo come ancora si possa discutere su un<br />
fatto stor<strong>ic</strong>o evidente, testimoniato da centinaia di protagonisti<br />
che hanno vissuto direttamente la crudeltà più atroce che mai<br />
l’uomo abbia messo in prat<strong>ic</strong>a.<br />
La Shoah sia per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione<br />
o il riduzionismo. Il giorno della Memoria sia un insegnamento<br />
affinchè le persone riflettano su quanto male l’uomo sia<br />
stato capace di fare ai suoi simili e capiscano che assassinare la<br />
memoria di quanto è accaduto signif<strong>ic</strong>a avere l’opportunità di<br />
completare lo sterminio.<br />
per evitare le piaghe da decubito, ma per le<br />
orecchie non si poteva far nulla. Aveva le<br />
orecchie deformate perché l’una o l’altra dovevano<br />
poggiare sul cuscino. Dopo un primo<br />
momento di sconcerto e dopo aver visto i med<strong>ic</strong>i<br />
che parlavano alla ragazza, la cronista ha<br />
trovato il coraggio di baciarla sulla fronte.<br />
Il caso Englaro ha diviso l’opinione pubbl<strong>ic</strong>a:<br />
da una parte le persone che volevano la morte<br />
di Eluana, dall’altra quelli che volevano che la<br />
ragazza continuasse a vivere. Per noi è molto<br />
diff<strong>ic</strong>ile prendere una posizione precisa, ma<br />
comprendiamo il dramma di questa famiglia,<br />
tormentata da una sofferenza ind<strong>ic</strong>ibile per una<br />
figlia che avrebbe dovuto avere le stesse opportunità<br />
di vita delle sue coetanee. Confidiamo,<br />
comunque, in una legge che possa regolamentare<br />
queste situazioni estreme, affinché<br />
non ci siano equivoci e ognuno possa disporre<br />
della propria vita ed eventualmente anche della<br />
propria morte.
JOYEUSES PÂQUES<br />
Concetta D’Apollonio<br />
Pâques c’est la grande<br />
fête de la renaissance à<br />
la vie et de la v<strong>ic</strong>toire de<br />
celle-ci sur la mort.<br />
Quand les fêtes de Pâques<br />
arrivent, l’hiver est bien terminé. Les fêtes<br />
de Pâques sont toujours célébrées le dimanche<br />
après la première lune et après le début du printemps.<br />
Le dimanche des rameaux est célébré une<br />
semaine avant Pâques. La coutume d’offrir des<br />
œufs au début du printemps remonte à l’antiquité;<br />
l’œufs, symbole de la vie et du renouveau, est<br />
l’ image d’une vie nouvelle, il est donc devenu<br />
un symbole pour exprimer le renouveau inauguré<br />
par la Résurrection.<br />
2<br />
7<br />
4<br />
5 6<br />
POUR BAVARDER...<br />
Mariarita Procino<br />
Elena Iadanza<br />
Les cloches<br />
de Pâques<br />
Les cloches ne sonnent pas<br />
du Vendredi Sain au. Dimanche<br />
de Pâques .Selon la légende,<br />
les cloches vont à<br />
Rome pour être bénies;à leur<br />
retour elles laissent tomber<br />
des œufs en chocolat que les<br />
enfants sages doivent trouver<br />
dans leurs jardins ou sur<br />
leurs balcons.<br />
Mots croisés<br />
8 9<br />
1<br />
VIVE LA FRANCE!<br />
SOLIDARIETA’<br />
L’ANGOLO DELLA POESIA<br />
DON BOSCO, UN VRAI AMI<br />
Oh père toi qui as aidé les jeunes<br />
à ne pas désespérer<br />
Oh père toi qui as aidé les malades<br />
à ne perdre pas l’espoir<br />
toi qui as donné la main<br />
toi qui as souhaité le bien donne<br />
l’amour à tous ceux qui nous aiment<br />
et à tous ceux qui n’aiment pas la vie !<br />
Scuola Secondaria di I grado<br />
di Pesco Sannita<br />
Poème<br />
LA COLOMBE<br />
Messagère de l’avril<br />
Colombe,colombe<br />
Les hommes sont en péril<br />
Apporte la paix au monde.Francis Yard<br />
Giovanna Capozza—Elena Iadanza<br />
Mariarita Procino e Johann Fregin<br />
LA VIOLENCE<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
3<br />
Complète la grille des mots croisés.<br />
Horizontal<br />
2. La fête nationale en France c’est le 14 ….....<br />
4. L’ ancienne monnaie français<br />
5. Grande ville et port dans le sud de la France.<br />
8. L’……….. de Triomphe.<br />
9. Les 24 heures du ………<br />
Vert<strong>ic</strong>al<br />
1. …………. d’Arc est une héroïne française.<br />
2. Le français Pierre de Coubertin a crée les<br />
……….Olympiques modernes.<br />
3. Général et empereur française.<br />
4. Le Tour de…………est une course cycliste.<br />
6. Le fleuve qui traverse Paris.<br />
7. Pays francophone de l’Amérique du Nord.<br />
PAGINA 11<br />
LA GIORNATA<br />
DELLA MEMORIA<br />
IL RITRATTO<br />
IL RITRATTO<br />
Charlotte Schapira<br />
J’ avais 18 ans quand ils m’ont déportée<br />
à Auschiwtz. Il ne faudra jamais oublier ce<br />
qui s’est passé pendant la Seconde Guerre<br />
Mondiale. Jamais oublier l’Holocauste l’<br />
extermination, pour les nazis de six milions<br />
de personnes, juifs, resistants, gitans<br />
et homosexuels. Les survivants peuvent<br />
encore temoigner. Ils sont de moins en<br />
moins nombreux. Charlotte est de ceux-là.<br />
Née à Paris de parents juifs originaires de<br />
Pologne elle a vu disparaître une bonne<br />
partie de sa famille dans le camp de la<br />
mort. Elle-même a été arrétée le 21 juillet<br />
1944 puis déportée à Auschiwtz en Pologne.<br />
Elle avait 18 ans. Dépuis des années<br />
elle se rend dans le colléges et les lycées<br />
pour raconter ce qu’elle a vécu.<br />
La classe terza di Pesco Sannita<br />
Charte Ruban vert pour la respect<br />
Art<strong>ic</strong>le 1 Ces relation filles – garçons<br />
Les filles et les garçon doivent se respecter.<br />
Ils peuvent partager leurs goûts apprendre à se connaître sans abuser<br />
les uns des autres.<br />
Art<strong>ic</strong>le 2 La prévention de toutes les formes de racisme<br />
Chaque religion, chaque culture, chaque couleur nérite le respect. Au -<br />
delà des apparences, tous les élevès sont égaux et ont un même cœur.<br />
Art<strong>ic</strong>le 3 La devoir de parole.<br />
L’indifférence est compl<strong>ic</strong>e de la violence. Les témoins, les v<strong>ic</strong>time<br />
d’actes violents doivent parler pour briser la loi du silence.<br />
Art<strong>ic</strong>le 4 Le droit à la parole<br />
Tous les jeunes sont libres de s’exprimer sans crainte.<br />
Ils doivent le faire sans cri ni vulgarité dans le respect de la parole de<br />
l’autre.<br />
Art<strong>ic</strong>le 5 Le respect mutuel entre adultes et adolescents<br />
Chaque adolescent doit respecter les adultes et l’autorité des enseignants.<br />
De même, les adultes doivent respect et considération aux élèves.<br />
Art<strong>ic</strong>le 6 les relation (4 – 3/6-5) ème<br />
Les grands ne doivent pas abuser de la faiblesse des petits.<br />
Ils doivent les accueillir et leur montrer le bon exemple.<br />
Art<strong>ic</strong>le 7 Contre la violence<br />
La bagarre ne résout pas les problèmes.<br />
Aucune violence physique, aucune arme dangereuse n’a sa place au<br />
collège.<br />
Art<strong>ic</strong>le 8 Ceux qui travaillent<br />
Non à ceux qui perturbent les cours.<br />
C’est une chance de pouvoir étudier, tout le monde doit pouvoir le<br />
faire dans le calme.<br />
Art<strong>ic</strong>le 9 Les élevés en diff<strong>ic</strong>ulté<br />
Les élevés en diff<strong>ic</strong>ulté ne doivent pas être mis à<br />
l’écart.<br />
Il est du devoirs de tous de les aider, de les soutenir et de les motiver.<br />
Art<strong>ic</strong>le 10 Le langage<br />
Le langage entre jeunes ne doit comporter ni vulgarité, ni insulte.<br />
Chacun peut réapprendre à parler à l’autre avec gentillesse et politesse.<br />
Giuseppe Caruso, Antonio Fusco, Laura Sorrentino
L’ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”<br />
NELL’AMBITO DEL PIANO<br />
PER L’ANNO SCOLASTICO<br />
STA REALIZZANDO...<br />
Istituto Comprensivo INTEGRATO DI ISTITUTO<br />
2008/09<br />
di<br />
PIETRELCINA<br />
Ministero della Pubbl<strong>ic</strong>a Istruzione<br />
Direzione Generale Affari internazionali Uff<strong>ic</strong>io V - Roma<br />
Fondi Strutturali Europei 2007/2013 - Programmi Operativi Nazionali<br />
“Competenze per lo sviluppo” annualità 2008/2009<br />
Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti<br />
Obiettivo G1 - Migliorare i sistemi di apprendimento durante tutto l’arco della vita.<br />
Interventi finalizzati al recupero dell’istruzione di base per giovani e adulti<br />
Istituto Comprensivo<br />
B1 Interventi per la promozione delle competenze chiave matemat<strong>ic</strong>a<br />
Dalla diff<strong>ic</strong>oltà all’eccellenza<br />
Cultura biolog<strong>ic</strong>a dell’olivo (Agronomia)<br />
Al passo con i tempi<br />
(Informat<strong>ic</strong>a di base)<br />
Viva la Spagna<br />
(Lingua spagnola 1° livello)<br />
Leggere ascoltare comprendere<br />
(Lingua italiana)<br />
Alimentazione e salute<br />
Patente ecdl<br />
(Informat<strong>ic</strong>a livello avanzato)<br />
Hola!<br />
(Lingua spagnola 2° livello)<br />
B4 Interventi di formazione sulla metodologia per la didatt<strong>ic</strong>a individualizzata<br />
Teatrando si impara<br />
B9 Sviluppo di competenze sulla gestione amministrativo - contabile<br />
L’uff<strong>ic</strong>io di segreteria<br />
C1 Migliorare i livelli di conoscenza e di competenza dei giovani<br />
Bit (Informat<strong>ic</strong>a di base)<br />
Europa Europa (approfondimento di Lingua Inglese)<br />
D1 Interventi formativi sulle nuove tecnologie della comun<strong>ic</strong>azione<br />
Un computer per am<strong>ic</strong>o (informat<strong>ic</strong>a di base)<br />
Alla lavagna!! (utilizzo della lavagna interattiva)<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell’istituto o visitare il sito<br />
www.istitutocomprensivo<strong>pietrelcina</strong>.it