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ANNO XXII - N. <strong>86</strong><br />
GIUGNO 2010<br />
pagina 3<br />
NOTIZIARIO DEL COMUNE DI MOLAZZANA<br />
Direttore Responsabile: Floriano Moni<br />
Aut. Tribunale di Lucca n. 480 del 15 Luglio 1988 - Sped. in Abb. Postale Gruppo IV<br />
Sassi anni ’60: Era d’obbligo che la banda musicale si esibisse, se in paese ricorreva una grossa festa. E in quel giorno di mezzo secolo<br />
fa qualcosa doveva festeggiarsi perché si intravedono lunghe file di bandierine e archi di bussilo.<br />
Nel pomeriggio, all’uscita dal vespro, c’era poi il rito della foto a tutta la banda i cui componenti, come in questo caso, provenivano<br />
dai vari paesi del comune.<br />
In alto, da sinistra, si riconoscono Vittorio Abrami, Attilio Babboni, Pellegrino Micchi, Mauro Caterini, Augusto Biagioni, Francesco<br />
Moscardini, Pietro Abrami, Attilio Bertozzi, Frediano Aloisi, Germano Bertoncini, Luigi Corti.<br />
Accosciati: Alindo Pieroni, Severino Bertoncini, Pietro Abrami, Italo Micchi, Piero Pucci, Fausto Bertozzi.<br />
(<strong>La</strong> foto ci è stata fornita da Fausto Bertozzi)<br />
Gemellaggio<br />
tra scuole<br />
<strong>La</strong> Lettera<br />
pagina 6<br />
Lo stemma<br />
pagina 10<br />
Medaglia d’oro<br />
ai Comuni<br />
garfagnini<br />
pagina 11
2<br />
<strong>La</strong> solenne processione triennale<br />
dedicata al patrono di Molazzana<br />
San Bartolomeo<br />
si effettuera’<br />
SABATO 21 AGOSTO<br />
MOLAZZANA<br />
BRUCCIANO<br />
ALPE S. ANTONIO<br />
SASSI<br />
EGLIO<br />
MONTALTISSIMO<br />
CASCIO<br />
TOTALI<br />
Ringraziamento<br />
Il Sindaco e gli Amministratori intendono ringraziare<br />
pubblicamente il Sig. Sesto Pocai per la donazione del terreno<br />
attiguo al cimitero di Eglio.<br />
Il gesto è significativo perché rivela forte senso civico e nobiltà<br />
d’animo.<br />
<strong>La</strong> concessione completamente gratuita dell’area adiacente al<br />
Camposanto permette ora manovre più agevoli e sicure per i<br />
veicoli che accedono alla zona, in modo particolare al carro<br />
funebre in occasione dell’effettuazione di funerali.<br />
Popolazione residente<br />
al 31 maggio 2010<br />
FRAZIONI MASCHI FEMMINE TOT. M+F NUM.FAMIGLIE<br />
169<br />
22<br />
16<br />
93<br />
39<br />
31<br />
206<br />
576<br />
167<br />
21<br />
12<br />
98<br />
42<br />
24<br />
208<br />
572<br />
336<br />
43<br />
28<br />
191<br />
81<br />
55<br />
414<br />
1148<br />
140<br />
24<br />
15<br />
90<br />
44<br />
22<br />
171<br />
506<br />
Nati:<br />
Bacci Agnese di Stefano e Sabbioni Francesca nata a Barga<br />
il 2.01.2010<br />
Bravi Eva di Alessandro e Onesti Samanta nata a Barga<br />
l’1.03.2010<br />
Biagioni Sharon di Andrea e Corti Consuelo nata a Barga<br />
il 28.03.2010<br />
Morti:<br />
Rossi Giovanni di anni 89 morto a Gallicano il 10.03.2010<br />
Lucchesi Rosina di anni 81 morta a Barga l’11.03.2010<br />
Bertagna Ugo di anni 85 morto a Molazzana il 29.03.2010<br />
Toni Ireneo di anni 78 morto a Molazzana il 29.03.2010<br />
Tardelli Olga di anni 85 morta a Castelnuovo di Garfagnana<br />
il 28.04.2010<br />
Matrimoni:<br />
Cassettari Fabio e Guidi Monia sposati a Molazzana<br />
l’8.05.2010<br />
Chierici Franco e Valdrighi Loretta Mosella sposati a<br />
Molazzana il 15.05.2010
Da Pula (Cagliari) è arrivato, giovedì 22 aprile,<br />
un nutrito gruppo di allievi della scuola primaria<br />
“S.Efisio”, accompagnato dai relativi insegnanti,<br />
per ricambiare la visita che lo scorso anno, a<br />
seguito di gemellaggio, avevano compiuto gli<br />
allievi delle scuole primarie di Molazzana e<br />
Fabbriche di Vallico.<br />
<strong>La</strong> prima mèta per gli alunni delle tre scuole<br />
è stata S. Pellegrino in Alpe, con visita al<br />
museo etnografico, al santuario di S.Pellegrino<br />
e S.Bianco, oltre al percorso di un breve tratto<br />
della via francigena, quindi sosta per il pranzo<br />
a Casone di Profecchia dove si sono incontrati<br />
anche il sindaco di Pula Dott. Walter Cabasino,<br />
accompagnato dall’assessore alla Cultura Prof.<br />
Augusto Porceddu, con gli amministratori del<br />
Comune di Molazzana, il vice sindaco Roberto<br />
Bertoncini, l’assessore Bruno Pieroni ed il<br />
consigliere Pietro Biagioni, nonchè la dirigente<br />
scolastica dell’Istituto comprensivo di Gallicano<br />
Emanuela Giannini.<br />
E’ seguita da parte degli amministratori suddetti<br />
e della dirigente scolastica la visita presso il municipio di<br />
Molazzana, dove era ad attenderli il sindaco Dott. Rino Simonetti,<br />
per lo scambio dei saluti e di omaggi caratteristici delle<br />
due realtà. Gli alunni hanno invece proseguito con la visita<br />
dell’antico borgo di Castiglione Garfagnana e del paese di Sassi.<br />
Nelle successive giornate, la casina della Befana di Pegnana di<br />
Barga, la casa Pascoli a Castelvecchio, con sosta a Gallicano<br />
per il pranzo presso la mensa dell’istituto comprensivo, alla<br />
presenza degli sbandieratori. Nello stesso pomeriggio è stato<br />
visitato all’antico mulino ed la ferriera di Fabbriche di Vallico.<br />
Per sabato il programma prevedeva poi la visita al parco<br />
Il nostro Sindaco a colloquio con il Sindaco (sulla destra) e l’Assessore alla cultura di Pula<br />
dell’Orecchiella e al territorio di Molazzana con cena a Cascio,<br />
presso il circolo ricreativo.<br />
Il rientro a Pula degli alunni del “S.Efisio” ha avuto luogo<br />
domenica 25 aprile.<br />
Il gemellaggio ha confermato lo scambio di esperienze di indubbio<br />
valore culturale, basti pensare che diversi alunni di Pula non<br />
avevano mai visto la neve che, seppur in avanzata stagione<br />
primaverile, era tuttora presente a S.Pellegrino in Alpe.<br />
Nella foto in basso: i bambini “gemellati”, tutti insieme per la foto ricordo.<br />
3
4<br />
<strong>La</strong> maestra Patrizia Santoni è in pensione dal prossimo settembre.<br />
Iniziò nell’anno scolastico 1967 – 1968, com’era consuetudine a<br />
quel tempo per i diplomati dell’istituto magistrale, ad insegnare<br />
nei doposcuola tanto per racimolare punti in “graduatoria”. Prima<br />
a Cascio, poi a Vergemoli, Cardoso.<br />
Per tre anni ha svolto supplenze nel circolo di Gallicano.<br />
Vincitrice di concorso, passò dalla scuola elementare a quella<br />
materna. Fu apprezzata insegnante a Corsagna, Salita (Borgo a<br />
Mozzano). Chiesto il trasferimento a Castelnuovo Garfagnana vi<br />
è rimasta la bellezza di 30 anni rivestendo anche importanti<br />
incarichi.<br />
Negli ultimi anni era la collaboratrice del dirigente scolastico in<br />
rappresentanza del corpo docente della scuola dell’Infanzia.<br />
Colleghi, amici ed ex allievi le augurano di tutto cuore un sereno<br />
riposo.<br />
Anche il Giordano ha raggiunto l’ambito traguardo della pensione.<br />
Dopo tanti anni dietro la cattedra, prima a Sillano, poi a Fornaci,<br />
a Fornoli, a Gallicano ma soprattutto presso la scuola “Don Bosco”<br />
di Molazzana, il maestro Rossi si godrà d’ora innanzi il meritato<br />
riposo dedicandosi alla famiglia e soprattutto ai nipotini (alcuni già<br />
in età scolastica, altri in arrivo).<br />
Circondato da alunni e genitori, colleghi ed amici è stato festeggiato<br />
mercoledì 9 giugno, ultimo giorno di lezione.<br />
Per l’occasione, all’esterno del nuovo edificio scolastico di Montatissimo<br />
erano intervenuti il Sindaco Rino Simonetti, in veste ufficiale,<br />
il Vice – Sindaco Roberto Bertoncini, l’Assessore alla cultura Bruno<br />
Pieroni, il Consigliere comunale Pietro Biagioni, la Dirigente scolastica<br />
Emanuela Giannini, Fra’ Benedetto Mathieu.<br />
In precedenza era strata celebrata una santa Messa cui avevano<br />
partecipato alunni e docenti.<br />
Al termine di un breve ma appassionato discorso, il Sindaco Simonetti<br />
ha consegnato al maestro una targa in argento con la scritta:<br />
“L’Amministrazione comunale offre al maestro Giordano Rossi, in<br />
segno di riconoscenza per la meritoria attività di insegnante per tanti<br />
anni presso la scuola “Don Bosco”.<br />
Anche <strong>La</strong> <strong>Pania</strong> porge all’amico Giordano congratulazioni ed auguri.<br />
COMMEMORATO A PALLEROSO DON ADELMO TARDELLI<br />
Domenica 2 maggio 2010 si è tenuta a<br />
Palleroso una cerimonia in memoria dei<br />
militari caduti sul fronte della Garfagnana<br />
nel periodo 1944/’45.<br />
L’evento è stato organizzato dai veterani<br />
della Divisione Alpina “Monterosa” che,<br />
ricordiamo, furono impegnati sulla Linea<br />
Gotica del settore Valle del Serchio assieme<br />
ai fanti di Marina della “San Marco” e ai<br />
bersaglieri della Divisione “Italia”.<br />
Le lapidi poste nell’oratorio di San Rocco<br />
(che in guerra fu adibito a magazzino dai<br />
militari repubblicani) ricordano i loro circa<br />
500 caduti su questo fronte.<br />
Dopo essere sfilati in un breve corteo con<br />
il labaro della “Monterosa” in testa, i veterani<br />
hanno deposto una corona di fiori sulla<br />
tomba di Monsignor Adelmo Tardelli, parroco<br />
emerito di Palleroso e Cappellano<br />
militare durante i mesi della Linea Gotica.<br />
Don Tardelli era nato a Molazzana il 3<br />
febbraio 1914.<br />
Egli, che ebbe a raccogliere i pensieri e le<br />
confessioni dei militari, a rincuorarli e ad<br />
assistere feriti e morenti, è rimasto nel cuore<br />
dei veterani repubblicani. Non voleva mai<br />
mancare ai loro raduni, sobbarcandosi ogni<br />
anno, finché le forze lo sostennero, estenuanti<br />
viaggi solitari a bordo della sua Fiat<br />
126. I convenuti si sono poi portati<br />
nell’oratorio, restaurato molti anni fa dai<br />
danni bellici a cura dell’Associazione<br />
“Monterosa”, su progetto del noto<br />
architetto Paolo Caccia Dominioni.<br />
È stata celebrata una S. Messa da<br />
Monsignor Moni, Cappellano<br />
dell’Ospedale di Castelnuovo. Presenziavano<br />
il Sindaco di Castelnuovo<br />
Gaddo Gaddi, il Presidente<br />
dell’Associazione “Monterosa” Dr. De<br />
Lucia, Il Consigliere della stessa Gian<br />
Ugo Taggiasco, la rappresentanza<br />
dell’Associazione “San Marco” guidata<br />
dal Tenente Poli ed altri veterani e<br />
cittadini. <strong>La</strong> cerimonia, di stile e<br />
contenuto prettamente militari, ha<br />
voluto ricordare, come ogni anno, il sacrificio<br />
di tanti ragazzi che in questo ameno<br />
paesaggio ebbero a vivere momenti di gloria<br />
e di dolore. Molti di loro bagnarono col<br />
loro sangue questo lembo di suolo patrio.<br />
Per loro, saliamo ogni volta, fosse anche<br />
solo per portare un fiore ed un pensiero,<br />
sui nostri monti e nelle nostre valli.<br />
Davide Del Giudice
Le incisioni rupestri sono da sempre oggetto di studio e fonte<br />
di uno stupore mai sopito nel corso dei secoli.<br />
Le più antiche risalgono a circa quattromila anni fa.<br />
Fin dalla preistoria l’uomo ha sentito il bisogno di lasciare<br />
messaggi per trasmettere ai posteri le proprie credenze, le<br />
emozioni, le proprie conoscenze.<br />
Dice bene tutto questo Giancarlo Sani nel suo recente libro<br />
(“I segni dell’uomo – Incisioni rupestri della Toscana” - Edizioni<br />
I SEGNI DELL’UOMO<br />
5<br />
L’immagine ritrae le pagine<br />
2 e 3 del passaporto di<br />
Giovanni Paolo Fiori nato<br />
il 25 gennaio 1855.<br />
Il Fiori, emigrato in Brasile<br />
e residente a Riberao Preto,<br />
fa domanda di rimpatrio<br />
in Italia al real Console<br />
di San Paolo.<br />
<strong>La</strong> richiesta, poi esaudita,<br />
risale al 20 febbraio 1920.<br />
L’emigrato rientra in Italia<br />
con la moglie e ben sette<br />
figli in tenera età. Sono<br />
tutti ritratti nella foto del<br />
passaporto.<br />
Si tratta di Teresa (9 anni),<br />
Brasilina (13 anni),<br />
Sabatino (3 anni), Giovanni<br />
Tommaso (11 anni),<br />
Mario (6 anni), Dina<br />
(8 anni), Pierina (4 anni).<br />
Al centro, Giovanni Paolo<br />
Fiori, titolare del documento<br />
che ci è stato fornito<br />
dal nipote Giampiero<br />
Fiori, figlio di Giovanni<br />
Tommaso, residente in<br />
Promiana (Molazzana).<br />
dell’Acero).<br />
Tra le centinaia di incisioni prese in esame ve ne sono alcune<br />
che si trovano anche nel nostro territorio comunale e di cui<br />
riportiamo l’immagine.<br />
A Sassi tra i ruderi dell’antica roccaforte, tra la vecchia chiesa<br />
e la torre campanaria, c’è una roccia prominente con inciso un<br />
piccolo cerchio (10 cm) e inscritti sei petali.<br />
Nella zona del Piglionico, lungo il sentiero n. 7 che sale fino<br />
al rifugio Rossi, deviando di poco, su rocce piatte, sono state<br />
scoperte le incisioni di due (lame) pennate e l’abbozzo di una<br />
terza.
6<br />
Questa volta le lettere pervenute sono varie. Eccezionalmente<br />
ne pubblichiamo due.<br />
Cara <strong>Pania</strong>.<br />
oggi, in questa giornata di primavera che non sa di primavera,<br />
ho pensato di rivolgere il mio pensiero a te. Un pensiero grato,<br />
pieno d’affetto e di riconoscenza, perché sei sempre capace di<br />
offrirmi il piacere delle tue apprezzate pagine, dalle quali,<br />
attraverso interessanti articoli e foto stupende, riporti al mio<br />
animo una bella fetta di un mondo, di quel piccolo ma significativo<br />
mondo da me in tempi lontani vissuto e abbandonato,<br />
per cercare altre vie credute erroneamente migliori. Sappi che<br />
sai immancabilmente e nostalgicamente condurmi, quasi per<br />
mano, verso quella realtà che non so dimenticare e vive di<br />
continuo nel cuore, soprattutto ora che avverto pesante<br />
l’autunno addosso. Tu dai voce a quella realtà, tu dai voce alla<br />
tua gente ancora aggrappata alla sua terra, pur non sempre<br />
vivendo in una condizione che consenta una vita facile, scevra<br />
di sacrifici e rinunce. Eppure sei capace di esaltare il fascino di<br />
quell’esistenza semplice e soprattutto genuina, sei capace di<br />
valorizzare l’incanto di un territorio, che difficilmente trova<br />
l’eguale altrove, conservi e difendi una memoria che ci parla<br />
felicemente di personaggi indimenticabili, dall’animo forte e<br />
schietto, onesto ed aperto, ricco e generoso. Ripercorri la<br />
ricchezza di vecchi mestieri, di tradizioni, usi, costumi quasi<br />
non più rintracciabili nella frenetica vita quotidiana, che siamo<br />
costretti a vivere.<br />
Rimani, dunque, cara <strong>Pania</strong>, un punto di riferimento preciso<br />
a cui attingere a piene mani e lì tuffarci, per ritrovare un po’<br />
noi stessi e ciò che abbiamo perduto.<br />
Che dirti di più? Continua, con le tue pagine ben curate, a<br />
farmi apprezzare ed amare tutto ciò, verso cui corre assetato il<br />
mio animo. Continua a farmi sognare e, se puoi, dai sempre<br />
più ascolto alla tua gente, a quella gente che, con decisione<br />
quasi caparbia, apprezza e mette in pratica certi valori essenziali,<br />
che, purtroppo, vanno eclissandosi.<br />
Parla, cara <strong>Pania</strong>, più che puoi delle meraviglie della tua terra,<br />
accucciata a quella rocca maestosa delle Apuane, che, a sera,<br />
stende la sua ombra pacata sul sonno dei tuoi boschi senza<br />
tempo, sulla quiete momentanea dei tuoi poggi e campicelli<br />
sudati e sulle soglie delle case grondanti ancora di sapori buoni.<br />
Con riconoscenza ed affetto<br />
Gian Gabriele Benedetti<br />
P.S.<br />
Un pacato appunto: evita, se puoi, qualche piccolo refuso tra<br />
le tue pagine, pur sempre ben impostate, perché se ne possa<br />
assaporare ancora meglio la ricchezza e la sostanza.<br />
LA PANIA ON-LINE<br />
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tutti i numeri del giornale fino ad oggi pubblicati e<br />
contribuire ad arricchire il nostro notiziario inviandoci<br />
suggerimenti e proposte di pubblicazione.<br />
LETTERA A S. FREDIANO<br />
Caro S. Frediano,<br />
sono convinta che tu i miracoli li fai sul serio. Non mi<br />
riferisco mica soltanto al famoso episodio di quando salvasti<br />
Lucca e i Lucchesi dalla piena del Serchio, che stava per<br />
travolgere tutto, tracciando nei campi, con il tuo aratro, dei<br />
solchi dove l’acqua defluì rapidamente. In quel caso lì, secondo<br />
me, fosti anche abile a sfruttare le tue conoscenze di idraulica<br />
per consolidare la tua fama di taumaturgo.<br />
Qui sto parlando di me, piacentina di nascita, che nulla sapeva<br />
della Garfagnana. Figuriamoci poi di Molazzana e di Sassi! Per<br />
me le montagne erano il Ràgola, il Maggiorasca, il Monte Bue,<br />
il Penice; i fiumi, il Po, l’Adda, il Ticino; le valli da percorrere<br />
la val d’Aveto e la val Trebbia (celebrata da Hemingway); i<br />
paesaggi più suggestivi le fredde giornate invernali con la<br />
‘galaverna’ che invetriava gli alberi spogli o le mattine d’autunno,<br />
quando una nebbia fitta e tanto spessa che pareva fosse possibile<br />
tagliarla con il coltello avvolgeva i contorni delle cose.<br />
Ma ad un certo punto della mia vita, tu facesti il miracolo, che<br />
non fu solo quello di farmi conoscere mio marito (ma questo<br />
te lo dico sottovoce, altrimenti lui si monta la testa), ma<br />
soprattutto fu quello di farmi conoscere, attraverso di lui, la<br />
valle del Serchio e la sua gente.<br />
Sassi, Eglio, Molazzana mi incantarono non appena li vidi e ci<br />
misi piede. Piccoli borghi lindi e puliti, arroccati sulle pendici<br />
di alti monti, con le abitazioni dai soffitti bassi, tenute come<br />
gioielli, con le altane rivolte a ponente per sfruttare fino<br />
all’ultimo la luce del sole, abitati da gente cordiale, che ti saluta<br />
sempre per prima e si presta ad aiutarti, senza bisogno di richiesta,<br />
se hai bisogno di qualcosa. E poi la cucina, semplice, ma gustosa<br />
e varia, dalla polenta di neccio con gli ossi agli sformati di<br />
verdura (che buono quello di cardoni!), alla zuppa di farro, alla<br />
pasimata. E le tradizioni che ancora resistono: il fuoco santo,<br />
le uova benedette, le befanate.<br />
Ed ancora le passeggiate nei boschi in cerca di mirtilli (pardon,<br />
bacole), fragole e funghi che – mi dispiace ammetterlo – sono<br />
più buoni di quelli che crescono nelle valli piacentine che puoi<br />
raccogliere, senza che ti vengano fatti dei dispetti, come capita<br />
a volte dalle mie parti.<br />
Insomma, ho deciso: visto che la chiesa del paese di mio marito<br />
(anche se è nato a Piacenza, lui si sente e si è sempre sentito<br />
garfagnino; figurati poi adesso che gli hanno conferito la cittadinanza<br />
onoraria!) è dedicata a te, sabato o domenica, quando<br />
verrò a messa, voglio proprio accenderti un cero di ringraziamento.<br />
Il miracolo che mi hai fatto lo merita.<br />
Carla Capelli<br />
<strong>La</strong> <strong>Pania</strong> questa volta porge tanti auguri a tre coppie d’oro<br />
che sposarono nella primavera – estate del 1960.<br />
Luciano Bertozzi e Riva Rossi abitanti a Eglio si unirono<br />
in matrimonio il 20 aprile nella chiesa di S. Frediano a<br />
Sassi. Celebrò le nozze Don Alberto Bartolomei. Lo stesso<br />
sacerdote unì in matrimonio, ma nella chiesa dell’Alpe di<br />
S. Antonio, Renzo Viviani e Elda Bertoni.<br />
Era il 25 giugno.<br />
Il 30 aprile Don Dino <strong>La</strong>ndi celebrò invece il matrimonio<br />
di Nicola Toni e Anna Dini nell’Oratorio di S. Antonio<br />
a Castelnuovo di Garfagnana.
(Continuiamo a prendere in esame<br />
l’etimologia e le varie curiosità legate ai nomi<br />
dei nostri concittadini)<br />
LEONE (LEONELLO/A, LEONET-<br />
TA, LEO/A, LEONIA) – Deriva,<br />
all’evidenza, dal latino leo, a sua volta<br />
risalente al greco léon, che identificava<br />
il re della foresta, assurto a dignità di<br />
nome proprio per augurare a chi lo portava<br />
le qualità attribuite a quel forte e<br />
nobile animale. Il femminile Lea ha la<br />
stessa origine, ma – ovviamente – richiama<br />
la leonessa (in alcuni casi, però, Lea<br />
costituisce una variante di Lia, discendente<br />
dall’ebraico leah ‘stanca, affaticata’<br />
ovvero ricollegabile ad un termine riconducibile<br />
a ‘mucca’, significati entrambi<br />
che con ‘leone’ non hanno nulla a che<br />
vedere). E’ nome da Papi. Lo scelsero<br />
infatti ben 13 tra i successori di Pietro.<br />
Fra questi occupa un posto primario S.<br />
Leone Magno, Dottore della Chiesa, vissuto<br />
nel V secolo, che fermò la discesa<br />
di Attila e viene invocato come protettore<br />
delle gestanti e contro il torcicollo, la cui<br />
ricorrenza è fissata dalla Chiesa il 10<br />
novembre. Molti altri Santi portarono il<br />
nome di Leone, mentre tra i personaggi<br />
illustri con tale nome possiamo citare<br />
Leon Battista Alberti, architetto e letterato<br />
fiorentino del Quattrocento; lo scrittore<br />
russo Tolstoi; l’uomo politico, storico<br />
e giornalista Leo Valiani e, nel campo<br />
dello sport e dello spettacolo, la tennista<br />
Lea Pericoli e l’attrice Lea Massari.<br />
NICOLA (NICOLO’, NICCOLO’,<br />
NICO, NICOLETTA, NICOLINO/A,<br />
NICLA, NICOLAJ, NICOLAS, CO-<br />
LETTE, COLETTA) – Nome diffuso<br />
in tutto il mondo (in Italia sono oltre<br />
100.000 le persone che portano questo<br />
nome) ed amatissimo dai bambini perché<br />
nella dizione santa Claus (corruzione del<br />
latino sanctus Nicolaus e che equivale al<br />
nostro Babbo Natale) è colui che porta<br />
i doni ai bambini. Il più conosciuto tra i<br />
Santi con questo nome è il vescovo di<br />
Mira in Licia, vissuto nel IV secolo, che<br />
ebbe grande fama per la pratica della<br />
carità e l’amore verso i bambini. Per<br />
quanto di origine greca, è più noto come<br />
S. Nicola di Bari perché nella città pugliese<br />
sono ancor oggi custodite le sue<br />
spoglie, portatevi nel 1087 da alcuni<br />
soldati baresi. E’ il patrono della Russia<br />
e viene considerato protettore dei bambini,<br />
degli studenti e di molte categorie<br />
professionali (droghieri, naviganti, avvocati,<br />
profumieri). Un altro S. Nicola assai<br />
venerato, specie nella sua terra, le Marche,<br />
è S. Nicola da Tolentino, confessore,<br />
vissuto nel XIII secolo. Il nome è di origine<br />
greca e significa ‘vincitore tra (o<br />
per) il popolo’ (da nikao,’vincere’ e laos,<br />
‘popolo’).<br />
Ebbero questo nome sovrani di Danimarca,<br />
del Montenegro e di Russia e, nella<br />
forma Nicolò, ben cinque Papi, nonché<br />
molti personaggi illustri tra i quali lo<br />
scultore Nicola Pisano, gli scrittori Machiavelli<br />
e Tommaseo, il filosofo Cusano,<br />
il musicista Paganini.Tra i contemporanei<br />
possiamo ricordare i cantanti Arigliano<br />
e Di Bari e il radio-telecronista Carosio.<br />
RICCARDO (RICCARDA, RIC-<br />
CIARDO/A, RIZZARDO, RICCIAR-<br />
DETTO) – Si tratta di nome diffuso, ma<br />
non diffusissimo (in Italia se ne contano<br />
tra 50 e 100 mila); l’origine è germanica<br />
ed il significato è quello di ‘ricco, potente<br />
e valoroso’. <strong>La</strong> variante Ricciardo, propria<br />
di Aldo Bertozzi<br />
della Toscana, è di origine normanna e<br />
angioina.<br />
Portarono questo nome <strong>numero</strong>si sovrani<br />
e santi, a cominciare dal re d’Inghilterra,<br />
detto ‘Cuor di leone’ (1157-1199 che fu<br />
uno dei promotori della prima crociata.<br />
Alla diffusione del nome contribuì anche<br />
Shakespeare che scrisse due tragedie con<br />
protagonisti Riccardo II e Riccardo III,<br />
sovrani d’Inghilterra. Ricciarda è invece<br />
una tragedia di Ugo Foscolo. Ricciardetto,<br />
nome oggi rarissimo, è uno dei paladini<br />
di Francia, nominato nella canzoni di<br />
gesta. Tra i <strong>numero</strong>si Santi con questo<br />
nome ricordiamo S. Riccardo, re dei Sàssoni,<br />
vissuto nell’VIII secolo, particolarmente<br />
venerato a Lucca, dove morì nel<br />
722 e che è ricordato il 7 febbraio; S.<br />
Riccardo, vescovo di Andria, celebrato<br />
il 9 giugno e S. Riccardo, vescovo di<br />
Chichester, la cui ricorrenza è fissata il 3<br />
aprile.<br />
Tra i molti Riccardo famosi possiamo<br />
citare lo scrittore Bacchelli, il politico<br />
Lombardi, il musicista Muti e, tra gli<br />
stranieri i grandi musicisti Wagner e<br />
Strauss e gli attori Burton e Gere.<br />
<strong>La</strong>ura Biagioni, abitante nel capoluogo, figlia del Consigliere di maggioranza<br />
Pietro Biagioni, ha conseguito la laurea quinquennale all’università di Pisa<br />
con 110 e lode, discutendo la tesi “Analisi posturale su pedana di piastra, a<br />
piastre separabili nel periodo gravidico e post gravidico”.<br />
I relatori erano: la dottoressa Rossana Scuri e il professor Marcello Brunelli.<br />
<strong>La</strong>ura Biagioni ha così brillantemente coronato un corso specialistico in scienze<br />
fisio - patologiche generali.<br />
<strong>La</strong> dottoressa intende ringraziare di tutto cuore i membri della sua famiglia<br />
che l’hanno sostenuta e supportata nei suoi impegni di studio. Un pensiero<br />
speciale di riconoscente e immutato amore lo rivolge alla mamma Paola<br />
prematuramente scomparsa lo scorso anno.<br />
<strong>La</strong> <strong>Pania</strong>, insieme ai figli di <strong>La</strong>ura, Lorenzo e Giacomo, al marito Federico,<br />
ai suoi famigliari e amici, porge a <strong>La</strong>ura le più vive congratulazioni e gli auguri<br />
di una brillante carriera.<br />
7
8<br />
Nel pomeriggio di martedì 8 giugno,<br />
presso il cimitero dell’Alpe di S.Antonio,<br />
ove giacciono le ceneri del grande orientalista<br />
ed etnologo Fosco Maraini, si è<br />
svolta una semplice commemorazione in<br />
occasione del 6° anniversario della morte.<br />
Erano presenti la moglie, Sig.ra Namiki<br />
Mieko, il vice sindaco Roberto Bertoncini<br />
e l’assessore Bruno Pieroni, il<br />
Presidente del C.A.I. della Garfagnana<br />
Eugenio Casanovi, altri componenti del<br />
C.A.I. ed amici. Il vice sindaco Bertoncini<br />
ha deposto sulla tomba una corona<br />
di alloro, cui è seguita l’accensione di<br />
svariati bastoncini di incenso. Sulla tomba<br />
erano anche state apposte alcune bandierine<br />
colorate, su ciascuna delle quali<br />
era stampata una preghiera tibetana (“la<br />
bandierina sventola e diffonde la preghiera<br />
nell’atmosfera”).<br />
L’Amm.ne Comunale ha preannunciato<br />
la volontà di festeggiare, nel 2012, il<br />
centenario della nascita di Maraini.<br />
Maraini era nato a Firenze il 15 novembre<br />
1912.<br />
Dopo aver acquistato nel 1978 una casa<br />
all’Alpe di S. Antonio (in Pasquigliora)<br />
elesse lì la sua residenza.<br />
Morì a Firenze nel giugno 2004 e le sue<br />
ceneri vennero trasportate al cimitero<br />
dell’Alpe durante una cerimonia funebre<br />
alla quale aveva partecipato anche la<br />
figlia, la scrittrice Dacia Maraini.<br />
Il nostro Comune gli concesse la cittadinanza<br />
onoraria nel corso di una seduta<br />
consiliare cui partecipò lo scrittore con<br />
la moglie Mieko, il 30 dicembre 1999.<br />
(Vedi <strong>La</strong> <strong>Pania</strong> n. 35: Intervista a Fosco<br />
Maraini; n. 45: Cittadinanza Onoraria a<br />
Maraini; n. 56: I 90 anni del nostro<br />
concittadino Maraini; n. 57: Giuseppe<br />
Bresciani, il Leonardo dell’Alpe; n. 62:<br />
<strong>La</strong> morte di Fosco Maraini).<br />
Domenica 30 maggio soci e simpatizzanti del “GATTONERO” si sono recati in gita a Montalcino e Pienza. Nell’occasione, oltre<br />
a gustare il famoso nettare della zona, i partecipanti hanno potuto visitare l’antica rocca, il centro storico che in concomitanza<br />
del “1°Rally di Montalcino” era gremito da molte persone. Pranzo in un tipico locale e partenza per la visita di una cantina del<br />
luogo dove la comitiva ha potuto assaggiare i prodotti tipici. Nel tardo pomeriggio, visita di Pienza, bellissima città medioevale<br />
e famosa per la produzione di formaggio.<br />
In serata, c’è stato il rientro della comitiva rallegrata da canti e balli. Dopo i vari commenti positivi, il Gattonero si è dato<br />
appuntamento ad ottobre per gustare il “Novello”.
Parroco, parrocchia e parrocchiani<br />
Una contesa settecentesca a Brucciano<br />
Prima degli attuali consigli e giunte municipali<br />
erano organi di governo, nelle<br />
antiche comunità garfagnine, i consoli e<br />
i vocali. Questi ultimi corrispondevano<br />
ai capi famiglia (maschi), mentre i (due)<br />
consoli venivano estratti a sorte fra coppie<br />
di candidati per la durata di un semestre.<br />
Tutti gli affari del Comune si svolgevano<br />
all’interno dei consigli dei vocali -chiamati<br />
anche comunisti- che potevano convocarsi<br />
solo dopo autorizzazione del magistrato<br />
della vicaria. Il territorio di Molazzana<br />
era territorialmente dipendente dalla<br />
vicaria di Trassilico, retta da un podestà<br />
ed assistita da un parlamento delle comunità.<br />
Difficile immaginarsi, ai tempi dell’Italia<br />
preunitaria (ma talvolta anche oggi…)<br />
una qualsivoglia forma di democrazia<br />
diretta o in qualche modo partecipata:<br />
quello che non veniva deciso dai consoli<br />
e dai vocali era infatti rigidamente determinato,<br />
in Garfagnana, del parlamento<br />
di vicaria, del governatorato provinciale<br />
o, in ultima istanza, dell’amministrazione<br />
modenese e del sovrano serenissimo.<br />
Risulta quindi fatto eccezionale, risalente<br />
24 febbraio 1778, la convocazione di tutto<br />
il Popolo della Comunità di Brucciano al<br />
suono della campana maggiore (del campanile<br />
della parrocchiale di San Sisto) insieme<br />
con il Popolo della Parrocchia di detta<br />
comunità coll’assistenza dell’illustrissimo sig.<br />
Podestà di Trassilico (…).<br />
In poche parole le ragioni di tale riunione<br />
straordinaria: dopo la morte del primo<br />
rettore di San Sisto, il molto reverendissimo<br />
sig. dott. Giovanni Pellegrino Cecchini, fu<br />
fatto un concorso e attribuita la cura delle<br />
anime a Jacopo Jacopi, sacerdote di Molazzana.<br />
Sembra però che don Jacopi,<br />
preso possesso della parrocchia, dopo circa<br />
un mese se ne tornò a vivere a Lucca,<br />
dove risiedeva, “subaffittando” il posto<br />
ottenuto a don Jacopo Tosi, suo zio da<br />
lato materno.<br />
Questo non fu accettato dai parrocchiani<br />
che, se bene siano contenti del optima condotta<br />
zelo ed attenzione nel servizio di detta<br />
cura del suddetto sig. dottor Tosi fin qui<br />
praticata avrebbero preferito far affidamento<br />
ad un Pastore tutto loro, desiderando<br />
di avere in attuale residenza il proprio<br />
parroco.<br />
Da qui l’incarico a Giuliano Venturelli<br />
ed al cancelliere del comune, Luigi Venturelli,<br />
al fine di ottenere la presenza<br />
stabile del parroco o la rimozione di don<br />
Jacopi, affinché ne venghi eletto altro, che<br />
si presti secondo la suddetta intenzione ai<br />
parrocchiani per i giusti motivi moventi<br />
l’animo loro.<br />
I parrocchiani di Brucciano dettero quindi<br />
mandato ai due rappresentanti speciali<br />
con ogni opportuna e necessaria facoltà ed<br />
autorità per dare quelle occorrenti suppliche<br />
e ricorsi, atte e necessarie ad ottenere tale<br />
intento.<br />
Non c’è traccia, nell’archivio della Comunità<br />
di Brucciano, circa le azioni che<br />
i parrocchiani attivarono per riavere il<br />
loro parroco stabile e residente. Abbiamo<br />
solo un riferimento di qualche anno dopo,<br />
nel 1783, quando don Jacopo Jacopi fece<br />
radunare la Comunità e la Compagnia<br />
della Chiesa di San Sisto, al fine di chiedere<br />
il permesso per modificare il percorso<br />
delle Rogazioni che si faceva da tempo<br />
immemorabile passando giù dal Carpineto,<br />
fino alla Casa della Piastraccia. Abbiamo<br />
quindi con questo atto la prova che il<br />
parroco Jacopi lasciò Lucca e tornò a<br />
Brucciano, imparando umilmente a consultare<br />
i parrocchiani e a condividere<br />
ogni cambiamento, nel rispetto delle<br />
abitudini locali.<br />
Manuele Bellonzi<br />
9
10<br />
In data 12 giugno 2010 nei pressi della ex-Scaletta di<br />
Molazzana si è svolta l’inaugurazione del parco giochi<br />
intitolato al giovane Luca Daddoveri, deceduto a soli 23<br />
anni. All’evento hanno partecipato il Sindaco dott. Rino<br />
Simonetti e le altre autorità comunali. Era presente anche<br />
Fra’ Benedetto Mathieu, il direttivo del Gruppo Fratres,<br />
con la sua presidente Federica Filippi e <strong>numero</strong>si membri<br />
della comunità, insieme alla gradita presenza dei genitori<br />
di Luca, Maurizio e Antonella.<br />
Un sentito ringraziamento va alla Fondazione Cassa di<br />
Risparmio di Lucca per il generoso contributo elargito,<br />
che ha permesso, insieme all’opera prestata dal Comune<br />
e dal Gruppo dei donatori di sangue di Molazzana, la<br />
realizzazione del parco giochi.<br />
Imponente, elegante ed artisticamente pregevole.<br />
Lo stemma che a pian terreno del palazzo comunale accoglie i cittadini<br />
che accedono agli uffici sovrastanti, ha destato fin dal primo giorno<br />
della sua installazione commenti positivi.<br />
Ricordiamo che già fino agli anni ’50 lo stemma tradizionale che<br />
contraddistingue la nostra comunità, faceva mostra di sè sulla facciata<br />
dell’edificio.<br />
Ormai sbiadito, su una base metallica corrosa dalla ruggine, fu giustamente<br />
tolto di mezzo.<br />
Questo nuovo emblema rappresenta al centro un ovale di metallo giallo<br />
– oro con la consueta antica raffigurazione: la porta di un castello merlato<br />
e antistanti tre torri di dimensioni e struttura diverse.<br />
L’ovale con l’incisione è incastonato in una cornice di pietra serena scolpita<br />
dalla Balducci Marmi di Camporgiano. L’incisione è invece opera dell’artista<br />
e noto grafico Giuseppe Di Giangirolamo.<br />
(f.m.)
Dopo aver deposto una corona d’alloro all’Altare<br />
della Patria, lo scorso 25 aprile, il presidente della<br />
Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato al<br />
Quirinale le associazioni combattentistiche e<br />
dell’Arma.<br />
E’ stato in questo contesto che Napolitano ha consegnato<br />
una medaglia d’oro al merito civile ai sindaci<br />
dei sedici comuni della Garfagnana.<br />
Questa la motivazione:<br />
“Trascinato nel vortice di una guerra crudele e devastante<br />
il popolo della Garfagnana con animo indomito sopportò<br />
fame, distruzioni, rastrellamenti, massacri, deportazioni,<br />
razzie ed ogni tipo di violenza, nei lunghi mesi dal<br />
settembre 1943 all’aprile 1945, tenendo testa alla ferocia<br />
dell’occupazione nazifascista, animato dall’ideale della<br />
libertà e dell’amor di patria, contribuendo così con le<br />
sue <strong>numero</strong>se vittime , i suoi immensi sacrifici al riscatto<br />
della Liberazione, affinché i propri figli vivessero in una<br />
società nuova, giusta e libera”.<br />
<strong>La</strong> prestigiosa onorificenza sarà conservata, quale<br />
comune depositario, da Castelnuovo, ma se ne<br />
potranno fregiare anche i comuni di Camporgiano,<br />
Careggine, Castiglione, Gallicano, Giuncugnano,<br />
Fosciandora, Minucciano, Molazzana, Piazza al<br />
Serchio, Pieve Fosciana, San Romano, Sillano,<br />
Vagli, Vergemoli e Villa Collemandina.<br />
Nella foto scattata al Quirinale il Presidente Napolitano<br />
è ritratto al centro in mezzo al sindaco di<br />
Gallicano Maria Stella Adami e al nostro sindaco<br />
Rino Simonetti. Oltre ai sindaci Garfagnini sono<br />
riconoscibili anche il presidente della Provincia<br />
Stefano Baccelli ed il presidente della Comunità<br />
Montana Mario Puppa.<br />
11
12<br />
Non c’è più ed è un vero peccato.<br />
Quando ormai aveva raggiunto livelli di<br />
virtù canore più che apprezzabili, si sciolse,<br />
terminò la sua esistenza tra molti rimpianti.<br />
Si ricordano sue prestigiose tournee come<br />
quella in alta Italia, a Ginevra, a Lugano,<br />
a tener concerti per gli emigranti italiani.<br />
Il primo maestro ad insegnare l’abc della<br />
coralità fu l’indimenticabile Febo Donini<br />
che poi passò la bacchetta a Nilo Riani.<br />
Vi riproponiamo una vecchia foto anni<br />
’70 per rinverdire indimenticabili esibizioni<br />
quali “Joska la Rossa”, “Signore delle<br />
cime”, “<strong>La</strong> preghiera dell’alpino”.<br />
L’auspicio è che prima o poi a qualcuno<br />
venga la voglia di far rinascere, ricompattare,<br />
con vecchi e nuovi elementi un coro<br />
così prestigioso da salire agli onori della<br />
cronaca del tempo.<br />
Così scriveva IL TIRRENO nella sua rubrica<br />
– MUSICA E FOLKLORE – il 9<br />
aprile 1985:<br />
L’attività del gruppo di Molazzana<br />
I canti di montagna del coro Pianiza<br />
Il CORO Pianiza è sorto nel 1976 ad opera<br />
di un gruppo di persone <br />
della montagna, riunitesi per la gioia e<br />
l’entusiasmo di dar voce e mantenere viva<br />
la tradizione del canto popolare. Nella sua<br />
originaria costituzione era composto esclusivamente<br />
da elementi del comune di<br />
Molazzana ma presto la schiera dei coristi<br />
fu allargata a persone provenienti dai<br />
comuni di Gallicano, Barga, Vergemoli.<br />
Il coro conta una trentina di elementi.<br />
Originariamente il coro era diretto dal<br />
maestro Febo Donini di Gallicano, il quale<br />
fece incrementare con la sua grande passione<br />
anche l’entusiasmo dei coristi stessi,<br />
tanto da portare il gruppo a livelli canori<br />
Ricordate il coro di Pianiza?<br />
notevoli; infatti con la sua direzione il<br />
coro ha partecipato ha rassegne molto<br />
importanti in tutta la Toscana. Attualmente<br />
il Pianiza è diretto da Nilo Riani di<br />
Fornaci di Barga. Il Nilo come<br />
bonariamente è chiamato all’interno del<br />
coro ha portato una ventata di giovinezza<br />
nella direzione. Sono cambiate le tecniche<br />
delle prove ed è stata data all’esecuzione<br />
delle canzoni una tonalità armonica maggiore<br />
e l’unione delle voci è migliorata.<br />
Il coro si è esibito negli ultimi anni nei<br />
teatri e sale di mezza Italia. Ha partecipato<br />
infatti a rassegne e concorsi nazionali, fra<br />
quelli maggiormente di spicco ricordiamo<br />
le trasferte in Svizzera, Lugano e Ginevra,<br />
Fiavè (prov. di Trento), Adria (prov. Rovigo),<br />
Camogli, Genova. Il coro Pianiza<br />
collabora con il CAI di Barga<br />
all’organizzazione della rassegna , giunta quest’anno alla 5° edi-<br />
zione. Nella imminente attività del gruppo<br />
ci sono concerti a Carrara, Montignoso,<br />
Castelnuovo Magra e pont S.Martin, Aosta,<br />
ospite del coro Monte Rosa.<br />
Ecco i componenti del coro. Tenori: Babboni,<br />
Battaglia R., Fedi, Ferrari A., Illustri,<br />
<strong>La</strong>zzurri, Valiensi. Sercondi: Angeli, Bacchini,<br />
Ciambelli, Ferrari O., Rebechi,<br />
Santoni, Suffredini, Marchetti Paolo. Terzi:<br />
Battaglia V., Bertoncini, Carli, Cosimini,<br />
Donati, Moscardini, Tomei. Bassi: Bertozzi<br />
G. , Bertozzi P.G., Cosimini, Pierotti,<br />
Puccetti, Suffredini M., Tognocchi.<br />
(<strong>La</strong> copia dell’aprile 1985 del quotidiano<br />
Il Tirreno ci è stata fornita da Roberto<br />
Battaglia, vera memoria storica delle vicende<br />
del coro Pianiza.<br />
<strong>La</strong> foto è di proprietà di Luigi Tomei,<br />
componente del coro).<br />
LA CORALE DI CASCIO E MOLAZZANA<br />
Si fa sempre più apprezzare la corale parrocchiale<br />
diretta da Giorgio Rocchiccioli e formata da elementi<br />
di Cascio e Molazzana. Come si vede nella foto il<br />
gruppo si è concesso, nello scorso mese di maggio, una<br />
bella gita a Cortona e sul <strong>La</strong>go Trasimeno, esibendosi<br />
nel santuario di Santa Margherita dove ha riscosso<br />
vivi consensi.<br />
Il coro si esibisce solitamente nel corso di celebrazioni<br />
religiose a Cascio e Molazzana, nelle feste solenni e<br />
nei santuari della zona.<br />
Formato da una ventina di componenti, uniti dalla<br />
passione per il canto corale, il gruppo, nato nel 1992,<br />
ha come direttore Giorgio Rocchiccioli; Organista è<br />
Michele Pieretti; presidente, Mario Suffredini; economo<br />
Pierluigi Muccini.<br />
(Nell’immagine sopra manca proprio il direttore del<br />
coro impegnato a scattare la foto).
In una fresca, parecchio fresca giornata di<br />
Gennaio mi ritrovo davanti al computer a girare<br />
un po’ in qua e là in internet..quando la mia chatt<br />
emette un piccolo suono, qualcuno mi scrive..guardo.<br />
E’ la Martina. E’ via da circa tre mesi<br />
e mezzo..prima in Scozia poi a Londra. In questo<br />
periodo la sento spesso, dice di dovermi dire una<br />
cosa..e proprio oggi mi scrive: “Fede, ti voglio dire<br />
una cosa importante, mantieni questo segreto.”<br />
Gli rispondo di spararla subito senza lasciarmi sulle<br />
spine e nel frattempo che lei scrive comincio a<br />
pensare..”si sposa!” no..non ce la vedo. “L’hanno<br />
arrestata!” no..non avrebbe internet a disposizione(credo)<br />
e comunque..che ci posso fare io!?<br />
“Ma..sarà mica incinta!?” Oddio il Mario come<br />
si inc@arabbia!! Questo pensiero lo cancello subito,<br />
le possibili conseguenze mi spaventano troppo!!<br />
Arriva il messaggio della Marti, sto per leggere,<br />
il segreto sta per divenire di mia conoscenza, apro<br />
la chat…leggo, poi rileggo e per sicurezza rileggo<br />
un’altra volta. Non ci credo, cominciano a tremarmi<br />
le gambe, un forte calore mi assale, inizio a sudare, la<br />
testa mi gira, la paura si fa sempre più forte…<br />
MARTINA: Fede, sabato 20 Febbraio…TORNO!<br />
Dalla mia bocca esce una sola parola, ben scandita e molto<br />
forte (dicono di averla sentita fino all’Alpe di Sant’Antonio e<br />
pure a Coreglia)… NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!<br />
Ma come??? Torna??? Ma no,dai, è vero, il vezzo e lo svezzo<br />
duran tre giorni..ma Cascio non è ancora pronto a riavere quella<br />
piccola ragazza tanto bellina ma con l’ugola da scaricatore di<br />
porto che emette urla e sberci..che non sta ferma un minuto<br />
neanche a legarla e che, anche se non urla..zitta non ci sta mai,<br />
mai, MAI! Le nostre orecchie cominciano ora a stare bene<br />
dopo un periodo di disintossicazione, le nostre serate cominciano<br />
ora a prendere la strada della tranquillità!! COME FAREMO??!<br />
Rispondo:<br />
FEDERICO: Ah! Torni??? Uh che bello! e..dopo, quando<br />
riparti???<br />
eheheh..così per sapere, e semmai..quanto ti fermi?! Poco?!<br />
No, vero?!<br />
Aspetto con ansia la risposta, nel frattempo piango, mi dispero<br />
e cerco aiuto, ma sono solo in casa, provo ad afferrare il telefono<br />
per chiamare qualcuno..che ne so, il 118, la Polizia, l’esercito,<br />
i Nas, i Marines..insomma qualcuno che possa aiutare questo<br />
povero paese..ma non ci riesco, ho poca forza per alzarmi, un<br />
certo affanno assale il mio respiro..prego San Lorenzo che ci<br />
aiuti. Arriva il messaggio della Martina…AIUTO!<br />
MARTINA: No no Fede, RESTO!!! Ascolta non dire nulla<br />
a nessuno, voglio fare una sorpresa a tutti, puoi organizzare una<br />
festa per sabato 20..così sarete tutti insieme e vi vedrò tutti in<br />
un colpo solo!? OK???<br />
Penso..”ecco, una festa, tutti lì belli tranquilli, si vedono<br />
arrivare la Martina..gli prende un infarto e mi arrestano per<br />
“strage di gruppo premeditata!” Ah, grazie San Lorenzo della<br />
mano che m’hai dato..lo so, ti sei vendicato perché in chiesa<br />
mi ci vedi poco, eh!?<br />
Rispondo…<br />
FEDERICO: Oooooh! non riparti??? Sicura??! oddio come<br />
son contento, via Marti chiudo internet perché vado a lavoro,<br />
ci si sente presto, grazie della bella notizia, grazie davvero! a<br />
presto…<br />
13<br />
Chiudo la chat, disconnetto internet, per sicurezza spengo il<br />
computer e pure il cellulare, chiudo la porta di casa a chiave<br />
e sprango le finestre, mi siedo sul divano singhiozzando, è un<br />
peso troppo grosso..come posso fare a reggerlo da solo, come<br />
posso fare!!?<br />
L’unica cosa da fare è affidarsi al destino..rimboccarsi le<br />
maniche ed organizzare la festa cercando di essere tranquillo..ma<br />
con tanta paura per le conseguenze di questo evento. Riapro le<br />
finestre e la porta di casa, riaccendo il cellulare..ma di riconnettermi<br />
ad internet non ho proprio coraggio anche se..ormai<br />
la notizia è arrivata, di peggio non mi può aspettare altro, ma<br />
per sicurezza lascio spento il pc.<br />
Parte la macchina dell’organizzazione, mi affido ad un noto<br />
locale della zona- Cocktail Time di Fornaci di Barga-, a me<br />
resta il compito più gravoso, riuscire a portare un bel po’ di<br />
gente lì il 20 Febbraio che rimarrà nella storia come un apparente<br />
sabato tranquillo! Riesco abbastanza bene nel convincere<br />
parecchi cascerotti e non ad essere al Cocktail quella sera..la<br />
lista ne conta una sessantina e mi confermano la presenza<br />
cinquanta persone, via via che mi chiamavano per darmi<br />
conferma della loro presenza..lo stomaco mi si stringeva ed un<br />
nodo in gola mi assaliva portandomi quasi al pianto e nella mia<br />
mente un pensiero fisso:”come farò mai a scusarmi con tutte<br />
queste persone per esser stato complice di una cosa..che li<br />
sconvolgerà,eh?”<br />
Arriviamo al fatidico giorno..alle 14:00 comincio a tremare,<br />
alle 14:05 mi suona il cellulare, ho paura a rispondere perché<br />
so gia chi è..ed infatti il presentimento si trasforma in realtà,<br />
è la Martina!<br />
IO: prooooonto???!<br />
MARTI: sono arrivatAAA!<br />
IO: Ah si??? Oddio bene..<br />
MARTI: Tra poco siamo tutti insieme!!!<br />
IO: Ooooooh!! si si…tutti insieme, si! (intanto penso..speriamo<br />
reggano il colpo i nostri amici e che nessuno ci abbandoni in<br />
tragiche condizioni!)…<br />
Allora Marti a stasera..alle 19:45 a Gallicano!!<br />
Alle 16 vado al locale per vedere come procedono i preparativi,<br />
tutto ok..ma i ragazzi del Cocktail si accorgono che qualcosa<br />
non va in me, sono strano..triste, angosciato..mi chiedono cosa
14<br />
c’è che non va, se è qualcosa negli addobbi, se voglio dei<br />
cambiamenti nell’organizzazione della serata..<br />
Non so se piangere o se ridere (di più piangere!!)..li tranquillizzo<br />
dicendo che tutto è perfetto,come effettivamente era, li<br />
saluto e vado a prepararmi..<br />
19:45 Sono dal mio amico Andrea a Gallicano, ha un negozio<br />
di parrucchiere..mi sistema un po’ i capelli e mi dice: “Fede,<br />
tutto bene?! Ti vedo strano..!” nel frattempo da un mobiletto<br />
prende una bottiglia di prosecco, la apre e riempie due bicchieri..bevo<br />
tutto in un sorso, lo guardo e quasi piangendo dico:<br />
“Andre, hai in mente la Martina di Cascio?! e sai della festa<br />
che ho organizzato stasera?! Bene, la festa è perché la Martina…è<br />
tornata oggi!”. Roberto..l’altro proprietario si infila velocemente<br />
il giacchetto ed urlando scappa scomparendo nel buio delle vie<br />
di Gallicanesi, Andrea rimane sbigottito, ribeve un bicchiere<br />
colmo di prosecco e mi dice:”passa lei ora a prenderti?” Rispondo<br />
di sì..ed in un attimo mi ritrovo spinto fuori dal negozio, provo<br />
a rientrare, non capisco cosa sia successo ma la porta è chiusa,<br />
la luce spenta e nell’ombra delle luci esterne della strada<br />
intravedo Andrea nascosto sotto un mucchio di asciugamani.<br />
Arriva una macchina, si ferma è la Martina con una sua<br />
amica, la Cri (in arte Cesira). Si apre lo sportello..certi urli..è<br />
la Martina, è tornata, oddio è vero!! Signore, ti prego..aiutaci,<br />
arriviamo davanti al Cocktail Time..CHE ABBIA INIZIO LA<br />
SERATA!<br />
Fin qui ho scherzato..ogni cosa che ho detto è accaduta..ma<br />
al contrario, sono stato felicissimo di organizzare una festa per<br />
la Martina, per il suo ritorno..tutti non vedevamo l’ora di<br />
riaverla con noi!!<br />
<strong>La</strong> serata è stata fenomenale, ricca di emozioni..quando tutti<br />
erano convinti di essere in posa per fare una foto a me tremavano<br />
veramente le gambe perché con un piccolo discorso introduttivo<br />
stavo per far sbalordire tutti con l’ingresso di quel piccolo<br />
grande vulcano!!<br />
“E’ partita 4 mesi fa, tutti abbiamo pensato andasse al<br />
Grande Fratello e c’abbiamo pure giocato un po’ sopra a<br />
questo<br />
discorso..invece era in Scozia e poi a Londra, ma stasera<br />
ragazzi<br />
qui con noi c’è pure lei..la MARTINAAAAAAAAA!!”<br />
Potete immaginare le facce degli invitati..io che le avevo<br />
tutte davanti posso giurarvi che non le scorderò mai, c’è stato<br />
chi dall’incredulità manca poco che il mento gli toccasse per<br />
terra, chi ha cominciato a ridere quasi istericamente e anche<br />
qualche lacrimuccia è scesa (specie dalla Bea e la Lisa), mentre<br />
a me..che dire, dopo tutte le offese “scherzose” per aver un po’<br />
fregato tutti portandoli lì con mille scuse nascondendo la verità,<br />
questo sabato sera ha dato molta soddisfazione, un’altra volta<br />
c’è stata la dimostrazione di quanto sia bella l’amicizia, di come<br />
sia bello stare insieme e ritrovare dopo mesi un’amica che dopo<br />
cinque minuti..non sembrava fosse mai andata via!<br />
“…penso che a volte ci si incontra, ci si guarda e per qualche<br />
strano motivo ci si sceglie…<br />
..dopo il resto vien da se..non è una decisione quella di<br />
diventare AMICI!<br />
Poi però il tempo cambia le cose e arriva il momento in cui<br />
ognuno deve prendere la sua strada,<br />
la lontananza rende le amicizie meno marcate, alcune scompaiono,<br />
altre in una sera qualunque tornano a brillare;<br />
e ti rendi conto che tutto torna,<br />
tutto è simile a quel primo momento<br />
in cui ci si guarda negli occhi e non c’è bisogno di parlare…”<br />
Federico<br />
LA DICHIARAZIONE<br />
E’ forse la più conosciuta tra le composizioni dialettali in<br />
garfagnino questa “dichiarazione” di Giovanni Pinagli che<br />
qualche decennio fa molti recitavano a memoria.<br />
E’ una vera e propria dichiarazione d’amore, come si usava<br />
un tempo:<br />
Il primo approccio, preludio ad un lungo fidanzamento,<br />
va a buon fine.<br />
Lei è contenta che lui si sia…….dichiarato. C’è solo una<br />
clausola perché tutto vada a buon fine.<br />
Jacopina infatti mette le mani avanti “…. S’eden contenti<br />
i mii ….” Che sta per: purchè i miei siano contenti che tu<br />
diventi il mio futuro marito.<br />
“Che avete il lupo dreto…? O laccupina…<br />
nun si salutin gnanco le persone…?<br />
.<br />
Andate un po’ più pian, che vengo anch’io,<br />
cusì v’aiuterò a portà il taschetto,<br />
lascio la miccia… a casa del mi’ zio,<br />
e v’accompagno per un bel pezzetto.<br />
.<br />
Incumidammi…! Per vo’ son contento,<br />
Iaccò… state a sentì… nun v’arrabbiate…<br />
ho da divvi una cosa… ma… umm’attento.<br />
ve la volevo dì anco l’altro giorno<br />
quand’erite alle vacche alla pastura,<br />
v’aricordate…? vi giravo attorno….<br />
Ma io che so…avevo la paura…..<br />
Che mi diceste no… .<br />
Vorrei… che diventaste la mi’ sposa<br />
e che vo’ fuste sempre, sempre mia.<br />
”.
Iniziamo volentieri la pubblicazione di questo diario di viaggio<br />
di Edoardo Ciambelli, giovane ingegnere del capoluogo,<br />
andato alla scoperta delle regioni artiche.<br />
Con grande spirito di osservazione e una tecnica descrittiva<br />
invidiabile, Edoardo ci mostra una realtà lontana e affascinante<br />
che la maggior parte di noi può solo immaginare ma che<br />
conferma la grandezza e la bellezza del nostro pianeta.<br />
E’ da poco passata la mezzanotte del 12 Aprile 2010, quando<br />
l’aereo della SAS tocca la pista parzialmente gelata dell’aeroporto<br />
di Longyearbyen sotto una fitta nevicata.<br />
Siamo arrivati alle Isole Svalbard, siamo nell'Artico, oltre il<br />
78° parallelo nord, il Polo Nord geografico è a soli 1000 km.<br />
Per la loro posizione strategica, queste isole sono state da<br />
sempre usate come ultimo avamposto per la conquista del Polo<br />
Nord e se potessero parlare, ci racconterebbero le storie, a volte<br />
gloriose, a volte tragiche, di avventurieri ed esploratori partiti<br />
da lì alla conquista del punto più a nord del pianeta.<br />
L’ora e mezzo di volo del quarto ed ultimo aereo preso giornata,<br />
è scivolata via veloce anche grazie allo spettacolo regalatoci<br />
da una magnifica aurora boreale, che, danzando, ha colorato<br />
di verde un cielo che si faceva sempre più chiaro man mano<br />
che procedevamo verso nord. Le nubi, come un grande lenzuolo,<br />
hanno nascosto il paesaggio durante tutto il viaggio, ma una<br />
volta scesi sotto il loro strato, un mondo bianco e ondulato,<br />
è apparso ai nostri occhi. Nonostante la tarda ora, nel cielo<br />
c’è ancora luce, solo il plumbeo strato nuvoloso l’attenua e tra<br />
una settimana esatta, il Sole sarà il padrone assoluto del cielo.<br />
Rimarrà sopra l’orizzonte 24 ore al giorno fino alla fine di<br />
agosto, poi per due mesi e mezzo ci sarà sia luce che buio e da<br />
metà novembre fino a metà febbraio il buio totale scenderà<br />
su tutto l’artico. In questi mesi i raggi del Sole non riusciranno<br />
a salire oltre l’orizzonte e solo la luce delle stelle, della Luna<br />
o delle aurore boreali potrà renderà meno nera la lunga notte<br />
polare.<br />
All’arrivo ci aspetta Stefano della “Poli Arctici”, la nostra<br />
guida alle Svalbard, pronto ad accompagnarci alla Guesthouse.<br />
Stefano è di Milano, ma dal 1995 vive stabilmente su queste<br />
isole. Durante il percorso mi sento come se fossi atterrato su<br />
un altro pianeta, non faccio altro che guardarmi intorno,<br />
cogliendo le prime impressioni di quelle terre che da 10 anni<br />
appartenevano ai miei sogni e che ora sono una bella realtà.<br />
Arrivati alla Guesthouse, ci basta giusto il tempo di preparare<br />
il letto e cadiamo in un sonno profondo, l’alzataccia del mattino<br />
s’è fatta sentire. Ci svegliamo dopo 7 ore circa, la luce che<br />
arriva dalla finestra è forte e il tempo sembra essere migliorato.<br />
Ci alziamo e conosciamo meglio i nostri due compagni di<br />
stanza: Roos, una ragazza olandese che parteciperà alla nostra<br />
gita di 3 giorni con gli sci e Marcel, uno svizzero dai fulvi capelli<br />
che è qui per la quarta volta. Marcel, ha con sé un fucile, vuole<br />
fare un’escursione in solitaria, e alle Svalbard è obbligatorio<br />
avere un’arma per potersi difendere da un possibile attacco<br />
dell'orso polare, se si intende uscire da soli fuori dal centro<br />
abitato.<br />
15<br />
Il cartello di “Pericolo orso polare”<br />
Per mettere in guardia la gente dal possibile incontro con<br />
questo feroce mammifero, un cartello raffigurante un orso<br />
bianco su sfondo nero, è stato posto su ambedue le strade di<br />
uscita dalla cittadina.<br />
Dopo un po’ di chiacchiere con i compagni di stanza e<br />
un’abbondante colazione, usciamo alla scoperta di Longyearbyen,<br />
la temperatura è di –5°C, ma una leggera brezza e la fa<br />
sembrare molto più bassa. Longyearbyen, capoluogo delle<br />
Svalbard, è costruita in una delle innumerevoli valli glaciali<br />
di queste isole ed è un mosaico di case colorate, una pennellata<br />
di colore sul niveo sfondo di questa valle. <strong>La</strong> cittadina, nata<br />
come comunità di minatori, è oggi dotata di tutti i confort e<br />
i servizi immaginabili.<br />
Ci incamminiamo lungo una della poche strade della città, ma<br />
facciamo fatica a rimanere in piedi su un manto stradale<br />
ricoperto di uno spesso strato di ghiaccio vetroso e nascosto<br />
sotto un insidioso strato di neve fresca. Al lato della strada<br />
invece, le motoslitte sfrecciano su e giù, facendoci subito capire<br />
quale sia il più diffuso mezzo di locomozione locale in inverno.<br />
Avendo a disposizione tutta la giornata, decidiamo di andare<br />
a visitare i due musei della città. Il primo è dedicato alle<br />
spedizioni polari e vi sono raccolte molte testimonianze di<br />
quella che un tempo fu la corsa al Polo Nord. Tra le tante<br />
storie c’è anche quella, tragica, della spedizione del dirigibile<br />
Italia e la famosa vicenda della “tenda rossa”. Il secondo è un<br />
segue a pag. 16
16<br />
museo generico sulle Svalbard e racconta la vita su queste isole,<br />
dalla loro scoperta e uso come base d’appoggio per la caccia<br />
alle balene, all’epoca delle miniere di carbone fino ai giorni<br />
nostri, dove le attività principali sono legate al turismo e alla<br />
ricerca scientifica.Vi sono inoltre mostrate la flora (che cresce<br />
d’estate e che ricopre solo un 6-7% di un territorio che per un<br />
altro 60% è coperto perennemente dai ghiacci) e la fauna. Tra<br />
i pochi animali che sono riusciti ad adattarsi ai rigori di queste<br />
latitudini un occhio di riguardo è dato all’orso polare, simbolo<br />
delle Svalbard e incontrastato re dell’Artico. Questo mammifero<br />
è il predatore di terra più grande del mondo e non ha alcun<br />
nemico in natura eccetto noi esseri umani che, immettendo<br />
gas serra in atmosfera, acceleriamo il riscaldamento del pianeta,<br />
la cui conseguenza è lo scioglimento del ghiaccio su queste<br />
regioni. Il mutamento ambientale che ne consegue mette in<br />
serio pericolo di estinzione questo animale meraviglioso ed<br />
altri animali che, come lui, non possono vivere senza ghiaccio.<br />
Il primo giorno alle Svalbard scorre via veloce e l’indomani<br />
partiremo finalmente per quella che sarà per la tre giorni di<br />
sci. Il mattino seguente il cielo è sgombro da nubi, la temperatura<br />
è scesa a –13°C e dopo aver preparato tutto ed essere certi di<br />
avere tutto il necessario con noi, finalmente partiamo.<br />
Ad accompagnarci in questa gita saranno due aspiranti guide<br />
polari: Jermund, uno studente di scienze artiche ed Elisabeth,<br />
che per intraprendere questa professione ha lasciato il suo<br />
lavoro da ingegnere. Oltre a loro, altri due amici ci faranno<br />
compagnia: Nico e Naya, due bellissimi cani di razza groenlan-<br />
dese che aiuteranno le guide a tirare le pesantissime pulka e<br />
faranno da guardia alle nostre tende se durante la notte un<br />
orso polare ci venisse a visitare. Arriviamo in auto fino alla<br />
miniera n°7, l'unica rimasta attiva e da dove si estrae il carbone<br />
necessario per alimentare la centrale termica della città. Una<br />
volta lasciata l’ultima traccia di civiltà ci addentriamo in un<br />
regno di ghiaccio e neve, dove il cielo, di un azzurro profondo,<br />
fa da cornice ad uno dei più suggestivi paesaggi dipinti da<br />
madre natura.<br />
Durante questi giorni abbiamo tirato per chilometri le nostre<br />
pulka, superando lunghe e ripide salite (dove non sapevamo<br />
se eravamo noi a tirare sù le pulka o se erano loro che volevano<br />
portarci giù) e insidiose discese, dove la pulka va abilmente<br />
domata per evitare che si ribalti e che a sua volta possa farti<br />
cadere. Abbiamo sempre dovuto tirare questa pesante compagna<br />
di viaggio che diventava tutt’uno con il nostro corpo e lo<br />
abbiamo fatto sia con il bel tempo, quando il sole irradia luce<br />
in un cielodi morbida seta blu, che sotto una bufera di neve,<br />
durante la quale, la nebbia mescola tutto il paesaggio e i cristalli<br />
di neve trasportati dal vento gelido diventano aghi pungenti<br />
sulla pelle non coperta.<br />
Alle Svalbard una giornata di bel tempo può trasformarsi in<br />
una tempesta di neve nel giro di poche ore.<br />
(continua…..)<br />
Edoardo Ciambelli<br />
Le case colorate di Longyearbyen
Sport • Sport • Sport • Sport<br />
FORZA MOLAZZANA!<br />
Nella classifica finale del girone C di seconda categoria, il Molazzana termina al<br />
settimo posto. Nonostante un girone di ritorno di scarso valore, gli amaranto<br />
raggiungono un risultato che era insperato alla vigilia del campionato.<br />
Peggio dei nostri ha fatto senz’altro il Gallicano che chiude la graduatoria ultimo,<br />
con la miseria di 18 punti ed è matematicamente retrocesso insieme alla Virus<br />
Camporgiano ed al Fornaci – Ania che sono scese in terza dopo i play-out.<br />
<strong>La</strong> notizia è che Riccardo Mugnaini momentaneamente abbandona la banchina di<br />
mister per motivi familiari (gli nascerà un figlio, auguri!).<br />
Ad allenare il Molazzana ritorna Gabriele Vanni che dalle nostre parti ha lasciato<br />
buoni ricordi.<br />
Nelle tre foto, nell’ordine, mister Mugnaini, Stefano Betti capo-cannoniere del girone C<br />
(ventuno reti come l’anno scorso in tersa categoria) e Francesco Babboni, arcigno difensore<br />
e molazzanese doc.<br />
Questi i dirigenti eletti per la prossima stagione:<br />
Pier Giovanni Battaglia e Gilberto Mozzanti (Presidenti); Gabriele Giannotti e<br />
Francesco Prontelli (Vice – Presidenti); Andrea Talani e Michele Daddoveri (Direttori<br />
sportvi); Roberto Battaglia (Segretario); Francesco Prontelli (Cassiere).<br />
SASSI EGLIO: SALVI ALL’ULTIMO...MINUTO<br />
Dopo un’annata<br />
difficile per la formazione<br />
di mister<br />
Bertozzi, travagliata<br />
a causa di infortuni,<br />
e’ arrivata la sospirata<br />
salvezza nel campionato<br />
amatori 3°<br />
serie aics di Lucca.<br />
Ma esiste la retrocessione<br />
pure negli<br />
amatori? Ebbene sì,<br />
dato che ci sono 4<br />
campionati diversi<br />
dalla 1° serie (il top)<br />
fino alla 4° serie,<br />
come nelle categorie della Lega calcio italiana esistono promozioni<br />
e retrocessioni. Arrivati terzultimi quest’anno ci siamo<br />
giocati la salvezza in uno spareggio con la quart’ultima classificata<br />
il Ponte a Moriano.<br />
Nella gara di andata è stato pareggio a reti inviolate mentre nel<br />
ritorno di sabato 5 giugno goal - vittoria a 5 minuti dalla fine<br />
realizzato con un tiro cross avvelenato del nostro Daccampo<br />
Antonio, di Bologna che da un anno risiede a Pisa. Ciò per<br />
sottolineare la passione di questo ragazzo alla maglia del “Gatto<br />
Nero” che con sacrificio indossa da ben 7 anni con lunghe<br />
trasferte per gli allenamenti e le partite di campionato. Noi<br />
tutti lo ringraziamo per la serietà e l’impegno profuso con la<br />
speranza che vesta i nostri colori ancora per diversi anni.<br />
XXII Campionato Amatori<br />
III^ Serie AICS<br />
Risultato gara del 5 giugno 2010 - play out- ritorno:<br />
PONTE A MORIANO - SASSI/EGLIO 0-1<br />
<strong>La</strong> società Ponte a Moriano retrocede nel Campionato Amatori IV<br />
Serie<br />
CLASSIFICA FINALE<br />
SQUADRA PT G<br />
1) COLOGNORA VALLERIANA 64 30<br />
2) GAR AMATORI 60 30<br />
3) PARTIZAN BAR NELLI 59 30<br />
4) GUAMO 50 30<br />
5) SAN LEONARDO 46 30<br />
6) JOAN MIRO’ 46 30<br />
7) RICCIANO 45 30<br />
PESCAGLIA 45 30<br />
VERCIANO 36 30<br />
PIANO DI CONCA FRATRES 35 30<br />
SALUM. BENIGNI CHIESINA UZZANESE 34 30<br />
PONTE UNITED 33 30<br />
PONTE A MORIANO 26 30<br />
SASSI EGLIO 25 30<br />
PIEVE SAN PAOLO 22 30<br />
SAN MARCO FRATRES 18 30<br />
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