REZA KATHIR - VerbanoImmagine
REZA KATHIR - VerbanoImmagine
REZA KATHIR - VerbanoImmagine
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>REZA</strong> <strong>KATHIR</strong>
UN PERCORSO<br />
Prima che l'uomo inventasse la parola viveva con le immagini,<br />
ma in nessun altra epoca come l'attuale l'essere umano ha<br />
pensato di essere padrone di ciò che si vede, potendolo<br />
fotografare. In realtà questa convinzione è valida solo se ci si<br />
riferisce al mondo delle immagini artificiali create dal cinema,<br />
dalla televisione, dalla pubblicità ecc., ma l’immagine della<br />
mente e del cuore dell’uomo primitivo sono state forse le prime<br />
fotografie scattate. È esattamente questo che trovo affascinante.<br />
Noi pensiamo di avere il monopolio dì tutto, della scienza,<br />
dell'arte, della musica, della letteratura, ma forse tutto quello<br />
che oggi stiamo cercando disperatamente dì scoprire o spiegarci<br />
era già conosciuto ai nostri antenati quando la terra, l'universo e<br />
loro stessi erano uno. Cos'è una fotografia se non la<br />
materializzazione di una visione che si forma nella mente? Ogni<br />
sguardo attento è una fotografia della memoria, ma un tramonto<br />
vissuto in prima persona sarà mai veramente riproducibile nella<br />
sua bellezza su un pezzo di carta fotografica? Anche i disegni<br />
preistorici delle caverne sono stati una forma primordiale di<br />
fotografia, ma oltre al fatto che noi ora possediamo realmente la<br />
macchina fotografica, c’è un’altra differenza fondamentale tra<br />
noi e i nostri antenati: è estremamente difficile oggi, se non<br />
addirittura impossibile, avere una visione pura e non inquinata<br />
dai quotidiani bombardamenti della TV, dei giornali o dei<br />
cartelloni pubblicitari. Se la visione di chi ci ha preceduto<br />
attraversava i corpi, le distanze, le montagne o le galassie, la<br />
nostra si blocca davanti ad un cartellone o davanti allo schermo<br />
bidimensionale della televisione. Siamo manipolati a tal punto<br />
che se dovessimo chiudere gli occhi e cercare di immaginare<br />
qualcosa, vedremmo solo l’immagine che ci è stata imposta dagli<br />
altri, una specie di violenza quotidiana che subiamo senza<br />
rendercene conto e che ci porta sempre più lontano dalle nostre<br />
origini. Credo che prima dì usare la macchina fotografica<br />
dovremmo riuscire a registrare le fotografie nella nostra mente e<br />
scattare senza l'apparecchio, come facevano i nostri antenati,<br />
solo così potremo liberaci dall’immagine artificiale ed avere di<br />
nuovo una nostra visione non contaminata. Chiudendo gli occhi<br />
vedremmo qualcosa di nostro e sarà di nuovo una proiezione<br />
della nostra anima.
Pensieri di Reza Kathir<br />
L’immagine non è la parola e non le deve niente. La lingua può<br />
astrarre, generalizzare, dialogare, predire il futuro o il<br />
condizionale. L'immagine è sempre al presente indicativo,<br />
globale, immediata. In breve, lo spazio non è il tempo.<br />
Allora l'immagine se è un linguaggio, è un linguaggio allo stato<br />
selvaggio, indisciplinato, cioè il contrario di quello che deve<br />
essere un linguaggio il cui principio è di essere articolato per<br />
permettere lo scambio.<br />
In questo senso una stessa immagine evocherà, in una data<br />
comunità interpretazioni simili, condividendo la stessa storia e<br />
darà l'illusione di avere uno stesso senso per tutti, come un<br />
catalizzatore di quei significati muti, inespressi e inesprimibili,<br />
nascosti o repressi, tutto il non detto del mondo.<br />
È compito degli autori trovare le immagini dove ciascuno si<br />
riconosce, a volte anche senza saperlo e ci danno il sentimento<br />
di essere unici insieme agli altri.
INVOLUZIONE UMANA<br />
(Poesia, Fotografia e Musica)<br />
Visibile in:<br />
http://www.youtube.com/watch?v=iuyuvfcsyca<br />
Narcisi<br />
se avessi un mantello di<br />
luce<br />
o un sogno ricamato con le<br />
spezie d’oriente<br />
se avesi un libro<br />
scritto con l’inchiostro<br />
della notte<br />
che parlasse di te<br />
se avessi la polvere d’oro e<br />
d’argento<br />
per dipingere i narcisi del paradiso<br />
o il percorso di un fiume<br />
e se le mie spalle fossero<br />
un ponte<br />
sopra un torrente e tu<br />
dovessi attraversarmi.<br />
fallo con leggerezza<br />
perché ho solo i miei sogni<br />
Reza Khatir – 1997
EVOLUZIONE VERBANOIMMAGINARIA<br />
(Gioco linguistico con la poesia « Narcisi »)<br />
A Reza<br />
e se le tue spalle fossero<br />
un ponte<br />
verso la fotografia e tu<br />
volessi accompagnarci<br />
non temere<br />
ti seguiremo con leggerezza<br />
perché con noi abbiamo solo i nostri sogni<br />
Gianni Mengoni - 2010