La squadra finanziata dal senatore forzista e campione d'Italia
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XIV Dalai <strong>La</strong>ma, Tenzin Gyatso. Un lungo ed emozionato applauso del pubblico ha accompagnato<br />
la consegna dei doni.<br />
ESTERI<br />
MONACO - "Con i nuovi leader americani č possibile costruire un nuovo rapporto: certo, tra<br />
Usa e Russia il diavolo si annida nei dettagli, ogni volta presentiamo con chiarezza le<br />
reciproche posizioni, proviamo ad accordarci e poi qualcosa non funziona. Ma quando Biden<br />
dice di voler premere il bottone del reset per far ripartire le nostre relazioni, noi siamo<br />
d'accordo". Sergei Ivanov, il primo vice-premier della Russia non č solo uno degli uomini piů<br />
vicini a Vladimir Putin. E' anche stato per anni ministro della Difesa, il candidato dell'apparato<br />
di sicurezza al posto di presidente che poi č toccato a Medvedev. Dopo il discorso che il vicepresidente<br />
Usa ha tenuto sabato, a Monaco Ivanov ha incontrato Joe Biden. "Il discorso del<br />
presidente Biden č stato molto positivo, ho apprezzato il passaggio in cui ha detto che<br />
bisogna premere il pulsante del reset per far ripartire le nostre relazioni", ha ripetuto il vicepremier<br />
russo, lasciando prevalere i toni positivi su qualsiasi altra considerazione. Un'intera<br />
era geologica sembra trascorsa da quando, solo 2 anni fa, proprio alla "Wehrkunde" di<br />
Monaco, Vladimir Putin lanciava il guanto di sfida agli americani: erano i mesi che<br />
precedevano l'indipendenza del Kosovo, voluta da George Bush contro la Serbia ma<br />
soprattutto contro la Russia. Da allora i rapporti Occidente-Russia hanno raggiunto il livello<br />
minimo l'estate scorsa, con l'invasione russa della Georgia. Adesso, con l'amministrazione<br />
democratica, le cose iniziano a ripartire.<br />
ROMA - Il Papa ha telefonato alla Cancelliera tedesca Angela Merkel: la riabilitazione di<br />
mons. Richard Williamson, ha chiarito il ponteficie, non significa aver sdoganato il<br />
negazionismo. "Nel corso della conversazione - spiegano il direttore della sala stampa della<br />
Santa sede padre Federico Lombardi e il portavoce del governo federale tedesco Ulrich<br />
Wilhelm - č stata espressa una comune e profonda adesione al monito sempre valido della<br />
Shoah per l'umanitŕ". Un colloquio cordiale, richiesto <strong>dal</strong>la Cancelliera cristianoconservatore<br />
all'indomani della revoca della scomunica concessa al religioso lefebvriano che ha messo in<br />
dubbio l'esistenza delle camere a gas. <strong>La</strong> Shoah, continuň Benedetto XVI scandendo i<br />
concetti, sia per tutti un «monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo». Parole<br />
esplicite che non convinsero il Cancelliere decisa a chiedere un chiarimento. "Non sono solita<br />
prendere posizione su questioni interne della Chiesa", disse Angela Merkel. "Ma questa č<br />
un'eccezione. A me sembra una questione fondamentale se una scelta del Vaticano puň dare<br />
e diffondere l'impressione che la negazione dell'Olocausto sia possibile". Intanto Williamson, č<br />
stato sostituito alla guida del seminario che dirige <strong>dal</strong> 2003 a <strong>La</strong> Reja, una cinquantina di<br />
chilometri <strong>dal</strong> centro di Buenos Aires.<br />
GERUSALEMME - Gomito a gomito Tzipi Livni e Bibi Netanyahu, vale a dire il volto nuovo per<br />
definizione della politica israeliana e quello, logorato <strong>dal</strong> lungo pendolare tra governo e<br />
opposizione, del leader conservatore, lotteranno fino all'ultimo voto per conquistare la<br />
poltrona di primo ministro. <strong>La</strong> distanza che separava i due partiti, Kadima (centro) e il Likud<br />
(destra), s'č andata assottigliando. Ma il voto di domani potrebbe produrre una novitŕ<br />
destinata a complicare la vittoria sia dell'uno che dell'altro: l'ascesa vertiginosa, almeno nei<br />
sondaggi, di Avigdor Lieberman e del suo Israel Beitenu (la nostra casa Israele), formazione<br />
nazionalista e antiaraba che a molti appare come il frutto di un'ideologia razzista e<br />
autoritaria.<br />
ROMA - I giudici del Tribunale supremo federale brasiliano hanno "giŕ raccolto<br />
argomentazioni sufficienti per concedere l'estradizione" in Italia di Cesare Battisti. E' quanto<br />
sostiene la stampa brasiliana, secondo la quale i membri dell'Alta Corte a favore<br />
dell'estradizione sono almeno 5 su 11, mentre il governo brasiliano ha la certezza che solo tre<br />
magistrati sosterranno le sue decisioni. Decisivo potrebbe essere il parere del presidente,<br />
Gilmar Mendes, che ha giŕ avuto in passato scontri con il ministro della Giustizia, Tarso<br />
Genro, colui che ha concesso l'asilo politico all'ex militante dei Pac condannato a quattro<br />
ergastoli in Italia.<br />
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