Arcobaleno 2004.qxd - Arcocanoa
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arcobaleno<br />
Notiziario dell Associazione Canoistica <strong>Arcobaleno</strong><br />
n<br />
C/o Pamio Tito & Carmela Olivieri via Bagaron 42/1 30030 Campalto ve c.F. 90027640276 tel. 041900591<br />
E-mail:pamio@ net24.it www.arcocanoa.org<br />
1<br />
Vi chiederete<br />
perché su un<br />
giornalino di kayak<br />
compare il ricordo di<br />
questo anniversario.<br />
Il mondo della canoa e<br />
di mille altre cose piacevoli<br />
é bello ed interessante solo se<br />
alcune scelte basilari ti<br />
permettono di viverlo.<br />
Un giorno, era il maggio del<br />
89, ho sentito per televisione<br />
la notizia della manifestazione<br />
in piazza Tien’an men, fatta<br />
dagli studenti e dai giovani in<br />
genere, per ottenere, anche in<br />
Cina, un minimo di democrazia.<br />
Deng Xiaoping voleva<br />
reprimere la manifestazione<br />
con la forza del suo esercito, i<br />
soldati però dissero che non<br />
potevano rivolgere le armi<br />
contro i propri figli e la<br />
repressione non si attuò.<br />
Questa notizia mi sembrò la<br />
più bella del mondo ed<br />
esultando esclamai:<br />
- P e r<br />
AGOSTO 2004<br />
merito<br />
d i<br />
Oggi, 4 giugno, 15° anniversario del<br />
massacro di 7000 (ma si pensa molti<br />
di più) studenti universitari e gente<br />
comune che manifestavano in modo<br />
pacifico in piazza Tien’ an men....<br />
Chiedevano nella Cina di Deng<br />
Xiaoping una democrazia...<br />
una<br />
società<br />
dove accadono<br />
queste cose mi<br />
verrebbe voglia di fare un<br />
altro figlio. Dopo circa 15-20<br />
giorni però Deng Xiaoping e<br />
gli uomini di potere ordinarono<br />
ad un esercito fatto da soldati<br />
mercenari, di lingua<br />
sconosciuta agli studenti della<br />
piazza, di liberare la piazza.<br />
Passarono con i carriarmati<br />
sugli studenti inermi privi di<br />
armi massacrandone circa<br />
7000. con i cingoli dei<br />
carriarmati e colpi di cannone.<br />
Tengo ancora nel cuore questi<br />
fatti, e il mio incontrarvi e<br />
uscire assieme per fiumi<br />
lagune o mare ha senso solo<br />
tenendoli nella memoria, per<br />
anticipare nel mio ambiente<br />
quelle linee che potrebbero<br />
deviare attualmente la società<br />
fino a questo punto. Carmela<br />
Olivieri
Associazione<br />
Il deposito è in via delle Barene 50/b ed è provvisto di spazi che lo<br />
rendono atto anche ad organizzare incontri. E’ provvisto anche di una<br />
piscina per imparare l’eschimo.<br />
Per iscriversi rivoolgersi in sede ai numeri sopra citati<br />
Quota di iscrizione 23 € più, per 8 uscite giornaliere, 6<br />
€ alla giornata dopo di che non si paga altro.<br />
Chi volesse uscire durante la settimana basta che telefoni in sede<br />
per prendere accordi.<br />
Nei pomeriggi del venerdì e del sabato i soci possono<br />
venire per sistemare, pulire aggiustare Kayak mute... il materiale in<br />
genere (specie nei periodi che precedono le uscite associative.<br />
I referenti per il deposito sono:<br />
Tito 041900591 cell:3287661202<br />
Renato 041901146 cell:3381437880<br />
Per le uscite week-end provvedersi di tenda e tutto ciò che occorre<br />
per dormire<br />
2<br />
Canoistica<br />
<strong>Arcobaleno</strong><br />
Con sede in via Bagaron, 42<br />
c/o Pamio Tito & Carmela<br />
Tel: 041 900591 cell: 328 7661202<br />
E-mail: pamio@net24.it<br />
sito internet: www.arcocanoa.org<br />
La finalità dell’associazione è vivere<br />
nel rispetto dell’ambiente e delle persone<br />
con cui si intesse rapporti di condivisione e<br />
convivialità.
Quel giorno in<br />
Piazza<br />
Tien An Men<br />
Questa è l’unica foto su internet della<br />
piazza in quel evento. Qualcuno ha<br />
spiegato che chi ha fatto le foto della<br />
piazza in quei giorni, le tiene<br />
nascoste perchè, i giovani supestiti,<br />
non vengano identificati da quelle<br />
criminali autorità. Carmela<br />
C’ero anch’io, quel giorno, in piazza<br />
Tien An Men, a Pechino. Era il 4<br />
giugno 1989. Ero andata per vedere,<br />
ero una studentessa all’epoca. La<br />
piazza era stracolma di ragazzi<br />
seduti per terra; erano tantissimi,<br />
erano venuti da diverse città’ vicine<br />
e lontane, erano tutti li’, seduti per<br />
terra, aspettavano. Aspettavano la<br />
risposta alle loro richieste, alla loro<br />
voglia di cambiamento, di libertà.<br />
Aspettavano che le promesse si<br />
avverassero, che il comitato dei<br />
membri del governo, con il quale<br />
avevano dialogato, desse seguito<br />
alle promesse. Ma le promesse<br />
rimasero solo parole al vento, e loro<br />
si sedettero per terra quel giorno, e<br />
iniziarono un pacifico sciopero della<br />
fame. Erano centinaia di migliaia di<br />
ragazzi li’, seduti, con i loro sogni e<br />
la loro voglia di cambiamento,<br />
erano pacifici; si sentivano nel<br />
giusto e non avevano nessun<br />
arma se non quella dei loro<br />
sogni. Arrivarono di<br />
pomeriggio, con i Tank e le<br />
divise dell’esercito,<br />
non riuscivano ad<br />
entrare da nessun<br />
accesso alla piazza,<br />
da quanto questa<br />
era stracolma di<br />
ragazzi con il<br />
sorriso sulle labbra e la loro vita<br />
davanti; avevano l’ordine di fare<br />
“pulizia”, ci impiegarono 4 ore, ma la<br />
fecero…lasciando sul selciato solo<br />
l’odore del sangue di tantissimi sogni<br />
uccisi che mai nessuno saprà a<br />
quanti sorrisi appartenessero. Erano<br />
migliaia in quel giorno, in piazza Tien<br />
An Men a Pechino, che chiedevano il<br />
diritto di vivere la loro vita, in<br />
liberta’. Tantissimi la finirono in<br />
quel luogo, tanti altri la passarono<br />
dietro una grata per una decina<br />
d’anni, tanti ancora osservano il sole<br />
che sorge dallo spioncino di quella<br />
stessa cella ed altri ancora, fuggiti<br />
e rifugiati in altri paesi, non<br />
vedranno mai più’ il sole sorgere<br />
nella loro patria. (testimonianza)<br />
google “Stelle stelline”<br />
http://www.albeforum.net/piazza_tien_an_men.htm 3
DISCESA DEL<br />
BRANCOLO & PAGAIATA<br />
“TRA”I DUE CASTELLI<br />
Duino e Miramare (TS)<br />
(3-4 luglio)<br />
di Chiara Cosmo<br />
4<br />
Dal preciso<br />
momento in cui<br />
Carmela mi ha<br />
chiesto di scrivere,<br />
ho pensato a cosa<br />
sarebbe stato più<br />
a d e g u a t o<br />
sottolineare di<br />
questi due giorni<br />
ricchi di emozioni e<br />
di quelle sensazioni<br />
che non si provano<br />
quotidianamente.
Chiara Francesco (dietro la Chiara) Filippo Antonella e Claudia<br />
Tutto ha avuto inizio sabato quando<br />
Tito, Carmela, Filippo, Giorgio,<br />
Antonella ed io siamo andati a Lido di<br />
Panzano per percorrere una parte del<br />
fiume Brancolo. Lì abbiamo conosciuto<br />
Floriano, con un kayak progettato da<br />
lui, due simpaticissimi signori inglesi,<br />
di cui purtroppo non ricordo il nome e<br />
Dario.<br />
La discesa del<br />
Brancolo è<br />
s t a t a<br />
suggestiva e<br />
non complicata<br />
( c o s a<br />
Floriano<br />
importantissima per noi “principianti”).<br />
In alcuni punti l’acqua era limpidissima<br />
e lasciava intravedere sul fondale i<br />
“non ti scordar di me”. Era gelata, ma<br />
qualche temerario è riuscito ad<br />
entrarci e a starci per pochi minuti.<br />
E’andato tutto bene, pagaiare tra le<br />
canne ed incastrarsi tra esse è molto<br />
bello ma provare a<br />
evitarle può<br />
servire per<br />
imparare a<br />
manovrare il<br />
kayak!<br />
Così ho imparato<br />
una prima cosa.<br />
Finito il giro ci<br />
siamo recati su un “parco attrezzato”<br />
per passare la notte. Era uno splendido<br />
prato con alberi da frutto e una<br />
costruzione in pietra per accendere il<br />
fuoco e per sedersi attorno ad esso.<br />
Davanti al fuoco abbiamo<br />
Dario e Tito parlano con Floriano<br />
chiacchierato, mangiato, bevuto vino e<br />
pompelmo. Poi siamo andati a dormire,<br />
alcuni in furgone, altri in tenda e altri<br />
sotto le stelle!!<br />
La mattina<br />
seguente ci<br />
h a n n o<br />
raggiunto<br />
C l a u d i a<br />
direttamente<br />
da un motor<br />
a d u n o ,<br />
Giacomo e<br />
5<br />
Renato riprende a pagaiare
Renato per<br />
la prima<br />
volta senza<br />
n a v e<br />
d’appoggio!<br />
Così siamo<br />
entrati nei<br />
nostri<br />
kayak e<br />
Claudia<br />
abbiamo<br />
incominciato il giro. Il vento non era<br />
a favore e questo non ci ha permesso<br />
di arrivare fino a Miramare, ma<br />
l’acqua era splendida e così anche le<br />
spiagge! Ci siamo divertiti tanto e ci<br />
hanno fatto compagnia tante<br />
meduse larghe mezzo metro. Credo<br />
che una di queste stia ancora<br />
nuotando un tantino stordita dal<br />
momento che si è presa una mia<br />
involontaria pagaiata sulla testa!<br />
Abbiamo fatto il bagno in una<br />
spiaggetta dopo il castello di Duino.<br />
Là l’acqua era tanto trasparente e si<br />
vedevano i sassi sul fondale.<br />
Scenario ottimo per fare una<br />
simulazione di salvataggio in mare!<br />
Così il malcapitato Filippo, che stava<br />
per annegare, è stato salvato da<br />
Tito. Io ho osservato le manovre<br />
attentamente…<br />
Così ho imparato una seconda cosa.<br />
All’ora di pranzo ci siamo spostati in<br />
un’altra spiaggia e abbiamo mangiato<br />
sul molo. Poi siamo ripartiti. Dal<br />
momento che all’andata il vento era<br />
contrario, speravo di trovarlo a<br />
favore al ritorno. Invece non è stato<br />
così. Siamo ritornati al punto di<br />
partenza facendo slalom tra le<br />
barche ancorate in mare e fra<br />
quelle che sfrecciavano a enorme<br />
6<br />
velocità noncuranti dei nostri poveri<br />
kayak che avanzavano lentamente.<br />
Alla fine della pagaiata c’è stata una<br />
doccia rivitalizzante offerta<br />
dall’Associazione Canoa e Kayak di<br />
Monfalcone. Ammetto di aver fatto<br />
molta fatica per arrivare alla fine,<br />
per fortuna Carmela mi è stata<br />
vicina e nel momento di maggiore<br />
“sconforto” mi ha detto una cosa<br />
importante: “Pagaiare è come<br />
camminare per arrivare ad una meta:<br />
si fa un passo per volta, l’importante<br />
è non fermarsi mai”. Penso che sia<br />
così per tutte le mete da<br />
raggiungere nella vita…<br />
Così ho imparato una terza cosa.<br />
In questi due giorni ho capito che<br />
pagaiare a volte<br />
costa fatica,<br />
che non sempre<br />
la corrente è a<br />
favore, ma ho<br />
anche capito<br />
che solo in quei<br />
Floriano<br />
momenti ci si<br />
confronta con<br />
se stessi e ci si rende conto che<br />
accanto ci sono persone disposte ad<br />
aiutarti ed a tirarti su di morale!<br />
Chiara Cosmo<br />
Chiara e Filippo
fontana sul’isola della Cura<br />
L’Archeo<br />
uscita<br />
Leggende in restauro<br />
di Francesca Faraon<br />
<strong>Arcobaleno</strong> per due giorni in laguna.<br />
La laguna di Venezia è uno dei posti<br />
più affascinanti della terra.<br />
E’ innanzitutto misteriosa: molte<br />
sue parti non sono facilmente<br />
esplorabili da qualsiasi turista e così<br />
capita di trovarsi soli, un gruppo di<br />
canoe, in uno spettacolo naturale<br />
mozzafiato.<br />
E’ bellissima, perché offre a noi<br />
pagaiatori situazioni strabilianti:<br />
l’intricato ma armonioso gioco dei<br />
ghebi, le reti da pesca sospese sopra<br />
le nostre teste come veli, le<br />
costruzioni e i resti di un passato più<br />
o meno lontano, i salti dei cefali<br />
davanti, dietro e dentro la canoa.<br />
Torcello: il ponte del diavolo<br />
E’ un po’ traditrice: la marea<br />
furbetta può lasciare tra le<br />
sabbie mobili anche i più<br />
volonterosi e se si sgarra di<br />
un’ora…quelli in canoa doppia sono<br />
spacciati!<br />
Protettiva, la laguna, offre<br />
sempre un ristoro tra le erbe<br />
alte dove mangiare panini e<br />
melone vicino a una fonte d’acqua.<br />
E’ accogliente, tanto che nel<br />
verde di un’isoletta nasconde un<br />
vecchio forte che offre ai<br />
canoisti affaticati una grigliata –<br />
alla quale sono stati abituati e<br />
oramai non sanno rinunciare –<br />
risate, camomilla e una russata in<br />
compagnia.<br />
Venezia sa renderti<br />
protagonista: tra i canali di<br />
Burano anche una breve fila di<br />
canoe sembra una parata!<br />
E’ un po’ costosa…prova a chiedere<br />
sardee in saor per un ciurma<br />
affamata…<br />
A volte ha bisogno di qualche ritocco.<br />
Il ponte senza parapetto più famoso<br />
di Torcello, che... si narra essere<br />
stato costruito in una notte dal<br />
diavolo in persona, forse nelle<br />
sembianze di un gatto, ora è tutto<br />
impacchettato.<br />
Anche le leggende vanno in restauro.<br />
7
da “Il Gazzettino del 10 giugno 2004<br />
MOSE UNA<br />
”MACHINA””<br />
CALATA<br />
DAL CIELO<br />
dell’architetto Giulio Loris<br />
Gli antichi Greci, nelle loro<br />
rappresentazioni teatrali, avevano l’usanza di mettere in scena<br />
delle tragedie talmente complicate, ricche di intrighi,uccisioni e<br />
colpi di scena che alla fine della rappresentazione la trama<br />
diventava incomprensibile ed era necessario far comparire un<br />
attore, che rappresentava un dio con il compito di riassumerla e<br />
spiegarla al pubblico. L’attore era calato sul palco dall’ alto grazie<br />
ad un macchinario di grande effetto scenico e veniva chiamato dai<br />
Romani “deus ex machina”. Da questo deriva il modo, ancora<br />
attuale, di dire deus ex machina per identificare un entità o<br />
persona, in grado di risolvere le situazioni più complesse e intricate<br />
grazie alla sua superiorità ed essenza divina. Nello scenario<br />
veneziano complicato per antonomasia, a causa del precario<br />
equilibrio storico-artistico-ambientale, e assimilabile per molti<br />
versi ad una lunga trama millenaria,<br />
sembra che sia accaduto il contrario: un deus più onnipotente che<br />
divino, ha calato nella scena una “machina” grandiosa,imponente e<br />
costosa che anziché districare le problematiche crea ancora più<br />
confusione di quanta ne esisteva già, senza, a mio modesto parere,<br />
risolvere alcun problema. Nella metafora la “machina” rappresenta<br />
il progetto per la salvaguardia di Venezia dalle acque alte (il Mose)<br />
ed il” deus” l’apparato decisionale politico e tecnico.<br />
8 La funzione della “machina” stando alle informazioni di dominio
pubblico, é quella di<br />
salvaguardare Venezia dalle<br />
maree superiori ai 110 cm. In<br />
prima battuta, il modo in cui<br />
agisce è abbastanza semplice da<br />
capire: paratie sommerse,<br />
posizionate nelle bocche di<br />
porto, si elevano in<br />
caso di maree<br />
eccezionali. Ma<br />
saranno sufficenti ?<br />
Mi sembra logico<br />
pensare che la<br />
“machina” funzioni<br />
contro le maree<br />
indotte dal vento e<br />
dalle forze di<br />
a t t r a z i o n e<br />
astronomiche (fasi<br />
lunari) ma, a quanto<br />
mi risulta, queste<br />
sono solamente due<br />
delle concause<br />
dell’acqua alta.<br />
E non mi è chiaro come venga<br />
risolta una serie di<br />
problematiche come la continua<br />
manutenzione necessaria per<br />
mantenere in funzione le parti<br />
mobili o l’inevitabile<br />
riempimento delle sedi delle<br />
paratie con la melma del fondale<br />
quando saranno in esercizio. Se<br />
non fosse previsto un rimedio,<br />
una volta finita l'alta marea, le<br />
paratie, trovando la loro sede<br />
occlusa, rimarrebbero<br />
parzialmente sollevate<br />
provocando vortici notevoli con<br />
chissà quali conseguenze. Basti<br />
pensare che un piccolo pennello<br />
trasversale<br />
sulla diga di<br />
Pellestrina<br />
ha dato<br />
origine alla<br />
fossa più<br />
profonda<br />
dell’alto<br />
Adriatico.<br />
Sia chiaro<br />
che quanto<br />
scritto<br />
rappresenta solo una serie di<br />
dubbi per cui chiedo<br />
chiarimenti. Dunque ponendo<br />
che la “machina” funzioni<br />
perfettamente e che non ci<br />
siano variabili trascurate a<br />
livello di progetto, vuol dire che<br />
Venezia sarà salvaguardata dalle<br />
maree superiori ai 110 cm.<br />
Pensando alla catastrofica 9
10<br />
acqua alta del 1966, chiariamo<br />
quelli che oggettivamente furono i<br />
danni di quell’evento: fu interrotta<br />
l’erogazione di energia elettrica<br />
per circa una settimana, la<br />
comunicazione telefonica e ingenti<br />
furono i danni per gli allagamenti<br />
dei piani terra. Dunque, danni<br />
ingenti, ma non una catastrofe<br />
costata vite umane. Va allora<br />
considerato che dal Novembre<br />
1966 sono passati quasi<br />
quarant’anni e bisognerebbe<br />
computare quanto in termini<br />
monetari è costata l’acqua alta da<br />
quella data ad oggi e confrontare il<br />
risultato con i costi di<br />
realizzazione e manutenzione della<br />
“macchina” per quarant’anni....<br />
Facendo presente che il MOSE, a<br />
quanto si legge sulla stampa,<br />
dovrebbe essere efficace per<br />
cinquanta anni. Dopo,<br />
l’innalzamento della quota del mare<br />
e l’abbassamento del terreno di<br />
Venezia dovrebbero rendere vana<br />
la sua azione. Certamente nel<br />
prossimo futuro l’acqua alta<br />
dovrebbe essere più frequente che<br />
negli ultimi quarant’anni, ma in ogni<br />
caso conviene realizzare e<br />
mantenere la “machina” piuttosto<br />
che rifondere i danni ai cittadini?<br />
O, meglio, non sarebbe più saggio<br />
attrezzare la città in modo da<br />
contenere i danni? Attualmente si<br />
realizzano nei piani terra della<br />
“vasche” in calcestruzzo che, se<br />
ben costruite ed associate alle<br />
paratìe garantiscono la tenuta<br />
stagna nei vani. Forse non<br />
costituiscono la soluzione ottimale,<br />
perché delle strutture così rigide<br />
e pesanti possono danneggiare<br />
drasticamente le murature in caso<br />
di sisma, ma concettualmente mi<br />
sembrano la soluzione ottimale. E<br />
ritengo che con una minima parte<br />
dei soldi spesi per le varie<br />
valutazioni di impatto ambientale e<br />
progetti del MOSE si sarebbe<br />
potuto pagare la ricerca di un<br />
materiale più leggero ed adeguato<br />
per realizzare le vasche. Per<br />
assicurare la diffusione capillare<br />
delle vasche sarebbe sufficiente<br />
erogare dei fondi al cittadino con<br />
un meccanismo simile a quello della<br />
legge speciale (che funziona<br />
veramente) magari con contributi<br />
più sostanziosi ed adeguati agli<br />
attuali prezzi di mercato. In<br />
questo modo, si limiterebbe il<br />
problema dell’acqua alta alla<br />
viabilità, senza investimenti<br />
faraonici, ma un problema del<br />
genere renderebbe il “deus” umano<br />
e non passerebbe sicuramente alla<br />
storia per aver “salvato Venezia<br />
dalle acque”. Arch. Giulio Loris
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11
AddioMax<br />
Max con la fidanzata<br />
Caro Francesco,<br />
Il tuo messaggio è‚ molto bello, come<br />
altri messaggi che ho letto in questi<br />
giorni è‚ sicuramente stato scritto<br />
col cuore. Sicuramente conoscevi<br />
Max come canoista e come persona<br />
molto più‚ di quanto lo conoscevo io.<br />
Certamente il senso delle tue parole,<br />
soprattutto nella parte finale, era un<br />
richiamo alla prudenza e<br />
all’attenzione generato dallo stato di<br />
angoscia in cui questa tragica<br />
vicenda ci ha trascinati.<br />
In questi giorni sono stato in<br />
silenzio, nel mio dolore, ripensando<br />
giorno e notte a quanto è‚ successo.<br />
Non me la sento di fornire i dettagli<br />
precisi di una tragedia come questa,<br />
per queste cose esistono i giornali e<br />
12<br />
i giornalisti oppure Fred, se lo<br />
riterrà‚ opportuno, ora in viaggio per<br />
l’Italia dopo aver fatto da appoggio<br />
alla famiglia accorsa in Norvegia<br />
alcuni giorni fa. Tuttavia, mi sembra<br />
doveroso per la memoria di Max e<br />
per il rispetto verso coloro che<br />
erano con lui quel giorno nefasto,<br />
troncare sul nascere ogni possibile,<br />
anche se certamente non voluta,<br />
polemica su ciò che è doveroso fare<br />
durante ogni discesa e sul<br />
superamento dei limiti che ognuno di<br />
noi ha.<br />
In questa premessa ribadisco forte<br />
e chiaro il concetto della risposta<br />
pacata ma chiarificatrice di un<br />
concetto che espresso in questi<br />
giorni, quando ancora pochi sanno<br />
dove e come il tragico incidente è‚<br />
accaduto, può‚ far pensare ad una<br />
tragedia causata da un rischio<br />
eccessivo, preso volutamente o dal<br />
superamento dei propri limiti.<br />
Non sottovalutare il fatto che<br />
mentre a te (sono convinto) è‚ ben<br />
chiara la dinamica dell’incidente,<br />
così‚ non è‚ per la maggioranza degli<br />
iscritti a CKI.<br />
Gigi Garioni, Fabrizio Cappa ed io ci<br />
siamo aggregati a Frederik Beccaro,<br />
Gigi Rizzitelli, Renzo Porzio e Max<br />
Bernardini) fin dal primo giorno<br />
(2agosto).<br />
Siamo arrivati sulla Sjoa qualche ora<br />
prima di loro e li abbiamo<br />
aspettati per bere
un po’‚ di grappa assieme, intorno al<br />
fuoco.<br />
Nei giorni successivi abbiamo<br />
disceso assieme a loro diversi fiumi<br />
molto belli. Per me era la prima volta<br />
in Norvegia. Ci siamo trovati<br />
benissimo a scendere con<br />
Fred e compagnia e abbiamo così‚<br />
deciso di stare con loro fino alla loro<br />
partenza per l’Islanda.<br />
Abbiamo disceso il Boyabreen il<br />
giorno dopo esserci incontrati sul<br />
Sogndalselva (che abbiamo disceso<br />
nel pomeriggio) con un folto gruppo<br />
di altri canoisti italiani fra cui<br />
appunto tu, caro Francesco.<br />
Abbiamo scattato la foto ricordo<br />
all’uscita dell’acqua dal ghiacciaio,<br />
percorso il laghetto e imboccato il<br />
fiume. Abbiamo percorso le prime<br />
due rapide difficili. Sulla prima<br />
rapida Max è‚ stato perfetto, quel<br />
giorno era in splendida forma.<br />
Abbiamo il filmino del suo passaggio<br />
e speriamo di poterlo aggiungere in<br />
coda a qualche filmato per la serata<br />
milanese per<br />
ricordarlo tutti assieme.<br />
Max il fiume lo<br />
conosceva, l’aveva già<br />
percorso l’anno scorso.<br />
Fred sapeva che lo<br />
scorso anno su questo<br />
fiume morì un canoista, in<br />
una nicchia.<br />
Secondo tutti noi la<br />
nicchia in questione era<br />
quella del secondo<br />
passaggio difficile del<br />
fiume. La nicchia era enorme ma<br />
tutta a dx per cui non è stato<br />
difficile evitarla passando su una<br />
lingua d’acqua che scorre su uno<br />
scivolo naturale a sx e che porta a<br />
prendere la corrente a valle del<br />
nicchione. Il fiume si manteva poi<br />
bello (IV grado) fino all’arrivo ad<br />
una rapida di V seguita da<br />
passaggione di difficoltà‚ ancora<br />
superiore. Abbiamo tutti<br />
ispezionato prima, e trasbordato<br />
poi, entrambi i passaggi. La strada<br />
costeggiava il fiume sulla sua riva<br />
dx, per cui le ricognizioni le abbiamo<br />
effettuate dal lato dx. Eravamo<br />
ormai a non piu‚ di 500 metri dallo<br />
sbarco. Abbiamo TUTTI<br />
ispezionato il passaggio successivo,<br />
che non sembrava affatto un<br />
passaggio ne‚ difficoltoso ne‚<br />
spettacolare (non lo si vedrà‚ di<br />
certo sui filmini „americani‰) e che<br />
(leggi sotto)<br />
13
poteva essere considerato di III-<br />
IV. Il fiume si stringeva e passava<br />
fra due pareti di roccia, di passaggi<br />
così‚ ne ho incontrati tanti nelle mie<br />
discese. Quello che ho pensato è‚<br />
che, alla peggio, poteva capitare di<br />
girarsi fra la lingua d’acqua che da<br />
sx andava verso la riva dx, e il<br />
cuscino che accompagnava tutta la<br />
roccia a dx. A questo passaggio<br />
seguiva una breve rapida di IV che<br />
degradava a III e poi a II. Infine lo<br />
sbarco.<br />
Il primo ad effettuare il passaggio<br />
è‚ stato Gigi Rizzitelli. Dopo essere<br />
passato, Gigi è‚ entrato in morta<br />
sulla sx ed ha risalito la roccia di sx<br />
per fare sicura a tutti noi. Max è‚<br />
partito per secondo, quando Gigi<br />
era ancora probabilmente in morta.<br />
Gigi non l’ha neppure visto passare.<br />
I soccorritori ci hanno detto che<br />
sicuramente la canoa era posta<br />
trasversalmente rispetto al fiume,<br />
in pratica sotto i nostri piedi, in una<br />
specie di grotta sommersa che<br />
14<br />
NON SI VEDEVA!!!!!<br />
Ancora non riesco a capire come<br />
abbia fatto la canoa ad andare<br />
sotto e prendere la corrente che<br />
portava nella nicchia. Ho passato<br />
mezz’ora di fronte a quel punto,<br />
sulla riva di sx, il giorno successivo.<br />
Nel flusso, almeno ilprimo mezzo<br />
metro d’acqua andava dritto alla<br />
fine del passaggio.<br />
Solo l’acqua più‚ profonda poteva<br />
passare per la nicchia, nascosta<br />
chissà‚ dove sotto la schiuma bianca<br />
generata dal cuscino d’acqua. La riva<br />
di dx (quella nicchiata) era un<br />
cuscino continuo che portava verso<br />
il centro del fiume. Penso che non<br />
sarei capace di mandare sotto la<br />
canoa neanche volendo dato che non<br />
c’è un singolo punto nel quale,<br />
secondo me ciò‚ poteva avvenire.<br />
Eppure è‚ avvenuto. Ancora una<br />
volta, purtroppo, devo arrendermi<br />
all’evidenza che il dato sperimentale<br />
può‚ sconfessare la teoria (nel mio<br />
lavoro questo ogni tanto accade, ma<br />
le conseguenze sono assai<br />
meno drammatiche). Un<br />
soccorritore americano,<br />
durante le operazioni di<br />
recupero della salma, mi ha<br />
poi raccontato che lo scorso<br />
anno uno dei piu‚ esperti<br />
canoisti norvegesi è‚ venuto<br />
a vedere il passaggio. Dalla<br />
riva di dx l’ha giudicato di<br />
III grado.
Dalla riva di sx, sapendo cos'‚era<br />
successo, l’ha giudicato di V+ VI. Se il<br />
livello era sufficientemente basso<br />
qualcosa forse si poteva intuire.<br />
Durante l’inverno scorso i<br />
soccorritori hanno pure scattato<br />
foto, ma non le avevano con loro per<br />
mostrarcele e farci capire come<br />
diavolo era fatto quello<br />
stramaledetto posto. Fatto sta che<br />
nessuno ha segnalato il pericolo<br />
mortale celato sotto le spoglie di un<br />
passaggio, lasciami dire, banale che<br />
chissà quanti canoisti hanno<br />
affrontato senza conseguenze!<br />
Quel punto mortale è‚ ora segnalato<br />
dalla canoa distrutta di Max, legata<br />
ad un albero con scritte che<br />
informano sulla pericolosità‚ del<br />
passaggio, e speriamo che ora la<br />
notizia si diffonda in modo che tutti<br />
sappiano. Nessun canoista deve più<br />
percorrerlo, per quanto banale esso<br />
possa sembrare.<br />
Abbiamo chiamato i soccorsi. La<br />
polizia è‚ arrivata in forse 15 minuti.<br />
Nel giro di un’altra mezzora o forse<br />
anche molto meno sono arrivati<br />
ambulanza, elicottero e soccorso<br />
fluviale con tanto di raft,<br />
sommozzatori ed escavatore enorme.<br />
La solita guida raft americana ci ha<br />
detto che avrebbero seguito la<br />
strategia dell’anno precedente dopo<br />
che per 26 ore hanno cercato<br />
inutilmente di recuperare corpo e<br />
canoa. Max era bloccato a circa un<br />
metro, un metro e mezzo di<br />
profondità. La nicchia, trasversale<br />
a l l a<br />
parete di<br />
roccia e<br />
perciò‚ al<br />
flusso<br />
dell’acqua, era molto profonda, in<br />
pratica conteneva la canoa in tutta la<br />
sua lunghezza.<br />
Parli giustamente di ispezioni di<br />
passaggi impegnativi.<br />
Noi ABBIAMO ispezionato quel<br />
passaggio anche se di impegnativo<br />
sembrava esserci ben poco.<br />
Parli di sicure. Che dire. Si può‚ dire<br />
che avremmo dovuto mettere un uomo<br />
imbragato su di un passaggio<br />
giudicato di III grado anche quando è<br />
passato Gigi Rizzitelli. Ci si può‚<br />
anche chiedere se avremmo potuto<br />
salvare Max se egli prima di scendere<br />
avesse dato il tempo a Gigi di salire<br />
sulla roccia. La risposta a questa<br />
domanda è‚ purtroppo un secco e<br />
perentorio no.<br />
Se anche l’avessimo fatto non<br />
avremmo potuto salvare Max.<br />
Vedendo cosa accadeva ad una canoa<br />
che scompariva nel punto di massima<br />
spinta dell’acqua e non usciva,<br />
avremmo intuito la presenza<br />
15
16<br />
di qualcosa di orribilmente<br />
pericoloso la sotto e, l’uomo<br />
imbragato non si sarebbe mai<br />
buttato, cosi‚<br />
come hanno rifiutato di fare i<br />
sommozzatori poi accorsi. Se anche<br />
si fosse buttato e non fosse morto<br />
pure lui, e fosse poi riuscito ad<br />
agganciare la canoa, cosa avremmo<br />
potuto fare? Quando finalmente la<br />
canoa è‚ stata agganciata con un<br />
uncino alla maniglia posteriore dello<br />
scafo, non si è‚ riusciti a smuoverla<br />
neppure con l’uso di un paranco e con<br />
5-6 persone che tiravano, e con un<br />
escavatore che teneva la pala appena<br />
a monte della nicchia per deviare<br />
l’acqua quel tanto che si sperava<br />
servisse a diminuirne la pressione<br />
sullo scafo. L’escavatore ha dovuto<br />
avvicinarsi con la pala alla canoa fino<br />
a toccarla quel tanto che è‚ servito a<br />
smuoverla e a farle prendere la<br />
corrente che ci ha restituito la<br />
canoa e il corpo del povero Max.<br />
Quando si parla di tragiche<br />
congiunzioni astrali: Il giorno<br />
successivo è‚ venuto da noi un<br />
olandese che la sera prima era<br />
arrivato per ricordare il suo amico<br />
morto nello stesso punto l’anno<br />
precedente (l‚incidente di cui<br />
eravamo al corrente), pure lui di<br />
sabato pomeriggio, pure lui<br />
tragicamente scomparso alla vista<br />
dei suoi compagni di discesa. E’ sceso<br />
per primo e gli altri via dietro.<br />
Quando sono passati tutti hanno<br />
visto che lui non c’era e sono andati<br />
avanti tranquilli di trovarlo allo<br />
sbarco. Come Max pure lui non c’era.<br />
Non ne ricordo il nome, mi è‚ stato<br />
detto che era uno dei piu‚ forti<br />
rodeisti norvegesi.<br />
Tornando in Italia (come avremmo<br />
potuto continuare? Anche noi<br />
abbiamo immediatamente<br />
interrotto) abbiamo ricevuto la<br />
telefonata che informava che la<br />
moglie di un collega di Fabrizio è‚<br />
caduta da un sentiero in montagna ed<br />
è‚ mortaaltro segno che purtroppo<br />
viviamo una vita che ci puo‚ essere<br />
portata via in qualsiasi momento,<br />
anche in situazioni di rischio<br />
checonsideriamo ridotte.<br />
continua a pag. 21
Data: Sun, 28 Dec 2003 13:59:25 -0000<br />
Da: "lostiano" <br />
Oggetto: patatonia<br />
La Patatonia<br />
Non ero molto propenso a pubblicare questo<br />
racconto,però incoraggiato da chi già lo ha letto<br />
eccolo quà sperando vi piaccia.<br />
Con l'occasione faccio gli auguri a tutti e come<br />
dice il Fanucci “happy new river”<br />
Ecco che come vi avevo promesso,<br />
approfittando delle lunghe ore di volo<br />
di ritorno, cercherò di riassumere in<br />
breve il nostro epico viaggio in<br />
"Patatonia". Chiaramente i dettagli<br />
tecnici li lascerò a Mau.<br />
Ci ritrovammo in una grigia mattina<br />
nebbiosa tipicamente Milanese, e il<br />
che era del tutto normale, se non<br />
fosse stato per la variegata sfilata di<br />
Kajak colorati che contrastavano<br />
l'intero paesaggio.<br />
Dopo aver imbarcato le canoe sotto<br />
gli sguardi stupiti e divertiti di<br />
numerosi viaggiatori,e caricatomi<br />
anch'io a mia volta di Lexotan e di<br />
quant'altro disponeva la farmacia di<br />
turno si parte.....<br />
All'arrivo eravamo<br />
già fisicamente e<br />
psicologicamente<br />
molto provati ma<br />
questo era solo<br />
l'inizio il bello doveva<br />
ancora venire....<br />
Dopo che avevamo<br />
già perso buona<br />
parte dei bagagli a<br />
Madrid, si riparte<br />
per quella che da<br />
molti è stata<br />
definita la più grossa<br />
cazzz.... che<br />
potevamo fare e cioè attraversare<br />
tutta l'Argentina fino a<br />
Mendoza pigiati dai bagagli in un<br />
micro pulmino con carrello al seguito<br />
(di molto artigianale).<br />
Da qui in poi si susseguono svariate<br />
vicissitudini avverse, la prima non<br />
tardò molto a manifestarsi,una canoa<br />
legata malamente strusciò<br />
sull'asfalto(era notte)e si consumò<br />
come il povero ringhio di tre uomini e<br />
una gamba (ricordate il cane legato<br />
dietro l'auto?)creando un nuovo<br />
pozzetto un po' troppo avanzato.<br />
Ma niente ormai poteva fermarci,<br />
lanciati a tutta "birra"nella Pampa<br />
sconfinata dopo lunghe ore di agonia,<br />
ecco che per una sosta di ristoro ci<br />
continua a pag.20<br />
17
Mi si chiede di scrivere un articolo per l’<br />
”<strong>Arcobaleno</strong>”. Che argomento scegliere?<br />
Quest’anno, infatti, ho partecipato a<br />
molte uscite piene di stimoli e che hanno<br />
lasciato bei ricordi: i tre week-end del<br />
corso per principianti, per esempio,<br />
distribuiti tra fiumi e laguna ed<br />
arricchiti in modo particolare dalla<br />
presenza di alcuni giovanissimi amici<br />
afghani che, malgrado il loro inevitabile<br />
bagaglio di dolore, hanno portato<br />
l’entusiasmo e l’allegria della loro<br />
giovinezza e gioia di vivere contro ogni<br />
logica di guerra e violenza.<br />
Ci può essere un inno ed uno stimolo più<br />
bello alla vita ed alla pace?<br />
.... ma anche le uscite “storiche” come<br />
il carnevale o la “Per terra.... per<br />
acqua”, sono forti stimoli alla<br />
convivialità ed alla condivisione,<br />
grazie alla presenza di ognuno dei<br />
partecipanti che “lascia un po’ di sè”<br />
negli altri<br />
18<br />
Triathlon<br />
22 - 05 - 2004<br />
di Claudia Nadalin<br />
Tuttavia, io mi<br />
soffermerò sul “triathlon”, Ecco la STAFF: En<br />
perché è l’uscita che mi da<br />
sempre moltissimo. Si<br />
tratta di dare assistenza<br />
ad atleti che gareggiano in<br />
tre specialità: nuoto - bici<br />
- corsa a piedi.<br />
Nostro compito è<br />
accertarci che tutti<br />
seguano il percorso di gara<br />
in mare senza “tagli” e,<br />
soprattutto, assisterli nel<br />
caso si sentano male o<br />
perdano il senso<br />
dell’orientamento od<br />
incappino in qualsiasi altro<br />
acciacco possa capitare a<br />
chi nuota in mare aperto<br />
per 1.5 km e, come<br />
quest’anno, in condizioni meteo
sfavorevoli.<br />
Io, come kayakista, in questa<br />
occasione “sento” profondamente<br />
l’importanza del ruolo che ricopro,<br />
sento l’utilità di quello che faccio,<br />
sento la responsabilità e, nel<br />
contempo, provo ammirazione verso<br />
questi atleti che, spesso, sono<br />
ragazzi, ragazze, uomini o donne<br />
come tanti di noi che cominciano ad<br />
allenarsi un po’ alla volta , giorno per<br />
giorno, con costanza, fino ad essere<br />
in grado di partecipare a questa<br />
competizione, nella quale, più che<br />
mai, l’importante è davvero<br />
partecipare.<br />
Ecco, anch’io, sul mio kayak, me ne<br />
sento partecipe, ma, soprattutto,<br />
mi sento parte viva di un gruppo di<br />
amici, l’<strong>Arcobaleno</strong>, con cui<br />
condivido il senso di responsabilità<br />
per questa uscita e la gioia che mi<br />
viene dai tuffi in acqua che<br />
seguono, dal pasto “bramato e<br />
guadagnato” che precede e da tutti<br />
i piccoli eventi divertenti che<br />
sempre ci accompagnano “durante”.<br />
...Perciò... mi sento di cuore di<br />
ringraziare tutti gli amici che hanno<br />
partecipato con me. Grazie. . .<br />
Claudia.<br />
: Enrica, Filippo, Antonella, GianMarco, Cristina, Giorgio, Claudia,Maurizio, Renato<br />
19
20<br />
viene incontro il carrello, che perde una<br />
ruota e ci<br />
costringe ad una pausa di un paio di ore<br />
(artigianale remeber).<br />
Approfitterò di questa sosta per<br />
elencare i nomi degli audaci che hanno<br />
affrontato la mala sorte con grande<br />
umorismo e rassegnazione sono: i<br />
veterani Walter, Ale detto il bimbo,<br />
Maurizio, Alberto, Daniele, Luigi,<br />
Francesco, Marco,e io Luca come<br />
accompagnatori Gustavo, Leo,<br />
Sebastiano e il pilota Fabio.<br />
Aggiustato il tutto di nuovo si riparte,<br />
andava tutto bene(o meglio lo<br />
speravamo)fin quando il pulmino decide<br />
che anche noi dovevamo fare la nostra<br />
parte e quindi è la volta del motorino di<br />
avviamento che si rompe<br />
"SIGH"costringendoci ad ogni fermata<br />
a del sano esercizio fisico (spinta<br />
dell'automezzo sport frequente qui ma<br />
poco apprezzato dagli Europei).<br />
A questo punto<br />
anche voi vi<br />
sarete chiesti<br />
come noi del<br />
resto ma c'è<br />
qualcuno che<br />
porta sfiga? Non<br />
lo abbiamo mai<br />
scoperto, c'è chi<br />
sostiene che<br />
dipendeva molto<br />
dal fatto che non<br />
ci siamo mai fermati a chiedere la<br />
protezione del gauchito gil (misteri del<br />
sud America).<br />
Ma via, nonostante le piaghe da<br />
decubito e le occhiaie ormai giunte a<br />
proporzioni inaudite si decide di andare<br />
a dormire a 70km da Mendoza e cosi in<br />
piena cordigliera delle Ande cosa<br />
volete che potesse succedere?!?!<br />
"MURPHY ci teneva d'occhio" alle ore<br />
23 circa ecco che il pulmino ci lascia di<br />
nuovo a piedi......era finita la benzina, la<br />
stanchezza e lo sconforto avevano<br />
preso il sopravvento e<br />
l'eresie erano cosi deboli che si<br />
perdevano nel vento senza giungere al<br />
destinatario.....<br />
Non ricordo più molto di quei<br />
drammatici momenti avevo perso la<br />
fede (si ma quale? boh)<br />
(continua a pag. 28)<br />
Parco Paine (Patagonia) foro di repertorio
segue da pag.16 In questi giorni<br />
abbiamo effettuato diversi<br />
passaggi che comportavano un<br />
rischio molto superiore, ne eravamo<br />
consapevoli e abbiamo sempre fatto<br />
di tutto per abbassare la soglia di<br />
pericolosità, sotto l’attenta e<br />
precisa guida di Fred, che ha<br />
SEMPRE chiuso il gruppo e ci ha<br />
sempre descritto ciò‚ che ci<br />
aspettava come se si sentisse<br />
responsabile di un gruppo (mi<br />
riferisco a Gigi, Fabrizio ed io) che<br />
in fondo gli si è‚ volente o nolente<br />
aggregato. Eravamo poi noi a<br />
decidere se trasbordare oppure no,<br />
come è‚ giusto che sia. Gigi Rizzitelli<br />
e Renzo a turno aprivano, noi + Max<br />
nel mezzo e Fred in fondo, dal primo<br />
all’ultimo fiume. In altre occasioni<br />
mi è‚ capitato di scendere fiumi<br />
nuovi con persone che dicevano di<br />
conoscere il fiume ma che ad un<br />
certo punto scomparivano là avanti<br />
abbandonando il gruppo. Il tragico<br />
paradosso di questa vicenda è‚ che<br />
l’incidente è‚ accaduto all’interno di<br />
un gruppo ben guidato, in uno<br />
dei POCHI passaggi<br />
palesemente facili<br />
Questo è‚ il mio primo e<br />
ultimo messaggio su questa<br />
tragica vicenda. Spero di<br />
incontrarti al funerale per<br />
un ultimo abbraccio a Max,<br />
insieme Massimo<br />
Prof. Massimo Delledonne<br />
I n<br />
canoakayakitalia@yahoogroups.com<br />
, "francesco balducci"<br />
<br />
...tra l’altro ha scritto: > Max è<br />
scomparso in una nicchia alla fine<br />
del tratto del fiume Boyabreen che<br />
scende dal ghiacciaio, nei pressi di<br />
Boyum, esattamente dove era morto<br />
un canoista olandese un anno fa.<br />
Max era con un altro gruppo di<br />
canoisti che avrebbero dovuto<br />
proseguire poi la spedizione in<br />
Islanda.> Mi rendo conto che<br />
viviamo con il peso della morte<br />
addosso e ce ne accorgiamo quando<br />
perdiamo un<br />
parente o un amico. Ma nel fiume è<br />
doveroso fare<br />
tutto il possibile per evitare queste<br />
tragedie: ispezione accurata delle<br />
rapide e dei passaggi impegnativi,<br />
sicurezza ineccepibile, trasbordi se<br />
necessario e tanta tanta umiltà,<br />
anche se tecnicamente ci si sente<br />
fortissimi.....> Francesco Balducci<br />
Le foto di Max sono di repertorio, quelle<br />
nel fiume riguardano il torrente Ayasse<br />
21
Altro<br />
che Gardeland<br />
Ho sempre pensato che sforzare il<br />
mio corpo a fare imprese per me<br />
“estreme” significasse portarmi<br />
sull’orlo di una crisi di nervi, ma<br />
evidentemente non mi conoscevo<br />
abbastanza fino al 31 luglio.<br />
Per una volta mi sono fatta<br />
trascinare da Davide senza mettere<br />
troppo in discussione quest’impresa<br />
di torrentismo...”che parolone”<br />
pensavo tra me e me mentre mi<br />
preparavo psicologicamente al da<br />
farsi... scendere un fiume non in<br />
kayak, o barca... ma a piedi!!!<br />
L’impresa sembrava ardua e non solo<br />
perchè per me nuova, ma per tutti<br />
22<br />
gli imprevisti del caso che mi<br />
spaventano... e se cado? se mi<br />
rompo una gamba? se rimango<br />
incastrata?... la solita<br />
autostima barcollante! eppur<br />
eccomi quel sabato in partenza<br />
con Davide, Tito e Carmela,<br />
Federico e Katia. Viene deciso<br />
per il mio bene e di Katia di<br />
scendere sabato invece che<br />
domenica poichè era più facile<br />
per Tito&Figli “guidarci”...<br />
Bene! ora si parte... la vera<br />
difficoltà è stato vestirsi... ho<br />
dovuto chiamare rinforzi...<br />
ma dopo un’ora eccoci in 5 a<br />
scendere quella specie di<br />
sentiero per giungere<br />
all’inizio del nostro percorso<br />
sul Foce!<br />
Due ore se ne vanno tra<br />
vestirsi e scendere...il tutto<br />
ritardato a causa del mio<br />
“tartarughismo”! ma chi ha pazienza<br />
ben vien ripagato!<br />
Imbocchiamo il fiume non prima di<br />
esserci dissetati! l’acqua è gelida,<br />
ma buonissima, purissima, (mejo di<br />
levissima!) una piccola visita alla<br />
grotta da cui il fiume esce e poi... si<br />
inizia! la prima acqua che mi entra<br />
nella muta mi toglie il fiato! Ma non<br />
è solo l’acqua! Il paesaggio è a dir<br />
poco splendido, ricco di vegetazione<br />
incastonata sulle rocce che si<br />
arrampicano su su fino al cielo... Una<br />
discesa qui, una camminata lì...
una specie di tuffo... il fiume è poco<br />
più di un rigagnolo e mi sembra di<br />
essere un pesce... metto male i piedi<br />
e SDENG! male alle ginocchia! ma<br />
non è nulla... la paura è svanita<br />
appena mi sono lasciata trasportare<br />
dall’acqua limpida!<br />
il percorso tra le rocce nude e dei<br />
massoni è stimolante... Mi fido di<br />
quel che mi dicono di fare...<br />
ovviamente combinando un po’ di<br />
cavolatine e ridendo a crepapelle,<br />
anche dentro l’acqua fredda che<br />
continua a entrare e uscire dalla<br />
muta togliendomi il respiro!<br />
Il fiume si va a nascondere<br />
tra le due pareti di roccia...<br />
lo guardo e penso: ora arriva<br />
la parte dura! Tito ci invita<br />
ad entrare in quella fessura<br />
(ribatezzata dallo stesso<br />
“biiiip”) e da lì è tutto uno<br />
scivolamento unico... sembra<br />
di stare nelle grotte, ma<br />
alzando la testa ogni tanto<br />
vedo un ritaglio di cielo! sono<br />
tutta imbottita e il timore di<br />
farmi male ha lasciato spazio da un<br />
pezzo alla mia voglia di divertirmi!<br />
rocce su rocce di fronte a noi...<br />
qualche attesa sui massi... c’è da<br />
liberare la strada e sistemare il<br />
percorso per il giorno dopo... in<br />
alcuni passaggi vengo aiutata, ma più<br />
spesso provo a buttarmi da sola<br />
anche per sentirmi più forte (anche<br />
l’orgoglio purtroppo vuole la sua<br />
parte!)... mi guardo indietro e penso<br />
che se la strada più avanti fosse<br />
sbarrata sarebbe impossibile<br />
tornare alla partenza! è tutta una<br />
salita! così per non impaurirmi<br />
guardo in alto... e con Federico<br />
notiamo un raggio di sole che si<br />
appoggia su del muschio facendolo<br />
brillare di un verde irreale...<br />
Il freddo comincia ad essere tanto...<br />
ma è grazie all’atmosfera, ai colori e<br />
ai profumi di questi luoghi che<br />
riesco a sorridere ed essere felice e<br />
a non preoccuparmi delle botte che<br />
ho preso o dei tremori...<br />
“siamo quasi arrivati!” ma io comincio<br />
a essere affaticata... bisogna<br />
nuotare... sport del quale so poco...<br />
un po’ mi tirano un po’ mi spingono! e<br />
in un attimo siamo di nuovo all’aria<br />
aperta!!! dietro di noi le pareti di<br />
roccia... davanti solo acqua<br />
azzurra....Rotolo gli ultimi metri... il<br />
Foce diventa una cosa sola con<br />
l’Arzino e l’acqua sembra caldissima<br />
23<br />
(continua a pag 26)
Wed, 14 Jan 2004 13:07:<br />
Da: Federica Sbergami<br />
<br />
Ogg: info canoa francia-svizzera<br />
Da Ginevra<br />
Caro Claudio,<br />
io abito a Ginevra (non so se come<br />
zona va bene) e anche se mi sono<br />
messa a fare kayak e canoa da<br />
relativamente poco tempo, conosco<br />
diversi fiumi nei dintorni, alcuni<br />
anche molto tranquilli da fare in<br />
canadese.<br />
Visto che parli di "magia" comincio<br />
dal fiume delle fate, lo Cheran,<br />
fiume con un tratto facilissimo ma<br />
fatato ed uno un po' piu'<br />
impegnativo, credo sul<br />
terzo grado, dalle parti<br />
di Annecy (Alby-Rumilly<br />
per la precisione). La<br />
parte bassa e' davvero<br />
facile, adatta ai neofiti,<br />
ma, ti assicuro,<br />
splendida e piena di<br />
sorprese per chi ha<br />
voglia di fermarsi e<br />
andare a cercare...<br />
Unico problema la<br />
24<br />
.<br />
grave penuria d'acqua.<br />
Altro fiume magico,<br />
soprattutto se fatto in<br />
autunno, e' l'Arve, il fiume<br />
che attraversa tutta la<br />
valle di Chamonix per<br />
arrivare a Ginevra dove si<br />
congiunge con il Rhône.<br />
Fiume di classe II con<br />
alcuni passaggi di III<br />
tutti trasbordabili. Con un<br />
buon livello d'acqua (e di<br />
acqua all'inizio dell'estate ce n'e'<br />
visto che e' alimentato dai ghiacciai<br />
di Argentier) e' possibile farlo in<br />
canadese.<br />
Un altro fiume che si può' fare in<br />
canadese e' il Rhône.<br />
I tratti navigabili sono tanti. Tocca<br />
giusto fare attenzione a dove sono<br />
posizionate le numerose dighe e gli<br />
sbarramenti. Si tratta di un fiume<br />
piatto che attraversa zone<br />
paesaggisticamente molto belle,<br />
paradiso degli uccelli.
Se invece cerchi acque un po' più'<br />
movimentate (siamo sul<br />
III con dei passaggi di<br />
IV), puoi andare su Les<br />
Dranses, vicino a Thonon,<br />
sempre in Alta Savoia. Il<br />
bello di questo fiume e'<br />
che si può' fare sempre<br />
perchè' praticamente<br />
tutti i giorni la diga a<br />
monte rilascia acqua verso<br />
le dieci di mattina. Si puo'<br />
fare anche in rafting: c'e'<br />
anche un centro di rafting<br />
appena usciti da Thonon.<br />
Altri due fiumi non difficili<br />
(II-III) che io pero'<br />
conosco poco sono il Fier<br />
(Annecy) ed il Giffre (Sixt-Samoens).<br />
Vicinissimo a Ginevra c'e' la Versoix,<br />
fiume senza particolari<br />
difficolta', un po' manovriero, che si<br />
immette nel lac Leman a Versoix,<br />
appunto. In questi giorni e' in piena,<br />
ma di solito di acqua ce n'e' poca.<br />
Bisogna farlo dopo che ha piovuto<br />
tanto.<br />
Infine, se ti piacciono i vini di<br />
Borgogna, un suggerimento:<br />
campeggio nautico in canadese sulla<br />
Saône e<br />
successivo<br />
giro per le<br />
cantine<br />
della<br />
zona dove<br />
si può'<br />
avere la<br />
fortuna di<br />
incontrare<br />
d e i<br />
personaggi davvero unici. A Chalon sul<br />
Saône nel mese di luglio si tiene<br />
anche un<br />
coloratissimo<br />
festival degli artisti<br />
di strada. La Saône<br />
attraversa la città'.<br />
25
Puoi trovare<br />
informazioni<br />
p i u t t o s t o<br />
dettagliate su<br />
alcuni di questi<br />
fiumi nel sito del<br />
club di canoa di<br />
Annemasse:<br />
Come vedi ce n'e'<br />
per tutti i gusti.<br />
Resto a<br />
segue da pag. 23<br />
(scoprirò solo il<br />
giorno dopo<br />
quanto invece<br />
anche questa<br />
sia acqua<br />
f r e d d a<br />
fredda!). Un<br />
altro po’ di<br />
dondolamenti,<br />
cadute e risa ed<br />
u s c i a m o<br />
dall’acqua.<br />
Carmela quasi<br />
Silvia T. sotto la pioggia sull’Arzino<br />
26<br />
Federica Sbergami<br />
disposizione per eventuali<br />
ulteriori informazioni più'<br />
dettagliate su luoghi, punti di<br />
imbarco e sbarco e per<br />
eventuali aggiornamenti sulle<br />
condizioni dei fiumi: tel. +41<br />
78 6669173;<br />
Federica Sbergami<br />
http://www.canoekayak-annemasse.org/<br />
email:sbergam5@hei.unige.ch<br />
Davide e Silvia a bagno nall’Arzino<br />
preoccupata appena ci vede fa un<br />
sorrisone!<br />
e questo mi basta a capire che<br />
anche lei sa quello che c’è tra quelle<br />
pareti rocciose.<br />
Il ricordo di una giornata fredda,<br />
intensa e così splendida non si<br />
cancella.<br />
Sono questi attimi “speciali” a<br />
rendere magica la vita di una Silvia<br />
qualunque! Silvia Tiengo<br />
I<br />
9
E-mail<br />
del 27- 07<br />
Cara Carmela e soci <strong>Arcobaleno</strong>,<br />
sono Roberta, la moglie di<br />
Emanuele Borsetto, spero che<br />
stiate tutti bene. Emanuele ed io, volevamo scusarci<br />
per non essere stati presenti alle vostre iniziative.<br />
Purtroppo non possiamo aiutarvi nella redazione del<br />
giornalino, ma intendiamo esprimere il nostro<br />
incoraggiamento e un grazie per la vostra<br />
perseveranza. Saluti Roberta, Emanuele e Riccardo.<br />
27
28<br />
Solo che verso le due di<br />
notte dopo 26 ore di<br />
viaggio giunti nella<br />
capanna, il grande<br />
Martin per rincuorarci<br />
ci preparò una pasta che<br />
se l'avessero analizzata<br />
i chimici della vinavil, o<br />
della Bostik l'avrebbero<br />
di certo brevettata,<br />
rivoluzionando l'intero<br />
sistema (segue da pag.<br />
20) dei collanti.<br />
Finalmente si va in canoa e il primo fiume sembrava un enorme caffè e latte e<br />
noi solo dei piccoli bucaneve che spariscono e riappaiono se non si inzuppano<br />
troppo.<br />
Passati due giorni si decide per il Sud e cosi felici e ustionati dal sole si riparte,<br />
nella mitica ruta 40, strada poco frequentata visto la quantità di pezzi ancora a<br />
sterro, che affrontammo a velocità smodate che toccarono anche i trenta km<br />
h.<br />
La Patagonia si estende a vista d'occhio e non si vede mai la fine, lunghi rettilinei<br />
che si perdono nel nulla (di sicuro le curve qui non sono una causa di mal d'auto)<br />
e intanto una quantità di rapaci ci osserva dall'alto .....<br />
A Sud sempre più a Sud , passato con buoni voti il controllo bromatologico, con<br />
relativa schizzata sulle gomme di non si sa che cosa, si giunge ad Allumine,<br />
posto sperduto ma con un<br />
fiume che io<br />
reputo “the best”, molto<br />
più divertente ed<br />
estremamente<br />
impegnativo è un suo<br />
affluente il" rio Conciha"<br />
ma raro che si
possa trovare acqua per tutti....e qui si<br />
apprendono anche nuovi vocaboli<br />
spagnoli "come me pongo "ci farà<br />
ridere per tutto il resto del viaggio.<br />
E giù ancora più a Sud fino a Bariloche<br />
qui il paesaggio cambia radicalmente, e<br />
sembra di essere di nuovo in Italia,<br />
tutto è verdeggiante con laghi e fiumi<br />
che si incastonano perfettamente fra<br />
i monti e le colline.(scusate ma quassù<br />
c'è una turbolenza e io mi sono<br />
dimenticato gli stordisci mente nel<br />
bagaglio che è nella stiva<br />
cazzzzzz....sudo copiosamente, scrivo<br />
con un asciugamano che avvolge<br />
la penna, la mia faccia e tutt'uno con il<br />
poggia testa bianca come una rapida di<br />
quinto e più, se leggerete queste<br />
pagine vuol dire che sono salvo, se<br />
no......ho perso del tempo prezioso, che<br />
potevo impiegare a cercare di circuire<br />
l' hostess entrando nel club dei<br />
diecimila metri.<br />
Ciao da Luca<br />
P.S.<br />
A parte tutte le disavventure,sono<br />
felice di questo viaggio, ho conosciuto<br />
e vissuto con grandi personaggi,<br />
pionieri del nostro amato sport.<br />
E sono sempre più convinto che il<br />
canoista è uno strano individuo,che<br />
riesce a sopportare con grande<br />
disinvoltura mille disagi, e che solo la<br />
semplice vista di un fiume gli fa<br />
dimenticare i problemi e già con la<br />
mente immagina favolose rapide<br />
dietro quella curva e paesaggi<br />
mozzafiato.<br />
Strano, davvero strano, ma non<br />
possiamo farne a meno vero?<br />
Un caloroso saluto a tutti coloro che<br />
hanno partecipato a questa fantastica<br />
avventura, e le loro consorti, che sono<br />
state cosi pazienti con questi eterni<br />
sognatori.<br />
Per gli altri spero possano tutti un<br />
giorno fare una simile esperienza<br />
(magari viaggiando più comodi<br />
ahahaha)<br />
29
Corso di<br />
kayak<br />
per principianti<br />
PROGRAMMA DETTAGLIATO<br />
DEGLI INCONTRI<br />
Sabato 14 Agosto, ore 9:<br />
appuntamento in deposito, in via<br />
Delle Barene, 50, a Campalto, per<br />
caricare kayak da mare e da fiume e<br />
l’equipaggiamaento relativo su<br />
carrello e furgone.<br />
Ore 11: ritrovo presso il piazzale<br />
degli alpini al laghetto di Quinto di<br />
Treviso<br />
Poi…: esercizi di equilibrio,<br />
bilanciamento, rovesciamento e<br />
risalita sul kayak dapprima senza<br />
pagaia, successivamente con la<br />
pagaia. – uso della pagaia per<br />
equilibrarsi, per avanzare, per<br />
curvare e per arretrare, in acqua<br />
calma ed in acqua limitatamente<br />
corrente su un kayak da mare e su<br />
kayak da fiume. Specificando:<br />
attraversamento del laghetto fino<br />
all’immissione del fiume Sile, risalita<br />
e discesa di un piccolo tratto di<br />
30<br />
14-15, 21-22, 28-29<br />
AGOSTO 2004<br />
questo, sia con kayak da mare<br />
che con kayak da fiume.<br />
Si prevede di rientrare nel<br />
tardo pomeriggio: il pranzo è al<br />
sacco, in orario da concordare<br />
sul posto, ed è possibile<br />
“grigliare” il proprio cibo.<br />
Domenica, 15 Agosto, ore 11:<br />
appuntamento presso l’area<br />
golenale S. Barbara alla base<br />
della centrale elettrica di<br />
Nervesa della Battaglia (TV), sul<br />
Piave.<br />
Successivamente: ripresentazione<br />
dei fondamentali esposti il giorno<br />
prima ed applicazione degli stessi in<br />
corrente più veloce ed in presenza di<br />
ostacoli naturali (massi ed alberi)? –<br />
breve discesa del Piave da Nervesa a<br />
Ponte della Priula.. Pranzo e ritorno<br />
con le modalità del giorno prima.<br />
Sabato, 21 Agosto, ore9:<br />
appuntamento in deposito per<br />
caricare i mezzi nautici.<br />
Ore 11: ritrovo a valle del ponte<br />
sulla strada che da Trichiana porta a<br />
Bribano, riva sx.<br />
Successivamente: discesa del tratto<br />
di Piave Trichiana-Campo (S.<br />
Giustina TV) – Se Il Piave è scarso di<br />
acqua ci spostiamo a Bribano e<br />
discendiamo il tratto del Mis-<br />
Cordevole da Bribano a Campo.<br />
Durante la discesa si effettueranno<br />
esercizi di nuoto in corrente di<br />
recupero di un kayakista “a bagno”<br />
fo
con la corda da lancio, di reattività in<br />
caso di “incravattamento”.<br />
Pernottamento in tenda a Campo.<br />
Cibo personale e griglia disponibile…<br />
Auspicabile la presenza di chitarre …<br />
e di voci.<br />
Domenica 22 Agosto…sveglia ad<br />
libitum… colazione smobilitazione del<br />
campo ecc….<br />
Ore 11: discesa dei fiumi Mis,<br />
Cordevole e Piave da Piz a Campo.<br />
Poi: grigliata il più possibile<br />
“partecipata”… rientro con<br />
sistemazione<br />
deposito.<br />
del materiale in<br />
Martedì,24 Agosto,<br />
ore 19 (per chi può)<br />
presso il deposito<br />
di via Delle Barene<br />
per una<br />
“bruschettata”<br />
o f f e r t a<br />
dall’Associazione<br />
Canoistica<br />
<strong>Arcobaleno</strong> – Ore<br />
21: lezione teorica<br />
sul kayak da mare<br />
e da fiume con<br />
videoproiezioni. –<br />
Ripasso di alcuni<br />
“nodi”<br />
utili.<br />
altamente<br />
Sabato, 28 Agosto,<br />
ore 8:<br />
appuntamento in<br />
deposito per<br />
caricare<br />
materiale.<br />
il<br />
Arrivo al Kamp<br />
Hossaini (afgano)<br />
Koren di Kobarid (Slovenia) verso<br />
mezzogiorno – Pranzo, cena e<br />
colazione al sacco con la griglia<br />
sempre disponibile –Il camping è<br />
provvisto di Bar- ristoro– Nel<br />
pomeriggio, discesa di un tratto del<br />
Soça a valle di Kobarid.<br />
Pernottamento in tenda.<br />
Domenica, 29 Agosto:<br />
sveglia, colazione. Ecc….<br />
Ore 11: discesa del tratto di Soça<br />
Boveç-ponte di Log Cezsoçi- Poi:<br />
grigliata e ritorno in Italia<br />
31
di Massimo Pardi<br />
Barca dell’<strong>Arcobaleno</strong> (dono di Piero B.)<br />
usata da Massimo e compagno per il loro<br />
viaggio in Croazia<br />
32<br />
Sarà capitato anche a voi di<br />
trascorrere una avventura diversa<br />
dal solito, una situazione che vi<br />
cambia il punto di vista, o che vi<br />
affascina al punto tale che<br />
l’obiettivo è quello di replicarla.<br />
Tutto iniziò con la piccola barca<br />
a vela dell’associazione di canoa<br />
<strong>Arcobaleno</strong> ormeggiata a passo<br />
Campalto. Lì da molto tempo, in<br />
disuso, sembrava che cercasse un<br />
volontario per portarla fuori. Così,<br />
un giorno, in due decidemmo di<br />
provare ad utilizzarla. Ricordando<br />
qualche corso di vela scaricato da<br />
Internet, qualche articolo di<br />
giornale, qualche libro letto in<br />
biblioteca, partiamo dall’isola di<br />
Campalto e, non senza qualche<br />
difficoltà,<br />
riusciamo a veleggiare attorno<br />
all’isola.<br />
L’entusiasmo si allarga, così da<br />
passare a qualcosa di più grande: un<br />
viaggio in Croazia in barca a vela. Si<br />
parte da Caorle, navigando verso le<br />
coste della Croazia per trascorrere<br />
una settimana da “navigatori” lungo<br />
le coste dell’Istria.<br />
La partenza promette bene; l’aria è<br />
così limpida che già a poche miglia<br />
dalla costa si può ammirare un<br />
panorama stupendo: la costa italiana,<br />
i monti a ridosso della costa, il golfo<br />
di Trieste, e le coste montuose<br />
dell’Istria. Un panorama a 180 gradi<br />
mozzafiato, tutto sembra così<br />
vicino, sembra di poter arrivare in un<br />
attimo in qualunque luogo. Ed in<br />
mezzo al mare, immersi in un blu<br />
intenso, ci spinge il vento; solo il<br />
rumore del vento sulle vele, il<br />
battere delle onde sullo scafo e<br />
qualche gabbiano stridente che ci<br />
scambia per un peschereccio.<br />
La settimana prosegue tra miglia e<br />
miglia di navigazione, di ormeggi in<br />
rada o sui porti, di pratica con le<br />
vele, di nomi barcaioli difficili da<br />
ricordare (perché una “corda” è<br />
diversa da una “cima”?).<br />
Ch
E tra un “drizzare la randa” e un “cazzare il<br />
fiocco” le sorprese non mancano: all’orizzonte<br />
si nota un movimento diverso. Non sono onde.<br />
Ci avviciniamo. E’….un branco di delfini mostra<br />
elegantemente la pinna dorsale fuori<br />
dall’acqua, alcuni si esibiscono con la coda, altri<br />
emettono il suono tipico dei cetacei. Ci<br />
avviciniamo, con discrezione, ma il branco non<br />
sembra essere curioso. Così come sono<br />
apparsi, scompaiono, e il mare ritorna ad<br />
essere calmo, piatto, tranquillo, quasi<br />
monotono.<br />
Quell’incontro ha messo un nuovo obiettivo<br />
nella navigazione: sguardo attento in tutte le<br />
direzioni per avvistare altri delfini. E il giorno<br />
dopo fummo ripagati: un secondo incontro con<br />
un altro branco, questa volta più numeroso,<br />
soddisfa la nostra voglia di questo contatto<br />
diretto con la natura.<br />
Uno sguardo al mare ed uno alla costa. Quali<br />
colori, quali paesaggi offre la costa istriana.<br />
Quei paesi incastonati sulle baie, aggrappati<br />
sulle montagne scoscese, di case variopinte e<br />
che molto ricordano angoli di Venezia. Ecco<br />
che arrivare dal mare da un gusto e un senso<br />
diverso: viene subito in mente che quella vista,<br />
quelle baie, quelle case, quelle chiese, quel<br />
panorama, è lo stesso che nei secoli passati i<br />
pescatori, i navigatori, ammiravano ad ogni<br />
arrivo al porto. Arrivare in porto a Rovigno ad<br />
esempio è sicuramente una perla; quelle case<br />
costruite sulla montagna scoscesa,<br />
direttamente sul mare, tutte con colori<br />
diversi.<br />
E come dimenticare le notti passate in baia,<br />
con la barca all’ancora, in queste verdeggianti<br />
baie riparate da isole, dove l’acqua è calma e<br />
tranquilla. E’ istintivo tuffarsi dalla barca e<br />
godere di questo panorama, quasi vien voglia di<br />
stare in acqua e riposare lì. Poi, una cena<br />
33
L’ombra nel paesetto<br />
tutti insieme sul pozzetto della barca,<br />
con le stelle che fanno da contorno e la<br />
luna che sostituisce le lampade. E come<br />
non farsi rapire dal fascino di una serata<br />
limpida e luminosa, vedere e riconoscere<br />
tutte le stelle del cielo, sembra quasi di<br />
toccarle….ma no, troppo distanti.<br />
Decidiamo di dormire, ma sul tetto della<br />
barca, tanto, ci sarà tempo per dormire<br />
al chiuso, ora che si può, meglio, molto<br />
meglio,<br />
avere<br />
questa<br />
“coperta<br />
di stelle”.<br />
D o v e<br />
siamo<br />
o r a ?<br />
Facciamo<br />
il punto<br />
nave! Ed<br />
ecco, due<br />
volontari<br />
armati di<br />
34<br />
Il Faro<br />
strumenti sofisticati<br />
(?) tentare di capire<br />
dove siamo. Prendiamo i<br />
punti di riferimento,<br />
tracciamo la rotta sulla<br />
carta e voilà! Potremmo<br />
essere in 3 posti<br />
differenti, ma distanti<br />
almeno 30 km l’uno<br />
dall’altro…c’è qualcosa<br />
che non funziona.<br />
Saranno gli strumenti?<br />
Saranno i 2 volontari?<br />
Comunque meglio<br />
affidarsi al capitano…ne sa qualcosa più<br />
di noi.<br />
Ma…che succede? Al mattino la barca<br />
dondola….è il vento. Un vento forte ci<br />
sveglia al mattino del ritorno. Ci<br />
preoccupiamo un po’ per il tempo, il mare<br />
non promette nulla di buono. Ma partiamo<br />
lo stesso (che “lupi di mare” saremmo<br />
altrimenti…).<br />
Per salpare dal molo, è indispensabile
seguire una sequenza di operazioni:<br />
1) accendere il motore<br />
2) lasciare la cima di poppa a dritta<br />
3) lasciare la cima di poppa a<br />
sinistra<br />
4) lasciare il gavitello di prua<br />
5) motore al minimo in avanti e<br />
attenti a non urtare le altre<br />
barche.<br />
Tra il punto 4 e il punto 5, manca<br />
una operazione fondamentale, che<br />
noi, da bravi “lupi di mare” ci<br />
stavamo dimenticando: staccare il<br />
cavo dell’energia elettrica dalla<br />
colonnina del molo. Dicono che non è<br />
simpatico, né ammesso strappare la<br />
colonnina del molo e trascinarla per<br />
alcune miglia nel mare. Non si può.<br />
Staccata anche la spina: si parte! E<br />
si balla; le onde sono alte, ma non<br />
impossibili, assicuriamo tutto sotto<br />
coperta, e non rischiamo di farci<br />
male. Ma più ci avviciniamo<br />
all’Italia, più il tempo migliora e il<br />
mare si tranquillizza. Meglio.<br />
Drizziamo le vele, e andiamo con il<br />
vento, in poco tempo raggiungiamo<br />
le coste italiane. Ormeggiamo la<br />
barca, la assicuriamo alle corde ...<br />
pardon .. . le cime, e ce ne torniamo<br />
a casa, non senza un po’ di nostalgia<br />
per la bella esperienza vissuta in<br />
questa settimana. E ci promettiamo<br />
di replicarla, ma anche di imparare<br />
meglio a governare una barca a vela,<br />
armeggiando meglio tutte quelle<br />
corde….CIME HO DETTO CIME!!!<br />
Massimo Pardi e amico<br />
35
Prossimi appuntamenti<br />
AGOSTO:<br />
1-15 EYGLIERS (FRANCIA)<br />
Raduno Internazionale Estivo- Valle della Durance: campeggio<br />
per Kayakers in Vacanza;opportunità di scendere ogni giorno<br />
fiumi in sicurezza tramite l’assistenza delle Guide fluviali<br />
14-15/8<br />
21-22/8<br />
28-29/8<br />
messe a disposizione dalla FICT a cui siamo affiliati.<br />
Corso di Kayak per principianti<br />
tre Week-end per fiumi e mare (vedere programma)<br />
dal 16"al 22 Valle dei Mocheni"Settimana di kayak e bici<br />
(vedere programma nel sito www.arcocanoa.org o<br />
telefonare GIORGIO FERNETTI 347444530)<br />
28-29 Soçia percorsi del fiume facili e difficili per corsisti ed<br />
esperti. Si raccomanda portarsi i documenti di identità Siamo in<br />
Slovenia<br />
SETTEMBRE:<br />
3-4-5 (Germania) a Leipzig sul fiume Weisen-Elster<br />
e Pleise Discesa per sole donne in canoa canadese<br />
5 Laguna di Marano (VE) si aderisce all’ organizzazione<br />
della compagnia del Palùo info Alessandro Corso 043157056<br />
12-19 pagaiata in mare forse a Kerso x interessati 041900591<br />
26 Brenta da S.Gaetano a Campolongo<br />
OTTOBRE:<br />
24 Escursione in laguna Sud fino al Cason Barenon, dove si<br />
cuociono castagne e Zucche sulla griglia e si beve “el<br />
Grinton” Si costeggiano le valli da pesca e i relativi<br />
casoni Figheri e Zappa<br />
NOVEMBRE:<br />
28 ore 19 ASSE M B L E A e festa<br />
al C.Valentino del Villaggio Laguna di Campalto Venezia