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Arcobaleno 2004.qxd - Arcocanoa

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arcobaleno<br />

Notiziario dell Associazione Canoistica <strong>Arcobaleno</strong><br />

n<br />

C/o Pamio Tito & Carmela Olivieri via Bagaron 42/1 30030 Campalto ve c.F. 90027640276 tel. 041900591<br />

E-mail:pamio@ net24.it www.arcocanoa.org<br />

1<br />

Vi chiederete<br />

perché su un<br />

giornalino di kayak<br />

compare il ricordo di<br />

questo anniversario.<br />

Il mondo della canoa e<br />

di mille altre cose piacevoli<br />

é bello ed interessante solo se<br />

alcune scelte basilari ti<br />

permettono di viverlo.<br />

Un giorno, era il maggio del<br />

89, ho sentito per televisione<br />

la notizia della manifestazione<br />

in piazza Tien’an men, fatta<br />

dagli studenti e dai giovani in<br />

genere, per ottenere, anche in<br />

Cina, un minimo di democrazia.<br />

Deng Xiaoping voleva<br />

reprimere la manifestazione<br />

con la forza del suo esercito, i<br />

soldati però dissero che non<br />

potevano rivolgere le armi<br />

contro i propri figli e la<br />

repressione non si attuò.<br />

Questa notizia mi sembrò la<br />

più bella del mondo ed<br />

esultando esclamai:<br />

- P e r<br />

AGOSTO 2004<br />

merito<br />

d i<br />

Oggi, 4 giugno, 15° anniversario del<br />

massacro di 7000 (ma si pensa molti<br />

di più) studenti universitari e gente<br />

comune che manifestavano in modo<br />

pacifico in piazza Tien’ an men....<br />

Chiedevano nella Cina di Deng<br />

Xiaoping una democrazia...<br />

una<br />

società<br />

dove accadono<br />

queste cose mi<br />

verrebbe voglia di fare un<br />

altro figlio. Dopo circa 15-20<br />

giorni però Deng Xiaoping e<br />

gli uomini di potere ordinarono<br />

ad un esercito fatto da soldati<br />

mercenari, di lingua<br />

sconosciuta agli studenti della<br />

piazza, di liberare la piazza.<br />

Passarono con i carriarmati<br />

sugli studenti inermi privi di<br />

armi massacrandone circa<br />

7000. con i cingoli dei<br />

carriarmati e colpi di cannone.<br />

Tengo ancora nel cuore questi<br />

fatti, e il mio incontrarvi e<br />

uscire assieme per fiumi<br />

lagune o mare ha senso solo<br />

tenendoli nella memoria, per<br />

anticipare nel mio ambiente<br />

quelle linee che potrebbero<br />

deviare attualmente la società<br />

fino a questo punto. Carmela<br />

Olivieri


Associazione<br />

Il deposito è in via delle Barene 50/b ed è provvisto di spazi che lo<br />

rendono atto anche ad organizzare incontri. E’ provvisto anche di una<br />

piscina per imparare l’eschimo.<br />

Per iscriversi rivoolgersi in sede ai numeri sopra citati<br />

Quota di iscrizione 23 € più, per 8 uscite giornaliere, 6<br />

€ alla giornata dopo di che non si paga altro.<br />

Chi volesse uscire durante la settimana basta che telefoni in sede<br />

per prendere accordi.<br />

Nei pomeriggi del venerdì e del sabato i soci possono<br />

venire per sistemare, pulire aggiustare Kayak mute... il materiale in<br />

genere (specie nei periodi che precedono le uscite associative.<br />

I referenti per il deposito sono:<br />

Tito 041900591 cell:3287661202<br />

Renato 041901146 cell:3381437880<br />

Per le uscite week-end provvedersi di tenda e tutto ciò che occorre<br />

per dormire<br />

2<br />

Canoistica<br />

<strong>Arcobaleno</strong><br />

Con sede in via Bagaron, 42<br />

c/o Pamio Tito & Carmela<br />

Tel: 041 900591 cell: 328 7661202<br />

E-mail: pamio@net24.it<br />

sito internet: www.arcocanoa.org<br />

La finalità dell’associazione è vivere<br />

nel rispetto dell’ambiente e delle persone<br />

con cui si intesse rapporti di condivisione e<br />

convivialità.


Quel giorno in<br />

Piazza<br />

Tien An Men<br />

Questa è l’unica foto su internet della<br />

piazza in quel evento. Qualcuno ha<br />

spiegato che chi ha fatto le foto della<br />

piazza in quei giorni, le tiene<br />

nascoste perchè, i giovani supestiti,<br />

non vengano identificati da quelle<br />

criminali autorità. Carmela<br />

C’ero anch’io, quel giorno, in piazza<br />

Tien An Men, a Pechino. Era il 4<br />

giugno 1989. Ero andata per vedere,<br />

ero una studentessa all’epoca. La<br />

piazza era stracolma di ragazzi<br />

seduti per terra; erano tantissimi,<br />

erano venuti da diverse città’ vicine<br />

e lontane, erano tutti li’, seduti per<br />

terra, aspettavano. Aspettavano la<br />

risposta alle loro richieste, alla loro<br />

voglia di cambiamento, di libertà.<br />

Aspettavano che le promesse si<br />

avverassero, che il comitato dei<br />

membri del governo, con il quale<br />

avevano dialogato, desse seguito<br />

alle promesse. Ma le promesse<br />

rimasero solo parole al vento, e loro<br />

si sedettero per terra quel giorno, e<br />

iniziarono un pacifico sciopero della<br />

fame. Erano centinaia di migliaia di<br />

ragazzi li’, seduti, con i loro sogni e<br />

la loro voglia di cambiamento,<br />

erano pacifici; si sentivano nel<br />

giusto e non avevano nessun<br />

arma se non quella dei loro<br />

sogni. Arrivarono di<br />

pomeriggio, con i Tank e le<br />

divise dell’esercito,<br />

non riuscivano ad<br />

entrare da nessun<br />

accesso alla piazza,<br />

da quanto questa<br />

era stracolma di<br />

ragazzi con il<br />

sorriso sulle labbra e la loro vita<br />

davanti; avevano l’ordine di fare<br />

“pulizia”, ci impiegarono 4 ore, ma la<br />

fecero…lasciando sul selciato solo<br />

l’odore del sangue di tantissimi sogni<br />

uccisi che mai nessuno saprà a<br />

quanti sorrisi appartenessero. Erano<br />

migliaia in quel giorno, in piazza Tien<br />

An Men a Pechino, che chiedevano il<br />

diritto di vivere la loro vita, in<br />

liberta’. Tantissimi la finirono in<br />

quel luogo, tanti altri la passarono<br />

dietro una grata per una decina<br />

d’anni, tanti ancora osservano il sole<br />

che sorge dallo spioncino di quella<br />

stessa cella ed altri ancora, fuggiti<br />

e rifugiati in altri paesi, non<br />

vedranno mai più’ il sole sorgere<br />

nella loro patria. (testimonianza)<br />

google “Stelle stelline”<br />

http://www.albeforum.net/piazza_tien_an_men.htm 3


DISCESA DEL<br />

BRANCOLO & PAGAIATA<br />

“TRA”I DUE CASTELLI<br />

Duino e Miramare (TS)<br />

(3-4 luglio)<br />

di Chiara Cosmo<br />

4<br />

Dal preciso<br />

momento in cui<br />

Carmela mi ha<br />

chiesto di scrivere,<br />

ho pensato a cosa<br />

sarebbe stato più<br />

a d e g u a t o<br />

sottolineare di<br />

questi due giorni<br />

ricchi di emozioni e<br />

di quelle sensazioni<br />

che non si provano<br />

quotidianamente.


Chiara Francesco (dietro la Chiara) Filippo Antonella e Claudia<br />

Tutto ha avuto inizio sabato quando<br />

Tito, Carmela, Filippo, Giorgio,<br />

Antonella ed io siamo andati a Lido di<br />

Panzano per percorrere una parte del<br />

fiume Brancolo. Lì abbiamo conosciuto<br />

Floriano, con un kayak progettato da<br />

lui, due simpaticissimi signori inglesi,<br />

di cui purtroppo non ricordo il nome e<br />

Dario.<br />

La discesa del<br />

Brancolo è<br />

s t a t a<br />

suggestiva e<br />

non complicata<br />

( c o s a<br />

Floriano<br />

importantissima per noi “principianti”).<br />

In alcuni punti l’acqua era limpidissima<br />

e lasciava intravedere sul fondale i<br />

“non ti scordar di me”. Era gelata, ma<br />

qualche temerario è riuscito ad<br />

entrarci e a starci per pochi minuti.<br />

E’andato tutto bene, pagaiare tra le<br />

canne ed incastrarsi tra esse è molto<br />

bello ma provare a<br />

evitarle può<br />

servire per<br />

imparare a<br />

manovrare il<br />

kayak!<br />

Così ho imparato<br />

una prima cosa.<br />

Finito il giro ci<br />

siamo recati su un “parco attrezzato”<br />

per passare la notte. Era uno splendido<br />

prato con alberi da frutto e una<br />

costruzione in pietra per accendere il<br />

fuoco e per sedersi attorno ad esso.<br />

Davanti al fuoco abbiamo<br />

Dario e Tito parlano con Floriano<br />

chiacchierato, mangiato, bevuto vino e<br />

pompelmo. Poi siamo andati a dormire,<br />

alcuni in furgone, altri in tenda e altri<br />

sotto le stelle!!<br />

La mattina<br />

seguente ci<br />

h a n n o<br />

raggiunto<br />

C l a u d i a<br />

direttamente<br />

da un motor<br />

a d u n o ,<br />

Giacomo e<br />

5<br />

Renato riprende a pagaiare


Renato per<br />

la prima<br />

volta senza<br />

n a v e<br />

d’appoggio!<br />

Così siamo<br />

entrati nei<br />

nostri<br />

kayak e<br />

Claudia<br />

abbiamo<br />

incominciato il giro. Il vento non era<br />

a favore e questo non ci ha permesso<br />

di arrivare fino a Miramare, ma<br />

l’acqua era splendida e così anche le<br />

spiagge! Ci siamo divertiti tanto e ci<br />

hanno fatto compagnia tante<br />

meduse larghe mezzo metro. Credo<br />

che una di queste stia ancora<br />

nuotando un tantino stordita dal<br />

momento che si è presa una mia<br />

involontaria pagaiata sulla testa!<br />

Abbiamo fatto il bagno in una<br />

spiaggetta dopo il castello di Duino.<br />

Là l’acqua era tanto trasparente e si<br />

vedevano i sassi sul fondale.<br />

Scenario ottimo per fare una<br />

simulazione di salvataggio in mare!<br />

Così il malcapitato Filippo, che stava<br />

per annegare, è stato salvato da<br />

Tito. Io ho osservato le manovre<br />

attentamente…<br />

Così ho imparato una seconda cosa.<br />

All’ora di pranzo ci siamo spostati in<br />

un’altra spiaggia e abbiamo mangiato<br />

sul molo. Poi siamo ripartiti. Dal<br />

momento che all’andata il vento era<br />

contrario, speravo di trovarlo a<br />

favore al ritorno. Invece non è stato<br />

così. Siamo ritornati al punto di<br />

partenza facendo slalom tra le<br />

barche ancorate in mare e fra<br />

quelle che sfrecciavano a enorme<br />

6<br />

velocità noncuranti dei nostri poveri<br />

kayak che avanzavano lentamente.<br />

Alla fine della pagaiata c’è stata una<br />

doccia rivitalizzante offerta<br />

dall’Associazione Canoa e Kayak di<br />

Monfalcone. Ammetto di aver fatto<br />

molta fatica per arrivare alla fine,<br />

per fortuna Carmela mi è stata<br />

vicina e nel momento di maggiore<br />

“sconforto” mi ha detto una cosa<br />

importante: “Pagaiare è come<br />

camminare per arrivare ad una meta:<br />

si fa un passo per volta, l’importante<br />

è non fermarsi mai”. Penso che sia<br />

così per tutte le mete da<br />

raggiungere nella vita…<br />

Così ho imparato una terza cosa.<br />

In questi due giorni ho capito che<br />

pagaiare a volte<br />

costa fatica,<br />

che non sempre<br />

la corrente è a<br />

favore, ma ho<br />

anche capito<br />

che solo in quei<br />

Floriano<br />

momenti ci si<br />

confronta con<br />

se stessi e ci si rende conto che<br />

accanto ci sono persone disposte ad<br />

aiutarti ed a tirarti su di morale!<br />

Chiara Cosmo<br />

Chiara e Filippo


fontana sul’isola della Cura<br />

L’Archeo<br />

uscita<br />

Leggende in restauro<br />

di Francesca Faraon<br />

<strong>Arcobaleno</strong> per due giorni in laguna.<br />

La laguna di Venezia è uno dei posti<br />

più affascinanti della terra.<br />

E’ innanzitutto misteriosa: molte<br />

sue parti non sono facilmente<br />

esplorabili da qualsiasi turista e così<br />

capita di trovarsi soli, un gruppo di<br />

canoe, in uno spettacolo naturale<br />

mozzafiato.<br />

E’ bellissima, perché offre a noi<br />

pagaiatori situazioni strabilianti:<br />

l’intricato ma armonioso gioco dei<br />

ghebi, le reti da pesca sospese sopra<br />

le nostre teste come veli, le<br />

costruzioni e i resti di un passato più<br />

o meno lontano, i salti dei cefali<br />

davanti, dietro e dentro la canoa.<br />

Torcello: il ponte del diavolo<br />

E’ un po’ traditrice: la marea<br />

furbetta può lasciare tra le<br />

sabbie mobili anche i più<br />

volonterosi e se si sgarra di<br />

un’ora…quelli in canoa doppia sono<br />

spacciati!<br />

Protettiva, la laguna, offre<br />

sempre un ristoro tra le erbe<br />

alte dove mangiare panini e<br />

melone vicino a una fonte d’acqua.<br />

E’ accogliente, tanto che nel<br />

verde di un’isoletta nasconde un<br />

vecchio forte che offre ai<br />

canoisti affaticati una grigliata –<br />

alla quale sono stati abituati e<br />

oramai non sanno rinunciare –<br />

risate, camomilla e una russata in<br />

compagnia.<br />

Venezia sa renderti<br />

protagonista: tra i canali di<br />

Burano anche una breve fila di<br />

canoe sembra una parata!<br />

E’ un po’ costosa…prova a chiedere<br />

sardee in saor per un ciurma<br />

affamata…<br />

A volte ha bisogno di qualche ritocco.<br />

Il ponte senza parapetto più famoso<br />

di Torcello, che... si narra essere<br />

stato costruito in una notte dal<br />

diavolo in persona, forse nelle<br />

sembianze di un gatto, ora è tutto<br />

impacchettato.<br />

Anche le leggende vanno in restauro.<br />

7


da “Il Gazzettino del 10 giugno 2004<br />

MOSE UNA<br />

”MACHINA””<br />

CALATA<br />

DAL CIELO<br />

dell’architetto Giulio Loris<br />

Gli antichi Greci, nelle loro<br />

rappresentazioni teatrali, avevano l’usanza di mettere in scena<br />

delle tragedie talmente complicate, ricche di intrighi,uccisioni e<br />

colpi di scena che alla fine della rappresentazione la trama<br />

diventava incomprensibile ed era necessario far comparire un<br />

attore, che rappresentava un dio con il compito di riassumerla e<br />

spiegarla al pubblico. L’attore era calato sul palco dall’ alto grazie<br />

ad un macchinario di grande effetto scenico e veniva chiamato dai<br />

Romani “deus ex machina”. Da questo deriva il modo, ancora<br />

attuale, di dire deus ex machina per identificare un entità o<br />

persona, in grado di risolvere le situazioni più complesse e intricate<br />

grazie alla sua superiorità ed essenza divina. Nello scenario<br />

veneziano complicato per antonomasia, a causa del precario<br />

equilibrio storico-artistico-ambientale, e assimilabile per molti<br />

versi ad una lunga trama millenaria,<br />

sembra che sia accaduto il contrario: un deus più onnipotente che<br />

divino, ha calato nella scena una “machina” grandiosa,imponente e<br />

costosa che anziché districare le problematiche crea ancora più<br />

confusione di quanta ne esisteva già, senza, a mio modesto parere,<br />

risolvere alcun problema. Nella metafora la “machina” rappresenta<br />

il progetto per la salvaguardia di Venezia dalle acque alte (il Mose)<br />

ed il” deus” l’apparato decisionale politico e tecnico.<br />

8 La funzione della “machina” stando alle informazioni di dominio


pubblico, é quella di<br />

salvaguardare Venezia dalle<br />

maree superiori ai 110 cm. In<br />

prima battuta, il modo in cui<br />

agisce è abbastanza semplice da<br />

capire: paratie sommerse,<br />

posizionate nelle bocche di<br />

porto, si elevano in<br />

caso di maree<br />

eccezionali. Ma<br />

saranno sufficenti ?<br />

Mi sembra logico<br />

pensare che la<br />

“machina” funzioni<br />

contro le maree<br />

indotte dal vento e<br />

dalle forze di<br />

a t t r a z i o n e<br />

astronomiche (fasi<br />

lunari) ma, a quanto<br />

mi risulta, queste<br />

sono solamente due<br />

delle concause<br />

dell’acqua alta.<br />

E non mi è chiaro come venga<br />

risolta una serie di<br />

problematiche come la continua<br />

manutenzione necessaria per<br />

mantenere in funzione le parti<br />

mobili o l’inevitabile<br />

riempimento delle sedi delle<br />

paratie con la melma del fondale<br />

quando saranno in esercizio. Se<br />

non fosse previsto un rimedio,<br />

una volta finita l'alta marea, le<br />

paratie, trovando la loro sede<br />

occlusa, rimarrebbero<br />

parzialmente sollevate<br />

provocando vortici notevoli con<br />

chissà quali conseguenze. Basti<br />

pensare che un piccolo pennello<br />

trasversale<br />

sulla diga di<br />

Pellestrina<br />

ha dato<br />

origine alla<br />

fossa più<br />

profonda<br />

dell’alto<br />

Adriatico.<br />

Sia chiaro<br />

che quanto<br />

scritto<br />

rappresenta solo una serie di<br />

dubbi per cui chiedo<br />

chiarimenti. Dunque ponendo<br />

che la “machina” funzioni<br />

perfettamente e che non ci<br />

siano variabili trascurate a<br />

livello di progetto, vuol dire che<br />

Venezia sarà salvaguardata dalle<br />

maree superiori ai 110 cm.<br />

Pensando alla catastrofica 9


10<br />

acqua alta del 1966, chiariamo<br />

quelli che oggettivamente furono i<br />

danni di quell’evento: fu interrotta<br />

l’erogazione di energia elettrica<br />

per circa una settimana, la<br />

comunicazione telefonica e ingenti<br />

furono i danni per gli allagamenti<br />

dei piani terra. Dunque, danni<br />

ingenti, ma non una catastrofe<br />

costata vite umane. Va allora<br />

considerato che dal Novembre<br />

1966 sono passati quasi<br />

quarant’anni e bisognerebbe<br />

computare quanto in termini<br />

monetari è costata l’acqua alta da<br />

quella data ad oggi e confrontare il<br />

risultato con i costi di<br />

realizzazione e manutenzione della<br />

“macchina” per quarant’anni....<br />

Facendo presente che il MOSE, a<br />

quanto si legge sulla stampa,<br />

dovrebbe essere efficace per<br />

cinquanta anni. Dopo,<br />

l’innalzamento della quota del mare<br />

e l’abbassamento del terreno di<br />

Venezia dovrebbero rendere vana<br />

la sua azione. Certamente nel<br />

prossimo futuro l’acqua alta<br />

dovrebbe essere più frequente che<br />

negli ultimi quarant’anni, ma in ogni<br />

caso conviene realizzare e<br />

mantenere la “machina” piuttosto<br />

che rifondere i danni ai cittadini?<br />

O, meglio, non sarebbe più saggio<br />

attrezzare la città in modo da<br />

contenere i danni? Attualmente si<br />

realizzano nei piani terra della<br />

“vasche” in calcestruzzo che, se<br />

ben costruite ed associate alle<br />

paratìe garantiscono la tenuta<br />

stagna nei vani. Forse non<br />

costituiscono la soluzione ottimale,<br />

perché delle strutture così rigide<br />

e pesanti possono danneggiare<br />

drasticamente le murature in caso<br />

di sisma, ma concettualmente mi<br />

sembrano la soluzione ottimale. E<br />

ritengo che con una minima parte<br />

dei soldi spesi per le varie<br />

valutazioni di impatto ambientale e<br />

progetti del MOSE si sarebbe<br />

potuto pagare la ricerca di un<br />

materiale più leggero ed adeguato<br />

per realizzare le vasche. Per<br />

assicurare la diffusione capillare<br />

delle vasche sarebbe sufficiente<br />

erogare dei fondi al cittadino con<br />

un meccanismo simile a quello della<br />

legge speciale (che funziona<br />

veramente) magari con contributi<br />

più sostanziosi ed adeguati agli<br />

attuali prezzi di mercato. In<br />

questo modo, si limiterebbe il<br />

problema dell’acqua alta alla<br />

viabilità, senza investimenti<br />

faraonici, ma un problema del<br />

genere renderebbe il “deus” umano<br />

e non passerebbe sicuramente alla<br />

storia per aver “salvato Venezia<br />

dalle acque”. Arch. Giulio Loris


LIBRERIA NAUTICA<br />

NOVITA EDITORIALI<br />

Il nostro orario: da lunedì a sabato<br />

9.00 - 13.00 / 15.30 - 19.30<br />

ABBIAMO RISTAMPATO PER LA 5A<br />

VOLTA<br />

NAVIGAR IN LAGUNA:<br />

CON QUESTA EDIZIONE SIAMO A<br />

10.000 COPIE. IL VOLUME SI PUÒ<br />

ACQUISTARE IN TUTTE LE LIBRERIE<br />

DEL TRIVENETO, NELLE LIBRERIE DEL<br />

MARE DI TUTTA ITALIA O<br />

DIRETTAMENTE TRAMITE IL NOSTRO<br />

SITO O LA NOSTRA LIBRERIA.<br />

Sta uscendo la ristampa di VELA AL<br />

TERZO. Il libro, assente da tempo e<br />

attesissimo, tratta in modo molto<br />

esauriente delle tecniche di<br />

navigazione delle barche tradizionali<br />

della laguna di Venezia e della<br />

navigazione in laguna. La tiratura é<br />

piuttosto limitata ed é quindi<br />

consigliabile prenotarlo.<br />

Visitate il nostro catalogo che viene<br />

aggiornato ogni due o tre giorni con<br />

tutte le novità. Inoltre, come sempre<br />

nel nostro sito trovate il catalogo dei<br />

libri disponibili in libreria o ordinabili<br />

in pochi giorni, esattamente come se<br />

veniste in libreria. Vi preghiamo<br />

dunque di scriverci per qualsiasi<br />

informazione non trovaste nel sito o<br />

per qualsiasi commento al sito stesso.<br />

Volete saperne di più su un libro<br />

straniero, o vi incuriosisce un testo e<br />

volete un commento o il sommario?<br />

Non esitate a scriverci a<br />

info@maredicarta.com:<br />

risponderemo personalmente a tutte<br />

le domande.<br />

Mare di Carta é rivenditore ufficiale<br />

dell Istituto Idrografico della<br />

Marina Italiana: le carte e i portolani<br />

ufficiali della nostra Marina, vengono<br />

aggiornati sistematicamente presso il<br />

nostro punto vendita, così da<br />

garantire ai nostri clienti l<br />

aggiornamento indispensabile per chi<br />

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nostra libreria troverete anche le<br />

carte dello SHOM francese, dell<br />

Admiralty inglese e della Marina<br />

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cartografia nautica di altri editori:<br />

Imray, Nauticard, RDE SEAWAY<br />

ecc. oltre ai portolani e a tutte le<br />

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navigazione.<br />

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catalogo troverete solo una parte<br />

delle carte esistenti: per qualsiasi<br />

informazione basta scriverci,<br />

indicando la zona nella quale si<br />

desidera navigare e vi forniremo<br />

tutti i dettagli sulla cartografia e<br />

sulle pubblicazioni esistenti.<br />

Buon vento e buona lettura a tutti!!<br />

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11


AddioMax<br />

Max con la fidanzata<br />

Caro Francesco,<br />

Il tuo messaggio è‚ molto bello, come<br />

altri messaggi che ho letto in questi<br />

giorni è‚ sicuramente stato scritto<br />

col cuore. Sicuramente conoscevi<br />

Max come canoista e come persona<br />

molto più‚ di quanto lo conoscevo io.<br />

Certamente il senso delle tue parole,<br />

soprattutto nella parte finale, era un<br />

richiamo alla prudenza e<br />

all’attenzione generato dallo stato di<br />

angoscia in cui questa tragica<br />

vicenda ci ha trascinati.<br />

In questi giorni sono stato in<br />

silenzio, nel mio dolore, ripensando<br />

giorno e notte a quanto è‚ successo.<br />

Non me la sento di fornire i dettagli<br />

precisi di una tragedia come questa,<br />

per queste cose esistono i giornali e<br />

12<br />

i giornalisti oppure Fred, se lo<br />

riterrà‚ opportuno, ora in viaggio per<br />

l’Italia dopo aver fatto da appoggio<br />

alla famiglia accorsa in Norvegia<br />

alcuni giorni fa. Tuttavia, mi sembra<br />

doveroso per la memoria di Max e<br />

per il rispetto verso coloro che<br />

erano con lui quel giorno nefasto,<br />

troncare sul nascere ogni possibile,<br />

anche se certamente non voluta,<br />

polemica su ciò che è doveroso fare<br />

durante ogni discesa e sul<br />

superamento dei limiti che ognuno di<br />

noi ha.<br />

In questa premessa ribadisco forte<br />

e chiaro il concetto della risposta<br />

pacata ma chiarificatrice di un<br />

concetto che espresso in questi<br />

giorni, quando ancora pochi sanno<br />

dove e come il tragico incidente è‚<br />

accaduto, può‚ far pensare ad una<br />

tragedia causata da un rischio<br />

eccessivo, preso volutamente o dal<br />

superamento dei propri limiti.<br />

Non sottovalutare il fatto che<br />

mentre a te (sono convinto) è‚ ben<br />

chiara la dinamica dell’incidente,<br />

così‚ non è‚ per la maggioranza degli<br />

iscritti a CKI.<br />

Gigi Garioni, Fabrizio Cappa ed io ci<br />

siamo aggregati a Frederik Beccaro,<br />

Gigi Rizzitelli, Renzo Porzio e Max<br />

Bernardini) fin dal primo giorno<br />

(2agosto).<br />

Siamo arrivati sulla Sjoa qualche ora<br />

prima di loro e li abbiamo<br />

aspettati per bere


un po’‚ di grappa assieme, intorno al<br />

fuoco.<br />

Nei giorni successivi abbiamo<br />

disceso assieme a loro diversi fiumi<br />

molto belli. Per me era la prima volta<br />

in Norvegia. Ci siamo trovati<br />

benissimo a scendere con<br />

Fred e compagnia e abbiamo così‚<br />

deciso di stare con loro fino alla loro<br />

partenza per l’Islanda.<br />

Abbiamo disceso il Boyabreen il<br />

giorno dopo esserci incontrati sul<br />

Sogndalselva (che abbiamo disceso<br />

nel pomeriggio) con un folto gruppo<br />

di altri canoisti italiani fra cui<br />

appunto tu, caro Francesco.<br />

Abbiamo scattato la foto ricordo<br />

all’uscita dell’acqua dal ghiacciaio,<br />

percorso il laghetto e imboccato il<br />

fiume. Abbiamo percorso le prime<br />

due rapide difficili. Sulla prima<br />

rapida Max è‚ stato perfetto, quel<br />

giorno era in splendida forma.<br />

Abbiamo il filmino del suo passaggio<br />

e speriamo di poterlo aggiungere in<br />

coda a qualche filmato per la serata<br />

milanese per<br />

ricordarlo tutti assieme.<br />

Max il fiume lo<br />

conosceva, l’aveva già<br />

percorso l’anno scorso.<br />

Fred sapeva che lo<br />

scorso anno su questo<br />

fiume morì un canoista, in<br />

una nicchia.<br />

Secondo tutti noi la<br />

nicchia in questione era<br />

quella del secondo<br />

passaggio difficile del<br />

fiume. La nicchia era enorme ma<br />

tutta a dx per cui non è stato<br />

difficile evitarla passando su una<br />

lingua d’acqua che scorre su uno<br />

scivolo naturale a sx e che porta a<br />

prendere la corrente a valle del<br />

nicchione. Il fiume si manteva poi<br />

bello (IV grado) fino all’arrivo ad<br />

una rapida di V seguita da<br />

passaggione di difficoltà‚ ancora<br />

superiore. Abbiamo tutti<br />

ispezionato prima, e trasbordato<br />

poi, entrambi i passaggi. La strada<br />

costeggiava il fiume sulla sua riva<br />

dx, per cui le ricognizioni le abbiamo<br />

effettuate dal lato dx. Eravamo<br />

ormai a non piu‚ di 500 metri dallo<br />

sbarco. Abbiamo TUTTI<br />

ispezionato il passaggio successivo,<br />

che non sembrava affatto un<br />

passaggio ne‚ difficoltoso ne‚<br />

spettacolare (non lo si vedrà‚ di<br />

certo sui filmini „americani‰) e che<br />

(leggi sotto)<br />

13


poteva essere considerato di III-<br />

IV. Il fiume si stringeva e passava<br />

fra due pareti di roccia, di passaggi<br />

così‚ ne ho incontrati tanti nelle mie<br />

discese. Quello che ho pensato è‚<br />

che, alla peggio, poteva capitare di<br />

girarsi fra la lingua d’acqua che da<br />

sx andava verso la riva dx, e il<br />

cuscino che accompagnava tutta la<br />

roccia a dx. A questo passaggio<br />

seguiva una breve rapida di IV che<br />

degradava a III e poi a II. Infine lo<br />

sbarco.<br />

Il primo ad effettuare il passaggio<br />

è‚ stato Gigi Rizzitelli. Dopo essere<br />

passato, Gigi è‚ entrato in morta<br />

sulla sx ed ha risalito la roccia di sx<br />

per fare sicura a tutti noi. Max è‚<br />

partito per secondo, quando Gigi<br />

era ancora probabilmente in morta.<br />

Gigi non l’ha neppure visto passare.<br />

I soccorritori ci hanno detto che<br />

sicuramente la canoa era posta<br />

trasversalmente rispetto al fiume,<br />

in pratica sotto i nostri piedi, in una<br />

specie di grotta sommersa che<br />

14<br />

NON SI VEDEVA!!!!!<br />

Ancora non riesco a capire come<br />

abbia fatto la canoa ad andare<br />

sotto e prendere la corrente che<br />

portava nella nicchia. Ho passato<br />

mezz’ora di fronte a quel punto,<br />

sulla riva di sx, il giorno successivo.<br />

Nel flusso, almeno ilprimo mezzo<br />

metro d’acqua andava dritto alla<br />

fine del passaggio.<br />

Solo l’acqua più‚ profonda poteva<br />

passare per la nicchia, nascosta<br />

chissà‚ dove sotto la schiuma bianca<br />

generata dal cuscino d’acqua. La riva<br />

di dx (quella nicchiata) era un<br />

cuscino continuo che portava verso<br />

il centro del fiume. Penso che non<br />

sarei capace di mandare sotto la<br />

canoa neanche volendo dato che non<br />

c’è un singolo punto nel quale,<br />

secondo me ciò‚ poteva avvenire.<br />

Eppure è‚ avvenuto. Ancora una<br />

volta, purtroppo, devo arrendermi<br />

all’evidenza che il dato sperimentale<br />

può‚ sconfessare la teoria (nel mio<br />

lavoro questo ogni tanto accade, ma<br />

le conseguenze sono assai<br />

meno drammatiche). Un<br />

soccorritore americano,<br />

durante le operazioni di<br />

recupero della salma, mi ha<br />

poi raccontato che lo scorso<br />

anno uno dei piu‚ esperti<br />

canoisti norvegesi è‚ venuto<br />

a vedere il passaggio. Dalla<br />

riva di dx l’ha giudicato di<br />

III grado.


Dalla riva di sx, sapendo cos'‚era<br />

successo, l’ha giudicato di V+ VI. Se il<br />

livello era sufficientemente basso<br />

qualcosa forse si poteva intuire.<br />

Durante l’inverno scorso i<br />

soccorritori hanno pure scattato<br />

foto, ma non le avevano con loro per<br />

mostrarcele e farci capire come<br />

diavolo era fatto quello<br />

stramaledetto posto. Fatto sta che<br />

nessuno ha segnalato il pericolo<br />

mortale celato sotto le spoglie di un<br />

passaggio, lasciami dire, banale che<br />

chissà quanti canoisti hanno<br />

affrontato senza conseguenze!<br />

Quel punto mortale è‚ ora segnalato<br />

dalla canoa distrutta di Max, legata<br />

ad un albero con scritte che<br />

informano sulla pericolosità‚ del<br />

passaggio, e speriamo che ora la<br />

notizia si diffonda in modo che tutti<br />

sappiano. Nessun canoista deve più<br />

percorrerlo, per quanto banale esso<br />

possa sembrare.<br />

Abbiamo chiamato i soccorsi. La<br />

polizia è‚ arrivata in forse 15 minuti.<br />

Nel giro di un’altra mezzora o forse<br />

anche molto meno sono arrivati<br />

ambulanza, elicottero e soccorso<br />

fluviale con tanto di raft,<br />

sommozzatori ed escavatore enorme.<br />

La solita guida raft americana ci ha<br />

detto che avrebbero seguito la<br />

strategia dell’anno precedente dopo<br />

che per 26 ore hanno cercato<br />

inutilmente di recuperare corpo e<br />

canoa. Max era bloccato a circa un<br />

metro, un metro e mezzo di<br />

profondità. La nicchia, trasversale<br />

a l l a<br />

parete di<br />

roccia e<br />

perciò‚ al<br />

flusso<br />

dell’acqua, era molto profonda, in<br />

pratica conteneva la canoa in tutta la<br />

sua lunghezza.<br />

Parli giustamente di ispezioni di<br />

passaggi impegnativi.<br />

Noi ABBIAMO ispezionato quel<br />

passaggio anche se di impegnativo<br />

sembrava esserci ben poco.<br />

Parli di sicure. Che dire. Si può‚ dire<br />

che avremmo dovuto mettere un uomo<br />

imbragato su di un passaggio<br />

giudicato di III grado anche quando è<br />

passato Gigi Rizzitelli. Ci si può‚<br />

anche chiedere se avremmo potuto<br />

salvare Max se egli prima di scendere<br />

avesse dato il tempo a Gigi di salire<br />

sulla roccia. La risposta a questa<br />

domanda è‚ purtroppo un secco e<br />

perentorio no.<br />

Se anche l’avessimo fatto non<br />

avremmo potuto salvare Max.<br />

Vedendo cosa accadeva ad una canoa<br />

che scompariva nel punto di massima<br />

spinta dell’acqua e non usciva,<br />

avremmo intuito la presenza<br />

15


16<br />

di qualcosa di orribilmente<br />

pericoloso la sotto e, l’uomo<br />

imbragato non si sarebbe mai<br />

buttato, cosi‚<br />

come hanno rifiutato di fare i<br />

sommozzatori poi accorsi. Se anche<br />

si fosse buttato e non fosse morto<br />

pure lui, e fosse poi riuscito ad<br />

agganciare la canoa, cosa avremmo<br />

potuto fare? Quando finalmente la<br />

canoa è‚ stata agganciata con un<br />

uncino alla maniglia posteriore dello<br />

scafo, non si è‚ riusciti a smuoverla<br />

neppure con l’uso di un paranco e con<br />

5-6 persone che tiravano, e con un<br />

escavatore che teneva la pala appena<br />

a monte della nicchia per deviare<br />

l’acqua quel tanto che si sperava<br />

servisse a diminuirne la pressione<br />

sullo scafo. L’escavatore ha dovuto<br />

avvicinarsi con la pala alla canoa fino<br />

a toccarla quel tanto che è‚ servito a<br />

smuoverla e a farle prendere la<br />

corrente che ci ha restituito la<br />

canoa e il corpo del povero Max.<br />

Quando si parla di tragiche<br />

congiunzioni astrali: Il giorno<br />

successivo è‚ venuto da noi un<br />

olandese che la sera prima era<br />

arrivato per ricordare il suo amico<br />

morto nello stesso punto l’anno<br />

precedente (l‚incidente di cui<br />

eravamo al corrente), pure lui di<br />

sabato pomeriggio, pure lui<br />

tragicamente scomparso alla vista<br />

dei suoi compagni di discesa. E’ sceso<br />

per primo e gli altri via dietro.<br />

Quando sono passati tutti hanno<br />

visto che lui non c’era e sono andati<br />

avanti tranquilli di trovarlo allo<br />

sbarco. Come Max pure lui non c’era.<br />

Non ne ricordo il nome, mi è‚ stato<br />

detto che era uno dei piu‚ forti<br />

rodeisti norvegesi.<br />

Tornando in Italia (come avremmo<br />

potuto continuare? Anche noi<br />

abbiamo immediatamente<br />

interrotto) abbiamo ricevuto la<br />

telefonata che informava che la<br />

moglie di un collega di Fabrizio è‚<br />

caduta da un sentiero in montagna ed<br />

è‚ mortaaltro segno che purtroppo<br />

viviamo una vita che ci puo‚ essere<br />

portata via in qualsiasi momento,<br />

anche in situazioni di rischio<br />

checonsideriamo ridotte.<br />

continua a pag. 21


Data: Sun, 28 Dec 2003 13:59:25 -0000<br />

Da: "lostiano" <br />

Oggetto: patatonia<br />

La Patatonia<br />

Non ero molto propenso a pubblicare questo<br />

racconto,però incoraggiato da chi già lo ha letto<br />

eccolo quà sperando vi piaccia.<br />

Con l'occasione faccio gli auguri a tutti e come<br />

dice il Fanucci “happy new river”<br />

Ecco che come vi avevo promesso,<br />

approfittando delle lunghe ore di volo<br />

di ritorno, cercherò di riassumere in<br />

breve il nostro epico viaggio in<br />

"Patatonia". Chiaramente i dettagli<br />

tecnici li lascerò a Mau.<br />

Ci ritrovammo in una grigia mattina<br />

nebbiosa tipicamente Milanese, e il<br />

che era del tutto normale, se non<br />

fosse stato per la variegata sfilata di<br />

Kajak colorati che contrastavano<br />

l'intero paesaggio.<br />

Dopo aver imbarcato le canoe sotto<br />

gli sguardi stupiti e divertiti di<br />

numerosi viaggiatori,e caricatomi<br />

anch'io a mia volta di Lexotan e di<br />

quant'altro disponeva la farmacia di<br />

turno si parte.....<br />

All'arrivo eravamo<br />

già fisicamente e<br />

psicologicamente<br />

molto provati ma<br />

questo era solo<br />

l'inizio il bello doveva<br />

ancora venire....<br />

Dopo che avevamo<br />

già perso buona<br />

parte dei bagagli a<br />

Madrid, si riparte<br />

per quella che da<br />

molti è stata<br />

definita la più grossa<br />

cazzz.... che<br />

potevamo fare e cioè attraversare<br />

tutta l'Argentina fino a<br />

Mendoza pigiati dai bagagli in un<br />

micro pulmino con carrello al seguito<br />

(di molto artigianale).<br />

Da qui in poi si susseguono svariate<br />

vicissitudini avverse, la prima non<br />

tardò molto a manifestarsi,una canoa<br />

legata malamente strusciò<br />

sull'asfalto(era notte)e si consumò<br />

come il povero ringhio di tre uomini e<br />

una gamba (ricordate il cane legato<br />

dietro l'auto?)creando un nuovo<br />

pozzetto un po' troppo avanzato.<br />

Ma niente ormai poteva fermarci,<br />

lanciati a tutta "birra"nella Pampa<br />

sconfinata dopo lunghe ore di agonia,<br />

ecco che per una sosta di ristoro ci<br />

continua a pag.20<br />

17


Mi si chiede di scrivere un articolo per l’<br />

”<strong>Arcobaleno</strong>”. Che argomento scegliere?<br />

Quest’anno, infatti, ho partecipato a<br />

molte uscite piene di stimoli e che hanno<br />

lasciato bei ricordi: i tre week-end del<br />

corso per principianti, per esempio,<br />

distribuiti tra fiumi e laguna ed<br />

arricchiti in modo particolare dalla<br />

presenza di alcuni giovanissimi amici<br />

afghani che, malgrado il loro inevitabile<br />

bagaglio di dolore, hanno portato<br />

l’entusiasmo e l’allegria della loro<br />

giovinezza e gioia di vivere contro ogni<br />

logica di guerra e violenza.<br />

Ci può essere un inno ed uno stimolo più<br />

bello alla vita ed alla pace?<br />

.... ma anche le uscite “storiche” come<br />

il carnevale o la “Per terra.... per<br />

acqua”, sono forti stimoli alla<br />

convivialità ed alla condivisione,<br />

grazie alla presenza di ognuno dei<br />

partecipanti che “lascia un po’ di sè”<br />

negli altri<br />

18<br />

Triathlon<br />

22 - 05 - 2004<br />

di Claudia Nadalin<br />

Tuttavia, io mi<br />

soffermerò sul “triathlon”, Ecco la STAFF: En<br />

perché è l’uscita che mi da<br />

sempre moltissimo. Si<br />

tratta di dare assistenza<br />

ad atleti che gareggiano in<br />

tre specialità: nuoto - bici<br />

- corsa a piedi.<br />

Nostro compito è<br />

accertarci che tutti<br />

seguano il percorso di gara<br />

in mare senza “tagli” e,<br />

soprattutto, assisterli nel<br />

caso si sentano male o<br />

perdano il senso<br />

dell’orientamento od<br />

incappino in qualsiasi altro<br />

acciacco possa capitare a<br />

chi nuota in mare aperto<br />

per 1.5 km e, come<br />

quest’anno, in condizioni meteo


sfavorevoli.<br />

Io, come kayakista, in questa<br />

occasione “sento” profondamente<br />

l’importanza del ruolo che ricopro,<br />

sento l’utilità di quello che faccio,<br />

sento la responsabilità e, nel<br />

contempo, provo ammirazione verso<br />

questi atleti che, spesso, sono<br />

ragazzi, ragazze, uomini o donne<br />

come tanti di noi che cominciano ad<br />

allenarsi un po’ alla volta , giorno per<br />

giorno, con costanza, fino ad essere<br />

in grado di partecipare a questa<br />

competizione, nella quale, più che<br />

mai, l’importante è davvero<br />

partecipare.<br />

Ecco, anch’io, sul mio kayak, me ne<br />

sento partecipe, ma, soprattutto,<br />

mi sento parte viva di un gruppo di<br />

amici, l’<strong>Arcobaleno</strong>, con cui<br />

condivido il senso di responsabilità<br />

per questa uscita e la gioia che mi<br />

viene dai tuffi in acqua che<br />

seguono, dal pasto “bramato e<br />

guadagnato” che precede e da tutti<br />

i piccoli eventi divertenti che<br />

sempre ci accompagnano “durante”.<br />

...Perciò... mi sento di cuore di<br />

ringraziare tutti gli amici che hanno<br />

partecipato con me. Grazie. . .<br />

Claudia.<br />

: Enrica, Filippo, Antonella, GianMarco, Cristina, Giorgio, Claudia,Maurizio, Renato<br />

19


20<br />

viene incontro il carrello, che perde una<br />

ruota e ci<br />

costringe ad una pausa di un paio di ore<br />

(artigianale remeber).<br />

Approfitterò di questa sosta per<br />

elencare i nomi degli audaci che hanno<br />

affrontato la mala sorte con grande<br />

umorismo e rassegnazione sono: i<br />

veterani Walter, Ale detto il bimbo,<br />

Maurizio, Alberto, Daniele, Luigi,<br />

Francesco, Marco,e io Luca come<br />

accompagnatori Gustavo, Leo,<br />

Sebastiano e il pilota Fabio.<br />

Aggiustato il tutto di nuovo si riparte,<br />

andava tutto bene(o meglio lo<br />

speravamo)fin quando il pulmino decide<br />

che anche noi dovevamo fare la nostra<br />

parte e quindi è la volta del motorino di<br />

avviamento che si rompe<br />

"SIGH"costringendoci ad ogni fermata<br />

a del sano esercizio fisico (spinta<br />

dell'automezzo sport frequente qui ma<br />

poco apprezzato dagli Europei).<br />

A questo punto<br />

anche voi vi<br />

sarete chiesti<br />

come noi del<br />

resto ma c'è<br />

qualcuno che<br />

porta sfiga? Non<br />

lo abbiamo mai<br />

scoperto, c'è chi<br />

sostiene che<br />

dipendeva molto<br />

dal fatto che non<br />

ci siamo mai fermati a chiedere la<br />

protezione del gauchito gil (misteri del<br />

sud America).<br />

Ma via, nonostante le piaghe da<br />

decubito e le occhiaie ormai giunte a<br />

proporzioni inaudite si decide di andare<br />

a dormire a 70km da Mendoza e cosi in<br />

piena cordigliera delle Ande cosa<br />

volete che potesse succedere?!?!<br />

"MURPHY ci teneva d'occhio" alle ore<br />

23 circa ecco che il pulmino ci lascia di<br />

nuovo a piedi......era finita la benzina, la<br />

stanchezza e lo sconforto avevano<br />

preso il sopravvento e<br />

l'eresie erano cosi deboli che si<br />

perdevano nel vento senza giungere al<br />

destinatario.....<br />

Non ricordo più molto di quei<br />

drammatici momenti avevo perso la<br />

fede (si ma quale? boh)<br />

(continua a pag. 28)<br />

Parco Paine (Patagonia) foro di repertorio


segue da pag.16 In questi giorni<br />

abbiamo effettuato diversi<br />

passaggi che comportavano un<br />

rischio molto superiore, ne eravamo<br />

consapevoli e abbiamo sempre fatto<br />

di tutto per abbassare la soglia di<br />

pericolosità, sotto l’attenta e<br />

precisa guida di Fred, che ha<br />

SEMPRE chiuso il gruppo e ci ha<br />

sempre descritto ciò‚ che ci<br />

aspettava come se si sentisse<br />

responsabile di un gruppo (mi<br />

riferisco a Gigi, Fabrizio ed io) che<br />

in fondo gli si è‚ volente o nolente<br />

aggregato. Eravamo poi noi a<br />

decidere se trasbordare oppure no,<br />

come è‚ giusto che sia. Gigi Rizzitelli<br />

e Renzo a turno aprivano, noi + Max<br />

nel mezzo e Fred in fondo, dal primo<br />

all’ultimo fiume. In altre occasioni<br />

mi è‚ capitato di scendere fiumi<br />

nuovi con persone che dicevano di<br />

conoscere il fiume ma che ad un<br />

certo punto scomparivano là avanti<br />

abbandonando il gruppo. Il tragico<br />

paradosso di questa vicenda è‚ che<br />

l’incidente è‚ accaduto all’interno di<br />

un gruppo ben guidato, in uno<br />

dei POCHI passaggi<br />

palesemente facili<br />

Questo è‚ il mio primo e<br />

ultimo messaggio su questa<br />

tragica vicenda. Spero di<br />

incontrarti al funerale per<br />

un ultimo abbraccio a Max,<br />

insieme Massimo<br />

Prof. Massimo Delledonne<br />

I n<br />

canoakayakitalia@yahoogroups.com<br />

, "francesco balducci"<br />

<br />

...tra l’altro ha scritto: > Max è<br />

scomparso in una nicchia alla fine<br />

del tratto del fiume Boyabreen che<br />

scende dal ghiacciaio, nei pressi di<br />

Boyum, esattamente dove era morto<br />

un canoista olandese un anno fa.<br />

Max era con un altro gruppo di<br />

canoisti che avrebbero dovuto<br />

proseguire poi la spedizione in<br />

Islanda.> Mi rendo conto che<br />

viviamo con il peso della morte<br />

addosso e ce ne accorgiamo quando<br />

perdiamo un<br />

parente o un amico. Ma nel fiume è<br />

doveroso fare<br />

tutto il possibile per evitare queste<br />

tragedie: ispezione accurata delle<br />

rapide e dei passaggi impegnativi,<br />

sicurezza ineccepibile, trasbordi se<br />

necessario e tanta tanta umiltà,<br />

anche se tecnicamente ci si sente<br />

fortissimi.....> Francesco Balducci<br />

Le foto di Max sono di repertorio, quelle<br />

nel fiume riguardano il torrente Ayasse<br />

21


Altro<br />

che Gardeland<br />

Ho sempre pensato che sforzare il<br />

mio corpo a fare imprese per me<br />

“estreme” significasse portarmi<br />

sull’orlo di una crisi di nervi, ma<br />

evidentemente non mi conoscevo<br />

abbastanza fino al 31 luglio.<br />

Per una volta mi sono fatta<br />

trascinare da Davide senza mettere<br />

troppo in discussione quest’impresa<br />

di torrentismo...”che parolone”<br />

pensavo tra me e me mentre mi<br />

preparavo psicologicamente al da<br />

farsi... scendere un fiume non in<br />

kayak, o barca... ma a piedi!!!<br />

L’impresa sembrava ardua e non solo<br />

perchè per me nuova, ma per tutti<br />

22<br />

gli imprevisti del caso che mi<br />

spaventano... e se cado? se mi<br />

rompo una gamba? se rimango<br />

incastrata?... la solita<br />

autostima barcollante! eppur<br />

eccomi quel sabato in partenza<br />

con Davide, Tito e Carmela,<br />

Federico e Katia. Viene deciso<br />

per il mio bene e di Katia di<br />

scendere sabato invece che<br />

domenica poichè era più facile<br />

per Tito&Figli “guidarci”...<br />

Bene! ora si parte... la vera<br />

difficoltà è stato vestirsi... ho<br />

dovuto chiamare rinforzi...<br />

ma dopo un’ora eccoci in 5 a<br />

scendere quella specie di<br />

sentiero per giungere<br />

all’inizio del nostro percorso<br />

sul Foce!<br />

Due ore se ne vanno tra<br />

vestirsi e scendere...il tutto<br />

ritardato a causa del mio<br />

“tartarughismo”! ma chi ha pazienza<br />

ben vien ripagato!<br />

Imbocchiamo il fiume non prima di<br />

esserci dissetati! l’acqua è gelida,<br />

ma buonissima, purissima, (mejo di<br />

levissima!) una piccola visita alla<br />

grotta da cui il fiume esce e poi... si<br />

inizia! la prima acqua che mi entra<br />

nella muta mi toglie il fiato! Ma non<br />

è solo l’acqua! Il paesaggio è a dir<br />

poco splendido, ricco di vegetazione<br />

incastonata sulle rocce che si<br />

arrampicano su su fino al cielo... Una<br />

discesa qui, una camminata lì...


una specie di tuffo... il fiume è poco<br />

più di un rigagnolo e mi sembra di<br />

essere un pesce... metto male i piedi<br />

e SDENG! male alle ginocchia! ma<br />

non è nulla... la paura è svanita<br />

appena mi sono lasciata trasportare<br />

dall’acqua limpida!<br />

il percorso tra le rocce nude e dei<br />

massoni è stimolante... Mi fido di<br />

quel che mi dicono di fare...<br />

ovviamente combinando un po’ di<br />

cavolatine e ridendo a crepapelle,<br />

anche dentro l’acqua fredda che<br />

continua a entrare e uscire dalla<br />

muta togliendomi il respiro!<br />

Il fiume si va a nascondere<br />

tra le due pareti di roccia...<br />

lo guardo e penso: ora arriva<br />

la parte dura! Tito ci invita<br />

ad entrare in quella fessura<br />

(ribatezzata dallo stesso<br />

“biiiip”) e da lì è tutto uno<br />

scivolamento unico... sembra<br />

di stare nelle grotte, ma<br />

alzando la testa ogni tanto<br />

vedo un ritaglio di cielo! sono<br />

tutta imbottita e il timore di<br />

farmi male ha lasciato spazio da un<br />

pezzo alla mia voglia di divertirmi!<br />

rocce su rocce di fronte a noi...<br />

qualche attesa sui massi... c’è da<br />

liberare la strada e sistemare il<br />

percorso per il giorno dopo... in<br />

alcuni passaggi vengo aiutata, ma più<br />

spesso provo a buttarmi da sola<br />

anche per sentirmi più forte (anche<br />

l’orgoglio purtroppo vuole la sua<br />

parte!)... mi guardo indietro e penso<br />

che se la strada più avanti fosse<br />

sbarrata sarebbe impossibile<br />

tornare alla partenza! è tutta una<br />

salita! così per non impaurirmi<br />

guardo in alto... e con Federico<br />

notiamo un raggio di sole che si<br />

appoggia su del muschio facendolo<br />

brillare di un verde irreale...<br />

Il freddo comincia ad essere tanto...<br />

ma è grazie all’atmosfera, ai colori e<br />

ai profumi di questi luoghi che<br />

riesco a sorridere ed essere felice e<br />

a non preoccuparmi delle botte che<br />

ho preso o dei tremori...<br />

“siamo quasi arrivati!” ma io comincio<br />

a essere affaticata... bisogna<br />

nuotare... sport del quale so poco...<br />

un po’ mi tirano un po’ mi spingono! e<br />

in un attimo siamo di nuovo all’aria<br />

aperta!!! dietro di noi le pareti di<br />

roccia... davanti solo acqua<br />

azzurra....Rotolo gli ultimi metri... il<br />

Foce diventa una cosa sola con<br />

l’Arzino e l’acqua sembra caldissima<br />

23<br />

(continua a pag 26)


Wed, 14 Jan 2004 13:07:<br />

Da: Federica Sbergami<br />

<br />

Ogg: info canoa francia-svizzera<br />

Da Ginevra<br />

Caro Claudio,<br />

io abito a Ginevra (non so se come<br />

zona va bene) e anche se mi sono<br />

messa a fare kayak e canoa da<br />

relativamente poco tempo, conosco<br />

diversi fiumi nei dintorni, alcuni<br />

anche molto tranquilli da fare in<br />

canadese.<br />

Visto che parli di "magia" comincio<br />

dal fiume delle fate, lo Cheran,<br />

fiume con un tratto facilissimo ma<br />

fatato ed uno un po' piu'<br />

impegnativo, credo sul<br />

terzo grado, dalle parti<br />

di Annecy (Alby-Rumilly<br />

per la precisione). La<br />

parte bassa e' davvero<br />

facile, adatta ai neofiti,<br />

ma, ti assicuro,<br />

splendida e piena di<br />

sorprese per chi ha<br />

voglia di fermarsi e<br />

andare a cercare...<br />

Unico problema la<br />

24<br />

.<br />

grave penuria d'acqua.<br />

Altro fiume magico,<br />

soprattutto se fatto in<br />

autunno, e' l'Arve, il fiume<br />

che attraversa tutta la<br />

valle di Chamonix per<br />

arrivare a Ginevra dove si<br />

congiunge con il Rhône.<br />

Fiume di classe II con<br />

alcuni passaggi di III<br />

tutti trasbordabili. Con un<br />

buon livello d'acqua (e di<br />

acqua all'inizio dell'estate ce n'e'<br />

visto che e' alimentato dai ghiacciai<br />

di Argentier) e' possibile farlo in<br />

canadese.<br />

Un altro fiume che si può' fare in<br />

canadese e' il Rhône.<br />

I tratti navigabili sono tanti. Tocca<br />

giusto fare attenzione a dove sono<br />

posizionate le numerose dighe e gli<br />

sbarramenti. Si tratta di un fiume<br />

piatto che attraversa zone<br />

paesaggisticamente molto belle,<br />

paradiso degli uccelli.


Se invece cerchi acque un po' più'<br />

movimentate (siamo sul<br />

III con dei passaggi di<br />

IV), puoi andare su Les<br />

Dranses, vicino a Thonon,<br />

sempre in Alta Savoia. Il<br />

bello di questo fiume e'<br />

che si può' fare sempre<br />

perchè' praticamente<br />

tutti i giorni la diga a<br />

monte rilascia acqua verso<br />

le dieci di mattina. Si puo'<br />

fare anche in rafting: c'e'<br />

anche un centro di rafting<br />

appena usciti da Thonon.<br />

Altri due fiumi non difficili<br />

(II-III) che io pero'<br />

conosco poco sono il Fier<br />

(Annecy) ed il Giffre (Sixt-Samoens).<br />

Vicinissimo a Ginevra c'e' la Versoix,<br />

fiume senza particolari<br />

difficolta', un po' manovriero, che si<br />

immette nel lac Leman a Versoix,<br />

appunto. In questi giorni e' in piena,<br />

ma di solito di acqua ce n'e' poca.<br />

Bisogna farlo dopo che ha piovuto<br />

tanto.<br />

Infine, se ti piacciono i vini di<br />

Borgogna, un suggerimento:<br />

campeggio nautico in canadese sulla<br />

Saône e<br />

successivo<br />

giro per le<br />

cantine<br />

della<br />

zona dove<br />

si può'<br />

avere la<br />

fortuna di<br />

incontrare<br />

d e i<br />

personaggi davvero unici. A Chalon sul<br />

Saône nel mese di luglio si tiene<br />

anche un<br />

coloratissimo<br />

festival degli artisti<br />

di strada. La Saône<br />

attraversa la città'.<br />

25


Puoi trovare<br />

informazioni<br />

p i u t t o s t o<br />

dettagliate su<br />

alcuni di questi<br />

fiumi nel sito del<br />

club di canoa di<br />

Annemasse:<br />

Come vedi ce n'e'<br />

per tutti i gusti.<br />

Resto a<br />

segue da pag. 23<br />

(scoprirò solo il<br />

giorno dopo<br />

quanto invece<br />

anche questa<br />

sia acqua<br />

f r e d d a<br />

fredda!). Un<br />

altro po’ di<br />

dondolamenti,<br />

cadute e risa ed<br />

u s c i a m o<br />

dall’acqua.<br />

Carmela quasi<br />

Silvia T. sotto la pioggia sull’Arzino<br />

26<br />

Federica Sbergami<br />

disposizione per eventuali<br />

ulteriori informazioni più'<br />

dettagliate su luoghi, punti di<br />

imbarco e sbarco e per<br />

eventuali aggiornamenti sulle<br />

condizioni dei fiumi: tel. +41<br />

78 6669173;<br />

Federica Sbergami<br />

http://www.canoekayak-annemasse.org/<br />

email:sbergam5@hei.unige.ch<br />

Davide e Silvia a bagno nall’Arzino<br />

preoccupata appena ci vede fa un<br />

sorrisone!<br />

e questo mi basta a capire che<br />

anche lei sa quello che c’è tra quelle<br />

pareti rocciose.<br />

Il ricordo di una giornata fredda,<br />

intensa e così splendida non si<br />

cancella.<br />

Sono questi attimi “speciali” a<br />

rendere magica la vita di una Silvia<br />

qualunque! Silvia Tiengo<br />

I<br />

9


E-mail<br />

del 27- 07<br />

Cara Carmela e soci <strong>Arcobaleno</strong>,<br />

sono Roberta, la moglie di<br />

Emanuele Borsetto, spero che<br />

stiate tutti bene. Emanuele ed io, volevamo scusarci<br />

per non essere stati presenti alle vostre iniziative.<br />

Purtroppo non possiamo aiutarvi nella redazione del<br />

giornalino, ma intendiamo esprimere il nostro<br />

incoraggiamento e un grazie per la vostra<br />

perseveranza. Saluti Roberta, Emanuele e Riccardo.<br />

27


28<br />

Solo che verso le due di<br />

notte dopo 26 ore di<br />

viaggio giunti nella<br />

capanna, il grande<br />

Martin per rincuorarci<br />

ci preparò una pasta che<br />

se l'avessero analizzata<br />

i chimici della vinavil, o<br />

della Bostik l'avrebbero<br />

di certo brevettata,<br />

rivoluzionando l'intero<br />

sistema (segue da pag.<br />

20) dei collanti.<br />

Finalmente si va in canoa e il primo fiume sembrava un enorme caffè e latte e<br />

noi solo dei piccoli bucaneve che spariscono e riappaiono se non si inzuppano<br />

troppo.<br />

Passati due giorni si decide per il Sud e cosi felici e ustionati dal sole si riparte,<br />

nella mitica ruta 40, strada poco frequentata visto la quantità di pezzi ancora a<br />

sterro, che affrontammo a velocità smodate che toccarono anche i trenta km<br />

h.<br />

La Patagonia si estende a vista d'occhio e non si vede mai la fine, lunghi rettilinei<br />

che si perdono nel nulla (di sicuro le curve qui non sono una causa di mal d'auto)<br />

e intanto una quantità di rapaci ci osserva dall'alto .....<br />

A Sud sempre più a Sud , passato con buoni voti il controllo bromatologico, con<br />

relativa schizzata sulle gomme di non si sa che cosa, si giunge ad Allumine,<br />

posto sperduto ma con un<br />

fiume che io<br />

reputo “the best”, molto<br />

più divertente ed<br />

estremamente<br />

impegnativo è un suo<br />

affluente il" rio Conciha"<br />

ma raro che si


possa trovare acqua per tutti....e qui si<br />

apprendono anche nuovi vocaboli<br />

spagnoli "come me pongo "ci farà<br />

ridere per tutto il resto del viaggio.<br />

E giù ancora più a Sud fino a Bariloche<br />

qui il paesaggio cambia radicalmente, e<br />

sembra di essere di nuovo in Italia,<br />

tutto è verdeggiante con laghi e fiumi<br />

che si incastonano perfettamente fra<br />

i monti e le colline.(scusate ma quassù<br />

c'è una turbolenza e io mi sono<br />

dimenticato gli stordisci mente nel<br />

bagaglio che è nella stiva<br />

cazzzzzz....sudo copiosamente, scrivo<br />

con un asciugamano che avvolge<br />

la penna, la mia faccia e tutt'uno con il<br />

poggia testa bianca come una rapida di<br />

quinto e più, se leggerete queste<br />

pagine vuol dire che sono salvo, se<br />

no......ho perso del tempo prezioso, che<br />

potevo impiegare a cercare di circuire<br />

l' hostess entrando nel club dei<br />

diecimila metri.<br />

Ciao da Luca<br />

P.S.<br />

A parte tutte le disavventure,sono<br />

felice di questo viaggio, ho conosciuto<br />

e vissuto con grandi personaggi,<br />

pionieri del nostro amato sport.<br />

E sono sempre più convinto che il<br />

canoista è uno strano individuo,che<br />

riesce a sopportare con grande<br />

disinvoltura mille disagi, e che solo la<br />

semplice vista di un fiume gli fa<br />

dimenticare i problemi e già con la<br />

mente immagina favolose rapide<br />

dietro quella curva e paesaggi<br />

mozzafiato.<br />

Strano, davvero strano, ma non<br />

possiamo farne a meno vero?<br />

Un caloroso saluto a tutti coloro che<br />

hanno partecipato a questa fantastica<br />

avventura, e le loro consorti, che sono<br />

state cosi pazienti con questi eterni<br />

sognatori.<br />

Per gli altri spero possano tutti un<br />

giorno fare una simile esperienza<br />

(magari viaggiando più comodi<br />

ahahaha)<br />

29


Corso di<br />

kayak<br />

per principianti<br />

PROGRAMMA DETTAGLIATO<br />

DEGLI INCONTRI<br />

Sabato 14 Agosto, ore 9:<br />

appuntamento in deposito, in via<br />

Delle Barene, 50, a Campalto, per<br />

caricare kayak da mare e da fiume e<br />

l’equipaggiamaento relativo su<br />

carrello e furgone.<br />

Ore 11: ritrovo presso il piazzale<br />

degli alpini al laghetto di Quinto di<br />

Treviso<br />

Poi…: esercizi di equilibrio,<br />

bilanciamento, rovesciamento e<br />

risalita sul kayak dapprima senza<br />

pagaia, successivamente con la<br />

pagaia. – uso della pagaia per<br />

equilibrarsi, per avanzare, per<br />

curvare e per arretrare, in acqua<br />

calma ed in acqua limitatamente<br />

corrente su un kayak da mare e su<br />

kayak da fiume. Specificando:<br />

attraversamento del laghetto fino<br />

all’immissione del fiume Sile, risalita<br />

e discesa di un piccolo tratto di<br />

30<br />

14-15, 21-22, 28-29<br />

AGOSTO 2004<br />

questo, sia con kayak da mare<br />

che con kayak da fiume.<br />

Si prevede di rientrare nel<br />

tardo pomeriggio: il pranzo è al<br />

sacco, in orario da concordare<br />

sul posto, ed è possibile<br />

“grigliare” il proprio cibo.<br />

Domenica, 15 Agosto, ore 11:<br />

appuntamento presso l’area<br />

golenale S. Barbara alla base<br />

della centrale elettrica di<br />

Nervesa della Battaglia (TV), sul<br />

Piave.<br />

Successivamente: ripresentazione<br />

dei fondamentali esposti il giorno<br />

prima ed applicazione degli stessi in<br />

corrente più veloce ed in presenza di<br />

ostacoli naturali (massi ed alberi)? –<br />

breve discesa del Piave da Nervesa a<br />

Ponte della Priula.. Pranzo e ritorno<br />

con le modalità del giorno prima.<br />

Sabato, 21 Agosto, ore9:<br />

appuntamento in deposito per<br />

caricare i mezzi nautici.<br />

Ore 11: ritrovo a valle del ponte<br />

sulla strada che da Trichiana porta a<br />

Bribano, riva sx.<br />

Successivamente: discesa del tratto<br />

di Piave Trichiana-Campo (S.<br />

Giustina TV) – Se Il Piave è scarso di<br />

acqua ci spostiamo a Bribano e<br />

discendiamo il tratto del Mis-<br />

Cordevole da Bribano a Campo.<br />

Durante la discesa si effettueranno<br />

esercizi di nuoto in corrente di<br />

recupero di un kayakista “a bagno”<br />

fo


con la corda da lancio, di reattività in<br />

caso di “incravattamento”.<br />

Pernottamento in tenda a Campo.<br />

Cibo personale e griglia disponibile…<br />

Auspicabile la presenza di chitarre …<br />

e di voci.<br />

Domenica 22 Agosto…sveglia ad<br />

libitum… colazione smobilitazione del<br />

campo ecc….<br />

Ore 11: discesa dei fiumi Mis,<br />

Cordevole e Piave da Piz a Campo.<br />

Poi: grigliata il più possibile<br />

“partecipata”… rientro con<br />

sistemazione<br />

deposito.<br />

del materiale in<br />

Martedì,24 Agosto,<br />

ore 19 (per chi può)<br />

presso il deposito<br />

di via Delle Barene<br />

per una<br />

“bruschettata”<br />

o f f e r t a<br />

dall’Associazione<br />

Canoistica<br />

<strong>Arcobaleno</strong> – Ore<br />

21: lezione teorica<br />

sul kayak da mare<br />

e da fiume con<br />

videoproiezioni. –<br />

Ripasso di alcuni<br />

“nodi”<br />

utili.<br />

altamente<br />

Sabato, 28 Agosto,<br />

ore 8:<br />

appuntamento in<br />

deposito per<br />

caricare<br />

materiale.<br />

il<br />

Arrivo al Kamp<br />

Hossaini (afgano)<br />

Koren di Kobarid (Slovenia) verso<br />

mezzogiorno – Pranzo, cena e<br />

colazione al sacco con la griglia<br />

sempre disponibile –Il camping è<br />

provvisto di Bar- ristoro– Nel<br />

pomeriggio, discesa di un tratto del<br />

Soça a valle di Kobarid.<br />

Pernottamento in tenda.<br />

Domenica, 29 Agosto:<br />

sveglia, colazione. Ecc….<br />

Ore 11: discesa del tratto di Soça<br />

Boveç-ponte di Log Cezsoçi- Poi:<br />

grigliata e ritorno in Italia<br />

31


di Massimo Pardi<br />

Barca dell’<strong>Arcobaleno</strong> (dono di Piero B.)<br />

usata da Massimo e compagno per il loro<br />

viaggio in Croazia<br />

32<br />

Sarà capitato anche a voi di<br />

trascorrere una avventura diversa<br />

dal solito, una situazione che vi<br />

cambia il punto di vista, o che vi<br />

affascina al punto tale che<br />

l’obiettivo è quello di replicarla.<br />

Tutto iniziò con la piccola barca<br />

a vela dell’associazione di canoa<br />

<strong>Arcobaleno</strong> ormeggiata a passo<br />

Campalto. Lì da molto tempo, in<br />

disuso, sembrava che cercasse un<br />

volontario per portarla fuori. Così,<br />

un giorno, in due decidemmo di<br />

provare ad utilizzarla. Ricordando<br />

qualche corso di vela scaricato da<br />

Internet, qualche articolo di<br />

giornale, qualche libro letto in<br />

biblioteca, partiamo dall’isola di<br />

Campalto e, non senza qualche<br />

difficoltà,<br />

riusciamo a veleggiare attorno<br />

all’isola.<br />

L’entusiasmo si allarga, così da<br />

passare a qualcosa di più grande: un<br />

viaggio in Croazia in barca a vela. Si<br />

parte da Caorle, navigando verso le<br />

coste della Croazia per trascorrere<br />

una settimana da “navigatori” lungo<br />

le coste dell’Istria.<br />

La partenza promette bene; l’aria è<br />

così limpida che già a poche miglia<br />

dalla costa si può ammirare un<br />

panorama stupendo: la costa italiana,<br />

i monti a ridosso della costa, il golfo<br />

di Trieste, e le coste montuose<br />

dell’Istria. Un panorama a 180 gradi<br />

mozzafiato, tutto sembra così<br />

vicino, sembra di poter arrivare in un<br />

attimo in qualunque luogo. Ed in<br />

mezzo al mare, immersi in un blu<br />

intenso, ci spinge il vento; solo il<br />

rumore del vento sulle vele, il<br />

battere delle onde sullo scafo e<br />

qualche gabbiano stridente che ci<br />

scambia per un peschereccio.<br />

La settimana prosegue tra miglia e<br />

miglia di navigazione, di ormeggi in<br />

rada o sui porti, di pratica con le<br />

vele, di nomi barcaioli difficili da<br />

ricordare (perché una “corda” è<br />

diversa da una “cima”?).<br />

Ch


E tra un “drizzare la randa” e un “cazzare il<br />

fiocco” le sorprese non mancano: all’orizzonte<br />

si nota un movimento diverso. Non sono onde.<br />

Ci avviciniamo. E’….un branco di delfini mostra<br />

elegantemente la pinna dorsale fuori<br />

dall’acqua, alcuni si esibiscono con la coda, altri<br />

emettono il suono tipico dei cetacei. Ci<br />

avviciniamo, con discrezione, ma il branco non<br />

sembra essere curioso. Così come sono<br />

apparsi, scompaiono, e il mare ritorna ad<br />

essere calmo, piatto, tranquillo, quasi<br />

monotono.<br />

Quell’incontro ha messo un nuovo obiettivo<br />

nella navigazione: sguardo attento in tutte le<br />

direzioni per avvistare altri delfini. E il giorno<br />

dopo fummo ripagati: un secondo incontro con<br />

un altro branco, questa volta più numeroso,<br />

soddisfa la nostra voglia di questo contatto<br />

diretto con la natura.<br />

Uno sguardo al mare ed uno alla costa. Quali<br />

colori, quali paesaggi offre la costa istriana.<br />

Quei paesi incastonati sulle baie, aggrappati<br />

sulle montagne scoscese, di case variopinte e<br />

che molto ricordano angoli di Venezia. Ecco<br />

che arrivare dal mare da un gusto e un senso<br />

diverso: viene subito in mente che quella vista,<br />

quelle baie, quelle case, quelle chiese, quel<br />

panorama, è lo stesso che nei secoli passati i<br />

pescatori, i navigatori, ammiravano ad ogni<br />

arrivo al porto. Arrivare in porto a Rovigno ad<br />

esempio è sicuramente una perla; quelle case<br />

costruite sulla montagna scoscesa,<br />

direttamente sul mare, tutte con colori<br />

diversi.<br />

E come dimenticare le notti passate in baia,<br />

con la barca all’ancora, in queste verdeggianti<br />

baie riparate da isole, dove l’acqua è calma e<br />

tranquilla. E’ istintivo tuffarsi dalla barca e<br />

godere di questo panorama, quasi vien voglia di<br />

stare in acqua e riposare lì. Poi, una cena<br />

33


L’ombra nel paesetto<br />

tutti insieme sul pozzetto della barca,<br />

con le stelle che fanno da contorno e la<br />

luna che sostituisce le lampade. E come<br />

non farsi rapire dal fascino di una serata<br />

limpida e luminosa, vedere e riconoscere<br />

tutte le stelle del cielo, sembra quasi di<br />

toccarle….ma no, troppo distanti.<br />

Decidiamo di dormire, ma sul tetto della<br />

barca, tanto, ci sarà tempo per dormire<br />

al chiuso, ora che si può, meglio, molto<br />

meglio,<br />

avere<br />

questa<br />

“coperta<br />

di stelle”.<br />

D o v e<br />

siamo<br />

o r a ?<br />

Facciamo<br />

il punto<br />

nave! Ed<br />

ecco, due<br />

volontari<br />

armati di<br />

34<br />

Il Faro<br />

strumenti sofisticati<br />

(?) tentare di capire<br />

dove siamo. Prendiamo i<br />

punti di riferimento,<br />

tracciamo la rotta sulla<br />

carta e voilà! Potremmo<br />

essere in 3 posti<br />

differenti, ma distanti<br />

almeno 30 km l’uno<br />

dall’altro…c’è qualcosa<br />

che non funziona.<br />

Saranno gli strumenti?<br />

Saranno i 2 volontari?<br />

Comunque meglio<br />

affidarsi al capitano…ne sa qualcosa più<br />

di noi.<br />

Ma…che succede? Al mattino la barca<br />

dondola….è il vento. Un vento forte ci<br />

sveglia al mattino del ritorno. Ci<br />

preoccupiamo un po’ per il tempo, il mare<br />

non promette nulla di buono. Ma partiamo<br />

lo stesso (che “lupi di mare” saremmo<br />

altrimenti…).<br />

Per salpare dal molo, è indispensabile


seguire una sequenza di operazioni:<br />

1) accendere il motore<br />

2) lasciare la cima di poppa a dritta<br />

3) lasciare la cima di poppa a<br />

sinistra<br />

4) lasciare il gavitello di prua<br />

5) motore al minimo in avanti e<br />

attenti a non urtare le altre<br />

barche.<br />

Tra il punto 4 e il punto 5, manca<br />

una operazione fondamentale, che<br />

noi, da bravi “lupi di mare” ci<br />

stavamo dimenticando: staccare il<br />

cavo dell’energia elettrica dalla<br />

colonnina del molo. Dicono che non è<br />

simpatico, né ammesso strappare la<br />

colonnina del molo e trascinarla per<br />

alcune miglia nel mare. Non si può.<br />

Staccata anche la spina: si parte! E<br />

si balla; le onde sono alte, ma non<br />

impossibili, assicuriamo tutto sotto<br />

coperta, e non rischiamo di farci<br />

male. Ma più ci avviciniamo<br />

all’Italia, più il tempo migliora e il<br />

mare si tranquillizza. Meglio.<br />

Drizziamo le vele, e andiamo con il<br />

vento, in poco tempo raggiungiamo<br />

le coste italiane. Ormeggiamo la<br />

barca, la assicuriamo alle corde ...<br />

pardon .. . le cime, e ce ne torniamo<br />

a casa, non senza un po’ di nostalgia<br />

per la bella esperienza vissuta in<br />

questa settimana. E ci promettiamo<br />

di replicarla, ma anche di imparare<br />

meglio a governare una barca a vela,<br />

armeggiando meglio tutte quelle<br />

corde….CIME HO DETTO CIME!!!<br />

Massimo Pardi e amico<br />

35


Prossimi appuntamenti<br />

AGOSTO:<br />

1-15 EYGLIERS (FRANCIA)<br />

Raduno Internazionale Estivo- Valle della Durance: campeggio<br />

per Kayakers in Vacanza;opportunità di scendere ogni giorno<br />

fiumi in sicurezza tramite l’assistenza delle Guide fluviali<br />

14-15/8<br />

21-22/8<br />

28-29/8<br />

messe a disposizione dalla FICT a cui siamo affiliati.<br />

Corso di Kayak per principianti<br />

tre Week-end per fiumi e mare (vedere programma)<br />

dal 16"al 22 Valle dei Mocheni"Settimana di kayak e bici<br />

(vedere programma nel sito www.arcocanoa.org o<br />

telefonare GIORGIO FERNETTI 347444530)<br />

28-29 Soçia percorsi del fiume facili e difficili per corsisti ed<br />

esperti. Si raccomanda portarsi i documenti di identità Siamo in<br />

Slovenia<br />

SETTEMBRE:<br />

3-4-5 (Germania) a Leipzig sul fiume Weisen-Elster<br />

e Pleise Discesa per sole donne in canoa canadese<br />

5 Laguna di Marano (VE) si aderisce all’ organizzazione<br />

della compagnia del Palùo info Alessandro Corso 043157056<br />

12-19 pagaiata in mare forse a Kerso x interessati 041900591<br />

26 Brenta da S.Gaetano a Campolongo<br />

OTTOBRE:<br />

24 Escursione in laguna Sud fino al Cason Barenon, dove si<br />

cuociono castagne e Zucche sulla griglia e si beve “el<br />

Grinton” Si costeggiano le valli da pesca e i relativi<br />

casoni Figheri e Zappa<br />

NOVEMBRE:<br />

28 ore 19 ASSE M B L E A e festa<br />

al C.Valentino del Villaggio Laguna di Campalto Venezia

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