Download - Il macellaio matto
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Macellerie d’Italia<br />
78<br />
La ricetta di Fabio: il territorio,<br />
la fantasia e il sorriso<br />
A Guiglia, sull’Appennino modenese, <strong>Il</strong> Macellaio Matto<br />
la dice lunga sull’estro del suo titolare, Fabio Cristoni,<br />
che con la sua carne ha attirato clienti dalle località limitrofe,<br />
con tagli come la “cartella” e la “copertina”, e la gastronomia<br />
curata insieme a Marica, autrice di delizie come la crudaiola,<br />
il gelato di carne e il sale affumicato<br />
Sarà <strong>matto</strong>, questo <strong>macellaio</strong>,<br />
stando a quanto recita l’insegna<br />
lignea, ma certamente<br />
non è uno sprovveduto. Basta<br />
di Fabio Butturi<br />
mettere il naso oltre l’ingresso per<br />
prendere atto di un lay out calibrato<br />
al “micron”, nella rassegna fotografi<br />
ca alle pareti che scandisce la per-<br />
Nel fornitissimo banco macelleria de <strong>Il</strong> Macellaio Matto anche molti pronti a cuocere.<br />
cezione dello spazio e accompagna<br />
lo sguardo ben al di sopra della linea<br />
perimetrale del bancone, l’angolo<br />
delle creazioni gastronomiche, e<br />
Eurocarni, 1/13
che personalizza l’offerta di una<br />
macelleria che vuole essere un prisma<br />
alimentare, accompagnando<br />
la clientela nell’esplorazione del<br />
gusto in tavola, dall’antipasto al<br />
digestivo, senza inquinare la propria<br />
identità di macelleria ma esplorando<br />
le potenzialità delle materie<br />
prime. «La nostra idea è quella di<br />
soddisfare le esigenze dei clienti<br />
perché possano uscire da qui con<br />
un pasto completo». E questa idea<br />
in fi eri prevede anche il take away,<br />
che sarà pienamente operativo<br />
in un futuro non troppo remoto,<br />
dice FABIO CRISTONI, il titolare, 38<br />
anni sulle spalle, nato e cresciuto<br />
a Guiglia, la stessa località dell’Appennino<br />
modenese dove si trova la<br />
macelleria.<br />
Abbarbicata a circa cinquecento<br />
metri sul livello del mare, vigilata a<br />
distanza dalla sagoma del Monte<br />
Cimone, caratterizzata dagli scorci<br />
panoramici e dalla sagra del borlengo,<br />
Guiglia rivendica però altri<br />
segni particolari. A partire dai Sassi<br />
di Roccamalatina, che si stagliano<br />
nell’omonima frazione e si offrono<br />
ad incantevoli passeggiate a polmoni<br />
aperti, fi no ai pochi chilometri<br />
che la separano da Zocca, santuario<br />
di tre generazioni di rockettari in<br />
salsa emiliana (superfl uo ricordare<br />
che Vasco Rossi lì è nato e lì ha mosso<br />
i primi passi da dj a Punto Radio).<br />
In questo scenario “rock” Fabio<br />
Cristoni si muove, praticamente<br />
dall’epoca dello studio, incollando<br />
frammenti di macelleria nella propria<br />
quotidianità, da quell’estate<br />
vissuta da garzone per arrotondare<br />
il parco bilancio di studente fi no a<br />
comporre il mosaico attuale. Un<br />
esordio non esattamente sull’onda<br />
della passione, a giudicare dai<br />
ricordi incisi nella presentazione<br />
biografi ca riportata sulla tendina<br />
del sito.<br />
Eppure, passo dopo passo,<br />
taglio dopo taglio, gli odori, gli<br />
addentellati umani, i significati<br />
più intimi di quel rituale così impregnato<br />
di cultura di massa che è<br />
la propedeutica all’alimentazione,<br />
hanno fatto accendere la scintilla.<br />
E da quell’innesco al defl agrare<br />
dell’amore il passo è stato breve,<br />
tanto da spingere Fabio a farne una<br />
Fabio Cristoni.<br />
professione, vissuta gradualmente<br />
come apprendista prima, socio<br />
poi, dal 21 novembre del 1998, e<br />
infi ne, dal 31 dicembre del 2009,<br />
nelle vesti di titolare unico de “<strong>Il</strong><br />
Macellaio Matto”.<br />
E il nome da dove nasce, dando<br />
per scontata una buona dose di<br />
autoironia? Correva l’anno 2010, Fabio<br />
aveva appena indossato i panni<br />
del solista all’interno del negozio,<br />
e due lampi folgorano l’orizzonte<br />
del neotitolare: un referendum tra<br />
i clienti per battezzare il locale a<br />
furor di popolo e il concepimento<br />
di un evento che proiettasse il suo<br />
negozio al centro del fi rmamento<br />
del paese e non solo, dal momento<br />
che gli avventori provengono in prevalenza<br />
dalle località e dalle vallate<br />
limitrofe, potere del passaparola<br />
e di una formula che sposa fi liera<br />
corta e cordialità.<br />
Ma procedendo con ordine,<br />
anche se i due momenti si sovrappongono,<br />
come si è svolta la<br />
consultazione popolare? Beh, i<br />
numeri sono da cronaca politica,<br />
dal momento che nell’urna sono<br />
state depositate 788 preferenze,<br />
traguardo spesso arduo per gli stessi<br />
comitati referendari, ragionando in<br />
termini percentuali. <strong>Il</strong> refrain della<br />
carne ovviamente imperversa, dal<br />
secondo classifi cato (“La butega dal<br />
mazler”) come la sua traduzione in<br />
italiano, ancorata al quinto posto<br />
con 34 voti, “La bottega del <strong>macellaio</strong>”,<br />
e ancora “Pappa e ciccia”, “Viva la ciccia”,<br />
“La carne di Fabietto”, “Carne per<br />
carnivori”, “Carne e cortesia”, “Stinco<br />
di santo” (9 preferenze), “Ca’ dal<br />
pork” (1 voto) e tanti altri tra cui<br />
l’azzardato, visti i tempi, “La banca<br />
della carne”.<br />
L’incoronazione in occasione<br />
del “1° Gala della ciccia”, replicato<br />
per due volte con la medesima<br />
formula: sei quintali di carne monopolizzano<br />
il bancone frigo, sconto<br />
al momento di digitare lo scontrino<br />
e di fronte a una spesa modica c’è<br />
mezzo chilo di carne alla griglia<br />
prêt-à-porter, arrosticini, salsiccia,<br />
coppone, pancetta e pane toscano,<br />
da consumare nella tavolata allestita<br />
all’esterno del negozio, in un clima<br />
da festa paesana condito da buon<br />
vino e dalla musica dal vivo (l’ultima<br />
edizione è stata allietata dalla<br />
Walkers Texas Band).<br />
Carne, sostantivo che compare<br />
di frequente, in queste prime<br />
battute, e non è scontato come<br />
potrebbe sembrare. Una parola che<br />
va infatti declinata in tutti i generi<br />
e i tagli animali, se è vero che a<br />
banco non compaiono solamente<br />
Eurocarni, 1/13 79
<strong>Il</strong> bancone con l’angolo dei salumi.<br />
svizzere, braciole e arrosti, ma anche<br />
fi letti e controfi letti di cavallo, solo<br />
durante il fi ne settimana, fegato e<br />
lingua di scottona, arrotolato, costato<br />
e pancia di vitello o la candida<br />
trippa.<br />
Direttamente da animali toscani<br />
provengono le fi orentine; da allevamenti<br />
autoctoni, individuabili nei<br />
crinali che si stagliano a ridosso<br />
di Guiglia all’interno di aziende<br />
agricole a conduzione familiare,<br />
provengono gli altri tagli, anche<br />
quelli più bizzarri, almeno nell’onomastica<br />
come la “cartella”, alias<br />
lombatello, che sarebbe poi il<br />
diaframma, ricchissimo di ferro, la<br />
“fallata”, o sottospalla, o ancora la<br />
“copertina” o “campanella”, carne<br />
muscolare, adatta per brasati, lessi e<br />
stracotti. E una distesa di macinati,<br />
bistecche forate, muscolo senza osso<br />
e fi loni, polpa e coppone.<br />
Se la mezzena è lavorata dallo<br />
stesso Fabio, l’animale viene selezionato<br />
direttamente presso l’allevatore,<br />
come testimoniano alcune<br />
80<br />
foto esposte in negozio, prima del<br />
trasporto al macello.<br />
Non poteva mancare il maiale,<br />
protagonista assoluto delle tavole<br />
di queste parti, che compare<br />
trasformato nel più emiliano dei<br />
condimenti, il ragù, mescolato<br />
equamente al manzo con una<br />
spruzzata di salsiccia; per non dire<br />
del tripudio di stinchi e zampetti<br />
assortiti, costaiole e la salsiccia,<br />
condita anche con le cipolle, che<br />
viene conciata rigorosamente nel<br />
retrobottega.<br />
Per non parlare del totem<br />
grondante prosciutti crudi targati<br />
Ferrarini, e la panoramica di cotto,<br />
mortadella Levoni, coppa, arrosto,<br />
salame, nostrano e non, pancetta<br />
affumicata e quella stesa dolce,<br />
lardo di Colonnata, coppa di testa,<br />
coppa d’estate.<br />
Cronaca telegrafi ca delle carni<br />
bianche: petti e anteriore di pollo<br />
e di tacchino, esibito anche nelle<br />
singole cosce, ali e anche, il pollo<br />
livornese (o Leghorn), provenienza<br />
Italia centrale, quaglie, pollastroni,<br />
posteriore di coniglio, durelli e fegatini<br />
alla voce “frattaglie”, galline<br />
ruspanti intere o a pezzi, anche<br />
allo spiedo.<br />
Tradizionale non vuol dire convenzionale,<br />
ed è per questa ragione<br />
che Fabio ha consegnato le chiavi<br />
della fantasia a Marica, tra le quattro<br />
persone della “squadra”, quella che<br />
si occupa della ricerca gastronomica.<br />
Dalle sue mani nascono i gelati di<br />
carne, con lo stecchino sulla falsa riga<br />
del Magnum Algida e guarnizione<br />
impanata di carne trita condita con<br />
verdure, i tramezzini, i roast-beef e<br />
il vitello tonnato, le farciture delle<br />
svizzere (oltre alle citate cipolle ci<br />
sono timo e pinoli, radicchio rosso,<br />
pomodorini secchi e uvetta, funghi e<br />
altro ancora). E ancora le pepite d’oro,<br />
bocconcini di pollo e tacchino, e i<br />
pippoli, spiedini di polpette. Ripiene<br />
di salsiccia e a volte mortadella,<br />
manzo o altro, in base all’ispirazione,<br />
anche le verdure, San Marzano,<br />
pachino, zucchine, melanzane. A<br />
Eurocarni, 1/13
proposito delle solanacee (Solanum<br />
melongena), la verdura violetta si presta<br />
alla preparazione di una pizza:<br />
una sezione di melanzane viene<br />
guarnita con pomodoro, mozzarella<br />
e salsiccia.<br />
Tutto quello che entra nel forno<br />
del retrobottega a vista viene cotto a<br />
bassa temperatura, precisa Marica,<br />
per mantenere intatti i principi<br />
nutritivi. Trattamento di cui non<br />
necessita la crudaiola, cioè la tartara<br />
di scottona o limosina veronese o<br />
modenese e condimento top secret,<br />
ma si sa, sia per vezzo sia per salvaguardare<br />
l’esclusività della fi rma,<br />
chiedere a uno chef di svelare certi<br />
ingredienti è come importunare<br />
una signora in merito all’età.<br />
Le creazioni di Fabio e Marica<br />
non si esauriscono però al reparto<br />
frigorifero e sconfi nano sugli scaffali<br />
dove, oltre a salse, pimenti, paste<br />
confezionate e prodotti di generica<br />
drogheria, si nota, nei paraggi della<br />
cassa, il cesto di sale affumicato,<br />
coreografi co vasetto di sale personalizzato.<br />
Da non perdere poi le<br />
focacce ai cinque salumi che fanno<br />
capolino dal cestello appoggiato<br />
sul banco.<br />
Riprendendo la contabilità di<br />
quanto “passa il frigo”, la pasta<br />
fresca varia da periodo e stagione<br />
ed è circoscritta all’interno del<br />
paniere delle specialità modenesi:<br />
tortellini, tortelloni speck e noci,<br />
lasagne e gnocchi di patate, di produzione<br />
domestica o del Pastifi cio<br />
Palaganese (Palagano è un comune<br />
dell’Alto Appennino modenese).<br />
Tra i formaggi, il taleggio, il pecorino,<br />
che come le caciotte dei<br />
caseifi ci della zona è espressione<br />
universale della pastorizia (quindi<br />
di qualsiasi ambiente montuoso),<br />
il misto delizia rossa, il parmigiano<br />
12 e 30 mesi (anche questa è zona<br />
DOP), e il formaggio di malga trentino.<br />
Tra le rare eccezioni meat free<br />
l’insalata di farro. Tra le bottiglie,<br />
l’extra vergine è spremuto a crudo<br />
e il vino più gettonato è un Barbera<br />
dei Colli bolognesi tagliato con del<br />
Lambrusco (il versante bolognese,<br />
con Castelletto di Serravalle, è a<br />
un tiro di schioppo, e il Grasparossa<br />
è il Lambrusco DOC dell’area<br />
collinare).<br />
In questa cornice Fabio ricama in<br />
rapporti professionali con maniere<br />
da gran tessitore, tra chi staziona<br />
anche un paio d’ore, per accertarsi<br />
della singola fetta di carne, dei tempi<br />
di cottura e dei possibili condimenti,<br />
e chi pretende sezioni chirurgiche<br />
del costato bovino, e il cadeaux opportunamente<br />
infi lato nelle borse<br />
e la tessera sconti per accedere ai<br />
“buoni ciccia”.<br />
Del resto basta navigare velocemente<br />
sul sito web del Macellaio<br />
Matto per capire che questo mestiere,<br />
nell’interpretazione di Fabio<br />
Cristoni, non si è fossilizzato sulle<br />
tracce del passato.<br />
Fabio Butturi<br />
<strong>Il</strong> Macellaio Matto<br />
Via Michelangelo, 695<br />
41052 Guiglia (MO)<br />
Telefono: 059 792483<br />
E-mail: info@il<strong>macellaio</strong><strong>matto</strong>.it<br />
Web: www.il<strong>macellaio</strong><strong>matto</strong>.it<br />
Eurocarni, 1/13 81